Al di là delle mura C’è solo un’enorme porta d’acciaio davanti a me, unico modo per uscire da questo ammasso di persone false, ricche e potenti. Mamma dice sempre che al di là di quel portone esiste solo gente più crudele di noi, che merita di rimanere isolata da tutto e tutti, che vive ogni giorno la fame; so solo questo … e non mi basta. C’è altro lì fuori, qualcosa che nessuno vuole raccontare, e che io ho intenzione di scoprire. “Carter smettila di leggere, c’è altro nella vita, vieni e aiuta tuo padre, stanno per aprire il Portone”. Ecco, cosa stavo dimenticando, quando il mio “Settore” chiamato “Ventus” in latino “Prediletti”, rimane senza viveri e beni necessari i “BallaFuochi”; gruppo che comprende guardie e cacciatori di "ossuti", escono dal castello per recarsi al paesino più vicino e recuperare un po’ di provviste. Gli ossuti invece sono zombie, che hanno irrimediabilmente perso tutte le tracce di umanità e uccidono e mangiano qualsiasi cosa con un cuore palpitante. Qui a Boston è presente anche un altro Settore, non credo abbiano un nome, noi li chiamiamo “Esclusi” , persone che secondo questo regime di adulti incoscienti, meritano di rimanere, fuori dalla sicurezza e il conforto che quest’enorme castello può offrire. I genitori di noi giovani sedicenni raccontano che gli esseri che si aggirano per Boston non sono altro che Ossuti con un volto umano, dei mostruosi umanoidi, senza anima né sentimenti; come potremmo non credergli, non abbiamo altre teorie in proposito.
“Ciao Carter, bene ricominciamo ogni mattina a svegliarci alle sette, bella prospettiva per i prossimi tre anni!!”esclamò Holly Watson, mia migliore amica dai tempi delle elementari, ragazza furba e dal carattere schietto. “Sì, guarda non vedo l’ora. Holly , credo sia arrivato il grande giorno, sono passati mesi dall’ultima uscita dei BallaFuochi dal castello, è il nostro momento!” dissi io. “Hai ragione, allora ci vediamo davanti alle scale principali, vicino alla mensa scolastica.” Ormai eravamo convinte, volevamo avere delle risposte, nulla di più. Alle 7.40 stavamo aspettando le guardie perché aprissero le pesanti porte, e così fu , esattamente venti minuti dopo sentivamo già i nostri MGphone squillare ad alto volume , mentre con gli occhi chiusi camminavamo a passo svelto immaginando nella nostra testa quali luoghi incantati ci stavano aspettando. Aperti gli occhi, vedevo, vedevo … non vedevo assolutamente nulla. Sabbia e deserto, non c’era altro, ci rimaneva solo un’ enorme delusione; ma certo non ci saremmo arrese alle prime difficoltà. Camminammo per ore e ore, senza sapere dove andare, forse per alcuni attimi la mia convinzione si era dissolta nell’aria, come il piccolo cumulo di sabbia che tenevo stretto fra le mani. Un attimo dopo guardai in alto, una casa. Io e Holly cominciammo a correre, in quel momento ci sentimmo libere. Davanti a noi vidiun ragazzo, aveva la mia età. Veniva verso di noi con aria preoccupata, anzi impaurita, era alto, corti capelli neri e occhi azzurri che brillavano alla luce accecante del sole, non poteva essere vero. “Chi siete voi due? Perché siete qui? “ “Noi siamo Carter e Holly, veniamo dal Settore dei Ventus” dissi io ad alta voce.
