Speciale Umbria jazz 8/9 luglio

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MUSICA

Y L I A D

•speciale umbria jazz•

8/9 luglio

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Hancock-Shorter-Miller

FOR MILES


Nuovo disco, inizio di Settembre Enrico Rava Quintet Tribe Enrico Rava, tromba Gianluca Petrella, trombone Giovanni Guidi, pianoforte Gabriele Evangelista, basso Fabrizio Sferra, batteria ECM 2218

Enrico Rava su ECM foto: Christopher Tribble

New York Days Enrico Rava, tromba Stefano Bollani, pianoforte Mark Turner, sassofono tenore Larry Grenadier, contrabbasso Paul Motian, batteria

ECM 2020

ECM 2064

The Third Man

ECM 1982

ECM 1760

ECM 1921

Enrico Rava, tromba Stefano Bollani, pianoforte

Tati

Easy Living

The Words and The Days

Enrico Rava, tromba Stefano Bollani, pianoforte Paul Motian, batteria

Enrico Rava, tromba Gianluca Petrella, trombone Stefano Bollani, pianoforte Rosario Bonaccorso, contrabbasso Roberto Gatto, batteria

Enrico Rava, tromba Gianluca Petrella, trombone Andrea Pozza, pianoforte Rosario Bonaccorso, contrabbasso Roberto Gatto, batteria

www.ecmrecords.com


v e n e r d ì - sa b ato 8 - 9 Lu g l i o

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MUSICA

Herbie Hancock - Wayne Shorter - Marcus Miller: Tribute to Miles Sean Jones, tromba Wayne Shorter, sassofono Herbie Hancock, pianoforte e tastiere Marcus Miller, basso e clarinetto basso Sean Rickman, batteria

PROGRAMMA

Hancock-Shorter-Miller 

Sulle tracce di Miles: tre dei suoi storici collaboratori ne ripercorrono la carriera

N

el ventennale della morte di Miles Davis si moltiplicano gli omaggi a una delle ultime leggende del jazz. Umbria Jazz si è assicurata l’unica data italiana di questo Tribute To Miles ideato e prodotto da Marcus Miller, con la presenza di due tra i più illustri Davis alumni, ovvero Wayne Shorter e Herbie Hancock. Il progetto è ambizioso: rileggere l’intero arco della creazione musicale davisiana attraversando una vertiginosa molteplicità di stili, dalla musica degli anni Cinquanta che rendeva già classico il linguaggio hard bop stilizzandolo con eleganza per poi deviarlo verso modalismi sempre più estremi, alla produzione del quintetto di cui proprio Shorter e Hancock furono due colonne nel decennio seguente, nel segno di un’astrazione estrema; e ancora, dalla svolta elettrica di fine anni Sessanta, basata su un’idea di giungla ritmica segnata da colorate spezie etniche, fino al funky più facilmente leggibile dell’ultimo periodo. Miller è stato appunto il partner fondamentale di

  arena Santa Giuliana sabato 9 luglio, ore 21

Davis nel momento del suo ritorno sulle scene nel 1980, dopo cinque lunghi anni di silenzio. Dapprima facendo sezione ritmica con Al Foster nell’album «The Man With The Horn» e nei concerti del relativo tour, immortalati in «We Want Miles»; poi, diventando a poco a poco produttore, arrangiatore e unico partner musicale di Davis, dando fondo alla propria abilità di polistrumentista (non solo il basso elettrico ma anche il clarinetto basso, le tastiere e altro) in opere squisitamente di studio come «Tutu». Di Shorter come sassofonista, di Hancock come pianista e tastierista e di entrambi come compositori e musicisti a tutto tondo, protagonisti assoluti della storia del jazz, non è il caso di ripetere le gesta. Basti dire che la loro partnership con Davis è stata talmente decisiva da caratterizzare album capolavoro come «Miles Smiles» o «Nefertiti». Completano il gruppo il fenomenale Sean Rickman alla batteria (già al fianco di Steve Coleman nei Five Elements) e il trombettista Sean Jones, ex giovane stella della Lincoln Center Orchestra. Fabrizio Versienti

venerdì 8 luglio 13 - 19 Bottega del vino Jazz, Wine & Gourmet Cuisine RENATO SELLANI con MASSIMO MORICONI 19 apertura Arena Santa Giuliana 19,30 restaurant stage restaurant à la carte, snack bar HENRY BUTLER TRIO 21 main stage CARO EMERALD DEE ALEXANDER’S EVOLUTION ENSEMBLE «WE LOVE JIMI HENDRIX» 21 ristorante La Taverna Jazz Dinner STEFANO MINCONE TRIO ’round midnight hotel Brufani, sala Raffaello Jazz Club ANAT COHEN QUARTET concerti gratuiti centro storico

11,30 -18,30

street parades FUNK OFF piazza IV Novembre 21 THE BEALE STREET R&B BAND, MEMPHIS special guest TONI GREEN 23 FUNK OFF on stage NON STOP MUSIC giardini Carducci self service restaurant & snacks 13 ALLAN HARRIS QUINTET 14,30 HENRY BUTLER TRIO 16 EZRA CHARLES & TEXAS BLUES BAND 17,30 ROCKIN’ DOPSIE & THE ZYDECO TWISTERS 19,30 EZRA CHARLES & TEXAS BLUES BAND 21,30 ALLAN HARRIS QUINTET 23 ROCKIN’ DOPSIE & THE ZYDECO TWISTERS 00,30 CHICK RODGERS feat. FOUNDACTION


