Horiki Katsutomi Mitologica
Ogigia IV, 1998
Horiki Katsutomi Mitologica
a cura di / edited by Gaspare Luigi Marcone
Mostra coordinata da / Exhibition coordinated by Neil Frazer Davenport Verbania
3 - 26 Luglio 2009 3 - 26 July 2009
Finito di stampare nel giugno 2009 Š tutti i diritti riservati / all rights reserved
Horiki Katsutomi Mitologica
“Il mito è di sua natura monocorde, ricorrente, ossessivo.” Cesare Pavese
Nella cultura greca il termine mythos indica la parola, il racconto leggendario, sacro ed eterno; mythos è in opposizione a logos, il discorso razionale, logico e scientifico. Il racconto mitologico esprime un sapere ciclico, senza tempo, fluttuante e narra le vicende di eroi e divinità, a volte incomprensibili, enigmatiche per la mente umana. Horiki Katsutomi (1929), con il suo ultimo ciclo di opere, può essere considerato un artista “mitologico”. I suoi dipinti possiedono i caratteri di una narrazione e riflessione infinita e atemporale. Il metodo pittorico e i soggetti raffigurati esprimono una costante idea di ricerca, di viaggio, di ciclicità che sembra non trovare mai fine. L'Odissea di Omero, con i suoi personaggi e luoghi simbolici, è il testo letterario che ha ispirato l'artista. Il poema omerico, da quasi tremila anni, incarna la metafora per eccellenza del viaggio e della conoscenza. Horiki ha lasciato il Giappone, sua terra natale, nel 1969 per approdare in Europa; egli ha vissuto e continua a vivere il suo viaggio fisico e artistico. È diventato un nuovo Ulisse (Odisseo nella dizione greca), eroe a cui ha rivolto la sua riflessione negli ultimi dieci anni. Una riflessione che diventa ossessione. In realtà è la figura dell'artista in senso assoluto a trasformarsi in Ulisse, personaggio che vive per la conoscenza. Il maestro nipponico ha dipinto molte varianti di Ulisse con colori e formati diversi, ma con una costante simbolica: l'eroe si trasforma nello strumento del suo viaggio. Nella
parte alta della tela appare una larga striscia pulviscolare, quasi una cometa che viaggia nel cosmo, una striscia che simboleggia la chiglia di una nave. Una striscia “astratta”, nell'etimologia latina del termine (abstraho, “prelevo”, “estraggo”), che sintetizza l'oggetto fisico, la nave, con un gesto pittorico essenziale. L'arte di Horiki è pittura di sintesi e concentrazione, di armonia e silenzio che nasce dalle sue radici orientali. Lo sfondo è dato da infinite velature cromatiche, palpitanti strati di colore che possono uniformarsi nel rosso-violaceo, in tonalità brune o nel chiarore del rosa-bianco. L'artista ha sperimentato molte varianti tonali, senza mai fermare la sua ricerca. La pittura diventa una necessità esistenziale. La patria di Ulisse, Itaca, è il luogo di partenza e ritorno del suo percorso, ma rappresenta anche il pensiero dominante dell'eroe omerico che, dopo anni di peregrinazioni e sofferenze, non riesce a dimenticare la sua terra. Itaca è stata dipinta con colori e formati diversi ma con un'altra costante simbolica: Itaca è una linea d'orizzonte posta sulla parte alta della tela, una linea di partenza, un confine da raggiungere e superare per poi, ciclicamente, farvi ritorno. È una sottile speranza, un luogo di dolci ricordi e di nuove sofferenze; Ulisse deve lottare contro i nobili pretendenti per riavere la sua terra, la sua casa e la sua Penelope. In Itaca l'idea latente sembra essere la “nostalgia”; infatti, come genere letterario, l'Odissea di Omero è un nostos, un poema del ritorno. 3
luce e il colore; tale profondità non è codificata tramite una prospettiva logico-matematica tipica del Rinascimento italiano, ma attraverso velature cromatiche assimilabili alla tecnica fiamminga, ottenendo una prospettiva empirica basata sulla “sensibilità”. Giustamente, in altri contributi critici, sono state evidenziate analogie stilistiche e concettuali con artisti come Roman Opalka (1931) per la pratica pittorica “ossessiva” volta a indagare l'idea di tempo e memoria, con André Derain (1880-1954) per la “libertà coloristica” e con Mark Rothko (1903-1970) per la qualità cromatica e “spirituale” di alcune sue composizioni; Rothko e Horiki, tentano di seguire indirettamente e con registri personali, la strada di un maestro assoluto del colore, William J. M. Turner (17751851), e in particolare alcune vedute veneziane realizzate dal 1840, dove il paesaggio “vaporoso” della laguna è colto con tutte le sue variazioni atmosferiche e spaziali solo tramite la leggerezza del colore. La riflessione di Horiki sul ciclo omerico dell'Odissea si trasforma in una metafora della memoria personale estesa a livello collettivo, un simbolo dell'uomo che vive e viaggia per conoscere e conoscersi. L'artista come un cantore dell'antichità narra, nel presente, la sua visione del mito. La sua poesia, è la sintesi di un pensiero venuto dall'Oriente e che non ha ancora concluso il suo viaggio.
