neo-Eubios 64 / Giugno 2018

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´ EUBIOS bene et commode vivens

64 Trimestrale N°64 - Anno XIX - Giugno 2018 - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano

ISSN 1825-5515

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“[…] Ma nessuna architettura delle scelte ha ricevuto tanta attenzione quanto la famosa mosca negli orinatoi dell’aeroporto di Amsterdam. Come ricorderete, mettendo una finta mosca negli orinatoi si riducono le fuoriuscite di urina dell’80 per cento, un risultato straordinario per un pungolo. L’imprenditore e ingegnere Doug Kempel ha trasformato l’esperimento della mosca in un piccolo business, vendendo adesivi di mosche on-line. “Il mio obiettivo è niente meno che salvare il mondo, un orinatoio alla volta”. […] “Sono fermamente convinto che questo semplice prodotto possa rendere le toilette più pulite e più sicure. Minori pulizie vuol dire minore uso di detergent dannosi. E il fatto che faccia ridere non è certo un male”. Cit. Nudge. La spinta gentile © Feltrinelli Editore, 2009.

Foto di copertina: © Thomas Crapper & Co. da worksthatwork.com, 2013.


= letteralmente, buona vita.

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Isolamento termico: trovare il giusto equilibrio tra le esigenze invernali e quelle estive.

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Ricerca di infiltrazioni d’acqua mediante tracciante “fluoresceina sodica” oltre che con ispezione termografica.

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Relazione annuale sull’efficienza energetica 2017: una sbirciata ai documenti inviati dal MISE all’Europa.

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Sperimentazione sui materiali di rivestimento innovativi con caratteristiche ed acustiche finalizzati al risanamento di edifici.

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L’accordo di programma quadro Malpensa, un buon esempio di azione pubblica.

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Opportunità negli interventi di riqualificazione.

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Correzione acustica della sala corsi ANIT.

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Calcolo del potere fonoisolante apparente R’w UNI EN ISO 12354:2017.

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ANIT

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Strumenti per i Soci ANIT

Fondatore Sergio Mammi


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si può. Stampato su carta prodotta con cellulose senza cloro-gas nel rispetto delle normative ecologiche vigenti.

Vignetta di Sergio Mammi, Fondatore ANIT.

Hanno collaborato:

Per abbonarsi con bonifico bancario, effettuare versamento a: TEP srl Conto corrente presso Banca Popolare Commercio & Industria IBAN IT 20 B050 4801 6930 0000 0081 886 Indicare come causale: abbonamento 4 numeri neo-Eubios. Info e abbonamenti: press@anit.it

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Trimestrale N°63 - Anno XIX - Marzo 2018 - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano

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ISSN 1825-5515

abbonamento annuale 4 numeri: 24 €

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Isaac Scaramella, Alessandro Fracassi, titolari Studio Associato Fracassi Scaramella - greenLab, soci ANIT. Antonio Scaramella, Socio ANIT. Fabio Scamoni, Chiara Scrosati, Michele Depalma, Claudio Maffè, Cristina Pollastro, Francesco Salamone, UdR SG2-Energetica, Qualità ambientale e Acustica dell’ITC-CNR. Arch. Maurizio Federici, Dirigente della DG Territorio e Protezione Civile di Regione Lombardia. Sandra Zappella, Regione Lombardia, D.G. Territorio e Protezione Civile, U.O. Programmazione Territoriale e Urbanistica, Struttura Pianificazione Territoriale. Ilaria Quarantelli, Isolmant/Tecnasfalti. Emanuele Siciliano, Renzo Sonzogni, Nicoletta Bagossi, Mattia Motta. Ing. Matteo Borghi, Staff ANIT. Stefano Benedetti, Staff ANIT. Alessandro Panzeri, R&S ANIT. Daniela Petrone, Vice Presidente ANIT. Valeria Erba, Vice Presidente ANIT.


EDITORIALE

Richard Thaler (Premio Nobel per l’Economia nel 2017) e Cass Sunstein (Professore alla Harvard Law School) sono gli autori del best-seller “Nudge. Come migliorare le nostre decisioni su salute, denaro e felicità”. Pubblicato nel 2008, il libro è un vero e proprio manuale che spiega come vivere meglio, con esempi di applicazione della teoria dei nudge in ogni ambito, dall’economia domestica alla previdenza sociale. La parola “nudge” in inglese, significa “pungolo”. Gli autori del libro sopra citato lo definiscono come “ogni aspetto nell’architettura delle scelte che altera il comportamento delle persone in modo prevedibile senza proibire la scelta di altre opzioni e senza cambiare in maniera significativa i loro incentivi economici”. Per “architettura delle scelte” s’intende il modo in cui le decisioni possono essere influenzate dalla presentazione delle opzioni. È nello stabilire l’architettura delle scelte che le persone possono essere pungolate senza però perdere la loro libertà di scelta. Un semplice esempio potrebbe essere mettere cibo sano in una mensa scolastica al livello degli occhi, mettendo il cibo spazzatura in zone più difficili da raggiungere. Gli individui non perdono la loro libertà, ma questa organizzazione del cibo ha l’effetto di diminuire il consumo di cibo spazzatura e quindi di aumentare il consumo di cibi più sani. Chi ha già sentito parlare di “nudge” ricorderà la famosissima applicazione dei primi anni novanta nei bagni pubblici maschili dell’Aeroporto di Schiphol, dove per la prima volta vennero incise negli urinatoi le sagome di una mosca, per stimolare gli utilizzatori a un più consapevole utilizzo degli stessi. Il risultato fu un taglio pari all’8% dei costi per le pulizie, motivo per cui ancora oggi le sagome delle mosche sono utilizzate, non solo a Schiphol, ma anche all’a-

ereoporto JFK di New York e in altri numerosissimi bagni pubblici. “Paternalismo libertario” è la definizione che gli autori hanno scelto per definire il loro nuovo movimento. Anche se a prima vista questa espressione possa suonare contraddittoria e anche piuttosto sgradevole, se interpretata correttamente porta con sé molto buon senso e risultati invitanti. Gli autori si considerano “libertari” perché sostengono “che gli individui dovrebbero essere liberi di fare come credono e se lo desiderano, di non partecipare a situazioni che considerano spiacevoli”. Si considerano “paternalisti” perché pensano che “sia lecito per gli architetti delle scelte cercare di influenzare i comportamenti degli individui al fine di rendere le loro vite più lunghe, sane e migliori”. L’approccio che gli autori raccomandano può essere considerato paternalistico perché invita gli architetti delle scelte pubblici e privati a spingere attivamente gli individui in una direzione che possa migliorare le loro condizioni di vita, pungolandoli. Un pungolo, è appunto una spinta gentile, non un’imposizione o un divieto. Potremmo chiamarlo “saggio suggerimento”, se ci suona meglio. La fonte principale a cui si rifanno gli autori è l’area di studi chiamata “scienza delle scelte”, le scienze sociali che negli ultimi cinquant’anni hanno seriamente messo in discussione l’idea che i giudizi e le decisioni individuali siano sempre razionali. In generale quello che sostengono gli autori è che la bontà delle scelte individuali sia una questione di ordine empirico, che varia da un contesto all’altro. Di solito si fanno buone scelte nei contesti dove si hanno esperienza, buone informazioni e un feedback immediato: per esempio, nello scegliere il gusto di un gelato.

colonna sonora Cry me a river - Justin Timberlake • Fred Astaire - Adam Brock As we go along - The Monkees • This Eve of parting - John Hartford Hand in my pocket - Alanis Morrissette • Crash into me - Dave Matthews Little Plastic Castle - Ani Di Franco • Always see your face - Love Slipstream queen - Tobias James • Nothing I’d rather be rather than your weakness - Marva W Taylor

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Nel libro si parla anche della distinzione che molti psicologi e neuroscienziati hanno teorizzato per descrivere il funzionamento del cervello umano, distinguendo tra due sistemi cognitivi diversi, uno intuitivo e automatico e l’altro riflessivo e razionale. Un esempio di utilizzo del nostro sistema impulsivo è quando ci scansiamo per evitare una pallonata o quando ci inteneriamo alla vista di un cucciolo. Il sistema riflessivo viene usato invece per attività più ponderate e consapevole, come ad esempio per fare calcoli matematici o per scegliere l’itinerario di un viaggio. Per comprendere meglio le differenze di questi due sistemi, possiamo associare il sistema impulsivo alle reazioni viscerali e il sistema riflessivo al pensiero consapevole. Dallo studio delle interazioni tra il sistema impulsivo e il sistema riflessivo deriva l’approccio “euristiche e distorsioni” alla base dello studio delle decisioni umane. Fulcro del lavoro dei due psicologi israeliani Tversky e Kahneman (1974) che qualche decennio fa le hanno per la prima volta definite, associandole ciascuna alle relative distorsioni, le tre euristiche sono: ancoraggio, disponibilità e rappresentatività. Per sintetizzare al massimo non potendo in questa sede citare gli esempi chiarificatori del libro, la prima si riferisce alle ancore che influenzano la nostra vita. La “disponibilità” si riferisce a tutti i casi in cui percepiamo qualcosa come facilmente disponibile (a noi “vicino”) e la terza si riferisce alla “similarità”, cioè l’idea che nel valutare la probabilità che A appartenga alla categoria B, gli individui (o meglio, i loro sistemi impulsivi) reagiscono domandandosi quanto sia simile A, all’immagine (o allo stereotipo) che hanno di B. Gli autori ci invitano in tutta la prima parte del libro a riflettere su come “funzioniamo”, usando l’efficace espediente del confronto tra la specie “umana” reale (homo sapiens) e la specie immaginaria “econe” (homo oeconomicus), così come teorizzata dalla teoria economica classica, ossia una specie “razionale” che persegue un certo numero di obiettivi cercando di realizzarli nella maniera più ampia possibile e con i costi minori. La seconda parte è dedicata al tema specifico del “denaro” con semplici esempi su come risparmiare, investire e descrivendo molto chiaramente come funzionano i mercati del credito (mutui

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ipotecari e carte di credito). La terza parte parla di “Società”, con capitoli dedicati alla previdenza sociale, ai farmaci, alle donazioni di organi, a politiche di salvaguardia ambientale e privatizzazione del matrimonio. Insomma nel libro c’è tutto. Persino un capitolo finale intitolato “Obiezioni” in cui si parla di “pungolatori malintenzionati”, di cattivi pungoli, del principio della pubblicità e del diritto di avere torto. Gli autori riescono nell’intento di farsi capire (anche da chi non è Professore ad Harvard o Premio Nobel!) fornendo strumenti davvero preziosi per chiunque si trovi a dover decidere in tema di denaro, salute e felicità. Un libro che consiglio a tutti. Buona estate. – Susanna Mammi.

