Muzi Kult n°25 - Maggio/Giugno 2016

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Muzi

Kult bimestrale

pag. 14 Pierpaolo Capovilla in "Suoni Pindarici"

pag. 70

pag. 64 La Scapigliatura in Highlights

"L'Orso", le rivoluzioni e i luoghi sicuri

pag. 76 "Eugenio in via di Gioia" tra leggerezza e riflessione

anno 4째 | n째 25

MARLENE KUNTZ LA "LUNGA ATTESA"



MUZI KULT anno 04 n° 25

Direttore Editoriale: Gennaro de Rosa Produzione: MUZI KULT Editore: Edizioni Emmekappa Responsabile grafico: Salvatore Greco Capo-Redattore: Monica Reale Redazione: Monica Reale, Paolo Fulciniti, Marianna Chiarelli, Gennaro de Rosa Hanno Collaborato a questo numero: Monica Reale, Miriam Caruso, Debora Borgese, Salvatore Greco, Fabrizio Cariati, Federico Cimini, Giulia “Ghibli” Rubenni, Claudia Palermo, Gennaro de Rosa, Victor Solaris, Loredana Ciliberto, Max Sannella, Simone Arminio, Vladimir Costabile, Luisa Marini, Lo Staff di ‘Musica contro le mafie’ (Mary Chiarello) Concessionaria Esclusiva per la Pubblicità: OnMagPromotion onmagpromotion@gmail.com Pubblicato su www.issuu.com Distribuito gratuitamente © 2012 - Tutti i diritti riservati

OSPITI: MARLENE KUNTZ - Cristiano Godano Marlene Kuntz, un pezzo di storia della musica italiana, dopo 22 anni di carriera continuano a conquistare il loro pubblico con un sound in continua evoluzione. Il loro ultimo lavoro, “Lunga Attesa”, è un’esplosione di chitarre distorte e ringhiose, un disco che porta nuove vibrazioni nel panorama dell’underground. Miriam Caruso ha incontrato, per noi, Cristiano Godano

LA SCAPIGLIATURA Claudia Palermo li ha intervistati; due fratelli, l’amore, i viaggi, la ribellione... tutto racchiuso in una sola passione: la musica. Ascoltando il loro album e intervistandoli, mi sono venuti in mente il romanzo di Nabokov “Invito a una decapitazione”, e una frase di “Alice”, una delle canzoni di De Gregori che amo di più: “Ma io non ci sto più e i pazzi siete voi”. Jacopo e Niccolò Bodini, nella vita così come nella loro musica, alle false trasparenze dettate dal conformismo della società.

PIERPAOLO CAPOVILLA Loredana Ciliberto per la rubrica “Suoni Pindarici” ha intervistato il fondatore de Il teatro degli orrori, Pierpaolo Capovilla. Cantante e bassista di uno dei gruppi seminali degli anni novanta, i One Dimensional Man, pubblica con loro cinque album destinati a lasciare il segno nella storia del rock italiano più radicale.

L’ORSO Le Rivoluzioni e i Luoghi Sicuri, alcuni dei punti cardine delle generazioni più giovani, che affrontano il mondo con lo sguardo del cambiamento. Miriam Caruso ha incontrato L’Orso, band nata quattro anni fa, che ha portato questa realtà nella propria musica, raccontandosi al proprio pubblico. A marzo è uscito il loro nuovo disco, “Un Luogo Sicuro”

EUGENIO IN VIA DI GIOIA Freschezza, simpatia, talento, coinvolgimento: un mix perfetto per un grande percorso… Li ha incontrati per noi Claudia Palermo. in Highlights una lunga intervista alla band rivelazione.

PAOLO ANTONIO “Il disco del momento” è indiscutibilmente di Paolo Antonio; pochi capelli in testa ma tantissima creatività adoperata con grande stile e spiccata intelligenza. Cantautore siciliano già noto per i suoi brani cinici, sarcastici e disincantati sul tempo che viviamo, che gli hanno permesso di incassare svariati premi e meritate riconoscenze. In Muzi Glam, Debora Borgese lo analizza nel dettaglio.

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LE RUBRICHE DI

Promo Highlights Artists Artists 8-25

26-33

36-53

54-81

Live 82-83

EDITORIALE ...................................................... 6 LE RUBRICHE DI MUZI KULT

Camere a Sud “Dove vai? Al primomaggio !” [99 Posse - Gatti Mezzi - Motta - Stelton]

................................................... 8 Cimineide di Federico Cimini .................................. 10 Muzi Glam: Paolo Antonio di Debora Borgese ....... 11 Saggezza POPolare di Fabrizio Cariati ................... 12 Suoni Pindarici “Per un Teatro di Scena Pierpaolo Capovilla” di Loredana Ciliberto ............. 14 Chiamatemi Max... di Max Sannella ...................... 16 Rosso Fisso [Criticare, Apprezzare, Recensire] di Vladimir Costabile .. 18 La Musica è Lavoro: “Il Certificato di Agibilità” di Victor Solaris ...................................................... 20 Greatest Eats di Matteo Gabbianelli (Kutso) ............. 22 di Simone Arminio

SPECIALE “Musica contro le mafie”

Vedo Sento Parlo...Suono ! ............................... 28 Musica contro le mafie...va a Scuola ! ............ 30 Io Sostengo ...................................................... 32

MARLENE KUNTZ la “Lunga Attesa” pag. 56

MUZI KULT “PHONE CHARTS” .................... 34 PROMO ARTISTS

Lohren .............................................................. 36 Mirko Colombari .............................................. 37 Why Not ............................................................ 38 Eleonora Bonanni ............................................ 39 Enzo Costa ........................................................ 40 Maurizio Missaglia ........................................... 41 L’Artista del Mese: Marco De Luca ................. 44 Meet’n’Radio ..................................................... 46 Meet’n’TV .......................................................... 50

HIGHLIGHTS ARTISTS

Marlene Kuntz .................................................... 62 La Scapigliatura ............................................... 64 L’Orso .................................................................. 70 Eugenio in via fi Gioia ......................................... 76

LIVE

In Tour .............................................................. 82

MUZI RECENSE .............................................. 84

LA SCAPIGLIATURA in Highlights pag. 64

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L’EDITORIALE

di Gennaro de Rosa

Siamo arrivati alla conclusione del quarto anno insieme a Voi. Se ci guardiamo alle spalle ci sembra tanto il cammino percorso, i passi fatti, i cambiamenti, la gente con la quale abbiamo condiviso percorsi, battaglie, idee e quant’altro. Ma ci piace guardare avanti e renderci conto che di fronte a Noi c’è un viaggio lunghissimo ancora da percorrere, migliorandoci, cambiando e rinnovandoci di continuo. Da questo numero in avanti nasce una nuova rubrica nella quale raccoglieremo sempre più recensioni dei dischi che ci inviate ogni giorno e che i nostri collaboratori ascoltano, apprezzano, criticano e condividono con la redazione. Questo spazio avrà il nome di “Muzi Recense” e lo troverete nelle ultime pagine della rivista perchè il nostro obiettivo è quello di farlo crescere sempre più e dare spazio a più artisti che si possa. Salutiamo due collaboratori che ci accompagnano da tantissimo tempo, le strade sono tante e anche quando non si separano è bene che si perdano gli appigli ai quali alcuni si aggrappano senza avere la consapevolezza del valore di ciò che contribuisce alla creazione del nostro quotidiano e della nostra vita. Gli facciamo un grande in bocca al lupo per il loro percorso artistico e, perchè no, di redazione e scrittura per altre realtà che magari non aspettano altro che loro bussino alla loro porta. Un numero “rutilante” …si si …rutilante… il numero 25 di Muzi Kult. In copertina una delle band cardine del mondo rock italiano e non solo: i Marlene Kuntz; Cristiano Godano ci ha concesso una bellissima intervista in una delle date del tour di “Lunga Attesa”. Numero ricchissimo di ospiti ed artisti: La Scapigliatura, Pierpaolo Capovilla, L’Orso, Eugenio in via di gioia e tanti tanti altri… Il 25 è sempre un bel numero “colorato e carico di fiori” in questo caso . Ci alleggeriamo da pesi superflui per volare sempre più in alto…perchè la vita, come diceva qualcuno che la sapeva di certo più lunga di noi…”va vissuta con leggerezza, ma leggerezza non è superficialità ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”.

Se ci guardiamo alle spalle ci sembra tanto il cammino percorso, i passi fatti, i cambiamenti, la gente con la quale abbiamo condiviso percorsi, battaglie, idee e quant’altro. Muzi Kult 07


CAMEREASUD di Simone Arminio

Una finestra aperta, magari sul mare. Le tende che volano, attirate dal vento. Il luogo, comprensibilmente, è a Sud, e ciò influisce non poco sulla musica. Da quando l’ho capito faccio sempre lo stesso esperimento: giudico un disco solo dopo almeno due ascolti. La prima volta mi direziono a nord. Fermo e concentrato, a finestre chiuse. La seconda volta guardo a Sud. L’attenzione tutta rivolta agli errori, la finestra aperta, a volte reale, altre immaginaria, ma quasi sempre orientata a Sud.

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DOVE VAI ? AL PRIMOMAGGIO…! Per il Concertone, ogni anno, dai mille comuni d’Italia si organizzavano pullman, convogli ferroviari, spedizioni e viaggi organizzati. Non c’era poi davvero bisogno di indicare la destinazione: Concertone andava bene, e meglio ancora ‘Primo maggio’. ‘Dove vai?’. ‘Al Primo maggio’, e la risposta era bastevole a indicare il concerto gratuito organizzato ogni anno dai sindacati confederali in piazza San Giovanni, Roma. Quand’è che tutto è cambiato? Ormai di Primimaggi ce ne sono, ogni anno, almeno tre degni di nota. Ciò tralasciando le trashate. Taranto fa a gara con Roma e, onestamente, in merito al cast quest’anno ha stravinto. A Roma rimane la diretta su RaiTre, che non è poco, è una certa aura di magia. ‘Vado al Primo maggio di Roma’ per cantanti e musicisti rimane ancora oggi un blasone da appuntare sulla biografia. E però, e però. C’è sempre una straordinaria bravura, in Italia, e eliminare la musica migliore dai contenitori più importanti, per lasciar spazio alle logiche commerciali. Succede al Festival di Sanremo con i vincitori dei talent televisivi, e al Concertone idem, sebbene con più garbo. Paura di non essere seguiti, di non essere più attrattivi: ma se poi non chiamiamo Skin, che spopola in tv, la gente viene? E fortuna che, anche quest’anno, i numeri di Taranto hanno dimostrato che sì, la gente continua a venire ancora con i Litfiba, Silvestri, nuovi fenomeni come Levante e altri ‘estranei’ del jet-set televisivo. Ora, chiariamo: il Primo Maggio a Roma non ha perso poi tutto questo smalto. Si difende bene. Ma pensa di vincere la sua concorrenza, prima inesistente e oggi spietata, portando in piazza la sua quota di cibo precorro per teenager. Senza considerare che, nei decenni, i ragazzini a piazza San Giovanni si sono fatti una cultura, non tanto per trovare becchime a gusto sicuro. Ai tempi, sciocchi, gli organizzatori credevano che una posizione di vantaggio (la gente in piazza viene comunque, e in tv ti guarda) fosse un vantaggio da sfruttare per offrire una volta tanto delle cose che in radio e in tv, purtroppo, non passano mai. E funzionava. Oggi invece sembra prevalere l’atteggiamento difensivo: e se non mi guardano? Meglio dare loro quello che si aspettano, che conoscono già. Ecco: siamo ancora in tempo. Ma se volesse invertire la rotta, forse la concorrenza il Primo maggio di Roma la vincerebbe più proponendo che andandosene a traino. Arrivederci al 2017.


SELTON Loreto paradiso (Godzillamarket-Believe / Self)

Voto

8

Da ascoltare in metropolitana, a Milano. E poi uscire e non sapere quale fosse il lato giusto per risalire in superficie

Un disco degno, questo dei Selton. Perché esalta una normalità troppo spesso ignorata, perché ha fantasia e perché rifiuta le etichette localistiche. A che genere appartiene il disco di un gruppo di brasiliani che si forma a Barcellona, diventa famoso a Milano, canta in italiano ma mescola portoghese e inglese e inserisce strumenti brasiliani a sonorità rock e cantautorali? Non è musica italiana, non è musica sudamericana. Non sarebbe neppure ‘indie’, visto che l’indie non esiste. Ma faremo finta che ci sia, perché le sonorità di ‘Loreto paradiso’ sono le stesse che abbiamo imparato a cogliere e apprezzare in certi dischi di Devendra Banhart o dei Beirut. Miste a quel desiderio di libertà che contraddistingue i lavori senza padroni o finti tali. Loreto paradiso è uno squarcio in una quotidianità di persona normale, che ha trovato il suo vantaggio di vivere anche a costo zero, anche in un posto non universalmente riconosciuto come un paradiso. La prova è superatissima: il disco suona bene, si fa ascoltare e sa rimanere. I Selton nel frattempo sono volati in Brasile per cercare di diventare profeti in patria e, lentamente, stanno riuscendoci. In Italia un posto lo meritano già da tempo e non per la prima collaborazione con quel genio di Enzo Jannacci. Non solo.

99 POSSE Il tempo, le parole, il suono (Musica Posse)

Voto

4,5

Da ascoltare per affetto. O magari rivalutare in futuro.

Questo disco è fuori sincrono. Luca Zulù è fuori sincrono, e pure certe basi, tornate elettroniche dopo averci mostrato il bello della musica live e degli strumenti veri, oggi più che fuori sincrono sono fuori posto. E’ un gran peccato, perché il ritorno dei 99 con Cattivi guaglioni era stata una boccata d’aria. Poi, evidentemente, in fase compositiva, qualcosa non ha funzionato alla perfezione. Voglia di cambiare, chi lo sa, di sperimentare altro. Fosse così ci può sempre stare. Ma il problema è che Zulù e soci ci hanno abituato da tempo immemore a livelli altissimi, e ora a quei livelli sono condannati, inchiodati. Una parola più lunga del solito, un testo meno descrittivo di quanto non possa essere, e una base più stantia del dovuto, se in altri potrebbero essere perdonati (ma fino a un certo punto) ai re del rap militante non pare concesso. Poi, magari, come altre volte è capitato, è un disco che suona molto meglio dal vivo. Chi lo sa. Di per certo, alla prova stereo, i 99 non hanno dimostrato di aver centrato né il tempo né le parole. Tantomeno il suono.

GATTI MEZZI Perché hanno sempre quella faccia (Picicca) Rifare la poesia di ‘Vestiti leggeri’ non era possibile, e questo si sa. In musica, anzi, non sempre è una colpa: ché di disco superiore, in una carriera, ce n’è sempre almeno uno, ma non vuol dire che allora bisogna smettere. E poi questi due toscani, da sempre con quella faccia, sanno comunque il fatto loro. Lo dimostra meglio di ogni altro il loro ultimo incipit. Un’ode al divano che comincia da malinconico carillon e si trasforma in un pezzo tiratissimo, da ballare soli o girare in tondo. Poesia pura è ‘il mare è una scusa’. Di mare, ovvio, nei dischi dei Gatti Mezzi ce n’è sempre a iosa. Lo iodio pervade ogni testo, ogni musica e per fortuna. Non ci sono bombe, no. E’ piuttosto un continuum di poesie e trovate sonore che non sono invenzioni ma perfette prosecuzioni su un tema già noto: hanno sempre la stessa faccia, i Gatti mezzi. Ma è ancora di molto piacente. Voto

7,5

Da ascoltare sul lungomare di Cariati (CS), possibilmente d’inverno.

MOTTA La fine dei vent’anni (Woodworm)

Chi lo ha detto che non esiste una seconda chance? Francesco Motta, dopo due dischi con i Criminal Jockers, ne ha appena avuta una. Un disco solista. il primo. Opportunità ben sfruttata: la fine dei suoi vent’anni coincide con un disco carico, pieno, fresco e potente. Nulla di diverso ci si poteva aspettare dal disco solista di un batterista, strumentisti che per indole vanno poco d’accordo con i brani blandi. No: il sound è a tiro. La carica c’è tutta. Unita a dei testi oscuri, arrabbiati, ma non per questo troppo dark o minimali. Motta è un guardiano di notte, che va in giro a osservare a sentire l’odore dei vicoli. Potrebbe trasformarlo in tristezze o brutture, invece nelle sue mani quel mondo diventa energia positiva. L’esordio, insomma, è ben congegnato. Si aspettano gli esisti con curiosità.

Voto

7

Da ascoltare oltrarno, a Firenze, possibilmente dopo l’una di notte.

Muzi Kult 09


CIMINEIDE

di Federico Cimini

LIBRI, CITAZIONI, COPERTINE.

Il libro di cui parlo questo mese, è un romanzo breve, un giallo d’autore pieno di rimandi e significati: Una storia semplice, di Leonardo Sciascia. Mi è capitato di leggerlo un paio di anni fa, durante un viaggio di ritorno in regionale da Milano a Bologna. La storia è ambientata in Sicilia e racconta di un caso di apparente suicidio. Inizia con una telefonata alla polizia da parte di un diplomatico in pensione, tale Giorgio Roccella, che chiede alla polizia di andare subito a casa sua. Cerca di parlare con il commissario che però in quel momento sta per andarsene. La segnalazione è stata quindi presa dal brigadiere, rimasto però perplesso dall’interruzione brusca con cui si è conclusa quella telefonata ma, sotto rassicurazione del comandante, decide di andare a fare un sopralluogo la mattina successiva. Il giorno dopo però il brigadiere, andato al villino di Roccella, trova il diplomatico morto chino sulla scrivania e accanto a lui trova un foglio sul quale c’era scritto “hotrovato”. Inizialmente si è pensato che si trattasse di suicidio. Ma la verità era un’altra. E’ mia usanza non continuare a raccontare la storia, per provocare la curiosità del lettore, quindi direi che il resto è tutto da leggere.

