Il Mosaiko 5-2007

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Il Mosai K o ragazzo

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Il Mosaiko Kids è un’associazione culturale e ricreativa, aconfessionale, apartitica e senza fini di lucro, di utilità sociale. Il periodico dell’Associazione si riceve tramite abbonamento annuale, richiedendolo al seguente indirizzo: Associazione Il Mosaiko Kids, via C. Alberto 13 15053 Castelnuovo Scrivia (AL) - Tel. 0131 856018 e-mail: ilmosaiko @tiscali.it

Anno 4 - n° 4, Settembre - Ottobre - Novembre - Dicembre 2007 Aut. Tribunale di Tortona N° 2/04 reg. periodici del 22/09/2004 Periodico mensile dell’Associazione Il Mosaiko Kids via C. Alberto, 13 - Castelnuovo S. (AL) Direttore responsabile: Antonella Mariotti Stampa: Tipografia-litografia Fadia, via Soldini 12 - Castelnuovo Scrivia (AL)

Fuori dal tunnel!

Grazie Federserd!

La maturità nuoce gravemente alla salute...

Mimma Franco

Marta Lamanuzzi

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a quattro mesi ormai sono fuori dal tunnel e ancora non mi sembra vero. Quando mia madre mi raccontava che a volte, a distanza di trent’anni, sogna ancora di essere in procinto di dare la maturità e di svegliarsi sudata e terrorizzata, credevo che esagerasse, solo dopo esserci passata ho capito che si tratta davvero di un’esperienza che lascia il segno, impegnativa, che aiuta a maturare, o, prestando fede allo scopo che le è assegnato, che testa il grado di maturità. La definirei una miscela esplosiva a base di studio e stress psicologico. I maturandi non si trovano infatti solo di fronte ad una mole non indifferente di studio, da affrontare per giunta con il sole fuori dalla finestra e gli amici di età diversa in piscina a divertirsi, ma ad essa si somma la paura di deludere le aspettative di genitori, amici e insegnanti (che l’obiettivo sia il cento o la promozione la tensione non cambia), la sensazione che quel famigerato numero riecheggerà per tutta la propria via, come un’etichetta, un trofeo o una macchia. Tutto ha inizio gli ultimi mesi dell’ultimo anno di scuola superiore, gli insegnanti parlano solo dell’esame, come se non ne avessero parlato già abbastanza i mesi e

perfino l’anno precedente. Alla consegna di ogni prova sottolineano che la preparazione dista anni luce da quella necessaria per sostenere l’Esame di Stato, a sostegno di questa tesi, quando interrogano cercano di mettere in ginocchio anche il più studioso degli alunni, e, durante ogni spiegazione, nel riferire anche il più insigni-

Quando il corpo sfugge al controllo

L’ a d o l e s c e n z a Giovanna Spantigati

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uando ti senti in un corpo che non riconosci più, perché sfugge al tuo controllo. Quando ti senti triste senza capire il perché e non sai che sono gli ormoni che ti creano questi scompensi. Quando ti senti infelice perché tutto intorno a te non ti dà più sicurezza. Quando pensi che le tue spalle siano troppo piccole per portare il peso dell’universo. Quando hai paura di deludere le aspettative dei tuoi genitori e ti senti in colpa perché ti accorgi di non essere perfetto, anzi, che tutto ciò che il tuo cuore ti dice è proprio di essere “diverso” da come ti era stato richiesto di essere. Quando ti senti apatico da segue a pag. 2

ficante dei dettagli, ribadiscono che proprio quel dettaglio “pulcioso” potrebbe essere una domanda del colloquio. Lo studente sente una morsa che si stringe attorno al collo, ogni giorno di più. L’inquietudine è tale da annebbiargli la mente e impedirgli di mettersi a studiare per cercare di salvare la propria situazione che gli appare

Henri Matisse, studio per la “Gioia di vivere” Copenhagen, Museo Reale di Belle Arti

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proprio vero, le cose belle rimangono dentro di noi indelebili. Ancora più bello è il fatto che non si possono spiegare, si sentono e basta. Sono le 10.30 di martedì 30 ottobre 2007, siamo nella splendida cornice della sala Nettuno dell’hotel Hilton di Sorrento, ci sono i ragazzi del Mosaiko Kids. A sinistra Beatrice, Davide, Marta, Andrea, Alberto, al computer Elena. Al centro il maxischermo, a destra 4 giudici ci osservano… Si sente un bisbiglio leggero… ad un tratto silenzio assoluto, rotto soltanto dalla nostra musica di sottofondo. Parte il video… inizia Beatrice, poi Davide, Marta, Andrea… un nodo alla gola, un brivido alla schiena, la tensione è al massimo! Tutti ascoltano attentamente… sembra un sogno! Il nostro progetto “ Un silenzio pericoloso” non solo viene applaudito, ma suscita immediatamente il consenso degli attenti organizzatori del Convegno, professori universitari di fama internazionale, membri della Consulta Nazionale Antidroga, consulenti ed esperti di 3 ministeri (Salute, Affari Sociali, Giustizia), che hanno voluto conoscere più a fondo i ragazzi e la loro realtà tanto da decidere di venirli a trovare a Castelnuovo Scrivia. Il 1 febbraio 2008, infatti, il prof. Maurizio Fea, Psichiatra Docente di Scienze della Formazione all’ Università Cattolica di Milano e Consulente del Ministero della Solidarietà Sociale, terrà una conferenza il cui titolo è senza dubbio intrigante e interessante: “Evoluzione, adattamento, emozioni, vulnerabilità negli adolescenti. Dal sistema darwiniano alle ultime scuole di pensiero”. Parafrasando, la parabola della nostra esperienza è invece stata “dalla profonda e spesso marginale periferia di Alessandria al maxischermo dell’Hilton di Sorrento”: tutti si chiedevano stupiti come fosse stato possibile costruire un gruppo di giovani attivi, affiatati e simpatici che hanno dimostrato una competenza, una capacità organizzativa ed una chiarezza d’esposizione degna di navigati professioni-

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Da sinistra: Beatrice Bianchi, Marta Lamanuzzi, Marta Sottotetti. Dietro: Davide Varni e Andrea Botosso.

