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ISSN 1825-5515
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77 Trimestrale N°77 - Anno XXII - Settembre 2021 - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano
Bamiyan si trova in Afghanistan, sulla Via della seta, l’itinerario mercantile che univa i mercati della Cina con quelli dell’Asia centrale e meridionale, del Medio Oriente e dell’Europa. Sede di numerosi monasteri buddhisti e di un florido centro religioso, filosofico e artistico fino all’invasione islamica del IX secolo, il sito è tristemente famoso per via delle due enormi statue dei Buddha che accoglieva fino al 2001, quando vennero distrutte dai talebani. Scavate nella roccia a un’altezza di circa 2500 metri, le statue erano alte 38 e 53 metri e risalivavo a circa 1800 anni fa. I corpi dei Buddha che raffiguravano erano stati sbozzati direttamente nella montagna, mentre i dettagli erano stati modellati mediante fango misto a paglia e poi ricoperti di stucco. Le parti stuccate erano sostenute da paletti in legno (sono visibili le file dei fori nelle fotografie d’epoca) e originariamente dipinte per enfatizzare “la calma aggraziata” delle espressioni del viso - tipica dell’iconografia buddhista - e per descrivere le mani e le pieghe delle vesti. Le parti inferiori delle braccia delle statue erano costruite mediante la medesima tecnica di fango misto a paglia e supportate da armature in legno. Si pensa che la parte superiore dei volti fossero costituite da grandi maschere in legno. Le statue furono per secoli meta di pellegrinaggio religioso e turistico fino a quando, nel marzo 2001, i Talebani reggenti dell’Afghanistan ne ordinarono la distruzione, denunciandole come idolatre. Nonostante il tentativo da parte della comunità internazionale di salvarle, i due Buddha furono demoliti a colpi di dinamite e cannone dopo quasi un mese di intensi bombardamenti. La loro storia è raccontata in un documentario, I Buddha giganti, realizzato nel 2005 dal regista svizzero Christian Frei (il film è disponibile anche in versione italiana).
Foto di copertina: Buddha gigante di Bamiyan prima della distruzione © Peter
= letteralmente, buona vita.
77 Il programma energiesprong: un esempio
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di rigenerazione urbana e edilizia
Misure di speech transmission index e tempo di
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riverberazione in aule scolastiche prima e dopo interventi di miglioramento acustico
Il calcolo della potenza invernale ed estiva con i metodi dinamici orari
DL 77/21 e superbonus:
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vera semplificazione?
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Analisi degli utenti e dei servizi erogati
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Fondatore Sergio Mammi
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si può. Stampato su carta prodotta con cellulose senza cloro-gas nel rispetto delle normative ecologiche vigenti.
Vignetta di Sergio Mammi, Fondatore ANIT.
Hanno collaborato:
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Erica Lonati, ingegnere e architetto libero professionista in Brescia. Alberto Arenghi, professore associato di Architettura Tecnica presso l’Università di Brescia. Simone Secchi, Dipartimento di Architettura, Università di Firenze. Veronica Amodeo, veronica.amodeo@unifi.it Paolo Savoia, Ingegnere libero professionista. Matteo Borghi, Staff Tecnico ANIT. Daniela Petrone, Vice Prersidente ANIT.
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Z Il numero 76 è on-line
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Trimestrale N°76 - Anno XXII - Giugno 2021 - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano
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EDITORIALE
PROFESSIONALITÀ E IMPROVVISAZIONE Con il rilancio del settore delle costruzioni grazie al Superbonus 110% e alla cessione del credito allargata anche agli altri incentivi, tante imprese, professionisti e aziende si sono buttati in questo nuovo business. Le attuali scadenze del Superbonus, previste per giugno 2022 per gli edifici singoli, e dicembre 2022 per i condomini, unite all’incertezza delle altre misure incentivanti (Bonus Casa, Bonus Facciate ed Ecobonus) che ad oggi sono in scadenza tra tre mesi (fine 2021), ha portato a un’accelerazione dei lavori e una ricerca spasmodica di imprese, tecnici, materiali, accessori.
cati e commercio internazionale bloccati per mesi, unita alla necessità di tutti di cercare di accedere prima possibile al Superbonus, ha fatto esplodere i costi di materiali e accessori per le costruzioni. Oggi infatti, in base a un’elaborazione ANCE su dati MEPS, Prometeia e SITEB, si stima che i materiali abbiamo avuto un aumento, rispetto al 2020, dal 50% fino al 200% (ferro 243%, polistirene 96%, bitume 25%...). Le aziende lavorano in produzioni mai viste ma non riescono a stare dietro alla richiesta, per cui spesso per una fornitura passano molti mesi dalla richiesta. Per questo motivo alcune imprese, anche per poter rientrare nelle scadenze del Superbonus o degli altri incentivi, si affidano a produttori esteri con conseguenti problemi di certificazioni e validazione dei prodotti. Altrettante imprese invece, si fidano e si affidano a prodotti cosiddetti “innovativi” e “miracolosi” che per tempi di consegna e velocità di posa propongono soluzioni che sembrano risolvere tutti i problemi. Ma attenzione a quello che vi viene proposto
I materiali Tre sono le criticità legate ai materiali: l’aumento dei prezzi, l’insufficienza di prodotto rispetto alle richieste del mercato, e non ultimo, la promozione di materiali isolanti cosiddetti “innovativi”. La situazione legata alla pandemia, con mer-
colonna sonora “Don’t Freak Out” – LILHUDDY • “Atone” – Jerry Cantrell “Hanging By a Thread” – Des Rocs • “Hanalei” – Dave Hause “Stupida Canzone” – Fast Animals and Slow Kids • “Taxi” – Nova Twins “Nothing Else Matter” - Miley Cyrus • “Lowkey As Hell” - Waterparks “Mythical Serpents” – Cynic • “Papercut” – Machine Gun Kelly
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e soprattutto alle prestazioni che vi vengono dichiarate. L’Associazione su questo tema ha diverse pubblicazioni e approfondimenti tecnici.
nista serio, sta molto attento a tutti i passaggi e deve essere competente in diversi ambiti. Purtroppo però, sta succedendo che il professionista serio e preparato spesso si ferma di fronte alle difficoltà e preferisce non seguire le pratiche di Superbonus, mentre tanti altri, che prima si occupavano di altri campi, si stanno buttando in questo settore senza avere le competenze tecniche e quindi rischiando errori a volte anche madornali. Come associazione che si occupa di efficienza energetica abbiamo visto negli ultimi due anni una crescita esponenziale dei soci individuali, da cui si evince la necessità di molti di avvicinarsi a questo ambito. Nella rivista è riportato un articolo sui nostri associati.
Le imprese Come associazione abbiamo sempre cercato di sottolineare l’importanza di avere imprese serie e, se possibile, certificate per la posa. Questo perché riteniamo che un cappotto termico, o anche un isolamento di copertura, debbano essere realizzati da persone esperte e specializzate sulla tecnologia. Oggi, oltre che i materiali, è difficile trovare anche le imprese e quindi molti subappaltano, oppure prendono l’impresa più accondiscendente o meno costosa. Questa situazione potrebbe creare seri problemi a medio e lungo termine. Ricordiamo che un cappotto posato male potrebbe non solo non garantire i risultati energetici previsti ma, ancora peggio, essere pericoloso per la sicurezza di cose e persone.
Conclusioni Come associazione abbiamo più volte cercato di spiegare il perché non è possibile non avere tempi certi e programmi almeno quinquennali. La programmazione è fondamentale e, siccome stiamo lottando tutti con i cambiamenti climatici e cercando in tutti i modi di migliorare l’efficienza energetica dei nostri edifici per ridurre l’impatto delle emissioni inquinanti, siamo convinti che sia necessaria una maggiore professionalità da parte di tutti. La mancanza di programmazione però, purtroppo inevitabilmente, porta all’improvvisazione creando problemi e difficoltà che si riscontreranno anche negli anni a venire.
I tecnici Parallelamente, ci troviamo tecnici che vengono subissati di richieste di studi di fattibilità, diagnosi energetiche e asseverazioni. Il Superbonus ha una serie di criticità tecniche e burocratiche ancora da risolvere; l’asseveratore si prende la responsabilità di tutto quanto dichiarato e quindi, se è un professio-
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IL PROGRAMMA ENERGIESPRONG: UN ESEMPIO DI RIGENERAZIONE URBANA E EDILIZIA di * Erica Lonati, Alberto Arenghi
Con riferimento all’edilizia residenziale, sia per edifici monofamiliari isolati o a schiera, sia per complessi multifamiliari, pochi anni fa in Olanda è stato lanciato il programma EnergieSprong che sfrutta al meglio la tecnologia più recente attraverso la digitalizzazione e la prefabbricazione per l’efficientamento energetico di tali immobili, portando fra l’altro a un restyling formale degli stessi senza trascurare l’aspetto finanziario che fa parte del programma stesso. Negli ultimi tempi il costruito residenziale esistente si è trasformato in qualcosa di ingombrante, in alcuni casi anche socialmente pericoloso, e le direttive nazionali e internazionali si sono mosse per stimolare la rigenerazione urbana e edilizia. L’obiettivo deve mirare a disporre di edifici a energia positiva, e per farlo si deve ricorrere a fonti di energia rinnovabili, utilizzare materiali locali e naturali, e incentivare il recupero anziché la demolizione. La deep renovation permette di migliorare più aspetti contemporaneamente: non solo quello energetico/impiantistico, ma anche quello architettonico e strutturale. I progetti di rigenerazione devono offrire una soluzione tecnologica tale da far coesistere il miglioramento del risparmio energetico e del comfort abitativo, con l’adeguamento statico e sismico, risolvendo pertanto più temi simultaneamente. Per l’Italia in particolare, questo duplice aspet-
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to è fondamentale dato che il territorio vanta un alto rischio sismico. È evidente che gli obbiettivi di cui sopra possono essere realisticamente raggiunti se gli interventi non sono di tipo spot ma interessano interi quartieri. Se si considerassero interventi su comparti omogenei per tipologia costruttiva, la scelta dell’off-site sarebbe vincente perché riduce i tempi e i costi di realizzazione, permette di controllare con efficacia il processo edilizio e il risultato conseguito, e garantisce maggiore sicurezza agli operai e agli occupanti. Sono indispensabili, però, strumenti digitali e tecnologici che facciano da collante: l’informatizzazione dell’intero ciclo di vita del fabbricato è vantaggiosa sia per gestire il processo di fabbricazione sia per le fasi successive. Il metodo EnergieSprong Pioniere dell’hors site è EnergieSprong: un team di persone incaricate dal governo olandese per individuare soluzioni innovative per l’efficientamento energetico, sia a livello di mercato che a livello ingegneristico. Alla base vi è un sistema finanziario ben progettato: gli investitori (società e agenzie proprietarie di abitazioni sociali) scelgono di sposare questa strategia per incrementare il valore del proprio patrimonio immobiliare, mentre agli inquilini viene garantito il medesimo canone di locazione (Fig. 1).