Però è importante dire qualcosa su questo libro, e cioè che da questo piccolo episodio esce fuori una storia complicatissima di mafia, droga e corruzione. Il tutto in un centinaio di pagine in cui Sciascia in maniera decisamente geniale riesce a non dire mai le parole “mafia” e “droga”. Alla fine quella storia ha un colpevole, un assassino materiale oltre che un sistema corrotto. Ma come succede nelle classiche vicende di mafia e legalità precaria, a vincere è l’omertà. E tutte le complicazioni, gli intrighi e la necessità di giustizia, passano in secondo piano, ridimensionando la gravità e la trama complessa che scaturisce da un omicidio di mafia ad una storia semplice, in cui alla fine non si sa mai chi è l’assassino. Ma ci siamo abituati. Consigliato ai coraggiosi. Si legge in 2h e 45min.

LA CITAZIONE Nei componimenti di italiano lei mi assegnava sempre un tre, perché copiavo. Ma una volta mi ha dato un cinque: perché?». «Perché aveva copiato da un autore più intelligente»

10 Muzi Kult

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MUZI GLAM di Debora Borgese

Cos’è la Musica dovremmo saperlo tutti anche se, a volte, ci capita di ascoltare qualcosa o qualcuno che ci fa, quantomeno, venire il dubbio…che sia così. Ma in questa rubrica vogliamo darlo per scontato: “Tutti Sappiamo cos’è la Musica!” (ed anche con la “M” maiuscola). Il Glamour, ahinoi, invece non è così diffuso e di mostruosità al suo riguardo ci capita di vederne tante e, come si suol dire, “L’occhio vuole la sua parte”…e la vuole anche buona; eleganza, sensualità, seduzione…e soprattutto “fascino” gli ingredienti fondamentali di questa rubrica. “Muzi Glam” unisce ciò che tutti pensiamo di sapere cos’è con ciò che tutti dovremmo sapere cos’è. Vi avvisiamo, in questa rubrica “l’abito fa il monaco”…e anche “la monaca”.

“IL DISCO DEL MOMENTO” È INDISCUTIBILMENTE DI PAOLO ANTONIO! Pochi capelli in testa ma tantissima creatività adoperata con grande stile e spiccata intelligenza. Lui è Paolo Antonio, cantautore siciliano già noto per i suoi brani cinici, sarcastici e disincantati sul tempo che viviamo, che gli hanno permesso di incassare svariati premi e meritate riconoscenze.

“Il disco del momento” sembrerebbe allontanarsi dai contenuti dei precedenti lavori, in realtà l’uscita del singolo coincide con il dibattito sempre acceso sulle difficoltà di chi opera nella musica e l’esigenza di essere presenti nei principali canali di diffusione delle opere discografiche.

La struttura del singolo segue gli schemi e l’immediatezza pop, senza colpi di scena e velleità di sorta. Una scelta condivisibile perché concentra l’attenzione sulle parole del brano che racchiudono le speranze dei musicisti prossimi alla pubblicazione dei loro progetti musicali: ottenere passaggi in radio, avere la possibilità di aumentare la visibilità partecipando a programmi televisivi, essere orecchiabili e segnare particolari momenti nella vita dell’ascoltatore per poterne rievocare immagini ed emozioni attraverso le loro note.

La raffinata eccentricità di Paolo Antoniogli consente di conquistare un posto di risalto in vetrina: dalla cura del dettaglio come l’insostituibile montatura bianca dei suoi occhiali da vista, al vestito indossato nel video del singolo “Il disco del momento”,realizzato con un tessuto che riporta l’icona della fine delle trasmissioni. Inutile riuscire a strappargli dove sia riuscito a trovarlo! D’altronde è un artista e come tale è giusto che custodisca i suoi segreti! Adesso bisogna capire solo quale rimedio riuscirà a sperimentare per preservare la suola delle sue scarpe destinate a camminare molto a lungo sulla strada del successo che già lo vede protagonista con la sua musica e con la sua incantevole figura.


SAGGEZZA POPOLARE di Fabrizio Cariati

Carissimi lettori di Muzi Kult bentrovati, è sempre un grande piacere scrivere per voi ed incontrarvi nella “ saggezza popolare “ Siete carichi? Sentite nell’aria la primavera? E non mi riferisco solo alle allergie... Vi confesso che la primavera ha sempre un effetto travolgente su di me, mi scombussola il bioritmo, ma in positivo, sono iperattivo. Probabilmente è legato alle due professioni che svolgo, quella di educatore/insegnante di sostegno a scuola e dunque impegnato in questo periodo dell’anno, assieme ai miei studenti, nella preparazione dell’esame. E l’altra, che invece, mi vede impegnato a percorrere chilometri in furgone, per raggiungere nuovi palchi e fare festa assieme ai miei compagni dell’avventura più bella della mia vita, la musica, che gode dei privilegi della bella stagione. E’ in questo periodo dell’anno che “ spingo “ di più sull’acceleratore, e che ci crediate o no, mi sono accorto di non avere più il fisico. Adesso non vi allarmate, non sono mica vecchio e spacciato, però vorrei farvi notare quanto abbia “ tirato la corda “ in questi anni. Non è sicuramente lo stile di vita più sano e consigliato, quello di percorrere, per esempio, 350 km di furgone, esibirsi con la propria band fino all’una di notte, e ripercorrere gli stessi chilometri per rientrare a casa di notte perché l’indomani si ritorna al lavoro, a l’altro dei due. Purtroppo non sono fatto di adamantio anche se con Wolverine ho in comune il caratteraccio (oltre alle basette), e quindi ecco l’ispirazione per il nuovo proverbio di questa rubrica:

“a tirar troppo la corda si spezza”

Sono sicuro che in molti avete udito questo modo di dire, che sicuramente ci invita a non esagerare, a non persistere, della pazienza delle persone o delle situazioni, poiché “la corda troppo tesa si spezza”. A me lo dicevano da piccolo, quando in modo assillante avanzavo le mie richieste da bimbo capriccioso. Con gli anni ho avuto modo di riflettere meglio sul proverbio in questione, e sperimentarlo personalmente. A dire il vero, con l’esperienza, ho ritenuto opportuno estendere il proverbio con il concetto di “punto di non ritorno”, conosciuto attraverso gli studi della legge di Hooke. Tale legge si esprime sulla relazione costitutiva dei comportamenti dei materiali elastici. Essa è formulata dicendo che l’allungamento subito da un corpo elastico è direttamente proporzionale alla forza ad esso applicata. I materiali ideali a cui questa legge fa riferimento sono i materiali elastici­lineari, quindi per intenderci una molla classica. Quando smettiamo di applicare una forza che causa l’allungamento della forza elastica, il corpo elastico ( la molla ) torna allo stato iniziale. Ma quando la forza applicata supera il “punto di non ritorno” il corpo elastico non torna allo stato iniziale, ma ne rimane deformato. Certe volte ci capita di insistere, su punti di vista, modi di fare, col rischio di far spezzare la corda, e anche se non dovesse rompersi, come nel caso della molla, il rischio è che comunque la situazione non torni come prima. Capita che le situazioni cambino, e che le idee si evolvano e dunque tra le righe del superamento del “punto di non ritorno” voglio leggere una nota positiva. Certe corde si spezzano, certe molle si deformano, ma qualcuno sostiene che “più si tira la corda e più forte si stringe il nodo”. Un abbraccio affettuoso a tutti voi.

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SUONI PINDARICI Per un teatro di scena.

Intervista a Pierpaolo Capovilla Altro numero super speciale per la nostra rubrica, con un’intervista al fondatore de Il teatro degli orrori, Pierpaolo Capovilla. Cantante e bassista di uno dei gruppi seminali degli anni novanta, i One Dimensional Man, pubblica con loro cinque album destinati a lasciare il segno nella storia del rock italiano più radicale. Capovilla non ha mai nascosto il suo amore per la letteratura, soprattutto per i lirici russi del Novecento, passione che lo spinge a cimentarsi con Majakovskij in una lunga tournée di reading. Nel 2013 Capovilla passa ai reading pasoliniani, incentrati sul poema “La religione del mio tempo”. Nella sua esperienza artistica sono certamente distinguibili la devozione per la tradizione del rock più sanguigno di matrice americana, l’amore per la poesia e la drammaturgia russe, ma anche la passione civile, sempre polemicamente ribadita nei concerti e negli incontri pubblici. Nel 2014 Capovilla pubblica il suo primo album solista, “Obtorto Collo”. Lo abbiamo incontrato alla fine del concerto tenuto dal Teatro degli orrori all’Auditorium dell’Università della Calabria.

Che ne dici se partiamo dal connubio musica e letteratura? Le nostre canzoni sono letteratura. Poi magari non saranno letteratura di chissà quale pregio, ma sono letteratura. Io cerco di raccontare, e parlo di me perché io non sono solo “Il teatro degli orrori”, ma scrivo anche per altri autori, provo a raccontare il consorzio umano che ho attorno. La mia vita è così, perché vivo in questa società qui. Se non raccontassi le ingiustizie, le disuguaglianze, le prevaricazioni della società in cui vivo, non racconterei niente.

Le cose accadono molto per caso, a volte. Mi sono avvicinato al Pasolini poeta perché mi invitarono a farlo. Io conoscevo il Pasolini politico, il polemista, il regista, non lo conoscevo sotto quest’altro aspetto, ma

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Ph. Pasqualino Caparello

La forma del reading ha avuto un boom negli ultimi anni. Per te cosa ha significato? Una necessità espressiva? Oppure più una necessità di stacco dal turbinio studio-live/live-studio?

di Loredana Ciliberto e Pasqualino Caparello


ho accettato ugualmente la sfida. E mi sono reso conto che Pasolini è stato anche un grande poeta. E il problema dei poeti è che, se tu dici la verità e se hai degli ideali, come aveva Pasolini, è chiaro che la tua verità risulta scomoda al potere e il tuo essere poeta diventa inviso al potere. Un paese che uccide i suoi poeti che futuro ha? Che futuro può avere? L’approfondire il verso di Pasolini è stato scoprire che era molto più arrabbiato di me. Perché noi oggi siamo più nichilisti, più qualunquisti. Questa fine millennio cosa ci offre? Ci offre la fine della Storia. Stiamo disperatamente danzando su una nave che affonda. Pasolini non credeva di essere su di una nave che stava per affondare. Pasolini voleva guidarla questa nave, indirizzarla in un lido. Viva Pier Paolo Pasolini!attorno. La mia vita è così, perché vivo in questa società qui. Se non raccontassi le ingiustizie, le disuguaglianze, le prevaricazioni della società in cui vivo, non racconterei niente.

Pubblico e privato. La tua musica è spesso una summa di entrambi. È un espediente narrativo molto comune: io parto dal particolare per riuscire a narrare (o almeno ci provo) l’universale. Parto sempre da storie minute, minime, per poter parlare di tutti noi. Ognuno di noi contiene un sé un mondo intero. Quindi per me è assolutamente normale che il privato diventi pubblico. Che il privato sia non solo pubblico, ma politico.

Ti è capitato di collaborare con musicisti stranieri? C’è qualcuno col quale ti piacerebbe particolarmente poter suonare? Eh sì! Mi piacerebbe scrivere canzoni per Rod Stewart. Scriverei poi un disco intero per Umberto Tozzi, per farlo rinascere. Ma scriverei un disco anche per Tiziano Ferro!

Ti capita di andare ai concerti di band e musicisti che non conosci? Hai avuto qualche folgorazione in questo senso negli ultimi tempi? No, mi capita raramente di vedere concerti e, francamente, nessuno di quelli visti negli ultimi tempi mi ha particolarmente entusiasmato. Come definiresti il Teatro degli orrori Noi facciamo musica autentica, i nostri concerti sono autentici, genuini, non sono soltanto spontanei, i nostri concerti sono veri, sono momenti di vita vissuta. Tutti quanti insieme. Noi siamo teatro di scena, non siamo teatro di prosa. Abbiamo imparato la lezione artaudiana.

Siete il teatro della crudeltà? Volevamo chiamarci “Il teatro della crudeltà”, non lo abbiamo fatto per pudore nei confronti di Artaud. E abbiamo optato per “Il teatro degli orrori”, l’importante era che fosse un nome difficile da ricordare, difficile da pronunciare in inglese.

A proposito di inglese, qual è stata la reazione del pubblico al momento del cambio dall’inglese all’italiano? A me non ha importato spiazzare gli ascoltatori. Sentivo che dovevo farlo e l’ho fatto. E mi sono reso conto che, una volta che canti in italiano, la gente ti capisce. Eh eh! Possiamo anche cantare le canzoni più belle del mondo, ma se non ti capiscono… Guarda c’è una coerenza poetica e narrativa forte tra le canzoni dei One Dimensional Man e quelle del Teatro degli orrori, ma nessuno se n’è accorto. Appunto perché i più non capivano cosa cantavamo.

Una tua riflessione sulla scena cosiddetta “indipendente” italiana? Te lo chiediamo da appassionati eh! Noi curatori di questa rubrica siamo un gruppo di divoratori di musica live, non siamo dei critici! Bah! Dico solo che è facile piangersi addosso. Soprattutto e proprio da parte dei critici, perché in Italia non esistono critici musicali, esistono solo criticoni. Che non hanno nulla da dire e da esprimere e che non lasceranno nessun messaggio ai posteri. Io, noi lasceremo dei messaggi ai posteri, non i critici. Perché non esistono i critici. Non esiste più una categoria di critici che possa dire “questo è bello e questo è brutto, questo è figo e questo no”. Non esistono, sono tutti cooptati dal potere piccolo borghese della società italiana. Tutti quanti. Facciamo nomi? Nooo, non facciamo nomi. Potrei farli tutti…

Da nostalgici degli anni novanta ti chiediamo di poter chiudere con un aneddoto dell’epoca dei One Dimensional Man. Ne abbiamo combinate così tante che trovarne una di inedita sarebbe difficile… Rubavamo in autogrill. Una volta abbiamo tentato di rubare un orso di peluche enorme, che per spostarlo ci volevano quattro persone.

Cosa dovevate farci??? Niente, metterlo nel furgone per poter dormire meglio e stare più comodi. Nell’uscire ci inseguì il direttore dell’autogrill, gridando: “Non è in vendita!”… “Ma noi non volevamo comprarlo…”.


CHIAMATEMI...

MAX

a cura di Max Sannella

“L’intera gamma della pittura, scrittura, musica, film è lì perchè voi la usiate…!”

(W.Burroughs)

HEATHENS

FILIPPO DR. PANICO

COSIMO MORLEO

BELTRAMI

ALPHA

TU SEI PAZZA

ULTREYA

PUNTI DI VISTA

Irma Records

Frivola Records

Irma Records

Suonivisioni

Il piacere di mescolare, interagire, manipolare nuove sonorità è materia in cui i veneti Heathens rotolano soddisfatti. Alpha è il nuovo lavoro, undici tracce più una alternative version di pura sperimentazione nelle quali l’arte dello sharing diventa fondamentale per la buona riuscita del tutto, una oscurità aliena che tra Massive Attack The dust, IDM, visioni su una contemporaneità incrinata e nebbie Knife Apocryphal masters, mette a suo carico un ascolto fluttuante, ricco di atmosfere noir e quel “galactic” che non tocca i piedi in terra. Tommaso Mantelli (Captain Mantell) produce il lotto, un pugno di personaggi noti dell’underground tra cui Manzan dei Bologna Violenta contribuiscono a innescarne il trip, mentre l’immaginazione ne firma l’impatto concreto, queste l’identità di un disco amniotico venato da quell’elettronica sospesa nell’onirico che porta l’ascoltatore a fare yo yo tra realtà e il proprio “imago” It Doesn’t matter, In limbo, To the end of the night.

16 Muzi Kult

Ci vogliono dischi come questo per iniettare l’energia necessaria all’underground nostrano ed evitare le magre nelle quali si è andato a ficcare. Frenetico è l’aggettivo adatto per sottolineare questa piccola botta di vita chiamata Tu sei pazza del cantautore romano Filippo Dr. Panico, un mix di pop, schizzi punkyes Ci vorrebbe una notte, storie intime e urbane che si attaccano all’ascolto come colla, dieci brani con la febbre dell’urgenza che intonano melodie, istantanee Compari, scompari, sapori vintage Capirai, capirei e una freschezza che sgancia simpatia a go go. Una tracklist che regala move it a chili, una dolceamara alchimia baldanzosa lontana dalle banalità (anche se all’inizio potrebbe essere scambiata per fancazzismo a ruota), che racconta amori e sfighe a presa rapida, una infilata di “perline” radiofoniche a palla tra le quali svettano Brave parole, Come sai fare tu e Dall’ora all’ormai, tutte pulsioni d’autore che Dr. Panico consiglia come “ricetta” per guarire dall’immobilismo mentale.

