Mensile di informazioni varie - anno 3 - n. 8 - Gennaio 2015 Iscrizione al Tribunale di Lamezia Terme - n. 609/09 Rug. - 4/09 Reg. Stampa Direttore Responsabile: Antonio Perri Edito da: Tipolitografia Perri Lamezia Terme - Via del Progresso, 200 Tel. 0968.21844 - e.mail. perri16@gmail.com
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Stampa: Michele Domenicano - Allestimento: Peppino Serratore Redazione: Nella Fragale - Perri Antonio Progetto grafico&impaginazione: Tipolitografia Perri - 0968.21844
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I talent Show hanno conquistato le reti nazionali (e non solo) tanti sono i giovani che si cimentano nelle varie competizioni canore. Anche la nostra città è stata egregiamente rappresentata da un giovane bravo e appassionato, cantante lametino. Dopotutto, lo stesso Morgan, Giudice di Xfactor ha elogiato, Michele Grandinetti dicendo “Aldilà di qualsiasi discorso legato all’immagine e alla simpatia, tutte cose che comunque Michele ha, siamo di fronte a una voce
incredibile, a una musicalità veramente unica. Se questo è l’X Factor della voce, Michele Grandinetti ha la voce”.
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Ciao Michele! Innanzitutto, grazie per la tua disponibilità. So da fonti certe, una tua ex compagna di scuola, che sei restio a farle. Vorrei iniziare questa intervista partendo dall’inizio, ovviamente riferendomi al canto. Come è nata la tua passione per la musica e, soprattutto, per il canto. Grazie a voi invece! Ricordo di
avere sempre cantato fin da quando ho memoria anche se però inizialmente ho iniziato a studiare pianoforte. Ricordo però un momento particolare, quando la mia insegnante di pianoforte un giorno mi fece ascoltare un duetto appena uscito tra Andrea Bocelli e Giorgia; ricordo di essere rimasto sconvolto dal timbro e dalla potenza di quelle voci. Corsi a comprare l’album… credo che da quel momento sia iniziata la mia passione per le grandi voci.
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Michele, cosa è per te la musica, qual è il tuo rapporto con lei e ancora, quanto questo rapporto è cambiato nel corso degli anni? Il rapporto con la musica personalmente è cambiato nel tempo e non so ancora quanto e in che modo cambierà. Quando ero un bambino era puro piacere sensoriale, durante l’adolescenza è stata un rifugio e uno sfogo (come penso per molti adolescenti),
poi è stata serio oggetto di studio mentre adesso è un lavoro. Credo che la musica sia una delle più alte espressioni dell’essere umano e un’inesauribile fonte di bellezza e serenità.
La musica che hai ascoltato crescendo, quella dei tuoi genitori, per esempio, ti ha influenzato in qualche modo, oppure hai seguito strade del tutto per4
sonali? Non credo di essere stato influenzato dalla musica che ascoltavano i miei genitori anche se Mina e Battisti, per esempio, non possono non avere influenzato tutti noi italiani anche indirettamente… Come accennavo prima sono sempre stato colpito fortemente dalla voce e da quello che la voce riesce a trasmettere anche senza volerlo, semplicemente con un vibrato particolare o dal modo in cui pren-
Come definiresti la tua musica? Classic Rock, Blues, Soul o… Definirei la mia voce pop con influenze Soul e R&B.
dere aria.
questo lavoro di ricerca continua.
C’è stato un cantate che ti ha ispirato? Ce ne sono molti ma se dovessi indicarne solo uno direi Mariah Carey degli anni ’90, perché è riuscita a sublimare tutte le più belle caratteristiche vocali del Soul e del Rhythm & Blues americano degli anni 50’ e 60’.
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Tu che musica e canzoni ascolti? Visto che attualmente il mio impegno principale è reinterpretare su YouTube canzoni famose contemporanee direi che ascolto tutto quello che c’è di nuovo in giro, quindi diciamo che sono molto influenzato da
Secondo il tuo parere, tra espressività, capacità tecnica o ispirazione, quale dote è quella più importante per essere un buon cantante? In ordine direi prima ispirazione, espressività e poi capacità tecnica. La capacità tecnica ti permettere di avere più strumenti a disposizione
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per arricchire se necessario la propria idea artistica. E’ come per un pittore avere tanti colori e pennelli a disposizione… si ha più possibilità di scelta, questo è per me il valore della capacità tecnica in un cantante.
Adesso vivi e lavori a Milano, ma hai fatto i tuoi studi anche in America, vuoi parlarci di questo periodo e quali sono state le tue prime esperienze da cantante? Appena finito il liceo andai a
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Boston negli Stati Uniti a studiare musica. E’ stata certamente l’esperienza più formativa della ma vita. Era bellissimo vedere così tanti giovani ragazzi con la tua stessa passione, potersi confrontare con loro e condividere gli stessi
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sogni e aspirazioni. Ho iniziato proprio a Boston a cantare di fronte ad un pubblico per la prima volta, all’inizio davanti ai compagni di corso poi davanti a sempre più persone.
Mentre eri in America, hai fatto anche una tournee in Asia e inciso anche un album. Raccontaci questa esperienza. Mentre studiavo in America, un noto produttore discografico mi propose di incidere un album a Stoccolma. Mentre mi trovavo in Svezia per le registrazioni, la Sony BMG Thailandia mi offrì un contratto discografico che mi impegnava a promuovere l’album in Thailandia. Andai così a vivere a Bangkok per circa un anno, promuovendo l’album seguendo il normale percorso che i cantanti fanno quando sono in promozione. A causa però del colpo di Stato che colpì il paese, fui costretto a tornare in Italia e da lì è ini6
ziata una nuova pagina della mia vita andando a vivere a Milano.
Adesso ti sei stabilito a Milano, differenze lavorative fra l’Italia e l’America per quanto riguarda il mercato discografico. I talent show hanno completamente modificato il modo in cui le case discografiche scoprono e lavorano con i nuovi talenti. Io credo che al momento in Italia la situazione sia drammatica. Le case discografiche non investono più sui nuovi talenti perché gestiscono i vincitori dei talent da “provare” per un anno (i quali, in quanto vincitori, hanno già raggiunto popolarità grazie al talent stesso). Se funziona, continuano a lavorarci insieme, altrimenti li lasciano per strada perché hanno come sostituti i nuovi vincitori da “provare” per un altro anno. Una volta quando si credeva in un artista si insisteva per farlo
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emergere, non bastava una canzone andata male per smettere di investire su di lui. Anche in America la situazione è simile ma meno vergognosa che in Italia.
Come giudici la tua esperienza a x-factor? Umanamente terribile perché la produzione ti considera come carne da macello che serve solo ad aumentare lo share televisivo. Come esperienza invece la giudico positiva perché mi ha permesso di riprendere in mano la mia passione per il canto e di aprire il canale YouTube grazie al quale al momento sto avendo tante soddisfazioni. Per un giovane come te, che vuole farsi conoscere, quanto è importante avere un canale youtube dove pubblicare i propri lavori? E’ importantissimo per farsi
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conoscere! Però voglio precisare che io NON utilizzo YouTube come “trampolino di lancio” con la speranza di affermarmi nel mercato discografico. Per me YouTube è il luogo in cui comunicare direttamente con i follower, il luogo in cui costruire insieme una “famiglia” per poter condividere le cover, le canzoni e i progetti artistici. Quali sono i tuoi prossimi impegni? Il mio prossimo impegno è quello di far conoscere le voci più belle che ascolto su YouTube proprio attraverso il mio canale… Il mio desiderio è quello di riuscire a collaborare e quindi duettare con i cantanti più bravi che scopro sulla rete non solo in Italia, e farli conoscere a più gente possibile.
Come già accennato, vivi e lavori fuori dalla tua città di origine. Non ti manca Lamezia? Non vorresti poter ritornare qui? Certo Lamezia mi manca. Mi mancano ancora di più gli amici di sempre e gli affetti più cari ma al momento penso sia
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proprio impossibile tornare a vivere a Lamezia a causa del lavoro che faccio. Milano
essendo una grande città offre molte più possibilità da tanti punti di vista.
Viviamo in una situazione economica difficile e, per nessuno, è facile trovare lavoro. A tuo avviso, cosa potrebbero fare i politici lametini per rilanciare la città ed assicurare un lavoro/futuro ai giovani che, come te, molto spesso sono costretti a partire? La politica non può accontentarsi, deve sempre guardare al futuro e non limitarsi alla “normale amministrazione” e per questo bisogna avere coraggio e osare. Se si vogliono grandi
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cambiamenti i politici non devono avere paura di puntare in alto, devono prendere spunto da altre realtà, devono viaggiare e aprire la mente altrimenti la situazione sarà sempre quella attuale che porta necessariamente i giovani con buone idee a rassegnarsi ridimensionandole oppure a partire per trovare sostegno altrove.
Per concludere, quanto è stato importante, per poter studiare fuori e provare nuove esperienze, avere l’appoggio della tua famiglia? E’ stato fondamentale. Se non avessi avuto una famiglia tanto comprensiva forse al momento starei facendo tutt’altro cantando magari solamente sotto la doccia. Con quest’ultima domanda si conclude la nostra intervista con Michele. Nella speranza di rivederlo presto in scena, in qualche teatro, magari proprio quello che in città porta il suo cognome, gli auguriamo un grande in bocca al lupo per il futuro.
