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ISSN 1825-5515
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bene et commode vivens
79 Trimestrale N°79 - Anno XXIII - Marzo 2022 - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano
Per la copertina di questo numero abbiamo deciso di celebrare uno dei luoghi simbolo dell’Ucraina, un Paese che
in questi mesi sta vivendo grande sofferenza. Si tratta della Cattedrale di S. Sofia, a Kyiv, una chiesa ortodossa, oggi
sconsacrata e sede di un museo dedicato alla cristianità ucraina.
La cattedrale prende il nome da quella di Hagia Sophia di Costantinopoli ed è stata costruita negli anni 1011 -18.
Il complesso - che comprende oltre alla Cattedrale diversi edifici - è stato il primo sito ucraino ad essere inserito tra i patrimoni dell’umanità dell’UNESCO, nel 1990.
In origine Santa Sofia era una chiesa con pianta a croce
greca e 13 cupole. L’alta cupola centrale del tempio in stile bizantino fu costruita per ricordare Cristo, mentre le altre
12 cupole erano associate agli Apostoli. Nel XVII secolo
fu finanziata la ristrutturazione della cattedrale e i lavori furono affidati all’architetto italiano Ottaviano Mancini (1580 circa-1638). In quell’occasione fu costruito l’intero
complesso di edifici che oggi circondano la cattedrale in stile “Barocco cosacco”, tra cui la Torre campanaria a 4 ordini e alta 76 metri. L’interno presenta ancora mosaici e affreschi risalenti all’XI secolo.
Foto di copertina: Cattedrale di S. Sofia, Kyiv, Ucraina © O. Farion
= letteralmente, buona vita.
79 Rumori da calpestio a bassa frequenza:
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metodologie per ridurre il disturbo Sondaggio su Superbonus e
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efficienza energetica Misure in opera di requisiti acustici passivi:
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tecniche tradizionali e soluzioni innovative a confronto Come calcolare H’t, Umedia
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e Ubonus con Eureka Superbonus Hotel 80%: un’opportunità
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per il settore HO.RE.CA.
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ANIT
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Strumenti per i Soci ANIT
Fondatore Sergio Mammi
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si può. Stampato su carta prodotta con cellulose senza cloro-gas nel rispetto delle normative ecologiche vigenti.
Vignetta di Sergio Mammi, Fondatore ANIT.
Hanno collaborato: Dott. Ing. Renzo Sonzogni. Dott. Ing. Michele Cattaneo. Andrea Cerniglia, Spectra S.r.l. Giorgio Galbusera, Staff Tecnico ANIT. Stefano Benedetti, Staff Tecnico ANIT. Matteo Borghi, Staff Tecnico ANIT. Daniela Petrone, Vice Presidente ANIT.
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Valeria Erba, Presidente ANIT.
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Trimestrale N°78 - Anno XXII - Dicembre 2021 - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano
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EDITORIALE
Costi dell’energia e riduzione dei consumi
tivo anche su tutto il settore delle costruzioni e di conseguenza su quello della riqualificazione energetica. Quando si affronta il tema dell’efficienza energetica si è sempre focalizzati sull’ambiente e sull’impatto che le emissioni inquinanti provocano sulla nostra vita.
Settembre 2021 - Il Ministro per la Transizione ecologica Cingolani segnala che la bolletta per l’energia elettrica potrebbe aumentare del 40%. Tale aumento è dovuto sia all’aumento dei prezzi delle materie prime, come gas e combustibili derivanti dal petrolio, sia all’aumento dei costi per le aziende che producono energia.
Oggi, purtroppo più che mai, dobbiamo fare i conti anche con il portafoglio. L’aumento dei costi del combustibile ci chiede di consumare il meno possibile e quindi di isolare di più i nostri edifici. Tuttavia, anche il prezzo dei materiali, che a questo combustibile sono per forza collegati, ha avuto e avrà un aumento probabilmente esponenziale. È un gatto che si morde la coda, sia per l’utente finale che per le aziende.
Febbraio 2022 - Nell’autunno 2021 è successo alle aziende, ora gli aumenti si vedono anche sulla bolletta delle famiglie. L’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA) ha diffuso un report con alcuni dati: pur con gli interventi del governo, nel primo trimestre del 2022 il prezzo del gas naturale aumenterà del 94 percento rispetto allo stesso periodo del 2021, mentre l’aumento dell’energia elettrica sarà del 131 percento. Questa situazione impatta in modo significa-
Affrontare oggi un intervento che permetta di ridurre i consumi del riscaldamento significa affidarsi ad aziende che producono materiali e sistemi che rischiano la crisi a causa degli aumenti che a loro volta subiscono. Di fron-
colonna sonora “Try Better Next Time” – Placebo - “Blu Celeste” – Blanco “Girl God Gun” – Gen And The Degenerates - “What You Make It” – With Confidence “Spaccacuore” – Samuele Bersani - “Carnival” – Kevin Devine “Fils De Joie” – Stromae - “Anime Theme Song” – Mom Jeans “Monomytht” – Animals As Leaders - “abcdefu” – GAYLE
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te a costi dell’energia quasi quintuplicati in pochi mesi, molti imprenditori, malgrado la forte richiesta, hanno deciso di fermare intere linee produttive perché le spese sarebbero state superiori ai ricavi.
lucro, è possibile ridurre fino al 60 percento dei consumi energetici per il riscaldamento; se poi ci aggiungiamo interventi di miglioramento degli impianti, possiamo raggiungere l’edificio NZEB e arrivare anche all’80 percento.
In questa situazione già complessa c’è poi un mercato saturo di richieste che le aziende non riescono a supportare; per un’impresa produttiva scommettere anche in nuove linee di produzione significa grossi investimenti, ma l’incertezza legata agli incentivi e alla possibile crescita sono troppi.
La politica energetica deve tenere conto di questi aspetti fondamentali e cercare di risolvere il circolo vizioso che si è creato per cui, a fronte dell’aumento dei costi dei materiali e dell’energia, oggi è quasi impossibile creare le condizioni per diminuire la richiesta dell’energia stessa. Il settore delle costruzioni è trainante nell’economia italiana e va incentivato ma nell’ottica della sostenibilità e dell’efficienza. Speriamo che i nuovi provvedimenti garantiscano ad aziende, imprese e professionisti di poter lavorare correttamente creando un mondo più vivibile sotto tutti i punti di vista: ambiatale, economico e sociale.
L’unica certezza che abbiamo è che per ridurre le emissioni inquinanti, la richiesta di energia e, quindi, i costi, bisogna puntare ad avere edifici sempre più prestazionali. Grazie a varie diagnosi su edifici reali sottoposti a opere di riqualificazione, possiamo dire che intervenendo su un edificio, oggi in classe G, anche solo con interventi sull’invo-
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RUMORI DA CALPESTIO A BASSA FREQUENZA: METODOLOGIE PER RIDURNE IL DISTURBO di * Renzo Sonzogni, Michele Cattaneo
Mettetevi comodi a casa vostra. Spegnete TV, radio e ogni altro macchinario. Vi capita di sentire il rumore di passi provenire dall’alloggio sovrastante del vostro vicino? A volte, anche in edifici recenti, si ha una percezione di colpi sordi, similari a dei tonfi come se il vicino corresse sui talloni. Questo avviene perché i comuni sistemi “anticalpestio” impiegati in edilizia attenuano le frequenze medioalte, ma normalmente non riducono il passaggio delle basse frequenze. Un tipico sistema per limitare la trasmissione del rumore da calpestio dei solai si basa sul disconnet-
tere il massetto su cui poggia la pavimentazione da tutto ciò che lo circonda, realizzando una vasca in materiale elastomerico, ovvero “morbido”, che contiene l’intero massetto di pavimento, confinando (nei limiti del possibile) la vibrazione al solo massetto (figura 1). La legislazione italiana ha introdotto limiti sul livello di rumore da calpestio, scegliendo di utilizzare un solo valore, denominato indice unico (L’n,w), che rappresenta una sorta di “media” nel campo di bande di frequenza tra 100 Hz e 3150 Hz.
Figura 1
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Di conseguenza, i produttori hanno sviluppato materiali “anticalpestio” adeguati a rispettare tale requisito. Poiché l’edilizia è il cugino povero della meccanica, i produttori hanno dovuto bilanciare prestazioni e costi, sviluppando prodotti che permettessero di raggiungere l’obiettivo del rispetto dei limiti di legge in basso spessore, bassa deformazione e costo ridotto. Stiamo parlando dei consueti e ben noti “materassini anticalpestio”. Esistono però sistemi particolari, definiti a “bassa frequenza di risonanza”, che, eventualmente accoppiati ad accorgimenti complementari, permettono di ridurre i livelli di rumore legati al calpestio anche a valori non udibili. Tali sistemi sono spesso impiegati in situazioni particolari, dove risulta necessario evitare che ai piani sottostanti si percepisca il rumore di calpestio o i colpi su pavimenti provenienti dai piani superiori, riducendo drasticamente e, in alcuni casi, addirittura annullando completamente la percezione del calpestio o di altre attività, come ad esempio il rimbalzo di palloni da basket analizzato nel prosieguo. L’unica controindicazione è che, per ottenere tale miglioramento di prestazione, occorre impiegare elementi particolarmente “morbidi” tali da determinare vibrazioni percepibili e cedimenti del piano di pavimento, aspetto che va valutato con attenzione anche in base al contesto ed alla destinazione d’uso dei locali. Riportiamo un estratto dal libro “Difetti nella progettazione acustica degli edifici” edito da Maggioli, utile a comprendere il funzio-
namento e la modalità applicativa di tali sistemi. Innanzitutto, analizziamo la causa della produzione di rumorosità a bassa frequenza di un pavimento con sistema anticalpestio “tradizionale”. In figura 2 i due grafici riepilogano tale problematica e sono relativi ad un solaio in laterocemento con anticalpestio continuo perfettamente posato (sistema pavimento galleggiante) e massetto di pavimento radiante, senza controsoffitto e senza contropareti, il cui collaudo acustico ha determinato un indice di rumore di calpestio L’n,w tra 53 e 58 dB, conforme quindi al limite normativo prescritto dal D.P.C.M. 5.12.1997 in ambito residenziale (L’n,w ≤ 63 dB). Tuttavia, il basso rumore di fondo della zona, unitamente ad un’attività poco attenta dei vicini, determinava nella fattispecie un disturbo assimilabile a “tonfi sordi” ben percepibili nei limitrofi alloggi. I grafici sono relativi alla rumorosità prodotta da un peso di 8 kg con fondo in gomma lasciato cadere sul piano di pavimento da 10 cm di altezza (fotografia in alto a sinistra), comparabile ad un passo a piedi scalzi di persona adulta o di un bambino che corre. È stata adottata tale modalità di misura in modo da renderla ripetibile; inoltre, oltre alle prove di seguito descritte, sono state anche effettuate misure con passi prodotti da persone, con macchina da calpestio normalizzata e con rumore aereo, quest’ultimo per valutare eventuali percorsi preferenziali di rumore (ponti acustici), risultati poi inesistenti.