Con Mango nel cuore e gli 80,s nell’anima, il cantautore torinese Cosimo Morleo con Ultreya scandisce suoni e parole avvolte in un pop screziato, invernale, panacea per tunes Radio e amori straripanti, una scaletta elegante e sinuosa che concilia armonie ed estetiche lussuose a go go. Nove brani che funzionano all’istante, fanno sognare, volare e pensare con una manipolazione delicata di grazia, caratteristica di quei bei dischi retrò che non se ne fanno più, ma che rimangono on air all’infinito. Protagonisti assoluti di questo album tutti i brani proposti e che consacrano Morleo ad artista di serie A, ma se vogliamo cercare i camei Kavafis, La sposa e Desiderantes sono le candidature certe.

Capita di rado, ma ha volte l’artwork rivela già tutto. Punti di vista, piccolo cameo pop dei campani Beltrami, un succulenza di melodie e confidenze sulla gittata di undici tracce nelle quali il quintetto cronometra un suono multiforme, più timbri e sfumature, uno stabilizzante contatto tra orecchio e grandi respiri, non una perfezione formale, asettica, ma una bella grazia estetica che rimane in circolo per molto. Orecchiabilità, spirito radio friendly e hook coccolanti sono le linee base del lotto, l’ottima voce di Troianello (versatile e vissuta) ricama voli e radenti mentre il resto della band distribuisce le frequenze armoniche (stupende le corde di Giace nascosto nel profondo); fiati, tasti, ritmi fanno il resto Prospetti di Marzo, Sophie, Qui, tra le punte di diamante di un bel disco, da ascoltare e (ri)ascoltare tra le righe.


“Chiamatemi…Max” è la nuova rubrica di recensioni di dischi del panorama indipendente a cura del giornalista e Critico Musicale, Massimo Sannella. Max nella sua vita ha ascoltato milioni di dischi e ha scritto migliaia di recensioni per decine di testate italiane. Vive nella musica e per la musica; la passione per i suoni, i sogni e i segni lasciati dalle opere delle quali scrive, rende le recensioni di Max Sannella un modo unico per ‘impaginare gli sforzi di chi dai sistemi sonori e dalle alchimie delle parole vuol tirar fuori il ritmo vitale dell’anima’. Nel 1965 viene pubblicato un disco dal titolo “Call me Burroughs” ne è l’autore William S. Burroughs, tutti i brani provenivano da letture dei suoi romanzi Naked Lunch, The Soft Machine, Nova Express. I romanzi di Burroughs hanno influenzato generazioni intere di musicisti, scrittori, pittori, registi e quant’altro… hanno influenzato noi. Il parallelo e l’omaggio a Burroughs lo abbiamo trovato nelle parole di un altro grande maestro della Beat Generation : Jack Kerouac «Ci vorrebbe una notte intera a raccontare del vecchio Bull Lee; per ora, diciamo soltanto che era un maestro, e si può affermare che aveva tutti i diritti di insegnare perché aveva passato tutta la sua vita ad imparare». Così Jack Kerouac presenta William Seward Burroughs, nelle pagine di “On the Road” (una pietra miliare della letteratura ‘interplanetaria’)…così noi vogliamo presentare: Max Sannella.

LEGENDA SIMBOLI

ADORE

LOVE

ENJOY

LIKE

LE CHIAVI DEL FARO

PAOLO BRANCALEONI

THE PSEUDOSURFERS

DENTRO

ATTIMI DI VITA

UNDIVIDED

Autoproduzione

Meltina Records

Satellite Records

DISLIKE

HATE

WEIRD A LONG PERIOD OF BLINDNESS Lady Sometimes Records

Gli eugubini Le Chiavi Del Faro non hanno una definizione precisa del loro repertorio, ed il bello è proprio questo, una compressa di suoni e direttrici zigzaganti che beffano le gabbie stilistiche e ruotano liberi in un cosmo tutto loro. Dentro è – diciamo – il loro “fuori” espressivo, disco che suona come una jam estemporanea, elettricamente piena e dove anche indubbie qualità musicali, pathos e creatività massiccia prendono totalmente il ring d’ascolto. Se proprio vogliamo “inquadrare” un minimo di imput, a farla da padrone sono il funk, calori anni Settanta, lazzi Prog, ballate e sperimentazioni acido/forbite, praticamente una sostanza sonica che oltre a non passare inascoltata dilata a dovere il senso del non confine. Tre tracce su tutte, la metafisca Malattie al galoppo, il pop rock lisergico Rotula e l’ansimo di La cura dei cori, tracce tagliando per un viaggio totale considerevole.

Piccole acrobazie poetiche per il cantautore insegnante umbro Paolo Brancaleoni, Attimi di vita, quattordici brani che sono anche racconti brevi del libro che le accompagna, una gradevole sostanza volante che culla, accarezza e parla di storie, sogni e realtà, pop, folk, intimità e suoni ibridi in un piacevole scorrere agrodolce che placa animi e allarga spiriti. Ed è vero, sono attimi di vita messi in fila come perline di una collana che rimane fedele alla virtù della semplicità, di una determinazione “teller” che li fa apprezzare anche ai più disattenti, ed è qui che Brancaleoni sfoggia tutta la sua arte del confidare concetti e parole di un commovente senso di maturità. Tre tracce dalla massa, il climax on the road Ores stultorum, la stupenda malinconia di Saudade e la solitudine fitta che si annida dentro Smile, quello che segue poi è un preziosismo di varianti senza prezzo.

Mettono a punto un disco di tutto rispetto, un’incudine di suoni affilati e animi acquietati, sei tracce di sostanza e peso. I romani The Pseudosurfers assaltano gli ascolti con Undivided, una texiture di shoegazer, arrembaggi grunge ed isterie punk, un vortice divinamente chiassoso e in cortocircuito che è pugno Bikini, Amica e carezza (Fields), 1951, Hibakusha, nel contempo. Tracklist umorale di una precisione esaltata, ricca di watt, diretta è d’immediata assimilazione da parte dell’ascoltatore; se la visceralità e l’urgenza fanno parte del vostro anelito stilistico, qui dentro c’è da gongolare e rimanerci sotto, un disco che ribadisce lo spirito di questa “macchina sonica” e le frontiere che il loro impeto può attraversare Squarer.

E’ un orgasmo shoegazer, una libido post-rock chiamata A log period of blindness dei Weird, realtà capitolina che fa una scelta di campo inderogabile, quella di sostenere il grigio come colore sonico dell’esistenza, un sound d’anima waveing che rimbalza sulle macerie del tempo. Otto tracce che rilasciano quell’onirico illuso/disilluso che sfugge a gabbie e recinti, un suono che è poi espressione solenne ed elegiaca degli immortali Ottanta e che il trio maneggia, modella e ricama nella purezza assoluta del buio. Echi, riverberi, elettricità galleggiante e voli indefiniti sono il motore primario del registrato, mentre l’ondeggiamento di Dead wax, l’infinito che spinge The sound of your heartbreak e la malinconia perfetta di Gaze sono le cause scatenanti di una bellezza che non tocca i piedi in terra, ma che va sempre più all’in su.

Muzi Kult 17


di Vladimir Costabile

ROSSOFISSO CRITICARE – APPREZZARE – RECENSIRE

“Parliamo di musica e balliamo d’architettura”

Trovarsi sulla strada dei parchi e guidare per 300 km con il serbatoio vuoto è un’esperienza mistica. Il pragmatismo che contraddistingue noi aitanti viaggiatori a rosso fisso è la capacità di non farci prendere dal panico. In macchina tutti dormono, è tardi, gli strumenti sono ben saldi tra le valigie e la cappelliera messa di traverso. La prima cosa da fare è provare a capire se il falso piano che si estende davanti a te possa in qualche modo aiutare il tuo transito… niente. Alzi la marcia arrivando a quella più alta e come sappiamo teniamo il motore fisso ai 2000 giri. In quel momento preciso il motore inizia il suo mantra, velocità costante consumi limitati, la strada ti guida. Noi assidui frequentatori della Salerno-Reggio non siamo abituati a strade senza intoppi, tutto diritto. Le montagne si stendono imponenti ai suoi lati, viadotti che squarciano, come un raggio di luce tra le nuvole, il paesaggio. Il cammino è lungo dolce e il motore canta la sua nenia, i pensieri corrono più veloci della tua andatura, novantachilometriorarifissi. I cartelli provano a metterti ansia, rifornimento a 130 km, non ho paura, sto pensando e anche se sono a rosso fisso arrivo dove voglio. L’andatura costante dei miei pensieri mi portano a riflettere ma poco importa a cosa, l’importante è andare, arrivare per partire. Ecco il rifornimento è a destra a 700 metri, anche questa volta sono arrivato…

GLI INSETTI NELL’AMBRA Controllo

LE HIBOU Mirrors

NADSAT Terminus EP

Rocchenrolla Label

Kaspar House

Skank Bloc Records

Melodie sghembe, armonie surVOTO: reali per questo duo di sede a Parigi. Un quasi Garage - proto elettronico, condito con una bella dose d’irriverenza nei testi. Estremamente colto come progetto nel suo voler sembrare facile ed esteticamente anche fastidioso. Lo-fi d’autore con arrangiamenti minimal e ben curati. Gli insetti nell’ambra passano l’esame del primo disco dopo un promo ep datato 2015.

18 Muzi Kult

FLAT BIT Imperfette Condizioni Alka Record Label

Tornano i Le Hibou con un nuovo lavoro intitolato VOTO: Mirrors. Vecchie conoscenze loro, che si fanno apprezzare per una maturità artistica e un lavoro che suona davvero intenso e a tratti onirico. L’ep non ha singoli importanti, i brani tutti concepiti con buona padronanza, mantengono un volo basso senza sbavature, tutto molto composto adulto e maturo. Forse manca un po’ di sana rabbia a mettere quel pizzico di sale che manca.

Il math-rock, seppur condito di salse varie, è VOTO: vivo e vegeto e i suoi adepti proliferano nello stivale. Un genere sempre troppo nascosto a mio parere, figlio della scuola Prog Italiana. I Nadsat portano il verbo, veloci e matematici con suoni grossi e distorti. Le chitarre discorrono bene e le ritmiche sono possenti e granitiche. Il cammino del genere è duro e senza possibilità di errore, loro, in duo, camminano a testa alta, anzi saltellando a braccetto divertendosi e parlando di fantascienza.

Il punto di forza di questa band VOTO: sicuramente è la capacità di creare tormentoni. Bellissime melodie che si fondono perfettamente con le ritmiche. Il tutto è troppo “furbo” i suoni sono fighi, l’elettronica come pretesto, la voce ricorda il grande Olly degli Shandon, aggiungi un tocco di indie che non guasta e il progetto funziona, e funziona alla grande. Ascoltateli a cuor leggero mentre la domenica andate al mare e li amerete anche voi!


::: IL DISCO CONSIGLIATO :::

NEIL YOUNG - On The Beach il disco che voglio consigliarvi questa volta è un disco scoperto da pochissimi giorni grazie al mio amico Aldo. On The Beach di Neil Young. Un disco sostanzialmente Blues ma dalla connotazione assolutamente Dark. 1974 l’anno di pubblicazione, anno in cui Young chiude la sua trilogia del dolore (tecnicamente il disco successivo Tonight’s the night è stato registrato prima). I testi sono ermetici e dalla forte connotazione tragica e onirica. Tutto il mondo conosciuto, l’esperienza con Crosby e Stills finita, la sua relazione amorosa, termina. Woodstock oramai è un ricordo, l’eroina invade il sangue dei giovani e il caos e la depressione permettono a Neil di scrivere e registrare uno degli album più particolari della sua carriera. Come lui stesso le definisce “un buon album, soprattutto il lato b” Rimorso, tristezza e malinconia hanno reso questo disco “il disco più disperato degli anni 70” ma sicuramente una perla rara in un mercato discografico sempre più commerciale e ripetitivo.

MARCO SANTORO La piccola bottega di Khaloud

VUOI INVIARE IL TUO DISCO DA RECENSIRE a “ROSSO FISSO” ? Invia il tuo disco in streaming o in altro modo da concordare via email a: rossofisso.muzikult@gmail.com

BLAUSS Sudden Step

ANDROMACA Aves Spicere

Autoprodotto

Esuvia Dischi

Autoprodotto

Elegante, questa è la definiVOTO: zione unica che ho trovato per questo artista di origini Calabresi. I brani dell’EP sono arrangiati e orchestrati in maniera egregia, con il gusto di chi conosce la musica da studioso. Mai superfluo, ogni cosa al suo posto e soluzioni armoniche apparentemente semplici, ma in realtà complesse come le liriche che si adagiano dolcemente sulle note. Unico neo: Sono solo 4 tracce, che scorrono troppo velocemente… attendo l’album a breve!

LA MACCHINA DI VON NEUMANN Buona Musica! Autoprodotto

Un duo Dream pop dalle belle potenzialità, VOTO: i brani scorrono bene come in un sogno, con la giusta dose di riverbero ad allontanare i contatti con il terreno. Progetto D.I.Y. e per questo non mi dilungherò sui suoni che, è un vero peccato, potevano essere curati meglio e regalare emozioni ancora più forti. A parte questo dettaglio trovo davvero interessante il lavoro fatto e trovo conferma nel fatto che Roma ultimamente stia sfornando dei talenti davvero da tenere d’occhio.

Era tanto che non sentivo un disco così fitto VOTO: di suoni, tanto che non sentivo un disco di progressive suonato bene e articolato come questo, capace di spaziare dal drone al prog metal con interessanti soluzioni di continuità stilistica. Innesto interessante di non facile ascolto ma una volta vinta la reticenza verso brani così lunghi (nel tempo della vita social 11 minuti per un brano sono davvero tanti), devo dire che il tutto si trasforma in un interessante trip.

A differenza di quello che si legVOTO: ge sul loro bandcamp, La macchina di von Neumann, non sono affatto scarsi. Suonano e suonano bene, un post rock direi teatrale, a tratti logorante a tratti dissacrante. Musiche che nascono dal ventre, a volte embrionali e a volte si passa dal ventre alla testa senza perdere di vista l’obiettivo. Ottimo lavoro, niente di rivoluzionario ma una conferma che tutto scorra nel verso corretto.

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VICTOR SOLARIS nome d’arte di Vittorio Di Menno Di Bucchianico, 67 anni, musicista professionista fin dalla giovane età. Da circa venti anni dedica gran parte della propria esistenza al sociale, per la soluzione del noto caos legislativo che mortifica il comparto degli artisti dello spettacolo. Nel 2012 ha fondato SOS MUSICISTI, associazione nazionale di categoria unica nel suo genere, il cui nome dice tutto. E’ autore del MANIFESTO DEI MUSICISTI, in evidenza sul sito www.sosmusicisti.it e di se ama ripetere: “sono un musicista fortunato: sono un pensionato Enpals… Dio esiste!”.

victor.solaris@alice.it

20 Muzi Kult

La Rubrica di Muzi Kult che si occupa, grazie ad esperti e operatori del mondo della musica e della cultura, dei risvolti tecnici, burocratici e del lavoro nel campo della musica.


IL CERTIFICATO DI AGIBILITA’ Cari lettori, sapete tutti quanto sia caotica la legislatura sullo Spettacolo, specie in riferimento alla “lavoro” dei musicisti, dei tecnici e degli stessi organizzatori. In attesa (e nella speranza) che le istituzioni si ricordino che esistiamo anche noi e mettano finalmente mano a delle mirate riforme (sono vent’anni almeno che se ne discute) vorrei proporre una breve serie di facili articoli per districarsi più agevolmente tra le catene burocratiche che ingessano la nostra attività. In questa puntata inizierò a parlare del Certificato di Agibilità e, per una più semplice esposizione, ho pensato di utilizzare il sistema dei cosiddetti F.A.Q. Cos’è il Certificato di Agibilità? Fino al 2011 era una particolare autorizzazione dell’Enpals (l’ex ente di previdenza degli artisti) per far esibire i “lavoratori” dello spettacolo, siano essi artisti o tecnici, in un teatro, un esercizio pubblico, un palco all’aperto, ecc. Oggi, con l’accorpamento dell’Enpals all’Inps, non è cambiato assolutamente nulla, salvo che dobbiamo vedercela con una particolare branca dell’INPS che si chiama “Gestione ExEnpals”. Attenzione: non a caso ho scritto tra virgolette “lavoratori” … perché, nel caso di esibizioni a titolo gratuito, i prestatori d’opera non sono considerati lavoratori e l’Agibilità non occorre. Ma i contributi non si pagano anche per le prestazioni gratuite? Assolutamente no! Suonare a titolo gratuito non è un lavoro! Beninteso: la gratuità deve essere motivata e non semplicemente dichiarata. E non è basta neanche metterla per iscritto se non ci sono ragioni sufficienti per provarla. Per di più: nei casi in cui, pur in presenza di gratuità (festival, spettacoli di beneficenza, ecc) ci possa essere solo il presupposto che l’artista possa essere pagato (anche pochi euro), occorre una comunicazione all’Inps del particolare evento. L’Ente, a sua volta, “dovrebbe” rilasciare la c.d. Agibilità a titolo gratuito. In verità, il “certificato di Agibilità a titolo gratuito” nessuno sa neanche come è fatto. Tranquilli però … una volta fatta la segnalazione, vale la regola del “silenzio/assenso”. E se si suona gratis non per beneficenza, ma perché ci si vuole esibire a tutti i costi da qualche parte. A giusto parere dell’Inps, occorre l’Agibilità (e i contributi si pagano) perché si tratta comunque di una prestazione di servizio a terzi di tipo commerciale e in tal caso il lavoratore, può rinunciare al compenso, ma non ai contributi previdenziali. Cosa c’è scritto sull’Agibilità? Il nome dell’artista e i suoi dati anagrafici, la data dell’esibizione, il luogo (locale, teatro o altra location) e la paga. Come si richiede? Si richiede segnalando i dati di cui sopra su apposito portale dell’INPS. Ma… a cosa serve, se comunque poi i contributi verranno versati?

