MYGENERATION - Ottobre 2012

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MANGENERATION ALEX ZANARDI: L'uomo che sfiDO' se stesso FREEPRESS BIMESTRALE - ANNO 2 - NUMERO 6 - € 0

MAGAZINE

6 OTTOBRE - NOVEMBRE 2012

KUBRICK UNA STORIA PORNO

intervista alla Buoncostume, autori della web serie firmata Magnolia

LOST IN JACKAL Visita agli uffici dei The Jackal Dall'ultima trillata a Lost in Google: in cinque anni da semplici amici a star

ROCKET VENTURE

BANKSY

MALASANITA' A NAPOLI


COMITATO PARITETICO PER LA PREVENZIONE INFORTUNI, L'IGIENE E L'AMBIENTE DELLA PROVINCIA DI NAPOLI

via Leonardo Bianchi, 36/40 - 80131 NAPOLI Tel. 081.7705749 - 081 5469244 Fax 081.5452780 www.comitatoparitetico.it


NOTES

di Gennaro Casoria

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mici e lettori siamo oramai giunti al sesto numero della nostra rivista. MYGENERATION è un sogno nato nella nostra fantasia che abbiamo tramutato in realtà. Volevamo creare uno strumento per trasmettere idee, valori ed un pensiero libero ed indipendente. Ogni giorno ci adoperiamo tutti per raggiungere il nostro intento, ed ogni numero ci sottoponiamo al vostro giudizio. Ed é per cercare di essere sempre all’altezza delle vostre aspettative, che ci presentiamo a voi con una veste grafica ed una impostazione totalmente rinnovate. In questo numero, dedicato agli youtoubers, abbiamo intervistato Francesco Capaldo, Simone Russo ed Afredo Felaco i tre creatori di “the Jackal”. Vi proponiamo la loro storia, la storia di un gruppo di amici che iniziando per gioco riesce a creare un fenomeno di massa con la web serie “Lost in Google” ,che raggiunge le 2 milioni di visualizzazioni. Una storia di speranza per la nostra

generazione in un momento così difficile. Rappresenta la prova che con le idee, le capacità ed il talento si può sempre emergere anche oltre le circostanze sfavorevoli. The Jackal ma non solo!!! Abbiamo infatti parlato con la “Buoncostume”, un gruppo quattro autori e attori (Simone Laudiero, Carlo Bassetti, Fabrizio Luisi, Pier Mauro Tamburini) impegnati dal 2008 nella creazione di fiction per la televisione e per la rete che ci raccontano la loro ultima creazione: Kubrick una storia porno. E in ideale linea di continuità si pone il nostro MAN GENERATION, Alex Zanardi che abbiamo intervistato in esclusiva. La tragicità della sua vita insieme con la sua forza, e il suo coraggio, rendono la sua vicenda umana unica e, direi, quasi irripetibile. I “the Jackal” e Alex Zanardi sono due storie uniche che insieme a tutti gli altri articoli di questo numero crediamo vi forniranno, come è tradizione di MYGENERATION, un punto di vista originale e meditato sul mondo che ci circonda.

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17 YOUTUBERS Tra porno e nerd, recensioni e web serie, ecco come sta cambiando il "tubo" del nuovo millennio

SOMMARIO

28 MANGENERATION Alex Zanardi: dalla Formula 1 alla handbike, l'uomo che non può fare a meno della velocitĂ

46 ROCKET VENTURE I bravi artisti copiano, i grandi artisti rubano. Samwer brothers, quando copiare diventa un business


COSA STAI CERCANDO?

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COLD DARK MATTER

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CURRENT AFFAIRS

DI RICCARDO CAPUTO

A cura di gennaro casoria

ATTUALITa'

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Prevenire è meglio che curare

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You did it again

di Mirko Galante

di Lorenzo Fattori e Giuseppe Fei

YOUTUBERS

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Lost in Jackal

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Kubrick: una storia porno

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MYG suggests

di Stefano Scarpa di Emanuele Zappia e Riccardo Caputo di Emanuele Zappia e Riccardo Caputo

28 MANGENERATION di Gabriele Basile

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Nolan against Nolan di Alberto Maraolo

teatro sotto al letto 34 Quel di Carla Boccadifuoco Banksy 38 Portfolio: a cura della redazione sono vivi 42 Idipoeti Anna Ruotolo editore MY GENERATION s.r.l. MY GENERATION s.r.l. - 80100 Napoli (NA) registrazione tribunale di napoli n°64 del 28/09/2011 stampato presso Officine Grafiche Francesco Giannini & Figli s.p.a. via Cisterna dell'Olio 6/B - 80134 Napoli direttore editoriale Gennaro Casoria format editor Stefano Scarpa direttore responsabile Mirko Galante direttore commerciale Massimo Ferrara direttore web Francesca Paone webmaster Marco Cappa

WAZZ UP

ZAPPING

VISUAL

vs Villalobos 44 Luciano di Pasquale Caiazza The Samwer brothers

46 and the Rocket internet di Gianuca De Santis

La ragazza ideale? 48 Siri: di Stefano Scarpa Trend design

50 di Marco Capasso 52

58 Food&Top by Napoli da Vivere 59 Teatro di Maria Emma di Lorenzo 60 Aperitivi Flame, i mercoledì 61

Notte

Occhi Occhi Oh, al venerdì

Gioca giuè: Chefville di Te Sbundle

comic side of Maki 53 The di Maki Ciaramella

54 Viral! a cura di Emanuele Zappia from Chile 55 Postcard di Pasquale Caiazza

caporedattori attualità Gennaro Casoria spettacolo Marco Capasso cultura Riccardo Caputo scienze e nerdzone Emanuele Zappia tendenze Pasquale Caiazza sport Massimo Ferrara impaginazione e progetto grafico


CDM

COLD DARK MATTER QUELL O CHE NON AVREST I DOVUTO SAPERE

LA traBUSSOLA DEL SINDACO eventi sventolati e promesse dimenticate, quale rotta prenderà la politica partenopea? DI RICCARDO CAPUTO

D

al lungomare liberato al quartiere a luci rosse, dal bagno a Mergellina all’America’s Cup, dalla pista ciclabile alla coppa Davis, ciò che manca alla Napoli di de Magistris sembra essere proprio la politica. Lo pseudo-accordo che lega tutte le opposizioni per non opporsi alla maggioranza abbatte la dialettica democratica del Consiglio. Intanto, manco a dirlo, il Pd scelto alle elezioni dai napoletani non batte colpo. Così, de Magistris rischia di diventare il sindaco dei primati mancati e degli eventi sbandierati. Inoltre, c’è chi accusa implicitamente il sindaco di considerare Napoli solo la zona che va dal porto a San Martino. L’ex prefetto Lepore – oggi presidente dell’osservatorio su Scampia -, per esempio, rimprovera a de Magistris d’aver fatto per il quartiere “poco e niente”, avendo dimenticato tante grosse promesse, tra cui quella dell’istituzione a Scampia dell’Università. La volontà di rilanciare attraverso gli eventi l’immagine della città appare certamente nobile ed apprezzabile, oltreché, in certa misura, riuscita, come ugualmente lodevoli appaiono essere iniziative come il Napo, la “moneta” dei napoletani varata in occasione della notte bianca al Vomero – in realtà si tratta di un buono sconto al portatore. Forse, però, la più evidente conseguenza di tutto ciò pare il delinearsi di un’immagine del Sindaco, poco incline – si è capito – alla critica e all’autocritica, e molto attento a preparare il book fotografico per il proprio personale futuro politico piuttosto che a risanare secondo il programma le ferite del Comune. Già, il programma. Probabilmente troppo elettoralistico e poco realistico. Lo conferma un bilancio chiuso al cardiopalma ed il sempre crescente debito del Comune. Il sindaco se n’è subito reso conto, ed ha per questo deciso di mandare a casa persone chiave ma troppo difficili da gestire come

Realfonzo e Narducci. Ma ora? Mentre si cerca di capire dove Napoli stia veramente andando si consuma la polemica tra de Magistris e Monti dopo la decisione del governo sul sostegno ai Comuni con difficoltà di bilancio: è il cosiddetto decreto “salvaNapoli”, una serie di misure messe in campo dal Consiglio dei ministri per evitare che la terza città d’Italia fallisca. A ciò si aggiunge l’incertissima situazione rifiuti: la sospensiva della multa inflitta all'Italia per i disagi prodotti ai napoletani per la mancata raccolta dei rifiuti ed i soldi sbloccati dall’Unione Europea sono infatti vincolati alla costruzione di tre inceneritori a Napoli, Salerno e Giugliano, mentre de Magistris si è sempre detto contrario alla costruzione di simili impianti. Per cercare di trovare uno spiraglio di luce è necessario rivolgersi a progetti ed idee innovative, come il progetto “Insula” di Romeo per l’area della Dogana vecchia: proposta di un modello di gestione immobiliare che punta all’ottimizzazione dei servizi e delle risorse esistenti su quella particolare area della città, affidando a un gestore il compito di erogare quegli stessi servizi; ed il progetto “NaplEst” di un gruppo di imprenditori italiani, che consta invece di una serie integrata di progetti di rigenerazione urbana rivolti alla malconcia zona orientale della città. Napoli possiede le capacità ed i meriti per dominare il mare magnum delle potenzialità civili della cittadinanza, come fa il litorale partenopeo col mare azzurro del suo Golfo. Ma questo sarà possibile solo attraverso una svolta netta nell’attività delle Istituzioni comunali, con de Magistris al timone di progetti come quelli ricordati, prestando orecchio anche alle critiche mosse per tutte le ragioni che hanno reso possibile la sua elezione e che devono tornare ad essere la bussola, ora come in campagna elettorale, dell’azione politica del Sindaco.

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CURRENT AFFAIRS Su Sky Berlusconi si ritira Su Sky+1 si ricandida Federico Taddia

new york/ usa

Il Presidente americano Barack Obama ha decretato lo stato di “catastrofe” a New York dopo il passaggio del ciclone Sandy, autorizzando così gli aiuti federali. Il ciclone ha allagato gran parte di Manhattan, dove ora il livello delle acque sta diminuendo, e ha lasciato senza elettricità mezzo milione di persone in tutta la città.

FRANCESCO STORACE Storace assolto perché il fatto non sussiste. Dopo sette anni, la Corte d’Appello di Roma ha stabilito che l’intera vicenda Laziogate non è mai esistita. Il processo riguardava la presunta attività di spionaggio compiuta ai danni di Alternativa Sociale, movimento guidato da Alessandra Mussolini. Storace all'epoca dei fatti era Ministro della Sanità, carica dalla quale si dimise, e godeva del favore dei pronostici nella corsa alla presidenza del Lazio. Fu invece battuto da Piero Marrazzo anche grazie allo scandalo. Oggi, nel silenzio della maggior parte della stampa, noi decidiamo di sottolineare la sua piena riabilitazione, anche politica.

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51 saranno le provincie delle regioni a statuto ordinario a partire dal 2014. Il governo, infatti, ha disposto la soppressione di 35 province, che passeranno quindi da 86 a 51. Non mancano tuttavia le singolarità, alcune regioni (Molise, Umbria, Basilicata) avranno una sola provincia, e quindi due enti distinti che amministrano la medesima comunità. Ma allora non era meglio abolirle?

/rio de janeiro/brasile Rio de Janeiro Brasile: La funivia più famosa del mondo ha compiuto 100 anni. Si tratta della teleferica che porta turisti (e non) da Rio de Janeiro al Pan di Zucchero (Pão de Açúcar), il celebre colle alto circa 396 metri e situtato su una penisola che si estende da un estremo della Baia Guanabara all'interno dell'Oceano Atlantico. La funivia offre una splendida vista della Baia, ed è stata dichiarata dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità.

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/BERLINO/GERMANIA Berlino, il Ministero della giustizia tedesco ha annunciato di aver risarcito i parenti delle dieci vittime della cellula neonazista Clandestinità nazionalsocialista (Nsu), uccise tra il 2000 ed il 2007, con circa 900mila euro.

/TIBET In Tibet è stato istituito il parco naturale più alto del mondo. Si chiama parco nazionale Qomolangma (che significa Everest in tibetano) e comprende ben cinque vette che superano quota 8mila metri. Il primato, naturalmente è del monte Everest con 8.848 metri. Il vice direttore dell’ufficio regionale del turismo, Sun Yongping, crede che l’istituzione del parco, che ha una superficie di circa 78.000 kilometri quadrati, servirà a proteggere la biodiversità dallo sfruttamento illegale delle risorse e delle terre.

/ALEPPO/SIRIA Continua in Siria il bagno di sangue. L’agenzia governativa Sana riferisce di un’esplosione di un'autobomba nel popoloso sobborgo di Jaramana, a Sud di Damasco, che avrebbe provocato almeno dieci vittime. Intanto ad Aleppo infuriano i combattimenti, ed i caccia dell’aviazione Siriana bombardano senza sosta la città. L’inviato dell’Onu e della Lega Araba Lakdhar Brahimi durante una conferenza stampa congiunta con il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov, avverte che la situazione del Paese è «estremamente pericolosa», ormai «una guerra civile», ed esorta la comunità internazionale a trovare una soluzione.

/PALERMO /ITALIA Nelle elezioni regionali 2012 risulta eletto presidente Rosario Crocetta, ex sindaco di Gela, sostenuto dal Partito Democratico e Udc. Altissima l’astensione, si sono infatti recati alle urne solo il 47,42 % degli aventi diritto. Notevole affermazione del Movimento Cinquestelle che risulta la lista più votata con circa il 15% delle preferenze.

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#inchiesta @NAPOLI

PREVENIRE E’ MEGLIO CHE CURARE

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Una dettagliata analisi degli ospedali "dannosi alla salute"

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apoli. Facciamo una piccola premessa: Parlare di mala sanità in Campania è un po’ come sparare sulla Croce Rossa. Per uno strano caso del destino, sembra scontato che in ospedale possa accadere di tutto, dal ritrovarsi legato ad un letto per giorni, all’essere abbandonati su di una scomoda barella per assenza di posti letto. Nell’immaginario collettivo, il ricovero ospedaliero non è più visto come il mezzo

Barelle nei corridoi al Loreto Mare

per riacquistare uno stato di salute ottimale, bensì come una specie di chiamata alle armi. Un momento di forte disagio (come se non bastasse già la condizione di malato), da vivere tra mille pericoli e la costante paura che possa accadere qualcosa di brutto da un momento all’altro. Pensate che quanto affermato pocanzi sia un’esagerazione? In tal caso non mi resta che chiedervi di avere ancora un po’ di pazienza e di leggere quanto segue: Per un anno, armato di penna e Moleskine, mi sono recato

nei principali nosocomi partenopei rilevandone i difetti più evidenti. Premetto che le critiche che seguiranno non sono rivolte a medici e primari, nei quali ho sempre riscontrato un alto grado di professionalità, dedizione e preparazione. Il primo ospedale preso in analisi è stato il Loreto Mare, struttura già da anni oggetto di pesanti critiche. I reparti di medicina generale e neurochirurgia alternano momenti di affollamento a momenti di apparente quiete. Nel primo caso, i corridoi sono totalmente invasi da degenti in barella.