Figura 2
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Contestualmente alla generazione degli impatti sono stati rilevati simultaneamente i livelli di pressione sonora sia nell’ambiente emittente al piano terra sia nell’ambiente ricevente al piano secondo, riportati nel grafico superiore. Nel grafico inferiore sono invece riportate le misure della velocità di vibrazione di alcuni punti presi a campione, sia sul pavimento poco distante dalla sorgente (nella fotografia in alto a sinistra, vicino agli otoprotettori a coppe, si intravede l’accelerometro) sia in diversi punti delle superfici del locale ricevente (pavimento, soffitto e pareti, alcuni visibili nelle fotografie centrale e inferiore). L’analisi ha riguardato il rumore di calpestio che si trasmette dal piano terra (emittente) al piano secondo (ricevente): è possibile immaginare l’effetto amplificato che si avrebbe considerando un ambiente emittente al piano superiore rispetto ad un ambiente ricevente inferiore. Cosa si nota dai grafici? Nel grafico superiore è visibile, con linea di colore blu, il livello di pressione sonora in bande di terzi di ottava misurato nel locale emittente in seguito all’impatto del peso sul pavimento. Si noti la forma spettrale, molto simile a quella della velocità di vibrazione del pavimento emittente, in quanto il pavimento è la superficie che vibra con intensità più elevata rispetto alle altre superfici del locale emittente e di conseguenza genera il livello di pressione sonora più elevato. Il rilievo dei livelli vibratori è stato arrestato a 1250 Hz poiché l’indagine era rivolta alle basse frequenze disturbanti; infatti, l’attenuazione determinata dal sistema anticalpestio “tradizionale” è normalmente buona alle medio-alte frequenze. Ciò è ben evidente analizzando i livelli di pressione sonora nel locale ricevente: in seguito all’impatto del peso sul pavimento, l’energia viene trasmessa al solaio portante e da qui alle strutture perimetrali (pilastri, setti, murature esterne e interne) e ai restanti componenti dell’edificio. Le due curve di colore rosso e giallo rappresentano i livelli rilevati nell’ambiente ricevente al secondo piano, rispettivamente il livello misurato nell’istante in cui avviene l’impatto del peso sul pavimento al piano terra e il rumore di fondo nell’alloggio, dalla cui differenza si comprende che il campo di frequenze disturbanti è compreso tra circa 50 e 250 Hz, con maggiore intensità intorno ai 100 Hz, dove il “colpo” produce un aumento significativo e percepibile del livello di pressione sonora di circa 20 dB rispetto al rumore di fondo. Alle frequenze inferiori tale differenza risulta più limitata – peraltro, l’udibilità umana si riduce progressivamente alle basse frequenze fino quasi ad annullarsi – mentre l’effi-
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cacia del sistema “anticalpestio” risulta evidente alle frequenze medio-alte (dal grafico si nota infatti che, in corrispondenza di tali frequenze, il livello della linea rossa del “colpo” è identico a quello della linea gialla del rumore di fondo). Il contributo acustico associato all’impatto segue infatti la curva tratteggiata di colore grigio, corrispondente proprio all’andamento tipico di un sistema massa-molla. La curva del livello di pressione sonora associata all’impatto deriva dalla vibrazione degli elementi di involucro che costituiscono il locale ricevente, che in realtà possono anche modificare, in presenza di proprie frequenze di risonanza, lo spettro di pressione sonora in tale locale. I livelli di velocità vibratoria di alcune superfici sono misurati e riportati nel grafico inferiore. La vibrazione delle superfici del locale ricevente genera il livello di pressione sonora al suo interno visibile nel grafico superiore, in proporzione alla superficie dell’elemento che vibra, per cui nel grafico non necessariamente i valori di vibrazioni più elevati generano i livelli di pressione sonora più elevati. Ad esempio, la curva vibratoria di colore verde è relativa ad una superficie con area estremamente ridotta e nel contributo acustico complessivo risulta trascurabile rispetto ad altre superfici, magari di livello vibrazionale inferiore ma di superficie più estesa. Nel caso in esame, nell’ambiente ricevente è risultata preponderante la frequenza intorno a 100 Hz, corrispondente sia alla frequenza di risonanza del sistema anticalpestio al piano terra sia a quella di alcune superfici del locale ricevente. Come detto, l’analisi ha riguardato la propagazione di rumore dal piano terra al piano secondo, per cui è facile immaginare l’incremento di disturbo tra alloggi contigui e, in particolare, da un locale sovrastante ad uno sottostante. Compresa la problematica, come è possibile migliorare il comportamento alle basse frequenze dei sistemi anticalpestio? Spesso, un’elevata prestazione di isolamento ai rumori strutturali, riguardante quindi anche le basse frequenze, viene richiesta da committenti o scenari “speciali”, ad esempio durante la progettazione di alberghi superlusso oppure nel caso di palestre o altri locali rumorosi con sottostanti ambienti abitativi, come aule scolastiche o camere d’albergo. La prima opzione è quella di intervenire sul sistema massa-molla, ovvero massetto di pavimento-elemento anticalpestio, adottando in particolare una “molla” più “morbida”. In tal modo, si abbassa la frequenza naturale del sistema e le vibrazioni “iniziano” pertanto a smorzarsi/ ridursi a frequenze inferiori. Un sistema massa-molla si comporta infatti in tre modi differenti in relazione alla
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Figura 3 trasmissione della vibrazione che lo eccita, ovvero a “quanta vibrazione” originata sul pavimento “si trasmette al supporto”. Esiste una zona “neutra” in cui la vibrazione in ingresso viene trasmessa al supporto con pari intensità, una zona in cui la stessa viene amplificata ed una zona, a destra di quest’ultima, in cui si ottiene una riduzione (figura 3).
cepibili le basse frequenze, come visto nell’esempio precedente. Alcune frequenze vengono amplificate, come sempre avviene in sistemi costituiti da masse poggiate su molle. Questo è lo scotto che si paga in ogni caso per poter attenuare le vibrazioni. Un’accorta progettazione permette di spostare le frequenze critiche a seconda dell’obiettivo. Per migliorare il comportamento acustico, occorre creare un sistema con una molla più “morbida” e/o con una massa più elevata, in modo da traslare la frequenza naturale del sistema verso sinistra (alle frequenze più basse) e consentendo così l’attenuazione a frequenze inferiori rispetto al sistema “S1”. Questo accorgimento permette di attenuare frequenze, anche basse, già
Nella figura 4 un esempio schematico di cosa accade. Con il sistema “S1”, assimilabile ad un “tradizionale” sistema anticalpestio, l’attenuazione inizia a circa 100 Hz, migliorando all’aumentare della frequenza. Il risultato ottenibile è conforme a quanto prescritto dalla normativa di legge ma restano per-
Figura 4
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nel campo dell’udibile oltre a migliorare in modo percepibile anche l’attenuazione alle medio-alte frequenze. Tale soluzione parrebbe facile da applicare ma nella realtà ci si scontra con le problematiche legate allo “schiacciamento” di materiali morbidi e al conseguente abbassamento dei medesimi nel tempo. Ecco che per garantire un’ottima prestazione acustica alle basse frequenze, garantendo la portata nel tempo e un abbassamento controllato, entrano in gioco materiali che hanno costi superiori a quelli di un comune materassino anticalpestio, anche di 5-10 volte. Tali materiali hanno inoltre schede tecniche più dettagliate rispetto alle schede dei consueti materassini anticalpestio che forniscono in genere solamente il parametro di rigidità dinamica s’ rilevata in una sola condizione di carico. Ad esempio, molti materiali “speciali” forniscono anche indicazioni di rigidità dinamica s’ sotto diversi carichi, oppure parametri di comportamento dinamico, smorzamento etc. Alcuni materiali hanno anche la capacità di migliorare la propria “flessibilità” quando eccitati da un carico dinamico, al contrario di quanto avviene in genere per i tipici materassini anticalpestio che se “schiacciati” divengono più rigidi e di conseguenza meno performanti. Entrando più nel dettaglio, buona parte di questi sistemi utilizza supporti puntuali o lineari del massetto di calpestio opportunamente distanziati. Si tratta di blocchetti di materiali costituiti da elastomeri lattici, siliconici o poliuretanici. L’impiego di elementi singolari anziché dei “tradizionali” teli/materassini continui permette di posizionarli a distanza variabile, indicativamente ogni 40-80 cm, permettendo così di modificare il carico agente su ogni elemento e, conseguentemente, di progettare in modo preciso la frequenza di lavoro
del sistema. Alcuni di questi sistemi presentano frequenze proprie intorno a 8÷20 Hz. Presupposto per un corretto funzionamento di tali sistemi è che i solai di base siano sufficientemente rigidi così da fornire un riscontro fisso; al contrario, solai leggeri e flessibili inficiano le prestazioni. Per quanto concerne la posa, si procede posizionando a interassi calcolati i supporti puntuali, sui quali viene posato un cassero a perdere, in legno o in lamiera metallica, sopra il quale viene realizzato il getto del massetto di pavimento armato. In presenza di lamiera grecata (come cassero a perdere), viene spesso utilizzato un profilo metallico a C come supporto lineare intermedio. Nell’intercapedine che si crea tra il solaio strutturale e il cassero a perdere viene inserito del materiale fibroso (pannelli fonoassorbenti) per limitare la perdita di isolamento acustico al rumore aereo legata all’intercapedine stessa. È importante che i pannelli fonoassorbenti abbiano uno spessore minore dell’intercapedine e non la riempiano completamente per evitare qualsiasi contatto con il massetto di pavimento ed evitare una riconnessione parassita tra il cassero e il solaio. Il perimetro deve rimanere completamente disconnesso dalle strutture circostanti. Nella figura 5 si riportano alcuni schemi di posa, rispettivamente con cassero a perdere in legno, tipicamente OSB (immagine “A”), e con lamiera grecata autoportante (immagine “B”). In quest’ultimo caso, per il sostegno provvisorio della lamiera vengono utilizzati dei profili a “C” e la lamiera viene posata con le proprie nervature perpendicolari ai profili. Una volta che il getto si è consolidato, il sistema diviene rigido e autosostenuto sui supporti. In entrambi i casi è fondamentale la disconnessione vibratoria con gli elementi edilizi contigui, mediante la posa di bandella in materiale
Figura 5
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elastomerico, alla stregua di quanto necessario in qualsiasi sistema anticalpestio tradizionale. Se il miglioramento della prestazione deve riguardare anche le frequenze molto basse, è opportuno evitare anche l’attrito tra il massetto flottante e le pareti, bandelle elastomeriche comprese, lasciando quindi che si formi un vero e proprio distacco fisico tra il massetto di pavimentazione e tutti gli elementi circostanti. Per creare tale interstizio d’aria si posano dei casseri sottili che vengono poi rimossi “sfilandoli” successivamente alla presa del massetto.