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Anat Cohen Quartet

Un’esponente di punta dei jazzisti israeliani a New York

Uno dei sottoinsiemi musicali newyorkesi più interessanti e attentamente prolifici è rappresentato da una piccola etichetta discografica che si pone un’unica missione: «Aiutare i musicisti ad aumentare il successo commerciale dei loro sforzi artistici». C’è voluto poco per crearla. La Anzic è nata nel 2005 dallo sforzo congiunto di alcuni filantropi e di una riccioluta ragazzotta israeliana considerata quest’oggi una delle migliori musiciste in circolazione: Anat Cohen si è avvicinata presto al jazz; aveva solo dodici anni quando cominciò lo studio del clarinetto e poco più grandicella si unì al gruppo dixieland del conservatorio di Giaffa, città celebre per la qualità degli agrumi e in passato per l’efficienza del porto mercantile. Il talento è una questione di famiglia. Con i fratelli Yuval e Avishai (li abbiamo chiamati «i Co(h)en del jazz»), Omer Avital, Eli Degibri, ha fatto intendere che il jazz israeliano New York based non dipende solo da John Zorn, sebbene Anat (la chiamiamo per nome per distinguerla dai fratelli) abbia partecipato a diverse registrazioni timbrate Tzadik. Oltre al clarinetto, suona con eguale fluidità il sax tenore ma è con il primo dei due strumenti che risplende di luce propria. Gli album «Notes From The Village» e «Clarinetwork. Live At The Village Vanguard» hanno ristabilito la cardinale importanza dello strumento nella storia del jazz. Lungi dall’essere una tradizionalista incallita, sa variare antiche composizioni con ritmi latin, brasiliani e argentini iniettandovi sfumature mediorientali, un tratto caratteristico dei musicisti della Anzic. Data la qualità di questa resident band, vale la pena spendere due parole su uno dei tre sidemen: il pianista Jason Lindner. Assieme ad Avital ha contribuito a codificare una grande fetta dell’attuale, gustosissimo, jazz newyorkese, dirigendo tra le altre cose un’eccezionale big band (la ritroviamo in un bellissimo documento video: JazzMix In Nyc, Vol. 1). Il recente «Now Vs. Now», prodotto da Meshell Ndegeocello, ne incapsula invece tutta l’inventiva come sviluppatore di suoni. Luca Civelli

8 ’round midnight VENERDì

Hotel Brufani

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MUSICA

PROGRAMMA sabato 9 luglio 12 oratorio Santa Cecilia DEE ALEXANDER’S EVOLUTION ENSEMBLE 13 Bottega del vino jazz, wine & gourmet cuisine RENATO SELLANI con MASSIMO MORICONI 13 ristorante La Taverna jazz lunch ROCKIN’ DOPSIE & FRIENDS 15 teatro Pavone JAZZ ON FILM a cura di Marco Molendini in collaborazione con Diego Torroni 16,30 GIOVANNI GUIDI QUINTET feat. GIANLUCA PETRELLA, MICHAEL BLAKE, THOMAS MORGAN, GERALD CLEAVER 18,30 hotel Brufani, sala Raffaello jazz aperitif & snacks ANAT COHEN QUARTET 19 Bottega del vino jazz, wine & gourmet cuisine RENATO SELLANI con MASSIMO MORICONI 19,30 restaurant stage restaurant à la carte, snack bar HENRY BUTLER TRIO 21 main stage CHIHIRO YAMANAKA TRIO HERBIE HANCOCK / WAYNE SHORTER / MARCUS MILLER Tribute to Miles, produced by Marcus Miller feat. SEAN JONES, SEAN RICKMAN 21 hotel Brufani, sala Raffaello jazz dinner THE THREE LADIES OF BLUES & GUSTAV CSICK TRIO 21 ristorante La Taverna Jazz Dinner STEFANO MINCONE TRIO

’round midnight

hotel Brufani, sala Raffaello jazz club TIA FULLER QUARTET teatro Pavone TuboLibre GIANLUCA PETRELLA, MAURO OTTOLINI, GABRIO BALDACCI, CRISTIANO CALCAGNILE concerti gratuiti centro storico

11,30 - 18,30

street parades FUNK OFF piazza IV Novembre 21 THE BEALE STREET R&B BAND, MEMPHIS special guest TONI GREEN 23 FUNK OFF on stage NON STOP MUSIC giardini Carducci self service restaurant & snacks 13 EZRA CHARLES & TEXAS BLUES BAND 14,30 HENRY BUTLER TRIO 16 ALLAN HARRIS QUINTET 17,30 EZRA CHARLES & TEXAS BLUES BAND 19,30 FOUNDACTION 21,30 ALLAN HARRIS QUINTET 23 CHICK RODGERS feat. FOUNDACTION 00,30 ROCKIN’ DOPSIE & THE ZYDECO TWISTERS


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Jazz in puglia

➵Alex SipiAgin OmArA pOrtuOndO & ChuChO VAldéS iAn ShAw jAmeS FArm petruCCiAni BOdY And SOul

con nicoLa contE roBErto ottaviano GianLuca pEtrELLa GaEtano partipiLo vito Di moDuGno La BanDa Di ruvo Gianni LEnoci LuiSiana LoruSSo Livio minaFra E tanti aLtri

20/06/11 14.27

100 PAGIN E INTERVIST A JAMES FAR A M IL FILM SU PETRUCCIA NI GUIDA AI FESTIVAL ESTIVI INTERVIST A A OMARA PORTUOND CHUCHO VA O E LDES


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MUSICA

Roberto Cifarelli

Dee Alexander In occasione del suo ritorno a Umbria Jazz pubblichiamo uno stralcio dall’intervista che si può leggere su Musica Jazz di luglio

Come è nata, Dee, la sua passione per la musica e in che modo si è formato il suo stile di cantante? Mia madre mi ha fatto ascoltare musica eccellente fin da quando sono nata. Le mie influenze variano da Dinah Washington a Sarah Vaughan, da Billie Holiday e Nina Simone: le grandi, insomma; ma le esperienze più decisive per la formazione del mio stile sono state con strumentisti, non con cantanti. Quand’ero ragazzina, a scuola cercavo di imitare le cantanti di rhythm’n’blues, come Chaka Khan o Whitney Houston, ma non avevo il feeling giusto, non lo sentivo dentro. Mi sono dunque indirizzata verso il jazz perché amavo la libertà intrinseca in quella musica e ho avuto la fortuna di iniziare a lavorare con quel grande musicista che è stato «Light» Henry Huff, un artista davvero spirituale, profondamente coinvolto negli studi delle filosofie e religioni orientali, dal taoismo al buddismo. Huff era interessato alla metafisica e al mescolamento di varie esperienze in musica: si era negli anni Novanta e con lui formammo un gruppo chiamato Breath. Eravamo in cinque e io, oltre a cantare, danzavo: la musica era tutta scritta da Huff e la mia voce era impiegata come uno strumento, quindi non su testi. Naturalmente così sviluppai fino in fondo la tendenza a improvvisare vocalmente. Ma ancora mi sentivo come un pesce fuor d’acqua. Huff mi disse: «Prendi un disco di Charlie Parker: ascoltalo». Sentii Parker e ne fui sconvolta: «Non potrò mai riuscire a fare queste cose!», mi dissi; Parker era di un altro pianeta! Provai a seguirlo con la voce ma era impossibile, anche se mi servì molto.

