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ISSN 1825-5515
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bene et commode vivens
70 Trimestrale N°70 - Anno XX - Dicembre 2019 - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano
Gli “Anni ruggenti”, dall’inglese “Roaring Twenties”, è un’espressione che indica una specifica epoca del XX secolo, ovvero il decennio dei primi anni venti del ‘900. Favorita
da un fenomeno di grande espansione industriale che si sviluppò dopo la fine del primo conflitto mondiale, quest’epoca è ricordata con grande nostalgia per il suo dinamismo,
per le sue mode e tendenze, che interessarono praticamente ogni aspetto del costume e dell’arte del tempo.
Negli Stati Uniti si assisteva all’esplosione del jazz, Francis
Scott Fitzgerald dava alle stampe “Il Grande Gatsby”, in Europa fiorì il movimento dada e Coco Chanel fu pioniera dell’uso dei pantaloni per le donne.
Nell’architettura si diffusero i preziosismi dell’art déco, fiorirono i grattacieli e presero il sopravvento le nuove tec-
nologie, come l’automobile, la radio, il grammofono e il cinema ormai non più muto, insieme al diffondersi dei mass media.
Alla vigilia dell’inizio degli anni Venti di questo nuovo secolo, non possiamo che augurarci un altrettanto fiorente decennio! Buon fine 2019 a tutti!
© Foto di copertina: New York City Manhattan aerial view, @ Mishela Photography
= letteralmente, buona vita.
70 Editoriale
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Design, bioedilizia e salubrità condensati in un unico volume.
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Comportamento strutturale dei pannelli multistrato con isolanti termici in poliuretano.
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Simulazione energetica dinamica con ICARO Parte 3.
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COP 25 #TiempoDeActuar: è ora di fare efficienza energetica!
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Norme tecniche di acustica edilizia, stato dell’arte e prospettive future.
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Gli inghippi dell’assicurazione professionale obbligatoria in ambito acustico.
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Giunti, tipologie e calcoli secondo UNI EN ISO 12354.
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ANIT
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Strumenti per i Soci ANIT
Fondatore Sergio Mammi
A b b o n a r s i
si può. Stampato su carta prodotta con cellulose senza cloro-gas nel rispetto delle normative ecologiche vigenti.
Vignetta di Sergio Mammi, Fondatore ANIT.
Hanno collaborato:
Per abbonarsi con bonifico bancario, effettuare versamento a: TEP srl Conto corrente presso Banca Popolare Commercio & Industria IBAN IT 20 B050 4801 6930 0000 0081 886 Indicare come causale: abbonamento 4 numeri neo-Eubios. Info e abbonamenti: press@anit.it
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ISSN 1825-5515
abbonamento annuale 4 numeri: 24 e
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Davide Tarca, Socio ANIT, progettista titolare dello studio Bioprogettazionetarca - Impresa Tarcacostruzioni. Fabio Raggiotto. Cristiano Signori. Ing. Francesco Nastasi, Ingegnere acustico - Studio Suono e Vita. Ing. Cristina Marsetti, Ingegnere libero professionista e broker. Avv. Santo Durelli, Studio Legale Avv. Durelli – Genova. Ing. Giorgio Galbusera, Esperto ANIT. Ing. Matteo Borghi, Esperto ANIT. Ing. Stefano Benedetti, Esperto ANIT. Arch. Daniela Petrone, Vice Presidente ANIT.
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Z Il numero 69 è on-line su www.anit.it
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Trimestrale N°69 - Anno XX - Settembre 2019 - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano
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EDITORIALE
Con la divulgazione della bozza della legge di Bilancio 2020, in qualità di Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico, riteniamo doveroso comunicare la nostra posizione in merito alla proposta di provvedimento chiamato “BONUS FACCIATE”. La volontà del Governo di sostenere un settore in crisi da diversi anni come quello dell’edilizia è molto positiva, tuttavia non crediamo in un provvedimento fine a se stesso, ma riteniamo che sia indispensabile una strategia a lungo termine mirata al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale, economica e sociale. Con specifico riferimento all’art. 25, vogliamo sottolineare quanto tale provvedimento possa essere controproducente per tutta la politica energetico ambientale che l’Italia sta portando avanti ormai da anni. Il provvedimento “BONUS FACCIATE”, infatti, risulterebbe comprendere qualsiasi intervento sulla facciata degli edifici: sia interventi di finitura estetica, di rifacimento dei balconi o dei cornicioni, di opere di lattoneria, di pura tinteggiatura o rivestimenti esterni che interventi di isolamento termico e quindi di efficienta-
mento energetico con conseguente riduzione di consumi e di emissioni inquinanti. Si propone di incentivare al 90% interventi di pura finitura estetica e al 65%-75% interventi di efficientamento energetico e messa in sicurezza statica. Inoltre è chiarito che si riferisce soprattutto alle periferie, ossia a quegli edifici che oltre che in stato di degrado sono tra i meno efficienti energeticamente e meno sicuri dal punto di vista costruttivo. Gli interventi di finitura estetica della facciata vengono promossi quindi a discapito degli interventi di efficientamento energetico o di messa in sicurezza. Infatti deliberare lavori puramente estetici su strutture su cui presumibilmente non verranno eseguiti altri interventi per moltissimi anni, significa secondo noi perdere un’ottima occasione per una riqualificazione energetica durevole, considerando che, quando un condominio interviene sull’involucro esterno prevede un investimento importante, di cui una buona parte riguarda le opere provvisionali (ossia i ponteggi). Segnaliamo inoltre che progetti di riqualificazione energetica non ancora iniziati, ma deliberati,
colonna sonora There’s Nothing Holding Me Back - Shawn Mendes • Eye of the Tiger - Survivor Higher Love - Kygo, Whitney Houston • The Greatest - Sia, Kendrick Lamar King of the Dancehall - Beenie Man • Gonna Fly Now - Bill Conti God’s Plan - Drake • Doo Wop (That Thing) - Ms. Lauryn Hill Dance with me - 112 • It’s Your Thing - The Isley Brothers
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potrebbero essere bloccati con la prospettiva di poter usufruire nel 2020 di migliori coefficienti di detrazione e minori requisiti, senza alcun vantaggio energetico ambientale e con conseguente rischio di bloccare il mercato edilizio. Richiediamo dunque per tale provvedimento:
C. che nei soli casi A e B sopra citati rientrino negli interventi incentivabili anche quelli di manutenzione ordinaria e le opere accessorie a completamento dell’opera D. che sia resa obbligatoria la comunicazione all’ENEA come previsto per tutti gli interventi di efficientamento al fine di quantificare il risparmio conseguito.
A. che gli interventi ammessi al “BONUS FACCIATE” siano quelli che prevedono anche un miglioramento dell’efficienza energetica e che dovranno, nei propri ambiti di applicazione, rispettare i limiti di legge previsti per l’ECOBONUS.
In tale modo il “BONUS FACCIATE” diventerebbe una sorta di Ecobonus potenziato, valido solo per l’anno 2020. Ciò creerebbe un forte impulso alla riqualificazione (sia estetica, sia energetica) delle facciate e risulterebbe in linea con la Strategia Energetica Nazionale necessaria per il raggiungimento degli obiettivi previsti dall’Europa e inseriti nelle Direttive Europee.
B. che possano accedere al “BONUS FACCIATE” anche interventi di finitura MA solo nel caso degli edifici di valore storico artistico e sotto la tutela dei beni culturali che oggi vengono esclusi dall’applicazione del DM 26 giugno 2015 e s.m.
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DESIGN, BIOEDILIZIA E SALUBRITÀ CONDENSATI IN UN UNICO VOLUME
Un piccolo progetto realizzato sulle montagne della Valtellina di * Davide Tarca
Il progetto Il progetto prevede la realizzazione di un edificio ad uso studio a Mello in Valtellina (provincia di Sondrio) sulle Alpi Retiche a quota 700 metri s.l.m. L’edificio è inserito in un contesto poco urbanizzato con presenza di prati da sfalcio al contorno e al limite del bosco. Il luogo, lo spazio, la luce, l’alternarsi delle stagioni, la semplicità delle forme, il rispetto degli elementi e i segni geometrici, unitamente alla contemporaneità, sono gli elementi essenziali che ispirano l’idea e lo sviluppo della forma progettuale. L’orientamento dell’edificio verso sud e la grande trasparenza, fornisce un rapporto diretto interno esterno, questo orientamento/trasparenza oltre alla possibilità del rapporto energetico diretto con il sole, permette un deciso rapporto interno esterno con una vista ritmica del paesaggio naturale sullo skyline delle Alpi Orobie e delle Valli laterali e l’affaccio sui tetti della parte più antica e la chiesa del piccolo paese, con il fondo valle e il lago di Como sullo sfondo. Il nuovo volume geometrico e rigoroso segue le linee del volume esistente che gli fa da base. I volumi sono organizzati in modo contrapposto, uno orizzontale in pietra adagiato sul terreno (esistente) e uno nuovo superiore verticale bianco. Il contrasto è l’elemento predominante del volume superiore, una cornice a vela in corten sospesa, rispetto al volume principale bianco, che come una sorta di cannocchiale concentra la vista verso l’esterno. Lo stesso elemento in corten, ha la funzione di
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scaricare l’acqua di pioggia a terra lungo le pareti, come una cascata continua. L’interno molto semplice e lineare rispecchia l’esterno, la continuità è la condizione principale, bianco delle pareti continuo sia sulle pareti che sulle porte e ante degli armadi, il pavimento in calcestruzzo con cemento pozzolanico senza soluzione di continuità, la scala metallica grezza e il soffitto sempre metallico grezzo interrompono in modo continuo il colore bianco naturale delle pareti e il grigio del pavimento. La luce naturale di rimbalzo sulle superfici attraversa il foro scala sui due livelli, con giochi di luci e ombre nelle diverse ore del giorno. La cura e la bellezza del dettaglio anche più piccolo per il processo creativo, rende la semplicità del volume ancora più interessante, anche se nel
Foto 1 - Getto del calcestruzzo su solaio
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contempo molto sofisticato. Non necessariamente interpretato nella solo lettura della concezione tecnologica e di efficienza energetica, non di meno importanza, ma già implicita nell’essenza del progetto. Involucro La struttura leggera è stata realizzata con elementi putrelle di ferro, le chiusure esterne sono state realizzate in semisecco, chiusura esterna mediante orditura metallica con struttura in guide di ferro zincata e lastra in cemento rinforzato, i solai in lamiera grecata e getto in calcestruzzo pozzolanico. Bioclimatica L’edificio “funziona” con il sole, quale elemento principale, a seconda del modificarsi delle stagioni e il susseguirsi del giorno e della notte. In inverno (sole basso) il sole inonda di luce tutta la superficie del pavimento e parte delle pareti, e per le loro caratteristiche di grande massa si riscaldano (raggiungendo 28/30 °C). In estate (sole alto sull’orizzonte) grazie alle schermature solari mobili e la vela fissa in corten ten-
Foto 3 - Pannelli isolanti in fibra di legno da 30 cm
gono all’esterno il sole (infrarosso) mantenendo la temperatura interna controllata, la ventilazione naturale notturna scarica termicamente le masse, durante le ore notturne più fresche Grazie agli alti spessori dei coibenti e alle tipologie di materiali si riesce a garantire un altissimo comfort interno. L’impianto di riscaldamento ha registrato un tempo di utilizzo di 4 ore in tutto il periodo di riscaldamento. Mentre il funzionamento in deumidificazione e raffrescamento nel periodo estivo è di 8 ore per tutto il periodo caldo. Materiali Sono stati utilizzati nell’edificio una serie di materiali naturali, le coibentazioni a diretto contatto con l’interno sono state realizzate in fibra di legno per la maggior superficie, tutti i rivestimenti interni e i divisori sono stati realizzati in mattoni di argilla (terra cruda), così come gli intonaci e la finitura sempre in argilla di colore bianco senza verniciatura, la rete degli intonaci è in fibre naturali di juta. I pavimenti che sono anche i solai portanti sono stati realizzati in calcestruzzo con
Foto 2 - Posa del telo per il Blower Door test preliminare
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cemento pozzolanico. Le vernici utilizzate nelle sole parti metalliche interne sono in olio duro naturale a emissioni COV 0,00 g/l. Nello specifico l’argilla è un materiale naturale, ecosostenibile e recuperabile, infatti non crea scarti da portare a discarica, la demolizione delle tracce viene trasformata in malta e non si butta via niente senza creare rifiuto. Il tutto si sintetizza in comfort e salubrità degli ambienti. Il concetto perseguito è stato quello della semplicità nelle forme ma anche nei materiali, materiali semplici antichi, ma molto sofisticati per le loro caratteristiche intrinseche, la matericità i colori e riflessi della luce e riscoperti in chiave moderna.