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ormai insalvabile. Il vero salto nel vuoto inizia con la fine delle lezioni, una corsa frenetica e disperatissima per ripassare tutto lo scibile umano. Niente più luce del sole, niente dialogo con i familiari, niente relazioni sociali, sport, tre o quattro pasti in totale alla settimana, sempre meno ore segue a pag. 2

L’ESSERE ACROBATI CHE CI CONSENTE DI SOPRAVVIVERE di Alessandra Santi TECNICA E INTELLIGENZA Intervista a Irene Acerbi, allenatrice del Team Volley di Castelnuovo di Elena Pisa

EDUCATECI ALLA LIBERTA’! I ragazzi del Mosaiko Kids a Sorrento

MAREMOTO IN PISCINA! Intervista a Elena Corti, 36 medaglie conquistate nuotando... di Beatrice Bianchi LA LUCERTOLA E IL BOSCAIOLO Fiaba della tradizione orale marocchina di Zineb Chahbouni


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Fuori dal tunnel!

L’adolescenza

Marta Lamanuzzi, segue dalla prima di sonno, pianti isterici da psicoanalisi. A sostenere la prima prova si presenta un branco di zombie doloranti e abbagliati dalla luce del sole. Il pomeriggio si vegeta, in bilico tra lo sfinimento per le sei ore di tema e l’angoscia per la seconda prova, la più temuta in tutti gli indirizzi. Tra le file di banchi si aggira un losco figuro, il presidente della commissione, affiancato dai suoi scagnozzi, i commissari esterni, sconosciuti e imprevedibili, né più né meno degli interni, sul cui aiuto nessuno studente saggio scommetterebbe nemmeno un centesimo. Il secondo pomeriggio all’apatia si sostituisce la depressione per l’esito della seconda prova e la sensazione di impotenza a portare a termine quella deludente perfor-

mance. In men che non si dica, ci si ritrova sui banchi per le quattro o cinque maledette domande della terza prova che sembra essere portatrice di una dura sentenza: i minuti sono contati, o si sa, o si è condannati all’umiliante consegna del foglio in bianco. Passato lo zoccolo duro sono pur sempre passati tre quarti dell’esame, il che, a livello psicologico reca grande sollievo e notevole beneficio. Incoraggiati o amareggiati dal risultato degli scritti i “protomaturi”, giunti ormai all’ultima tappa del gioco mortale, danno tutta la loro anima, per confermare i propri risultati, riscattare la propria immagine o raggiungere, naufraghi, la terraferma. I nervi sono sempre a fior di pelle e le

segue dalla prima

pulsazioni cardiache aumentano all’avvicinarsi del giorno dell’orale, ma finalmente si vede il capolinea, si guarda il sole fuori dalla finestra non più con la malinconia astiosa del prigioniero, ma con il desiderio innocente dei piccoli della rondine che stanno per spiccare il volo. È con questo benessere incipiente che si tiene l’orale. Nel momento in cui si varca l’uscita della classe, quel momento tanto agognato, si vive, come per il resto della giornata, in un’altra dimensione, catapultati chissà dove, appannati, inconsciamente e confusamente felici. Ecco, con il mio solito gusto per il romanzare, come descriverei quella formalità che viene definita Esame di Stato.

essere acrobati che ci consente di sopravvivere

Alessandra Santi

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iedo alla mia scrivania e noto il post-it che qualcuno ha appeso allo schermo del mio computer: impressionante come il giallo del biglietto risalti sullo schermo annerito. È il caporedattore che mi chiede di scrivere un articolo di apertura per la conferenza sui ricordi della prossima settimana. Subito chiedo alla mia immaginazione di aiutarmi, lei che da tempo si era assopita per colpa di quegli articoli socioeconomici che pensano di chiarire le idee alla gente e invece le confondono. Il mio primo pensiero che riguarda i ricordi è la famiglia, la casa, il posto in cui ognuno di noi trascorre i momenti più duri e allo stesso tempo più felici della vita. Ognuno di noi porta con sè un bagaglio di ricordi personale, qualcuno lo tratta come un tesoro, qualcun altro come un libro aperto. Si hanno ricordi di quando da piccoli giocavamo nei vicoli assolati del paese, quando passavamo davanti ai mattoni impilati fuori dalle porte, dove i nonni sedevano davanti alle loro case stanche. L’amore poi, quel gigante dai piedi di pasta frolla, ci consente di ricordare tutti i momenti e i luoghi in cui l’abbiamo incontrato, dove il cielo era più azzurro e le stelle brillavano più del solito. Per un momento torno al grigiore del mio ufficio e mi rendo conto di guardare con aria sognante fuori dalla finestra, è così difficile sognare oggi. In mancanza dei sogni però, ci è sempre possibile ricordare il passato; anche se non potrà mai rivivere per noi, potrà forse provocarci qualche brivido ritardatario. Alcuni ricordi sembrano così vicini da bruciare ancora sulla pelle, da farti piangere per ore, altri invece provocano quel sorrisino ironico,

Sorrento: un’emozione indescriv ibile segue dalla prima, Mimma Franco sti. La direzione Nazionale di FEDERSERD ha voluto premiare questi giovani in un modo speciale: i prossimi convegni avranno una sessione ed uno spazio apposito dedicato ad educatori e ragazzi, autogestito ed organizzato dal Mosaiko Kids. Ci sarà da lavorare per tutti e molto duramente, ma sareb-

be un vero peccato “mollare” ora dopo un simile consenso! Inoltre il nostro progetto verrà pubblicato negli atti del congresso a cura della Federserd. Voglio dedicare questa nostra vittoria a tutti i ragazzi che hanno lavorato per costruirla, nell’auspicio che riescano a mantenere intatti i valori in cui credono.

quasi stupido che sembra non essere mai compreso da coloro che ci circondano. L’uomo è così fragile da voler nascondere, il più delle volte, i suoi sentimenti e la copertura è spesso troppo dura per essere sopportata dagli altri, fa male. Scuoto la mia testa e capisco di aver perso di vista l’argomento centrale del mio articolo ma tutto questo frenetico pensare sembra avermi reso così chiaro quanto l’equilibrio dell’uomo sia instabile, in costante balia dei suoi sentimenti e dei suoi ricordi, in bilico sul filo delle sue emozioni. È proprio l’essere “acrobati” che ci consente di sopravvivere. E quale immagine è meglio di questa in questo circo che è il mondo? Occorre essere determinati a proseguire nei propri intenti e cercare di non farsi condizionare dagli altri, di essere se stessi fino alla fine, fino alla morte. I ricordi, in ogni caso, ci aiuteranno nei momenti difficili e rischiareranno, forse, una triste giornata di pioggia.