L’Agibilità è uno strumento di deterrenza all’evasione contributiva. Infatti gli artisti, cambiando continuamente location e datore di lavoro, sono difficilmente “controllabili”. Quindi, per mezzo dei dati acquisiti, l’ente di previdenza si riserva di effettuare verifiche sul posto e a seguire potrà anche controllare l’avvenuto pagamento del relativo contributo previdenziale Chi deve richiederlo, il musicista, il gruppo o l’organizzatore? Salvo eccezioni, è il “datore di lavoro” dell’artista che deve provvedere alla richiesta. Allora, … perché i proprietari dei locali richiedono l’Agibilità ai musicisti stessi? Qui inizia la parte più complessa della questione. E’ bene chiarire che la procedura per la richiesta del Certificato d’Agibilità, per quanto da qualche anno sia stato resa telematica, è comunque abbastanza complessa. E altrettanto lo è il versamento successivo dei contributi e altri oneri. Quindi gli organizzatori, facendo leva sul fatto che, a particolari condizioni, i musicisti possono provvedere autonomamente, tendono a “scaricare” su di loro questa incombenza. Ma perché è così complessa? Vediamo cosa dovrebbe fare il gestore di una birreria che scrittura per una “sola serata” una band. Il malcapitato dovrebbe innanzitutto iscriversi all’INPS come organizzatore di spettacoli. E già … perché non esiste una formula per gli organizzatori “occasionali” o saltuari. Tanto per intenderci, per l’Inps, egli è parificato alla Fondazione che sostiene la Scala di Milano (!?!), dovrà conoscere in anticipo i dati anagrafici di tutti i componenti del gruppo, … non è sufficiente il nome della Band. Dovrà mettersi al PC e richiedere l’Agibilità singolarmente per ciascun elemento del gruppo. Entro il 15 del mese successivo dovrà effettuare il relativo versamento del contributo previdenziale. Poi dovrà effettuare un riepilogo mensile chiamato UNIEMENS (sembra una marca di mentine), un ulteriore strumento di controllo telematico con cui pochi commercialisti riescono a “dialogare”. Qualcuno lo definisce diabolico! … E la lista delle ottemperanze non finisce qui: resta l’Inail, i cosiddetti “contributi minori”, la ritenuta d’acconto; insomma tutto quanto previsto nella busta paga di un operaio in fabbrica. Il malcapitato, dovrebbe persino accertarsi che i musicisti abbiano fatto un corso “antincendio” e di “primo soccorso” specifico per lo spettacolo. E facile capire che se si tratta della scala di Milano, tutte queste incombenze si risolvono con commercialisti e personale adeguato, ma nel caso di un venditore di birra e di panini, costui farà molto prima ad accendere un televisore e far divertire i propri clienti con dei videoclip musicali o con le partite di calcio. Al massimo dovrà pagare l’abbonamento alla Siae. E come si fa a sollevare l’organizzatore da queste incombenze? Non c’è spazio in questa puntata, ve lo spiego nella prossima.

Muzi Kult 21


HI

©G BL I


t a e r G

s t a E t s e IN CUCINA CON…

DAVIDE VETTORI Davide Vettori, classe 1981, dedito alla grafica ed alla scrittura, una mano al sintetizzatore e l’altra al microfono: così il ritmo elettronico diventa il beat che lo accompagna anche nella creatività ai fornelli e sul piano di lavoro un bel bicchiere di vino rosso forte. www.davidevettori.it


di Davide Vettori

Greatest Eats

Prosegue, risultando ancora tra le rubriche più seguite dai lettori di Muzi Kult, “Greatest Eats”; lo spazio nel quale invitiamo artisti e operatori del mondo musicale italiano a mettersi dietro i fornelli. In Questo numero uno Chef d’eccezione con ricetta “tematica” da non perdere per nulla al mondo. Nella cucina di Greatest Eats in questo numero c’è Davide Vettori! Buon Appetito

“Gateau di Patate” alla VETTORI

Ingredienti • 1 kg di patate • 3 uova (se le avete a chilometro zero, è la scelta ed il sapore migliore) • speck, 1 fetta • mozzarella affumicata, 1 fetta (su speck, mozzarella ed altre varianti vado sempre ad occhio sulle dosi.. poi è una questione di gusti, per me, più speck meglio è) • grana padano • noce moscata

Motivazione della scelta Prima di tutto, per dare un buon utilizzo alle uova delle mie galline domestiche; poi perchè amo l’insieme del sapore delicato delle patate con la decisione dello speck.

• burro (anche qui ad occhio, ed a palato) • sale, pepe

in cuffia “Army of Me” - Bjork https://www.youtube.com/watch?v=6KxtgS2lU94

“On The Road Again” - Rockets https://www.youtube.com/watch?v=nizfvjzQSG8


Preparazione - Lessate le patate; solitamente uso la pentola a pressione per 5-7 minuti dal momento in cui fischia. Le preparo già pelate e tagliate a cubetti così da non dovermi ustinare le mani appena dopo la cottura - Sbattere le uova ed amalgamare con un pò di grana grattugiato, un pizzico di sale e pepe - Ungere una casseruola con burro - Quando le patate sono pronte, si può unirle con speck e mozzarella affumicata in una terrina, oppure se si sceglie di “risparmiarsi” una pentola da lavare (fatto che non si è in possesso di lavastoglie nè di gran voglia, aiuta molto) mescolare direttamente gli ingredienti nella casseruola, condendo con una grattugiata di noce moscata, pepe e sale q.b. - dopo aver creato un impasto omogeneo, livellate la superficie così da renderla omogenea - grattugiare il grana padano su tutta la superficie ed arricchire con qualche ricciolo di burro - infornare per circa 20 minuti a 180° ed ultimare la cottura con altri 5 minuti solo con parte superiore del forno accesa, così da creare una superficie dorata e croccante [anche qui c’è da andare “a naso” per i tempi di cottura, che variano da tipologia di forno) - lasciare raffreddare per qualche minuto ed..addentare

in cuffia “Testarossa Autodrive” - Kavinsky

“The Robots” - Kraftwerk

https://www.youtube.com/watch?v=0bwC1zJE49U

https://www.youtube.com/watch?v=VXa9tXcMhXQ

...Ora possiamo mangiare Se siamo in autunno-inverno, allora vicino ad un camino scoppiettante; in primavera-estate può essere servito freddo o tiepido, tagliato a cubetti come snack ed accompagnato da vino bianco fresco, seduti in giardino all’ombra delle piante

in cuffia “Quello che non ho” - Fabrizio De Andrè https://www.youtube.com/watch?v=CkHaE699Iuc

“Alabama Song (Whiskey Bar)” - The Doors https://www.youtube.com/watch?v=pQJFWhn1R_w

Vini consigliati • Raboso Piave • Merlot • Pinot Grigio


SPECIALE 16

LE MAFIE 26 Muzi Kult


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LA NUOVA PAGINA UFFICIALE FACEBOOK MUSICA CONTRO LE MAFIE Muzi Kult 27



Progetto del MIUR, Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione Piano Nazionale per la cittadinanza attiva e l’educazione alla legalità Il Progetto “Musica contro le mafie - Vedo, Sento, Parlo...Suono” è stato sviluppato in due fasi. Una prima fase formativa sulle basi di apprendimento al fine di promuovere la musica, il più popolare e universale dei linguaggi, ed in particolare quella di chi canta e suona desideri di giustizia. Una musica contro le mafie e per scuotere dall’indifferenza e dalla rassegnazione le persone, per l’affermazione di percorsi di giustizia sociale. Ha messo al centro del’attenzione la diffusione della cultura della legalità, della cittadinanza attiva, dei concetti fondamentali di condivisione, co-responsabilità e continuità. La creatività e lo spirito critico degli studenti saranno valorizzati e “messi in gioco” in una seconda fase attraverso la creazione, raccolta e sviluppo di un vero e proprio documentario; tutto ciò al fine di valorizzare i linguaggi artistici e le capacità cognitive attraverso forme di apprendimento alternativo. Il progetto “Musica contro le mafie - Ved, Sento, Parlo...Suono!” avrà come finale, un momento di raccolta, di condivisione e di incontro in una serata di presentazione di tutto il lavoro svolto.


30 Muzi Kult


Progetto del MIUR, Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione Direzione Generale per lo studente, l’integrazione e la partecipazione Interventi di supporto all’educazione alla legalità e alla convivenza civile nelle scuole Tour di 7 tappe in giro per l’Italia del progetto “Musica contro le mafie...va a Scuola!”. Il progetto mira alla diffusione della cultura della legalità, della cittadinanza attiva, dei concetti fondamentali di condivisione, co-responsabilità e continuità. La creatività e lo spirito critico degli studenti sarà valorizzato e messo in gioco attraverso la scrittura di brani musicali o testi letterari al fine di valorizzare i linguaggi artistici e le capacità cognitive attraverso forme di apprendimento alternativo. Saranno individuati 7 istituti divisi sull’intero territorio nazionale con i quali individueremo una data formale dell’incontro. Nell’ incontro, alla presenza di un artista di fama nazionale (tra quelli della nostra rete), di responsabili della nostra associazione e referenti territoriali di Libera proietteremo film documentario “L’Alternativa” (raccolta di testimonianza di decine di artisti italiani e personaggi del mondo del giornalismo e dell’associazionismo di promozione sociale). Seguirà alla proiezione un incontro/ dibattito con relazione e approfondimenti dei relatori, interazione e partecipazione attiva degli studenti con le loro testimonianze. Preventivamente e in accordo con gli insegnati o con il referente della funzione strumentale, gli studenti riceveranno materiale informativo e una guida digitale, insieme ad un numero di libri “musica contro le mafie” al fine di realizzare un percorso di consapevolezza e di cammino verso l’incontro ufficiale. Realizzeremo un Portale web ufficiale del progetto “Musica contro le mafie ...va a scuola” dove saranno indicati e troveranno spazio tutti gli istituti coinvolti. Il portale avrà la funzione di raccolta ed esposizione dei componimenti musicali e/o letterari degli alunni di ogni istituto che saranno letti, suonati ed esposti durante la tappa ufficiale. Alla fine del Tour, gli studenti coinvolti di ogni istituto potranno votare con un apposito sistema attraverso i social-media i componimenti degli altri istituti. Dalla selezione e scelta degli stessi studenti verranno fuori un certo numero di componimenti musicali e/o letterari che saranno pubblicati ufficialmente dal partner, produttore ed editore Emmekappa.

Muzi Kult 31


IO SOSTENGO

MUSICA CONTRO LE MAFIE Continuano le Adesioni di Nuovi Artisti al Progetto “Musica contro le mafie” Qui alcuni degli artisti che fino ad oggi abbiamo incontrato sul nostro cammino, amici che fanno già parte del gruppo di artisti di “Musica contro le mafie” e altri nuovi amici. Se vuoi conoscere tutti gli artisti di “Musica contro le mafie” clicca su : www.musicacontrolemafie.it

Cristiano Godano

Pierpaolo Capovilla

Roy Paci

32 Muzi Kult


Leon Pantarei

Matteo Gabbianelli

Mad Simon

Caparezza

The Niro

Muzi Kult 33


MuziKult Phone Chart

muzikultphonechart.altervista.org

Le Classifiche dalla Cabina !! ...dall’indice 34 Muzi Kult


SALMO FT.V.KWALITY & T.BARKER Il Messia

1

1

(S.M.Entertainment)

(S.M.Entertainment) - regia: Alberto Salvucci

ROCCO HUNT Wake up

2

2

(S.M.Entertainment)

3

(Musica Posse)

4

CLE-

CLEMENTINO Quando sono Lontano (U.M Italia)

6

7

MARCO MENGONI Parole in circolo (S.M.Entertainment)

FRANCESCO GABBANI Amen (BMG)

8

SALMO 1984

(S.M.Entertainment)

9

STADIO Un giorno mi dirai (U.M Italia)

10

ELISA No Hero

(Sugar) - regia: Alessandra Alfieri

DANIELE SILVESTRI Quali Alibi (S.M.Entertainment)

5

TOP TEN VIDEO CHART

TOP TEN SINGLES CHART

(Sugar)

5

FRANCESCA MICHIELIN Nessun grado di separazione

(S.M. Entertainment) - regia: Giacomo Triglia

ELISA No Hero

4

ROCCO HUNT Wake up

(S.M.Entertainment) - regia: Alberto Salvucci

99 POSSE Combat Reggae

3

SALMO FT.V.KWALITY & T.BARKER Il Messia

FEDEZ & MIKA Beautiful Disaster

(W.M.Italy) - regia: Mauro Russo

6

CLEMENTINO Quando sono lontano

(U.M. Italia) - regia: Mauro Russo

7

ALESSIO BERNABEI Noi siamo infinito

(W.M.Italy) - regia: Mauro Russo

8

MARCO MENGONI Parole in circolo

(S.M.Entertainment) - regia: Antonio Usbergo & Niccolò Celaia

9

DANIELE SILVESTRI Quali Alibi

(S.M. Entertainment) - regia: Fernando Luceri

10

MARTA SUI TUBI Amico Pazzo

(NoMusic) - regia: Nicola Martini

CLICCA E GUARDA LA CLASSIFICA COMPLETA PARAMETRI per le Classifiche : La presenza in classifica viene definita dalle segnalazioni dei “Muzi Kult Friends” che si dividono in : ‘TV Friends’ (direttori artistici, conduttori di Tv e web tv italiane) che segnalano una Playlist di 5 videoclip ognuno. ‘Radio Friends’ (speaker, dj, conduttori di Radio e Web Radio Italiane) che segnalano una playlist di 10 singoli ognuno. ‘Muzi Kult Friends’ (giornalisti, critici musicali, operatori del settore) che segnalano 2 playlist: una di 5 videoclip e una di 10 singoli. (Tutt i ‘Friends’ cambiano ogni 2 mesi e segnalano le loro preferenze ogni 15 giorni) In base a queste segnalazioni vengono stilati due elenchi di artisti per i videoclip e per i singoli. La presenza in più playlist dei Friends è il parametro di maggior influenza. (50% dell’influenza) La presenza in una playlist assegna un valore che va da 10 (dieci) del 1° (primo posto) a 1 (uno) del 10° (decimo posto) per i singoli e a 5 (cinque) del 1° (primo posto) a 1 (uno) del 5° (quinto posto) per i videoclip. Parametro importante inoltre per la classifica video e singoli sono le visualizzazioni ‘Youtube’ (35% dell’influenza) e la presenza in altre classifiche (Mtv, Deejay ecc) (15% dell’influenza)

CLICCA E GUARDA LA CLASSIFICA COMPLETA

LEGENDA: in salita

in discesa

new entry

stabile

rientrato

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LOHREN

Promo Artists Lohren. Suona bene, intrigante ed affascinante. E non solo nel nome. Il tutto si compie tra la femminilità di Giulia Lorenzoni e dall’estro digitale di Luca Zadra. Romani, ventidue anni e un primo grande obiettivo raggiunto: nella magica lista dei 40 di Area Sanremo. Scendono in campo e si danno in pasto alla critica musicale e al pubblico lanciando in radio un singolo che ha fatto storia: “Sfiorivano le viole” di Rino Gaetano. Ma dalle vene del duo romano, il brano prende un sapore electro-jazz-pop dalle pieghe metropolitane di sintetizzatori e drumming digitale ben programmato.

Guarda il video “Oggi No” di LOHREN su youtube: https://youtu.be/WtgVbs5qsTQ

Acquista il cd “Felici di Niente” di LOHREN su ITunes

https://itunes.apple.com/it/album/felici-di-niente/id1103659642

LOHREN on Facebook:

https://www.facebook.com/Lohren2

FELICI DI NIENTE Dopo l’omaggio a Rino Gaetano con una personalissima versione di “Sfiorivano le viole” è arrivato per il giovane (22 anni entrambi) duo romano dei Lohren, il primo disco di inediti chiamato “Felici di niente”. “Felici di niente” si dipana tra una personale ricerca testuale (il loro testi sono stati premiati anche da Mogol) e l’intento di far combaciare antiche radici di swing, jazz e di musica leggera italiana con suoni moderni, ritmi incalzanti e temi attuali, storie di vita vissuta e metafore sociali per tutti. Molti i giovani artisti romani intervenuti, sotto la supervisione di Luigi Piergiovanni, alla produzione del disco, ognuno dei quali ha apportato il proprio background stilistico, riuscendo così a coniugare anche da un punto di vista strumentale il seducente gioco tra passato artigianale e futuro digitale. Il disco arriva accompagnato dal video di due pezzi “Oggi No” e “Insonnia” interamente realizzato dagli stessi Lohren (Giulia Lorenzoni e Luca Zadra), dalle riprese alla regia, dal montaggio alla trama.