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E’ partito il nuovo anno accademico dell’Istituto Superiore di Studi Musicali Tchaikovsky di Nocera Terinese (CZ), la cui cerimonia inaugurale si è svolta il 18 novembre con due appuntamenti, quali la visita ufficiale e istituzionale del nuovo Direttore Generale del MIUR Alta Formazione Artistica e Musicale, il Dott. Mario Alì e il concerto inaugurale che si è tenuto, alle ore 19.00, presso il Teatro “Campus F.Tonnara” di Amantea. Il Dott. Mario Alì è stato dapprima in visita nelle sedi del Tchaikovsky e, al cospetto di tutta la dirigenza, del corpo docen-
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ti dell’Istituto e degli studenti, ha ufficialmente tagliato il nastro rosso della nuova sede dell’Orchestra del Conservatorio contenente una sala da concerti da 200 posti, aprendo ufficialmente il nuovo anno. Importanti le parole del Direttore Alì, che pubblicamente ha dichiarato: “Venendo qui ho visitato posti meravigliosi, persone meravigliose e professionisti seri e competenti. Sono io, dunque, che dico grazie a voi. Io, come Direttore Generale, ho il compito di vedere come funziona la cultura nel nostro paese e come la stessa cresce. Questa è l’essenza del mio incarico. Io rimango sbalordito. Quello che sono riuscito a capire in questi giorni è che, per capire le realtà bisogna andarci dentro, bisogna viverle, bisogna capire con chi abbiamo a che fare e, soprattutto, bisogna rispettarle. Quindi, il mio è veramente un ringraziamento a questa istituzione per ciò che ha realizzato fino ad ora e per quanto, sono certo, realizzerà in futuro”. La visita del Direttore Generale Alì, che ha individuato il Tchaikovsky fra tutti i conservatori d’Italia per l’apertura ufficiale del nuovo anno accademico, segna certamente una data memorabile per il Tchaikovsky. Nel tardo pomeriggio, alle 19.00 ha presenziato al concerto inaugurale tenutosi presso il Teatro “Campus F.Tonnara” di Amantea, dove si è esibita l’Orchestra Filarmonica della Calabria diretta dal M°Filippo Arlia, presentando al pubblico un repertorio lirico-sinfonico con musiche di Verdi, Puccini e Rossini
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che ha visto protagoniste le voci di Teresa Cardace (soprano) e Sabino Martemucci (tenore), fino al richiestissimo bis “To Candide” di Bernstein. Teatro al completo, applausi e standing ovation finale per l’eccellente performance della talentuosa orchestra, tanto da spingere, dopo il concerto, il Dott. Mario Alì a dichiarare pubblicamente ” dopo quello che ho ascoltato e visto concretamente in questi giorni, posso dire che questo istituto rappresenta un orgoglio per questa nazione”. Questo inizio di anno accademico vede anche un passaggio di dirigenza del Tchaikovsky nel segno della continuità. La comunità d’Istituto ha infatti salutato il Direttore uscente per scadenza di doppio mandato, il M°Pierfrancesco Pullia e ha eletto il nuovo Direttore, il M°Filippo Arlia già vice direttore del Tchaikovsky, ruolo che sarà ricoperto ora dal M°Pullia. Il Direttore uscente, con compiacimento ha dichiarato: “Porgo anzitutto le mie congratulazioni al nuovo Direttore Arlia, con il quale in questi anni, nell’ottica di una “vision” e di obiettivi comuni, abbiamo sempre operato verso la stessa direzione di creare un’istituzione in cui la cultura, la ricerca, lo studio e l’eccellenza dell’Alta Formazione Musicale potessero trovare uno spazio che ne valorizzasse i contenuti. Oggi, la visita del Direttore Generale, ne è la dimostrazione e
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ha segnato certamente un momento storico e indelebile per la nostra istituzione. Le parole spese dal Dott. Alì sigillano lo straordinario livello di qualità raggiunta, nonché la definitiva collocazione del Conservatorio fra le più importanti istituzioni di alta formazione artistica e musicale nel sistema nazionale”. Seguono le parole di compiacimento da parte del neoeletto direttore Arlia, il quale ha dichiarato ” certamente la presenza del Direttore Generale conferma, ancora una volta, la straordinaria capacita di questa istituzione di produrre eccellenza, anche grazie ad una “macchina organizzativa” funzionale che ha saputo negli anni, promuoversi nella direzione di incrementare e accrescere sempre di più il sistema delle eccellenze” Ma molte ancora le novità, in quanto, a presenziare alla cerimonia d’apertura, anche Khaled Slama, Direttore dell’Institut Supérieur de Musique de Sousse – Université de Tunis, referente delegato di tutti i Conservatori di Musica della Tunisia, anch’egli in visita ufficiale al Tchaikovsky, il quale ha dichiarato: “Ringrazio veramente di cuore questa istituzione che, nel nostro paese e qui, ha saputo promuovere la cultura senza far sentire alcun tipo di barriera, come solo la musica può fare e lo dimostra il fatto che oggi, qui in queste sedi, si è venuta a creare la stessa situazione creatasi in Tunisia quando, nei mesi scorsi, abbiamo ospitato la delegazione del Tchaikovsky. Noi abbiamo sentito una forza interiore nella nostra cultura che ci ha talmente condizionato da aprirci alla vostra, spingendoci a condividere gli stessi obiettivi. L’incontro con questa istituzione ha risvegliato la nostra sensibilità per la cultura e l’apertura. Ci siamo chiesti: cosa vogliamo noi dalla cultura e cosa vogliamo da loro? Ecco, noi ci sentiamo di poter dire che vogliamo condividere un percorso, umano e culturale, e ci mettiamo nelle “mani” di questa istituzione per poter crescere, insieme, di livello”. Non poteva, pertanto, mancare la dichiarazione del Sindaco di Nocera Terinese, il Dott. Gaspare Rocca che, proprio in virtù dei risultati raggiunti negli anni dal Tchaikovsky ha affermato “io credo che questa istituzione abbia e stia dimostrando con i fatti il valore che ha in un contesto internazionale. Qui a Nocera si fa eccellenza della formazione e si fa musica di qualità. Credo che questa istituzione debba avere la giusta attenzione
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che merita da parte di tutte le istituzioni e l’impegno di questa amministrazione va anche in questa direzione”. Un anno accademico che trova dunque il suo esordio con grandi e concreti obiettivi e con il quale coincide, altresì, la partenza del rinnovato Festival della Musica di Eccellenza, da quest’anno dislocato su base regionale (Lamezia, Catanzaro, Amantea, Cosenza e Nocera Terinese) e, per queste ragioni, rinominato “Festival del Mediterraneo”, il quale prenderà le mosse dal Comune di Catanzaro con il concerto di apertura sabato 13 Dicembre, fissato per le ore 19.00, dell’Orchestra Filarmonica della Calabria presso il Teatro “Casalinuovo” di Catanzaro. Per tutte queste ragioni e per la ricchezza delle attività imminenti, molte sono state le rappresentanze istituzionali, oltre alle già su citate, che hanno voluto presenziare al concerto inaugurale dell’anno accademico: dal Sindaco di San Mango d’Aquino, il dott. Leopoldo Chieffallo, al sindaco di Amantea, la dott.ssa Monica Sabatino, all’assessore al Turismo Dott. Giovanni Battista Morelli del Comune di Amantea, all’ex sindaco di Nocera Terinese, l’Ing. Luigi Ferlaino, al Provveditore degli Studi di Cosenza, il Dott. Luciano Greco, alla dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo Goffredo Mameli, Prof.ssa Caterina Policicchio, nonché consiglieri e assessori dei
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comuni di Amantea e Nocera, nonché consiglieri regionali. Le novità di quest’anno riguardo i Corsi Pre-Accademici – Pre Afam è l’inserimento di nuove Cattedre e la nascita del Dipartimento di Musica Jazz guidato dal M° Egidio Ventura. I nuovi corsi sono Pianoforte Jazz, Percussioni Jazz, Basso Elettrico Jazz, Sassofono Jazz, l’intenzione è quella di ampliare il dipartimento con altri corsi di Musica Jazz con il prossimo anno che sta per arrivare. Il Dipartimento di Musica Jazz è situato nella sezione distaccata di Lamezia Terme ( Palazzo ex Ufficio Sanitario). Il Vice Direttore del Conservatorio Piefrancesco Pullia “Tchaikovsky”, ha rilasciato una breve dichiarazione a proposito dell’apertura del Dipartimento Jazz “… pensiamo sia importante incominciare a informare e fornire strumenti di studio a tutti gli allievi che vogliono intraprendere un Corso di Studio per arrivare come obiettivo di raggiungimento di un Titolo legalmente riconosciuto dalla Legge e che sia equipollente ad una Laurea”. L’anno scorso si è deciso di aprire le porte alla Musica Jazz e lo abbiamo fatto istituendo un Corso Pre-accademico di Percussioni jazz, quest’anno abbiamo ulteriormente allargato le vedute aprendo un altri corsi di Pianoforte, Basso elettrico e sassofono Jazz. Tra l’altro nelle nostre stagioni concertistiche offriamo uno spazio al jazz inserendo nei vari cartelloni Eventi importanti di Jazz per poter avvicinare le persone alla Musica Improvvisata, l’ultimo nella stagione passata è stato nostro ospite Michel Camilo uno dei più Grandi pianisti jazz mondiale nel’occasione abbiamo dato la possibilità agli studenti di frequentare una Master Class di 3 giorni con Camilo, ed in chiusura della Master si è realizzato un concerto finale per pianoforte e orchestra e un piano solo” presso il Teatro Grandinetti di Lamezia Terme” Il nostro Istituto al suo interno sta creando a piccoli passi uno spazio degno alla Musica Jazz, a breve si apriranno altri corsi pre accademici di jazz, con un obiettivo finale di formare un orchestra di jazz del Conservatorio. Intanto le collaborazioni si aprono pure all’esterno già con il nuovo anno , si organizzeranno delle Master Class in collaborazione con Lamezia Jazz e Peperoncino Jazz Festival, ma anche Concerti, Corsi di formazione, Laboratori e tante altre iniziative.
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Il Social Media Manager va a nozze Per essere originali, fino a poco tempo fa i fotografi di nozze fotografavano gli sposi durante la preparazione al grande evento, intenti a farsi il nodo alla cravatta lui e sotto le mani esperte della parrucchiera, lei, oggi non basta più, per essere veramente up to date bisogna affidarsi alle esperte mani di un social media manager. Tanto per cambiare la moda arriva dagli Stati Uniti già terra di wedding planner, ora di social media manager dedicati alle nozze. La catena di hotel newyorkesi W preferisce chiamarli concierge digitali, ma altro non sono che persone che si occupano, non solo del live tweeting della cerimonia, ma alla festa twittano, postano e condividono video con tanto di hashtag personalizzati sulle piattaforme più importanti come Facebook, Instagram e Twitter, sono anche le persone che curano, se gli sposi lo desiderano, il wedding blog, la lista di nozze e dei desideri per la luna di miele
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Il costo di questa consulenza? Appena tremila dollari. Certo non si tratta di una consulenza low cost, ma di sicuro sono da dimenticarsi i servizi fotografici venuti male, le macchine fotografiche usa e getta distribuite agli amici durante il banchetto che inevitabilmente immortalavano momenti imbarazzanti o espressioni antipatiche. Il mondo sta cambiando dando un peso sempre più importante al web ed anche la cerimonia nuziale sta seguendo i tempi, una volta era punto d’orgoglio per gli sposi scrivere a mano le partecipazioni su una carta preziosa, oggi gli inviti arrivano via mail, le liste di nozze si consultano tramite “Google for Wedding” . C’è solo una raccomandazione da fare ad amici parenti ed invitati in genere: se non esiste un social media manager gli scatti o i commenti sui social si possono pubblicare solo previo consenso degli sposi.