Ogni giorno prendiamo decisioni sui temi più disparati: come investire i nostri soldi, cosa mangiare per cena, dove mandare i figli a scuola, con che mezzo di trasporto raggiungere il centro della città. Purtroppo facciamo spesso scelte sbagliate. Mangiamo troppo, usiamo la macchina quando potremmo andare a piedi, scegliamo il piano tariffario peggiore per il nostro telefonino o il mutuo meno conveniente per comprare una casa. Siamo esseri umani, non calcolatori perfettamente razionali, e siamo condizionati da troppe informazioni contrastanti, dalla complessità della vita quotidiana, dall’inerzia e dalla limitata forza di volontà. È per questo che abbiamo bisogno di un “pungolo”, di una spinta gentile che ci indirizzi verso la scelta giusta: di un nudge, come l’hanno battezzato l’economista Richard Thaler e il giurista Cass Sunstein in questo libro. L’idea di Thaler e Sunstein è semplice ma geniale: per introdurre pratiche di buona cittadinanza, per aiutare le persone a scegliere il meglio per sé e per la società, occorre imparare a usare a fin di bene l’irrazionalità umana. I campi d’applicazione sono potenzialmente illimitati: dal sistema pensionistico allo smaltimento dei rifiuti, dalla lotta all’obesità al traffico, dalla donazione di organi ai mercati finanziari, non c’è praticamente settore della vita pubblica o privata che non possa trarre giovamento dal “paternalismo libertario”. Il libro “Nudge. La spinta gentile” è edito in italiano da Feltrinelli. 284 pagine, 10 €. ISBN: 978-8807884436

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ISOLAMENTO TERMICO: TROVARE IL GIUSTO EQUILIBRIO TRA LE ESIGENZE INVERNALI E QUELLE ESTIVE Uno studio mediante modellazione dinamica per capire come ottimizzare il progetto delle pareti. di * Ing. Isaac Scaramella, Ing. Alessandro Fracassi

utilizzare modelli di calcolo dinamici e quindi lasciare il campo del regime semi-stazionario, per intenderci quello delle UNI TS 11300 e le verifiche di legge. I vantaggi dei metodi dinamici rispetto ai semistazionari sono ampiamente noti e sono stati già trattati anche su questa rivista, pertanto non ci dilungheremo nella spiegazione delle motivazioni della scelta. Vogliamo però sottolineare come, dal confronto effettuato con i partner di Eurhonet, tali metodi risultino nel nord Europa ancor meno utilizzati che in Italia nella pratica progettuale quotidiana. Nel caso specifico le simulazioni dinamiche sono state eseguite utilizzando il motore di calcolo Energy Plus e l’applicazione Open Studio.

Introduzione In questo articolo sono riassunti i risultati di due studi sul confort estivo che abbiamo effettuato nell’ambito del gruppo di ricerca “Sustainable Construction” dell’associazione Eurhonet1. Può sembrare curioso che un gruppo composto in prevalenza da aziende del centro/nord Europa dedichi tempo e risorse all’approfondimento di un tema che, fino a poco tempo fa, era di interesse quasi esclusivo delle nazioni mediterranee. La ragione dell’interesse è che, a causa del riscaldamento globale, il tema del confort estivo è sempre più sentito anche in queste aree geografiche. Il problema è inoltre aggravato dal fatto che la quasi totalità degli alloggi di housing sociale nelle aree di provenienza dei membri di Eurhonet sono sprovvisti di impianti di raffrescamento. Anche per questa ragione si è deciso di svolgere le valutazioni di seguito illustrate in regime di “free run” ovvero in assenza di climatizzazione estiva. Le valutazioni sono state svolte nel clima del nord Italia in modo da poter tener conto di condizioni estive particolarmente gravose rispetto al resto d’Europa e allo stesso tempo avere necessità di importante isolamento termico per il periodo invernale.

Descrizione case study 1: edificio a torre a Treviso Il primo studio di cui vogliamo illustrare i risultati ha riguardato un edificio residenziale a torre degli anni ’70 di proprietà dell’ATER Treviso. Per l’edificio era già stato precedentemente definito un progetto di riqualificazione energetica orientato esclusivamente alla riduzione dei consumi invernali. Ci è stato richiesto di verificare le possibilità di miglioramento del progetto in un’ottica di confort estivo.

La simulazione dinamica Per studiare nel modo più appropriato il comportamento estivo degli edifici è opportuno

Eurhonet (www.eurhonet.eu) è un’ associazione di aziende operanti nel settore del social housing provenienti da 5 nazioni europee. È organizzata in gruppi di studio, chiamati Topic Group. Il gruppo Sustainable Construction, coordinato da greenLab (www.green-lab.it), ha come obiettivo la definizione di strategie per aumentare la sostenibilità del patrimonio di housing sociale in Europa. 1

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Figura 1: immagine d’insieme del caso studio

L’edificio esistente ha un telaio in calcestruzzo armato, con pareti coibentate con 2 cm di isolante (EPS) in intercapedine, serramenti a vetro singolo, tapparelle ed è privo di sistemi meccanici di ventilazione. Il progetto originale prevedeva l’installazione di un sistema a cappotto dello spessore di 16 cm, nuovi serramenti a doppia camera e l’installazione di VMC con recupero calore con portata di progetto 0.5 vol/h. Per valutare gli effetti del progetto sul comportamento estivo è stato selezionato un alloggio campione ed è stato analizzato l’andamento delle temperature, in assenza di climatizzazione, durante una settimana critica nel mese di luglio. Per le valutazioni del confort si è utilizzato il parametro della temperatura operante unitamente ad un modello adattivo, che definisce un intervallo di confort in funzione della temperatura esterna. Sono state quindi considerate come ricadenti nell’area di confort le ore la cui temperatura era compresa nell’intervallo 17.8 + (0,31 Testerna) ± 2°C

nella settimana analizzata né nello stato di fatto, né nel progetto così come concepito da ATER Treviso (fig. 2). Anzi, nello scenario di progetto si notava un leggero peggioramento della situazione estiva. Sono stati ipotizzati e simulati tre interventi di miglioramento del progetto: • Utilizzo di un materiale isolante con diverse caratteristiche • Miglior controllo solare mediante schermature solari esterne opportunamente gestite • Gestione ottimizzata della ventilazione meccanica con aumento dei ricambi notturni Come si può vedere dalle figure 3, 4 e 5 tutte le ipotesi portano una riduzione, più o meno significativa, delle temperature interne ma nessuna garantisce il comfort. Solo l’unione di tutti gli interventi migliorativi (figura 6) consente di incrementare in modo significativo (25%) le ore di comfort. Estendendo l’analisi all’intera stagione estiva (mesi da giugno ad agosto) si nota che il miglioramento è più marcato e le ore di confort complessivamente arrivano al 53% del totale nello scenario comprendente tutti gli interventi ipotizzati (figura 7).

Risultati case study 1: i fattori più importanti per il confort estivo Dallo studio risulta come le temperature nell’edificio non rientrassero mai nell’area di confort

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Figura 2: andamento delle temperature nella settimana di picco nell’edificio esistente e nel progetto originale

Figura 3: effetto dell’utilizzo di un isolante con diverse caratteristiche sull’andamento delle temperature

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Figura 4: effetto dell’utilizzo di schermature solari sull’andamento delle temperature

Figura 5: effetto di una migliore gestione della VMC sull’andamento delle temperature

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Figura 6: effetto combinato di tutti gli interventi migliorativi ipotizzati

Figura 7: analisi dell’effetto combinato di tutti gli interventi nell’intera stagione estiva

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Da questo primo studio emerge chiaramente che il comportamento estivo è frutto dell’effetto di una serie di fattori, tra i quali emergono il ruolo della ventilazione ed il controllo solare. Anche per questa ragione si è deciso di procedere con un approfondimento sulle modalità per migliorare le caratteristiche dell’involucro, affinché la parte “strutturale” dell’edificio, quindi non connessa all’uso degli utenti, possa dare il maggior contributo possibile.

posizione del materiale isolante. Questo è vero se osserviamo il solo regime stazionario e quindi la sola trasmittanza. Tale ragionamento non è però adeguato se invece passiamo al regime dinamico, dove la posizione degli strati di materiale influenzano l’accumulo ed il rilascio del calore. I parametri termici dinamici (come la trasmittanza periodica Yie, lo sfasamento e l’attenuazione) sono anche dipendenti da come sono disposti gli strati dell’involucro edilizio.

Descrizione case study 2: studio delle contropareti isolate Allo scopo di verificare come possa essere migliorato l’involucro dell’edificio per garantire il confort è stato realizzato un secondo studio. In questo caso, per rendere più semplice il modello si è deciso di studiare un edificio di un solo piano. Premessa fondamentale è che, in ogni caso, le esigenze dell’efficienza energetica invernale devono essere rispettate. Per questo motivo l’edificio è stato modellato considerando copertura, primo solaio, serramenti e pareti ad elevate performance per l’inverno. Si è deciso di concentrare l’attenzione sull’ottimizzazione della stratigrafia della parete. Punto di partenza della riflessione è che, sempre più frequentemente, si fa ricorso a contropareti interne, anche in edifici nuovi e dotati di cappotto esterno. Il motivo è che in questo modo è più agevole la posa degli impianti tecnologici e non è necessario procedere con tracce e spaccature nella struttura portante. La domanda che si può porre è quindi se e quanto valga la pena collocare isolante nell’intercapedine. Questo anche alla luce del fatto che, in letteratura, si fa riferimento al parametro della capacità termica interna come indice del buon comportamento estivo delle pareti e che tale valore peggiora con la posa di isolamento termico all’interno dell’edificio. È stata dunque compiuta una serie di simulazioni ipotizzando una parete composta da una controparete in cartongesso, una struttura portante in laterizio alveolato dello spessore di 25 cm ed isolante dello spessore totale di 18 cm. La posizione dell’isolante è stata fatta variare in ciascuna simulazione partendo dalla condizione di isolamento totalmente esterno fino a quella di isolante tutto all’interno. Si tende a pensare che la parete dal punto di vista energetico si comporti in modo indipendente dalla

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Risultati case study 2 Per valutare l’effetto dello spostamento del materiale isolante dall’esterno verso l’interno è stato scelto, tra i vari output di energy plus, il parametro “unmet hours”, ovvero il numero di ore in cui il setpoint di 26°C (temperatura scelta come obiettivo per avere un ambiente confortevole) non è raggiunto. A valori bassi di tale parametro corrisponde quindi un miglior comportamento dell’edificio nel suo insieme. È stato scelto questo parametro perché, benché non tenga conto dell’effetto della temperatura esterna sulla percezione di comfort, è utile per avere un’idea complessiva del comfort sull’intera stagione e non solo in un periodo. Le simulazioni i cui risultati sono descritti nel seguito sono state effettuate utilizzando il file meteo contenente i dati climatici di Brescia – Ghedi. Osservando il grafico di figura 8 è evidente che portare quota parte dell’isolante dall’esterno verso l’interno porta una riduzione rapida delle “unmet hours”, per i primi centimetri. Questo effetto positivo va via via riducendosi fino a tornare equivalente all’isolamento tutto esterno in corrispondenza del valore 5 cm esterno 13 interno. Infine si nota un peggioramento nel caso di un isolamento solo interno. Si sottolinea che le differenze tra le varie opzioni sono contenute, stiamo parlando di una variazione massima del 5%. È anche vero però che mentre progetto la stratigrafia di una parete con controparete, la scelta di come ripartire l’isolamento tra interno ed esterno è di fatto un’azione a “costo zero” che però influenza il risultato finale. Un’altra interessante osservazione nasce osservando la figura 9 dove è riportato, per i medesimi spessori, l’andamento della capacità termica areica interna. Si nota come, secondo questa simulazione il valore vada decrescendo rapidamente spostando verso l’interno l’isolante.

