L' autobus

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L’ AUTOBUS Io e Simone eravamo lì, proprio lì . Stavamo aspettando l’ autobus per andare in biblioteca. Stranamente quel giorno era in ritardo, che strano!. Eravamo appena saliti, dalla fermata alla biblioteca c’ era circa un chilometro, quando intravedendo la biblioteca, spingiamo il tasto per la fermata ma … il conducente non si ferma, anzi va dritto e fa finta che noi non avessimo mai suonato. Eravamo ormai fuori città, lui si gira, come un pazzo, e inizia a ridere come un folle.


Tutti sembravano pietrificati dalla risata e dall’ aspetto, ma io e Siamone riusciamo a riprenderci dallo spavento e ci nascondemmo sotto i sedili. Passata circa mezz’ ora , finalmente , l’ autobus si fermò; io mi alzai appena e guardando fuori dal finestrino vidi che eravamo arrivati ad un CASTELLO ABBANDONATO. Un brivido mi percorse la schiena e io, freneticamente , mi misi sotto il sedile … . Il conducente del mezzo iniziò a dire parole in una lingua strana e … come per magia, tutti si alzarono, grandi e piccoli, e andarono al castello come … IPNOTIZZATI. Io e Simone, per paura che ci trovassero


E ci uccidessero, entrammo con loro nel castello. Le guardie, pensando che fossimo ipnotizzati, ci sbatterono in una cella sporca e vecchia. Mi girai e vidi un teschio, toccai Simone impaurito che si girò e probabilmente, come era successo a me, il cuore si fermò e con tutte le nostre forze iniziammo a urlare , e pian piano sentimmo altre persone urlare: non era un buon segno. Sentimmo le guardie dirsi: “ Il capo secondo me ha l’ occhio di VETRO perché una tigre gliel’ ha tolto!” E un altro.:”


“ Secondo me gli hanno sparato e dopo una lunga operazione non lo sono riusciti a salvare per cui è diventato rabbioso con tutti!”. E l’ altro concordava senza aggiungere nulla a parte : “Hai ragione tu!”. Quando finimmo il fiato per urlare e sentimmo le guardie smettere di parlare, una di loro entrò nella cella e prese Simone . Un secondo dopo vidi una luce e un’ombra riflessa con una lama in mano , sentii Simone urlare e poi niente, tutto fu silenzio. Il cuore mi iniziò a battere fortissimo, sembrava volesse uscirmi dal petto, ma


per fortuna il cervello era lì pronto all’ azione ; mi guardai e vidi una botola, sotto un tappeto bucato e strappato, l’ aprii , vidi un tunnel , una luce, ma l’ allarme iniziò a suonare . A quel punto mi gettai nel tunnel e , grazie ad esso, uscii dal castello. Inizia a correre, le guardie e il conducente dell’ autobus mi inseguivano e , ad un certo punto, mi pareva di averli seminati. Per fortuna arrivai a casa sporco e anche stravolto dalla morte di Simone. Allora decisi di farmi una doccia per rinfrescarmi le idee, aprii il rubinetto dell’ acqua calda e, quando mi iniziai ad insaponarmi, sentii un ticchettio sulla finestra era lui


L’ UOMO DALL’ OCCHIO DI VETRO


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