200 DICEMBRE 2020
NUOVE APERTURE APFELHOTEL TORGGLERHOF STARHOTEL E.C.H.O. HILTON FRANKFURT CITY CENTRE FALKENSTEINER HOTEL KRONPLATZ HUZHOU CLUB CENTER HOTEL LA MAMOUNIA
ORAZIO PALACE HOTEL HOTEL EALA PALAZZO PORTINARI SALVIATI APPROFONDIMENTI NUOVI HOTEL TRA SFIDE E OPPORTUNITÀ NUOVE FORME DI CONVIVIALITÀ
PROGETTO | DESIGN | CONTRACT w w w. d e s i g n a n d c o n t r a c t . c o m
S U I T E
L I V E
Nuovi hotel tra sfide e opportunità - seconda puntata LA QUARTA RIUNIONE ONLINE DI REDAZIONE SUL TEMA DELL’HOSPITALITY HA APPROFONDITO LE NUOVE TENDENZE DI PROGETTO, DI COLORI E MATERIALI E, IN ULTIMO, DELLE TEMPISTICHE ATTUATIVE IN ITALIA. ALL’INCONTRO HANNO PRESENZIATO DUE ARCHITETTI PROGETTISTI, IL RESPONSABILE SVILUPPO DI UNA CATENA INTERNAZIONALE E IL PRODUCT MANAGER DI UNA NOTA AZIENDA DI VERNICI E PITTURE. I PROTAGONISTI THDP Manuela Mannino è socia e fondatrice dello studio di progettazione THDP insieme al partner Nicholas J. Hickson, con base a Londra e Torino, la cui storia inizia nel 2005, con la realizzazione del Pragelato Village Resort & Spa (oggi Club Med Pragelato Vialattea) in occasione delle Olimpiadi Torino 2006. Lo studio viene chiamato inizialmente per coordinare i lavori in un progetto con investitori internazionali e successivamente per occuparsi dell’interior. Ma è stato il 2008 l’anno della svolta: grazie alla partecipazione al primo Sleep Event a Londra e all’incontro con l’ambiente internazionale, lo studio ha iniziato a lavorare con gli operatori, progettando la ristrutturazione dell’hotel Hilton di Milano. Oggi THDP è focalizzato sulla diversificazione dei propri servizi nel settore upper luxury, con un bagaglio di esperienza che vanta oltre 30 hotel in tutta Europa. Il loro know-how si esprime nel bilanciamento tra i differenti background dei fondatori, dai quali risulta un mix di creatività eclettica e competenza tecnica perfettamente adattabile ai progetti a respiro internazionale. Il loro core business si è concetrato negli ultimi anni nelle trasformazioni complesse, negli adaptive reuse e adeguamenti delle strutture alberghiere a standard di luxury.
Noa* Network of Architecture Stefan Rier, figlio di falegnami che hanno sempre operato nel mondo alberghiero, è il fondatore, insieme al socio Lukas Rungger, dell’ormai decennale noa* network of architecture. Lo studio si appoggia a due sedi – quella principale a Bolzano e un international hub a Berlino – e legittimamente vanta un focus preferenziale su alberghi di montagna leisure.
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Radisson Hotel Group Mauro Vinci è Responsabile Sviluppo, per quanto riguarda il mercato italiano, di Radisson. La catena alberghiera internazionale dal design iconico nasce in Scandinavia negli anni ’60 come costola di una compagnia aerea, Scandinavian Airlines System (SAS). Radisson inizia ad operare in Italia tre anni fa con la realizzazione a Milano, a Roma e a Padova di tre alberghi Radisson Blue, brand con vocazione 4 stelle business. Oggi si stanno spostando sul mondo del lifestyle 5 stelle, approfittando della vasta offerta di destinazioni leisure della geografia italiana. Nel capoluogo lombardo sono infatti previste due nuove aperture: la prima riguarda una riconversione del palazzo del Touring Club, immobile di inizio Novecento in cui l’obiettivo è quello di realizzare una casa del viaggio; l’altra consiste in un nuovo 5 stelle di 12 mila metri quadrati in zona centrale. Oltre a queste, altre aperture sono previste a Venezia, dove stanno operando un restauro totale di un edificio del Cinquecento.
