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Gli eventi sportivi vissuti e raccontati dagli studenti del Liceo Scientifico “Albert Einstein” di Teramo

SPORT DI CLASSE

Num. 2

ottobre 2017

E. . . due!

editoriale GRETA MASCELLA, LEONARDO POMPONII, AURORA DI ILIO, FLAVIA BENVENUTO, LUDOVICA PATACCHINI (5H)

lo sport annovera in sé molteplici fondamentali. Ma è il tiro quello che racchiude adrenalina e suspense: eseguito con precisione e determinazione ci consente di guadagnare punti e consacrarci alla vittoria. Il tiro è una sintesi proficua di spettacolarità e agonismo, la congiunzione di estetica e finalità di gioco, tuttavia è doveroso affermare che, senza un assist o un palleggio in contropiede, senza fondamentali di difesa come il tuffo del portiere di calcio e l’uscita “A pelle d’orso” nel semicerchio dei 6 metri a pallamano, il tiro non potrebbe conoscere la porta, la meta, il canestro o il bersaglio. In questo numero si parlerà di Tiro Libero e Tiro a segno, e cercheremo di rendere la vostra lettura sempre più avvincente ed ispiratrice. Tiro libero è il titolo del film diretto da Alessandro Valori, interpretato da Simone Riccioni, Antonio Catania, Maria Chiara Centorami, Biagio Izzo e Paolo Conticini, giunto nelle sale cinematografiche di Teramo il 18 ottobre 2017. Il tiro a segno invece rappresenta una disciplina sportiva oggi forse poco in voga ma particolarmente istruttiva, che ha visto coinvolti gli studenti della classe 4H del nostro Liceo Scientifico Sportivo al Poligono cittadino. Il primo è la grande opportunità per Dario, giovane e promettente cestista, di mettere a segno il suo vero 1° punto della vita, mirando molto più in alto del canestro. Egli prenderà le distanze dai tremendi vizi di famiglia, sentendosi finalmente libero dalla schiavitù del

Interamente realizzato all’interno della scuola e composto in LATEX 2ε . Coordina i lavori la prof.ssa R. Limoncelli.

Impagabile!

denaro e dall’arroganza di potere. Ad ispirarlo saranno i valori del rispetto e della solidarietà, i quali gli permetteranno di riscoprire la purezza e la tenerezza, sia in amicizia che in amore. Pian piano Dario troverà il modo di voltare pagina, sino a fare centro una volta per tutte. Il secondo è stata un’importante occasione per gli studenti di conoscere una disciplina meno popolare, la quale meriterebbe maggior risalto per le virtù di autocontrollo e concentrazione che tende a sviluppare, nonché per via delle dinamiche socio-relazionali di attenzione reciproca e di prudenza che mette in atto. Questo numero celebra dunque mira, precisione, coraggio e spirito di squadra, esaltando l’avventura di capitan Simone De Maggi e della sua ciurma di pirati coraggiosi dell’ “Amicacci Basket” in carrozzina, esempio mirabile di rinascita, impegno e passione. Per un po’ si dimentica la dicotomia attacco-difesa e ciò che viene fuori non è altro che un connubio perfetto di virtù che puntano dritte al cuore e alla mente di chi troppo spesso lascia che siedano in panchina.

Cinema e sport

una meteora a regalar sogni CLASSE 2H

Simone Riccioni presenta il suo ultimo film “Tiro libero” agli studenti del Liceo Scientifico “A. Einstein” di Teramo

nella mattinata di mercoledì 18 ottobre, noi ragazzi della classe seconda H del Liceo Scientifico “A. Einstein” ci siamo recati al Cinema Smeraldo di Teramo per assistere alla


