Messner @ Arketipo N°143/2020

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PROGETTI PROJECTS PROGETTO SINFONIA - AREA ARCHITETTI ASSOCIATI - LABORATORIO DI ARCHITETTURA ARCHITETTI ASSOCIATI / MAO ARCHITECTS / NOA* NETWORK OF ARCHITECTURE / GENIUS LOCI ARCHITETTURA - PARK ASSOCIATI - QUATTRO ASSOCIATI / ARCHEA ASSOCIATI / FOR ENGINEERING ARCHITECTURE - ZUMAGLINI&GALLINA / ENRICO PINNA / GUIDO CANALI / ECÒL / IPOSTUDIO / INSULA ARCHITETTURA E INGEGNERIA - CUPELLONI ARCHITETTURA - CARMASSI STUDIO DI ARCHITETTURA - STEFANO CORDESCHI - ANTONIO PUGLIANO / ANTONELLO GAROFALO - ALESSANDRA VITTORINI - BIANCAMARIA COLASACCO / STUDIO SABRINA MASALA / COSIMO DELL’ACQUA SIMONE MICHELI / ÁLVARO SIZA VIERA - EDUARDO SOUTO DE MOURA / STUDIO PL5 ARCHITETTURA

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N.143 2020

dicembre | december

n. 143/20 anno – year: 15 – Poste Italiane S.p.A. – Mensile | Italy only euro 9,00, Belgio, Grecia, Portogallo cont., Spagna euro 18,00, Germania euro 20,00.


ARKETIPO

P r o g e t t i

UN SOGNO D’INFANZIA SIUSI ALLO SCILIAR noa* - network of architecture WWW.NOA.NETWORK

DA FIENILE ALPINO AD ABITAZIONE SPERIMENTALE: NEL COMPRENSORIO DOLOMITICO DELL’ALPE DI SIUSI, UN VECCHIO EDIFICIO IN PIETRA E LEGNO RIPARTE DALLA TRADIZIONE ALTOATESINA PER SORPRENDERE ALL’INTERNO CON SPAZI VISIONARI E INASPETTATI. IL PADRONE DI CASA È STEFAN RIER, COFOUNDER DELLO STUDIO NOA*, CHE NE FIRMA IL PROGETTO

TEXT LAURA RAGAZZOLA PHOTOS ALEX FILZ

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n’abitazione magica, sorprendente, che parla sì di montagna e della sua tradizione, ma evoca anche ricordi d’infanzia. “Volevamo che l’intervento fosse coerente con l’estetica e l’assetto urbano del paese, dove fienili di legno si alternano a case intonacate, destinate ai contadini e al ricovero

degli animali”, spiega l’architetto Stefan Rier, nel duplice ruolo di padrone di casa e progettista (insieme a Lukas Rungger è cofounder dello studio altoatesino noa*- network of architecture, con base a Bolzano). “Per questo, abbiamo vestito l’esterno dell’edificio con un ‘abito’ consono alla tradizione: una griglia di legno


programme: private house client: Stefan Rier interior design: noa* network of architecture construction start: spring 2015 completion: december 2017 volume: 1,100 m3 area: 220 m2

La casa recupera la tipologia costruttiva degli edifici rurali del luogo. Su un basamento di pietra si erge su tre livelli una struttura in larice che sostiene il tetto a doppia falda

The house maintains the traditional construction style of the local rural buildings. On a stone base, a three-level larch structure supporting the double roof stands

che l’avvolge da ogni lato, proprio come si usa nei fienili alpini. Ma all’interno ho scelto di lasciarmi alle spalle la tradizione, liberandomi da vincoli o schemi precostituiti. Per guardare avanti... ma anche un po’ indietro, agli anni bellissimi della mia infanzia”. L’intervento si inserisce in un contesto estremamente delicato. Siamo in Alto Adige, a 1.100 m di altitudine, ai piedi dell’Alpe di Siusi, che è riconosciuta Unesco World Heritage per le sue bellezze naturalistiche. La casa faceva parte del nucleo più antico del borgo di Siusi: si trattava di un fienile in legno del 1850 che, come vuole la tradizione, sorgeva accanto alla casa del contadino. Per questo la Messner Haus - “dal nome

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Una griglia di legno avvolge l'edificio da ogni lato, proprio come nei fienili alpini. La struttura ha anche la funzione di schermare la luce solare nei periodi piĂš caldi A wooden grid wraps around the building on each side, just like in the alpine barns. The structure also has the function of shielding the natural light in warmer periods

Sul fronte-montagna si apre un ampio dehors che nella bella stagione prolunga il living verso l’esterno On the mountain side, a wide dehors allows enjoying outdoor living during the best seasons

Pianta del piano terreno

Pianta del primo livello

Ground floor plan

First floor plan

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UN SOGNO D’INFANZIA | SIUSI ALLO SCILIAR | noa* - net work of architec ture

del vecchio proprietario, che ho voluto conservare” ci spiega l’architetto - non rinnega la sua storia, ma allo stesso tempo se ne stacca per definire una propria identità, un nuovo modo di abitare, una diversa struttura dello spazio domestico. “Credo che la tradizione possa continuare a vivere solo se si rinnova. Il confronto con la modernità non può essere una semplice mediazione, un compromesso, un collage di influssi diversi, ma deve nascere da un reciproco riconoscimento di valori e istanze. In questo modo ‘il nuovo’ acquista una sua indipendenza formale ed estetica che lo arricchisce, rendendolo unico,

inconfondibile”, chiarisce il progettista. Ne è nata un’abitazione con due anime che si confrontano. Fuori, quella della dimora alpina tradizionale, splendidamente inserita nello scenario circostante, “perché per noi mantenere un legame con la tradizione significa pieno rispetto del contesto naturalistico in cui costruiamo e profonda conoscenza delle regole morfologiche ed estetiche delle comunità alpine” chiarisce Rier. Ma l’interno si affranca dalla tradizione per esprimere massima libertà compositiva e regalare la sorpresa di uno spazio permeabile, osmotico, innovativo.