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illusione Ci arrampichiamo sulla cima di un monte che non esiste per arrivare in alto pensando di trovare l’inizio, ma troviamo solo la fine.

una parte e con la voglia di esplodere dall’altra, ecco che ci sei arrivato. Ti sembra di essere il solo a sentirsi in un mondo che non gli appartiene, eppure è il percorso obbligato per la crescita. E’ una sofferenza attraverso la quale bisogna passare per poter diventare adulto e fiducioso in te stesso. Ce la farai. Una famiglia attenta può e deve cercare di rassicurarti, di farti capire che non ti sta giudicando, di essere al tuo fianco in questo passaggio perché l’ha già vissuto. Ma il genitore di un ragazzo disabile come può sostenerlo in questo percorso pieno di insicurezze e di sofferenza? Non puoi permetterti di dire: “ti capisco” e non devi neanche farlo. Sbagliato sarebbe immedesimarti in lui, usciresti dal tuo ruolo e non hai nemmeno il diritto di vivere una vita non tua. Sarebbe prepotenza. Ma penso che sia veramente dura per un ragazzino disabile vivere e superare i problemi dell’adolescenza. Chi porta gli occhiali a quell’età si sente a disagio e diventa insicuro. E invece chi non sente o non vede o si trova su una sedia a rotelle? Non può essere facile. E io non devo sentirmi in colpa perché non posso capire cosa senti tu. Entrare in relazione con gli altri diventa difficile, e allo stesso tempo gli impulsi sessuali si fanno sentire. Hai bisogno di carezze, hai bisogno d’amore e il tuo corpo non è più sotto il tuo controllo. Certo, se il tuo carattere è solare, se chi ti sta intorno ti dà fiducia, se ami la vita con entusiasmo tutto diventa più facile. Ma gli impulsi, i bisogni restano. E non è più sufficiente sentirsi amato dalla tua famiglia. Non basta più. Passerà anche questo momento, si supererà, troverai l’uomo, la donna che ti farà sentire amato. Se prima impari ad amare te stesso. Ma in questo passaggio, io, come posso aiutarti? Vorrei rassicurarti senza però sminuire i tuoi sentimenti. Essere al tuo fianco e lasciarti vivere la tua vita. Darti fiducia senza essere invadente. Essere realista e non illuderti. Non raccontarti mai bugie e non fare mia la tua sofferenza e viceversa. L’aiuto più grosso che io abbia mai avuto nella mia vita? Quello di mio padre. Quando mi dissero che mio figlio era disabile (aveva già un anno) mi girai verso mio padre, ero nel panico più totale e gli chiesi: “E adesso cosa facciamo?” il mio dolore era infinito. Avrei voluto disperatamente un miracolo. “Faremo tutto quello che si potrà fare.” Non disse bugie, non disse: “andrà tutto bene”, non disse: “non soffrire.” E così facendo mi regalò un coraggio da leone. Giovanna Spantigati

Elena Mazzucco


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Tecnica e intelligenza I n t e r v i s t a a I r e n e A c e r b i , a l l e n a t r i c e d e l Te a m Vo l l e y C a s t e l n u o v o di Elena Pisa

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appresentante tipica del suo segno zodiacale, la vergine, Irene è una ragazza molto riservata, tanto che quando le nostre domande si rivolgono alla sfera personale, si ritrae cortesemente. In questa occasione ho avuto la possibilità di conoscerla meglio e posso dire con certezza che Irene è cresciuta “bene”, coltivando valori sani e semplici come l’amicizia, l’impegno verso gli altri e verso il mondo del lavoro. Con serietà e determinazione sta proseguendo gli studi universitari in Economia e Commercio/Marketing e a settembre è partita per Copenaghen, dove per 6 mesi potrà approfondire i propri studi (Progetto Erasmus). Grazie Irene per l’intervista e auguri.

Chi sei? Come ti descrivi? Che personalità hai? Sono Irene Acerbi, ho 23 anni e mi divido tra l’università a Pavia e gli allenamenti di pallavolo a Castelnuovo... Sono una persona particolarmente precisa razionale e diretta, sia nello studio che nel lavoro di allenatore cerco di essere il più professionale possibile... non amo “perdere tempo” Gli amici che ruolo hanno avuto e hanno nella tua vita? Ho sempre messo l’amicizia davanti a tutto nella vita, non riuscirei a vivere senza, nonostante alcune delusioni devo riconoscere che senza i miei veri amici non sarei riuscita a ottenere quello che ho... mi hanno aiutata tantissimo... Hai un ricordo particolare di quando eri piccina? Ricordo teneramente quando durante le registrazioni del cd del Coro delle Voci Bianche in alcuni pezzi il professore mi ha dovuto chiedere di non cantare a causa della mia “R” moscia particolarmente evidente... La tua passione per la pallavolo quando è iniziata? Puoi descrivere le emozioni che provi quando giochi? Ho intrapreso la via della pallavolo abbastanza tardi, avevo 16 anni quando ho dovuto abbandonare il nuoto che facevo a livelli agonistici e un po’ per caso ho iniziato a giocare a Casei Gerola – Sannazzaro dove ho continuato per i successivi 5 anni. Dopo molti anni di nuoto, uno sport secondo me stupendo a livello individuale, iniziare a fare uno sport di squadra molto tecnico come la pallavolo all’inizio non è stato semplice, bisogna saper giocare per la squadra e non solo per se stessi… La cosa principale però è sempre divertirsi e essere corretti… questo è il messaggio che cerco di dare alle mie giocatrici! C o s a c i ra c c o n t i d i q u e s t a t u a e s p e r i e n za da allenatore? E’ un’esperienza stimolante? Adoro allenare… io a Castelnuovo ho ben tre squadre da seguire… il mini-volley, l’under 13 e l’under 16. Con tutte ho un rapporto di amicizia e confidenza fuori e rispetto in campo… Ho iniziato ad allenare solo 3 anni fa grazie alla mia società, il Sannazzaro che ha voluto fondare un distaccamento qui a Castelnuovo e quindi le mie “bambine” (le chiamo cosi anche se quelle grandi ormai non lo sono più) hanno iniziato con me… diciamo che più che grazie ai corsi FIPAV e i campi estivi che ho fatto ho imparato ad allenare con loro… e abbiamo raggiunto ottimi risulta-