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visione del film Tiro libero, un progetto concepito e realizzato da Simone Riccioni, autore e attore protagonista, nato dal vivo desiderio di raccontare l’esperienza di un suo caro amico affetto da sclerosi multipla che lo aveva toccato profondamente. Tiro libero racconta la storia di Dario, campione di basket della squadra del Montegranaro. Un ragazzo arrogante, viziato e presuntuoso cui viene diagnosticata la distrofia muscolare. La malattia, che appare agli occhi del protagonista come una punizione divina, apre tuttavia nuove porte, tra le quali la possibilità di allenare una squadra di ragazzi con difficoltà motorie in un centro di riabilitazione. Così Dario diventa un uomo capace di aiutare il prossimo, di amare e di apprezzare la vita, sebbene piena di ostacoli. Il film, diretto da Alessandro Valori, vede come attori Antonio Catania, Maria Chiara Centorami, Biagio Izzo, Paolo Conticini e la partecipazione speciale di Nancy Brilli. L’intero film è stato girato nelle Marche, tra Recanati e Macerata, ed ha come scopo quello “di far vedere chi sono i veri vincenti nella vita”, come ci ha spiegato Simone al termine della proiezione. Nella pellicola, per alcuni ver-

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si drammatica e per altri comica e spassosa, compaiono i ragazzi dell’Amicuccioli di Giulianova, squadra del campionato giovanile di basket in carrozzina, che si sono rivelati molto bravi nella recitazione oltre che nei tiri a canestro. “Ho giocato con i ragazzi del Giulianova mettendomi sulla sedia a rotelle ed è stata durissima per me. Ho visto come, dopo ogni scontro, questi giovani riuscissero a rialzarsi e a lottare. Dovremmo fare tutti come loro!” ha riferito ancora Riccioni. “Quando abbiamo iniziato a girare il film, Tommaso (Michele Massa nella vita reale) mi ha chiesto se vedevo la carrozzina; io gli ho detto di sì e mi è sembrato che si arrabbiasse. Ultimata la registrazione, mi ha rifatto la stessa domanda e io gli risposto di no. Allora lui mi ha detto: “Be’ meno male che ti sei rinsanito!” Perché questo, perché lui mi dice sempre che quando le persone ci guardano ci commiserano dicendo “Oh poverini!”. Questa è la cosa che più odiano, perché loro sono come noi: invece di avere le gambe hanno le ruote. Ecco, questo mi hanno insegnato loro ed è bello pensare come riescono ogni istante della loro vita a trovare qualcosa per il quale vale la pena vivere. Dovrebbe essere la sfida di tutti, perché siamo


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uguali nel senso che ognuno di noi ha un sogno e non è certo la carrozzina a bloccarlo! Spero che il film vi sia piaciuto e che vi sia arrivato questo messaggio. In un mondo pieno di problemi come il nostro, dovrebbero esserci più commedie di amore, di pace e di buoni sentimenti. Stiamo girando il nuovo film sulla droga che uscirà l’anno prossimo, vi invito a vederlo già da ora augurandomi che le scuole possano essere ancora una volta coinvolte”. Infine, assediato da tutti noi per raccogliere foto ed autografi, ha regalato sorrisi ed altri simpatici aneddoti per poi scomparire come una meteora tra le tende rosse del cineteatro così com’era venuto tra le grida di stupore di una sala sold out.

Le reazioni del pubblico

quale messaggio ti ha lasciato il film? CLASSE 4H

Ai nostri microfoni gli studenti della classe 4H “L’amore per una ragazza di grandi valori lo porterà a cogliere l’essenza della vita” di Federico Petrella Il film Tiro libero analizza diverse tematiche: dalla spensieratezza di un giocatore di basket che assapora la vanità del mito alla sofferenza e alla disperazione per la malattia, dal mondo ovattato di una famiglia agiata e viziata all’incontro con una nuova realtà che la disabilità gli dona. Inizialmente il protagonista è presuntuoso, arrogante ed è supportato dai genitori solo attraverso il denaro. Venuto a conoscenza della malattia, il giocatore non sa darsi pace e muta in un personaggio oscuro e sprezzante di tutto. Ma, grazie all’esperienza che lo vedrà coinvolto in un centro per disabili, egli subirà un profondo cambiamento caratteriale e, aiutato dall’amore per una ragazza dai grandi valori, riuscirà a cogliere l’essenza della vita e inizierà ad apprezzarne la semplicità. Personalmente