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Figura 8: andamento delle “unmet hours” al variare della posizione dell’isolante

Figura 9: andamento della capacità termica areica al variare della posizione dell’isolante

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Figura 10: tabella con le caratteristiche termiche principali di alcune delle configurazioni analizzate

Come citato in precedenza comunemente si pensa che per ottenere buone performance estive sia necessario avere valori elevati di capacità termica areica.

È importante sottolineare che i risultati sopra esposti valgono per dei casi specifici in un clima ben definito (nord Italia). Altre conformazioni dell’edificio o altre condizioni climatiche, come ad esempio climi tipicamente mediterranei, potrebbero portare a risultati anche significativamente diversi. Lo studio è inoltre chiaramente parziale e necessariamente da approfondite. Ulteriori aspetti dovrebbero essere presi in considerazione quali l’effetto delle restanti stratigrafie, l’influenza dell’umidità dell’aria o casi di edifici dotati di climatizzazione.

Questo studio sembra invece contraddire questo approccio, andando a dare meno importanza alla “massa” dei primi strati interni della parete e invece assegnando un valore notevole alla corretta distribuzione degli strati di isolanti. Conclusione Dai risultati sopra riportati, frutto di due studi differenti ma aventi finalità analoghe emergono chiaramente alcune indicazioni progettuali per ottimizzare il confort estivo in edifici ben isolati privi di impianto di raffrescamento: • È fondamentale dotare gli edifici di opportuni sistemi di ventilazione e di schermatura solare ed istruire gli utenti su come utilizzarli nel migliore dei modi; • Utilizzare un isolamento ripartito tra interno ed esterno aiuta a migliorare le condizioni di confort interno, se opportunamente progettato. Nel caso studio illustrato si ottengono valori ottimali collocando all’esterno lo spessore maggiore (15 cm) ed all’interno quello minore (3 cm); • Progettare utilizzando come riferimento il parametro Capacità termica interna non sembra essere il modo migliore per ottimizzare il comportamento estivo di un edificio;

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Per tutte queste ragioni è consigliabile procedere con una simulazione dinamica specifica per ciascun edificio fin dalle prime fasi progettuali.

* Isaac Scaramella, Alessandro Fracassi, titolari Studio Associato Fracassi Scaramella - greenLab, soci ANIT.

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RICERCA DI INFILTRAZIONI D’ACQUA MEDIANTE TRACCIANTE “FLUORESCEINA SODICA” OLTRE CHE CON ISPEZIONE TERMOGRAFICA di * Antonio Scaramella

Quando si viene chiamati per “risolvere” problemi di infiltrazioni, condense, risalite, ecc.., insomma problemi legati alla presenza indesiderata di acqua sulle superfici edilizie, si affronta sempre un’avventura nuova e quasi sempre diversa dalle precedenti. Strumenti come termocamera e termoigrometro a contatto sono di grande aiuto al tecnico preparato, (meglio se certificato II livello secondo Norma UNI EN ISO 9712:2012) però detta strumentazione (termocamera in particolare) rileva anomalie termiche dovute all’umidità, solo nel momento in cui l’acqua è presente in superficie e sta trasferendo energia (termica) all’aria che la lambisce durante la sua evaporazione (calore latente). Quindi, il tecnico operatore termografico, dovrebbe avere la fortuna di capitare sul posto durante il periodo suddetto, (momento esatto) o …, aspettare che detto fenomeno abbia luogo. Praticamente deve trovarsi nel posto giusto al momento giusto. In altri casi, quali contenziosi riguardanti l’origine della manifestazione della presenza di acqua sulle superfici dei locali interni, sia dovuta a fenomeni di condensa ovvero di infiltrazione in elementi edilizi (guaine, tubazioni, coperture, ecc…), allora per cercare di capire quanto meno alla corretta causa delle stesse, si può utilizzare un tracciante colorato. I normali traccianti che già da tempo si utilizzano, sono costituiti da pigmenti colorati e quindi hanno la proprietà si di tracciare, ma anche di “sporcare” le superfici trattate e attraversate. In edilizia le superfici (e i materiali) sono quasi tutti porosi, pertanto risulta quasi maggiore il danno

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provocato rispetto all’eventuale e probabile individuazione del punto d’ingresso dell’acqua. Per questo motivo, cercando informazioni presso colleghi più esperti e facendo continue ricerche in rete, lo scrivente ha scoperto l’esistenza e la possibile applicazione della “fluoresceina sodica” come tracciante e l’ha sperimentata con discreto successo. Si tratta di un composto organico molto fluorescente, caratterizzata da un coefficiente di estinzione molare a 490 nm pari a ε490 nm = 76900 cm -1M -1 da un pK a di 6.43.

Figura: La molecola di fluoresceina sodica

Notare che la molecola presenta due siti di protonazione: il gruppo carbossilico (-COOH) e il gruppo ossidrilico (-OH), al variare del pH possono essere protonati entrambi, solo uno o nessuno, e questo influenza le proprietà spettrali.

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Da Enciclopedia Treccani Fluoresceina: Composto chimico, C 20H 12O 5, prodotto per condensazione a caldo di resorcina e anidride ftalica; polvere giallo-bruna insolubile in acqua, solubile negli alcali con bella fluorescenza verde. Si usa nella preparazione di coloranti (eosina, eritrosina ecc.), come indicatore di pH, in oculistica ecc. Il sale sodico, noto col nome di uranina, si scioglie facilmente in acqua ed è fortemente fluorescente; la soluzione si usa per tingere lana e seta, per colorare le acque nella prospezione dei corsi d’acqua sotterranei ecc. Fluoroangiografia: In oculistica, angiografia a fluorescenza, usata per evidenziare lesioni vascolari retiniche con la somministrazione endovenosa di f. e quindi fotografarle. Fluoroangioscopia: Esame del fondo oculare effettuato previa somministrazione endovenosa di fluoresceina. Da Wikipedia “La fluoresceina sodica (o sale sodico della fluoresceina o uranina) è un indicatore. A temperatura ambiente si presenta come un solido rosso-bruno inodore, che emette una intensa fluorescenza nella gamma 520-530 nm (di colore giallo-verde, molto caratteristica) quando viene eccitata da raggi ultravioletti a 254 nm e nella gamma del blu (465490 nm)”. Usi della fluoresceina - Trattandosi di un colorante attivo anche ad elevatissime diluizioni, viene utilizzato in speleologia per

individuare rami di corsi d’acqua sotterranei che, scomparendo nel sottosuolo per ricomparire altrove, diventerebbero problematici da seguire. Per questo tipo di applicazione, una certa quantità di fluoresceina viene disciolta nel corso d’acqua che si addentra nel sottosuolo e, successivamente, si cercano corsi d’acqua che a loro volta sono stati colorati. Il tempo che intercorre fra la dissoluzione e la ricomparsa a distanza può dare indicazioni sulla velocità del flusso. - L’elevata fluorescenza della fluoresceina, anche in piccole tracce, viene sfruttata per rivelare minime quantità di sostanze (altrimenti incolori) su piastre per cromatografia su strato sottile. Per questo utilizzo, si impiegano una piastra ricoperta da materiale assorbente (usualmente allumina) impregnato di fluoresceina. Quando la piastra viene utilizzata per una separazione, le tracce delle sostanze separate cromatograficamente ne bloccano la fluorescenza e, in questo modo, la loro presenza viene rivelata da aloni non fluorescenti. • La fluoresceina viene impiegata come indicatore visuale nelle deter minazioni di alogenuri e tiocianati con il metodo di Fajans. • Sempre sfruttando la sua fluorescenza, viene utilizzata nella fluorangiografia, soprattutto per indagini delle patologie retiniche. • Rilevazione di macchie latenti di sangue • Repellente per squali

Si tratta di un composto fluorescente, e detta fluorescenza si ha appieno se la si espone a luce ultravioletta, ma soprattutto detto fenomeno di fluorescenza, decade nel tempo, dimezzando il proprio potere con l’esposizione alla radiazione nella banda del visibile (decadimento radiativo, simile al concetto di decadimento radioattivo). Pertanto, nei casi in cui si sospettano infiltrazioni meteoriche, ma non ne si ha la certezza, si può procedere dove sia possibile, mediante simulazione di allagamento con soluzione costituita da acqua e fluoresceina e indagare nell’ambiente interessato (generalmente quello sottostante) con dispositivi luminosi a luce ultravioletta (torce, plafoniere, ..) che eccitano la molecola di questo sale.

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Detta sostanza ha un forte potere tracciante anche ad altissime diluizioni, quindi ne basta veramente pochissima (la punta di un cucchiaino) per “colorare” un normale secchio da 15 – 17 litri. Trovata la traccia di colore giallo verdognolo fluorescente nel locale interessato dopo la simulazione d’allagamento, bisogna procedere a fotografare il fenomeno. Per fare ciò in maniera ineccepibile, bisogna avere un minimo di conoscenze / competenze in ambito fotografico così da ottenere un fotogramma di qualità e quindi di prova in perizia. L’attrezzatura necessaria, a parere dello scrivente, è la seguente: normale fotocamera reflex digitale, idonea/e ottica/e, cavalletto fotografico, dispositivo di scatto remoto, illuminatore a luce UV (faro

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su stativo), eventuali sacchetti neri e nastro adesivo per mascherare fonti di luce indesiderate (d’inverno lo scrivente esegue le riprese fotografiche dopo il tramonto). Importante (forse fondamentale) sarebbe scattare in formato raw così da tirar fuori tutte le informazioni del fotogramma in post produzione.