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Fig. 1 – Gestione finanziaria prima e dopo l’intervento
La metodologia è ben studiata, con criteri comuni per tutti i progetti da avviare. Il processo prevede interventi su tre moduli: la facciata, gli impianti e la copertura. I lavori vengono svolti senza che gli abitanti siano delocalizzati, e in tempi brevi. Le bollette energetiche anziché essere pagate ai fornitori dei servizi vengono indirizzate verso un fondo che ripaga i costi della riqualificazione, pertanto, gli inquilini non hanno spese maggiori. Sostanzialmente il programma di EnergieSprong si
basa su quattro principi: intervento economicamente sostenibile, qualità sul lungo periodo, modalità non intrusiva, rivalutazione dell’immobile. L’esperienza olandese si è diffusa in altri paesi europei (Francia, Germania, Regno Unito) e fa da portabandiera nel guidare l’innovazione creando modelli di rigenerazione ripetibili e sostenibili con effetto domino su domanda e offerta. EnergieSprong ha alla base una collaborazione tra enti pubblici, finanziatori privati,
Fig. 2 – Abitazioni individuali
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Fig. 3 – Abitazioni collettive Un esempio della filosofia EnergieSprong EnergieSprong France nel 2019 ha lanciato un concorso per incoraggiare lo sviluppo di soluzioni tecniche innovative sul mercato. Gli immobili oggetto del concorso sono stati suddivisi in due categorie: abitazioni individuali e collettive. Queste a loro volta sono state divise in tre sottocategorie che rispecchiano i moduli che stanno alla base della filosofia di EnergieSprong (Fig. 4).
clienti e costruttori, e si avvale di promotori per la sua attuazione. L’approccio parte dagli interventi sul social housing per poi espandersi verso altri ambiti come gli edifici scolastici. I lavori possono essere applicati sia su edifici residenziali singoli (Fig. 2) sia su edifici multi-residenziali (Fig. 3). Ad oggi, in Olanda si contano circa 14400 progetti avviati e 5000 realizzati (www.energiesprong.org).
Fig. 4 -Schema dell’approccio EnergieSprong
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Tabella 1 Questi due strati consentono di raggiungere una resistenza termica di 5,5 m 2K/W che sommata alla resistenza della parete esistente di 1,5 m 2K/W va a soddisfare la richiesta del concorso. È importante sottolineare che nei pannelli è integrata la componente impiantistica, consentendone l’ispezione in punti ben precisi.
A ogni categoria sono stati assegnati i valori minimi di riferimento su cui impostare la progettazione. In particolare, i requisiti per il modulo facciata delle case individuali sono quelli riportati in Tabella 1. Delle 78 candidature ricevute, solo 24 sono state selezionare per partecipare al concorso. Di seguito si riportano le caratteristiche principali di uno dei progetti selezionati. È stato scelto il legno come materiale protagonista, a cui sono stati abbinati materiali naturali e locali, ove possibile, per completare il pacchetto stratigrafico. La struttura è costituita da una doppia ossatura lignea riempita con isolante naturale costituito da fibre vegetali quali canapa, lino e cotone (Fig. 5).
La scelta dei serramenti è ricaduta su un sistema particolare e poco diffuso, ma altamente performante: il sistema è costituito da tre vetri in grado di consentire la circolazione di aria (Fig. 6). Il funzionamento è semplice: l’aria esterna entra grazie a delle griglie poste nella parte alta del serramento, circola nel triplo vetro e fuoriesce sempre grazie a delle griglie, immettendosi nel locale.
Fig. 5 -Stratigrafia della soluzione proposta
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Fig. 6 -Sistema finestre pariétodynamique Si tratta di serramenti innovativi che rispondono ai problemi di ventilazione e umidità che i serramenti standard possono presentare, riducendo notevolmente le dispersioni termiche. Il sistema è vantaggioso tutto l’anno: in inverno la circolazione dell’aria permette di aumentare gli apporti termici solari e contemporaneamente evitare la formazione di muffa e condensa; in estate, invece, un’accorta gestione delle schermature solari, evita il surriscaldamento per irraggiamento e favorisce la ventilazione naturale. In questo caso l’interdisciplinarità del gruppo progettuale ha permesso di affrontare non solo la questione prettamente energetica, ma anche quella estetica oltre che quella di gestione del cantiere. Il team di progettazione ha proposto una soluzione esteticamente accattivante senza tuttavia imporla agli inquilini, ai quali è stata lasciata la scelta di materiali, finiture, colori, accessori attraverso la predisposizione di un catalogo che riportava un ventaglio di soluzioni possibili. In questo modo la produzione in serie si è unita alla personalizzazione. Il catalogo peraltro ha anche consentito di registrare tutte le caratteristiche dei prodotti, i fornitori, la provenienza e la loro durata di vita. L’introduzione di questo importante strumento, unito ai vantaggi della prefabbricazione, consen-
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te quindi di avvicinarsi al concetto di economia circolare, grazie al fatto che conoscendo i materiali e gli accessori impiegati, quando questi saranno dismessi, note le proprietà, potranno essere re-impiegati per altri utilizzi. A integrazione del pannello di facciata le squadre che hanno lavorato sugli altri due moduli (le soluzioni per la copertura e per gli impianti) delle case individuali hanno così completato l’intero progetto che sta alla base del concetto di rigenerazione secondo l’approccio EnergieSprong. La soluzione concepita per la copertura è assimilabile al modello visto per la facciata, in quanto si tratta di un pannello prefabbricato comprendente gli strati di tenuta all’aria e all’acqua, l’isolante, i pannelli fotovoltaici, gli scarichi e le finiture. La questione degli impianti, invece, viene risolta grazie a una capsula contenente la pompa di calore per il riscaldamento e l’acqua calda sanitaria, la centrale di ventilazione a doppio flusso, e il quadro elettrico per l’alimentazione dei sistemi, il tutto controllabile a distanza grazie a un gestore che monitora gli impianti e i contatori dei consumi. L’intervento ha un costo stimato (comprensivo di tutto: prefabbricazione, cantiere, progettazione) di circa 65.000 € (ovvero circa 1100 €/m 2SLP) per le sole facciate, che si riducono a 45.000 €
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Fig. 7 – Posa della nuova facciata se le case da riqualificare sono 100, offrendo così un risparmio del 30% proprio grazie ai vantaggi del processo di industrializzazione durante la fase di produzione. A prima vista, i costi sopra riportati sembrano alti se confrontati con quelli relativi al mercato italiano, ma è noto che i costi in Francia sono maggiori. Peraltro, i primi interventi realizzati seguendo l’approccio EnergieSprong, sia in Olanda che in Francia, sono costati di più rispetto a quelli delle realizzazioni attuali, scontando un inevitabile periodo sperimentale a cui è seguito un processo di affinamento e di standardizzazione. Da un punto di vista logistico i pannelli vengono trasportati in cantiere, sollevati con gru e posati ancorandoli meccanicamente con tasselli metallici all’esistente (Fig. 7). Il cronoprogramma sottolinea che le fasi che richiedono più tempo sono quelle preliminari, dove si deve realizzare il rilievo, l’analisi, il progetto, e l’approvvigionamento dei materiali. La fase di fabbricazione richiede una settimana e la stessa tempistica è richiesta per la fase di cantiere che consiste nella rimozione degli elementi da sostituire, come serramenti e pluviali, nella posa dei pannelli e nel raccordo con l’esistente. L’intervento standard prevede la fine dei lavori quindi in due settimane, senza che i residenti abbandonino le proprie abitazioni.
digitalizzazione e dell’industrializzazione, è possibile ipotizzare che l’approccio EnergieSprong possa presto prendere piede anche in Italia. È di fondamentale importanza costituire delle partnership per operazioni su grande scala, creando una collaborazione tra privato e pubblico che garantisca maggiore accessibilità a questa modalità di intervento. I tanti “villaggi” costruiti tra gli anni ’50-’70 in varie parti d’Italia, secondo tipologie costruttive e architettoniche standardizzate (ne sono esempio le “Case Marcolini” a Brescia), costituiscono un importante stock edilizio fortemente energivoro che sicuramente potrebbe vedere le prime applicazioni dell’approccio EnergieSprong in Italia, approccio che può essere adottato e innovato caratterizzando il nuovo involucro da ancorare alle murature esistenti in modo che funga anche da “esoscheletro strutturale” in grado di migliorare gli edifici anche rispetto al comportamento statico e sismico.
Conclusioni Da un punto di vista finanziario si nota che, ad oggi, questa soluzione non è economicamente sostenibile sul mercato italiano. D’altra parte, così come avvenuto sia in Olanda che in Francia, le prime operazioni sono costate circa il doppio rispetto a quelle attuali, e dunque, confidando sugli sviluppi della
L’articolo si basa sulla tesi di laurea dell’autrice: “Strategie integrate per la riqualificazione energetica ed impiantistica degli edifici: il concorso ideato da EnergieSprong in Francia, Università degli Studi di Brescia, 2020. Maggiori informazioni sul progetto EnergieSprong: www.energiesprong.org
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* Erica Lonati, ingegnere e architetto libero professionista in Brescia. Alberto Arenghi, professore associato di Architettura Tecnica presso l’Università di Brescia.
