D O ssI E R
Quando La MusIcA IncOnTRA L’IMMAgInE Intervista a carlo crivelli Photo: Massimo Petricca
Compositore, docente di Musica applicata alle immagini presso il Conservatorio “Casella” dell’Aquila, pluri-premiato film soundtracks composer, Carlo Crivelli analizza, attraverso la propria lunga esperienza cinematografica, gli aspetti essenziali, etici e pratici, della composizione applicata alle immagini. Gli esordi con Bellocchio, la profonda ammirazione per Morricone, il dramma della delocalizzazione, l’idea dell’Orchestra Città Aperta dedicata alla registrazione di colonne sonore, il sisma dell’Aquila, l’arte dell’insegnamento compositivo, l’ammirazione incondizionata per il compianto Guaccero, la simpatia per gli amici Ficarra e Picone. Tutto viene raccontato e razionalmente esaminato dal compositore romano, e tutto concorre a sviscerare gli aspetti fondamentali dell’arte compositiva. Un’intervista che rivela fino a che punto il compositore di Musica Applicata possa e debba rinunciare, se necessario, anche al proprio gusto e alle proprie convinzioni, a favore dell’immagine, in modo da realizzare un’opera artisticamente compiuta che unisca armonicamente (è il caso di dirlo!) musica e rappresentazione scenica. Una lezione di vita artistica raccontata con semplicità e simpatia.
di pamela panzica Inquadra qui per il video dell’intervista.
M
aestro, quand’è che ha deciso di occuparsi di musica applicata alle immagini? I suoi studi di composizione erano orientati in tale direzione o la strada che poi ha percorso si è delineata con maggiore chiarezza solo in seguito? Il mio rapporto col cinema è stato assolutamente casuale, nel senso che io facevo il compositore di musica “contemporanea” (anche perché sono vivente, quindi per forza di cose la mia musica è “contemporanea” – sorride), e un bel giorno mi telefonò Bellocchio, che stava girando Diavolo in corpo e mi invitò a vedere il film perché aveva sentito delle composizioni mie (avevo fatto qualcosa in teatro con Sepe, ma sostanzialmente scrivevo solo musica contemporanea). Quindi vidi il film, mi piacque e cominciammo a collaborare. C’è pure un aneddoto legato ai miei esordi: siccome mi chiamavano spesso i miei amici e mi facevano gli scherzi del tipo “Salve, sono Spielberg!”, quando mi ha chiamato Bellocchio pensavo si trattasse di uno scherzo, tant’è che stavo per mandarlo a quel paese. Parlando, poi, ho capito che non era un mio amico, ma era veramente Bellocchio! (ride divertito). Infatti, diplomato in Composizione all’Accademia S. Cecilia di Roma nel 1983, nel 1986 lei ha cominciato la sua carriera di compositore di colonne sonore con il film di Marco Bellocchio, Diavolo in corpo. Da allora ha lavorato con numerosi registi, acclamati e premiati in Italia e all’estero: Grimaldi, Pradal, Placido, Luchetti, Taviani, Mazzacurati.... Tuttavia il maggior numero di colonne sonore cinematografiche (12, se non erro) sono state
5