ti… infatti ai tornei estivi di beach volley che con le ragazze più grandi disputiamo ogni anno abbiamo ricevuti i complimenti di allenatori esperti dell’Assistel Milano... non è facile essere così brave e competitive dopo cosi pochi anni, in genere si inizia giocare da piccoli... Quanti giorni e quante ore alla settiman a t ra s c o r r i i n p a l e s t ra ? Quest’anno considerando le varie attività della palestra e gli impegni scolastici delle ragazze svolgiamo gli allenamenti quasi tutti i pomeriggi e in più ci sono le domeniche impegnate per le partite di campionato... Quali sono le aspettative del team volley castelnuovo nel futuro più immediato? Il progetto è di creare un’unione tra l’under 16 e l’under 14, saranno impegnate tutte insieme per il campionato under 16 che comincia ad essere competitivo e difficile. Ovviamente le più giovani dovranno darsi da fare doppiamente per imparare dalle compagne un po’ più grandi, ma sono sicura che sarà un ottimo gruppo formato da buone giocatrici! Il mini volley invece quest’anno parteciperà al campionato under 12, il campo è leggermente più piccolo di quello da pallavolo e la palla più leggera e questo aiuta le più piccole ad imparare gradualmente a “stare in campo” e rapportarsi con le compagne. Pe r c h é c o n s i g l i e r e s t i a u n g i o v a n e i l gioco della pallavolo? Perché è un gioco di squadra dove appunto si deve giocare per la squadra, infatti forse più che in altri sport le varie azioni sono collegate una all’altra, sono necessarie tecnica e intelligenza. Cosa faresti e dove interverresti per m i g l i o ra r e l e c o s e n e l l a r e a l t à d e l l a pallavolo castelnovese? Come tutti gli altri aspettiamo con ansia il palazzetto nuovo, dato che dobbiamo sgomitare con il basket e il Calcio per riuscire a fare tutti gli allenamenti. Qual è il tuo sogno nel cassetto? Oltre a proseguire la mia “carriera” di allenatore il mio obiettivo più concreto e realizzabile è quello di laurearmi con il massimo dei voti in marketing. U n m e s s a g g i o p e r s o n a l e p e r i ra g a z z i del “Mosaico Kids”. Complimenti per l’impegno, continuate così! E’ un giornale divertente carino e simpatico... siete un bel gruppo! W il Mosaiko!!!

foto Elena Pisa


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Educateci a

I ragazzi del Mosaiko ricevono a Sorrento un premio speciale: ad ogni convegno nazionale de

Sembrava un sogno di Marta Sottotetti

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er noi ragazzi del Mosaiko Kids presenti a Sorrento per partecipare al Congresso Nazionale della Federserd, martedì 30 ottobre è stato un giorno speciale che resterà impresso nella nostra memoria: abbiamo presentato il nostro progetto dal titolo “Un silenzio pericoloso” alla presenza di medici, psicologi e sociologi di fama. Eravamo emozionatissimi e tesi già di prima mattina, al momento di partire alla volta dell’Hilton Palace. L’attesa del nostro turno in quell’ambiente così elegante e per noi inconsueto, aumentava l’agitazione ed il timore di non farcela, di non riuscire a restare calmi di fronte a tutti quei luminari e quegli specialisti che dovevano “valutarci”. Non volevamo, però, fare brutta figura dopo tutto il lavoro svolto, dopo tutte le prove e le migliorie via via apportate sia al testo sia al video. Così, al momento decisivo, ci siamo fatti forza e, seppure con il cuore in gola, abbiamo iniziato a presentarci, ad illustrare tutte le iniziative e le proposte del Mosaiko, mentre in sala scorrevano sul maxischermo le immagini del nostro paese. Abbiamo subito capito che le nostre parole destavano interesse, che il nostro lavoro incuriosiva: non era un trattato scientifico, ma un testo semplice e spontaneo, una raccolta di opinioni di giovani adolescenti sui problemi che affliggono la società di oggi e che li riguardano da vicino. Un lavoro che è andato dritto al cuore del pubblico presente e che ha suscitato emozione. Il lungo applauso seguito al nostro intervento ed i complimenti ricevuti dal Comitato di Valutazione del Congresso ci hanno fatto vivere momenti di grande gioia. Sembrava un sogno. La tensione svaniva, la calma era ritrovata, ma l’emozione era ancora grande e soprattutto era enorme la nostra felicità per il successo e per l’interesse che tutti dimostravano per il nostro lavoro. Abbiamo vissuto momenti indimenticabili che ci aiuteranno nel nostro cammino e che ci hanno insegnato innanzi tutto che quando si crede veramente in qualche cosa e si è sinceri e spontanei non si sbaglia mai, anzi si possono addirittura raggiungere risultati insperati.