Foto 5 - Prospetto principale dell’edificio
Tetto verde La copertura piana dell’edificio accoglie il tetto verde estensivo Sedum, con 5 varietà, fioriture da primavera fino all’estate. Impianti Impianto riscaldamento raffrescamento a espansione diretta mediante pompa di calore aria/aria, mediante 2 split su tutto l’edificio uno per ogni
Foto 6 - Vista della facciata su giardino piano tot 120 mq. circa. Impianto di Ventilazione meccanica controllata con recuperatore di calore ad alta efficienza energetica con by pass automatico Impianto acqua calda sanitaria con pompa di calore aria acqua. Passivhaus Lo standard Passivhaus è uno standard edilizio, che è energeticamente efficiente, confortevole, economico e sostenibile allo stesso tempo. Si tratta di una certificazione volontaria estesa a livello mondiale applicabile a qualsiasi clima. L’edifico realizzabile è fondato su 5 punti principali, per ottenere come unico scopo il comfort e il benessere
Foto 4 - Vista della facciata vetrata
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interno degli occupanti: 1. coibentazione termica di grande qualità; 2. doppi/tripli vetri basso emissivi; 3. tenuta all’aria dell’involucro; 4. minimizzazione dei ponti termici; 5. impianto di ventilazione con recupero di calore. Nell’edificio in esame sono state adottate le seguenti strategie progettuali: • Strutture opache: trasmittanza termica U ≤ 0,15 W/(m2k); assenza di ponti termici. • Strutture trasparenti: trasmittanza termica dei serramenti con triplo vetro Uw ≤ 0,8W/(m2k); assenza di ponti termici; fattore solare g 50-55%. • Tenuta all’aria: n50 ≤ 0,6/h • Ventilazione: recupero di calore ≥ 75%, fabbisogno elettrico massimo pari a 0,45 Wh/m3 • Comfort estivo: frequenza di surriscaldamento ≤ 10% (>25°C). • Controllo del fabbisogno: fabbisogno termico per riscaldamento ≤ 15 kWh/(m2a) o carico termico dell’edificio ≤10W/m2; fabbisogno utile per raffrescamento ≤ 15 kWh/(m2a); fabbisogno di energia primaria ≤ 120 kWh/(m2a);
Foto 7 - Prospetto con dettaglio di copertura
È stato inoltre seguito un processo di progettazione e realizzazione secondo la metodologia CQ Quality Building, che ha permesso di coordinare tutte le figure coinvolte in tutto il processo produttivo secondo i tempi stabiliti. * Davide Tarca, Socio ANIT, progettista titolare dello studio Bioprogettazionetarca - Impresa Tarcacostruzioni.
Foto 8 - Vista dell’edificio dall’interno
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COMPORTAMENTO STRUTTURALE DEI PANNELLI MULTISTRATO CON ISOLANTI TERMICI IN POLIURETANO di * Fabio Raggiotto, Cristiano Signori
INTRODUZIONE A fronte di una sempre maggiore richiesta da parte della progettazione e dei professionisti coinvolti a vario titolo nella realizzazione di stratigrafie strutturali orizzontali, intese quali pavimentazioni industriali, solai interpiano, solai di copertura anche a destinazione carrabile, si è ritenuto necessario affrontare uno studio di tali elementi coinvolgendo l’aspetto statico ed, in particolare, la distribuzione dei carichi applicati e le relative tensioni. Questo a fronte di una mancanza, allo stato attuale, di un metodo previsionale basato su criteri solutivi certi e sull’assenza di normative di calcolo per i casi affrontati.
se in modo indiretto, ad azioni e sollecitazioni elevate, unita alle ben più note caratteristiche di isolamento termico (conduttività termica, calore specifico etc.) permette alla progettazione una scelta mirata e consapevole in merito alla soluzione da adottare. Lo studio è stato condotto sulle seguenti configurazioni orizzontali: • Configurazione in appoggio totale (pavimentazione contro terra) • Configurazione in semplice appoggio (solaio interpiano) • Configurazione solaio π (pi-greco) (copertura industriale prefabbricata) • Configurazione solaio π (pi-greco) (solaio interpiano) • Configurazione solaio in predalles (solaio interpiano) • Configurazione solaio alveolare (solaio interpiano)
Lo studio riporta i risultati di una indagine sperimentale corredata da analisi di modellazione numerica, condotta presso il Laboratorio per i Materiali da Costruzione, afferente al Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale dell’Università degli Studi di Padova, con la finalità di ottenere una conoscenza approfondita dello stato tensionale e deformativo sviluppatosi nei singoli elementi soggetti alle prove ed identificando la sollecitazione imposta ai pannelli isolanti.
Le caratteristiche meccaniche degli elementi della stratigrafia (carico massimo a rottura, tensione di snervamento, il modulo elastico e altri parametri significativi) sono state misurate per ogni strato costituente le strutture sottoposte a test. Il calcestruzzo è stato caratterizzato in accordo con le disposizioni delle norme UNI 6130/80 e UNI 6132/72 per ricavare i valori del modulo elastico, della resistenza massima a compressione e a trazione ed i risultati sono stati successivamente elaborati secondo le disposizioni dell’Eurocodice 2. Le prove preliminari di caratterizzazione del poliuretano espanso rigido sono state eseguite in accordo con la norma
L’obiettivo è la conoscenza del comportamento dei materiali isolanti, in particolare del poliuretano espanso rigido, utilizzato durante le prove, necessario al fine di sviluppare una progettazione corretta, sia sotto l’aspetto dimensionale degli elementi sia dal punto di visto economico. Infatti, una esaustiva conoscenza del comportamento dei prodotti isolanti, sottoposti, anche
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UNI EN 826, con particolare riguardo alla determinazione del modulo elastico e della resistenza a compressione. Sono stati scelti pannelli isolanti aventi una resistenza a compressione al 10% della deformazione maggiore di 120, 150 e 200 kPa. Ciascuna struttura è stata sollecitata a compressione e flessione per mezzo di una trave di ripartizione in acciaio, completamente appoggiata in mezzeria dell’elemento testato. L’impronta di carico risulta essere 180 x 30 cm; mentre il peso della putrella pari a 387 daN. Si è inizialmente sottoposto le strutture ad un breve ciclo di pre-carico di assestamento allo scopo di verificare l’idoneità in relazione ai ca-
richi di esercizio per destinazione d’uso previsti dall’Eurocodice 2 ed, in seguito, si è caricato fino al massimo valore possibile, con la strumentazione in dotazione (circa 450 kN). La ricostruzione dell’andamento tensionale lungo la sezione trasversale degli elementi costituenti i singoli strati delle strutture sottoposte a test, è stata realizzata mediante dei sensori di precisione DD1 e LVDT (± 0.001 mm). Si riporta in figura 1 un esempio di layout di prova. Tale ricostruzione permette di comprendere in modo chiaro alcune dinamiche relative alla distribuzione tensionale e deformativa, conseguenza delle sollecitazioni agenti. I valori dei carichi esercitati e delle conseguen-
Figura 1 – Layout di prova - tegolo TT
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ti risposte in termini di reazione relativi al comportamento dell’intera stratigrafia e non suddivisibili in base ai componenti, sono stati suddivisi in 3 ambiti, riferendosi alle varie fasi di risposta alle sollecitazioni applicate per individuare il valore massimo in campo elastico, plastico ed il valore prima della rottura.
dustriale contro terra dotato di pannelli termoisolanti. Descrizione stratigrafia (dall’intradosso all’estradosso): - Soletta rigida in c.a. sp. 20 cm. (strato contro terra) - Triplo strato di pannelli isolanti in poliuretano espanso rigido, Stiferite P3, spessore singolo pannello 50 mm, avente resistenza a compressione al 10% della deformazione maggiore di 120 kPa, spessore complessivo 150 mm
CASI STUDIO Sono di seguito riportati i risultati di alcune strutture sottoposte a prova a titolo di esempio: • Configurazione in appoggio totale (pavimento contro terra) Si è studiato il comportamento di un pavimento in-
- Pavimentazione industriale in c.a. sp. 15 cm
Figura 2 – Layout di prova - configurazione in appoggio totale
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Foto 1 – prova configurazione in appoggio totale
Foto 3 – Pannelli Stiferite P3 al termine del test
Il grafico sottostante riassume il comportamento osservato durante il test e le varie fasi di applicazione delle sollecitazioni. Si sono evidenziate le zone di maggiore interesse per valutare l’effettivo grado di resistenza dell’intero pacchetto alle azioni impresse. I valori di carico limite in fase elastica 34006,2 daN (pari a circa 34000 kg) e carico massimo 44226,7 daN (pari a circa 44200 kg) sono piuttosto elevati, e ben si sposano con le caratteristiche richieste dalle pavimentazioni industriali (ad esempio destinazione d’uso per celle frigorifere e stoccaggio materiali).
Foto 2 – prova configurazione in appoggio totale
Grafico 1 – comportamento configurazione in appoggio totale
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A conclusione del test, previo scarico del sistema, si sono attentamente osservate e valutate le condizioni dei pannelli Stiferite P3, sotto l’aspetto della presenza di eventuali deformazioni geometriche (per quanto concerne planarità e abbassamenti dello spessore rispetto alle condizioni di partenza). Si sono riscontrate alcune incisioni superficiali in corrispondenza del 3° strato di pannelli posto a contatto con la piastra superiore in c.a., non per cedimenti propri del prodotto, bensì dovuti all’azione di pseudopunzonamento esercitata dalle asperità presenti nel getto della piastra medesima. In altre parole i pannelli isolanti del 3° strato non hanno subito alcuna deformazione dal punto di vista della loro conformazione originaria (nel senso planare e dello spessore), e ciò va di pari passo con l’assoluta integrità riscontrata nei
pannelli isolanti del 1° e 2° strato. • Configurazione in semplice appoggio (solaio interpiano) Si è studiato il comportamento della condizione di un solaio interpiano, dotato di pannelli termoisolanti, sottoposto ad azioni in regime flessionale. Descrizione stratigrafia (dall’intradosso all’estradosso): - Soletta rigida inferiore in c.a. sp. 20 cm - Strato di pannelli isolanti in poliuretano espanso rigido, Stiferite CLASS SH, spessore 80 mm, avente resistenza a compressione al 10% della deformazione maggiore di 200 kPa. - Soletta rigida superiore in c.a. sp. 15 cm
Figura 3 – Layout di prova – configurazione in semplice appoggio
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Foto 4 e Foto 5 – Prova configurazione in semplice appoggio Il grafico 2 riassume il comportamento osservato durante il test e le varie fasi di applicazione delle sollecitazioni. Si sono evidenziate le zone di maggiore interesse per valutare l’effettivo grado di resistenza dell’intero pacchetto alle azioni impresse:
Trattasi di valori elevati, che ben si sposano con le caratteristiche richieste dalle strutture orizzontali (solai interpiano o di copertura) in particolar modo aventi destinazione d’uso quali attività produttive o commerciali, per le quali sono necessarie resistenze alle sollecitazioni elevate.
I valori corrispondenti alle tre zone sopra individuate sono i seguenti: • Carico limite fase elastica: 7345,7 daN (pari a circa 7300 kg) • Carico massimo : 15671,2 daN (pari a circa 15650 kg) • Carico fase - plasticizzazione: 13598,8 daN (pari a circa 13600 kg)
A conclusione del test post fase di rottura dell’elemento in c.a., previo scarico del sistema, si sono attentamente osservate e valutate le condizioni dei pannelli Stiferite CLASS SH, sotto l’aspetto della presenza di eventuali deformazioni geometriche (per quanto concerne planarità e abbassamenti dello spessore rispetto alle condizioni di partenza). I pannelli sono risultati perfettamente integri.
Grafico 2 – comportamento configurazione in semplice appoggio
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• Configurazione solaio π (pi-greco) (copertura industriale prefabbricata) Si è studiato il comportamento di un solaio in c.a.p. come elemento interpiano o di copertura, dotato di pannelli termoisolanti, sottoposto ad azioni in regime flessionale. Descrizione stratigrafia (dall’intradosso all’estradosso):
- Elemento in c.a.p. (Π), altezza totale 30 cm - Strato di pannelli termici in poliuretano espanso rigido, Stiferite GT, spessore 80 mm, avente resistenza a compressione al 10% della deformazione maggiore di 150 kPa. - Soletta rigida superiore in c.a. quale elemento collaborante e piano di pavimentazione, spessore 15 cm
Figura 4 – Layout di prova – solaio π (pi-greco)
Foto 6 e Foto 7 – Prova configurazione solaio π (pi-greco) (copertura industriale prefabbricata)
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Il grafico sottostante riassume il comportamento osservato durante il test e le varie fasi di applicazione delle sollecitazioni. Si sono evidenziate le zone di maggiore interesse per valutare l’effettivo grado di resistenza dell’intero pacchetto alle azioni impresse.
