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Associazione Il Mosaiko Kids via C. Alberto 13 15053 Castelnuovo Scrivia (AL) Tel. 0131 856018 e-mail: ilmosaiko @tiscali.it Associazione culturale e ricreativa, aconfessionale, apartitica e senza fini di lucro, di utilità sociale.
Salviamo
Gianburrasca Antonella Mariotti
T P Pari
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opportunità
Te o r i a o P ra t i c a ?
Marta Lamanuzzi
anti piccoli robot, tutti uguali, bravi e giudiziosi. Composti e silenziosi. Ma è proprio così che vogliamo i nostri bambini? L’allarme arriva dagli Stati Uniti: troppi psicofarmaci ai bambini, che non sono altro che farmaci da adulti ma in dosi ridotte. E adesso in Italia sessantamila famiglie si fanno prescrivere, o è il medico a consigliare loro, il Ritalin, che “anestetizza” i bambini considerati “agitati” o magari solo bambini vivaci, troppo vivaci per famiglie che non hanno tempo per capire da dove arriva il disagio, se di disagio si tratta. Di tutto questo e di quello che purtroppo sta accadendo in troppe famiglie del nostro Paese ha parlato Luca Poma, portavoce nazionale della campagna “Giù le mani dai bambini”, in una serata intitolata proprio “Salviamo Gianburrasca”. Al tavolo con Poma, Emmanuele Macaluso, campione di lancio del giavellotto testimonial del sito, e Giovanna Spantigati, una dei tantissimi volontari che partecipano al progetto. “Con gli psicofarmaci si modifica il sintomo ma non si cura la malattia o il disagio del bambino, è un percorso facile e veloce per genitori che ormai sono troppo impegnati in altro che non l’educazione dei propri figli”. Luca Poma da ormai diversi anni si occupa di questo che sta diventando un problema anche in Italia, dopo che già lo è da anni in Inghilterra e in altri paesi dell’Unione europea. Sul suo sito Internet ci sono migliaia di pubblicazioni scientifiche sui farmaci per i più piccoli, e soprattutto sui danni provocati dai medicinali. Ricorrere a una qualunque pillola per modificare noi stessi o il mondo come ci appare è un’abitudine per molti, troppi adulti, incapaci di affrontare le difficoltà della vita, resi troppo deboli dallo stress e troppo affaticati per combattere con le sole forze del nostro organismo. Ma gli adulti compiono comunque una scelta consapevole, non è così per i più
Anno 5 - n° 2, Maggio - Agosto 2008. Aut. Tribunale di Tortona N° 2/04 reg. periodici del 22/09/2004 Direttore responsabile: Antonella Mariotti Stampa: Tipografia-litografia Fadia, via Soldini 12 - Castelnuovo Scrivia (AL)
I sondaggi parlano chiaro: le donne italiane sono tra le più discriminate
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o studio condotto da Save the Children non lascia dubbi: nel nostro Paese l'impegno e il talento rosa non ricevono sufficiente riconoscimento. Le donne italiane guadagnano in media il 47 % di quanto guadagna un uomo, come in Benin, e in maternità percepiscono l'80% dello stipendio e non lo stipendio pieno come avviene in altri Paesi avanzati. A livello europeo la situazione non migliora di molto. Nonostante le ragazze risultino più brave dei ragazzi a scuola e il numero delle donne che accede al mercato del lavoro con un titolo universitario sia superiore a quello degli uomini, questi guadagnano in media il 15% in più. Tra i fattori che concorrono a determinare il fenomeno, oltre alla discriminazione, vi sono la qualità e la quantità del lavoro svolto. Le donne infatti svolgono attività non retribuite, come le pulizie e gli altri mestieri domestici e la cura dei figli, che sono spesso difficili da conciliare con il lavoro e le inducono a scegliere occupazioni part-time o a interrompere la carriera per dedicarsi alla famiglia con ripercussioni negative sullo sviluppo professionale. Inoltre si preferisce solitamente assegnare le funzioni direttive agli uomini che appaiono emotivamente più forti e non incon-
Rigovernando la casa (Italia), donna e ragazza di un villaggio Saho (Eritrea). Foto di Fiorenza Corradini.
trano ostacoli di nessun genere nel progresso della carriera. Altri dati che fanno riflettere sono quelli relativi alla partecipazione del gentil sesso alla vita
politica. In Italia la percentuale è del 17%, paragonabile a quella di Bolivia, Gabon e Nepal. Analizzando i dati dell'intero continente europeo emerge che le
donne italiane sono tra le più sottorappresentate in politica così come in campo dirigenziale: solo l’11% di donne parlamentari e solo il 2% presente nei consigli segue a pag. 2
piccoli che si fidano dei genitori, di ciò che mamma e papà gli danno la mattina con la colazione. Questi bambini sono adulti che in futuro rischiano di più di altri di tentare il suicidio o di diventare tossicodipendenti. Questi bambini non sognano più e non giocano più con i loro compagni di scuola, saranno bambini perfetti da esibire, ma intontiti, senza emozioni e senza volontà. Nella platea della Sala Pessini a Castelnuovo Scrivia, ad ascoltare Luca Poma e i suoi collaboratori c’erano anche tanti bambini accompagnati da Mimma Franco, tutti quelli del nostro “Mosaiko Kids”, dove i colori della differenza sono importanti, dove proprio la vivacità dei più piccoli è una risorsa, dove giocare con le parole può diventare un perfetto “psicofarmaco” che però non ha nessuna controindicazione.
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IO SONO SEMPLICEMENTE UNA MAMMA di Giovanna Spantigati
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Antonella Mariotti, giornalista de “La Stampa”, direttore responsabile del Mosaiko Kids
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A dodici anni il primo sorso IL BABY - ALCOLISMO di Marta Lamanuzzi
Sguardi incrociati per inerzia sul treno E’ UNA SPECIE DI CALAMITA di Alessandra Santi
Quando la fragilità diventa forza HO PAURA di Elena Pisa Bambini vivaci, bambini preziosi... SPECIALE “GIU’ LE MANI DAI BAMBINI”
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Pari opportunità
Te o r i a o P ra t i c a ?
Ragazze Saho di un villaggio eritreo. Foto Fiorenza Corradini.
segue dalla prima - Marta Lamanuzzi
Io semplicemente sono una
Mamma di Giovanna Spantigati
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o sono semplicemente una mamma. Consapevole che il mestiere di genitore è il più difficile ed allo stesso tempo il più meraviglioso. Noi genitori abbiamo una responsabilità enorme. E non esiste il genitore perfetto, così come non esiste il figlio perfetto. Sono due ruoli che da sempre sono agli opposti. Da figlia, quante volte ho pensato: i miei genitori non mi capiscono! E Da mamma quante volte ho pensato: non riesco a farmi ascoltare dai miei figli! Quello che muove un genitore è l’amore incondizionato, disinteressato, un amore sublime. Perché sai che non ti ritornerà mai indietro, e non ti importa. Quello che muove un figlio è il bisogno. I genitori sono le uniche vere radici. Cercano una figura solida, una guida, un riferimento coerente. Cercano la verità; le bugie li distruggono. E tu, genitore, non appena il tuo bambino nasce hai mille aspettative, poi capisci che la meraviglia non è il potere che hai su di lui, vedere la tua continuazione, ma avere la gioia di conoscere una persona nuova, un mondo diverso da te. E mentre gli dai la mano per accompagnarlo nel cammino della vita lo osservi con stupore, con curiosità, con gioia. E impari – si, perché genitore si impara con tempo e pazienza – che se vuoi veramente aiutarlo a crescere non puoi sostituirti a lui, ma puoi, devi, stare al suo fianco. E quando cadrà non serve aiutarlo a rialzarsi, ma sorridergli fiduciosa insegnandogli che ce la può fare. Aiutarlo a crescere senza distruggere i suoi sogni, i suoi desideri.