The day after… Sorrento di Davide Varni

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n quella selva di dottori e dottoresse, tra camici e fialette, c’eravamo anche noi. Senza lauree o esperienza professionale, senza paroloni o grafici altisonanti, c’eravamo anche noi. Con tanta voglia di fare e progetti in testa, con tanta buona volontà ed entusiasmo, c’eravamo anche noi. A tenere alto il nome di Castelnuovo e di tutta la valle, indovinate chi c’era? Proprio noi. Sono rimasti stupiti, dicono. Stupiti dalle nostre aspirazioni e disposizioni. Stupiti e – quasi – commossi dalla forza di un’idea che parte proprio da noi giovani, vittime per eccellenza delle DROGHE (diciamola questa brutta parola, non facciamola passare sotto silenzio), e grazie a qualche testa pensante raggiunge i massimi esperti del settore. I ringraziamenti si sprecano, così come la riconoscenza a tutti coloro che ci hanno supportato in questo lungo, difficile (ma dannatamente soddisfacente) cammino. Naturalmente, questa non è la fine. E’ la fine del principio, il superamento delle eliminatorie, il voto del primo trimestre. Il cammino è ancora lungo, ma col supporto di tutti gli abbonati ed i “simpatizzanti”, siamo sicuri di farcela. Ad Maiora, Mosaiko!

I ragazzi del Mosaiko e C

A sinistra: il dott. Cozzo


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alla libertà!

la FEDERSERD il Mosaiko Kids avrà a disposizione uno spazio autogestito, tutto da organizzare...

“Famosi” almeno per un giorno... di Elena Pisa

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utto è iniziato quasi come un gioco… depositando alcuni contenitori in varie località della Bassa Valle Scrivia nei luoghi maggiormente frequentati da giovani, dove questi potessero imbucare i loro quesiti su appositi biglietti. Da qui il successo della nostra Tavola Rotonda tenuta il 30 marzo 2007 in sala Pessini a Castelnuovo Scrivia. Non ci saremmo mai più aspettati l’invito a partecipare attivamente con un nostro personale progetto al Congresso Internazionale organizzato dalla FeDerSerd a Sorrento. Eravamo molto felici per la notizia e onorati di partecipare ad un evento così importante… abbiamo lavorato molto su questo progetto ma alla fine ne è valsa la pena! PRIMI!!! È davvero indescrivibile la gioia e la commozione che abbiamo provato quando ce l’hanno annunciato! Le emozioni ci hanno travolto… Constatare che luminari di così alto livello professionale e umano abbiano apprezzato e premiato con entusiasmo semplici ragazzi, come noi del Mosaiko Kids, ci rende ancora più carichi e scoppiettanti, illuminati dalla felicità! Il nostro soggiorno a Sorrento è stato altrettanto movimentato, ma proprio questo è il fascino dell’esperienza che abbiamo vissuto! Si ha la possibilità di conoscersi meglio, di confrontarsi, di crescere, di imparare dai propri errori, di ridere, di divertirsi e di stare insieme! Vale per tutti… ragazzi, adulti… anziani e bambini! Alcuni erano nervosi, altri arrabbiati, altri spensierati, altri preoccupati, altri tristi, altri pensierosi, altri confusi, altri gioiosi, altri turbati, altri delusi, altri felici, altri impazienti, altri prepotenti, altri allegri, altri fantasiosi… chiunque in ogni momento aveva un emozione ed una parte di se da mostrare agli altri… insieme abbiamo condiviso tutto questo… ma l’importante è capirsi, ragionare, discutere e confrontarsi in modo da rendere questa unione ancora più forte per raggiungere orizzonti ancora più lontani! Il giorno che ricordo con maggior piacere è stato proprio quello dell’esposizione del nostro progetto all’Hotel Hilton di Sorrento. Eravamo tutti molto emozionati e agitati, ma grazie al lavoro di squadra, tutto è andato per il meglio! I brividi mi hanno attraversato il corpo quando il pubblico ci ha incitati a continuare, dopo l’interruzione di un giudice! Il cuore esplodeva di felicità ed emozioni quando lui stesso di persona si è scusato per i tempi stretti che potevano concedere ed ha apprezzato moltissimo il nostro progetto! Questa è stata la gioia più grande… essere riconosciuti e rispettati da persone così importanti ed autorevoli! Giudici, medici e operatori del settore ci cercavano con entusiasmo per venire loro stessi a congratularsi con tutti noi… GRAZIE, GRAZIE DI CUORE A TUTTI… NON IMMAGINATE LA FELICITA’ CHE CI AVETE DONATO!!! È stata un’esperienza memorabile, indimenticabile e molto utile… ma soprattutto da raccontare! Tutto questo grazie a voi e a tutti coloro che ci hanno sostenuto! Alla prossima!!!

Un’emozione grande come l’universo! di Beatrice Bianchi

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uesto congresso è stato per me un’occasione unica per capire che esiste un mondo che va oltre a quello che ho provato e visto fino ad ora. Un’opportunità di conoscere, sperimentare e vivere una grande avventura culturale, il cui ricordo conservo gelosamente. Grazie Mimma e a tutti i ragazzi della redazione che erano con me e che hanno potuto provare un’emozione grande come l’universo!!!

In prima fila, da sinistra: Dott. Edoardo Cozzolino, Marta Sottotetti, Andrea Botosso, Alberto Pelizzari, Dott. Giansisto Garavelli. Dietro, da sinistra: Davide Varni, Elena Pisa, Mimma Franco, Dott. Donato Donnoli, Beatrice Bianchi. udio Bertoletti

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Maremoto in piscina! di Beatrice Bianchi