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Silvia Pirrotta
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Il cibo come esperienza di crescita umana e solidarietà, come educazione alla conoscenza delle risorse della nostra terra da condividere con gli altri, a cominciare dai più poveri. Sarà questo lo spirito di “Expo-niamo Lamezia”, la cena natalizia organizzata dal Liceo Campanella di Lamezia Terme insieme alla Condotta lametina di Slow Food, alla Caritas Diocesana di Lamezia Terme e all’Istituto Comprensivo “Perri – Pitagora” in programma venerdì 19 dicembre all’Agriturismo “Costantino” in Località Donnantonio a Maida. L’intero ricavato della serata sarà devoluto alla Caritas di Lamezia Terme. Ad animare la serata, la giovane band del Liceo Musicale L’iniziativa, ideata dalla docente Michela Cimmino, vuole unire il messaggio dell’Expo2015 di Milano “Nutrire il pianeta, energia per la vita” e il messaggio della campagna nazionale della Caritas Italiana “Una sola famiglia umana cibo per tutti”. Coinvolgendo gli studenti nell’organizzazione della serata, il Liceo Campanella intende far conoscere ai
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ragazzi il tema di Expo2015 per coglierne il valore educativo e formativo: tutti possiamo farci promotori di una nuova cultura del cibo e dell’alimentazione, capace di coniugare la sostenibilità ambientale con l’esigenza di garantire a tutti gli uomini il diritto a un’alimentazione adeguata sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti umani. Sempre in linea con lo spirito dell’esposizione universale di Milano, la cena sarà tutta “fatta in casa”, con prodotti locali e all’insegna della tipica tradizione gastronomica calabrese. “Grazie alla collaborazione con i diversi partner dell’iniziativa – spiega Michela Cimmino – vogliamo che non rimanga una delle tante cene di beneficenza che si organizzano nel periodo natalizio, ma rappresenti in particolare per i nostri studenti un’esperienza formativa in linea con quanto facciamo a scuola ogni giorno. Per questo abbiamo voluto che gli studenti siano i primi protagonisti della serata. Gli amici di Slow Food prepareranno la cena con il supporto dei ragazzi e la giovane band del Liceo Musicale animerà la serata. Inoltre, alcuni dei nostri ragazzi hanno già iniziato a svolgere servizio di volontariato alla mensa della Caritas Diocesana una volta a settimana. Come docenti sentiamo l’esigenza di trasmettere alle nuove generazioni i valori universali della solidarietà e della fratellanza con tutti gli uomini, in un’epoca storica segnata dall’individualismo e dall’indifferenza: cominciando dai piccoli gesti di ogni giorno, ognuno di noi può sentirsi responsabile di chi, per vari motivi, è rimasto indietro o vive in situazioni di disagio”.
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Dottor Ruberto, partiamo dal risultato elettorale ottenuto in città da quello che era di fatto il suo candidato di riferimento. Come intende capitalizzare un’affermazione che senza dubbio depone a suo favore? Dico subito che il dato elettorale di Lamezia a favore di Salerno è anche il risultato del lavoro portato avanti dall’assessore negli ultimi due anni. E’ evidente poi che il risultato ha premiato il lavoro svolto in città dal Movimento Labor. E questo rappresenta la base di partenza per proporci alla città con un programma alternativo rispetto a quanto fatto dall’attuale Amministrazione comunale di centrosinistra. Sono oltre quattro anni che lavoriamo in questo senso e in ogni quartiere. Non c’è alcuna improvvisazione nelle cose che facciano e nelle idee che proponiamo alla città. Cosa pensa della fase politica e sociale che attraversa la città di Lamezia?
E’ una città che soffre purtroppo di una inadeguata rappresentanza istituzionale. Il Comune, nonostante non sia stato certificato ufficialmente, è in dissesto. Non si spiegherebbe altrimenti il Piano di rientro decennale approvato. E’ 12
importante ricordare che chi andrà ad amministrare la città dovrà fare i conti con una situazione economica-finanziaria difficile occorre pertanto avere grandi capacità manageriali per riuscire ad attrarre investimenti fuori da quelli ordinari. Penso che l’opportunità che
ancora ci offre l’Europa debba essere sfruttata in piano. Se Lamezia vuole uscire dal baratro deve investire su questo e lo dico con molta modestia, non vedo attualmente una classe dirigente in grado di proporre idee nuove.
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Sulla scorta del lavoro da lei portato avanti in qualità di presidente di Calabria Etica, quanto potrebbe questa esperienza ritornare utile alla città? Se è vero che lei intende avanzare la candidatura a sindaco?
Per quanto riguarda la candidatura a sindaco, ho avanzato come lei sa di recente la proposta di svolgere le primarie perché mi pare possa rappresentare una svolta nel centrodestra. Attendiamo cosa accadrà nei prossimi giorni e poi ne riparleremo. Per ciò che lei giustamente evidenzia in merito al lavoro svolto all’interno della Fondazione Calabria Etica, abbiano sostanzialmente lavorato sodo per non “rispedire” indietro Fondi comunitari altrimenti persi. Lavoriamo con 25 progetti e le assicuro che ogni centesimo è rendicontato, e che grazie ai Fondi europei stiamo portando avanti un lavoro immane. Dal credito sociale all’affiancamento all’autorità di gestione, ai centri per la famiglia, al coordinamento del supporto tecnico, alle disabilità grave, all’inserimento lavorativo con disabilità, al mantenimento occupazionale in Calabria, al registro regionale dei volontariati, al servizio civile, al contrasto alla segregazione sociale in area urbana. Tanti progetti per
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cercare di dare risposte concrete, in questo momento di gravi difficoltà che attraversa anche la nostra regione. Calabria Etica si prefigge di realizzare azioni di solidarietà sociale, favorire e valorizzare la famiglia, promuovere la tutela dei diritti civili, in particolare dei soggetti svantaggiati, facilitare il finanziamento e sostentamento di persone fisiche e di famiglie in difficoltà economiche. Ricercare soluzioni volte a costituire un sistema innovativo di lavoro, fondato in misura crescente sull’imprenditorialità sociale e sulla partecipazione in modo da ottenere sicuri vantaggi sinergici. Ecco, tutto ciò in gran parte è stato possibile e lo sarà ancora grazie ai Fondi europei. Io credo che Lamezia ha grandi possibilità ma dovrà sfruttare questa occasione unica prima che l’Unione europea chiuda i rubinetti. Lei ha pensato ad un eventuale programma di governo per la città nel caso dovesse essere aletto a sindaco?
Guardi, i programmi per la città di Lamezia sono sempre gli stessi e questo dimostra che in oltre 40 anni non sono stati mai realizzati seri e concreti progetti di sviluppo del nostro territorio. Detto ciò è evidente che abbiamo un’idea, così come è indubbio che la gente non apprezza più le parole ma vuole solo fatti. Io dico: è possibile che nel 2014 ancora la città, da un punto di vista urbanistico, appare in condizioni precarie? Una città territorialmente sfiancata, mortificata e senza una precisa identità. In questo quadro sarà naturale puntare sulla rivisitazione del Psc, approfondire e modificare quanto prodotto dalla ormai passata Giunta comunale; ridisegnare la viabilità a partire da un collegamento diretto col quartiere scalo da via Perugini per intenderci. Così come bisogna ragionare sulle periferie che devo-
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no avere paradossalmente “centralità” nel programma di governo con iniziative mirate alla rinascita che in tempo debito tireremo fuori. Poi le cose sempre scritte e rimaste sulla carata: dallo sviluppo dell’area termale, al Piano spiaggia, al turismo e alla valorizzazione delle nostre coste. Lamezia, come già ricordato in altre occasioni, rientra nelle città che possono ospitare il porto ma il Comune non ha fatto nulla per rendere appetibile la nostra zona marina. Occorre attrarre l’interesse dei privati e cercare, come dicevo poc’anzi, di reperire Fondi dell’Unione europea così creiamo occupazione e lavoro, che sono le cose che i lametini, inascoltati, chiedono da anni agli amministratori comunali. E ancora il commercio con iniziative mirate e periodiche. Penso ad esempio a Cosenza: sul corso della città - e non solo nel periodo di Natale - ci sono sempre manifestazioni che fanno da contorno all’apertura dei negozi anche di domenica. Su questo mi auguro ci siano punti d’incontro con la Confcommercio. Questa città negli ultimi anni ha discusso e solo discusso dello sviluppo che verrà. Mai concretizzato. Insieme alle grandi idee, bisogna poi partire dalle piccole cose per dare ossigeno alle famiglie, alle imprese che operano sul territorio. Anche una piccola concessione edilizia a volte riesce a muovere l’indotto e lavorano tutti. Un territorio deve vivere anche di microeconomia. Sono concetti che ho espresso altre volte e che sono estremamente funzionali a quello che io definisco “raccordo di idee” tra chi intende proporsi alla guida della città.
La città ha bisogno di fiducia. Cosa dice ai lametini in prossimità voto che li attende in primavera? Dico di riprendersi la città. Dobbiamo riprenderci la città. So
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che è un momento difficile per tutti e che occorre evitare l’astensionismo, non è facile perché la gente è stanca di parole e vuole fatti concreti. Il centrodestra ha la grande opportunità di riprendersi la guida del Comune e da noi i cittadini si aspettano unità e voglia di lavorare, al contrario di quanto fino ad oggi è stato fatto nel centrosinistra con le continue liti tra Sel e Pd, tra questo e quel consigliere di maggioranza. I Lametini non vogliamo più assistere a questo deprimente “quadretto”. La città non si deve “deprimere” e noi, forze d’opposizione, abbiamo il compito e l’obbligo di raccogliere un’enorme sfida, dando il massimo e sapendo di avere una grande responsabilità. Sono certo che una guida autorevole potrà contribuire a risollevare le sorti del nostro territorio. Un territorio che ha grandi possibilità e che in tanti anni ogni tentativo di riscatto è rimasto sulla carta. Oggi è importante puntare sulle qualità e sul merito senza infingimenti e senza personalismi. Dico questo perché negli ultimi 20 anni purtroppo un centrodestra diviso e confuso ha permesso al centrosinistra di governare senza mai avere una maggioranza. E’ arrivato il momento di mettere da parte le vecchie e desuete alchimie politiche che hanno provocato solo danni alla città. Ho detto in altre occasioni recentemente che noi lametini dobbiamo tornare ad amare la nostra città. Dobbiamo per primi riscoprirla e valorizzare ogni angolo dei nostri meravigliosi quartieri, dei nostri centri storici. Ecco, se ripartiamo da qui, anche dalla piccole cose, riusciremo a fare grandi progetti. Oggi il ruolo dei Comuni è centrale e con il ridimensionamento delle Province, Lamezia avrà la grande opportunità di porsi come territorio capofila di una vasta area. Noi lavoreremo in questa direzione e siamo pronti a mettere la nostre idee e le nostre competenze al servizio della città. 13
Nel corso del XIII congresso nazionale dell’Associazione “Amici della Terra” che si è svolto a Roma nella sede nazionale di Via di Torre Argentina, il geologo Mario Pileggi è stato rieletto nel Consiglio Nazionale.