d’amministrazione delle maggiori aziende (rispetto al 23% nei Paesi Scandinavi). Il Financial Times critica aspramente l'immagine della donna che viene dipinta da televisione e pubblicità nella nostra penisola. Troppo spesso scosciata e scollata anziché dietro la scrivania di un ufficio con i fiocchi, sensuale e ammaliante piuttosto che sicura di sé e affermata nel mondo del lavoro, più sovente mamma e casalinga che non in tayeur ai vertici della politica e del business.
Ascoltarlo, sempre, senza suggerirgli le risposte, senza indicargli le strade più facili che sono solo quelle che porteranno alla non accettazione delle difficoltà, alla rassegnazione ed alla frustrazione. Solo così imparerà che, sebbene sia innegabile ed inevitabile che la vita sia difficile, lui ce la può fare a risolvere i problemi e può scegliere di essere felice; così imparerà ad avere fiducia in se stesso e negli altri. E potrà dare senza pretendere. E quindi potrà amare. E per trasmettergli e insegnargli l’amore la prima cosa è insegnargli il rispetto . Rispetto della natura: prenderlo in braccio e dirgli: guarda che bella la montagna! Regalargli un gattino cosicchè impari ad accarezzarlo, ad accudirlo; Insegnargli il rispetto degli altri, delle persone diverse da lui. Ma innanzitutto il rispetto di se stesso. Il rispetto dei genitori, il rispetto della maestra, il rispetto degli animali, il rispetto della vita. Il rispetto di chi ha la pelle di un colore diverso dal suo, il rispetto di un disabile. Il potenziale di un bambino è enorme. Guai a tarpargli le ali. La sua creatività non ha limiti. E io mi trovo qui, perché appoggio i ragazzi del Mosaiko che fanno un lavoro meraviglioso: credono nei giovani e vogliono aiutarli a crescere. Contro le facili scappatoie, contro la droga, in nome della fiducia in un mondo migliore. E allo stesso tempo sono qui con Giù le mani dai bambini perché la creatività di un bambino sarà il motore
Le motivazioni che stanno alla base degli svantaggi competitivi che una ragazza e una donna incontrano nel loro esordio e nella loro crescita professionale rispetto agli uomini sono numerose, complesse e radicate, ma il processo di emancipazione, che ha già dato risultati incoraggianti, non può arrestarsi. Spetta alle dirette interessate, alle tante donne preparate e volonterose, difenderlo e garantirne il proseguimento, con la correttezza e la tenacia che le contraddistinguono.
delle generazioni future. E i ragazzi del Mosaiko ci credono fermamente. E non solo loro. Dovete sapere che dall’altra parte del mondo, in Australia, a Melbourne, c’è un ragazzo che si chiama Alex Formston. Alex in questo momento (dato che lì è già domani) sta andando all’università. 21 anni, una famiglia di 5 persone e lui, per aiutare i genitori si mantiene gli studi. Stasera infatti, dopo l’università, anziché rientrare a casa, Alex andrà a lavorare in una ristorante. E quando tornerà a casa, non andrà subito a dormire. Aprirà il portatile e guarderà la sua posta elettronica. Potrebbe esserci una mia mail. Alex,un ragazzo inglese che ha vissuto parecchi anni in Italia, crede in giù le mani dai bambini, e non vuole che i suoi futuri figli crescano in un mondo senza informazione. Alex è il supervisore dei testi per il sito di giù le mani dai bambini affinchè il sito possa essere tradotto anche in lingua inglese ed essere letto in tutto il mondo. Alex, i ragazzi del Mosaiko, tutti i volontari di giù le mani dai bambini… ma quanti ragazzi meravigliosi ci sono! Non è vero che non ci sono più ideali, che i ragazzi non hanno una morale, che non hanno obiettivi; questi ragazzi sono pieni di entusiasmo, di vita, di amore e di rispetto. Noi abbiamo un’enorme opportunità: quella di imparare da loro, mettendo via la nostra presunzione, la nostra arroganza, e, fondamentalmente, le nostre paure. Grazie, ragazzi.
foto Bruno De Faveri
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“ B A B Y- A L C O L I S M O ” I ragazzi italiani sono i primi a bere in tutt’Europa: a dodici anni il primo sorso Marta Lamanuzzi
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Marta Lamanuzzi. Foto Riccardo Torti.
dati presentati all’Istituto superiore di sanità sono sconcertanti: a eccedere nel bere è il 30% dei ragazzi tra i 13 e i 15 anni che consumano in media quattro bicchieri a serata, tre per le ragazze. I più gettonati sono birra, aperitivi alcolici e vino. Si tratta di un fenomeno allarmante e capillarmente diffuso. Si beve soprattutto di sabato, ma non solo. La serata inizia con l’happyhour, un “negroni” per stare sul classico, uno “spriz” per cambiare o l’aperitivo della casa, fruttato e zuccherino. Se il buffet, salatissimo e abbondante, tra patatine e noccioline, una focaccina dopo l’altra, alimenta troppo la sete si passa al secondo “bicchierone”, magari al terzo. A seguire si opta per una pizza immancabilmente accompagnata da un litro di birra. Poi di nuovo al bar, l’”after dinner“ è il momento degli “shottini”, dragoni verdi e ciupiti, forti e concentrati, da ingoiare uno dietro l’altro, sono ideali per portare rapidamente il tasso alco-
E’ una specie di calamita… Alessandra Santi
lemico alle stelle. Non è ancora mezzanotte e i ragazzi già si aggirano per le strade barcollando e canticchiando, sorreggendosi a vicenda, ma il divertimento è appena cominciato. Grazie a questi preparativi in discoteca, il ritmo della musica martellante penetra meglio nelle vene stordendoli ulteriormente, e scandendo, sorso per sorso, l’ennesimo simposio. Sono proprio rum e coca, vodka-lemon e caipiroska, le consumazioni più “in”, generalmente, a dare la botta di grazia, cosicchè vomitando “gloriosamente” nei gabinetti dei locali o agli angoli delle strade si conclude la loro serata. Sembra una parodia, purtroppo è tutto vero. Per gran parte dei giovani ubriacarsi tutti i sabati fino a rimettere è totalmente normale. Al loro comportamento, che essi ritengono l’unico compatibile con i concetti di svago e divertimento, gli studiosi hanno dato il nome di “binge drinking”, il bere compulsivo, il nuovo modo di bere dei giovani che sta assumendo sempre di più le caratteristiche delle tossicodipendenze. Il bere non riverbera involontariamente nella sbornia, è dichiaratamente, ossessivamente finalizzato ad essa. Molteplici