Fred Anderson, lo scorso anno. Per me quel posto è stato come andare a scuola. A Chicago il blues è decisamente importante, fondamentale per la cultura musicale della città. E per lei? Per me tutto è relativo, ma ho suonato tanto blues, per esempio con Billy Branch che è un armonicista meraviglioso. Con lui mi sono esibita in tanti blues club; e ho lavorato anche con il trombettista Malachi Thompson, per esempio al festival blues di Chicago.

uno stile eterogeneo, carico di influenze le più disparate: dal soul al blues, al jazz

La sua è stata una formazione sul campo, dunque… Ho avuto la possibilità di suonare con alcuni dei più grandi musicisti di Chicago. Sono membro dell’Aacm e lavorare con quel gruppo di artisti è un’esperienza fondamentale. Ma è stato Huff a disinibirmi nei confronti della musica e a dirmi di non preoccuparmi di ciò che la gente poteva pensare di me. Sono cresciuta sperimentando su me stessa e come dico ai ragazzi, ai giovani musicisti di oggi: ascoltate ciò che vi circonda, i suoni della strada, il traffico, gli uccelli, tutti gli elementi intorno. Io prendo questi elementi, li mescolo e li faccio confluire nella mia musica.

Rossetti

V

iene da Chicago la nuova stella del canto jazz e di quella città è l’espressione più autentica con il suo stile eterogeneo, carico di influenze le più disparate: dal soul al blues, al jazz. Dee Alexander fa parte da qualche anno di quella prestigiosa associazione di musicisti creativi di laggiù che si chiama Aacm, fucina di talenti da cui sono emerse alcune delle figure chiave della storia del jazz negli ultimi quarant’anni. In tempi più recenti Dee Alexander ha avuto l’onore di vincere come stella nascente il prestigioso referendum di DownBeat e in particolare è emersa prepotentemente in Italia a Umbria Jazz 2009, assieme alla big band diretta da George Lewis (ben documentata dall’inserto e dal disco prodotti da Musica Jazz nel luglio 2010), e soprattutto all’Umbria Jazz invernale di Orvieto 2010, dove ha raccolto successi memorabili. Si può dire che il festival italiano le ha dato quella giusta notorietà europea che ancora non corrisponde alle sue notevoli qualità artistiche. La sola forza prorompente della sua arte le ha permesso di imporsi all’attenzione della critica e del pubblico. Il modo migliore di apprezzarla è andare ad ascoltarla dal vivo, magari proprio con l’Evolution Ensemble, dalla struttura davvero originale: voce, violino, violoncello, contrabbasso e percussioni. Tra i suoi dischi – più facilmente rintracciabili tramite il sito deealexander.net – vanno segnalati almeno «Wild Is The Wind» (2008, Blujazz) e «Evolution II» (2009, Rossignol).

Com’è arrivata all’Aacm? Sono membro effettivo da tre anni, ma da almeno venti lavoro e canto con gli altri membri del gruppo. Sono stati poi loro a chiedermi di entrare nell’associazione. In particolare Ari Brown ed Ernest Dawkins. Da quel momento in poi lavorare, incidere, suonare dal vivo con loro è stato per me ancor più entusiasmante. Purtroppo il Velvet Lounge, il locale dove spesso suonavamo, ha chiuso dopo la scomparsa di

Tutte queste esperienze diverse – e altre ancora – rappresentano strade differenti da seguire o vengono usate per permeare una direzione univoca? Sono tutte forti influenze per me e ognuna ha anche la sua collocazione. È come fare una zuppa: si mescolano insieme jazz, blues, rhythm’n’blues, come fossero aromi. Del resto le radici sono le medesime. È un modo di operare che ho creato nel tempo, provando e immettendo fattori diversi in quello che facevo. Spesso i musicisti con i quali collaboro credono che sia pazza, con tutte queste idee messe assieme, ma io credo che nella vita ciò che importa sia mantenere la mente sempre aperta a cose diverse. E applico questo concetto alla musica: provare prima di tutto e poi sperimentare. Qualcosa può funzionare e qualcos’altro no, ma tutto serve per creare. Immagino che da ragazza potesse preoccupare un po’ i suoi genitori. Oh! Mia madre era davvero spaventata perché lei veniva dall’epoca di Billie Holiday: ci si distruggeva con il jazz. Specie per una donna era davvero difficile: la droga e tutto il resto… …e poi la discriminazione razziale, che in quegli anni era forte. Per lei è stata dura in quel senso? Ho avuto la fortuna di non subire ciò che altri avevano dovuto sopportare: la sofferenza della gente di colore. Forse sono stata molto aiutata dagli amici e dal mio coinvolgimento spirituale. Credo anche che Light Huff sia stato un po’ un angelo protettore. Ho sempre lavorato con grandi musicisti, gente dall’animo profondo: li ho sempre avuti attorno a Chicago. Come fratelli maggiori che ti proteggono. Nella sua musica c’è un senso di libertà e apertura che gli altri musicisti sentono suonando con lei. Sì. Voglio mantenere l’idea di un gruppo nel quale tutti i componenti possono dire la loro ed esprimersi come vogliono. Si chiama Evolution per questo. Non è mio: è il nostro gruppo. Ognuno può portare le sue idee e i propri brani. Sono tutti anche bravi compositori: parlo di Tomeka Reid (violoncello), James Sanders (violino), Junius Paul (contrabbasso) ed Ernie Adams (percussioni). Enzo Capua


