Muzi Kult n°30 - Marzo/Aprile 2017

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Muzi Kult

pag. 54 Canova "Vorrei Morire"

bimestrale anno 5° | n° 30

THEGIORNALISTI Le Radici sono importanti

pag. 14

pag. 60

pag. 26

Due chiacchiere con Capra (Gazebo Penguins)

Azzurra e la sua Black Music

Musica contro le mafie (Le Premiazioni)



MUZI KULT anno 05 n° 30

OSPITI: Direttore Editoriale: Gennaro de Rosa Produzione: MUZI KULT Editore: Edizioni Emmekappa Responsabile grafico: Salvatore Greco

THEGIORNALISTI Quattro album e tante idee che arrivano dritte alle orecchie di una generazione che desidera la sincerità di chi le scrive. Miriam Caruso ha fatto una lunga chiacchierata al telefono con Tommaso Paradiso, frontman dei TheGiornalisti, che ci ha raccontato una piccola parte del suo mondo musicale, con quella sincerità citata poc’anzi e che traspare nei suoi pezzi.

Capo-Redattore: Monica Reale

CANOVA

Redazione: Monica Reale, Paolo Fulciniti, Claudia Palermo, Miriam Caruso

Quando da un brano introspettivo trapela l’universalità, non solo si realizza il mistero delle canzoni, ma si può anche assistere a concerti in cui il pubblico è così tanto coinvolto da cantare a gran voce “Vorrei morire”! E’ la capacità di tradurre in musica la nostra generazione, con le sue insicurezze, la voglia di annullarsi, di ricominciare, di perdersi, di ritrovarsi, di amare, a garantire il successo dei Canova.

Hanno Collaborato a questo numero: Monica Reale, Miriam Caruso, Debora Borgese, Salvatore Greco, Antonella De Cesare, Massimo Bonelli, Francesco Galassi, Claudia Palermo, Loredana Ciliberto, Roberto Paola, Pasqualino Caparello, Peppe Panella, Simone Arminio, Vladimir Costabile, Luisa Marini, Lo Staff di ‘Musica contro le mafie’ (Mary Chiarello) Concessionaria Esclusiva per la Pubblicità: OnMagPromotion onmagpromotion@gmail.com Pubblicato su www.issuu.com

CAPRA (GAZEBO PENGUINS) Nel nostro nuovo appuntamento con Suoni Pindarici abbiamo avuto il piacere di incontrare un musicista tra i più apprezzati della scena indipendente italiana: Capra, chitarrista e voce dei Gazebo Penguins.

ANDY MITTOO Andy Mittoo è un artista genovese di spicco nel panorama della musica reggae. Da poco è ritornato dalla Giamaica per perfezionare il suo stile e per entrare così in contatto con le radici musicali. Lo ha incontrato per noi la “black - Muzi Kulter” Alessandra Margiotta.

Distribuito gratuitamente

AZZURRA

© 2012 - Tutti i diritti riservati

Il suo stile è il soul ma nell’ultimo album ‘My Sides’, ha spaziato toccando generi come Rnb, funky e reggae. Una visione più ampia della black music. In questa intervista racconta la nascita del suo progetto.

MUSICA CONTRO LE MAFIE Ultimo Speciale dedicato al Premio Nazionale “Musica contro le mafie” con immagini, link, videoclip, foto e tanto altro dalle premiazioni di Roma e Sanremo.

Muzi Kult 3



LE RUBRICHE DI

Promo Highlights Artists Artists 8-24

24-29

30-43

Live

44-67

EDITORIALE ...................................................... 6 LE RUBRICHE DI MUZI KULT

Camere a Sud - “Premere start senza aver voglia di scattare…” di Simone Arminio ............... 8 Onde Social di Antonella De Cesare ........................ 10 Muzi Glam: Rossella Aliano di Debora Borgese ... 12 Suoni Pindarici “E’ tempo di nebbia, Due chiacchiere con Capra” di Loredana Ciliberto e Roberto Paola ................ 14 Muzi & Books... di Peppe Panella .......................... 16 Rosso Fisso [Criticare, Apprezzare, Recensire] di Vladimir Costabile .. 18 La Musica è Lavoro: “Guida per Musicisti Contabili L’impresa di fare Musica” di di Massio Bonelli e Francesco Galassi....... 20

SPECIALE “Musica contro le mafie”

Le Premiazioni ................................................ 26 I Video della 5 Giorni ........................................ 28 Io Sostengo ...................................................... 29

THEGIORNALISTI

“Le Radici sono importanti” pag. 46

PROMO ARTISTS

Malaoria ........................................................... 30 Chiara Ragnini ................................................. 31 Noon ................................................................. 32 L’Artista del Mese: Bionic Visions ................... 34 Meet’n’Radio ..................................................... 36 Meet’n’TV .......................................................... 40

HIGHLIGHTS ARTISTS

Thegiornalisti .................................................. 46 Canova ............................................................. 54 Azzurra ............................................................... 60 Andy Mittoo ........................................................ 64

MUZI RECENSE ............................................. 68

CANOVA

in Highlights pag. 54

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L’EDITORIALE

di Gennaro de Rosa

L’EQUILIBRIO, LA FOLLIA, DONGIOVANNI E I NUMERI L’equilibrio è quella cosa che insegui per una vita e quando sei certo di averlo raggiunto qualcosa di totalmente inaspettato ti fa vacillare. Cammini su un filo, trattieni più che puoi il respiro e poi … ffffuuuu… arriva una soffiata di vento da ovest che ti fa vacillare. Un vento con un odore buono e che non hai tanta voglia di lavarti via. “L’equilibrio non l’ho mai conosciuto” - diceva - “l’equilibrio non riesco a tenerlo, sono sempre troppo attento ad essere instabile e mobile”. Queste due cose non hanno nulla a che vedere con l’equilibrio e forse ne sono la negazione. Ma è proprio tra equilibrio e follia che andrebbe ricercata la via giusta per …. ! (non so ancora per cosa!) la felicita ? Bah chi lo sa !? La follia è quando una forza che non puoi dominare ti fa fare cose che altrimenti non avresti fatto…? Voi dite che sia questa la follia ? Ho bisogno di pensarci… Poi … se mi soffermo…un altro aspetto che andrebbe analizzato è quando sei pienamente convinto di essere un Dongiovanni (tuttaccato) o un libertino e invece ti riscopri per l’ennesima volta un Cirano degli anni zero…e magari anche un po’ fuori tempo. All’improvviso scopri che Kant diceva: “Passeggia tutti i giorni almeno per un’ora, in modo da trasformare ogni tuo pensiero in un lampo di genio di valore universale” e ti accorgi che forse non funziona con tutti…perchè a volte le passeggiate ti fanno fare cose che sono tutt’altro che geniali. A questo punto vi starete chiedendo se sono davvero impazzito o le dosi massicce di ansiolitici cominciano a corrodere i pochi neuroni rimasti ancora elastici e reattivi. No…no…nulla di tutto questo !! La verità è che oggi si diventa grandi… siamo a 30 ed è un numero che ti da quell’aria da adulto che non vorresti avere. Provi a dire cose senza senso per sembrare un adolescente (anche se a volte gli adolescenti sono più saggi di un adulto), vorresti avere 18 o al massimo 20 numeri…e invece ne hai 30 e pensi già a quando ne avrai 40 e forse 41 di uscite sulle spalle…! Bando alle ciance… ne abbiamo 30, ragazzi !! Nelle nostre pagine riusciamo a far convivere energie giovani a presunti saggi

più vetusti e stagionati…perchè noi siamo convinti, da sempre, che se una rivista da 18 numeri ne incontra una da 40 e forse più… si sprigiona un energia che non sai cosa può sviluppare, e non sei capace di dire adesso cosa sia giusto o meno. Sai solo che vuoi andare ma non sai nemmeno dove… ahahahaha !! Lo so bene, non si capisce niente …ma è così che va quando hai alle spalle 30 numeri !!

La verità è che oggi si diventa grandi… siamo a 30 ed è un numero che ti da quell’aria da adulto che non vorresti avere.

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CAMEREASUD di Simone Arminio

Una finestra aperta, magari sul mare. Le tende che volano, attirate dal vento. Il luogo, comprensibilmente, è a Sud, e ciò influisce non poco sulla musica. Da quando l’ho capito faccio sempre lo stesso esperimento: giudico un disco solo dopo almeno due ascolti. La prima volta mi direziono a nord. Fermo e concentrato, a finestre chiuse. La seconda volta guardo a Sud. L’attenzione tutta rivolta agli errori, la finestra aperta, a volte reale, altre immaginaria, ma quasi sempre orientata a Sud.

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In ‘Terra’, l’ultimo album de Le luci della centrale elettrica, la voce e il modo di cantare di Vasco Brondi somigliano terribilmente a quelli di Tiziano Ferro. Questo, a scanso di equivoci (e pure di giudizi affrettati) dovrebbe dimostrarci una volta per tutte che l’indie non esiste. O meglio: che non è un genere, come abbiamo da anni cercato di credere e di far credere. Cosa vuol dire indie? Indipendente. L’ho detto a una mia amica londinese, di recente, per indicare il genere musicale di Brunori Sas e lei è rimasta in attesa che io continuassi. Come a dire: ok, è indipendente, ma che musica fa? Ecco il punto. Ci siamo riempiti la bocca di indie perché faceva comodo, senza capire che in fondo esistono i generi così come esistevano una volta, e che a produrli sia una delle due major rimaste in Italia o una delle tante etichette medio-piccole nate nel frattempo no, non fa più la differenza, perlomeno artistica. Vasco Brondi, dicevamo. Una volta avremmo detto: il ragazzo si farà. Ma poiché sono passati ormai un mucchio di anni dovremmo avere, oggi, la ragionevole certezza che quel che doveva farsi ormai si è fatto. E quel che resta rimane così, non cambia più: è ciò che sentiamo in ‘Terra’: un ragazzo che ha dalla sua il grande merito di aver aperto le porte a una generazione di cantautori, la cosiddetta Leva cantautorale degli anni Zero, ma che poi è rimasto indietro con le chiavi in mano, mentre tutti, felici ed euforici, andavano da qualche altra parte. Tutti: Brunori, Dente, Colapesce. A lui cosa è rimasto? Il suo essere mono-tono, carattere distintivo, ha finito per diventare una gabbia. I suoi testi introspettivi e carichi di significato, pur senza cedere a un linguaggio ricercato, sono rimasti ancora, ma nel frattempo si sono diffusi, così che oggi possono a ragion veduta non essere più considerati suoi tratti distintivi. Restano i significati: l’ultimo disco, in ritardo di un po’ di anni dal precedente, tenta di descrivere il mondo attuale ma poi incaglia in qualcosa e non sa andare oltre. Ameno Dente ha lavorato sulla forma: le sue canzoni a metà sono l’evoluzione di tanti generi insieme, e dimostrano che in tempi moderni non è più la lunghezza degli arzigogoli, come poteva essere negli ‘80 e nei ‘90, a fare di una canzone un capolavoro e di un artista un grande artista. Ha riscoperto la brevitas, allo stesso modo in cui Brunori Sas invece ha lavorato sulla sostanza. Su testi sempre meno sentimentali e sempre più realisti e rappresentativi del mondo contemporaneo. Si è detto: è un disco più impegnato. Lo ha detto anche chi scrive. Ma forse non è “impegnato” il termine giusto per indicare “A casa tutto bene”. Sarebbe meglio dire che Brunori descrive ciò che vede, e che la maturità lo ha portato finalmente a guardare oltre il suo corpo e la sua casa, fuori dalla finestra. A Vasco Brondi resterà sempre il merito di aver premuto start. Anche se non aveva voglia di scattare.


CONSIGLI LE LUCI DELLA CENTRALE ELETTRICA Terra (2017, Cara catastrofe) Un’attesa di tre anni per rimanere fermi. È brutto dirlo. E un ammicco al mainstream che non è mai peccato, anzi, è l’ammissione onesta di una tendenza finora celata. Il resto è litania. E tanto di cappello: c’è a chi piace.

Voto

5,5 BRUNORI SAS A casa tutto bene (2017, Piccicca records) Un’evoluzione ben riuscita. Il quarto disco, quello in cui scompare il faccione del cantautore dalle copertine, è quello di un pieno compimento della poetica brunoriana. Meritati i successi: negli ultimi sold-out, città per città, il pubblico ha cantato a squarciagola soprattutto i brani nuovi. Un ottimo momento.

Voto

9

SAMUEL Il codice della bellezza (2017, Sony)

Voto

Samuel, voce storica dei Subsonica, potrebbe cantare la lista della spesa e risultare geniale. Merito di un timbro totalmente riconoscibile, e di uno stile ormai – dopo così tanti anni – difficilmente scindibile da quello della sua band. Il suo disco solista, quello con cui è andato a Sanremo, regala emozioni che forse gli stessi Subsonica ci negavano da tempo. Ma una pausa, lo sanno tutti, a volte è l’unico toccasana.

7,5 MUSICA NUDA Leggera (2017, Warner)

Voto

7

Nono disco del duo Magoni-Spinetti in poco più di dieci anni. Un vero record, soprattutto se si conta la qualità che, da quelle parti, non è mai scesa. Interamente in italiano, il primo, questo Leggera è denso di brani minimali, come sempre, in cui il rumore delle labbra che si schiudono e delle dita che scorrono sulle corde fanno parte integrante del tessuto armonico delle canzoni. Per gli amanti del genere è una piacevole conferma. Per chi non li ha ancora scoperti un ottimo punto di partenza, per poi andare a ritroso.