ho paura Elena Pisa
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algo assonnata, cerco un posto e appena mi addentro nella carrozza, noto i visi delle persone già sedute: qualcuno mi guarda con sospetto e pensa: “No, non sederti qui o mi devo stringere...”, altri con aria rassegnata “Se proprio hai scelto me come vittima, siedi, tanto qualcuno doveva pur farlo”. Sono solita scegliere il sedile più vicino al finestrino per poter appoggiare la testa e riposare, e se c’è il sole il lato dove sono sicura che mi illuminerà il viso. Da questo momento comincia lo scambio di sguardi tra me il personaggio (perché di personaggi si tratta) che mi trovo di fronte. Nel migliore dei casi c’è qualcuno che dorme, con cui ovviamente non c’è alcuno scambio, che posso però osservare con cura, pensare a cosa fa nella vita, perché quel giorno è vestito così e perché, perché, perché. Ci sono altri “soggetti” che leggono, ascoltano la musica, guardano fuori dal finestrino o, nel peggiore dei casi scrivono, come sto facendo io in questo momento. Se i soggetti sono impegnati in una certa attività, allora ogni tanto gli sguardi si incrociano e anche se non sono veramente interessata a chi ho davanti, non posso fare a meno di distogliere lo sguardo da ciò che mi attira. È una specia di calamita. In quell’ora che trascorro sul treno stringo rapporti con un’infinità di persone, da uno sguardo appunto, da una smorfia di consenso e qualche volta da qualche discorso senza senso sul cattivo tempo o il disservizio delle ferrovie. Ad esempio, in questo momento, la ragazza di fronte a me sembra molto incuriosita dal mio scrivere e scarabocAlessandra Santi. Foto Elena Pisa. chiare continuamente parole. Parla con la mamma e la sorella e sicuramente si domanda cosa sto scrivendo, o forse pensa che sono pazza a scrivere e guardare fuori dal finestrino, ride, si passa una mano fra i capelli: tutte le volte che alzo lo sguardo, lei, mi sta guardando. La capisco, anche a me capita, non lo fa apposta, è la calamita, c’è qualcosa che la spinge a farlo. In ogni gesto che compiamo, in ogni sguardo che lanciamo c’è un messaggio, una piccola richiesta d’affetto, un sentimento, una storia che inizia e si conclude in pochi minuti. E anche se il tragitto sul treno, la fermata dell’autobus o anche in una semplice coda allo sportello di qualche ufficio possono sembrare noiosi, una perdita di tempo, basta cercarsi qualcuno da “amare” per poco tempo, a cui sorridere prima di andarsene via.
fattori concorrono a “scagionare” l’alcool, a offuscarne la nocività a farlo percepire come anni luce distante dalle droghe. Innanzitutto su tutti i canali vengono trasmessi spot che invitano a consumare Whisky, vino e Bacardi; nei supermercati acquistarli è facile e il loro costo è ridotto. Nessuna scritta simile a quelle presenti sui pacchetti di sigarette ammonisce chi ne fa consumo. Anche a casa vi sono alcolici e i famigliari bevono spesso vino a tavola e un amaro o un digestivo a fine pasto. Spesso manifesti e campagne esortano i giovani a non bere prima di guidare, a non bere e mettere in pericolo sé stessi e gli altri, ma raramente invitano a non bere e basta. Il problema è serio e urgente e va affrontato come tale, eliminando innanzitutto dall’immaginario collettivo la spontanea ma deleteria e indebita sottovalutazione cui il consumo di alcool spesso è soggetto, soprattutto in relazione alle altre forme di dipendenza. I danni che il metabolismo ancora acerbo e l’intero organismo dei baby alcolisti stanno subendo sono notevoli e irreversibili. Occorre correre ai ripari al più presto.
Ho paura… quando arrivano i momenti tristi sembra che tutto vada a rallentatore, che tutto ciò che ti circonda si gonfi come attraverso una sfera di cristallo, che tutto sia offuscato come quando guardi nella nebbia in pieno inverno… Ho paura… ogni piccola cosa, ogni gesto quotidiano diventa una sfida contro il mondo, una battaglia persa in partenza, un orizzonte senza fine, un traguardo che sembra così vicino ma in realtà così lontano, irraggiungibile… Ho paura… la mancanza di un affetto, di un confronto, di un dialogo, di tenerezze; la condivisione delle tue passioni, dei tuoi sogni, delle tue abitudini, delle tue amicizie con una persona al tuo fianco che ti apprezzi per quella che sei e che ti capisca… Ho paura… il rapporto contrastante con i genitori, le differenze sociali, psicologiche, culturali distanti anni luce da loro, una famiglia formata di “cocci”, i litigi, i dispiaceri, la loro salute… Ho paura… l’impegno dedicato allo studio che prosciuga la maggior parte delle tue energie vitali, il
timore di non aver fatto mai abbastanza, la tensione, lo stress, l’abbandono a noi stessi, la mancanza e il mal funzionamento di una struttura simile… Ho paura… di non vivere pienamente la mia gioventù, di non “godermela” pienamente rispetto alla mia recente adolescenza, il calo e la
agli errori, alle lacrime, alla sensibilità… è solo attraverso le esperienze negative che possiamo capire quelle positive e migliorarle… ma soprattutto arricchirci, imparare, maturare, affrontare i problemi di petto e crescere! Per la mia poca esperienza noto con dispiacere che molte persone, giovani e
Elena Pisa. Foto Riccardo Torti.
perdita del “volersi divertire” (ovviamente in modo sano)… Ho paura… è vero, ma chissà per quale assurdo gioco delle emozioni, è diventata la mia forza, il mio coraggio, la mia grinta, è ciò che mi spinge, malgrado tutto, ad andare avanti, a non fermarmi, a lottare… Devo dire grazie a tutti questi momenti, ai dolori,
non giovani, non riescono a fare delle scelte o meglio vogliono evitare di farle. Li capisco benissimo, ma ci vuole coraggio perché è meglio affrontare subito i disagi e vederli sparire davanti agli occhi che non avere disagi per tutta la vita fino alla fine dei propri giorni. Con sempre quel dubbio: “Ma se invece avessi fatto…”.
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La vivacità dei bambini: nuova malattia da
Ai bambini piaccio PILLOLE D’AMORE Antidepressivi ai bambini: necessità o escamotage?