Caparol Caparol, di cui Giulia Fumagalli, product manager per smalti e colori, si è fatta portavoce, produce finiture per interni ed esterni. L’azienda, che fa parte di un gruppo tedesco che conta trenta sedi nel mondo, ha la particolarità di essere una multinazionale con impianto famigliare ed è una realtà b2b. La filosofia aziendale si basa su quattro principi: salute, colore, sostenibilità e prestazioni.
Manuela Mannino - THDP
Mauro Vinci - Radisson Hotel Group
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Stefan Rier - NOA* network of architecture
Giulia Fumagalli - Caparol
Il primo tema su cui le quattro personalità si confrontano è quello relativo al territorio, a come si può reinterpretare,al rapporto tra quest’ultimo e il progetto. A tal proposito, chi prende la parola per primo è Mauro Vinci, raccontandoci che Radisson ha creato di recente il nuovo brand Individuals, che incorpora sotto la propria egida strutture locali dal design unico: lo scopo è quello di promuovere e appoggiare l’imprenditore, diventando partner di quest’ultimo, nella realizzazione di un hotel che valorizzi il luogo in cui insiste, a patto che vengano adottati gli standard tecnologici di Radisson. “Promuovere il territorio significa non solo collaborare con gli operatori privati, ma promuovere progetti che portino le persone del posto a vivere l’albergo. Saper offrire al turista un ambiente vissuto dai local va molto al di là delle singole scelte di design”. Manuela Mannino, socia di THDP e progettista dell’appena concluso Hotel Indigo Verona Grand Hotel Des Arts, ribatte dichiarando che “per avere successo non bisogna proporre una narrazione decorativa realizzata dall’architetto con approccio introspettivo, ma offrire una chiave di lettura del territorio su cui si va ad intervenire, per restituire un edificio che funga da connessione sociale alla comunità”. L’hotel deve dunque avere come obiettivo quello di integrarsi completamente nella vita quotidiana della città, prima ancora di ogni riferimento architettonico e artistico. È ancora Manuela Mannino ad esprimere un altro concetto fondamentale: slegarsi dal sentire l’hotel come un mero hotel non significa progettarlo come un ambiente domestico, “perché ci sono degli elementi legati all’apparato scenografico che sono imprescindibili in un hotel, ma non certo in una casa!”. Devono essere solo gli aspetti relativi all’accoglienza che si legano all’idea di casa. “Indigo Verona per esempio – il quale presenta una narrativa che si lega al territorio grazie al continuo richiamo a Romeo e Giulietta e, in particolare, agli elementi liberty del quartiere in cui insiste – era una casa privata che fungeva da magazzino di opere d’arte collezionate da generazioni dalla famiglia del proprietario: trasformarlo in un boutique hotel, ridistribuendo la collezione d’arte secondo delle tematiche, è stata la cosa più naturale da fare”. Stefan, il cui studio nasce attorno al mondo altoatesino dei boutique hotel, dove c’è sempre una famiglia dietro all’albergo, è invece un indiscutibile esperto di rapporto del progetto con il luogo, soprattutto se si tratta di tirarne fuori potenzialità ancora inespresse. “Noi di Noa* non creiamo architettura, ma scriviamo storie legate al territorio. Gli ospiti devono capire la storia della famiglia, che incarna la proprietà e che è l’anima del luogo stesso, attraverso elementi di design ricercati e capaci di citare la tradizione. Facciamo anche delle ricerche storiche, ma senza cadere nel tradizionalismo puro. Il messaggio che vogliamo dare è che il mondo va avanti e noi non possiamo guardare solo al passato: il turismo di oggi si lega al territorio e vuole conoscere il cibo, la gente,la storia e le tradizioni