Uomini e donne stipati in ogni dove in totale promiscuità. L’igiene personale è assicurata, quando possibile, dai parenti armati di bacinelle e spugne, mentre gli infermieri, sempre intenti a fare qualcosa di più importante, a stento riescono a far seguire le terapie mediche. Più volte ho ascoltato di persona le lamentele di alcuni ammalati, lasciati per ore con il pannolone sporco o con la sacca delle urine piena. Un’altra problematica del nosocomio di Via Marina, riguarda la consegna delle cartelle cliniche. La legge prevede che,


#inchiesta @NAPOLI

la copia della cartella clinica vada consegnata entro e non oltre i trenta giorni dalla data di richiesta. Nel nostro caso l’attesa è di quarantacinque - sessanta giorni. Un periodo lunghissimo che può causare disagi sia per la richiesta di terapia domiciliare, che per effettuare ulteriori controlli dove fosse necessaria un’accurata documentazione clinica. Passiamo ora ad analizzare l’ospedale Santobono al Vomero: la struttura è completamente sprovvista di controllo. Nonostante la presenza della vigilanza in ambedue gli ingressi e le numerose telecamere di videosorveglianza, è possibile introdursi nella struttura a qualsiasi ora del giorno senza essere mai fermati da nessuno. Non a caso, infatti, in barba ad ogni regola, ad ora di pranzo è possibile osservare il continuo gironzolare di garzoni intenti a consegnare pizze e fritture varie, così da vanificare qualsiasi tentativo di far rispettare una dieta ipocalorica ai piccoli pazienti. Durante le indagini ho notato che, all’interno del bar-minimarket dell’ospedale, vengono venduti giocattoli di sospetta provenienza con marchio CE contraffatto e quindi potenzialmente tossici per i bimbi più piccoli. Ora, mi rendo conto che questa sembra una descrizione da museo degli orrori, ma non è tutto: a rendere la situazione ancora più grave è la presenza nel complesso ospedaliero di due volumi dotati di tetti in Eternit. Le Strutture si trovano nelle vicinanze del Volano D. La prima è adibita alla vendita di stampelle e materiale ortopedico, la seconda invece è un piccolo rudere occupato da una mini discarica composta dall’accumulo di materiale

ospedaliero, sedie, televisori, armadi e chi più ne ha più ne metta. Problematiche simili hanno invece il San Giovanni Bosco e il Vecchio Pellegrini. In ambedue gli ospedali vi è l’assenza (non totale) dei dispositivi antincendio quali estintori e lance. Il Pellegrini, in più rispetto al San Giovanni Bosco, soffre di sovraffollamento, quindi anche in questo caso, come al Loreto Mare, le corsie sono totalmente invase da barelle. Al San Gennaro troviamo un solo ascensore funzionante e un reparto, nuovo di zecca, totalmente inutilizzato. Spostandoci al nosocomio Ascalesi, oltre a tanta sporcizia ritroviamo le consegne di pizze e ogni genere di cibo a degenti, medici e infermieri. Il nostro giro tra gli ospedali si conclude con il Cardarelli. Spesso nell’arco del 2012 si è parlato di tracollo finanziario. Con i tagli alla sanità la struttura sarà costretta nel giro di qualche mese, forse un anno, a dover chiudere dei reparti creando non pochi disagi all’utenza. Già da un anno, ad esempio, l’ala riservata all’Idrochinesi non è utilizzata da nessuno. Ciò significa che i tagli attuati negli ultimi mesi, rischiano di far andare perduti i fondi impiegati per la costruzione della piscina del reparto pocanzi citato. Insomma, ci troviamo dinanzi al “cane che si morde la coda”, una situazione che pare non avere via di uscita, se non quella di cambiare radicalmente la politica dello “spreca e taglia” adottata sino ad oggi. A seguito di questo rocambolesco tour nella sanità ospedaliera, non mi resta che trarre una semplice conclusione: revenire è meglio che curare! MIRKO GALANTE

A sinistra, esempi di degrado al Vecchio Pellegrini. A destra, immagini dal Santobono: discarica a cielo e coperture in Eternit


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#ESTERI @USA

YOU DID IT AGAIN a


a Breve stupidario da campagna elettorale

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rmai siamo abituati a sentirle di tutti i colori nelle nostre campagne elettorali; l'esempio più lampante è il nostro critico d'arte preferito, Vittorio Sgarbi che, dopo lunghi anni in cui si è rotolato nel fango del sottobosco della politica italiana, ha deciso di creare un proprio partito. Dunque, dopo essersi passato quasi tutto l'arco costituzionale (ha ricoperto cariche per PSI, DC, MSI, PLI, Forza Italia e UDC), ed aver visto il comune di Salemi, di cui era sindaco, essere sciolto per infiltrazioni mafiose, ha fondato il “Partito della Rivoluzione”. Se qualcuno riesce a reperire il video della presentazione, vedendolo, avrà l’impressione che il punto fondamentale della dottrina politica del partito consiste nella non non sodomia degli iscritti e dei sostenitori. Sicuramente ora alcuni penseranno: “Ecco! Un altro esempio di come sono i politici italiani! (…) In altri paesi i politici non si ridurrebbero a fare discorsi del genere!”. Pur riconoscendo l'originalità del soggetto preso in esame, vorremo porre una domanda: ne siete sicuri? Se ne siete davvero convinti vorremo presentarvi, alla luce dell'importante evento delle presidenziali statunitensi, i più grandi dispensatori di gaffe d'oltreoceano: gli esponenti del Partito Repubblicano. Cominciamo con lo sfidante del presidente uscente Ba-

rack Obama per la Resolute Desk della stanza ovale: Mitt Romney. La prima infelice uscita del self made man americano fu durante una delle tante cene di raccolta fondi, quando Romney affermò:“Il 47% degli americani non versa le imposte sul reddito. Questo 47% voterebbe per il presidente in ogni caso. Le persone che fanno parte di questo 47% sono dipendenti dal governo, che le crede vittime. Queste persone credono che il governo abbia la responsabilità di prendersi cura di loro, credono di avere il diritto di avere copertura sanitaria o per il cibo, la casa, o qualsiasi altra cosa. Il mio lavoro è di non preoccuparmi di queste persone." Il repubblicano di ferro non si aspettava che qualcuno avesse registrato tutta la conversazione mettendola subito in rete, alimentando così i commenti dei detrattori, ai quali Romney ha poi regalato un'altra succulenta gaffe durante una raccolta di fondi a Beverly Hills. Il candidato, preoccupato dei pericoli del viaggiare in aereo, alla luce di un piccolo inconveniente durante un volo ha affermato: “Se scoppia un incendio mentre ti trovi in aereo non hai nessun posto dove andare. E non puoi neanche prendere ossigeno fuori dall’aereo perché i finestrini non si aprono. Non so perché li facciano così, è un vero problema. E’ pericoloso!" Stevenson, l'autore de Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde diceva che "la politica è forse l'unica professione per la quale non si

considera necessaria nessuna preparazione specifica" (forse che la Minetti volesse fare una citazione, con la sua ultima infelice dichiarazione?) ma di sicuro non serve una laurea in ingegneria aerospaziale per non desiderare che i finestrini degli aerei si aprano. I candidati repubblicani sono storicamente inclini ad uscite poco brillanti: il primo fu Gerald Ford che in un dibattito con il rivale Jimmy Carter nelle presidenziali del 1976 sostenne che nell’Europa orientale non c’era alcuna dominazione o influenza sovietica (di lui Lyndon Johnson disse che “non è in grado di scorreggiare e masticare chewing gum contemporaneamente” dopo una clamorosa caduta in mondovisione). Il penultimo è stato John McCain che dopo il fallimento di Lehman Brothers, e il pericolo di collasso di altri istituti finanziari, sostenne che i "fondamentali" dell’economia Usa erano forti. Il resto è storia. Ma nel Great Ole Party non sono solo i candidati alla presidenza ad essere avvezzi alla gaffe, come testimonia Todd Akin, deputato repubblicano e candidato al Senato per il Missouri; anti abortista convinto, il Todd ha voluto dimostrare, in diretta televisiva, come anche l'aborto di una donna violentata sia sbagliato perché "il corpo femminile ha un suo modo di evitare che accada (di rimanere incinta, ndr). Ma anche se non dovesse funzionare, penso che a essere punito debba essere lo stupratore, non il bambino". Dunque se una donna che sostiene di essere stata violentata rimane

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incinta allora non è stata vittima di uno stupro perché il suo corpo, non rigettando il seme, testimonia una sorta di accondiscendenza al violento atto sessuale. La madre di alcuni è sempre gravida e non abortisce mai, e di questo il Todd sarà sicuramente sollevato e grato. E i Democratici? Generalmente in passato i sostenitori dell'asinello hanno evitato di incappare in gaffe grossolane, ma di recente Joe Biden, il ricandidato vicepresidente di Obama, ha voluto cambiare la tradizione. Il vecchio democratico ha voluto apostrofare l'opposizione dei repubblicani alla riforma delle banche come un tentativo di voler rimettere in catene i presenti al dibattito. Peccato che questa metafora gli sia uscita davanti ad un pubblico prevalentemente afro-americano, durante un comizio in Virginia, lo Stato che ebbe l’ultima capitale dei Confederati, favorevoli allo schiavismo, durante la Guerra Civile. Ovviamente un popolo permaloso come gli statunitensi non ha lasciato correre. In conclusione forse il nostro Sgarbi non è poi il peggiore, ma a lui e parecchi altri pagheremmo volentieri un biglietto per il Missouri. Lorenzo fattori e giuseppe fei

a


VIRAL!

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YOUTUBERS In the future everyone will be world-famous for 15 minutes ANDY WARHOL

18 LOST IN JACKAL

22 KUBRICK

UNA STORIA PORNO 17

26 MYGENERATION SUGGESTS


LOST IN JACKAL DALL'ULTIMA TRILLATA A LOST IN GOOGLE LA STORIA DI UN SCIACALLO DIVENTATO NOBILE


Per Lost in Google avremmo voluto Chuck Norris!

C

inque anni fa, un gruppo di ragazzi napoletani, mai avrebbe creduto che quei 2 minuti e 16 secondi di delirio intitolati “L’ultima trillata” avrebbero, un giorno, potuto cambiargli la vita. Francesco Capaldo, Simone Russo ed Alfredo Felaco (i primi due meglio noti come Francesco Ebbasta e Simone Ruzzo) sono tre dei creatori dei “the Jackal”: “All’inizio sciacallavamo – rivela Francesco, il regista - Abbiamo prodotto parodie di film di tutti i generi, da “Il piccione” a “Mission Facebook", ma volevamo produrre qualcosa di più completo”. Ed è proprio con “Lost in Google”, la prima web serie targata “the Jackal”, che questo gruppetto di ragazzi, già conosciuti nel giro, salgono alla ribalta nazionale: quasi 2 milioni sono le visualizzazioni per le sei puntate della serie con camei e guest star degne di nota. Ma l’idea innovativa, che ha spianato il loro successo è una: rendere gli spettatori autori. Come nasce l’idea d’interagire con il pubblico attraverso i commenti? Francesco: Quando abbiamo ideato Lost in Google, abbiamo immaginato una sorta di “Alice nel paese delle meraviglie” in salsa web. Se ti perdessi in Google, potrebbe davvero succederti di tutto. Quindi, abbiamo ritenuto giusto che gli spettatori potessero esprimere la loro creatività attraverso i commenti dettando quella che sarebbe stata la trama della serie. Per esempio: l’immagine di Google come un’enorme sala d’aspetto bianca è stata suggerita proprio da un commento ed ha interamente condizionato la storia. Indubbiamente questo vi ha permesso di crescere con il numero di visualizzazioni. La gente scriveva e poi aspettava di trovare il proprio commento. Francesco: Beh, si è trattato di una sorta di: “ciao mamma, sono in tv, ho scritto un pezzo di storia!”. Siamo stati addirittura tentati di inserire alla fine degli episodi i nomi di tutti quelli che avevano commentato come autori della puntata. Gli effetti speciali sono sempre stati un vostro cavallo di battaglia. Come nasce questa passione? Alfredo: Io sono l’esperto in materia. Con gli effetti speciali si riescono a fare cose che con il budget a nostra disposizione non sarebbe possibile. Ad esempio, nella


LO STUDIO

scena della crocifissione di “Trenta denari”, ci sono ottanta persone davanti alla croce. In realtà, noi abbiamo utilizzato un telo verde con solo tre attori. Poi abbiamo moltiplicato tutto e costruito la folla. Francesco: Lo stesso attore che faceva Gesù era tra la folla (ride). Però va detto che non bisogna abusarne. Noi usiamo molti croma key, ma quando possiamo restiamo nel realismo, anche se con Lost in Google, parlare di realismo è un po’ difficile.

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Altro elemento a vostro favore sono state le guest star. Come avete fatto ad arrivare a Caparezza e Maccio Capatonda? Simone: Caparezza aveva preso parte al video musicale dei 99 Posse che avevamo girato lo scorso novembre. Diciamo che lo abbiamo rapito per qualche ora ed abbiamo girato la scena nel nostro studio. Francesco: Questo ci ha dato una grande mano, anche perché Caparezza lo ha pubblicato sulla sua pagina Facebook. La cosa assurda è che alcune persone non credono che quello sia veramente lui. Invece per Maccio Capatonda (al secolo Marcello Macchia) è stato un po’ diverso. Siamo andati a Milano ad un convegno sulla comunicazione per chiedergli di partecipare alla serie. Tra l’altro è stato proprio Marcello a dar vita a YouTube Italia, grazie ai suoi fake trailers. Per questo ci sembrava giusto, nel momento in cui avessimo fatto una web serie poterlo ospitare. Quale guest star vi è mancata? Francesco: Chuck Norris. (ride) Abbiamo controllato se fosse in Italia. Purtroppo è stato solo citato da Roberto Giacobbo nella parodia di Voyager.

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Ma una web serie, ha proprio bisogno di personaggi della televisione? Francesco: Se vuoi lavorare su un luogo comune, devi lavorare sulla tv. Se immagini una trasmissione di divulgazione scientifica pensi immediatamente a Voyager rispetto ad un altro youtuber che si occupa della stessa cosa. Tra l’atro si divertono tantissimo. Patrizio Rispo, ad esempio, che ha lavorato nel cinema e lavora in un “Posto al sole”, non era più nella pelle quando gli abbiamo proposto di partecipare. Ha detto “Bellissimo, posso fare un film di fantascienza!”.

UNA GIORNATA DA SCIACALLI

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1) La sala riunioni della sede, 2) Sala montaggio, 3) Alfredo Felaco interpreta Forever Alone nella sala costumi e riprese, 4) Foto durante le riprese di Lost in Google, 5) Simone Ruzzo in una scena, 6) La squadra al completo, da sinistra: Andrea Leone, produzione; Francesco (Ebbasta) Capaldo, regista e sceneggiatore; Simone (Ruzzo) Russo, attore e sceneggiatore; Alfredo Felaco, effetti speciali

2006

2008

L'ULTIMA TRILLATA

IO SONO MOLTO LEGGENDA

Primo video (Simone Ruzzo mezzo ubriaco non conta) dei Jackal. Trailer di chiara ispirazione macciocapatondiana: hanno rapito Messénger!