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enza scopo di lucro, senza pretese, senza mettere nessuno in croce, senza facili attacchi ad istituzioni e gruppi professionali, questi i deficit positivi che avvalorano l’impegno dei membri del Consorzio “Giù le mani dai bambini”. In Italia, sulla scia di Gran Bretagna e Stati Uniti, potenti farmaci antidepressivi, come il Ritalin ed il Prozac, sono somministrati sempre più spesso ai bambini che avvisano sintomi apparentemente riconducibili all’ADHD (cosiddetta “sindrome da iperattività”), e questo a loro “non va giù”. Il problema è tutt’altro che semplice e non bisogna cedere alla tentazione di additare capri espiatori e fare, come si suol dire, di tutta l’erba un fascio. Noi ragazzi del Mosaiko l’abbiamo voluto affrontare, per una sera, insieme ad alcuni esponenti del Consorzio che ci hanno onorati della loro piacevole compagnia. Con noi venerdì 16 maggio in Sala Pessini: il portavoce Luca Poma, dall’ammirevole preparazione e moderazione, il campione regionale di lancio del giavellotto Emmanuele Macaluso, validissimo e umile testimonial, e la giornalista Giovanna Spantigati, che ha aggiunto il suo gradevolissimo tocco di classe e umanità. La campagna, condotta con la collaborazione di enti, associazioni, volontari e movimenti che rappresentano oltre nove milioni di cittadini, non vuol essere una campagna “anti” (anti-psichiatrica, anticase farmaceutiche...) ma “pro”, a favore della cautela, dell’agire consapevole dei genitori, di quel bene preziosissimo che si chiama informazione. Il ricorso agli psicofarmaci non deve essere escluso a priori, occorre però farlo precedere da una scrupolosa analisi dei sintomi volta ad accertarne la necessità, eventualmente seguita dall’applicazione di terapie alternative che prevedono l’intervento di psicologi, assistenti sociali e insegnanti, nonché, se si rivela davvero opportuno, dosarne intensità e durata, tenendo sempre conto degli effetti collaterali. Estendendo per un attimo il pensiero al di là della tematica specifica fino ad abbracciare la moderna società occidentale nella sua totalità, è possibile cogliere l’uso crescente e capillare di pastiglie e sostanze sintetiche e farmaceutiche di vario genere come uno di quei sottili, impercettibili processi che si autoalimentano inesorabilmente senza attirare la nostra attenzione. Ne esistono di tutti i tipi: pastiglie per migliorare le prestazioni sportive e sessuali, per essere più vigili o per dormire, per dimagrire, persino per essere felici. Anche se il collegamento non è immediato né sempre giustificato, proprio questa tendenza-abitudine a cercare in qualcosa di “altro” da noi, di esterno, di farmaceutico, parafarmaceutico o anche di indubbiamente dannoso per la salute, il rimedio ai problemi quotidiani, può essere interpretato come una delle cause della diffusione a macchia d’olio di alcolici e stupefacenti tra adulti, giovani e giovanissimi. Il che suscita vivo interesse nell’équipe di Mosaiko che da anni sta conducendo una lotta contro questi “mostri” che minacciano, debilitano e in taluni casi compromettono, le nuove generazioni.
L’infanzia è un momento delicatissimo della vita di ciascun individuo. Un bambino è un uomo in potenza, dentro di lui c’è un talento da far maturare, un coraggio da spronare, una fantasia da stimolare, accanto a paure da debellare, degenerazioni e patologie da prevenire, un’identità in fieri che deve emergere e fortificarsi in un contesto di certezza e serenità. Il ruolo che i genitori rivestono è fondamentale. La famiglia è, e non può non essere, almeno fino al raggiungimento della maggiore età, la cornice di ogni giornata, il nido in cui rifugiarsi nonché l’autorità con la quale misurarsi. Ho sentito mamme dire che ai bambini non bisogna mai dire di no, devono essere lasciati liberi di esprimere la loro personalità. Errore madornale. I bambini devono temere, nel vero senso della parola, i genitori in alcune circostanze, in quelle in cui disubbidiscono, si comportano in maniera dannosa ed eccessivamente invadente. La vivacità è elemento caratteristico e fisiologico della maggior parte dei bambini, ma essendo ignari della vita hanno un disperato bisogno di una guida, di chi si impegni a insegnare loro cosa è giusto e cosa è sbagliato, a trasmettere pazientemente, giorno per giorno, valori e norme comportamentali, affinché vengano assorbite e facciano di loro persone corrette, rispettose e quindi capaci di costruire rapporti sociali appaganti. Sono fermamente convinta che ad un bambino nel lungo periodo faccia molto più male essere lasciato libero di comportarsi come crede, magari dai nonni, che si sa essere più teneri o con la babysitter, di una sberla quando se la merita. Non solo le punizioni competono ai genitori. Sempre da loro, al contrario, dovrebbero provenire premi ed entusiastica ammirazione per i piccoli grandi traguardi raggiunti dai loro pargoletti. In una parola: attenzione. Ecco qual è a mio avviso il dono più bello e più importante che mamma e papà devono riservare nel lungo cammino della crescita alle loro creature. Compatibilmente con gli impegni lavorativi dovrebbero cercare di limitare il più possibile le esternazioni dei figli (gesti, comportamenti e parole) che passano inosservati, scevri di controllo e considerazione, di approvazione o rimproverazione. Per quanto mi sforzi, io, appena ventenne, non riesco a cogliere nemmeno in parte le mille sfaccettature e le profondissime emozioni che delineano la maternità e che solo chi è mamma può comprendere veramente. Per non rischiare di esprimere un parere indebito e superficiale nell’indicare l’insegnamento che riterrei il migliore da elargire ai miei bambini, ho pensato a quello che ho ricevuto dai miei genitori. Ho concluso che da un lato mi hanno allenata a rispettare il più possibile le cose e la dignità altrui e dall’altro che è per loro, oltre che per me stessa, per la gioia che vedo scintillare nei loro occhi per i miei modesti successi, che mi impegno il più possibile, con forza e dedizione nelle attività scolastiche ed extrascolastiche a cui mi accingo.
Marta Lamanuzzi , 20 anni
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Luca Gior Mani
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combattere o bene prezioso da difendere?
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Educare, NON drogare L’ ni sono… numeri?
balletto di cifre sull’assunzione di psicofarmaci r l’età pediatrica in Italia apparso negli ultimi esi sui giornali mette ancor più in risalto il vero oblema: quello culturale, la riduzione dell’infanvello di numeri, bambini-oggetto, bambini stratdi qui e di la. La denuncia di “Giù le Mani dai ni”, che con le sue quasi duecento associazioni ziate è il primo comitato indipendente di farmaanza nel nostro paese - è forte innanzitutto nel o, ed al di la della definizione precisa delle perali di un fenomeno che comunque in senso assoin preoccupante crescita in Europa: come dice no Pirella, psichiatra e Presidente onorario di Psia Democratica, “…il farmaco soffre ad essere erato una merce come tutte le altre”. E’ una frasi che mi piace di più e la ripeto spesso, pernnanzitutto vera: ormai le tecniche di marketing maci sono le medesime utilizzate per “indurre” umo di telefonini, gadget vari, i-Pod, e quant’alasti pensare che nella vicina Germania è in distrie un opuscolo – incidentalmente marchiato No®, uno dei principali produttori di psicofarmaci mbini al mondo – che sollecita il bimbo stesso ad are lo psicofarmaco: bello, accattivante, fumetd a colori, il libretto spiega al bambino che se è agitato ed ingestibile, ricevere la pastiglia è l’uoluzione valida per andare di nuovo d’accordo compagni di classe, farsi apprezzare dagli insee riottenere la – preziosa per chiunque sia neldello sviluppo – benevolenza di papà e mamma. le, angosciante: il bambino come “soggetto didi marketing”, il tutto venduto con la “scusa” di ntire “normali” i bambini malati di iperattività i di cosa?). Nel mentre un’altra multinazionale ia un’equipe di ricercatori a Londra che si sta imndo a “tracciare” il gene della “timidezza”: vuoi he il bambino cresca timido, criminale di un ge? Poi sarà complessato, non si relazionerà con i nei, crescerà disadattato. Allora troviamo il gene, giamo, normalizziamo, magari con un farmaco, aremo il bene del bimbo, perché oggi tutto ciò “diverso” è patologico, o comunque da guardare ospetto. No, c’è qualcosa di terribilmente sbain tutto ciò. Dove sono le risorse per la scuola, suoi pedagogisti, dov’è la famiglia che si prende carico del proprio figlio, dove sono gli esperti ogi disposti a battere i pugni sul tavolo per ottea questo perverso sistema “fast-food” il tempo ario per indagare a fondo il disagio e risolverlo, la fretta del “tutto e subito”, della pastiglietta solo apparentemente, ed a quale prezzo? – risoli problema? Mentre le soluzioni dettate dal buon latitano, gli interessi commerciali non esitano re un minuto: una lieve flessione nelle prescrinegli ultimi due anni? Nessun problema, dicono i ttori: chiediamo ed otteniamo dall’agenzia euroel farmaco l’abbassamento della soglia di prescrià per un noto – ed alquanto redditizio: seimila midi vecchie lire all’anno – antidepressivo, il ProDa qualche tempo lo si può somministrare anche mbini di otto anni: trovato il disagio, inventata la Possibilmente che renda.