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ho riflettuto molto sul messaggio del film, che mi ha fatto capire di essere un ragazzo fortunato ad avere una famiglia che mi ha trasmesso i valori del rispetto e dell’umiltà e che mi sostiene sempre aiutandomi a non arrendermi alle prime difficoltà. 8 “I soldi non possono curare e pagare tutto” di Boris Ricci Il film Tiro libero, prodotto e interpretato da Simone Riccioni, tratta diverse tematiche riguardanti l’arroganza, la famiglia, il denaro (che non può curare e pagare tutto), il cambiamento e la forza di volontà per ricominciare una nuova vita. Il film lascia un messaggio molto importante: non mollare mai, superare qualsiasi ostacolo della vita senza mai perdere la voglia di vivere, lottare per inseguire i propri sogni e desideri, che all’apparenza possono apparire lontani ma che con impegno e sacrificio possono realizzarsi. e “Mi ha fatto rivalutare il mio rapporto con la Chiesa” di Ludovica Pompilii Qualche giorno fa noi studenti del Liceo Scientifico “A. Einstein” siamo andati a vedere il film Tiro Libero. Ci sarei andata da sola se la scuola non avesse organizzato l’uscita in quanto conoscevo le tematiche trattate. Mi è piaciuto molto e mi ha anche commosso. Mi ha fatto riflettere più di quanto pensassi, ha fatto rivalutare in me il rapporto con la Chiesa, prima quasi inesistente. Mi ha fatto capire come i soldi e la ricchezza non facciano la felicità, e come basti molto meno per sentirsi pienamente soddisfatti. Mi ha insegnato a non sottovalutare le piccole cose, quelle alle quali non davo peso. Infine sono contenta di aver conosciuto Simone Riccioni, è davvero incredibile che alla sua giovane età abbia già scritto tre libri e partecipato a film di successo.


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“Chi ha una disabilità ha delle qualità in più rispetto a noi” di Francesco Pisciaroli Il film è stato molto emozionante. Mi ha lasciato molti messaggi ma quello più importante è di non abbattersi di fronte alle difficoltà, anche le più gravi, e di cullare sempre i propri sogni. Anche il tema della disabilità mi ha toccato profondamente: chi ha una disabilità non è assolutamente diverso, forse ha qualità in più. Sono stato particolarmente colpito dalla figura della madre, protettiva ed eccessivamente premurosa, che va sempre a favore del figlio viziandolo e rendendolo un individuo arrogante ed incivile. Infine, uno dei bambini dell’Amicuccioli rimasto orfano e non adottato perché disabile mi ha fatto riflettere sull’indifferenza e sull’egoismo di tutte quelle persone che stanno trasformando la nostra società in un mondo insensibile e per molti versi crudele. “Molti di noi hanno paura di esprimere la propria cristianità” di Martina Giuliani Tiro libero è un film pieno di emozioni e di situazioni molto toccanti che mettono in luce le problematiche di oggi legate al mondo di noi giovani e al nostro modo di comportarci. Il film dà importanza a diversi aspetti della vita: la voglia di lottare per un obiettivo, il valore della famiglia, il rispetto e la solidarietà. Tutte fondate sulla fede e sullo spirito cristiano che molti di noi hanno paura di esprimere e dimostrare agli altri per non essere giudicati. â “Grazie allo sport, chi ha problemi di disabilità può avere una vita tranquilla” di Emanuele Azzuna Il film Tiro libero ci fa capire come la vita di tutti i giorni può cambiare in seguito ad eventi improvvisi e ci trasmette il messaggio secondo cui anche chi ha problemi di disabilità ha la

