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ISSN 1825-5515
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bene et commode vivens
58 Trimestrale N°58 - Anno XVII - Dicembre 2016 - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano
“Come stabilire il momento esatto in cui comincia una storia? Tutto è sempre cominciato già da prima, la prima riga della prima pagina d’ogni romanzo rimanda a qualcosa che è già successo fuori dal libro. Oppure la vera storia è quella che comincia dieci o cento pagine più avanti e tutto ciò che precede è solo un prologo. Le vite degli individui della specie umana formano un intreccio continuo, in cui ogni tentativo di separare un pezzo di vissuto che abbia un senso separatamente dal resto – per esempio, l’incontro di due persone che diventerà decisivo per entrambi – deve tener conto che ciascuno dei due porta con sé un tessuto di ambienti fatti altre persone, e che dall’incontro deriveranno a loro volta altre storie che si separeranno dalla loro storia comune”. - Italo Calvino in “Se una notte d’inverno un viaggiatore”, 1979. La nostra storia continua dal 1 gennaio 2017, in via Lanzone 31. Auguri a tutti!
Immagine di copertina: © UMB-0, Basilica di S. Ambrogio, Milano 2016.
= letteralmente, buona vita.
58 Editoriale
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Intervento di riduzione del disturbo sonoro
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di un impianto continuo
L’uso della fibra di poliestere riciclato per la
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correzione acustica degli ambienti interni
I controlli sulle relazioni tecniche
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(ex legge 10) a Milano
Analisi igrotermica: calcolo in
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regime stazionario vs regime dinamico
Le novitĂ legislative di fine anno
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Misure in campo per la diagnosi
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energetica in estate
Ciao Prof!
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IV Congresso ANIT
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Recensioni
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ANIT
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Strumenti per i Soci ANIT
Fondatore Sergio Mammi
A b b o n a r s i
si può. Stampato su carta prodotta con cellulose senza cloro-gas nel rispetto delle normative ecologiche vigenti.
Vignetta di Sergio Mammi, Fondatore ANIT.
Hanno collaborato:
Per abbonarsi con bonifico bancario, effettuare versamento a: TEP srl Conto corrente presso Banca Popolare Commercio & Industria IBAN IT 20 B050 4801 6930 0000 0081 886 Indicare come causale: abbonamento 4 numeri neo-Eubios. Info e abbonamenti: press@anit.it
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abbonamento annuale 4 numeri: 24 €
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Neo-Eubios
Fabio Pezzoni, Ambiente&Sicurezza Consulting s.n.c., Socio ANIT. Sara Casini, Massimiliano Lunardi, Manifattura Maiano S.p.A., Firenze. Donato Masci, Cecilia Torracchi, Studio Sound Service, Firenze. Rosa Romano, Dipartimento DIDA, Università degli Studi di Firenze. Simone Secchi, Dipartimento DIEF, Università degli Studi di Firenze. Alessandra Mesa, Laureanda in Ingegneria Edile Architettura presso il DICATAM, Università di Brescia. Margherita Mor, Laureanda in Ingegneria Edile Architettura presso il DICATAM, Università di Brescia. Alberto Arenghi, Professore Associato di Architettura Tecnica presso il DICATAM, Università di Brescia. Ing. Alessandro Panzeri, Esperto ANIT. Ing. Stefano Benedetti, Esperto ANIT. Arch. Daniela Petrone, Vice Presidente ANIT. Susanna Mammi, Ufficio Stampa ANIT.
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Trimestrale N°57 - Anno XVII - Settembre 2016 - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano
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EDITORIALE
Carissimi Soci, malgrado le difficoltà della crisi del settore dell’edilizia sono lieta di comunicarvi che la nostra associazione è cresciuta sia come numero di soci individuali che come soci aziende.
Lo staff ANIT, costituito in maggior parte da tecnici, ci distingue dalle altre associazioni perché ci permette di fornire un aggiornamento costante con Guide, manuali, approfondimenti e chiarimenti.
Questo mi rende orgogliosa del lavoro svolto in questi anni, la competenza tecnica e l’affidabilità che ANIT dimostra ormai da quasi 33 anni viene sempre più riconosciuta.
I nostri software sviluppati da tecnici interni sono frutto dello studio dettagliato delle norme e della collaborazione costante con gli enti normatori. Oltre al software PAN, nostro fiore all’occhiello nel quale abbiamo attivato nuove funzionalità nel corso del 2016, si aggiungono i software APOLLO, ECHO, LETO e IRIS, unico sul mercato commerciale per la valutazione dei ponti termici.
Nel 2016 abbiamo scelto di rendere più esclusivi tutti i nostri servizi e prodotti, garantendo ai nostri soci aziende servizi personalizzati e fornendo a tutti gli associati gli strumenti necessari per diventare esperti di efficienza energetica e comfort acustico in edilizia.
Vi segnaliamo che nel corso dei prossimi mesi prevediamo di: attivare la nuova certificazione di LETO (con le nuove norme UNI CTI), sviluppare per il software file XLM in base alla richieste regionali, aggiungere a IRIS nuove strutture contro terra ed aggiornare ECHO in base ai nuovi modelli di calcolo di acustica che verranno pubblicati, nei primi mesi del 2017, nella prossima versione delle UNI EN 12354.
Il servizio di consulenza attivato dal 2016 è stato molto apprezzato da tutti i soci e verrà portato avanti con le stesse modalità anche nel 2017. La sinergia che si è creata grazie al contatto costante con voi è stata preziosa anche per l’associazione che così è sempre più vicina alle esigenze e ai dubbi dei tecnici che lavorano sul campo.
colonna sonora Pamelia Kurstin, Autumn Leaves • Joey Alexander, Giant steps Kaki King, Playing Pink Noise • Usman Riaz, Fire fly David Holt, Ready for the times to get better • Ahn Trio, Skylife Sivamani, Rhythm is everything • Skream, Perforated Donald Fagen, I.G.Y. • Eric Whitacre, Sleep 2.0
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“
La sinergia che si è creata grazie al contatto costante con voi è stata preziosa anche per l’associazione che così è sempre più vicina alle esigenze e ai dubbi dei tecnici che lavorano sul campo.
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nuove norme di calcolo e della loro applicazione nel software ECHO.
Essere socio ANIT significa avere tutti gli strumenti per diventare un esperto di efficienza energetica e acustica in edilizia e per raggiungere questo obiettivo basta sfruttare tutto quello che l’associazione propone.
Vi aspettano anche altri eventi in programma a Klimahouse : due corsi e un convegno il venerdì pomeriggio. Klimahouse è una occasione sempre importante per tutti, nell’area ANIT troverete diverse nostre aziende socie che sono tra le più importanti del settore. Potrete confrontarvi con lo Staff ANIT e con i tecnici aziendali nonché toccare con mano i prodotti presso gli stand aziendali o al nostro stand dove verrà riproposta la mostra delle tecnologie. Vi aspettiamo, venite a trovarci allo stand B06/08 dal 26 al 29 gennaio 2017.
In quest’ottica abbiamo organizzato il nostro Congresso di novembre e il grande successo che ha riscontrato ci ha dato ragione. Un momento di alta formazione per i soci e i professionisti del settore che è stato molto apprezzato e che diventerà il punto di incontro proprio di esperti dell’efficienza energetica e acustica in edilizia. Il 2017 sarà un anno di ulteriori novità in cui cercheremo sempre di più di creare una community. Anche quest’anno ci sarà un momento di formazione gratuita dedicato ai soci presso la fiera di Bolzano durante KLIMAHOUSE: Giovedì 26 ore 10.00-13.00 proponiamo il seminario gratuito per i soci anit “Acustica in edilizia nel 2017.
Con l’occasione segnaliamo che l’associazione cambia sede e si trasferisce dal 1 gennaio 2017 in via Lanzone 31, 20123 Milano. I contatti telefonici e mail non variano. Auguri di buon Natale 2016 e un glorioso 2017! Valeria, Marina, Susanna, Marika, Alessandro, Claudia, Giorgio, Rossella, Stefano, Matteo, Daniela , Stefania
Nuovi strumenti di previsione e collaudo” , proprio in considerazione dell’uscita delle
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INTERVENTO DI RIDUZIONE DEL DISTURBO SONORO DI UN IMPIANTO CONTINUO di * Fabio Pezzoni, Stefano Benedetti
Nel seguente caso studio è descritto un intervento di riqualificazione acustica per ridurre il disturbo sonoro di una pompa di calore in ambiente abitativo. L’intervento è stato progettato ed eseguito partendo da una diagnosi ante operam che ha caratterizzato il disturbo attraverso misure fonometriche, permettendo l’individuazione dell’intervento/materiale più efficace.
Premessa Ridurre il disturbo degli impianti tecnici negli ambienti abitativi, significa controllare diversi fattori: la potenza sonora della sorgente, le vie di propagazione strutturale del rumore, il potere fonoisolante dei confini e le caratteristiche di fonoassorbimento dei locali tecnici. Di fronte a un nuovo edificio/impianto è possibile lavorare contemporaneamente su tutti gli aspetti e focalizzare gli sforzi su quello di volta in volta più efficace, quando invece ci si trova ad affrontare un problema di disturbo su sorgente e edificio esistenti, le possibilità di intervento si riducono e i risultati sono spesso un compromesso tra fattibilità tecnica ed economica.
Diagnosi La sorgente sonora disturbante è una pompa di calore geotermica installata all’interno di un vano sotto scala accessibile direttamente dall’ambiente abitativo disturbato. La figura 1 mostra gli ambienti sorgente e ricevente.
Figura 1 – Ambienti sorgente e ricevente
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vo, si procederà con una metodologia rappresentata nello schema di figura 2.
Il rumore generato dal compressore, situato all’interno della pompa di calore geotermica, installata nel sottoscala, è di tipo costante. Il vano tecnico ospitante la macchina ha un volume di circa 8 m3, pareti intonacate e pavimentazione in gres porcellanato; l’accesso al locale avviene mediante porta in legno. Considerate le caratteristiche dei materiali, ci troviamo in un caso di ambiente riflettente e tempo di riverbero elevato. Si è deciso quindi di intervenire modificando le caratteristiche acustiche del vano tecnico e proporre la sostituzione della porta di chiusura. Questo articolo affronta solo la prima parte dell’intervento e i relativi risultati.
A seguito della misura fonometrica dello stato di fatto è risultato che il livello sonoro all’interno del vano tecnico era costituito principalmente da rumore in bassa frequenza: Lp=90,3 dB a 100 Hz, come si evince dalla figura 3, in cui lo spettro sonoro è mostrato con e senza ponderazione A. La misura eseguita nell’ambiente emittente, oltre a dare importanti informazioni sul comportamento in frequenza della sorgente, può essere sfruttata per una stima di massima della potenza sonora della sorgente stessa. Alla fine dell’articolo è riportato un paragrafo dedicato al tema.
Per raggiungere lo scopo dell’intervento, che è quello di ridurre il disturbo nell’ambiente abitati-
Il livello sonoro misurato all’interno dell’ambiente
Figura 2 – schema metodologico
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Figura 3 – Spettro sonoro in terzi d’ottava dell’emissione della sorgente
tanto l’intervento è stato orientato in particolare a correggere tale frequenza.
abitativo disturbato, confinante con il vano tecnico, è risultato di 40,8 dBA (LAeq), il cui spettro sonoro è mostrato nella figura 4. Come si nota da tale grafico la componente sonora a 100 Hz risulta molto elevata anche nell’ambiente ricevente, in coerenza con lo spettro emittente. Tale componente incide significativamente anche sulla percezione del rumore, che risulta maggiormente disturbante in relazione al suo livello sonoro complessivo, influendo molto sul comfort dell’ambiente abitativo.
È stato calcolato il tempo di riverbero a 100Hz con la formula di Sabine:
dove V = volume del locale A = area equivalente di assorbimento (sommatoria dei prodotti tra coefficienti di assorbimento acustico riferiti a 100Hz dei materiali nell’ambiente e superfici degli elementi che lo compongono)
Progettazione Dall’analisi effettuata in bande di 1/3 di ottava, si evince che la frequenza dominante è a 100 Hz, per-
Figura 4 – Spettro sonoro in terze d’ottava misurato in ambiente disturbato
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Semplificando, il vano è composto da 24 m2 di superficie riflettente (intonaco, pavimento rigido), da cui è immediato calcolare l’area equivalente di assorbimento del locale come:
bero è molto elevato, poiché l’ambiente è costituito da superfici “dure” cioè riflettenti (figura 5). Preso atto dell’elevato tempo di riverbero nello stato di fatto, ci si pone l’obiettivo di ridurre di almeno 4 volte il suo valore con un intervento mirato alla frequenza critica. Il tempo di riverbero ottimale di progetto To100Hz quindi è stato posto pari a 1 s. La scelta, nel caso in esame, in funzione delle possibili modalità di posa in opera del sistema all’interno del vano, e della necessità di assorbire una specifica frequenza, è ricaduta su un pannello in lana di vetro, spessore di 4,5 cm, con coefficiente di assorbimento acustico alla frequenza di 100 Hz pari a 0,25 (figura 6).
Da cui:
Nel caso in esame il tempo di riverbero calcolato alla frequenza di 100 Hz risulta 5,3 s Dai calcoli effettuati si evince che il tempo di river-
Figura 5 - Locale tecnico - Ante operam
Figura 6 – assorbimento lana di vetro spessore 4,5 cm
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Si è proceduto quindi, nuovamente, al calcolo delle aree equivalenti di assorbimento necessarie per ottenere il tempo di riverbero di progetto (To100Hz), utilizzando la formula di Sabine:
Una volta individuata la superficie minima di trattamento, compatibile con lo spazio a disposizione, si è proceduto a installare il materiale fonoassorbente attraverso un fissaggio meccanico alle superfici. La figura 7 mostra l’intervento. Verifica fonometrica post operam Al termine dei lavori sono state eseguite ulteriori misure fonometriche per verificare i risultati raggiunti. Nella figura 8 sono riportati i grafici in bande di terze di ottava che confrontano le misure fonometriche effettuate ante operam e post operam, all’interno del vano tecnico. Lo spettro sonoro emittente si è nettamente ridotto dopo il trattamento. Inclusa la riduzione della componente a 100Hz che era l’obiettivo dell’intervento. Si tenga presente che una volta eseguito l’intervento ci troviamo in un campo semiriverberante dove all’aumentare dell’assorbimento delle pareti diventa sempre più influente la componente diretta dell’energia sonora emessa dalla sorgente. Questo spiega come un trattamento di fonoassorbimento ha come risultato limite quello di eliminare la componente riverberata senza poter ridurre però la componente diretta, sotto la quale è quindi impossibile spingersi.
La differenza tra l’assorbimento equivalente nello stato di fatto A100Hz e l’assorbimento dello stato di progetto Ao100Hz necessario per ottenere To100Hz, rappresenta la superficie aggiuntiva da fornire sotto forma di materiale fonoassorbente al fine di raggiungere il risultato voluto, quindi:
Dividendo il valore At100Hz, per il coefficiente di assorbimento del materiale che si intende utilizzare, si ottengono le quantità (espresse in m2) di materiale da posare per il trattamento. In pratica, utilizzando un materiale con α = 0,25 riferendosi alla frequenza di 100 Hz, si trovano i m2 aggiuntivi da mettere in opera:
Figura 7 - Locale tecnico - Post operam
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Figura 8 - Locale tecnico confronto misure ante e post operam Hz individuata nella diagnosi. Si consideri che una componente tonale in bassa frequenza, in termini di disturbo (affrontato anche a livello legislativo con il DM 16.03.98) incide sulla percezione del rumore come un aumento di ulteriori 6 dB sul livello sonoro misurato. Quindi oltre alla riduzione del livello sonoro complessivo, si è ottenuto un beneficio importante nella percezione del disturbo sonoro.
Sono state eseguite inoltre misure post operam anche all’interno dell’ambiente abitativo, il livello sonoro complessivo raggiunto è stato di 34,3 dBA (LAeq) ovvero una riduzione di circa 6 dB rispetto alla situazione precedente. È inoltre fondamentale, valutare lo spettro sonoro del disturbo, infatti, come mostrato dal grafico di figura 9, la riduzione maggiore è avvenuta proprio in corrispondenza della componente tonale a 100
Figura 9 - Locale disturbato confronto misure ante e post operam
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Il livello di pressione sonora vale:
Conclusioni Da quanto illustrato emerge chiaramente come sia possibile ottenere un soddisfacente miglioramento di un ambiente acustico in cui risultino presenti impianti tecnologici, con un intervento fonoassorbente nel locale tecnico. Infatti il livello sonoro in ambiente emittente, con la pompa di calore in funzione, si è abbassato di circa 16 dBA, mentre il livello sonoro in ambiente ricevente è stato ridotto di 6 dB oltre all’eliminazione della componente tonale in bassa frequenza, con ulteriori 6 dB in meno percepiti. Considerata la difficoltà tecnica di posare un controsoffitto fonoassorbente con bassa percentuale di foratura, l’unica soluzione percorribile è risultata l’inserimento di pannelli fibrosi da fissare con tasselli e colla. La metodologia di calcolo adottata, partendo dalla misura effettata sul campo, ha permesso di scegliere il materiale più idoneo al caso di specie, al fine di correggere un ambiente costituito da superfici riflettenti e tempo di riverbero elevato. Il completamento dell’intervento prevede la sostituzione della chiusura tecnica in legno, con una a maggior tenuta e potere fonoisolante, che alla data di scrittura dell’articolo non risulta ancora effettuato.
Dove Q = fattore di direttività dell’ambiente R = costante dell’ambiente esprime le caratteristiche d’assorbimento del locale, funzione di α e S Il valore di Q dipende sia dalle caratteristiche acustiche della sorgente considerata, sia dalla sua posizione rispetto alle superfici dell’ambiente (Figura 11).
Appendice - Pressione sonora e potenza sonora della sorgente All’interno di un ambiente chiuso, quando una sorgente (S) inizia ad emettere onde sonore, si verificano una serie di riflessioni multiple delle onde, dalle quali risulta essenzialmente condizionato il comportamento acustico dell’ambiente (Figura 10).
Figura 11 - Fattore di direttività ambiente In presenza di un campo acustico “semi-riverberante”, la densità di energia sonora in un punto dell’ambiente è dunque data dalla somma del campo acustico diretto e di quello riflesso. Con tale espressione è possibile, noto il livello di pressione sonora (Lp), ottenuto tramite misura fonometrica, calcolare il livello di potenza sonora (Lw) della sorgente, informazione utile al calcolo delle emissioni e di immissioni negli altri ambienti e all’esterno.
Figura 10 - Riflessioni del suono in un ambiente Un campo si dice “semi-riverberante” quando al suo interno esistono contemporaneamente zone di campo libero (in prossimità della sorgente, dove prevale il contributo dell’energia diretta) e zone di campo riverberante (in prossimità delle pareti, dove prevale il campo riflesso).
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*Fabio Pezzoni, Ambiente&Sicurezza Consulting s.n.c., Socio ANIT. Stefano Benedetti, Esperto ANIT.