Poma alista, portavoce nazionale Comitato “Giù le dai Bambini”®
incontro di venerdì 16 maggio promosso dall’Associazione “Mosaiko Kids” con il comitato nazionale “Giù le mai dei bambini” è stato di grande interesse. Siamo uscite dalla Sala Pessini incredule e arrabbiate ma con la voglia di saperne di più. Il portavoce Luca Poma, e gli altri sostenitori presenti sono riusciti - seppur in breve tempo - a fornire una panoramica in termini scientifici esaustiva e obiettiva del problema. La serata ci ha permesso di riflettere su come, a volte, le parole siano utilizzate per creare la realtà e non semplicemente a “nominarla” o descriverla: questo sembra essere il caso del “disturbo da deficit di attenzione e iperattività” (in inglese ADHD, Attention-Deficit/Hyperactivity/Disorder), termine usato per comprendere una serie complessa e varia di disturbi dell’apprendimento e del comportamento, causa di insuccesso scolastico e di inserimento sociale. Una parte di scienziati ritiene che il disturbo abbia una causa genetica Tale tesi è contestata da chi sostiene che non vi è ancora nessuna prova biologica a dimostrare l’esistenza della sindrome. Addirittura l’APA, l’American Psychological Association, dichiara che non vi sono test diagnostici affidabili ed oggettivi. Ciò nonostante, ed è questo l’elemento più inquietante della questione, una supposta malattia viene curata con farmaci terribilmente reali. Nonostante l’acceso dibattito tuttora in corso nella comunità scientifica, anche le autorità sanitarie italiane hanno dato il via libera alla somministrazione di metilfenidato, la principale molecola usata nei casi di ADHD, che altro non è che un’anfetamina: una droga. La stessa Agenzia Italiana del Farmaco, che ne ha approvato nel marzo 2007, l’ immissione in commercio, ha tuttavia ritenuto di mettere a punto una serie di «condizioni al fine di garantirne un uso appropriato, sicuro e controllato»1; il dubbio che non si tratti proprio di caramelle deve averli almeno sfiorati. La nostra è una società che ricorre con estrema facilità ai farmaci anche laddove non sono veramente necessari. In questo caso, come è stato sottolineato durante la conferenza, tali sostanze contribuiscono a “spegnere” i sintomi, non a risolvere l’insieme di cause che producono tali manifestazioni del comportamento. Com’ è possibile continuare con la somministrazione di metilfenidato in presenza di studi scientifici che ne dimostrano l’estrema pericolosità (rischio di dipendenza, infarto, idee suicide?). Se vi è una grande cautela nella somministrazione di antidepressivi ai minori di 15 anni2, proprio non si capisce come sia possibile dare a bambini di 6, 7 anni le anfetamine! Finora tale “sindrome” è stata diagnosticata a bambini in età scolare, ma lo scorso aprile3 l’Ulss di Venezia - con la collaborazione del Comune - ha deciso di introdurre dal prossimo settembre negli asili nido comunali e privati un test per misurare i tratti comportamentali in bambini da zero a tre anni. Francamente, finalità scientifiche a parte (il questionario è stato messo a punto dall’Università di Padova), è lecito nutrire notevoli perplessità. Si tratta di un test che comprende cinquantasei domande, piuttosto dettagliate
“Se c’è una cosa che non tollero assolutamente è che la gente trasformi la propria impotenza o alienazione in un credo” (M. Barbery, L’eleganza del riccio, ed. e/o, Milano, 2008, p. 77)
sul comportamento dei bambini. Si chiede, ad esempio, se il piccolo agita le braccia o le gambe quando è eccitato. Se piange molto. Se rimane indifferente quando vede una persona conosciuta. Se gioca da solo e se sorride quando gioca o se invece ha un’espressione seria o triste. Se ascolta musica per diverso tempo. Se si agita quando è in braccio. Se si preoccupa quando vede uno sconosciuto e se impiega molto tempo prima di avvicinarsi e sorridergli. Se reagisce ai movimenti improvvisi sobbalzando. Se fossimo noi le educatrici chiamate a compilare il questio-
negabile che i casi di insuccesso scolastico e di difficoltà dell’apprendimento siano problemi reali e drammatici tanto per i discenti quanto per docenti e genitori, ma è con una strategia psicopedagogica che bisogna intervenire. Ogni bambino apprende in modo diverso e unico rispetto ad un altro, chiediamoci cosa lo interessa davvero, cosa ne può aiutare o ostacolare la formazione, quali problemi relazionali ci sono in famiglia o nel contesto scolastico. A questo proposito, accogliendo l’invito di Poma, abbiamo visitato il sito www.scuola.protetta.it: consigliamo di
L’ A s i l o N i d o “ P r i m a v e ra ” d i C a s t e l n u o v o S c r i v i a
nario risponderemmo a quasi tutte queste STUPIDE - domande DIPENDE. Certo che un bambino può agitarsi e scalciare quando è eccitato (infatti non è un robot per fortuna). Un bambino può a volte volersene stare da solo, può piangere se vede un omone alto alto, con barba e cappello (magari un operaio del Comune), ma avvicinarsi fiducioso e sorridere ad un’amica di una mamma, ad una zia in visita, anche se mai viste…Tutte queste cose un bambino/a le può fare anche in una stessa giornata: per lo più sono reazioni di risposta a stimoli dell’ambiente, non certamente tratti stabili. Tale indagine, contestata da una parte dei genitori, sembra essere davvero un modo per “etichettare” certi presunti comportamenti, mirando in realtà a individuare presunti disturbi, come il deficit di attenzione e iperattività per magari convincere poi le famiglie che i loro figli hanno quel problema, da risolvere con quei farmaci. Dal punto di vista educativo la questione ci chiama ad una precisa responsabilità: è in-
leggere e conservare le “24 regole di comportamento per chi si relaziona ad un bambino iperattivo 24 ore al giorno”. Esse contengono strategie educative assai utili per aiutare un bambino a relazionarsi positivamente con la scuola e gli impegni richiesti, e inoltre suggeriscono modalità differenti di impostare la comunicazione in casa tra genitori e figli. Sono regole che vanno applicate con costanza e che certamente implicano fatica. Facciamo uno sforzo in più prima di prendere una scorciatoia che non sappiamo nemmeno dove conduca. Le educatrici dell’asilo nido intercomunale “Primavera”, Castelnuovo Scrivia (AL) Adelina Cacciola, Emanuela Barbieri, Paola Olivieri, Katia Ferrari. 1 “La Repubblica”, 9 marzo 2007, p. 36. 2 “Mente e cervello”, n. 33 , anno V, settembre 2007, p. 89. 3 Si veda l’articolo apparso su “La Repubblica”, 11 aprile 2008, pag. 21.