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MISURE DI SPEECH TRANSMISSION INDEX E TEMPO DI RIVERBERAZIONE IN AULE SCOLASTICHE PRIMA E DOPO INTERVENTI DI MIGLIORAMENTO ACUSTICO di * Simone Secchi, Veronica Amodeo
SOMMARIO Questo articolo è la forma estesa del contributo pubblicato negli atti del 47° Convegno Nazionale della Associazione Italiana di Acustica, svoltosi on-line dal 24 al 28 maggio 2021 [1]. Riporta l’analisi del Tempo di Riverberazione e dello Speech Transmission Index misurati in un campione di aule scolastiche del Comune di Firenze, precedentemente e successivamente alla realizzazione di interventi di correzione della qualità acustica interna. I risultati riportati, che fanno riferimento alle metodologie di misura e di calcolo, e ai valori limite definiti dalla norma UNI 11532 parti 1 e 2, mostrano un significativo miglioramento di entrambi i parametri esaminati con una maggiore criticità nella verifica del Tempo di Riverberazione rispetto allo STI. I risultati delle misure dello STI vengono inoltre posti a confronto con i valori dello stesso parametro calcolati in base alla metodologia descritta dall’appendice A della norma UNI 11532-1, ottenendo una buona corrispondenza tra valori misurati e valori determinati teoricamente.
determinazione del Tempo di Riverberazione e dello Speech Transmission Index, rimandando alla norma UNI 11532 per i dettagli tecnici ed i valori limite. Alla data di pubblicazione del decreto (ottobre 2017) era in vigore la versione del 2014 della norma 11532, poi aggiornata nel 2018 (con la importante Errata Corrige 1) alla versione 11532-1 [3] che però non contiene valori limite, ma solo le definizioni delle grandezze pertinenti. Solo nel marzo del 2020 è stata emanata la parte 2 della norma [4] che contiene i valori limite in termini di Tempo di Riverberazione, TR, Chiarezza, C50, e Speech Transmission Index, STI, per l’edilizia scolastica. La norma chiarisce altresì che le verifiche di STI sono necessarie solo nei casi di ambienti didattici caratterizzati da volume pari ad almeno 250 m 3, mentre per volumi inferiori, ovvero per la maggior parte delle aule scolastiche, la verifica dello STI può essere sostituita da quella della Chiarezza. In questo articolo si riporta il risultato dell’applicazione della metodologia di misura e di calcolo del tempo di riverberazione e dello STI, a un campione di scuole site nel Comune di Firenze che sono state oggetto di calcoli previsionali, verifiche sperimentali e conseguenti interventi di correzione acustica. Vengono pertanto posti a confronto i valori dello STI e del TR riferiti alle situazioni antecedente e seguente agli interventi di miglioramento acustico.
1. Premessa Il Decreto Ministeriale dell’11 ottobre 2017 sui Criteri Ambientali Minimi relativi alle opere di nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici [2] indica l’obbligo delle verifiche della qualità acustica degli ambienti interni con riferimento specifico alla
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2. Descrizione del campione di scuole esaminate e degli interventi eseguiti L’indagine qui presentata riguarda un campione di undici aule per la didattica, appartenenti a scuole di ordine differente, del Comune di Firenze, nelle quali sono state realizzate opere di miglioramento della qualità acustica interna a cura della Direzione Servizi Tecnici del Comune.
Sia le misurazioni che gli interventi correttivi sono stati eseguiti prevalentemente tra il 2018 e il 2020, e hanno riguardato alcune aule di differenti istituti scolastici in cui era prevista la presenza di alunni con deficit uditivi. A questo riguardo, è stata attivata una proficua collaborazione tra Comune di Firenze, Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze,
Figura 1 - Esempio di un intervento di correzione acustica eseguito nella scuola primaria Rossini del Comune di Firenze
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Tabella 1 – Elenco delle aule esaminate con le relative dimensioni. * A seguito degli interventi di miglioramento acustico sono state unite due aule, raddoppiando così superficie e volume rispetto alla condizione ante operam, le cui dimensioni sono indicate tra parentesi. ** Esaminata fuori dal presente progetto di ricerca.
e l’associazione IOPARLO che unisce genitori di alunni con difetti uditivi. La ricerca scientifica ha infatti dimostrato che il problema della cattiva qualità acustica degli ambienti didattici provoca conseguenze negative sulle attitudini di comprensione e di apprendimento di tutti gli alunni, soprattutto se più giovani, ma tali conseguenze sono maggiormente marcate in soggetti con difetti uditivi. Per approfondire tale problematica e supportare il Comune di Firenze nell’adeguamento degli spazi scolastici (aule, refettori e palestre) che ospitano o ospiteranno alunni con deficit uditivo, il Dipartimento di Architettura ha svolto una ricerca che è stata supportata, oltre che dal Comune stesso (Direzione Servizi Tecnici) anche dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, della quale alcuni risultati sono qui presentati.
Va qui evidenziato che i valori limite del Tempo di Riverberazione sono differenti nella versione del 2014 della nor ma UNI 11532 (Appendice A, TR ≤ 0,4 s) e nella versione del 2020 (categoria A.3.1, Tott = 0,32∙log(V)-0,17 (s)). A questo riguardo, è utile sottolineare che il limite di 0,4 s, definito dalla versione del 2014 della 11532, corrisponde, nella nuova versione, a un volume di 60,5 m 3 dell’aula. Tale valore è inferiore alla media del volume delle aule esaminate, che invece è prossimo a 180 m 3 ; il valore ottimale per tale volume, secondo la versione del 2020, è pari a circa 0,55 s. Va comunque sottolineato che i limiti definiti dalla UNI 11532-2:2020 fanno riferimento a tutte le frequenze in bande di ottava tra 125 e 4000 Hz, che devono essere corretti con i margini di tolleranza (min – max) descritti dalla norma per ogni singola banda di frequenza, per il contributo fonoassorbente stimato degli alunni (all’80% di presenza rispetto alla capienza dell’aula), e per l’incertezza di misura. Pertanto, non è possibile un confronto diretto tra il limite di 0,4 secondi stabilito per tali aule dalla versione del 2014 e quello definito dalla versione del 2020. La tabella 1 riporta l’elenco delle aule esaminate sulle quali sono stati eseguiti gli interventi di miglioramento acustico nell’ambito della campagna di misure citata.
Le opere di miglioramento acustico eseguite nell’ambito di questa ricerca sono consistite in diverse tipologie di interventi realizzati con applicazione a parete o a soffitto (a controsoffitto continuo o a baffles), di pannelli in fibra poliestere, in gesso microforato, o in fibra di legno mineralizzata e sono state finalizzate al conseguimento dei valori del tempo di riverberazione richiesti per ambienti didattici che ospitano alunni con difetti uditivi. In figura 1 si riporta un esempio degli interventi eseguiti in una scuola primaria.
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Figura 2 – Punti di misura dello STI nell’aula della scuola primaria Rossini (in verde con numerazione da 1 a 4) e posizione della sorgente (in viola).
3. Descrizione della metodologia di misura e di calcolo Le misure di Tempo di Riverberazione sono state condotte sia prima che dopo l’esecuzione degli interventi di miglioramento, rilevando la risposta impulsiva degli ambienti con analizzatore di spettro sonoro a due canali e microfoni per campo diffuso da ½ pollice. Le postazioni di misura del Tempo di Riverberazione sono state distribuite nell’ambiente mantenendo le distanze dalle superfici riflettenti definite dalle norme pertinenti, mentre per quelle dello STI si è fatto riferimento alle posizioni indicate dal punto 6 della UNI 11532-2. In figura 2 si riporta per un’aula campione, le 4 postazioni di misura dello STI e la posizione della sorgente sonora. Tutte le misure sono state eseguite in aule nor-
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malmente arredate e con i soli due tecnici addetti alle rilevazioni. La misura diretta dello STI, che è stata eseguita tramite la sorgente TalkBox BedRock BTB 65, in grado di produrre la modulazione standard del segnale sonoro normalizzato a 60 dBA (70 dBA per le aule con V > 250 m 3) a un metro dall’oratore, e fonometro analizzatore BedRock SM90 dotato di modulo per analisi diretta dello STI (figura 3), è stata svolta solo in un campione di aule. In altre aule la determinazione dello STI è stata effettuata, invece, in maniera indiretta a partire dalla misura della risposta impulsiva e dai livelli del segnale parlato e di fondo misurati nel punto del ricevitore, sempre nell’ipotesi di sorgente sonora sopra descritta. Tale procedura è implementata, tra gli altri,
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Figura 3 – Strumentazione utilizzata per la misura diretta dello STI in un’aula campione; a sinistra il fonometro analizzatore, a destra la sorgente TalkBox.
nella plug-in Aurora 5.0 del software Audacity®. I risultati ottenuti con le due procedure hanno fornito risultati molto simili tra loro. Inoltre, in alcune aule, la cui verifica era stata eseguita prima dell’inizio dell’attività di ricerca qui descritta, lo STI era stato calcolato a partire dal valore misurato tra 125 e 8000 Hz del Tempo di Riverberazione, sulla base del metodo B descritto nell’appendice A della UNI 11532-1:2018, che riprende il metodo della IEC 60268-16:2011. Tale procedura di calcolo è valida solo in condizioni di campo riverberato perfettamente diffuso e quindi per una distanza dall’oratore pari ad almeno 5 volte la distanza critica, rc, determinabile in base alla formula di seguito riportata, ripresa dalla UNI 11532-1:2018.
quindi in generale nella metà dell’aula opposta alla posizione della cattedra. In generale, si può ritenere che il calcolo semplificato dello STI, basato sul Tempo di Riverberazione e sul rapporto Segnale/Rumore, possa approssimare il valore della media spaziale della stessa grandezza, mentre tenda a sottostimare i valori misurati in prossimità della sorgente, che beneficiano invece di un migliore rapporto Segnale/Rumore. Per ogni aula lo STI è stato quindi calcolato partendo dai valori misurati del Tempo di Riverberazione in bande di ottava tra 125 e 8.000 Hz e dalla stima del livello di pressione sonora nel punto del ricevitore, a centro stanza. La stima del livello del parlato è stata effettuata normalizzando lo spettro della voce al livello di 60 dBA ad un metro dalla posizione della sorgente (la cattedra) e considerando per ogni aula la distanza tra cattedra e centro stanza ed il valore misurato del Tempo di Riverberazione, nell’ipotesi di campo sonoro semi riverberante. Il livello del rumore di fondo è stato posto uguale al valore medio misurato in un’aula campione. Tale livello è stato ritenuto rappresentativo del livello di rumore di fondo nelle diverse aule, in assenza di rumori antropici dentro la scuola (bambini silenti).
A livello esemplificativo, per un’aula avente volume V di 150 m 3 e tempo di riverberazione medio TR di 1 secondo, la distanza critica è pari a circa 0,5 metri; pertanto, con riferimento a questo esempio, il metodo di calcolo semplificato dello STI sarebbe valido solo per postazioni di ascolto (alunni/ricevitori) posti ad almeno 2,5 metri dalla sorgente (cattedra),
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Figura 4 – Livello di pressione sonora a centro stanza per segnale di parlato e di rumore di fondo per un’aula tipo. La figura 4 riporta, per un’aula tipo, il confronto tra i valori del livello del segnale (parlato) e del rumore a centro stanza. Il grafico di figura 5 mostra il confronto tra i valori misurati dello STI con metodo diretto (modulazione del segnale generato da sorgente Talk Box nella posizione dell’oratore, come media tra i diversi punti di misura) e valori calcolati secondo il metodo B dell’appendice A della UNI 11532-1, a partire dal tempo di riverberazione, per campo riverberante e quindi validi in gene-
rale oltre la metà della stanza. Dai risultati riportati in figura 5 si deduce che la differenza tra valore misurato come media tra le tre posizioni in asse alla cattedra (1,2,3) e valore calcolato per campo riverberante è compresa tra 0 e 0,05, quindi trascurabile. Pertanto, si può ritenere che la stima del valore medio dello STI sulla base del metodo B dell’appendice A della UNI 11532 sia sufficientemente affidabile. Tale metodo di calcolo è quindi alla base delle analisi di seguito riportate.