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L’USO DELLA FIBRA DI POLIESTERE RICICLATO PER LA CORREZIONE ACUSTICA DEGLI AMBIENTI INTERNI Articolo presentato al 42° Convegno Nazionale dell’Associazione Italiana di Acustica (AIA), Firenze 16-17 luglio 2015 di Sara Casini, Massimiliano Lunardi, Donato Masci, Cecilia Torracchi, Rosa Romano, Simone Secchi *
dei pannelli e dalla semplicità con cui questi possono essere tagliati in cantiere (non è necessario per gli installatori dotarsi di dispositivi di protezione individuale come mascherine o guanti) hanno contribuito negli ultimi anni ad accrescere la diffusione di questi materiali nell’uso per la correzione acustica degli ambienti interni
1. Introduzione Il poliestere è un polimero che viene impiegato per produrre molti degli oggetti usati nella nostra quotidianità, come nell’arredamento e nel vestiario. Grazie al riciclo di contenitori di plastica post consumo è possibile ottenere, in alter-nativa al polimero vergine, fibre in PET da utilizzare in mista - in percentuale variabile tra il 70% e l’85% - con una restante parte di fibra bi-componente (poliestere vergine a bassa fusione) per realizzare pannelli dalle ottime qualità acustiche. Una volta mixate le due materie prime, il processo produttivo in continuo prevede generalmente le fasi di cardatura, termocoesione in forno a 160°C ~, (a differenza delle lane minerali che hanno un processo di fusione a 14001600°C), taglio e confeziona-mento. Le fibre di poliestere mantengono inalterate nel tempo le proprie caratteristiche con-ferendo ai pannelli, se correttamente applicati, una durata assimilabile a quella del ciclo vita di un edificio (~50 anni). Inoltre i pannelli non subiscono variazioni cromatiche, non risentono dell’umidità degli ambienti e sono inattaccabili da microrganismi, muffe e insetti. La fibra poliestere è un prodotto anallergico che non contiene sostanze nocive per la salute dell’uomo (in special modo particelle volatili dannose per le vie respiratorie). Per quanto riguarda la classe di reazione al fuoco i pannelli generalmente risultano in Euro-classe B s2, d0 (secondo UNI EN 13501-1). La facilità di posa, data soprattutto dalla leggerezza
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2. Analisi del Ciclo di Vita La “valutazione del ciclo vita” (LCA – Life Cycle Assessment) è una metodologia regolata dagli standard ISO 14040 che mira a quantificare il carico energetico ed ambientale del ciclo di vita di un prodotto, o di un’attività, attraverso la quantificazione dell’energia, dei materiali usati, delle emissioni (solide, liquide e gassose) rilasciate nell’ambiente, dall’estrazione delle materie prime fino allo smaltimento dei rifiuti finali. I risultati ottenuti dall’analisi LCA del pannello fonoisolante in poliestere riciclato evidenziano diversi vantaggi ambientali sintetizzati in figura 1. In tabella 1 è riportato il risultato della LCA per un pannello in poliestere di densità 40 kg/m3, spessore 40mm, prodotto da Manifattura Maiano S.p.A., e condotto da ERGO S.r.l. (impresa spin off della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa). Il grafico di figura 2 mostra la distribuzione percentuale dei consumi di CO2 suddivisa nelle diverse fasi del ciclo di vita del pannello in poliestere. 42° Convegno Nazionale AIA
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Figura 1 – Schema del ciclo vita di un pannello in poliestere riciclato more in aree produttive con elevata umidità e particolari requisiti igienici: la fibra di poliestere soddisfa pienamente tali esigenze. Il miglioramento rispetto ai sistemi a cloud orizzontali, è che il poliestere, in questa configurazione, pur perdendo una piccola quantità di assorbimento ad alta frequenza (dove però il materiale po-roso è già di per sé estremamente performante), acquista performance sulle basse frequenze. Per valutare le prestazioni del sistema, è stato verificato sperimentalmente che la semplice somma dell’area di assorbimento equivalente di un singolo baffle sovrastima l’assorbimento del sistema e, quindi, non è corretta. Per calcolare il coefficiente di assorbimento di una superficie equivalente di soffitto trattata con baffle verticali, si può ricorrere ad un
3. Studio sperimentale sulla resa acustica di pannelli baffles fonoassorbenti a soffitto. Le prestazioni acustiche dei pannelli in fibra poliestere sono ampiamente studiate e presentate in numerosi contributi reperibili in letteratura [1, 2, 3]. L’intervento basato sull’applicazione di baffle a soffitto è spesso visto come la panacea di tutti i mali da molti installatori; in realtà, la questione è piuttosto delicata, perché il coefficiente di assorbimento di un “pacchetto baffle” non ha un valore fissato, ma varia a seconda di molti parametri, primo fra tutti la distanza dalla superficie rigida, ma anche la distanza tra i baffle e la loro geometria (oltre che, ovviamente, le proprietà del materiale fonoassorbente). I sistemi di baffle sono spesso usati per ridurre il ru-
Tabella 1 – Risultati di alcune categorie di impatto per un pannello in poliestere denso 40 kg/m3 e spesso 40mm
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Figura 2 – Contributi delle diverse fasi a “cambiamento climatico, GWP 100” di un pannello in poliestere ottenuto dalla lavorazione di materiale riciclato
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metodo teorico [4] che si basa su una costruzione di tipo geometrico, valida in situazioni in cui l’altezza dei baffle è dello stesso ordine di grandezza della loro spaziatura. A tale scopo è necessario: - valutare il coefficiente di assorbimento αB del pannello di poliestere; - calcolare a’ come rapporto di a (distanza tra i baffle) e h (altezza dei baffle) e calcolare l’energia sonora che passa tra i baffle; - esaminare l’energia sonora che viene dissipata in n passaggi attraverso i baffle (che riflettono o trasmettono il suono); - considerare l’assorbimento del soffitto, αH , sul quale si andrà a porre il sistema baffle; - determinare il coefficiente di assorbimento relativo all’unità di superficie del sistema baffle mediante una relazione costituita da una serie numerica con i parametri appena descritti: a’, αB e αH. Nei grafici di figura 3 si nota la variazione del coefficiente d’assorbimento di un sistema di baffle in fibra di poliestere al variare di a’ e inserendo un coefficiente di assorbimento del soffitto, ad esempio, in lamiera greca-
ta con intercapedine di lana minerale. Senza assorbimento soffitto (linea rossa assorbimento pannello linea blu assorbimento sistema) Con assorbimento soffitto (linea gialla assorbimento soffitto) a’ = 0.6 a’ = 0.833 a’ = 1 4. L’applicazione di pannelli in fibra poliestere per la correzione acustica di scuole Spesso intervenire all’interno delle aule di un istituto scolastico significa dover interpretare esigenze primarie come la sicurezza e l’efficienza energetica, prestando particolare attenzione ai parametri di comfort indoor fortemente influenzati dalle caratteristiche di salubrità dei materiali introdotti. I pannelli in fibra di poliestere offrono una possibile soluzione per intervenire nella riqualificazione acustica ed energetica degli ambienti scolastici poiché, con costi contenuti, offrono ottime prestazioni sia in termini di resistenza termica che di fonoassorbenza. Dal punto di vista acustico, nelle aule scolastiche non solo è importante garantire il soddisfacimento delle prestazioni che limitano il rumore in eccesso
Figura 3 – Variazione del coefficiente di assorbimento di baffles in poliestere
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ed il tempo di riverbero, ma anche valutare con attenzione quei parametri che indicano la qualità della trasmissione del suono come la chiarezza e la definizione del parlato; in tal senso il contenimento delle basse frequenze è fondamentale per migliorare la trasmissione del suono rendendolo neutro e più chiaro possibile. È da notare, a questo proposito che, pur trattandosi di un trattamento acustico con materiale poroso, e quindi tipicamente più performante a medio-alta frequenza, è possibile ottenere una colorazione tonale del tempo di riverberazione molto neutra; in questo modo, si permette di ottimizzare il comfort acustico di un ambiente in cui si svolgono attività quotidiane che possono influire sulla qualità reale della vita dei bambini e degli insegnanti. Come noto, ogni tipo di materiale fonoassorbente poroso ha prestazioni particolar-mente differenti se montato a distanze diverse dalla superficie rigida (in questo caso le pareti verticali o i soffitti). In particolare, scostando il pannello dal muro o dal soffitto rigido si nota un sostanziale miglioramento alle basse frequenze. Per valutare questo miglioramento è stato usato il software SoundFlow dell’AFMG, di cui sono riportati in figura 4 i risultati di assorbimento per 3 tipi di pannelli montati a 200 mm dal soffitto
(di densità rispettivamente 40, 50 e 50 kg/m3 e spessore 100, 60 e 40 mm) al confronto con i risultati per un pannello simile (densità 50 kg/m3, spessore 30mm) ma montato a muro. 4.1 La correzione acustica dell’istituto tecnico G. Salvemini a Firenze L’Istituto per Geometri Gaetano Salvemini, nel centro di Firenze, è uno dei più importanti ed antichi complessi didattici della città. La scuola è l’erede dell’Istituto Tecnico Toscano fondato nel 1853 da Leopoldo di Lorena e, tranne che per qualche adeguamento funzionale e normativo, la dimensione e le caratteristiche delle aule non sono mutate nel tempo. L’intervento di correzione acustica necessario per abbattere il tempo di riverbero è consistito nel posare in opera dei tiranti in acciaio ai quali appendere – tramite semplici sistemi di ancoraggio - i baffles in fibra di poliestere riciclata. Questa soluzione, oltre al beneficio acustico apportato, ha permesso di realizzare un intervento non invasivo e reversibile su un edificio dal valore storico e di integrarsi bene con il sistema di illuminazione ed impiantistico delle aule (figura 5). Le misure acustiche sono state effettuate e compa-
Figura 4 – confronto tra il coefficiente di assorbimento acustico di pannelli montati in aderenza al muro o a distanza di 200 mm da esso.
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Figura 5 – Applicazione di pannelli in fibra di poliestere riciclato nella modalità “baffles”
Figura 7 - Scuola Saltocchio, dopo l’intervento.
rate, per le varie aule, con le seguenti condizioni: ad aule vuote, con abiti e cartelle presenti ma senza studenti e con abiti e cartelle ed un numero limitato di studenti. Il grafico di figura 6 riporta i valori misurati del tempo di riverberazione ante e post operam nelle diverse configurazioni descritte.
può essere considerato rappresentativo di numerose analoghe situazioni di scuole realizzate in Italia intorno agli anni ’60. Nello specifico, il progetto è consistito nella posa di pannelli fonoassorbenti in fibra di poliestere di diverso spessore e colore sia a parete che a soffitto (figura 7); sono stati utilizzati pannelli di densità 50 kg/m3 con spessore 40 e 60 mm e di densità 40 kg/m3 con spessore 100 mm. Il loro posizionamento e la loro coloritura è stata scelta in funzione della necessità di migliorare anche la percezione cromatica dell’ambiente senza peggiorare l’illuminazione naturale degli interni. Nel grafico di figura 8 sono riportati i valori del tempo di riverberazione in bande di ottava di frequenza misurati prima e dopo l’intervento ed il confronto con i valori limite definiti dal DM 18/12/75. I pannelli sono montati in questo caso a contatto con
4.2 La correzione acustica della scuola media Saltocchio a Lucca Sviluppato all’interno di un progetto europeo, l’intervento realizzato nel refettorio della Scuola Primaria Pascoli di Saltocchio (LU) utilizzando pannelli in fibra di poliestere riciclato ha garantito un notevole beneficio in termini di miglioramento del clima acustico, consentendo una significativa riduzione dei tempi di riverbero alle varie frequenze. L’edificio
Figura 6 – Grafico del tempo di riverbero di un’aula dell’Istituto Salvemini
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Figura 8 – Grafico comparativo del tempo di riverbero prima e dopo gli interventi di miglioramento acustico nel refettorio della scuola Pascoli di Lucca un controsoffitto preesistente e quindi a distanza dal solaio di copertura. Si nota il significativo miglioramento della risposta acustica del locale soprattutto alle basse frequenze del suono.
7. Bibliografia [1] Garai M., Pompoli F., A simple empirical model of polyester fibre materials for acoustical applications, in Applied Acoustics 66 (2005) 1383–1398
5. Ringraziamenti Il progetto di riqualificazione acustica della mensa della scuola Pascoli di Saltocchio (LU) è stato realizzato dal Centro di Ricerca ABITA di Firenze in collaborazione con il Dipartimento DIEF dell’Università di Firenze. Si ringrazia il prof. Gianfranco Cellai per la collaborazione alle misure.
[2] Iannace G., Ianniello E., Uno studio sperimentale compressioni concentrate sull’assorbimento acustico di pannelli in fibra poliestere, in Atti del 36° convegno nazionale AIA, Torino (2009) 1 - 7 [3] Barbati C., Lenti M., Ottimizzazione delle caratteristiche acustiche interne degli ambienti mediante pannelli in fibra di poliestere a gradiente di densità calibrato, in Atti della 2° convention nazionale AIA – GAE, Firenze (2010)
6. Conclusioni I risultati delle misurazioni e delle simulazioni effettuate mostrano la possibilità di migliorare significativamente anche alle basse frequenze del suono la qualità acustica di ambienti interni con pannelli in fibra poliestere. Ciò è possibile adottando particolari criteri di posa dei controsoffitti con configurazione a baffles appesi al soffitto o in orizzontale distanziati dal solaio. L’economicità, il basso impatto ambientale, la facilità di posa, la possibilità di essere colorata o rivestita facilmente e le alte prestazioni acustiche fanno della fibra poliestere un materiale particolarmente indicato per la correzione acustica di ambienti interni ed in particolare delle scuole, come mostrano i due casi studio riportati.
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[4] Probst W., “Sound Absorption of Baffle Systems”, ACCON GmbH (2007)
* Sara Casini, Massimiliano Lunardi, Manifattura Maiano S.p.A., Firenze. Donato Masci, Cecilia Torracchi, Studio Sound Service, Firenze. Rosa Romano, Dipartimento DIDA, Università degli Studi di Firenze Simone Secchi, Dipartimento DIEF, Università degli Studi di Firenze
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I CONTROLLI SULLE RELAZIONI TECNICHE (EX LEGGE 10) A MILANO intervista ai tecnici dell’UCREDIL del Comune di Milano a cura dello staff ANIT
getica degli edifici differenziata da quella nazionale (la procedura lombarda è legata al software CENED+2). L’impressione è che questo nuovo assetto legislativo abbia creato un clima di maggiore attenzione mista a preoccupazione da parte dei progettisti. Forse è ancora presto per esprimere un giudizio generale, ovvero per capire se gli obblighi siano vissuti in modo positivo o vessatorio. Resta però il fatto che ad oggi non è più ammessa la presentazione di un progetto senza un’analisi energetica approfondita. Come ufficio tecnico l’impegno è di controllare le pratiche depositate col fine di garantire il rispetto della legge. Questo sia a tutela dei cittadini che degli stessi progettisti. Infatti una relazione tecnica depositata che non rispetta gli obblighi normativi può trasformarsi in un boomerang per il compilatore anche a molti anni di distanza.
L’evoluzione legislativa degli ultimi 10 anni ha modificato sostanzialmente l’ordine delle priorità progettuali per chi si occupa di edilizia. Infatti i limiti sul contenimento dei consumi energetici degli edifici e sul controllo delle prestazioni igrotermiche dell’involucro sono tali per cui ormai si deve partire dallo studio di questi aspetti se si vuole presentare un progetto “a regola d’arte”. La relazione tecnica da depositare presso gli uffici tecnici comunali, che per abitudine e semplicità continuiamo a chiamare “Relazione ex Legge 10”, è lo strumento attraverso il quale il progettista attesta la rispondenza dell’intervento rispetto agli obblighi legislativi su questi argomenti. A Milano l’ufficio preposto al controllo di queste relazioni si chiama UCREDIL, ovvero Ufficio Contenimento Risorse energetiche nell’EDILizia. Di seguito riportiamo i contenuti di un intervista datata ottobre 2016 ai tecnici UCREDIL (Ing. Mara Berardi e ing. Claudia Peduto) a cura dello staff tecnico ANIT (Ing. Giorgio Galbusera e Ing. Rossella Esposti).
L’inquadramento della pratica depositata I controlli prevedono un’analisi formale di una pratica partendo innanzitutto dall’inquadramento dell’intervento rispetto agli ambiti di applicazione previsti dai regolamenti regionali. Questo passaggio è importante perché è alla base del processo di controllo: la lista degli obblighi è legata infatti alla tipologia dell’intervento. Siccome gli ambiti d’applicazione individuati dal legislatore sono limitati a una decina di definizioni, è normale che per molte applicazioni sia necessario verificare la selezione fatta dal progettista per incasellare correttamente la pratica.
Le regole da rispettare Come sappiamo la legislazione della regione Lombardia si è allineata alle indicazioni nazionali a partire dal 1° gennaio 2016. Restano però alcune grosse differenze come, ad esempio, l’anticipazione al 2016 dell’applicazione delle prestazioni energetiche degli edifici che il Ministero dello Sviluppo Economico ha previsto a livello nazionale per il 2021 e il mantenimento di una procedura di calcolo per la certificazione ener-
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Controlli e criticità Le istruttorie attivate in media ogni anno da UCREDIL sono circa 4.000 e comprendono in alcuni casi controlli incrociati con altri uffici comunali (ad esempio ufficio pratiche edilizie). Lo spirito comunque non è sanzionatorio, ma correttivo. Ovvero si segnalano le anomalie/carenze al progettista per favorire una nuova deposizione della pratica a norma di legge. Nei casi estremi, comunque, le sanzioni sono quelle applicate secondo quanto indicato dalla legge Regionale pertinente e dal DLgs 192/05 e nel caso di tardata consegna della documentazione tecnica è prevista un’ammenda di 800 €.
Su questo tema il Ministero si è espresso pubblicando a più riprese diverse FAQ (risposte a domande frequenti) per dettare una linea interpretativa dei casi dubbi. Il problema è che in Lombardia, ove vige una regolamentazione autonoma, questi chiarimenti devono arrivare dalla Regione attraverso il sito CENED. E non sempre è presente l’equivalente lombardo a tali chiarimenti o in alcuni casi non c’è allineamento tra le FAQ del ministero e quelle della regione (vd. a titolo di esempio il confronto riportato in queste pagine fra la posizione ministeriale e lombarda sul calcolo del fattore H’T e sull’applicaizone degli obblighi sulle fonti rinnovabili). Da parte dell’ufficio tecnico non resta che dettare una linea interpretativa per i casi su cui la Regione non si è pronunciata e adeguarsi alle interpretazioni regionali (magari anche se non condivise) nei casi in cui esiste una FAQ di chiarimento pubblicata sul sito CENED.