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speranza di vivere bene grazie allo sport. Una passione che consente di avere esperienze di condivisione e di divertimento migliorando l’aspetto psicologico di un individuo angosciato che finalmente ritrova la felicità perduta. Nonostante i problemi, bisogna sempre affrontare la vita senza mai tirarsi indietro superando le grandi paure che ogni giorno ci ostacolano. 1 “Dobbiamo trovare la forza di chiedere aiuto” di Chiara Del Paggio Tiro libero è stato molto emozionante, un film che mi ha spinto a fare profonde riflessioni. Molte persone nel corso della loro vita e nel corso della propria carriera sportiva possono incorrere in un incidente che all’improvviso spezzi i propri sogni. E’ pur vero che bisogna essere forti a rialzarsi e ricercare a tutti i costi ogni mezzo e ogni opportunità che ci consentano di arrivare al traguardo sperato. Non tutti, però, riusciamo a trovare la giusta determinazione. A quel punto dobbiamo avere la forza di chiedere aiuto a qualcuno che ci faccia superare le fragilità, un amico o un famigliare che possa capire e ci conforti. Simone ha avuto fortuna ad incontrare una ragazza di buoni propositi che gli ha fatto pesare i suoi errori di giovane strafottente e viziato, pur conquistando il suo cuore. Credo che, nonostante oggi vi siano molte persone sbandate e presuntuose, ne esistano altrettante altruiste e solidali che si mettono in gioco per vincere e aiutare a vincere le sfide difficili che la vita ci pone.


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Arte e sport

Disabilità e sport

quadro d’autore

la disabilità non deve essere un ostacolo!

ANGELICA D’EUSTACHIO (3G)

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Gaia è un’opera ispirata al film Tiro libero. Prodotta su tavola di legno, pone al centro la presa a due mani della palla a spicchi in carboncino. Essa vuol simboleggiare il pianeta Terra le cui linee nere di demarcazione connotano i muri dell’indifferenza. Nelle mani dell’uomo, avide e cupe, è racchiusa tutta la sua sofferenza per la continua perdita di valori. L’autrice ricorre al colore per darle un respiro di rinascita.

Una breve ma intensa intervista a Simone De Maggi, orgoglio teramano nonché nuovo capitano della Nazionale di basket in carrozzina anni fa, quand’era ancora un liceale dell’ ”Einstein” di Teramo, un tumore lo ha privato di una gamba ma non dei sogni. Quei sogni che continua ancora a cullare, nonostante abbia conquistato molto dalla vita e dallo sport che è la sua vita. Simone, qual è il messaggio che senti di poter mandare ai tuoi coetanei che ogni giorno si trovano ad affrontare la realtà attraverso la propria disabilità? SDM: Sicuramente il messaggio che sento di dare è un messaggio positivo, che invogli e non scoraggi tutti coloro che hanno una disabilità. Nella vita bisogna avere molti obbiettivi (non necessariamente sportivi come nel mio caso) e dare il massimo per poterli raggiungere: la disabilità non deve essere un ostacolo! 5H: In che termini per te lo sport vuol dire riscatto e libertà? SDM: Per me lo sport è passione, è vita. La pallacanestro mi insegna ogni giorno; mi fa crescere sia fisicamente che psicologicamente, mantenendo puri e intatti i miei obbiettivi. Attraverso il basket ho avuto modo di conoscere tanta gente, di viaggiare e di fare esperienze indescrivibili. Proprio per questo consiglio di praticare sport, qualunque esso sia, perché è un qualcosa che ti regala tante esperienze, opportunità, ma soprattutto tante emozioni. Quali sono le tue aspirazioni per il 5H: futuro? 5H:


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SDM:

Per il futuro mi auguro soprattutto di affermarmi maggiormente in questo sport. Abbiamo da poco iniziato il campionato con l’ “Amicacci” e il nostro obiettivo principale è quello di poter riportare a casa un trofeo italiano, e perché no, europeo. Con la Nazionale quest’estate, all’europeo a Tenerife, ci siamo qualificati ai mondiali che si terranno il prossimo agosto ad Amburgo. Una delle nostre maggiori ambizioni è poterci conquistare il miglior piazzamento possibile. Cos’è che più ti entusiasma della 5H: pallacanestro? SDM: Una domanda difficile; non è facile indicare quello che mi piace di più o di meno del basket, per me è uno stile di vita ed è magnifico in tutta la sua complessità. Senza alcun dubbio l’emozione più bella si cela dietro l’agonismo di ogni singolo atleta e il lavoro quotidiano che bisogna necessariamente svolgere per giungere ad un alto livello.