Figura 5 – Confronto tra valori misurati (come media tra le postazioni 1,2,3 e 4 e tra le sole postazioni 1,2,3) e calcolati (come valore a centro stanza) dello STI.
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Figura 6 – Confronto tra i valori medi (250-2.000 Hz) del Tempo di Riverberazione ante e post operam (80% di occupazione dell’aula e incertezza di misura con 84% di livello di fiducia) e il valore limite massimo secondo UNI 11532-2 della categoria A.3.1.
Figura 7 – Confronto tra i valori dello STI ante e post operam (aule vuote ed arredate) e il valore limite minimo secondo UNI 11532-2. 4. Risultati e considerazioni sulle misurazioni eseguite I grafici che seguono riportano i risultati ottenuti prima e dopo gli interventi di correzione acustica nelle aule elencate in tabella 1.
11532-2, e dell’incertezza di misura con livello di fiducia dell’84%, al confronto con i valori limite massimi definiti dalla stessa norma per la categoria A.3.1 (aule didattiche con presenza di bambini con deficit uditivo o non madre lingua). Per semplicità di lettura, i dati sono qui riportati come media tra le frequenze di 250 e 2.000 Hz, mentre la verifica completa è stata effettuata per ogni banda di frequenza tra 125 e 4.000 Hz, rispettando il margine di tolleranza (min – max)
Il grafico di figura 6 riporta i valori della media spaziale del tempo di riverberazione modificati per tenere conto dell’occupazione all’80% dell’aula, in accordo alla formula (1) della UNI
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definito dalla figura 2 della norma UNI 11532-2. Si nota che in tutte le aule esaminate, con l’eccezione dell’aula della scuola secondaria superiore Salvemini, che non faceva parte del gruppo di aule selezionate dal Comune di Firenze per ospitare alunni con difetti uditivi, il Tempo di Riverberazione misurato dopo l’esecuzione degli interventi di miglioramento acustico, risulta conforme ai limiti massimi della UNI 11532-2:2020.
mentario necessario, il prof. Gianfranco Cellai e l’ing. Fabio Brocchi per la partecipazione ad alcune delle campagne di misurazione e l’Associazione IOPARLO per la collaborazione nella definizione degli obiettivi dello studio. 6. Bibliografia [1] Secchi S., Amodeo V., Misure comparate di Speech Transmission Index e Tempo di Riverbero in edifici scolastici ante e post interventi di miglioramento, in atti del 47° Convegno Nazionale della Associazione Italiana di Acustica, on-line, 24-28 maggio 2021.
Il grafico di figura 7 mostra il confronto tra i valori calcolati dello STI ante e post operam nelle diverse aule considerate nello studio. La linea tratteggiata indica il valore limite minimo di 0,55 secondi per aule di volume inferiore a 250 m 3. Per le aule della scuola Montagnola, lo STI risulta ridotto dopo l’esecuzione degli interventi di miglioramento (post opera). Tale peggioramento è stato causato dal raddoppio del volume delle aule che, per esigenze di distanziamento da regole anti COVID-19, sono state unite a due a due. Per le stesse aule post operam (V = 350 m 3) e per l’aula della scuola Salvemini (V = 412 m 3, cfr Tabella 1), il limite dello STI è 0,50.
[2] Decreto Ministeriale 11 ottobre 2017, Criteri ambientali minimi per l’affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici, in GU Serie Generale n.259 del 06-11-2017 [3] UNI 11532-1:2018, Caratteristiche acustiche interne di ambienti confinati - Metodi di progettazione e tecniche di valutazione - Parte 1: Requisiti generali [4] UNI 11532-2:2020, Caratteristiche acustiche interne di ambienti confinati - Metodi di progettazione e tecniche di valutazione - Parte 2: Settore scolastico.
Per tutte le aule esaminate, eccetto che per l’aula della scuola secondaria superiore Salvemini, lo STI è risultato ampiamente entro i limiti della UNI 11532-2 dopo l’esecuzione degli interventi di miglioramento acustico. In generale, gli interventi di correzione acustica eseguiti su un campione di 11 aule hanno consentito un notevole miglioramento dello STI rendendolo conforme ai limiti della UNI 11532 Solo in presenza di una marcata non conformità del tempo di riverberazione (scuola secondaria superiore Salvemini), anche lo STI risulta non conforme.
* Simone Secchi, Dipartimento di Architettura, Università di Firenze. simone.secchi@unifi.it Veronica Amodeo, veronica.amodeo@unifi.it
5. Ringraziamenti Le misurazioni sono state eseguite nell’ambito di un progetto parzialmente finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e dalla Direzione Servizi Tecnici del Comune di Firenze. Si ringraziano i tecnici comunali geom. Mirko Drago, geom. Francesco Burrini e geom. Moreno Martini per l’assistenza alle misurazioni e per la fornitura del materiale docu-
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IL CALCOLO DELLA POTENZA INVERNALE ED ESTIVA CON I METODI DINAMICI ORARI di * Paolo Savoia
Riportiamo un terzo e ultimo contributo tratto dal libro “Impianti termici negli edifici residenziali ad elevate prestazioni energetiche – capire l’involucro per progettare gli impianti” Editore Maggioli. Con questo articolo chiudiamo il ciclo di approfondimenti a cura di Paolo Savoia iniziato sul numero 75 della rivista “Il calcolo di carichi termici invernali secondo UNNI EN 12831 negli edifici ad elevate prestazioni” e continuato sul numero 76 con “Il calcolo dei carichi termici estivi con metodo Carrier-Pizzetti”.
Anche se utilizzati soprattutto ai fini energetici per avere una maggiore corrispondenza tra i consumi reali e quelli calcolati, le norme UNI EN ISO 52016 attraverso dati climatici orari, definizioni di profili orari di occupazione, apporti di apparecchiature e illuminazione, schermature e ombreggiamenti, temperature e umidità dell’aria interna, permettono di calcolare il carico termico orario di progetto per garantire il mantenimento del set point interno. Inoltre, questi algoritmi permettono di considerare l’influenza delle caratteristiche inerziali dei componenti opachi (trasmittanza termica periodica e capacità termica areica interna periodica), non in forma tabellare ma bensì considerando la loro composizione stratigrafica. Si può quindi valutare accuratamente quanto influiscano le modifiche alle stratigrafie, ad esempio lo spostamento dell’isolamento dall’interno all’esterno, o cosa comporti la sostituzione di un componente al variare delle caratteristiche fisiche (capacità termica, conducibilità, massa ecc.), oppure l’efficacia delle schermature solari e del colore superficiale. Con l’applicazione di questa metodologia non si determina direttamente la potenza del generatore alla temperatura esterna di progetto, ma si può capire se il generatore prescelto, in base ai calcoli di potenza descritti nel numero 75 di neo-Eubios, sia sufficiente a mantenere il set point interno, oppure se vi sia un sovradimensionamento o sottodimensionamento, con le relative ripercussioni in termini di efficienza energetica o di comfort interno. Nel caso di edifici a elevate prestazioni, soprattutto
I calcoli invernali con il metodo dinamico orario Lo sfruttamento degli apporti solari e la capacità di utilizzo degli stessi nella stagione invernale vengono previsti in maniera puntuale attraverso i metodi di calcolo dinamici orari. I modelli di calcolo dinamici con frequenza oraria permettono di simulare in modo più rigoroso il comportamento dell’edificio qualora siano presenti condizioni non stazionarie, quindi variazioni, del clima esterno o delle mutate condizioni interne (temperature, umidità, affollamento, carichi sensibili e latenti ecc.). Nel prosieguo della trattazione faremo riferimento al metodo di calcolo di cui alle UNI EN ISO 520161, recentemente introdotte nel panorama normativo italiano e implementato da alcune software house di programmi di calcolo per la progettazione impiantistica. 1
UNI EN ISO 52016 – Prestazione energetica degli edifici - Fabbisogni energetici per riscaldamento e raffrescamento, temperature interne e carichi termici sensibili e latenti. neo-Eubios 77
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quando gli apporti solari sono influenti, dai calcoli dinamici si deduce come non esista una netta correlazione tra temperatura esterna dell’aria e potenza necessaria per mantenere il fabbricato in temperatura, come avveniva nel calcolo stazionario. In particolare, si verifica come con diverse temperature esterne si possa avere lo stesso carico termico, o come alla stessa temperatura esterna siano possibili valori variabili della potenza necessaria per garantire le condizioni di progetto. Questa particolarità è il risultato del tipo di analisi che non considera esclusivamente il salto termico tra interno ed esterno come forzante di progetto, ma tiene conto anche dell’effetto degli apporti solari e delle capacità inerziali e di accumulo delle strutture. Nel grafico 1, possiamo visualizzare quanto sopra esposto. Il grafico fa riferimento al fabbricato monofamiliare progettato per sfruttare appieno gli apporti solari nel periodo invernale. Possiamo notare come già a temperature esterne nell’ordine di 0°C ci sia una enorme variabilità della potenza termica necessaria per mantenere il fabbricato al set point. Tale valore è variabile da 0 a 1150 W, ovvero da 0 al 60% della potenza di picco determinata calcolata secondo UNI EN 123812 pari a 4150W, dovuta alle capacità di accumulo termico del fabbricato e sfruttamento ottimale degli apporti
solari e gratuiti. Va precisato che la nuvola di punti del grafico 1 fa riferimento alla condizione di set point interno costante nelle 24 ore. Si può per di più rilevare che, diversamente dall’analogo grafico desumibile dai calcoli di potenza, la richiesta di calore è nulla a temperature esterne ben al di sotto dei 20°C, conseguenza anche questa volta degli apporti interni e dello sfruttamento degli apporti solari. Alla temperatura esterna di -5°C, utilizzata come riferimento nei calcoli secondo UNI EN 12831 e che viene superata solo per 48 ore, pari all’1,1% del periodo di riscaldamento, la potenza di progetto si può considerare pari a 1400 W. L’elevata versatilità di questi modelli di calcolo permette di valutare in anticipo le conseguenze di eventuali strategie di gestione dell’impianto, come ad esempio l’accumulo di calore del fabbricato, realizzabile aumentando il set point ambiente di 1÷2°C dalle ore 9:00 alle ore 16:00, laddove le temperature esterne dell’aria sono favorevoli alla produzione di calore da parte delle pompe di calore e dove sia inoltre possibile sfruttare l’autoconsumo dell’impianto fotovoltaico. I risultati del calcolo ci permettono di visualizzare
Grafico 1 - Correlazione tra temperatura esterna e potenza oraria necessaria per il mantenimento del set point interno, calcolata con metodo dinamico orario e set point costante nella 24 ore 2
Si rimanda all’articolo: “Il calcolo di carichi termici invernali secondo UNI EN 12831 negli edifici ad elevate prestazioni” su neo-Eubios, 75 neo-Eubios 77
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Grafico 2 - Correlazione tra temperatura esterna e potenza oraria necessaria per il mantenimento del set point interno, calcolata con metodo dinamico orario e set point aumentato di 2°C durante dalle 9:00 alle 16:00 come siano necessari in questa modalità una maggiore potenza del generatore e conseguentemente del sistema di emissione, dovuto alla potenza di ripresa per aumentare il set point di 1÷2°C in un breve lasso di tempo e a una maggiore perdita per trasmissione in corrispondenza del più alto salto termico tra interno ed esterno durante le ore di accumulo. Dal grafico si può notare come la potenza termica sia nulla o molto ridotta durante le temperature esterne più fredde che si verificano tipicamente durante l’orario notturno, dove il generatore di calore si è considerato spento poiché l’elevata costante di tempo del fabbricato permette di mantenere la temperatura interna per moltissime ore3. L’analisi dinamica oraria consente di preventivare anche le relative richieste energetiche nelle varie condizioni di gestione. Ad esempio, il mantenimento del set point costante nelle 24 ore comporta l’uso del generatore a bassi carichi parziali per un maggior numero di ore. Nel caso del grafico 1 si ha l’attivazione del generatore di calore per 2.352 ore su 4.320, corrispondente al periodo di riscaldamento convenzionale, pari al 54%. Quando invece si intende sfruttare le proprietà termiche inerziali del fabbricato aumentando il set point interno per accumulare calore nelle ore diurne, assistiamo a un aumento della potenza termica del gene3