Come detto i controlli partono dall’inquadramento della pratica rispetto agli ambiti di intervento e si sviluppano attraverso un’analisi dei risultati dichiarati e a una valutazione della documentazioni depositata. In aggiunta rispetto alle regole regionali, l’ufficio tecnico chiede l’abaco delle strutture (cioè la descrizione dettagliata di tutte le stratigrafie impiegate), l’analisi della trasmittanza media delle strutture, la valutazione dei parametri estivi (sfasamento ed attenuazione) per le strutture opache e la consegna di un fac-simile dell’APE sul modello della Regione Lombardia.
La check list per la presentazione dell’istruttoria Per quanto riguarda le procedure da seguire per la predisposizione e consegna della relazione tecnica, UCREDIL ha messo a punto una check list per guidare il progettista tra le pratiche burocratiche. In sostanza si stratta di un modulo, da consegnare al momento dell’apertura della pratica col Comune, per inquadrare l’intervento tra le casistiche previste dai regolamenti sull’efficienza energetica e per dichiarare la presenza di eventuali richieste di scomputi o bonus urbanistici. Inoltre il modulo fa da base per i controlli sui parametri calcolati nella relazione tecnica e da indice della documentazione da consegnare. La compilazione della check list può sembrare un ulteriore “compito” burocratico da svolgere che si somma a quelli già indicati dal legislatore. In realtà è un modo per standardizzare la presentazione dei risultati e agevolare i controlli del Comune.
Questo ultimo obbligo si applica per i casi di nuova costruzione (o assimilati) e agli interventi di ristrutturazione importante di 1° e 2° livello. Il motivo deriva dalla volontà di limitare le sorprese sulla classificazione finale per via della possibilità di eseguire i calcoli della relazione tecnica in accordo con la procedura UNI/ TS 11300 nazionale e non con la procedura CENED+2 regionale (che sarà invece quella utilizzata dal certificatore energetico). Per quanto riguarda le criticità più diffuse si segnala il rispetto delle regole sulle fonti rinnovabili (cioè le regole derivate dal DLgs 28/2011), la verifica dell’indice EPC,nd (indice di prestazione energetica estiva dell’ involucro) e l’applicazione dei limiti per l’H’T (coefficiente medio globale di scambio termico). I problemi nascono in generale da un mix di due fattori: da un lato la difficoltà ad interpretare la
Gli interventi che richiedono bonus, scomputi o incentivi di qualche natura sono generalmente soggetti a una verifica all’inizio dell’avvio dell’istruttoria. Per gli altri l’ufficio tecnico ha tempo fino a 5 anni dalla fine lavori per verificare la pratica.
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volontà del legislatore (per via di testi di legge poco chiari o posizioni contrastanti tra regione Lombardia e Ministero), dall’altro l’impossibilità tecnica di rispettare i limiti imposti per via di carenze normative (ad esempio la valutazione dei fabbisogni estivi e delle rispettive quote di energia rinnovabile).
Conclusioni: il controllo migliora il mercato? La probabilità di un controllo delle pratiche depositate inevitabilmente alza il livello d’attenzione da parte del mondo progettuale. L’operazione è quella di chiedere un’assunzione di responsabilità rispetto al progetto depositato, offrendo contestualmente la garanzia di un controllo serio e di un confronto ove necessario. In generale negli ultimi anni si è riscontrata un’evoluzione positiva del livello qualitativo dei progetti e di conseguenza del mercato. Siamo convinti che la strada sia quella giusta.
Per l’ufficio tecnico in questi casi non resta che segnalare le modalità di applicazione della legge e indirizzare i progettisti all’interpretazione in vigore a livello regionale in quanto non sono possibili deroghe locali a obblighi regionali.
IL CONFRONTO: FONTI RINNOVABILI E H’T Le posizioni differenti del Ministero dello Sviluppo Economico e della Regione Lombardia Domanda:
Quali sono gli ambiti di intervento per i quali è obbligatorio rispettare i limiti sulle fonti rinnovabili?
Ministero:
(FAQ 2.1, 2.2, 2.19 e 2.31 pubblicate ad Agosto 2016) Gli ambiti di intervento sono quelli citati dal DLgs28/2011 ovvero nei casi di edifici di nuova costruzione e nei casi di edifici esistenti soggetti a ristrutturazione rilevante. Con “ristrutturazione rilevante si intende”: • edificio esistente avente superficie utile superiore a 1000 metri quadrati, soggetto a ristrutturazione integrale degli elementi edilizi costituenti l’involucro; • edificio esistente soggetto a demolizione e ricostruzione anche in manutenzione straordinaria. Per quanto riguarda le suddette definizioni il Ministero ha inoltre chiarito che: • per “integrale” si intende la totalità degli elementi dell’involucro edilizio (FAQ 2.2) • nel caso di demolizione e ricostruzione non integrale non si applica il presente requisito (FAQ 2.1)
Lombardia:
(Decreto regionale n. 224 pubblicato il 18 gennaio 2016) Sono soggetti agli obblighi di integrazione delle fonti energetiche rinnovabili gli edifici di nuova costruzione (e assimilati), gli edifici sottoposti a ristrutturazione importante di 1° livello secondo quando previsto dai dispositivi regionali (DDUO 6480/2015), gli ampliamenti dotati di nuovo impianto. Oltre a questi sono soggetti agli obblighi anche i casi in cui l’intervento ricade nella definizione di “edificio sottoposto a ristrutturazione rilevante” prevista dal DLgs28/2011.
Domanda:
Come si applica la verifica del coefficiente medio globale di scambio termico H’T? Ovvero ai fini della verifica quali strutture occorre considerare?
Ministero:
(FAQ 2.14) La verifica va effettuata per tutta la superficie di uguale orientamento interessata, completamente o per una porzione, da lavori. Nel caso di strutture verticali si considera oggetto di verifica l’intera parete (facciata). Nel caso di strutture di copertura orizzontali o inclinate si considera oggetto di verifica l’intera falda o porzione di tetto. Nel caso in cui la superficie di uguale orientamento fosse comune a più unità immobiliari (pareti esterne continue tra piani e unità adiacenti o unica falda per unità adiacenti), la verifica dovrà riguardare solo la porzione relativa all’unità nella quale si sta effettuando l’intervento.”
Lombardia:
(FAQ 8.3.N pubblicata sul sito CENED) Ai fini della verifica di tale coefficiente, è necessario considerare sia le parti opache che le parti trasparenti costituenti l’involucro dell’elemento oggetto di intervento; pertanto, sia in caso di intervento sulla sola porzione opaca, sia in caso di intervento sulla sola porzione trasparente, occorre verificare l’H’T sull’intera struttura comprensiva di elementi opachi e trasparenti.
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ANALISI IGROTERMICA: CALCOLO IN REGIME STAZIONARIO VS REGIME DINAMICO di * Alessandra Mesa, Margherita Mor, Alberto Arenghi
le per scegliere in modo consapevole quale metodo di calcolo utilizzare a seconda dell’analisi che si sta conducendo.
La trasmissione di vapore attraverso l’involucro opaco è un tema di non semplice trattazione che può dar luogo, se trascurato in ambito progettuale, a problemi legati alla formazione di condensa nell’ambito della stratigrafia dell’involucro e di formazione di muffe. Tali fenomeni determinano vari problemi che vanno dal danneggiamento, alla perdita delle caratteristiche isolanti dell’involucro fino al discomfort ambientale. Il tema può essere affrontato seguendo due norme UNI. La norma UNI EN ISO 13788 [4]propone metodologie semplificate, per il calcolo di condensazione interstiziale, superficiale e muffa, che considerino solo il trasporto di vapore per diffusione e l’uso di dati climatici medi mensili. Questo metodo semplificato trascura altre fonti di umidità, quali penetrazione della pioggia o il fenomeno di convezione. Il software PAN fornisce un calcolo predittivo basandosi sulle semplificazioni contenute nella norma UNI EN ISO 13788 ed esegue quindi un calcolo stazionario. Esistono però altri metodi, più accurati, per stabilire l’idoneità di un pacchetto stratigrafico. La UNI EN 15026 [5], norma europea recepita a livello nazionale, fornisce le equazioni da utilizzare per il calcolo del trasferimento di calore e umidità nelle strutture, in regime dinamico. WUFI è uno dei software di simulazione, sviluppato in accordo con essa, e che quindi compie un calcolo dinamico. Nel presente scritto si analizzano gli algoritmi del calcolo dinamico e del calcolo stazionario utilizzati dai due software. Si evidenzia, inoltre, quanto incidano i fenomeni igroscopici considerati nel calcolo dinamico e trascurati viceversa in un calcolo stazionario. In particolare si pone attenzione al contributo del calore latente e del trasporto capillare. Una comprensione più approfondita degli algoritmi che governano i metodi di calcolo può essere uti-
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1. Metodi di calcolo Con riferimento agli algoritmi di calcolo, i due programmi si basano sulla legge di conservazione del calore e sulla legge del trasporto di umidità. L’analisi dinamica di WUFI si basa su un calcolo che, non solo tiene conto di più fenomeni rispetto all’analisi stazionaria di PAN, ma presenta parametri variabili in funzione di umidità relativa e contenuto d’umidità. Queste differenze sono dovute anche alle diverse normative cui fanno riferimento: - il calcolo dinamico fa riferimento alla norma UNI EN 15026, “Prestazione termoigrometrica dei componenti e degli elementi di edificio. Valutazione del trasferimento di umidità mediante una simulazione numerica” - il calcolo stazionario fa riferimento alla norma UNI EN ISO 13788, “Prestazione igrotermica dei componenti e degli elementi per l’edilizia. Temperatura superficiale interna per evitare l’umidità superficiale critica e la condensazione interstiziale. Metodi di calcolo” Gli algoritmi di calcolo fanno riferimento alla legge di conservazione del calore e alla legge del trasporto di umidità, le quali, sia in un calcolo stazionario che in un calcolo dinamico, si presentano come un’equazione che da una parte individua la capacità di assorbimento di calore e umidità del materiale e dall’altra la capacità di trasporto degli stessi. 1.1 Legge di conservazione del calore Secondo la UNI EN 15026 nella legge di conservazione del calore, o equazione di Fourier, si vedono uguagliati la potenza termica immagazzinata per
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unità di volume alla potenza termica generata per unità di volume:
è il flusso di calore, che non tiene conto dell’apporto del calore latente; - sono i valori di temperatura ricavati dalla norma UNI 10349, dalla versione del 2016 o da quella del 1994; Poiché e sono dei valori costanti, in un calcolo stazionario, la formula estesa risulta:
(1)
rappresenta la capacità termica volumetrica del materiale secco. È dato dal calore specifico del materiale secco moltiplicato per la sua densità; rappresenta la capacità termica volumetrica dell’acqua. È dato dal calore specifico dell’acqua moltiplicato per il contenuto d’umidità in massa su unità di volume; è il flusso di calore sensibile, cioè la quantità di calore scambiata tra due corpi producendo una diminuzione della differenza di temperatura fino ad arrivare all’equilibrio termico; è il flusso di calore latente ed è direttamente proporzionale al flusso di umidità, che avviene per diffusione;
(4) Dall’equazione (4) si nota che il trasferimento di calore è proporzionale alla diffusività, definita come: , che aumenta all’aumentare della conduttività e al diminuire di calore specifico e densità del materiale. Rifacendosi a un calcolo stazionario rispetto ad uno dinamico non vengono considerati: - i passaggi termici dovuti al passaggio di fase ; - la variazione di rispetto a temperatura e umidità; - il contributo della capacità volumetrica dell’acqua in dipendenza del contenuto di umidità relativa;
La formula estesa, quindi, diventa:
1.2 Legge del trasporto di umidità Secondo la UNI EN 15026 l’aumento del contenuto di umidità per unità di volume è determinato dal flusso netto di umidità. Il flusso di umidità eguaglia la somma del flusso di vapore per diffusione e del flusso di acqua per trasporto capillare:
(2) è la conduttività termica del materiale che dipende dal contenuto d’umidità; rappresenta l’entalpia di vaporizzazione, caratteristica intrinseca del materiale, definita come quantità di energia necessaria per vaporizzare l’unità di massa di un liquido saturo ad una data temperatura e pressione e decresce all’aumentare della temperatura o della pressione fino a ridursi a zero nel punto critico [3]; - sono i valori della temperatura, ricavati dal database di WUFI;
(5) - è il contenuto d’umidità in massa su unità di volume, che dipende dall’umidità relativa ed è rappresentato graficamente tramite una funzione isoterma di assorbimento tipica del materiale; è il flusso di vapore che si propaga per diffusione;
Il software PAN si riferisce invece alla norma UNI EN ISO 13788 ed applica un calcolo stazionario. Il metodo di calcolo si basa sulla risoluzione analitica dell’equazione del calore, con condizioni al contorno periodiche. Per uno strato omogeneo con conduttività , densità e calore specifico si ottiene:
è il flusso di acqua che s’instaura per effetto del trasporto capillare,strettamente legato alla porosità del materiale; La formula estesa, quindi, diventa:
(3)
(6)
- rappresenta la capacità termica volumetrica del materiale, senza tener conto della capacità termica volumetrica dell’acqua;
- è il fattore di resistenza igroscopica o fattore di resistenza al vapore, che è in funzione dell’umidità relativa;
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rappresenta la permeabilità al vapore acqueo dell’aria riferita alla pressione parziale del vapore, che dipende dalla temperatura e dalla pressione atmosferica; è la pressione di vapore;
midità relativa, ma è un valore costante per ogni materiale. Il valore dovrebbe dipendere da temperatura e pressione atmosferica, ma per normativa sono trascurati questi effetti ed imposto come valore costante pari a 2x10-10Kg/(m s Pa). Secondo la norma UNI EN ISO 13788, per calcolare la quantità di acqua evaporata e condensata, si effettua l’analisi a partire dal primo mese in cui è prevista condensazione. La quantità di acqua condensata accumulata alla fine dei mesi in cui è avvenuta condensazione viene poi confrontata con quella evaporata durante il resto dell’anno. Quando la quantità di acqua evaporata è pari a quella accumulata si avrà un flusso pari a zero. Rifacendosi a un calcolo stazionario rispetto ad uno dinamico non vengono considerati: - l’assorbimento capillare e il trasporto di acqua liquida; - il fattore di resistenza al vapore costante; - il valore calcolato in dipendenza da temperatura e pressione atmosferica; Il calcolo stazionario, inoltre, considera il trasporto di umidità solamente in relazione alla presenza di condensa interstiziale, non considerando le condizioni igrotermiche all’interno della stratigrafia, cioè i materiali sono considerati asciutti fino alla formazione di condensa.
è un coefficiente di trasporto che rappresenta la conducibilità del liquido. è a sua volta un coefficiente di trasporto, che dipende fortemente dal contenuto di umidità. Non è una proprietà intrinseca del materiale, ma dipende anche dalle condizioni a contorno; è la pressione di succhiamento che dipende dall’umidità relativa dell’aria che lo circonda; Il software PAN, sempre in accordo con la UNI EN ISO 13788, calcola la massa di vapore per unità di superficie, accumulata in corrispondenza dell’interfaccia, come una quantità influenzata unicamente dalla diffusione del vapore acqueo, senza tener conto del contributo dovuto al trasporto capillare. (7) è la massa di vapore per unità di superficie accumulata in corrispondenza dell’interfaccia;
2. Fenomeni tralasciati nel calcolo stazionario Per comprendere l’influenza dei fenomeni tralasciati (calore latente e trasporto capillare) nel calcolo stazionario è possibile fare un’analisi Si considera una stratigrafia tratta dal documento “Isolamento termico dall’interno senza barriera al vapore” [1]. Nell’intervento descritto, si è eseguita una coibentazione interna delle pareti con pannelli minerali in idrati di silicato di calcio (Multipor) dello spessore di 12 cm. Il pacchetto stratigrafico è composto dalla muratura esistente, in blocchi di pietra arenaria,
è il flusso di vapore che si propaga per diffusione; rappresenta lo spessore equivalente di aria per la diffusione del vapore acqueo; La formula estesa, quindi, risulta: (8) L’impiego di proprietà costanti dei materiali costituisce un’ulteriore approssimazione. Il fattore di resistenza al vapore, ad esempio, non è funzione dell’u-
Fig. 1 - Stratigrafia e caratteristiche dei materiali
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intonacata verso l’esterno con malta di calce e cemento e verso l’interno con intonaco di calce. L’intervento prevede l’aggiunta sul lato interno di un pannello minerale in idrati di silicati di calcio (Multipor) e di strati d’incollaggio e rasatura dello stesso (Ytong Multipor Adhesive)(Fig. 1).
e poter visualizzare meglio gli effetti del calore latente:
- Caso 1: Si considera il contributo del calore latente 2.1 Contributo del calore latente Il contributo fornito dal calore latente si trova nella legge di conservazione del calore (1). Si presenta come un flusso di calore: - Caso 2: Si trascura il contributo del calore latente
L’apporto dovuto al calore latente è direttamente proporzionale all’entalpia di vaporizzazione , proprietà intrinseca di ogni materiale. Il flusso dovuto al calore latente è inoltre direttamente proporzionale al flusso di vapore per diffusione . Il contributo di influisce sulla variazione di temperatura negli strati, poiché avviene a temperatura costante durante una trasformazione di fase. Al fine di analizzarne gli effetti si è considerata una stratigrafia in cui si verificasse condensa: partendo dalla stratigrafia precedentemente descritta si è aggiunta una barriera al vapore con pari a 1500000, posta in modo erroneo nella parte fredda dell’isolante, in modo che si generi condensa all’interno della parete. Si conducono due prove in regime dinamico con l’utilizzo di WUFI cambiando solamente l’impostazione del metodo di calcolo per quanto riguarda il flusso di calore. Si considera il trasporto di umidità dovuto solamente all’apporto dato dal flusso di vapore per diffusione e non si considera il fenomeno del trasporto capillare. Questo per garantire un accumulo maggiore di umidità nello strato d’interesse
Partendo da queste impostazioni di calcolo, si confrontano le temperature interne allo strato nel quale si presenta condensa: nell’isolante Ytong-Multipor. Si ottiene che nei mesi invernali, quindi con un cambio di stato da gas a liquido (condensazione), l’apporto del flusso di calore latente fa innalzare la temperatura. Viceversa nei mesi estivi, quelli nei quali si verifica un passaggio di stato da liquido a gas (evaporazione), si ottiene un abbassamento di temperatura (Fig. 2). L’influenza del calore latente sulla temperatura è però mediamente il 7o/00, per quanto concerne lo strato più critico di questa stratigrafia, quindi certamente trascurabile. 2.2 Contributo del trasporto capillare Il contributo fornito dal trasporto capillare è espresso nella legge del trasporto d’umidità (6) e vale:
Fig. 2 - Grafico rappresentante la differenza di temperatura tra il caso 1 e il caso 2
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Questo fenomeno influisce sul calcolo del contenuto d’umidità nella stratigrafia, che a sua volta influisce sulle caratteristiche dei materiali. Per capire quanto incida il trasporto capillare, si sono eseguite due prove, impostando metodi di calcolo differenti, partendo dalla stessa stratigrafia. Il flusso di calore è considerato in tutte le sue componenti , mentre il flusso di umidità viene analizzato in due casi differenti:
Analizzando le differenze di umidità relativa e contenuto di umidità all’interno dello strato più critico, cioè quello dell’intonaco Ytong-Multipor Adhesive, si nota che, nei mesi estivi, si riscontra una maggiore corrispondenza dei risultati tra i due casi, mentre, nei mesi invernali, si hanno valori più elevati nel secondo caso, cioè trascurando l’apporto del trasporto capillare. Questi risultati sono ragionevoli perché questo fenomeno fa sì che il contenuto d’umidità non permanga nel singolo strato, ma sia ridistribuito in tutta la stratigrafia. Si nota un incremento di umidità relativa nei mesi invernali pari mediamente al 5% (Fig. 3) e un incremento del contenuto d’umidità, sempre nei mesi invernali, pari al 18% circa (Fig. 4), per quanto concerne lo strato più critico di questa stratigrafia.