Elena Corti quindicenne, abitante a Isola Sant’Antonio, con un promettente futuro. Quando hai iniziato a praticare questo sport? Avevo quattro anni ed ho iniziato nella vasca da nuoto piccola alla piscina Delle Piane a Tortona, poi passando alcuni livelli sono entrata in agonistica. È stata una tua scelta o dei tuoi genitori? Inizialmente dei miei perché ero troppo magra e volevano farmi diventare più muscolosa facendo nuoto, poi ho scelto io di continuare. Quando hai cominciato a fare gare di tipo agonistico? Ho incominciato quando avevo otto o nove anni circa. Quale specialità preferisci: lo stile libero, il dorso, la rana o il delfino? Io generalmente faccio i misti, quello che proprio non sopporto è il dorso. In alternativa ho fatto anche del fondo (5000 metri quest’anno) e di solito faccio il delfino o la rana. Ti ricordi la tua prima vittoria? Quante medaglie hai vinto fino ad oggi? La mia prima vittoria risale a un paio di anni fa, già da tempo avevo iniziato allenamenti agonistici, non me la ricordo di preciso. Da allora ho vinto trentasei medaglie. Qual è la tua ultima vittoria? A parte i trofei che ho vinto ultimamente a Loano, Novara e Tortona, ai campionati regionali ho ottenuto cinque ori e un argento. Qual è la gara che ti ha più emozionata? I 5000 di fondo che si sono svolti quest’anno in aprile a Biella nella vasca da 50 metri. Avrei dovuto fare anche gli italiani ma a causa di un infortunio alla caviglia non ho potuto. Che scuola frequenti? Come concili lo studio con lo sport? Frequento la terza scientifico al Liceo G. Peano di Tortona. Forse dovrei dedicare la stessa percentuale di energia a entrambe le attività, ma tendo a sacrificare lo studio per lo sport. È sicuramente una grande passione ma chissà quanti sacrifici costa sia da parte tua che dei tuoi genitori… Da parte mia c’è la fatica in allenamento e nelle gare, ma i miei genitori devono fare avanti e indietro fino a Tortona per accompagnarmi, quindi credo che il sacrificio maggiore sia quello da parte dei miei genitori. Progetti per il futuro, insomma un sogno nel cassetto? Spero di continuare su questa strada, non mi pongo come obiettivo le Olimpiadi, ma il nuoto mi piace ed ho una bella compagnia nella squadra. Cosa pensi di uno sport come il nuoto? Penso che un’attività agonistica come il nuoto richieda un carattere forte: non hai una squadra vera e propria, l’esito di una gara dipende da te, non puoi spartire con nessun altro la colpa se va male. Cosa consigli ai ragazzi che vogliono dedicarsi a questo sport? Incontreranno sicuramente fatica e ostacoli, però alla fine saranno ripagati perché anch’io dopo un duro allenamento e dopo tanti anni ho ottenuto buoni risultati. Un saluto per i ragazzi di Mosaiko!!! Grazie per quest’intervista, speriamo di ritrovarci.

Cronaca di un viaggio straordinario...

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l giorno 27 ottobre, noi del Mosaiko Kids siamo partiti alla volta di Sorrento. Abbiamo trascorso cinque giorni meravigliosi. La fortuna ci ha accompagnati, abbiamo lasciato la pioggia e il freddo al Nord e abbiamo trovato piena primavera: faceva così caldo che potevamo stare tranquillamente persino in mezze maniche! Ogni giorno la meta era diversa; abbiamo visitato alcune località tipiche tra cui l’isola di Capri e Anacapri e Positano, sulla costa amalfitana, tre cittadine suggestive e pittoresche ricche di attrazioni e di negozi di prodotti locali. Dal battello abbiamo potuto ammirare lo splendido paesaggio della costiera. Un altro posto che ci ha regalato una stupenda panoramica e in cui abbiamo trascorso l’emozionante giornata del Congresso è stato

Sorrento: una città “très chic” con il suo porto animato e vivacizzato dalle tipiche canzoni napoletane canticchiate dai pescatori e dai marinai. Anche la visita agli scavi di Pompei è stata ricca di emozioni e di bei momenti: passeggiare tra le rovine delle abitazioni, del foro e dell’anfiteatro è stato molto interessante e ha suscitato in noi sentimenti molto forti. Abbiamo fatto un tuffo nel passato e ci siamo sentiti per un po’ parte di un mondo lontano di cui avevamo notizia solo dai libri di scuola. Nonostante le giornate siano state molto impegnative, alla sera riuscivamo a riprendere energia in modo tale da poterci divertire ancora un po’ tutti insieme prima della fine della giornata, anche se, a volte, la tensione per la dura prova che ci attendeva prendeva il sopravvento.

Con questa vacanza abbiamo imparato a conoscerci meglio, condividere spazi e ad accettarci con i nostri difetti. La nostra amicizia si è rafforzata e abbiamo avuto modo di conoscere anche altre persone, per questo dobbiamo ringraziare la nostra Mimma che ha saputo spronarci, incoraggiandoci sempre e richiamandoci alla realtà nei momenti in cui la gioia e la spensieratezza della vacanza prendevano il sopravvento. Resteranno nella nostra mente, oltre agli innumerevoli momenti felici anche le immagini di quello splendido mare azzurro, illuminato da un sole caldo che ci ha trasmesso una grande serenità, è stata davvero un’esperienza magnifica che ci ha arricchito molto.

Marta, Beatrice, Elena, Alberto e Andrea

Le rovine di Pompei (foto Claudio Bertoletti)


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La lucertola e il boscaiolo Fiaba della tradizione orale marocchina Zineb Chahbouni

era una volta, in un tempo lontanissimo, un povero boscaiolo che doveva mantenere una famiglia numerosa formata da sette figli e sette figlie. Egli era molto povero e in una faticosissima giornata di lavoro riusciva a guadagnare a malapena i soldi per comprare due pagnotte. Un giorno il povero boscaiolo, andato al lavoro come al solito, perse la cognizione del tempo, non si accorse che calava il sole, fu sorpreso dal buio e non riuscì a ritrovare la strada per tornare a casa. L’unica cosa che poteva intravedere era una piccola luce proveniente da lontano e non avendo altra scelta, la seguì. Avvicinandosi si accorse che si trattava di una casa della cui esistenza non si era mai accorto. Si avvicinò e bussò; rispose una voce fioca: - Chi è?