ROLLING STONES “Blue & Lonesome” (2017, Virgin)

Voto

10

Un disco di cover blues, e cosa volete che sia. Se non si trattasse di quatto simpatici vecchietti ultrasettantenni, insieme da più di mezzo secolo. Il disco, raccontano gli agiogafri, è stato registrato in tre giorni. Un passatempo: ci vediamo in studio, e registriamo quei pezzi che in genere suoniamo per sfizio. Il disco, non servirebbe dirlo, è un capolavoro e lo diventa soprattutto – stateci – visto che si tratta dei Rolling Stones. La dimostrazione vivente. Roba da diventar cattolici solo per ringraziare dio per averli creati.

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( ONDESOCIAL ( ( di Antonella De Cesare

#1 # FIORELLA MANNOIA - CHE SIA BENEDETTA

#2 # TIZIANO FERRO feat CARMEN CONSOLI - IL CONFORTO

SONY

UNIVERSAL

La mia classifica per lo più sanremese non poteva che cominciare con lei! Parole vicine alle nostre esperienze, parole a cui è difficile credere, parole che nel complesso un testo che rapisce e, come sa fare solo lei, ti da una spinta! Per me 1° in classifica!

# “La differenza tra prossimità e vicinanza” è la frase che mi ha rapita. Ci vuole un secondo ascolto e un attenzione alle parole per apprezzare il brano! Un bel duetto, meno banale rispetto a ciò cui siamo abituati!

# https://www.facebook.com/fiorellamannoiaofficial/

# https://www.facebook.com/tizianoferro/ # https://www.facebook.com/CarmenConsoliMusic/

# FRANCESCO GABBANI OCCIDENTALI’S KARMA

#3

#4 # MALDESTRO CANZONE PER FEDERICA

BMG # Vincitore del Festival di Sanremo. Controverso e lo capisco. Brano fin troppo semplice e orecchiabile con cui, lui che con le parole ci sa fare, o ci prende in giro o prova a farci aprire gli occhi. Se funziona allora meno male che ha vinto lui! #karma

# Un racconto, ecco cosa sembra questa “Canzone per Federica”! La musica serve davvero solo come accompagnamento alle parole. Se non lo conoscessi penserei che si tratta di un vecchio cantautore! #like

# https://www.facebook.com/francescogabbaniofficial/

# https://www.facebook.com/MaldestroOfficial/

#5 # FRANCESCO GUASTI - UNIVERSO # Poteva anche vincere perché il brano ha degli elementi sanremesi. Il motivo rimane in testa, il ritornello orecchiabile, ma non è la parte più bella di un testo interessante! D’altronde la voce, calda e graffiata, di Guasti è molto comunicativa e quindi #ilfuturoèdichiseloprende # https://www.facebook.com/FrancescoGuastiOfficial

10 Muzi Kult


Avete sentito cosa c’è di nuovo nei meandri delle classifiche radio? Io qualcosina si ed è più forte di me, devo commentare! Così nasce “Onda Social”! Come in un tweet, le sensazioni di un brano in 140 caratteri, e immancabili faccine! Fidarsi è bene, Ascoltare è meglio!

#6

#7

# MARIANNE MIRAGE LE CANZONI FANNO MALE

# ERMAL META VIETATO MORIRE

SUGAR MUSIC

MESCAL

# Ah se le canzoni fanno male all’anima! Certo, tanta disillusione nelle parole di Marianne ma mi piace questo sound giocoso in contrasto con l’avversione che le parole esprimono. Bella la diversificazione dell’interpretazione! #nessundolore

# Ad essere sincera il brano mi lascia perplessa, anche perché mi ricorda qualcos’altro, ma il testo lo trovo splendido! e visto che questa rubrica uscirà nel mese di Marzo rimarco le sue parole “scegli una strada diversa e ricorda che l’amore non è violenza”!

# https://www.facebook.com/MarianneMirageOfficial/

# https://www.facebook.com/ermalmetainfo/

#8

#9 # ED SHEERAN - SHAPE OF YOU

# PAROV STELLAR - ALL NIGHT

WARNER

WARNER

# Un brano che sta passando in ogni dove! Peccato che sia uscito la bellezza di cinque anni fa, nel suo secondo album (“The Princess” 2012). Io adoro lui, il brano e il genere, per cui non può che farmi piacere ascoltarlo a manetta! #balloperstrada

# Altro brano passato a manetta! Il sound è un po’ già sentito, con il motivetto orecchiabile! Però i suoni a me piacciono e mi coinvolgono la spalluccia che si muove! Piacevole, se non la passassero così tanto!

# https://www.facebook.com/parovstelar/

# https://www.facebook.com/EdSheeranMusic/

# 10 # CLEAN BANDIT feat SEAN PAUL&ANNE MARIE - ROCKABYE WARNER

# E chiudiamo con il terzo brano straniero più passato! La formazione strumentale e le relative incursioni in brani praticamente dance rimangono la forza dei Clean Bandit! Molto simile agli altri ma alla fine si riascolta volentieri! #Play&Dance # https://www.facebook.com/cleanbandit/

#ONDESOCIAL


MUZI GLAM di Debora Borgese

Cos’è la Musica dovremmo saperlo tutti anche se, a volte, ci capita di ascoltare qualcosa o qualcuno che ci fa, quantomeno, venire il dubbio…che sia così. Ma in questa rubrica vogliamo darlo per scontato: “Tutti Sappiamo cos’è la Musica!” (ed anche con la “M” maiuscola). Il Glamour, ahinoi, invece non è così diffuso e di mostruosità al suo riguardo ci capita di vederne tante e, come si suol dire, “L’occhio vuole la sua parte”…e la vuole anche buona; eleganza, sensualità, seduzione…e soprattutto “fascino” gli ingredienti fondamentali di questa rubrica. “Muzi Glam” unisce ciò che tutti pensiamo di sapere cos’è con ciò che tutti dovremmo sapere cos’è. Vi avvisiamo, in questa rubrica “l’abito fa il monaco”…e anche “la monaca”.

BLOOD MOON l’album da solista di Rossella Aliano Lo sguardo sognante c’è sempre come le sfumature compositive che preferiamo definire “epiche” e che hanno caratterizzato i suoi lavori precedenti. Ma nel suo primo lavoro da solista c’è qualcosa in più: l’elettronica e quel sano cinismo autoriale più accentuato che tanto ci garba.

Questa è Rossella Aliano, cantautrice siracusana ormai da molti anni radicata a Catania con il suo “Blood Moon”, un album decisamente anticonformista e pronto a ricevere qualsiasi contaminazione esterna, pur mantenendo la propria identità. Esattamente come l’omonimo brano contenuto nel disco.

“Giuda”, singolo di lancio accompagnato da un video musicale abbastanza cliccato negli ultimi mesi di cui è autrice del soggetto e della sceneggiatura e di cui ha curato la regia con Gianluca Ricceri, è la sintesi della condizione di omologazione sociale e della superficialità umana rappresentata da Giuda, il traditore. A impreziosire le comparse, il trucco artistico di Maridea Marletta. Ad accompagnare il viaggio fortemente emozionale, nella totalità delle accezioni, i Blood Moon Project: Marco Asero (cori), Salvo Dub (tastiere e programming), Salvatore La Rocca (basso), Paolo Scuto (batteria). Registrato e missato da Carlo Longo “Nuevarte Studio”.

Un album molto interessante nel panorama discografico nazionale: ha la capacità di coinvolgere gli ascoltatori più variegati ed è destinato ad essere apprezzato anche dalla critica più severa per la sua maturità e completezza tanto negli arrangiamenti quanto nei testi mai banali e sempre carichi di energia.

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SUONI PINDARICI È tempo di nebbia.

Due chiacchiere con Capra Nel nostro nuovo appuntamento con Suoni Pindarici abbiamo avuto il piacere di incontrare un musicista tra i più apprezzati della scena indipendente italiana: Capra, chitarrista e voce dei Gazebo Penguins. La band, alle prese in questo periodo con la promozione del loro nuovo lavoro in studio, dal titolo “Nebbia”, ha un calendario fitto di date che, da qui alla prossima estate, li porterà in lungo e in largo per la penisola. I Gazebo Penguins nascono a Correggio nel 2004. Il loro primo lavoro è l’EP autoprodotto “Invasion”, Nel 2009 pubblicano il primo disco, per la Suiteside Records, dal titolo “The name is not the named”, cantato in inglese. Il 2011 è l’anno di “Legna”, pubblicato dall’etichetta To Lose La Track. Il disco, grazie anche al grande successo del singolo “Senza di te”, in cui canta e partecipa alla stesura del testo Jacopo Lietti dei Fine Before You Came, consacra i Gazebo nell’olimpo dell’indie rock nazionale. Le collaborazioni continuano: con la band romana I Cani in più occasioni, tra le quali la partecipazione al brano “Corso Trieste”, incluso nell’album “Glamour”, poi anche con i Verme e i Do Nascimiento. Nel 2013 viene pubblicato, sempre da To Lose La Track, il terzo album in studio della band emiliana, “Raudo”. Il relativo tour li vedrà solcare i palchi dei club di tutta Italia, nei quali riscuoteranno ottimi successi, assumendo sempre maggior popolarità nell’ambiente alternative, tanto da essere premiati al MEI 2013 come miglior gruppo live. Nell’aprile del 2015 esce “Sopra la panca”, il primo disco solista di Capra, una parentesi in studio e live per il chitarrista-cantante, e si torna presto a lavorare tutti insieme. I primi di marzo 2017 viene pubblicato “Nebbia”, ancora per To Lose La Track, preceduto nel mese di gennaio dal singolo “Febbre”. Abbiamo fatto a Capra alcune domande per conoscerlo un po’ meglio, e abbiamo avuto ennesima conferma di un atteggiamento d’impegno nella diffusione della musica indipendente del nostro territorio, testimonianza di chi lavora sodo, valorizzandone spazi e collettività.

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a cura di Roberto Paola e Loredana Ciliberto Foto by Kap


Quando (e perché) hai deciso che la tua vita sarebbe stata la musica? C’è stato un momento preciso? Oppure si è trattato di un percorso più lento?

Che pensiero hai sui festival di musica indipendente? Ne ricordi qualcuno con particolare “sentimento”?

Ho scritto le prime canzoni alle scuole medie. Per lo più idiote, in una band di tre persone che si chiamava “I costipati”. Da lì non mi sono mai fermato, ed è stato tutto in discesa, direi.

Il festival in cui ho messo più cuore di tutta la mia vita è stato senz’altro Abbassa!, un evento unico, nato dopo il terremoto nella bassa emiliana del 2012, che raccolse un migliaio di persone per finanziare la ricostruzione del Lato B di Finale Emilia, una sala prove resa inagibile dalle scosse. E tutti i Festival del Ringraziamento che si sono succeduti negli anni dopo quel fatidico anno.

Ti capita di andare ai concerti di band e musicisti che non conosci? Hai avuto qualche folgorazione in questo senso negli ultimi tempi? L’ultima folgorazione è stato un concerto di Makaya Mc Craven visto al Locomotiv a Bologna, proprio mentre stavamo registrando “Nebbia”. Una di quelle cose che prima ti fa passare la voglia di suonare, poi te la fa tornare, poi te la fa passare di nuovo, quindi cerchi di dimenticare tutto per non andare in bambola.

Tre uscite recenti che ti piacerebbe farci ascoltare. Le scelgo tutte italiane: “Out Loud” dei Mood e il nuovo che uscirà dei Valerian Swing. E il terzo? Perché non “Nebbia”?

Suonare in una band significa prima di tutto predisporsi a una creazione condivisa. Ci sono e, nel caso, quali sono le differenze tra il lavoro fatto insieme in studio e la condivisione di un palco? Forse la differenza che passa tra suonare in studio e su un palco è la stessa che separa un allenamento da una partita.

Ti è capitato di collaborare con musicisti di altre band? C’è qualcuno col quale ti piacerebbe particolarmente poter suonare? Jonathan Clancy! Ci conosciamo da non so quanti anni ma l’altro giorno ho dovuto cercare su Facebook dove va la “h” nel suo nome.

Mi piace eludere le domande…


MUZI&BOOK

di Giuseppe Panella

LINDSEY WEBSTER “BACK TO YOUR HEART”

THUNDERCAT

OSANNA

NEIL YOUNG

“DRUNK”

“PAPE SATÀN ALEPPE”

“PEACE TRAIL”

Braifeeder

Shanachie

Sicuramente il miglior album smooth jazz del 2016. Affermazioni che potrebbero sembrare azzardate ma è quanto risulta sin dal primo ascolto di questo cd. Back to your heart, terzo album della cantante americana, è un album ricco di sfumature soul in cui la voce calda di Lindsey Webster crea momenti di grande fascino, calamitando l’attenzione dell’ascoltatore e mostrando una gamma che si spinge oltre il jazz e sconfinando in ambito black music. Nonostante gli evidenti richiami ad artisti come Lalah Hathaway, Randy Crawford e Anita Baker, la Webster non perde in originalità eseguendo in maniera impeccabile ogni brano pur non indulgendo in tonalità forzate e preferendo sonorità morbide e avvolgenti assecondata da Keith Slattery, suo marito, alle tastiere. Gli amanti dei duetti voce e sax non mancheranno di apprezzare la raffinata ballata One at a time che vede la collaborazione di Kirk Whalum in un brano nello stile di Just the two of us, di Grover Washington, Jr. e Bill Withers. La bossa nova I kow you well e la funkeggiante Ain’t it funny sono gli episodi più “dinamici” di un album che contiene un brano come Living a lie destinato a diventare un classico. Se avete amato il capolavoro The song lives on di Joe Sample & Lalah Hathaway questo album non può mancare nei Kult vostri scaffali. 16 Muzi

Reprise

Ma.Ra.Cash

Drunk è esattamente ciò che ci si aspetta da un personaggio versatile come Thundercat, al secolo Stephen Bruner, il cui talento è maturato grazie ad alcune importanti collaborazioni, come quella con Erykah Badu nel progetto “New Amerykah”. Un’anima stravagante quella di Thundercat che appare completamente in questo concept album dalle molteplici forme musicali. Funk, R&B, rap, reminiscenze punk e un occhio rivolto verso le sonorità 70’s ne fanno uno degli artisti di spicco del neo-soul. Drunk è un viaggio ansioso attraverso una giornata all’insegna dei ritmi e dei rumori della città. Ventitré brani che non superano i due minuti ciascuno in cui le presenze di Kendrick Lamar in Walk on by, Wiz Khalifa in Drink dat, Kamasi Washington in Them changes e Pharrell in Turn down esaltano il suo estro compositivo e in cui le voci di due vecchi eroi come Michael McDonald e Kenny Loggins incantano in Show you the way. Se il falsetto di Thundercat rapisce per tutta la durata dell’album, le linee melodiche del suo basso tracciano percorsi quasi inafferrabili nelle escursioni funky e fusion, ma anche ipnotiche e jazzy. Ed è proprio la capacità di saper fondere diversi stili che rende Drunk un album di grande impatto.