ratore (e di conseguenza dei terminali di emissione) ma a una riduzione delle sue ore di funzionamento, che nel caso del grafico 2 sono pari a 932 ore su 4.320 ore, corrispondente al 22% periodo convenzionale di riscaldamento. Le minori ore di funzionamento corrispondono tuttavia a un maggiore fattore di carico del generatore, ovvero a una maggiore erogazione di potenza. Questi dati puntuali permettono di effettuare anche scelte strategiche nell’ottica dell’ottimizzazione dei costi di installazione e gestione degli impianti. In assenza di contributo dell’impianto fotovoltaico, nell’ipotesi di temperatura di set point costante, la richiesta di energia elettrica del generatore di calore nella stagione invernale risulta pari a 954 kWh (circa 200 €), mentre nel caso di aumento di set point il valore aumenta a 1.207 kWh (circa 253 €), comportando un aumento del 27% dei consumi. Va fatto notare che la strategia di aumento della temperatura di set point comporta una maggiore potenza del generatore di calore e un maggiore quantitativo di terminali ambiente o della loro dimensione, con la ricaduta economica sul costo di installazione degli impianti termici. Tuttavia come mostrato nel monitoraggio relativo all’impianto come realizzato, sempre reperibile sul numero 75 della rivista neo-Eubios, è possibile coprire interamente l’assorbimento elettrico della pompa di calore con la produzione elettrica
Il limite di 4.500 W è stato imposto come massima potenza erogabile dal generatore di calore e smaltibile dai terminali di emissione. neo-Eubios 77
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dell’impianto fotovoltaico, comportando così una notevole riduzione del costo di gestione per l’utilizzatore finale. Nei successivi grafici 3 e 4, riprendendo sempre le due ipotesi di funzionamento con set point interno costante nelle 24 ore o set point aumentato
di 2°C nelle ore centrali della giornata, si riesce a osservare l’andamento nel tempo dei parametri termoigrometrici interni, esterni, e della potenza erogabile dal generatore di calore per mantenere il set point di progetto.
Grafico 3 - Risultati dell’analisi dinamica con set point costante durante il mese di gennaio (Jest = Temp. esterna, Jint,a = Temp. interna aria, ΦH/C = potenza erogata dal generatore)
Grafico 4 - Risultati dell’analisi dinamica con set point aumentato dalle 9 alle 16 durante il mese di gennaio (Jest = Temp. esterna, Jint,a = Temp. interna aria, ΦH/C = potenza erogata dal generatore)
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Queste simulazioni ci permettono anche di calcolare l’andamento dell’umidità dell’aria interna, utile ad esempio per pianificare gli eventuali interventi attivi o passivi di mitigazione dei problemi causati dall’eccessiva secchezza dell’aria che si possono verificare con impianti del tipo a tutt’aria, aspetto che, nel libro da cui è tratto il presente articolo, è trattato in maniera esaustiva. Ad oggi, il metodo di calcolo dinamico orario è l’unica modalità per analizzare lo stretto rapporto tra fabbricato e impianto. Consente di quantificare, energeticamente, ogni scelta progettuale e gestionale. Sono in fase di sviluppo presso gli enti normativi degli algoritmi di calcolo per il calcolo orario della potenza fornita dagli impianti solari termici e fotovoltaici e dell’effetto dell’installazione di accumuli energetici di energia termica ed elettrica. È auspicabile che l’implementazione delle pompe di calore venga ancor più raffinata di quanto avviene oggi grazie al metodo BIN4, per considerare l’effetto energetico degli sbrinamenti e dell’intervento degli ausiliari elettrici in determinate condizioni di funzionamento5. Possiamo affermare che il calcolo dinamico orario, più che dimostrarsi utile per il calcolo del carico di picco ai fini della scelta del generatore di calore, dimostra la sua validità nell’analisi, sempre più importante, delle strategie progettuali e di gestione del sistema edificio impianto.
ne anche quanto è accaduto nel periodo di calcolo precedente. Attraverso l’utilizzo di questa metodologia risulta possibile capire quali siano gli accorgimenti passivi per ridurre il fabbisogno di raffrescamento degli edifici valutandone attentamente il loro rapporto costi/ benefici. È possibile stimare correttamente l’effetto degli ombreggiamenti sulla radiazione solare o valutare quanto la massa interna del fabbricato possa essere fondamentale per limitare i picchi di surriscaldamento estivo. Anche in questo caso, come visto per il calcolo delle dispersioni di progetto invernali, tramite il calcolo dinamico orario si può verificare se il generatore di calore scelto sia o meno sufficiente a mantenere il set point indicato e valutare le conseguenze di alcune strategie di gestione, come ad esempio l’impostazione di un diverso set point durante le ore centrali della giornata per “caricare” o “scaricare” termicamente l’involucro, qualora si voglia massimizzare l’autoconsumo di un impianto termico alimentato da pompa di calore e ci sia la disponibilità di energia elettrica da fonti rinnovabili. Altra importante opportunità risulta essere la valutazione del corretto dimensionamento dei generatori di calore, soprattutto se il generatore di calore è costituito da una pompa di calore il cui rapporto costo/kW è elevato. Analizzando i dati di output si può estrapolare il fattore di carico6 della pompa di calore e trarre informazioni sul corretto dimensionamento. Il calcolo dinamico orario ci permette poi di analizzare non solo il carico sensibile, ma anche il carico latente e il rispettivo fabbisogno di deumidificazione per mantenere il set point di umidità interna prescelto. Queste recenti metodologie di calcolo ci permettono di scindere, in maniera puntuale, i carichi sensibili per il raffrescamento e i carichi latenti per la deumidificazione, che non risultano sempre sommabili nei loro massimi e hanno andamenti variabili gli uni dagli altri. Come successo anche nei precedenti articoli (rif. neo-Eubios 75 e 76), analizziamo il comportamento dei due fabbricati, tutti a elevata efficienza energetica, ma con prerogative diverse: il primo progettato per massimizzare gli apporti solari nella stagione estiva; il secondo per una architettura rurale, senza la prerogativa dell’ottimizzazione di guadagno solare.
I calcoli estivi con il metodo dinamico orario I modelli di calcolo dinamici orari offrono il loro massimo impiego e la massima espressione della loro capacità nelle valutazioni energetiche (fabbisogni e consumi) in raffrescamento nella stagione estiva, laddove la rapida variazione delle condizioni esterne (temperatura, umidità e radiazione solare) si relazionano alle caratteristiche inerziali dei moderni componenti costruttivi, tenendo in considerazione tutte le modalità di scambio di calore, ovvero conduzione, convezione e irraggiamento. Queste interazioni sono necessariamente descritte da relazioni matematiche molto complicate che devono tenere in considerazio-
Metodo di calcolo stazionario speciale, con intervalli elementari di ampiezza 1°C, utilizzato dalla normativa UNI/TS11300-4 per il calcolo energetico delle pompe di calore. 5 Ad esempio, l’attivazione di resistenza elettrica, anche solo sulla bacinella raccogli condensa. 6 Con fattore di carico della pompa di calore si intende il rapporto tra la potenza fornita dalla pompa di calore nella condizione analizzata e quella massima. 4
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In merito al primo edificio, il grafico 5 mostra la potenza termica necessaria per il raffrescamento del fabbricato, a un set point di temperatura interna di 25°C, fisso sulle 24 ore, alle diverse temperature esterne. Si nota una tendenza, anche se non marcata, all’aumento del carico per raffrescamento all’aumentare della temperatura esterna. Tuttavia, sono presenti parecchi eventi in cui ci si discosta da questa linearità per la presenza del carico per irraggiamento che non è vincolato alla tempera-
tura dell’aria esterna. Il fabbricato è infatti progettato per ottimizzare gli apporti solari invernali con buona parte degli infissi rivolti a sud. Il carico sensibile massimo richiesto all’impianto termico supera i 2.500 W solo 19 ore, meno dell’1% delle ore della stagione estiva. Ipotizzando un limite del 3% delle ore in cui si possa sforare il set point, il carico di progetto sensibile può essere fissato pari a 2.100 W. Il valore di 2.100 W corrisponde al carico sensibile calcolato con il metodo Carrier-Pizzetti indi-
Grafico 5 - Potenza termica necessaria per il raffrescamento (sensibile) al variare della temperatura esterna
Grafico 6 - Potenza termica necessaria per la deumidificazione al variare della temperatura esterna
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cato nella tabella 1 dell’articolo presente su neoEubios 76. Il grafico 6, con la stessa modalità, esamina il carico di deumidificazione richiesto per mantenere il set point di umidità relativa del 50% di 10 gr/kgas, corrispondente a una umidità relativa del 50%. L’andamento del carico, per temperature superiori ai 25°C esterni, non risente di un particolare andamento legato alla temperatura esterna. La potenza richiesta in deumidificazione è superiore ai 2.000 W solo per 6 ore e quindi risulta eccezionale. Si può invece ritenere corretto il calore di 1.300 W, che viene superato solo nel 4% delle ore estive. Il grafico 6 non considera i mesi primaverili e autunnali, nei quali il modello di calcolo prevede per qualche ora la deumidificazione in corrispondenza dei giorni dove l’alta umidità dell’aria esterna, dovuta a fenomeni temporaleschi, innalza l’umidità relativa interna attraverso l’impianto di ventilazione meccanica controllata. Il carico latente calcolato con il metodo Carrier in tabella 1 in neo-Eubios 76 è pari a 700 W. Questo valore risulta però largamente superato dai calcoli dinamici orari pur avendo considerato le stesse fonti di carico latente presente (numero di persone, portata di ventilazione). Come vedremo nel seguito, il carico massimo per deumidificazione calcolato con i metodi
dinamici orari può essere legato a condizioni esterne gravose legate a un’alta umidità assoluta, indipendentemente dalla temperatura esterna e quindi va posta attenzione per quanto riguarda il suo utilizzo al fine del calcolo del carico totale. Nel grafico 7 viene infine riportata la somma dei contribuiti precedenti per visualizzare quale sia il carico totale per il raffrescamento e la deumidificandone del fabbricato, in funzione della temperatura esterna. Al di là di alcune eccezioni orarie, in cui le condizioni interne del fabbricato possono anche leggermente variare, si nota come il massimo carico per la climatizzazione (raffrescamento + deumidificazione) non sia determinato dalla somma dei contributi massimi dei singoli componenti. Troviamo infatti, piccole eccezioni a parte, un carico di picco per la climatizzazione di circa 3.500 W (somma dei contributi massimi sensibili e latenti), che si verifica solamente per 10 ore, inferiori allo 0,5% delle ore della stagione estiva. Limitandoci anche in questo caso a trovare il valore superato solo per il 3% delle ore estive, il carico di punta di progetto per la climatizzazione può essere assunto pari a 3.000 W, non molto lontano dal carico di punta calcolato con il metodo Carrier, pari a 2.800 W, che sarebbe superato solo per il 5% delle ore estive.