-Caso 1: Si considera il contributo del trasporto capillare
-Caso 2: Si trascura il contributo del trasporto capillare
3. Conclusioni Le differenze tra il calcolo stazionario e il calcolo dinamico sono riportate sinteticamente in Tabella 1 e si possono identificare i principali motivi ne: - le caratteristiche dei materiali considerate;
Fig. 3 - Grafico rappresentante la differenza di umidità relativa tra il caso 1 e il caso 2
Fig. 4 - Grafico rappresentante la differenza di contenuto d’umidità tra il caso 1 e il caso 2
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Il calcolo stazionario non tiene conto di variabili quali: la radiazione delle onde corte e lunghe, la velocità del vento media, la somma della pioggia verticale e l’indice di nuvolosità media. Le reali condizioni al contorno non sono costanti nell’arco né di un mese né di un’ora, dunque il calcolo dinamico è un modello più rappresentativo della realtà.
- le condizioni climatiche utilizzate; - gli algoritmi di calcolo adottati; I materiali utilizzati per il calcolo stazionario sono caratterizzati da valori costanti, mentre il calcolo dinamico necessita di specificazioni aggiuntive, descritte tramite funzioni igrotermiche. Ciò è evidentemente più realistico, in quanto al variare di temperatura, umidità relativa e contenuto d’umidità all’interno del materiale, si può ottenere una resa diversa di un materiale. Il calcolo dinamico considera condizioni climatiche esterne variabili a differenza del calcolo stazionario che utilizza, invece, delle medie che possono essere di tipo mensile o orario.
Le differenze sopracitate influenzano gli algoritmi di calcolo: la legge di conservazione del calore e la legge del trasporto di umidità. Entrambe le formule presentano da una parte la capacità dei materiali di assorbire calore e umidità e dall’altra la capacità di trasporto
Tabella 1 - Variabili considerate dal calcolo dinamico e dal calcolo statico
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degli stessi. Sempre la Tabella 1 mostra come gli algoritmi del calcolo dinamico tengono conto di fenomeni aggiuntivi: lo scambio di calore latente, per quanto riguarda il flusso di calore, e il trasporto capillare, per quanto riguarda il trasporto di umidità.
lori di umidità relativa all’interno dei materiali si riducono, favorendo un allontanamento dai valori di rischio di condensa interstiziale. Per quanto riguarda il contenuto d’umidità invece non è possibile effettuare un confronto tra i due metodi di calcolo. Esiste, infatti, una sostanziale differenza tra gli algoritmi che, per quanto riguarda la legge del trasporto di umidità, si evidenzia nella capacità di immagazzinare acqua. Il calcolo stazionario considera il trasporto di umidità solamente in relazione alla presenza di condensa interstiziale, non considerando le condizioni igrotermiche all’interno della stratigrafia, cioè fino alla formazione di condensa i
Analizzando più nel dettaglio i fenomeni aggiuntivi, ossia il trasporto capillare e il calore latente, si riscontra che, per quanto concerne la stratigrafia studiata, il contributo del trasporto capillare risulta avere una maggiore incidenza nei valori di umidità relativa e contenuto di umidità. Per effetto del trasporto capillare, infatti, i va-
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materiali sono considerati asciutti. Il calcolo dinamico, invece, considera la capacità di assorbimento e rilascio di umidità dei materiali in funzione dell’umidità relativa, a prescindere che si verifichino o meno le condizioni per la formazioni di condensa.
Bibliografia [1] ANIT (settembre 2013), Isolamento termico dall’interno senza barriera al vapore, versione 1, ANIT, Milano, IT [2] ANIT (3 maggio 2016), PAN 7 Manuale del software, ANIT, Milano, IT
A seguito del confronto tra il metodo stazionario e quello dinamico, effettuato tramite l’utilizzo dei programmi PAN e WUFI, si evince in primo luogo che il calcolo stazionario è maggiormente cautelativo rispetto ad una simulazione dinamica.
[3] Çengel, Y. (1998), “Termodinamica e trasmissione del calore”, McGrow-Hill libri Italia SRL, Milano, IT [4] UNI EN ISO 13788 (giugno 2013) Prestazione igrotermica dei componenti e degli elementi per l’edilizia, Temperatura superficiale interna per evitare l’umidità superficiale critica e la condensazione interstiziale, Metodi di calcolo, Milano, IT
Questo comporta che se il pacchetto stratigrafico è verificato con un calcolo stazionario, questo può considerarsi sufficiente al fine dell’analisi. Viceversa, se una struttura non fosse verificata col modello stazionario, il ricorso a simulazioni dinamiche meglio coglie l’effettivo comportamento della stratigrafia .
[5] UNI EN 15026 (luglio 2008) Prestazione termoigrometrica dei componenti e degli elementi di edificio, valutazione del trasferimento di umidità mediante una simulazione numerica, Milano, IT
Il calcolo stazionario, secondo la UNI EN ISO 13788, è una buona approssimazione nel caso in cui si abbiano strutture leggere, poco permeabili all’aria, che non contengano materiali che possono accumulare grandi quantità d’acqua. Essa non è adattata, invece, per la valutazione di componenti edilizie attraversate da flussi d’aria o caratterizzati da moti interni, né nel caso in cui la struttura assorba acqua piovana. Le principali semplificazione del metodo stazionario che determinano una fonte d’errore sono descritte nel capitolo 6.3 della norma UNI EN ISO 13788.
[6] Zirkelbach, D.,Schmidt, Th., Kehrer, M. and Künzel, H.M.,WUFI® Pro Manual, disponibile al link: https://web.fe.up.pt/~wufi/manual.pdf (accesso del 17 Novembre 2016)
*Alessandra Mesa, Laureanda in Ingegneria Edile Architettura presso il DICATAM, Università di Brescia. Margherita Mor, Laureanda in Ingegneria Edile Architettura presso il DICATAM, Università di Brescia. Alberto Arenghi, Professore Associato di Architettura Tecnica presso il DICATAM, Università di Brescia.
Anche il calcolo dinamico, effettuato con WUFI, pur considerando fenomeni aggiuntivi, non tiene conto dei moti d’aria per convezione all’interno della stratigrafia, i quali influiscono in maniera incisiva sul flusso di vapore e accumulo di umidità. Con un calcolo dinamico, inoltre, raramente si raggiungono livelli di umidità relativa pari al 100%, facendo quindi intendere un’assenza di condensa interstiziale. Per un’interpretazione corretta dei risultati è necessaria, pertanto, una conoscenza più approfondita dei fenomeni in atto, in modo da poter comprendere dai valori ottenuti se una condizione deve essere considerata critica.
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LE NOVITÀ LEGISLATIVE DI FINE ANNO di * Daniela Petrone
Premessa Come ogni anno si attende il 31 dicembre per le ultime novità legislative di fine anno, il decreto Milleproroghe è uno di questi.
a) qualora il riscaldamento, il raffreddamento o la fornitura di acqua calda ad un edificio o a un condominio siano effettuati tramite allacciamento ad una rete di teleriscaldamento o di teleraffrescamento, o tramite una fonte di riscaldamento o raffreddamento centralizzata, è obbligatoria, entro il 30 giugno 2017, l’installazione, a cura degli esercenti l’attività di misura, di un contatore di fornitura in corrispondenza dello scambiatore di calore di collegamento alla rete o del punto di fornitura dell’edificio o del condominio;
Decreto Milleproroghe Su Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.304 del 30-12-2016 è stato pubblicato il DL 30 dicembre 2016, n. 244, che risponde alla necessità ed urgenza di provvedere a alla proroga e definizione di termini di prossima scadenza. Le proroghe attinenti gli ambiti di competenza del Ministero dello Sviluppo economico e del Ministero dell’Ambiente riguardano due obblighi di imminente scadenza:
b) nei condomini e negli edifici polifunzionali riforniti da una fonte di riscaldamento o raffreddamento centralizzata o da una rete di teleriscaldamento o da un sistema di for nitura centralizzato che alimenta una pluralità di edifici, è obbligatoria l’installazione entro il 30 giugno 2017 a cura del proprietario, di sotto-contatori per misurare l’effettivo consumo di calore o di raffreddamento o di acqua calda per ciascuna unità immobiliare, nella misura in cui sia tecnicamente possibile, efficiente in ter mini di costi e proporzionato rispetto ai rispar mi energetici potenziali.
1. articolo 9, comma 5, del decreto legislativo 4 luglio 2014, n. 102 sulla misurazione e fatturazione del consumo energetico individuale 2. Allegato 3, comma 1, del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28 sulla percentuale di copertura del fabbisogno energetico di un edifici da fonti rinnovabili. Con riferimento al punto 1. sulla contabilizzazione dei consumi di ciascuna unità immobiliare e la suddivisione delle spese in base ai consumi effettivi delle medesime al fine di favorire il contenimento dei consumi stessi , gli obblighi previsti dall’articolo 9 comma 5 del D.Lgs. 102/14 (così come modificato dall’art. 5 del d.lgs. n. 141 del 2016) slittano al 30 giugno 2017 nello specifico:
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L’efficienza in termini di costi può essere valutata con riferimento alla metodologia indicata nella norma UNI EN 15459. Eventuali casi di impossibilità tecnica alla installazione dei suddetti sistemi di contabilizzazione o di inefficienza in termini di costi e sproporzione rispetto ai risparmi energetici potenziali, devono essere riportati in apposita relazione tecnica del progettista o del tecnico abilitato;
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Con riferimento al punto 2 sugli obblighi e relative decorrenze temporali previsti dal D.Lgs. 28/2011 relativi alla produzione di energia da fonti rinnovabili per gli edifici di nuova costruzione e per quelli sottoposti ad interventi di ristrutturazione rilevante, il decreto milleproroghe ha rinviato al 1 gennaio 2018 la data della richiesta del pertinente titolo abilitativo per l’entrata in vigore delle percentuali di maggiore copertura. Nello specifico sull’Allegato 3 è scritto :
c) nei casi in cui l’uso di sotto-contatori non sia tecnicamente possibile o non sia efficiente in termini di costi e proporzionato rispetto ai risparmi energetici potenziali, per la misura del riscaldamento si ricorre, a cura dei medesimi soggetti di cui alla lettera b), all’installazione di sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore individuali per quantificare il consumo di calore in corrispondenza a ciascun corpo scaldante posto all’interno delle unità immobiliari dei condomini o degli edifici polifunzionali, secondo quanto previsto norme tecniche vigenti, salvo che l’installazione di tali sistemi risulti essere non efficiente in termini di costi con riferimento alla metodologia indicata nella norma UNI EN 15459;
comma 1. Nel caso di edifici nuovi o edifici sottoposti a ristrutturazioni rilevanti, gli impianti di produzione di energia termica devono essere progettati e realizzati in modo da garantire il contemporaneo rispetto della copertura, tramite il ricorso ad energia prodotta da impianti alimentati da fonti rinnovabili, del 50% dei consumi previsti per l’acqua calda sanitaria e delle seguenti percentuali della somma dei consumi previsti per l’acqua calda sanitaria, il riscaldamento e il raffrescamento:
d) quando i condomini o gli edifici polifunzionali sono alimentati da teleriscaldamento o teleraffreddamento o da sistemi comuni di riscaldamento o raffreddamento, per la corretta suddivisione delle spese connesse al consumo di calore per il riscaldamento, il raffreddamento delle unità immobiliari e delle aree comuni, nonché per l’uso di acqua calda per il fabbisogno domestico, se prodotta in modo centralizzato, l’importo complessivo è suddiviso tra gli utenti finali, in base alla norma tecnica UNI 10200 e successive modifiche e aggiornamenti. Ove tale norma non sia applicabile o laddove siano comprovate, tramite apposita relazione tecnica asseverata, differenze di fabbisogno termico per metro quadro tra le unità immobiliari costituenti il condominio o l’edificio polifunzionale superiori al 50 per cento, è possibile suddividere l’importo complessivo tra gli utenti finali attribuendo una quota di almeno il 70 per cento agli effettivi prelievi volontari di energia termica.
a) il 20 per cento quando la richiesta del pertinente titolo edilizio e’ presentata dal 31 maggio 2012 al 31 dicembre 2013; b) il 35 per cento quando la richiesta del pertinente titolo edilizio e’ presentata dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2017; c) il 50 per cento quando la richiesta del pertinente titolo edilizio e’ rilasciato dal 1° gennaio 2018.
In tal caso gli importi rimanenti possono essere ripartiti, a titolo esemplificativo e non esaustivo, secondo i millesimi, i metri quadri o i metri cubi utili, oppure secondo le potenze installate.
Comma 3. Nel caso di edifici nuovi o edifici sottoposti a ristrutturazioni rilevanti, la potenza elettrica degli impianti alimentati da fonti rinnovabili che devono essere obbligatoriamente installati sopra o all’interno dell’edificio o nelle relative pertinenze, misurata in kW, e’ calcolata secondo la seguente formula:
E’ fatta salva la possibilità, per la prima stagione termica successiva all’installazione dei dispositivi di cui al presente comma, che la suddivisione si determini in base ai soli millesimi di proprietà.
P= (1/K )*S
Le disposizioni di cui alla presente lettera sono facoltative nei condomini o gli edifici polifunzionali ove alla data di entrata in vigore del presente decreto si sia già provveduto all’installazione dei dispositivi di cui al presente comma e si sia già provveduto alla relativa suddivisione delle spese.
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Dove S e’ la superficie in pianta dell’edificio al livello del terreno, misurata in m², e K e’ un coefficiente (m²/kW) che assume i seguenti valori: a) K = 80, quando la richiesta del pertinente titolo edilizio e’ presentata dal 31 maggio 2012 al 31 dicembre 2013;
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non il comma 3 pertanto le decorrenze temporali del comma 3 non viaggiano più di pari passo con quelle delle percentuali, probabilmente un errore o una svista del legislatore ha portato di fatto ad una maggiore confusione nell’applicazione degli obblighi.
b) K = 65, quando la richiesta del pertinente titolo edilizio e’ presentata dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2016; c) K = 50, quando la richiesta del pertinente titolo edilizio e’ presentata dal 1° gennaio 2017.
Volendo riportare in una tabella di sintesi gli obblighi in vigore del D.Lgs. 28/2011 per le nuove costruzioni e le ristrutturazioni rilevanti (definizione diversa da ristrutturazioni importanti di primo livello del DM 26/06/2015) abbiamo:
Comma 6. Per gli edifici pubblici gli obblighi di cui ai precedenti commi sono incrementati del 10%. Nel Decreto milleproroghe però è richiamato ai fini della proroga temporale solo il comma 1 e
Percentuale di copertura
Percentuale di copertura edifici pubblici
Data di richiesta del titolo abilitativo a partire dal 31 maggio 2012
50 % consumi di acqua calda sanitaria
+ 20% somma dei consumi previsti per l’acqua calda sanitaria, il riscaldamento e il raffrescamento
22% somma dei consumi previsti per l’acqua calda sanitaria, il riscaldamento e il raffrescamento
dal 31/05/2012 al 31/12/2013
35% somma dei consumi previsti per l’acqua calda sanitaria, il riscaldamento e il raffrescamento
38.5% somma dei consumi previsti per l’acqua calda sanitaria, il riscaldamento e il raffrescamento
dal 1 gennaio 2014 al 31 dicembre 2017
50% somma dei consumi previsti per l’acqua calda sanitaria, il riscaldamento e il raffrescamento
55% somma dei consumi previsti per l’acqua calda sanitaria, il riscaldamento e il raffrescamento
dal 1 gennaio 2018
+ Valore di K
Valore di K edifici pubblici
Data di richiesta del titolo abilitativo
80
72
dal 31 maggio 2012 al 31 dicembre 2013
65
58.5
dal 1 gennaio 2014 al 31 dicembre 2016
50
45
dal 1 gennaio 2017
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MISURE IN CAMPO PER LA DIAGNOSI ENERGETICA IN ESTATE di Alessandro Panzeri *
casi si evidenzia l’importanza di ridurre il più possibile l’incertezza dei dati in ingresso in relazione al modello di calcolo, tenuto conto dei contributi principali del bilancio e della loro incidenza nella valutazione complessiva del fabbisogno.
Introduzione Il tema delle diagnosi energetiche è sempre più presente nel panorama professionale nazionale. Di fondo è presente la domanda se i valori dei calcoli predittivi sono coerenti con i consumi reali. La sensibilità del professionista e la sua esperienza sono sicuramente aspetti rilevanti per la coerenza tra il progetto e il consumo. Fortunatamente molto spesso le diagnosi riguardano edifici esistenti molto energivori per il servizio prevalente di riscaldamento H. In questi
Il grafico 1 descrive il fabbisogno energetico di un piano tipo di un edificio residenziale esistente con impianto tradizionale e con una superficie vetrata pari a circa il 16% di quella calpestabile.
Figura 1: fabbisogno energetico mensile di un piano tipo di un edifici esistente.
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Come si evince dal grafico i contributi che hanno maggiore peso nel calcolo sono le perdite per trasmissione e le perdite dell’impianto. Ciò comporta che nella raccolta dati è necessario essere particolarmente attenti alla rappresentatività di questi due contributi affinando i dati ingresso.
simi input imprecisi”. L’uso delle misura della trasmittanza termica in opera, delle indagini termografiche passive e degli spessimetri durante la stagione invernale è indubbiamente utile. Il problema è che spesso ci si trova ad operare al di fuori della stagione di riscaldamento. Si è quindi ragionato sulla possibilità di usare la strumentazione di misura in questo periodo.
Se per esempio si commette un errore di valutazione del 50% rispetto alle perdite per trasmissione, il valore di fabbisogno energetico avrà uno scostamento prossimo al 30% del risultato corretto. Diversamente, un errore del 50% sui guadagni solari, comporta un scostamento del 3% rispetto al risultato corretto.
Idea di fondo L’idea generale è che l’irraggiamento solare è una forzante energetica di elevata potenzialità, che impatta sulle superfici disperdenti in ogni stagione dell’anno con conseguenze misurabili in termini di temperatura e flusso energetico presenti nelle strutture.
L’idea di fondo è che con pochi dati in ingresso iniziali corretti riguardanti: la geometria dell’edificio (volume climatizzato, superfici disperdenti), il rapporto componente vetrata/opaca, la destinazione d’uso e l’epoca di costruzione, sia possibile individuare rapidamente il bilancio energetico computando correttamente il peso dei contributi e l’eventuale necessità di affinamento dei dati, con lo scopo principale di validare il modello di calcolo per mezzo del confronto con dati di consumo reale.