Il prog italiano dei 70’s è ancora vivo. A 45 anni di distanza da quel piccolo capolavoro che fu L’uomo, gli Osanna confermano che quel periodo d’oro non fu solo una chimera. Il loro ultimo Pape Satàn Aleppe è un live, pubblicato in cd e doppio LP, in cui band di Lino Vairetti pur rinnovatasi negli anni mostra un ottimo affiatamento. E’ lo stesso leader ad introdurci nel mondo magico del prog con il brano che dà il titolo all’album. Venti brani in cui non mancano i momenti più importanti come Oro caldo, Palepolitana, Taka boom, Fenesta vascia, la sempre incantevole L’uomo arricchita dalle citazioni dei Led Zeppelin con l’assolo di Stairway to heaven e dall’infuocata Purple haze di Jimi Hendrix. Incantevoli le esecuzioni di Canzone amara con la partecipazione di Donella Monaco alla voce. Il passato riemerge nella delicata Vorrei incontrarti in duetto con Jenny Sorrenti, Auschwitz di Francesco Guccini, nel tributo del mai dimenticato Pino Daniele con Il mare e in Prog garden medley tutto prog con Non mi rompete/Il Banchetto/ Luglio, agosto, settembre nero rispettivamente di Banco del Mutuo Soccorso, PFM e Area. Un riconoscimento a un genere che non tramonterà mai e del quale ancora oggi gli Osanna si confermano tra i maggiori punti di forza.

Tra gli “eroi” del rock anni settanta Neil Young è sicuramente quello che si è sempre distinto per essere sempre al passo con i tempi e per possedere una incredibile prolificità. A pochi mesi dal doppio live Earth registrato con il supporto dei Promise of The Real, il musicista canadese pubblica Peace trail, album attuale nei suoni che però non tradisce quella crudezza sonora a lui cara mista al suo amore per le ballate. Le sole presenze di Paul Boshnell, al basso, e di Jim Keltner, alla batteria, oltre che dello stesso Young, alla chitarra e all’armonica, rendono il suono essenziale senza che i brani possano apparire privi di quella fluidità nella scrittura, sua prerogativa da sempre. Del suo essere instancabile Young ne parla in Can’t stop workin’, ballata che ricalca lievemente le delicate atmosfere di Harvest e Harvest moon, che viene “inasprita” in alcuni passaggi dal suono distorto dell’armonica. Interessante anche John Oaks in cui racconta la storia di un contadino che lotta contro il potere per sé e per gli altri. La dolce ballata Glass Accident anticipa My new robot, brano tra i più “strani” mai composti da Neil Young, frutto di una genialità che molti rocker attuali non possiedono.


Le note stanno alla musica come le parole stanno alla scrittura. A volte però basta il ritmo a raccontare una bella storia e a volte basta una bella storia a darci del ritmo. Succede tutti i giorni quando la musica ci parla e quando le pagine di un libro ci emozionano con una melodia. Rendersene conto è come svelare una magia, la stessa che si realizza quando si leggono pagine impregnate di ritmo, e si ha la sensazione che siano le parole a suonare. La rubrica “Muzi & Books” è un negozio di dischi d’altri tempi nel quale entri e respiri un’atmosfera fatta di musica, di pagine e di foto, le tante passioni di Peppe Panella (storico giornalista musicale italiano) che ricrea un piccolo grande mondo. C’è tutto, la storia dei grandi musicisti e le nuove note di giovani artisti accompagnati dalle pagine di quei libri che raccontano qualcosa di più della storia della musica e del pensiero di tanti artisti che ne hanno influenzato l’impronta. Da anni “il maestro” si dedica alla ricerca costante di pezzetti di cultura in movimento, ha iniziato dal vinile, con la passione per il suono che proviene dalla puntina sull’LP. In “Muzi & Books” ci farà sentire come se fossimo in un suo negozio immaginario nel quale c’è l’attenzione di chi conosce quel mondo e sa consigliare l’album giusto da accompagnare al libro, per conoscere e spaziare dall’influenza della letteratura americana o al cinema italiano, passando per i film d’autore e fino al jazz.

PHIL COLLINS “NO, NON SONO ANCORA MORTO” (MONDADORI) PAUL COSTYN & THE BAND “ABSOLUTE FREE” Autoprodotto

Il desiderio di raggiungere mete luminose e una grande voglia di libertà. E’ il chiaro messaggio che il catanzarese Paul Costyn e la sua band vogliono trasmetterci sin dalla copertina. Un messaggio che trova conferma nei cinque brani che compongono Absolute free. Un evidente amore per il rock degli anni settanta con forti richiami southern rock dagli accenti “aggressivi” non viene nascosto soprattutto nei primi due brani. Rise your life e Running brave sono i brani che esprimono maggiormente l’energia profusa dalla band in cui si mette in evidenza la chitarra solista di Giuseppe Lazzarini, attualmente il più apprezzato e dotato chitarrista della scena rock calabrese che si avvale della potente sezione ritmica formata da Vittorio Scerbo, al basso, e del drumming potente di Giovanni Caliò. Una lieta sorpresa che, dopo un periodo di torpore, la Calabria riesca a dare origine a band interessanti come questa di Paul Costyn. Ed è proprio il leader il centro motore di questo progetto ed anche autore di tutti i brani oltre che cantante in fase di definitiva maturazione e chitarrista ritmico che conferisce il giusto collante al suono della band. Un cd interessante e una band da ascoltare dal vivo.

Una vita privata mai troppo tranquilla, quasi uno specchio di quella che è stata la sua turbolenta carriera artistica. In 500 pagine Phil Collins, l’uomo dalle mille facce, racconta in questa splendida biografia, edita da Mondadori, il suo essere personaggio sempre al centro dell’attenzione. Ne viene fuori il ritratto onesto di un artista che ha avuto nel corso degli anni pochi rivali a livello commerciale e che, è impossibile negarlo, ha avuto una forte influenza nel periodo progressive dei Genesis post Peter Gabriel, ma anche un notevole impatto nella musica pop, soprattutto, con i suoi primi due album. Accanto alla sua vita artistica Collins non disdegna di raccontare con il cuore in mano i suoi fallimenti matrimoniali e quei problemi fisici che lo hanno quasi costretto ad abbandonare la scena musicale. Ed è con un certo stupore che il lettore potrà notare quanto sia severo giudice di sé stesso, non nascondendo i propri errori e lasciandosi andare a giudizi non troppo teneri quando parla dei propri “nemici”. Non nasconde neanche il suo momento più brutto, quello della depressione che lo aveva spinto verso l’alcolismo e fino all’orlo del suicidio. Come in tutte le belle storie trionfa il lieto fine. Phil Collins è tornato a “nuova vita” ritrovando la moglie Orianne e anticipa il suo atteso ritorno sulle scene nel prossimo mese di giugno. Collins è indubbiamente ancora vivo!

SOUL BOOKS – TUTTI I COLORI DEL SOUL COLLANA CURATA DA GIANNI DEL SAVIO (VOLOLIBERO EDIZIONI) La musica nera da sempre è un argomento poco diffuso nelle librerie italiane. Vololibero Edizioni ha voluto affrontare quella che può essere considerata una sfida, pubblicando Soul books – Tutti i colori del soul, collana curata da Gianni Del Savio, dedicata a dieci tra i più rappresentativi cantanti soul degli anni sessanta e settanta. Di Aretha Franklin, Al Green, Marvin Gaye, Otis Redding, Nina Simone e Curtis Mayfield sono finora le “piccole biografie dell’anima” raccontate rispettivamente da Gabriele Antonucci, Lucia Settequattrini, Carlo Babando, Alberto Castelli, Gianni Del Savio e Carlo Bordone. Tutti autori amanti di un genere musicale come il soul poco popolare in Italia. Ogni testo si fa apprezzare anche per la scrittura agile con cui sono raccontate la vita, i drammi e i successi, riuscendo a dare una immagine ben definita di ogni artista. A supporto di ogni volume le preziose prefazioni curate da Massimo Oldani, grande esperto di musica r&b e soul, e le curiosità, le notizie e gli aneddoti di Graziano Uliani, organizzatore e direttore artistico del Porretta Soul Festival. La collana Soul books – Tutti i colori del soul è un punto di partenza per chi vuole conoscere il mondo affascinante della musica nera, ma è anche l’opportunità di poter vivere storie intense e, come nel caso del volume dedicato a Curtis Mayfield, mai prima d’ora trattate da un autore italiano.

SIMON CRITCHLEY “BOWIE” (IL MULINO) Un filosofo che sulle pagine del New York Times analizza fenomeni pop citando tra gli altri Heidegger e Deridda, dei quali ha scritto dei saggi, assume atteggiamenti da fan descrivendo David Bowie. Questa è la sensazione finale che potrebbe lasciarvi Bowie, libro scritto da Simon Critchley che da ragazzino è rimasto folgorato dalla esibizione del Duca Bianco nel programma storico del Regno Unito Top Of The Pops. Pubblicato originariamente nel 2014 per “Or Books”, questa testo ora viene pubblicato dalla casa editrice Il Mulino con un ampliamento in seguito alla morte dell’artista e alla pubblicazione dell’ultimo album. Non un saggio filosofico questo di Critchley ma una analisi accurata dei testi delle canzoni, degli album e di interi periodi artistici della carriera del musicista. Indubbiamente questo libro non aggiunge nulla di nuovo a quanto già su scritto su Bowie, ma è importante la lettura che Critchley riesce a dare all’Arte di un personaggio da lui amato profondamente. Dall’iniziale scoperta del personaggio Bowie al dolore per la sua recente perdita, il testo di Critchler evidenzia quanto sia stato importante per la sua crescita e facendosi apprezzare per la qualità della scrittura che sembra far Muzi Kult 17 riecheggiare i brani scelti per la sua analisi.


di Vladimir Costabile

ROSSOFISSO CRITICARE – APPREZZARE – RECENSIRE

“Parliamo di musica e balliamo d’architettura”

Partire, arrivare, tornare… Benché spesso il viaggio sia il punto d’arrivo e non la destinazione scelta o il motivo della partenza, m’interrogo spesso che senso ha il partire o l’arrivare. Il mezzo non importa è importante come vivi il viaggio. Leggendo i racconti di Ginsberg capisci che devi in qualche modo adattarti e giocare con il viaggio stesso. Lasciarti vivere dalla strada e osmoticamente assorbire quello che la strada trasuda. Quando non sei tu a guidare hai tempo per guardare, sognare, dormire, ascoltare, annusare. I sensi non concentrati alla guida si possono liberare in un mistico rituale, la scelta della musica, la scelta della roba da mangiare, tutto legato da un misticismo. Abbandonarsi al viaggio è il viverlo, il migliore dei modi possibili per combattere l’altro sentimento che può scaturire, la noia da viaggio. Perdersi sui social e incazzarsi per la perdita della linea, cercare in maniera convulsa la stazione radio che non salti, sono solo distrazioni. Abbandona i sensi, come in una vasca da bagno e vivi il viaggio. La benzina non conta, il serbatoio può essere anche vuoto ma un altro kilometro si può fare. Fermarsi per riprendere le forze, sigaretta fugace, caffè per svegliarsi, bagno, acqua, parole scambiate sul freddo alle 5 di mattina, sono intermezzi importanti e necessari. In aereo la terra si allontana, si ci alza senza rendersi conto del volo. Tutto diventa piccolo e ti rendi conto di quanto sia enorme l’universo. Ma un volo Lamezia Torino quanto carburante consuma? E gli aerei sono mai a rosso fisso? Queste domande spesso bloccano l’entità del viaggio stesso o forse fanno parte di un processo mentale che portano al compimento di un qualche volo pindarico. Rimane che il senso di abbandono nell’andare, nell’arrivare e nel tornare bisogna ricercarlo e tenerlo stretto. Scegliere di vivere il viaggio in un certo modo è l’unico stratagemma per sopravvivere mentalmente allo stress che lo spostamento genera. Poi si torna a casa, si scende dal treno, si prende la macchina e si spero di non rimanere senza benzina.

IL SILENZIO DELLE VERGINI Colonne sonore per Cyborg senza voce (R)esisto VOTO:

Progetto di Art Rock dalle tinte fosche e cupe, influenzato dal noise, dal punk e inspirato dai manga Giapponesi. Il lavoro de Il silenzio delle Vergini vuole essere quasi una colonna sonora al manga Cyborg 009, suona di scenari post atomici, di guerra fredda e regimi finiti. Per gli amanti del genere interessante e consigliato. Bello anche il video del singolo che anticipa il disco.

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KEATON Keaton

ENRICO MERLIN, VALERIO SCRIGNOLI electric guitar duo Maledetti [Area Music]

Garrincha Soundsistem

Keaton è un disco fatto da vecchi volpoVOTO: ni amanti delle macchinette elettroniche. Producono per film, fanno remix, rework e finalmente decidono di produrre. Lo fanno bene, sono cool e invitano ospiti che si lasciano trasportare nei loro deliri elettronici. Lavoro ben fatto che può trovare spazio anche in ambiente Europeo e farci fare bella figura!

