Weisses Kreuz, Transsensorial Gateway @ Interni N°9 - Settembre 2021

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ARCHITECTURE Progetto di NOA* NETWORK OF ARCHITECTURE

CHIC SHOCK BAROQUE È il motto che accompagna il progetto di ristrutturazione dell’Altstadthotel Weisses Kreuz di Innsbruck, animato da tonalità intense e dettagli preziosi foto di Alex Filz testo di Marina Jonna

Un grande tavolo lungo 13 metri realizzato su misura con dettagli in ottone domina la sala all’interno del nuovo sesto piano. Qui è il cuore dell’hotel, dove si trovano la reception, il buffet della colazione e il bar, di sera aperto anche al pubblico.

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09/09/21 17:40


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ARCHITECTURE Progetto di NOA* NETWORK OF ARCHITECTURE

CHIC SHOCK BAROQUE È il motto che accompagna il progetto di ristrutturazione dell’Altstadthotel Weisses Kreuz di Innsbruck, animato da tonalità intense e dettagli preziosi foto di Alex Filz testo di Marina Jonna

Un grande tavolo lungo 13 metri realizzato su misura con dettagli in ottone domina la sala all’interno del nuovo sesto piano. Qui è il cuore dell’hotel, dove si trovano la reception, il buffet della colazione e il bar, di sera aperto anche al pubblico.

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ARCHITECTURE

Una meta ricca di storia, luogo di passaggio di

Il corridoio all’ingresso che conduce agli ascensori è caratterizzato da pareti vetrate a specchio che creano un interessante gioco di riflessi. Una statua dorata s’inchina agli ospiti dando il benvenuto. In alto, all’interno dell’attico sono state ricavate delle aree completamente vetrate che si aprono sul paesaggio: da qui si gode la vista sulla Pulverturm, sul trampolino del Bergisel e sulla catena montuosa della Nordkette.

62 / settembre 2021 INTERNI

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famosi viaggiatori: qui nel 1789, tra gli altri, soggiornò un giovanissimo Wolfgang Amadeus Mozart. Parliamo dell’Altstadthotel Weisses Kreuz di Innsbruck, situato all’interno di un palazzo solenne risalente al 1460 circa, che nei secoli ha subito una serie di trasformazioni. Eppure nella sua architettura si intersecano i singoli periodi a formare una simbiotica morfologia urbana. Questo gioiello architettonico è stato oggetto di una ristrutturazione da parte dello studio noa*: una vera sfida nel segno della tutela del patrimonio architettonico. Il progetto ha previsto anche un ampliamento con l’aggiunta di un piano, l’attico, e 48 nuove camere e suite. L’edificio, situato nel centro cittadino, è caratterizzato da un porticato all’ingresso perfettamente inserito nel tessuto storico, con una forma stretta che si sviluppa in lunghezza verso l’interno. Appena entrati, un lungo corridoio che porta agli ascensori viene interrotto da paratie a specchio. “Sono pensate per una duplice funzione: da un lato l’ospite incontra se stesso, dall’altro le superfici riflettenti alle pareti e al soffitto dissolvono i confini della stanza e l’architettura si fa immateriale. Per il visitatore, l’ingresso diventa così una sorta di varco in una nuova dimensione temporale”, racconta lo studio noa*. L’ascensore porta direttamente alla reception situata nel nuovissimo sesto piano: qui lo sguardo viene catturato da un tavolo di 13 metri realizzato su misura in ottone con ornamenti barocchi, che risalta sul pavimento in rovere fumigato ed è avvolto da calde pareti nella tonalità del blu. Un angolo che diventa il fulcro di tutte le attività: dall’accoglienza degli ospiti alla prima colazione fino al bar, suggestivo luogo di ritrovo serale aperto anche al pubblico. Nell’attico, dove domina ancora il blu, diverse zone relax con poltrone eccentriche e illuminazione in stile Gatsby creano un mix armonico, animato da accenti di rosa chiaro e giallo ocra che ben si sposano con l’ottone. Ed è proprio qui che il motto che guida il progetto, “Chic Shock Baroque”, si esprime al meglio: tutto, persino i dettagli tecnici, sono accuratamente coordinati in un’armonia cromatica, accompagnata dalle finestre a bovindo e da una vista mozzafiato sul panorama circostante. L’unicità si respira ovunque in questo originale hotel. Come al primo piano, ampliato di sei stanze, dove tutte le camere sono dotate di terrazza con copertura vetrata, che offre agli ospiti un generoso spazio esterno; qui il clou viene raggiunto dalla camera con 'superpatio', allestita in stile giungla; al secondo piano, invece si trova la Mozart Suite, dove ha soggiornato il musicista: “È animata da un tripudio di rosso e oro ed elementi pomposi. In omaggio all’indole giocosa del

compositore, la stanza è stata arricchita con un tavolo da biliardo, vera attrazione dell'ambiente”, come sottolineano i progettisti. I piani che ospitano le nuove camere e suite sono caratterizzati da soffitti in stile gotico, archi e spazi di altezze diverse: una struttura irregolare a cui l’intervento dello studio noa* ha restituito armonia. Le stanze si affacciano all’esterno, sul centro storico di Innsbruck, o sul cortile interno: queste ultime hanno un patio o un balcone così da offrire un angolo appartato dove potersi rilassare.