Pianta secondo livello

Pianta terzo livello

Second floor plan

Third floor plan

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L’assonometria mette in luce la complessa (e originale) articolazione spaziale della casa The axonometry highlights the complex (and original) spatial articulation of the house


ARKETIPO

P r o g e t t i

Il piano terreno si presenta come un ampio open space, articolato in tre diverse isole funzionali: la cucina che si affaccia sull’area pranzo e l’angolo conversazione (sullo sfondo)

Alla struttura lignea portante sono appesi dei ‘box’, che ospitano le camere da letto: sembrano quasi galleggiare nell’ampio volume interno The wooden supporting structure features hanging ‘boxes’ that house the bedrooms: they seem to float in the large internal volume

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La casa si sviluppa in verticale e alle classiche stanze si sostituiscono ‘box galleggianti’, posti a diverse altezze e collegati da scale e passerelle. Percorrendole, si ha la sensazione di salire per un sentiero di montagna, che conduce alla vetta. Tutta la struttura è concepita in modo tale che, mano a mano che si sale, il livello di privacy e di intimità aumenta. Fino ad arrivare al box più elevato, che contiene la sauna, aperta sullo scenario della montagna Santner. Una trasgressione progettuale? “No. Ho semplicemente giocato la carta della contemporaneità, liberandomi da ogni vincolo e schema precostituito. Per guardare avanti...ma anche ricordare i miei giochi d’infanzia, quando mi arrampicavo nei fienili e poi

The ground floor looks like a large open plan, subdivided into three different functional islands: The kitchen overlooking the dining area and the conversation corner (in the background)

mi buttavo giù, tuffandomi nel fieno...” ricorda con un sorriso Stefan Rier. I box sono ancorati alla struttura lignea portante, visibile in tutto il suo sviluppo (sono 12 i m di altezza) e progettati come delle micro-case, che galleggiano nell’ampio volume interno (circa 1.100 m³). Vi si accede attraverso una scala e un sistema di passerelle, che oltre a funzionare come elementi distributivi, ospitano i bagni con doccia e vasche a vista (solo gli spazi wc sono completamente chiusi). All’ultimo livello, un ultimo box completamente vetrato: accoglie la sauna panoramica dove è stata anche installata l’antica stufa in maiolica recuperata dall’edificio preesistente. Un’area guardaroba e una biblioteca completano


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gli spazi privati dei livelli superiori. Il piano terreno si presenta come un ampio open space, articolato in tre diverse isole funzionali: l’angolo conversazione, l’area pranzo e la cucina, risolta con un maxi bancone in ottone naturale, rivestito sui lati con piastrelle in cotto di produzione artigianale. Ma la rivoluzionaria disposizione degli spazi interni si percepisce anche all’esterno, creando una sorta di contrappunto con le facciate di impianto tradizionale. A nord, infatti, i due box delle stanze, rivestiti in rame, si affacciano dietro la griglia in legno, creando un significativo contrasto di materiali, mentre a sud è il box sauna vetrato a ‘perforare’ la facciata. Dal punto di vista costruttivo la casa recupera la tipologia degli edifici rurali del luogo. Sul basamento in pietra (10x8 m), si erge su tre livelli una struttura in larice, che sostiene il tetto a doppia falda, tipico delle abitazione del borgo. Un graticcio di legno riveste come un guscio tutta la casa, schermando la luce del sole nei periodi più caldi. A sud le ampie vetrate, il dehor e un terrazzo, aprono l’edificio alla vista del paesaggio

dolomitico, dominato dal massiccio dello Sciliar. Ai materiali della tradizione locale - legno e pietra - il progetto ne affianca altri di gusto contemporaneo, richiamando, in alcuni casi, uno stile Mediterraneo. La resina del pavimento, che dà uniformità visiva al piano terreno, si alterna all’argilla cotta delle piastrelle blu mare, riproposte anche per il rivestimento del bancone della cucina. L’ottone dà lucentezza e toni caldi ai dettagli d’arredo e al lungo piano di lavoro che ospita piano cottura e lavello. La scala, in ferro finemente intagliato, evoca le grate di tradizione araba, creando chiaroscuri davvero inusuali per il mondo alpino. Il progetto, infine, valorizza al massimo l’illuminazione naturale: a sud, la facciata è interamente vetrata e la luce viene filtrata dalla griglia lignea esterna, montata a circa 2,5 m dal prospetto, mentre il tetto aggettante ombreggia gli interni nelle ore più calde della stagione estiva. Sul tetto, un lucernaio aperto a est fornisce un ulteriore apporto luminoso, sfruttando la luce zenitale... “e regalando di notte la spettacolare vista del cielo stellato” conclude il progettista.

Una scala in ferro regola l’accesso ai vari livelli: finemente intagliata evoca le grate della tradizione araba, creando chiaroscuri inusuali per il mondo alpino An iron staircase grants access to the various floors: finely carved, it evokes the grates of the Arab tradition, creating chiaro-scuro games of light that are unusual for the Alpine world

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