C’

- Sono un uomo che ha perso la strada per tornare a casa. Puoi ospitarmi per questa notte? - Certo. Arrivo ad aprire la porta. Quando la porta si aprì l’uomo ebbe una sgradevole sorpresa; fece un salto indietro, spalancò la bocca e con voce tremolante disse: - M… ma c...cosa sei? Infatti ad aprire la porta fu una gigantesca lucertola. - Non devi aver paura di me. Sono vittima di un sortilegio, ma non sono cattiva. L’uomo cercando di fare l’indifferente disse: - Grazie per avermi accolto! Ed entrò, La lucertola fu molto gentile e gli offrì un’abbondante cena preparata in modo eccellente e il boscaiolo non potè fare a meno di coprirla di complimenti. Andarono a dormire e l’indomani il boscaiolo volle andarsene: - Grazie mille per il vitto e l’alloggio! - Non puoi andartene - ribattè il rettile - come dice la tradizione tu devi rimanere con me tre giorni... L’uomo un po’ a malincuore rimase e quando finì la permanenza a casa dell’animale lei lo portò nella stanza dove tene-

va dei soldi e gli disse di prenderne il più possibile. Lui ringraziò, afferrò tutto quello che poteva e se ne andò. Quando arrivò a casa si prese una grande sgridata dalla moglie che non aveva dormito per tutti quei giorni perché era preoccupatissima per la scomparsa del marito. Lui le spiegò tutta la storia: - I nostri problemi sono finiti, ora ha abbastanza soldi per comprare una fattoria con tutti gli animali da pascolo! Così comprarono la fattoria e diventarono benestanti. Il boscaiolo decise di andare alla Mecca. - Dio ci ha levato dalla miseria e ora devo onorarlo, andrò via per uno o due anni disse un giorno alla moglie. Così passarono le notti e i giorni e poi i giorni e le notti e poi ancora le notti e i giorni fino a quando la donna decise di mandare il figlio dalla lucertola in modo da avere altri soldi. Il primogenito prese l’asino e si diresse verso la casa del rettile; quando arrivò fu accolto allo stesso modo di suo padre. Ben presto il ragazzo si convinse che, nonostante le paurose dimensioni, si trattava solo di una povera lucertola indifesa e gli venne la tremenda idea di ucciderla in modo da avere tutti i suoi soldi. Afferrò un’accetta ma, nell’agitazione, sbagliò mira e le tagliò solo la coda; lei allora per difendersi gli saltò addosso e lo uccise a morsi. Proprio in quei giorni, intanto, era tornato a casa il boscaiolo. La famiglia, vedendo che il ragazzo non tornava, mandò il padre a cercarlo. Giunto davanti alla casa della lucertola, vide che c’era ancora l’asino con cui il figlio era venuto. Bussò, la lucertola aprì, lo riconobbe e, nonostante tutto, lo accolse con la solita ospitalità. Passarono i soliti tre giorni e il boscaiolo ebbe ancora una volta la possibilità di riposarsi e di rifocillarsi come raramente gli capitava. La lucertola esitò un poco prima di dirigersi verso la stanza dei soldi e disse: - Tuo figlio ha cercato di uccidermi ma non ce l’ha fatta, mi ha solo tagliato la coda, allora io per difendermi gli sono saltata addosso e l’ho ammazzato: questa è l’ultima volta che tu puoi venire qui perché a te verrà in mente tuo figlio e vorrai uccidermi, a me verrà in mente la mia coda e vorrò ucciderti.

STRENUIS ARDUA CEDUNT L’ e n n e s i m o s u c c e s s o d e i r a g a z z i d e l M o s a i k o Marta Lamanuzzi

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anto orgoglio nel cuore e un lieve retrogusto di rammarico per non essere stata lì a Sorrento a condividere con la redazione di Mosaiko quel momento di gioia. Ecco la sensazione che ho provato quando ho letto il messaggio di Davide: abbiamo vinto!!! Siamo arrivati primi, primi, primi!!! I corsi di Giurisprudenza che frequento erano iniziati da poco e purtroppo non mi sono potuta assentare, ma il mio pensiero nei giorni del Congresso, sorvolando la penisola, ricadeva di continuo laggiù, nella Costiera Amalfitana, dove i miei colleghi, oltre che cari amici, stavano presentando il progetto in cui durante l’estate avevamo investito la nostra migliore energia e creatività. L’ennesima

prova degli straordinari e inaspettati risultati che ottiene chi si impegna con serietà e costanza per un fine che ritiene impellente, che trascende il proprio beneficio e onore, e che non può non colpire chi è capace di coglierlo intimamente. I giovani e la loro serenità, l’attenzione e l’ascolto che meritano e che vengono loro negati sempre più spesso, una carezza di conforto e una spinta di incoraggiamento, sono alcuni degli obiettivi per i quali a noi ragazzi di Mosaiko sembra valga la pena di lottare. Con questa tenacia e incrollabile fiducia in noi stessi abbiamo affrontato progetti, organizzato eventi, trattato tematiche delicate che rischiano, nell’ipnotizzante impero dell’immagine in cui viviamo, tanto appariscente quanto inconsistente, di cadere nell’oblio. La nostra ostinata campagna diretta e provocatoria contro

tutto ciò che oggi impedisce a noi ragazzi di esprimere a pieno la nostra personalità e le nostre idee ha incontrato numerose risposte positive e mi riferisco alla cortesia, all’umiltà e al vivo interesse dimostrato dal professor Donato Donnoli e dal professor Edoardo Cozzolino durante il recente congresso, e alla disponibilità di cui professori, esperti e professionisti ci hanno in diverse occasioni dato prova, consacrando la loro sapienza al nostro bisogno di sciogliere dubbi e incertezze. Un’opportunità di questo genere ci verrà offerta il primo Febbraio a Castelnuovo Scrivia, in sala Pessini, dal professor Maurizio Fea, psichiatra, docente alla Facoltà Cattolica del Sacro Cuore di Milano, co-coordinatore Consulta Società Scientifiche Professionali Dipendenze Patologiche. Il professor Fea avvierà una conversazione

interattiva con i ragazzi presenti sul tema. “Darwin e le tossicodipendenze”. Concluderei con un sentito ringraziamento per coloro che in questi anni ci hanno dimostrato un animo sensibile e profondo, cercando insieme a noi di ascoltare anziché limitarsi a sentire, di guardare anziché limitarsi a vedere, di interpretare criticamente la realtà nella sincera speranza di comprenderla nelle sue dinamiche fondamentali e nella ricerca di efficaci tattiche per migliorarla. Auguro infine al Mosaiko e ai tanti tasselli che lo compongono di continuare su questa strada, di non perdere quella stella polare che sono i disinteressati e ambiziosi traguardi a cui abbiamo sempre teso, di non smettere di testimoniare con le nostra attività l’inesauribile e inestimabile risorsa che noi giovani costituiamo.