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Dritto al cuore S
e mai si è riusciti a condensare un’elevata conoscenza “tecnica” degli argomenti trattati con un’esposizione chiara e comprensibile, questo è avvenuto venerdì 16 maggio a Castelnuovo Scrivia. Erano presenti professionisti di alto livello, oserei dire internazionali, ma non renderei giustizia a questo convegno se parlassi di loro. Preferisco concentrarmi sulle persone presenti sotto il palco, che non parlano ma ascoltano. C’erano i bambini. Contenti che si parlasse di loro, felici di vedere Beppe Grillo e ansiosi di lanciare i loro aeroplani. Questo convegno era per loro. C’erano i redattori del Mosaiko, che la curiosità l’applicano per professione, sempre ansiosi di imparare. Questo convegno era anche per loro. C’erano i volontari della croce rossa, che hanno approfondito aspetti del loro lavoro che forse non incontrano direttamente, ma che non per questo sono meno importanti. Questo convegno era per loro,
come graditissimi ospiti. C’erano le maestre e le mamme dei bambini in età scolare, che quotidianamente devono – non sopportare, ma piuttosto – proteggere qualche elemento troppo esuberante. Che magari nelle loro difficili storie familiari hanno avuto l’idea di utilizzare una pillolina rossa o blu per distendere i nervi, ma che alla fine hanno capito l’importanza di un utilizzo ragionato dei farmaci, e che, per aiutare, nulla serve più delle parole e del dialogo. Questo convegno era soprattutto per loro. E poi c’ero io. La conferenza era per me? Non lo so. So che è stato brillante e davvero esaustivo. Ho imparato a non considerare i farmaci miracolosi rimedi per tutte le necessità. Ed ho imparato che non è tra i miei diritti impedire a qualcuno di vivere liberamente e lucidamente la propria vita.
Se i sogni diventano realtà
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on le parole non sono molto brava, ma spero di esserlo almeno con il cuore. Sono difficili da spiegare le emozioni, soprattutto quando sono così intense. Le parole e i grandi sentimenti che Giovanna ci ha regalato quella sera, mi hanno trafitto il cuore. Sapere che esistono persone al mondo come Giovanna, Luca, Emmanuele (scritto con due “m”, proprio come quella sera ci ha fatto notare!) da cui puoi imparare così tanto… mi ha donato ancora il sorriso! Non solo: ammirevoli sono tutte quelle persone che li sostengono, anche da molto lontano, come quel ragazzo, mio coetaneo, dall’Australia! Oggi giorno viviamo in una società formata per di più da persone superficiali, egoiste, scontrose, diffidenti, combattive… non esiste più l’amore, l’altruismo, la convivenza! Il crollo totale dei valori mi aveva reso molto triste e come me anche una carissima amica, dopo quella sera le nostre anime sono diventate più serene! Ringrazio molto Luca Poma che ci ha onorato con la sua presenza: il suo comitato è a livello mondiale, lo sostengono personaggi famosi, quale Beppe Grillo e il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e malgrado ciò è giunto qui in mezzo a noi del Mosaiko. Il fatto che Poma sia stato così entusiasta del nostro lavoro mi ha reso molto felice, ero persino imbarazzata a stringergli la mano: non potevo crederci, una persona così grande vicino a me! GRAZIE! È stato anche un vero onore per me, essere stata lì davanti a quel computer quella sera in quella stessa sala con Giovanna, il suo infinito cuore, la sua infinita saggezza e il suo grande amore che supera i confini dell’universo! Le mie parole sono semplici, poco articolate e non molto “ricche”, ma spero comunque che possano rendere l’idea anche solo lontanamente delle mie emozioni. Tutto il contrario invece sono state le parole di Giovanna! Mi hanno commosso tantissimo, hanno commosso tutti anche quelli più freddi: un animo così grande pensavo esistesse solo nelle favole invece per la prima volta nella mia vita posso affermare che I SOGNI DIVENTANO DAVVERO REALTÀ, basta non smettere mai di sperare! Grazie Giovanna mi hai dato l’opportunità di conoscere il mio angelo custode… TU!!! È da persone come te che il mondo deve essere formato. Volevo ringraziare anche Mimma (troppo spesso ci dimentichiamo delle straordinarie persone che ci riempiono la vita ed il cuore!!!): è SOLO grazie a lei che ho avuto l’opportunità di conoscere Giovanna, Luca Poma, Emmanuele e “Giù le Mani dai Bambini”. Sono molto fortunata ad averla al mio fianco durante il cammino verso la vita! Mosaiko è un esempio di vita per tutti, mi ha fatto crescere molto! Ora gli angeli custodi sono due: grazie! Elena Pisa, 20 anni
Davide Varni, 20 anni
Una pillola speciale
L’
associazione “Giù le Mani dai Bambini” si occupa di promuovere una campagna contro la somministrazione indiscriminata di psicofarmaci ai bambini, soprattutto a quelli in tenera età. Personalmente credo che quello dell’abuso di psicofarmaci sia un problema da non sottovalutare, anche se qui in Italia non ha ancora raggiunto le dimensioni preoccupanti di paesi come gli USA, la Germania e l’Inghilterra. Il comitato teme che l’Italia possa cavalcare l’onda degli altri paesi e che aumentino quindi le prescrizioni di terapie alternative, sicuramente più impegnative sia per la loro durata che per il loro costo, ma senz’altro meno dannose. Durante la serata sono stati toccati numerosi argomenti, ma ciò che più mi ha colpita è stato un breve filmato nel quale il comico Beppe Grillo descrive un allarmante fatto verificatosi in Germania: una nota casa farmaceutica ha distribuito nelle scuole tedesche un fumetto che invita i bambini a chiedere ai genitori una speciale “pillola” per ottenere migliori prestazioni scolastiche e per sentirsi più accettati dal gruppo. Non siamo molto lontani dalla situazione in cui una pastiglia di ecstasi viene offerta agli adolescenti con promesse simili da qualche spacciatore! Spero che i governi e i ministeri della salute vigilino con estrema attenzione per impedire che episodi di questo tipo si diffondano nell’indifferenza generale. Cecilia Mariotti, 15 anni
Da sinistra: Emmanuele Macaluso, Chiara Ghibaudi, Luca Andriolo, Matteo Gavio, Giulia Marcone, Chiara Balduzzi.