Lo scrivente è stato chiamato per un sospetto di ponte termico, pertanto ha eseguito un primo sopralluogo munito di termocamera (in quanto le condizioni ambientali lo consentivano) e ha osservato quanto di seguito riportato:

Il procedimento Prima di eseguire l’allagamento / irrorazione con fluoresceina, si esegue una prima campagna fotografica utilizzando la suddetta attrezzatura, con esposizione UV nell’ambiente in cui si verificano i fenomeni infiltrativi. Questo per avere dei buoni fotogrammi di partenza, una sorta di “fase 0” o “foto di riferimento” prive di alterazioni indotte dalla fluoresceina. Successivamente vengono studiate le zone da allagare/irrorare in funzione dell’estensione delle stesse. Per esempio se si tratta di un grande terrazzo o una grande area di copertura, la stessa viene suddivisa o in parti uguali, o in “zone omogenee tra loro per tipologia”. Pertanto si circoscrivono le aree da allagare possibilmente in porzioni di uguale estensione in modo da aumentare la probabilità di trovare la zona contenente punto o i punti d’ingresso. Più precisamente si eseguono allagamenti della prima zona, e dopo uno o due giorni si controlla il famoso vano sottostante con sola luce UV eseguendo nuovi fotogrammi omologhi a quelli scattati in “fase 0”. E così via di seguito con le altre aree. Questo procedimento, eseguito annotando scrupolosamente tutto su una planimetria e una tabella, può permettere di “scovare” il passaggio della fluoresceina (se passa), e dedurre da che zona della parte indagata essa è entrata, pertanto produrre prova inconfutabile mediante l’esecuzione di fotogrammi di buona qualità e tecnica fotografica. Di seguito si espongono un paio di lavori eseguiti:

Fotogramma associato al termogramma sotto riportato

Termogramma relativo al soffitto del locale dove si riscontrava umidità. Si nota chiaramente la posizione del muretto divisorio soprastante.

Come si può notare dal termogramma di cui sopra, effettivamente il problema era presente. Sopra il solaio vi è un terrazzo che si divide in due proprietà. La divisione è costituita e materializzata in parte da un muretto che si presenta da un versante piastrellato e “arredato” da un lavello, quindi in buone condizioni superficiali, dall’altro versante (proprietà differente) si presenta in pessimo stato conservativo con intonaco ammalorato e in parte leggermente scrostato.

INFILTRAZIONE MANIFASTATASI NEL SOFFITTO DI UN LOCALE ACCESSORIO DI UN BAR Sul soffitto di un locale accessorio di un bar, da tempo sono state avvistate macchie di umido e muffe in prossimità di uno spigolo tra copertura e tramezza e maggiormente nel vertice costituito da due tramezze ortogonali e soletta di copertura.

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Veduta relativa al terrazzo soprastante lato lavello.

Veduta relativa al terrazzo soprastante lato muretto semplice.

Viene eseguita la cosiddetta “fase 0” ovvero la campagna fotografica con esposizione a luce UV nel locale sottostante prima di ogni operazione di allagamento/irrorazione. Di seguito vengono riportati alcuni scatti.

sottostante sempre con esposizione a luce UV. Detti scatti non vengono riportati in quanto ovviamente gli scarichi non avevano alcun problema di tenuta. Successivamente riesce ad eseguire (in contraddittorio) la prova che riteneva già “giusta”, ovvero l’irrorazione del muretto fronte “ammalorato”. Per eseguire detta prova, ha utilizzato un normale irroratore a pressione da giardinaggio riempito con soluzione di acqua e fluoresceina, come di seguito riportato:

Dopodiché lo scrivente viene invitato a testare per prima cosa le tubazioni di scarico del lavello di cui foto sopra, pertanto esegue un cospicuo versamento di acqua e fluoresceina nel suddetto. Dopo due giorni riesegue le foto nel locale

Veduta relativa al set luci - fotografico montato nel locale da indagare.

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Veduta come la precedente ripresa da diversa angolazione.

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Veduta relativa alla zona con umidità e muffa, ripresa con esposizione al luce ultravioletta.

Veduta relativa al muretto del terrazzo soprastante durante la fase di irrorazione con acqua e fluoresceina mediante un semplice spruzzino a pompa.

Veduta come la precedente scattata dopo l’irrorazione.

Veduta nel locale sottostante ripresa ad esposizione UV. Si notano già alcuni aloni giallo fosforescenti.

Veduta come la precedente, ma eseguita con ottica più lunga e diretta verso il punto più critico.

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Veduta come la precedente, ma eseguita con ottica ancora più lunga. E’ chiara la presenza della fluoresceina.

Veduta come la precedente, ma eseguita con ottica ancora più lunga. E’ chiara la presenza della fluoresceina. Due giorni dopo, viene riallestito il set fotograficoluci nel locale sottostante e si scattano i seguenti fotogrammi molto esplicativi, sempre con esposizione esclusivamente costituita da radiazione UV.

che lo stesso muretto costituisce per ragioni geometriche-strutturali, ma l’origine principale del problema è l’infiltrazione che lo stesso ha veicolato su una struttura orizzontale probabilmente non impermeabilizzata o con impermeabilizzazione mal eseguita.

Le suddette foto provano inconfutabilmente che il muretto è stato il veicolo di infiltrazione meteorica ai danni del vano sottostante. Ovviamente esiste anche l’effetto di “ponte termico”

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* Geom. Antonio Scaramella, Socio ANIT.

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RELAZIONE ANNUALE SULL’EFFICIENZA ENERGETICA 2017 : UNA SBIRCIATA AI DOCUMENTI INVIATI DAL MISE ALL’EUROPA di * Daniela Petrone

Premessa E’ dello scorso 28 maggio una news, sul sito web del Ministero dello Sviluppo Economico, dal titolo “Obiettivi di efficienza energetica al 2020: a che punto siamo? ” in cui il Ministero presenta il livello di conseguimento dei target al 31 dicembre 2017 riportato all’interno della relazione annuale che lo stesso, ha inviato il 30 aprile alla Commissione europea.

da conseguire per mezzo di politiche attive, gli strumenti di promozione. Inoltre, sulla base dell’articolo 5 della stessa direttiva EED, l’Italia è impegnata nella riqualificazione degli edifici della pubblica amministrazione centrale ad un tasso del 3% annuo della superficie occupata. Nella tabella che segue sono indicati i risparmi attesi al 2020 in energia finale e primaria suddivisi per settore e per misure di intervento. E’ evidente che le attese maggiori sono legate in primis allo strumento dei certificati bianchi applicati nel settore prevalentemente industriale ma anche all’applicazione degli standard normativi che hanno un loro peso anche per il settore residenziale, ma ci si attende molto dai trasporti.

Obiettivi al 2020 Gli obiettivi di efficienza energetica dell’Italia al 2020 sono definiti nel Piano nazionale per l’efficienza energetica del 2017 (PAEE) in cui il Paese si è dato un programma di miglioramento dell’efficienza energetica teso a risparmiare 20 Mtep/anno di energia primaria e 15,5 Mtep/ anno di energia finale. Al 2020 il consumo atteso in termini di energia primaria è di 158 Mtep e di energia finale è di 124 Mtep. A questo target si aggiunge, ai sensi della Direttiva Europea sull’efficienza energetica, la cosiddetta EED (2012/27/UE, articolo 7), una riduzione dei consumi di energia finale obbligatoria,

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Consumi e risparmi conseguiti I consumi finali di energia (esclusi gli usi non energetici) nel 2016 sono stati pari a 115,9 Mtep, in lieve diminuzione (-0,3%) rispetto al 2015, principalmente dovuta ai cali nel settore trasporti, -1,1%, e nel settore residenziale, -1,0%.

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Il settore civile, settore di nostro interesse, assorbe oltre il 40% del totale dei consumi finali: il peso dei consumi del settore residenziale è pari 27,8%, del settore servizi al 13,8% e in costante crescita. Il settore trasporti impiega circa un terzo dei consumi finali, seguito dall’industria con il 22,1%. La quota dei consumi del settore agricoltura e pesca è pari a 2,5%.

Di questi gli strumenti che riguardano il settore dell’edilizia sono soprattutto le detrazioni fiscali e il conto termico ma vedremo più nel dettaglio la novità 2018 del fondo Nazionale per l’Efficienza Energetica.

b) una sezione per l’erogazione di finanziamenti a tasso agevolato cui è destinato il 70% delle risorse che annualmente confluiscono nel Fondo. La sezione garanzie prevede inoltre, una riserva del 30% per gli interventi riguardanti reti o impianti di teleriscaldamento, mentre il 20% delle risorse stanziate per la concessione di finanziamenti è riservata alla Pubblica Amministrazione. La legge di Bilancio per il 2018 prevede, infine, l’integrazione di questo strumento con un’ulteriore sezione finalizzata a stimolare i finanziamenti di interventi standard di efficienza energetica nei condomini. I settori interessati dal fondo sono piuttosto ampi, dagli interventi finalizzati alla riduzione dei consumi di energia nei processi industriali, alla realizzazione e ampliamento di reti per il teleriscaldamento e/o per il telereffrescamento, all’efficientamento di servizi ed infrastrutture pubbliche, ivi inclusa l’ illuminazione pubblica, nonché per la riqualificazione energetica degli edifici. I soggetti beneficiari sono imprese e Pubblica Amministrazione che intervengono su immobili, impianti e processi produttivi. Per l’ambito imprenditoriale, le agevolazioni possono essere concesse alle imprese di tutti i settori, anche in forma aggregata o associata, ivi comprese le Esco (certificate ai sensi della norma UNI CEI 11352).