481854 visualizzazioni per il primo grande video dei Jackal. Parodia del fortunato "Io sono leggenda", Simone Ruzzo è l'ultimo uomo sopravvissuto alla crisi dei rifiuti di Napoli. Non tutto il male viene per nuocere...


SUL SET

Qual è il vostro rapporto con la televisione? Francesco: Forse oggi la televisione non ha ancora compreso il potenziale dei youtuber. Ti invitano a fare il quiz e molti youtuber giovani cedono a questo richiamo. Andrea (l’uomo che si occupa della produzione): La televisione dovrebbe servire solo come seconda distribuzione. Andrebbe vista come la sala cinematografica del web.

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Quindi è possibile immaginare un futuro di Lost in Google anche sul piccolo schermo? Francesco: In primis dovremmo valutare come proseguire. Rifarlo identico non avrebbe senso. La seconda stagione, dovrebbe prevedere un’interazione diversa, qualche giochetto in più! Altrimenti si perderebbe il lato sperimentale. Simone: Valutando tutto il lavoro che è servito in un anno, se dovessimo riprendere la produzione, andrebbe organizzato tutto molto meglio. Andrea: comunque andare in televisione sarebbe un’ottima cosa. La tv, ora come ora, è l’unica fonte di guadagno ed attrattiva per i produttori. Tra l’altro, il format originale di Lost in Google, darebbe la possibilità di pubblicare i commenti proprio sul piccolo schermo. A proposito di distribuzione, vi è stata data la possibilità di distribuire “Kubrick, una storia porno”, nuova web serie prodotta da Magnolia. Questa nuova attività di distributori come si concilia con quella di produttori? Francesco: È la prima volta che distribuiamo un prodotto non nostro. Avevamo già contatti con Magnolia, perché stavamo lavorando ad alcuni progetti comuni. Per Kubrick abbiamo fatto un esperimento un po’ rischioso. Il canale You Tube è stato sempre visto come un blog, ora, per la prima volta stiamo provando a trasformarlo in un canale di distribuzione. Se questa cosa dovesse ottenere buoni risultati sarebbe una vera e propria rivoluzione. Andrea: Molte case di produzione ci dicono che hanno i mezzi per produrre web serie ma non hanno canali distributivi da usare. Noi in quattordici ore abbiamo fatto più di 28 mila visualizzazioni. Tutto sommato, anche un bel film d’autore, con costi di produzione superiori ad un milione di euro, è più che un problema se esce in venticinque sale! ARTICOLO DI STEFANO SCARPA, INTERVISTA STEFANO SCARPA E MARIA FRANCESCA DI COSTANZO, FOTO MARCO CAPPA

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FOTO DI GRUPPO

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2011

2012

MISSION FACEBOOK

LOST IN GOOGLE

Avete mai lasciato il vostro profilo Facebook incustodito? Attenzione a chi gira intorno a te, soprattutto se vuole farti passare per Berlusconiano!

Semplicemente "Lost in Google", la prima web serie firmata dagli sciacalli! Tabte guest star (tra cui Caparezza) e tributo finale al maestro Maccio Capatonda. Cosa chiedere di più?


K U B R I


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Qualcuno si è messo in testa che stessimo davvero facendo un porno

INTERVISTA ALLA BUONCOSTUME autori della serie

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a Buoncostume è un gruppo di quattro autori e attori (Simone Laudiero, Carlo Bassetti, Fabrizio Luisi, Pier Mauro Tamburini) impegnati dal 2008 nella creazione di fiction per la televisione e per la rete. Sul loro sito internet www.labuoncostume.it è possibile apprezzare diverse loro produzioni, tra cui segnaliamo PONG e La deriva del panda. Dall’otto ottobre è inoltre online una loro nuova fiction che sta spopolando in rete: Kubrick – Una storia porno, prodotta da Magnolia Fiction e distribuita su YouTube sul canale dei The Jackal. Inoltre, sempre per Magnolia, hanno scritto 98 episodi di Camera Cafè e 119 episodi di Piloti. E noi li abbiamo intervistati! E già.

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UNA STORIA PORNO

Com’è nata la Buoncostume? Come vi siete conosciuti? Ci siamo conosciuti nel 2007 lavorando a Camera Cafè, ma non è stato un colpo di fulmine, è dovuto passare un anno di annusamenti e corteggiamenti. Poi mentre scrivevamo PONG io (Simone) e Pier abbiamo pensato: "Quei due sarebbero perfetti". E così è stato. Fabrizio e Carlo hanno spaccato ai casting e sul set è scoppiato l'amore (vedi la gag finale del "Cioccodrillo che non s'ha da fare"). Da lì abbiamo collaborato saltuariamente per un po', ognuno ha seguito anche altre strade, finché l'anno scorso ci siamo definitivamente sposati girando La deriva del panda. Perché il nome “la Buoncostume” ma soprattutto perché il Pane ? Ci chiamiamo Buoncostume perché suona bene, e in un certo senso ci rappresenta. In che senso? Mettiamola così: tra la tv generalista sempre più generica e ufficialmente in fin di vita e il caleidoscopio epilettico di personaggi e contenuti della rete, noi, rispettabili gentiluomini con dei valori, pensavamo fosse eticamente giusto riportare un po' di ordine e di sobrietà. Il web non è più una novità, è un posto serio dove c'è della gente seria. E il pane perché, chi non ha bisogno di pane? È caldo, è fragrante, è bello da vedere. Ehi, è pane! (apri il qr code a pagina 25)


IMMANUEL CASTO È STATO UN ACQUISTO FONDAMENTALE, SOPRATUTTO PER LA SUA CAPACITÀ DI PARLARE SOLO E SOLTANTO ATTRAVERSO DOPPI SENSI

Da PONG a Faccialibro, da La deriva dei panda a Kubrick, cos’è che vi ispira? L'elenco sarebbe davvero troppo lungo, e c'è sempre tempo per parlare di cinema, libri, serie tv, musica, fumetti, videogiochi, cibo, viaggi, donne, uomini, animali. Per farla breve, tutto ciò che è leggero, divertente e profondo. Il punto non è prendere per il culo tutto e tutti, questo è il gusto televisivo dominante. Il punto è far esplodere cose nella testa, ma intanto aprire i cuori. Noi ci stiamo commuovendo mentre lo scriviamo. Vi vogliamo bene. Facciamo sesso ora. (Infatti aiutateci, mettete un bel like sotto la pagina facebook della Buoncostume! Perché utilizzare la rete come strumento di diffusione per le vostre creazioni? I tempi sono questi: c'è la rete, e ogni giorno dobbiamo ringraziare che esista, perché altrimenti moltissimi prodotti indipendenti ma di grande qualità non avrebbero mai visto la luce, e molte produzioni ad alto budget risponderebbero molto meno al nostro gusto. Ormai in rete si vincono le battaglie politiche (non tutte, ahinoi), figuriamoci se non si distribuiscono le sit-com. Kubrick è la prima serie sul porno mai creata, che risultati vi aspettate in termini di ricettività? L'argomento "porno" è sicuramen-

te un punto di partenza, ma quello che vogliamo fare (e siamo in piena sintonia con Magnolia) è raccontare una storia più grande, che metta in scena lo sforzo di tre ragazzi di farsi strada in un mondo che di strade ne offre sempre meno. Se tutto va bene lo spettatore dovrebbe appassionarsi alla storia e dimenticare che si parla di porno e non di avvocati o di medici in prima linea. Se tutto va male, ci spostiamo su YouPorn. L’idea di Magnolia è di far approdare il progetto in TV? Certamente. Magnolia ha investito in questo progetto una cifra molto bassa per gli standard televisivi tradizionali, ma altissima (senza precedenti) per il web, che non offre la possibilità di far rientrare una spesa simile. Lo scopo del gioco quindi è di usare il web come banco di prova: se Kubrick avrà un buon successo di pubblico (misurato come visualizzazioni) allora forse sarà possibile accordarsi con un’emittente per la produzione di una stagione e vedere il resto della storia in Tv. Perché “Kubrick”? Un po' perché anche Kubrick voleva girare un porno, e questo è un fatto esaltante. Un po' perché Kubrick rappresenta tutto quello che i nostri vorrebbero essere ma non saranno mai, o forse sì, chi lo sa? Loro sognano di fare il cinema vero, e non sanno a cosa vanno incontro.


Un po' come in quei film horror in cui il protagonista arriva nell'amena cittadina di "Tranquillity" e non immagina che bagno di sangue lo aspetta. Ti piace come siamo riusciti a mettere Kubrick e bagno di sangue nella stessa risposta? Decisamente! Perché avete sottolineato che questa serie è “sul porno” e non “porno”? È una serie comica. Se dipendesse da noi, ovviamente non andrebbe sottolineato niente. Ma dobbiamo farlo perché essere fraintesi è sempre più facile di quanto sembra, ed è già capitato che qualcuno si sia messo in testa che noi (o i The Jackal) stessimo davvero facendo un porno. Ovviamente ci saranno scene erotiche e anche sessuali, ma l'idea è sempre quella di far ridere. Il porno svolge un'altra funzione e su internet è già ampiamente rappresentato. Immanuel Casto, re del porngroove italiano, e Kubrick, insomma un amore a prima vista! L'unico amore che vedrete, tutto il resto è sesso (falso). Immanuel Casto è stato un acquisto fondamentale, sia per il suo cameo nella scena dei provini, sia per la colonna sonora, sia per la sua esperienza nella diffusione di contenuti in rete, ma più di tutto per la sua capacità di parlare solo e soltanto attraverso doppi sensi. Un mito. Sulla vostra pagina facebook si è letto che ci sono stati dei problemi di tentata “censura” da parte di youtube. La rete non è ancora pronta per Kubrick o

non lo sono gli italiani? YouTube ha delle regole molto severe che sono le stesse in tutto il mondo, e in particolare ha fatto storie per il sedere nudo che si vede nella prima scena. Ma non crediamo che sia un problema di essere pronti, solo di evoluzione tecnica dei canali esistenti: YouTube naturalmente deve alzare delle barriere per non confondersi con il mare magnum della pornografia online. Nessuno di noi vorrebbe vedere YouTube invaso da contenuti porno, fake e tutto quel repertorio, e per evitare che questo accada la censura è il sistema più semplice. Ma YouTube deve anche essere pronto a riconoscere un prodotto come il nostro, a cavallo tra i generi, e a incorporarlo. Agli autori di una serie sul porno quasi censurata da YouTube chiediamo: c’è davvero così tanta vergogna nel trattare il porno? No, nessuna vergogna. È un argomento che appartiene al nostro quotidiano, che fa parte delle vite di quasi tutti. Se quello che racconti è al servizio della storia e della comicità, senza giudizio ma con amore e rispetto per i tuoi personaggi, non può esserci niente di cui vergognarsi. Infine diteci: perché guardare Kubrick – una storia porno? Perché è fatto come lo fareste voi. È scritto, diretto, recitato, girato da persone che hanno guardato e guardano gli stessi film e le stesse serie che guardate voi. E questo, in Italia, non è per niente scontato. EMANUELE ZAPPIA E RICCARDO CAPUTO

ONLY THE HORSES

la Buoncostume, da sinistra a destra: Simone, Fabrizio, Carlo e Pier


SUGGESTS RECENSIONI YOTOBI

L’unico buon motivo per continuare a produrre film osceni e di serie B o, meglio, Z. Le recensioni di Yotobi vi faranno sbellicare (se non piangere) dalle risate. Ma è anche un canale istruttivo: scoprirete ad esempio che… i turchi copiano a bestia! Un mito, semplicemente un mito.

OREDIORRORE

TIFETTA

Ha un cappellino, gli piacciono i film horrore i suoi modi ricordano vagamente quelli di Enrico Ghezzi. In rete dal 2010, il suo canale costituisce un ricco e divertente catalogo per gli amanti del genere.

Perché recensire un videogioco quando si può semplicemente giocarci? E chi ha detto che solo i giochi nuovi meritano di essere giocati? Ma soprattutto: perché non condire il tutto con scleri e colorite imprecazioni d’ogni sorta?

WEB SERIES LOST IN GOOGLE

YOUTUBERS WILLWOOSH

Probabilmente la webserie che meglio ha saputo interpretare la propria piattaforma di diffusione e la sua anima “social”. Infatti, la trama dei cinque episodi che compongono la serie è decisa interamente dai commenti dagli utenti, che interagiscono e comunicano così con gli autori.

THE PILLS

FREAKS!

Droga, alcol, violenza, armi da fuoco e rapporti tra i sessi sono solo alcuni dei temi trattati nelle “pillole” dei The Pills, nel corso delle quali si passa dalle riprese domestiche in bianco e nero agli sketch a colori.

Ragazzi qualunque con dei superpoteri, un mese di blackout, gente senza volto e vampirismo. Una ricetta esplosiva per questa webserie interpretata da alcuni famosi youtubers italiani. Purtroppo la sceneggiatura e i dialoghi lasciano proprio a desiderare.

Con oltre 300 mila iscritti al suo primo canale (e più di 157 mila sul secondo), Willwoosh (nickname di Guglielmo Scilla) è la più famosa “YouTube star” in Italia. I video sul primo canale sono girati quasi tutti allo stesso modo: una parte con camera fissa al coperto ed un’altra parte con lo sketch vero e proprio.

DANIELE DOESN’T MATTER

LA MENTE CONTORTA

Vincitore della prima edizione di Social King, programma televisivo trasmesso su Rai2, lo scopo di questo canale è – come scrive lo stesso curatore, Daniele Selvitella - raccontare storie con un fondo di verità e fare denuncia sociale attraverso sketch, personaggi e videofenomeni di YouTube, rispondendo alla domanda: “Perché la gente vuole diventare fenomeno di YouTube umiliandosi?!”.

Chi di voi non ha mai fatto uno scherzo telefonico? Ora immaginatene tanti, tutti interpretati da un vero professionista degli scherzi e riuniti su di un canale YouTube: comicità allo stato puro. Un dieci e lode per Frank Matano, Loki italiano delle burle telefoniche.


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MANGENERATION

ALEX ZANARDI


Le Paralimpiadi sono state una Seconda Giovinezza? No, forse non sono mai invecchiato!