rilevanti attività che percuotono il pavimento. A riguardo, riportiamo quale esempio significativo un progetto realizzato e collaudato a fine lavori. L’intervento riguarda un solaio di partizione tra una palestra e aule scolastiche sottostanti. La criticità di tale scenario ha richiesto di massimizzare l’isolamento acustico del solaio la cui stratigrafia è la seguente: 1. Pavimento sportivo in gomma granulare e resina, sp. 7 mm; 2. Massetto in sabbia e cemento, 2.200 kg/m3, sp. 5,5 cm; 3. Sottofondo alleggerito in miscela di granulato sintetico, 630 kg/m3, sp. 10 cm; 4. Doppio strato di pannelli in legno OSB, 600 kg/m3, sp. 2,5+2,5 cm; 5. Sistema anticalpestio a bassa frequenza di risonanza costituito da supporti antivibranti in miscela di poliuretano, silicone e lattice, h=6 cm; nell’intercapedine pannelli in fibra di poliestere 20 kg/m3, sp. 5 cm (1 cm in meno rispetto allo spessore di intercapedine); 6. Solaio in cemento armato pieno preesistente, sp. 23 cm; 7. Controsoffitto fonoisolante (con pendini antivibranti): nell’intercapedine (sp. 15 cm) pannelli in lana minerale di vetro, 18 kg/m3, sp. 6 cm; lastra in gesso rivestito “pesante”, 1.400 kg/m3, sp. 1,25 cm; lamina fonoimpedente in gom-
Tali sistemi permettono di ottenere prestazioni di isolamento al calpestio molto elevate, ulteriormente migliorabili realizzando nei locali riceventi controsoffitti e contropareti, disconnessi dalle strutture di involucro, in modo da contenere anche i contributi di rumore che “fuggono”. Con tali accorgimenti è possibile ottenere prestazioni veramente eccezionali, fino anche a indici di livello di calpestio normalizzato L’n,w pari a 20-30 dB e addirittura inferiori, il che significa non percepire alcun rumore quando al piano soprastante si svolgono
Figura 6
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ma, 1.250 kg/m3, sp. 4 mm; lastra in gesso rivestito, 1.083 kg/m3, sp. 1,25 cm; 8. Intercapedine per passaggio impianti, sp. 50 cm; 9. Controsoffitto fonoassorbente in pannelli di lana minerale, sp. 2 cm. Le aule sottostanti sono dotate di contropareti in cartongesso e la palestra di contropareti in pannelli di lana di legno mineralizzato fonoassorbenti (prevalentemente per il controllo del riverbero più che per aspetti di isolamento acustico). Nella figura 6 alcune immagini della posa: nella fotografia “B” è visibile la fascia per la disgiunzione perimetrale di tutti gli strati appoggiati ai supporti antivibranti (fino al pavimento), nella fotografia “D” il controsoffitto fonoisolante che riveste anche le travi portanti. Tutti gli impianti sono posizionati al di sotto del controsoffitto fonoisolante senza alcun attraversamento dello stesso.
variazione del solo anticalpestio ma identica realizzazione di tutti gli altri accorgimenti a contorno (solaio di base, controsoffitti, contropareti, etc.): ciò ha permesso quindi di confrontare i due sistemi anticalpestio nelle medesime condizioni. Nello stesso grafico sono infatti anche rappresentati, con curve di colore rosso e magenta, i livelli L’n e L’n,T del sistema “tradizionale” con materassino continuo in polietilene espanso (spessore di 10 mm e rigidità dinamica s’=10 MN/m3 dichiarata dal produttore) steso, in sostituzione del sistema anticalpestio su supporti puntuali, tra il sottofondo alleggerito – di spessore maggiorato per compensare la quota dei supporti puntuali e dei pannelli in OSB mancanti – e il massetto, identico al precedente. Il confronto grafico tra le due stratigrafie descritte, entrambe molto performanti, evidenzia come il sistema anticalpestio su supporti puntuali, rispetto al tradizionale materassino continuo, determini migliori prestazioni di isolamento al rumore trasmesso per via solida a tutte le frequenze (riportate da 50 a 5000 Hz). Tale risultato consegue da una traslazione verso sinistra – ovvero verso le basse frequenze –
I risultati normalizzati degli indici di calpestio L’n,w e L’nT,w misurati in opera sono riportati nel grafico di figura 7 con le curve di colore azzurro e blu. Contestualmente al sistema a bassa frequenza su supporti puntuali è stato realizzato, in altri ambienti dello stesso edificio, anche un sistema “tradizionale”, con
Figura 7
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della curva di attenuazione del sistema massa-molla, come ben evidenziato dal grafico. Verosimilmente anche l’attenuazione alle alte frequenze (da 500 Hz a salire) seguirebbe l’andamento della pendenza della curva di attenuazione, ma come visibile si è già al limite della capacità di rilievo del fonometro (si tratta di livelli sonori bassissimi) e non è stato possibile nella fattispecie valutarne la prestazione. Analizzando, inoltre, i livelli medi di pressione sonora di calpestio e del rumore di fondo rilevati si evince che, con il sistema anticalpestio su supporti puntuali, il generatore di calpestio normalizzato – la macchina che si impiega per collaudare in opera l’isolamento al calpestio dei solai – non risulta udibile quando attivo, come visibile in figura 8. Nel grafico sono evidenziati, con linea tratteggiata di colore verde, il livello di pressione sonora del rumore di fondo e, con le curve di colore blu e rosso, i livelli medi di pressione sonora rilevati negli ambienti riceventi con
generatore di calpestio in funzione, rispettivamente per il solaio con supporti puntuali a bassa frequenza di risonanza e con materassino continuo tradizionale. Con linea tratteggiata sottile, sono inoltre riportate le curve isofoniche fino a quella minima, la più bassa tra tutte, che rappresenta la soglia di udibilità umana – denominata MAF (Minimum Audible Field) – sotto la quale l’orecchio umano non percepisce alcun rumore anche se lo stesso risulta presente. Nel caso del sistema anticalpestio a bassa frequenza di risonanza, realizzato mediante supporti antivibranti puntuali, il grafico evidenzia livelli di pressione sonora immessi nell’ambiente ricevente (con generatore di calpestio attivo) leggermente superiori al rumore di fondo – peraltro molto basso! – solo da 50 Hz a 400 Hz mentre, alle frequenze superiori, le curve di livello medio immesso e di fondo praticamente coincidono. Allo stesso tempo, fino a 1250 Hz non risulta percepibile al-
Figura 8
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Figura 9 cun tipo di rumore in quanto i livelli rilevati sono inferiori alla soglia di udibilità (solo la sensibilità microfonica del fonometro permette di rilevarli). In definitiva, in un ambiente già molto silenzioso, il rumore del generatore di calpestio non risulta udibile ad alcuna frequenza. Per chi fosse interessato ad approfondire la prestazione del sistema sopradescritto anche in termini di potere fonoisolante apparente R’w, di isolamento acustico normalizzato rispetto al tempo di riverberazione DnT,w e di isolamento acustico D, è disponibile il testo completo sul libro “Difetti nella progettazione acustica degli edifici” edito da Maggioli. In conclusione, si riportano in figura 9 anche gli spettrogrammi – che rappresentano con scala cromatica il livello di pressione sonora in frequenza e nel tempo – dei livelli di calpestio dei
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due sistemi a confronto (anticalpestio continuo e con supporti puntuali), in cui ben si evidenzia la diversa frequenza di risonanza alla quale si concentrano i livelli sonori più elevati (rappresentati in rosso). Nella stessa figura è riportato anche lo spettrogramma relativo al livello sonoro rilevato in aula durante una misura effettuata con un pallone da basket fatto palleggiare nella soprastante palestra dotata del sistema anticalpestio con supporti puntuali descritto: i livelli di pressione sonora più elevati, concentrati alle frequenze di 16÷20 Hz, risultano sotto la soglia di udibilità; in altre parole, i palleggi di basket in palestra non sono percepibili nell’aula sottostante. * Dott. Ing. Renzo Sonzogni, Dott. Ing. Michele Cattaneo
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SONDAGGIO SU SUPERBONUS E EFFICIENZA ENERGETICA di * Valeria Erba
Nel presente articolo riportiamo i risultati di un sondaggio proposto ai tecnici iscritti all’evento che ANIT ha organizzato in collaborazione con ENEA “Superbonus 110%: chiarimenti e prospettive al 2025” del 14 febbraio 2022 e riproposto sul canale YouTube dell’associazione. Il webinar si proponeva di rispondere alle domande più frequenti sul Superbonus 110% e capire quali siano le criticità maggiori che ancora preoccupano i professionisti. Le 3588 risposte sono pervenute per la maggior parte da tecnici ingegneri, seguiti dagli architetti poi da geometri, periti, professori e di altre categorie professionali.
Quali sono gli argomenti legati al Superbonus che preoccupano di più? Nella prima parte del sondaggio sono state proposte delle domande in scala di valore legate alla preoccupazione sugli argomenti principali legati all’incentivo: doppio salto di classe, congruità dei prezzi, stato legittimo dell’immobile, requisiti minimi. Il punteggio varia da 1 a 5 dove 1 è “sono molto tranquillo “e 5 “sono molto preoccupato”. In generale i tecnici sono mediamente preoccupati su tutti i temi proposti.
Figura 1: qualifica dei partecipanti
Figura 2: asseverazione del doppio salto di classe
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Asseverazione del doppio salto di classe Dal primo grafico sul doppio salto di classe, solo l’8% dei tecnici si definisce molto preoccupato di raggiungere il requisito, il 26% si definisce molto tranquillo. La maggiore percentuale resta dalla parte della media /poca preoccupazione.
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Asseverazione criteri di congruità Il secondo tema proposto sono i criteri di congruità e la percentuale si sposta verso la media/alta preoccupazione con solo il 24% di tecnici tranquilli e il 38% di preoccupati con un 34% mediamente preoccupato.
Asseverazione requisiti minimi Infine, il rispetto dei requisiti tecnici minimi trova abbastanza preoccupato solo il 20% dei tecnici intervistati, il 33% mediamente preoccupato, mentre il 45% è dalla parte dei tranquilli di poter raggiungere i limiti previsti per l’accesso alle detrazioni.
Figura 2: asseverazione criteri di congruità
Figura 4: asseverazione Requisiti Minimi
Asseverazione stato legittimo A ormai 2 anni dall’uscita del DL 34/2020 e le semplificazioni proposte per le verifiche di stato legittimo resta comunque una buona parte di professionisti preoccupati da questa asseverazione e dalla regolarizzazione comunque degli abusi. 674/3451 sono molto tranquilli mentre 325/3451 sono molto preoccupati, la maggior percentuale 1018/3451 risponde comunque con un punteggio medio. La legge di semplificazione e la deroga degli interventi del superbonus alla verifica dello stato legittimo non ha convito tutti restando un tema ancora in discussione.
Analisi della congruità delle spese Nella seconda parte del sondaggio sono state proposte delle domande a risposta secca. Parlando di congruità delle spese, è stato chiesto quale sia lo strumento più usato tra quelli previsti dal Decreto 6 agosto 2020 e si evince che il prezzario DEI è utilizzato dalla maggior parte dei tecnici: il 37% però, più di un terzo, consulta anche i prezzari regionali.