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carrozzina che vede crescere tra le sua fila tanti giovani, giovanissimi e cuccioli. Il suo nome è Giuseppe Marchionni, per gli amici oltre che amicacci Peppino, fiero ed entusiasta di rappresentare la squadra di serie A dallo strabiliante potenziale sportivo e soprattutto umano. Una squadra che miete successi e sforna campioni. Campioni indiscussi dentro e fuori il parquet.

Ringraziamo Simone De Maggi e auguriamo a lui e alla sua squadra un fantastico campionato, colmo di successi ed emozioni.

Basket

la vita non termina se si è in carrozzina

5H:

Com’è nata l’idea di fondare l’ “Amicacci Giulianova”?

GM:

Tutto è nato nel lontano 1982, quando mi sono avvicinato al mondo della disabilità, fino a quel momento per me sconosciuto, grazie a mio figlio, nato con una malformazione ai piedi. L’ho avviato al basket in carrozzina e, durante una partita, mi sono innamorato di questo sport. Ho dato inizio questo progetto da solo, ma il tutto è andato in porto grazie ad alcuni amici a me molto cari, profondamente appassionati.

AURORA DI ILIO, GRETA MASCELLA, LEONARDO POMPONII, LUDOVICA PATACCHINI, FLAVIA BENVENUTO (5H)

Intervista a Peppino Marchionni, vicepresidente dell’Amicacci Basket Giulianova fu uno degli “amicacci” che nel lontano 1982 mise la prima pietra di un progetto che negli anni è divenuto un esempio mirabile di audacia, solidarietà e partecipazione. Oggi è Vicepresidente dell’Amicacci Wheelchair Basketball Giulianova, società di spicco del basket in


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5H:

GM:

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GM:

5H: GM:

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Qual è la maggior soddisfazione che riesce a trarre dal veder crescere la società? Io sono un uomo molto curioso e mi definisco anche un tipo“operativo” (Parla con una punta di orgoglio n.d.r). Ho inventato di sana pianta il torneo internazionale di basket, nessuno si era mai occupato di un evento simile in precedenza, al quale prendono parte sia squadre europee che intercontinentali. Si tratta di dieci giorni di sole e mare per tutti. . . e di tanto sport. Ho lasciato l’iniziativa per motivi economici, ma sono soddisfatto dei progressi fatti nel corso degli anni. Oggi siamo famosi. Cosa manca a suo avviso a livello regionale agli individui con disabilità sia nello sport che nella vita? Culturalmente ci troviamo molto indietro, mentre all’estero si fanno passi da giganti. In Italia non c’è posto per la disabilità, e la gente è ancora ottenebrata dai pregiudizi. A livello pratico basti pensare che mancano perfino delle banali pedane per gli autobus. La disabilità deve essere considerata normalità nell’ambito sociale (Pausa n.d.r.) . La vita non termina se si è in carrozzina. Qual è la mansione più complessa legata al suo ruolo entro la società? Non esiste una mansione complessa, la mia passione mi spinge in avanti. Sono combattivo, anche se c’è l’età che pesa! (Ride n.d.r.). Prima mi occupavo in toto dell’amministrazione, andavo a trovare i disabili nelle loro proprie case, ora cucino per loro ma preferisco che siano gli altri ad occuparsene più attivamente. In precedenza sono stato presidente della società, ma ho scelto di fare un passo indietro per lasciare spazio a gente nuova, io appartengo un po’ al passato, e credo sia giusto passare il testimone alle nuove generazioni. Ad ogni modo, all’atto concreto, la maggiore difficoltà risiede nel reperire i fondi, i finanziamenti so-

5H: GM:

