Testo di paura

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L’uomo dall’occhio di vetro.

Anna Lockey, una bambina molto dispettosa, faceva sempre paura a suo fratello più piccolo Timmy e i suoi genitori la sgridavano. Un giorno Anna volle andare in biblioteca con il suo amico Marco; lei prese dallo scaffale un libro della collana “Piccoli brividi” e lui “Harry Potter”, poi andarono alla scrivania e chiesero al bibliotecario se potevano prenderli in prestito. Lui le chiese:”Non hai paura Anna?” e lei, con un gran tono di voce, rispose di no. Appena usciti, disse a Marco di non aver mai visto quello strano bibliotecario prima e lui le spiegò tutto: le disse che era appena arrivato, che era venuto nella loro città per lavoro perché la sua famiglia era stata uccisa,


alcuni pensavano che fosse stato lui ad ucciderli e altri che si fossero suicidati. Il giorno dopo Anna tornò in biblioteca e sentì strani rumori provenire dall’interno; entrò e si nascose dietro una libreria. Improvvisamente il corpo del bibliotecario diventò verde, gli occhi che stavano a penzoloni erano di vetro e dalla sua piccola vetrina prendeva ragni e vermi e se li mangiava. Anna corse a casa in fretta e furia dai suoi genitori e raccontò loro tutto, ma non le credettero e, per l’ultima volta, le ripeterono di smettere di voler fare paura a suo fratello e di non raccontare più sciocchezze di quel genere. Andò in camera sua sbattendo la porta arrabbiata e chiamò al telefono il suo amico Marco che non le credette e interruppe la comunicazione, allora, per dimostrare a tutti che quello che diceva era la pura verità e che il


bibliotecario era un mostro, tornò la sera dopo in biblioteca con una macchina fotografica, si nascose dietro la libreria e aspettò che avvenisse la trasformazione. Dopo dieci minuti ecco che lo vide tramutarsi in mostro, prese subito la macchina fotografica, si avvicinò e…click, click, ma il mostro la vide e iniziò a inseguirla fino a casa sua. Anna arrivò prima e chiuse le finestre, le porte e andò in cantina. Poi disse ai suoi genitori di portare il rullino immediatamente dal fotografo per farlo sviluppare e avere le prove che quello che affermava era la pura verità. Uscì dal negozio, ma il bibliotecario era fuori che l’aspettava con una strana espressione disegnata sul volto e un sorriso sarcastico, poi le tolse le foto dalle mani e salutò i signori Lackey.


La signora Lackey lo invitò a cena da loro e lui, con un sorriso malefico, rispose di essere felice di quell’invito e se ne andò correndo. Erano le otto di sera e il campanello della porta dei Lackey suonò. Anna aprì e con i suoi occhi di vetro e un passo deciso, il bibliotecario si accomodò a tavola e chiese:” Cosa c’è per cena?” e il signor Lackey rispose:” Lei”. Il bibliotecario urlò:” Vampiri!!” e i signori Lackey si abbuffarono con i loro denti aguzzi nella sua carne uccidendolo, poi ringraziarono Anna dicendole che sapevano che era arrivato “Occhi di vetro” in città e si accomodarono a tavola come non fosse successo niente, mangiandosi un grosso e gustoso tacchino. Tutte le volte accadeva la stessa storia! I visitatori di casa sua non uscivano mai con le loro gambe!!


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