Speciale Blues

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Giancarlo Belfiore / cortesia Umbria Jazz

rivisitazioni

la strada del blues passa da hendrix Intervista a Dee Alexander di Luca Civelli arrangiamenti di un gruppo atipico, con voce, batteria-percussioni (Ernie Adams) e tre archi (James Sanders al violino, Tomeka Reid al violoncello e Junius Paul a contrabbasso e basso elettrico). Dee, come e quando è nata l’idea di un progetto dedicato a Hendrix? Una sera a Chicago vidi un programma televisivo su di lui. Sono cresciuta ascoltando la sua musica e così un attimo dopo proposi ai ragazzi: «Che dite? Perché non rendergli omaggio?». Mi guardarono come fossi pazza e in un certo senso potevo capirli: non avevamo la chitarra e non potevamo suonare come lui. Però avevamo gli archi e sentivo che avremmo potuto eseguire ottime interpretazioni. Mi è sempre piaciuto pensare fuori dagli schemi. Di

lì a poco cominciammo a lavorare individualmente sui materiali. Quando ci ritrovammo, la prima volta passammo un’intera seduta ad ascoltare gli originali. Solo in seguito decidemmo i pezzi, come organizzarli, tagliarli, strutturare i medleys… Quindi ognuno di voi arrivò in studio con idee precise? Direi di sì. Tutti hanno contribuito in maniera attiva. Quando abbiamo suonato a Umbria Jazz Winter 2010, il concerto e le cover di Hendrix sono talmente piaciuti che ci hanno chiesto di tornare. Come potevamo rifiutare il main stage di Umbria Jazz 2011? Così ci siamo rimessi al lavoro per estendere la prima parte dell’omaggio, allora comprendente circa venti minuti di musica.

il blues volume uno

S

i contano numerosi omaggi alla musica di Jimi Hendrix ma rari, rarissimi, sono quelli che in cui il fuoco del genio di Seattle raggiunge una platea intera fino a farla bruciare. Bisogna saperlo incanalare e Dee Alexander ci è riuscita in occasione di Umbria Jazz 2011. Con il programma We Plays Jimi Hendrix, la cantante di Chicago ha dimostrato di saper rischiare e pure grosso: un faccia a faccia diretto con il corpus hendrixiano, un confronto dal quale si può uscire anche malconci, se non gravemente feriti. E invece l’Evolution Ensemble ha preso il toro per le corna ed è riuscito a domarlo. Porzioni di Fire, Machine Gun, Foxy Lady, If 6 Was 9, Stone Free, Purple Haze sono state ritagliate e ricucite tra loro dagli


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