Musicamorfosi (distr. Egea) VOTO:

Disco tributo a uno dei miei dischi di riferimento degli Area International popular group. Perché recensire un disco tributo? Perché questo è un pretesto per articolare un discorso completamente ex novo, assorbendo lo spirito con cui questi brani nascono per regalargli nuova vita. Due chitarre che tessono trame armoniche ed esperienze oniriche che riflettono una consapevolezza sonora di grande esperienza. Classe da vendere e grande coraggio soprattutto nel voler cimentarsi con un originale così ingombrante.

YEAH! MUTATION Ri(e) voluzione ALKA record label

La tentazione di scrivere un concept album arVOTO: riva prima o poi nella vita di un artista. Gli Yeah! Mutation riescono a lavorare su una storia che regge, e la musicano con tutti i canoni del caso. L’operazione è chiaramente ispirata alle storiche pietre miliari che ci arrivano dalla terra di Albione. Tutto sommato il lavoro è degno di nota, anche se forse troppo educato nei suoni (si poteva osare di più) e sicuramente fuori tempo massimo. Nei nostri tempi moderni o si ragiona a singoli o si è fuori tempo massimo.


::: IL DISCO CONSIGLIATO :::

DEPECHE MODE - Spirit Si può continuare a fare dischi di qualità dopo tredici dischi e live mondiali? Secondo me si e i depeche mode lo dimostrano. Esce da poco Spirit, 14esimo disco dei Depeche Mode, band che ha influenzato tutta l’elettronica degli ultimi trenta anni. Un disco cupo, di chiara attitudine Depeche, mix cosmici, arrangiamenti colti minimal ed enormi. Un disco politico dov’è la rivoluzione. Su, gente, mi state deludendo recita il singolo che precede l’album, sintomo dell’attualità che Gahan e soci riescono dal lontano 1980 a esprimere. Un anima sotterranea legata al blues, il senso di smarrimento, la perdita di punti di riferimento e del ritrovarsi. Ennesima prova che i DM sono e rimarranno una delle band più attuali del panorama musicale mondiale.

ULAN BATOR Stereolith Bureau B

Il 2017 si presenta come un anno denso di appunVOTO: tamenti interessanti. Questo il caso degli Ulan Bator che tornano con questo nuovo disco. Un livello di sintesi musicale oramai raggiunta e arrivata a livelli altissimi. Attitudine velatamente Kraut ma dall’indole francese, Gli Ulan Bator non si fermano e continuano e regalarci perle rare. Classe e arte si fondono insieme. Prendete e godetene tutti.

VUOI INVIARE IL TUO DISCO DA RECENSIRE a “ROSSO FISSO” ? Invia il tuo disco in streaming o in altro modo da concordare via email a: rossofisso.muzikult@gmail.com

LUCIO CORSI Bestiario Musicale

PAOLO BENVEGNÙ H3+

Picicca Dischi

WOODworm

Lucio è un alieno e aliene sono le VOTO: sue visioni musicali. Un viaggio in un bosco visto dagli occhi di un bambino un po’ cresciuto. Gli animali diventano pretesto per parlare del mondo che lo circonda e lo fa in maniera dolce e commuovente. L’immaginario è fantastico e fiabesco, cantato con una tale decisione che alla fine non puoi che credere anche tu alla storia delle galline punk o dei calabroni inventori della musica elettronica. Lucio è bravissimo e questo disco lo dimostra.

Alla domanda sul perché BenVOTO: vegnù non sia fra i più famosi artisti del panorama musicale italiano non saprei cosa rispondere. Anzi dovrei rispondere dicendo che forse è meglio tenere per se questi gioielli. A tutti coloro che dicono che scrivere in italiano non riesca ad esprimere al cento per cento i concetti rispondo con l’ascolto di questo capolavoro. Paolo è un artista che da anni ormai regala e produce materiale di serie A e forse dovremmo dare molta più risonanza alle sue opere.

VITRONE nel momento G records

Quello di Vitrone è un disco maturo, fatto con VOTO: artigiana dedizione nei suoni e negli arrangiamenti. L’attenzione ai particolari alle atmosfere si mischia con la bellezza dei testi mai scontati. Un lavoro che come il vino lascia un senso di malinconia che scivola via la sera al tramonto.

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MASSIMO BONELLI Musicista, produttore, manager ed editore, Massimo Bonelli è il CEO di iCompany e l’organizzatore del Concerto del Primo Maggio di Piazza San Giovanni a Roma. Prima di fondare l’ambizioso progetto iCompany è stato per oltre dieci anni consulente di alcune tra le più importanti aziende discografiche ed editoriali nazionali rivestendo diversi ruoli tra i quali quello di amministratore e manager. Nel corso della sua carriera ha curato numerose produzioni discografiche, ha assunto il ruolo di consulente e collaboratore di eventi di rilievo quali il Premio De André, Area Sanremo, il Premio Giorgio Faletti, l’Unione dei Premi Musicali Italiani, il Music Village, il Tour Music Fest, il Mei, l’Uniweb Tour e tanti altri. Nel 2016 ha fondato iEVENT, la prima piattaforma nazionale di grandi eventi e premi musicali. Attualmente è manager dell’artista Fabrizio Moro e dello scrittore e conduttore Massimo Cotto.

La Rubrica di Muzi Kult che si occupa, grazie ad esperti e operatori del mondo della musica e della cultura, dei risvolti tecnici, burocratici e del lavoro nel campo della musica.


GUIDA PER L’IMPRESA DI MUSICISTI FARE MUSICA CONTABILI A cura di Massimo Bonelli e Francesco Galassi

A volte mi guardo indietro, ripenso a tutto quello che ho vissuto attraversando a calci e spintoni i miei 42 anni. Anni trascorsi intensamente e sempre alla rincorsa di un sogno piantato fisso nel mio cielo, un sogno a volte apparentemente più vicino, a volte chiaramente lontano e impossibile da raggiungere. E ripenso con un pizzico di tenerezza anche al me stesso di 10 o 15 anni fa. Avrei tanta voglia di parlare a quel ragazzotto vestito in modo improbabile e raccontargli tutto quello che ho visto, che ho capito, che ho scoperto e che adesso so. Ah… quante cose nella mia vita oggi sarebbero diverse se solo potessi parlare con quel tizio naif che nascondeva con la boria le sue insicurezze e che sognava di fare il musicista e di riempire club e palazzetti con la sua musica.

FRANCESCO GALASSI Ideatore e fondatore della rivista musicale ExitWell, cartacea e gratuita, dedicata al mondo della musica indipendente per raccontare quello che c’è dietro alla musica suonata, con una forte componente didattica e la determinazione a sostenere lo sviluppo delle nuove generazioni di musicisti. Da ExitWell in poi tutta la sua attività si concentra sulla musica nuova, collaborando a diverse iniziative legate al Mei, dal Superstage, al Super Mei Circus, passando per la Festa della Musica del Mibact, gli Stati Generali della Nuova Musica in Italia, i tavoli di discussione itineranti di #Cambiamomusica e molto altro ancora. È responsabile organizzativo della Rete dei Festival (coordinamento nazionale di festival e rassegne musicali) e si occupa di comunicazione per iCompany e il Primo Maggio di Piazza San Giovanni a Roma. Inaugura nel 2016 il progetto Adastra - acceleratore musicale, incubatore dedicato ai giovani progetti musicali.

Povero illuso, non potevi di certo farcela! Eppure chissà, se quel giorno tu avessi fatto quella telefonata in modo diverso? E se ci fossi andato a quell’appuntamento invece di ascoltare un consiglio stupido? Se invece di firmare quel contratto fuffa avessi aspettato un’altra settimana? Si sa, con i se e con i ma non si fa la storia, eppure spesso la storia la si costruisce mettendo in fila una serie di errori di valutazione e scelte sbagliate. E così, con l’aiuto del buon Francesco Galassi (che in uno slancio di masochismo si è offerto di farmi un po’ da Caronte) ho deciso di provare ad attraversare l’Ade della musica italiana e raccontarvi come la vedo io, mettendo su carta i consigli che vorrei tanto dare al me stesso cocciuto, ipertricotico e magro che adesso mi guarda da una fotografia e che, tutto sommato, devo ringraziare, perché senza di lui non sarei qui a godermi la vita piena di musica che molto fortunatamente mi ritrovo a vivere. In questo tenero e romantico quadretto si inserisce quindi la nuova rubrica targata iCompany. Abbiamo deciso di chiamarla “GUIDA PER MUSICISTI CONTABILI“ citando uno dei guru del “do it yourself” nazionale e di dedicarla ai giovani artisti e musicisti che avessero voglia di mettere in discussione i loro dogmi. A questi impavidi che non temono la classica domanda di parenti ed affini: “Sì ho capito che suoni, ma di lavoro che cosa fai?”, a questi eroi post-moderni che provano ad ignorare il mito genitoriale del “posto fisso”, noi proveremo a dare consigli e idee su come ottimizzare e mettere a fuoco consapevolmente il proprio progetto artistico, ammesso ovviamente che ce ne sia uno e che valga la pena di immolarsi per difenderlo e portarlo avanti. Tredici capitoli di approfondimento nei quali seguiremo un ipotetico percorso di crescita di un progetto artistico, dalla definizione del progetto stesso fino

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alla firma di un contratto discografico, per capire come oggi si possa fare realmente il mestiere del musicista professionista e cosa questo comporti. Lo faremo attraverso l’esperienza maturata negli anni e sfatando alcuni miti sul mondo della musica. Proveremo a darvi gli strumenti necessari per fare le scelte migliori ed iniziare ad essere consapevolmente manager di voi stessi. Descriveremo le figure professionali che navigano nel mare del mercato musicale italiano, per capire come lavorano e qual è il modo migliore per interagire con loro. Scopriremo perché è importante fare tutti i passaggi necessari prima di produrre un disco. Proveremo a consigliarvi sul modo migliore per proporsi ad una etichetta e cosa bisogna sapere prima di firmare un contratto. Fino a trascinarvi nel “lato oscuro” della professione del musicista, quello meno poetico eppure fondamentale: la fiscalità e la gestione delle economie. Un viaggio che speriamo diventi uno strumento utile a tutti coloro che non vogliono accontentarsi di fare musica per hobby; tutti quelli che hanno voglia di comprendere meglio i meccanismi di questo mondo così affascinante.

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Musica contro le mafie - 7^ Edizione

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IO SOSTENGO

MUSICA CONTRO LE MAFIE Continuano le Adesioni di Nuovi Artisti al Progetto “Musica contro le mafie” Qui alcuni degli artisti che fino ad oggi abbiamo incontrato sul nostro cammino, amici che fanno già parte del gruppo di artisti di “Musica contro le mafie” e altri nuovi amici. Se vuoi conoscere tutti gli artisti di “Musica contro le mafie” clicca su : www.musicacontrolemafie.it

Levante

Roy Paci

Daniele Sanzone

Fiorella Mannoia

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MALAORIA

Promo Artists I «Malaoria» sono una band irpina nata nel novembre 2013 e composta da Antonio Pagliuca (voce), Niko Fucci (chitarra), Nicola Natella (chitarra), Domenico Vizzone (basso), Giuseppe Polcaro (batteria). Nell’aprile 2014 presentano il loro primo album «Vittime”, disco composto da sette tracce inedite, tutte in italiano, in cui miscelano rock puro con grunge e alternative senza tralasciare le melodie e le sonorità del rock made in Italy. Nei pochi anni di attività i Malaoria vantano diversi passaggi in radio sulle emittenti nazionali «Radio Latte e Miele» e «Radio ARC» e la partecipazione alla finale del festival «Adesso Musica Italiana» grazie alla quale compaiono con il brano «Anche se scotta» nel disco prodotto dalla manifestazione e diffuso in gran parte dei negozi di dischi nazionali. Da “Vittime” in poi i Malaoria si fanno largo attraverso numerosi live e festival indie fino al Febbraio del 2017, quan-

Guarda il videoclip “Lacrime e Cenere” di MALAORIA su Yotube: http://www.youtube.com/watch?v=_SGBHgZaOdk

MALAORIA on Facebook: http://www.facebook.com/Malaoria

do presentano il loro secondo album pubblicato da “Angrisano edizioni musicali” e intitolato «Indelebile», disco composto da sette tracce inedite più una special track acustica live.

INDELEBILE Indelebile è quello che ti resta impresso nella pelle fino a toccarti dentro, qualcosa che ti segna, ti dà forma, quello che ti ha reso ciò che sei. E’ questo il messaggio che hanno voluto trasmettere con il loro ultimo lavoro discografico, intitolato proprio «Indelebile» i Malaoria, la rock band irpina composta da Antonio Pagliuca (voce ed autore dei brani), Nicola Natella e Niko Fucci (chitarre), Domenico Vizzone (basso) e Giuseppe Polcaro (batteria). «Indelebile», pubblicato da «Angrisano Edizioni Musicali», non è solo il titolo ma è anche il sound che ne è venuto fuori, senonché il file rouge di tutti i testi. Un album che contiene otto brani inediti in italiano dal suono rock pieno zeppe di influenze, già al primo ascolto è facilmente intuibile quanto i cinque ragazzi irpini abbiano amato ed amano forse tutt’ora il rock anni novanta, soprattutto quella corrente proveniente da Seattle o giù di lì. Ed è lodevole come siano riusciti a dare nuova vita, o meglio a ricontestualizzare quelle sonorità e quelle atmosfere in un periodo storico in cui la discografia sembra aver dimenticato quanto il rock abbia saputo trasmettere ed influenzare la società. Otto canzoni tra cui il featuring con «Visioni Distorte» in «Le scuse non bastano più», brano di denuncia contro gli scempi della terra dei fuochi e chi non fa nulla per fermare questo degrado tossico, e «Come i cowboy» una special track acustica tutta da ascoltare.