Il Fondo per l’Efficienza Energetica Lo scorso 6 marzo 2018 è stato pubblicato nella G. U. n. 54 il Decreto attuativo del MiSE per il Fondo Nazionale per l’Efficienza Energetica, ma sono attualmente in fase di finalizzazione le regole applicative per presentare le domande e rendere lo strumento a tutti gli effetti operativo. Il Fondo è finalizzato a favorire, sulla base di obiettivi e priorità periodicamente stabiliti, il finanziamento di interventi necessari per il raggiungimento degli obiettivi nazionali di efficienza energetica, promuovendo il coinvolgimento di istituti finanziari e investitori privati sulla base di un’adeguata condivisione dei rischi. Il Fondo ha una natura rotativa e si articola in due sezioni che operano: a) una sezione per la concessione di garanzie su singole operazioni di finanziamento, cui è destinato il 30% delle risorse che annualmente confluiscono nel Fondo;

Le imprese hanno accesso sia alla garanzia offerta dal fondo, fino all’80% dell’ammontare dell’operazione e comunque tra un minimo di 150 mila euro e un massimo di 2,5 milioni di euro, sia al finanziamento a tasso agevolato (concessi da un minimo di 250 mila euro e 4 milioni di euro a copertura del 70% dei costi agevolabili), anche cumulativamente, nei limiti della copertura dei costi ammissibili disciplinati dalla norma. Le Pubbliche amministrazioni invece possono beneficiare esclusivamente di finanziamenti a tasso agevolato, della durata massima di quindici anni e con un limite del 60% dei costi agevolabili per tutti gli interventi ammissibili (miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici di proprietà della pubblica amministrazione, nonché degli edifici destinati ad uso residenziale, con particolare riguardo all’edilizia popolare; miglioramento dell’efficienza energetica dei servizi e/o delle infrastrutture pubbliche), con l’eccezione

Risposta all’art.7 della Direttiva EED : strumenti di promozione Gli strumenti di sostegno per gli interventi di incremento dell’efficienza energetica messi in campo dal Ministero e definiti nella Strategia Energetica Nazionale sono : • i certificati bianchi • le detrazioni fiscali per gli interventi di efficienza energetica ed il recupero edile del patrimonio edilizio esistente; • il Conto termico; • il Fondo Nazionale per l’Efficienza Energetica; • il Piano Impresa 4.0.

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di quelli relativi alle infrastrutture pubbliche che godono di un limite dell’80%.

Risposta all’art.5 della Direttiva EED : strumenti di promozione Come detto sopra l’art.5 riguarda l’obbligo di riqualificazione energetica del 3% della superficie degli immobili occupati dalla Pubblica Amministrazione centrale. Nel quadriennio 2014-2017 risultano realizzati, in fase di realizzazione o programmati interventi su oltre 190 immobili, per una superficie utile complessiva di oltre 1.870.000 m2. Il dato è imputabile, per gran parte della consistenza (sia in termini di interventi sia in termini di superficie riqualificata), al programma per il miglioramento della prestazione energetica degli immobili della PA centrale (Prepac), mentre il residuo è riconducibile ad altre misure di incentivazione specifiche (programmi POI-energia) e agli interventi eseguiti dall’Agenzia del Demanio nell’ambito del Sistema accentrato delle manutenzioni (c.d. Manutentore Unico) di cui al Decreto legge n. 98 del 2011.

Perché porre un limite del 60%? Per un doppio scopo, da una parte coinvolgere maggiormente la struttura pubblica ricorrendo al cofinanziamento degli interventi, che però può avvenire ed essere ripagato tramite il ricorso e il cumulo dei diversi meccanismi di incentivazione già disponibili a livello nazionale e locale. Se ad esempio un ente/istituto autonomo delle case popolari volesse intervenire sulla riqualificazione energetica del proprio patrimonio pubblico residenziale potrebbe utilizzare il fondo per avere disponibilità del 60% della spesa e coprire il restante 40% con i fondi strutturali regionale e vedersi restituito una percentuale di quella spesa con il Conto Termico, permettendo un più efficace utilizzo delle risorse disponibili. Tutto sta nel conoscere gli strumenti a disposizione, essere aggiornati alle normative vigenti in materia e mettere a sistema con in un puzzle tutte le risorse disponibili, il tutto renderebbe a costo zero per la PA l’intervento, questo perché le agevolazioni concesse alla PA sono cumulabili con altri incentivi, nei limiti di un finanziamento complessivo massimo pari al 100 per cento dei costi ammissibili.

La tabella sottostante riporta la superficie complessiva da riqualificare e la superficie degli edifici oggetto di intervento. * Daniela Petrone, Vice Presidente ANIT.

Tabella - Riqualificazione energetica edifici PA centrale - Risultati 2014-2017

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SPERIMENTAZIONE SU MATERIALI DI RIVESTIMENTO INNOVATIVI CON CARATTERISTICHE TERMICHE ED ACUSTICHE FINALIZZATI AL RISANAMENTO DI EDIFICI. di * Fabio Scamoni, Chiara Scrosati, Michele Depalma, Claudio Maffè, Cristina Pollastro, Francesco Salamone

possibile ricorrere a elevati spessori di materiale isolante, per adattarsi al maggior numero possibile di peculiarità costruttive. Si potrebbe in tal modo ottenere un miglioramento significativo rispetto alla situazione di partenza combinando e ottimizzando l’intervento su entrambi i lati dell’opera muraria (vedi figura 1). La prima fase delle attività ha previsto la selezione dei sistemi proposti dai produttori tramite Manifestazione di Interesse e la verifica delle proprietà termiche e acustiche dei sistemi selezionati attraverso prove di laboratorio. Nella seconda fase, le verifiche sono state condotte in campo su di un edificio sperimentale con caratteristiche costruttive

Introduzione La Ricerca cofinanziata da Regione Lombardia e ITC - CNR, ha avuto lo scopo di individuare un sistema di rivestimento innovativo e sostenibile, con elevate caratteristiche termiche ed acustiche, finalizzato alla ristrutturazione di edifici sia in termini di riduzione all’esposizione al rumore che alla riduzione dei consumi energetici. Il sistema da selezionare doveva soddisfare i requisiti di modularità e facilità di applicazione per essere utilizzato su pareti e soffitti in ambienti abitati con diverse destinazioni d’uso; in particolare doveva essere applicabile su entrambi i lati delle murature e in tutte quelle situazioni in cui non è

Fig.1 – Struttura muraria di base su cui sono stati provati i sistemi di rivestimento innovativi

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tipiche degli anni ’60 (pareti in mattoni, finestre di legno con vetro singolo) e localizzato vicino all’aeroporto di Malpensa, in un’area caratterizzata da elevato inquinamento acustico.

c) Massima flessibilità di applicazione e destinazioni d’uso. d) Possibilità di applicazione su superfici interne ed esterne di murature, con i seguenti requisiti relativamente allo spessore degli strati di rivestimento: - Rivestimento interno ≤ 2 cm - Rivestimento esterno ≤ 6 cm

Possibili campi di applicazione I possibili campi di applicazione dei prodotti innovativi ricercati comprende la riqualificazione del costruito in situazioni in cui il riverbero o la riflessione sonora dovuta a superfici acusticamente riflettenti accentuano l’effetto di esposizione a fonti di rumore disturbante. Un tipico esempio di tali situazioni sono i canyons urbani, per le situazioni in campo aperto, e grandi ambienti riverberanti per le situazioni in campo confinato (vedi figura 2).

I sistemi selezionati Sulla base della idoneità ai requisiti richiesti alla Manifestazione di Interesse e delle prestazioni dichiarate sono stati selezionati tre diversi sistemi (vedi figura 3); due di essi (Sistema A e Sistema B) sono tipi particolari di intonaco con proprietà acustiche e termiche, che possono essere applicati sulle superfici sia interna che esterna di pareti, mentre il terzo (Sistema C) è un rivestimento fonoassorbente applicabile solo sulle superfici interne degli ambienti abitati. Il Sistema A è un intonaco premiscelato composto da materiali naturali e con finitura formata da resine a base acqua. Il Sistema B è un intonaco innovativo nano-composito, che utilizza composti nano-strutturati, leganti

I criteri di selezione I sistemi proposti sono stati selezionati sulla base dei seguenti criteri: a) Utilizzo di materiali innovativi e/o sostenibili e/o di riciclo. b) Caratteristiche innovative rispetto ai sistemi tradizionali proposti per l’isolamento acustico e termico.

Fig.2 – Possibili campi di applicazione delle proprietà acustiche: urban canyons per le applicazioni all’esterno, e ambienti confinati per le applicazioni interne.

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Fig.3 – I tre sistemi selezionati: da sinistra, Sistema A, Sistema B e Sistema C.

ecologici e materie prime riciclate. Il Sistema C è un pacchetto composto dai due seguenti strati: a) materiale composto da elastomeri e cariche minerali accoppiato ad uno strato di polietilene espanso reticolato fisicamente; b) pannello in fibra di poliestere ricoperto da tessuto a vista. La parte elastomerica è ottenuta mediante il parziale riciclo degli scarti della lavorazione del materiale stesso mentre la fibra è ottenuta mediante il riciclo di bottiglie di plastica senza aggiunta di leganti chimici.

Prestazioni acustiche: Sono state verificate sia le proprietà di isolamento acustico che di assorbimento acustico, secondo le seguenti metodologie: 1) Misura del potere fonoisolante secondo la UNI EN ISO 10140; 2) Misura dell’assorbimento acustico in camera riverberante secondo la UNI EN ISO 354. 1) Per valutare il miglioramento dell’isolamento acustico dovuto all’applicazione dei sistemi selezionati, è stata utilizzata come parete di base, invece di quella rappresentativa specificata nella UNI EN ISO 10140-5, una parete identica a quella della facciata dell’edificio sperimentale. Si tratta di una doppia parete costituita dai seguenti strati: parete in mattoni con fori verticali e percentuale di foratura inferiore al 45%, intercapedine d’aria da 10 cm, parete in mattoni identica alla prima (vedi figura 1).

Verifiche prestazionali di laboratorio La prima fase delle attività ha riguardato la verifica in laboratorio delle proprietà dichiarate per i tre sistemi selezionati. In particolare le prove di laboratorio hanno riguardato sia prestazioni acustiche che prestazioni termiche.

Fig.4 – Risultati delle prove di potere fonoisolante: da sinistra, Sistema A, Sistema B e Sistema C.

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Tab.1 – Risultati delle prove di potere fonoisolante: da sinistra, Sistema A, Sistema B e Sistema C. In figura 4 sono riportati i risultati delle prove espressi in funzione della frequenza e in tabella 1 espressi in termini di indici di valutazione Rw, C e Ctr. Si riscontra un significativo miglioramento dell’isolamento acustico per i tre sistemi e in particolare per i due intonaci innovativi nel caso dell’applicazione sui due lati, interno ed esterno, del muro di base (+ 4 dB). 2) I Sistemi A e B sono stati provati in camera riverberante con campioni di due spessori: 6 cm, per il rivestimento esterno e 2 cm per il rivestimento interno; il Sistema C con un campione di 2 cm di spessore.