Grafico 7 - Potenza termica necessaria per la climatizzazione estiva al variare della temperatura esterna
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Grafico 8 - Andamento dei carichi per raffrescamento e deumidificazione nel mese di luglio, ΦH/C (raffrescamento), ΦDHU (deumidificazione)
Grafico 9 - Andamento dei carichi per raffrescamento e deumidificazione nella settimana più calda, di luglio, ΦH/C (raffrescamento), ΦDHU (deumidificazione) Nei grafici 8 e 9 vengono riportati i contribuiti sensibili e latenti singolarmente e sommati. In particolare, nel grafico 8 si può notare l’andamento della potenza termica necessaria per raffrescare, di quella per deumidificare e della potenza di climatizzazione per il mese di luglio. Il grafico 9, con le stesse informazioni, concentra
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l’andamento delle potenze nell’ultima settimana del mese. Utilizzando i dati dell’analisi dinamica oraria, potremo programmare azioni strategiche per l’ottimizzazione degli impianti, andando ad esempio a valutare una riduzione della portata dell’aria durante il periodo di non occupazione degli ambienti, oppure pensando di utilizzare altre strategie atte a
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Grafico 10 - Potenza termica necessaria per il raffrescamento (sensibile) al variare della temperatura esterna limitare il carico latente quali, ad esempio, il pretemperamento dell’aria di mandata, oppure l’utilizzo di uno scambiatore entalpico. Da quanto sintetizzato il metodo di calcolo dinamico orario, in questo caso, ha validato la correttezza del metodo Carrier per il calcolo del carico per raffrescamento. Nei grafici 10, 11 e 12 si vede il corrispondente andamento della potenza per raffrescamento, deumidificazione e totale nel caso di edificio a elevata prestazione energetica, che però non è stato progettato per l’ottimizzazione solare.
Si nota come la potenza per il raffrescamento sia meglio correlata all’aumento della temperatura esterna e non siano presenti, come per il fabbricato precedente, picchi di carico a temperature più miti dovute all’irraggiamento solare, esattamente come succedeva anche nel periodo invernale. Per il carico sensibile si può assumere 1.800 W, superato solo il 3% delle ore della stagione estiva. Il metodo Carrier-Pizzetti forniva un risultato di 1.900 W che viene superato soltanto per 26 ore nel periodo
Grafico 11 - Potenza termica necessaria per la deumidificazione al variare della tempera-tura esterna
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Grafico 12 - Potenza termica necessaria per la climatizzazione estiva al variare della temperatura esterna estivo, pari all’1%. La potenza necessaria per deumidificare non risente della tipologia del fabbricato, in quanto legata esclusivamente alla differenza di umidità assoluta tra l’aria esterna e quella interna, oltre che alla portata dell’aria di rinnovo. A differenza del grafico 6 in questo caso il carico per deumidificazione risulta leggermente inferiore, per le diverse condizioni del clima esterno. La potenza per la deumidificazione si può assumere pari a 1.300 W, visto che potenze maggiori si riscontrano solo per 77 ore, pari al 3,0% del tempo del periodo di raffrescamento. Infine, per quanto riguarda il carico complessivo per climatizzazione indicato nel grafico 12 dato dal contributo sensibile e latente nelle singole ore, si può assumere pari a 2.800 W, superato solo per 57 ore durante la stagione di raffrescamento, pari al 3% del periodo di riscaldamento. L’estrapolazione dei dati ottenuti dall’analisi oraria ci permette di analizzare il comportamento
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del fabbricato sia per la stagione invernale che estiva, ricavando anche dati termotecnici utili ai fini della scelta del generatore di calore e dei terminali di emissione. La possibilità di correlare le potenze necessarie al riscaldamento, raffrescamento sensibile e latente ad altre grandezze, quali ad esempio la temperatura esterna od anche all’irraggiamento solare, fa cogliere in maniera più concreta la risposta dinamica del fabbricato alle forzanti esterne. * Paolo Savoia Ingegnere libero professionista. I contenuti di questo articolo sono tratti dal libro “Impianti termici negli edifici residenziali ad elevate prestazioni energetiche – capire l’involucro per progettare gli impianti” di Paolo Savoia. Editore Maggioli. www.paolosavoia.com
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DL 77/21 E SUPERBONUS: VERA SEMPLIFICAZIONE? di * Daniela Petrone
gittimo di cui all’articolo 9-bis, comma 1-bis, del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380. Per gli interventi di cui al presente comma, la decadenza del beneficio fiscale previsto dall’articolo 49 del decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001 opera esclusivamente nei seguenti casi:
Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del 23 agosto del nuovo modello della CILA specifico per il superbonus si è concretizzata la possibilità di poter usufruire del superbonus anche nel caso di difformità edilizia. L’obiettivo è rendere più agevole e veloce l’accesso alla detrazione al 110 per cento. Ma è davvero così? In questo articolo trattiamo l’argomento analizzando nei suoi diversi aspetti e contraddizioni il nuovo comma 13 ter dell’art. 119 del DL Rilancio e il modello della CILAS da questo introdotto. Il testo del DL 77 art. 33 nuovo comma 13 ter Partiamo dal testo della legge, il DL 77 che all’articolo 33 modifica e sostituisce il comma 13-ter dell’art. 119 del DL 34/20 convertito in L.77 che resta il riferimento madre nonostante tutte le modifiche subite:
a) mancata presentazione della CILA;
b) interventi realizzati in difformità dalla CILA;
c) assenza dell’attestazione dei dati di cui al secondo periodo;
d) non corrispondenza al vero delle attestazioni ai sensi del comma 14.
(13-quater. Fermo restando quanto previsto al comma 13-ter, resta impregiudicata ogni valutazione circa la legittimità dell’immobile oggetto di intervento».)
«13-ter. Gli interventi di cui al presente articolo, (anche qualora riguardino le parti strutturali degli edifici o i prospetti,) con esclusione di quelli comportanti la demolizione e la ricostruzione degli edifici, costituiscono manutenzione straordinaria e sono realizzabili mediante comunicazione di inizio lavori asseverata (CILA). Nella CILA sono attestati gli estremi del titolo abilitativo che ha previsto la costruzione dell’immobile oggetto d’intervento o del provvedimento che ne ha consentito la legittimazione ovvero è attestato che la costruzione è stata completata in data antecedente al 1° settembre 1967. La presentazione della CILA non richiede l’attestazione dello stato le-
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Restano in ogni caso fer mi, ove dovuti, gli oneri di urbanizzazione. La prima frase “Gli interventi di cui al presente articolo, (anche qualora riguardino le parti strutturali degli edifici o i prospetti” contiene già una prima e importante informazione: l’ambito di applicazione della nuova CILAS. Il modello CILA vale solo per gli interventi oggetto di richiesta del Superbonus. L’art.119 riporta gli interventi di isolamento
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termico e di sostituzione dell’impianto di riscaldamento, non contempla dunque gli interventi di:
Dunque, a partire dal 23 agosto (data di entrata in vigore del modello CILAS dopo la sua pubblicazione su Gazzetta Ufficiale,) è possibile fruire del Superbonus attestando solo gli estremi del titolo abilitativo che ha previsto la costruzione dell’immobile o del provvedimento che ne ha consentito la legittimazione senza dover verificare la legittimità dello stato di fatto dell’immobile e quindi senza dover ricostruire l’iter abilitativo che ha portato l’immobile all’attuale stato di fatto. Va precisato che queste misure di semplificazione non possono essere applicate agli interventi realizzati mediante demolizione e ricostruzione integrale, e in caso di immobili assoggettati a vincolo ai sensi del D.Lgs. n 42/04, permane la necessità di ottenere l’assenso dell’Ente competente.
• Ecobonus che fanno capo al DL63/2013; • Bonus Casa legato alle detrazioni del 50% per la ristrutturazione edilizia che ha il suo decreto e articolo di riferimento (art. 16 bis del DPR 917/86); • Bonus Facciate in quanto fa capo al D. Lgs. 116/2020
E il Sismabonus? Anche gli interventi del Sismabonus fanno riferimento all’art. 16-bis, comma 1, lettera i, del DPR n. 917/1986, ma quella frase tra parentesi “anche qualora riguardino le parti strutturali degli edifici o i prospetti” fa pensare proprio che con la CILAS ora si possano autorizzare interventi di riduzione del rischio sismico. Di fatto il comma 13 ter per come è scritto consente l’utilizzo della CILA Superbonus anche per gli interventi su parti strutturali dell’edificio, considerati manutenzione straordinaria, se ricompresi tra quelli previsti dall’articolo 119 del DL 34/2020. Bisognerebbe però fare chiarezza definendo gli interventi di natura sismica ammissibili con CILA, che, se devono essere catalogabili in manutenzione straordinaria, possono essere interventi di messa in sicurezza sismica ma non di adeguamento o miglioramento sismico. Questi ultimi, infatti, richiedono un titolo abilitativo di carattere superiore come la SCIA o addirittura un Permesso di Costruire. Si precisa che in caso di interventi strutturali, ai fini degli interventi previsti dell’articolo 119, comma 13-ter, del DL n. 34 del 2020, come modificato dall’articolo 33 del DL n. 77 del 2021, la denuncia dei lavori presentata o l’autorizzazione sismica di cui al DPR 380/01 è un presupposto indispensabile di cui alla CILA Superbonus.