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MUSICA

Adesso diamo i numeri e scegliamo noi! 10/100: i cento migliori dischi del decennio La selezione è operata sulla base dei dischi recensiti da Musica Jazz dal febbraio 2001 – esordio di Filippo Bianchi alla direzione – al dicembre 2010. Sono stati solamente presi in considerazione il disco del mese e i dischi contrassegnati dal bollino, non previsto per le ristampe. Elenchiamo i dischi riportando: [1] titolare del disco; [2] titolo; [3] casa discografica; [4] anno di registrazione; [5] mese e anno di pubblicazione della recensione. _Baars-Rudd, «Four», Data 1998 | gennaio 2002 _Fabio Morgera, «Colors», Red 2000 | novembre 2002 _Matthew Herbert, «Goodbye Swingtime», Accidental 2002 | luglio 2003 _Heiner Goebbels, «Eislermaterial», Ecm 1998 | agosto 2003 _Steve Coleman, «Lucidarum», Label Bleu 2003 | giugno 2004 _Roscoe Mitchell, «Composition/Improvisation Nos. 1, 2 & 3», Ecm 2004 | agosto-settembre 2004 _Rivers-Rudolph-Eisenstadt, «Vista», Meta 2003 | agosto-settembre 2004 _Susie Ibarra, «Folklorico», Tzadik 2004 | maggio 2005 _Wynton Marsalis, «Unforgivable Blackness», Blue Note 2003 | maggio 2005 _Kenny Wheeler, «What Now?», Camjaz 2004 | maggio 2005 _Solex - Maarten Altena Ensemble, «In The Fishtank 13», Konkurrent 2004 | maggio 2005 _Dennis Chambers, «Planet Earth», Bhm 2004 | agosto-settembre 2005 _Sonny Rollins, «Without A Song - The 9/11 Concert», Milestone 2001 | gennaio 2006 _Israelite-Zorn, «Orobas (Book Of Angels Vol. 4)», Tzadik 2005 | luglio 2006 _Branford Marsalis, «Braggtown», Marsalis Music 2006 | aprile 2007 _Hard-Medeski-Shipp, «Radical Reconstructive Surgery», Thirsty Ear 2004 | maggio 2007 _Steve Kuhn, «Live At Birdland», Blue Note 2006 | luglio 2007 _John Surman, «The Spaces In Between», Ecm 2006 | agosto-settembre 2007 _Paul Bley, «Solo In Mondsee», Ecm 2007 | ottobre 2007 _Michael Brecker, «Pilgrimage», Wa 2006 | ottobre 2007 _Paul Motian, «Live At The Village Vanguard Vol. II», Winter & Winter 2006 | gennaio 2009 _Charles Tolliver, «Emperor March», Half Note 2008 | agosto-settembre 2009 _Carla Bley, «Carla’s Christmas Carols», Watt 2008 | gennaio 2010 _Nellie McKay, «Normal As Blueberry Pie: A tribute To Doris Day», Verve 2009 | novembre 2010 _Wyatt-Atzmon-Stephen, «For The Ghosts Whithin», Domino 2010 | novembre 2010

IN QUATTRO PUNTATE, MUSICA JAZZ DAILY VI elenca I CENTO MIGLIORI DISCHI JAZZ DEL DECENNIO SULLA BASE DELLE RECENSIONI USCITE SULLA RIVISTA DAL 2001 AL 2010

Giovanni Guidi Così come sul tuo Cd «We Don’t Live Here Anymore» (recensito su Musica Jazz di luglio), anche sul palco con te c’è Thomas Morgan. In Italia è pressoché sconosciuto, all’estero raccoglie un numero smodato di ammiratori. Se qualche bookmaker accettasse la scommessa, quanto consiglieresti di puntare sul contrabbassista? Su Thomas posso scommettere qualsiasi cosa. Ogni nota che fa ha un’anima: mentre facevamo il mixaggio riascoltavo i brani del contrabbasso e ciò che aveva suonato aveva sempre una drammaticità e una coerenza disarmanti. Devo dire però che scommetterei tutto non solo su di lui ma sull’intero gruppo che, sono certo, mi darà sempre più soddisfazioni. Gianluca Petrella è uno dei musicisti più bravi con cui mi sia mai capitato di suonare; adoro la libertà con cui Michael Blake si approccia a tutto quello che fa quando suona, e suonare con Gerald Cleaver è veramente stimolante da un punto di vista sia ritmico sia timbrico. Sono gli stessi musicisti del disco. Registrare quel lavoro è stato veramente semplice, perché avevo con me Michael Blake, Gianluca Petrella, Thomas Morgan e Gerald Cleaver, i quali hanno avuto un atteggiamento molto disponibile e cooperativo nei confronti della mia musica. Prima della seduta conoscevo solamente Michael e Gianluca, ma anche con gli altri si è instaurato subito un rapporto di quelli che si hanno con i musicisti con cui si collabora da sempre. Ho scritto della musica molto semplice proprio per

Andrea Boccalini

«Ho capito la vita e voglio esprimerlo con la mia musica»