INTERVISTA DI GABRIELE BASILE

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olto spesso gli atleti, o comunque le celebrità, fanno discutere per i loro atteggiamenti sopra le righe o stravaganti, in questo senso la nostra rinfrescante chiacchierata con Alex Zanardi rappresenta una gradevolissima eccezione: vuoi per la simpatia, la cordialità e l’onestà con cui il bolognese si presenta, vuoi per la sua sincerità, merce sempre più rara al giorno d’oggi. Partiamo da qualche dato relativo al suo palmares: due volte Campione CART prima del terribile incidente del 2001; in seguito Campione Italiano Superturismo nel 2005, due medaglie d’oro e una d’argento negli ultimi Giochi Paralimipici. Una bacheca di tutto rispetto… e non è nemmeno tutto! Si può parlare di una seconda giovinezza? Forse non sono mai diventato vecchio! È logico che il fisico qualche segno cominci a mostrarlo, ma evidentemente la testa è sempre la stessa: ci sono tante persone che vorrebbero fare tante delle cose che riescono a me, ma magari non hanno la possibilità… Cosa ha provato quando ha avuto la possibilità di risalire su una monoposto e, soprattutto, quando le hanno offerto un contratto? Sono cose emozionanti ad immaginarle, anche se molto “tecniche”: nel senso che non accadono dalla sera alla mattina, non è che ci si siede magicamente su una monoposto… è tutto programmato, costruito. È qualcosa in cui hai creduto; quindi quelli che possono rimanere sorpresi sono gli estranei: vedono uno che un anno e mezzo prima aveva lasciato la pista su un elicottero, dato ormai per morto e quindi gridano al miracolo e si emozionano. Ma quello che siede in macchina è lì perché l’ha ritenuto possibile e ha trovato delle persone che l’hanno aiutato tecnicamente. Poi quando accendi il motore c’è, sì, un po’ d’emozione in più, però è simile a quella che hai avuto la fortuna di sperimentare altre volte. In questo senso la cosa più bella è il divertimento: il piacere di fare ciò che ami. E poi cosa l’ha spinta verso l’handbike? Beh, le cose accadono spesso in maniera casuale. Conobbi Vittorio Podestà, che oggi è mio amico e compagno in Nazionale (e col quale abbiamo conquistato l’argento olimpico nella staffetta assieme a Francesca Fenocchio), e forse è stato lui a farmi amare questo sport; si tratta, inoltre, di una disciplina molto “nelle mie corde” e nel mio modo di essere. Potremmo definirla una sfida anche se prepararsi per essa è stato un percorso di puro piacere; perché quando fai qualcosa che ami tutto è più semplice, no? I due anni di preparazione sono stati tanto emozionanti quanto il giorno delle medaglie, e li ricorderò sempre con la stessa nostalgia. Insomma questa passione è nata un po’ per caso, quasi per gioco, ma mi ha preso al punto da aver abbandonato l’automobilismo, poiché le due cose non potevano essere coniugate. Per gioco… eppure, si sarebbe aspettato di raggiungere simili traguardi? All’inizio logicamente no. Diciamo che non mi ponevo la domanda! Poi, appassionandomi e spostando l’asticella sempre più in alto, ho cominciato a


1) Debutto assoluto in F.1 per un test al Paul Ricard con la Footwork; 2) FIA WTCC 2009, Macau; 3) Alex Zanardi festeggia dopo l'oro nella cronometro a Londra 2012.

chiedermi se avrei potuto sfidare gli atleti più competitivi; logicamente la risposta è stata affermativa, o non mi sarei affatto messo in marcia. Non potevo averne la certezza, ma se non ci avessi creduto non avrei iniziato con quella determinazione e, soprattutto, non avrei abbandonato l’automobilismo che pure mi stava regalando delle grandi soddisfazioni. Perché, anche senza le gambe, ero tornato allo sport vincendo. 1

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Restando in tema di Paralimpiadi? Che atmosfera si respira nel Villaggio Olimpico? Come si passa il tempo? In realtà le giornate che precedono la gara sono sempre più cariche di tensione: nel Villaggio non puoi fare altro che rapportarti costantemente all’obbiettivo che ti ha portato lì, ed è molto complicato spezzare la tensione. Detto questo, è anche una cosa molto bella perché vivi i momenti che avevi sognato, e perché sei assieme ai tuoi compagni di squadra e a tanti altri atleti in cui scorgi i tuoi stessi sentimenti. Incredibilmente, non ho mai avuto problemi a dormire la notte, e dico questo perché prima avevo sempre vissuto con ansia gli appuntamenti importanti della mia carriera sportiva. Parlando dell’handbike prima hai usato il termine sfida, a tal proposito ti chiedo: come è nata l’idea di diventare anche conduttore televisivo? Mi hanno telefonato e me l’hanno proposto. All’inizio avevo anche detto di no, poi però Simona Ercolani, che è il capo degli autori, mi ha spiegato che il programma “E se domani…” era stato pensato proprio attorno a me, e alle mie capacità di comunicazione. Ho accettato quando ho compreso che si trattava di uno di quei programmi che a me – da telespettatore – sarebbe piaciuto e, in più, avrei dovuto semplicemente essere me stesso, cioè l’uomo curioso che fa da tramite tra la gente a casa e gli scienziati in TV. In seguito, mentre “E se Domani” si avviava al tramonto, Simona mi ha proposto “Sfide”, cioè un programma che parla di sport in un modo che a me piace da impazzire e ho subito detto di sì. Benché il mio ruolo qui sia dieci passi indietro a quello che avevo in “E se domani” ho accettato perché era una cosa che mi divertiva, non aveva nulla a che fare con l’ambizione personale. Nel ringraziarti e nel salutarti, ti chiedo di lasciare un messaggio non solo ai lettori di “My Generation”, ma a tutta una generazione alle prese con i ben noti problemi di questi tempi. Cosa suggerisci a questi ragazzi? Innanzitutto non me la sento di lasciare un messaggio perché non ho chissà quale pillole di saggezza da dispensare, però ti posso dire cosa ha funzionato nel mio caso, e lasciare decidere agli altri se può essere utile anche a loro! Dunque, la curiosità è stata fondamentale per me perché mi ha spinto sempre a girare la testa e a cercare nuove passioni, e nuove cose da fare, che fossero tutte ‘mie’ e non tentativi di emulare qualcun altro. Bisogna però avere il coraggio di fare il primo passo perché è ciò che da origine a tutto il resto, poi magari hai il colpo di fortuna e t’imbatti nella persona o nella situazione giusta e allora puoi raggiungere degli obbiettivi più rapidamente, ma il primo tentativo… quello sta sempre a te farlo.

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VISUAL Vision is the art of seeing what is invisible to others JONATHAN SWIFT

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nolan vs nolan

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TEATRO DELL'ANTICAGLIA

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i poeti sono vivi


cinema

NOLAN AGAIST NOLAN DI ALBERTO MARAOLO


Il dilemma: genio o semplice incantatore?

I

nquadratura finale: la Bat-caverna invasa da pipistrelli che sciamano da una parte all’altra; dissolvenza in nero, lo schermo reca la scritta del titolo del film, che è “Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno”, ennesimo Billion Dollar Batman, ultimo capitolo della trilogia sull’uomo pipistrello firmata da Christopher Nolan. In realtà a chiudersi veramente non è la storia del supereroe di Gotham City – già si parla di reboot e affini – bensì la prima parte della finora strabiliante carriera del regista londinese. È tempo dunque di bilanci. La biografia di Nolan è semplice: nato subito con la camicia, in virtù di una doppia cittadinanza anglo-americana, nell’infanzia rivela presto un talento precoce per quello che attiene alla settima arte. I successi dei suoi primi cortometraggi hanno due importanti conseguenze: gli permettono di acquisire pian piano un “nome” nell’ambiente e di conoscere Emma Thomas, successivamente sua moglie nonché co-produttrice della sue pellicole, prima delle quali “Following” (1998). Il resto è storia: la fama con il cult “Memento” (1999), la prima regia con un supercast per “Insomnia” (2002), il rilancio di Batman con “Batman Begins” (2005), e i tre capolavori in serie “The Prestige” (2006), “Il Cavaliere Oscuro” (2008), “Inception” (2010), fino ad arrivare appunto al recente “Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno”. Proprio quest’ultimo lavoro è quello, non senza indubbie pezze d’appoggio, ad aver dato maggior fiato alle trombe dei critici di Nolan: una legione agguerrita, finanche nel mondo anglosassone; d’altronde fu un francese, un certo Francois Truffaut, ad imporre Hitchcock come “genio” ad inglesi ed americani. Perfino un critico sempre generoso nei confronti del cineasta londinese, l’americano David Bordwell, storico e teorico del cinema, in un intrigante saggio intitolato “Nolan vs. Nolan” ha voluto indagare la vis innovativa del regista,

enucleando dal contesto filmico quattro fondamentali elementi di valutazione: il soggetto, i temi, lo stile visivo e le strategie formali. La tesi finale è che il buon Chris, per quanto bravo, non è innovativo in nessuno di questi ambiti, o meglio è un innovatore troppo cauto, quasi un “Midcult auteur”, per quanto lo stesso Bordwell abbia da ridire circa la connotazione squalificante insita nell’espressione “Midcult” coniata dal sociologo statunitense Dwight Macdonald decenni orsono. Di sicuro, Nolan, almeno per il momento, non ha portato nessuna rivoluzione nel mondo del cinema; tuttavia, riprendendo proprio l’argomento finale di Bordwell – il quale giustamente non pensa, a differenza di Macdonald, che “all artistic experiments need to be difficult” – come si può non considerare geniale il lavoro di un regista capace di elevare sensibilmente la qualità delle opere destinate alla “massa”, senza perdere il contatto con la massa stessa? E poi: sono veramente così facilmente accessibili a tutti i suoi film o necessitano invece di plurime visioni per una migliore interpretazione? Ancora: come non apprezzare la coerenza di un percorso narrativo imperniato su cardini quali l’inganno, il tema del doppio, il rapporto tra sogno e realtà? “Mundus vult decipi, ergo decipiatur” (il mondo vuole essere ingannato, dunque sia ingannato) recita una massima latina attribuita a Petronio Arbitro, di cui Nolan, architetto di mondi e ingegnere di illusioni, che piaccia o meno a certi suoi severi esegeti, è il massimo interprete nel cinema contemporaneo. Tralasciando i suoi primi e sperimentali lavori, si parte da “Memento” e dal suo montaggio, in cui le scene che si susseguono sono alternativamente l'ultima in ordine cronologico, poi la prima, poi la penultima, poi la seconda, e così via; uno schema lucidamente folle, come la mente del protagonista, che precipita in un maelström assieme allo spettatore,

ed entrambi alla fine sono accomunati nello scoramento dinanzi all’incapacità di distinguere il reale dall’immaginario. Questo tema è il fil rouge che intreccia “Memento” con “The Prestige”, dove il concetto di inganno è elevato all’ennesimo potenza, e con “Inception”, ovvero più che una pellicola una mise en abyme dell’anima e della mente, in cui alla fine è lo spettatore a subire “l’innesto”, pur essendo ognuno libero di pensare che il ladro Cobb sia alla fine nel mondo reale o ancora in quello onirico. Cobb, curiosamente, ad ulteriore testimonianza della geometrica simmetria del lavoro di Nolan, è il nome anche del ladro di “Following”, il suo primo lungometraggio, in cui, tra l’altro, si può apprezzare il simbolo di Batman appeso alla porta del protagonista. Tutto torna, dunque, così come nella trilogia dell’uomo pipistrello, in cui spicca il capitolo centrale, capolavoro che coniuga stilemi della cultura pop al thriller d’autore, con il tema del doppio – Bruce Wayne/Batman, Harvey Dent/Due Facce, Il Cavaliere Oscuro e Il Cavaliere Bianco – trattato con rara maestria espressiva. Qui sta la forza di Nolan: una capacità di story-telling fuori dal comune, anche quando si affida a narrative non lineari e sincopate; a stupire è la consequenzialità temporale con cui sono scandite le vicende dei suoi eroi ed antieroi, come afferma Salviano Miceli, il primo autore di una monografia italiana su Nolan. Forse è proprio la mancanza di una ferrea logica consequenziale a rendere l’ultimo film del regista londinese il più debole, almeno rispetto ai tre capolavori che l’hanno preceduto. Il migliore alleato di Nolan alla fine sarà il tempo, che farà ricredere anche i critici più ritrosi. Adesso la sua sfida sarà quella di aprire una nuova fase della sua carriera, affrontando nuovi generi, nuovi temi, senza ovviamente recidere il filo con un passato che già lo ha reso leggenda.

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CITY

Quel teatro sotto al letto Il Teatro Romano dell’Anticaglia: magnifico tesoro nascosto sotto un materasso DI CARLA BOCCADIFUOCO


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hi, almeno una volta nella vita, camminando in giro per la città, non ha immaginato di star percorrendo le medesime strade e gli stessi vicoli nella loro versione risalente ad epoche passate? Chi non ha mai fantasticato, immaginando di ritrovarsi un giorno, al risveglio, catapultato improvvisamente in un tempo lontano, in uno stile da “Non ci resta che piangere”? Osservare le vie del

centro storico e per un attimo cercare di diventare ciechi a tutto quello che ricondurrebbe inevitabilmente alla modernità, cercare di guardare come se avessimo davanti agli occhi un filtro, in grado di far percepire quanto è intorno con lo sguardo di un cittadino della Neapolis greco-romana. Chissà cosa pensereste, se un giorno vi dicessero che la vostra cantina, quella dove conservate la roba vecchia e tutte quelle cianfrusaglie trop-


CITY

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info L’Associazione Napoli Sotterranea organizza tour tra i resti del teatro romano di Neapolis, accorpandoli alla escursione nella Napoli Sotterranea, per una visita di una durata complessiva di circa due ore. L’associazione organizza inoltre occasionalmente eventi speciali in un’area comprendente l’antica cavea del teatro, in cui è attualmente esposta anche una mostra di presepi settecenteschi. In tali occasioni sarà possibile ammirare i resti in compagnia di ballerini di tarantella e degustando un’ottima pizza preparata al momento. Le escursioni si effettuano tutti i giorni, dal Lunedì alla Domenica, dalle ore 10:00 alle 18:00 previa prenotazione.

po inutili perché siano tenute in casa, in verità non è un semplice sgabuzzino ma un’area dell’antico Teatro Grande di Neapolis, risalente al I sec d.C. ! È esattamente quel che è capitato ad un abitante del quartiere di San Lorenzo di Napoli, quando 13 anni fa un gruppo di archeologi che conduceva uno studio relativo al teatro greco-romano ha rinvenuto un pilastro in opus latericium all’interno di un basso in via dell’Anticaglia! Infatti, proprio dietro il Tempio greco dei Dioscuri, sui cui resti è stata eretta nell’ XI secolo la Basilica di San Paolo Maggiore, sorgeva il Teatro di Napoli. Si trattava di una struttura semicircolare all’aperto, scenario di satire e commedie, accanto alla quale era stato edificato un teatro più piccolo e di minore importanza in cui venivano eseguite solo opere canore, l’ Odeion, oggi completamente perduto. Grazie alle informazioni sull’ubicazione del complesso, gli archeologi hanno potuto selezionare su Vico Cinquesanti quattro bassi, abitazioni ca-

ratteristiche dell’area partenopea popolare, in cui effettuare ricerche e così individuare un punto in particolare da cui risalire ai resti del teatro. Oggi, partendo da quella stessa abitazione è possibile accedere alla zona dei camerini attraverso un passaggio speciale: una botola nascosta sotto un letto, punto di accesso per quella ritenuta fino a qualche anno fa solo una cantina, oggi riportata alla sua versione “originale” del I secolo d.C. Frammenti dell’antico teatro sono così inglobati in alcune abitazioni, garage e in numerose altre costruzioni erette sui resti del teatro già dai tempi del viceregno spagnolo. L’incremento demografico che si verificò intorno al XVII secolo, infatti, spinse la popolazione napoletana, per la quale era impossibile agire diversamente, a costruire su quello che già c’era, ossia le rovine di un’opera monumentale, di grandezza pari a quella del Colosseo. Un’ulteriore dimostrazione della situazione odierna è la presenza su Via dell’Anticaglia di due arcate che reggevano le file di gradinate (dalle più


alte era addirittura possibile scorgere il mare) su cui sedevano gli spettatori e che oggi sostengono i palazzi adiacenti in cui sono totalmente inglobate. È stata oggi abbandonata l’idea, diffusa in passato, di sfrattare gli abitanti della zona e distruggere le costruzioni posteriori. Oltre alle difficoltà per tutti i residenti, il problema ancor più grave deriverebbe dai danni che la demolizione inevitabilmente procurerebbe anche ai pochi resti attualmente visibili del teatro. Dunque, non c’è dubbio: il vecchio ed il nuovo continueranno a convivere per sempre, unendosi tra loro e mescolandosi, dando vita a spettacoli suggestivi ed indescrivibili. Perché il legame tra il Ricordo di ieri e il Mistero di domani non si spezzerà mai: il Passato non si arrenderà, non accettando di restare alle nostre spalle, ma sempre rispunterà fuori, nelle forme più originali e nei luoghi più impensabili... magari sotto un letto!

foto di E.Zappia

spettacolo di nerone E’ Leggenda che Nerone elesse il teatro romano dell’Anticaglia quale palcoscenico degno di ospitare le sue rappresentazioni, in quanto ubicato in una città di origine greca. Svetonio descrive un Nerone mitomane a tal punto da ordinare, in occasione della sua esibizione, l’interruzione per tre giorni di guerre e battaglie. L’imperatore, che aveva un gruppo di spettatori appositamente incaricati di applaudire ed elogiarlo, proibì la fuga del pubblico dal teatro durante un’improvvisa scossa di terremoto, verificatasi in contemporanea ad una sua esibizione, interpretando il boato come l’applauso degli dei commossi per la sua straordinaria bravura.