Figura 5: strumenti per l’analisi di congruità Aspetti critici Oggi la situazione del mercato è molto complicata e scarseggiano non solo i prodotti ma anche le imprese e i tecnici esperti. Si riscontra una enorme
Figura 3: asseverazione stato legittimo
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Il rispetto requisiti di legge Infine, si è posta l’attenzione sul fatto che gli interventi incentivati prevedono il rispetto dei requisiti di legge. Oggi tali requisiti sono particolarmente difficili da rispettare, anche di più in confronto a quelli previsti per l’accesso alle detrazioni. Infatti, la trasmittanza media per gli incentivi va verificata senza ponte termico, cosa non possibile per i requisiti di legge. Infatti, come si vede dal sondaggio la trasmittanza è il punto più critico da verificare, seguito dalle verifiche termoigrmetriche, dal coefficiente H’t e dal rendimento degli impianti.
difficoltà a trovare le imprese ma anche i soggetti di cessione del credito. Il grafico successivo mostra i risultati di questo quesito:
Figura 6: aspetti critici Il valore di conduttività termica dei materiali isolanti Un tema sempre importante da affrontare è la valutazione delle prestazioni isolanti dei materiali che vengono utilizzati in caso di coibentazione dell’involucro. ANIT ha più volte approfondito il tema cercando di fare comprendere ai professionisti quale sia l’iter più corretto per essere tutelati, e quindi poter garantire il risultato previsto. Purtroppo, dalle risposte si evince che la maggior parte dei tecnici, il 45%, si ferma a verificare la scheda tecnica, a volte non sufficiente per essere certi delle prestazioni. La maggior parte dei materiali isolanti ha obbligo di marcatura CE e quindi si dovrebbe sempre richiedere la DOP mentre solo il 20% spinge in questa direzione.
Figura 8: verifiche requisiti di legge
* Valeria Erba, Presidente ANIT.
Figura 7: documentare il valore di conduttività
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MISURE IN OPERA DI REQUISITI ACUSTICI PASSIVI: TECNICHE TRADIZIONALI E INNOVATIVE A CONFRONTO di * Matteo Borghi, Andrea Cerniglia, Stefano Benedetti
Introduzione Le prestazioni di isolamento ai rumori degli edifici possono essere agevolmente verificate in opera. Esistono strumenti di misura specifici e norme tecniche che individuano le procedure da utilizzare. Sia gli strumenti che le norme hanno vissuto una costante evoluzione, e oggi disponiamo di metodi di rilevazione particolarmente raffinati. Un aspetto interessante è che ora, forse più che negli anni passati, integrando i risultati forniti da strumenti diversi è possibile evidenziare la presenza e l’entità di eventuali ponti acustici e definire al meglio quali soluzioni utilizzare per risolverli. In questo articolo vogliamo descrivere che tipo di informazioni possono fornire alcune tecniche di misura e come possono essere combinate tra loro. Concentreremo l’attenzione su: procedure “tradizionali”,
mappatura acustica, rilevazioni con fonocamera (beamforming) e misure di vibrazioni. Tecniche tradizionali (UNI EN ISO 16283) Le norme serie UNI EN ISO 16283 descrivono nel dettaglio le procedure per misurare le prestazioni di isolamento ai rumori aerei tra ambienti (Parte 1), il livello di rumore da calpestio (Parte 2) e l’isolamento acustico delle facciate (Parte 3). Sono documenti ben noti agli addetti ai lavori in quanto riportano l’ultima versione delle tecniche di misura dei requisiti acustici passivi che si sono evolute in questi decenni. I documenti che in precedenza specificavano questi aspetti erano le UNI EN ISO 140 e, prima ancora, le UNI 10708 e UNI 8270 (Figura 1)
Figura 1: Evoluzione nor mativa delle misure in opera
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semplici e veloci da realizzare, e richiedono l’utilizzo di strumenti che sono ben noti ai consulenti di acustica (fonometro, sorgente omnidirezionale, sorgente di calpestio, ecc.) Una possibile mancanza però, è il fatto che questo tipo di misure definiscono solo la prestazione complessiva dell’elemento edilizio, senza individuare quali punti di tale elemento possono essere considerati come ponti acustici. Il risultato, quindi, indica se la partizione rispetta o meno la prescrizione ma, in caso di esito negativo, non evidenzia dove dobbiamo intervenire per risolvere il problema. Il rapporto di prova in Figura 2 può essere considerato un esempio di quanto appena esposto. L’indice di potere fonoisolante ap-
Le misure consistono in estrema sintesi nell’attivare una sorgente di rumore e nel rilevare livelli di pressione sonora e altri parametri in prossimità della sorgente e nell’ambiente ricevente. Dall’analisi dei dati è possibile ricavare la prestazione di isolamento in bande di terzo d’ottava (R’, D 2m,nT, L’ n ), tra 50 e 5000 Hz, e da queste gli indici di valutazione dei vari descrittori (R’ w, D 2m,nT,w, L’ n,w ) seguendo le indicazioni delle UNI EN ISO 717 (Figura 2). Queste tecniche di rilevazione sono quelle utilizzate per verificare il rispetto delle prescrizioni definite nella legislazione in vigore o nei capitolati dei committenti. Hanno il pregio di essere sostanzialmente piuttosto
Figura 2: Esempio di rapporto di prova (R’ w )
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parente della parete (R’ w = 45 dB) è molto inferiore rispetto al limite imposto per legge dal DPCM 5-12-1997 (R’ w ≥ 50 dB). Il grafico in frequenza evidenzia delle discontinuità a 160, 200, 800 e 2500 Hz, ma dal rapporto non si può ricavare se per migliorare la prestazione occorre intervenire su tutta la struttura, su una sua parte o su elementi estranei (es. canali impiantistici o partizioni laterali). In alcuni casi, il tecnico che esegue la rilevazione riesce a percepire chiaramente da dove passa gran parte del rumore, e misure fonometriche localizzate possono contribuire a verificare questo aspetto. Si pensi ad esempio a situazioni di pareti con quadri elettrici contrapposti, serramenti non correttamente registrati o solai in parte privi di rivestimento anticalpestio. Spesso però, il rumore nell’ambiente ricevente viene percepito in maniera diffusa e non è di fatto possibile individuare “a orecchio”, o con l’uso del solo fonometro, quale elemento è il principale responsabile della perdita di isolamento. In questi casi può risultare utile prendere in considerazione anche tecniche di misura differenti, quali mappature acustiche, rilevazioni con fonocamera (tecnica beamforming) o misure di vibrazioni.
assegnare a questa un livello calcolato sulla base dei livelli presenti nelle postazioni vicine. Di conseguenza, la scelta della maglia di misura – intesa come la distanza tra un punto di misura e quelli a esso vicini – riveste un ruolo fondamentale al fine di ottenere risultati attendibili. Lo spettro acustico abbraccia una porzione di frequenze particolarmente estesa, che spazia da 20 Hz fino a 20.000 Hz; ricordando che la lunghezza d’onda è calcolabile dividendo la velocità del suono (circa 340 m/s) per la frequenza, le lunghezze d’onda corrispondenti alle frequenze udibili si attestano quindi da circa 17 metri per la frequenza di 20 Hz, a circa 1.7 centimetri per la frequenza di 20 kHz; una regola empirica per scegliere la dimensione della maglia, suggerisce di impiegare una distanza minima che sia dello stesso ordine di grandezza della lunghezza d’onda della frequenza di interesse. Quindi, se per ottenere una mappa alla frequenza 500 Hz potrebbe essere sufficiente disporre di un punto di misura ogni circa 68 centimetri, volendo rappresentare una mappa alla frequenza di 4000 Hz, i punti di misura dovrebbero essere distanti tra loro non più di circa 8 cm. Inoltre, qualora si dovesse ragionare per bande di ottava o di un terzo di ottava, la frequenza da considerarsi è quella superiore della banda in esame (ad esempio 1410 Hz per la banda di ottava di 1000 Hz, oppure 1120 Hz per la banda di 1/3 di ottava della medesima frequenza). Ovviamente, tale ipotesi risulta valida nel caso in cui la misura venga eseguita in prossimità della sorgente, dove è lecito attendersi variazioni di livello potenzialmente dipendenti dalla posizione; infatti, aumentando la distanza del piano di misura dalla sorgente in esame, il potere risolutivo del sistema – inteso come la capacità di discriminare livelli diversi in funzione della posizione – degrada rapidamente vanificando i vantaggi dovuti a una maglia fine. Un altro aspetto importante nella scelta della dimensione della griglia di misura, è legato alla presenza di possibili spiccate direttività della sorgente, dovute ad esempio alla presenza di una bocchetta di areazione su una parete, a un difetto nella posa di un serramento, oppure alla schermatura di un componente di una macchina complessa a opera dell’ingombro fisico della
Mappatura acustica fonometrica La mappatura acustica è un efficace metodo per rappresentare in forma grafica la distribuzione del rumore su un piano di misura. Grazie a questa tecnica è infatti possibile ottenere un’immagine in grado di fornire l’immediata percezione di come si distribuiscono i livelli in funzione della posizione spaziale, ad esempio intorno a un macchinario, oppure in prossimità di una parete divisoria tra due ambienti. Tuttavia, affinché la mappatura sia significativa, è necessario comprendere in che modo questa viene ottenuta. Innanzi tutto, è bene ricordare che i software di rappresentazione si limitano a interpolare i livelli misurati su una griglia di punti per poi rappresentare graficamente il risultato di tale interpolazione; detto in altro modo, il software non può prevedere quale sia il livello sonoro presente presso una postazione intermedia collocata tra due posizioni effettivamente rilevate, ma può soltanto
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Hz; nella situazione rappresentata, nonostante la dimensione della maglia sia decisamente più grande rispetto ai principi enunciati, dall’immagine è possibile identificare chiaramente una perdita di tenuta della guarnizione posta tra la parte in legno e la parte in vetro a sinistra, e un problema nel punto di congiunzione pavimento-legno-vetro a destra; naturalmente, qualora fossero presenti più sorgenti vicine tra loro, con una maglia grossolana queste si sarebbero confuse tra loro dando luogo a un’unica focalizzazione.
macchina stessa. Ultimo, ma come si dice, non meno importante, è l’algoritmo di interpolazione che il software impiega per costruire la mappa; trattando rappresentazioni logaritmiche quali il decibel, l’interpolazione non può essere di tipo lineare ma deve tenere conto delle caratteristiche dello specifico descrittore; detto in modo più banale, qualora in uno specifico punto si dovessero rilevare, ad esempio, 80 dB a fronte di un punto adiacente con livello di 70 dB, non sarebbe corretto assegnare alla posizione intermedia un livello pari a 75 decibel. Nella realtà l’interpolazione è più complessa, in quanto il calcolo di ogni punto intermedio posto tra punti misurati deve considerare necessariamente anche i livelli presenti in tutti i punti a esso adiacenti, e non solo quelli sulla stessa riga o sulla stessa colonna. I metodi di interpolazione generalmente utilizzati sono kriging, multiquad e spline. Ovviamente, tutte le scelte descritte sono comunque funzione del grado di dettaglio richiesto e della specifica situazione analizzata. Per situazioni semplici, ossia con poche sorgenti ben distanziate tra loro, anche maglie più grandi possono fornire risultati utili. La figura 3 mostra una mappatura acustica effettuata su una parete divisoria, con maglia pari 50 cm e banda di analisi relativa al terzo di ottava di 4000
Mappatura acustica intensimetrica Un grado di dettaglio molto maggiore può essere ottenuto per mezzo dell’esecuzione di rilievi eseguiti con tecnica intensimetrica in luogo dei classici rilievi fonometrici. L’intensimetria sonora è una tecnica che consente di ottenere un’informazione acustica di tipo vettoriale, in luogo di quella scalare fornita dal fonometro. In altri termini l’intensimetro è in grado di discriminare, secondo uno specifico diagramma di direzionalità, il rumore che perviene frontalmente rispetto alla sonda, da quello che perviene dalla direzione opposta. La figura 4 mostra una sonda intensimetrica a 4 microfoni (range di misura 50 Hz 10 kHz con unica misura) e il relativo diagramma semplificato di direzionalità della sonda.