9

16:30

SAbato ORE teatro pavone GIOVANNI GUIDI QUINTET lasciare a tutti i margini per esprimersi liberamente. Il secondo giorno abbiamo registrato anche molte improvvisazioni con esiti a volte eccezionali; purtroppo non potevamo fare un cofanetto e quindi nel disco ne sono rimaste solo alcune. Secondo te oggi è possibile veicolare messaggi attraverso l’arte? L’arte dovrebbe sempre trasmettere messaggi, almeno per come la intendo io. Purtroppo nel jazz ultimamente questa pratica, o meglio, questa necessità si è un po’ persa. Spesso ascolto cose suonate benissimo e preparate con grande cura ma dove difficilmente si

rintraccia una qualche urgenza espressiva. Non credo che consciamente debba esserci un messaggio esplicito, ma quando suono ho sempre bisogno di sentirmi parte di una narrazione, che può essere singola o collettiva. Questo accade con tutti i gruppi con cui lavoro, con Rava per esempio o con la Cosmic Band di Gianluca Petrella e ovviamente con i miei progetti. Con la Unknown Rebel Band ho scelto di omaggiare tutti colori che hanno dato la vita per un sogno di libertà. Quando suoniamo c’è sempre quella qualità di energia sincera, onesta e molto rispettosa nei confronti delle persone che stiamo celebrando (cosa che non sempre secondo me accade nei vari omaggi che negli ultimi anni, forse anche per mancanza di idee, stanno spopolando), perciò ci risulta molto spontaneo creare una connessione sentimentale con chi ci ascolta. Hai suonato con Enrico Rava nel suo ultimo disco per Ecm. Che esperienza è stata? Questo è stato il mio primo vero disco con Enrico (finora avevamo registrato solo dei live alla Casa del jazz). È stata un’esperienza incredibile sotto il profilo professionale e soprattutto emotivo. Enrico, come ho detto migliaia di volte, e non mi stancherò mai di ripeterlo, nella mia formazione ha avuto un ruolo importantissimo e per questo disco (ma è quello che cerco di fare in ogni concerto) avevo il desiderio di ricambiare tutte le energie e le emozioni che in questi anni mi ha trasmesso. È un disco eccezionale, anche abbastanza diverso dagli ultimi suoi. Oltretutto quando suono con lui ho sempre più la sensazione di avere l’onore di suonare con uno dei più grandi musicisti della storia del jazz europeo e non solo. Registrare un disco con Ecm (per me che sono cresciuto ascoltando Jarrett, Bley, Garbarek, Old & New Dreams e Paul Motian) ha rappresentato il coronamento di quello che è sempre stato uno dei miei sogni nel cassetto. Andrea Scaccia


cd

e dvd

KONITZ-MEHLDAU-HADEN-MOTIAN

BILL FRISELL

LUCA AQUINO

ANTONIO FIGURA

Lover Man / Lullaby Of Birdland / Solar / I Fall In Love Too Easily / You Stepped Out Of A Dream / Oleo. Lee Konitz (alto), Brad Mehldau (p.), Charlie Haden (cb.), Paul Motian (batt.). New York, Birdland, 9 e 10-12-09.

It’s A Long Story (Part I) / Old Times / Sign Of Life / Friend Of Mine (Part I) / Wonderland / It’s A Long Story (Part II) / Mother Daughter / Youngster / Recollection / Suitcase In My Hand / Sixty Four / Friend Of Mine (Part II) / Painter / Teacher / All The People / All The Time / Village / As It Should Be. Bill Frisell (chit.), Jenny Scheinman (viol.), Eyvind Kang (viola), Hank Roberts (cello). Berkeley, autunno 2010.

(1) John Bonham Strike / La scatola nera degli applausi indotti / Melòdia / Oslo / La strada / Vinzela quanto parli / Ninna nanna per E.T. / (2) Sopra le nuvole / (3) La mer / (4) Angolo suite cerca disperatamente salotto legno massello stile barocco, uso camino. (1) Luca Aquino (tr., flic., elettr.), Audun Erlien (b. el., sint.), Wetle Holte (batt., perc., glockenspiel, elettr.); (2) agg. Pasquale Pedicini (tast.); (3) agg. Lucio Dalla (voc., cl.); (4) agg. Sergio Fanelli, Alba Paradiso, Raffaele Matta (archi). Oslo, 14, 15 e 16-12-10.

Intro - Promenade (On A Dotted Line) / Strong Place / Coincidenze / Thapsos / Mercy Street / Buenos Aires 1952 / Josephine. Antonio Figura (p.), Vicente Archer (cb.), Kendrick Scott (batt.). New York, 1, 2 e 3-7-09.

«Live At Birdland» Ecm 2162, distr. Ducale

Nel dicembre 1997 Mehldau era un giovane di bellissime speranze ma non ancora sbocciato, quando alla Jazz Bakery di Los Angeles si trovò impegnato con due storici giganti, i primi cui fosse associato. «Alone Together», il disco che la Blue Note ne trasse, fece sensazione, e per il ventisettenne pianista fu il vero lancio. Dodici anni dopo Mehldau, ora a propria volta un maestro assoluto, ritrova i due, e Motian si aggiunge: c’è da chiedersi se sia oggi facile disporre di un quartetto così vicino all’intensità empatica e all’architettura musicale proprie dei capolavori. Sulla scena del Birdland ognuno liberava quanta fantasia e tecnica possedesse, in un flusso prodigioso di melodia (sempre grande in ciò l’ottuagenario Konitz), di fine interplay (superbo come Mehldau l’interpreta), di delizie bassistiche (magistrale Haden), di sostegno ritmico (Motian si tiene solo in apparenza sullo sfondo). Il repertorio potrebbe essere un omaggio a Miles, a Rollins, a Sinatra: lo è, in realtà, alla bellezza del jazz. Maletto

«Sign Of Life: Music For 858 Quartet» Savoy 17818, distr. Ird

«Chiaro» Tuk 8034135080196, distr. Emi

Frisell s’è impegnato per tre mesi nell’invenzione e scrittura di questi bozzetti ad ampio respiro. La principale ispirazione è la musica di Copland e Ives, con puntate verso Glass e Reich e qualche apertura al bluegrass; l’improvvisazione è ridotta a piccole fughe isolate e ad alcuni obbligato abbelliti, ma concezione, procedimento e costruzione friselliane rimangono pressoché le medesime. Sono fiori conturbanti, pensati con l’esattezza di un botanico, incantevoli nel loro lento aprirsi germinando con infallibile eleganza e sconvolgenti nel loro arrotolarsi su se stessi caricandosi di segrete intimità, pudiche bellezze e umori profondi. Molte le parti eccelse: da tutte escono affetti, sensazioni, sentimenti ed emozioni allo stato puro, come a rappresentare l’infinita, prismatica, ombrosa complessità che esiste nel cuore dell’uomo. Gianolio