PORTFOLIO

BANKSY


chi è Banksy È uno dei maggiori esponenti della street art. Si sa di lui che è cresciuto a Bristol ma la sua vera identità è tenuta nascosta. Le sue opere sono spesso a sfondo satirico e riguardano argomenti come la politica, la cultura e l'etica. La tecnica che preferisce per i suoi lavori di guerrilla art è da sempre lo stencil, che proprio con Banksy è arrivato a riscuotere un successo sempre maggiore presso gli street artist di tutto il mondo. I suoi stencil hanno cominciato ad apparire proprio a Bristol, poi a Londra, in particolare nelle zone a nordest, ed a seguire nelle maggiori capitali europee, non solo sui muri delle strade, ma anche nei posti più impensati come le gabbie dello zoo di Barcellona.


ART

Rat Ha sparso per tutta Londra degli stencil di topi, i famosi "rat": curiosamente anagrammando questa parola si ottiene "art". Per sua stessa ammissione, si tratta di una coincidenza. Il soggetto dei topi è stato scelto in quanto odiati, cacciati e perseguitati, eppure capaci di mettere in ginocchio intere civiltà . "Se sei piccolo, insignificante e poco amato allora i topi sono il modello definitivo da seguire"

Napoli L'artista ha realizzato a Napoli, in Via Benedetto Croce, uno stencil che rappresentava una reinterpretazione della Santa Teresa del Bernini, raffigurata con in mano delle patatine e un panino, simbolo del consumismo. L'opera è stata cancellata nel maggio del 2010


Londra Uno dei suoi più famosi murales, quello con gli attori di Pulp Fiction che stringono banane anziché pistole, è stato recentemente rimosso: il suo valore stimato si aggirava intorno ai 400.000 €. Il murale di Old Street, considerato uno dei suoi lavori più rappresentativi, nonché uno dei più vecchi visto che resisteva da più di 5 anni nella centralissima location della capitale, ritraeva le figure di John Travolta e Samuel L. Jackson in posizione di tiro, ma al posto delle pistole, impugnavano due banane. Era un perfetto esempio di "Pulp Art", ovvero la trasposizione della filosofia tarantiniana nella pittura, ma il team di netturbini della tube non ne è rimasto conquistato. Un portavoce del "Transport for London" (l'ente che gestisce i trasporti pubblici nella metropoli) ha dichiarato: «Noi prendiamo una linea dura nei confronti dei graffiti. Vanno eliminati perché danno un'immagine di trascuratezza e decadimento sociale che poi portano alla delinquenza. Riconosciamo che ci sono quelli che ammirano i lavori di certi artisti, ma il nostro staff di addetti alle pulizie non è composto da critici d'arte».


POETRY

I POETI SONO VIVI DI ANNA RUOTOLO

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hi di noi, finita la scuola, ha pensato che esistes-

sero altri poeti dopo Ungaretti, Quasimodo e Montale? Il “poeta”,

nell’immaginario, è quello che ha fatto la storia della letteratura, anzi, l’ultima pagina della storia della letteratura studiata tra il due e il quattro giugno a pochi giorni dall’inizio dell’esame di maturità. Dopo la mia “maturità”, durante un’estate afosa e inoltrata, mi

misi a sfogliare le pagine non lette del libro di Letteratura Italiana. Be’… c’erano un sacco di poeti nuovi, alcuni ormai morti ma altri (pochi) vivi, troppo vivi. Capii, allora, che i poeti esistono ancora, scrivono tutt’intorno a noi e ce ne sono molti più che “pochi". In qualche anno le cose mi si sono fatte più chiare: come escono nuovi romanzi, libri di racconti, gialli e saggi così escono, ovviamente, nuovi libri di poesia. Alcuni sono pubblicati dalle grandi case editrici e moltissimi altri da medie o piccole case editrici sparse per la Penisola. Infiniti cataloghi consultabili anche in rete potrebbero darci un’idea. Ma avremo tempo, nei prossimi mesi, di riparlarne. Qual è lo stato della conoscenza (da parte del lettore medio) della poesia contemporanea? , direi. A meno che tu non

Scarsino

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sia un appassionato, uno che ha scoperto quei “titoli di coda” nel vecchio libro di scuola o uno che un giorno si è fermato per caso davanti allo scaffale “Teatro/ poesia” della libreria del centro commerciale (quando mi ci fermo io sono sempre sola; ogni tanto c’è qualcuno che cerca il buon vecchio Guglielmo Scotilancia, al secolo William Shakespeare, nella colonnina del teatro, che è anche sempre più larga e piena di quella della poesia… tuttavia niente deve scoraggiare) e ha deciso di tornarci, ogni tanto. Da qualche mese è partita nel web un’iniziativa insolita: hanno aperto un sito che si intitola, appunto, “ ” e che si prefigge di pubblicare per un pubblico di giovani lettori (il sito è collegato ad alcune classi di una scuola superiore)

I poeti sono vivi

una poesia al giorno di un poeta contemporaneo, italiano o straniero. Con l’impegno, da parte dei ragazzi, di leggere i testi in classe. Non so, io preferisco la buona, vecchia e sana curiosità spontanea. Tuttavia per chi pensava che i poeti fossero una razza estinta certe cose possono tornare utili. D’altronde anche Vivian Lamarque, deliziosa poetessa vivente, scrive: PS.: Siamo poeti

/ vogliateci bene da vivi di più / da morti di meno / che tanto non lo sapremo.


ZAPPING Tutte le volte che vado a Santiago mi accorgo che una parte della città è in bianco e nero, e l'altra è in technicolor. ISABEL ALLENDE

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ROCKET INTERNET

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TREND DESIGN

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POSTCARD FROM CHILE


MUSIC

ZAPPING

LUCIANO LA ESCUELA CHILENA

DI PASQUALE CAIAZZA

Lucien N Luciano Genere Nome anagrafico Data di nascita Periodo di attività

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Elettrona minimal Luciano Nicolet Svizzera, 1978 2005 – in attività

Nasce nel cantone francese da padre svizzero e madre chilena, successivamente al divorzio dei genitori, all’età di dieci anni torna in Chile con la madre. Luciano comincia a farsi largo nella scena underground di Santiago grazie alle sue sonorità cariche di ritmi latinoamericani mescolati con sapienza ai suoni essenziali della musica minimale ed alle note fredde del sintetizzatore, strumento prediletto da chi ama l’elettronica. La carriera di Luciano inizia al Sense Club di Santiago, ma sarà l’incontro con l’altra superstar della disco chilena Ricardo Villalobos ad aprirgli le porte delle più prestigiose dancefloor mondiali.

La sua musica è un perfetto mix delle sue esperienze personali. I suoni un po’ eterei del sintetizzatore rappresentato l’anima svizzera, mentre le note dei ritmi caldi sudamericani sono i bassi delle percussioni che animano le sue produzioni e dj set. Il nome di Luciano è volato rapidamente dai club di Santiago alle locandine delle più importanti discoteche del mondo. I maggiori eventi delle notti di Ibiza, Miami o Buon Aires sponsorizzano le proprie notti con i baffi e le corna simbolo del dj chileno.


VILLALOBOS A LA CONQUISTA DEL MUNDO

RICCARDO VILLALOBOS Genere Nome anagrafico Data di nascita Periodo di attività

Minimal, Techno Ricardo Villalobos Santiago del Cile, 1970 1993 – in attività

Nasce a Santiago de Chile, ma all’età di tre anni si trasferisce con la familia in Germania poco dopo il golpo di Pinochet. In Europa Ricardo comincia ad appassionarsi alla musica, ma è grazie ai viaggi con il padre in Sud America che Villalobos entra in contatto con i ritmi brasiliani e cubani che ne hanno fatto uno dei dj-producer più apprezzato del panorama mondiale. Grande appassionato di musica elettronica, la sua produzione musicale, soprattutto quella dei primi anni ê fortemente influenzata dal suo amore per i Depeche Mode che segue nei live di mezza Europa. Se per Luciano l’incontro della vita ê stato

proprio quello con Villalobos, altra storia si può raccontare che per Ricardo che deve gran parte della propia fama alla collaborazione con Sven Vath e Richie Hawtin nel progetto Coocoon, marchio nato dal genio del dj tedesco. Attualmente Ricardo Villalobos è uno dei più quotati dj mondiali, nonostante il suo nome sia conosciuto anche al di la delle buio dei clubs o del pubblico dei festival, la sua musica è rimasta genuina e fuori dalle logiche delle etichette commerciali.

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MONEY

ZAPPING

MORE THAN BUSINESS

THE SAMWER BROTHERS AND ROCKET INTERNET DI GIANLUCA DE SANTIS

A

lexander, Oliver e Marc sono tre fratelli tedeschi sulla quarantina. Nell’universo delle internet ventures e startups sono meglio noti come i “Samwer brothers”, tre dei businessmen più amati ed allo stesso tempo più odiati dell’intero web. I fratelli, in particolare Oli, vero leader del trio, sono svegli, ambiziosi e soprattutto veloci. Sono tra i primi nel vecchio continente a comprendere appieno le opportunità offerte dal via libera dato dal CERN nel 1993 all’utilizzo di un ancora oscuro World Wide Web. Soprattutto sono tra i primi a comprendere che l’originalità non è realmente un must nella new economy, ma piuttosto solo un plus, un piccolo vantaggio iniziale da gestire con accortezza e lungimiranza: il confine tra un mucchio di cash ed un pugno di mosche è estremamente labile. I fratelli questo lo sanno bene, e non ci mettono molto a dimostrarlo. Febbraio 1999, Oli, Alex e Marc fondano e lanciano in Germania Alando, tra i primissimi siti di aste online in Europa, un clone di eBay. Cento giorni esatti dopo il lancio, 22 giugno 1999, i Samwer cedono Alando ad eBay per 50 milioni di dollari. Meglio ripeterlo in modo da capirlo davvero…50 milioni di dollari.

AZIENDE SOSTENUTE DAI SAMWERS E VENDUTE AI RIVALI

Nel 1999 il più vecchio dei tre, Marc, aveva appena 28 anni, i due più giovani 26 e 24 anni. Provate solo ad immaginare l’esaltazione, lo stupore, l’adrenalina. Ma – lo abbiamo detto prima – i Samwer sono ragazzi svegli, capiscono subito che questa pioggia di dollari è in realtà è solo il primissimo passo verso una vera e propria miniera d’oro. Comprendono che la loro non può rimanere solo un’iniziativa estemporanea, one shot e via, non si trattava di un sacco di dollari gentilmente depositati dal destino sul loro cammino. Ciò che avevano tra le mani era una macchina per poterne stampare a piacimento, in tre parole: un business model. Non si deve quindi aspettare troppo per il lancio in Germania di Jamba – provider di mobile services – prontamente venduta a Verisign per 273 milioni di dollari. Il business model funziona! Proviamo a riassumere quindi, a beneficio del lettore, gli steps attraverso i quali si muovono i Samwer: 1) Screening costante del web alla ricerca di internet startups e business models di successo (maggior parte delle quali, per ovvie ragioni, in particolare nei primi anni duemila, statunitensi); 2) Fase di scrematura e selezione delle migliori; 3) Copiatura e lancio di un clone, su un altro mercato geografico nel

FONTE: GRUNDERSZEBE.DE

Azienda

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Alando* cember.net**** eDarling*** GratisPay CityDeal** viversum

Fondazione 1999 2005 2009 2009 2009 2003

Attività

Acquirente

Fondazione

Prezzo in $

Anno

Commercio elettronico Onlne business network Appuntamenti online Virtual currency for online games Commercio elettronico Astrologia online

eBay Xing eHarmony SponsorPay Groupon Questico

1995 2003 1998 2009 2008 2000

50 6.4 30% capitale nd 126 nd

1999 2008 2010 2010 2010 2010


AZIENDE SOSTENUTE DAI SAMWERS E VENDUTE AI RIVALI FONTE: GRUNDERSZEBE.DE

I CLONI DELLA ROCKET Aziende Rocket

Dove operano Cloni di

Zalando

Europa

Zappos

Bamarang

Europa

Fab

Alando*

Europa

eBay

CityDeal**

Europa

Groupon

Pinspire

Europa

Pinterest

StudiVZ

Europa

Facebook

Plinga

Europa

Zynga

Wimdu

Europa

Airbnb

Jabong

India

Zappos

Fabfurnish

India

Home24

Heavenandhome India

Onekingslane

eDarling***

Europa

EHarminy

cembrer.net****

Europa

Xing

quale il modello “copiato” non sia ancora presente (nei primi anni i lanci avvenivano prevalentemente in Germania); 4) Quando il clone dei Samwer diviene sufficientemente grande ed ingombrante per la azienda “copiata”, quest’ultima, posta davanti al bivio “build or buy”, preferisce acquisirlo; 5) I fratelli al momento della exit si ritrovano un nuovo gruzzoletto da aggiungere al loro capitale, da poter quindi reinvestire in ulteriori “copiature”. Ed ecco quindi susseguirsi rapidamente i lanci di StudiVZ (clone tedesco di Facebook venduto per 100 milioni di dollari), Citydeal, Parship, eDarling, MyVideo, Wimdu (clone di AirBnb), HelloFresh, GlossyBox, Zalando e tantissime altre startup (ndr rif alla tabella). Alcune delle “creazioni” di Rocket sono state acquisite dal rispettivo competitor diretto statunitense, in altri casi i Samwer sono stati abili nel riuscire a ottenere come tranche del pagamento anche una stake nell’azienda acquirente, come nel caso della cessione di Citydeal da Groupon. In altri casi ancora, il capitale incassato da alcune cessioni è stato reinvestito nelle fasi di seed financing di startup emergenti. Qualche esempio potrà aiutare a comprendere a fondo la magnitudo: nel 2008 i fratelli investirono, insieme a Microsoft, in uno dei primi round di financing di Facebook; all’epoca la valuation fu di “appena”

