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VIAggIO In ITALIA Werther nella terra dove fioriscono i limoni
Teofilo Patini, La morte di Jacopo Ortis, 1870 ca. © Casa di Goethe
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ra le grandi figure che popolano l’orizzonte estetico e letterario di Johann Wolfgang Goethe alcune assumono un rilievo straordinario e spiccano quali suggestive pietre miliari a segnare come gemme quel cammino della storia culturale europea che giunge vivacemente fino a noi. Werther e Faust, pur nella diversità ‘genetica’ che li separa, possono esserne considerati esemplari sommi, la cui forza d’azione può essere misurata non solo attraverso l’influenza che essi hanno esercitato su coloro che poterono assistere alla loro comparsa, ma anche secondo le ripercussioni che i temi e motivi imbracciati dalle loro storie hanno avuto e hanno ancora sui settori più disparati dell’arte e della cultura. Di questo nobile compito si è incaricata la mostra Poesia e Destino. La fortuna italiana del Werther, curata da Maria Gazzetti e allestita presso la Casa di Goethe a Roma, derivazione italiana dell’esposizione Goethe. Verwandlung der Welt (Goethe. Trasformazione del mondo) proposta contemporanemente alla Bundeskunsthalle di Bonn. Il fronte romano di questa riflessione d’après Goethe si è concentrato dunque su Werther, figura immortale dell’immaginario sette-ottocentesco, attingendo a tutta una serie di materiali provenienti tanto da musei italiani e tedeschi, quanto dal grande fondo goethiano che la Casa di Goethe a Roma custodisce: edizioni originali e in traduzione del Die Leiden des jungen Werthers (I dolori del giovane Werther), pubblicate a cascata sull’onda dell’immenso successo dell’opera presso la gioventù europea dell’ultimo scorcio del Settecento, dipinti, acquerelli,
di Diego procoli
Si è chiusa il 20 settembre scorso la mostra romana Poesia e Destino. La fortuna italiana del Werther. Come ha contribuito l’Italia alla lettura del capolavoro goethiano? E quali le implicazioni musicali? Sulle tracce di una via italiana poco battuta, dal melologo al melodramma.
acquetinte e acqueforti e tutta una serie di oggetti prodotti sulla scia della febbre wertheriana, contributi originali di figure illustri della letteratura nostrana, il tutto accompagnato da pannelli esplicativi e d’approfondimento, da strumenti volti a offrire la possibilità di vivere in modalità ‘immersiva’ l’opera del genio di Francoforte e da una serie di opere d’arte legate alla riflessione sul wertherismo nel contesto della cultura contemporanea, segno tangibile di quella vocazione didattica ad ampio spettro tipica di un certo modo tutto tedesco di far vivere la cultura. Guardando proprio al ‘sottotitolo’ tedesco della mostra, possiamo capire meglio quale sia stato il segno di questa importante ope-
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