Figura 3: Mappa fonometrica effettuata con software NoiseWork - maglia 50 cm @ 4000 Hz
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Il s o f t w a r e p e r il c a lc o lo d e l c o e ffi c i e n t e H ’ T e d e l l a t r a s m it t a n z a te r m ic a m e d ia U m
E U R E K A c o n s e n t e l’a g g re g a z io n e d e lle in fo r m a z io n i re la t iv e a g li e le m e n t i o p a c h i, a g li e le m e n t i t r a s p a re n t i e a i p o n t i t e r m ic i e p u ò e s s e re u t iliz z a t o p e r c a lc o la re il c o e ffi c ie n t e H ’T , la t r a s m it t a n z a t e r m ic a m e d ia U m e la t r a s m it t a n z a t e r m ic a p e r le d e t r a z io n i.
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Figura 4: Sonda intensimetrica WideRange e relativo diagramma di direzionalità semplificato sente di eliminare gli effetti delle trasmissioni laterali durante l’esecuzione della mappatura su una parete (queste ultime, infatti, vengono viste con angolo prossimo a 90°, dove la sonda presenta sensibilità pressoché nulla). La figura 5 mostra la stessa parete divisoria per la quale è stata effettuata la mappatura fonometrica, questa volta con sovrapposta la mappatura intensimetrica sempre a 4000 Hz. L’immagine mostra, in modo molto più dettagliato, i due difetti evidenziati in precedenza.
Dal diagramma di direzionalità della sonda si evince chiaramente come questa sia in grado di minimizzare gli effetti del rumore proveniente con angolazioni diverse da quella perpendicolare al piano di misura, nonché di presentare minore sensibilità rispetto al rumore dovuto alle riflessioni che hanno luogo all’interno dell’ambiente. Tale caratteristica, oltre ovviamente a migliorare la definizione della mappa, ha particolare rilevanza in acustica edilizia in quanto con-
Figura 5: Mappa intensimetrica effettuata con software NoiseWork - maglia 50 cm @ 4000 Hz
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Tecnica beamforming Mentre le mappature fonometrica e intensimetrica sono tecniche “orientate alla sorgente” in quanto effettuate in campo vicino con lo scopo di indagare le sorgenti, la tecnica beamforming è una tecnica “orientata al ricevitore”, ossia capace di indagare per un determinato punto di ascolto, tutto ciò che in tale posizione perviene dalle diverse direzioni; quanto sopra indipendentemente dal fatto che le direzioni siano correlabili a sorgenti reali oppure a sorgenti immagine. Sebbene quindi, in condizioni di campo libero e rispettando alcuni requisiti, i risultati della mappatura eseguita con le due tecniche precedenti, oppure con la tecnica beamforming siano generalmente sovrapponibili, esistono sostanziali differenze tra le mappature precedentemente analizzate e la tecnica beamforming. La prima differenza, come già detto, è relativa all’approccio orientato alla “sorgente” oppure al “ricevitore”. Un’ulteriore differenza è data dal fatto che le tecniche fonometriche e intensimetriche necessitano di una situazione di tipo stazionario, in quanto richiedono per la loro esecuzione un rilievo per ogni punto della griglia; in conseguenza di quanto sopra, i tempi sono relativamente lunghi ed è palese come le condizioni debbano essere le medesime durante ogni singolo rilievo. Un importante vantaggio delle tecniche fonometriche e intensimetriche, è dato dal campo di frequenza indagabile che, come già detto,
è sostanzialmente legato alla dimensione della maglia. La tecnica beamforming è, invece, una tecnica istantanea che consente di ottenere mappe acustiche addirittura in tempo reale anche su fenomeni transitori. La figura 6 mostra due fotogrammi estratti da un video nel quale un operatore esercitava alternativamente una pressione con le mani su una porta a vetri che presentava problemi su una guarnizione di tenuta. A fronte di tale rapidità di esecuzione dei rilievi, vi è tuttavia un limite legato al campo di frequenza indagabile, che è strettamente legato alla dimensione dello schieramento di microfoni impiegato. Il sistema beamforming utilizza infatti uno schieramento di microfoni disposti nel piano oppure nello spazio. La figura 7 mostra un sistema commerciale realizzato con 40 microfoni disposti all’interno di una superficie quadrata di 40 centimetri di lato. In linea generale, la minima frequenza indagabile non può avere lunghezza d’onda superiore alla dimensione massima dello schieramento. Di conseguenza, lo schieramento rappresentato in figura 7 presenta un limite inferiore in frequenza pari a circa 850 Hz; per potere scendere a frequenze più basse è quindi necessario disporre di ingombranti schieramenti di grandi dimensioni, che potrebbero addirittura essere incompatibili con l’ambiente di prova proprio per le loro dimensioni.
Figura 6: Problema sulla guarnizione di una porta: con porta chiusa (a sx) e con porta chiusa e pressione sul vetro (a dx)
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Le immagini in figura 8, mostrano altre due applicazioni in acustica edilizia, per le quali – grazie al sistema – è stato identificato un problema nella bocchetta di areazione del locale (a sinistra), e un problema nel cassonetto dell’avvolgitore della tapparella (a destra). L’algoritmo utilizzato per il calcolo beamforming è nella sua essenza tutto sommato abbastanza semplice, ma la sua analisi esula dallo scopo dell’articolo; in rete è comunque possibile trovare abbondante materiale sull’argomento. Da un punto di vista pratico la tecnica impiega lo schieramento di microfoni al fine di sintetizzare una sorta di microfono estremamente direzionale che viene orientato “virtualmente” nelle diverse direzioni grazie allo specifico algoritmo di calcolo (senza quindi alcun movimento fisico); successivamente il sistema calcola la mappatura acustica per interpolazione, come nel caso delle tecniche precedentemente mostrate.
Figura 7: sistema beamforming Il potere risolutivo di un sistema beamforming segue il criterio di Rayleigh ed è sostanzialmente legato alla distanza a cui si trova lo schieramento rispetto alla sorgente, alla dimensione dello schieramento stesso, e alla frequenza considerata, secondo la formula (1).
Misure di vibrazioni Un’altra tecnica molto interessante che si può utilizzare nell’acustica edilizia è la misura diretta delle vibrazioni. L’oggetto della nostra indagine in questo caso sono le superfici di pareti, solai e serramenti che vibrando trasmettono energia all’aria e quindi rumore all’ambiente ricevente. Capire come e quanto vibrano le strutture contribuisce a individuare l’elemento debole del sistema, responsabile della maggior trasmissione di rumore da un ambiente all’altro.
Formula 1: criterio di Rayleigh dove r è la risoluzione spaziale, d la distanza tra il sistema e la sorgente, D la dimensione del sensore e λ la lunghezza d’onda considerata.
Figura 8: Analisi in acustica edilizia: a sinistra problema in una bocchetta di areazione (a sx) e nel cassonetto (a dx)
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Figura 9 – accelerazione dei 3 assi x, y, z nel dominio delle frequenze ambienti confinati, soprattutto quelli non arredati, in cui il campo sonoro sufficientemente diffuso tende a confondere il recettore sulla provenienza del disturbo. Il tempo richiesto non è eccessivo se si sceglie il punto di maggior oscillazione o alcuni punti rappresentativi per ogni struttura. Indicazioni normative come quelle della UNI 9614:2017 per la misura delle vibrazioni negli edifici e valutazione del disturbo e della serie UNI EN ISO 10848 per la misurazione in laboratorio della trasmissione laterale tra ambienti adiacenti, compreso l’indice di riduzione delle vibrazioni di un giunto, supportano il professionista in questa scelta.
Le vibrazioni si possono misurare con spostamento [m], velocità [m/s] o accelerazione [m/s2] del punto di misura, a volte è comodo utilizzare la scala logaritmica in dB per definire dei livelli di vibrazione, come si fa con la pressione sonora e risulta anche utilissima l’analisi nel dominio della frequenza (figura 9). I tecnici acustici quindi si trovano già a loro agio nel gestire questo tipo di informazioni. L’analisi delle vibrazioni non è indicata per studiare difetti puntuali quali problemi di tenuta all’aria dei serramenti o piccoli elementi come bocchette d’aria, casi visti con le tecniche precedenti, ma piuttosto porzioni o intere superfici responsabili della trasmissione strutturale del rumore (figura 10). È da considerarsi come un’indagine integrativa per avere un quadro di informazioni più completo o come un’indagine specifica se si intendono studiare i diversi percorsi del rumore negli edifici (figura 11). Uno dei vantaggi è la possibilità di separare i contributi delle diverse vie di trasmissione del rumore, riducendo al minimo l’influenza del rumore di fondo e delle abbondanti riflessioni sonore negli
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Figura 10 – Accelerometro fissato al centro di una parete in muratura intonacata
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Figura 11 – modello di trasmissione strutturale di rumore negli edifici e misura di vibrazioni è stato fissato a una struttura per volta, al centro della superficie, un accelerometro triassiale. Nella figura 13 sono riportati i risultati delle misurazioni. La parete 1 vibra maggiormente, segue la parete 3 avente però un’area maggiore, che ne aumenta la potenza sonora irradiata. La parete 2 invece, è sia meno estesa che soggetta a meno vibrazioni. Pavimento e soffitto hanno vibrazioni molto minori. In base ai risultati ottenuti e alle considerazioni precedenti si è deciso di intervenire sia sulla parete 1 che sulla parete 3 con uno strato addizionale a secco in aderenza, escludendo le altre strutture. Il potere fonoisolante apparente R’w è passato da 46 dB a 53 dB. Le misure di vibrazioni effettuate sono servite, oltre a individuare i punti deboli, anche a tarare l’intervento di isolamento in base alle frequenze maggiormente trasmesse.