Prestazioni termiche: Sono state verificate le proprietà termiche secondo le seguenti metodologie: 1) Misura della conduttività termica secondo la UNI EN 12667; 2) Calcolo della trasmittanza termica secondo la UNI ISO 13786. 1) La conduttività termica è stata misurata col metodo del termoflussimetro su campioni di 30 cm e di 50 cm di lato; nella tabella di figura 5 sono riportati i risultati relativi ai tre sistemi nella configurazione che riproduce la situazione applicativa reale.

I risultati delle prove in camera riverberante, sia in frequenza che a numero unico, sono riportati in figura 5. Gli intonaci innovativi sono stati provati in condizioni di finitura superficiale finale cioè con vernice per esterni; questo fatto, aggiunto a condizioni di posa in orizzontale potrebbe aver penalizzato la prestazione voluta. IL sistema di rivestimento interno (C) invece non risente di tali limitazioni e ha confermato la sua più che discreta prestazione.

2) La prestazione di isolamento termico della muratura rivestita dall’intonaco innovativo è stata valutata in termini di trasmittanza termica calcolata utilizzando i dati di conduttività ottenuti dalla misurazione; il calcolo è stato eseguito simulando la situazione della muratura di riferimento (vedi fig.1) rivestita su entrambi i lati dall’intonaco innovativo. In figura 6 è riportata la stratigrafia della parete utilizzata per il calcolo e i risultati ottenuti in termini di trasmittanza termica.

Fig.5 – Risultati delle prove di assorbimento acustico espressi in funzione della frequenza, nel grafico, e in termini di indice di valutazione, in tabella.

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Fig.6 – Risultati delle verifiche termiche: da sinistra, conduttività termica, stratigrafia parete di calcolo, trasmittanza termica calcolata. Dal confronto delle due trasmittanze termiche si evidenzia un significativo (seppure non ancora adeguato agli attuali requisiti di legge) miglioramento dell’isolamento termico della muratura rivestita con i due intonaci innovativi.

to acustico che di assorbimento acustico, secondo le seguenti metodologie: 1) per l’isolamento: la misura dell’isolamento acustico di facciata secondo la UNI EN ISO 16283-3; 2) per l’assorbimento: la misura del tempo di riverberazione all’interno degli ambienti di prova secondo la UNI EN ISO 3382-2 e la riflessione sonora di facciata secondo la UNI EN ISO 1793-5.

Caratterizzazione prestazionale in campo La fase finale delle attività si è svolta attraverso una campagna di sperimentazione in scala reale con verifiche in campo condotte su di un edificio sperimentale con caratteristiche costruttive tipiche degli anni ’60 (pareti in mattoni, finestre di legno con vetro singolo) e localizzato vicino all’aeroporto di Malpensa (vedi fig. 7), in un’area caratterizzata da elevato inquinamento acustico.

1) Le prove sono state eseguite sia prima che dopo l’applicazione dei prodotti sulle pareti interne ed esterne. Per minimizzare l’influenza dei serramenti sono state analizzate solo le pareti cieche. I risultati ottenuti in tre diversi ambienti sono riportati in tabella 2. La differenze nei valori di isolamento tra i diversi ambienti è attribuibile alle diverse tipologie di muratura, ai diversi rapporti tra superfici di muratura e volumi, e ai diversi spessori di intonaco applicato; in particolare il valore molto più alto del soggiorno è dovuto: • al maggior volume della stanza rispetto alla cucina e alla camera; • alla maggiore massa del muro di base; • al maggior spessore totale di intonaco applicato (+2 cm rispetto agli altri ambienti). In tutti e tre i casi si nota comunque un aumento

Interventi con i sistemi selezionati Due dei tre sistemi selezionati sono stati utilizzati per gli interventi sull’edificio sperimentale e in particolare i due intonaci innovativi, Sistema A e Sistema B. I rispettivi prodotti sono sati applicati alle superfici interne ed esterne delle pareti di alcuni locali dell’abitazione, come indicato in figura 8. Verifica delle proprietà acustiche La verifica ha compreso sia le proprietà di isolamen-

Fig.7 – Palazzina sperimentale e sua localizzazione nei pressi dell’aeroporto di Malpensa.

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Fig.8 – Locali interessati dagli interventi con gli intonaci innovativi ed esempi di applicazione all’interno e all’esterno sulla facciata. di isolamento riscontrato dopo l’applicazione dei due intonaci innovativi, a conferma di quanto risultato dalle prove di laboratorio sull’incremento del potere fonoisolante dovuto all’applicazione dei due intonaci sul muro di base, il quale riproduceva esattamente il muro reale.

di riverberazione a quasi tutte le frequenze a testimonianza delle buone proprietà di assorbimento acustico dei due sistemi. Per la misura del coefficiente di riflessione, il metodo definito nella UNI EN ISO 1793-5, destinato alla caratterizzazione delle barriere acustiche, è stato applicato alla superficie della facciata in prova; in Figura 10 è visibile l’allestimento di prova applicato a una porzione della facciata dell’edificio sperimentale e i risultati ottenuti in termini di assorbimento acustico che evidenziano un leggero miglioramento dovuto all’intonaco innovativo.

2) La misura del tempo di riverberazione negli ambienti di prova è stata eseguita sia nelle condizioni iniziali, cioè con le superfici interne delle pareti allo stato originario, sia nella condizioni finali dopo l’applicazione dei Sistemi A e B sulle stesse pareti. Nei grafici di figura 9 sono riportati, per ogni stanza esaminata, i valori del tempo di riverberazione prima (curva blu) e dopo (curva rossa) l’intervento; è evidente che l’applicazione dei due intonaci innovativi ha prodotto una diminuzione del tempo

Verifica del comfort termo-igrometrico La campagna sperimentale ha avuto lo scopo di verificare il livello di comfort termo-igrometrico

Tab.2 – Risultati delle prove di isolamento di facciata espressi in termini di indice di valutazione.

Fig.9 – Tempi di riverberazione misurati all’interno degli ambienti di prova prima e dopo l’applicazione dei due intonaci innovativi.

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Fig.10 – Allestimento di prova per la misura della riflessione sonora e risultati espressi in termini di assorbimento acustico. (Indoor Climate Quality – ICQ) dell’edificio sperimentale, determinato considerando l’indice di comfort ottenuto secondo la norma UNI EN ISO 7730. I dati indoor (temperatura dell’aria, umidità relativa dell’aria, velocità dell’aria, temperatura radiante) sono stati rilevati utilizzando il dispositivo di monitoraggio integrato nEMoS (nano Environmental Monitoring System), sviluppato da ITC-CNR, posto nel locale della palazzina trattato col Sistema B (vedi fig.10). I dati ambientali esterni sono stati recuperati dalla centralina meteo dell’ARPA Lombardia di Somma Lombardo posta a poco più di un chilometro in linea d’aria dall’edificio sperimentale (vedi fig.11).

presente che l’ambiente di misura era privo di impianti di climatizzazione. Come noto la scala di PMV prevede i seguenti valori: +3 molto caldo, +2 caldo, +1 leggero caldo, 0 neutro, -1 leggero freddo, -2 freddo e -3 molto freddo. Come evidenziato dai grafici di figura 12, risulta che la soluzione costituita dall’intonaco innovativo da 6 cm applicato all’esterno dell’involucro più i 2 cm dello stesso intonaco applicato all’interno contribuisce a isolare l’ambiente interno dalla variabilità delle condizioni esterne. Considerazioni finali sui risultati Sulla base dei risultati sperimentali ottenuti si possono fare le seguenti considerazioni: - Le analisi di laboratorio hanno permesso la verifica delle prestazioni dichiarate che non sempre sono state confermate sia in positivo che in negativo.

I risultati di queste verifiche sono stati espressi e discussi in termini di andamento di PMV (Predicted Mean Vote) e della temperatura interna, tenendo

Fig.11 – Assetto sperimentale e dati meteo per la verifica del comfort termo-igrometrico: dispositivo nEMos per dati indoor, a sinistra, centralina meteo per i dati outdoor (punto giallo) a destra.

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5 MARZO BOLOGNA 6 MARZO FIRENZE 7 MARZO GENOVA 13 MARZO ALESSANDRIA 19 MARZO CREMONA 20 MARZO CUNEO 23 MARZO COMO 27 MARZO BRESCIA 5 APRILE TORINO 11 APRILE MILANO

12 APRILE REGGIO EMILIA 17 APRILE GORIZIA 18 APRILE VENEZIA 8 MAGGIO FIRENZE 9 MAGGIO BOLOGNA 10 MAGGIO MONZA 15 MAGGIO POTENZA 16 MAGGIO SALERNO 22 MAGGIO ORISTANO 30 MAGGIO MODENA

5 GIUGNO LATINA 6 GIUGNO ROMA 12 GIUGNO SIENA 13 GIUGNO PRATO 20 GIUGNO PARMA 26 GIUGNO MILANO 27 GIUGNO TREVISO 28 GIUGNO PADOVA 28 GIUGNO BERGAMO 18 SETTEMBRE MILANO

25 SETTEMBRE MACERATA 26 SETTEMBRE PERUGIA 3 OTTOBRE RIETI 4 OTTOBRE L’AQUILA 10 OTTOBRE COSENZA 15 OTTOBRE BERGAMO 17 OTTOBRE FIRENZE 18 OTTOBRE VERBANIA 23 OTTOBRE PIACENZA 24 OTTOBRE RAVENNA

25 OTTOBRE BOLOGNA 30 OTTOBRE TORINO 7 NOVEMBRE

TARANTO 8 NOVEMBRE BARI 13 NOVEMBRE FORLÌ-CESENA 13 NOVEMBRE BOLZANO 14 NOVEMBRE VERONA 16 NOVEMBRE CATANIA 20 NOVEMBRE TRIESTE 21 NOVEMBRE VENEZIA

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ANIT RISPONDE: chiarimenti normativi e soluzioni tecnologiche per l’efficienza energetica e l’acustica in edilizia Negli ultimi 2 anni di applicazione del DM 26 giugno 2015 per l’efficienza energetica e nei 20 anni di applicazione del DPCM 5 dicembre 1997 sui requisiti acustici passivi, i progettisti hanno dovuto superare diverse criticità operative. La corretta attuazione delle regole infatti non è sempre chiara tanto che il legislatore è intervenuto più volte con circolari e risposte ai dubbi frequenti (FAQ). L’obiettivo dell’incontro è fare il punto assieme ai nostri esperti sugli aspetti più critici dell’attuale quadro normativo/legislativo legato all’efficienza energetica e al comfort acustico in edilizia.

ACUSTICA IN EDILIZIA: obblighi e opportunità A vent’anni dall’introduzione degli obblighi previsti nelle Leggi nazionali, com’è cambiata l’acustica edilizia in Italia? Quali sono le nuove tecnologie da proporre nei prossimi progetti? Il convegno si pone l’obiettivo di analizzare l’evoluzione del settore e le prospettive per i sistemi di isolamento del futuro per edifici nuovi e da ristrutturare. La presentazione di casi di studio permetterà di approfondire i temi trattati.