Trattasi di valori elevati, che ben si sposano con le caratteristiche richieste dalle strutture orizzontali (solai interpiano o di copertura) in particolar modo aventi destinazione d’uso quali attività produttive o commerciali. A conclusione del test post fase di rottura dell’elemento in c.a., previo scarico del sistema, si sono attentamente osservate e valutate le condizioni dei pannelli Stiferite GT, sotto l’aspetto della presenza di eventuali deformazioni geometriche (per quanto concerne planarità e abbassamenti dello spessore rispetto alle condizioni di partenza). I pannelli sono risultati perfettamente integri Foto 7 e 8.
I valori corrispondenti alle tre zone individuate sono i seguenti: 1) Carico limite fase elastica: 3717,3 daN (pari a circa 3700 kg) 2) Carico massimo : 18699,8 daN (pari a circa 18700 kg) 3) Carico fase - plasticizzazione: 15162,6 daN (pari a circa 15150 kg)
Grafico 3 – comportamento configurazione solaio π (pi-greco) (copertura industriale prefabbricata)
Foto 8 e Foto 9 – Prova configurazione solaio π (pi-greco)
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Figura 5 – Layout di prova – solaio π (pi-greco) (solaio interpiano)
Foto 10 – Prova configurazione solaio π (pi-greco) (solaio interpiano)
Foto 11 – Prova configurazione solaio π
• Configurazione solaio π (pi-greco) (solaio interpiano) Si è studiato il comportamento di un solaio in c.a.p. come elemento interpiano o di copertura, dotato di pannelli termoisolanti, sottoposto ad azioni in regime flessionale.
lecitazioni. Si sono evidenziate le zone di maggiore interesse per valutare l’effettivo grado di resistenza dell’intero pacchetto alle azioni impresse. Il valore del carico massimo è pari 23137,1 daN (pari a circa 23130 kg)
Descrizione stratigrafia (dall’intradosso all’estradosso): - Elemento in c.a.p. (Π), altezza totale 40 cm - Strato di pannelli termici in poliuretano espanso rigido, Stiferite GT, spessore 70 mm, avente resistenza a compressione al 10% della deformazione maggiore di 150 kPa. - Massetto in cls sp. 60 mm - Pavimentazione ceramica sp. 15 mm Il grafico 4 riassume il comportamento osservato durante il test e le varie fasi di applicazione delle sol-
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Grafico 4 – comportamento configurazione solaio π (pi-greco) (solaio interpiano)
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Trattasi di valori elevati, che ben si sposano con le caratteristiche richieste dalle strutture orizzontali (solai interpiano o di copertura) in particolar modo aventi destinazione d’uso quali attività produttive o commerciali. A conclusione del test post fase di rottura dell’elemento in c.a., previo scarico del sistema, si sono attentamente osservate e valutate le condizioni dei pannelli Stiferite GT, sotto l’aspetto della presenza di eventuali deformazioni geometriche (per quanto concerne planarità e abbassamenti dello spessore rispetto alle condizioni di partenza). I pannelli sono risultati perfettamente integri, non evidenziando danneggiamenti significativi prima del valore massimo di carico.
Al termine della prova è stata condotta una ulteriore verifica al fine di determinare l’influenza della presenza dei pannelli di isolante circa la fessurazione della pavimentazione ceramica sottoposta a carichi concentrati. E’ stato movimentato un carico concentrato di 1t tramite un transpallet, il quale non ha in alcun modo determinato fessurazioni sulla pavimentazione ceramica (Foto 11). • Configurazione solaio predalles (solaio interpiano) Si è studiato il comportamento di un solaio in predalles come elemento interpiano, dotato di pannelli termoisolanti, sottoposto ad azioni in regime flessionale.
Figura 6 – Layout di prova – solaio predalles
Foto 12 e Foto 13 – Prova configurazione solaio predalles
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Descrizione stratigrafia (dall’intradosso all’estradosso): - Elemento in predalles , spessore 20 cm - Strato di pannelli termici in poliuretano espanso rigido, Stiferite GT, spessore 70 mm, avente resistenza alla compressione al 10 % della deformazione superiore a 150 kPa. - Massetto in cls sp. 60 mm - Pavimentazione ceramica sp. 15 mm
zontali (solai interpiano o di copertura) in particolar modo aventi destinazione d’uso quali attività produttive o commerciali. A conclusione del test post fase di rottura dell’elemento in c.a., previo scarico del sistema, si sono attentamente osservate e valutate le condizioni dei pannelli Stiferite GT, sotto l’aspetto della presenza di eventuali deformazioni geometriche (per quanto concerne planarità e abbassamenti dello spessore rispetto alle condizioni di partenza). I pannelli sono risultati perfettamente integri, non evidenziando danneggiamenti significativi prima del valore massimo di carico.
• Configurazione solaio alveolare (solaio interpiano) Si è studiato il comportamento di un solaio in c.a.p. alveolare come elemento interpiano o di copertura, dotato di isolamento termico, sottoposto ad azioni in regime flessionale. Descrizione stratigrafia (dall’intradosso all’estradosso): - Elemento in c.ap. alveolare , spessore 45 cm - Strato di pannelli termici in poliuretano espanso rigido, Stiferite GT, spessore 70 mm, avente resistenza alla compressione al 10 % della deformazione superiore a 150 kPa. - Massetto in cls sp. 60 mm - Pavimentazione ceramica sp. 15 mm
Grafico 5 – comportamento configurazione solaio predalles (solaio interpiano) Il valore del carico massimo è pari 15439 daN (pari a circa 15400 kg) Trattasi di valori elevati, che ben si sposano con le caratteristiche richieste dalle strutture oriz-
Figura 7 – Layout di prova – solaio alveolare
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Foto 14 e Foto 15 – Prova configurazione solaio alveolare si sono attentamente osservate e valutate le condizioni dei pannelli Stiferite GT, sotto l’aspetto della presenza di eventuali deformazioni geometriche (per quanto concerne planarità e abbassamenti dello spessore rispetto alle condizioni di partenza). I pannelli sono risultati perfettamente integri, non evidenziando danneggiamenti significativi prima del valore massimo di carico. Analisi di modellazione numerica Dopo la fine delle indagini sperimentali ogni test è stato riprodotto mediante una simulazione numerica utilizzando il software ad elementi finiti “Abaqus”. L’obiettivo concerne l’analisi della fase elastica che rappresenta concretamente le reali condizioni di esercizio dei materiali in opera. In tal modo si può considerare ciascun materiale coinvolto trascurando eventuali non linearità, e pertanto risulta sufficiente l’implementazione di unico parametro ovvero il modulo di elasticità (E), valori ottenuti mediante le prove preliminari di caratterizzazione dei materiali medesimi.
Grafico 6 – comportamento configurazione solaio Alveolare (solaio interpiano) Il valore del carico massimo è pari 11634,6 daN (pari a circa 11600 kg) Trattasi di valori elevati, che ben si sposano con le caratteristiche richieste dalle strutture orizzontali (solai interpiano o di copertura) in particolar modo aventi destinazione d’uso quali attività produttive o commerciali. A conclusione del test post fase di rottura dell’elemento in c.a., previo scarico del sistema,
Segue un esempio di modellazione riferito al pannello in poliuretano Stiferite GT sp. 50 mm:
Figura 8 – Geometria e mesh della configurazione appoggio
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Grafico 7 – Confronto del valore della freccia ottenuto sperimentalmente e tramite analisi numerica
Figura 10 – Mappatura delle deformazioni verticali della prova semplice appoggio con isolante Stiferite GT
Figura 11 – Mappatura delle deformazioni orizzontali della prova semplice appoggio con isolante Stiferite GT Osservando la mappatura delle deformazioni in direzione verticale è possibile constatare come le piastre in c.a. risultino uniformemente tese, anche se con valori di deformazione trascurabili. L’isolante viene invece compresso con valori massimi di 3.737E-3 mm, misurati in corrispondenza dell’impronta di carico, per poi passare a valori sempre minori mano a mano che la distanza dal centro del pacchetto aumenta. Tali valori di deformazione risultano ad ogni modo trascurabili se rapportati al valore corrispondente alla rottura che, nel caso dell’isolante Stiferite GT 50 mm, è di 0.1 (valore limite indicato dalla normativa per quegli elementi che, come nel presente caso, raggiungono la rottura per valori di deformazione superiori al 10%). Prendendo ora in considerazione le deformazioni in direzione orizzontale del
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pacchetto, è possibile notare, un’alternarsi di compressioni e trazioni tipiche dei regimi flessionali. In questo caso i pannelli registrano deformazioni in compressione dell’ordine di 9.952E-5 mm ed in trazione di 1.291E-4 mm. Tali valori, oltre che distanti dai valori di rottura misurati sperimentalmente, risultano sovrastimati in quanto, per le ipotesi di continuità adottate nella modellazione numerica, si generano tra le superfici di contatto forze d’attrito non presenti nella realtà, che determinano sollecitazioni aggiuntive localizzate, in particolare in mezzeria all’isolante a causa della presenza di un certo “effetto piastra”. Per questo motivo è possibile affermare che i risultati ottenuti siano cautelativi rispetto ai normali regimi di esercizio cui sono soggetti gli elementi in esame i quali dunque, a maggior ragione, si dimostrano in grado di mante-
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nere la propria capacità strutturale senza danneggiarsi in alcun modo. Tale procedura è stata ripetuta anche per gli altri pannelli isolanti in poliuretano utilizzati: Stiferite P3, CLASS S e CLASS SH, evidenziando i medesimi comportamenti.
impiegati nei test in completo appoggio che, a causa degli spigoli delle piastre in c.a., poste sopra di essi, hanno subito fenomeni di punzonamento. • I pannelli isolanti non subiscono deformazioni critiche ai carichi ai quali gli elementi in c.a. hanno superato il loro limite elastico di esercizio e si sono fessurati.
CONCLUSIONI: Il lavoro di ricerca si è sviluppato attraverso l’analisi del comportamento strutturale di pannelli multistrato utilizzati per pavimentazioni civili, industriali e commerciali, e si è avvalso di risultati sperimentali e modellazione numerica. I test sono stati realizzati simulando il comportamento a trave dell’elemento considerato, mediante prove di flessione con carico centrale applicato in mezzeria. Lo schema di carico considerato permette di riprodurre le reali condizioni di esercizio delle strutture poste in opera. Lo studio si è focalizzato sull’analisi del comportamento di diversi tipi di isolanti poliuretanici, aventi una resistenza a compressione al 10% della deformazione, a seconda del modello, superiore a 120, 150 e 200 kPa, utilizzati nel settore dell’edilizia ed, in particolare, su strutture orizzontali comunemente utilizzate nella realizzazione di impalcati sia in opera che prefabbricati.
In conclusione, lo studio ha dimostrato che l’utilizzo dei pannelli isolanti in poliuretano nelle più comuni modalità di esercizio non pregiudica in alcun modo la sicurezza strutturale essendo la modalità di rottura dominata dalla resistenza degli elementi in c.a.. L’eventuale apposizione di una cappa di ripartizione del carico sopra l’isolante, necessaria per evitare fenomeni di punzonamento dello stesso, garantisce una resistenza a pacchetto, che normalmente non è considerata nei calcoli di progetto, ma che nella realtà, si è dimostrato, fornisce il suo contributo aumentando il livello di sicurezza. L’analisi sperimentale è stata volutamente portata sino alla fase di rottura, da intendersi relativa alla parte strutturale della stratigrafia esaminata (piastre in c.a. o tegolo in c.a.p.), in quanto i pannelli isolanti, come più volte sottolineato, non hanno subito deformazioni di sorta, sia sotto l’aspetto della planarità che dello spessore. Pertanto l’utilizzo dei pannelli in poliuretano espanso rigido in stratigrafie come quelle esaminate, e sottoposti ad azioni gravose amplificate volutamente in sede sperimentale per valutare le condizioni peggiori di carico, non comporta alcun problema dal punto di vista della stabilità strutturale e dimensionale. Inoltre la scelta di un materiale isolante come i pannelli in poliuretano comporta anche un notevole vantaggio dal punto di vista delle prestazioni termiche, noti gli ottimi valori di conducibilità termica del prodotto. Conseguentemente, il poter associare l’alto grado di resistenza termica con l’utilizzo di spessori ridotti alla buona risposta alle sollecitazioni meccaniche risulta essere una combinazione molto rilevante sia in sede progettuale che realizzativa di una stratigrafia orizzontale, sia essa adatta all’utilizzo quale pavimentazione, solaio interpiano o in copertura realizzata in opera o prefabbricata.