del luogo, ma vuole anche scoprire qualcosa di nuovo, le nuove storie”. Sul focus del colore ragiona invece Giulia Fumagalli, raccontando che Caparol ha un’unità operativa appositamente creata per lo studio e la ricerca del colore. Non è un caso che anche l’Indigo Verona, dagli abbinamenti cromatici coraggiosi, sia Caparol. “Per quel che concerne il mondo dell’ospitalità, è fondamentale che il colore concorra all’orientamento, che sappia cioè dare indicazioni chiare su come sono disposti gli ambienti e su come ci si deve spostare. Il colore è design e funzione, perché trasmette emozioni”. Ma, per Caparol, è anche salute e sostenibilità: “utilizziamo pittura senza conservanti, per evitare l’insorgere delle allergie, considerando la grande quantità di tempo che passiamo negli ambienti interni: prodotti con ioni d’argento che riducono la proliferazione batterica creano ambienti più sani e salutari. E poi c’è la sostenibilità, con tutto l’apparato normativo legato alle certificazioni di prodotto e di progetto”. Parlando di tempistiche italiane, il confronto si stringe attorno alle figure di Mauro Vinci e Stefan Rier. La politica aziendale di Radisson è quella di fare piani di progetto quinquennali. Un arco di tempo, secondo alcuni astanti, soprattutto Stephan Rier, incredibilmente sfidante per i tempi italiani, eppure Mauro garantisce che non c’è stato alcun stravolgimento dei piani, nemmeno in questi tempi pandemici e difficili. Infine si procede a parlare di nuovi orizzonti tipologici ed è sempre Mauro Vinci a tenere banco: “dobbiamo tener conto di alcuni aspetti nuovi: maggiore voglia di sicurezza e salubrità che non sempre le accomodation locali riescono a garantire. Inoltre, grazie allo smart working, il confine tra chi viaggia per affari e il viaggiatore leisure è sempre più sfumato, tanto da parlare della contaminazione "bleisure": si lavora in una determinata fascia oraria e nel resto del tempo godo del posto dove sto lavorando. Questo a discapito di altre asset class come gli uffici. Noi possiamo offrire alle aziende degli spazi con formule occasionali, e non necessariamente con contratti 4+4 anni. Nei prossimi cinque anni i boutique hotel saranno porti sicuri. Ci sarà quindi un rilancio anche dei resort, purché prevedano delle aree di privacy per lavorare”. Manuela Mannino – progettista tra l’Italia e Londra, nonché mamma – si dice completamente d’accordo: per la sua esperienza personale, è sicuramente preferibile concentrare tutte gli appuntamenti e le attività in un’unica soluzione di viaggio, anziché sottoporsi a più andata e ritorno giornalieri: “le camere degli hotel dovranno tenere il passo con gli ambienti comuni – che ultimamente hanno fatto enormi progressi – e si dovranno adattare ad accogliere le persone che soggiornano per lavoro per due o tre giorni, offrendo spazi più flessibili e adatti a lavorare, mangiare e riposare. Devono assomigliare il più possibile al concetto di smart working da casa”.
Noi di Noa* "non creiamo
architettura, ma scriviamo storie legate al territorio.
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N U O V E
A P E R T U R E
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A P E R T U R E
Apfelhotel Torgglerhof - Saltusio (BZ)
IL PROGETTO L’Apfelhotel è stato realizzato da Noa* in più fasi; nel 2016 il vecchio fienile accanto all’edificio principale e al ristorante è stato sventrato e riconvertito. Parallelamente è stata creata la sauna delle mele, la prima parte di un ampio spazio per il benessere e il relax, che è stato in seguito ulteriormente ampliato. Nel 2020 sono state costruite 18 nuove suite per gli ospiti, che si inseriscono perfettamente nella struttura del maso e mostrano uno stile rurale.
LOCALITÀ: SALTUSIO, S. MARTINO IN PASSIRIA (BZ) PROPRIETÀ: FAMIGLIA PICHLER TIPO INTERVENTO: RINNOVO DESTINAZIONE: WELLNESS PROGETTISTA: NOA* NETWORK OF ARCHITECTURE APERTURA: 2020
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