Il range di frequenze indagabili è esteso, si parte da frequenze molto basse che non si riuscirebbe a raggiungere con fonometri tradizionali e con i sistemi per il beamforming per le problematiche illustrate precedentemente, fino ad arrivare a frequenze oltre il campo dell’udibile, in funzione dell’accelerometro e dell’analizzatore scelto. Tra i limiti invece, la difficoltà di correlare l’entità della vibrazione, del punto di misura, alla potenza sonora trasmessa dalla struttura e quindi al livello di pressione sonora corrispondente nell’ambiente. Note però le efficienze di radiazione e aumentando i punti di misura, quindi il tempo necessario a eseguire l’analisi, si può raggiungere un’accuratezza interessante. Tuttavia, il più delle volte non è il valore assoluto a interessare maggiormente quanto piuttosto il confronto relativo tra le vibrazioni delle diverse strutture. In figura 12 è mostrata una parete divisoria (elemento 1) circondata da due pareti laterali (elementi 2 e 3) e due solai (soffitto 4 e pavimento 5), tutti gli elementi oggetto di misura delle vibrazioni. Lo scopo è stato quello di individuare la struttura “più debole” ovvero con le vibrazioni maggiori, a seguito di un risultato insufficiente di potere fonoisolante apparente, R’w, misurato in opera tra le due unità immobiliari. L’indagine ha permesso di capire su quale struttura intervenire, con uno strato addizionale a secco, per rispristinare l’isolamento acustico di progetto. Come sorgente è stata utilizzata una cassa acustica omnidirezionale nell’ambiente emittente, dietro la parete in figura, e generato un rumore bianco costante con livello sonoro sufficiente a eccitare tutte le strutture. Nell’ambiente ricevente
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Figura 12 – Elementi oggetto di misura di vibrazioni allo scopo di individuare la struttura su cui intervenire
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Per approfondire: UNI EN ISO 16283 (Parti 1-3) Misure in opera dell’isolamento acustico in edifici e di elementi di edificio Allan J.Zuckerwar Acoustical Measurement Encyclopedia of Physical Science and Technology (Third Edition), 2003, Pages 91-115 G. Brambilla, F. Lo Castro, A. Cerniglia, P. Verardi Visualizzazione 3D del campo acustico mediante un sistema ad array microfonico sferico 34° Congresso Associazione Italiana di Acustica
Figura 13 – Accelerazioni in mm/s 2 delle strutture coinvolte
D. Fernandez Comesañ, K.R. Holland, E. Fernandez-Grande Spatial resolution limits for the localization of noise sources using direct sound mapping Journal of Sound and Vibration, Volume 375, 4 August 2016, Pages 53-62
Conclusioni Tutte le tecniche esposte consentono quindi, seppure con modalità diverse, di ottenere interessanti informazioni sulle prestazioni acustiche delle partizioni. In alcune situazioni può risultare di particolare utilità integrare le procedure “tradizionali” con mappe acustiche e misure di vibrazioni per individuare la posizione di eventuali punti deboli e progettare l‘intervento più adatto. Sta al professionista che esegue le misure valutare quali tecniche utilizzare in base alle caratteristiche degli ambienti, alle richieste del committente e alla tipologia di problema da investigare. In conclusione, la Tabella 1 riassume le principali differenze tra le diverse tecniche di indagine.
Jeroen Lanslots, Filip Deblauwe and Karl Janssens Selecting Sound Source Localization Techniques for Industrial Applications Sound & Vibration, June 2010 UNI 9614 Misura delle vibrazioni negli edifici e criteri di valutazione del disturbo UNI EN ISO 10848 Acustica - Misurazione in laboratorio della trasmissione laterale del rumore emesso per via aerea e del rumore di calpestio tra ambienti adiacenti
* Matteo Borghi, Stefano Benedetti, Staff tecnico ANIT. Andrea Cerniglia, Spectra S.r.l.
Tabella 1: Differenze tra le tecniche di misura
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COME CALCOLARE H’t, Umedia E Ubonus CON EUREKA di * Giorgio Galbusera
Per agevolare il calcolo dei parametri H’T, Um e Ubonus, abbiamo sviluppato il software EUREKA. Si tratta di un software incluso nella suite ANIT dedicata ai Soci, ma disponibile per tutti dalla pagina www.anit.it/eureka per un test gratuito di 30 giorni. Riportiamo di seguito alcuni estratti del manuale per presentare il software e commentarne l’utilizzo.
Su come calcolare i suddetti parametri, il legislatore è intervenuto più volte con FAQ di chiarimento. Di seguito riportiamo il testo delle indicazioni ad oggi disponibili, corredate da alcuni schemi esplicativi (di nostra produzione).
Il calcolo di H’T, Um e Ubonus Il calcolo di questi parametri prevede l’aggregazione di informazioni geometriche e termotecniche degli elementi disperdenti delle strutture di interesse. I criteri di aggregazione di questi dati variano a seconda del parametro da considerare, della tipologia di intervento e dei soggetti giuridici coinvolti. Il coefficiente H’T si calcola come rapporto tra il coefficiente globale di scambio termico per trasmissione dell’involucro Htr,adj e la sommatoria delle superfici dei componenti opachi e trasparenti costituenti l’intervento Ak.
Verifica di H’T per nuova costruzione e ristrutturazioni importanti di 1° livello FAQ 6 di ottobre 2015: per edifici di nuova costruzione o ristrutturazione importante di 1° livello la verifica del coefficiente H’T si effettua per unità immobiliare. Verifica di H’T per ristrutturazioni importanti di 2° livello FAQ 2.15 di agosto 2016: per le ristrutturazioni importanti di 2° livello la verifica del coefficiente H’T si effettua per tutta la superficie di uguale orientamento interessata, completamente o per una porzione, da lavori. Nel caso di strutture verticali si considera oggetto di verifica l’intera parete (facciata). Nel caso di strutture di copertura orizzontali o inclinate si considera oggetto di verifica l’intera falda o porzione di tetto.
La trasmittanza termica media delle strutture opache Um è valutata come media pesata delle stratigrafie e dei ponti termici incidenti.
La trasmittanza termica da verificare per l’accesso alle detrazioni è valutata considerando solo le stratigrafie coinvolte e senza conteggiare il contributo dei ponti termici.
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Nel caso in cui la superficie di uguale orientamento fosse comune a più unità immobiliari (pareti esterne continue tra piani e unità adiacenti o unica falda per unità adiacenti), la verifica dovrà riguardare solo la porzione relativa all’unità nella quale si sta effettuando l’intervento.
della trasmittanza delle strutture opache non include il contributo dei ponti termici. Il valore medio è determinato dividendo la somma dei prodotti delle singole trasmittanze termiche per la loro superficie d’influenza, per la superficie complessiva dell’intervento (ENEA, FAQ.8 di ottobre 2020). Presentazione di EUREKA EUREKA è il software della suite ANIT per il calcolo del coefficiente H’T, della trasmittanza termica media Um e della trasmittanza Ubonus. Il software è uno strumento di aggregazione delle informazioni relative agli elementi opachi, agli elementi trasparenti e ai ponti termici per la verifica dei suddetti parametri. Le logiche di aggregazione proposte seguono: • dal punto di vista termotecnico quanto desumibile dalla norma UNI/TS 11300-1 in merito alla valutazione delle dispersioni dell’involucro edilizio; • dal punto di vista legislativo le indicazioni fornite per la verifica dei requisiti minimi (DM 26/6/2015 e relative FAQ) e per l’accesso alle detrazioni.
Verifica H’T e soggetti giuridici FAQ 3.1 di dicembre 2018: “È necessario considerare sia le parti opache sia le parti trasparenti costituenti l’involucro dell’elemento oggetto di intervento nel solo caso in cui entrambe siano di proprietà del medesimo soggetto giuridico; qualora le parti opache appartengano a un soggetto giuridico diverso da quello a cui appartengono le parti trasparenti, la verifica dell’H’T deve essere eseguita solo sulla parte su cui si interviene. L’approccio suddetto vale anche nel caso di sostituzione dei soli componenti trasparenti, per la quale si ricade nella ristrutturazione importante di secondo livello.”.
EUREKA può essere utilizzato in coordinamento con gli altri software della suite ANIT. In particolare, la descrizione degli elementi d’involucro può essere facilitata tramite una condivisione delle informazioni tecniche con i software: • PAN per le strutture opache (pareti, solai, coperture, pavimenti); • APOLLO per le strutture trasparenti (finestre, portefinestre, chiusure tecniche); • IRIS per i ponti termici (analizzati agli elementi finiti).
Verifica Um per stessa tipologia La verifica di Um può essere realizzata su più strutture: secondo la FAQ 3.16 di dicembre 2018 la verifica della trasmittanza media va condotta per tutte le strutture della stessa tipologia (strutture opache verticali, strutture opache orizzontali o inclinate di copertura, strutture opache orizzontali di pavimento) indipendentemente dall’orientamento, dallo spessore e dalla stratigrafia delle diverse porzioni.
L’ultima versione permette inoltre, tramite importazione diretta, di inserire informazioni già elaborate anche sul software LETO.
Verifica Ubonus Secondo il Decreto 6/8/2020, Allegato E il calcolo
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La compilazione di EUREKA La compilazione del software è guidata dal menu sempre disponibile a lato delle schermate. L’obiettivo è raccogliere le informazioni di base necessarie al calcolo e agevolare l’aggregazione di dati per la verifica dei tre parametri H’T, Um e Ubonus precedentemente commentati. Si parte quindi dall’inserimento delle informazioni climatiche, dalla descrizione del tipo di intervento e dalla predisposizione delle informazioni su stratigrafie, ponti termici e serramenti. Dopodiché si esegue una prima aggregazione di dati per creare le “strutture”, ovvero gli elementi che compongono le parti di involucro oggetto di intervento (ad esempio la “facciata sud”, la “facciata est” e la “copertura” con i relativi ponti termici, serramenti e stratigrafie oggetto di riqualificazione). Successivamente si esegue un raggruppamento delle strutture finalizzato alla verifica di H’T, Um oppure Ubonus. Dal momento che le logiche di calcolo previste dal legislatore sono differenti per i tre parametri, è necessario eseguire un’aggregazione dedicata per ciascuna verifica. EUREKA quindi consente di raccogliere in modo ordinato le informazioni e gestire un “raggruppamento” per analizzare separatamente o meno (di-
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pende dal caso in esame) i valori di H’T, Um e Ubonus. Alla fine di tutto EUREKA consente di visualizzare e stampare la relazione di calcolo delle singole strutture o dell’intero progetto (i risultati delle verifiche sono visualizzati in modo sintetico nella schermata). È possibile infine ottenere in formato editabile (.rtf) l’Allegato 2 della relazione tecnica di cui al comma 1 dell’articolo 8 del Decreto Legislativo 19 agosto 2005 n. 192 attestante la rispondenza alle prescrizioni in materia di contenimento del consumo energetico degli edifici. Per H’T, infatti, la FAQ ministeriale 2.15/2016 segnala che per le ristrutturazioni importanti di 2° livello “la verifica va effettuata per tutta la superficie di uguale orientamento interessata, completamente o per una porzione, da lavori” (e non per unità immobiliare). Esso contiene tutte le informazioni generali della struttura analizzata, i fattori tipologici dell’edificio, i dati climatici della località e i principali risultati di calcolo. La relazione, sulla base del modello ex-Legge 10, presenta inoltre riferimenti di tipo legislativo, dati relativi agli impianti termici e elementi specifici che motivano eventuali deroghe. Risultano editabili nonché obbligatori anche una serie di documentazioni da inserire in allegato, di seguito è riportata un’anteprima delle prime pagine del documento.