Sono stati testati 12 differenti tipologie di strutture per modello di isolante ed elementi in c.a. (massetto di ripartizione del carico da 5 fino a 20 cm, con e senza finitura ceramica), al fine di coprire una vasta gamma di possibili applicazioni: • Struttura appoggiata a terra su suolo infinitamente rigido (pavimento contro terra) • Struttura in semplice appoggio (solaio interpiano) • Struttura in semplice appoggio accoppiata a tegolo π (copertura industriale prefabbricata) • Struttura in semplice appoggio accoppiata a tegolo π (solaio interpiano) • Struttura in semplice appoggio accoppiata a predalles (solaio interpiano) • Struttura in semplice appoggio accoppiata ad alveolari (solaio interpiano) All’analisi sperimentale ha fatto seguito una analisi di modellazione numerica lineare, calibrata secondo i risultati ottenuti. I dati così ricavati hanno dimostrato che: • In ognuna delle configurazioni considerate, i pannelli isolanti non hanno subito, in regime lineare, alcun danneggiamento; le uniche eccezioni sono costituite dagli strati di isolante superiori
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* Dr. Fabio Raggiotto. Ing. Cristiano Signori.
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SIMULAZIONE ENERGETICA DINAMICA CON ICARO - PARTE 3 di * Giorgio Galbusera
Nelle prime due parti del presente articolo, pubblicate sui numeri 67 e 69, abbiamo visto come governare gli input necessari per elaborare una simulazione energetica dinamica e abbiamo affrontato la gestione del modello di calcolo alla base della nuova norma UNI EN ISO 52016-1. Con la terza parte concludiamo la trattazione presentando una panoramica sulla lettura degli output di una simulazione.
- la potenza richiesta per i servizi di riscaldamento e raffrescamento. E da questi dati possiamo calcolare anche: - la temperatura media radiante, - la temperatura operante interna, - i carichi di trasmissione attraverso l’involucro. Da queste considerazioni ne consegue che la difficoltà nella gestione di una simulazione energetica dinamica oraria non sta tanto nella definizione dei dati in ingresso, ma nella capacità di lettura dei risultati in uscita. In altri termini un bravo simulatore energetico “sa” quali dati leggere per capire il modello creato e “sa” come rappresentare le informazioni ottenute per comunicare i risultati nel modo più efficace.
La lettura dei risultati In tema di analisi dei risultati di una simulazione energetica dinamica, e in attesa di conoscere eventuali nuovi riferimenti legislativi o normativi sull’argomento, ad oggi abbiamo a che fare con un mondo molto ampio e ancora poco esplorato. La mole di informazioni infatti potenzialmente disponibile a valle di una simulazione dinamica oraria è molto più estesa di quella a cui siamo abituati oggi con un’analisi classica semi-stazionaria mensile. Basti pensare al solo cambio di paradigma temporale: si passa da 12 a 8760 valori per ogni parametro simulato. Inoltre i risultati possono riguardare, oltre al bilancio della zona termica, anche tutti i singoli nodi del modello di calcolo, e ad esempio possiamo conoscere: - la temperatura dell’aria all’interno degli ambienti, - la temperatura superficiale delle strutture che costituiscono l’involucro, - i carichi interni legati all’utilizzo dell’edificio, - i carichi per ventilazione sulla base dei ricambi d’aria e delle condizioni climatiche, - i carichi solari sulle strutture opache e trasparenti,
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Due workshop per valorizzare ICARO Per approfondire questi temi e ottimizzare la fruibilità del software ICARO, abbiamo organizzato a luglio 2018 e febbraio 2019 due giornate di lavoro assieme a una quindicina di esperti di settore. Con le premesse di cui sopra, abbiamo infatti pensato di condividere i lavori di impostazione del software per raccogliere suggerimenti mischiando esperienze sia del mondo accademico che professionale. L’idea è stata infatti quella di aprire una discussione tra operatori di varia estrazione attorno al tema della simulazione energetica dinamica per valorizzare le modalità di presentazione dei risultati offerti dal software ICARO. Consideriamo quanto oggi ottenuto con il software (e presentato nelle pagine che seguono)
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Figura 1: lavori in corso al workshop su ICARO tenuto a luglio 2018 come un “cantiere aperto”: il lavoro di ottimizzazione continua in accompagnamento all’esperienza da maturare e all’evoluzione del quadro legislativo/normativo.
prima sotto forma di andamento temporale o attraverso una mappatura annuale. La seconda voce invece presenta una serie di modalità di elaborazione dei risultati già preimpostate basate sull’analisi del comfort adattivo, sullo studio della firma energetica, sulla distribuzione d’uso della potenza richiesta e sull’aggregazione mensile dei fabbisogni di riscaldamento e raffrescamento.
Il menu dei risultati Riprendendo la trattazione della prima e seconda parte dell’articolo, una volta raccolte e inserite tutte le informazioni necessarie alla definizione del modello energetico è possibile lanciare la simulazione dinamica e accedere alle schermate dei risultati finali. Il lancio della simulazione può essere gestito con due modalità: per singola zona termica o per intero edificio. Nel primo caso la simulazione risolve il bilancio della sola zona considerata semplificando gli scambi energetici eventualmente presenti con le altre zone al contorno; nel secondo caso la simulazione coinvolge tutto il modello energetico consentendo di governare i risultati sia per singola zona che per aggregazione di più zone. In ICARO i risultati finali sono suddivisi in due voci: “Visualizza ed esperta dati” e “Grafici di analisi dei risultati”. Alla prima voce è possibile scaricare in formato .xls e .txt tutti i risultati ottenuti (e tutti i dati climatici) ed è possibile visualizzare un’ante-
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Nelle immagini che seguono presentiamo alcuni esempi commentati. Figura 2: andamento della temperatura operante da maggio a ottobre per due zone termiche (in questo caso piano terra e piano primo). La temperatura operante rappresenta la temperatura percepita da un utente all’interno dell’ambiente simulato. Per verificare se questi valori sono considerabili confortevoli, l’analisi può essere abbinata allo studio del comfort adattivo (vd. Figura 7). Figura 3: andamento annuale della potenza fornita alla zona termica. In questo caso la potenza si attiva durante la stagione di riscaldamento fino a un massimo di 12 kW, mentre è nulla durante il periodo estivo perché non è stato simulato l’impianto di raffrescamento.
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Figura 2
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CARTA, ENERGIA PER LA MENTE Il 60% dell’energia usata per produrre la carta in Europa è rinnovabile. Leggere su carta non consuma e rimane impresso. Questa è una notizia, vera.
Scopri le notizie vere sulla carta www.naturalmenteioamolacarta.it Fonte: Statistiche CEPI, 2018 CEPI rappresenta il 92% della produzione europea di carta e paste per carta
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Figura 4: confronto della temperatura superficiale interna della parete sud (in verde) e del solaio controterra (in blu). L’andamento evidenzia lo smorzamento termico del terreno sul solaio e la forte l’oscillazione giornaliera sulla parete perimetrale.
ora per ora (asse verticale) e giorno per giorno (asse orizzontale). Questo tipo di rappresentazione aiuta a identificare a colpo d’occhio la distribuzione del parametro nell’anno.
Figura 5: mappatura annuale della temperatura operante interna. Ogni giorno è rappresentato da 24 celle impilate in colonna. Il risultato è una sorta di mosaico, dove le tessere rappresentano la variazione della temperatura operante
Figura 6: mappatura annuale dei carichi solari sulla copertura. In grigio le ore dell’anno senza radiazione (ore notturne), mentre in giallo e rosso la distribuzione della potenza assorbita attraverso l’elemento di copertura.
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Figura 7: analisi del comfort adattivo. Il grafico mostra la fascia di comfort definita dalla norma UNI EN ISO 15251 assieme alla nuvola di valori simulati (in questo caso per due zone termiche – in blu e verde). Questa analisi è efficace per studiare il progetto estivo in condizioni free running e ottimizzare le scelte che favoriscono l’ottenimento di ore confortevoli anche in assenza di impianti.
zione del bilancio energetico d’involucro suddiviso in: dispersioni e apporti solari sull’opaco (blu), dispersioni per ventilazione (azzurro), apporti solari attraverso le strutture trasparenti (giallo) e apporti interni (rosso). Conclusioni: ICARO il software per la simulazione dinamica Con questo articolo, diviso in 3 parti, abbiamo presentato il quadro dalla norma UNI EN ISO 52016-1 e visto come questa si traduce attraverso la compilazione di un software come ICARO. Per chi fosse interessato ricordiamo che ICARO si può scaricare in prova per 30 giorni dal sito ANIT e può essere acquistato attraverso la quota “Socio più” al costo di 240€+IVA all’anno. Visto l’interesse per il tema e vista la disponibilità di utilizzare un software completo, renderemo disponibili ulteriori approfondimenti attraverso i canali ANIT.
Figura 8: firma energetica. Il grafico mostra la potenza richiesta per il servizio di riscaldamento in base alla temperatura dell’aria esterna. Dalla nuvola dei risultati è possibile estrapolare una linea di tendenza e verificare la richiesta in condizioni di progetto (nel caso mostrato a -5°C). Figura 9: uso della potenza disponibile. Le colonne rappresentano il numero di ore in cui è richiesta una certa potenza dall’impianto (rappresentata in % rispetto al totale disponibile). Dal grafico è possibile analizzare il dimensionamento impiantistico e la modulazione prevalente per il servizio mostrato (in questo caso il servizio di riscaldamento).
* Giorgio Galbusera, Esperto ANIT.
Figura 10: risultati mensili aggregati. Per ogni mese sono mostrati i valori totali dei fabbisogni di riscaldamento e raffrescamento (rispettivamente con la linea grigia e nera) e la composi-
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COP 25 #TIEMPODEACTUAR: È ORA DI FARE EFFICIENZA ENERGETICA! di * Daniela Petrone
“Dobbiamo chiederci seriamente se c’è la volontà politica” di agire contro i cambiamenti climatici “con onestà, responsabilità e coraggio, con più risorse umane, finanziarie e tecnologiche”. Nel mese dei bilanci, con questa frase, Papa Francesco invita a fare una riflessione seria e importante rivolta soprattutto ai partecipanti alla Conferenza sul Clima delle Nazioni Unite con un messaggio inviato a Carolina Schmidt, ministro dell’Ambiente del Cile e presidente di Cop25. Infatti, dal 2 al 13 dicembre si tiene a Madrid la COP25, la Conferenza sul cambiamento climatico organizzata dalle Nazioni Unite. Non è solo il Papa a chiederlo, il Parlamento Europeo, vuole che l’UE si impegni per una riduzione a zero delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2050.
Nel testo approvato “Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP25)” al paragrafo Politica energetica il Parlamento Europeo: 94. sottolinea il ruolo centrale dell’energia nella transizione verso un’economia a zero emissioni nette di gas a effetto serra; 95. sottolinea che, durante la transizione verso l’energia sostenibile, occorre affrontare il problema della povertà energetica tramite il rafforzamento dei diritti dei consumatori di energia, la comunicazione di informazioni più accurate ai consumatori, il miglioramento delle misure di efficienza energetica negli edifici, segnatamente per le famiglie a basso reddito, nonché tramite politiche sociali;
Proprio In vista della COP25, il Parlamento ha approvato lo scorso 28 novembre una risoluzione che dichiara un’emergenza climatica e ambientale in Europa e nel mondo e chiede alla Commissione di garantire che tutte le proposte legislative e di bilancio pertinenti siano pienamente in linea con l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale al di sotto di 1,5 °C. In un’altra risoluzione separata, il Parlamento esorta l’UE a presentare alla Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici una strategia per raggiungere la neutralità climatica al più tardi entro il 2050, includendo nel Green Deal europeo un obiettivo di riduzione del 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030.