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no necessari per portare avanti un tale progetto. Parliamo un po’ dell’ Amicacci. Avete in serbo qualche novità per i vostri tifosi? Una delle punte di diamante della società è il settore giovanile del mini basket in carrozzina. Ci sono ad oggi quarantanove atleti, un numero molto grande se si considera una realtà ristretta come la nostra che, tuttavia, è forse la più importante d’Italia. Il nome della squadra è “Amicuccioli”, una sorta di diminutivo di “Amicacci”. E’ nata grazie a mio figlio, Galliano Marchionni, uno dei maggiori promotori del progetto, ispirato dalla propria esperienza di vita nelle squadre di Cantù e Santa Lucia di Roma. Per quanto riguarda le news, è in fase di avviamento, più precisamente ad uno stadio embrionale, il progetto di una scuola di vela per ragazzi disabili, ma la questione economica resta una questione importante da valutare (Sembra triste durante tale considerazione n.d.r.).

Ringraziamo con affetto Peppino Marchionni per la sua squisita disponibilità e vi invitiamo a seguire da vicino le vicende di una squadra sensazionale. Forza Amicacci! Tiro a segno

nel segno della continuità FEDERICA COSENTINO, LUDOVICA POMPILII, GIORGIA LANCIAPRIMA (4H)

Il positivo bilancio del Presidente del Tiro a Segno di Teramo, Armando Scalzone sulla breccia dal lontano 2002 per presiedere con impegno, rigore e passione la società di Tiro a Segno di Teramo e per coordinare ogni attività del Poligono che sorge nell’impianto dell’Acquaviva. Ad accoglierci insieme al suo prode allievo Michele Ninno, ogni lunedì di buon mattino per istruirci e dettarci ogni minu-


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ziosa regola, c’è lui, il presidente Armando Scalzone che abbiamo avuto l’onore e il privilegio di intervistare. 4H: AS: 4H: AS:

4H: AS:

Da quanto tempo lei è presidente del poligono di Tiro a Segno di Teramo? Ho perso il conto, se non ricordo male dal 2002. Che compiti deve svolgere un buon presidente? I compiti sono diversi. Deve curare scrupolosamente ogni attività, sia sportiva che istituzionale. Che cosa la appassiona di questo sport? Di questo sport, che non è affatto aggressivo come si può pensare, mi appassionano la possibilità di conoscere a fondo se stessi, il raggiungimento dell’autostima e il graduale incremento delle capacità di autocontrollo e forza mentale. E’ una disciplina che educa alla lealtà e al rispetto delle regole. Sono tanti i giovani che si accostano al nostro sport e molti di loro stanno ottenendo brillanti risultati: vantiamo ben sei campioni regionali nelle varie discipline e nel circuito regionale a squadre abbiamo ottenuto

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due primi posti nella pistola standard e pistola sportiva ed un terzo posto nella pistola da 10 metri. 4H:

A che età è consigliabile iniziare questo sport?

AS:

Dai 10 anni perché è più semplice acquisire un buon equilibrio mentale. Però si può cominciare a qualsiasi età, ci sono dei nostri atleti che hanno iniziato piuttosto tardi e sono diventati dei veri campioni. Cresciamo di anno in anno sia nelle iscrizioni che nei risultati, e questo è il frutto di una società solida e di grandi ambizioni.

4H:

Cosa è necessario per il maneggio delle armi?

AS:

Ampia conoscenza tecnica e massima consapevolezza dell’uso che se ne fa. I ragazzini iniziano con armi più semplici ad aria compresa. Ogni arma ha una pericolosità intrinseca, per questo motivo per avere quella a fuoco è necessario un ottimo maneggio nella massima sicurezza.

4H:

Com’è andata a Rio 2016?


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AS:

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Per la nazionale italiana è stata una conferma delle Olimpiadi di Londra. Siamo rimasti sempre sulla breccia con ottimi 4H: risultati. Ma anche non arrivare alla

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medaglia è un grande traguardo. Grazie Presidente e in bocca al lupo per i prossimi impegni!


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al top, tra i big del tiro a segno nazionale FEDERICA COSENTINO, LUDOVICA POMPILII, GIORGIA

4H:

Ti piace di più allenare o allenarti?

MN:

Dipende. Non ho tempo per allenare me stesso, ma non mi dispiacerebbe tornare ad allenarmi.