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CHIARA RAGNINI

Promo Artists Sonorità a cavallo tra pop ed elettronica, testi malinconici e taglienti: è la cifra stilistica di Chiara Ragnini, cantautrice ligure attiva da anni nella scena musicale indipendente. Chiara ha perfezionato la tecnica vocale e la scrittura, frequentando masterclass e workshop con alcuni dei migliori autori e cantanti in Italia, da Paola Folli a Saverio Grandi fino a Carl Anderson. Nel corso degli anni Chiara ha vinto diversi riconoscimenti, partecipato a festival e rassegne, ottenuto passaggi radiofonici e televisivi. Nel 2011 ha pubblicato Il giardino di rose, un disco dal sapore folk-pop che le è valso la stima di pu-

Guarda il videoclip “Un colpo di Pistola” di CHIARA RAGNINI su Yotube: https://www.youtube.com/watch?v=pToEEu5iDrI

Acquista “un Colpo di Pistola” di CHIARA RAGNINI su Itunes:

https://itunes.apple.com/it/album/un-colpo-di-pistola-single/id1209471240

bblico e addetti ai lavori. Un seguito che negli ultimi mesi ha permesso a Chiara di sperimentare una campagna di crowdfunding su Musicraiser per finanziare il suo nuovo disco La Differenza, in uscita il 28 aprile 2017. L’operazione si è rivelata un successo clamoroso, con la partecipazione di centinaia di sostenitori e la raccolta di oltre il doppio dell’importo inizialmente prefissato.

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LA DIFFERENZA “Sono sempre io, solo che ora indosso un bel vestito nuovo e le scarpe per la festa”. Così Chiara Ragnini introduce il suo nuovo secondo album ufficiale, La differenza, in uscita il 28 aprile 2017. Dieci tracce, tra cui il singolo apripista Un colpo di pistola, tratteggiano l’evoluzione artistica della cantautrice genovese, che con questo lavoro esce dalla comfort zone del folk chitarra-voce per andare alla ricerca del suo personale punto di equilibrio tra una scrittura che ammicca all’electro pop e un’anima da rocker Si parla di rapporti di coppia, di amore, di amicizia, di dolore, di solitudine, di curiosità. E di quel concetto di differenza al quale, come il titolo stesso chiarisce, Chiara Ragnini riconduce ogni significato: “La differenza sta nell’essere se stessi, nel mettersi a nudo, nel non avere paura di trasformare in musica le proprie emozioni e anche le proprie insicurezze”.Il disco, registrato all’Ithil World Recording Studio di Imperia con la supervisione di Giovanni Nebbia, vede la collaborazione di Max Matis al basso e del beatmaker Roggy Luciano, autore di rime, campionamenti e del featuring su Coda, il brano che chiude l’album.

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NOON

Promo Artists Noon è un progetto musicale che nasce nel 2015. La band è composta da Lorenzo Forte (voce, chitarra acustica) Antonio Tunno (chitarra, cori), Marco Verardo (basso) e Fabrizio Gualtieri (batteria). Il quartetto, ispirato da Radiohead, Sigur Ròs, Daughter, Kula Shaker, cerca di proporre le sonorità fredde caratteristiche della musica nordeuropea e di dar loro veste nuova immergendole nella tradizione musicale italiana con melodie pop e chitarre a tratti morbide, a tratti taglienti e psichedeliche. La band ha pubblicato il primo EP omonimo con la collaborazione di Marte Press nel 2015, è vincitrice delle selezioni provinciali di Arezzo Wave 2015 per la provincia di Lecce. Nel 2016 vince il Gazzetta Music Contest suonando in Piazza del Ferrarese a Bari davanti a migliaia di persone, vittoria che la porta ad esibirsi al Teatro Petruzzelli in diretta televisiva. Aprono i concerti di Management del Dolore Post Operatorio, Adriano Viterbini e Calcutta. A fine estate 2016 la band entra in studio in studio per registrare il suo primo album, che

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NOON on Youtube:

http://www.youtube.com/Noonband

vede la produzione artistica e la collaborazione straordinaria di Roberto Dell’Era, il quale, oltre a suonare vari strumenti all’interno dell’album, canta in un brano dello stesso. L’uscita dell’album è prevista per Marzo 2017 con etichetta Beta Produzioni.

RAMI “Rami”, primo album dei Noon, progetto musicale che ispirandosi a gruppi come Radiohead, Sigur Ròs, Daughter, Kula Shaker, cerca di proporre le sonorità rarefatte e rilassanti caratteristiche della musica nordeuropea, dando loro una veste nuova filtrata dalla tradizione musicale italiana. Rami è un viaggio attraverso suoni vintage, melodie dal sapore cantautorale, arrangiamenti minimali e testi criptici; un viaggio nel quale momenti catartici e ossessivi lasciano spazio ad attimi di respiro e riflessione, con melodie pop e chitarre a tratti morbide, a tratti taglienti e psichedeliche. L’album è composto da 11 tracce, 10 canzoni (di cui una cover dei CCCP, “Annarella”) più un brano strumentale, e vede la partecipazione straordinaria di Roberto Dell’era (Afterhours), il quale, oltre a suonare diversi strumenti all’interno dell’album, canta in un brano dello stesso, ed è produttore artistico di due canzoni (“Guerra Sugli Alberi” e “Scatola1”). Tema centrale dell’album è lo scorrere del tempo, la difficoltà, nonostante gli sforzi, di mantenere salde le proprie sicurezze e di non restare spettatori inermi e passivi davanti al mondo che non assicura nulla di assodato se non certezze relative. Il titolo del disco, “Rami”, parola significante dell’intera raccolta e con un riferimento presente in molti brani (“Guerra sugli alberi”, “Salici”, “Mille rami”), si può interpretare come metafora del protendersi verso futuri migliori.

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L’ARTISTA DEL MESE Guarda il videoclip “Bionic Visions” di BIONIC VISIONS su Youtube: https://youtu.be/TJx6-1lo3Nk

Acquista il singolo “Bionic Visions” su Itunes:

https://itunes.apple.com/it/album/bionic-visions-single/id1206929401

Acquista il singolo “Bionic Visions” su Google Play: https://play.google.com/store/music/album/Bionic_Visions_Bionic_Visions?id=B54r5m4q4unu2hw4hyeaulsxhzm

Ascolta “Bionic Visions” di BIONIC VISIONS su Soundcloud: https://soundcloud.com/ingra-records/bionic-visions

BIONIC VISIONS on Facebook: https://www.facebook.com/bionicvisions

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BIONIC VISIONS

Ancora spazio in ogni numero per gli artisti Indipendenti…. Un nuovo interessantissimo artista selezionato dalla redazione di «Muzi Kult» tra decine di proposte. Conosceremo la sua musica, l’attività che ha in ‘highlights’ in questo momento, e scambieremo con lei due chiacchiere. Come sempre, vi daremo la possibilità di conoscere da vicino realtà emergenti ed emerse, alternative e interessanti del panorama indipendente italiano e del suo vastissimo ‘undergound’ fatto di musica di qualità.


L’ARTISTA DEL MESE “Siamo convintissimi che la musica è un linguaggio universale, come tutte le forme d’arte e che quindi non ha bisogno di un linguaggio particolare (BIONIC VISIONS)

DUE CHIACCHIERE CON BIONIC VISIONS Tratto caratteristico peculiare, insieme alla vostra proposta musicale è il Look. Perchè questa scelta ? Volevamo distinguerci e renderci particolari, per non essere una delle tantissime band presenti nel panorama musicale mondiale. Abbiamo deciso di dedicare parte del nostro tempo a progettare e costruire sia il nostro look, sia gli effetti visivi che presentiamo nei nostri spettacoli. Quindi non punteremo solamente sulla musica, che abbiamo voluto tenere radiofonica sia per gusti personali, sia per deformazione professionale. Dopo 25 anni passati in studio a produrre un certo tipo di musica, succede. Molto particolare la scelta di cantare in italiano per una band che ha un approccio molto più internazionale, come mai ? Quando abbiamo deciso di intraprendere quest’avventura, ci siamo posti una sfida che vogliamo vincere. Siamo convintissimi che la musica è un linguaggio universale, come tutte le forme d’arte e che quindi non ha bisogno di un linguaggio particolare per far arrivare un determinato messaggio o emozione. Quindi abbiamo deciso di cantare in italiano in quasi tutte le canzoni. Anche per lo stesso discorso fatto sul look e contraddistinguerci dagli altri. Noi ci crediamo e siamo convinti che tale scelta ci porterà moltissime soddisfazioni. Se non altro a livello emotivo.

I Bionic Visions sono una band nata nel 2016, formata da due Cyborg: Erik Borg K1.0 ed Alex Borg P2.0. Il loro genere musicale è l’elettronica, con varie contaminazioni che vanno dall’elettronica pura a quella più danzereccia. Hanno accettato la sfida di proporre testi in italiano. Cosa assai rara per il genere. Nei loro testi svariano dalla parte umana e sentimentale, fino alla loro parte robotica ed esasperata, parlando del loro mondo ambientato in un futuro non troppo lontano (2048), ma così diverso da quello in cui viviamo, a causa di un’apocalisse che causerà l’estinzione del genere umano. Quando erano ancora umani, avevano un background musicale ventennale con varie collaborazioni e produzioni a livello nazionale ed internazionale nel genere dance, pop, new age, chillout. Nei loro show puntano ad avere un impatto non solamente sonoro, ma pure visivo; basato moltissimo su effetti e costume di scena, tutti autoprodotti.

“SYNTHETIC SYNDROME” In Bionic Visions, descrivono la vita di un cyborg, vista con gli occhi dello stesso. Il loro album di debutto è Synthetic Syndrome, a breve sia su cd che in digitale. Ma hanno anche una doppia uscita con l’album doppio, a tiratura limitata e reperibile solamente su cd, denominato The Final Destination. Le contaminzaioni musicali sono molteplici, con brani che variano da atmosfere alla Jarre, fino a ritmiche in stile Kraftwerk, passando da ritmiche Morodiane e Depeche Mode. Brani strumentali, cantati ed alcune cover, tra le quali Smalltown Boy, famosa Hit degli anni 80.

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Oltre 600 i singoli diffusi da «MEET’n’RADIO» in un anno. E’ un servizio di Delivery di Singoli alle Radio del Circuito attraverso una eterogenea Compilation. On Mag Promotion realizza ogni mese una compilation digitale selezionando proposte provenienti da tutto il mondo indipendente. La Compilation digitale viene inviata a tutte le Radio e web-Radio legate al Circuito radiofonico «Meet’n’Radio» rinsaldato e rafforzato dal lavoro dell’uff. Stampa, ideatore delle iniziative di promozione «Meet’n’Radio» e «Meet’n’TV» . Oltre 400 le Radio e oltre 500 le Web-Radio che ricevono la Compilation Digitale di «Meet’n’Radio» ogni mese. Tantissime le Radio che continuano a trasmettere le nostre proposte e che hanno portato e continuano a portare gli artisti da noi promossi in tante delle classifiche radiofoniche indipendenti. I brani continuano ad arrivare anche all’estero: Argentina, Germania, Stati Uniti, Perù, Uk, Mexico, Colombia, Uruguay, Paraguay, grazie alla collaborazione delle radio vicine al circuito Meet’n’Radio e di On Mag Promotion.
 Oltre a tutto ciò, è già di per se esclusivo essere selezionati fra i Brani del Mese.

www.onmagpromotion.com/meet.html

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1. CHIARA RAGNINI – UN COLPO DI PISTOLA (C.Ragnini) – CREA Media 2. NOON – HEIDI 12 A (Noon) – Beta Produzioni (Marte Press) 3. SALVARIO - CANZONETTA DA BAR (S.Piccione) – Beta Produzioni (Marte Press) 4. IL GIGANTE – NEMESIASI (E.Sanchi) – Autoprodotto (Marte Press) 5. WALTER PIVA – LA PACE DEL GUERRIERO (W.Piva) - SanLuca Sound 6. MAGACUSTICA – LA SCELTA (F.Zoffoli) - PA74 Music 7. IL SOGNO DELLA CRISALIDE – VIE D’USCITA (V.Modolo) – Autoprodotto (Marte Press) 8. IL RISO DEGLI STOLTI – QUALCUNO DICE AL CASO (Il Riso degli Stolti) – Autoprodotto (MartePress) 9. ELEKTRA NICOTRA – HERMIT (E.Nikotra) – Freecom (MartePress) 10. MC IVANHOE – NARGHILE’ (Shisha Rap) (M.Bellomi/R.La Torre) – PA74 Music – Ed. PA74 Music 11. GIANLUCA CORRAO – SIMONA e MILANO (Germanelli/Mignogna) – Smilax Publishing srl 12. RAMES – NON DARTI MAI UNO STOP rmx (Rames) – Playrames 13. WILLIAM V. WILSON – OMID (W.V.Wilson/G.Forte) - Seahorse Recordings – Audioglobe 14. PAOLO BERNARDI e ROSANNA FEDELE – ROMA OSCURA (R.Fedele/P.Bernardi) – Beta Produzioni (MartePress) 15. ALESSANDRO PORCELLA – CARMEN (A.Porcella) – PA74 Music – Ed. PA74 Music 16. WALTER SCIORTINO - DONDE ESTARAS (W.Sciortino/C.Giambarresi) – GDE Records – Ed. Gde Ed.Musicali

MEET’n’RADIO - n° 2 (DUE) del 2017 (FRANCA RAME) http://www.onmagpromotion.com/meet_due17.html

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MEET’N’RADIO

gli artisti scelti dalla redazione ...vi segnaliamo inoltre 4 artisti selezionati dalla redazione tra quelli presenti nella Compilation «n° 2 - DUE del 2017» e «FRANCA RAME»

NOON Noon è un progetto musicale che nasce nel 2015. La band è composta da Lorenzo Forte Antonio Tunno, Marco Verardoe Fabrizio Gualtieri. Il quartetto, ispirato da Radiohead, Sigur Ròs, Daughter, Kula Shaker, cerca di proporre le sonorità fredde caratteristiche della musica nordeuropea e di dar loro una veste nuova immergendole nella tradizione musicale italiana con melodie pop e chitarre a tratti morbide, a tratti taglienti e psichedeliche. Un brano registrato in presa diretta che lascia spazio all’anima più pop e folk della band; il pezzo è caratterizzato da un sound minimale composto da due chitarre acustiche che si legano e si inseguono tra loro in maniera semplice e diretta. Il pezzo fa parte di “Giganti”, primo album dei Noon in uscita a Marzo 2017.