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96. sottolinea l’importanza dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, la sicurezza energetica e la mitigazione della povertà energetica; 97. sottolinea la necessità che tutti i settori collaborino in modo efficace per decarbonizzare l’economia dell’UE e conseguire l’azzeramento delle emissioni nette di gas a effetto serra; sottolinea che i paesi dovrebbero essere flessibili in merito alle modalità di decarbonizzazione delle loro economie affinché sia più semplice attenuare i costi sociali associati alla transizione e ottenere l’accettazione e il sostegno sociali;
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98. ritiene che l’ulteriore integrazione del mercato interno dell’energia dell’UE avrà un ruolo essenziale, in particolare nel conseguimento di un’economia a zero emissioni nette di gas a effetto serra;
Di questo testo approvato sono stati evidenziati i punti 95 e 99 in cui il Parlamento Europeo sottolinea l’importanza prioritaria dell’efficienza energetica negli edifici con una particolare attenzione a comunicare e far comprendere le misure adottate agli abitanti dell’edificio stesso. Un consumatore consapevole è un consumatore che conosce i propri diritti anche in tema di politica energetica sociale. Proprio nello scorso numero di eubios si è affrontato il tema della povertà energetica e delle recenti leggi regionali sulle comunità energetiche che seguono e anticipano questo indirizzo europeo. Salta poi all’occhio l’invito della Commissione Europea, espresso nel punto 99, a ridurre del 50-55 % le emissioni di gas effetto serra chiedendo dunque agli Stati membri di adeguare i propri piani a questo obiettivo più ambizioso. L’Italia nella sua proposta contenuta nel Piano Nazionale integrato per l’Energia e il Clima per gli anni 2021-2030 (PNIEC) arriva ad un 33% lontano dal 50-55%. Proprio sul PNIEC, si riporta di seguito una sintesi e un approfondimento tratto dalla fonte ufficiale del Ministero dello Sviluppo Economico in cui è possibile comprendere qual è la strada tracciata fino al 2030 della nostra politica energetica, quali sono le strategie che il Governo intende adottare e gli strumenti per attualizzarle.
99. ricorda che la priorità attribuita all’efficienza energetica, segnatamente mediante l’attuazione del principio “privilegiare l’efficienza energetica”, e la leadership mondiale nelle energie rinnovabili, sono due degli obiettivi principali dell’Unione dell’energia dell’UE; sottolinea che l’obiettivo dell’UE in materia di energie rinnovabili per il 2030 è stato fissato ad una percentuale pari o superiore al 32 e che il suo obiettivo di efficienza energetica è pari o superiore al 32,5 %; sottolinea che tali obiettivi, pur comportando una maggiore riduzione delle emissioni di gas a effetto serra rispetto a quanto precedentemente previsto, non sono in linea con la riduzione del 50-55 % proposta dalla nuova Presidente eletta della Commissione o con l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1.5 ºC; invita la Commissione e il Consiglio a definire gli ulteriori sforzi necessari per promuovere le energie rinnovabili e l’efficienza energetica in linea con l’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra; chiede la promozione globale delle misure di efficienza energetica e la tempestiva diffusione delle energie rinnovabili;
La proposta italiana di PNIEC ed il recepimento delle Direttive europee del Clean energy package Con un comunicato stampa dell’8 gennaio 2019, il Ministero dello sviluppo economico informa dell’invio alla Commissione europea, in data 8 gennaio 2019, della proposta di Piano nazionale integrato per l’energia e il clima per gli anni 2021-2030.
100. accoglie con favore l’aumento della quota di energie rinnovabili nell’approvvigionamento energetico mondiale, in particolare nel settore energetico; è preoccupato per la lenta diffusione delle energie rinnovabili per il riscaldamento, il raffreddamento e il trasporto, in particolare nei settori del trasporto aereo e marittimo; esprime profonda preoccupazione per il rallentamento (dal 2014) nell’espansione della quota di mercato globale dell’energia rinnovabile nell’UE, che sta compromettendo gli obiettivi energetici e climatici dell’UE; sottolinea che, per conseguire gli obiettivi di sostenibilità a lungo termine, tutti i settori devono aumentare il loro utilizzo di energie rinnovabili;
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Nelle tabelle seguenti – tratte dalla Proposta di PNIEC - sono illustrati i principali obiettivi del PNIEC al 2030, su rinnovabili, efficienza energetica ed emissioni di gas serra e le principali misure previste per il raggiungimento degli obiettivi del Piano. Gli obiettivi risultano più ambiziosi di quelli delineati nella SEN 2017. Fonte: PNIEC 2018
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Tabella 1: Principali obiettivi su energia e clima dell’EU e dell’Italia al 2020 e al 2030 Il comunicato stampa del MISE evidenzia che i principali obiettivi del PNIEC italiano sono: • una percentuale di energia da FER nei Consumi Finali Lordi di energia pari al 30%, in linea con gli obiettivi previsti per il nostro Paese dalla UE; • una quota di energia da FER nei Consumi Finali Lordi di energia nei trasporti del 21,6% a fronte del 14% previsto dalla UE; • una riduzione dei consumi di energia primaria rispetto allo scenario PRIMES 2007 del 43% a fronte di un obiettivo UE del 32,5%; • la riduzione dei “gas serra”, rispetto al 2005, per tutti i settori non ETS del 33%, obiettivo superiore del 3% rispetto a quello previsto dall’UE.
tazione pubblica, che è stata aperta fino al 5 maggio 2019, ed è stata orientata a raccogliere commenti e proposte soprattutto sulle misure individuate nella proposta di Piano. Il 16 giugno 2019 la Commissione europea ha adottato raccomandazioni specifiche sulla Proprosta di PNIEC italiana. La Commissione, in particolare, raccomanda all’Italia: 1. per quanto riguarda le fonti rinnovabili: • sostenere il livello che il Paese si è fissato, con la quota del 30 % di energia da fonti rinnovabili entro il 2030, adottando politiche e misure dettagliate e quantificate che siano in linea con gli obblighi imposti dalla direttiva (UE) 2018/2001; • innalzare il livello di ambizione per le fonti rinnovabili nel settore del riscaldamento e del raffrescamento, così da conseguire l’obiettivo indicativo fissato all’articolo 23 della direttiva (UE) 2018/2001; • presentare misure per conseguire l’obiettivo nel settore dei trasporti fissato all’articolo 25 della direttiva 2018/2001; • ridurre complessità e incertezza normativa e precisare i quadri favorevoli all’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili e alle comunità di energia rinnovabile, in conformità degli
Sulla Proposta di PNIEC sono state avviate consultazioni istituzionali e pubbliche. Questa è stata inviata ai Presidenti di Camera e Senato, al Ministero per gli affari regionali e le autonomie e all’Arera. A livello di Parlamento, la Commissione X (attività produttive) della Camera ha già in corso una serie di audizioni in materia, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle prospettive di attuazione e di adeguamento della Strategia Energetica Nazionale al Piano Nazionale Energia e Clima per il 2030. In data 20 marzo 2019 è stato dato avvio alla consul-
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articoli 21 e 22 della direttiva (UE) 2018/ 2001;
• svolgere consultazioni con i paesi limitrofi e nel gruppo ad alto livello sull’interconnessione del gas nell’Europa centrale e sudorientale (CESEC); • esaminare ulteriormente le potenzialità transfrontaliere e gli aspetti macroregionali di una politica coordinata in materia di energia e clima, in particolare nell’Adriatico, al fine di ridurre l’impronta di carbonio della regione;
2. per quanto riguarda l’efficienza energetica: • accertare che gli strumenti politici fondamentali illustrati nella proposta di PNIEC permettano risparmi adeguati anche nel periodo 2021-2030; • nel PNIEC definitivo e nelle successive relazioni intermedie, dare adeguato riscontro ai previsti aggiornamenti e miglioramenti dei regimi di sostegno e disporne un consistente potenziamento per conseguire gli obiettivi di risparmio indicati; • date le considerevoli potenzialità inespresse, continuare a operare per rafforzare le misure di efficienza energetica nell’edilizia (per gli edifici pubblici e privati, nuovi ed esistenti) e nei trasporti;
7. elencare le azioni intraprese e i piani previsti per l’eliminazione graduale delle sovvenzioni all’energia, specie quelle ai combustibili fossili; 8. completare l’analisi, anche quantitativa, delle interazioni con la politica sulla qualità dell’aria e sulle emissioni atmosferiche;
3. quanto alla sicurezza energetica: • precisare le misure di diversificazione e di riduzione della dipendenza energetica, comprese le misure che consentono la flessibilità; • nel settore dell’energia elettrica, valutare l’adeguatezza delle risorse tenendo conto del contesto regionale e delle potenzialità effettive degli interconnettori e delle capacità di produzione nei paesi limitrofi; • precisare la misura in cui il previsto sviluppo nel settore del gas è compatibile con gli obiettivi di decarbonizzazione dichiarati e con il programmato abbandono graduale degli impianti termoelettrici a carbone;
9. integrare meglio l’aspetto della transizione, illustrando in dettaglio gli effetti su società, occupazione, competenze e distribuzione del reddito, anche nelle regioni ad alta intensità di carbonio; quanto al superamento della povertà energetica includere obiettivi specifici misurabili e dettagli sulle risorse finanziarie destinate all’attuazione delle politiche indicate, come richiesto dal regolamento (UE) 2018/1999. A livello legislativo, la Legge di delegazione europea 2018, Legge n. 117/2019, contiene la Delega al Governo per l’attuazione della Direttiva (UE) 2018/844 che modifica la direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica nell’edilizia e la direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica (Direttiva EPBD-Energy Performance of Buildings Directive) e della Direttiva UE 2018/2002 sull’efficienza energetica che modifica la Direttiva 2012/27/ UE, entrambe facenti parte del cd. Clean Energy package. Il Disegno di legge contiene altresì la delega al Governo per il recepimento della Direttiva (UE) n. 2019/692 che modifica la Direttiva 2009/73/UE relativa a norme comuni per il mercato interno del gas naturale e della Direttiva (UE) 2018/410, che stabilisce il funzionamento dell’Emissions Trading System europeo (EU-ETS) nella fase IV del sistema (2021-2030).
4. fissare obiettivi, tappe e calendari chiari per la realizzazione delle riforme dei mercati dell’energia programmate, in particolare per quanto riguarda i mercati all’ingrosso del gas naturale e al dettaglio dell’energia elettrica e del gas naturale; 5. precisare gli obiettivi nazionali e di finanziamento per la ricerca, innovazione e competitività da raggiungere nel periodo 2021-2030, con riferimento in particolare all’Unione dell’energia, così che siano misurabili agevolmente e idonei a realizzare gli obiettivi nelle altre dimensioni del PNIEC; sostenere detti obiettivi con politiche e misure specifiche e adeguate, comprese quelle in cooperazione con altri Stati membri quali il piano strategico per le tecnologie energetiche; 6. ai fini della messa a punto del PNIEC:
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* Daniela Petrone, Vice Presidente ANIT.
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NORME TECNICHE DI ACUSTICA EDILIZIA STATO DELL’ARTE E PROSPETTIVE FUTURE di * Matteo Borghi
Chi si occupa di acustica edilizia sa bene che esistono svariate norme tecniche (UNI, EN, ISO) che analizzano nel dettaglio i modelli di calcolo previsionale dei requisiti acustici passivi, le procedure di misura delle prestazioni degli elementi edilizi, le indicazioni di corretta posa di materiali e sistemi costruttivi. Si tratta in generale di strumenti molto utili in ambito professionale, che supportano i consulenti nella propria attività. Questo articolo intende fare il punto della situazione sulla normativa di settore e sulle prospettive per il futuro. Si tratta di una semplice sintesi per
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gli addetti ai lavori che, in poche righe, vuole raccontare cosa abbiamo a disposizione oggi e cosa potremo utilizzare nei prossimi mesi. La Tabella 1, al termine del documento, riporta uno schema delle norme attualmente in vigore (dicembre 2019). L’elenco costantemente aggiornato può essere consultato anche sul sito www.anit.it, nella sezione “Leggi e Norme”. Nei paragrafi che seguono invece vengono brevemente descritti quali sono i gruppi attivi in sede UNI sui temi di acustica edilizia. È opportuno segnalare che le considerazioni ri-
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guardano la situazione attuale dei lavori, i quali, non essendo ancora conclusi, potranno subire variazioni e modifiche.
per il D.M. 11-10-2017 sui Criteri Ambientali Minimi (Decreto CAM). Come è noto tale decreto tratta il tema degli appalti pubblici e al Paragrafo 2.3.5.6 “Comfort acustico” indica che, in tale contesto, “Gli ambienti interni devono essere idonei al raggiungimento dei valori di tempo di riverbero (T) e intelligibilità del parlato (STI) indicati nella norma UNI 11532”. Finalmente con la pubblicazione della UNI 11532-2 verrà colmato un vuoto normativo, quantomeno per gli appalti di edifici scolastici. La nuova norma infatti indicherà i valori di tempo di riverbero, STI e altri parametri, che è opportuno rispettare nelle scuole. Grande attenzione viene data al tema delle verifiche in opera, per le quali sono specificate le procedure da utilizzare e l’obbligo di considerare l’incertezza di misura. Presumibilmente la UNI 11532-2 verrà pubblicata nella prima metà del 2020.