ISOLARE E CONTABILIZZARE Analisi del sistema edificio-impianto La contabilizzazione e termoregolazione è ormai una realtà per molti edifici esistenti. La legge italiana infatti prevede l’obbligo di ripartizione delle spese per i servizi energetici (in primis riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria) in base agli usi volontari e involontari dei diversi utenti di un impianto termico. Questa situazione sta mettendo in luce l’importanza e l’efficacia della riqualificazione energetica degli edifici esistenti, perché grazie alla contabilizzazione e termoregolazione ora gli interventi di isolamento termico sono “visibili” dall’impianto e di conseguenza sono visibili nella bolletta energetica. L’obiettivo dell’incontro è fornire un’indicazione sulle potenzialità di risparmio energetico con particolare attenzione agli edifici condominiali esistenti nel rispetto dei requisiti minimi di legge (DM 26/6/15) e fare chiarezza sugli obblighi legislativi della contabilizzazione (D.lgs. 102/14 e D.lgs. 141/16).

ACUSTICA E COMFORT Il convegno si pone l’obiettivo di evidenziare quali prescrizioni dobbiamo rispettare, e quali soluzioni tecnologiche possiamo utilizzare, per ottenere adeguato comfort acustico negli edifici. Vengono descritti i limiti di legge in vigore, alla luce delle normative più recenti, e sistemi per la riduzione dei rumori da calpestio e la correzione dell’acustica interna. Esempi di calcolo previsionale, effettuati con le nuove norme UNI EN ISO 12354, e analisi di risultati ottenuti in opera permetteranno di approfondire i temi trattati.

PREVISTI CREDITI FORMATIVI PER I PARTECIPANTI registrazioni sul sito www.anit.it


29 NOVEMBRE 2018 via Washington 66, Milano, (M1 Wagner), Hotel Marriott

Le iscrizioni e il Programma dettagliato dell’evento sono disponibili al link: https://www.anit.it/congresso-2018/

Supportano l’evento:


Fig.12 – Sensazione termica, in termini di PMV, e temperatura interna in funzione della temperatura esterna, rilevate con (curva rossa) e senza (curva verde) applicazione dell’intonaco innovativo. - Le verifiche in campo hanno confermato in larga parte le prestazioni ottenute in laboratorio ag giungendone altre non ricavabili se non in situ, come l’isolamento acustico di facciata, la riflessione sonora e i parametri di comfort termo-igrometrico. - Il sistema di rivestimento per interni ha confermato le prestazioni dichiarate ma non è stata possibile la loro verifica in campo. - Gli intonaci innovativi hanno dimostrato di possedere prestazioni sia acustiche che termiche promettenti ma ancora insufficienti per rispondere alle aspettative di mercato.

beranti come grandi atrî, aule scolastiche e palestre. Relativamente agli altri due sistemi (A e B), cioè gli intonaci innovativi, fra le prestazioni verificate sia in laboratorio che in campo quella più promettente è legata alla loro capacità di assorbire il rumore incidente; ciò li rende particolarmente adatti ad applicazioni in situazioni in cui si debba ridurre l’effetto di riflessione sonora multipla tra superfici riflettenti contrapposte; esempi di tali situazioni sono i tipici canyon urbani in presenza di forte inquinamento acustico da rumore di traffico. Anche barriere antirumore, rivestimenti interni di gallerie e di stazioni ferroviarie e metropolitane potrebbero trarre vantaggio dalla bassa riflessione sonora di questi intonaci innovativi; restano ovviamente da approfondire o indagare altri requisiti specifici di queste destinazioni d’uso (meccanici, strutturali, anti-incendio ecc.). Un ultimo aspetto da sottolineare a favore dell’impostazione data all’attività svolta e alla procedura applicata è che questa consente ai produttori coinvolti di modificare e migliorare in corso d’opera i loro prodotti o sistemi allo scopo di ottenere le prestazioni volute; questa opportunità è stata sfruttata per uno dei due intonaci innovativi, quello in particolare che per sua natura si è dimostrato più modulare e flessibile.

Considerazioni sull’attività svolta Da un’analisi critica della sperimentazione si possono trarre le seguenti considerazioni: il risultato principale della ricerca è stato la messa in pratica di una protocollo di verifica delle proprietà e delle prestazioni dei prodotti in oggetto aderente alle esigenze delle applicazioni reali a cui essi sono destinati. Le analisi di laboratorio hanno permesso la verifica delle prestazioni dichiarate mettendone in evidenza anche alcune carenze. Le verifiche in campo hanno poi confermato in larga parte le prestazioni ottenute in laboratorio aggiungendone altre non ricavabili se non in situ, nelle reali condizioni di applicazione, come l’isolamento acustico di facciata, la riflessione sonora e i parametri di comfort termo-igrometrico. Per quanto riguarda le peculiarità dei prodotti indagati, oltre ai risultati numerici descritti nei precedenti capitoli, si può aggiungere quanto segue: il sistema di rivestimento interno (Sistema C) si è dimostrato particolarmente indicato agli utilizzi mirati alla correzione acustica degli ambienti interni, in virtù della sua prestazione di assorbimento acustico; in particolare si pensi ad interventi in ambienti molto river-

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Ringraziamenti: si ringraziano le aziende TRI, Diasen e Mappy per la loro disponibilità a collaborare con mezzi e risorse umane allo svolgimento della campagna di sperimentazione e ai funzionari di ALER Varese per il prezioso supporto tecnico e logistico fornito. * Fabio Scamoni, Chiara Scrosati, Michele Depalma, Claudio Maffè, Cristina Pollastro, Francesco Salamone, UdR SG2-Energetica, Qualità ambientale e Acustica dell’ITC-CNR.

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L’ACCORDO DI PROGRAMMA QUADRO MALPENSA UN BUON ESEMPIO DI AZIONE PUBBLICA di * Sandra Zappella, Maurizio Federici

Nel dicembre del 2017 è giunto a conclusione l’Accordo di Programma Quadro Malpensa 2000 (AdPQ), un Accordo nato sul finire degli anni ‘90, a seguito dell’individuazione dell’aeroporto di Malpensa come primo aeroporto HUB internazionale del Nord Italia, e alla conseguente necessità di garantire la coesistenza tra tale sviluppo infrastrutturale e i territori adiacenti al sedime aeroportuale.

L’Accordo viene sottoscritto il 31 marzo 2000 da Regione Lombardia, il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, il Ministero dell’Ambiente, le Province di Varese e di Milano, i Comuni di Somma Lombardo, Lonate Pozzolo e Ferno, nonché da Finlombarda S.p.A. e A.L.E.R. di Varese. Nel 2009, a seguito di due atti integrativi al testo dell’AdPQ , lo stesso Accordo viene sottoscritto anche dal Ministero dello Sviluppo Economico che assume il ruolo di controllo e supervisione dell’avanzamento della spesa finanziaria, a cui è subentrata nel corso del 2013, l’Agenzia per la coesione territoriale.

Nel 1999 Stato e Regione hanno infatti condiviso la necessità di sottoscrivere un Accordo di Programma Quadro finalizzato a fornire una concreta risposta ai problemi di incompatibilità tra le funzionalità aeroportuali e alcuni insediamenti residenziali, interessati da problematiche di inquinamento atmosferico e acustico. La normativa ambientale definisce infatti non ammissibile la destinazione residenziale nelle aree ove si rilevi un livello di rumore aeroportuale LVA > 65 dB(A)

Si tratta di un Accordo di Programma complesso e al contempo innovativo, attuato in 18 anni di attività (2000-2017) e del valore di oltre 170 milioni di Euro, risorse statali ed in parte regionali, a cui si sono aggiunti ulteriori 20 milioni di Euro circa di interessi maturati sul Fondo di rotazione Malpensa, totalmente impiegati per proseguire nelle attività dell’AdPQ.

Con legge 144/1999 (art. 43) è stato così istituito il finanziamento dell’AdPQ Malpensa, finalizzato a dare attuazione a: 1. Interventi di insonorizzazione degli edifici pubblici e di pubblico interesse, in primo luogo scuole; 2. Dar corso al processo di delocalizzazione dei residenti nei Comuni di Ferno, Lonate Pozzolo e Somma Lombardo (VA), le cui abitazioni ricadevano nelle Fasce B ed in parte in Fascia A delle curve isofoniche, e pertanto soggette a problematiche di inquinamento acustico; 3. Realizzare interventi di mitigazione e compensazione ambientale nelle aree limitrofe al sedime aeroportuale.

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Dal punto di vista procedurale l’attuazione dell’Accordo di Programma è avvenuta mediante l’istituzione del Comitato Malpensa, partecipato da tutti i sottoscrittori e preposto ad avvallare le decisioni operative per l’attuazione dell’Accordo stesso. La gestione finanziaria è avvenuta con la creazione di un Fondo ad hoc denominato “Fondo di rotazione Malpensa”, assegnato a Finlombarda in qualità di Ente strumentale all’attuazione dell’AdPQ , che ha gestito le risorse sulle basi delle scelte concertate e condivise dallo stesso Comitato.

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Nei 18 anni di attività molto è stato fatto, attraverso un reale lavoro di concertazione tra i diversi soggetti istituzionali coinvolti: dal livello nazionale con i Ministeri, che hanno definito le misure necessarie per garantire la compatibilità ambientale delle funzioni aeroportuali, sino al livello regionale e comunale. Regione Lombardia, come Ente di governo prossimo al territorio, ha svolto il ruolo di presidenza del Comitato esecutivo dell’AdPQ e ha assunto il ruolo di regia di tutte le attività previste nell’Accordo, fungendo da coordinamento tra i diversi livelli amministrativi, dal livello nazionale con un confronto costante con i Ministeri in merito all’orientamento delle attività, al livello comunale per dare attuazione al processo di delocalizzazione. Il ruolo delle Amministrazioni comunali di Ferno, Lonate Pozzolo e Somma Lombardo è stato senz’altro centrale, tenuto conto che le stesse hanno dovuto affrontare direttamente, a fianco dei propri cittadini, le difficoltà del lungo processo di delocalizzazione, un percorso non certo privo di complessità e conflitti.