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IL SOGNO DELLA CRISALIDE Il Sogno della Crisalide, nasce nel 2012 da un’idea di Vladimiro Modolo, autore di musiche e testi. Il nome del progetto deriva da una nota rivista di cultura e psicologia chiamata «Il sogno della farfalla», crisalide indica uno sviluppo ed una evoluzione continua. L’11 Settembre 2015, esce, in anteprima su repubblica.it il secondo singolo intitolato «Colpa della fame» ed ispirato alla vicendadella morte del giovane geometra romano Stefano Cucchi con cui vince il premio nazionale Augusto Daolio come miglior testo. È in uscita il primo album ufficiale intitolato «Vie d’uscita» che uscirà a Marzo 2017 anticipato dall’omonimo singolo «Vie d’uscita». Scatti di rabbia adolescenziale. La nostra generazione vista dallo sguardo di chi prova a fare arte quando sa che è come predicare nel deserto. Una generazione divisa tra un senso di immobilità e voglia di creatività, chiusa tra social network e stimoli illusori e alla ricerca di una via d’uscita.

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MEET’N’RADIO gli artisti scelti dalla redazione

ELEKTRA NICOTRA Elektra Nicotra è una figlia dell’Arte che cresce in mezzo alla musica e che fin da bambina s’immerge nelle più svariate forme di espressione artistica passando dalla musica alla recitazione, dalla moda alla collage art. Recentemente ha posato come modella per fotografi come Matthis Kleb (Oslo) e Andrea Egitto (Catania) ed è caporedattore moda del magazine online FNM Magazine. Hermit è un brano fatto di contrasti. L’ombra e la luce. Il blues vecchio stampo della Louisiana che incontra l’elettronica contemporanea.

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ALESSANDRO PORCELLA Compositore, Arrangiatore, Produttore Artistico & Direttore Artistico Videofestival Live. Carmen è il nuovo cortometraggio scritto e diretto dall’artista Gabriella Parisi, la storia è liberamente ispirata alla novella di Prosper Mérimée, pubblicata nel 1845 e da cui è tratta anche l’indimenticabile e celeberrima opera di Georges Bizet. La colonna sonora originale è firmata da Alessandro Porcella, musicista, compositore e music producer, reduce da numerosi riconoscimenti internazionali, che ha già collaborato in passato con Gabriella Parisi per le colonne sonore del cortometraggio Fly on the blue side e del film d’arte Over Game, quest’ultimo esposto alla 54. Mostra Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia nel 2011.

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TV «Meet’n’TV» nasce, come «Meet’n’Radio (il tuo singolo in tutte le Radio del circuito «Meet’n’Radio») da un’idea dell’Uff. Stampa On Mag Promotion. Meet’n’TV nasce per venire incontro alle esigenze di coloro i quali vogliono veicolare e diffondere le loro opere senza costi onerosi. «Meet» sott’intende l’incontro di una serie di realtà musicali differenti che si ritrovano insieme per approdare «on/in TV». In ogni numero gli artisti di Meet’n’TV avranno un accompagnatore d’eccezione. Per oltre un anno siamo stati in compagnia degli ospiti della storica trasmissione «Il Musichiere» per passare poi ai «pupazzi» più famosi della storia della Tv. Leggendo la parola «Meet’n’TV», noi italiani non possiamo fare a meno di notare l’assonanza con le parole «Miti in TV». Ed è per questo motivo che abbiamo pensato che personaggi, reali e di fantasia, mitici della TV avrebbero fatto da accompagnatori degli artisti. Un Mito della TV che vi farà idealmente da «garante» e vi fa incontrare (Meet) le TV locali Italiane e le web Tv. Tutti gli artisti di «Meet’n’TV» in ogni numero si presenteranno alle TV locali e web Italiane presentati da Mitici personaggi della TV. La Nuova Serie di Meet’n’TV è partita con uno dei «personaggi d’invenzione» o «pupazzi» più rappresentativi della Musica in TV: il «SUPER TELEGATTONE». Proseguita poi con «Musichieretto, Provolino, Four, Five, Uan e ora Pompeo e Carlotta».

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1. CHIARA RAGNINI – UN COLPO DI PISTOLA regia Megan Stancanelli 2. VIOLADIMARTE – IL MURO DI BERLINO regia Joe Santelli e Visioni Creative 3. ALESSANDRO PORCELLA – CARMEN regia Gabriella Parisi 4. BIONIC VISIONS – BIONIC VISIONS regia Enrico Knob Tavernini & Didi Bettini Fiore 5. GIANLUCA CORRAO – SIMONA e MILANO regia Simone Gazzola 6. WALTER SCIORTINO – DONDE ESTARàS regia Luca Caminiti

MEET’n’TV - n°4 (Quattro) Anno III (Enzo Tortora) http://www.onmagpromotion.com/meettv_quattro4anno3.html

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In ogni numero di Muzi Kult, nello spazio di Meet’n’Tv - la prima ed unica Video-Compilation di Musica Indipendente Italiana, diamo uno spazio a due artisti scelti dalla redazione tra quelli inseriti nelle ultime due videocompilation.

VIOLADIMARTE “IL MURO DI BERLINO”

https://www.youtube.com/watch?v=7Oes1CJDEIo

“IL MURO DI BERLINO”

I VioladiMarte si affacciano sulla scena musicale con un disco realizzato quasi interamente in presa diretta, catturando ogni singola traccia come un’energia istantanea da fotografare. Riflessioni compositive e immediatezza nell’ascolto evidenziano la forte vena Rock e analogica della band. Un mood molto personale che con l’ausilio di un violoncello, rhodes e vari synth dà vita ad una mistura di suoni che passa per armonie dal sapore aspro e Psycho Rock di estrazione anglosassone, al rock’n roll piu’ autentico per finire con forti richiami al piu’ intimo e sofisticato cantautorato italiano. Il progetto nasce agli inizi del 2009 con un nome dal significato evocativo e di libera interpretazione ma soprattutto da una pura e semplice esigenza comunicativa. VioladiMarte e’ un concetto universale di tutto cio’ che ruota intorno all’individuo “umano”. Ne penetra gli aspetti piu’ intimi, fino a toccarne ansie e paure, usa l’immaginazione soggettiva come metodo per guardarsi dentro e scoprirsi…

“Il Muro di Berlino”, nuovo singolo dei VioladiMarte che precede l’uscita del secondo lavoro della band per il 2017. “I muri esistono solo nella nostra mente” è il concetto chiave di questo nuovo brano, che racconta delle difficoltà odierne legate alla comunicazione interpersonale. “Come un abito mi cucirai perché ti entri ancora”. Il Muro di Berlino è la metafora dell’ultima difesa personale utilizzata dalla società. Il videoclip nasce dall’esigenza del leader della band, Joe Santelli, di poter raccontare anche attraverso le immagini la forte tematica contenuta nel brano, scrivendone la sceneggiatura e guidando la regia. Dalla collaborazione con Visioni Creative, nasce il video ipnotico del Muro di Berlino, che in circa 4 minuti riesce a portare lo spettatore a confrontarsi con situazioni che può trovare nella vita di tutti i giorni.

facebook.com/VioladiMarte/

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MEET’N’TV i due ARTISTI scelti dalla Redazione

WALTER SCIORTINO “DONDE ESTARÀS”

https://youtu.be/6zfkSgqfrqw

“DONDE ESTARÀS” Donde Estarás è una di quelle canzoni d’amore capaci di lasciare un segno indelebile anche al primo ascolto. Un video interessante dal calore latino e pieno di ritmo e danza. Walter Sciortino: E’ un autore, compositore e cantante di canzoni italiane e spagnole,collabora con diverse case discografiche con cui ha editato brani come laGDE-Edizioni, Warner Music Argentina, Universal Music. Scrive canzoni per artisti oltreoceano. Il suo sound latino e le sue composizioni da chitarrista lo rendono adattabile a qualunque forma di musica. Mentre il genere Kizomba acquista notorietà, in Italia il brano in questione anticipa il mercato proponendo uno stile romantico cantautorale, abbinato al passo sensuale del ballo Angolano. Essendo uno dei pochissimi inediti in lingua spagnola di produzione italiana, il brano sarà una new entry di rilievo per molte Discoteche, Sale da ballo e scuole professionali Italiane ed Internazionali.

facebook.com/walter.sciortino

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HIGHLIGHTS

ARTISTS

In ogni numero, la redazione di Muzi Kult, dedicherà ad artisti del mondo Indipendente Italiano, monografie, pagine dedicate con notizie sulle loro attività, articoli, interviste, recensioni e tanto altro. La sezione “Highlights Artists” mette”Sotto i Riflettori” le attività degli artisti provenienti dal mondo della musica italiana di ogni tipo.

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di Miriam Caruso

Quattro album e tante idee che arrivano dritte alle orecchie di una generazione che desidera la sincerità di chi le scrive. Abbiamo fatto una lunga chiacchierata al telefono con Tommaso Paradiso, frontman dei TheGiornalisti, che ci ha raccontato una piccola parte del suo mondo musicale, con quella sincerità citata poc’anzi e che traspare nei suoi pezzi.

MUZI KULT: Chi sono i TheGiornalisti? Tommaso (TheGiornalisti): Sono dei ragazzi che si sono legati molto fra di loro e che scrivono i loro pensieri attraverso la musica. MUZI KULT: Qual è il luogo dov’è nata la vostra musica? Tommaso (TheGiornalisti): La nostra musica è nata nel salotto di casa di mia madre nel 2009. MUZI KULT: Come prendono vita i testi delle tue canzoni? Tommaso (TheGiornalisti): Scrivo i testi dovunque mi trovi, spesso appuntando le parole con memo sul telefono.

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Le idee per i testi vengono fuori tramite le esperienze di cui sento il bisogno di parlare e che vivo durante la giornata. Nelle conversazioni dici un sacco di cose, come nel rapporto con una persona o con tante, vedendo un film… A un certo punto pensi che possa essere carino dire quelle parole anche in una canzone. Oppure quando si ha il desiderio di mandare un messaggio ad una persona e allora dici “adesso scrivo una canzone per te”.

criticando ad esempio il cambiamento da Vol. 1 a oggi. Ed è proprio in questi momenti che mi viene spontaneo rispondere loro “Si, si io cambio, devo farti incaxxare in qualche modo”. Quando usciranno altre cose saranno sempre più nuove e ci sarà sempre più gente scocciata di sentirci cambiare, ma noi per produrre abbiamo bisogno di stimoli e quest’ultimi non possono uscir fuori facendo sempre la stessa cosa.

MUZI KULT: I vostri lavori hanno una chiara impronta anni ‘80. Mi racconti in che modo questa influenza contamina la vostra musica?

MUZI KULT: Gli alberi, un pezzo che racconta una storia personale, come d’altronde molti brani presenti in quest’ultimo album.

Tommaso (TheGiornalisti): Non è proprio così, usiamo alcuni strumenti moderni che ricordano quelle sonorità. La musica Synth Pop nasce intorno agli anni ’80 e tutto ciò che fai con le tastiere ti rimanda a quelle atmosfere. La cosa che adoro di più è la contemporaneità, ciò che nasce nel presente. Poi il fatto che ci sia qualcosa che ci leghi col passato, bè, penso che questa sia la base dell’arte. Secondo me in un’opera d’arte, che può essere una canzone, un film o un quadro, coesistono vari elementi che intervengono nel suo essere: la novità, la spontaneità, l’urgenza, la bellezza. Tra tutti questi elementi che compongono l’opera c’è anche qualcosa che ti ricorda casa. Come dice Sorrentino ne La grande bellezza “Le radici sono importanti”. Ci deve essere un elemento in grado di farti sentire a casa, che ti culli un po’, che ti faccia ricordare l’infanzia e la famiglia. Essendo io nato negli anni ’80 ogni tanto mi piace introdurre questi elementi familiari.

Tommaso (TheGiornalisti): Dietro questo pezzo c’è una ragazza che conosco da dieci anni, con cui ho sempre avuto un rapporto abbastanza bello e ingarbugliato. Non siamo mai stati insieme perché non siamo riusciti a trovarci nella situazione adatta, ma con lei ho sempre avuto

MUZI KULT: Hai scritto un pezzo per Luca Carboni nel 2015 e, in seguito, è nato fra voi un rapporto di forte stima. Ce ne parli? Tommaso (TheGiornalisti): Sono autore/scrittore/compositore per la Universal. Durante l’anno scrivo pezzi per persone famose e mi è capitato di poter scrivere per Luca. Quando ha scelto il pezzo che avevo scritto, non sapeva l’identità dell’autore. Luca conosceva già il progetto TheGiornalisti, essendo affezionato a noi e in generale alle nuove proposte della musica italiana, e quando ha scoperto che avevo scritto io il testo della canzone è stata una bella sorpresa.