Calcoli previsionali - UNI TR 11175 Subito dopo la divulgazione nel 2017 della nuova versione delle norme serie ISO 12354, l’Ente Italiano di Normazione ha attivato un gruppo di lavoro per aggiornare i contenuti del rapporto tecnico UNI TR 11175, pubblicato nel 2005 con il titolo “Guida alle norme serie UNI EN 12354 per la previsione delle prestazioni acustiche degli edifici. Applicazione alla tipologia costruttiva nazionale”. Il nuovo rapporto tecnico, che molto probabilmente otterrà il rango di norma, sarà suddiviso in due parti. Nella Parte 1 verranno descritti i modelli di calcolo, derivati in sostanza dalle ISO 12354. La Parte 2 invece fornirà una serie di indicazioni in merito ai dati di ingresso da inserire nei modelli: quali fonti utilizzare, come analizzare i certificati di laboratorio e altri aspetti. Infine una appendice della Parte 2 descriverà come realizzare “banche dati” di prestazioni acustiche di prodotti e sistemi costruttivi, specificando quali informazioni inserire e come. Il gruppo presumibilmente concluderà i documenti nel corso del 2020.
Corretta posa in opera dei serramenti UNI 11296 La UNI 11296 tratta il tema della posa in opera di serramenti e altri componenti, con il fine di ottimizzare l’isolamento dal rumore esterno. Recentemente UNI ha riattivato il proprio gruppo di lavoro per aggiornare la norma sui temi della posa in facciata di sistemi di ventilazione meccanica e oscuramento, e sulla realizzazione di facciate continue. Si auspica che i lavori del gruppo possano diventare di utilità anche per il Ministero dell’Ambiente che, secondo quando indicato nel DPR 142 del 30-03-2004 sull’inquinamento acustico da traffico veicolare, dovrà predisporre delle “linee guida” relative a interventi diretti sui ricettori per il contenimento del disturbo da rumore (sostituzione serramenti, cassonetti, ecc.).
Acustica nelle scuole - UNI 11532-2 Si è recentemente conclusa l’inchiesta pubblica per la norma UNI 11532-2 che avrà come titolo “Caratteristiche acustiche interne di ambienti confinati – Metodi di progettazione e tecniche di valutazione - Parte 2: Settore scolastico”. Il documento è di particolare interesse perché, quando verrà pubblicato, diventerà il nuovo riferimento
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Classificazione acustica degli edifici UNI 11367 Da alcuni mesi sono iniziati i lavori per la revisione della UNI 11367 “Classificazione acustica delle unità immobiliari”. Il documento, la cui prima versione è stata pubblicata a luglio 2010, verrà aggiornato nei riferimenti normativi e probabilmente vedrà una revisione anche nella procedura di classificazione. Per i riferimenti, ad esempio, saranno attualizzate le norme per la misura in opera dei requisiti acustici passivi (passate da ISO 140 a ISO 16283). Per la procedura di classificazione invece si sta ragionando per un approccio più snello, ma comunque non meno pertinente, rispetto alle indicazioni della versione attuale. Come è noto anche la UNI 11367 è citata nel Decreto CAM. Pertanto una sua revisione potrà avere ripercussioni nel campo degli appalti pubblici.
L’idea è quella di sviluppare un documento, probabilmente un rapporto tecnico, che fornisca linee guida sugli aspetti da considerare nel caso si vogliano migliorare, o quantomeno non peggiorare, le prestazioni fonoisolanti di un edificio esistente. Il documento attualmente è a livello di bozza iniziale. I lavori del gruppo prenderanno spunto anche dalla Guida che ANIT ha sviluppato sull’argomento per i propri Soci.
Prospettive future Acustica e ristrutturazioni È stata recentemente ufficializzata la proposta per redigere una norma UNI sul tema “acustica e ristrutturazioni”.
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Conclusioni I paragrafi precedenti hanno descritto lo stato dei lavori dei gruppi UNI che stanno elaborando nuove norme sui temi di acustica edilizia. Si spera di aver fornito una panoramica sintetica ma efficace di cosa accadrà nei prossimi mesi. Si segnala che ANIT sta predisponendo una serie di corsi di aggiornamento
per Tecnici Competenti in Acustica su molti degli argomenti trattati nelle norme tecniche. Tutte le informazioni verranno riportate nella sezione Corsi del sito dell’Associazione. * Matteo Borghi, Esperto ANIT.
PROGETTAZIONE DEI REQUISITI ACUSTICI PASSIVI UNI EN ISO 12354 (2017) Valutazioni delle prestazioni acustiche di edifici a partire dalle prestazioni di prodotti • Parte 1: Isolamento dal rumore per via aerea tra ambienti • Parte 2: Isolamento acustico al calpestio tra ambienti • Parte 3: Isolamento acustico dal rumore proveniente dall’esterno per via aerea • Parte 4: Trasmissione del rumore interno all’esterno UNI EN 12354 - Valutazioni delle prestazioni acustiche di edifici a partire dalle prestazioni di prodotti • Parte 5: Livelli sonori dovuti agli impianti tecnici (2009) • Parte 6: Assorbimento acustico in ambienti chiusi (2006) UNI TR 11175 (2005) – Guida alle norme serie UNI EN 12354 per la previsione delle prestazioni acustiche degli edifici. Applicazione alla tipologia costruttiva nazionale UNI 11532-1 (2018) – Caratteristiche acustiche interne di ambienti confinanti CLASSIFICAZIONE ACUSTICA DELLE UNITÀ IMMOBILIARI UNI 11367 (2010) – Classificazione acustica delle unità immobiliari. Procedura di valutazione e verifica in opera UNI 11444 (2012) – Classificazione acustica delle unità immobiliari – Linee guida per la selezione delle unità immobiliari in edifici con caratteristiche non seriali MISURA IN OPERA DEI REQUISITI ACUSTICI PASSIVI UNI EN ISO 16283-1 (2018) - Misure in opera dell’isolamento acustico in edifici e di elementi di edificio Parte 1: Isolamento acustico per via aerea UNI EN ISO 16283-2 (2018) - Misure in opera dell’isolamento acustico in edifici e di elementi di edificio Parte 2: Isolamento dal rumore di calpestio UNI EN ISO 16283-3 (2016) - Misure in opera dell’isolamento acustico in edifici e di elementi di edificio Parte 3: Isolamento acustico di facciata UNI EN ISO 16032 (2005) - Misurazione del livello di pressione sonora di impianti tecnici in edifici Metodo tecnico progettuale UNI EN ISO 10052 (2010) - Misurazioni in opera dell isolamento acustico per via aerea, del rumore da calpestio e della rumorosità degli impianti – Metodo di controllo UNI 8199 (2016) - Collaudo acustico di impianti a servizio di unità immobiliari – Linee guida contrattuali e modalità di misurazione all’interno degli ambienti serviti UNI EN ISO 3382 - Misurazione dei parametri acustici degli ambienti (Tempo di riverberazione e altri parametri) • Parte 1: Sale da spettacolo (2009) • Parte 2: Tempo di riverberazione negli ambienti ordinari (2008) • Parte 3: Open space (2012) EN 60268-16:2011 - Sound system equipment – Part 16: Objective rating of speech intelligibility by speech transmission index (Misura di STI: Speech Transmission Index – Indice di intelligibilità del parlato) POSA IN OPERA DI SISTEMI COSTRUTTIVI UNI 11296 (2018) (Posa serramenti) Acustica in edilizia – Posa in opera di serramenti e altri componenti di facciata – Criteri finalizzati all’ottimizzazione dell’isolamento acustico di facciata dal rumore esterno UNI 11516 (2013) (Posa massetti galleggianti) Indicazioni di posa in opera dei sistemi di pavimentazione galleggiante per l’isolamento acustico
Tabella 1. Norme tecniche in vigore nel campo dell’acustica edilizia (dicembre 2019)
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GLI INGHIPPI DELL’ASSICURAZIONE PROFESSIONALE OBBLIGATORIA IN AMBITO ACUSTICO di * Francesco Nastasi, Cristina Marsetti, Santo Durelli
Introduzione Tutti i professionisti stipulano la polizza assicurativa per la Responsabilità Civile per essere coperti in caso di sinistro e non dover risarcire il danno con il proprio patrimonio. Spesso invece, dopo aver pagato per molti anni l’assicurazione, scoprono, in occasione di una richiesta di risarcimento, di non essere tutelati come credevano. Si tratta di una “tragedia annunciata”: nella polizza è scritto quello che è coperto e quello che invece non lo è. Il problema è che il professionista tecnico ben difficilmente si intende di contratti di assicurazione e quindi finisce per firmare e pagare facendo un atto di fede. Infatti è necessario avere cognizioni specifiche del settore assicurativo per comprendere le criticità delle polizze ed il significato e la portata delle clausole. In questo articolo daremo alcune indicazioni a tutti i professionisti che lavorano nel campo dell’acustica per ridurre il rischio di brutte sorprese dovute ad un’assicurazione inefficace.
si impegnino e svolgano con diligenza la loro prestazione: per essere adempienti al contratto devono conseguire il risultato. Ne consegue che la irrealizzabilità dell’opera, per erroneità o inadeguatezza del progetto affidatogli, dà luogo ad un inadempimento dell’incarico ed abilita il committente a rifiutare di corrispondere il compenso, avvalendosi dell’eccezione di inadempimento. Tipico esempio di obbligazione di mezzi è invece quella del medico, dell’avvocato o del direttore lavori: non devono garantire il conseguimento di un risultato. Per essere adempienti è sufficiente che svolgano la loro opera con la dovuta diligenza, non è indispensabile che conseguano il risultato, quale la vittoria nella causa o la guarigione del paziente). Possibili problematiche e richieste di danni cui possono incorrere i tecnici acustici. I tecnici acustici possono incorrere in una serie di problematiche da cui può generarsi un contenzioso. Il seguente elenco è solo esemplificativo e non esaustivo.
Obbligazione di mezzi e di risultato, una differenziazione sempre più sfumata Nel campo della responsabilità professionale viene sempre riproposto il distinguo tra obbligazione di risultato e obbligazione di mezzi. Tra le prime, tipica è quella del progettista. L’architetto, l’ingegnere o il geometra, se hanno il compito di redigere un progetto di costruzione o di ristrutturazione di un immobile, devono raggiungere un risultato: il progetto deve essere concretamente utilizzabile, anche dal punto di vista tecnico e giuridico. Non basta che essi
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Acustica Edilizia. In questo ambito possono generarsi problemi di progettazione, problemi di Direzione Lavori acustica o di assistenza acustica alla DL, di collaudo acustico delle partizioni e per la firma di adeguatezza del manufatto alla normativa acustica vigente. Le richieste danni sono legate alla svalutazione del valore dell’immobile, alla perdita della agibilità o alla necessità di adeguamento dell’immobile alle leggi vigenti, ove
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possibile. Può anche capitare di avere contestazioni a seguito di un collaudo di rumore di calpestio per aver danneggiato la finitura (ad esempio il parquet o un vecchio pavimento) dove è stato appoggiato il macchinario.
che sarebbero sufficienti per rispettare la normativa pubblicistica) nei confronti di quei soggetti maggiormente esposti, per vicinanza o altra ragione, verso la sorgente di rumore. È quindi opportuno che l’acustico verifichi che la propria assicurazione di Responsabilità Civile: - Copra le attività in ambito acustico. Sembra banale, ma alcune delle polizze più diffuse escludono “certificazioni e/o dichiarazioni rilasciate nell’ambito dell’acustica ambientale (legge 447/95 e successive modifiche o integrazioni)”.
Acustica Ambientale. In acustica ambientale invece, a seguito di una non corretta valutazione di impatto acustico, si possono avere problemi di “fermo impianto”. Ad esempio un bar che non può lavorare dopo una certa ora o non può utilizzare musica o deve ridurre il numero di clienti, un’azienda che non può utilizzare una nuova linea produttiva perché troppo rumorosa e deve adeguarne l’insonorizzazione.
- Contempli la copertura per la condanna in solido. Alcune delle polizze più diffuse invece la escludono in modo chiaro: “Nel caso di responsabilità solidale l’assicurazione vale esclusivamente per la sola quota di danno direttamente e personalmente imputabile all’Assicurato, con esclusione quindi di quella parte di responsabilità che gli possa derivare dal vincolo di solidarietà con altre persone.” In tal caso, se l’impresa che ha realizzato i lavori non risarcirà la propria parte di danno (perché ad esempio non esiste più) ed il giudice ha condannato “in solido” tutti i responsabili, il tecnico acustico dovrà mettere mano al suo portafoglio, non essendo coperto dalla polizza stipulata per la quota parte di solidarietà.
