LA CASA ABBONDONATA Mattia, Anna e Alice avevano deciso di fare un’escursione nel bosco di notte, a causa della scommessa con Mattia, ovvero che sarebbero riuscite ad inoltrarsi nel bosco di notte. Le due ragazze avevano detto che sarebbero andate a dormire da Mattia, mentre lui aveva detto che sarebbe andato a dormire da Alice.I tre ragazzi, muniti di bussola, acqua e torcia, si incontrarono alle undici sotto casa di Mattia. “Siamo sicure di quello che stiamo per fare?� disse Alice insicura.
“Certamente, io sono sempre sicura di quello che faccio” affermo’ Anna. “Potete sempre ritirarvi” rispose Mattia fiero di se’. “Il bosco e’ fitto, oscuro e ci sono ragni dappertutto” affermo’. “Non ci farai paura, andiamo” rispose Anna. I tre ragazzi arrivarono al bosco della loro citta’ che era istante solo pochi chilometri. Arrivo’ il primo problema. “La bussola non funzione” disse Mattia. “Proseguiamo, non e’ un grande problema affermo’ Anna. Anche se erano consapevoli che senza una bussola si sarebbero persi, continuarono la loro escursione.
Stava procedendo tutto bene, finche’ non si senti un urlo: Mattia e Anna si guardarono in preda al panico, si voltarono e videro che Alice era finita nel fango. Mattia non pote’ evitare una fragorosa risata. Anna, gia’ esausta prese Alice per un braccio e la fece rialzare. Dopo numerosi vincoli e cadute si ritrovarno di fronte ad una vecchia e polverosa casa. Era completamente in legno, ormai fracido e pieno di muschio. La porta sembrava un sottile pezzo di cartone con una maniglia storta. Sui bordi della porta c’erano fili di ragnatela. Per non parlare del tetto: due grandi pezzi di legno che forse erano stati messi lì per caso.
“Ora basta: prima la bussola, poi la mia caduta e i vincoli. Io rinuncio alla scommessa” disse Alice sbuffando. “Io no, se vuoi vattene da sola, noi rimaniamo qui affermo’ l’altra ragazza. Alice si giro’ e guardo’ il fitto bosco, deglutì e fece un cenno di sorriso. I ragazzi arrivarono verso la porta e dopo numerosi tentativi riuscirono ad aprirla. La casa era enorme ed era a due piani. Accesero la torcia. “Andiamo” disse Anna, afferrando Alice per il braccio. Iniziarono a salire le scale e tutto stava procedendo bene. Arrivarono al secondo piano. Degli scricchioli si udivano, come se qualcuno fosse alle loro spalle.
Non ci fecero caso e proseguirono. Le due ragazze si girarono e non videro piu’ Mattia. “L’hanno prsso, lo so” disse Alice. “Chi?” rispose Anna. “L’ho visto in un film: le due ragazze si perdono nel bosco e il loro amico viene ucciso da un lupo rispose. “Ma sta’ zitta, era solo un film. Sara’ ritornato di sotto per spaventarci.” ribadì. Proseguirono senza alcun timore, ovvero Anna prosegui senza paura. Alice si fermo do scatto. Qualcosa di viscido e non troppo liquido avevano ai loro piedi. Pensarono al fango, ma era impossibile perché era troppo denso. Era qualcosa di strano e difficile da trovare.
Era sangue. Alice barcollò e cadde inginocchiata. “Tutto ok?” le chiese Anna. “Come puo’ andare tutto bene se qui c’e’ una pozza di sangue e Mattia non si trova piu’!?” rispose mettendosi le mani fra i capelli. “Scusa, cosa vorresti dire?” le rispose. “Che hanno ucciso Mattia!” affermo’ Alice piangendo. Anna per la prima volta rimase senza parole, aveva paura. Tutto era collegato, ogni minima traccia. “Ora cosa facciamo?” disse Alice asciugandosi le lacrime. Si alzo’ e proseguì dietro Anna. Niente stava andando bene, forse era stata una pessima idea.
Inizio’ a sentirsi una puzza strana. Era forte e strana allo stesso tempo. Puzza di pesce lasciato per alcuni anni in una stanza. Sembrava di essere in una discarica. “Andiamocene da qui” disse Anna, quello che la sua amica voleva sentire. Mentre si incamminavano verso la porta, quei cigolii strani erano ritornati. Ancora piu’ forti. Ora sembravano provenire da sopra. Non si erano accorte di una cosa pero’, ovvero che i cigolii erano causati dai loro passi sul pavimento di legno. A causa della troppa paura non ci fecero caso. Aprirono lentamente la porta. Dei passi sul grande tappeto di foglie si facevano sentire. Non sapendo cosa fare uscirono.
Si voltarno e una grande luce le acceco’. Lanciarono un grande urlo. “Sono il custode” si senti’. “Chi e’? Cosa vuole?” chiese Anna in preda al panico. Era un vestito con stracci, probabilmente presi dalla spazzatura, una lunga barba bianca, sopraciglie folte e denti ingialliti. “Sono il custode di questa casa, sono povero, mangio quello che trovo e questa casa e’ mia, e’ l’unica cosa che mi e’ rimasta” rispose. “Capisco” rispose Anna. “Come si spiega il sangue a terra?” chiese dubbiosa Alice.
“Cospargo il sangue degli animali che vengono uccisi dai cacciatori, per non far avvicinare nessuno qui” rispose. “Questa e’ la cosa meno importante. Ora ce ne dobbiamo andre. Per caso ha visto un ragazzino da queste parti?” domando’ Anna. “Ne ho isto uno prima, che andava in direzione del bosco” rispose. “Grazie” dissero le due ragazze. Grazie alla torcia ritrovarono la strada. Mattia da quel giorno non si fece piu’ vivo: non si sapeva se era stato ucciso oppure se era tornato a casa o in qualsiasi altro luogo. Le ragazze continuarono a incontrarsi, ma non domandarono e non videro piu’ ne’ Mattia e neanche i suoi genitori.