L’eroe dei piccoli Un momento di ritrovo costruttivo
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n un’atmosfera molto familiare e particolarmente divertente si è svolta la serata del 16 Maggio 2008 , la serata in cui, i ragazzi del Mosaiko Kids e noi spettatori abbiamo potuto incontrare Luca Poma portavoce nazionale di “Giù le mani dai Bambini”, Emmanuele Macaluso campione di lancio del giavellotto SISPORT FIAT e testimonial di “Giù le mani dai Bambini”, Antonella Mariotti giornalista del quotidiano “La Stampa” di Torino e direttore responsabile de “Il Mosaiko Kids” e Giovanna Spantigati giornalista e volontaria di “Giù le mani dai bambini”. Fin dai primi istanti l’atmosfera cordiale ha concesso a tutti i partecipanti di conoscersi in maniera naturale senza troppi “obblighi di ruolo” e ha permesso a tutti i partecipanti di sintonizzarsi sull’argomento di rilievo della serata: i bambini, i genitori e la società moderna. Dopo un’introduzione del sindaco Gianni Tagliani, anche lui presente a questa importante manifestazione, ha preso la parola “l’eroe dei piccoli”, il giornalista scientifico Luca Poma che, grazie ad una loquacità spiccata e una particolare propensione al dialogo con bambini e adulti ha saputo spiegare in poche e semplici parole il suo ruolo all’interno dell’associazione e gli obiettivi che essa si prefigge: portare chiarezza su un fenomeno gravissimo che va allargandosi in Europa e nel mondo quale la somministrazione di psicofarmaci ai minori. Subito, tutti noi abbiamo capito che non si trattava della solita conferenza dove il portavoce parla, gli spettatori ascoltano annoiati e aspettano solo il
momento di sparire,ma di un momento di ritrovo costruttivo, un modo per comprendere e confrontare l’universo dei bimbi e dei più grandi. L’intervento di Luca Poma ha subito colto nel segno, con le sue parole pungenti, coadiuvato da un altrettanto pungente Beppe Grillo (in video), ha saputo portare chiarezza e sensibilizzare tutti noi su un fatto così grave. L’opera che i volontari di “Giù le mai dai Bambini” realizzano giorno dopo giorno è a dir poco straordinaria, ed è stata proprio la sensibilità di Luca, di Emmanuele e di Giovanna a farcelo capire. Tutti e tre i relatori hanno precisato che i bambini hanno un enorme potenziale, racchiudono nella loro anima una fantasia senza limiti una vivacità che esprime a volte voglia di vivere, a volte necessità di affetto e tempo insieme ai genitori, ormai sempre più impegnati e immersi nella loro vita fatta soltanto di problemi e di lavoro, incuranti del fatto che i figli sono il bene più prezioso di cui dispongono. A dimostrazione del fatto che non è stata una conferenza unilaterale, a conclusione della serata , molte domande sono state poste ai relatori che, con disponibilità, hanno risposto a tutti i dubbi sorti in itinere. La serata si è conclusa tra i saluti e il piacevole schiamazzo dei bambini che, come sempre, hanno dimostrato di essere irrefrenabili e spontanei, vulcani di idee e felicità che non possono e non devono essere frenati! Grazie quindi a Luca Poma, Emmanuele Macaluso, Giovanna Spantigati, Antonella Mariotti and last but not least grazie a Mimma che ci ha permesso di partecipare a questa magnifica serata. Alessandra Santi, 20 anni
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L’amore grande di una mamma che tutto può “se vuole”
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razie, grazie e ancora grazie a Mimma (la vulcanica) per avermi invitata venerdì sera in sala Pessini, per l’incontro “Salviamo Gianburrasca”: è stato un onore ascoltare Luca Poma, giornalista e fondatore dell’associazione “Giù le mani dai bambini” e sentire con quanto amore si faccia promotore, della difesa dei bambini che sono sempre piu “oggetti” degli adulti e non “soggetti” autonomi e consapevoli. Non sapevo che gli psicofarmaci venissero dati con tanta facilità ai bambini. Sono convinta che sia molto importante essere dei consumatori consapevoli, darsi del tempo per capire quali siano i problemi che creano disagi ai nostri figli, passare con loro del tempo per ascoltarli (se è possibile più di 14 minuti al giorno). Occorre essere meno superficiali: il potenziale dei bambini è enorme, la loro creatività è forte ma penso che per potersi realizzare in maniera positiva abbiano bisogno del nostro aiuto, della nostra disponibilità, della nostra presenza e del nostro amore. Tutto ciò che è veloce altera l’equilibrio e crea agitazione. Fare sport è importante ha detto Emmanuele Macaluso (testimonial dell’associazione e campione di lancio del giavellotto), ma ancora più importante è scegliere uno sport adatto al bambino e alle sue esigenze. Per finire grazie, grazie ancora a Giovanna Spantigati che con parole di mamma ci ha commosso per l’amore grande che ci ha comunicato. L’amore grande di una mamma che tutto può “se vuole”.
I ragazzi del Mosaiko Kids
Il giudizio dei H piccoli o trovato che Luca Poma, giornalista e portavoce nazionale di “Giù le Mani dai Bambini”, abbia una chiara idea sul progetto che sostiene e che ha saputo trasmettere con serietà, illustrandoci la situazione drammatica che la nostra società sta vivendo. La stupidità delle persone arriva anche a somministrare psicofarmaci ai bambini perché hanno paura di affrontare il problema mentale del figlio o del bambino. Un grazie grande grande a Giovanna Spantigati che ci ha fatto un discorso da mamma responsabile e coerente che mi ha emozionato e commosso. Mi ha fatto molto piacere che Antonella Mariotti, direttore responsabile di Mosaiko Kids, sia stata con noi e abbia partecipato insieme a noi alla serata. È stata una serata fantastica, istruttiva ed educativa sull’uso sbagliato degli psicofarmaci sui minori e mi ha davvero colpito ed emozionato facendomi provare anche rabbia e disprezzo per le persone che ne fanno uso e che costringono gli altri a prenderli. Chiara Balduzzi, 12 anni
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sicofarmaci? No grazie! Perché bisogna rovinare la personalità di un bambino con una stupida pastiglia? Se il figlio ha un carattere un po’ vivace, non capisco perché i genitori glielo debbano togliere. Ringrazio Luca Poma e gli altri relatori per avermi fatto capire che questa è una cosa sbagliata e per la sua spiegazione chiara e sintetica. Grazie, grazie, grazie! Cecilia Crivelli, 13 anni
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a serata mi ha molto interessato perché l’argomento trattato mi ha fatto riflettere facendomi capire che se fossi un genitore non somministrerei mai psicofarmaci a mio figlio. Luca Poma ha saputo catturare l’attenzione di noi ragazzi grazie alla sua facile spiegazione del problema, sebbene il tema richiedesse una certa maturità. Andrea Marcone, 13 anni
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razie a Luca Poma io ho capito che somministrare psicofarmaci ai bambini agitati è un male… perché i bambini DEVONO ESSERE BAMBINI e