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Un esempio di calcolo con EUREKA Lo scopo è esemplificare le logiche del software per la creazione di uno scenario tipo. Per il caso mostrato si è ipotizzato il clima esterno di Roma e un clima interno tipico di un edificio residenziale, supponendo come tipologia di intervento una ristrutturazione di 2° livello (data inizio lavori 1° gennaio 2021).
1. Si definiscono gli elementi disperdenti (opachi, trasparenti e ponti termici). In questo caso, i valori sono stati impostati manualmente (e con l’ausilio
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dei software PAN, APOLLO e IRIS) ma ricordiamo che è anche possibile importare direttamente un file .leto.
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2. In Elenco strutture, cliccando su “Aggiungi” si creano le aree di cui si vuole effettuare il calcolo. In questo caso, si è interessati a due facciate (A e B in figura), di cui una non completa perché l’intervento non interessa l’intera superficie, e alla copertura (C).
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Come si può notare dalle precedenti immagini, H’T, Um e Ubonus sono sempre rispettate, fatta eccezione per la facciata B.
ora interessati ad analizzare le facciate A e B in un unico gruppo di strutture. La sezione Raggruppamenti risulta quindi utile per unire i risultati ottenuti e controllare che i valori vengano effettivamente verificati in accordo con le disposizioni normative.
3. Essendo possibile calcolare l’Um per tipologia, si è
* Giorgio Galbusera, Staff Tecnico ANIT.
Dalla tabella sopra riportata, si può notare come il valore di H’T sia verificato per ogni orientamento e il risultato di Um sia conforme per ogni tipologia costruttiva (strutture opache verticali e inclinate di copertura). 4. È possibile stampare e editare la relazione finale. Per maggiori informazioni sul software: www.anit.it/eureka
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SUPERBONUS HOTEL 80%: UN’OPPORTUNITÀ PER IL SETTORE HO.RE.CA. di * Daniela Petrone
Premessa HO.RE.CA. è un acronimo che sta per Hotellerie-Restaurant-Cafè e sintetizza tutte le attività che ruotano intorno all’ospitalità, all’accoglienza e alla ristorazione, uno dei settori maggiormente colpiti da due anni di pandemia che ci ha tolto il piacere di quella convivialità che solo a tavola si può ritrovare. Proprio per favorire questo comparto dell’economia italiana, fortemente danneggiato dalla crisi pandemica, è stata dedicata una misura di investimento – Misura M1C3, investimento 4.2.1 – all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, PNRR. Si tratta di un’agevolazione introdotta con il DECRETO LEGGE 6 novembre 2021, n. 152 “Disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose.” (GU Serie Generale n.265 del 06-11-2021)
viso pubblico con modalità applicative per l’erogazione dei contributi e credito d’imposta a favore delle imprese turistiche ai sensi dell’Art. 1 del D.L. 6 novembre 2021, n. 152. Infine, in data 04 febbraio 2022 è stato pubblicato l’elenco dettagliato degli interventi ammessi.
I riferimenti legislativi Il Decreto Legge 152 è stato poi convertito nella legge L. 29 dicembre 2021, n. 233 che ha riconfermato le agevolazioni per il settore Turismo, nello specifico all’art. 1 è riconosciuto un contributo sotto forma di credito di imposta fino all’80% delle spese sostenute per interventi di riqualificazione energetica, ristrutturazione e digitalizzazione, effettuati nelle strutture ricettive. A seguito di tale legge, il Ministero del Turismo ha emanato in data 23 dicembre 2021 un av-
I beneficiari Possono accedere a queste agevolazioni: • imprese alberghiere; • strutture che svolgono attività agrituristica; • strutture ricettive all’aria aperta; • imprese del comparto turistico, ricreativo, fieristico e congressuale, ivi compresi gli stabilimenti balneari, i complessi termali, i porti turistici, i parchi tematici. Al momento della presentazione della domanda, le imprese devono possedere i seguenti requisiti: • essere iscritte al registro delle imprese;
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• gestire un’attività ricettiva o di servizio turistico in immobili o aree di proprietà di terzi o essere proprietari degli immobili presso cui è esercitata l’attività che è oggetto dell’intervento; • essere in regola con la verifica della regolarità contributiva, DURC; • essere in regola con la normativa antimafia; • essere in regola sotto il profilo fiscale.
c) fino ad ulteriori 10.000 euro, per le imprese la cui sede operativa è ubicata nei territori delle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
Questi requisiti devono essere mantenuti fino a cinque anni dopo l’erogazione del pagamento finale, pena la perdita del diritto all’agevolazione e il recupero degli incentivi. Sono dunque esclusi i bed and breakfast a conduzione familiare e tutte quelle strutture ricettive non costituite in impresa.
Le risorse a disposizione La dotazione complessiva è di 500 milioni di euro, così ripartiti: • 100 milioni per l’anno 2022; • 180 milioni per l’anno 2023 e 2024; • 40 milioni per l’anno 2025.
Le agevolazioni previste Di seguito, le agevolazioni previste dal decreto: • contributo in credito di imposta fino all’80% delle spese ammissibili; • contributo a fondo perduto fino al 50% fino ad un massimo di 100.000 euro; • prestito a tasso agevolato; Il credito d’imposta e il contributo a fondo perduto sono cumulabili, a patto che non venga superato il limite di spesa ammissibile per gli interventi.
Il 50% delle risorse stanziate è destinato agli interventi di riqualificazione energetica. Il 40%, è invece destinato alle imprese con sede in una delle regioni del Mezzogiorno: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Gli interventi ammessi Gli incentivi possono essere richiesti per: • miglioramento dell’efficienza energetica; • riqualificazione antisismica; • eliminazione delle barriere architettoniche; • manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, installazione di manufatti e prefabbricati; • realizzazione di piscine termali (solo per gli stabilimenti termali); • digitalizzazione; • acquisto di mobili.
Contributo a fondo perduto fino al 50% fino ad un massimo di 100.000 euro. a) Importo massimo pari a 40.000 euro che può essere aumentato anche cumulativamente: fino a ulteriori 30.000 euro, qualora l’intervento preveda una quota di spese per la digitalizzazione e l’innovazione delle strutture in chiave tecnologica ed energetica di almeno il 15% cento dell’importo totale dell’intervento; b) fino a ulteriori 20.000 euro, qualora l’impresa o la società abbia i requisiti previsti dall’articolo 53 del decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, per l’imprenditoria femminile, per le società cooperative e le società di persone, costituite in misura non inferiore al 60% da giovani, le società di capitali le cui quote di partecipazione sono possedute in misura non inferiore ai due terzi da giovani e i cui organi di
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amministrazione sono costituiti per almeno i due terzi da giovani, e le imprese individuali gestite da giovani, che operano nel settore del turismo. A questi fini per giovani si intendono le persone con età compresa tra i 18 anni e 35 anni non compiuti alla data di presentazione della domanda;
Analizzando nel dettaglio gli interventi di miglioramento dell’efficienza energetica, è scritto che sono ammesse le spese per gli interventi di cui all’articolo 5 del decreto 6 agosto 2020 del Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e il Ministro delle Infra-
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decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 ottobre 2020, n. 126.
strutture e dei Trasporti. Gli interventi devono rispettare i requisiti tecnici minimi previsti dal decreto 6 agosto 2020, fatta eccezione per gli interventi di isolamento termico di strutture opache e trasparenti che devono soddisfare, con riguardo ai valori di trasmittanza termica, i requisiti riportati nell’appendice B all’allegato 1 del decreto del Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Ministro della Salute e il Ministro della Difesa 26 giugno 2015. In sostanza sono ammessi tutti gli interventi previsti dall’Ecobonus, per quanto riguarda i requisiti minimi da rispettare l’agevolazione è riconosciuta già con il rispetto dei parametri di legge e non necessariamente con i valori più restrittivi del meccanismo delle detrazioni fiscali che il Decreto del 6 agosto 2020 regolamenta. Anche nel caso del “Superbonus Hotel”, sono ammesse le spese per le prestazioni professionali necessarie alla realizzazione degli interventi consentiti comprensive delle relazioni, delle asseverazioni e degli attestati tecnici, ove richiesti, nella misura massima del 10% delle spese ammissibili. Attenzione però: gli incentivi dell’ecobonus non sono cumulabili con questa forma di agevolazione, infatti all’art. 3 comma 6 dell’avviso pubblico del Ministero del Turismo è scritto “Gli incentivi di cui al presente avviso non sono cumulabili con altri contributi, sovvenzioni e agevolazioni pubblici concessi per gli stessi interventi e, in ogni caso, non possono portare al superamento del costo sostenuto per gli interventi.”
Le modalità di presentazione della domanda La domanda può essere presentata dalle 12.00 del 28 febbraio alle 17.00 del 30 marzo 2022. È necessario: • essere in possesso di un’identità digitale (SPID, CNS, CIE); • accedere all’area riservata per compilare online la domanda; • disporre di una firma digitale e di un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC). A che punto siamo? Interessante analizzare il report messo a disposizione dal Ministero del Turismo sull’andamento della presentazione delle domande, che ci fa comprendere il successo della misura e la risposta del settore a questo tipo di agevolazioni. Il report relativo all’andamento della presentazione delle domande di contributo è aggiornato alle ore 8.00 del 28 marzo 2022 e ci dice che sono state inserite nella piattaforma messa a disposizione da Invitalia oltre 10.000 domande, di cui 6.300 circa presentate, le altre in compilazione, e solo circa 1.000 annullate. Di queste oltre 6.000 domande, 4.000 sono di strutture collocate nel Nord Italia, mentre 2.000 sono di strutture del Sud Italia, nonostante ci siano ulteriori risorse stanziate per queste regioni. Gli incentivi richiesti sono 2.665.712,125€ di cui 2.386.163,514€ credito di imposta e 279.548,611€. Quest’ultima cifra ci dice che l’importo stanziato per il 2022 pari a soli 100 milioni è stato ampiamente superato, confermando la tesi delle associazioni di categoria rappresentative del settore che da sempre hanno parlato di cifre esigue messe a disposizione. Un altro dato interessante è la cifra richiesta per il tasso agevolato, che attinge dal fondo Kyoto, e riservato a interventi di efficienza energetica. Al 28 marzo la cifra è pari a 262.738.595,55€.
I tempi e le scadenze Sono ammissibili le spese sostenute a decorrere dal 7 novembre 2021 e fino al 31 dicembre 2024. Queste agevolazioni si applicano anche in relazione ad interventi avviati dopo il 1° febbraio 2020 e non ancora conclusi al 7 novembre 2021 a condizione che le relative spese siano sostenute a decorrere da tale data. Agli interventi conclusi prima del 7 novembre 2021 continuano ad applicarsi, ai fini del credito d’imposta e nei limiti delle risorse disponibili a legislazione vigente, le disposizioni di cui all’articolo 79 del
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Si riportano di seguito delle tabelle tratte dal Report ministeriale.