Altro personaggio emblematico è Calipso. La ninfa prende il suo nome dal verbo greco kalypto, che indica l'idea di “nascondere”, a volte anche “proteggere” o “morire”. Calipso è colei che nasconde-protegge Ulisse e quindi nasconde o può far morire anche la conoscenza che l'eroe simboleggia; per sette anni egli vive su Ogigia (altra serie dipinta dall'artista) isola della dea, ammaliato dalla sua bellezza e da una vita felice; ma il solitario Ulisse rifiuta l'immortalità e il piacere per soddisfare il suo desiderio di viaggio e di ritorno a Itaca. Già Cesare Pavese (1908-1950) scrivendo L'Isola (nei Dialoghi con Leucò del 1947) ha indagato poeticamente il rapporto tra Calipso e Ulisse, intriso di enigmi, ansie e incertezze sul destino umano. Anche la pittura di Horiki diventa poesia; i suoi Calipso hanno una tonalità chiara, vibrante e lattiginosa con una struttura verticale, quasi un taglio simmetrico che richiama l'organo femminile, luogo di origine, gestazione e protezione dell'uomo. Si percepisce una labilità “liquida” (con ovvi richiami psicoanalitici) data sia dai soggetti raffigurati, sia dall'effetto strettamente pittorico di una materia quasi impalpabile e fluttuante. Il valore lirico dei dipinti è paragonabile all'essenzialità della poesia giapponese; l'haiku, è un componimento di soli tre versi, che tenta di racchiudere l'idea di assoluto e infinito dopo la meditazione del poeta davanti alla straordinarietà della natura. Horiki Katsutomi, con l'equilibrio della sua mano, crea composizioni eteree dalle quali emerge una profondità spaziale (e concettuale) ottenuta solo con la
Gaspare Luigi Marcone
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Mitologica
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Horiki Katsutomi Mythological
“Myth is by its very nature monochordal, recurrent, obsessive.”
Cesare Pavese
In Greek culture the term mythos indicates the word, the legendary story, sacred and eternal; mythos as opposed to logos, rational discourse, logical and scientific. The mythological story expresses a timeless, fluctuating, cyclical knowledge and narrates the vicissitudes of heroes and divinities, at times enigmatic, incomprehensible to the human mind. With his latest cycle of works Horiki Katsutomi (1929) may be considered as a “mythological” artist. His paintings possess the characteristics of infinite and atemporal narration and reflection. The pictorial method and the subjects depicted express a constant idea of research, of travel, of seemingly endless cyclicity. Homer’s Odyssey, with its symbolic characters and locations is the literary text that has inspired the artist. For almost three thousand years the Homeric poem has embodied the metaphor of travel and knowledge par excellence.Horiki left his Japanese homeland in 1969, landing in Europe where he continues to live out his physical and artistic journey. He has become a new Ulysses (Odysseus in the Greek texts), the hero to whom he has devoted his attention over the last ten years. Attention that verges on obsession. In reality it is the figure of the artist in the absolute sense that becomes Ulysses, a character who lives for knowledge. Horiki has painted many variations on Ulysses with diverse colours and formats, but a symbolic constant: the hero is transformed into the instrument of his journey. In the upper part of the canvas appears a broad, pulviscular stripe resembling a comet passing through the cosmos, a stripe symbolising the keel of a a ship. A strip that is “abstract” in the Latin etymology of the term (abstraho,