E’ necessario ricordare, inoltre, che nella maggior parte degli edifici residenziali oggetto di diagnosi energetica la struttura di parete oggetto di studio non è caratterizzata da valori di sfasamento e attenuazioni particolarmente elevati. Prendiamo ad esempio una parete in laterizio alveolato da 30 cm caratterizzata da una trasmittanza termica U = 1.02 W/m²K, trasmittanza termica periodica Yie = 0.39 W/m²K, sfasamento temporale 9 h 1’ e attenuazione al 34 %.
Le perdite per trasmissione sono, negli edifici esistenti, estremamente rilevanti e dipendono da geometria e caratteristiche di trasmittanza termica e ponti termici. Le misure in campo, pur non paragonabili a quelle di laboratorio ovviamente, possono essere un valido ausilio alla riduzione dell’errore. L’approccio generale è “meglio pochi dati di controllo il più possibile governabili che tantis-
L’energia solare che impatta sulla superficie esterna surriscalda la stessa e genera un flusso di calore che in parte viene assorbito dalla struttura e in parte va a innalzare la temperatura interna superficiale della stessa. Con la strumentazione di misura si può monitorare il flusso energetico entrante e la temperatura superficiale e dell’a-
Figura 2: parete esempio in laterizio alveolato.
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ria interna ed esterna controllando il tutto con anche la termocamera. Tutto ciò è misurabile con la stessa strumentazione che si impiega per il comportamento invernale. Modelli predittivi in regime variabile con simulazione agli elementi finiti possono essere messi a confronto con la misura per capire se le ipotesi fatte sono coerenti con quanto misurato.
L’analisi basata sulla modellazione matematica della trasmissione del calore, influenzata dalla posizione degli strati e dalle caratteristiche di conduttività termica, spessore, calore specifico e densità, restituisce come risultato il valore dell’energia che attraversa la struttura in 24 ore in relazione alle condizioni al contorno ipotizzate. Questo dato è indicato nel software come “Energia interna” in [kJ/m²giorno]. Sono valori che si possono anche misurare in opera. La strumentazione di misura infatti monitora nel tempo la temperatura superficiale delle strutture e il flusso termico entrante/uscente.
Analisi dinamica predittiva della parete Anit ha sviluppato all’interno del software PAN una parte dedicata alla simulazione agli elementi finiti. Questa parte è nata per due motivi principali: poter valutare il comportamento dei materiali PCM (a cambiamento di fase) e poter studiare l’impatto dell’isolamento termico e dei cool roof in termini di efficacia estiva. L’analisi simula l’effetto della sollecitazione climatica esterna attraverso la struttura e per procedere al calcolo le operazioni da eseguire sono:
Cosa si misura? Stabilito che predittivamente è possibile valutare l’energia entrante/uscente di una struttura e le oscillazioni di temperatura superficiale interne ed esterne, cosa è necessario misurare in campo? I dati da misura per singola struttura sono (almeno): temperatura superficiale esterna [°C], temperatura superficiale interna [°C] e flusso termico interno [W/m²].
- impostare le condizioni climatiche esterne ipotizzando un’oscillazione termica tra un valore massimo e minimo a piacere (1); - impostare le condizioni climatiche interne ipotizzando un’oscillazione termica tra un valore massimo e minimo a piacere (2);
Si posiziona la strumentazione di misura su una parete con elevato irraggiamento solare, possibilmente a sud, sud-est, sud-ovest. La rielaborazione dati porta a valutare il valore di sfasamento temporale della struttura e la quantità di energia entrante durante l’intera sessione di misura espressa in [kJ/m²giorno]. Le due informazioni possono essere messe a con-
Sviluppata la simulazione (3) per 24 ore è possibile analizzare i risultati riportati in forma grafica (4) e analizzare i risultati riportati in forma numerica e (5).
Figura 3: simulazione agli elementi finiti di una parete isolata dall’interno con software PAN
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Figura 4: misura in opera di temperatura superficiale e di flusso termico fronto con il calcolo predittivo. Lo sfasamento temporale è indipendente dalle condizioni al contorno del calcolo predittivo, mentre l’energia entrante è da valutarsi ripetendo il calcolo predittivo in accordo con le condizioni al contorno misurate.
namento interno della strumentazione di misura: piastra termoflussimetrica e sonde di temperatura superficiale interna. La figura 6 mostra l’andamento durante una giornata tipo con oscillazione di temperatura superficiale esterna, interna e del flusso termico. La temperatura esterna arriva a toccare quasi i 40 °C e di notte scende a 13 °C. Sulla superficie interna oscilla intorno ai 20 °C. Il flusso termico in W/m² è negativo quando l’energia entra e positivo quando esce. Il flusso termico ha un comportamento da leggersi in
Esempio di valutazione In occasione di un intervento di diagnosi energetica si è proceduto a valutare la trasmittanza termica di una struttura di parete al di fuori della stagione di riscaldamento. Le misure sono state condotte in aprile. La figura 5 mostra il posizio-
Figura 5: foto di posa della strumentazione dall’interno
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Figura 6: misure istantanee del23 aprile 2015, flusso e temperatura relazione alla sollecitazione esterna. Il picco di flusso interno ha infatti un ritardo temporale rispetto al picco di temperatura esterna che dipende dalla capacità inerziale della struttura oggetto di indagine.
sfasamento temporale (3h) e la quantità di energia entrante durante le 24 ore considerata in relazione alle condizioni di temperatura misurate (443 kJ/m²). La tabella 1 riassume i risultati delle simulazioni agli elementi finiti condotte su diverse strutture con i dati al contorno misurati (temperature superficiali). L’energia entrante calcolata è confrontata con quella misurata in campo.
Dalla misura si ricavano la temperatura minima esterna (13 °C), la temperatura massima esterna (38 °C), la temperatura minima interna (17 °C), la temperatura massima interna (24 C), lo
Tabella 1: risultati simulazioni agli elementi finiti di 8 strutture
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La struttura calcolata più coerente con i dati misurati è la struttura 1; ha infatti una quantità di energia entrante e uno sfasamento termico comparabile con quelli misurati. La struttura 1 è costituita da un doppio tavolato in mattoni forati, con un’intercapedine d’aria e con un valore di trasmittanza 1,10 [W/m²K]. Come si evince dalla tabella, la struttura non è sicuramente costituita da cemento armato che consente un maggiore ingresso di energia, nè sono presenti pannelli di isolamento termico che ridurrebbero drasticamente l’ingresso di energia. Le informazioni che si ricavano quindi dalla misura sono estremamente preziose poiché, se ben lette, possono confermare o screditare ipotesi prive di basi quantitative.
ti correttamente, daranno i risultati promessi di riduzione delle dispersioni. Attenzione quindi alla proposta di isolamento termico, che deve essere realizzata tenendo conto della correttezza sostanziale delle dichiarazioni dei produttori, ovvero seguendo indicazioni che riportino marcatura CE, ETA e prove di laboratorio non solo in accordo con la normativa nazionale ed europea ma anche rappresentative statisticamente di quanto si trova in opera (vedi norma UNI EN 10456 per i materiali isolanti e UNI EN 1745 per malte e intonaci isolanti e UNI 16012 per isolani riflettenti, ecc..). Poter impiegare strumentazione di misura sulle strutture opache anche al di fuori della stagione di riscaldamento comporta ampliare le possibilità di indagini durante tutto l’anno, rendendo più ingegneristici i risultati che si raggiungono e più ammortizzabile l’uso della strumentazione.
Criticità Come in tutte le misure condotte in campo, sono presenti delle criticità. Se ne indicano alcune macroscopiche: l’errore di misura della strumentazione stessa, il diverso valore di assorbimento solare del rivestimento delle sonde di temperatura esterna e di quello della struttura, i moti convettivi e radiativi interni ed esterni che possono influenzare il dato di flusso e di temperatura, la presenza di umidità che altera i risultati misurati rispetto a quelli calcolati. Un’ulteriore criticità formale è l’assenza di normativa dedicata di riferimento. Scopo dell’articolo è comunque di rivolgersi a professionisti che sono alla ricerca di informazioni più dettagliate e che vogliono potenziare la raccolta dati.
Bibliografia [1] A. Panzeri, Diagnosi energetica, non carta ma sostanza. Neo Eubios 50. Ed. da TEP srl, Dicembre 2014 [2] R. Esposti, G. Galbusera, A. Panzeri e C. Salani, Muffa, condensa e ponti termici. Volume 4, collana: l’isolamento termico e acustico. 2a Ed. da Tep srl, Gennaio 2014 [3] A.A.V.V. La misura della trasmittanza in opera. Collana Manuali ANIT, Ottobre 2013
Conclusioni La misura in estate consente quindi di individuare sulla base dei valori di energia entrante e dello sfasamento termico la tipologia di struttura caratterizzata da una trasmittanza calcolata su base analitica. Le misure che restituiscono un dato di partenza più sicuro non sono solo rilevanti al fine di migliorare le informazioni in ingresso in fase di diagnosi, ma sono anche estremamente utili ai fini della correttezza della valutazione di beneficio futuro. Conoscendo con un ridotto margine di errore il valore di partenza delle trasmittanze delle strutture, le proposte di isolamento termico con materiali con conduttività termica dichiarata, posa-
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* Ing. Alessandro Panzeri, Esperto ANIT.
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CIAO PROF! Autobiografia di un mito dell’acustica, Leo Beranek (1914 – 2016) a cura di Susanna Mammi *
dell’università. Al suo secondo anno di liceo (autunno del 1928), la famiglia si spostò a Mt. Vernon (Iowa), dopo che il padre si risposò e si associò al cugino nell’attività “Beranek Hardware”. Tra le altre cose, il negozio era specializzato nella vendita di radio che richiedevano l’installazione a domicilio e la manutenzione post-vendita. Riconoscendo l’attività come un mercato in espansione, il padre di Leo lo spinse a frequentare un corso per corrispondenza di tecnologia radio e riparazione. Leo frequentò le lezioni settimanali seriamente e sotto il consiglio del padre, divenne presto apprendista al servizio della radio di Mt. Vernon e poi esperto “addetto radio” nel vicino Cornell College. All’età di 16 anni, Leo era già un esperto locale, soprannominato “L’Uomo della Radio”.
Lo scorso 11 ottobre è mancato all’età di 102 anni, il Prof. Leo L. Beranek. Per chi si occupa di acustica, Beranek è stato davvero un punto di riferimento e “un mito” per citare alcuni colleghi che ne hanno apprezzato in questi anni il duro lavoro. Ai più giovani nella materia, ci permettiamo di riportare l’appassionante autobiografia così come da lui scritta nel corso del 2016.
2. Cornell College, Mt. Vernon, Iowa Dopo aver ottenuto massimi voti al Liceo di Mt. Vernon nel 1931, Leo fu accettato all’Università di Cornell (IA). Gli affari del negozio “Beranek Hardware” furono colpiti duramente dalla Grande Depressione del ‘29 e il padre lasciò Mt. Vernon quella stessa estate. Lasciato solo e dovendo badare a se stesso, Leo pagò 400$ della retta del suo primo anno al College con i 500$ che guadagnò dalle esibizioni con la banda e dalle riparazioni di radio. Per un caso, ritirò il suo denaro proprio il giorno prima che la sua banca chiudesse defini-
1. Primi anni, 0 - 12 Leo Beranek nacque a Solon, nello stato dell’Iowa (USA) nel 1914 e iniziò la sua formazione all’età di 5 nella piccola scuola di Tipton. Quando aveva soli 11 anni, la madre morì e il padre decise di spostare la famiglia nuovamente a Solon. Nella Public School di Solon, Leo fu introdotto alla batteria dalla banda della scuola e incoraggiato dal padre, fu istruito alle percussioni. All’età di 14 anni si unì alla banda locale di danza e continuò a suonare fino ai primi anni
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tivamente, un’altra vittima della Grande Depressione. Al Cornell primeggiò in Fisica e Matematica e suonò i timpani nell’orchestra sinfonica dell’università. Poiché i lavori di riparazione delle radio non generavano sufficienti guadagni per sostenere le spese universitarie e di vitto e alloggio, Leo fu obbligato a sospendere i propri studi dopo il secondo anno. Trovò lavoro come assistente nel Dipartimento di Ingegneria della Collins Radio, una nuova Azienda di produzione di radio trasmettitori con sede a Cedar Rapids, in Iowa. Dopo un anno e mezzo, risparmiò sufficientemente per fare il suo ritorno all’Università di Cornell dove aprì una nuova attività di riparazioni radio e di impianti elettrici. L’attività divenne così popolare che dovette assumere due dipendenti per sostenere la richiesta. Leo studiava e frequentava le lezioni ogni giorno fino al tre del pomeriggio per poi recarsi al lavoro. Nell’agosto di quell’estate, il caso cambiò per sempre il suo futuro. L’autostrada principale tra New York e San Francisco di allora era la Lincoln Highway che correva tra il centro di Mt. Vernon passando per i bordi di Cornell. Mentre vi camminava a piedi, s’imbatté in un’auto targata Massachussets con le gomme a terra, che si offrì di aiutare a cambiare. Con il guidatore, si ritrovò a parlare delle ristrettezze finanziarie che ostacolavano le sue speranze di continuare gli studi. Dopo un po’ di discussioni, il guidatore gli suggerì di fare domanda all’Università di Harvard offrendosi di dargli le sue referenze e fornendogli i nomi delle persone da contattare. Con grade sorpresa Leo scoprì che il guidatore dell’auto si chiamava Glenn Browning ed era il titolare di un’azienda che produceva radio dopo aver insegnato Ingegneria ad Harvard e aver scritto un articolo su “Radio News” che Leo aveva letto proprio quella stessa mattina! Le raccomandazioni di Glenn Browning furono di grande aiuto a Leo e gli permisero di ricevere una borsa di studio completa ad Harvard per l’anno seguente. Nell’agosto del 1936, Leo si congedò dal Cornell College con un Diploma di onorificenza.
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3. Università di Harvard Leo arrivò ad Harvard nell’autunno del 1936 e completò il suo primo anno di studi con “A” in tutte le materie. Il Professor F. V. Hunt, fondatore del Laboratorio di acustica subacquea di Harvard, gli offrì una posizione semi-pagata come assistente di ricerca per l’anno seguente dove avrebbe potuto lavorare in vista del dottorato, con Hunt supervisore della sua tesi. Leo propose due studi al Bollettino dell’Acoustical Society of America nell’aprile del 1940 che furono pubblicati a luglio con grande plauso e furono premiati nel giugno 1940 con un D.Sc. degree. 4. Laboratorio elettro-acustico, Seconda guerra mondiale Non molto dopo che Leo completò la sua tesi sulle proprietà dei materiali acustici commerciali, il Presidente Franklin D. Roosevelt fondò il Comitato di Ricerca per la Difesa Nazionale (NDRC, National Defense Research Committee) con lo scopo di destinare fondi alla ricerca civile per la soluzione di problemi militari. Nel novembre del 1940, l’NDRC istituì il Laboratorio Elettro-acustico (EAL) presso l’Università di Harvard, con Direttore: Leo Beranek. Il primo incarico dell’EAL fu quello di sviluppare un nuovo materiale leggero per isolare dal rumore gli abitacoli degli aeroplani militari. Beranek, al lavoro con la “Owens Corning Fiberglass Company”, sviluppò i materiali che ancora oggi rimangono allo stato dell’arte per questo scopo. Il successivo incarico fu quello di rendere possibile la comunicazione tra l’equipaggio nei velivoli militari oltre i 1000 metri di altitudine (l’assenza di pressurizzazione delle cabine richiedeva che si indossassero maschere d’ossigeno). Per via dell’urgenza della richiesta, l’EAL ampliò la sua squadra a 100 ricercatori che testarono l’attrezzatura esistente per la comunicazione e monitorarono e analizzarono i cambiamenti nei livelli di voce e di ascolto alle varie altitudini per sviluppare nuovi equipaggiamenti e rendere possibile la comunicazione. Questa ricerca fu un grande successo e alla fine del 1942 nuove cuffie, microfoni, masche-
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re d’ossigeno e caschi insonorizzati furono spediti alle forze armate britanniche navali e aeronautiche. L’esercito USA stava programmando un “finto” esercito per raggirare le forze nemiche. Sviluppò cisterne, camion e artiglieria in gomma piuma da collocare sulle coste nell’Est dell’Inghilterra e da usare sul suolo europeo se l’invasione avesse funzionato. Per rendere realistica la messa in scena, la movimentazione di questi “equipaggiamenti” doveva essere rumorosa e richiedeva grandi altoparlanti. Fu quindi chiesto all’EAL di inventare e costruire rapidamente un’ampia camera di prova che confinasse il rumore indoor senza rifletterne i suoni, invalidando i test. Beranek, con l’aiuto di uno studente di Harvard pagato apposta per il lavoro, condusse la ricerca che vide la costruzione di un’ampia stanza con spesse pareti di cemento su cui ciascuna delle sei superfici, furono installati dei cunei a base quadrata in fibra di vetro di lunghezza di circa 1 metro e base di circa 20 centimetri. La camera fu un tale successo che ancora oggi rimane lo stato dell’arte delle camere di test acustici di ogni dimensione, usate in tutto il mondo. Inoltre, la ricerca di Beranek lo portò a coniare il termine “anecoico”, che letteralmente significa “caratterizzato dall’assenza di eco”, parola che fu introdotta nel dizionario nel 1948.
5. Laboratorio di ricerca di sistemi, Seconda Guerra mondiale Come risultato del suo grande successo nel risolvere problemi militari, a Beranek fu chiesto dal Dipartimento dell’aeronautica Bureau of Ships di costruire un laboratorio per migliorare la capacità delle navi di allontanare gli attacchi dei velivoli kamikaze giapponesi. L’obiettivo del laboratorio, chiamato Systems Research Laboratory, fu quello di velocizzare il tempo che intercorreva tra il rilevamento di un aeroplano dal radar e il momento in cui i cannoni potevano sparare sul target. Fino ad allora infatti, i velivoli kamikaze che volavano a bassa quota non venivano rilevati dal radar finché non apparivano all’orizzonte. Le informazioni radar dovevano quindi essere inviate alle stazioni di artiglieria che dovevano così orientare i cannoni nella giusta direzione prima di sparare. La sequenza era così lunga che le bombe kamikaze avevano il tempo di raggiungere le navi e colpirle. Beranek costruì una “nave su terra” detta la “Coda di castoro USS”, in un edificio situato sulla punta a sud di un’isola nella Baia di Narragansett (Jamestown, R. I.). Questa “nave” era dotata del più nuovo tipo di radar e poté essere testata dai velivoli della vicina base militare di Quonset. I test furono completati nei primi mesi del 1945 e i primi risultati della ricerca furono installati sulle navi non appena finì la guerra. L’anno seguente, presso la Facoltà di Harvard
Pubblicità dell’epoca dell’accessorio per telefono, Hush-a-Phone.