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MIRKO COLOMBARI

Promo Artists Mirko Colombari comincia a suonare la chitarra acustica per gioco da bambino poi all’età di 6 anni si iscrive al conservatorio Claudio Merulo (Istituto Peri). In seguito si avvicina alla chitarra elettrica e prosegue gli studi legati ai chitarristi Rock e al canto. Partecipa alla formazione di vari gruppi con cui collabora in vari modi ma soprattutto come chitarrista e autore (Naos, Elemento naturale, Nochextrana). Nel 2004 pubblica un EP con brani composti da lui e suonati negli anni precedenti in varie situazioni intitolato Mirko Colombari. Nel 2008 esce C219, album di Rock Italiano, suonato insieme a musicisti della montagna

Guarda il Videoclip “Amore vs Anarchia” di MIRKO COLOMBARI su Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=-x2EZR1U6j8

reggiana, con impronte anni 70 – 80 e particolare attenzione alle chitarre. Nel 2013 pubblica, insieme a una formazione di professionisti, un album cantautorale ma con sound english folk rock anni 60/70. L’album riceve molti pareri favorevoli dalla critica , passa in rotazione su varie radio e arriva in finale al premio Pierangelo Bertoli e al premio Augusto Daolio, viene utilizzato come inno del motoclub ufficiale Ducati Desmoboys. La musica d Mirko viene proposta live: dalla sola chitarra e voce o con spettacoli in band completa. Insieme ai suoi brani Mircko Colombari propone cover di De Gregori, Ligabue, Rossi, Zucchero, Dylan, Kravitz, Stewart, Nirvana, Pink Floyd, Credence a altri.

Acquista il cd “Bok” di MIRKO COLOMBARI su Itunes

https://itunes.apple.com/it/artist/mirko-colombari/id379269722

Acquista il cd “Bok” di MIRKO COLOMBARI su CdBaby http://www.cdbaby.com/cd/mirkocolombari2

MIRKO COLOMBARI on Facebook:

https://www.facebook.com/Mirko-Colombari-50821126389/

BOK L’album rappresentala fusione tra il cantautorato italiano e un sound folk rock di matrice inglese. Particolare attenzione alle chitarre acustiche e alla band, non sono stati usati sinth o programmazioni. L’autore ha voluto riportare l’ascoltatore agli anni 60/70 esprimendo concetti di vita quotidiana, di amore anarchico, di serate spensierate, di sesso senza inibizioni, di motociclisti senza meta, con qualche critica sottesa al mondo politically correct. La voce «poco educata» di Mirko Colombari non è stata processata in alcun modo. L’ artista non voleva rivolgersi alla massa ma solo a chi cercava determinate sensazioni.

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WHY NOT

Promo Artists «Why not...?» è un accademia di canto e danza, nasce nel 2011 per volontà di Tomas Conforti, presidente della stessa, che coinvolge l’amico M° David Pironaci. L’accademia si prefigge di formare «artisti» in grado di confrontarsi con un palcoscenico dando loro la possibilità di esprimersi attraverso i vari stili di canto e attraverso le varie tecniche di movimento. Il progetto «Camminando con la Musica» nasce ad opera, quindi, del produttore David Pironaci e da Why Not Production, e raccoglie in un album otto diversi artisti, ognuno dei quali interpreta un brano originale. Un progetto che tende a mettere in luce i giovani talenti della scuola WHY NOT.

Guarda il video “Camminando con la Musica” di WHY NOT su youtube: https://youtu.be/dkCr_sjXGps

Acquista il cd “Camminando con la Musica” di WHY NOT sul Sito di Terre Sommerse:

http://www.terresommersegroup.com/store/p479/CAMMINANDO_ CON_LA_MUSICA_-_Compilation_di_giovani_artisti_emergenti.html

WHY NOT on Facebook:

https://www.facebook.com/Why-Not--511239762226962/

Il progetto è stato realizzato anche con uno scopo benefico, devolve infatti parte dei proventi a sostegno delle attività del «GRUPPO GIOVANI» Aism ROMA (Associazione Italiana Sclerosi Multipla). Gli artisti coinvolti nel progetto sono: Chiara Aiello, Chiara Conforti, Elena Faccio, Emanuele Tomassetti, Marcello Morgia, Sarah Vinci, Maria Faiola, Silvia Volpe

WHY NOT – IL DISCO Il progetto si apre sul panorama della musica leggera italiana, di qualità e di ampio respiro, con l’intento di raggiungere il vasto pubblico che lo caratterizza, incline ad apprezzare la vocalità degli interpreti e la forza delle melodie. Ciascun interprete porta all’interno dell’album il proprio mondo artistico colorandolo con sfumature ed atmosfere ora più raccolte ora più energiche, mettendo in risalto quale sua cifra stilistica la forza del sentimento.

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ELEONORA BONANNI

Promo Artists Eleonora Bonanni è una cantautrice che nasce a Roma il 30 Agosto 1997. Dall’età di undici anni frequenta la scuola di musica Music Ranch nella città di Velletri (RM) ma già dalla tenera età si avvicina alla musica che diventa la sua più grande passione, dimostrando particolari doti in particolare nell’ambito del canto. Ben presto inizia a comporre motivetti, qualità che, negli anni successivi, attraverso un attento studio della materia, viene a concretizzarsi nella stesura di veri e propri testi. Attualmente frequenta l’ultimo anno di liceo classico nella città di Albano Laziale (RM).

Ascolta il singolo “Explosions” di ELEONORA BONANNI su Soundcloud: https://soundcloud.com/dizioniusicali/explosions

ELEONORA BONANNI on Facebook: https://www.facebook.com/Eleonora-Bonanni-1089810144370626/

EXPLOSIONS A partire dal 2014 ha iniziato una collaborazione autore-compositore col Maestro Claudio Bastianelli, direttore della scuola di musica sopra citata. Il pezzo, primo inedito ufficiale dell’artista, prende spunto da un avvenimento biografico della vita di Eleonora e tratta di una relazione che ha stravolto la vita dell’autrice causandole delle “esplosioni” emotive interiori, da qui il titolo del brano. L’artista ha analizzato le emozioni provate in un determinato periodo della sua vita ed ha rappresentato l’amore vissuto per la prima volta da un adolescente.

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ENZO COSTA

Promo Artists Enzo Costa, classe 78, dopo una lunga gavetta, Nel 2010, dopo avere conseguito il diploma di canto moderno presso l’accademia Scarlatti di Roma, inizia la collaborazione con Mimmo Cappuccio, noto produttore e arrangiatore casertano, con il quale, in collaborazione con la Draka Production, realizza il suo album di esordio Made In Cina, distribuito nei migliori digital-store. Ad Ottobre 2013 esce il suo secondo lavoro, Pesce D’ Aprile, realizzato in collaborazione con i suoi produttori artistici: Mimmo Cappuccio e Roberto Smeraldi , pubblicato e distribuito da Riserva Sonora che cura il booking, mentre la promozione radio e Tv è affidata alla Lab Promotion di Milano. A Natale 2014 uno dei

Guarda il videoclip “Le Tue Parole Volano” di ENZO COSTA su Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=o8Sk6uzgBuQ

Acquista il cd “Coccinelle” di ENZO COSTA su Itunes: https://itunes.apple.com/it/album/coccinelle/id1096234466

ENZO COSTA on Facebook:

https://www.facebook.com/enzocosta

ENZO COSTA Official Site: http://www.enzocosta.com/

brani che saranno contenuti nel nuovo cd è stato inserito nella compilation Hit Mania 2015, uscito in 30.000 copie in tutta Italia. A Novembre 2015 Enzo , partecipa al film “La Ragazza Dei Miei Sogni” prodotto da Draka, per il grande schermo. Nel cast Nicolas Vaporidis, Primo Reggiani, Remo Girone. Nell’ Aprile 2016, il nuovo progetto “Coccinelle”, un album di 10 brani realizzato in collaborazione Mimmo Cappuccio.

LE TUE PAROLE VOLANO Le Tue Parole Volano; singolo che rappresenta la classica storia di un tradimento, con una lei che vuole tornare sui suoi passi e con un lui che rimane freddo e distante. La canzone non vuole però essere un cliché di un comportamento da prendere come modello generazionale.

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MAURIZIO MISSAGLIA

Promo Artists

Maurizio Missaglia è un cantante milanese, autore e compositore di canzoni Rock e Pop/ Rock italiano. Si definisce un autore naif, per la sua preparazione artistica da autodidatta e per la semplicità con la quale propone i suoi brani registrati con arrangiamenti semplici e diretti.

Guarda il videoclip “Aria” di MAURIZIO MISSAGLIA su Youtube: http://www.youtube.com/watch?v=IrAkySahtAo

MAURIZIO MISSAGLIA on Facebook: http://www.facebook.com/maurizio.missaglia.1

MAURIZIO MISSAGLIA on Linkedin: http://www.linkedin.com/in/mauriziomissaglia

EVOLUTA SOCIETA’ L’artista milanese sta preparando un CD di 8/9 canzoni inedite di Pop/Rock italiano cantate in italiano ma con sonorità dalla forte personalità. E’ alla ricerca di musicisti che vogliano condividere un’esperienza live di sano e genuino rock italiano. Per contatti scrivetegli a: mauriziomissaglia@live.it

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MKLIVECONCERTI

+39 320.1813404

INFO@MKLIVE.IT


L’ARTISTA DEL MESE Ascolta “Canzoni Inedite” di MARCO DE LUCA on Soundcloud: https://soundcloud.com/marco-de-luca/sets/canzoni-inedite

Ascolta “Canzoni Inedite” di MARCO DE LUCA on Bandcamp:

https://marcodeluca.bandcamp.com/album/canzoni-inedite

Acquista “Canzoni Inedite” su Itunes: https://itunes.apple.com/it/album/canzoni-inedite-ep/id687839724

Acquista “Canzoni Inedite” su Amazon: http://www.amazon.it/Canzoni-Inedite-Marco-De-Luca/dp/B00ELFC9P4

MARCO DE LUCA on Facebook:

http://www.facebook.com/pages/Marco-De-Luca/108812972482919

MARCO DE LUCA on Twitter: https://twitter.com/mdl71

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MARCO DE LUCA

Ancora spazio in ogni numero per gli artisti Indipendenti…. Un nuovo interessantissimo artista selezionato dalla redazione di «Muzi Kult» tra decine di proposte. Conosceremo la sua musica, l’attività che ha in ‘highlights’ in questo momento, e scambieremo con lei due chiacchiere. Come sempre, vi daremo la possibilità di conoscere da vicino realtà emergenti ed emerse, alternative e interessanti del panorama indipendente italiano e del suo vastissimo ‘undergound’ fatto di musica di qualità.


L’ARTISTA DEL MESE “…Credo che essere influenzati dalla musica del passato sia quasi inevitabile…” (MARCO DE LUCA)

DUE CHIACCHIERE CON MARCO DE LUCA Se parliamo della tua musica a cosa aspiri, qual’è il tuo sogno nel cassetto? Ho alcuni sogni nel cassetto,uno è quello di realizzare un disco, cantando insieme ad alcuni artisti che stimo, un’altro è quello di ascoltare un mio brano all’interno di un film, infine mi piacerebbe che qualche artista reinterpretasse un mio brano, perchè credo che questo sia un segno importante della propria affermazione. Nel panorama musicale attuale, l’avvento della scena Indie a riportato a galla sonorità del passato. Credi sia una necessità prettamente commerciale o pensi possa esser euna mancanza di nuove idee? Credi ci sia ancora qualcosa da scoprire nella musica attuale? Credo che essere influenzati dalla musica del passato sia quasi inevitabile, a volte lo si fa anche inconsciamente, solo per il fatto di avere ascoltato un certo tipo di musica. Credo sia ancora possibile scoprire cose nuove, l’importante è non copiare in maniera spudorata ma reinterpretare con il proprio tocco certe sonorità, aggiungendo elementi nuovi, sperimentando e cercando di creare qualcosa di originale e innovativo.

Marco De Luca,cantautore di Atri in provincia di teramo,esordisce nel 90’con il gruppo dei Sine,con i quali propone musica propria e cover dei Cure,per lui band di grande ispirazione.Agli inizi del 2000 il suo gruppo si scioglie e continua la sua attività da solista,dirada i live e si concentra sulla scrittura di nuovi pezzi e cosi’nel 2006 esce “Stanze Remote” ,album sperimentale dalle sonorità new wave anni 80’,autoprodotto e realizzato interamente da solo nello studio di casa sua. Nel 2008 esce l’EP “Due” altra autoproduzione,realizzata insieme ad altri musicisti,che vede lui alla voce,chitarre e arrangiamenti al computer insieme ad un bassista,batterista e percussionista,l’album tende più al pop,con sonorità più aperte ed orecchiabili ed è stato trasmesso da diverse web radio.Nel 2012 è uscito Canzoni Inedite,composto da alcuni brani realizzati in diversi periodi,raccolti in un album che suona più cantautorale. Attualmente ha in progetto la realizzazione di un nuovo lavoro.

“CANZONI INEDITE” Canzoni Inedite è il terzo album di Marco De Luca, una sua autoproduzione dopo “Stanze remote” e l’Ep “Due”,il cantautore di Atri,in attività come solista dal 2000, ha militato in passato nei Sine, band con la quale proponeva brani di propria composizione insieme ad alcune cover dei Cure.Canzoni Inedite è composto da alcuni brani realizzati in diversi periodi,raccolti in questo album che suona più cantautorale rispetto al precedente più pop-wave.

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MK

Oltre 600 i singoli diffusi da «MEET’n’RADIO» in un anno. E’ un servizio di Delivery di Singoli alle Radio del Circuito attraverso una eterogenea Compilation. On Mag Promotion realizza ogni mese una compilation digitale selezionando proposte provenienti da tutto il mondo indipendente. La Compilation digitale viene inviata a tutte le Radio e web-Radio legate al Circuito radiofonico «Meet’n’Radio» rinsaldato e rafforzato dal lavoro dell’uff. Stampa, ideatore delle iniziative di promozione «Meet’n’Radio» e «Meet’n’TV» . Oltre 400 le Radio e oltre 500 le Web-Radio che ricevono la Compilation Digitale di «Meet’n’Radio» ogni mese. Tantissime le Radio che continuano a trasmettere le nostre proposte e che hanno portato e continuano a portare gli artisti da noi promossi in tante delle classifiche radiofoniche indipendenti. I brani continuano ad arrivare anche all’estero: Argentina, Germania, Stati Uniti, Perù, Uk, Mexico, Colombia, Uruguay, Paraguay, grazie alla collaborazione delle radio vicine al circuito Meet’n’Radio e di On Mag Promotion.
 Oltre a tutto ciò, è già di per se esclusivo essere selezionati fra i Brani del Mese.

www.onmagpromotion.com/meet.html 46 Muzi Kult


1. CRIFIU – ORA et LABORA (L.De Paoli) – Dilinò - Ed.Mus. Cantastorie – Swithmuse 2. DAUSHASHA – IL FRENO (F.Casagrande) – Autoprodotto / La Coperta Dischi - Ed. Le Parc Music 3. SINE FRONTERA – RESTIAMO UMANI (A.Resta) – Caotic Group – Ed. Le Parc Music 4. DON TURBOLENTO – NON SOLE CELLULE (G.Battagliola/D.Bertolotti) – DT Tanzlab Music / Autoprodotto - Ed. Le Parc Music 5. WHAT A FUNK ?! - DRAW IT ON THE WALL (G.Guldoni/L.G.Pretorius/S.Bassoli) - IndieBox Music – Ed. Le Parc Music 6. MOSCHE DI VELLUTO GRIGIO – NORTH WEST PASSAGE (Traditional Canadian Song) - IndieBox Music 7. QUINTETTO ESPOSTO – NOTTI DI LIQUORE (E.Baroni) – Suoneria Wannaboo 8. PASCO ft. Flavio Eden G – INDEPENDENT (P.Ebenga) – Autoprodotto – Ed. Pascal Ebenga 9. JANILY - RIO (T.Sanguigni/M.E. Ramirez) – Way2Play Records – Ed. Ipnotica srl 10. NIKIE – SCAPPARE VIA (L.Esposito/C.Caselli) – PA74 Music 11. LOHREN – OGGI NO (L.Zadra/G.Lorenzoni) – Interbeat – Ed.Interbeat 12. DAVIDE PAGNINI – ALLA FOLLIA (D.Pagnini) - PMS Studio – Ed. PMS Studio 13. NH3 – NO BORDERS (F.Di Stanislao) – IndieBox Music 14. MY FAVOURITE SWING – MESSAGE IN A BOTTLE (Cover: The Police Sting/Copeland) – Azoto Records 15. WHY NOT (MARIA FAIOLA) - ATTACCHI DI PANICO (M.Faiola) – Terre Sommerse – Ed. Terre Sommerse 16. GIANFRANCO MILETO – TI SAPRO’ TROVARE (G.Mileto) – Terre Sommerse – Ed. Terre Sommerse 17. MIA LOTO – NUVOLE D’ARGENTO (Pasqualotto/Barzon/Bruni/De Gasperi) - Terre Sommerse – Ed. Terre Sommerse 18. MARCO DE LUCA – LA FOTO (M.De Luca) – Autoprodotto 19. ROBERTO SALIS – MIO CARO PRESIDENTE (R.Salis) – Autoprodotto 20. NERO VIVACE – C’E’ LA GUERRA (R.Fulvi) – Erreffe Musica – Ed. Musicali Erreffe 21. GIANLUCA DI BONITO – CAZZI MIEI (G.Di Bonito) - Autoprodotto 22. MIRKO COLOMBARI – MAGICA (M.Colombari) – Autoprodotto – Ed. Magilla MEET’n’RADIO - n° 3 (TRE) del 2016 (MARIO RIVA) http://www.onmagpromotion.com/meet_tre16.html

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MEET’N’RADIO

gli artisti scelti dalla redazione ...vi segnaliamo inoltre 4 artisti selezionati dalla redazione tra quelli presenti nella Compilation «n° 3 - TRE del 2016» e «MARIO RIVA»

DAUSHASHA

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I Daushasha sono una band folk/rock’n’roll che propone un sound molto ballabile ed esplosivo, con influenze che spaziano dalla musica balcanica alla taranta, dal cantautorato italiano anni ‘60 al punk/rock’n’roll. Il gruppo è formato da sette elementi. I diversi background in gioco hanno portato allo sviluppo di sonorità ibride che prendono spunto da una solida base di matrice rock che si lascia contaminare dai suoni del violino e della fisarmonica. Questa combinazione di suoni e di influenze crea un sound caratteristico che trova la sua migliore espressione dal vivo. Nell’aprile 2013 esce l’album “Canzoni dal Fosso”; il disco, contenente dieci canzoni inedite, ottiene feedback molto positivi da parte della critica musicale e del pubblico, sancendo un ottimo esordio per la formazione veneta. Durante il tour seguito all’uscita del primo album, che li ha portati a calcare palchi importanti e ad aprire i concerti di artisti del calibro di Tre allegri ragazzi morti, Finaz (Bandabardò), Mellow Mood e tanti altri, i Daushasha hanno continuato a comporre nuovi brani. Nei lunghi viaggi in furgone hanno preso forma le prima nuove canzoni del secondo disco. Il 15 Aprile è uscito «Luna», anticipato dal video del primo singolo estratto “Il freno”, registrato e mixato presso il Ferrari Recording Studio e promosso da IndieBox Music.