La musica di Aquino è spesso matassa avvinghiante di suoni caoticamente vigorosi: la sua tromba dalle linee chiare e avvincenti da un lato partecipa contrastandola e dall’altro cerca di non esserne catturata lottando con voce inquietante. Con «Chiaro», aumentando la strumentazione elettronica diminuiscono i contrasti; spesso c’è una minore irruenza e a sprazzi, nei brani lenti, risaltano disegni acquietati. Vengono qui mescolate l’energia di «Lunaria» e la passione di «Icaro solo», che sempre più tengono Aquino lontano dal bop e da qualsiasi stilema che lo possa ricordare (come del resto le partecipazioni di Dalla e degli archi) e lo lanciano a un’incessante ricerca che fa trasparire nella musica una costante tensione sincera e sofferta. Gianolio

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Saint Louis Roma - 06.48.70.017 Brindisi - 0831.52.93.52

«Strong Place» Schema RW 135, distr. Family Affair

Figura è un pianista dalla personalità definita, che ha qui modo di esprimersi compiutamente. Anzi tutto, lavora per sottrazione e con un senso dello spazio da giardino zen, cioè con una marcata sottolineatura dei silenzi. In questo senso, il pianismo bop non pare avere lasciato che scarsissime tracce nel suo mondo estetico, dove semmai si riscontrano altre ascendenze: da Paul Bley, che è forse il riferimento più evidente, si va indietro fino a Bill Evans e, ancora più indietro, fino a Teddy Wilson. Inoltre, il percorso solistico usa brandelli di frasi melodiche e contiene una forte propensione verso gli accordi a due mani; come in Buenos Aires 1952, forse l’unico brano dove il tema è facilmente percepibile. Infatti, il denso fascino di questa musica sta proprio nella vaghezza della sua poesia, che è fatta di tenui tinte ed è rivolta a un’interiorità spinta, con il ritmo sottinteso. Contrabbassista e batterista danno un contributo più intenso di quanto non possa sembrare di primo acchito: con un pianista di questo temperamento, la discrezione era inevitabile. Piacentino


MUSICA

ETTORE FIORAVANTI

IRO HAARLA

JASON MORAN

SCHIAFFINI-TRAMONTANA

(1) Red / Brava / Aria di vetro / Walk On The Wild Side / Scrigno / Strategia della tensione / (2) Fiordalisi / Manta / Black Hair. (1) Marcello Allulli (ten.), Marco Bonini (chit.), Francesco Ponticelli (cb.), Ettore Fioravanti (batt.); (2) gli stessi più Enrico Zanisi (p.). Trevignano, 16 e 17-5-10.

A Port On A Distant Shore / Vesper / A Window Facing South / The Warm Currents Of The Sea / Doxa / Satoyama / The Shimmer Of Falling Stars / Returning Home / Adieux. Mathias Eick (tr.), Trygve Seim (ten., sop.), Iro Haarla (p., arpa), Ulf Krokfors (cb.), Jon Christensen (batt.). Oslo, febbraio 2010.

Blue Blocks / Rfk In The Land Of Apartheid / Feedback Pt. 2 / Crepuscule With Nellie / Study No. 6 (2 vers.) / Pas de deux - Lines Ballet / Gangsterism Over 10 Years / Big Stuff / Play To Live / The Subtle One / To Bob Vatel Of Paris / Old Babies. Jason Moran (p.), Tarus Mateen (cb.), Nasheet Waits (batt.). New York, prob. 2010.

Ideale proseguimento di «Northbound» (2006), del quale conserva organico e poetica, «Vespers» ci cala in pieno clima nordico: i musicisti sono tutti scandinavi e nei brani distesi (i cui titoli evocano quelle latitudini) note lunghe dei due fiati e momenti meditativi si alternano ad altri di più forte intensità. La musicista finlandese ha il merito di costruire narrazioni suggestive, entro le quali interviene per lo più pennellando brevi tratti tanto con il pianoforte, quanto con l’arpa, lasciando per il resto oneri e onori alle voci di Seim ed Eick, entrambi davvero superbi nei loro duetti a unisono incrociato, che spiccano nelle situazioni di maggiore impatto drammatico come Vesper e The Shimmer Of Falling Stars, mentre in Returning Home c’è spazio anche per una bella introduzione pianistica e per un caldo assolo di Krokfors, che in «Northbound» era stato più presente. Menzione a parte per l’esperto Christensen, qui davvero essenziale. Pollastri

I «dieci» del titolo sono gli anni, nel 2010, del magnifico trio Bandwagon. Elevata è la qualità stilistica impressa da Moran: un pianismo poliforme, che maneggia, concatena e riversa idee, richiami, forme in quantità. Moran è swingante come i grandi classici, ma sa essere ora intenso, ora astratto, a volte echeggiando tratti desunti dal rock e da altre fonti. Il repertorio, tutto da gustare, rivela una larga ricerca dell’ispirazione, sia nella memoria personale (Gangsterism è quasi una sua sigla, Pas de deux gli fu commissionato da un balletto, in Old Babies entrano le voci dei due figlioletti) sia negli Stati Uniti della musica: oltre all’amato Monk, ci sono To Bob Vatel Of Paris del suo maestro Jaki Byard e Play To Live scritto da lui assieme a Andrew Hill, Big Stuff di Leonard Bernstein e uno Study di quel personaggio geniale e ribelle che fu Conlon Nancarrow. Né manca la politica: Rfk è Bob Kennedy, e il brano che lo cita ne ricorda il coraggioso viaggio nel 1966 in Sudafrica. Maletto

(1) Quiet As A Bone / As Tone Lies Lost / As The Heartless Ghost / As They Dive / As In My Bones / This Shade / Beautiful Roots / Holy Leaves / In The Wind’s Wakes / As A Purple Sofa / She Was Still Soned / As An Empty Stone / As A Strange Tongue / (2) About Steepwalkers And Wind / Stones And Deadwood / Wind And Slap. Giancarlo Schiaffini (trne, bombard., tuba), Sebi Tramontana (trne, bombard.). (1) Roma, 28-5-10; (2) Roma, Libreria Flexi, 26-5-10.