“remove”, “extract”) and which synthesizes the physical object, the ship, with a spare pictorial gesture.The art of Horiki is a painting of synthesis and concentration, of harmony and silence that is born out of his oriental roots. The background is developed out of infinite chromatic washes, palpitating layers of colour that may unify in red-purple or bronzed tones or the diffused glow of pinkish white. The artist continues to experiment with many chromatic registers in an on-going process of research. Painting becomes an existential necessity. The fatherland of Ulysses, Ithaca, is the both the starting point and destination of his journey, but also becomes the overriding thought of the mythical hero who, after years of wandering and suffering, is unable to forget the land of his birth. Ithaca has also been painted in various colours and formats but with another symbolic constant: Ithaca is a horizon located high on the canvas, a line of departure, a confine to be gained, overcome and, in a never-ending cycle, to be sought once again. It is a subtle hope, a place of sweet memories and new suffering; Ulysses had to fight the noble pretenders to regain his land, his home and his Penelope. In Ithaca, the latent idea would appear to be “nostalgia”; in fact, in terms of literary genre, Homer’s Odyssey is a nostos, a poem of return. Another emblematic figure is Calypso. The nymph takes her name from the Greek kalypto, which suggests the idea of “to hide” and at times also “to protect” or “to die”. Calypso is therefore she who hides-protects Ulysses and therefore hides or can cause to die the knowledge the hero symbolizes; for seven years he lives on Ogygia (another of the artist’s favourite subjects), the island of 16
1954) and his “colouristic freedom” and Mark Rothko (1903-1970) thanks to the chromatic and “spiritual” quality of certain compositions; indirectly and with personal agendas, Rothko and Horiki both attempt to follow the lead of an absolute master of colour. William J. M. Turner (1775-1851), and in particular a series of Venetian views painted from 1840 in which the “vaporous” landscape of the laguna is captured in all its atmospheric and spatial variations exclusively through the lightness of colour. Horiki’s reflection on the Homeric cycle of the Odyssey transforms into a metaphor of personal memory extended to a collective level, a symbol of a man living and travelling in order to know and to know himself. The artist as a cantor of antiquity narrates, in the present, his vision of the myth. The poetry of Horiki Katsutomi is the synthesis of thinking from the East whose journey has yet to be completed.
the goddess, bewitched by her beauty and by a happy life; however, the solitary Ulysses eventually refuses immortality and pleasure in order to satisfy his desire for travel and a return to Ithaca. In “The Island” (from Dialogues with Leucos, 1947) Cesare Pavese (19081950) poetically investigated the relationship between Calypso and Ulysses, ridden with enigma, angst and uncertainty regarding human destiny. Horiki’s painting too becomes poetry; his Calypsos have light, vibrant and milky tones, with a vertical structure, almost a symmetrical slash recalling the female sexual organ, place of man’s origin, gestation and protection. One may perceive a “liquid” delicacy (with overt psychoanalytical references) deriving from both the subjects depicted and the purely painterly effect of an almost impalpable, shimmering material. The lyrical value of the paintings is comparable to the essentiality of Japanese poetry; the haiku is a composition of three lines that attempts to embrace the idea of absolute and infinite following the poet’s meditation faced with the marvel of nature. With the equilibrium of his hand, Horiki Katsutomi, creates ethereal compositions from which emerge a spatial (and conceptual) profundity obtained solely through the use of light and colour; this profundity is not codified through the logical-mathematical perspective typical of the Italian Renaissance, but through chromatic layering in the Flemish tradition, obtaining an empirical perspective based on “sensitivity”. Quite rightly, other critics have identified stylistic and conceptual analogies with artists such as Roman Opalka (1931) and his “obsessive” investigation of time and memory, André Derain (1880-
Gaspare Luigi Marcone
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Horiki Katsutomi Nato a Tokyo nel 1929. Vive in Italia dal 1969.
Horiki Katsutomi Born in Tokyo in 1929. Resident in Italy since 1969.