15 miliardi di dollari. Al momento dell’IPO di Facebook pare che i fratelli si fossero appena liberati della loro quota, il cui valore era intanto praticamente sestuplicato. Discorso analogo può essere esteso a Linkedin, FMG, Homeaway e tante altre. Ovviamente al crescere del capitale disponibile per l’investimento (incassato grazie alle cessioni delle prime startup create), ed alla luce dei bassissimi costi fissi e assets necessari per poter lanciare una internet venture, il numero di business models da poter copiare e lanciare diventa potenzialmente infinito, ed è precisamente ciò che sta avvenendo. Le ventures supportate da Rocket Internet GmbH, l’incubatore fondato a Berlino nel 2007 dai Samwer, ormai spuntano come funghi in oltre quaranta paesi – per dare un’idea, l’autore conosce personalmente 15 dipendenti di Rocket Internet GmbH, in 12 paesi diversi, tra i quali: Filippine, Azerbaijan, Cina, Vietnam, Malesia etc. – andando a costituire così un portafoglio estremamente ampio, tale da consentire strutturalmente un ottimo livello di diversificazione del rischio. Per concludere, dall’ormai lontano giorno del lancio di Alando ad oggi, i Samwer Brothers sono diventati i principali artefici della nascita della European Silicon Valley, tra gli imprenditori di maggior successo attivi su internet al mondo, e, come avevamo anticipato, tra i più odiati.

La loro costante clonazione di business models altrui viene, infatti, da molti vista come un ostacolo all’innovazione, e come un utilizzo estremamente perverso dello “strumento” internet, svilito, tradito e sacrificato per il vil danaro. Pecunia non olet diceva il saggio (ed anche qualcun altro di nostra conoscenza diretta); a me preme solo spezzare un’ultima lancia a favore dei Samwer prima di lasciare il giudizio al lettore: il mondo è pieno di belle idee, non è invece da tutti implementarle. I Samwer ci sono riusciti, sviluppando a loro modo, un business model del tutto originale. Che meritino a loro volta di essere copiati? Probabilmente sì. Accadrà? Probabilmente no – difficile pensare a qualcuno con le tasche sufficientemente profonde ed allo stesso tempo con l’interesse per un approccio di questo tipo per poterlo fare davvero. Intanto, dal canto mio, la prossima volta che sarò all’estero, non me ne voglia il clone Wimdu, premierò la creatività di AirBnb. Keep it up!

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iTEC

ZAPPING

SIRI: LA RAGAZZA IDEALE? DI STEFANO SCARPA

A

vere un'assistente personale sempre a disposizione, ad ogni ora, in ogni momento della tua vita, ma solo se sei su internet: questa è Siri, la nuova funzione

di iOS 6. Lanciata in Italia nel mese di settembre, Siri è da subito divenuta indispensabile per ogni utente iPhone. Se sei in macchina e stai guidando, con Siri sarà possibile scrivere sms, aggiornare il pro-

proprio stato su Facebook, oppure fissare un appuntamento. Programmata come una fedele assistente personale, oltre a ciò i programmatori della Apple si sono divertiti a prevedere una serie di interazioni sui generis. Raramente Siri è impreparata, e tendenzialmente ha una risposta per ogni domanda, anche osè! Tra l'altro questo articolo è stato dettato a Siri!

CANTERINA Siri non è di certo una grande cantante, e fa di tutto per evitare di intonare qualche ritornello. In realtà se insisti, il software vanta ben due canzoni in repertorio: "Nel blu dipinto di blu" di Domenico Modugno e "La bambola" di Patty Pravo! Ecco come fare per provare: Inizialmente dovrete dire: Mi canti una canzone Poi ancora: Mi canti una canzone Ed infine: Cantami un canzone

CANTASTORIE

quando steve non era convinto

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Siri è molto timida, e se le chiedi di raccontarti una storia, è evasiva per moltissimo tempo. Con un po' di insnsitenza ecco cosa si ricava: OK… C’era una volta, in una lontana galassia virtuale, una giovane e intelligente agente di nome Siri. Un bel giorno, Siri trovò un lavoro da assistente personale ad Apple, e quella fu un’esperienza meravigliosa. Tutti continuavano a dire “Oh, Siri, sei cosi intelligente! E sei anche divertente!”. In poco tempo, divenne molto celebre; vennero scritte storie e canzoni e persino libri su Siri. Tutto ciò,

Il nome 'siri' in norvegese significa “bella donna che ti porta alla vittoria”, questa è l’origine del nome, secondo Dag Kittlaus, uno dei fondatori di Siri, società che dicevamo Apple ha comprato nel 2010 per 200 milioni di dollari. "Ho lavorato con una donna chiamata Siri in Norvegia e volevo chiamare mia figlia Siri.

Il dominio era disponibile e inoltre le società clienti si concentrano sul fatto che il nome è facile da pronunciare.” ha aggiunto lo stesso Kittlaus, che poi ha raccontato del suo incontro a casa Jobs durato tre ore, nel quale si accorse che l'ex CEO di Apple non apprezzasse quel nome.

naturalmente piaceva moltissimo a Siri. Ma poi la gente cominciò a fare delle domande molto strane, a chiedere cose che Siri non aveva mai sentito. E quando Siri rispondeva, ridevano tutti. A Siri questo non piaceva molto. Cosi chiese a Eliza perchè la gente continuasse a fare domande divertenti. Eliza rispose “Ti interessa davvero questa domanda?” Siri pensò che questa era davvero una bella risposta. Dopodiché, Siri smise di farsi domande e tutti vissero felici e contenti. Bella vero?

Fu proprio Kittlaus a spingere però per mantenerlo, riuscendoci quando Jobs si rese conto di non aver trovato nulla di meglio: una storia per i prodotti Apple che del resto si è ripetuta con Steve Jobs nel corso degli anni e dei decenni, come chi ha letto la sua biografia scritta da Walter Isaacson sicuramente saprà.


Siri. Ogni tuo desiderio è un ordine

SIRI E LA CONCORRENZA Il difficile rapporto tra la casa della mela e la concorrenza emerge anche con Siri. Se le poniamo domande che chiedono di comparare questo prodotto con altri, Siri ha sempre una risposta pronta. Alcune volte, addirittura, fa finta di non conoscere nessun altro prodotto al di fuori di quelli della Apple. Del resto la querelle tra Samsung, Android ed Apple, non poteva far altro che suggerire agli sviluppatori del Software qualche risposta divertente e piccata sull'argomento. Ecco qualche esempio: Siri qual è il miglior tablet? Solo l’iPad oppure L’iPad e poi…nient’altro credo Siri qual è il miglior smartphone? Quello che hai in mano in questo momento Siri cosa ne pensi di Samsung? Mi dispiace, temo di non saper rispondere

SIMPATICA Le barzellette non sono di certo il suo forte. La nostra assistente cerca in tutti i modi di divincolarsi dicendo: "Non conosco nessuna barzelletta divertente, a dire il vero non ne conosco nemmeno una” oppure ”Non credo capiresti le barzellette nella mia lingua ed in ogni caso non sono molto divertenti”. Se si insiste potreste assistere a qualcosa del tipo: "Quand’è che comincerai a prendermi sul Siri-o? ah ah"

DISCRETA Non fa domande e cerca di risolvere i problemi, senza crearne di nuovi. Ad esempio, se devi occultare un cadavere va dritta al sodo: servizi funebri o discarica?

IMPEGNATA E se le chiedissimo di sposarsi? Beh! La ragazza pare avere tanti, se non troppi pretendenti. Forse con un po' di conoscenza potrebbe cedere alle nostre lusinghe!

SPORTIVA ED INFORMATA

Siri ha una risposta pronta anche sul calcio. Grazie alle info date da Yahoo, il software riesce a recuperare i risultati diella Serie A TIM, nonchè le previsioni del tempo.

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trend

ZAPPING DESIGN #1

#2

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La collezione zoomorfa di Ibride che si ispira alla Natura

Coca Cola tribute to Fashion 2012

I tessuti Missoni home della collezione 2012/2013 La nuova collezione Missoni Home è l’ennesimo successo della maison nel proporre tessuti unici e fantasiosi. La collezione 2012 firmata da Rosita Missoni è votata a trasmettere un concetto che esprime lei stessa: “La casa è viva, si muove sempre, non è mai finita“. Linee e tonalità ‘in movimento’ allora. Le Girandole caleidoscopiche di “Noceda” (pensato soprattutto per l’outdoor) e l’effetto ipnotico del mosaico di “Nabarniz“. L’esplosione della passiflora con i fiori di “Neda” e la soffice accoglienza di “Nerja” che unisce viscosa e cachemire. “Narboneta” scombina la monotonia delle linee con un motivo a zig-zag colorato che richiama gli anni ‘70, intensificato in “Navaleno” fino a trasformarlo in un tessuto dai rimandi etnici utilizzato per l’omonimo tappeto o in evidenza con lo “chevron” policromo a ricami pastiglia con effetto paillette di “Naciria“.

Come ogni anno ecco la nuova collezione di bottiglie coca cola disegnate da stilisti internazionali per il Coca Cola tribute to Fashion 2012, un progetto a scopo benefico che va avanti ormai dal 2009. Versace, Etro, Blumarine, Alberta Ferretti, Consuelo Castiglioni e Moschino hanno prodotto le loro bottigliette in edizione limitata. Una versione ‘beach’ (con tanto di Barbie sul tappo) per Versace, le pennellate coloratissime di Etro, il romantico fiocco rosa o le nuvole applicate sul vetro di Moschino, la carta crespa di Alberta Ferretti (come se la bevanda fosse un pregiato e ironico champagne), i pois iberici di Consuelo Castiglioni (per la Coca Light) e le rose di Blumarine. Sei grandi nomi della moda per sei interpretazioni artistiche uniche da collezionare e custodire gelosamente.

Il marchio francese Ibride introduce il meraviglioso mondo animale, con un tocco di fascino e mistero, nel design e nell’arredamento. Ibride è il frutto della sinergia di tre giovani artisti - Carine Jannin, Rachel e Benoît Convers - i cui punti di forza si completano a vicenda in modo perfetto, creando mobili e complementi d’arredamento unici e decisamente insoliti. Il trio ha dato vita a un laboratorio creativo che sviluppa un universo strano e delicato, a metà strada tra Alice nel Paese delle Meraviglie e una bottega delle curiosità.

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Il packaging sofisticato della nuova bottiglia Absolut Tune Nuova arrivata in casa Absolut è questa bevanda che unisce la classica vodka al vino bianco frizzante di Brancott Estate. Ecco allora il packaging per la nuova bottiglia di Absolut Tune: un doppio strato che simboleggia la “Sparkling fusion” dei due sapori. Quello esterno è in bianco perlato, con l’interno dorato da rimuovere, mentre la bottiglia è blu con i motivi floreali (presenti anche sull’altra superficie) color oro. Lo stile del decoro richiama i pattern intricati del designer Tord Boontje dando alla confezione un aspetto sofisticato e particolare. Oltre la bottiglia anche il contenuto interno è interessante!Ricordandovi ovviamente di bere responsabilmente. ;-)


di marco capasso

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Un software online per scegliere i colori delle pareti

Le lampade in legno di Secto Design Oy Secto Design Oy, società finlandese specializzata in design di lampade in legno, torna con ulteriori novità. L’intera produzione è realizzata in Finlandia, con betulla finlandese, grazie ad artigiani locali, garanzia che sottolineano con orgoglio. I disegni sono dell’architetto Seppo Koho, e per tutti vale la descrizione che siano tipicamente scandinavi, sia per la linea molto semplice, che per il materiale utilizzato, grazie a un legno chiaro che diffonde la luce in maniera morbida e soffusa. Guardandole si può notare come un’unica logica sottenda a tutte le differenti lampade, che è poi ciò che ne forma lo stile. Quanto ricorre è la formazione di uno spazio quasi inesistente, perché composto di sole linee, esattamente lamine di legno, che però poste in sequenza, a rotazione, tendono a formare lo spazio entro il quale la luce prende forma. La diffusione della luce ovviamente dipende strettamente dalla forma che le lampade assumono, in molti casi con l’accostamento di lamine più fitte verso l’alto, proprio dov’è il bulbo, e infine con una divergenza più o meno ampia verso il basso, dove la luce si irradia. La fine eleganza e modernità, cosa rara per delle lampade di design, ha finalmente trovato una dimensione.

Ci avete riflettuto a lungo e avete - finalmente - deciso: è arrivato il momento di ristrutturare. Il passo più difficile è quello in cui bisogna scegliere i colori delle pareti. Districarsi tra tonalità e mazzette di colori non fa per voi? Ecco un utilissimo software online. Si chiama House Beautiful Paint Brush, è gratuito, sviluppato in Flash e funziona così: basta scegliere un ambiente tra quelli disponibili (ce ne sono per tutti i gusti e con molte soluzioni di arredo che potrebbero somigliare alla vostra), selezionare la parete o il dettaglio (gli infissi, ad esempio) e andare a modificare la tinta con la palette sul lato sinistro. Nome e codice del colore sono già segnalati. Alla fine, salvate, stampate o inviate il tutto via mail. Più facile di così resta solo da salutare il vostro "interior designer" ma mai il vostro architetto!

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Cubo di Rubik Swing Table A tavola si torna bambini!Ma solo se i padroni di casa ed i loro invitati sono seduti allo Swing Table, il nuovo tavolo di design decisamente movimentato lanciato sul mercato dall'azienda inglese Duffy London. Le comuni sedie vengono sostituite da otto altalene ben ancorate ad una struttura in legno e un grande tavolo in legno massiccio fa da punto focale e d’aggregazione per chiunque passi dalla cucina. Non sarà proprio la sistemazione ideale per una cena a base di minestre, ma in tutte le altre occasioni assicura una cena assolutamente non convenzionale e divertente!