Per portare la luce naturale nelle stanze della parte centrale, priva di finestre, gli architetti hanno creato un pozzo di luce tra il primo e il sesto piano, dotandole anche di piccole terrazze private con del verde. Nell'interior design, le camere seguono un unico codice cromatico che ne identifica anche la tipologia: per esempio le stanze blu scuro hanno il balcone, quelle verdi una terrazza nel pozzo di luce, mentre quelle grigie sono allestite come stanze doppie. Un ordine di sfumature che viene ripreso nelle nuance dei

Sopra, l’ingresso dell’hotel. A destra, la Mozart Suite, che si trova al secondo piano, dove ha soggiornato un giovanissimo Mozart. Trionfano il rosso e l’oro con un biliardo, al centro, a ricordare l’indole giocosa del compositore. Sotto, la camera Superpatio, al primo piano, allestita in stile giungla.

rivestimenti a parete e a pavimento, nell’arredo, fino alle tende. Lo stile barocco è richiamato nei dettagli: la gamba di un lavabo, una cassettiera o le fotografie d’epoca che completano gli ambienti e che ritraggono signore sontuosamente vestite, a richiamare il filo conduttore dello Chic Shock Baroque. In questo hotel, dove non mancano curiosità e sorprese scenografiche, esiste una stanza, al terzo piano, rimasta appositamente incompiuta, chiamata Il ripostiglio delle scope, dove le pareti lasciate volutamente senza intonaco lasciano spazio a una racchetta autografata da un noto campione di Wimbledon. Non ha uno stile definito, ed è l’unica. Ma emana un tale fascino che, se mai vi capitasse di passare da queste parti, sarà uno dei luoghi che vorrete visitare a tutti i costi. ■

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Una meta ricca di storia, luogo di passaggio di

Il corridoio all’ingresso che conduce agli ascensori è caratterizzato da pareti vetrate a specchio che creano un interessante gioco di riflessi. Una statua dorata s’inchina agli ospiti dando il benvenuto. In alto, all’interno dell’attico sono state ricavate delle aree completamente vetrate che si aprono sul paesaggio: da qui si gode la vista sulla Pulverturm, sul trampolino del Bergisel e sulla catena montuosa della Nordkette.

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famosi viaggiatori: qui nel 1789, tra gli altri, soggiornò un giovanissimo Wolfgang Amadeus Mozart. Parliamo dell’Altstadthotel Weisses Kreuz di Innsbruck, situato all’interno di un palazzo solenne risalente al 1460 circa, che nei secoli ha subito una serie di trasformazioni. Eppure nella sua architettura si intersecano i singoli periodi a formare una simbiotica morfologia urbana. Questo gioiello architettonico è stato oggetto di una ristrutturazione da parte dello studio noa*: una vera sfida nel segno della tutela del patrimonio architettonico. Il progetto ha previsto anche un ampliamento con l’aggiunta di un piano, l’attico, e 48 nuove camere e suite. L’edificio, situato nel centro cittadino, è caratterizzato da un porticato all’ingresso perfettamente inserito nel tessuto storico, con una forma stretta che si sviluppa in lunghezza verso l’interno. Appena entrati, un lungo corridoio che porta agli ascensori viene interrotto da paratie a specchio. “Sono pensate per una duplice funzione: da un lato l’ospite incontra se stesso, dall’altro le superfici riflettenti alle pareti e al soffitto dissolvono i confini della stanza e l’architettura si fa immateriale. Per il visitatore, l’ingresso diventa così una sorta di varco in una nuova dimensione temporale”, racconta lo studio noa*. L’ascensore porta direttamente alla reception situata nel nuovissimo sesto piano: qui lo sguardo viene catturato da un tavolo di 13 metri realizzato su misura in ottone con ornamenti barocchi, che risalta sul pavimento in rovere fumigato ed è avvolto da calde pareti nella tonalità del blu. Un angolo che diventa il fulcro di tutte le attività: dall’accoglienza degli ospiti alla prima colazione fino al bar, suggestivo luogo di ritrovo serale aperto anche al pubblico. Nell’attico, dove domina ancora il blu, diverse zone relax con poltrone eccentriche e illuminazione in stile Gatsby creano un mix armonico, animato da accenti di rosa chiaro e giallo ocra che ben si sposano con l’ottone. Ed è proprio qui che il motto che guida il progetto, “Chic Shock Baroque”, si esprime al meglio: tutto, persino i dettagli tecnici, sono accuratamente coordinati in un’armonia cromatica, accompagnata dalle finestre a bovindo e da una vista mozzafiato sul panorama circostante. L’unicità si respira ovunque in questo originale hotel. Come al primo piano, ampliato di sei stanze, dove tutte le camere sono dotate di terrazza con copertura vetrata, che offre agli ospiti un generoso spazio esterno; qui il clou viene raggiunto dalla camera con 'superpatio', allestita in stile giungla; al secondo piano, invece si trova la Mozart Suite, dove ha soggiornato il musicista: “È animata da un tripudio di rosso e oro ed elementi pomposi. In omaggio all’indole giocosa del