Consulenti di parte. Spesso gli acustici fanno perizie come CTP per valutare il superamento dei livelli acustici rispetto ai limiti consentiti: in base a queste perizie gli avvocati valutano un’eventuale azione legale verso il disturbante. Qualora la perizia risultasse errata il cliente chiederà senz’altro il risarcimento del danno subito al tecnico acustico. Normale tollerabilità. In ambito privatistico, è da tener ben presente anche la “normale tollerabilità” di cui all’art. 844 del codice civile quale potenziale fattore di responsabilità del tecnico acustico. Infatti gli studi di impatto acustico o bonifica acustica vengono correttamente svolti secondo i (soli) criteri della normativa pubblicistica. Ma in una lite acustica in cui il privato chiede la tutela dalla immissione in base all’art. 844 c.c., la giurisprudenza consolidata fa applicazione del criterio cosiddetto comparativo-relativo, con metodica di rilevamento e di valutazione diversi rispetto a quelli pubblicistici. La regola generale, peraltro sempre derogabile dal Giudice tenendo conto delle peculiarità e specificità del caso concreto, è quella che si consideri superiore alla normale tollerabilità una immissione che superi di 3 dB il rumore di fondo, a prescindere dalla zona acustica. Ben può accadere che il Giudice ritenga superiore alla normale tollerabilità una immissione che rispetti i limiti della normativa pubblicistica. Per queste ragioni è assolutamente consigliabile per il tecnico acustico informare il cliente di questo rischio e suggerirgli di adottare accorgimenti acustici ulteriori (rispetto a quelli
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- Abbia la copertura dei danni patrimoniali, che sono la maggior parte dei danni che gli acustici possono provocare. È difficile in acustica causare distruzione parziale o totale di manufatti, morte, lesioni personali e danneggiamenti materiali a beni. È frequente invece essere responsabili della svalutazione di un immobile, di un mancato guadagno, di un fermo attività … tutti danni patrimoniali, spesso esclusi dalle polizze. - Copra i sinistri derivanti “dal mancato raggiungimento di risultati/obiettivi”. Alcune polizze hanno una esclusione esplicita in tal senso e gli acustici hanno obblighi riguardo ai risultati come indicato in precedenza. - Non abbia la limitazione sul valore delle opere. Se si eseguono progetti per edifici con vari appartamenti, la limitazione che la polizza
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“opera in relazione alle attività svolte per opere di valore non superiore ai 500.000€” può vanificare la copertura assicurativa. Già un piccolo condominio di 6 appartamenti supera abbondantemente i 500.000 Euro.
ha riguardato una causa instaurata dall’acquirente di un immobile per ottenere risarcimento dei danni relativi alla carenza dei Requisiti Acustici Passivi (R.A.P). L’architetto chiamato a rispondere del danno citava in giudizio la propria compagnia assicurativa al fine da essere da questa manlevato. La compagnia però opponeva alla richiesta di manleva sia eccezioni di inoperatività della polizza che di limitazioni di indennizzo. L’art. C. 3 prevedeva infatti che la garanzia assicurativa operasse in relazione a “perdite patrimoniali involontariamente cagionate a terzi in conseguenza di gravi difetti delle opere progettate e/o dirette riscontrate dopo la loro ultimazione [come quelle effettivamente dedotte in giudizio], ma non oltre il collaudo”. La limitazione temporale prevista con tale clausola ha impedito quindi che la copertura assicurativa fosse applicabile considerato che la carenza dei R.A.P. è stata riscontrata dai ricorrenti solo dopo il collaudo (come spesso avviene dato che i vizi da isolamento acustico sono vizi occulti, ossia non facilmente e immediatamente rilevabili). Pertanto il professionista ha dovuto pagare il danno di tasca sua. Il Tribunale di Arezzo, con la sentenza n. 870/2014 relativa ad una controversia identica alla precedente, si è pronunciato riconoscendo l’operatività della copertura assicurativa in favore dei professionisti chiamati a rispondere. L’eccezione opposta dalla compagnia si fondava sul tenore letterale della polizza, la quale stabiliva che la garanzia assicurativa fosse inerente ai “danni che siano conseguenti a rovina totale delle opere costruite ovvero a gravi difetti da parte delle opera che compromettano in maniera certa ed attuale la stabilità, solidità e durata dell’opera”. La compagnia sosteneva che il difetto di isolamento acustico non potesse ricondursi a difetti compromettenti le caratteristiche dell’opera richiamate dalla clausola. Il Tribunale ha riconosciuto che una corretta interpretazione del contratto, che un professionista stipula per avere una copertura adeguata in relazione alla propria attività e per la quale paga un premio, induce a ritenere che la triade “stabilità, solidità e durata” dell’opera debba essere letta in via disgiunta. Per “solidità” quindi non si potrebbe intendere solo la solidità statica. Ciò in quanto per esprimere questo
- Non abbia sottolimiti e scoperti. Se il danno è pari a 1 milione e la polizza ha lo scoperto del 20% il professionista deve pagare 200.000€. Se “la garanzia è prestata con un limite di indennizzo pari al 30% del massimale indicato sul modulo di polizza, per sinistro e per anno assicurativo, con il massimo di 250.000 euro” vuol dire che per quella garanzia il massimale è più basso di quello che ho scelto. In molte polizze i danni patrimoniali sono soggetti a forti sottolimiti come quello citato, perché i danni patrimoniali possono essere molto ingenti. - Sia operante per tutti gli incarichi svolti prima della stipula. Specialmente nell’acustica in edilizia, dove per 10 anni dalla consegna è possibile essere citati per un sinistro, una retroattività di 3 o 5 anni è insufficiente. Bisogna fare attenzione anche a sotto clausole di oscuro significato ed effetto, come ad es. questa: “L’assicurazione è operante a condizione che l’opera per la quale l’assicurato ha eseguito la sua prestazione non sia ancora iniziata e purché il danno si verifichi e sia denunciato in costanza di copertura, entro un anno dalla data di consegna al Committente”. Fatevi rilasciare una dichiarazione scritta dal vostro intermediario che ne chiarisca il significato e poi fate le vostre considerazioni (sulla polizza e/o sull’intermediario…). - Sia operante anche per rilevazioni rispetto a ferrovie, impianti industriali, luna park, autostrade … Alcune interessanti sentenze in ambito di acustica edilizia. In giurisprudenza si trovano molte sentenze in tema di responsabilità dei professionisti dalle quali si può trarre la regola (e l’avvertenza) che in caso di clausole poco chiare o, peggio, limitative della copertura assicurativa, è davvero concreto e alto il rischio per il professionista di dover risarcire il danno di tasca propria. Ne passiamo in rassegna alcune. La sentenza 822/2018 del Tribunale di Vicenza
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aspetto vi è il termine “stabilità”, ragion per cui al termine “solidità” va attribuito significato di resistenza alle possibili immissioni dall’esterno, fra le quali, oltre a quelle dell’acqua (le più tipiche), anche quelle acustiche. Particolarmente interessante è la sentenza del Tribunale di Savona n. 385/2018 in quanto esprime un principio di carattere generale. Il Tribunale ha riconosciuto l’inefficacia della clausola che subordinava l’operare della copertura assicurativa alla realizzazione a regola d’arte dell’immobile. In merito il Tribunale ha specificato che se si dovesse ritenere efficace simile limitazione il contratto di assicurazione sarebbe nullo per difetto di causa: se l’opera fosse stata realizzata ad opera d’arte non vi sarebbe spazio per riconoscere la responsabilità dell’assicurato che non correrebbe quindi alcun rischio di dover risarcire soggetti terzi, rischio che di conseguenza non potrebbe nemmeno proiettarsi sulla compagnia assicuratrice tenuta a manlevarlo.
l’assillo dei costi legali che tra l’altro non sono quasi mai preventivamente quantificabili. Molti intermediari propongono la polizza di Tutela Legale come estensione della RC professionale (come accade per l’RC auto). Ma se la compagnia della RC professionale rigetta arbitrariamente un sinistro, sarà ben difficile che paghi al proprio cliente la parcella del suo avvocato necessario a far valere il suo punto di vista. È un problema di conflitto di interesse. È pertanto fondamentale che le due assicurazioni (RC e TL) siano stipulate con due compagnie differenti. L’intermediario può essere il medesimo, ma deve proporre al cliente l’RC con una compagnia differente rispetto alla Tutela legale. Nei 3 casi giudiziari analizzati nel paragrafo precedente, l’assicurazione ha rigettato il sinistro e il tecnico, che pensava di essere coperto dall’assicurazione, ha dovuto difendersi anche da essa. La Tutela Legale è molto utile in ambito penale (poco frequente per gli acustici), per tutelarsi rispetto a controversie con i fornitori (chi vende strumentazione, la compagnia telefonica, la stessa compagnia di RC come già scritto, etc…) e, soprattutto, per tutelarsi rispetto alle controversie con i clienti, che in acustica sono coloro che più frequentemente possono avanzare richieste di risarcimento. Inoltre la Polizza di Tutela Legale permette di avere le spese pagate anche in caso di mediazione, che spesso porta a migliori risultati di una causa.
Un’assicurazione fondamentale: la polizza di Tutela Legale In tutti i casi suddetti il tecnico acustico ha senz’altro dovuto sostenere ingenti spese legali delle quali avrebbe potuto essere rimborsato se avesse stipulato la polizza di Tutela Legale. Si tratta della polizza attraverso la quale l’assicuratore prende in carico le spese legali, processuali e peritali (compenso dell’avvocato, del CTP, del CTU etc..) che l’assicurato deve pagare non solo per difendersi contro una richiesta di risarcimento avanzata nei suoi confronti, ma anche per agire legalmente per il risarcimento di eventuali danni subiti. Quest’ultima possibilità è molto interessante per non dover rinunciare al tentativo di far valere i propri diritti solo per timore che le spese legali superino il valore del risarcimento. È noto a tutti, difatti, che in Italia l’esito di una vertenza legale è sempre incerto, anche con il miglior avvocato e con tutte le ragioni dalla propria parte. La polizza di Tutela Legale è pertanto una forma di tutela assolutamente consigliabile, perché consente di affrontare gli imprevisti con serenità, potendo sempre contare su un legale esperto per risolvere le controversie nel più breve tempo possibile e con la massima soddisfazione, senza
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La opportunità di un consulente specializzato in assicurazioni tecniche Per il tecnico, che quasi mai ha cognizioni giuridiche e tecnico-assicurative, può risultare arduo comprendere bene il significato e la portata delle clausole del contratto di assicurazione. È fondamentale che il tecnico acustico scelga un intermediario assicurativo che conosca la materia dell’acustica e la tipologia delle prestazioni che il tecnico assicurato svolge. Questo intermediario potrà così valutare se la polizza che la Compagnia propone sia idonea a tutelare quel tecnico o se sia il caso di chiedere a tale fine implementazioni/modifiche di clausole. È bene che un consulente assicurativo assista il tecnico sin dalla stipula della polizza oltre che ovviamente nella gestione del sinistro. Bisogna sempre tenere in
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Conclusione In conclusione, vale la pena rilevare che i motivi di rigetto di copertura dei sinistri possono essere di varia natura ed origine. Pertanto come ci si affida al medico, al commercialista e persino al meccanico, analogamente è opportuno affidarsi ad un intermediario, senza fare “atti di fede”. Sia per stipulare una idonea copertura assicurativa sia per tutto il periodo di validità della polizza e preferendo chi dimostra attraverso i dati numerici l’effettiva operatività della polizza che propone. Ci sono alcuni indicatori che rivelano l’esperienza di un intermediario assicurativo in ambito di professionisti tecnici: il numero dei professionisti tecnici assicurati e il numero delle richieste di risarcimento risultate in copertura sul totale di quelle ricevute. Questi sono dati non soggetti a privacy e noti a qualunque assicuratore ed intermediario. Tecnici acustici che volete assicurarvi: drizzate le orecchie se il vostro assicuratore non vuole fornirvi queste informazioni!
mente che le compagnie assicurative sono aziende con lo scopo di avere un profitto, non sono delle ONLUS. Vogliamo evidenziare che gli intermediari assicurativi hanno precise responsabilità nei confronti dei cittadini. L’IVASS, l’organo di vigilanza delle assicurazioni, consapevole dell’incapacità dei cittadini (e dei professionisti) di cogliere le insidie celate nei contratti assicurativi, ha previsto che gli intermediari debbano evidenziare al proprio cliente tutte le criticità della polizza proposta. Questo proprio per evitare sorprese in caso di sinistro e consentire di stipulare la polizza più adeguata alle proprie esigenze. In ambito di assicurazioni tecniche ciò avviene raramente. Talvolta accade per ignoranza di questo obbligo, altre volte volutamente (dichiarare che la polizza proposta è inadeguata rispetto ad alcuni aspetti non favorisce la firma del contratto), oppure per incapacità di comprendere l’attività del tecnico acustico nelle sue varie sfaccettature. Se l’intermediario assicurativo vende un’assicurazione non idonea alle esigenze del professionista e senza evidenziare le criticità, può essere ritenuto responsabile e condannato a rifondere il danno patito dall’assicurato per un rischio rivelatosi non coperto dalla polizza stipulata. Purtroppo gli assicurati non sono al corrente degli obblighi e delle responsabilità degli intermediari e, quando un sinistro viene rigettato pensano che è colpa loro, e ben raramente contestano al proprio intermediario le sue mancanze nella consulenza prestata.