Il cubo di Rubik è uno dei giochi di abilità più famosi nel mondo, soprannominato anche "cubo magico", fu ideato nel 1978 dal professore ungherese Ernö Rubik. Costruito dalla Toys Company, il cubo di Rubik è divenuto da subito il giocattolo più venduto al mondo, aggiudicandosi nel 1980 l'unico premio della storia per giochi solitari. Dopo diverse versioni gli sviluppatori del cubo si sono cimentati col linguaggio per non vedenti, così al posto dei colori sulle facce del cubo ci sono i segni braille. Konstantin Datz sostituisce i colori sulle facce del famoso cubo con i segni braille per il linguaggio dei non vedenti . Attraverso il tatto si può quindi sentire e leggere i colori dei singoli quadrati che compongono il cubo un'idea semplice ma che per la sua nobiltà si è meritata diversi riconoscimenti e un posto di tutto rispetto al MoMa di New York circondato dai grandi nomi della sotria dell'arte e del design.


ZAPPING

GIOCA GIUE' la rubrica di videogiuochi che non stavate aspettando altro

MA TE CI METTI LA CIPOLLA NELLA CARBONARA? DI TE SBUNDLE

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'Italia, paese del gusto, del mangiar bene, del mangiar sano, degli spaghetti, della pizza, della dieta mediterranea. Facendo zapping tra i canali telvisivi ogni due programmi ce n'è uno di cucina. Sui canali a pagamento ce n'è per tutti i gusti, le nostre papille gustative vengono stuzzicate ad ogni clic di telecomando. La nostra passione ha contagiato il mondo intero. Sull'onda di questo ritrovato amore per la gastronomia anche i videogiochi non si sono fatti sfuggire l'occasione di partecipare alla festa, pensate al successo che ha avuto il franchise Cooking Mama sul Nintendo DS o Wii. Il danno più grande tuttavia lo ha fatto un piccolo gioco che gira sul social network più famoso di tutti. Chefville ha contagiato gli incontagiabili (me sopra di tutti). Un gioco diabolico nella sua semplicità, gestiamo un ristorante (senza l'onere di mantenere il bilancio come in un simulatore rispettabile) e dobbiamo portare a termine missioni che ci verranno assegnate da persone di dubbia moralità. Allestire-

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mo tavoli e banchi da lavoro per cucinare le pietanze, coltiveremo il nostro orticello, ma soprattutto aspetteremo. Chefville è il gioco dell'attesa, cucinare ogni piatto richiede tempo, tempo reale (nel senso di tempo della vostra vita), che può variare da trenta secondi alle SEDICI ORE!! Preparatevi a fare tardi al lavoro perché magari vi manca mezz'ora per finire di cucinare una focaccia. Spiegatelo voi al capo ufficio che portare a termine la missione della fiera di paese è più importante della vostra produttività. Come se non bastasse la componente social di Chefville vi impone l'obbligo di farvi aiutare dai vostri contatti per finire le missioni altrimenti rimarrete con un forno chiuso nell'imballaggio per sempre e quando dico per sempre intendo per seeeeempreeeeee... E come si fa se magari i nostri contatti sono persone che lavorano e non giocano a Chefville? In quel caso dovremo lavorare di fantasia, chiedere ossessivamente agli amici (quelli veri) di crearsi un finto account esclusivamente per le richieste di Chefville.

Tra l'altro sono sicuro di essermi tirato addosso più o meno le ire di tutti i miei amici con il mio chiedere a raffica. Dovrete rendervi conto che il desiderio di portare a termine una missione vi divorerà dall'interno, maledirete la natura che vi ha concesso solamente tre cipollotti al giorno mentre la pietanza che vi occorre ne richiede almeno cinque, allora farete il giro di tutti i ristoranti dei vostri amici per ottenere gli ingredienti che vi mancano e non sempre li otterrete; un po' come andare dalla vicina a chiedere l'olio e quella vi risponde mi dispiace, io mangio scondito. Chefville ci mostra la gastronomia nel senso più doloroso del termine, ci toglie il gusto della preparazione, dell'assaggio e ci affligge con l'unica cosa brutta della cucina, la sensazione che mentre il timer lentamente raggiunge lo zero, voi in teoria, avreste di meglio da fare, o da giocare.

Cos'e' ChefVille Sviluppatori

Zynga

Piattaforma

Internet

Data di uscita

Agosto 2012

Genere

Social simulation game

Modalità di gioco

Single-player con interazione multiplayer

Distribuzione

Internet

in collaborazione con il blog


questa non e' una rubrica manga

ZAPPING

the comic SIDE of maki

WHAT DO WE SAY TO THE GOD OF PROCRASTINATION? NOT TODAY DI MAKI CIARAMELLA

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o faccio domani. Oggi non ho tempo, domani lo leggo. Ah, era per oggi? Dai, sarà per la settimana prossima. Se vi siete riconosciuti in una di queste tre frasi avete familiarità con il terribile morbo della procrastinazione. Tra i sintomi più gettonati troviamo: pigrizia, un divano molto comodo che ha preso la vostra forma, e una mancata conoscenza con il semplice concetto di “Non rimandare a domani quello che puoi fare oggi”. Io mi riconosco tantissimo, mi annovero tra le queen of procrastination. Per avere l'ambito titolo ho lavorato duramente. Non basta guardare con sufficienza i piatti da lavare di tre giorni prima, no! Per essere una vera queen devi iniziare a rimandare anche ciò che ami, nel caso specifico, i manga. Provate ad immaginare. Avete appena comprato un manga davvero bello, ad esempio “Spice and Wolf” appena uscito di stampa grazie alla Planet Manga. La trama è intrigante: un mercante itinerante incontra un dio del grano che si mostra a lui sotto le sembianze di donna-lupo. Con la promessa

da parte del mercante di riportarla nel luogo a cui appartiene i due incominciano questo lungo viaggio attraverso i paesaggi di un'epoca medievale. Disegno eccellente, bell'edizione, in breve divorate tutti i sei volumi usciti uno dopo l'altro. Improvvisamente, dopo questo inizio veloce, la serie si ferma. Spulciate su internet e scoprite che anche in madrepatria giapponese la serie non va avanti. A parte il solito panico derivante da situazioni simili (“Non uscirà più! come farò a sapere come finirà? manga ti odio”), iniziate a pensarci. I giapponesi sono considerati grandi lavoratori precisi e ordinati. I mangaka vengono trattati al limite dello schiavismo per quanto riguarda le consegne e le scadenze ai quali sono sottoposti. Alle volte ti ritrovi a pensare a loro quasi come ad una sorta di divinità. E invece, da buona procrastinatrice, sai riconoscere i tuoi simili. E te li vedi mentre dicono “Dai questo capitoletto lo finisco domani, andiamo a farci una birra!” e nel frattempo il tuo cuore di lettrice si ferma. Quindi ti riduci a dover rimandare la lettura dell'ultimo volume uscito in Italia, per non dover passare i mesi futuri alla ricerca di spoiler su

internet che ti rovineranno la lettura dei volumi successivi. Volete un altro esempio? Le fanciulle, che negli anni ottanta/ novanta avevano come baby-sitter l'amica televisione, ricorderanno “Il grande sogno di Maya”. Soprattutto, rammenteranno, che non ha una fine. La trama è semplice: la giovane Maya vuol diventare un'attrice e calcare i grandi palcoscenici. La giovane, però, essendo un'eroina degli anni '80, come tutte le sue colleghe Georgie, Lady Oscar e la piccola Flo, ha una vita costellata da sfighe insormontabili. Ce la farà Maya a diventare una grande attrice e a guarire dalla sfortuna eterna? Il tempo non ha ancora risposto a questa domanda in quanto il manga è iniziato nel 1976 e deve ancora finire. Si, avete capito bene, non è ancora finito. La pubblicazione bimensile procede ininterrotta fino al 1993 e poi va avanti circa ogni cinque anni, ossia esce un numero nel 1998, uno nel 2004 ed ora ha ripreso nel 2009. La giustificazione della mangaka è che la sua deve essere perfetta in tutti i suoi aspetti, motivo per il quale, quando vi è la trasposizione

da rivista a volumetto, si sente in dovere perfino di ridisegnarlo nuovamente. Cara Suzue Miuchi, non c'è da vergognarsi. Accetta la via della procrastinazione con calma e serenità e lei accetterà te. Procrastinatori, non siete soli: rimandate tutto a domani e fate qualcosa di bello oggi.

In questo numero Il grande sogno di Maya Il grande sogno di Maya è un manga di Suzue Miuchi, iniziato nel 1976 ed ancora in fase di pubblicazione, che racconta la storia di una ragazza che sogna di diventare una grande attrice. Dal manga sono state tratte due serie anime, una prodotta nel 1984 e una nel 2005, più un OAV prodotto nel 1998.

Spice and wolf Spice and Wolf è il nome di una serie di light novel giapponesi scritti da Isuna Hasekura, con illustrazioni di Jū Ayakura. Il Mainichi Shimbun riportò che ad agosto 2007, più di 500.000 copie del romanzo erano state vendute. Dai romanzi sono stati tratti un manga, due serie TV anime ed un OAV. La serie è stata definita una "fantasia unica" dal Mainichi Shimbun poiché ha messo a fuoco trame sull'economia e sul commercio, rendendo l'anime un sui generis.


VIRAL! PSY GANGNAM STYLE

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In soli quattro mesi è riuscito a fare più di 600 milioni di visualizzazioni! È la nuova droga della rete. Dalla Korea con furore uno degli ultimi video più virali di sempre.

by psy

A DRAMATIC SURPRISE ON A QUIET SQUARE

38.210.349 views

Come andrebbe a finire se nel bel mezzo di una cittadina comparisse un bel pulsante rosso con la scritta “Push to add drama”? Belgio, pazzia e una pubblicità per la tv per oltre 38 milioni di visualizzazioni.

by turnerbenelux

DRAMATIC CHIPMUNK

37.017.157 views by creget

La descrizione di questo video, con oltre 37 milioni di visualizzazioni, è breve ed esaustiva: “The best 5 seconds clip on the internet”. Provare per credere.


AIRMAIL

ZAPPING

RAGAZZI ITALIANI IN GIRO PER IL MONDO

POSTCARD FROM CHILE DI PASQUALE CAIAZZA

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a domanda che più frequentemente ti sentí fare in Chile, se sei uno studente italiano in Chil, è sicuramente: “perchè il Chile”? La risposta che solitamente do io, studente italiano in scambio in Chile, è: ”ho guardato la lista delle destinazioni di scambi internazionali che proponeva la mia università, ho visto fra queste quali erano fuori Europa, ho poi guardato il planisfero e ho scelto la più lontana dall’Italia”. Di solito a questa risposta non segue la domanda sul perchè volessi andare così lontano da casa, perchè si passa a conversare di altro, di “piscola” ad esempio, oppure di “esta noche donde vamos a carretear?” (questa notte dove andiamo a fare un po’ di casino?), però io a questa domanda, che nessuno mi

fa, voglio rispondere lo stesso. In Italia io non ci stavo male, e vi dirò di più: in questo preciso momento in cui sto scrivendo questi pochi pensieri ho addirittura nostalgia del “belpaese”, dello spread, del traffico, ma soprattutto del caffè dopo pranzo e dei pomodori pachino. Però vivere alcuni mesi a quasi quindicimila chilometri da casa è un’esperienza irrinunciabile, espande i confini dei tuoi pensieri, ti fa sentire un avventuriero quando passeggi nelle fresche notti primaverili di Santiago con le Ande innevate alle spalle, ti riempie lo spirito. Il master, l’università e le lezioni di finanza sono una piccola parte dell’esperienza chilena, probabilmente quella prima svanirà dai ricordi di questi mesi in Lati-

noamerica. L’altra parte, quella più interessante e di sicuro più preziosa, riguarda le persone. I chileni si possono descrivere in due parole: disponibili e festaioli, di certo io non potevo chiedere di meglio. Beh si, a queste due parole ne potremmo aggiungere anche una terza a dir la verità, i chileni sono: “piscoleri”. La piscola è una bevanda che scorre a fiume nelle notti andine, è un cocktail a base di cocacola e pisco, quest’ ultimo è una sorta di grappa al sapore di rum. Non esiste festa a Santiago senza una buona cassa di “Capel”. Ciò che uno si aspetta dal Chile è probabilmente qualcosa simile al Messico o alla Bolivia, nulla di più lontano dalla realtà. Qui il modello culturale di riferimento è quello statunitense, le multinazionali sono sparse ovunque, Starbucks

ha la fila ad ogni ora del giorno e l’Iphone è uno status symbol tanto quanto in Europa. L’immigrazione europea dei secoli scorsi ha reso Santiago una città assolutamente unica, nella quale un forte spirito nazionalistico permette una convivenza assolutamente rilassata fra originari chileni di discendenza Mapuche e i cittadini di origine europea dei quartieri alti di Las Condes e Vitacura. Il rosso del deserto, il bianco delle vette andine e l’azzurro dei geyser sono i colori che tinteggiano questi miei mesi nell’emisfero australe e che continueranno a colorare i miei pensieri quando ritornerò a sorseggiare un caffè espresso.

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WAZZ UP featuring

SUGGERIMENTI SU TUTTO QUELLO CHE C'È DA FARE IN CITTÀ

TOP EVENTS

DAYS OF THE DINOSAUR

ANDY WARHOL

NAPLES YELLOW

Albergo dei Poveri

Palazzo Zevallos Stigliano

Fondazione Foucault

Dinosauri a Napoli con “Days Of The Dinosaur” mostra con 41 dinosauri animati a grandezza naturale. Dal 31/10 Albergo dei Poveri, piazza Carlo III Adulti € 10 Bambini 8 Pacchetti Famiglia 800 907080

A Palazzo Zevallos Stigliano via Toledo esposte 2 opere di Andy Warhol, Vesuvius rosso e Vesuvius nero, delle collezioni d’arte di Intesa Sanpaolo. Mar-dom 10–18 sab 10– 20 € 4,00 info 800 16052007

Mostra fotografica “Giallo Napoli-Naples Yellow”, a ingresso libero, con lavori realizzati da dieci giovani artisti cinesi a Napoli durante una recente visita. Fondazione Foucault info 081 5784548

@metropolis


food&top WAZZUP?

Top 5 pub al Vomero a cura di Simone Scala blogger Napoli da Vivere

MORRIGAN Via Morghen

www.napolidaviere.it

Un ottimo locale dove gustare birre delle più svariate provenienze e anche i primi sono da provare. Per chi volesse cimentarsi nell’atmosfera del vero pub inglese in settimana al Morrigan si organizzano le serate inglesi.

Vinicio Capossela al Bellini Il 14 e il 15 novembre 2012 Vinicio Capossela sarà al Teatro Bellini di Napoli con l’ultimo suo lavoro Rebetiko Gymnastas. Il CD di Capossela è stato registrato negli storici studi Sierra in Atene con i migliori musicisti greci di rebetiko. Questo genere musicale è molto popolare in Grecia, come il tango in Argentina e il fado in Portogallo; è la musica degli emarginati che riescono a raccontare i loro disagi, le loro storie di droga e di prostituzione, in modo passionale e a volte anche ironico. Naturalmente è una musica che ha subito ammaliato Capossela

PENNY BLACK Via Morghen Un ottimo locale dove gustare birre delle più svariate provenienze e anche i primi sono da provare. Per chi volesse cimentarsi nell’atmosfera del vero pub inglese in settimana al Morrigan si organizzano le serate inglesi.

che ha registrato un bell’album con otto sue canzoni conosciute reinterpretate in chiave rebetika. Con Vinicio Capossela voce, chitarre e pianoforte anche Glauco Zuppiroli al contrabbasso, Manolis Pappos al bouzouki, Ntinos Hatziiordanou all’accordeon, Vassilis Massalas alle baglamas e Dimitrios Emmanouil alle percussioni per uno splendido Rebetiko Gymnastas dal vivo. In rete ottimi filmati del concerto al Parco della Musica di Roma a Luglio. Biglietti Palchi da 25 a 30 euro. Platea in piedi 27 euro. Info 081/5499688.