Principali Mostre:
Selected Exhibitions:
2009 Mythological, Lakeside Art Gallery, Verbania, (text by Gaspare Luigi Marcone) 2009 Overzichtstentoonstelling Katsutomi Horiki, World Art Delft, Delft (text by Aart van Zoest) 2008 A Grammar of the Invisible, Weber & Weber, Turin, (text by Alessandra Ruffino) 2003 Galleria Giancarlo Salzano, Turin, (text by Francesco Poli) 2001 Galleria Giancarlo Salzano, Turin 1999 Galleria Triangolo Nero, Alessandria, (text by Dino Molinari) 1999 Arco ’99, Contemporary Art Fair, Madrid, Galleria Paolo Tonin (group exhibition) 1995 Galleria Maurizio Corraini, Mantua, (text by Elena Pontiggia) 1994 Galleria Arte Centro, Milan, (text by Elena Pontiggia) 1987 Galleria Giancarlo Salzano, Turin, (texts by Andrea Balzola, Gino Gorza, Giancarlo Salzano) 1977 X National Quadriennial, Rome, Palazzo delle Esposizioni (group exhibition) 1976 Galleria Simaryp, Valenza, (text by Riccardo Cavallo) 1972 Promotrice delle Belle Arti, Turin
2009 Mitologica, Lakeside Art Gallery, Verbania, (testo di Gaspare Luigi Marcone) 2009 Overzichtstentoonstelling Katsutomi Horiki, World Art Delft, Delft (testo di Aart van Zoest) 2008 Una grammatica dell’invisibile, Weber & Weber, Torino, (testo di Alessandra Ruffino) 2003 Galleria Giancarlo Salzano, Torino, (testo di Francesco Poli) 2001 Galleria Giancarlo Salzano, Torino 1999 Galleria Triangolo Nero, Alessandria, (testo di Dino Molinari) 1999 Arco ’99, Arte Fiera contemporanea, Madrid, Galleria Paolo Tonin (mostra collettiva) 1995 Galleria Maurizio Corraini, Mantova, (testo di Elena Pontiggia) 1994 Galleria Arte Centro, Milano, (testo di Elena Pontiggia) 1987 Galleria Giancarlo Salzano, Torino, (testi di Andrea Balzola, Gino Gorza,Giancarlo Salzano) 1977 X Quadriennale Nazionale di Roma, Palazzo delle Esposizioni (mostra collettiva) 1976 Galleria Simaryp, Valenza, (testo di Riccardo Cavallo) 1972 Promotrice delle Belle Arti, Torino
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Opere:
Works:
Itaca, olio e acrilico su tela, 110 x 131 cm, 2003, p. 7
Ithaca, oil and acrylic on canvas, 110 x 131 cm, 2003, pg. 7
Itaca, olio e acrilico su tela, 110 x 131 cm, 2002, p. 9
Ithaca, oil and acrylic on canvas, 110 x 131 cm, 2002, pg. 9
Ulysses, oil and acrylic on canvas , 110 x 131 cm, 2009, pg. 8
Ulisse, olio e acrilico su tela, 110 x 131 cm, 2009, p. 8
Ithaca, oil and acrylic on canvas, 70 x 80 cm, 2007, pg. 10
Itaca, olio e acrilico su tela, 70 x 80 cm, 2007, p. 10
Ulysses, oil and acrylic on canvas, 60 x 80 cm, 2009, pg. 11
Ulisse, olio e acrilico su tela, 60 x 80 cm, 2009, p. 11
Double Ulysses, oil and acrylic on canvas, 60 x 80 cm, 1999-2001, pg. 12
Doppio Ulisse, olio e acrilico su tela, 60 x 80 cm, 1999-2001, p. 12
Ulysses, oil and acrylic on canvas, 60 x 80 cm, 2009, pg. 13
Ulisse, olio e acrilico su tela, 60 x 80 cm, 2009, p. 13
Ithaca, oil and acrylic on canvas, 70 x 80 cm, 2007, pg. 14
Itaca, olio e acrilico su tela, 70 x 80 cm, 2007, p. 14
Ringraziamenti / Thanks to Beatrice Ferri, Valentino Albini, Lorenzo Camocardi Sally Davenport - Working Law Solicitors Marisa Cortese - Associazione Siviera
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Via Tacchini 26 28922 Verbania Tel. 0323 556252
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Crediamo fermamente nei benefici delle sinergie tra arte e design, tra impresa e cultura. La filosofia di una galleria dʼarte che espone artisti sia locali che internazionali con il denominatore comune della qualità assoluta è in piena sintonia con la nostra azienda, da sempre legata al territorio verbanese ma con una vocazione nazionale ed internazionale. Horiki Katsutomi, un artista giapponese residente in Italia da molti anni, rispecchia questa dimensione internazionale con il suo raffinato connubio tra oriente ed occidente ed una pittura di rara sensibilità. We are firm believers in the benefits of synergy between art and design, between business and culture. The concept of an art gallery exhibiting both local and international artists with a common denominator of absolute quality is an ideal match for our company, deeply rooted in the Verbania area but with a national and international outlook. Horiki Katsutomi, a Japanese artist resident in Italy for many years, reflects this international dimension with his sophisticated blend of east and west and a painterly style of rare sensitivity. Grafica :
di Lucia Lucchetta - duellegrafica@libero.it
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Calipso, 1999