Il modello della CILAS Dopo l’entrata in vigore del decreto n. 77/2021, ANCI, UPI, Conferenza delle Regioni e Dipartimento della Funzione Pubblica, hanno lavorato a un modello CILA valevole solo per gli interventi oggetto di richiesta del Superbonus. Una procedura speciale della disciplina, con un modulo studiato ad hoc, che consente ai tecnici di asseverare tutti gli interventi del Superbonus con una CILA (e non più, ove previsto, con una SCIA). Il problema maggiore riguarda il fatto che non sempre su un immobile si interviene con i soli interventi previsti da Superbonus, ma la prassi corrente è che ci siano lavori che prevedono contemporaneamente opere soggette a diversi benefici fiscali, tra cui il Superbonus e altre opere non rientranti in tali benefici. Come comportarsi in questi casi? Vista l’esplicita frase del comma 13 ter “Per gli interventi di cui al presente comma, la decadenza del beneficio fiscale previsto dall’articolo 49 del decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001 opera esclusivamente nei seguenti casi: a) mancata presentazione della CILA,” si ritiene che vada comunque presentata la CILA Superbonus, oltre ad attivare il procedimento edilizio relativo per le opere non comprese, anche contemporaneamente.
La novità più importante di questo nuovo comma 13 ter è sicuramente il fatto che per accedere alla detrazione non è più richiesta la legittimità edilizia così come stabilito invece dall’art. 49 e 50 del DPR 380/01 Testo unico dell’edilizia.
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Esempio: per interventi su un immobile sia di Superbonus che di ristrutturazione edilizia (Bonus Casa), tutti lavori annoverabili in manutenzione straordinaria, occorrerà presentare una doppia CILA: la CILA tradizionale per i lavori di ristrutturazione edilizia, e la CILA Superbonus per quelli in esso ricadenti. Ma allora è semplificazione questa? Se poi, per i lavori sullo stesso immobile, dovessi presentare da normativa edilizia una SCIA e non una CILA, trattandosi di un titolo abilitativo superiore, devo comunque presentare contemporaneamente la CILA Superbonus? A parere di chi scrive no, perché, tra l’altro, se presento una SCIA assevero la legittimità dell’immobile, per cui non avrebbe senso poi asseverare i contenuti della CILA Superbonus; riporto quanto dice la guida ANCI alla CILA Superbonus e lascio ai lettori l’interpretazione: “Qualora l’intervento proposto contempli lavori diversi rispetto a quelli di cui all’art 119 del Decreto 34/2020, come modificato dall’articolo 33 del DL 77/2021, per l’intero intervento occorrerà fare riferimento al regime amministrativo ordinario per cui, secondo i casi, occorrerà una SCIA o un Permesso di Costruire”.
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Analizziamo di seguito i vari punti che costituiscono la CILA Superbonus. Il modello al punto a) riporta la titolarità dell’intervento quindi chi ha diritto alla detrazione, ossia il beneficiario che viene inserito nella pratica del portale ENEA. Al punto b), occorre descrivere la tipologia di opere per cui viene fatta la comunicazione di inizio lavori. Come si legge, è dunque possibile presentare con un’unica CILA Superbonus la comunicazione per interventi sia sulle parti comuni che su quelle private. Ad esempio, se in un condominio ho interventi trainanti sulla facciata (come un cappotto termico), e poi interventi trainati nelle singole unità immobiliari (come la sostituzione di infissi), è possibile fare tutti i lavori con unico modulo avendo cura di inserire nei soggetti coinvolti, oltre al condominio, anche i singoli condomini che sostituiscono i serramenti. Qualora il condominio non sia costituito giuridicamente sempre all’interno del modulo soggetti coinvolti, verranno inseriti tutti i proprietari delle unità immobiliari che costituiscono quell’edificio.
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Nel punto c), è evidente come permane l’obbligo di presentare eventuali ulteriori comunicazioni o assensi; si pensi, ad esempio, alle autorizzazioni paesaggistiche o ad eventuali asseverazioni sismiche.
esistente relativo a interventi edilizi diversi dal Superbonus. Il punto f) è di certo la novità più importante in questo modello. Il professionista deve solo dichiarare gli estremi del primo titolo abilitativo, che ha autorizzato l’opera, o se l’opera è stata completata prima del ’67, senza doversi preoccupare di eventuali variazioni o modifiche, lecite o meno, subite nel tempo.
Al punto d), relativo alla qualificazione dell’intervento, occorre indicare la data di inizio lavori. È interessante evidenziare che, in caso di variante in corso d’opera, occorre ripresentare la CILA Superbonus apponendo la scelta sulla voce d.2. Al punto d.3 si trova conferma della problematica prima trattata, relativa alla presentazione della CILA Superbonus come comunicazione integrativa al titolo abilitativo
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Conclusioni e riflessioni finali Riteniamo che i contenuti dell’art. 33 del DL 77/21 debbano intendersi come una sorta di “deroga temporanea” per dare attuazione e
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slancio allo strumento Superbonus e agli incentivi fiscali, visti i tempi ristretti e l’incertezza della proroga, ma sarebbe opportuno portare alcuni di questi punti all’attenzione di una modifica più strutturale del testo unico dell’edilizia, in questo momento non realizzabile e concretamente fattiva per i suddetti motivi temporali. Se l’obiettivo è snellire i tempi burocratici legati alla pratica edilizia e rendere efficace la semplificazione, è importante rendere certa e semplice la procedura per il professionista, slegando dall’asseverazione del tecnico lo stato legittimo dell’immobile e, soprattutto, attribuendo al proprietario, nonché beneficiario dell’agevolazione, la responsabilità, attraverso una dichiarazione basata su una check list di informazioni essenziali per ricostruire il processo edilizio dell’immobile. Nell’attuale modello della CILA sono richiesti gli estremi del titolo abilitativo; questa richiesta non è risolutiva, necessita comunque dell’accesso agli atti per molti casi in cui negli atti di pro-
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prietà non è citato il titolo, visto che l’obbligo entrò in vigore nell’85. Sarebbe meglio inserire nel modello in costruzione di CILA Superbonus, questa check list di domande/dichiarazioni del proprietario. Riteniamo auspicabile considerare legittimi, anche in presenza di diverse disposizioni nella regolamentazione comunale vigente all’epoca, gli interventi edilizi eseguiti e ultimati prima del 1° settembre 1967, dove è il proprietario, o altro soggetto avente titolo, (NON il professionista) a documentare l’avvenuta esecuzione e ultimazione delle opere e degli interventi entro il termine temporale sopra indicato. In merito alla casistica degli interventi sarebbe stato utile inserire anche gli interventi del Bonus Casa e del Bonus Facciate, inquadrabili in manutenzione straordinaria, in quanto sono pochissimi i casi di Superbonus puro. * Daniela Petrone, Vice presidente ANIT.
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4.000 SOCI INDIVIDUALI ANIT Analisi degli utenti e dei servizi erogati di * Matteo Borghi
Introduzione A luglio 2021 ANIT, Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico, ha superato la quota di 4.000 Soci Individuali. In questo articolo facciamo il punto sugli iscritti e sui servizi utilizzati dagli Associati.
I Soci sono distribuiti su tutto il territorio nazionale. Dalle figure 2 e 3 si osserva che la Lombardia è la regione con il maggior numero di iscritti seguita da Veneto, Piemonte, Toscana ed Emilia Romagna. La Tabella 1 riporta invece le prime dieci province con il maggior numero di utenti. Ai primi tre posti: Milano, Brescia e Torino.
I Soci ANIT I Soci Individuali ANIT sono professionisti che si occupano di efficienza energetica e comfort acustico. Più del 50% ha la qualifica di ingegnere, la parte restante si divide principalmente tra architetti, geometri e periti industriali. (Figura 1)
Strumenti utilizzati dai Soci ANIT mette a disposizione dei propri iscritti quattro strumenti per aggiornare costantemente le proprie competenze professionali e redigere relazioni di calcolo: • Le Guide ANIT, documenti di aggiornamento legislativo scaricabili dal sito dell’Associazione; • I Software ANIT; • Il servizio di “Chiarimento Tecnico”, che consente agli utenti di confrontarsi con lo Staff ANIT sull’applicazione della legislazione di riferimento riportata nelle Guide; • La rivista neo-Eubios, che propone articoli sui temi dell’efficienza energetica e del comfort acustico. Dalle risposte al questionario inviato a ogni socio dopo sei mesi dall’acquisto della quota associativa, si ricavano le seguenti informazioni. Tra le Guide ANIT maggiormente consultate spiccano i documenti che trattano il tema degli incentivi fiscali (Bonus 110%, Bonus facciate, Ecobonus) e la Guida “Nazionale” sulle regole per l’efficienza
Fig. 1 – Qualifica dei Soci Individuali ANIT
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Fig. 2 – Regione di provenienza dei Soci Individuali
Fig. 3 - Numero di Soci Individuali nelle Regioni
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Tabella 1 – Prime 10 province con il maggior numero di Soci Individuali energetica. Seguono la guida “Decreto CAM”, le “Guide regionali” e i documenti che trattano l’acustica edilizia. La Tabella 2 riporta l’elenco delle Guide a disposizione dei soci. I software più utilizzati risultano essere IRIS (calcolo dei ponti termici agli elementi finiti) e PAN (analisi termo-igrometriche delle partizioni), seguiti da APOLLO (serramenti), LETO (fabbisogno energetico) ed ECHO (requisiti acustici passivi).
Dal questionario emerge inoltre che il 50% dei Soci ha importato nei software le banche dati con i prodotti delle Aziende associate ANIT. L’elenco delle banche dati è in costante evoluzione e può essere consultato nella sezione “Software” del sito www.anit.it. Il servizio di “Chiarimento tecnico” viene utilizzato da oltre il 60% degli iscritti. Gli utenti si avvalgono sia dei chiarimenti telefonici, attivi dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 13.00, sia del servizio online attraverso il form compilabile dalla propria pagina personale sul sito dell’Associazione. Nel corso degli ultimi 12 mesi (da settembre 2020) lo Staff ANIT ha risposto a oltre 3.600 telefonate e più di 4.400 richieste di chiarimenti online.
I software si stanno progressivamente sviluppando in versioni “base” e versioni “avanzate”. Queste ultime sono dedicate ai Soci Più, professionisti che hanno la necessità di effettuare analisi più approfondite. La Tabella 3 sintetizza le funzioni attivabili ad oggi.