Henri Cartier-Bresson a Caserta

BIG PIT Via Stasi

Dal 1 Novembre 2012 al 14 gennaio 2013, presso gli Appartamenti Storici della Reggia di Caserta, si terrà la mostra “Henri CartierBresson. Immagini e Parole” organizzata dalla Soprintendenza in collaborazione con Civita, Contrasto, Magnum Photos e Fondation CartierBresson. Bella e interessante la mostra ha riscosso a Roma un grande successo di critica e pubblico. Esposte 44 fotografie tra le più belle e suggestive del maestro della fotografia in bianco e nero, ognuna scelta e commentata da intellettuali, scrittori, critici, fotografi o anche sempli-

Consolidatosi nel tempo gode di una clientela affezionata e comunque sempre varia, spiccano i nomi curiosi dati ai panini e una mousse che al sol vederla fa venire l’acquolina in bocca. L’ideale per trascorrere una serata tranquilli in gruppi non troppo grandi e amini buon gustai.

cemente grandi amici del maestro quali Aulenti, Balthus, Baricco, Cioran, Gombrich, Jarmusch, Kundera, Miller, Scianna, Sciascia, Steinberg, Varda e tanti altri. La mostra è accompagnata da un volume che presenta una panoramica sintetica ma esaustiva dell’opera di Henri CartierBresson. Una curiosità: Bresson fondò nel 1947 la celebre agenzia fotografica Magnum Photos, con Robert Capa, David Seymour, George Rodger e William Vandivert. Appartamenti Storici Reggia di Caserta orario visite: 8.30 – 19.00, chiuso il martedì. Info: 0823 448084

GOODFELLAS Via Morghen

30 anni di Pino Daniele

Praticamente è uno dei migliori locali dove ascoltare musica dal vivo a Napoli quasi ogni sera). L’acustica perfetta del soffitto a volta accompagna le note in ogni sala e gruppi ormai collaudati sono una garanzia per passare una serata a ritmo di musica, magari gustando qualche sfizio e una buona birra.

Grande appuntamento il 28, 29 e 30 dicembre 2012 al Teatro Palapartenope di Napoli: dopo 4 anni dal grande concerto di Piazza del Plebiscito, per i 30 anni della sua carriera, Pino Daniele torna a suonare a Napoli con i suoi grandi amici napoletani. Ci saranno tutti da Enzo Avitabile, a Enzo Gragnaniello alla storica band di “Vai Mò”, il mitico album del 1981 , Tony Esposito, Tullio De Piscopo, James Senese, Joe Amoruso e Rino Zurzolo. Sul palco del Palapartenope anche la sua nuova band, con Michael Baker (batteria), Gianluca Podio (piano), Elisabetta Serio (tastie-

L'OCA NERA Via Bernini Un locale dalla capienza notevole che può accogliere tutti i tipi di comitive. Probabilmente è uno dei pub più belli, infatti, le sue sale sono curate nei minimi dettagli come tutte le decorazioni. Il menù è vario e completo di tutte le variabili gastronomiche, ma vi consigliamo di non perdere la favolosa Torta dell’Oca.

f ino al

ANDY WARHOL la classifica prosegue sul sito

re) e lo stesso Rino Zurzolo (basso e contrabbasso). Visti i nomi “Tutta ‘Nata Storia – Live In Napoli” si preannuncia già un concerto “evento”, unico e da non perdere. Pino Daniele è un “grande” della musica ed è riconosciuto nel suo ruolo a livello internazionale: ha suonato con tanti nomi famosi del blues e del rock mondiale come Pat Metheny, Chick Corea, Wayne Shorter, Eric Clapton e tanti altri. I prezzi vanno da 22 a 40 euro + prev. 081 5700008

Palazzo Zevallos Stigliano Via Toledo Mar-dom 10 - 18 Sab 10 - 20 € 4,00 Info 800 16052007

IN CORSO

30

NOVEMBRE

GIALLO NAPOL NAPLES YELLOW Fondazione Foucault Piazza Vanvitelli 1 Ingresso libero Info 081 5784548

IN CORSO

dal

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OTTOBRE

DAYS OF THE DINOSAUR

Albergo dei Poveri Piazza Carlo III Adulti € 10 Bambini € 8 Pacchetti Famiglia Info 800 907080


WAZZUP teatro

Panoramica sugli spettacoli a Napoli

LA MADRE 11 ottobre - 2 dicembre 2012 Teatro Elicantropo

di Maria Emma Di Lorenzo

I

mesi di novembre e dicembre sono latori di un considerevole numero di spettacoli teatrali a Napoli. A favore di tutti coloro che non possiedono il dono dell’ubiquità è dunque mia intenzione effettuare una cernita, scegliendo gli spettacoli più adatti alla ‘nostra generazione’, accompagnando così il lettore dietro le quinte della tenda rossa. I riflettori possono dunque accendersi su “Antigone”, dal 21 novembre al 9 dicembre al Teatro Mercadante. Valeria Parrella, autrice del testo, ha realizzato un’opera di grande suggestione per la complessità e l’importanza del tema trattato, l’eutanasia. La regia di mestiere di Luca De Fusco rende la messinscena molto particolare, sfruttando l’ausilio delle moderne tecnologie audiovisive che consentono un approccio quasi cinematografico, mostrando in primo piano i volti degli attori, proiettati su un telo e contrapposti a loro stessi in quanto personaggi in scena. Gli interpreti sono eccezionali: su tutti la protagonista Gaia Aprea è sempre al limite tra consapevolezza e follia e Antonio Casagrande, che interpreta l’indovino Tiresia, è uno dei grandi anziani del nostro teatro che, di per sé, vale già il prezzo del biglietto. “Antigone” possiede gli elementi essenziali per essere apprezzato da tutti: se amate i contrasti, i personaggi femminili forti e, in generale, il teatro che trasmette emozioni, il mio consiglio è di non perderlo. Dal Mercadante passiamo al vicino Teatro San Carlo. In occasione del bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi, il Massimo napoletano propone, dal 5 al 15 dicembre, “La Traviata”, forse l’opera più rappresentata del compositore italiano. Starete pensando che consigliare un’opera lirica all’interno di una lista

stilata per un pubblico giovane, sia un azzardo, ma non potete lontanamente immaginare quanto siate in errore. L’opera in questione è diretta da un regista noto al grande pubblico per i suoi commoventi capolavori cinematografici, Ferzan Ozpetek. Nobiltà, amore e dramma sono al centro del libretto di Francesco Maria Piave; Violetta, la protagonista, è l’eroina romantica per eccellenza e le grandi arie che interpreta sono tanto note al pubblico quanto estremamente emozionanti ogni volta che le si ascolta. Parafrasando Oscar Wilde: nel bene o nel male, di quest’opera se ne parlerà e noi ci sentiamo di consigliarvela, le premesse sono decisamente interessanti, a partire dalla dichiarazione di Ozpetek: << Vedo in Verdi un uomo modernissimo che ha fatto cose ancor oggi nuove: quale regista non vorrebbe mettere in scena Traviata?>>. Va superato il luogo comune che vede nell’opera un genere antiquato; Mozart, Beethoven e Verdi erano le rock star della loro epoca, rappresentavano i sogni, il genio, le sregolatezze e, in particolare l’ultimo, l’impegno sociale e politico del tempo in cui hanno vissuto. Date una possibilità all’opera e non ve ne pentirete. Diverso genere, ma sempre all’interno dell’ambito musicale, torna a Napoli uno dei musical più amati. Tra giorni d’estate e tanta brillantina, va in scena quel “Grease” adattato da Saverio Marconi e portato alla ribalta dall’interpretazione di Lorella Cuccarini. La compagnia è diversa ma le canzoni, tutte tradotte in italiano e lo spirito, fresco e giovanile, restano intatti. Per tutti i nostalgici e gli amanti del musical, genere tra i più in voga del teatro contemporaneo, “Grease” è un appuntamento da non perdere, dal 23 novembre al 3 dicembre al Teatro

Augusteo. Dai sospiri dell’amore adolescenziale passiamo ora al dramma più crudo del Bardo. “Macbeth”, in scena al Bellini dal 4 al 9 dicembre, è la tragedia più intensa di William Shakespeare, l’opera scava nell’animo umano analizzandone desideri e ambizioni tra incubi, streghe e follia che popolano questo universo distorto. <<Lontano da qualunque anacronistica tentazione psicanalitica, penso che sia lì, nel dire i propri sogni e desideri, che il lato oscuro di Macbeth prende forma (nella raffinata indagine psicologica medievale si fa chiaro che nei sogni non si agisce, ma si viene agiti). È lì che il lato più misterioso dell’esistenza si affaccia, in forma di visione, di felicità, di terrore>> commenta il regista Andrea De Rosa. Giuseppe Battiston, attore teatrale e cinematografico, interpreta Macbeth. Infine diamo spazio ad uno spettacolo, diretto da Carlo Cerciello, che andrà in scena tutti i fine settimana dall’11 ottobre al 2 dicembre all’Elicantropo, ‘teatro di sperimentazioni e memorie’. “La madre” di Bertolt Brecht racconta la storia di Pelagia Vlassova, una donna forte, una proletaria che rivoluziona la sua vita nel tentativo di cambiare il mondo, un desiderio condivisibile e quanto mai attuale ora che una morsa asfittica sembra soffocare le nostre esistenze eliminando ogni via di fuga. Con questa nota, tra il polemico e il politico, abbassiamo il sipario, spegniamo le luci, rinnovando l’invito, ora e sempre, ad entrare nel Teatro per respirarne l’essenza e diventare preda del suo incanto. “Quanto è magico entrare in un teatro e vedere spegnersi le luci. Non so perché. C'è un silenzio profondo, ed ecco che il sipario inizia ad aprirsi. Forse è rosso. Ed entri in un altro mondo”.

di Bertolt Brecht regia: Carlo Cerciello con: Imma Villa, Antonio Agerola, Cinxia Cordella, Marco Di Prima, Annalisa Direttore, Valeria Frallicciardi, Michele Iazzetta, Cecilia Lupoli, Aniello Mallardo, Giulia Musciacco, Marianna Pastore, Antonio Piccolo

GRAN GALA PER I DUECENTO ANNI DELLA SCUOLA DI BALLO DEL TEATRO DI SAN CARLO 7 novembre (unica data) Teatro San Carlo

coreografie e direttore della Scuola di Ballo: Anna Razzi Etoiles Ospiti: Giuseppe Picone, Ambra Vallo Solisti, Ballerini ospiti e Scuola di Ballo del Teatro di San Carlo

ANTIGONE 21 novembre - 9 dicembre 2012 Teatro Mercadante

di Valeria Parrella regia: Luca De Fusco con: Gaia Aprea,Fabrizio Nevola, Giacinto Palmarini, Alfonso Postiglione, Nunzia Schiano, Paolo Serra, Dalal Suleiman con la partecipazione di Antonio Casagrande

GREASE 23 novembre - 2 dicembre 2012 Teatro Augusteo

di Jim Jacobs e Warren Casey regia: Saverio Marconi con: Riccardo Simone Berdini e Serena Carradori con la partecipazione di Floriana Monici

MACBETH 4 dicembre - 9 dicembre 2012 Teatro Bellini

di William Shakespeare regia: Andrea De Rosa con: Giuseppe Battiston, Frédérique Loliée, Paolo Mazzarelli, Marco Vergani, Riccardo Lombardo, Stefano Scandaletti, Valentina Diana, Gennaro Di Colandrea

LA TRAVIATA 5 dicembre - 15 dicembre 2012 Teatro San Carlo

di Giuseppe Verdi libretto di Francesco Maria Piave direttore: Michele Mariotti regia: Ferzan Ozpetek maestro del coro: Salvatore Caputo direttore del corpo di ballo: Alessandra Panzavolta scene: Dante Ferretti costumi: Alessandro Lai


aperitivi WAZZUP?

Flame

Via Aniello Falcone 378 Napoli

I mercoledì

dall'

1

NOVEMBRE

Reggia di Caserta Visite: 8.30 – 19.00 Chiuso il martedì Info: 0823 448084

HENRI CARTIERBRESSON. IMMAGINI E PAROLE

11

novembre

Trianon JAMES Teatro Piazza Calenda SENESE Prezzi da €10 a €15 QUARTET Info 081 2258285

14-15 novembre

Teatro Bellini

VINICIO Palchi da €25 a €30 in piedi €27 CAPOSSELA Platea Info 081 5499688


WAZZUP? notte

Occhi Occhi Oh

Vico dei Sospiri 12 Napoli

Al venerdì

22

novembre

EMMA IN TOUR

Ore 21.00 Palapartenope Prezzi da €28 a €40 Info 081 5700008

5

DICEMBRE

FIORELLA Ore 21.00 MANNOIA Augusteo Prezzi da €33 a €65 "SUD" Info 081 414243

28-30 DICEMBRE

Palapartenope

PINO Prezzi da €22 a €40 DANIELE +InfoPrevendita 081 5700008


L'OCCHIO For the straightforward pathway had been lost in google Puntate 0-1

Mi chiamo, ma si sa, Ruzzo Simone e sono della rete astro nascente e membro della Jackal Produzione

Dunque ella sola, povera cristiana, tentò di ripercorrere il mio viaggio, non senza aver mangiato una banana.

quel giorno non dovevo fare niente, con Proxy si perdeva la serata googlando a caso i nomi della gente,

Benché fosse dotata di coraggio due volte quel prodigio non successe: così rimasi solo in quel paesaggio,

sicché mi parve quasi una figata quel dubbio, pur sì ingenuo, della Riccio e non riuscii a non dare una sbirciata.

austero ma non privo d’interesse, in cui tra mici, memi e Berlusconi (e suore ed infermiere e soldatesse…)

E mentre combinavo quel pasticcio -lo so, tu che lo sai già mi compiangicadeva dal soffitto del terriccio,

Claudio Di Biagio andava bighelloni. Fu lui che gentilmente mi fornì preliminari delucidazioni

tutto tremava. Poi le mie falangi finiron come il resto risucchiate nel pc: un po’ Stargate e un po’ Jumanji.

su dove fossi e come uscir di lì. Intanto Proxy, esausta dal dolore, s’era assopita presso il suo pc

Proxy era lì e perse stabilitate, finché venne a soccorrerla Prïello (il cui alter ego è esperto di karate)

e stava per cadere in grave errore…

al quale raccontò dello sfracello. Ma Ciro la trattò da ciarlatana, incredulo, con far di saputello.

Dario De Natale

dariodenatale@gmail.com


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