4H:

Elementi necessari durante lo sparo?

MN:

Oltre alla padronanza tecnica, c’è bisogno di autocontrollo ed equilibrio. Durante la gara, è necessaria la massima concentrazione, se non si è ancora acquisita tale forza mentale, e quindi autostima, è impossibile centrare il bersaglio.

LANCIAPRIMA (4H)

michele ninno, campione nazionale di Tiro a Segno, si racconta ai microfoni degli studenti della classe 4H del Liceo Scientifico Sportivo “A. Einstein” di Teramo. Un giorno, era con suo padre a fare una passeggiata lungo il viale che conduce al Poligono e spinto dalla curiosità vi entrò insieme a lui. Da quel momento non ne è più uscito. Si fa per dire. Oggi è un rinomato campione nazionale e un ottimo maestro di tiro, oltre che un solerte assistant coach nelle nostre appassionate esercitazioni. Ai nostri microfoni Michele Ninno. 4H: MN: 4H: MN:

4H: MN:

4H: MN:

A che età hai iniziato a praticare Tiro a Segno? Ho iniziato a 14 anni, quando frequentavo il primo anno delle Superiori. Hai ottenuto risultati importanti fino ad ora? Sì, ho vinto più volte il campionato regionale ad aria compressa 10 m e a fuoco 25 m e mi sono qualificato nella top 10 nazionale. Come ti sei avvicinato a questa disciplina sportiva? Per caso, un giorno mio padre mi portò qui al poligono e fu così che conobbi il presidente. Mi vide incuriosito e mi fece provare subito. Ora alleni? Sì, sono responsabile del settore sportivo, alleno i ragazzini ad aria compressa e nel poligono a fuoco.

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Ringraziamo Michele Ninno per la sua disponibilità e, soprattutto, per la pazienza che ci riserva durante le nostre esercitazioni di tiro.

a scuola di tiro a segno CLASSE 4H

Who? Gli studenti della classe 4H del Liceo Scientifico Sportivo “A. Einstein” di Teramo. What? Frequentano un corso di tiro a segno. When? Ogni lunedì, della durata di 3 ore a lezione e di 60 ore complessive. Where? Al Poligono sito nell’impianto dell’Acquaviva di Teramo. Why? Per apprendere le tecniche di tiro, per acquisire l’autocontrollo, la concentrazione, la prudenza, la consapevolezza delle regole di sicurezza e per incrementare l’autostima.


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unione italiana tiro a segno RICCARDO CECI, SIMONE RAGNI, DONATO ROBBE, IGOR CIPRIETTI, DAVIDE D’OSTILIO, ELIA CICHETTI (4H)

che cos’è? è un ente che si occupa del governo, dell’organizzazione e del controllo del tiro a segno in Italia. E’ affiliata al Coni. Quando è nata? Nel 1882 la legge istituì il Tiro a Segno Nazionale, per volontà di Giuseppe Garibaldi, al fine di consentire a tutti i cittadini italiani di addestrarsi all’uso delle armi da fuoco. Poco dopo, nel 1885, venne costituita a Roma la Federazione del tiro a segno. Fu deciso che le armi di utilizzo dovessero essere i fucili d’ordinanza dell’esercito. Solo nel 1894 prese il nome che detiene tuttora mentre nel 1919 entrò

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a far parte del Coni. Oggi è anche ente pubblico che dipende direttamente dal Ministero della Difesa e si occupa del coordinamento delle attività di circa 300 sezioni del Tiro a Segno Nazionale presenti nel territorio. Di che si occupa? Della tenuta dei corsi di tiro, teorici e pratici, ai fini del rilascio della certificazione di idoneità all’uso delle armi da fuoco; dell’attività formativa dei soggetti obbligati ad aggiornamento periodico nell’utilizzo di armi da fuoco; della direzione di tiro ludico e accademico; della direzione di gare. L’attività di addestramento viene svolta sotto la responsabilità dei direttori e degli istruttori di tiro autorizzati dal sindaco del comune italiano di residenza.


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