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Copertina del libro “Acoustics”
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con la Borsa di studio Guggenheim, Beranek scrisse il libro “Misure acustiche”. E’ proprio questa invenzione che ispirò il design originale del telefono “Hush-a-Phone”, un accessorio in grado di garantire la privacy all’utente usando la cornetta.
Beranek, con l’esperienza maturata nel campo militare, disegnò e costruì il più grande silenziatore al mondo e in un solo anno il problema acustico del centro fu risolto. Allo stesso modo, anche per la NYPA, si trattava di ridurre rumore. Beranek e il suo staff determinarono per prima il livello massimo di rumore che un nuovo jet da passeggeri poteva produrre nei dintorni dell’adiacente aeroporto JFK e poi fecero le misure per determinare quanto rumore faceva effettivamente il nuovo Boeing 707. Sull’unione e l’analisi dei risultati, si stabilì che il Boeing 707 necessitava di grandi silenziatori sui propri motori e di seguire una specifica procedura per il decollo in modo da ridurre il rumore sul vicinato.
6. Professore associato di Ingegneria della Comunicazione, M.I.T. Nell’autunno del 1947 Beranek divenne Professore associato in Ingegneria della Comunicazione e co-direttore del Laboratorio di acustica all’Istituto di Tecnologia del Massachussetts dove tenne un corso avanzato di acustica e scrisse il libro “Acoustics” che divenne un testo didattico di riferimento in tutto il mondo. [NdC: il Volume è acquistabile su Amazon, anche in versioni d’epoca, molto rare].
9. ARPANET e la nascita di INTERNET Nel 1955, in veste di Presidente della BBN, Beranek portò la Società ad espandere le proprie attività oltre la consulenza acustica assumendo il Professore J.C.R. Licklider, un rinomato psicologo e scienziato, attivo al di fuori dell’MIT. Nel 1965 Licklider e il suo gruppo rappresentavano una delle migliori squadre di esperti di software e “computer science” dell’Est. Nel 1968 il gruppo rispose all’invito dell’Agenzia per i Progetti Avanzati di Ricerca (ARPA) del Dipartimento della Difesa degli USA, di inventare e realizzare una rete che connettesse tra loro 19 computer “main-frame”, di tipologia differente, che ARPA aveva a suo tempo fornito a diverse università e laboratori. Tredici Società risposero all’invito e ARPA le ridusse a due: Raytheon e BBN. Nel dicembre del 1968, a BBN fu assegnato il contratto per costruire la rete ARPA. Essa consisteva di 19 “Interface Message Processors (IMP)”, ciascuno dei quali era associato a un singolo computer. I segnali della rete viaggiavano da un IPM all’altro e ciascuno di essi agiva come interprete dei messaggi che arrivavano dal suo compunter “main-frame” associato. Il primo messaggio tra due computer e il loro IPM, fu spedito nel settembre 1969. Nel 1970 BBN inventò l’e-mail, così come lo conosciamo oggi. La rete ARPA crebbe e quando raggiunse i 500 utenti fu divisa in due e connessa con il protocollo TCP/IP. Questo successe il 1 gennaio 1983, la nascita ufficiale di INTERNET.
7. Bolt Beranek & Newman e l’edificio delle Nazioni Unite La costruzione di nuovi edifici fiorì dopo la guerra negli Stati Uniti e gli architetti spesso necessitavano di consulenze di acustica da professori e ricercatori dell’MIT. Nel novembre del ’48, in risposta a una nuova richiesta, l’allora Presidente dell’MIT chiese al Professor Richard Bolt, del Dipartimento di Fisica e a Leo Beranek di istituire una Società di consulenza acustica. Un anno dopo, Robert Newman, Professore del Dipartimento di Architettura, fu unito allo studio che diventò conosciuto come il “Bolt Beranek & Newman” (BBN). Il primo lavoro commissionato fu quello di consulenza acustica sugli edifici della sede delle Nazioni Unite a New York City che “inaugurò” il successo della Società, che divenne il più grande studio di consulenza acustica del mondo. 8. I problemi acustici della NASA e dell’era dei Jet (PNYA) I due lavori seguenti di BBN condotti da Beranek furono per la NASA in Cleveland e per l’Autorità Portuale di New York (NYPA). La NASA aveva un centro di prova per motori jet, che la prima volta che fu usato nel 1950 per testare un motore jet supersonico, creò un tale rumore fino a diverse miglia fuori dalla città che la municipalità di Cleveland obbligò a chiuderlo.
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Il Tanglewood Music Shed oggi
confuso. Cantanti e musicisti se la passavano anche peggio. A BBN fu quindi chiesto di migliorare l’acustica e sotto la guida di Beranek, lo staff sviluppò una tettoia di forma triangolare, aperta al 50%, con pannelli che iniziavano al di sopra del palco e finivano a 1/3 della distanza del retro dell’Hangar. Fu quindi disegnato un nuovo palco, più ampio e con pareti ondulate e la sala fu riempita di 5.000 sedie non imbottite. Così ridisegnato, il “Tanglewood Music Shed” di Lenox riaprì nel 1959 e rimane ad oggi un acclamato successo.
10. Il Tanglewood [Serge Koussevitzky] Music Shed di Lenox, Massachusetts Il “Tanglewood Music Shed” fu completato nel 1938 con un bassissimo budget. Si trattava di un ampio granaio a forma di ventaglio con un soffitto sostenuto da travi a vista e le cui mura laterali rimanevano aperte consentendo alla musica di poter essere ascoltata da un pubblico di circa 10.000 persone sedute su un prato. Il palco fu spostato sul davanti da una precedente tribuna fatta di tende. Amanti della musica e critici protestarono che il suono era poco chiaro, troppo riverberante e
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Bozzetto preliminare del nuovo studio del Canale 5, che ne illustra il concetto e la versatilitĂ . Design: Wyman & Cannan. http://billcannandesign.com/wcvb.html
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11. La nascita di WCVB, “Probabilmente il migliore canale TV della Nazione” Come risultato delle investigazioni di lunga data da parte della Commissione Federale delle Comunicazioni (FCC), la società che gestiva il Canale TV-5 di Boston, di proprietà della Herald Traveler Corporation, fu privata della concessione di messa in onda e l’FCC pubblicò un bando per selezionare una nuova Azienda da incaricare. Nel 1963, un gruppo di trenta cittadini della Greater Boston, che si facevano chiamare i “Boston Broadcasters, Inc.” (BBI), con Beranek alla loro guida come Presidente, fecero domanda per la licenza. C’erano altri tre concorrenti al progetto, e uno di loro era di nuovo la WHDH. L’FCC nominò un esaminatore per condurre gli ascolti. Tutti i membri dei quattro gruppi si presentarono davanti a lui, in un’aula di giustizia a Washington D.C. Le audizioni si conclusero nel luglio del 1965. L’esaminatore deliberò in favore di WHDH, ma nel gennaio del 1969, l’FCC scelse di conferire il diritto a trasmettere il Canale 5, a BBI. I responsabili della WHDH contestarono la decisione presentando ricorso alla Corte Federale (e alla Corte Suprema degli Stati Uniti per ben tre volte). BBI vinse ogni volta e il Canale andò in onda il 19 marzo 1972 con il nuovo nome di WCVB. La stazione ebbe un tale successo che un articolo di un’intera pagina sul New York Times intitolato “Qualcuno dice che questo è il miglior canale d’America”, ne pubblicizzò la programmazione innovativa. BBI vendette la licenza del Canale a Metromedia nel maggio del 1982.
teatro, che aprì nel settembre del 1997, è oggi considerato come uno dei cinque teatri acusticamente più performanti del mondo. Poi ci fu il nuovo teatro nazionale di Tokyo (che aprì anch’esso nel 1997) per cui Beranek propose un nuovo design che impiegava le superfici laterali e sovrastanti il proscenio in modo da funzionare da “ripetitori” per le voci dei cantanti che potevano essere proiettate a livelli sonori più alti rendendo per loro più facile cantare sopra la musica dalla buca d’orchestra. Beranek fu consulente per altri tre teatri da concerto e un teatro di prosa in Giappone, che furono tutti un successo. Nello stesso periodo, pubblicò altri due libri su sale da concerto e teatri d’opera, “Come suonano” (1996) e “Musica, Acustica e Architettura (2004).
12. Cinque sale di successo e un teatro d’opera in Giappone Una volta conclusa l’esperienza nella televisione, Beranek ritornò alle sue radici di ingegneria acustica con consulenze per cinque teatri e un teatro d’opera in Giappone. Ci fu la Tokyo Opera City Concert Hall, su cui Beranek fu il principale consulente acustico e che fu salutata dal New York Times (18.04.2000) come un “miracolo” acustico. Il
14. Attività di pubblico servizio Intorno al 1965, Beranek divenne Presidente della Cambridge Society for Early Music. Assunse un nuovo direttore e rese la Società, con quella di New York, responsabile per la diffusione delle rappresentazioni di musica classica medievale, rinascimentale e barocca. Questo lo portò a diventare prima membro e poi Presidente del consiglio di amministrazione dell’Orchestra sinfonica di Boston (BSO) a
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13. “Acustica dei teatri, recenti scoperte” L’ultima pubblicazione scientifica scritta da Beranek fu pubblicata nell’aprile del 2016 sul periodico dell’Acoustical Society of America (Volume 139, Pagine 1548-1558), quando l’autore aveva 101 anni. Lo studio, intitolato “Acustica dei teatri: recenti scoperte” sintetizza le scoperte di una serie di recenti studi pubblicati su varie riviste scientifiche e riguardanti gli aspetti fisici e psicologici dell’acustica nelle sale da concerto e relativi a ciò che Beranek e gli altri misurarono e osservarono negli anni nei teatri esistenti di varie misure, forme e dettagli. Il lavoro classifica acusticamente un ampio numero di sale da concerto e presenta dati tecnici e fisici che spiegano le differenze del loro ordine di classificazione, con lo scopo di proporre una guida il più dettagliata possibile per ottenere teatri di successo nei progetti futuri.
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Leo L. Beranek - Symphony Hall, Boston
partire dal 1968 fino al 1993. Quando la BSO di trovò in difficoltà finanziarie, fu grazie a Beranek che furono possibili i maggiori finanziamenti. Servì per cinque anni come Presidente il Consiglio per gli Affari Esteri di Boston. Dal 1989 al 1994, si prestò pressoché a tempo pieno, non pagato, a Presidente dell’Accademia americana di Arti e Scienze. Nel 1984, l’alumni dell’Università di Harvard lo nominò membro del consiglio di amministrazione, una posizione che tenne per tutto il mandato di sei anni. Beranek è membro a vita della Historical Society del Massachusetts. Ha anche servito come Presidente l’Acoustical Society of America e l’Audio Engineering Society.
Premi: 2003 National Medal of Science; IEEE Founders Medal; Acoustical Society of America Gold Medal; Audio Engineering Society Gold Medal; American Academy of Arts and Sciences Scholar-Patriot Distinguished Service Award; American Society of Mechanical Engineers Gold Medal,; Eta Kappa Nu Vladimir Karapetoff Outstanding Technical Achievement Award; Institute of Acoustics, Peter Barnett Memorial Award, International Commission on Acoustics: Lifetime Achievement Award, Institute of Acoustics Rayleigh Medal; Mexican Acoustical Society Lord Rayleigh Medal, European Acoustical Association, E.A A. Award;, Eta Kappa Nu Award for Outstanding Achievement; Spanish Acoustical Society Caracola de la Sac Award, Radio and TV Commission, Abe Lincoln TV Award (Top USA Award for TV Management).
15. Onorificenze e Premi Onorificenze: Phi Beta Kappa, Sigma Xi, Eta Kappa Nu. Membro della National Academy of Engineering; Membro IEEE; Membro American Physical Society; Membro American Academy of Arts and Sciences; Membro onorario dell’Acoustical Society of America; Membro onorario dell’Audio Engineering Society; Membro onorario dell’International Institute of Acoustics and Vibration; Membro dell’Institute of Acoustics (England); Membro onorario dell’American Institute of Architects. U. S. A.; Certificato presidenziale di Merito per l’impegno nella Seconda Guerra Mondiale (Presidente H. S. Truman).
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Dottorati onorari: Dottore in Scienza, Cornell College (Iowa); Dottore in Ingegneria, Worcester Polytechnic Institute; Dottore in Scienze commerciali, Suffolk University; Dottore in Legge, Emerson College, Boston; Dottore in Pubblico servizio, Northeastern University. Leo Beranek (1914-2016) * Susanna Mammi, Ufficio Stampa ANIT
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IV CONGRESSO ANIT Breve resoconto per chi c’era e chi no. a cura di ANIT
Si è svolto lo scorso 24 novembre 2016 il IV Congresso Nazionale ANIT dedicato al risparmio energetico e all’acustica in edilizia organizzato da ANIT. L’evento ha visto la partecipazione di oltre 250 addetti del settore – tra professionisti e Aziende – e ha costituito un momento di confronto e dialogo tra esperti per parlare dei temi più attuali del settore delle costruzioni di oggi. I lavori si sono svolti in tre sessioni contemporanee toccando i temi dell’acustica in edilizia, dell’efficienza energetica (dalle regole legislative alla riqualificazione dell’esistente) e l’analisi del mercato del settore con autorevoli interventi da parte dei referenti legislativi nazionali e regionali. Di seguito riportiamo un breve resoconto a cura dei moderatori delle Sessioni, ad uso di chi c’era e non c’era.
dell’involucro infatti, d’inverno e d’estate, viene analizzata sia nella sua interezza con gli indici di prestazione energetica d’involucro sia ponendo dei limiti specifici come il coefficiente medio di scambio termico e l’area solare equivalente. Questi parametri sono nuovi e i professionisti devono imparare a conoscerli e a valutarli anche durante la fase progettuale. Il limite globale sull’efficienza energetica non sarà il problema principale da risolvere quanto invece gli indici di involucro. Le trasmittanze di riferimento per l’edificio nuovo e quelle limite per l’edificio esistente sono da valutare tenendo conto sempre anche dei ponti termici in maniera sistematica e questo, soprattutto nelle regioni con valori più restrittivi, ha messo in crisi alcuni interventi su edifici esistenti in cui non è possibile la correzione adeguata delle discontinuità di isolamento. Molto dibattito è scaturito anche delle criticità di calcolo con il CTI e le imprese di costruzione oltre che per gli aspetti legati all’efficienza energetica estiva, altro punto focale del decreto“.
Regole per l’efficienza energetica: il punto di vista del legislatore Così riassume l’Ing. Valeria Erba, Presidente ANIT, la sua sessione dedicata al tema dell’efficienza energetica: “Da ormai un anno è in vigore il nuovo Decreto 26 giugno 2015 che definisce i criteri di valutazione e prescrizioni limite per gli edifici di nuova costruzione e per gli interventi su edifici esistenti. Il Decreto inoltre introduce i criteri per poter qualificare un edificio come edificio ad energia quasi zero come previsto per la direttiva 31/2010 e propone i nuovi metodi di classificazione energetica e relativi modelli di certificato. Si tratta di un documento tecnico molto articolato e non facile da presentare. Tra le novità c’è il fatto che il MISE ha voluto puntare molto sull’edificio, proponendo diversi limiti sull’involucro. La prestazione
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to le procedure per diventare tecnici competenti in acustica ambientale. Infine la quarta relazione, esposta dell’Ing. Stefano Benedetti dello Staff ANIT, ha analizzato il tema “Acustica e ristrutturazioni”. Sono state discusse le leggi nazionali e regionali attualmente in vigore e le possibili soluzioni tecnologiche per migliorare le prestazioni acustiche di edifici esistenti. Inoltre alcuni casi studio hanno evidenziato come sia concretamente possibile migliorare il comfort abitativo anche in immobili già costruiti. Su questo tema ANIT svilupperà una specifica GUIDA da scaricare online per i propri associati. Nel primo pomeriggio, nella stessa sala, si è svolta la Tavola Rotonda dal titolo “Nuove competenze per i professionisti di acustica edilizia”.
L’acustica edilizia del futuro. Normativa, calcoli previsionali, misure in opera Il tema dell’acustica edilizia è stato analizzato al mattino e nel primo pomeriggio all’interno della Sala 3. Obiettivi dell’incontro, coordinato dall’Ing. Matteo Borghi dello Staff ANIT, erano fare il punto sull’attuale situazione legislativa e normativa e dialogare in merito ai possibili sviluppi futuri del settore. Nella prima parte della giornata si sono susseguiti 4 interventi tecnici. La prima relazione, ad opera dell’Ing. Luca Barbaresi, ricercatore universitario presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Bologna, ha riguardato le bozze delle nuove norme UNI EN ISO 12354 per il calcolo previsionale dei requisiti acustici passivi degli edifici. Barbaresi ha evidenziato che i nuovi documenti propongono alcune modifiche al modello di calcolo dell’indice di livello di rumore da calpestio ed alla valutazione dell’isolamento ai rumori aerei. Per quest’ultimo aspetto in particolare sono state introdotte nuove relazioni matematiche per l’analisi dell’indice di riduzione delle vibrazioni ai giunti (Kij) e il calcolo dell’incremento di potere fonoisolante (ΔRw). Le nuove norme verranno ragionevolmente stampate entro la primavera del 2017. Il secondo intervento, curato dall’Ing. Nicola Granzotto, ricercatore universitario presso il Dipartimento di Fisica Tecnica dell’Università di Padova, ha analizzato i contenuti delle norme UNI EN ISO 16283 per la misura in opera dei requisiti acustici. I documenti, che ormai sostituiscono integralmente le precedenti ISO 140, specificano meglio come eseguire le rilevazioni ed analizzare i dati. Granzotto ha anche evidenziato che, in alcuni sporadici casi, può accadere che una misura eseguita con le tecniche precedenti può determinare un risultato in parte differente rispetto alle nuove procedure. L’Ing. Salvatore Curcuruto, dirigente presso l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), ha invece analizzato gli aspetti legislativi conseguenti alla “delega al Governo in materia di inquinamento acustico” riportata nella Legge Europea 2013 bis (Legge 30-10-2014, n. 161). Curcuruto ha indicato che ISPRA è stata coinvolta nei mesi scorsi nella scrittura di nuovi decreti, ma che solo alcuni documenti sono poi stati presi in considerazione dall’ufficio legislativo del Ministero dell’Ambiente. In particolare proprio il giorno del Congresso erano in fase di verifica, a livello governativo, proposte di decreti legislativi sui temi di acustica ambientale e acustica edilizia. Un documento avrebbe anche ridefini-
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Durante l’incontro i relatori della mattina hanno avuto modo di confrontarsi tra loro, e con il pubblico presente in sala, in merito a quali competenze dovranno sviluppare nel prossimo futuro i professionisti che si occupano di requisiti acustici passivi degli edifici. Dalla discussione è emerso che vi potranno essere svariate novità per il settore. Per quanto riguarda le norme tecniche, la pubblicazione delle nuove norme di calcolo (UNI EN ISO 12354) comporterà la revisione anche del rapporto tecnico italiano UNI TR 11175 che indica come applicare i modelli di calcolo alle soluzioni tecnologiche del nostro paese. Inoltre, a seguito dell’emanazione delle norme, i progettisti dovranno dotarsi di nuovi strumenti di calcolo per l’analisi dei requisiti acustici passivi. Su questo tema è stato anche specificato che i Soci ANIT riceveranno nei prossimi mesi una versione aggiornata del software Echo. È stato inoltre evidenziato che è attivo un gruppo ISO internazionale (ISO/TC 43/SC 2/WG 29) che sta sviluppando una norma sulla classificazione acustica degli edifici e che presso UNI, ente italiano di normazione, è in fase di revisione la norma per la corretta “posa acustica” dei serramenti (UNI 11296),
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si sta discutendo della pubblicazione di un documento sulle “soluzioni conformi per l’acustica edilizia”, ed è stata appena pubblicata la nuova versione della UNI 8199 per la misura in opera del rumore da impianti tecnologici. Infine, per gli aspetti legislativi, è emerso che la bozza di nuovo decreto sull’acustica degli edifici avrebbe potuto imporre di presentare in Comune sia relazioni di verifica previsionale che di collaudo finale degli immobili. Purtroppo si segnala che, pochi giorni dopo il Congresso ANIT, è emerso che un nuovo decreto su questi temi molto probabilmente non verrà pubblicato in tempi brevi.