“Mi sembra chiaro, vi siete perse?” “Assolutamente no” “Va bene, volete comunque entrare?” “Certo, grazie” La casa dove abitava il giovane era abbastanza piccola, io l’avrei chiamata capanna, in ogni caso era molto accogliente. “Il mio nome è Crash e lei è mia madre Victoria” “Tanto piacere ragazze, scusate la domanda ma cosa ci fate qui, così lontane da casa?” “Stiamo cercando gli Esclusi, vogliamo capire cos’è successo tra i nostri due Settori e cercare di risolvere la situazione” Victoria ci guardò un po’ perplessa poi iniziò la frase dicendo: “Beh eccoci qui, anche se vi prego di non chiamarci in questo modo, almeno dentro la nostra stessa dimora” “Certo, ci dispiace, in ogni caso ci racconti cos’è successo” “Tanto tempo fa, mi sembra nel 3022 i nostri popoli vivevano in armonia, ognuno pensava a se stesso senza preoccuparsi dell’altro. Il 15 aprile dello stesso anno, tutto cambiò, nella città cominciarono ad arrivare gli Ossuti, un branco di bestie, senza cuore, molte persone del nostro settore e del vostro morirono. I “Ventus“ decisero di costruire un enorme castello, dove solo i vostri concittadini avrebbero avuto il permesso di alloggiare; noi eravamo persone povere senza denaro né altro, non avevamo il diritto di stare con gente superiore, non avevamo il diritto di stare con voi.” In quel momento una lacrima segnò il volto di Victoria e Crash le portò un piccolo fazzoletto di pezza color corallo. Non mi ero mai sentita così, ero delusa e arrabbiata, il nostro popolo non poteva essere così superficiale. “Buona notte ragazze siamo felici di ospitarvi” “Grazie Signore Victoria, a domani” “Crash aspetta! Tu cosa pensi di tutta questa situazione?” dissi io timidamente.
“Cosa dovrei pensare? Il 15 aprile morì anche mio padre, io ero molto piccolo; in ogni caso non ho paura; gli Ossuti, vengono qui ogni giorno, ma non riescono mai a trovarci, ci nascondiamo nella cantina; sono esseri stolti, non hanno udito e non sentono gli odori” “Cosa? Vengono qui ogni giorno?” “Non ti preoccupare, arrivano ogni mattina alla stessa ora, ci vediamo domani”. Se ne andò con un sorriso stampato sul volto, un sorriso davvero meraviglioso. La mattina seguente eravamo tutti a tavola con una tazza di latte caldo davanti e una ciotola di biscotti appena sfornati, quando un forte rumore fece terminare un silenzio di tomba. Sentivo solo battere dei pugni serrati contro il legno, Crash ci fece strada verso la cantina e chiuse la porta dietro di lui a chiave. Passarono dieci minuti, gli Ossuti erano usciti a cercare altre vittime di cui cibarsi. Mi girai verso Victoria e Crash : “Basta questa storia deve finire, vi porteremo al castello e verrete accolti con grande piacere da tutti! “E gli altri? Le altre persone che vivono ogni giorno quello che viviamo noi?” “Penseremo anche a loro, lo prometto” dissi io. Crash e Victoria mi guardarono con aria davvero sorpresa, e mi fecero un gesto di approvazione. Ormai avevamo trovato le risposte che stavano cercando, era il momento di tornare a casa. Dopo almeno tre ore di cammino ci ritrovammo davanti al castello. I nostri genitori ci abbracciarono strette a loro e tutto il popolo applaudì vedendo la scena. Però non mi sentivo felice, corsi verso la piazza principale portando con me Crash, cominciai ad urlare dicendo: “Popolo di Ventus, vedete questo ragazzo e quella donna in mezzo alla folla con un bellissimo fiore tra i lunghi capelli neri, loro sono persone che vivono nella paura ogni singolo giorno, loro sono degli Esclusi, e chiedo a tutti voi di considerarli parte della nostra grande
famiglia, vi chiedo di ricordare che essere diversi, far parte di un altro popolo non è un male. A tutti quelli che come me vogliono essere diversi dico … combattete per sostenere le vostre idee, con la forza dei vostri pensieri e delle vostre parole.” Tutti applaudirono, credo in quel momento di aver cambiato qualcosa nella vita di due persone straordinarie, ed è stato in quel momento che mi sono sentita veramente felice.
Vittoria 3°D