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Tab.1 ripartizione tra le Regioni delle domande presentate e degli importi delle agevolazioni richieste
Tab. 2 ripartizione degli importi in funzioni delle tipologie di interventi effettuati o che si intende effettuare.
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il comfort “abitativo” degli ambienti, portando dunque a recensioni e riscontri positivi sulla struttura. Basta leggere molti commenti su siti come Tripadvisor o Booking per capire il peso che hanno il comfort termico invernale ed estivo, di qualità dell’aria, e acustico all’interno delle strutture ricettive.
A riguardo, si evince che gli interventi di miglioramento dell’efficienza energetica sono tra i più richiesti, sia perché maggiormente finanziati dalla misura, ma anche perché i costi energetici sono quelli che incidono fortemente nella gestione di una struttura ricettiva. Inoltre, se realizzati con criterio, aumentano decisamente
Tab.3 tipologie di imprese beneficiarie ammesse che hanno presentato la domanda
* Daniela Petrone, Vice Presidente ANIT.
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Strumenti ANIT di supporto alla professione.
SOFTWARE ANIT PER I SOCI - I software ANIT permettono di calcolare tutti i parametri energetici, igrotermici e acustici degli edifici. I software sono utilizzabili in base alla tipologia di associazione (Socio Individuale o Socio Individuale Più) per 12 mesi e su 3 computer. I software sono sviluppati per ambiente Windows (da Windows 7 in poi).
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Analisi termica, igrometrica e dinamica dell’involucro opaco. L’uso del presente software e dei relativi risultati sono di esclusiva competenza e responsabilità dell’utente. Tutti i diritti riservati. Qualsiasi riproduzione non autorizzata è vietata.
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I LA oci A rricevono SUITE DEI ricevono: SOFTWARE ANIT I I sssoci oci ANIT NIT icevono ANIT SUITE DEI SOFTWARE LA NIT I programmi AA NIT permettono di affrontare tutti gli aspetti della progettazione termica I programmi A NIT permettono di affrontare tutti gli aspetti della progettazione termica LA S UITE D EI S OFTWARE A NIT e a custica i n e dilizia. LA SUITE DEI SOFTWARE ANIT e acustica eAdilizia. I programmi La SUITE è in utilizzabile durante i 12 mesi di ttutti gli aspetti della progettazione termica associazione e può essere installata su 3 LA SUITE DEI SOFTWARE ANIT I programmi ANIT permettono di affrontare NIT permettono di affrontare utti gli aspetti della progettazione termica La SUITE è utilizzabile durante i 12 mesi di associazione e può essere installata su 3 e a custica i n e dilizia. computer. e custica in eANIT dilizia. permettono di affrontare tutti gli aspetti I aprogrammi computer. La SUITE è utilizzabile durante i i 12 associazione La SUITE è utilizzabile durante 12 mesi mesi indi di associazione e e può può essere essere installata installata su su 3 3 e acustica edilizia. della progettazione termica computer. computer. La SUITE è utilizzabile durante i 12 mesi di associazione TUTTE LE GUIDE ANIT essere installata su 3 computer. e può TUTTE LE GUIDE NIT ANIT spiegano in modo semplice e chiaro la normativa del settore e sono Le A GUIDE Le A GUIDE modo semplice e legislative. chiaro la normativa del settore e sono TUTTE NIT costantemente ggiornate in con le ultime novità TUTTE LLE E G GUIDE UIDE A NIT ANIT aspiegano costantemente a ggiornate c on l e u ltime n ovità l egislative. Le GUIDE ANIT spiegano in modo semplice e la I Le Soci possono caricare tutte le GUIDE dal sito e wchiaro ww.anit.it GUIDE ANIT spiegano in modo semplice chiaro la normativa normativa del del settore settore e e sono sono TUTTE LEssGUIDE ANIT I costantemente Soci possono caricare t utte l e G UIDE d al s ito w ww.anit.it aaggiornate ccon lle u ltime n ovità llegislative. costantemente ggiornate on e u ltime n ovità egislative. GUIDE ANIT spiegano in modo semplice e chiaro la normativa del I Le SSoci oci p possono ossono sscaricare caricare ttutte utte lle e G GUIDE UIDE d dal al ssito ito w www.anit.it ww.anit.it I settore e sono costantemente aggiornate con le ultime novità legislative. I Soci possono scaricare tutte le GUIDE dal sito www.anit.it SERVIZIO DI CHIARIMENTO TECNICO SERVIZIO DI CHIARIMENTO TECNICO I SOCI possono contattare lo Staff ANIT, via mail o per telefono, per avere chiarimenti I SOCI possono contattare lo Staff ANIT, via mail o per telefono, per avere chiarimenti SERVIZIO ECNICO sull’applicazione dT normativa di settore. SERVIZIO D DI I C CHIARIMENTO HIARIMENTO Tella ECNICO SERVIZIO DI CHIARIMENTO sull’applicazione d ella normativa di settore. TECNICO I SOCI possono contattare lo Staff ANIT, via mail o per telefono, per avere chiarimenti I SOCI possono contattare lo Staff ANIT, via mail o per telefono, per avere chiarimenti sull’applicazione I SOCI possono contattare lo Staff ANIT, via mail o per telefono, sull’applicazione d della ella n normativa ormativa d di i ssettore. ettore. per avere chiarimenti sull’applicazione della normativa di settore. LA RIVISTA N EO-‐EUBIOS RIVISTA NEO-‐EUBIOS LA NEO-EUBIOS I LA Soci RIVISTA ANIT ricevono 4 numeri della rivista Neo-‐Eubios. I Neo-‐Eubios SSoci oci AANIT NIT ricevono 4 n4umeri ella rivista Ntermico eo-‐Eubios. LA R IVISTA N EO-‐EUBIOS I ricevono numeri della rivista Neo-Eubios. per ld'isolamento e acustico. LA RIVISTA NEO-‐EUBIOS è «La rivista» Neo-‐Eubios è « La r ivista» p er l 'isolamento t ermico e e acustico. I I Neo-Eubios SSroci A NIT r icevono 4 n umeri d ella r ivista N eo-‐Eubios. Si ivolge a i professionisti c on un taglio scientifico e prevede 4 uscite è «La rivista» per l’isolamento termico eapprofondito acustico. oci ANIT ricevono 4 numeri della rivista Neo-‐Eubios. Si r ivolge a i professionisti c on un taglio scientifico e approfondito e prevede 4 uscite Neo-‐Eubios è « La r ivista» p er l 'isolamento t ermico e a custico. ogni a nno. Si rivolge aiè professionisti con un taglio tscientifico e approfondito Neo-‐Eubios «La rivista» per l'isolamento ermico e acustico. ogni anno. Si rrivolge ccon ivolge aai i 4professionisti professionisti on un un taglio taglio scientifico scientifico e e approfondito approfondito e e prevede prevede 4 4 uscite uscite e prevede uscite ogni anno. Si ogni a nno. ogni anno. I SOCI possono accedere a tutti gli strumenti effettuando il LOGIN al sito www.anit.it con le proprie I credenziali. Nella pagina “Il mio account” sono riportate le informazioni per ottenere SOCI possono accedere a tutti gli strumenti effettuando il LOGIN al sito www.anit.it con le proprie software, chiarimenti credenziali. Nella pagina “Il mio account” sono riportate le informazioni per ottenere s oftware, chiarimenti I I I SOCI accedere a il al con SOCI possono accedere tutti glieffettuando strumenti effettuando il LOGIN tecnici epossono Guide ANIT. SOCI possono accedere a tutti tutti gli gli astrumenti strumenti effettuando il LOGIN LOGIN al sito sito www.anit.it www.anit.it con le le proprie proprie tecnici eervizi Guide ANIT. credenziali. Nella pagina “Il mio account” sono riportate le informazioni per ottenere s oftware, chiarimenti Tutti i s s ono a ttivi d urante i 1 2 m esi d i a ssociazione. credenziali. Nella pagina “Il mio account” sono riportate le informazioni per ottenere software, chiarimenti al sito www.anit.it con le proprie credenziali. Tutti i servizi sono attivi durante i 12 mesi di associazione. tecnici tecnici ee G Guide uide A ANIT. NIT. Tutti Tutti ii sservizi ervizi ssono ono aattivi ttivi d durante urante ii 1 12 2 m mesi esi d di i aassociazione. ssociazione.
Nella pagina “Profilo” sono riportate le informazioni per ottenere software, chiarimenti tecnici e Guide ANIT. Tutti i servizi sono attivi durante i 12 mesi di associazione.
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Marzo 2022
Chi è ANIT ANIT è l’Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e Acustico. Fondata nel 1984, essa fornisce i seguenti servizi:
- stabilisce un centro comune di relazione tra gli associati; - promuove e diffonde la normativa legislativa e tecnica; - assicura i collegamenti con le personalità e gli organismi italiani ed esteri interessati alle problematiche di energetica e acustica in edilizia; - effettua e promuove ricerche e studi di carattere tecnico, normativo, economico e di mercato; - fornisce informazioni, consulenze, servizi riguardanti l’isolamento termico ed acustico ed argomenti affini; - organizza gruppi di lavoro all’interno dei quali i soci hanno la possibilità di confrontare le proprie idee sui temi dell’isolamento termico e acustico; - diffonde la corretta informazione sull’isolamento termico e acustico; - realizza e sviluppa strumenti di lavoro per il mondo professionale quali software applicativi e manuali. I SOCI Sono soci ANIT individuali: professionisti, studi di progettazione e tecnici del settore. Ogni Socio può, a titolo gratuito, promuovere localmente la presenza e le attività dell’Associazione. Sono Soci Onorari: Enti pubblici e privati, Università, Ordini professionali, ecc. Sono Soci Azienda: produttori di materiali e sistemi del settore dell’isolamento termico e/o acustico. Tutti i soci ricevono comunicazione delle novità delle normative legislative e tecniche, delle attività dell’Associazione - in tema di risparmio energetico, acustica, e protezione dal fuoco - oltre che gli strumenti e i servizi forniti quali volumi, software, e sconti. LE PUBBLICAZIONI ANIT mette a disposizione volumi di approfondimento e di supporto alla professione, manuali divulgativi, sintesi di chiarimento della legislazione vigente per i requisiti acustici passivi degli edifici e per l’efficienza energetica degli edifici, scaricabili dal sito internet (per i soli Soci) e distribuite gratuitamente in occasione degli incontri e dei convegni ANIT. I CONVEGNI ANIT organizza convegni e incontri tecnici di aggiornamento GRATUITI per gli addetti del settore. Gli incontri vengono organizzati in tutta Italia presso gli Ordini professionali, le Provincie e i Comuni sensibili alle tematiche del risparmio energetico e dell’acustica in edilizia. Ad ogni incontro viene fornita documentazione tecnica e divulgativa fornita dalle Aziende associate ANIT.
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´ neo-EUBIOS Periodico trimestrale anno XXIII - n. 79 Marzo 2022 Direttore Responsabile Susanna Mammi Redazione TEP s.r.l. via Lanzone 31 20123 Milano tel 02/89415126
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