PASCO Pasco Ebenga è dotato di una creatività al di sopra di ogni schema musicale, tanto da rendere difficile collocarlo in un unico genere, come quello hip-hop. Ha da poco pubblicato “Independent” del producer e cantante hip hop Pasco affiancato da Flavio Eden G anticipa il primo EP come solista del poliedrico artista indipendente originario del Congo e residente a Lecce da molti anni. Produttore dei suoi testi e dei suoi beat.

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MEET’N’RADIO gli artisti scelti dalla redazione

QUINTETTO ESPOSTO Il Quintetto Esposto nasce nel 2010 a Brescia, con l’idea di ricalcare le sonorità dei grandi cantautori italiani, come Paolo Conte, Giorgio Gaber e Fabrizio De Andrè. Il gruppo si esibisce con frequenza nel panorama musicale lombardo e nel Febbraio del 2013 viene scelto come opening del concerto di Roberto Vecchioni. Il gruppo pubblica un live in studio per la VideoRadio di Alessandria intitolato Naufraghi(2013), mentre nel 2014 esce il primo vero album, Al Pianterreno per l’etichetta Wannaboo. Nel 2015 il gruppo si ripresenta con una nuova line up, formata interamente da musicisti con esperienze professionali importanti alle spalle. Il gruppo propone un live nel quale propone un repertorio che spazia da brani originali, tratti da «Al pianterreno», sino a cover di Conte, De Andrè e Capossela.

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MOSCHE DI VELLUTO GRIGIO Nei tardi anni ‘90 il cantante Andrea Cagnini aka King incontrò il batterista Nicola Zaltieri aka Nik (ad oggi ex batterista della band) e insieme decisero di fondare le Mosche di Velluto Grigio (MVG). Le Mosche di Velluto Grigio sono uno dei gruppi anti folk italiano di maggior successo, avendo venduto oltre diecimila copie dei loro album tutti interamente autoprodotti, “auto pubblicati” ed “auto distribuiti”. La loro musica è influenzata da gruppi come i Pogues, i The Dubliners e Stiff Little Fingers, ma anche dal sound di leggende come Johnny Cash e dei Clash. Essa presenta moltissimi riferimenti alla musica popolare irlandese e non, svariando da travolgenti brani di punk rock come Il Marinaio di Limerick e Fiore di Maggio a ballate come Vinésa e Bonnie & Clyde, fino a comprendere malinconici brani come Eilé e A Sud. Amanti del folk irlandese e delle ballate malinconiche rilette in chiave punk, gli MVG hanno dato vita ad una nuova proposta musicale italiana, schierati sotto la bandiera combat e anti folk. Il 21 Marzo è uscito il loro ultimo lavoro intitolato «You’ll never walk alone - Eilé’s Diary» prodotto interamente dalle MVG meet Keith Easdale.

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TV «Meet’n’TV» nasce, come «Meet’n’Radio (il tuo singolo in tutte le Radio del circuito «Meet’n’Radio») da un’idea dell’Uff. Stampa On Mag Promotion. Meet’n’TV nasce per venire incontro alle esigenze di coloro i quali vogliono veicolare e diffondere le loro opere senza costi onerosi. «Meet» sott’intende l’incontro di una serie di realtà musicali differenti che si ritrovano insieme per approdare «on/in TV». In ogni numero gli artisti di Meet’n’TV avranno un accompagnatore d’eccezione. Per oltre un anno siamo stati in compagnia degli ospiti della storica trasmissione «Il Musichiere» per passare poi ai «pupazzi» più famosi della storia della Tv. Leggendo la parola «Meet’n’TV», noi italiani non possiamo fare a meno di notare l’assonanza con le parole «Miti in TV». Ed è per questo motivo che abbiamo pensato che personaggi, reali e di fantasia, mitici della TV avrebbero fatto da accompagnatori degli artisti. Un Mito della TV che vi farà idealmente da «garante» e vi fa incontrare (Meet) le TV locali Italiane e le web Tv. Tutti gli artisti di «Meet’n’TV» in ogni numero si presenteranno alle TV locali e web Italiane presentati da Mitici personaggi della TV. La Nuova Serie di Meet’n’TV è partita con uno dei «personaggi d’invenzione» o «pupazzi» più rappresentativi della Musica in TV: il «SUPER TELEGATTONE». Proseguita poi con «Musichieretto, Provolino, Four, Five, Uan e ora Pompeo e Carlotta».

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1. CRIFIU – ORA ET LABORA regia Roberto Errico 2. NERO VIVACE – C’E’ LA GUERRA regia Roberto Fulvi 3. PASCO ft.Flavio Eden G – INDEPENDENT regia Angelo Cascione 4. GLI IMBROGLIONI – PIOVONO BANANE regia Stefano Fossati 5. DAVIDE PAGNINI – ALLA FOLLIA regia Francesco Agostini 6. ENZO COSTA – LE TUE PAROLE VOLANO regia Matteo Trillo 7. CAPATOSTA – IMMIGRATION SONG regia Luca Villani 8. LOHREN – OGGI NO regia Lohren 9. WHY NOT – CAMMINANDO CON LA MUSICA regia Simone Durante 10. SLEEPIN GEORGE – I HATE MONDAY regia Renè Russo 11. GIANFRANCO MILETO – TI SAPRO’ TROVARE regia Simone Durante 12. MAURIZIO MISSAGLIA – ARIA regia David Valolao MEET’n’TV - n°12 (Dodici) Anno II (Floradora) http://www.onmagpromotion.com/meettv_dodici12anno2.html

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In ogni numero di Muzi Kult, nello spazio di Meet’n’Tv - la prima ed unica Video-Compilation di Musica Indipendente Italiana, diamo uno spazio a due artisti scelti dalla redazione tra quelli inseriti nelle ultime due videocompilation.

CRIFIU

“ORA et LABORA” https://www.youtube.com/watch?v=J644avlDDsk

“ORA et LABORA”

La band salentina capace di mescolare i suoni e i ritmi del mediterraneo alla potenza del rock e dell’elettronica contemporanea. I Crifiu sono una delle band più interessanti che il Salento sta esportando in tutta Italia grazie ad una originale identità sonora e un potente impatto scenico nei concerti dal vivo, in grado di raccogliere un sempre più numeroso pubblico.

Il nuovo videoclip ufficiale dei Crifiu, “Ora e labora” nell’ambito di “A un passo da te Tour 2016” è tratto dall’album che dà il titolo al tour, prodotto da Dilinò con il sostegno di Puglia Sounds e distribuito da Self. In “Ora et Labora” la band racconta il mondo del lavoro, la precarietà dei nostri tempi, cogliendo sfumature e stati d’animo, situazioni private e collettive in cui tanti si riconoscono. Nel videoclip realizzato da Behashtag – collettivo salentino che ha già collaborato con la band - per la regia di Roberto Errico e la fotografia di Vincenzo Scorrano, si mette in scena la vita di tutti i giorni, tra sogni delusi di giovani laureati, licenziamenti di lavoratori impeccabili, gli ostacoli che una giovane coppia incontra nel tentativo di costruire una propria vita insieme. Incursioni rap e sonorità elettroniche, che si alternano a flauti e chitarre in levare, nello stile della band. «Con questa canzone - racconta la band salentina – abbiamo raccontato quello che vediamo: le difficoltà di tanti ragazzi che dopo anni di studio devono adattarsi: i continui ricatti occupazionali, i licenziamenti, l’impossibilità di realizzare i proprio progetti di vita...».

facebook.com/CRIFIU-46181766827

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MEET’N’TV i due ARTISTI scelti dalla Redazione

GLI IMBROGLIONI “PIOVONO BANANE”

https://www.youtube.com/watch?v=NOqJX2HhxRU

“PIOVONO BANANE”

Gli imbroglioni nascono da una idea originale di Odorico del Corso (detto Da Rotterdam), che girovagava per la brianza nel suo carrozzone vendendo boccette di lozione miracolosa per capelli. Un giorno -accortosi che la calvizie incipiente gli aveva rovinato la piazza- decise di trasformare in musicale la sua impresa ricorrendo all’affissione abusiva di annunci “musicisti cercasi” nelle peggiori bacheche virtuali. L’idea? girare di trattoria in trattoria svendendo musica di seconda mano come fosse nuova. Un piano semplice e diabolico. Risposero agli annunci il chitarrista Andrea Franceschi, un non ben precisato pianista con l’artirite, Andrew Fontana alle pelli e l’ugola d’oro (placcato) di Jimmy Gianmario Mazzola. Ben presto Odorico abbandonò il progetto e fu rimpiazzato da Enea MagaZZi. Il pianista artritico decise di darsi alla prestidigitazione e il suo posto venne assegnato al maestro Massimo Morici, collega imbrattacarte del Franceschi. A completare il quadro cubista, lungo la strada raccattarono pure l’eclettico sassofonista Stefano Fossati, gia compare del Gianmario. Così nacquero attorno al 2010 “gli Imbroglioni” come li conosciamo oggi. Leggenda vuole che ancora oggi vaghino per la brughiera alla perenne ricerca di nuove location dove perpretrare l’imbroglio del repertorio classico rivisitato e che si esibiscano in qualsiasi bettola dia loro l’occasione, portando con sè l’esplosiva miscela di müsica, allegria e tasso alcolico.

Gli Imbroglioni. Un nome. Una garanzia. Autoproclamatisi gl’inventori dello “Swing da trattoria”, hanno come punti di riferimento artisti come Jannacci, Conte, Carosone, Buscaglione e Cochi e Renato. “Piovono banane” è il loro primo singolo, contenuto nel mini Ep “Swing da trattoria”. Non fidatevi de Gli Imbroglioni!

facebook.com/gliimbroglioni

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HIGHLIGHTS

ARTISTS

In ogni numero, la redazione di Muzi Kult, dedicherà ad artisti del mondo Indipendente Italiano, monografie, pagine dedicate con notizie sulle loro attività, articoli, interviste, recensioni e tanto altro. La sezione “Highlights Artists” mette”Sotto i Riflettori” le attività degli artisti provenienti dal mondo della musica italiana di ogni tipo.

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MARLENE KUNTZ Muzi Kult 57


di Miriam Caruso foto di A. Simeone

MUZI KULT: A 22 anni dall’uscita di Catartica, chi sono oggi i Marlene Kuntz?

Marlene Kuntz, un pezzo di storia della musica italiana, dopo 22 anni di carriera continuano a conquistare il loro pubblico con un sound in continua evoluzione. Il loro ultimo lavoro, “Lunga Attesa”, è un’esplosione di chitarre distorte e ringhiose, un disco che porta nuove vibrazioni nel panorama dell’underground. Miriam Caruso ha incontrato, per noi, Cristiano Godano durante la data del Lunga Attesa tour, e ci ha raccontato, in una lunga intervista, questo nuovo progetto e qualche curiosità sul “the other side” della musica dei Marlene.

Cristiano Godano (Marlene Kuntz): Sono dei musicisti che hanno avuto la fortuna e la capacità di fare il rock nella vita, in Italia, cosa non così scontata a vent’anni di carriera. In questi 20 anni hanno acquisito un sacco di esperienza e di consapevolezze. In genere si usa il termine maturazione, che i più maliziosi amano confondere con “rincoglionimento”, ma in realtà la maturazione è preziosa, la maturazione è quando una persona riflette bene nel corso degli anni. Siamo persone più consapevoli, anche più bravi a suonare e a gestirci sul palco, quindi siamo gli stessi di sempre con un po’ di elementi in più.

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MUZI KULT: Il 29 Gennaio è uscito il decimo album dei Marlene, Lunga Attesa, che ha stravolto il sound dei progetti precedenti per tornare alle origini. Ci racconti questo nuovo viaggio? Cristiano Godano (Marlene Kuntz): Quando entriamo in sala prove non pensiamo a fare qualcosa di pianificato, noi andiamo in sala prove e suoniamo. All’inizio di ogni sessione in sala, poco alla volta, cerchiamo una sorta di buon pretesto per costruirci intorno un disco, una buona giustificazione estetica e artistica. Questo ultimo disco nasce dopo il tour di Catartica. Il pretesto è stato quello di restare su quel tipo di vibrazioni. Abbiamo fatto delle prove per prepararci al tour, dove ci siamo catapultati indietro di venti e più anni per riprendere in mano i pezzi che creammo all’epoca. Per suonarli in un certo modo dal vivo bisognava risintonizzarsi su come suonavamo al tempo, con quella verve e una certa aggressività, e questa cosa ci ha divertito molto, convincendoci a trasportare questa energia nei pezzi nuovi. Abbiamo semplicemente detto “manteniamoci su questa lunghezza d’onda, continuiamo a massacrarci le orecchie in sala prove perché ci diverte”. MUZI KULT: Per quanto riguarda i testi, notiamo anche qua una piccola rivoluzione. La “rabbia” che c’è nel sound dei pezzi lo rivediamo anche nei testi. Mi puoi parlare della fase di scrittura? Cristiano Godano (Marlene Kuntz): Siccome i testi vengono sempre dopo le musiche per me, come per la stragrande maggioranza dei miei colleghi, questi testi dovevano diventare il corredo di qualcosa che musicalmente era

esplicito, molto tirato, intenso, distorto, ringhioso e a volte esasperato. Ci sono dei momenti quasi metal nel disco, cosa di cui eravamo coscienti con molto divertimento. Quando le musiche si fanno così, i testi non possono essere troppo sereni, troppo dolci o romantici. Devo trovare dei pretesti per stare in linea con queste musiche. Siccome avevo poche occasioni di fare quel tipo di testi, che spesso ho fatto in passato e che avevano a che fare con una specie di esplosione dell’introversione: molto lirici però anche estremi, portati alle estreme conseguenze, ho notato che nello scriverli non avevo quel tipo di verve, forse perché la mia introversione non è più così complicata. Vivo la mia vita con momenti più sereni e pacifici. La parte introversa, all’epoca, forse prevaleva su quella estroversa. Ora non prevale più. Ho trovato motivi di coerenza fra il testo che ho scritto e la musica, perché ci sono spesso delle visioni del contesto sociale, delle sensazioni di ciò che ci circonda e di ciò che accade nel mondo, che è sotto gli occhi di tutti. MUZI KULT: Troviamo però un pezzo un po’ più dolce e morbido, sto parlando di “Un attimo divino”, che sembra sedare la forza degli altri brani presenti nell’album. Cristiano Godano (Marlene Kuntz): Non pensavamo di sedarli, dato che è talmente nelle nostre corde suonare anche in quel modo che fino a un certo punto ci siamo dovuti imporre, ogni volta che partivano certi giri un po’ più morbidi, di dire “no, a questo giro vogliamo fare altro!”. Poi a un certo punto sono arrivati lo stesso. Un attimo divino è un pezzo a cui sono affezionatissimo, lo considero un ottimo pezzo e non ce la siam sentiti di sacrificarlo.

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MUZI KULT: Come è stato accolto dal pubblico questo nuovo album? Cristiano Godano (Marlene Kuntz): Direi molto bene. I confronti col nostro pubblico sono ormai sui social. Per molti è stata piacevole questa faccenda del “ritorno alle origini”, molti sentono un sound anni ’90 e noi non avevamo nessun interesse a farlo. Fare un disco di chitarre e basta forse rappresenta la cosa meno “cool” del momento. Nell’underground, tra chi fa indie, è difficile che si possano trovare delle band di due chitarre e basso, ci sono ma risultano di super super nicchia, e ci sono anche gli amatori di queste cose, ma non è ciò di cui si occupano i siti fighetti. Forse il sound con le chitarre ti dà la sensazione di un qualcosa che ti fa tornare indietro nel tempo. Noi volevamo fare un disco di persone che, con le capacità che hanno, fanno un disco nell’anno 2016 fatto di chitarre. Non volevamo evocare per la gente la suggestione “siamo tornati negli anni ‘90”, no! Al limite ci piace pensare di guardare in avanti, però non sono neanche così pretenzioso, quindi guardo al presente. Sono uno che ha sempre sostenuto che “i Marlene Kuntz fanno quello che gli è concesso in quel momento di fare”. Il presente è in continua mutazione. Ti ho parlato di alcune cose che, al momento, stanno già svanendo nel passato. Il presente è per me la cosa più affascinante. Probabilmente ci sta che qualcuno, paradossalmente, rimpianga i vecchi Marlene, ma quelli di un disco fa. Finché noi facciamo i dischi come quelli di un disco fa ci saranno quelli che si lamenteranno perché non siamo più quelli dei primi tre dischi, ma sono sicuro che se noi facessimo un altro disco come questo, la prossima volta ci sarebbe qualcuno che direbbe che non siamo più quelli di Nella tua luce. Il giudizio del pubblico su di noi è molto pressante, fortunatamente ci piacciamo così tanto che ciò non interferisce sulla nostra unità.