compositore, la stanza è stata arricchita con un tavolo da biliardo, vera attrazione dell'ambiente”, come sottolineano i progettisti. I piani che ospitano le nuove camere e suite sono caratterizzati da soffitti in stile gotico, archi e spazi di altezze diverse: una struttura irregolare a cui l’intervento dello studio noa* ha restituito armonia. Le stanze si affacciano all’esterno, sul centro storico di Innsbruck, o sul cortile interno: queste ultime hanno un patio o un balcone così da offrire un angolo appartato dove potersi rilassare.

Per portare la luce naturale nelle stanze della parte centrale, priva di finestre, gli architetti hanno creato un pozzo di luce tra il primo e il sesto piano, dotandole anche di piccole terrazze private con del verde. Nell'interior design, le camere seguono un unico codice cromatico che ne identifica anche la tipologia: per esempio le stanze blu scuro hanno il balcone, quelle verdi una terrazza nel pozzo di luce, mentre quelle grigie sono allestite come stanze doppie. Un ordine di sfumature che viene ripreso nelle nuance dei

Sopra, l’ingresso dell’hotel. A destra, la Mozart Suite, che si trova al secondo piano, dove ha soggiornato un giovanissimo Mozart. Trionfano il rosso e l’oro con un biliardo, al centro, a ricordare l’indole giocosa del compositore. Sotto, la camera Superpatio, al primo piano, allestita in stile giungla.

rivestimenti a parete e a pavimento, nell’arredo, fino alle tende. Lo stile barocco è richiamato nei dettagli: la gamba di un lavabo, una cassettiera o le fotografie d’epoca che completano gli ambienti e che ritraggono signore sontuosamente vestite, a richiamare il filo conduttore dello Chic Shock Baroque. In questo hotel, dove non mancano curiosità e sorprese scenografiche, esiste una stanza, al terzo piano, rimasta appositamente incompiuta, chiamata Il ripostiglio delle scope, dove le pareti lasciate volutamente senza intonaco lasciano spazio a una racchetta autografata da un noto campione di Wimbledon. Non ha uno stile definito, ed è l’unica. Ma emana un tale fascino che, se mai vi capitasse di passare da queste parti, sarà uno dei luoghi che vorrete visitare a tutti i costi. ■

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CREATIVE CONNECTIONS UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO CITANDO E AMPLIFICANDO LA SEQUENZA DEL PORTICATO DEL SEICENTO, DUE CORONE DI STELI LUMINOSI DISEGNANO UN’OPERA CHE COMBINA LUCE, SUONO E MOVIMENTO IN UN DIALOGO DIRETTO CON LE PERSONE

Stefan Rier e Lukas Rungger

Andreas Profanter Ph. Alex Filz

Transsensorial Gateway

Stimolare le interazioni umane, perché l’architettura riguarda sempre le persone. È da questa premessa che nasce l’installazione ideata dal team di architetti e designer noa* network of architecture. Transsensorial Gateway crea un ‘paesaggio luminoso e sonoro’ che accoglie i visitatori dell’Università degli Studi di Milano. Sinuose e simmetriche, ai lati dell’ingresso, si aprono due corone di steli luminosi che, giocando su altezze ascendenti, citano e amplificano la sequenza del porticato del Seicento. Il risultato è un’opera scultorea ma dinamica che combina luce, suono e movimento in un dialogo diretto con le persone e con lo spazio. I 34 steli, a cui sono applicate luci a led in strisce luminose, reagiscono alla presenza dei visitatori e leggono il modo in cui le persone stesse si relazionano fra di loro. Attraverso un meccanismo ‘transensoriale’ si crea infatti una partitura musicale e luminosa che non solo è connessa alla massa e al volume, e quindi al numero, dei visitatori ma ne registra anche le collisioni fisiche ed emozionali. Grazie all’applicazione di sensori, che in base alle interazioni regolano intensità, modulazione e colore della luce, oltre al suono proveniente da mini casse acustiche, si crea una coreografia cromatica e sinfonica.

I 34 steli che compongono la corona luminosa sono in acciaio inox rivestito con uno speciale materiale specchiante che moltiplica visivamente la figura delle persone. Dalla sezione triangolare con base di 7 cm, i singoli elementi hanno altezze che da 2,5 raggiungono 4 metri. Sulla superficie di ciascuno stelo sono applicate unità led di ewo, azienda altoatesina specializzata in sistemi di illuminazione avanzati per gli spazi pubblici, dotate dell’ottica piana ewoLightTile che garantisce un flusso di luce omogeneo: i singoli punti led non sono visibili, ma creano strisce luminose che, grazie a sensori, interagiscono con i visitatori. In alto, Stefan Rier e Lukas Rungger, fondatori di noa* nel 2011, e Andreas Profanter, partner dello studio dal 2015.

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