Amici della Terra Italia Onlus, è un’Associazione ambientalista riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente, attiva in Italia dal 1978. L’associazione si distingue per un approccio razionale ai problemi che affronta, non dogmatico, libero da pregiudizi ideologici e da interessi particolari. ?L’associazione si riconosce in una cultura democratica, riformista, antiautoritaria. Sceglie le istituzioni come proprio interlocutore principale, cerca il dialogo con ogni parte politica, non discrimina i propri soci sulla base della loro appartenenza a partiti politici.? Insieme al degrado ambientale, combatte la povertà, l’ignoranza e le discriminazioni sociali, razziali, religiose e sessuali. ?Essa è consapevole della globalità dell’impegno ambientalista, interviene in ogni ambito internazionale utile e sostiene il dialogo, le trattative, gli accordi e le iniziative di carattere transnazionale.
politico e promozionale, attraverso stampati, radio, televisione e qualsiasi altro mezzo di divulgazione, ivi comprese pubblicazioni e materiali per conto terzi, siano individui, associazioni o enti, che non siano in contrasto con lo scopo sociale dell’Associazione; b) organizzare, in Italia e all’estero, anche in collaborazione con altri organismi ed enti istituzionali, scientifici, culturali, politici, sociali, di volontariato, economici e commerciali, attivita? culturali, conferenze, seminari, dibattiti,assemblee, incontri, corsi di formazione, qualificazione e specializzazione, borse di studio, attivita? varie nei settori culturale e ricreativo, attinenti allo scopo sociale; c) gestire per conto terzi attivita? di carattere sociale, scientifico, culturale ed economico ed ogni altra iniziativa negli enti locali, circoli, istituti, universita? e centri di formazione e ricerca, atte ad agevolare lo studio e la preparazione culturale riferita allo scopo sociale; d) promuovere e svolgere attivita? di studio e ricerca, di analisi e approfondimento tecnico- scientifico anche per conto terzi, inerenti a problemi specifici correlati agli scopi sociali dell’Associazione, con strumenti propri o di terzi; e) garantire consulenza ed assistenza tecnica anche ai non soci, ai quali si potra? richiedere il rimborso spese; f) organizzare in Italia e all’estero campi di lavoro, di protezione civile ed altre attivita? anche di volontariato per il controllo, il monitoraggio ed il recupero ambientale, il risanamento e il ripristino di strutture e aree urbane, la bonifica di ambienti costieri e fluviali, il rimboschimento e la conservazione della natura di ambienti collinari e montani, il recupero di territorio incolto o abbandonato, il disinquinamento di zone agricole e industrializzate; g) organizzare e promuovere, in proprio o con terzi, qualsiasi attivita? turistica come, a titolo esemplificativo, viaggi, gite, escursioni, campeggi, campi scuola, visite guidate, per estendere e approfondire la conoscenza di zone e problemi di interesse naturalistico, ambientale, paesaggistico, artistico e culturale; h) compiere tutti gli atti e concludere tutte le operazioni contrattuali di natura immobiliare, compresi i mutui ipotecari passivi, e mobiliare, utili alla realizzazione degli scopi sociali; i) promuovere la vendita di prodotti agricoli biologici e naturali, presso
L’art. 2 dello Statuto stabilisce che “L’Associazione ha lo scopo esclusivo di concorrere a: tutelare e valorizzare la natura e l’ambiente; garantire un rapporto equilibrato tra l’attivita? umana e la natura, tutelare le specie animali e vegetali; tutelare il patrimonio artistico, culturale e storico; promuovere scelte di consumo consapevoli e razionali; superare i fattori di insicurezza, di ingiustizia e di autoritarismo nella comunita? internazionale, con particolare riguardo alla miseria e alle minacce ai diritti umani e politici; promuovere la cooperazione tra i popoli per uno sviluppo sostenibile; promuovere e organizzare attivita? di volontariato. Per il conseguimento dei propri scopi l’Associazione si propone inoltre di: a) acquisire, produrre, diffondere e vendere, anche per corrispondenza, in Italia e all’estero, materiale scientifico, tecnico, culturale, didattico, 14
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punti vendita in proprio o tramite terzi” Gli Amici della Terra promuovono politiche e comportamenti orientati alla protezione dell’ambiente e allo sviluppo sostenibile, attraverso campagne di opinione, progetti, informazione ed educazione ambientali, iniziative sul territorio. ??Una corposa attività di studio e ricerca fornisce solide basi scientifiche alle loro attività e posizioni.?Sono circa 150 gli studi, i dossier, i rapporti e le pubblicazioni realizzate dagli Amici della Terra. Essi esprimono le posizioni e gli approfondimenti dell’Associazione su molte importanti questioni ambientali poste in Italia negli ultimi 30 anni. Molti dei lavori, non ancora disponibili in formato elettronico, sono consultabili presso la sede nazionale.
Gli Amici della Terra, in coerenza con il Manifesto per lo Sviluppo Sostenibile, nel mentre avanzano concrete proposte intendono distinguersi da “quegli ambientalisti che dicono sempre e comunque di no, ed ai quali si sono aggiunti negli ultimi anni gli opportunisti o “ecofurbi” che, per ottenere posti e prebende, dispensano protesta o consenso a seconda delle amicizie politiche”. Nello stesso manifesto sono contenuti elementi utili per promuovere concretamente la tutela che la valorizzare delle risorse naturali ed antropiche. Sul piano locale gli Amici della Terra intendono promuovere nuove iniziative per la valorizzazione e tutela delle risorse naturali ed in particolare l’immenso patrimonio di risorse idriche, dell’oro blù, disponibile nel territorio comunale. Lamezia Terme infatti è uno dei comuni d’Italia più ricco di acqua. Da vari studi effettuati negli ultimi decenni come, ad esempio, lo “Studio Risorse Idriche della Calabria” Progetto speciale 26, oltre alle falde idriche della pianura, nelle zone montane, collinari e di pianura del territorio comunale sono state rilevate ben104 sorgenti con portata maggiore a sei litri al minuto. Nel settore occidentale, nel territorio dell’ex comune di Sambiase sono state censite 68 sorgenti comprese quelle termali solfuree. Nel territorio dell’ex comune di Nicastro, tra le 36 sorgenti censite nei primi decenni nel secolo scorso, ce s.no alcune con portate di centinaia di litri al secondo. Si pensi che le portate di 4 sorgenti denominate: Candiano, Sabuco, Cappellano e Risi ammontano a circa 20 miliardi di litri d’acqua all’anno. Per comprendere la rilevanza di questo dato è da considerare che per fornire ad ogni abitante di Lamezia 270 litri d’acqua per 24 ore al giorno necessitano circa 7 miliardi di acqua all’anno. E, che sulla quantità media d’acqua consumata per abitante, l’Istat rileva che nei comuni del BelPaese, il consumo di acqua potabile nel 2011 è stato pari a 175,4 litri per abitante al giorno. In pratica le 4 sorgenti forniscono circa il triplo dell’acqua necessaria ad una città di 115.000 mila abitanti con disponibilità pari all’attuale consumo medio nazionale.
L’assenza di memoria storica ed il mancato riferimento alla specificità del Territorio hanno fino ad oggi impedito la piena e razionale valorizzazione delle risorse naturali e nel contempo ritardato la realizzazione d’ interventi idonei garantire la sicurezza delle popolazioni dalle cosiddette “calamità naturali” cui è esposto il territorio. Caratterizzato da una molteplicità di aspetti fisici e disponibilità di risorse naturali che è raro trovare concentrate nell’ ambito dei confini di
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un solo comune, il territorio di Lamezia si estende per oltre 160 chilometri quadrati di superficie. Con chilometri di spiaggia, ampie superfici di pianura e colline e montagne che si elevano fino a quota 1400 m sul mare. Con suoli fertilissimi, ingenti disponibilità di risorse idriche e anche terminali ancora da valorizzare. Gli attuali assetti idrogeomorfologici del territorio, risultato di lunghi e complessi processi geologici ancora in atto, testimoniano come lo stesso territorio è pure caratterizzato da un’intensa attività di sollevamento e sismica oltre che di erosione delle pendici collinari e montane. il quadro della geodinamica evolutiva, in pratica mette in luce anche il tipo di fenomeni naturali e, quindi, i “ rischi geologici”: terremoti, frane, inondazioni, ecc. a cui il territorio è stato e continuerà ad essere sottoposto. Sul carattere dell’intensità e della frequenza della sismicità del territorio di Nicastro, sede vescovile fin dagli inizi dell’Era Cristiana, è significativo, ad esempio il dato relativo al numero delle cattedrali crollate e al numero di vescovi ed abitanti morti a causa dei terremoti nel corso dei secoli trascorsi. Sugli effetti degli eventi alluvionali basta ricordare ad esempio quelli provocati dai Torrenti Bagni, Cantagalli, Piazza e Canne nel 1827 e nel 1866 con numerose vittime e distruzioni di interi quartieri seppelliti da 6-7 metri di ciottoli e massi per ogni piena. Sull’assenza di memoria storica anche dei più recenti processi di trasformazioni e in particolare sull’aumento di pericolosità degli inevitabili fenomeni naturali (pioggia, sismicità, mareggiate, ecc.) cui è sottoposto il territorio, è, tra l’altro, da considerare che circa 5.000 ettari dei terreni della pianura e della fascia costiera fino ad alcuni decenni fa erano acquitrini, paludi e pantani. Così come è da considerare la condizione di avanzato degrado o di completa distruzione delle utilissime opere di difesa e di sistemazione idraulico forestale realizzate sul territorio comunale dal Genio Civile con le prime leggi del 1906 e del 1908 a favore della Calabria e dalla Società Bonifiche Calabrese negli anni 30. Di tutto ciò come degli altri aspetti della realtà geoambientale non si è certo tenuto conto con la notevole e, in gran parte, non pianificata espansione urbana dei decenni trascorsi intorno agli antichi centri storici di Nicastro, Sambiase e Sant’Eufemia. Il caotico e non pianificato sviluppo edilizio e soprattutto la erronea localizzazione di molti insediamenti e della rete dei servizi realizzati dopo l’unificazione dei tre comuni evidenziano l’assenza di memoria storica dei numerosi disastri provocati da terremoti, frane e alluvioni. E, quindi, l’ignoranza delle motivazioni che di volta in volta, nel corso dei secoli passati, hanno condizionato la scelta sull’aree e sui tipi di terreni da utilizzare per ricostruire gli insediamenti urbani che venivano distrutti. E’ il caso di ribadire che fare come gli struzzi e, o rimuovere l’esigenza di prevedere gli effetti dannosi degli eventi naturali (Pioggia, sismicità, ecc.) è a dir poco da irresponsabili. Per andare oltre la denuncia e per superare vecchie concezioni fatalistiche e di rassegnata passività il problema dei danni e dei rischi connessi al dissesto idrogeologico va legato a quello dello sviluppo del territorio. Sviluppo possibile attraverso le definizione di un serio progetto di recupero ambientale e produttivo del Territorio necessariamente da riferire a vari aspetti e potenzialità della realtà fisica e geoambientale dello stesso Territorio. Realtà che, nonostante la grande rilevanza economica e sociale, molti partiti e associazioni ancora tardano a considerare ed a introdurre anche nel dibattito sul rinnovo del consiglio comunale
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In questo articolo parleremo del mondo dell’estetica con la giovanissima docente della SCUOLA APPE Tetyana Turchynevych.
Cosa significa essere estetista? L’estetista è una figura professionale che si occupa senza ombra di dubbio della bellezza, ovvero della cura e dell’equilibrio del corpo e di conseguenza del benessere generale della persona e ciò in quanto il benessere fisico a livello estetico cammina di pari passo con quello psichico. Quindi l’estetista si adopera per prevenire, correggere o modificare gli inestetismi fisici del corpo dopo un accurato esame del soggetto, svolgendo il suo intervento con tecniche manuali e con l’utilizzo di strumenti e prodotti estetici. Per poter fare questo deve diventare altamente qualificata. Perché ha scelto questa professione? A dire il vero, la mia professione nasce da una passione che ho sviluppato fin da quando ero bambina, poi con gli anni mi sono avvicinata in modo più approfondito, decidendo infine di frequentare il corso di estetica presso la scuola APPE. Per me 16
essere estetista significa prendersi cura della cliente e valorizzare quello che di meglio possiede. La mia strategia è quella di ascoltare la cliente, di capire il suo punto di vista e i suoi desideri e solo allora scegliere quello che è più adatto a lei.