MUZI KULT: Cosa ne pensi della musica indipendente italiana? Cristiano Godano (Marlene Kuntz): La frequento poco, purtroppo. Penso inoltre che il 70/80% del mondo indie ci snobbi da tempo, quindi non siamo neanche tanto in sintonia.

MUZI KULT: Il 17 febbraio è uscito nei cinema italiani “Marlene Kuntz, complimenti per la festa”, un film che vi mostra in una veste molto intima. Cristiano Godano (Marlene Kuntz): Nella pellicola ci sono delle testimonianze di persone vicine a noi ed è stato piacevole ascoltarle. Hanno detto ciò che pensavano di noi senza essere condizionati, dato che non eravamo presenti. Tutte parole che ci fanno un sacco di piacere. La cosa più impattante per noi è stato vedere tutto ciò al cinema, vedere la mia faccia grossa su uno schermo grosso. Un conto è vedersi su youtube, su di un piccolo schermo, un altro è vedersi su questo telo enorme.

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MUZI KULT: Dopo le cinque date europee, il tour italiano ha preso vita al Fabrique di Milano lo scorso 11 marzo. Com’è suonare il vostro nuovo album dal vivo? Cristiano Godano (Marlene Kuntz): E’ figo, molto figo, ma lo sapevamo, non avevamo dubbi. E’ un disco che si presta ad esplodere dal vivo. Ci lasciamo andare, ci viene bene.

MUZI KULT: Sono passati 22 anni da Catartica, come vedete la vostra musica fra altri 20 anni? Cristiano Godano (Marlene Kuntz): Conviene vedermi come uno che suona, anche perché la pensione per un musicista rock da queste parti non è un qualcosa che attecchisce molto. Se il pubblico italiano non ci snobberà sono molto fiducioso che come Marlene Kuntz manterremo uno standard qualitativo e creativo oserei dire alto. In 10 dischi non abbiamo mai mollato nonostante le critiche, mantenendo un livello qualitativo medio-alto e sono sicuro che lo manterremo anche in futuro. E’ chiaro che non posso pronosticare la reazione della gente. Mi auguro che ci sia sempre quel numero sufficiente di persone che ci possa permettere di essere musicisti nella vita, sperando di non perdere tanti capelli!viene bene.

MUZI KULT: Torniamo indietro nel tempo, precisamente al Sanremo 2012, quando sul palco dell’Ariston ti sei esibito con Patti Smith. Ricordiamo ancora la scena in cui avete sceso le scale mano nella mano. Cristiano Godano (Marlene Kuntz): Vuoi sapere cos’è successo in quell’occasione? Ti racconto. Quel palco lì fa paura, mette soggezione perché sai che stai andando a suonare dal vivo davanti a milioni di persone in diretta, che se qualcosa non va bene la gente ti criticherà. Poco prima di salire sul palco sei proprio lì, dietro una porta che ti divide dal pubblico. C’è una tensione montante, minuto per minuto, fino a che non toccherà a te. Patti Smith era più emozionata di me, si sentiva, e mi chiese di tenerle la mano perché lei si definisce “clumsy”, impacciata, e aveva paura che succedesse qualcosa. Sapeva che c’erano delle scale e mi ha chiesto se per favore potevamo scendere assieme, anche perché, secondo me, non ci vede tanto bene. Tutto qui.



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di Claudia Palermo foto di Fabrizio Fenucci foto live di Chiara Mei Photography

Due fratelli, l’amore, i viaggi, la ribellione... tutto racchiuso in una sola passione: la musica. Ascoltando il loro album e intervistandoli, mi sono venuti in mente il romanzo di Nabokov “Invito a una decapitazione”, e una frase di “Alice”, una delle canzoni di De Gregori che amo di più: “Ma io non ci sto più e i pazzi siete voi”. Jacopo e Niccolò Bodini, nella vita così come nella loro musica, alle false trasparenze dettate dal conformismo della società, preferiscono l’opacità e le contraddizioni che possono caratterizzare l’individuo. Attraverso i loro brani esprimono tutta la loro libertà, perché è più naturale e appagante essere sé stessi nonostante i giudizi della gente, piuttosto che soffocare la propria libertà.

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Quattro Chiacchiere con LA SCAPIGLIATURA MUZI KULT: La Scapigliatura è un forte riferimento letterario. Disordine, ribellione e anticonformismo vi rappresentano? La Scapigliatura: Disordine sicuramente, lo testimoniano le nostre camere! Pensiamo che fare un disco in metrica oggi sia una cosa da ribelli, quasi nessuno la fa, e il nostro anticonformismo è legato anche a questo, al modo di scrivere canzoni non pensando al taglio radiofonico o al minutaggio. Spesso i nostri brani presentano delle introduzioni o dei finali lunghi, in questo modo la parola ha ampio spazio in cui risuonare.


MUZI KULT: Siete così anche nella vita o sono caratteristiche che si fermano al solo campo musicale? La Scapigliatura: Ancora di più nella vita! Per noi la musica è un modo per “cercare di vivere”, e, automaticamente, trasporta le stesse istanze della vita reale. MUZI KULT: Voi siete fratelli. Lavorare insieme, in questo caso, è facile o più complesso? Sono più i pro o i contro? La Scapigliatura: Nel nostro caso sono più i pro: ci conosciamo da sempre, sappiamo bene cosa ci piace e cosa invece ci stizzisce, tra noi esiste una comprensione reciproca che precede tutti i tipi di comunicazione. Inoltre il nostro progetto musicale ci ha uniti molto: vivendo in due città diverse, grazie alla musica riusciamo a vederci più spesso. MUZI KULT: Avete vinto l’ultima Targa Tenco nella sessione “Opera Prima”, un riconoscimento molto autorevole nel campo della musica italiana. Quanto è stato importante per voi? La Scapigliatura: Oltre ad essere stata una grande soddisfazione, per noi è stata una vittoria molto importante, perché ha costituito un grande stimolo che ci ha fatto capire di essere sulla strada giusta, di poter continuare a provarci. Diciamo che ha alimentato le nostre sicurezze. MUZI KULT: Avete dei riferimenti musicali?

MUZI KULT: L’esperienza francese, che riguarda un po’ più Jacopo perché vive a Lione, vi ha influenzato in qualche modo a livello musicale e di atmosfere? La Scapigliatura: Sì, al di là della Francia in sé, rientrare nel giro della musica indipendente italiana, dopo aver trascorso cinque anni all’estero ascoltando musica diversa dalla nostra, fa sì che si esca un po’ fuori dal coro, ed è interessante passare attraverso qualcosa di diverso per arrivare poi a fare musica in italiano. MUZI KULT: “Scoprimmo che solo peccando avremmo svelato il mistero del mondo”, frase presente nel brano “Margherita”. Qual è questo mistero? La Scapigliatura: Il mistero del mondo è il senso del peccato di fronte alla naturalezza di certe cose che provocano piacere, ma che, una volta terminate, creano nell’animo umano sofferenza e disillusione. Il mistero dell’amore lo si vive fino in fondo partendo da presupposti di errore più che da certezze: il peccato, in questo caso, è un modo di trattarsi, di stare insieme, di creare aspettative, di infrangerle, è un gioco di ruoli che nasce nella relazione tra due persone, e, in questo modo, si scopre cosa c’è dietro il legame tra due persone, dietro il mistero dell’unione. Vivendo pienamente questo mistero, si arriva a scoprire e a scoprirsi, il peccato, infatti, nasce come esperienza di conoscenza del mondo, peccare e conoscere sono fortemente legati. MUZI KULT: Cos’è l’appassimento per voi? Apatia? La Scapigliatura: L’Appassimento è un vino italiano che abbiamo bevuto durante

La Scapigliatura: Il nostro album ha una forte coerenza di scrittura e di stile, ma è molto vario, tende a non replicare lo stesso tipo di genere. I nostri riferimenti sono diversi: nella scrittura ci ispiriamo a grandi cantautori italiani come Guccini, o alla lirica più contemporanea come quella dei Baustelle, dei Perturbazione, di Daniele Silvestri. Nella sonorità, invece, i nostri brani presentano maggiormente influenze straniere, come quella dei Radiohead. Ovviamente questi esempi sono idee utopiche e inarrivabili, ma costituiscono una grande scuola musicale. MUZI KULT: A proposito di riferimenti musicali, nel vostro album c’è un brano di Guccini, “L’antisociale”. La Scapigliatura: “L’antisociale” è l’unica cover presente nell’album. Essendo dichiaratamente “gucciniani”, l’abbiamo inserita tra i testi non sospettando minimamente che avremmo vinto la Targa Tenco nell’anno in cui il Premio è stato dedicato proprio a Guccini, poiché ricorrevano i quarant’anni dalla vittoria della sua targa. E’ stato un matrimonio perfetto!

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un viaggio in Norvegia, è proprio lì che è nata la canzone “L’appassimento”, ma, chiaramente, allude ad uno stato d’animo che non è apatia, perché quando una cosa appassisce sta dimostrando di essere ancora in vita. Indica l’atto del lasciarsi andare, perdere bellezza e cura, ma cambiando colore, trascurarsi trovando un certo piacere nel farlo. MUZI KULT: Il brano “Le donne degli altri” possiamo considerarlo metafora di un vizio molto frequente, cioè del desiderio di ciò che non ci appartiene? La Scapigliatura: “Le donne degli altri” è un modo di descrivere uno stereotipo che colpisce un po’ tutti. Non è un vizio, è una tendenza secondo la quale ciò che desideriamo è ciò che è altro da noi e, allo stesso tempo, ciò che è altro da noi spesso lo desideriamo perché è ciò che più è nostro. Nasce così un cortocircuito tra noi stessi e l’altro che è appunto superato dal desiderio. Da un lato è alienante e frustrante perché non si può mai raggiungere ciò che è altro, dall’altro lato è proprio questo desiderio che ci porta al di fuori di noi stessi, quindi alla conoscenza. MUZI KULT: “Sei ad una festa e non ti va di ballare quella musica che va. Nella tua testa esplode un ritmo forte che ti fa saltare fuori tempo e correre, lo sai sentire solo tu” . “Dance with you” è il brano che contiene questa frase che, secondo me, rappresenta la condizione di chi scappa dagli schemi imposti dalla società ascoltando un’altra musica, la propria. Possiamo considerarlo come un emblema dell’album che, dal nome, è inevitabilmente legato ad un conflitto con la società? La Scapigliatura: Esattamente. E’ la sensazione di avere in testa una canzone diversa da quella che ballano gli altri. Se va bene, si incontra qualcuno che ha attraversato canzoni simili alla nostra, altrimenti si torna a casa da soli! MUZI KULT: Ricollegandomi alla domanda precedente, quanto è alto il prezzo da pagare per essere sé stessi in una società prevalentemente conformista? La Scapigliatura: Molto alto. Siamo in una società in cui non si è valorizzati se si è sé stessi, ma solo se si richiama un’idea già preesistente nella mente delle persone. Ciò che interessa veramente, anche musicalmente parlando, è l’impatto immediato, cosa che una canzone che sviluppa una storia in quattro minuti non può garantire, ma non perché le parole non siano comprensibili, ma perché è difficile, soprattutto oggi, richiamare l’attenzione della gente anche per svelare, tra suggestioni sonore e letterarie, un pensiero da cogliere. Sono poche le persone che ascoltano, le altre hanno bisogno di un prodotto che sia sdoganato, altrimenti ci si deve scontrare con il loro pregiudizio e con la loro diffidenza. Ma, inevitabilmente, è molto più naturale essere sé stessi nonostante le difficoltà, piuttosto che soffocare la propria personalità per seguire la volontà e le aspettative altrui.



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Quattro Chiacchiere con L’ORSO di Miriam Caruso

Le Rivoluzioni e i Luoghi Sicuri, alcuni dei punti cardine delle generazioni più giovani, che affrontano il mondo con lo sguardo del cambiamento. Abbiamo incontrato L’Orso, band nata quattro anni fa, che ha portato questa realtà nella propria musica, raccontandosi al proprio pubblico. A marzo è uscito il loro nuovo disco, “Un Luogo Sicuro”, e noi di Muzi Kult non potevamo perdere l’occasione di farcelo raccontare dagli autori.

MUZI KULT: Chi è “L’orso”? L’orso: Un progetto musicale che ha voglia di evolversi e continuare ad indagare le proprie possibilità nella musica. MUZI KULT: Da “Ho messo la sveglia per la rivoluzione” (2015) alla ricerca di “Un luogo sicuro” (2016), cos’è cambiato nella vostra evoluzione? L’orso: È aumentata la consapevolezza nelle nostre capacità, la libertà di espressione, la voglia di sfondare dei limiti che ci eravamo stupidamente imposti. Abbiamo capito come approcciarci ai dischi e stare bene.

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MUZI KULT: Com’è stato lavorare con Marco “Cosmo” Bianchi? L’orso: Ci siamo capiti subito, ci siamo spinti a dare il meglio, a non considerare nient’altro che il suono a cui stavamo lavorando. Nella bolla creativa che avevamo creato per questo lavoro, avevamo un ottimo arredamento. MUZI KULT: Notiamo una forte contaminazione di generi, una sperimentazione. Siete riusciti a trovare, con questo disco, il vostro Luogo Sicuro? L’orso: Abbiamo iniziato la ricerca verso quel luogo. Che cambierà continuamente come noi durante il nostro percorso. Una ricerca infinita che ti stimola a dare il massimo. MUZI KULT: Per quanto riguarda i testi, sono riconducibili a esperienze che avete vissuto in prima persona? L’orso: Si parte da una situazione reale, autobiografica, per poi allargarsi a ciò che la possibilità creativa ti lascia. MUZI KULT: “Saluto i miei amici e parto / un luogo vale un altro / saluto i miei amici e parto / anche stavolta rimango”, si ritorna sempre a casa alla fine.

L’orso: Sì, casa intesi come se stessi. ‘Casa’ è un concetto magnifico e ampio, parla di se stessi, delle proprie radici, della propria famiglia, della propria terra. È tutto ciò che ci circonda nella nostra vita. MUZI KULT: Com’è portare questo nuovo lavoro sul palco? L’orso: Entusiasmante! Abbiamo il nostro set di luci, la nostra nuova strumentazione. Tanti cambiamenti che modificano proprio l’attitudine e l’atteggiamento da avere. Ora sul palco c’è una band consapevole e matura. Un piacere. MUZI KULT: Cosa ne pensate della scena indipendente italiana? L’orso: Stanno uscendo ottimi dischi, come sempre. Questa volta c’è più attenzione mediatica e di pubblico, e può solo far bene ad una scena che spesso è rimasta a guardarsi allo specchio. MUZI KULT: Quali sono i vostri progetti futuri? L’orso: Portare il disco in tour, scrivere nuovo materiale. Ora si fa sul serio.

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EUGENIO IN VIA DI GIOIA Muzi Kult 77


Freschezza, simpatia, talento, coinvolgimento: un mix perfetto per un grande percorso… Li ha incontrati per noi Claudia Palermo che dice : “Quella degli Eugenio In Via Di Gioia è sicuramente una delle interviste più divertenti che abbia fatto fino ad oggi. Un’armoniosa fusione di leggerezza e riflessione colora il mondo musicale dei quattro giovani componenti della band che, attraverso immagini quotidiane, portano in scena pregi e difetti della nostra società”

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Quattro Chiacchiere con EUGENIO IN VIA DI GIOIA di Claudia Palermo

MUZI KULT: Come nasce il vostro gruppo e perché il nome Eugenio In Via Di Gioia? Eugenio In Via Di Gioia: Il gruppo nasce nel Settembre 2012, inizialmente come trio, in occasione di un concerto in cui ci hanno invitato a suonare e dove abbiamo perlopiù improvvisato credendo che quell’avventura si sarebbe fermata subito dopo quella serata stessa. Il consenso e l’entusiasmo del pubblico, però, ci hanno invitato a continuare, cosa a cui noi, fino a quel momento, non avevamo pensato. La band si chiama “Eugenio In Via Di Gioia” dall’unione dei nostri nomi e cognomi: Eugenio Cesaro, Emanuele Via e Paolo Di Gioia.