«Le vie del pane e del fuoco» Note Sonanti NS-CD 1001, distr. Egea

In trent’anni (ne ha cinquantatré) Fioravanti si è costruito una linea esemplare per rigore e intuito, tra grandi colleghi che se lo contendevano (da un quarto di secolo è il batterista del quintetto di Fresu) e in gruppi propri, sempre indirizzando il drumming verso la cantabilità come dote maggiore. Qui la pratica a capo di un inedito, gagliardo quartetto, basato su un musicista assai sperimentato (anche à côté del jazz) come Allulli e con due giovani emersi nell’area romana: Bonini, affermatosi nel recente «New Research» di Aldo Bassi, e l’aretino Ponticelli, già usato da Rava e Petrella. Tutti collaborano anche come compositori, in aggiunta a Walk On The Wild Side di Lou Reed e ad un’ardita versione di Brava, quello di Mina. Attira l’attenzione anche l’ospite, il ventenne Zanisi, lanciato dal concorso di Piacenza (e già arrivato a un disco suo, con Fioravanti chaperon). Il risultato, a onore del leader, è un disco molto collettivo, spontaneo, brioso, che conforta sulla salute e sulle nuove risorse del jazz nostrano. Maletto

«Vespers» Ecm 2172, distr. Ducale

«Ten» Blue Note 509994 57186, distr. Emi

«Wind & Slap» Rudi RRJ 1001, distr. Goodfellas

Ha una lunga storia questo duo di maestri del trombone e di ogni ottone grave, ed ecco che finalmente ora se ne ha una spettacolare testimonianza. Tralasciata la tecnologia elettronica usata altre volte dai due sodali, Schiaffini sul canale destro e Tramontana dirimpetto giocano con suoni sinceri, puri, pur tenendosi sempre vicini all’astrazione, e grazie alla loro rara comunanza di vedute sostengono bene un’ora della più libera improvvisazione. I tredici brani incisi in studio sono, rispetto ai tre live finali, per lo più brevi, geniali miniature: alcuni stanno addirittura nei limiti dei cento-centoventi secondi, ma sono ricchi anch’essi. Ed è difficile dire, tanto nel disco sono numerosi, vari, sorprendenti gli effetti, quale sia la gemma. È tutto un lungo dialogo, arguto quanto sapiente, da seguire (per così dire) parola per parola, attentamente. Maletto


v enerd ì - sabato 8 - 9 Lu g li o

Caro Emerald

Dall’Olanda, una cantante di musica leggera con solide radici jazz

Un fenomeno che corre sul filo: quello telefonico, visto che in Italia due sue canzoni hanno raggiunto il successo perché usate in spot pubblicitari di un paio di gestori telefonici. Caroline Esmeralda van der Leeuw – alias Caro Emerald, giovane cantante jazz olandese (classe 1981) – è riuscita nel giro di due anni scardinare le classifiche discografiche di mezzo mondo, grazie a una cinquina di azzeccati brani. A partire da quello d’esordio, Back It Up del 2010, inizialmente creato per una pop band giapponese da due produttori olandesi, Jan van Wieringen e David Schreurs della Grandmono, assieme al collega e dj Vince Degiorgio. Caro Emerald registra il brano e lo presen-

ta in una trasmissione televisiva con un exploit tanto immediato quanto inaspettato; quel successo fa il paio con A Night Like This, pubblicato nel 2009 e noto in Italia anche come sigla di un programma televisivo piuttosto conosciuto. Caro Emerald intuisce che è il suo momento e non dà tregua, servendo subito un terzo successo, That Man, che ruota intorno al jazz da ballo degli anni Quaranta. Il particolare accarezza la produzione in erba della cantante (e insegnante di canto) olandese, più o meno racchiusa nell’unico album al suo attivo: «Deleted Scenes From The Cutting Room Floor» (2010), al quale hanno fatto seguito altri due Cd singles intitolati Stuck e Riviera Life, quest’ultimo di freschissima uscita (e già a rischio di tormentone estivo: Caro Emerald è in coppia con Giuliano Palma, ex cantante dei Casino Royale) assieme al restyling dell’intero album su Cd + Dvd curati e distribuiti dalla Columbia. Alceste Ayroldi

PER L’USO CHE NE è STATO FATTO DA PUBBLICITà E SIGLE TV, TuttI CONOSCONO LA SUA MUSICA MA POCHI SANNO IL SUO NOME

8

21

VENERDì ORE ARENA SANTA GIULIANA

Anno 67° supplemento al n. 7 (728), luglio 2011

Grafica Barbara Nigro

Info per acquisto biglietti Umbria Jazz

Direttore responsabile FILIPPO BIANCHI

Hanno collaborato a questo numero: Fabrizio Versienti • Enzo Capua • Luca Civelli • Aldo Gianolio • Alceste Ayroldi • Gian Mario Maletto • Andrea Scaccia • Marco Molendini.

Box office c/o Unicredit sala Lippi corso Vannucci, 39 - 06122 Perugia orario continuato / 10 am - 7 pm

Caposervizio Alessandro Achilli aachilli@22publishing.it Grafica Luisella Paparoni lpaparoni@22publishing.it Assistente di redazione Alessandra Andretta aandretta@22publishing.it Progetto grafico Pier Paolo Pitacco per Cento per Cento, Milano

Musica Jazz Daily Speciale Umbria Jazz Editor Alessandro Achilli aachilli@22publishing.it

22publishing s.r.l. Direzione, redazione, amministrazione: via Morozzo della Rocca 9 • 20123 Milano • tel. 02/87389383 • email: musicajazz@22publishing.it Distribuzione esclusiva Italia: m-Dis distribuzione media spa • via Cazzaniga 1 • 20132 Milano • tel. 02/2582.1 • fax 02/25825306 • email: infoservice@m-dis.it • stampa: Rotopress International srl, Loreto (An) • Registrazione Tribunale di Milano n. 711 del 1948. sped. in a.p. d.l. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Dcb Milano.