Com’è stato passare dall’essere allieva all’essere docente? È stata una vera soddisfazione e per questo non smetterò mai di ringraziare il direttore della scuola APPE Franco Calidonna che ha apprezzato la mia professionalità e l’impegno durante gli anni di studi, dandomi l’opportunità di poter insegnare e trasmettere alle nuove allieve quello che ho imparato io e quello che professionalmente riesco a dare. Essendo giovanissima mi rivedo nelle ragazze che si approcciano a questa professione, infat-
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ti sono docente soprattutto del primo anno di estetica e quindi il mio compito non è solo insegnare ciò che l’estetista deve saper fare ma è soprattutto educare all’estetica. Già al primo anno secondo me, bisogna acquisire il linguaggio e il portamento corretto che stanno alla base di questa professione.
In particolare cosa insegna alle allieve? Premetto che nella scuola APPE ogni insegnante ha un compito ben preciso e così c’è l’insegnante che si occupa solo di trucco e visagismo, quella che si occupa di massaggi e così via. Io ad esempio nei primi anni mi occupo di tutto quello che riguarda il campo dell’epilazione e del pedicure, trattando gli aspetti teorici e pratici.
Come si valuta come insegnante? Sinceramente non saprei come valutarmi, anche perchè solo le allieve possono farlo. Alle ragazze cerco di dare sempre il massimo e di chiarire ogni loro dubbio. Tendo a lavorare con ogni singola allieva in modo che nessuna resti indietro e ognuna si senta al centro della mia attenzione. Non mi piace essere eccessivamente severa, perchè penso che con dolcezza e
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pazienza si possa trasmettere molto di più. L’essere estetista comprende molti campi come: epilazione, pedicure, nail art, make-up, ecc. Qual è il suo preferito?
Penso che la vera estetista non debba avere preferenze, altrimenti non avrebbe senso frequentare per tre anni una scuola di estetica, ma basterebbe semplicemente frequentare corsi della durata di qualche mese per diventare make-up artist, massaggiatrice, onicotecnica. Forse è proprio questa varietà che rende il nostro lavoro ancora più bello. Ovviamente ci si può concentrare di più su un campo senza ovviamente escludere l’altro. Infatti , io ho approfondito il campo del make -up facendo il corso di Trucco permanente e tatuaggio sempre presso la scuola APPE diventando operatore del trucco permanente senza escludere ovviamente il resto. La vera estetista deve saper fare tutto e lo deve saper fare bene. Deve aggiornarsi
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sempre per essere all’avanguardia e per dare sempre di più, non solo alla cliente, ma soprattutto a se stessa.
dermopigmentazione che è una pratica a cavallo tra innovazione e tradizione. Questo trucco consente di modificare, ridefinire e quindi valorizzare la forma delle sopracciglia, occhi e labbra in modo molto naturale. Quindi la scuola APPE organizza corsi di tatuaggio e trucco permanente? Si, organizza anche questo tipo di corsi. Chiunque è interessato può rivolgersi alla segreteria della scuola anche perchè questi corsi danno la possibilità di diventare veri tatuatori e acquisire così l’abilitazione per l’esercizio dell’attività.
Cosa significa operatore del trucco permanente? L’operatore del trucco permanente per certi versi è un make-up artist tecnologico che al posto dei pennelli utilizza un dermografo per rendere un trucco indelebile per un periodo che va dai 6 ai 18 mesi. Il trucco permanente può essere chiamato anche trucco semipermanente, micropigmentazione, tatuaggio estetico correttivo,
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Concludo ringraziando la segreteria della scuola APPE che svolge un lavoro di massima efficienza e il direttore Franco Calidonna che è una persona di grande valore e di massima umiltà che ogni giorno trasmette a noi docenti insegnamenti nuovi frutto di un’esperienza lavorativa di oltre quarant’anni. Ovviamente un ringraziamento va anche alla mia mamma che mi è sempre vicina e che ha sempre creduto in me.
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na: l’intramontabile Premiata Forneria Marconi eccezionalmente con Roberto Vecchioni.
Dopo i lavori di ristrutturazione e l’agibilità della Commissione di Vigilanza della scorsa settimana, è ormai ufficiale la riapertura ai grandi concerti del Palacalafiore di Reggio Calabria. A riaprirlo sarà un eccezionale evento di “Fatti di Musica”, la rassegna del live d’autore di Ruggero Pegna giunta alla 29° edizione, che lo inaugurò già il primo novembre del 1991 con l’indimenticabile concerto di Sting. Allora fu una star internazionale, questa volta toccherà a due mostri sacri della storia della musica italia18
“Vogliamo che sia – ha detto Pegna – una grande festa della musica, in cui la cornice di pubblico sia protagonista insieme ai musicisti della Pfm e a Roberto Vecchioni, in uno scambio reciproco di emozioni. La percezione d e l l o spessore artistico d e l l’evento è stata immediata, come dimostra l’ottimo avvio della prevendita dei biglietti in tutta la regione, a prezzi appositamente ridotti. Ringrazio – ha concluso Pegna – l’ Assessore alla Cultura dottoressa Nardi, con cui si sta studiando la formula di un Patrocinio gratuito e la possibilità di realizzare una rassegna di
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musica d’autore in cui i due primi eventi saranno, appunto, questo della Pfm con Vecchioni e il concerto di Sergio Cammariere del 14 marzo al Teatro Cilea. E’ un’amministrazione giovane – ha concluso Pegna – che punta a contenuti e qualità, per questo sono convinto che ci sarà spazio per eventi di assoluto spessore artistico e culturale, come questi già ufficializzati.” Partirà da Reggio, quindi, con questi due prestigiosi appuntamenti “Fatti di Musica Radio Juke Box
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2015”, 29° rassegna del Miglior Live d’Autore che presenta e premia con il Riccio d’Argento del celebre orafo calabrese Gerardo Sacco alcuni dei migliori spettacoli musicali di ogni stagione. Il concerto della Pfm con Roberto Vecchioni, dal titolo “All the best live”, è un evento unico e imperdibile con due grandi protagonisti che vantano una lunga carriera ricca di importanti e memorabili successi. Un binomio artistico in grado di regalare al pubblico un'atmosfera intensa ed emozionante attraverso uno straordinario live in cui il rock della PFM si fonderà con la canzone d'autore di Roberto Vecchioni. Il brano Chiamami ancora amore, vincitore del 61° Festival di Sanremo nel 2011, che è stato già arrangiato dalla PFM e presentato in duetto, è stato precursore di un’interessante e stimolante collaborazione che il prossimo 27 febbraio darà vita ad un live certamente memorabile nel palasport reggino. Roberto Vecchioni, cantautore, paroliere, scrittore e poeta, è uno degli artisti
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italiani più importanti e influenti. Il suo stile è inconfondibile, i testi delle sue canzoni intrecciano storia, contemporaneità, arte e letteratura. Vincitore di numerosi premi e riconoscimenti, alla passione per la musica e per l'insegnamento unisce esperienze televisive e letterarie che lo hanno portato al successo di pubblico e critica. La PFM, dal canto suo, ha una storia artistica quarantennale alle spalle e un grande successo sia nazionale sia internazionale (unica band italiana entrata nella classifica di Billboard), ottenuto grazie a un'originale proposta musicale che richiede eccezionali doti strumentali e di tecnica, poiché ricca di accenti classici, rock, jazz, e non solo. “All the best live” offrirà l'occasione per ascoltare dal vivo tutti i più grandi successi della PFM, dagli anni '70 fino a oggi, unitamente a quelli di Roberto Vecchioni.
appuntamento di “Fatti di Musica”, cioè il concerto di Sergio Cammariere del 14 marzo al Teatro Cilea. L’artista crotonese, che ha da poco pubblicato un nuovo bellissimo album, tornerà in Calabria dopo qualche anno di assenza per quest’unico concerto.
(Per il live di Cammariere al Cilea questi i prezzi: € 34.50 platea, € 29.50, € 25.50, € 20.50 per i vari ordini di palchi, € 17,50 del loggione). Dopo i due venti reggini, “Fatti di Musica” si sposterà a Cosenza per il live di Fabrizio Moro il 27 marzo al Garden di Rende e quello di Loredana Bertè del 16 aprile, per il quale si sta attendendo la concessione ufficiale del Teatro Rendano da parte del Comune. Per ogni informazione sugli eventi della rassegna sono disponibili la segreteria della Show Net al numero telefonico 0968441888 e il sito ufficiale www.ruggeropegna.it .
(I biglietti, al prezzo di € 23,50 per la platea numerata ed € 18,50 per le gradinate, sono in vendita nei punti abituali e Ticketone. A Reggio: New Taxi 330 e B’Art, entrambi su Corso Garibaldi). Come annunciato, negli stessi punti è partita anche la prevendita per il secondo
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Conservare con criterio, una città da camminare. L’immaginazione è un ponte umano. Parafrasando direi un ponte fra noi e la natura, fra noi e gli altri, fra noi e Jodie, la dolcissima gatta che ci sta leggendo, dopo avermi dato il più delicato bacio sulla mia guancia del 2014. Anche a Lamezia si può. Di sicuro Consuelo verrà a Lamezia con i suoi studenti, con il progetto di un nuovo modo di esser cittadini del proprio paese, perché la sua visionarietà contagi tutti. Ippolita Luzzo
Dalla canzone di Dalla agli Stomp, gruppo inglese di Brighton che dal ‘91con rastrelli e coperchi, con forti battiti dei piedi e delle mani, colpi e strofinii, mitragliano a tempo su qualsiasi oggetto capiti loro a tiro, ottenendo suoni imprevedibili e ritmi turbinanti scanditi da acrobatiche coreografie. Disperato erotico stomp. Musica per noi, scorrono le ultime sequenze del film con la musica Stomp Sono a Reggio Calabria per la presentazione del Docufilm ReActionCity di Consuelo Nava e Fabio Mollo. Spazio Teatro Pensando Meridiano, la sera del 28 novembre 2014 Scrivo nel buio, durante la proiezione del film , annoto i quartieri di Reggio Calabria dove reazione è avvenuta: Un tour, dai non luoghi verso l’appropriazione di una identità. Rione Ceci, Catona, Ex Ciapi, ex Italcitrus, Rione pescatori, Gallico, Gebbione… Poi vinta dalla commozione non ho più annotato. Ho trascritto un pensiero di Renato Nicolini, il maestro, scomparso nel 2012, l’architetto che ha insegnato loro ad avere visioni. “ Esistono veramente due categorie di individui, ben distinti, che non si incontrano mai. I visionari, gli utopici, e gli affaristi, senza visioni che non sia l’utile.” Sono questi ultimi ad imbruttire il mondo. Ai visionari, agli utopici il compito di abbellirlo Continuo a scrivere sull’arancio del quaderno preso all’entrata dello Spazio Teatro, “La città soffre” Ma non stasera. Ascolto Giuseppe Mangano, studente, parlare con gli occhi, Consuelo Nava con la presenza. Nello spazio teatro Utopia si fa. Più che resistere reagire si può. Una azione comunitaria. Comune. I beni comuni. Utopia di Tommaso Moro esprime il sogno rinascimentale di una società pacifica dove sia la cultura a dominare e a regolare la vita degli uomini. Il sogno di sempre da Luciano di Samosata a Plutarco. Con_testi sostenibili 15 Atelier urbani, un abito per la città, progettati dagli allievi del Laboratorio “ Scenari Sostenibili per Contesti Mutevoli” della facoltà di architettura di Reggio Calabria. 20
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Yat-Sen Chang, studia nella Scuola Nazionale di Danza di Cuba, cominciando i suoi studi all’eta’ di nove anni.. Si diploma come danzatore ed insegnante nel 1989, nello stesso anno entra a far parte della famosa compagnia Nazionale di danza di Cuba. Nel 1992, entra a far parte del Jeune Ballet de France; repertorio ballato: Flower Festival in Genzano, Le Corsaire, Don Quixote, Diana & Acteon, Tchaikovsky Pas de Deux, Paquita, Satanella, Coppélia, Flames of Paris, A. Mendez's Muñecos e Shogun di I. Zatti. Dopo solo un anno grazie al suo straordinario talento, viene invitato come primo ballerino nell’English National Ballet. Qui danza moltissimi ruoli principali: Il principe della Bella Addormentata, Blue Bird e Carabosse, il principe dello Schiaccianoci, Franz in Coppélia, Romeo & Mercuzio nella produzione Romeo e Giulietta di Nureyev. Nuovi ruoli sono stati coreografati per lui in rinomati balletti, come il coniglio bianco in Alice in Wonderland di D Deane, The Jumping Bean in Melody on the Move di Michael Corder, The Twins in The Canterville Ghost di William Tuckett, Clowns in Strictly Gershwin di Derek Deane, L’Orfano in The Snow Queen di Michael Corder, La Danza Spagnola nello Schiaccianoci di Wayne Eagling e un solo in XNTricities di Mauro Bigonzetti. Yat-Sen balla come Etoile ospite in numerosi gala nazionali ed internazionali: A Homage to Nureyev at The Coliseum Theatre, The 50th Birthday Wings in memory of Diana, Princess of Wales, The 50th Anniversary of The English National Ballet, Dame Beryl Grey's Evening at Sadler's Wells Theatre e The 10th Anniversary of Danzaria. Yat-Sen intrerpreta il ruolo principale con il Northern Ballet Theatre NBT nella produzione dei Tre Moschettieri. Appare in televisione come primo ballerino Granada Television's 'Men in Tights' e in Blue Peter ballando The Twins di William Tuckett's Canterville Ghost.