MUZI KULT: Da un inizio fortemente indie con Vol. 1 siete arrivati a Completamente Sold Out. Un viaggio che vi ha fatto crescere fino a firmare con una major. Ci parli di questa evoluzione? Tommaso (TheGiornalisti): L’evoluzione è stata graduale. La nostra scrittura si presta ad un pubblico abbastanza ampio e quindi, pian piano, inizi a diventare qualcuno. Passi così da una realtà in cui gestivi tutto da solo, ad un’altra in cui hai bisogno di una struttura attorno che ti sorregga con figure come manager, ufficio stampa, casa discografica, agenzia booking... Tutto ciò, però, non ha assolutamente influenzato il nostro modo di fare musica. Sono una persona che si stanca facilmente di fare le stesse cose, quindi sono sempre alla ricerca di nuovi suoni, nuove idee, e son contento quando il pubblico reagisce,

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un rapporto molto forte e intimo, con gli occhi a cuore. Siccome siamo entrambi fissati con gli alberi, ci scambiavamo in codice gli emoticon che li raffiguravano tramite i social, per non farci capire dagli altri. Se una persona commenta con un albero, chi lo vede non sa che dietro a quel disegno in realtà ci sono un sacco di cose. MUZI KULT: Completamente, il brano che vi ha spalancato le porte al grande pubblico. Ma cos’è per voi il Completamente? Tommaso (TheGiornalisti): E’ un avverbio che noi TheGiornalisti abbiamo sempre usato e abusato, contagiando anche chi ci sta attorno. Dato che lo utilizziamo così spesso, abbiamo deciso di esorcizzarlo scrivendoci sopra una canzone. MUZI KULT: E’ da poco uscito il video ufficiale di Sold Out, una canzone intima che contiene un’immagine molto suggestiva: Dita di seta. Ce ne parli? Tommaso (TheGiornalisti): Sold Out è una delle poche canzoni del disco, ma in generale della mia breve carriera, in cui mi sono divertito a giocare con la poesia. Sai, solitamente scrivo in maniera diversa. Una canzone che più che mia non c’è, ad esempio, è Fatto di te: in questo pezzo sono io al 100%, ti racconto me e la mia giornata. Invece in Sold Out ho giocato a ricreare il cinema, usando delle immagini come “ti lascio il mio inno/in un silenzio profondo/per quando non ti viene sonno/in una notte leggera”, “tienimi ancora/tra le tue dita di seta”. Se avessi dovuto scrivere un po’ più alla mia maniera sarei stato meno poetico. MUZI KULT: Sappiamo che sei appena tornato in studio. Cosa bolle in pentola? Tommaso (TheGiornalisti): Senza, che sarà la canzone dei palazzetti e che uscirà a breve. Ho da poco finito le voci in studio. Poi stiamo registrando un altro pezzo che non siamo riusciti a mettere in Sold Out, ma era veramente un capolavoro, almeno per quanto ci riguarda, e quindi l’abbiamo inciso per farlo uscire comunque. Era un insulto non farlo. Secondo me questo pezzo, di cui non ti rivelerò mai il titolo, sarà nella top 5 dei pezzi più amati dei TheGiornalisti. MUZI KULT: Quali sono i progetti che vi coinvolgeranno in un prossimo futuro? Avete in mente qualche collaborazione? Tommaso (TheGiornalisti): Di progetti ce ne sono tanti, ma non posso dire ancora molto oltre alle due date di maggio nei palazzetti (9 maggio a Roma, Palalottomatica – 11 maggio a Milano, Mediolanum Forum) e le registrazioni di cui ti ho appena parlato. Si, ci saranno delle collaborazioni, di cui una uscirà a breve, ovviamente con un artista italiano.

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di Claudia Palermo

Quando da un brano introspettivo trapela l’universalità, non solo si realizza il mistero delle canzoni, ma si può anche assistere a concerti in cui il pubblico è così tanto coinvolto da cantare a gran voce “Vorrei morire”! Credo che sia la capacità di tradurre in musica la nostra generazione, con le sue insicurezze, la voglia di annullarsi, di ricominciare, di perdersi, di ritrovarsi, di amare, a garantire il successo dei Canova, che, come evidenzia il loro stesso nome, pur essendo sfrontatamente attuali, non si allontanano dalle profonde e importanti radici di un passato musicale che ci ha regalato grandi maestri.

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Quattro Chiacchiere con CANOVA MUZI KULT: Canova, come sappiamo, fu il massimo esponente del Neoclassicismo, un movimento volto a rivalutare l’arte e la cultura del passato. Quanto è importante nella vostra musica guardare al passato? Siete influenzati da qualcuno in particolare? Canova: Noi abbiamo sempre guardato al passato, siamo cresciuti con la musica degli anni sessanta e settanta. Guardare al passato è il miglior modo per interpretare il presente, non solo musicale. Abbiamo scelto questo nome perché Canova abbracciava l’arte classica per riportarla nel suo tempo, e noi, in qualche modo, facciamo lo stesso con la musica, partendo dalle basi della canzone che ha avuto il suo massimo splendore proprio negli anni sessanta e settanta. Pensiamo che Battisti sia non solo il numero uno italiano, ma che riesca a sorpassare grandi eroi internazionali che oggi si trovano anche stampati sulle magliette. Io vorrei la maglietta di Battisti o di Rino Gaetano o di De Gregori, ma non sono ancora


riuscito a trovarle! MUZI KULT: Il titolo dell’album, “Avete ragione tutti”, sembra una provocazione. Possiamo considerarlo un modo per mettere a tacere, senza creare inutili polemiche, ciò che non vi va a genio o, più semplicemente, la musica offre talmente tante alternative e interpretazioni che ognuno, soggettivamente o meno, può avere la ragione dalla propria parte? Canova: voluto fare un percorso dal basso, fatto di sala prove, di concerti, lontani dai circuiti indie, suonando ovunque. Proprio in questa fase si sono avvicinati molti discografici e addetti ai lavori che ci hanno consigliato di cambiare il testo di una canzone, il taglio melodico di un’altra... Noi, invece, non abbiamo modificato minimamente le canzoni ora presenti nell’album rispetto a come erano in sala prove, perché volevamo rappresentare solo noi stessi e non il parere degli altri. Quindi “Avete ragione tutti” era il titolo più idoneo, la nostra faccia! MUZI KULT: Scrivete insieme i vostri brani? Canova: Io scrivo le canzoni e il loro scheletro musicale, le propongo ai ragazzi, che sono il mio primo pubblico, e le arrangiamo insieme. Da questo punto di vista, siamo una band di stampo molto antico, e l’energia di un gruppo è sempre più forte di quella di un unico cantautore. Ognuno ha i propri ruoli e le giuste competenze per svolgerli, ma, ovviamente, ci contaminiamo a vicenda, siamo abbastanza intrusivi l’uno con l’altro al fine di valorizzare le canzoni. Siamo una band vera! Abbiamo anche i nostri ruoli

in macchina, in albergo... non comunichiamo soltanto musicalmente. Stiamo molto bene insieme e, al di là delle esperienze musicali, tra di noi c’è una bella amicizia. Non si può sposare una donna che non si ama così come non si può suonare insieme a delle persone con cui non si sta bene. MUZI KULT: Cosa si prova a passare dalla propria sala prove a un tour che vi sta portando a imbattervi in un pubblico accogliente ed entusiasta che non esita a cantare insieme a voi? Canova: Siamo contenti e soddisfatti, ma anche molto meravigliati. Il nostro è un divertimento e un privilegio, oltre ad essere una scelta di vita. Non ce lo aspettavamo, saremmo stati presuntuosi altrimenti, anche perché, essendo il nostro primo lavoro, c’è una certa insicurezza alla base. Durante la registrazione del disco, essendo anche molto autoironici, speravamo di fare almeno una data dopo l’uscita dell’album! Invece poi è andata molto meglio e per noi è ancora assurdo. MUZI KULT: Vita sociale credo sia uno dei testi più introspettivi dell’album, seppur in contrasto con l’universalità che sprigiona e con un incalzante taglio melodico che dà forma e colore ad un periodo della vita piatto e buio, come quello che descrivete. La morte, in questo caso, sembra rispecchiare la volontà di spegnersi, di annullarsi rispetto a certi eventi, spesso inevitabili, per poi, però, ricominciare: “Vorrei morire anche se per un giorno solo”. Canova: Questa canzone è uno sfogo. Quando è nata, stavamo per lascia-

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re tutto, era un periodo orrendo in cui non trovavamo nessuna porta aperta e, anche se non ce lo siamo mai detti, era nell’aria la decisione di fare altro. Con l’uscita di questo brano si è ribaltato tutto. Vedere la gente che sorride gridando “Vorrei morire” è bellissimo! La morte non dev’essere un tabù, né nella sua accezione metaforica né in quella letterale. Noi ci sfoghiamo attraverso la musica, momentaneamente abbiamo questa fortuna. È molto meglio scrivere un pezzo “violento” piuttosto che praticare violenza nella vita. MUZI KULT: Brexit rappresenta lo specchio della nostra generazione? Canova: Noi siamo il frutto della generazione che ci ha preceduto e, obbiettivamente, non è vero che non abbiamo voglia di fare, ma, siamo costretti allo smarrimento, a condizioni precarie che non garantiscono il massimo della sicurezza.

MUZI KULT: Al romanticismo intriso di poesia e finali scontati, preferite il realismo scomodo della vita quotidiana? Canova: Sì, assolutamente. In questo modo la verità arriva molto di più, non a caso, utilizziamo anche parolacce nelle canzoni che vogliamo contengano il nostro modo di comunicare. I testi di Mogol, per esempio, erano attualissimi testi di vita quotidiana, non per questo privi di poesia, così come i testi di Rino Gaetano o di Dalla: questa, secondo me, è la chiave di comunicazione delle canzoni. MUZI KULT: Cosa significa Maradona per voi? Canova: Maradona non è soltanto un’icona calcistica, ma anche politica e di trasgressione: rappresenta una vita di contrasti che rende l’eroe umano. La canzone che porta il suo nome è nata in una domenica orrenda in cui stavo guardando un documentario su Maradona che è, indubbiamente, uno degli ultimi idoli viventi che ha cambiato non solo il calcio, ma anche il modo di vedere questo gioco, non a caso è caratterizzato dal talento e dal fatto di essere un trascinatore del popolo. Questo brano ci ha subito messo tutti d’accordo. MUZI KULT: Voi siete giovanissimi. In un periodo in cui la nuova realtà musicale è ricchissima di artisti emergenti, non vi spaventa il confronto? Canova: No, anzi! Apprezziamo tantissimo la nuova realtà musicale, e siamo contenti di conoscere altri musicisti e di confrontarci con loro. Quello che stiamo vivendo è un bel momento per la musica e, secondo me, questo giova a tutti.

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di Alessandra Margiotta

Azzurra è una cantante sarda con una voce che incanta al primo ascolto. Il suo stile è il soul ma nell’ultimo album ‘My Sides’, ha spaziato toccando generi come Rnb, funky e reggae. Una visione più ampia della black music. In questa intervista racconta la nascita del suo progetto. My Sides è anche in free download a questo link: http://www.dropbox.com/sh/ufo4bvl3wby5x5g/AACPIWN4U_9R0ZTVYAdWHlZ4a?dl=0

Quattro Chiacchiere con AZZURRA MUZI KULT: Ciao Azzurra, è uscito il tuo secondo disco ‘My Sides’. Come è nato e perché la scelta di questo titolo? Azzurra: ‘My Sides’ è nato praticamente subito dopo ‘Blue Eyed Soul’, quindi sulla stessa linea delle prime composizioni. Nei primi mesi del 2015 esistevano già alcuni dei brani, ma ci sono stati tanti stop ‘tecnici’ e si può dire che il periodo effettivo di elaborazione sia stato il 2016. Il titolo sta a rappresentare tutti gli aspetti del mio carattere e anche tutte le scelte inserite nel disco che sono varie e caratterizzate da sonorità sempre diverse che ricalcano, per così dire, i generi e gli stili di produzione che più si avvicinano ai miei ascolti e gusti.

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MUZI KULT: In My Sides ogni brano parla di te, delle tue esperienze positive e negative. Da dove nasce la necessità di far conoscere, al pubblico che ti ascolta, ogni parte nascosta della tua vita? Azzurra: La necessità nasce direttamente dal fatto che non ritengo di essere, per ora, un’autrice di stampo poetico ne filosofico. Per quanto ami queste forme di scrittura mi sento ancora una sorta di canta-storie e di quali racconti potrei narrare se non di quelli che sono poi la mia storia di tutti i giorni? Credo che ogni autore parta da un concetto come questo e, personalmente, è la formula che più mi dà ispirazione.

è raggiungere le persone. MUZI KULT: Quali sono gli obiettivi che vorresti raggiungere? Azzurra: Mi piacerebbe poter collaborare con tanti artisti e avere modo di farmi conoscere sempre un po’ di più e nel frattempo crescere, senza fermarmi mai. Non ho fatto dei piani precisi perché spesso la vita ti porta a cambiarli. Seguirò la scia, ma mirando in alto, sempre!