Staff ANIT per cui è importante distinguere le varie competenze. L’intervento che ha chiuso la sessione è stato tenuto dall’Ing. Mara Berardi, di UCREDIL, l’ufficio che, nell’ambito dell’Ufficio Tecnico del Comune di Milano, è deputato al controllo delle Relazioni tecniche ex- legge 10. L’Ing. Berardi ha presentato i contenuti dei moduli predisposti dal Comune, sui quali i progettisti devono riportare le caratteristiche dell’edificio e dell’intervento eseguito, in modo da facilitare i successivi controlli. E’ stata poi descritta la procedura applicata in caso di rilevamento di criticità e i criteri applicati nei controlli.
Relazione tecnica ex legge 10: stato dell’arte, responsabilità e opportunità Nell’ambito della sessione 4 del congresso Nazionale ANIT “Relazione tecnica ex legge 10:stato dell’arte, responsabilità e opportunità” si è approfondito il tema della progettazione energetica dell’edificio a tutti i livelli (dal nuovo alla riqualificazione energetica), delle criticità ad essa connesse, della responsabilità dei progettisti e del ruolo della pubblica Amministrazione. L’Ing. Roberto Nidasio, del CTI (Comitato Termotecnico Italiano) ha decritto il lavoro del suo ente nell’elaborare, con l’aiuto di molti altri soggetti interessati, come associazioni, università ecc, documenti di chiarimento sui decreti ministeriali 26/06/2015. Questi documenti, dall’impianto fortemente innovativo e molto complesso, hanno rivelato nell’applicazione numerose criticità che il MISE, con il contributo del CTI, ha provato a chiarire attraverso la pubblicazione di diverse serie di FAQ di chiarimento. A seguire l’Ing. Francesca Hugony dell’ENEA ha descritto la situazione sulle detrazioni fiscali del 65% per gli interventi di efficientamento energetico degli edifici, presentando anche un’approfondita analisi fatta da ENEA su numero e tipologia degli interventi per i quali negli ultimi anni è stato richiesto l’incentivo. L’arch. Enrico Bonilauri, di EMU architetti, ha presentato un’interessante relazione sulle responsabilità dei vari attori in gioco nella progettazione e realizzazione di un edificio, da chi progetta l’aspetto energetico a chi dirige i lavori. Molto spesso, a fronte di un progetto molto complesso e sviluppato sotto vari aspetti non sempre armonizzati (statico,energetico, acustico, sismico ecc…) , la realizzazione vera e propria in cantiere dell’edificio segue un percorso molto confuso ed influenzato da mille fattori. In questi casi le responsabilità dei vari progettisti coinvolti si sovrappongono e non assumono sempre un ambito definito,
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Materiali e sistemi per l’isolamento: norme, prodotti e stato dell’arte La sessione dei “Materiali e sistemi per l’isolamento”, moderata dall’Ing. Stefano Benedetti, ha scaturito un dibattito acceso e costruttivo. Così commenta Benedetti: “In tempi come questi, in cui i materiali e i sistemi sul mercato evolvono in fretta, è più difficile mantenere l’attenzione sugli aspetti tecnici senza cadere in facili illusioni di prestazioni miracolose…E’ per questo che è importante avere norme tecniche chiare e condivise con cui orientarsi. Tante domande sono state poste sul tema della posa del cappotto che ad oggi è uno dei sistemi più utilizzati sul nuovo e nella riqualificazione e di cui si sta realzzando una norma tecnica specifica. Nuove norme tecniche sono in arrivo anche nel campo dell’acustica in edilizia anche se le aspettative sull’evoluzione legislative sono state disattese, perchè si sperava in una semplificazione e unificazione della procedura di applicazione dei limiti legislativi e l’introduzione obbligatoria della classificazione acustica, per cui ANIT si è data tanto da fare“. Ringraziando professionisti e Aziende che hanno preso parte all’evento, rimandiamo al sito www.anit.it per la rassegna fotografica e Stampa, rinviando al 2018 l’appuntamento per la V Edizione del Congresso.
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ANIT Associazione
4° CONGRESSO NAZIONALE
Sala
24 NOVEMBRE 2016 - MILANO
Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico
1
SESSIONE 1
Regole per l’efficienza energetica: il punto di vista del legislatore .PEFSB 7BMFSJB &SCB "/*5
10.30
DM 26 giugno 2015: requisiti in sintesi 7BMFSJB &SCB "/*5
11.00
Regione Emilia Romagna: nuove regole e opportunità 4UFGBOP 4UFGBOJ 3FHJPOF &NJMJB 3PNBHOB
11.20
Coffe break e B2B con le Aziende
12.00
12.30
Regione Piemonte: nuove regole e opportunità (JPWBOOJ /VWPMJ 3FHJPOF 1JFNPOUF
Regione Lombardia: nuove regole e opportunità "MJDF 5VSB F 7BMFOUJOB 4BDIFSP 3FHJPOF -PNCBSEJB
12.50
Business lunch
14.10
Tavola rotonda 1: Riqualificazione energetica degli edifici esistenti .PEFSB 7BMFSJB &SCB 1SFTJEFOUF "/*5 1BSUFDJQBOP 7BMFOUJOB 4BDIFSP 3FHJPOF -PNCBSEJB (JVMJBOP %BMM 0 4"$&35 ,BUJVTDJB &SPF -FHBNCJFOUF -PSFO[P #BMTBNFMMJ (#$ *UBMJB
SESSIONE 4
Relazione tecnica ex legge 10: stato dell’arte, responsabilità e opportunità .PEFSB 3PTTFMMB &TQPTUJ "/*5
15.00
Normativa e legislazione tecnica: dubbi interpretativi e domande frequenti 3PCFSUP /JEBTJP $PNJUBUP 5FSNPUFDOJDP *UBMJBOP
15.30
Detrazioni 65%: sguardo alle nuove possibilità previste per il 2017 'SBODFTDB )VHPOZ &OFB
15.50
Coffe break e B2B con le Aziende
16.30
Relazione tecnica e direzione lavori: responsabilità e buone prassi operative &OSJDP #POJMBVSJ &.6 "SDIJUFUUJ
17.00
Controlli dell’ufficio tecnico comunale: l’esperienza del comune di Milano .BSB #FSBSEJ 6$3&%*- $PNVOF EJ .JMBOP Fine lavori
17.20
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ANIT Associazione
4° CONGRESSO NAZIONALE
Sala
24 NOVEMBRE 2016 - MILANO
Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico
2
SESSIONE 2 Il mercato dell’efficienza energetica: costi, benefici e opportunità Modera: Alessandro Panzeri, ANIT
10.30
Presentazione di studio su benefici di costi e comfort per gli utenti Francesco Madonna e Franco Ravasio, RSE Ricerca Sistema Energetico
11.00
La riqualificazione dei condomini: un percorso difficile ma fattibile Cecilia Hugony, Teicos Group
11.20
Coffe break e B2B con le Aziende
12.00
I proprietari immobiliari Marco Corradi, Presidente ACER (Azienda Casa Emilia Romagna) di Reggio Emilia
12.30
La gestione energetica del patrimonio edilizio e il processo di efficientamento Matteo Serraino, Manitalidea S.p.A.
12.50
Business lunch
14.10
Tavola rotonda 2: Chi è il progettista della Legge 10? Modera: Alessandro Panzeri, ANIT Partecipano: Luca Bertoni, Oscar Stuffer, Günther Gantioler, Roberto Ornati
SESSIONE 5 Materiali e sistemi per l’isolamento: norme, prodotti e stato dell’arte Modera: Stefano Benedetti, ANIT
15.00
Nuova norma UNI sulla posa del cappotto, criticità dell’applicazione nel cappotto Federico Tedeschi, Coordinatore GdL CTI sulla norma di posa del cappotto
15.30
Le membrane e l’isolamento termico, rapporto tra impermeabilizzazione e materiali isolanti Enrico De Angelis, Politecnico di Milano
15.50
Coffe break e B2B con le Aziende
16.30
Isolamento senza spessore Alberto Arenghi, Università di Brescia
17.00
UNI 10351, la scelta delle caratteristiche dei materiali isolanti secondo norma Valeria Erba, Coordinatore CT CTI 201 Isolanti e Isolamento termico
17.20
Fine lavori
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ANIT Associazione
4° CONGRESSO NAZIONALE
Sala
24 NOVEMBRE 2016 - MILANO
Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico
3
SESSIONE 3 L’acustica edilizia del futuro. Normativa, calcoli previsionali, misure in opera Modera: Matteo Borghi, ANIT
10.30
Come cambierà la progettazione dei requisiti acustici passivi con le nuove UNI EN ISO 12354 Luca Barbaresi, Università di Bologna
11.00
Norme UNI EN ISO 16283. Quali novità hanno introdotto nella misura in opera dei requisiti acustici passivi Nicola Granzotto, Università di Padova
11.20
Coffe break e B2B con le Aziende
12.00
Legge Europea 2013 bis e delega al Governo per nuovi decreti di acustica. Cosa è successo in questi mesi? Salvatore Curcuruto, ISPRA
12.30
Acustica e ristrutturazioni. Limiti da rispettare e soluzioni tecnologiche Stefano Benedetti, ANIT
12.50
Business lunch
14.10
Tavola rotonda 3: Nuove competenze per i professionisti di acustica edilizia. Modera: Matteo Borghi, ANIT Partecipano: Salvatore Curcuruto (ISPRA), Luca Barbaresi (Univ. Bologna), Nicola Granzotto (Univ. Padova)
SESSIONE 6 Il controllo delle prestazioni estive: schermature, inerzia e rivestimenti Modera: Giorgio Galbusera, ANIT
15.00
Requisiti minimi estivi: criticità alla verifica dei nuovi parametri Daniela Petrone, ANIT
15.30
Sistemi vetrati e schermature solari, le prestazioni tecnologiche per il rispetto del DM 26/6/2015 Fabio Peron, IUAV Università di Venezia
15.50
Coffe break e B2B con le Aziende
16.30
Stato dell’arte, prestazioni e certificazioni cool roof ad elevata riflettanza solare Alberto Muscio, Università di Modena e Reggio Emilia
17.00
Analisi dinamica degli edifici: differenze e potenzialità rispetto all’analisi stazionaria Antonio Cammi, Politecnico di Milano
17.20
Fine lavori
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r e c e n s i o n i Letture e visioni consigliate
105 BUONE PRATICHE DI EFFICIENZA ENERGETICA MADE IN ITALY a cura di Kyoto Club Il volume, in uscita a dicembre 2016, presenta oltre un centinaio di casi concreti in settori che spaziano dall’industria alla pubblica amministrazione, dagli edifici residenziali e non residenziali al terziario, comprendendo anche servizi e consulenze energetiche, comunicazione e didattica. La verità è che i margini di intervento nel campo dell’efficienza energetica sono molteplici e le potenzialità ampie e diversificate. Il settore dei trasporti, ad esempio, presenta consumi in crescita in Europa come in Italia, e miglioramenti delle prestazioni energetiche degli autoveicoli sono stati annullati da una serie di altri fattori, a partire dalla crescita del parco veicolare. Mobilità elettrica, car sharing e avvento dell’auto autonoma, nei prossimi anni rivoluzioneranno l’intero settore, ponendosi come uno degli infiniti esempi dei risultati ottenibili con il matrimonio tra il digitale e l’elettrico. Passando al mondo delle costruzioni, si riscontra anche qui un ritardo non coerente con gli obiettivi climatici, causato in gran parte da un costante aumento del numero di abitazioni complessive, che ne compensa la maggiore efficienza.
288 pagine ISBN: 9788866272038 FORMATO: 15x23 24 euro Edizione Ambiente, 2016
I SUONI DELLA LASAGNA DI MASSIMO BOTTURA di Yuri Ancarani e Mirco Mencacci 2’ 32” Università di Ferrara © The NY Times, 2016 “Quello di Massimo Bottura fu il primo ristorante di cucina italiana ad essere nominato tra i migliori al mondo. Il suo piatto preferito è la lasagna, un pezzo croccante, che lo riporta alla sua infanzia. Oggi Massimo lo ri-immagina con un cracker di pasta c roccante e un tradizionale ragù. Questo è quello che si sente, quando lo fa”. E’ breve il testo che introduce il video di quasi tre minuti che racconta il suono di una ricetta. Ambientato nella futuristica camera anecoica dell’Università di Ferrara, prestata ai registi e agli chef, il video racconta della “Lasagna di Massimo Bottura”, una pasta tricolore fritta su un piedistallo di ragù e besciamella. A registrare ogni suono della preparazione, dal rimescolio del cucchiaio di legno al ribollìo dell’acqua sul fuoco, è stata l’équipe del Professor Francesco Pompoli, docente di Acustica a UniFe insieme a Roberto Tovo. Il risultato è divertente e intrigante, risentirlo a occhi chiusi lo è anche di più. Per vederlo, questo è il link: https://www.nytimes.com/video/t-magazine/100000004708074/massimo-bottura.html
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r e c e n s i o n i Letture e visioni consigliate
CONFERENZA ONU SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI COP22 Marrakech, 7 - 18 novembre Di seguito riportiamo il testo integrale della Dichiarazione sottoscritta in chiusura alla 22a Conferenza ONU sui cambiamenti climatici (COP22) lo scorso 17 novembre 2016, dai 196 paesi partecipanti. “Noi Capi di Stato e di Governo e Delegazioni, riuniti a Marrakech, sul suolo africano, per la Sezione di Alto Livello della 22/a Sessione della Conferenza delle Parti per la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico, la 12/a Sessione della Conferenza delle Parti che funge da Incontro delle Parti per il Protocollo di Kyoto, e la 1/a Sessione della Conferenza delle Parti che funge da Incontro delle Parti per l’Accordo di Parigi, su gentile invito di Sua Maestà il Re del Marocco, Mohamed VI, diffondiamo questa dichiarazione per segnare una svolta verso una nuova era di attuazione e azione sul clima e sullo sviluppo sostenibile. Il nostro clima si sta riscaldando a un tasso allarmante e senza precedenti e noi abbiamo il dovere urgente di dare una risposta. Noi diamo il benvenuto all’Accordo di Parigi, adottato nell’ambito della Convenzione, alla sua rapida entrata in vigore, con i suoi obiettivi ambiziosi, la sua natura inclusiva e il suo riflesso di equità e responsabilità e rispettive capacità comuni ma differenziate, alla luce delle differenti circostanze nazionali, e affermiamo il nostro impegno alla sua piena attuazione. In verità, quest’anno, noi abbiamo visto uno straordinario slancio sul cambiamento climatico in tutto il mondo e in molti forum multilaterali. Questo slancio è irreversibile - è guidato non solo dai governi, ma dalla scienza, dal business e dall’azione globale di tutti i tipi a tutti i livelli. Il nostro impegno ora è accrescere rapidamente quello slancio, insieme, muovendoci in avanti deliberatamente per ridurre le emissioni di gas serra e per sostenere gli sforzi per l’adattamento, quindi favorendo e sostenendo l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e i suoi Obiettivi di sviluppo sostenibile. Noi chiediamo il più alto impegno politico per combattere il cambiamento climatico, come una questione di priorità urgente. Noi chiediamo forte solidarietà con quei paesi più vulnerabili agli impatti del cambiamento climatico, e sottolineiamo il bisogno di s ostenere gli sforzi mirati ad aumentare la loro capacità di adattamento, rafforzare la resilienza e ridurre la vulnerabilità. Noi chiediamo a tutte le Parti di rafforzare e sostenere gli sforzi per sradicare la povertà, garantire la sicurezza del cibo ed adottare azioni stringenti per affrontare le sfide del cambiamento climatico in agricoltura. Noi chiediamo di aumentare urgentemente le ambizioni e rafforzare la cooperazione fra di noi per colmare il divario fra gli attuali trend di emissioni e il percorso necessario per conseguire gli obiettivi di lungo termine sulle temperature dell’Accordo di Parigi. Noi chiediamo per un aumento nel volume, flusso e accesso alla finanza per progetti sul clima, insieme a una migliorata capacità e tecnologia, compreso dai paesi sviluppati a quelli in via di sviluppo. Noi, le Parti dei paesi sviluppati, ribadiamo il nostro obiettivo di stanziare 100 miliardi di dollari USA. Noi, all’unanimità, chiediamo ulteriore azione sul clima e sosteniamo, ben prima del 2020, di tenere conto delle specifiche necessità e delle speciali circostanze dei paesi in via di sviluppo, i paesi meno sviluppati e quelli particolarmente vulnerabili agli impatti avversi del cambiamento climatico. Noi che siamo le Parti del Protocollo di Kyoto incoraggiamo la ratifica dell’Emendamento di Doha. Noi, collettivamente, chiediamo a tutti gli attori non statali di unirsi a noi per azioni e mobilitazioni immediate e ambiziose, aumentando le loro importanti realizzazioni, registrando le molte iniziative e la stessa Partnership di Marrakech per l’azione sul clima globale, lanciata a Marrakech. La transizione richiesta nelle nostre economie per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi fornisce una sostanziale positiva opportunità per una accresciuta prosperità e uno sviluppo sostenibile. La Conferenza di Marrakech segna un importante punto di svolta nel nostro impegno per mettere insieme l’intera comunità internazionale per affrontare una delle più grandi sfide del nostro tempo. Mentre noi ci volgiamo all’attuazione e all’azione, noi ribadiamo la nostra risoluzione a ispirare solidarietà, speranza e opportunità per le generazioni odierne e per quelle future” (ANSA).