Box office Arena Santa Giuliana dal 9 al 18 luglio / from July 9 to July 18 19.00 - 22.00 / 7 pm - 10 pm Box office on line www.umbriajazz.com Ritiro biglietti prenotati / Reserved Ticket Collection Box office arena santa giuliana dalle 14.00 alle 22.00 / from 2 pm to 10 pm Numero Verde 800462311


www.musicajazz.it

MUSICA

Chihiro Yamanaka Trio

Dal Giappone arriva un’altra stella del pianoforte jazz, già al fianco dei grandi

È uno dei talenti che prestigiose scuole di musica raccolgono da tutto il mondo, affinano e lanciano: per la pianista giapponese Chihiro Yamanaka ci sono stati prima la Royal Academy di Londra e poi il Berklee College di Boston, dove ha vinto nel 2000 anche diversi premi, da aggiungere a quello che nel suo paese già a dodici anni ne aveva segnalato le promesse. E ha continuato a mieterne in una carriera sempre più importante. Nei concerti e festival che l’hanno portata a girare il globo, questa solista – cui la tecnica consente di essere del pari raffinata e prorompente – si è trovata a suonare con grandi firme come Herbie Hancock, George Benson, Clark Terry, Gary Burton, George Russell, fino a poter fissare la sua stabile base a New York. In quanto ai dischi, già il suo secondo, «When October Goes» del 2002, la vedeva accompagnata da jazzisti della notorietà di Larry Grenadier e Jeff Ballard, in un American trio che, a volte alternando Bob Hurst e Jeff «Tain» Watts, compare anche in incisioni successive, promosse dal contratto firmato nel 2005 con la Universal (il Cd più recente è «Forever Begins», del 2010). All’arena perugina Chihiro sarà accompagnata da Aldo Vigorito e Mickey Salgarello. Gian Mario Maletto

SAbato

9 ORE 21

ARENA SANTA GIULIANA


v e n e r d ì - sa b ato 8 - 9 Lu g l i o

MUSICA

Jazz On Film incomincia sabato un viaggio nella memoria del jazz

R

enzo Arbore, magnificando il cartellone del festival, l’ha messa così: «Quest’anno Umbriajazz si occupa anche dei defunti». E la battuta illustra con perfetta sintesi la rassegna Jazz On Film, che ogni pomeriggio alle 15 viene ospitata al teatro Pavone: un viaggio nella memoria nel grande serbatoio del passato, che ripercorre i maestri, gli stilisti, i bandleaders, insomma gli uomini e le donne che hanno dato al jazz il suo profilo non solo musicale ma anche visivo, personaggi leggendari rivisti e rivissuti con il fascino del bianco e nero che è protagonista assoluto in questo revival. La prima giornata mette in fila un vero e proprio meglio del meglio: un richiamo alla memoria anche di Umbriajazz, a quelle edizioni dei primi anni Ottanta con il collezionista David Chertok che portava dagli Stati Uniti i suoi preziosi filmati, testimonianza avvincente della grandezza degli uomini e delle donne che hanno animato questa storia.

 teatro Pavone tutti i giorni alle 15 

Così si riparte da lì con la favolosa Billie Holiday nella magica Fine And Mellow, circondata da Lester Young, Coleman Hawkins, Gerry Mulligan, Ben Webster, Roy Eldridge. Ecco Miles Davis nel pieno fulgore fisico e stilistico in So What con John Coltrane e Gil Evans; Lester Young con l’immancabile porkpie hat in una raffinatissima clip filmata da un grande fotografo di Life, Gion Mili, per Norman Granz. Charlie Parker in un raro video che si scambia la scena con Coleman Hawkins. Dizzy Gillespie che suona e canta con Louis Armstrong. Clifford Brown nell’unico reperto che lo riprende con la sua tromba; Thelonious Monk che suona il suo Blue Monk. Count Basie con la sua big band e uno strepitoso Jo Jones alla batteria. Un sofisticatissimo Duke Ellington con la sua orchestra. Marco Molendini

www.musicajazz.it


BNM_1109_UJ_STP 06/07/11 16:33 Pagina 1

SETTEMBRE 2011 VEN 2

MAR 20

SAB 3

MER 21

RADIODERVISH RONNIE JONES MAR 6 / MER 7 / GIO 8

OLETA ADAMS VEN 9

MICHELE DI TORO * SAB 10

LIVE TROPICAL FISH MAR 13

BIG ONE

ARISA STACEY KENT * GIO 22

ANDREA MIRÒ VEN 23 / SAB 24

NICOLA CONTE DOM 25

SAMANTHA IORIO MAR 27 / MER 28 / GIO 29

GIANLUCA PELLERITO

CHARLIE WATTS THE A, B, C & D OF BOOGIE WOOGIE

SIMONA BENCINI

GEGÈ TELESFORO

MER 14 GIO 15

VEN 16 / SAB 17

THREE LADIES OF THE BLUES

VEN 30

* IN COLLABORAZIONE CON

DOM 18

PHOTO: WWW.DOBIAS.AT

PATRIZIO FARISELLI PAOLINO DELLA PORTA DUO

CHARLIE WATTS THE A, B, C & D OF BOOGIE WOOGIE 27, 28 E 29 SETTEMBRE

ORARIO SPETTACOLI MAR, MER, GIO: ORE 21:00 E 23:00 - VEN, SAB: ORE 21:00 E 23:30 - DOM: ORE 21

Il programma e gli orari potrebbero subire variazioni. Il locale potrebbe essere completo. Consultate il sito internet o chiamate il box office per eventuali aggiornamenti.

PREVENDITE E INFO: WWW.BLUENOTEMILANO.COM BOX OFFICE: 02 69 01 68 88 - VIA PIETRO BORSIERI 37



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