MUZI KULT: Nell’album ci sono delle valide collaborazioni. Cosa vuoi dire a riguardo? Azzurra: In queste collaborazioni ci sono dei passi del mio percorso che hanno fatto la differenza. Ho scelto di coinvolgere degli Amici e professionisti con cui ho dei legami di amore fraterno, passioni in comune ben radicate, esperienze musicali di anni fatte fianco a fianco e grande e solita stima. In queste collaborazione c’è molto del mio privato e delle mie origini, ma anche qualcosa di totalmente nuovo, quasi un nuovo inizio. MUZI KULT: My sides è un mix di soul, rnb, reggae, funky e jazz. Una visione davvero ‘allargata’ della black music e dimostra che non ti sei fermata solo al soul, genere che invece ha caratterizzato il tuo primo album, vero? Azzurra: Questa è stata una delle necessità più forti. Amo tanti generi e ho cercato di ruotarci attorno tenendo un filo conduttore tra tutti i brani. Questo disco lo considero una vera e propria crescita da ogni punto di vista. MUZI KULT: Quali sono stati i tuoi artisti di riferimento che ti hanno fatto amare la black music? Azzurra: Senza dubbio Stevie Wonder, Michael Jackson, Lauryn Hill, Erikah Badu e devo ammettere che a questi nomi si rifà la mia ricerca delle mie sonorità che potete sentire in My Sides. MUZI KULT: L’album è in free download: perché la scelta di poterlo scaricare liberamente? Azzurra: Credo sia un periodo particolare per la musica, soprattutto per quella auto-prodotta. Voglio che la mia musica sia raggiungibile da tutti senza limiti di stampo economico. Tengo di più a far conoscere le mie canzoni alle persone che avere un ritorno economico. Più avanti sarà possibile anche acquistare il disco sulle piattaforme più importanti e in copia fisica, ma per ora l’obiettivo

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di Alessandra Margiotta

Andy Mittoo è un artista genovese di spicco nel panorama della musica reggae. Da poco è ritornato dalla Giamaica per perfezionare il suo stile e per entrare così in contatto con le radici musicali. In questa intervista Andy Mittoo ci racconta le sue esperienze, l’uscita del video ‘Gimme A Smile’ e l’Ep ‘Reggaeneration’.

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Quattro Chiacchiere con ANDY MITTOO: MUZI KULT: Ciao Andy, innanzitutto grazie per la tua disponibilità. Iniziamo dalla prima domanda: come mai hai scelto questo nome d’arte? Andy Mittoo: Il mio nome d’arte è strettamente legato al grande Alton Ellis, noto anche come Mr. Soul of Jamaica. Lo conobbi undici anni fa. In quel periodo ero membro degli Skankin’ Time, band locale della mia città, Genova. Dovevamo suonare per lui e durante le prove feci ascoltare l’unico brano che avevo scritto fino a quel momento, “Fire Inside”. Piacqui subito a lui e alla sua manager Trish, che in seguito mi prese sotto la sua ala. Dopo un secondo concerto con lui, per il quale mi sono dovuto presentare con un demo, Alton ha iniziato a chiamarmi Mr. Mittoo paragonandomi al grande Jackie Mittoo, per le mie doti da tastierista e compositore quale era lui. In seguito altri artisti con cui ho suonato hanno iniziato a chiamarmi in quel modo. Quando poi Alton venne a mancare quello che è iniziato come un gioco divenne poi una benedizione per me ed una storia a cui il mio nome è legato.


MUZI KULT: Sei tornato recentemente da un viaggio in Giamaica, quale necessità ti ha spinto ad andare nella ‘terra di Bob Marley’?

videoclip diretto da Erika Errante e messo online in esclusiva su Reggaeville come Video Première.

Andy Mittoo: Più che necessità lo definirei destino. Come ho detto prima la manager di Alton Ellis, Ken Boothe ed altri, mi prese sotto la sua ala, facendomi crescere artisticamente. Dopo un disco di esordio per la sua etichetta Roots Rockers dal titolo “On My Way” già si parlava di fare un viaggio nella terra del reggae come una naturale evoluzione. Questa esperienza mi ha permesso di entrare in contatto con le radici del reggae, dato che mi sono ritrovato più volte coinvolto in attività artistiche di molti big della foundation, spesso fianco a fianco ad artisti quali Ken Boothe, Marcia Griffiths, Bob Andy... con i quali mi sono potuto anche confrontare, ricevendo pareri e consigli sulla mia musica, rendendomi anche più sicuro della mia carriera artistica futura. Non è mancato ovviamente il tempo per andare a ripercorrere e visitare i luoghi del Re del Reggae, Bob Marley.

MUZI KULT: Ti occupi di musica da sempre e sei stato subito travolto da quella reggae anche se la tua voce si presta ad altri generi musicali. Hai mai pensato di interessarti ad altri stili?

MUZI KULT: Il tuo nuovo EP si chiama ‘Reggaeneration’, perché la scelta di questo nome? La Giamaica ti ha aiutato a terminare il tuo prodotto discografico? Andy Mittoo: Il titolo del mio nuovo EP è dato dall’unione delle parole “Reggae” e “Generation” e può avere un doppio significato. Il mio primo album aveva sonorità vintage e con questo nuovo progetto ho deciso di farmi travolgere dalle sonorità moderne ed attuali. Il titolo ed anche l’EP stabilisce infatti il contatto diretto con ciò che è il reggae adesso e con il pubblico di oggi. E’ un modo per dire alla gente che faccio parte consapevolmente di questa nuova generazione del reggae... un modo per essergli più vicino. Vuole essere un anello di congiunzione tra me e il pubblico. Per questo il titolo REGGAENERATION mi è sembrato perfetto per esprimere in una parola questo concetto e desiderio. L’altra chiave di lettura invece consiste in un altro gioco di parole che ambiscono al concetto di Re-Generation, alludendo a una rinascita o a una nuova partenza. Per rispondere all’altra domanda direi che solo grazie all’idea del viaggio in Giamaica ho avuto molta creatività nella stesura dei brani dell’EP. In Giamaica invece ho potuto registrare e portare a termine due brani inediti che faranno parte di un nuovo progetto in fase di sviluppo.

Andy Mittoo: Il mio background è molto vario. Iniziai a suonare in qualche band locale a 14 anni ascoltando e suonando musica rock, funky, blues e prog e solo dopo venne il reggae. Questo mi ha portato a creare un reggae molto contaminato e potrei citare come esempio gli UB40. Il desiderio di volermi esprimere quindi in altri stili è sempre stato presente. Lo testimonia il fatto che grazie a Riserva Sonora Records ho potuto realizzare un mio primo progetto discografico in italiano grazie a un album dal titolo “Rumore Clandestino” dove si avverte uno stile Reggae/Pop. Per questa mia apertura musicale mi ritengo sempre pronto a sperimentare nuove sonorità e a mettermi in discussione. MUZI KULT: Dopo l’uscita di Reggaeneration sarai impegnato nel tour di presentazione? Dove è possibile trovare le tue date? Andy Mittoo: E’ già previsto un tour di presentazione in primavera che mi vedrà impegnato come artista di apertura per tutte le date di Mykal Rose, con la band Eazy Skankers. L’EP uscirà il 28 marzo in tutti gli store online e l’8 aprile inizierà il tour che si svilupperà in Italia e in Svizzera. Altre date usciranno per l’estate. Sarà possibile rimanere aggiornati seguendomi sui miei profili Facebook o sul mio sito internet www.andymittoo.com

MUZI KULT: L’uscita dell’EP è stata anticipata dal video ‘Gimme A Smile’. Come mai la scelta di questo brano? Andy Mittoo: Questo EP sancisce l’inizio della collaborazione con Andrea Bottaro (Eazy Skankers). E’ stato infatti lui a prendersi la responsabilità di portare a termine l’EP durante il mio soggiorno di un mese in Giamaica. Fra gli altri produttori (Dj Spike, Prinzy e me) è lui che ha prodotto la maggior parte dei brani, tra cui il brano in questione. E’ diventata quindi naturale la scelta di “Gimme A Smile” come singolo per la presentazione del progetto. Il brano è stato supportato con un

Muzi Kult 67


MU ZI RE CE NSE

WOMEN IN BLACK VOL. 2

BE ABOUT

HOME (Autoprodotto)

(Rising Time)

Secondo volume per ‘Women in Black’ compilation nata da un’idea di Alessandra Margiotta con il supporto dell’etichetta Rising Time. Venti voci della black music italiana e non solo, su strumentali che spaziano dalla rnb, al soul e al reggae. Interessante proposta uno step successivo rispetto al precedente.

4 musicisti più 4 strumenti uguale un interessante sound internazionale. Testi in inglese e folk rock non di matrice nostrana. Brani ben congegnati e confezionati da una produzione artistica di buon livello. Interessante il timbro vocale del leader. In attesa di una nuova partenza e un nuovo ritorno at “home”.

(Monica Reale)

(G.M.)

PEPPA MARRITI BAND

MASSARONI PIANOFORTI

AJERET (MK Records)

GIU (Altrove Records)

Rock di matrice combat misto a folk di provenienza balcanica quello proposto dalla storica band Arberesh (lingua minoritaria di ceppo albanese parlate in molte colonie del sud Italia). Buona la proposta artistica. Disco ben suonato, ben arrangiato e ben prodotto. Opera matura e in crescita rispetto ai precedenti album. Un disco che si ascolta con piacere nonostante le difficoltà di comprensione linguistica

Cantautore appartenente alla schiera stra-abusata della scuola italiana. Massaroni riesce però a rendere la sua proposta diversa e interessante grazie a testi mai banali carichi di storie e di idee. La pioggia la fa da padrona nell’intero album rendendolo a tinte grigie e bagnato. Un esperimento in crescita che potrebbe aprire a approfondimenti compositivi e di produzione di livello. (G.M.)

(G.M.)

GIOVANNI CINQUE

THE SICK DOG

Interessante esordio per il cantautore campano Giovanni Cinque. Ottima penna e illuminata ricerca melodica. Proposta originale con una serie di lungaggini musicali di troppo. Un lavoro maggiore sull’essenziale potrebbe riservare interessantissime sorprese per il futuro...e poi come diceva Oscar Wilde “i piaceri semplici sono l’ultimo rifugio della gente complicata”.

Progetto che compie dieci anni e lo fa con un disco interessante e una spanna sopra il precedente. Musica dal Sud Italia ma di matrice opposta quella proposta dal quintetto cosentino. Pop, Rock e Psichedelia anni zero quella proposta dai “Cani Malati”. Da evidenziare “Desire” e “L’uomo aquila”. Da Ascoltare per viaggiare anche da fermi.

UN ALTRO DNA (La Lumaca Prod)

HOBO (Autoprodotto)

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68 Muzi Kult

(G.M.)

(Monica Reale)


UTVEGGI

ALTRI MONDI

12 BBR

12 Bars Blues Revolution

(Almendra Music)

THE BUSKERS (Autoprodotto)

Band Palermitana con un forte legame e airplay in estremo oriente. Altri Mondi è un tutt’uno organico e ben disegnato. Testi ben costruiti e con alti riferimenti letterari a evidenziarne la direzione. L’album può sembrare ad un primo ascolto eterogeno e frammentato ma diversità e colori sono la sua forza.

Debutto discografico compatto e ben piantato. Buona la capacità compositiva, interessante la ricerca sonora e di rilievo la scrittura. Pochi cinque brani per poter entrare più a fondo tra i solchi di un album completo che ci auguriamo arrivi presto perchè i 12 BBR sono una di quelle realtà da tenere d’occhio.

(G.M.)

(Monica Reale)

TRONCO (M.u.o.r.i. Records)

Secondo disco per la band bresciana vicina ai dieci anni di attività. Punk rock solido e graffiante intriso di ska e punte di reggae. Il disco appare ben strutturato e con importanti spunti e architetture da approfondire con più ascolti. Base alcolica, volume e quella spruzzata di noise che ci piace tanto. Un ottimo passo avanti sulla strada che manca da percorrere. (G.M.)

GIRLESS

GRISELDA MASALAGIKEN

ENDRIGO

Esordio solista per Girless (già con Girless & The Orphan). Album complesso nel suo essere scarno e spigoloso. 8 canzoni, 8 fotografie, 8 personalità inquietanti intorno alle quali vengono costruite 8 perle preziose. Un album originale musicalmente, testualmente e nella sua proposta fuori dagli schemi. “Un’opera davvero pazza...” - è vero...ad essercene !

Griselda Masalagiken è un particolarissimo personaggio italiano trapiantato a Los Angeles. E’ un gitano con una particolare e quasi romanzata biografia che lo rende interessante già ad audio spento. Il suo “Memorie del nervo ottico” conferma la sua caratura artistica e ci catapulta in una composizione ormai distante dal nuovo contautorato italiano ma ancora mai dimenticata.

Undici brani per il disco di debutto degli Endrigo. Disco diretto, senza fronzoli a volte eccessivo. L’ascolto si alterna tra momenti interessanti e altri meno coinvolgenti. Da sottolineare le melodie e una inaspettata (data la proposta musicale) capacità vocale. Il sogno del “noi” è il light motive (neanche troppo light forse) dell’intero disco. In attesa di un prossimo capitolo non ci resta che applaudire.

HAVE A CALL (Stop Records)

MEMORIE del NERVO OTTICO (Skank Bloc Records)

(G.M.)

(G.M.)

OSSA ROTTE, OCCHI ROSSI (Indiebox Music)

(Monica Reale)

DUTCH NAZARI

STEFANO MELI

LEWIS WATSON

Proposta apparentemente di nicchia quella del rapper Nazari che invece mostra il lato interessante e tutt’altro che scontato del rap italiano. Poetica puntuale e ottimo flow. Rime chiare e immediate. Ci piacciono particolarmente “Near Venice”, “Caramelle” e “Nelle Stazioni”. Un disco che potrebbe piacere anche a chi non digerisce bene Hip hop e derivati.

Disco strumentale che naviga con il timone ben puntato sul Blues. Immagini, racconti, ambienti, suoni e storie raccontate attraverso la costruzione di paesaggi sonori di livello. “Noose” e “Stella” due ceselli in un opera di pregio e di qualità. Stefano Meli con le sue corde tira le fila di un ensemble di qualità che ha armi ben affilate e calibrate.

Lewis Watson è un menestrello inglese che gira il mondo da anni e riempie venue di un certo livello, apre i concerti per Coldplay e Kodaline. A soli 25 anni incide un disco tra chitarre brillanti e acute e melodie nette e illuminate. Un disco di altissimo livello che ci auguriamo possa trovare spazio anche nell’affollato e confuso panorama di casa nostra.

(Monica Reale)

(G.M.)

(Monica Reale)

AMORE POVERO (Giada Mesi)

NO HUMAN DREAM (Seltz/Viceversa Records)

MIDNIGHT (Cooking Vinyl)


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