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BUON NATALE!

Marta Lamanuzzi e la Redazione del Mosaiko Kids.

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Vorremmo dedicare la nostra vittoria di Sorrento a tutti quei ragazzi che questo Natale reciteranno il ruolo degli entusiasti nel momento dello scarto dei doni, magari costosissimi, o quando riceveranno denaro dai loro parenti, consapevoli o non consapevoli che non si tratta proprio di quello che volevano, di quello che mancava loro, ma di un appariscente quanto futile surrogato dell'affetto e dell'ascolto che viene loro negato giorno dopo giorno.

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La scuola incontra gli studenti

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ché è impossibile che un individuo non abbia mai niente da raccontare. Dietro al silenzio si nasconde un universo di problemi, di paure e di dubbi. Il dialogo è da sempre uno strumento fondamentale nella nostra società e in particolar modo nella famiglia. Bisogna incentivarlo affinché laddove ci sono seri problemi la comunicazione ritorni ad essere riconosciuta come il solo vero rimedio. La soluzione siete voi, cari genitori. Noi abbiamo bisogno di voi! Cecilia Mariotti

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mettere ad ognuno di esprimere liberamente i propri dubbi. I quesiti raccolti sono poi stati chiariti da esperti durante la Tavola Rotonda che si è rivelata un’esperienza molto educativa e da dove è emerso che i ragazzi si sentono soli perché spesso non vengono ascoltati dalla famiglia. Forse gli stessi genitori dovrebbero proporre ai figli di discutere di argomenti che li possano interessare direttamente e che offrano loro una possibilità di crescita. Il silenzio di un ragazzo deve insospettire i suoi famigliari per-

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reale, quello fatto anche di difficoltà e sofferenze, dove si troveranno disorientati e rischieranno di prendere cattive strade. L’altro gruppo è invece costituito dai genitori “moderni”, che spingono fin troppo i figli ancora impreparati convincendoli a sentirsi grandi e pronti ad affrontare qualunque situazione. Troppo spesso, però, non è così e senza una guida i ragazzi finiscono per sentirsi troppo sicuri di sè sbagliando gravemente senza nemmeno accorgersene e trovandosi quindi in balia di qualsiasi pericolo. Purtroppo che tu abbia genitori di primo o secondo tipo corri sempre gli stessi rischi. Il genitore ideale è colui che, per prima cosa, sa “dosare” la libertà da concedere al figlio. Sfortunatamente non esiste una bilancia e nemmeno un misurino, i genitori hanno il difficile compito di stabilire i limiti. Inoltre un genitore dovrebbe essere capace di trattare argomenti anche molto delicati e complessi, permettendoci di esprimere le nostre opinioni, i nostri timori, ma soprattutto dando risposte soddisfacenti alle nostre innumerevoli e svariate domande. Al giorno d’oggi, invece, la situazione mi ricorda una giornata di pioggia: infinite goccioline d’acqua cadono senza sosta dal cielo sugli ombrelli che le persone aprono per non bagnarsi, così come tutti gli interrogativi di noi ragazzi “piovono” a raffica sui nostri genitori che per proteggersi si rifugiano sotto un ombrello d’indifferenza. Proprio a causa di questa indifferenza i ragazzi si trovano spiazzati e nella maggior parte dei casi si vergognano a chiedere chiarimenti per esempio a proposito delle droghe o del sesso. Per questo motivo l’idea realizzata da Mimma Franco e dalla redazione del Mosaiko Kids era quella di raccogliere dentro scatole, collocate nei luoghi d’incontro dei ragazzi, domande anonime così da per-

voi!

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basta una piccola scossa per mandarlo in frantumi. Con questa rottura metaforica i ragazzi verranno improvvisamente proiettati nel mondo

siete

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iperprotettivi, che cercano sempre di tenere i figli nella cosiddetta campana di vetro, dimenticandosi che il vetro è un materiale molto fragile e

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arlando con i miei coetanei quattordicenni mi sembra che i genitori di oggi vengano divisi, a grandi linee, in due gruppi: quelli

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Lettera

Vietato riprodurre senza autorizzazione testi, fotografie e impostazione grafica

Progetto grafico e impaginazione: Associazione Il Mosaiko Kids Fotografie: Giovanni Belfiore, Claudio Bertoletti. Redazione Direttore Resp.: Antonella Mariotti. Presidente: Mimma Franco. Giovanna Spantigati - Marta Lamanuzzi - Livia Granata - Elehanna Silvani - Davide Varni - Elena Pisa - Claudio Bertoletti - Elio Pisa - Manuela Gandolfi - Paola Picena - Riccardo Torti - Andrea Botosso - Elisa Setti - Marta Sottotetti - Beatrice Bianchi - Alberto Pelizzari - Elena Mazzucco - Andrea Accatino - Valeria Milanese - Marina Scacheri. Piccoli Piccoli Cecilia Crivelli - Chiara Fossati - Alessandro Setti - Cecilia Mariotti Martina Ruta - Sofia Falchetto - Daniele Accatino - Federica Marini Marta Chiapedi - Laura Mandirola - Marco Mandirola - Irene Gavio - Andrea Marcone - Riccardo Allegrone - Chiara Ghibaudi - Riccardo Tosino - Federico Maggi - Giacomo Maggi - Andrea Tava. Segreteria Elena Pisa, Marina Scacheri


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