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* Ing. Francesco Nastasi, ( nastasi@suonoevita.it ) Ingegnere acustico - Studio Suono e Vita Ing. Cristina Marsetti, ( c.marsetti@allins.it ) Ingegnere libero professionista e broker Avv. Santo Durelli, ( studio@avvocatodurelli.it ) Studio Legale Avv. Durelli – Genova.
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GIUNTI, TIPOLOGIE E CALCOLI SECONDO UNI EN ISO 12354 trasmissione strutturale in edifici pesanti di * Stefano Benedetti
In questo articolo si introdurrà il tema del comportamento dei giunti, o nodi, nella trasmissione strutturale del rumore tra due ambienti contigui in edifici pesanti. La trasmissione attraverso il giunto è fondamentale per la previsione di quelle trasmissioni laterali responsabili della riduzione del potere fonoisolante della parete di separazione Rw, misurato in laboratorio, in potere fonoisolante apparente R’w misurato in opera (fig. 1).
pesanti e giunti in edifici leggeri. Gli edifici pesanti, secondo la norma, sono in cemento o in cemento e mattoni o solo mattoni. Rientrano in questa tipologia, per la trasmissioni delle vibrazioni, anche gli edifici misti come ad esempio gli edifici con telaio in cemento, solai in laterocemento e tamponamenti e divisori verticali a secco. Gli edifici leggeri invece hanno telai in legno o acciaio e tamponamenti, solai e divisori tutti con tecnologia a secco, legno e lastre generiche. Rientrano in questa tipologia anche gli edifici in CLT, Cross Laminated Timber ovvero tavole in legno massiccio a strati incrociati.
La norma di riferimento è la UNI EN ISO 12354 parte 1 dove in entrambi i metodi, semplificato e dettagliato, una delle variabili in gioco è proprio la trasmissione di vibrazione attraverso i giunti. Il comportamento delle diverse tipologie di giunto può essere misurato in accordo con la ISO 10848 parti 3 e 4, ma in assenza di questi dati è ammesso il calcolo analitico trattato nelle appendici (informative) E e F della UNI EN ISO 12354-1. Si distinguono due famiglie di giunti, giunti in edifici
Trasmissione di vibrazioni attraverso i giunti di edifici pesanti In questo tipo di edifici, si utilizza l’indice di riduzione delle vibrazioni Kij in dB, che indica proprio la riduzione in dB, a cavallo del giunto, della vibrazione (o rumore) che proviene dall’elemento i verso l’elemento j. Per elementi omogenei, l’indice Kij si
T
Figura 1: Potere fonoisolante apparente R’w
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può calcolare a partire dal fattore di trasmissione dell’energia ϒij o dal fattore di accoppiamento tra gli elementi coinvolti ηij come previsto dal metodo SEA, Statistical Energy Analiysis. Un metodo più abbordabile è quello sviluppato da dati empirici, proposto sempre nella stessa appendice, e prevede il calcolo dell’indicie Kij a partire dalla tipologia di giunto e dalle masse superficiali in kg/m2 degli elementi coinvolti nella trasmissione. Più nel detta-
glio, l’indice Kij è parametrato al fattore M, definito come il logaritmo del rapporto tra le masse superficiali dell’elemento perpendicolare a quello di ingresso i e l’elemento d’ingresso stesso i (formula 1).
[1]
La figura 2 mostra quali elementi considerare nei diversi percorsi laterali. Questo fattore tiene conto
T
Figura 2: Elementi da considerare nel calcolo del parametro “M”
Figura 3: indice di riduzione delle vibrazioni Kij di un giunto a croce in edifici pesanti
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Giunti tra strutture omogenee Oltre al giunto a croce della figura 3 sono previsti dalla norma anche giunti a T e giunti a croce e T con strati flessibili interposti. Nella tabella seguente si riportano le relative formule dedicate al calcolo dell’indice di riduzione delle vibrazioni Kij in funzione del fattore M. Si noti che i giunti rigidi non dipendono dalla frequenza mentre i giunti con materiali flessibili interposti variano con la frequenza, in quest’ultimo caso, per applicare il metodo semplificato, la norma indica che è possibi-
dell’inerzia degli elementi connessi al giunto, maggiore è la massa, maggiore l’inerzia e quindi la forza che serve per metterli in vibrazione. È agevolata quindi la trasmissione di vibrazione quando nel passaggio da i a j, l’elemento perpendicolare a i è molto leggero, viceversa, si otterrà un’elevata riduzione di vibrazioni per elementi perpendicolari a i molto pesanti. La figura 3 mostra il comportamento di un giunto a croce, in funzione del rapporto m’ i/m’i. La riduzione di trasmissione da 1 a 3 aumenta all’aumentare del rapporto tra m’2 e m’1.
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le considerare un valore Kij medio nell’intervallo di frequenze di terzo d’ottava tra 250 Hz e 1000 Hz. Ăˆ utile precisare che in caso di strutture rivestite con strati addizionali, il fattore M considera la sola massa della struttura di base, in quanto elementi non connessi rigidamente alle strutture non alterano il comportamento del giunto ma vengono conteggia-
te separatamente per la loro influenza sul percorso. Inoltre per le strutture laterali costituite da pareti doppie con intercapedine, o da pareti con rivestimento esterno (cappotto), il fattore M considera la massa dell’intera struttura. La figura 4 mostra come riconoscere i giunti a T e i giunti a croce.
Figura 4: giunti T o giunti a CROCE
Figura 5: esempi di giunti misti, elementi omogenei e pareti doppie a secco
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Giunti tra strutture non omogenee Possono essere considerati edifici pesanti anche edifici misti, in cui ad esempio i solai sono realizzati in laterocemento e le pareti in lastre di gesso rivestito su telai metallici o lignei, oppure i tamponamenti esterni in laterizio e i divisori tra unità immobiliari a secco (figura 5). Per questi giunti si utilizza ancora l’indice di riduzione delle vibrazioni Kij che in questo caso è funzione anche della frequenza. Come mostrano le formule nella tabella sopra, il percorso che si propaga solo tra gli elementi omogenei, e che vede l’elemento leggero perpendicolare all’elemento d’ingresso, subisce minore riduzione rispetto al percorso che prevede il passaggio da un elemento a secco a un elemento omogeneo pesante.
Non è chiaro tra gli addetti ai lavori come e dove applicare questi giunti e si rimanda la trattazione al prossimo articolo specifico sul tema. Simulazioni numeriche L’indice di riduzione delle vibrazioni Kij si può ottenere anche con simulazioni numeriche, la norma specifica che c’è intenzione nelle prossime revisioni di utilizzarle per fornire i Kij anche di giunti complessi. L’indice è calcolato a partire dal fattore di trasmissione dell’energia ϒij e prevede due modelli, la teoria delle onde e il metodo agli elementi finiti. Anche questo tema verrà affrontato con un articolo successivo dedicato. Conclusione In questo articolo è stato affrontato il comportamento dei giunti in edifici pesanti, l’obiettivo è stato quello di descrivere le diverse tipologie contemplate dalla norma e quali variabili influenzano la trasmissione di vibrazione. Conoscere il comportamento dei giunti porta ad un utilizzo consapevole dei software disponibili sul mercato. ANIT mette a disposizione dei soci il software ECHO 8.0 che implementa il metodo semplificato delle UNI EN ISO 12354 e dal quale sono state prese alcune immagini esposte sopra. Nei successivi articoli verranno trattati i giunti in edifici leggeri e approfonditi ove possibile i temi solo accennati in questo articolo. Per maggiori approfondimenti www.ANIT.it.
Giunti Particolari Anche nel cambio di direzione e nel cambio di spessore, sempre in funzione delle masse in gioco ma indipendente dalla frequenza, la trasmissione di vibrazioni subisce una riduzione o un’amplificazione dei livelli, come mostrato nella figura 6.
* Ing. Stefano Benedetti, Esperto ANIT.
Figura 6: angoli e cambi di spessori
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Sviluppato da TEP s.r.l.
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Analisi termica, igrometrica e dinamica dell’involucro opaco. L’uso del presente software e dei relativi risultati sono di esclusiva competenza e responsabilità dell’utente. Tutti i diritti riservati. Qualsiasi riproduzione non autorizzata è vietata.
Maggiori informazioni e contatti: www.anit.it - software@anit.it
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- Progettazione e verifica delle caratteristiche acustiche degli edifici, secondo il DPCM 5.12.97. - I calcoli sono eseguiti per indici di valutazione. - Determinazione della classe acustica dell’unità immobiliare. Software aggiornato con le UNI EN ISO 12354 (del 2017).
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Simulazione dei ponti termici agli elementi finiti secondo UNI EN ISO 10211. L’uso del presente software e dei relativi risultati sono di esclusiva competenza e responsabilità dell’utente. Tutti i diritti riservati. Qualsiasi riproduzione non autorizzata è vietata.
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Sofware per il calcolo del fabbisogno energetico degli edifici secondo UNI/TS 11300 (aggiornato al DM 26/6/15) La versione di Leto è stata protocollata al CTI e quindi impiegabile ai fini della certificazione energetica e della compilazione delle Legge 10/91.
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Software ANIT
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Analisi dell’involucro trasparente e controllo delle schermature.
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Simulazione dinamica oraria degli edifici secondo UNI EN ISO 52016-1:2018
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Volume 4 Muffa, condensa e ponti termici Guida pratica per capire e rispettare le regole sull’efficienza energetica degli edifici e degli impianti
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Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico
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Chi è ANIT ANIT è l’Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e Acustico. Fondata nel 1984, essa fornisce i seguenti servizi:
- stabilisce un centro comune di relazione tra gli associati; - promuove e diffonde la normativa legislativa e tecnica; - assicura i collegamenti con le personalità e gli organismi italiani ed esteri interessati alle problematiche di energetica e acustica in edilizia; - effettua e promuove ricerche e studi di carattere tecnico, normativo, economico e di mercato; - fornisce informazioni, consulenze, servizi riguardanti l’isolamento termico ed acustico ed argomenti affini; - organizza gruppi di lavoro all’interno dei quali i soci hanno la possibilità di confrontare le proprie idee sui temi dell’isolamento termico e acustico; - diffonde la corretta informazione sull’isolamento termico e acustico; - realizza e sviluppa strumenti di lavoro per il mondo professionale quali software applicativi e manuali. I SOCI Sono soci ANIT individuali: professionisti, studi di progettazione e tecnici del settore. Ogni Socio può, a titolo gratuito, promuovere localmente la presenza e le attività dell’Associazione. Sono Soci Onorari: Enti pubblici e privati, Università, Ordini professionali, ecc. Sono Soci Azienda: produttori di materiali e sistemi del settore dell’isolamento termico e/o acustico. Tutti i soci ricevono comunicazione delle novità delle normative legislative e tecniche, delle attività dell’Associazione - in tema di risparmio energetico, acustica, e protezione dal fuoco - oltre che gli strumenti e i servizi forniti quali volumi, software, e sconti. LE PUBBLICAZIONI ANIT mette a disposizione volumi di approfondimento e di supporto alla professione, manuali divulgativi, sintesi di chiarimento della legislazione vigente per i requisiti acustici passivi degli edifici e per l’efficienza energetica degli edifici, scaricabili dal sito internet (per i soli Soci) e distribuite gratuitamente in occasione degli incontri e dei convegni ANIT. I CONVEGNI ANIT organizza convegni e incontri tecnici di aggiornamento GRATUITI per gli addetti del settore. Gli incontri vengono organizzati in tutta Italia presso gli Ordini professionali, le Provincie e i Comuni sensibili alle tematiche del risparmio energetico e dell’acustica in edilizia. Ad ogni incontro viene fornita documentazione tecnica e divulgativa fornita dalle Aziende associate ANIT.
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´ neo-EUBIOS Periodico trimestrale anno XX - n. 70 Dicembre 2019 Direttore Responsabile Susanna Mammi Redazione TEP s.r.l. via Lanzone 31 20123 Milano tel 02/89415126
Grafica e impaginazione Claudio Grazioli Distribuzione in abbonamento postale Associato A.N.E.S. - Associazione Nazionale Editoriale Periodica Specializzata Stampa INGRAPH srl - via Bologna 104/106 - 20038 Seregno (MB)
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