non si può chiedergli di smettere di essere tali. Mi ha inoltre colpita scoprire che non sempre le scuole sono “a misura di bambino”, a partire dall’edificio stesso e dall’arredamento. Mio padre ha modificato la mia cameretta man mano che io crescevo, in modo che mi trovassi sempre a mio agio. Io ho molto apprezzato questo gesto!! Laura Mandirola, 13 anni
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ambini… Il 16.05.08 noi, i ragazzi del Mosaiko, abbiamo affrontato un dibattito sull’uso degli psicofarmaci nei bambini, con Luca Poma, portavoce del comitato “Giù le Mani dai Bambini”. Erano presenti anche Emmanuele Macaluso, campione del lancio del giavellotto e testimonial della campagna e la giornalista Giovanna Spantigati. Per quanto mi riguarda la serata è stata divisa in due parti. La prima in cui eravamo protagonisti noi ragazzi del Mosaiko. Durante questa fase mi sono sentita agitata in quanto dovevamo stare attenti ai nostri comportamenti e alle nostre parole. La seconda parte, quella del dibattito vero e proprio, mi è piaciuta di più perché ho potuto scaricare la tensione e ascoltare gli interventi e le spiegazioni degli ospiti. Ho apprezzato molto la loro chiarezza ma soprattutto mi ha colpito l’affermazione che la vivacità dei bambini può essere considerata una malattia da curare con gli psicofarmaci. Bisognerebbe chiedersi se è il bambino a essere fuori dalla norma o se sono gli adulti che vedono il mondo di noi giovani con i loro occhi? Bambini… sarebbe bello esserlo per sempre!!!!! Irene Gavio, 13 anni
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e spiegazioni sono state interessanti. Mi è piaciuto come hanno parlato dei bambini. I bambini saltano nelle pozzanghere perché sono felici. Chiara Ghibaudi, 11 anni
Mariuccia Bertoletti, insegnante asilo nido di Garlasco
I bambini del Mosaiko Kids, tanto giovani ma altrettanto bravi…
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na serata per i bambini, con i bambini, organizzata dal Mosaiko Kids e dalla Biblioteca Civica. Una serata con Luca Poma, portavoce nazionale di “Giù le mani dai bambini”. Proprio qui, a Castelnuovo Scrivia, grazie a Mimma. Una serata interessante oltre che molto piacevole, che è scivolata via in un soffio, ma che mi ha lasciato tantissime emozioni. I bambini del Mosaiko Kids, tanto giovani ma altrettanto bravi a trasmetterci la loro freschezza e la loro ingenuità. Grazie, ne abbiamo tanto bisogno. Luca Poma, Emmanuele Macaluso, Giovanna Spantigati, tutti qui e tutti uniti per una nobile causa, da un unico filo conduttore, l’amore e la difesa dei bambini. Grazie a Mimma e grazie a Luca Poma per essere stato con noi, regalateci ancora serate così, così vere, cosi sorprendenti, indimenticabili. Sempre più rare purtroppo. Elisa Santi, 26 anni
L’impegno di Luca Poma è un esempio per tutti…
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e mie impressioni sull’incontro, avvenuto venerdì 16 maggio scorso tra noi ragazzi del Mosaiko e il giornalista Luca Poma e i suoi collaboratori, non possono essere che positive! L’argomento di discussione, il problema della somministrazione di psico-farmaci ai bambini, era molto interessante e il dibattito, sviluppatosi in seguito alla presentazione del problema, si è rivelato vivace e coinvolgente. Gli ospiti erano molto disponibili e pronti a rispondere a qualsiasi domanda posta dal pubblico in modo semplice e coinciso. Mi ha colpita in modo particolare l’impegno con cui Luca Poma e i suoi collaboratori si dedicano a questo progetto che è un esempio per tutti e un incentivo a fare qualcosa di concreto per raggiungere obiettivi importanti. Elisa Setti, 16 anni
Le cose facili... E’
una cosa assurda che dobbiamo imparare dall’America tutte le cose “facili”. La serata del 16 maggio è stata una scoperta soprattutto per la tematica in parte sconosciuta e - mi sembra di avere capito - di facile applicazione. Speriamo che questa associazione riesca sempre più ad imporsi su alcuni medici di facile manipolazione affinché almeno in Italia questo fenomeno non si diffonda. Enrica Bruni, una mamma
Da sinistra: Irene Gavio, Andrea Marcone, Matteo Andriolo, Laura Mandirola, Federica Marini, Elisa Setti, Cecilia Mariotti
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V
Luca Poma scrive al Mosaiko, consolidando un rapporto di collaborazione felice
Vivere nel
colore...
In alto: il sindaco Gianni Tagliani e il parroco Don Costantino all’inaugurazione. Al centro: Antonella Mariotti, Emmanuele Macaluso, Luca Poma. Sotto: Mimma Franco presenta il nuovo spazio della redazione.
Crescere insieme per un mondo migliore Associazione Il Mosaiko Kids ® Via C. Alberto, 13 15053 Castelnuovo Scrivia (AL) Vietato riprodurre senza autorizzazione testi, fotografie e impostazione grafica Progetto grafico e impaginazione: Associazione Il Mosaiko Kids Fotografie: Elena Pisa, Riccardo Torti, Fiorenza Corradini, Bruno De Faveri, Beppe Sacco. Redazione Direttore Resp.: Antonella Mariotti. Presidente: Mimma Franco. Giovanna Spantigati - Marta Lamanuzzi - Livia Granata Davide Varni - Elena Pisa Claudio Bertoletti - Elio Pisa Manuela Gandolfi - Riccardo Torti - Andrea Botosso - Elisa Setti - Marta Sottotetti Beatrice Bianchi - Alberto Pelizzari - Elena Mazzucco Valeria Milanese - Martina Buffa. Piccoli Piccoli Cecilia Crivelli - Alessandro Setti - Cecilia Mariotti Martina Ruta - Sofia Falchetto - Federica Marini - Laura Mandirola - Marco Mandirola Irene Gavio - Andrea Marcone Giulia Marcone - Chiara Ghibaudi - Federico Maggi Giacomo Maggi - Andrea Tava. Segreteria Elena Pisa.
Inaugurata la sede dell’Associazione
Associazione senza fini di lucro Venerdì 16
Maggio 2008 ore
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Hanno inaugurato: Gianni Tagliani, Sindaco di Castelnuovo Scrivia Luca Poma, portavoce nazionale di “Giù le Mani dai Bambini”, il vero “eroe dei piccoli” Max Judica Cordiglia, ideatore e regista della Juma Audio Video Productions Emmanuele Macaluso, campione di lancio del giavellotto SISPORT FIAT e testimonial di “Giù le Mani dai Bambini”
Antonella Mariotti, giornalista del quotidiano “La Stampa” di Torino e direttore responsabile de “Il Mosaiko Kids” Giovanna Spantigati, giornalista e volontaria di “Giù le Mani dai Bambini” Don Costantino Marostegan, parroco di Castelnuovo Scrivia.
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uesto è il mosaico di noi giovani e in inglese “kids” indica proprio questo: non solo i ragazzi, ma anche i bambini, una sola parola racchiude al suo interno tutte le fasce della gioventù. Infatti il Mosaiko Kids mira a raccogliere in un solo luogo tutti i giovani, di tutte le età, dai bambini ai ragazzi più grandi, in modo che nessuno venga trascurato e possa lasciare il suo indelebile segno sulla carta bianca. Mosaiko Kids si ripromette di dedicarsi all’informazione, toccando tutti i temi più importanti e delicati dei nostri giorni: attualità, spettacolo, sport e cultura. Il tutto visto secondo l’ottica dei più giovani, secondo la loro mentalità e il loro modo di vivere.