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I numerosi e prestigiosi premi che ha ricevuto includono Best Partner nel Varna International Festival (1990), The "Leonida Massine Award" in Positano come miglior ballerino classico (1999). Yat-Sen e’ il vincitore del Guinnes World Record nei piu’ veloci giri alla seconda, (47 giri in 30 secondi). Yat-Sen e’ coreografo di numerosi tradizionali e neoclassici pezzi come Para Dos, Maybe It Was Love, Dolphins, ENB Reloaded, Parallel Life and In The Beginning per il progetto Synergy 2006, La Batalla (solo), A Classical Dance Night Out, Doollally Ballet for Dance Project 4, From Baby to Ballerina for the Charity Event con The West London School of Dance in The Opera House, Rothbart per il Swanning Around Project 2010, Diamonds are Forever per l’ENB Charity Event in Dorchester, Butterfly (Solo),Sonata for Two, Sedna, Divertimento V, Entre du Ballet, Adagio for two, Alice in Wonderland, Intermezzo. Yat-Sen diventa Direttore Artistico di Espinosa Dance Project nel febbraio 2012, la sua giovane compagnia di danzatori, si parla di un arduo e complesso repertorio di danza classica, in vista della preparazione dei ballerini per i mensuali spettacoli nel loro stesso teatro. In aggiunta al lavoro svolto in EDP, da’ lezioni private a studenti e professionisti. Piu’ recentemente, ha iniziato a lavorare in nuovi progetti come ad esempio il musical teatrale West End. Un talento dell’arte, con amore e passione si dedica alla nuova generazione di artisti, contribuendo alla loro crescita e spingendoli a spiccare il volo, grazie soprattutto alla sua esperienza e alla sua grande umilta’, che fanno di lui una persona letteralmente speciale. SAREMMO ONORATI DI AVERLO COME OSPITE NEI NOSTRI TEATRI CALABRESI, PER GIOIRE INSIEME A LUI DELLE GRANDI EMOZIONI CHE IL BALLETTO CLASSICO E CONTEMPORANEO, CI REGALA.
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30 studenti del Liceo Campanella a Londra e Vienna per imparare “sul campo” le lingue straniere Uno stage di 3 settimane a Vienna e a Londra per consolidare “sul campo” le abilità linguistiche di inglese e tedesco e prepararsi all’esame per il rilascio della certificazione delle competenze secondo il Framework Europeo delle lingue. E’ l’opportunità offerta dal Liceo “Campanella” di Lamezia Terme a 30 studenti della classi IV e V, selezionati in base al merito e in particolare ai voti ottenuti nelle lingue straniere, che hanno partecipato a uno stage formativo nelle due città europee accompagnati dalle docenti di tedesco e ingle22
se Maria Carmela Agosto, Gabriella Limardo, Lina Serra e Liliana Ruffa e dalle esperti di madrelingua Ursula Mader e Susan Pyne I progetti “Deutsch im Herzen” e “Full steam ahead”, inseriti nel Programma Operativo Nazionale Pon 2007/2013 e finanziati con il fondo sociale europeo, hanno l’obiettivo di migliorare la capacità comunicativa degli studenti nelle lingue straniere attraverso l’esperienza sul campo in un paese europeo, includendo sia la formazione in un istituto linguistico sia gli scambi quotidiani con gli studenti del posto e le diverse realtà locali. 75 ore di full immersion nelle lingue tedesca e inglese, articolate in 60 ore (3 settimane) svolte rispettivamente a Londra e Vienna e le restanti 15 in istituto per il consolidamento e la preparazione all’esame per la certificazione linguistica: questo l’iter seguito dai 30 studenti del Liceo “Campanella” supportati costantemente da due docenti tutor in possesso delle competenze linguistiche specifiche del Paese scelto per la realizzazione del progetto. Prima dell’avvio dei percorsi formativi è stato stipulato, sia con i corsisti destinatari dei percorsi sia con i
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genitori, un patto formativo che ha impegnato la scuola nell’erogazione di un’offerta formativa orientata all’ innalzamento dei livelli di apprendimento e delle competenze e caratterizzata da una partecipazione attiva e costante al percorso formativo. “Grazie a un buon uso dei fondi europei – dichiarano le docenti referenti del progetto – abbiamo offerto ai nostri studenti la possibilità di vivere un’esperienza di Erasmus, normalmente prevista nelle università, già negli anni del Liceo. Questa opportunità ha fornito
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agli studenti un input motivazionale nuovo, un interesse rinnovato per l’apprendimento e la conoscenza delle lingue straniere. I ragazzi che vivono in ambienti sociali e culturali meno stimolanti hanno scoperto nuove realtà grazie ad una scuola capace di accogliere e accrescere le loro curiosità, facilitare lo sviluppo delle loro attitudini, potenziare la loro autostima e stimolare l’acquisizione di competenze che in situazioni scolastiche “normali” non avrebbero potuto apprendere.”
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A seguito dei disagi segnalati dal pubblico presente al Teatro Umberto di Lamezia Terme (cz) in occasione del concerto del Duo Schiavo/Marcheggiani organizzato dal Conservatorio “Tchaikovsky” di Nocera Terinese (cz), riguardo la rottura dell’impianto di riscaldamento della struttura, non è stato possibile garantire una riparazione in tempi utili, malgrado tutto questo il concerto si è tenuto ugualmente ieri sera 22 gennaio alle ore 18,00, ed il pubblico presente insieme agli operatori, sono rimasti al gelo per tutta la durata del concerto. Sono svariati anni che il Teatro Umberto è senza riscaldamento e malgrado il Comune abbia ricevuto varie lamentele, tutto è rimasto com’era un tempo. Scoppia il caso dei teatri gelati? Se fosse davvero così dovremmo dire che prima del ‘caso’ ci siano stati climi migliori, ma non è così. Sono trent’anni che i contenitori culturali della città non sono adeguati ad accogliere nella minima decenza pubblico ed artisti. Artisti di fama mondiale provenienti da Paesi Oltreoceano con i concerti organizzati dal Lamezia Jazz Festival ed ora dal Conservatorio “Tchaikovsky” di Nocera Terinese (cz), sono andati via indignati, per la cattiva accoglienza e per il freddo che numerose se volte ha compromesso l’esecuzione degli artisti. Di fronte a questo lungo tempo, se vogliamo che finalmente cambino le cose, dobbiamo ammettere la crisi cronica del sistema culturale lametino specialmente in questi ultimi anni di 24
Amministrazione del Sindaco Speranza. Fa bene a puntualizzare Egidio Ventura Direttore Artistico del Lamezia Jazz sulle varie testate giornalistiche che “la variegata realtà associazionistica cittadina non sia stata finora in grado di presenta-
re progetti unitari al comune, lasciando che l’improvvisazione prendesse piede”, ma anche questa incapacità ad aggregarsi nemmeno per un bisogno primario comune va vista come sintomo cronico dell’atteggiamento complessivo di questa comunità nei confronti del ‘bene cultura’. Se il Teatro Umberto, il Teatro
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Politeama, il Teatro Grandinetti e altri luoghi dove si svolgono manifestazioni importanti fossero considerati dall’intera comunità come i ‘salotti buoni’ di ogni propria singola casa, avremmo tutti la naturale preoccupazione a renderli confortevoli e pronti ad accogliere ospiti e noi con loro. Ma, duole dirlo, da trent’anni riceviamo visite in sgabuzzini fatiscenti. Crediamo sia obbligatorio fare migliorie, e rendere agibili sotto ogni aspetto questi luoghi dove si fa Cultura. I luoghi sopracitati dovrebbero essere come una Casa comune per garantire ai cittadini lametini un po di “calore”. Chiediamo una riflessione pubblica seria tra le associazioni culturali sulla crisi cronica del sistema culturale lametino; chiediamo che le ristrutturazioni degli edifici culturali siano realizzate sulla base delle esigenze degli operatori culturali ed eseguite da esperti del settore; chiediamo ai cittadini di esprimersi sulla necessità di vivere l’arte in un luogo decente per poter godere dei sacrifici che le associazioni affrontano quotidianamente. Chiediamo per l’ennesima volta con fermezza al Sindaco e all’Amministrazione tutta di convocare immediatamente le associazioni culturali per iniziare una nuova fase che scongiuri altri trent’anni di gelo culturale. Lamezia Jazz Festival
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Si intitola “Cantando Giorgia e non solo” ed è stato il concerto spettacolo che la Scuola di Canto Moderno Bequadro di Lamezia Terme ha realizzato lunedì 5 gennaio 2015 presso il Centro Commerciale “I Due Mari” in località Comuni Condomini – Maida (cz). L’Evento è stato promosso dall’Associazione Musicale Bequadro e dal Centro Commerciale “I Due Mari”, un appuntamento che non lascia dubbi: un concerto divertente e originale che è diventato spettacolo grazie anche alla presenza dei Cantanti che si sono esibiti in performance di gruppo e di solisti che hanno coinvolto il pubblico, invitandolo ad ascoltare i cantanti che si sono esibiti :Desirèe Giampà, Sonia Pachi, Saverio Serrao, Claudia Calabretta, Elena Cittadino, Luigia Maruca, Giorgia Serra, Nicole Maruca, Paola Provenzano, Raffaele Renda, Carlo Cuiuli, Maya Schiavone, Kesia Guzzo. Gli allievi della Scuola di Canto Moderno Bequadro hanno proposto un repertorio che ha accontentato tutti i gusti, con un Omaggio alla grande cantante italiana Giorgia.