MUZI KULT: Siete un gruppo molto social: sulla vostra pagina Facebook non mancano mai nuovi post, aggiornamenti e video. Quanto è importante per voi il mondo virtuale? Eugenio In Via Di Gioia: Noi diamo molta importanza ai social perché pensiamo che, ormai, costituiscano la forma promozionale più diretta. Con video e cover invogliamo la gente a venire ai nostri concerti. Sicuramente il mondo virtuale rappresenta una realtà a favore delle band emergenti come la nostra, mantiene il pubblico sempre vivo e aggiornato. MUZI KULT: “Lorenzo Federici” è il nome del vostro album d’esordio, motivo di questa scelta una mancanza! Mi spiegate meglio questo particolare? Eugenio In Via Di Gioia: Lorenzo Federici si è unito a noi circa sette mesi dopo la formazione della band. Lo abbiamo conosciuto durante un viaggio a Londra, nella piazza Piccadilly Circus, dove si dilettava a suonare il contrabbasso. Avendolo apprezzato molto, ci siamo fermati a parlare con lui e abbiamo scoperto che era umbro e che presto avrebbe fatto una sosta a Torino, città in cui viviamo. Qui, successivamente, abbiamo fatto una prova insieme, gli siamo piaciuti ed è diventato il quarto membro del gruppo. Non facendo parte in nessun modo del nostro nome originario, abbiamo pensato di chiamare l’album proprio come lui!

MUZI KULT: Com’è nata la collaborazione con il regista francese Fabien Weibel? Eugenio In Via Di Gioia: Quella con Fabien è una collaborazione nata per caso. Cercavamo di realizzare un video per il brano “Non ancora” che avesse come soggetto un uomo intento a condurre delle giornate sempre uguali, dall’uscita di casa al mattino fino al rientro a tarda sera. In quel periodo una nostra amica ci ha informato sull’esistenza in rete di un video, di un certo regista francese, che si sarebbe sposato molto bene con la nostra canzone. Effettivamente, sovrapponendo l’audio al video stesso, abbiamo notato anche noi che c’era una certa aderenza. Abbiamo così contattato il regista che, molto gentilmente, dal momento che il suo lavoro non aveva alcuna colonna sonora, ha approvato la nostra idea. MUZI KULT: La canzone “Ho perso” e il vostro secondo posto al Premio Buscaglione sono connessi? Per voi è più importante vincere o partecipare? Eugenio In Via Di Gioia: No, il brano “Ho Perso” è stato scritto in occasione di un altro concorso che non è andato a buon fine. Per noi è sicuramente

MUZI KULT: Spesso nei vostri brani sono presenti alcune parti recitate. Costituiscono un mezzo più efficace per marcare certi concetti? Tra voi c’è qualche attore? Eugenio In Via Di Gioia: La teatralità, sotto forma di ironia, aiuta molto a far divertire la gente, ma anche a far pensare e riflettere su certe tematiche non poco rilevanti. Non a caso, il nostro messaggio più immediato e diretto si può racchiudere nell’espressione “Ridi, ma pensa”. Non siamo attori, alcuni di noi hanno fatto dei corsi di teatro o di doppiaggio, ma ci siamo formati tutti sul palco e sulla strada che è la nostra vera scuola: abbiamo cominciato da lì, e il pubblico “di strada” è uno dei più ostici da affrontare, va attirato e convinto. Generalmente diamo inizio alle nostre esibizioni con alcune cover e, una volta conquistate la loro attenzione e la loro fiducia, proponiamo i nostri brani. Pensiamo che, anche se un giorno dovessimo avere maggior successo, non smetteremo di suonare per strada. MUZI KULT: Il tempo è protagonista di due brani: “Non ancora” e “Argh”. Credete che siamo troppo legati ad esso? Eugenio In Via Di Gioia: Sicuramente siamo molto legati al tempo, specie noi giovani universitari che trascorriamo gran parte dei nostri anni a studiare, specializzarci cercando di rispettare le scadenze e rimandando sempre in attesa delle occasioni migliori. Brani del genere nascono dalla voglia di stimolare i ragazzi a dare spazio non solo alla teoria, ma anche alla creazione, alla passione a ciò che più li appaga.

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più importante partecipare, provarci senza aiuti o scorciatoie, anche a costo di perdere, ma con dignità, puntando sulle nostre capacità artistiche. MUZI KULT: “Emilia”, traccia tratta dall’ EP “EP Urrà”, è una forte critica ai media. Invece di essere sana fonte di informazione, secondo voi sono dannosi? In questo brano cantate Emilia salvati almeno tu. C’è un po’ di Emilia in voi, cioè la tendenza a salvarvi dalla contaminazione e dagli elementi inutili e poco costruttivi che i media propongono? Eugenio In Via Di Gioia: Sicuramente c’è un po’ di Emilia in noi, ma, in realtà, la canzone non vuole colpire i media in sé: è un appello rivolto a tutte quelle persone che si fanno influenzare dai media stessi, a quei genitori che non educano bene i propri figli rispetto a un importante mezzo di comunicazione come può essere la televisione. Bisogna saper gestire il rapporto che si ha con questi mezzi e non assorbire tutto quello che viene detto. Si dovrebbe pensare soprattutto con la propria testa, evitando certi tipi di contaminazioni. MUZI KULT: Nel brano “Noi adulti” traspare una pungente ironia: c’è un netto contrasto tra la definizione di adulto e l’atteggiamento effettivo dell’adulto stesso, e un’amara verità secondo la quale nascondiamo la tristezza attraverso le cose materiali. Possiamo considerarlo come un testo legato a un’attuale crisi di valori? Eugenio In Via Di Gioia: Il termine “adulti” è, in questo caso, utilizzato in modo molto ampio: indica tutti coloro che trovano una sorta di salvezza nei social network, attraverso i quali riescono ad evitare di pensare ai loro problemi pubblicando, ad esempio, una foto del loro cane, rifugiandosi così in un un mondo utopico per celare tristezze o insoddisfazioni reali. Un brano che porta con sé un messaggio di un certo spessore che non sempre va afferrato da chi lo ascolta, anche perché, essendo musicalmente molto divertente, può risultare apparentemente poco riflessivo. MUZI KULT: La quotidianità è molto presente nelle vostre canzoni. Nell’album Lorenzo Federici c’è una canzone che ha al centro il supermercato Pam. Mi spiegate questa scelta? E, a proposito di questo brano, vi chiedo molto scherzosamente: vi piacciono le prugne? Eugenio In Via Di Gioia: Questo brano critica il consumismo eccessivo rivolto anche a ciò che non serve veramente ma che ci ostiniamo ad acquistare ugualmente, magari per una semplice offerta. Attraverso l’arrangiamento abbiamo cercato di renderlo divertente ed estremo, anche aggiungendo delle scenette. Detto ciò, le prugne sì, ci piacciono!



GLI ARTISTI in Tour: L’Orso Marlene Kuntz

12/3/16 @ Marghera (VE) - Rivolta 17/3/16 @ Cosenza - Unical 18/3/16 @ Grottammare (AP) - Container 19/3/16 @ Rimini - Velvet 23/3/16 @ Roma - Quirinetta 24/3/16 @ Terni - Opificio 25/3/16 @ Verona - Malkocic c/o Pika Club 26/3/16 @ Bergamo - Druso 01/4/16 @ Torino - Hiroshima Mon Amour 02/4/16 @ Perugia - Afterlife 08/4/16 @ Gattatico (RE) - Fuori Orario 09/4/16 @ Firenze - Auditorium Flog 15/4/16 @ Samassi (CA) - Biggest 20/4/16 @ Bologna - Locomotiv 21/4/16 @ Brescia - Latteria Molloy 22 /4/16 @ Brescia - Latteria Molloy 23/4/16 @ Livorno - The Cage

La Scapigliatura

02/04/16 @ Milano - Alcatraz 18/04/16 @ Torino - Samo 22/04/16 @ Bologna - Locomotiv 12/05/16 @ Roma - Quirinetta 13/05/16 @ Napoli - Lanificio 25 14/05/16 @ Montevarchi (AR) - Auditorium

Eugenio in Via di Gioia

24/04/16 @ Berlino - Wale Cafè 25/04/16 @ Pavia - Festa della Liberazione, Piazza Vittoria (17.00) 27/04/16 @ Piozzo (Cuneo) - Le Baladin
 30/04/16 @ Cardano al Campo (Varese) - Circolo Quarto Stato

Il Teatro degli Orrori

05/04/16 @ Perugia - Marla
 07/04/16 @ Reggio Calabria - Circolo Fine 08/04/16 @ Trapani - Accademia Belle Arti Kandinskij 09/04/16 @ Enna - Al Kenisa 10/04/16 @ Siracusa - Moon 19/04/16 @ Firenze - Volume 20/04/16 @ Roma - Pinispettinati 21/04/16 @ Bologna - Cortile Cafè 13/04/16 @ Torino - el Barrio 20/05/16 @ Modena - Loft 350

13/05/16 @ Roma - Forte Prenestino 04/06/16 @ Legnago - Sound Vito 05/06/16 @ Nerviano - Big Bang Music Fest 08/06/16 @ Rio Saliceto - Riomania 10/06/16 @ Medicina - Medician Rock Festival 17/06/16 @ Vascon - Festa d’Estate 18/06/16 @ Guidonia - Nesun Dorma 25/06/16 @ Thiesi (SS) - Santu Juanne 01/07/16 @ Morrovalle - Festivalbeer 10/07/16 @ Comunanza (AP) - Mazzumaja 16/07/16 @ Padova - Sherwood Festival 21/07/16 @ Bra - Parco della Zizzola

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MU ZI RE CE NSE

CRIFIU

SKY OF BIRDS

Testi semplici per un disco leggero ed intenso allo stesso tempo; mood pop con venature elettroniche. Il sole del salento è accecante nei solchi del nuovo disco dei Crifiu. Si confermano band di riferimento del sud Italia alternative. La title-track è una spanna sugli altri brani, comunque di ottima fattura e impatto che con le loro differenze e peculiarità restano legati da un fil-rouge capace di rendere ‘lievi’ tematiche sociali che nei testi dei Crifiu non mancano mai.

Disco d’esordio degli Sky of Birds, un ibrido positivo in bilico tra il delicato ed il rude, amore ed odio, trascendente ed immanente. Un Lo-Fi indie rock proveniente da Frosinone che lascia una traccia per un futuro a ‘5 pollici’. Rievoca ambienti e distese infinite a perdita d’orecchio “Blank of Love” che al tempo stesso, per il suo vivere di contrasti, richiude in un ascolto intimo e meditativo. Continuare nella ricerca e nella fusione di sonorità.

(Monica Reale)

(G.M.)

A UN PASSO DA TE (Dilinò)

BLANK LOVE (Mia Cameretta Records)

MISSTERYKE

CIRCOLO VIZIOSO della FARFALLA

EFFETTIVAMENTE (Autoprodotto)

CERCO CASA (Freecom)

Opera prima della rock band interamente al femminile; “Effettivamente” è un esordio con tutte le peculiarità e le difficoltà di un primo disco. C’è l’energia giusta, il piglio pop rock (...all’italiana) e la gioia della composizione e della creatività. A volte quando “...mancano le idee” bisognerebbe però aspettare che arrivino e impiegare magari del tempo per svilupparle. Fiduciosi in un futuro di certo più maturo e concreto. La strada non è quella sbagliata.

Il Circolo Vizioso della Farfalla è un collettivo di sei elementi che tenta di unire l’energia dello ska alla sofisticatezza del jazz. Ci riescono a tratti in “Cerco Casa”; interessanti e ben strutturate le architetture armonico ritmiche e i repentini cambi di atmosfera e tempo. La band molisana ha di certo le carte in regola per riempire di sonorità “jamaican style” i festival dell’estate alle porte. Sono forti e non puoi fare a meno di muoverti. (G.M.)

(G.M.)

MASKING the HATE

BELZER

On Stranger Tides, il nuovo album dei Masking the Hate, è un esperimento ben riuscito di stare in bilico tra il folk celtico e un hardcore metal di un certo peso. L’EP della band non eccelle in originalità e ricercatezza dei suoni ritmici (poco real) ma maggiormente in corpo, robustezza e anima. Molto presenti i richiami al periodo d’oro del genere. Interessante ‘Unforgiven Angel’ che resta la pietra sulla quale edificare il futuro.

Belzer è la band che prende il nome dal suo leader Giulio Belzer, che ben conosce la storia dei Beatles tanto da averci giocato con gran disinvoltura. Undici brani ben suonati, ben scritti, ben confezionati. I “Piccoli oggetti meccanici” di Belzer sono fatti di un bel rock melodico mai scontato. Un album ben centrato e pienamente attuale. Ricco di sofisticate ospitate che arricchiscono suono e composizione. “L’uomo in aria” e “Un attimo” le nostre preferite.

ON STRANGER TIDES (Autoprodotto)

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84 Muzi Kult

PICCOLI OGGETTI MECCANICI (Autoprodotto)

(G.M.)

(Monica Reale)


ROBERTO SALIS

FRANCESCO AMORUSO

ROSAFANTE

Ironia in salsa Rock Blues nel disco di Roberto Salis dal particolarissimo titolo: “Il Sogno di un orso è una cascata di salmoni”. Più vicino ad un Ep che ad un disco vero e proprio, contiene sei brani compatti che fanno da sfondo ai testi mai banali del cantautore Blues. Trae evidentemente ispirazione dal cantautorato peninsulare. Una maggiore attenzione alla produzione avrebbe giovato al risultato finale. “Bon Voyage” il brano più riuscito dell’intero album.

Il Gallo Canterino è l’opera prima di Francesco Amoruso, cantautore campano con alle spalle un libro dal titolo “ il Ciclo della vita”. Testi ben scritti e ben strutturati, una penna felice non pienamente sostenuta da una struttura musicale dello stesso livello. Non brilla in originalità la proposta di Amoruso in un parterre ormai stracolmo di suoi colleghi. Quando il gallo canta è mattino ed il mattino ha l’oro in bocca; un futuro potenzialmente radioso.

Rock quanto basta, indie ma non troppo, garage con un pizzico di grunge. Disco dai colori e dal sapore nordico quello degli Ascolani “Rosafante”, scuro e grigio per essere fedeli al genere, nichilismo e strafottenza quanto basta. Ci danno dentro i Rosafante, chitarre distorte e ritmiche “ignoranti” che vanno dritto al dunque. Episodio meglio riuscito il riff e la linea melodica di “Mi fai sentire”. Non ancora impeccabile ma con ottimi spunti per costruire.

(G.M.)

(Monica Reale)

(G.M.)

Il SOGNO DI UN ORSO E’ UNA CASCATA I SALMONI (Autoprodotto)

ROSAFANTE (Autoprodotto)

Il GALLO CANTERINO (Autoprodotto)

DEL SANGRE

PORNO TEO KOLOSSAL

MAO MEDICI

Toscana, Rock’n’Roll, pizzichi di Country, spruzzate di Jazz e Blues, chitarre distorte, hammond, testi social e tanta “rabbia”. “Il Ritorno dell’indiano” dei fiorentini ‘Del Sangre’ è un disco ben realizzato e ben suonato, anche se non originalissimo nella proposta. Richiami al cantautorato impegnato e di protesta italiano degli anni ‘70. Interessante la cover di Ivan della Mea “Sebastiano”. Se i Nomadi fossero nati nel 1999 avrebbero suonato così.

Nome altisonante e dal richiamo pasoliniano quello del quartetto Piemontese. Disco complesso e ben architettato, richiami sonori di spessore e panorami musicali ben congegnati. Strutture “sinfoniche” condite da un progressive nella sua accezione migliore; musica per le orecchie di chi vuol intendere: Tannoiser. Poche le battute a disposizione per analizzare un disco di tal positiva complessità e di tal wagneriana ispirazione.

Sono tredici i brani che compongono il disco del cantautore Lissonese, numero ricorrente nella creazione di Volo Pindarico. Il tredici è il numero del cambiamento, un numero karmico e nella smorfia napoletana è un numero positivo perchè legato al santo dei miracoli. Interessanti i testi anche se non ben sottolineati da arrangimenti degni. In “Ossimoro” infatti dichiara di essere un “dilettante esperto”. Siamo certi di un futuro con maggiore attenzione agli arrangiamenti.

(G.M.)

(G.M.)

(Monica Reale)

IL RITORNO DELL’INDIANO (Latlantide)

TANNOISER (Bam Balam)

VOLO PINDARICO (Autoprodotto)

ERO

GERARDO CASIELLO

BRIGANTI SABINI

Sono nove le tracce che affollano i 44 min. dei solchi del disco di Ero, band emiliana. Un disco pregno di storie quotidiane in levare e racconti rock di matrice cantautorale. Interessante la voce di Simone Magnani che ben si muove sulle strutture armonico ritmiche ben tessute dai compagni. “il Grammo che non c’è”, corredato da un bel video ci sembra la sintesi esatta dell’intero lavoro. Gli Ero una realtà interessante della quale sentiremo di certo parlare.

Cantautorato di spessore quello del campano Gerardo Casiello, un nome non nuovo alle ribalte indipendenti italiane. “Alcuni Piccoli Film” è una fotografia ben scattata agli anni ‘on the road’ e sui palchi impolverati, carichi di poesia dello chansonnier. Jazz, radice popolare e poesia in note che scorre via negli 11 brani che compongono questi piccoli film. Un album ben strutturato, vero come vera è la penna che lo ha composto. Ci piace!

I Briganti Sabini, propongono il loro lavoro sperimentale RemusiKando, in cui ska, pop, rock e folk si cercano e creano pezzi con tanto da raccontare. I testi rievocano le storie dei briganti, l’orgoglio del sud Italia e situazioni sociali di attualità, come l’influenza di internet sul giudizio dei fruitori. Un lavoro ricco di idee interessanti che necessita di crescere nella produzione artistica.

DI PADRI e ALTRE STORIE (Joe Black Production)

(Monica Reale)

ALCUNI PICCOLI FILM (Autoprodotto)

(G.M.)

REMUSIKANDO (Autoprodotto)

(Miriam Caruso)


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