Tabella 2 – Guide per i Soci ANIT
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Tabella 3 – Funzioni dei software ANIT
Fig. 4 – Chiarimenti tecnici per i Soci ANIT La Figura 4 riporta quali sono gli argomenti maggiormente analizzati. Si osserva la chiara predominanza dei temi legati agli incentivi fiscali. Infine, il questionario ha evidenziato che la rivista neo-Eubios, pubblicata ogni tre mesi e inviata a tutti gli iscritti, risulta essere consultata da oltre l’80% dei Soci.
Guide, le funzionalità dei Software e il servizio di chiarimento tecnico. Gli strumenti per i Soci continueranno ad aggiornarsi nei prossimi mesi, anche in funzione delle proposte lanciate dagli stessi associati nel questionario. Tra i temi in fase di valutazione vi sono: nuove versioni delle Guide ANIT, con risposte alle domande più frequenti, nuove funzionalità per calcoli avanzati nei Software e nuovi modi per fruire dei contenuti della rivista neo-Eubios. L’obiettivo rimane quello di fornire ai professionisti strumenti utili e costantemente aggiornati che possano contribuire a diffondere, promuovere e sviluppare l’isolamento termico e acustico negli edifici, per salvaguardare l’ambiente e il benessere delle persone.
Considerazioni finali Oggi ANIT conta oltre 4.000 Soci Individuali, numero mai raggiunto negli anni passati. L’incremento degli ultimi mesi è stato certamente determinato anche dal grande interesse suscitato dal Superbonus 110%, e dalla conseguente richiesta esponenziale di informazioni, chiarimenti e strumenti per poter affrontare questo argomento. Per rispondere alle esigenze dei propri iscritti, ANIT ha progressivamente rimodulato i contenuti delle
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* Matteo Borghi Esperto ANIT
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Strumenti ANIT di supporto alla professione.
SOFTWARE ANIT PER I SOCI - I software ANIT permettono di calcolare tutti i parametri energetici, igrotermici e acustici degli edifici. I software sono utilizzabili in base alla tipologia di associazione (Socio Individuale o Socio Individuale Più) per 12 mesi e su 3 computer. I software sono sviluppati per ambiente Windows (da Windows 7 in poi).
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Sviluppato da TEP s.r.l.
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Analisi termica, igrometrica e dinamica dell’involucro opaco. L’uso del presente software e dei relativi risultati sono di esclusiva competenza e responsabilità dell’utente. Tutti i diritti riservati. Qualsiasi riproduzione non autorizzata è vietata.
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Volume 1 I materiali isolanti
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I materiali isolanti
Guida all’approccio prestazionale per la scelta dei materiali
270 pp., Ed. TEP srl, 2015 ISBN: 978-88-905300-9-8 25 euro (IVA incl.) 20 euro (per i soci ANIT)
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Muffa, condensa e ponti termici Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico
Volume 5 - Prestazioni estive degli edifici
Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico
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La Guida completa all’analisi igrotermica degli edifici. Completamente rinnovato nei contenuti per offrire ai professionisti un valido strumento sull’importanza del controllo delle prestazioni igrotermiche delle strutture. 176 pp. Ed. TEP srl, 2016 ISBN: 978-88-941536-2-0 25 euro (IVA incl.) 20 euro (per i soci ANIT)
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Volume 5 Prestazioni estive degli edifici
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Guida pratica per capire e progettare il comfort e il fabbisogno estivo degli edifici
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Volume 4 Muffa, condensa e ponti termici Guida pratica per capire e rispettare le regole sull’efficienza energetica degli edifici e degli impianti
VOLUME 4
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Volume 3 Manuale di acustica edilizia
Manuale di acustica edilizia
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Il manuale è stato sviluppato con l’intento di fornire informazioni specifiche, in maniera semplice e chiara, ai tecnici che decidono di approfondire il tema dell’acustica edilizia.
Volume 4 - Muffa, condensa e ponti termici
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I Soci possono scaricare tutte le GUIDE dal sito www.anit.it SERVIZIO DI CHIARIMENTO TECNICO SERVIZIO DI CHIARIMENTO TECNICO I SOCI possono contattare lo Staff ANIT, via mail o per telefono, per avere chiarimenti I SOCI possono contattare lo Staff ANIT, via mail o per telefono, per avere chiarimenti SERVIZIO D ECNICO sull’applicazione dT normativa di settore. SERVIZIO DI I C CHIARIMENTO HIARIMENTO Tella ECNICO SERVIZIO DI CHIARIMENTO sull’applicazione d ella normativa di settore. TECNICO I SOCI possono contattare lo Staff ANIT, via mail o per telefono, per avere chiarimenti I SOCI possono contattare lo Staff ANIT, via mail o per telefono, per avere chiarimenti sull’applicazione I SOCI possono contattare lo Staff ANIT, via mail o per telefono, sull’applicazione d della ella n normativa ormativa d di i ssettore. ettore. per avere chiarimenti sull’applicazione della normativa di settore. LA RIVISTA N EO-‐EUBIOS RIVISTA NEO-‐EUBIOS LA NEO-EUBIOS I LA Soci RIVISTA ANIT ricevono 4 numeri della rivista Neo-‐Eubios. I Neo-‐Eubios SSoci oci AANIT NIT ricevono 4 n4umeri ella rivista Ntermico eo-‐Eubios. LA IVISTA N EO-‐EUBIOS LA R I ricevono numeri della rivista Neo-Eubios. per ld'isolamento e acustico. RIVISTA NEO-‐EUBIOS è «La rivista» Neo-‐Eubios è « La r ivista» p er l 'isolamento t ermico e e acustico. I I Neo-Eubios SSroci A NIT r icevono 4 n umeri d ella r ivista N eo-‐Eubios. Si ivolge a i professionisti c on un taglio scientifico e prevede 4 uscite è «La rivista» per l’isolamento termico eapprofondito acustico. oci ANIT ricevono 4 numeri della rivista Neo-‐Eubios. Si r ivolge a i professionisti c on un taglio scientifico e approfondito e prevede 4 uscite Neo-‐Eubios è « La r ivista» p er l 'isolamento t ermico e a custico. ogni a nno. Si rivolge aiè professionisti con un taglio tscientifico e approfondito Neo-‐Eubios «La rivista» per l'isolamento ermico e acustico. ogni anno. Si rrivolge ccon ivolge aai i 4professionisti professionisti on un un taglio taglio scientifico scientifico e e approfondito approfondito e e prevede prevede 4 4 uscite uscite e prevede uscite ogni anno. Si ogni a nno. ogni anno. I SOCI possono accedere a tutti gli strumenti effettuando il LOGIN al sito www.anit.it con le proprie I credenziali. Nella pagina “Il mio account” sono riportate le informazioni per ottenere SOCI possono accedere a tutti gli strumenti effettuando il LOGIN al sito www.anit.it con le proprie software, chiarimenti credenziali. Nella pagina “Il mio account” sono riportate le informazioni per ottenere s oftware, chiarimenti I I I SOCI accedere a il al con SOCI possono accedere tutti glieffettuando strumenti effettuando il LOGIN tecnici epossono Guide ANIT. SOCI possono accedere a tutti tutti gli gli astrumenti strumenti effettuando il LOGIN LOGIN al sito sito www.anit.it www.anit.it con le le proprie proprie tecnici eervizi Guide ANIT. credenziali. Nella pagina “Il mio account” sono riportate le informazioni per ottenere s oftware, chiarimenti Tutti i s s ono a ttivi d urante i 1 2 m esi d i a ssociazione. credenziali. Nella pagina “Il mio account” sono riportate le informazioni per ottenere software, chiarimenti al sito www.anit.it con le proprie credenziali. Tutti i servizi sono attivi durante i 12 mesi di associazione. tecnici tecnici ee G Guide uide A ANIT. NIT. Tutti Tutti ii sservizi ervizi ssono ono aattivi ttivi d durante urante ii 1 12 2 m mesi esi d di i aassociazione. ssociazione.
Nella pagina “Profilo” sono riportate le informazioni per ottenere software, chiarimenti tecnici e Guide ANIT. Tutti i servizi sono attivi durante i 12 mesi di associazione.
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Settembre 2021
Chi è ANIT ANIT è l’Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e Acustico. Fondata nel 1984, essa fornisce i seguenti servizi:
- stabilisce un centro comune di relazione tra gli associati; - promuove e diffonde la normativa legislativa e tecnica; - assicura i collegamenti con le personalità e gli organismi italiani ed esteri interessati alle problematiche di energetica e acustica in edilizia; - effettua e promuove ricerche e studi di carattere tecnico, normativo, economico e di mercato; - fornisce informazioni, consulenze, servizi riguardanti l’isolamento termico ed acustico ed argomenti affini; - organizza gruppi di lavoro all’interno dei quali i soci hanno la possibilità di confrontare le proprie idee sui temi dell’isolamento termico e acustico; - diffonde la corretta informazione sull’isolamento termico e acustico; - realizza e sviluppa strumenti di lavoro per il mondo professionale quali software applicativi e manuali. I SOCI Sono soci ANIT individuali: professionisti, studi di progettazione e tecnici del settore. Ogni Socio può, a titolo gratuito, promuovere localmente la presenza e le attività dell’Associazione. Sono Soci Onorari: Enti pubblici e privati, Università, Ordini professionali, ecc. Sono Soci Azienda: produttori di materiali e sistemi del settore dell’isolamento termico e/o acustico. Tutti i soci ricevono comunicazione delle novità delle normative legislative e tecniche, delle attività dell’Associazione - in tema di risparmio energetico, acustica, e protezione dal fuoco - oltre che gli strumenti e i servizi forniti quali volumi, software, e sconti. LE PUBBLICAZIONI ANIT mette a disposizione volumi di approfondimento e di supporto alla professione, manuali divulgativi, sintesi di chiarimento della legislazione vigente per i requisiti acustici passivi degli edifici e per l’efficienza energetica degli edifici, scaricabili dal sito internet (per i soli Soci) e distribuite gratuitamente in occasione degli incontri e dei convegni ANIT. I CONVEGNI ANIT organizza convegni e incontri tecnici di aggiornamento GRATUITI per gli addetti del settore. Gli incontri vengono organizzati in tutta Italia presso gli Ordini professionali, le Provincie e i Comuni sensibili alle tematiche del risparmio energetico e dell’acustica in edilizia. Ad ogni incontro viene fornita documentazione tecnica e divulgativa fornita dalle Aziende associate ANIT.
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´ neo-EUBIOS Periodico trimestrale anno XXII - n. 77 Settembre 2021 Direttore Responsabile Susanna Mammi Redazione TEP s.r.l. via Lanzone 31 20123 Milano tel 02/89415126
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