I cantanti sono stati diretti dalla celebre Voce lametina Gessica Giampà, Insegnante della Scuola di Canto Moderno Bequadro. Gessica Giampà cantante dai toni personalissimi e dalla spiccata grinta; interprete dotata di grande talento vocale, istintiva e di grande immediatezza emotiva, amante della musica a 360°, ha esplorato diversi stili musicali: dal blues, al pop…E' sempre alla ricerca di suoni e di contaminazioni che nascono dalla fusione di differenti generi musicali.
Sviluppare lo spirito di gruppo e vincere la possibile timidezza attraverso l’ uso della voce (canto corale), è estremamente importante dichiara il M° Egidio Ventura Direttore della 26
Scuola di Musica Bequadro di Lamezia Terme e aggiunge: imparare ad autocontrollarsi con l’esecuzione e la memorizzazione delle parole dei brani e acquisire quindi il senso “di prima e dopo”, di insieme e di sequenza.
Mentre per quanto riguarda la timidezza lo stimolo sarà di “aprirsi” e mentre per l’aggressività di “contenersi”. La Scuola di Canto Moderno ha attivato un corso innovativo denominato “PROJECT STUDIO” dove gli allievi avranno la possibilità di imparare a definire e perfezionare le linee melodiche, l’armonia e i testi dei propri brani; Imparare a registrare strumenti midi e audio con alcuni dei programmi musicali più utilizzati a livello mondiale; Sviluppare arrangiamenti coerenti e adeguati al proprio progetto musicale per quanto riguarda gli strumenti musicali utilizzati, lo stile, le regole dell’armonia e della gestione dello spettro delle frequenze audio;Affinare la propria capacità interpretativa dovendo confrontarsi con l’utilizzo del microfono in studio ed avendo un responso di ascolto immediato grazie alla registrazione, facendo dunque un’esperienza che perfezionerà l’interpretazione anche nel LIVEIl corso è dedicato allo sviluppo di un progetto musicale originale quindi è prevalentemente realizzabile in lezioni singole, ma a seconda delle necessità può arrivare a lezioni di gruppo con un numero di allievi che non superi i 2/3 per lezione.
Il concerto è il primo di un importante calendario di eventi che da adesso al giugno 2015 verranno proposti al pubblico, in programmazione: Stage di Canto Moderno con il Cantante Solista dei Neri per Caso Massimo De Vitiis, Concerti nelle Piazze calabresi e partecipazioni a Concorsi Nazionali creando un trampolino di lancio per i giovani studenti.
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Un bel libro sotto l’albero è il regalo più gradito. Certo, in tempi di crisi, il regalo più bello, sarebbe trovare un lavoro, per chi non ce l’ha. Ma, in campo di regali possibili e più facili da trovare, anche perché non si spende molto, il libro e è, senz’altro, a mio parere, quello più riuscito... La NEWTON COMPTON EDITORI ha pubblicato una serie di volumi, con copertine cartonate e carta utilizzata nel rispetto delle norme ambientali vigenti, il cui prezzo non supera i 10 euro. Uno davvero sorprendente della serie è quello di Michelle Gable che, intrecciando il vero ritrovamento, a Parigi, dell’appartamento di fine Ottocento, appartenuto a Marthe de Florian, dipinta dal Boldini, con una modernissima storia d’amore, offre spunti di raffinata cultura, non appesantendo mai il lettore. Il libro ha titolo UN FAVOLOSO APPARTAMENTO A PARIGI e, oltre ad essere di infinita, piacevole lettura, fa attraversare al lettore, uno dei periodi storici più affascinanti, per i cultori di Parigi. La Belle Époque è rimasta, da sempre, nell’immaginario di chiunque abbia a cuore la ville lumière. In questo libro, dunque, è possibile ritrovare il passato e, attraverso il presente, scoprire che quel passato non è mai morto e che è ancora possibile sognare... Rivivono tantissimi, indimenticabili personaggi di una Parigi mai trascorsa, che ha contribuito a forgiare l’atmosfera particolare di quella che molti definiscono la plus belle capitale du monde... E ritrovare anche il nostro Boldini, che lì visse felice. Giovanni Boldini, il pittore di quel famoso volto delle
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storiche mille lire, una tela che l’artista tenne per sé, per lungo tempo e che poi presentò all’Expo del 1889, quando Parigi sceglieva di erigere la Tour Eiffel, per dimostrare la resistenza del ferro e la sua duttilità... Boldini e il suo carattere stranissimo, le sue donne dipinte... Boldini e Marthe de Florian... Mentre la protagonista del romanzo di Michelle Gable si commuove e valorizza l’appartamento e i diari ritrovati... Questo libro, oltre che allietare il fruitore dell’opera, fa sorgere un profiondo interesse per un artista non troppo celebrato, in Italia, ma unico nel suo genere. Un personaggio senza precedenti, che rivela un’epoca e che ci appartiene profondamente. Prolifica la sua arte, scorbutico il suo temperamento, ma incredibilmente ricca di sfumature la sua arte, tutta da scoprire. Fidatevi di me: non fatevi sfuggire questo libro e ponetelo in un posto d’onore, nella vostra personale biblioteca. Trascorrerete vacanze indimenticabili, in lieta compagnia, magari a sera inoltrata, quando le feste volgono al termine e la malinconia potrebbe affacciarsi irrimediabilmente al vostro cuore. Credetemi, è quello il momento giusto per leggere le pagine di questo libro. Per andare oltre l’oblìo delle feste ed esaltare un tempo andato, che non tramonterà mai del tutto... Buon Natale a tutti voi. E buona lettura, come sempre.
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Maria Palazzo 27
Premessa: Quando ho proposto ad Italo e Costanza questa mia riflessione non immaginavo che sarebbe venuta dopo l’ interessante lezione di Vito Teti, su partenza e restanza, il senso dei luoghi, un passato da ricordare e la nostalgia, la sofferenza del ritorno. Quello che era il tema di Vito Teti per i luoghi, in ambito antropologico, era il mio tema sull’individuo e sé stesso, una partenza e restanza all’interno dell’io, un’analisi su come l’uomo rappresenta se stesso, nel tempo. Avevo già pronta la mia relazione ma quella sera stessa andai a comprare Marc Augè “Il Tempo senza età, la vecchiaia non esiste”, e mi resi conto come lo studioso francese fosse su temi simili. Lui scrive:- “ Per ciascuno di noi la vita rappresenta una lunga ed involontaria indagine. Ci immergiamo nel tempo, ci proiettiamo in esso, lo reinventiamo, lo lasciamo scorrere, il tempo è la materia prima della nostra immaginazione. Al contrario l’età, gli anni che si accumulano ci stupiscono. Il tempo è una libertà, l’età un vincolo. Noi stiamo in mezzo.” Consultiamo testi, di Cicerone, De Senectute, di Simone De Beauvoir La terza età, teniamo diari e nel fare un computo accurato degli anni siamo ben lungi dal trovare una direttiva precisa, un filo anche irregolare che permetterebbe di seguire il corso del passato e di apprezzarne in retrospettiva la coerenza. Di fatto vediamo un insieme composito e mobile in cui si mescolano ricordi che sono anche quelli delle nostre speranze, delle nostre aspettative e delusioni, tutto il contrario di un lineare percorso, “non andiamo da nessuna parte”, diceva Teti, resta l’ombra del dubbio sulla nostra identità di singolo individuo. Prima o poi ognuno è condotto ad interrogarsi sulla sua età, che sia sotto un aspetto o un altro, e dunque diventare così l’etnologo della sua propria vita 28
26 Novembre 2014 Nel 2009 scrivevo un pezzo su un sorriso del ‘73 e nel riflettere su quel fermarmi su un episodio di un attimo una amica mi chiarì cosa stessi facendo. Si chiama consolazione, mi disse, quel fermarsi a ricercare e dare spazio a quel giorno, a quella frase, a quel sorriso che addolcisca un presente complesso. Le diedi ragione, e nello stesso tempo ricordai la frase di Ennio Flaiano: nella vita di ognuno i giorni più importanti sono tre o quattro, gli altri servono a far volume Nello scorrere di un tempo che è fermo, scorre solo per noi, essendo corpi in mutamento, siamo tutti fermi a quei due o tre momenti che costituiscono lo snodo dei giorni a venire, I bivi ci hanno costretto alla scelta, lasciandoci altre opportunità alle spalle. Chissà quali! Debord, negli anni sessanta, parlava del mondo come rappresentazione, come spettacolo, ora potremmo parlare dell’individuo come si rappresenta, come spettacolo, come immagine di sé. In un tempo senza tempo, quello del nostro presente che scorre, si sta La Vita che vorremmo fra un passato che rielaboriamo e ci raccontiamo in modo sempre diverso, eppure uguale, ed un futuro sul quale proiettiamo il non avuto, un futuro che esorcizziamo, forti della nostra ragionevolezza e della maniacalità delle nostre abitudini da conservare, abitudine che dà sicurezza e tranquillità, routine. In questo territorio straniero sta il racconto, quello che noi diciamo agli altri di noi, quando si apre apparentemente quel bisogno che si chiama confessione.
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Aldilà della la rappresentazione di una vita di tutti che poi esibiamo in circoli, in reale e virtuale, immaginandoci insomma l'esperienza è soltanto conoscenza del fenomeno e non della cosa in sé noi conosciamo il nostro io solo come fenomeno Schopenhauerimmerso in mondo virtuale che ci rappresenta e rappresentiamo. la vita che vorremmo. Vi faccio alcuni esempi molto vicini a noi. Mi capita di ascoltare, sono loro spontaneamente che mi raccontano, spezzoni di vita degli altri, fermi, come vi dicevo a quei due o tre momenti che costituiscono la vita di ognuno di noi. Una signora rielabora un suo matrimonio, ormai consorte morto, e mi dice che lei si sposò per ultima fra tutte le sue amiche e nel raccontare e raccontare ci tiene a dirmi che lui ad un certo punto le disse di aver cercato tanto in giro per le città del mondo e poi era ritornato da lei e la sua donna era lei, sempre stata accanto, della sua stessa strada! Raccontato stesso episodio ad amica di lei questa mi chiarisce che l’ uomo era scappato per ogni dove pur di non sposarla e poi l’aveva sposata per sfinimento. Due visioni contrapposte ma nella rielaborazione che la signora a me quasi sconosciuta faceva del suo passato senza esserne richiesta c’era una mestizia e una dolente trasfigurazione ed insieme un autoassolversi di aver dovuto tanto aspettare per sposarsi. Me lo ripeté infatti una infinità di volte. Così tutti elaboriamo nella vita che vorremmo momenti che non riusciamo ad accettare, addirittura una signora mi raccontava di un suo marito, anche questo morto di recente e che la picchiava ubriaco, quanto fosse angelicato e buono, ai limiti di una schizofrenia. Inizia poi il coro di Avrei Voluto, come quella canzoncina dei cugini di campagna Avrei voluto un'altra donna, avrei voluto un altro amore magari meno bella e che mi somigliasse un po'. Le recriminazioni. Avrei voluto un’altra vita, potremmo cantare, molti avrebbero voluto fare altri studi, vivere in altri luoghi, scegliere altri amori, e magari sono stupiti di come una frase, una situazione innocente, li abbia portati da tutta altra parte. Un avrei e un vorrei Essendo la mia una analisi semplice, da osservatrice, vorrei solo darvi spunti di riflessione su questi dettagli e su come non esista un passato, un nostro passato, bensì esiste soltanto un ricordo modellato, reso fruibile per essere accettato.