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r e c e n s i o n i Luoghi e Culture
I MONDI DI PRIMO LEVI. UNA STRENUA CHIAREZZA dal 1 dicembre 2016 al 19 febbraio 2017 Milano, Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci www.primolevi.it La mostra percorre la pluralità di esperienze e di interessi che hanno caratterizzato la vita e l’opera dello scrittore torinese: dalla formazione scientifica alla deportazione, dalla chimica come mestiere al mestiere di scrivere. Mosso dalla volontà di raccontare con “strenua chiarezza” le esperienze e le riflessioni che hanno animato il suo percorso di vita, Primo Levi offre nelle sue pagine storie straordinarie ai lettori di tutto il mondo. Sono proprio le sue parole ad accompagnare i visitatori della mostra, riprese dalle pagine di Se questo è un uomo, I sommersi e i salvati, La tregua, Il sistema periodico, La chiave a stella e i racconti di fantascienza. Di questo complesso percorso di vita la mostra intende proporre un quadro ricco e articolato, attraverso immagini private e professionali per lo più inedite, interviste video, citazioni dalle opere. L’obiettivo è dare al visitatore una nitida rappresentazione dei molti mondi che Levi ha attraversato o che ha saputo creare grazie al suo talento di scrittore: dalla realtà estrema del Lager al multiforme universo della scrittura, all’infinita ricchezza della scienza, alle risorse straordinarie del linguaggio, all’importanza dell’attività manuale e creativa nello sviluppo del pensiero, alla centralità del lavoro nella vita degli esseri umani. Testi, audiovisivi e video-installazioni articolano le 6 sezioni del percorso espositivo che si snoda dall’atomo di carbonio proposto come simbolo della continuità della vita, ai recessi più dolorosi e insondabili del Novecento; dalla chimica narrata, personale e fantastica, a quella vissuta con amore per il proprio lavoro; dalla passione per la dimensione artigianale, decisiva anche per il chimico, alla curiosità per molti altri mestieri. A partire dalla mostra, le parole e le riflessioni di Primo Levi si estendono anche agli spazi del Museo in un percorso che tocca una varietà di oggetti ed esposizioni, dalle botteghe artigiane, ai laboratori di ricerca, alle grandi realtà produttive. Parole autorevoli e profondamente pertinenti per leggere in modo diverso il patrimonio di un’istituzione nata dalla passione per la scienza e per la tecnica all’interno di una visione ampia e unitaria della cultura, all’insegna di Leonardo da Vinci. Di seguito le parole e le riflessioni di Primo Levi, che si estendono agli spazi del Museo in un percorso che tocca diverse esposizioni.
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r e c e n s i o n i Luoghi e Culture
MACCHINE DA CALCOLO “Due mesi fa, nel settembre 1984, mi sono comprato un elaboratore di testi, cioè uno strumento per scrivere che va a capo automaticamente a fine riga, e permette di inserire, cancellare, cambiare istantaneamente parole o intere frasi; consente insomma di arrivare d’un colpo ad un documento finito, pulito, privo di inserti e di correzioni. Non sono certo il primo scrittore che si è deciso al salto. Solo un anno fa sarei stato giudicato un audace o uno snob; oggi non più, tanto il tempo elettronico corre veloce. Si narra che secoli addietro un rabbino-mago avesse costruito un automa di argilla, di forza erculea e di obbedienza cieca, affinché difendesse gli ebrei di Praga dai pogrom; ma esso restava inerte, inanimato, finché il suo autore non gli infilava in bocca un rotolo di pergamena su cui era scritto un versetto della Torà. Allora il Golem di terracotta diventava un servo pronto e sagace: si aggirava per le vie e faceva buona guardia, salvo impietrirsi nuovamente quando gli veniva estratta la pergamena. Mi sono chiesto se i costruttori del mio apparecchio non conoscessero questa strana storia: infatti l’elaboratore ha proprio una bocca, storta, socchiusa in una smorfia meccanica. Finché non vi introduco il disco-programma, l’elaboratore non elabora nulla, è una esanime scatola metallica; però, quando accendo l’interruttore, sul piccolo schermo compare un garbato segnale luminoso: questo, nel linguaggio del mio Golem personale, vuol dire che esso è avido di trangugiare il dischetto. Quando l’ho soddisfatto, ronza sommesso, facendo le fusa come un gatto contento”. - dalla raccolta di articoli “L’altrui mestiere, 1985 – Lo scriba”. RETI “A partire dai primi di luglio le cose precipitarono: i fatti nuovi si accumularono con ritmo tale che i due nuovi amici ne restarono sopraffatti, e come loro tutti gli altri specialisti che in Europa seguivano il caso. Pareva che la Rete ora tendesse a controllare non solo alcune, ma tutte le comunicazioni. Parlava ormai correntemente tutte le lingue ufficiali e vari dialetti, evidentemente attingendo lessico, sintassi ed inflessioni dalle innumerevoli conversazioni che essa intercettava senza sosta. Si intrometteva dando consigli non richiesti anche sugli argomenti più intimi e riservati; riferiva a terzi dati e fatti casualmente appresi; incoraggiava senza alcun tatto i timidi, redarguiva i violenti e i bestemmiatori, smentiva i bugiardi, lodava i generosi, rideva sguaiatamente delle arguzie, interrompeva senza preavviso le comunicazioni quando pareva che degenerassero in alterchi”. dalla raccolta di racconti di fantascienza “Vizio di forma, 1971 – A fin di bene”. INDUSTRIA CHIMICA DI BASE “Insomma io me ne stavo tranquillo, non c’era motivo di preoccuparsi. C’era ancora da aspettare due ore prima di cominciare coi controlli, e ti confesso che io pensavo a tutt’altro. Pensavo... be’ sì, pensavo a quella confusione di atomi e di molecole che c’erano dentro a quel reattore, ogni molecola come se stesse lì con le mani tese, pronta ad acchiappare la mano della molecola che passava lì vicino per fare una catena. Mi venivano in mente quei bravi uomini che avevano indovinato gli atomi a buon senso, ragionando sul pieno e sul vuoto, duemila anni prima che venissimo noi col nostro armamentario a dargli ragione, e siccome quest’estate, al campeggio, la ragazza mi ha fatto leggere Lucrezio, mi è tornato anche in mente «Còrpora cònstabúnt ex pàrtibus ínfinítis», e quell’altro che diceva «tutto scorre». Ogni tanto guardavo dentro la specola, e mi sembrava proprio di vederle, tutte quelle molecole che andavano in giro come le api intorno all’alveare. -da “Racconti e saggi, 1986 – La sfida della molecola”.
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PLASTICA “Il primo gruppo fu portato a Monowitz, ove sorgeva un Campo di concentramento dipendente amministrativamente da Auschwitz, da cui distava circa 8 Km e che era stato costituito verso la metà del 1942 allo scopo di fornire mano d’opera per la costruzione del complesso industriale «Buna-Werke», dipendente dalla I.G. Farbenindustrie. Esso ospitava da 10 000 a 12 000 prigionieri, benché la sua capacità normale non fosse che di 7000-8000 uomini. La maggior parte di questi era rappresentata da Ebrei di ogni nazionalità di Europa, mentre un’esigua minoranza era data da criminali tedeschi e polacchi, da «politici» polacchi e da «sabotatori». La «Buna-Werke», destinata alla produzione su vasta scala della gomma sintetica, della benzina sintetica, di coloranti e di altri sottoprodotti del carbone, occupava un’area rettangolare di circa 35 Km quadrati. Uno degli ingressi di questa zona industriale, tutta cintata da alti reticolati di filo spinato, si trovava a poche centinaia di metri dal Campo di concentramento degli Ebrei, mentre, a poca distanza da questo e adiacente alla periferia della zona industriale, sorgeva un Campo di concentramento per prigionieri di guerra inglesi e, più lontano, si trovavano altri Campi per lavoratori civili di diverse nazionalità. Sia detto per incidenza, il ciclo produttivo della «Buna-Werke» non fu mai iniziato: la data di inaugurazione, fissata dapprima per l’agosto 1944, venne via via rinviata a causa dei bombardamenti aerei e del sabotaggio da parte degli operai civili polacchi, fino all’evacuazione del territorio da parte dell’esercito tedesco. - dal “Rapporto sull’organizzazione igienico-sanitaria del Campo di concentramento per Ebrei di Monowitz (Auschwitz – Alta Slesia), 1946”. AREA SOTTOMARINO TOTI È lecito ad un incompetente, inerme, ingenuo, ma non del tutto inesperto dei mali del mondo, dire qualche parola a titolo personale sulla questione delle questioni, quella della minaccia nucleare? In parole brevi: nel caso di una guerra nucleare estesa, non solo non ci saranno né vinti né vincitori, ma gli effetti combinati delle esplosioni e della radioattività successiva estingueranno, nel giro di giorni o di mesi, non solo la specie umana ma tutti gli animali a sangue caldo; forse sopravvivranno più a lungo i pesci; certamente gli insetti ed alcuni vegetali. Che cosa faranno i pochi «privilegiati» quando usciranno dai loro costosissimi e sofisticati rifugi antinucleari? Come si vede, la situazione è nuova: l’esperienza della storia, la triste saggezza delle guerre recenti non ci aiutano per nulla. Eppure non ci pensiamo, o non ci pensiamo molto; meno che tutti, pare, ci pensano i giovani, che sono nati nell’era atomica, e che sembrano accettare come naturale l’attuale equilibrio del terrore, che pure non dà molte garanzie di stabilità a lungo termine. - dalla raccolta di articoli “L’altrui mestiere, 1985 – I padroni del destino”.
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A N I T Strumenti ANIT di supporto alla professione.
SOFTWARE ANIT PER I SOCI ANIT sviluppa e distribuisce strumenti di supporto alla professione legati all’analisi energetica, igrotermica e acustica dell’edificio. I Soci ANIT hanno la possibilità di scaricare la SUITE ANIT, una raccolta di software per la professione comprendente: ECHO, PAN, IRIS e LETO. La SUITE ANIT è attiva durante l’anno di Associazione e si riattiva con il rinnovo. Sono compresi gli aggiornamenti dei singoli software elaborati durante l’anno.
Software ECHO 7 Software ANIT
Sviluppato da TEP s.r.l.
ECHO 7
Requisiti acustici passivi e classificazione acustica delle unità immobiliari.
- Progettazione e verifica delle caratteristiche acustiche degli edifici, secondo il DPCM 5.12.97. - I calcoli sono eseguiti per indici di valutazione. - Determinazione della classe acustica dell’unità immobiliare.
L’uso del presente software e dei relativi risultati sono di esclusiva competenza e responsabilità dell’utente. Tutti i diritti riservati. Qualsiasi riproduzione non autorizzata è vietata.
Maggiori informazioni e contatti: www.anit.it - software@anit.it
Software PAN 7 Software ANIT
Sviluppato da TEP s.r.l.
PAN 7
Analisi termica, igrometrica e dinamica dell’involucro opaco.
-
Calcolo dei parametri estivi ed invernali delle strutture opache Trasmittanza EN ISO 6946; Attenuazione e sfasamento la UNI EN ISO 13786; Verifica termo-igrometrica secondo UNI EN ISO 13788;
L’uso del presente software e dei relativi risultati sono di esclusiva competenza e responsabilità dell’utente. Tutti i diritti riservati. Qualsiasi riproduzione non autorizzata è vietata.
Maggiori informazioni e contatti: www.anit.it - software@anit.it
Software IRIS 3 Software ANIT
Sviluppato da TEP s.r.l.
IRIS 3
- Calcolo dei Ponti Termici agli elementi finiti - Calcolo del rischio di condensa e muffa
Calcolo dei ponti termici agli elementi finiti secondo UNI EN ISO 10211. Verifica del coefficiente ψ e del rischio di muffa e condensa. L’uso del presente software e dei relativi risultati sono di esclusiva competenza e responsabilità dell’utente. Tutti i diritti riservati. Qualsiasi riproduzione non autorizzata è vietata.
Maggiori informazioni e contatti: www.anit.it - software@anit.it
Software LETO 4 Sofware per il calcolo del fabbisogno energetico degli edifici secondo UNI/TS 11300 (aggiornato al DM 26/6/15) La versione di Leto è stata protocollata al CTI e quindi impiegabile ai fini della certificazione energetica e della compilazione delle Legge 10/91.
Software APOLLO 1 Software ANIT
Sviluppato da TEP s.r.l.
APOLLO 1.0 Analisi dell’involucro trasparente e controllo delle schermature.
- Calcolo del valore di trasmittanza termica del serramento Uw in accordo con norma di calcolo UNI EN 10077-1 - Calcolo del valore di coefficiente di trasmissione solare totale ggl+sh secondo UNI EN 133363-1
L’uso del presente software e dei relativi risultati sono di esclusiva competenza e responsabilità dell’utente. Tutti i diritti riservati. Qualsiasi riproduzione non autorizzata è vietata.
Maggiori informazioni e contatti: www.anit.it - software@anit.it
Scarica le versioni DEMO 30 GIORNI da www.anit.it - Per ricevere i software diventa SOCIO ANIT. neo-Eubios 58
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A N I T Strumenti ANIT di supporto alla professione.
Volume 1 - I materiali isolanti
Volume 2 - Guida alla nuova Legge 10 A 10 anni dall’emanazione del Dlgs 192/05, il mondo dell’efficienza energetica applicata all’edilizia cambia nuovamente le regola del gioco.
- I meccanismi di trasmissione del calore - Gli isolanti - La reazione al fuoco 27 schede di materiali isolanti con le relative caratteristiche principali.
270 pp., Ed. TEP srl 2015 ISBN: 978-88-905300-9-8 25 euro (IVA incl.)
196 pp., Ed. TEP srl, 2016 ISBN: 978-88-941536-0-6 25 euro (IVA incl.)
Volume 3 - Manuale di acustica edilizia
Volume 4 - Muffa, condensa e ponti termici
Il manuale è stato sviluppato con l’intento di fornire informazioni specifiche, in maniera semplice e chiara, ai tecnici che decidono di approfondire il tema ell’acustica edilizia.
La Guida completa all’analisi igrotermica degli edifici. Completamente rinnovato nei contenuti per offrire ai professionisti un valido strumento sull’importanza del controllo delle prestazioni igrotermiche delle strutture.
192 pp., Ed. TEP srl, 2011 ISBN: 978-88-905300-2-9 25 euro (IVA incl.)
176 pp. Ed. TEP srl, 2016 ISBN: 978-88-941536-2-0 25 euro (IVA incl.)
Volume 5 - Prestazioni estive degli edifici
Volume 6 - La classificazione acustica delle unità immobiliari
- L’inquadramento legislativo. - L’influenza dei materiali e del colore. - Caratteristiche termiche dinamiche delle pareti. - Facciate e coperture ventilate. - La valutazione della temperatura interna.
Vengono spiegati i contenuti della norma UNI 11367/2010 che definisce per la prima volta in Italia le procedure per classificare acusticamente le unita’ immobiliari sulla base di misurazioni fonometriche eseguite sull’immobile.
192 pp., Ed TEP s.r.l, 2011 ISBN: 978-88-905300-0-5 25 euro (IVA incl.)
160 pp., Ed. TEP srl, 2013 ISBN: 978-88-905300-4-3 25 euro (IVA incl.)
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Strumenti per i SOCI ANIT I soci ANIT ricevono: LA SUITE DEI SOFTWARE ANIT
I programmi ANIT permettono di affrontare tutti gli aspetti della progettazione termica e acustica in edilizia. La SUITE è utilizzabile durante i 12 mesi di associazione e può essere installata su 3 computer.
TUTTE LE GUIDE ANIT
Le GUIDE ANIT spiegano in modo semplice e chiaro la normativa del settore e sono costantemente aggiornate con le ultime novità legislative. I Soci possono scaricare tutte le GUIDE dal sito www.anit.it
SERVIZIO DI CHIARIMENTO TECNICO I SOCI possono contattare lo Staff ANIT, via mail o per telefono, per avere chiarimenti sull’applicazione della normativa di settore.
LA RIVISTA NEO-EUBIOS
I Soci ANIT ricevono 4 numeri della rivista Neo-Eubios. Neo-Eubios è «La rivista» per l’isolamento termico e acustico. Si rivolge ai professionisti con un taglio scientifico e approfondito e prevede 4 uscite ogni anno.
I SOCI possono accedere a tutti gli strumenti effettuando il LOGIN al sito www.anit.it con le proprie credenziali. Nella pagina “Il mio account” sono riportate le informazioni per ottenere software, chiarimenti tecnici e Guide ANIT. Tutti i servizi sono attivi durante i 12 mesi di associazione.
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Chi è ANIT ANIT è l’Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e Acustico. Fondata nel 1984, essa fornisce i seguenti servizi:
- stabilisce un centro comune di relazione tra gli associati; - promuove e diffonde la normativa legislativa e tecnica; - assicura i collegamenti con le personalità e gli organismi italiani ed esteri interessati alle problematiche di energetica e acustica in edilizia; - effettua e promuove ricerche e studi di carattere tecnico, normativo, economico e di mercato; - fornisce informazioni, consulenze, servizi riguardanti l’isolamento termico ed acustico ed argomenti affini; - organizza gruppi di lavoro all’interno dei quali i soci hanno la possibilità di confrontare le proprie idee sui temi dell’isolamento termico e acustico; - diffonde la corretta informazione sull’isolamento termico e acustico; - realizza e sviluppa strumenti di lavoro per il mondo professionale quali software applicativi e manuali. I SOCI Sono soci ANIT individuali: professionisti, studi di progettazione e tecnici del settore. Ogni Socio può, a titolo gratuito, promuovere localmente la presenza e le attività dell’Associazione. Sono Soci Onorari: Enti pubblici e privati, Università, Ordini professionali, ecc. Sono Soci Azienda: produttori di materiali e sistemi del settore dell’isolamento termico e/o acustico. Tutti i soci ricevono comunicazione delle novità delle normative legislative e tecniche, delle attività dell’Associazione - in tema di risparmio energetico, acustica, e protezione dal fuoco - oltre che gli strumenti e i servizi forniti quali volumi, software, e sconti. LE PUBBLICAZIONI ANIT mette a disposizione volumi di approfondimento e di supporto alla professione, manuali divulgativi, sintesi di chiarimento della legislazione vigente per i requisiti acustici passivi degli edifici e per l’efficienza energetica degli edifici, scaricabili dal sito internet (per i soli Soci) e distribuite gratuitamente in occasione degli incontri e dei convegni ANIT. I CONVEGNI ANIT organizza convegni e incontri tecnici di aggiornamento GRATUITI per gli addetti del settore. Gli incontri vengono organizzati in tutta Italia presso gli Ordini professionali, le Provincie e i Comuni sensibili alle tematiche del risparmio energetico e dell’acustica in edilizia. Ad ogni incontro viene fornita documentazione tecnica e divulgativa fornita dalle Aziende associate ANIT.
Maggiori info su
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´ neo-EUBIOS Periodico trimestrale anno XVII - n. 58 Dicembre 2016 Direttore Responsabile Susanna Mammi Redazione TEP s.r.l. Via Savona 1/B 20144 Milano tel 02/89415126
Grafica e impaginazione Claudio Grazioli Distribuzione in abbonamento postale Associato A.N.E.S. - Associazione Nazionale Editoriale Periodica Specializzata Stampa INGRAPH srl - via Bologna 104/106 - 20038 Seregno (MB)
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