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Molti mi vorrebbero raccontare la loro vita convinti che io sappia metterla su un foglio, una loro esigenza questa che oltrepassa il puro raccontare, vogliono proprio vedersi. Raccontati. Io mi rifiuto, intanto non avrei la tecnica del racconto, ho solo il dono della sintesi e del dettaglio, quindi ridurrei qualsiasi vita a quei due o tre snodi dove si sia incagliata, e poi non credo ad una parola, oppure credo poco alla situazione che mi stanno raccontando. Non credo neppure ai miei racconti, portata ad ingigantire un sorriso di una persona che giustamente non ricorda, portata a smemorare interi anni e a affastellare gli anni in fascine disordinate. Fermi a quell’episodio, a quel torto, a quel periodo che ci è mancato, siamo tutti. Fermi. Siamo fermi anche davanti al futuro che non conosciamo, che temiamo, verso cui ci attrezziamo per non esser vinti una volta di più. Per non subire altre delusioni, per veder il frutto di un nostro, supponiamo, sacrificio, affetto, dono. Sul futuro mi vengono raccontate pochissime cose, in genere il rancore oppure la soddisfazione sta in quel che si è raggiunto, in quella stabilità alla quale diamo il nome di presente non volendogli riconoscere l’instabilità del divenire. Sul futuro il nostro sguardo muta, lo si proietta sui nostri figli, nipoti, sui ragazzi che a noi sembrano vaghi, senza troppi illusioni, nella sfera sentimentale fragilissimi, loro dicono che vorrebbero le nostre certezze, le certezze di chi viene da altri tempi, di chi come le nostre generazioni si è abituata ad accettare quello scarto fra quel che si vuole e quel che si può, e noi guardiamo il futuro non credendolo. Nel film di Fabio Mollo, Il Sud è niente, molto premiato in tutto il mondo e che io ho presentato più volte c’è una frase che io ho imparato a memoria e che noi tutti conosciamo. Non importa quello che tu vuoi o non vuoi, importa quello che tu puoi o non puoi. La frase che le nostre mamme a casa ripetevano, per farci accettare proibizioni e rinunce era- L’erba voglio non cresce nemmeno nel giardino del re Però dopo aggiungevano di studiare, di impegnarsi, di fare sacrifici, di avere pazienza. Pazienza e volontà. Elogio della volontà. Tutto questo bastava per l’elaborazione, la trasformazione, il farsi una ragione . La vita che vorremmo è appunto farsi una ragione di come sia andata ogni cosa, adeguando come un abito ogni avvenimento alla taglia che indossiamo per andare nel mondo ben vestiti e con stile. L’identità che possediamo dubitando.
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Ippolita Luzzo 29
IL COMUNE DI LAMEZIA TERME CONGEDA LAMEZIA JAZZ. Il leitmotiv dell’Amministrazione: mancanza di risorse.
Giovedì pomeriggio, nei locali del Comune di Lamezia Terme, si è tenuto un incontro fra il Direttore Artistico, M° Egidio Ventura, con il Sindaco Gianni Speranza e l’Assessore alla Cultura Giusi Crimi. Da tale iniziativa, nulla di buono è stato partorito favore del “Lamezia Jazz Festival” . Secondo l’Amministrazione Comunale, le motivazioni che decreterebbero tale “congedo”, sono da attribuire alla mancanza di risorse finanziarie. L’organizzatore del festival e Presidente dell’Associazione Musicale “Bequadro”, Egidio Ventura, tiene a precisare richiamando l’attenzione del Sindaco e dell’Assessore alla Cultura, che per tutto l’anno 2014 l’Amministrazione Comunale nulla ha erogato a favore dell’Associazione Bequadro e che, quanto dichiarato dal rappresentate di codesta amministrazione in un recente comunicato in riferimento ai contributi relativi agli anni che vanno dal 2005 al 2013, per un ammontare ? 339.410,00 a sostegno del Lamezia Jazz, necessita di una precisazione: che l’intera somma erogata,è stata utilizzata per 9 edizioni del Festival e che, sempre da questa somma, va decurtata l’iva al 20%. Alla spicciola, facendo due conti si evince chiaramente come un festival di qualità sia costato all’Amministrazione Comunale nella misura di 30.000 euro annui. A mio avviso, appare poca cosa se si pensa che all’incirca lo stesso valore è stato deliberato e attribuito, per un ventennio circa, ad associazioni musicali lametine, che non hanno certamente onorato la parola Cultura. E se vogliamo andare in fondo, dovremmo parlare dei 41,000 mila euro spesi per intrattenimenti “culturali” rela30
tivi alle festività natalizie consistenti in dozzinali e ordinari spettacolini. Ritengo sia doverosa una riflessione generale sullo spessore di ciò che gli operatori culturali propongono e offrono all’utenza per potere operare, di conseguenza, un distinguo. Lontano da atteggiamenti supponenti ed arroganti che non mi appartengono, penso di poter serenamente affermare che il “Lamezia Jazz”, è stata la vetrina buona di una cittadina nella quale richiamati dalla eco della qualità delle proposte musicali, si sono dati appuntamento gli appassionati e non di tutto il Sud-Italia. La presenza in seno al festival, i Grandi del panorama internazionale, è stato il frutto di duro lavoro, di contatti costruiti con tenacia e pazienza, di lunghe notti passate a concertare e ad ottimizzare i tempi. Sacrifici smisurati che hanno generato un iniziativa che resterà nella storia della cultura lametina e che è stata possibile col sostegno dei management, degli amici che insieme a me hanno dato contributo fattivo affinchè questa creatura continuasse a vivere. Altro aspetto non trascurabile, la rete sinergica creata sia in Italia che all’estero che ha permesso attraverso una combinazione di scambi l’abbattimento dei costi a volte oltre il 50% del cachet. Un grazie a quelle persone che, numerose,mi chiedono quando riprenderà il Lamezia Jazz? Appassionati da tutto il Sud- Italia ai quali non mi va di rispondere che il Lamezia Jazz sia stato cancellato per mano di amministratori sordi e miopi. Mi piace chiudere, come sempre sono abituato a fare con una nota positiva che mi porta a pensare ad una nuova stagione del Lamezia Jazz.
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Le nuove dipendenze (new addictions) comprendono tutte quelle nuove forme di dipendenza in cui non vi è l’assunzione di alcuna sostanza chimica. L’oggetto della dipendenza in questo caso è un comportamento o un’attività lecita o socialmente accettata come lavorare, fare acquisti, navigare su internet, giocare d’azzardo, ecc., per questo motivo vengono ritenute delle dipendenze comportamentali.
Per la maggioranza delle persone queste attività rappresentano parte integrante del normale svolgimento della vita quotidiana. Tuttavia, per alcuni individui possono assumere caratteristiche patologiche, fino a provocare gravissime conseguenze.
Nell’ultimo decennio si è assistito sempre di più all’aumento di queste patologie, scaturendo l’attenzione della letteratura scientifica e quindi rivolgere il proprio interesse per mettere in atto delle terapie.
La dipendenza porta ad un ritiro verso sé stessi e provoca uno spostamento energetico verso l’oggetto della dipendenza stessa (investito di particolari significati) e un conseguente ritrarsi (disinvestimento energetico) dalla vita sociale e relazionale innescando un circolo vizioso: + ritiro sociale – rapporti interpersonali + dipendenza. Il termine inglese “addiction” deriva dal latino “addictus” che fa riferimento ad una condotta attraverso cui un individuo viene reso schiavo. Alonso-Fernandez (1999) classifica le dipendenze in dipendenze sociali (o legali) e in dipendenze antisociali (o illegali). Le prime sono costituite da droghe legali (tabacco, alcol, farmaci, etc.) e da attività socialmente accettate come mangiare, lavorare, fare acquisti, giocare, guardare la televisione, ecc. La seconda categoria comprende, invece, le dipendenze da droghe (oppiacei, cocaina) ed attività illegali (rubare, incendiare, stuprare, ecc.). L’autore sostiene che nella prima categoria le nuove forme di dipendenza senza droga sono agevolate dall’innovazione tecnologica e dalla nuova civiltà che, da una parte, genera stress, vuoto e noia e dall’altra stimola la tendenza all’immediata gratificazione, fornendo sempre gli strumenti appropriati. È possibile, infatti, che l’avanzare del progresso tecnologico abbia modificato non solo le abitudini delle persone, ma anche il loro modo di esprimersi in situazioni patologiche.
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Attraverso soprattutto le esperienze tecnologiche virtuali (internet, giochi di ruolo ecc.) abbiamo il trionfo della volontà di potenza del soggetto-protagonista, che nelle fantasie degli scenari e nell’iperstimolazione sensoriale perde ogni limite e finalmente percepisce il tutto come permesso e possibile, superando così momentaneamente i propri disagi interiori, oltre a creare l’idea di onnipotenza e di controllo, mentre è proprio quest’ultimo il primo ad essere stato perso.
Le dipendenze variano anche in relazione ai cambiamenti sociali, culturali e tecnologici e hanno caratteristiche diverse da quelle tradizionali del secolo scorso (uso di droghe, alcol ecc.). Ciò nonostante, possiamo riscontrare alcuni elementi comuni tra le dipendenze comportamentali e quelle determinate dall’uso di sostanze: •
Impossibilità a resistere all’impulso di mettere in atto il comportamento (compulsività).
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Piacere o sollievo durante la messa in atto del comportamento.
•
• •
Sensazione crescente di tensione che precede l’inizio del comportamento (craving).
Percezione di perdita di controllo.
Persistenza del comportamento nonostante la sua associazione con conseguenze negative.
Le persone affette da dipendenza tendono a trascurare altre cose, considerate meno importanti. Ad esempio la famiglia, gli amici, lo studio. L’alta tecnologia se usata in maniera eccessiva, aumenta il senso di solitudine. La presa in carico del soggetto e della sua famiglia, attraverso un percorso psicologico, a volte farmacologico ed anche giuridico, ove necessario, consentono di aiutare la persona con dipendenza ad affrontare le proprie problematiche e a trovare il giusto equilibrio psico-fisico. DOTT.SSA
MARIA MIRABELLI
Psicologa clinica-psicoterapeuta
Viale Michelangelo, 25 Lamezia Terme
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Cell. 339.5919310
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