Le attività hanno riguardato in particolare l’involucro esterno degli edifici, in particolare le aperture (serramenti in genere), le coperture e le pareti. Si è operato, da un lato, attraverso la sostituzione di elementi o strutture inadeguate (serramenti e coperture), e dall’altro, apportando miglioramenti agli elementi non sostituibili, tramite l’applicazione di strati isolanti aggiuntivi e attraverso l’inserimento di elementi di aerazione insonorizzati. I materiali, componenti e sistemi oggetto degli interventi sono stati sottoposti preliminarmente a verifiche prestazionali nei laboratori dell’ITC-CNR, verifiche che hanno consentito di mettere a punto delle tecniche di posa atte a garantire il mantenimento delle prestazioni anche sul campo. Successivamente, con i collaudi in opera, si è proceduto a verificare l’isolamento acustico di facciata negli ambienti più significativi degli edifici scolastici su cui si è intervenuto. Sicuramente positivo il valore riscontrato, tenuto conto che il miglioramento ottenuto rispetto alla situazione di partenza varia da un minimo di 8 dB a un massimo di 21 dB. Nell’80% dei casi è stato riscontrato il valore limite previsto da capitolato dell’isolamento acustico di faccciata (≥40 dB) fino a un massimo di 47 dB. In conclusione è interessante notare l’efficacia di tale interventi, considerato che i valori ottenuti dalle opere di insonorizzazione sugli edifici esistenti sono risultati simili ai valori che si dovevano raggiungere, per la normativa esistente al momento della fine dei lavori, per interventi su edifici nuovi.

Interventi di insonorizzazione di edifici pubblici Così come previsto all’art. 5 dell’Accordo di Programma Quadro, una delle attività principali e iniziali dell’Accordo di Programma, è stata l’insonorizzazione degli edifici pubblici e di pubblico interesse, considerato che è stato necessario limitare quanto più possibile i disagi agli abitanti della zona, conseguenti all’incremento del traffico aereo. Regione Lombardia, preliminarmente alla stessa sottoscrizione dell’AdPQ , nel luglio 1999 ha proceduto a sottoscrivere un contratto di ricerca con l’Istituto per le Tecnologie della Costruzione del Consiglio Nazionale delle Ricerche finalizzato alla progettazione e sperimentazione di interventi di insonorizzazione sugli edifici pubblici e di pubblico interesse, verificandone l’effettiva resa a monte dell’esecuzione dei lavori. Le opere di insonorizzazione degli edifici pubblici si sono svolte tra gli anni 2000 e 2004 e hanno interessato tredici stabili, perlopiù scuole, situati in prossimità dell’aeroporto, in fasce caratterizzate da livelli di rumore aeroportuale di 60 e 65 dB(A). I lavori sono stati modulati su tre fasi: 1. Verifica preventiva; 2. Realizzazione degli interventi di bonifica e miglioramento prestazionale; 3. Collaudo finale delle prestazioni ottenute.

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Il processo di delocalizzazione Il processo di delocalizzazione - esperienza unica a livello internazionale - ha costituito l’attività principale e sostanziale dell’Accordo di Programma, sicuramente la più complessa in termini gestionali. Con la sottoscrizione dell’Accordo le parti sottoscrittrici si sono infatti impegnate a promuovere un processo di delocalizzazione dei residenti nei Comuni di Ferno, Lonate Pozzolo e Somma Lombardo (VA) dai centri abitati, o dalle frazioni di essi, soggette a fenomeni di inquinamento acustico e/o atmosferico, tali da non consentire la prosecuzione della residenza.

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L’Accordo prevedeva che tali residenze fossero assunte al patrimonio disponibile di Regione Lombardia o delle Amministrazioni comunali territorialmente competenti, contemplandone la successiva alienazione per funzioni diverse dalla residenza (funzioni direzionali, commerciali, logistiche, ecc) e veicolando l’utilizzo dei proventi derivanti da tali vendite, per la realizzazione di opere di mitigazione e compensazione ambientale nelle aree limitrofe al sedime aeroportuale.

I Comuni di Ferno, Lonate Pozzolo e Somma Lombardo hanno sostenuto sicuramente il compito più difficile, nell’accompagnare i propri cittadini durante tutto il percorso, con attività di comunicazione, orientamento e supporto tecnico. E’ stato un processo molto complesso, che si è sviluppato mediante un approccio di reale multi-governance interistituzionale, tenuto conto che ogni valutazione in termini economici e gestionali del processo di delocalizzazione, è stata presentata e sottoposta all’avvallo del Comitato Malpensa.

Dal punto di vista operativo, su indicazione del Comitato Malpensa, l’attuazione della delocalizzazione è avvenuta con l’emanazione, da parte di Regione Lombardia, di due Bandi di finanziamento ad evidenza pubblica, rispettivamente nell’aprile 2001 e nel maggio 2007, finalizzati ad acquisire le unità immobiliari residenziali poste all’interno delle curve isofoniche B e in parte ricadenti nella Fascia A.

Demolizione degli immobili oggetto di delocalizzazione L’obiettivo iniziale di alienare le residenze acquisite a patrimonio pubblico purtroppo non è stato raggiunto, sia per la subentrata crisi immobiliare a partire dagli anni 2006/2007, sia per l’acquisizione parcellizzata delle unità immobiliari, distribuite in diversi comparti comunali. Con i bandi di delocalizzazione, di natura volontaria, non si è infatti raggiunta la totale liberazione dei comparti individuati dall’Accordo di Programma Quadro perché molti degli abitanti non hanno voluto partecipare ai Bandi di delocalizzazione. Pertanto ad oggi sono ancora presenti diverse unità immobiliari non acquisite o parzialmente acquisite, appartenenti a privati non disposti a cedere i loro immobili o privi dei necessari requisiti di ammissibilità richiesti a suo tempo dai Bandi.

L’adesione ai bandi da parte dei residenti è avvenuta su base volontaria mediante la presentazione di una “Proposta irrevocabile di vendita” della propria unità immobiliare, con relativa “Istanza di indennizzo”. Con il processo di delocalizzazione, attuato in oltre 13 anni di attività (dal 2001 al 2013), sono state delocalizzate 536 famiglie e acquisite a patrimonio pubblico n. 536 unità immobiliari2 , distribuite in 266 immobili, di cui 288 riferite al 1° bando del 20013 e 248 al 2° bando del 20074. Finlombarda in qualità di Ente sottoscrittore e strumentale all’attuazione dell’Accordo ha assunto un ruolo centrale a fianco di Regione Lombardia nel processo di delocalizzazione, procedendo alla stima delle unità immobiliari soggette a delocalizzazione e a tutti i costi di indennizzo previsti dai Bandi di delocalizzazione, comparando tali valori con le istanze di indennizzo presentate dai cittadini residenti. Gli indennizzi corrisposti alle famiglie che hanno aderito al bando sono stati definiti sulla base di uno studio commissionato al Politecnico di Milano che ha tenuto in considerazione sia il valore venale attualizzato (non deprezzato dalla presenza dell’aeroporto), sia il danno morale arrecato ai cittadini (per cui è stato riconosciuto l’indennizzo “da radicamento”), sia infine altri costi connessi al trasferimento (trasloco, allacciamenti, etc…).

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Oltre a tale difficoltà si sono aggiunti nel corso degli anni innumerevoli atti vandalici, furti di materiali edili e ripetute occupazioni abusive all’interno delle case delocalizzate che hanno determinato, di fatto, una situazione di grave degrado urbano e sociale, con conseguenti problemi di sicurezza locale e di responsabilità in capo alle Amministrazioni comunali. Per ovviare a tali situazioni critiche il Comitato Malpensa, nel corso del 2013, ha condiviso all’unanimità la scelta di procedere quanto prima al processo di demolizione degli immobili oggetto di delocalizzazione, con il relativo ripristino a verde delle aree, soddisfacendo contemporaneamente la necessità di ripristino dell’ordine sociale e l’obiettivo di mitigazione ambientale perseguito dall’AdPQ stesso.

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Si è ritenuto infatti che la demolizione degli edifici e il ripristino a verde delle aree fosse propedeutica al raggiungimento degli obiettivi di mitigazione e compensazione ambientale, che furono alla base della sottoscrizione dell’Accordo di Programma Quadro. La fase di demolizione ha interessato 208 immobili su 266 complessivi, localizzati nelle aree adiacenti al sedime aeroportuale; in particolare sono stati demoliti 26 immobili nel Comune di Ferno, 102 immobili nel Comune di Lonate Pozzolo e 80 immobili nel Comune di Somma Lombardo. Questo intervento di enorme impatto sui tre contesti urbani, ha permesso di fatto il superamento dei problemi di degrado e ha rappresentato un’esperienza di rigenerazione territoriale intercomunale, tuttora assunta come modello positivo di buona gestione di un’opera pubblica.

causato il crollo degli edifici adiacenti; - concessi in comodato d’uso alle Associazioni locali, a seguito di decisioni assunte dal Comitato per l’AdPQ , per fini esclusivamente sociali. Tutte le aree oggetto di demolizione, circa 25 ettari distribuiti nei tre Comuni, sono state ripristinate a verde raggiungendo il risultato di mitigazione e compensazione ambientale richiesto dall’Accordo di Programma Quadro, e contribuendo a migliorare la percezione paesaggistica dei luoghi. La stessa cittadinanza ha dimostrato partecipazione e consenso alle attività, dimostrandosi attenta alle diverse fasi di demolizione, dalla sgombero dei rifiuti ingombranti ritrovati nelle case delocalizzate, alle fasi di smontaggio selettivo dei materiali edili da destinare a recupero (operazione di strip-out), alle fasi di vera e propria demolizione, a dimostrazione dell’evidente esigenza di riordino urbano e sociale dei contesti.

Vista l’entità e la complessità del progetto di demolizione, il Comitato Malpensa ha ritenuto opportuno attivare due distinte fasi di demolizione, la prima iniziata nel 2014 e conclusasi prima dell’apertura di EXPO 2015 nella quale sono stati demoliti i primi 100 immobili mentre la seconda fase, attivata nel corso del 2016, si è conclusa nel dicembre 2017, con la demolizione degli edifici restanti.

ALER Varese-Como-Monza Brianza-Busto Arsizio, in qualità di Ente sottoscrittore e strumentale all’attuazione dell’AdPQ , ha assunto il ruolo di progettazione, direzione lavori, e predisposizione dei Bandi di gara d’appalto, nel rispetto della normativa in materia di appalti pubblici. Entrambe le gare d’appalto per le demolizioni sono state condotte con un approccio innovativo, grazie alla stipula del Protocollo di Legalità con la Prefettura di Varese, al fine di evitare infiltrazioni di stampo illegale nell’appalto delle demolizioni. Tale Protocollo ha consentito verifiche per le imprese aggiudicatarie e per i subappaltatori prima della stipula del contratto, con la clausola risolutiva espressa per i subappaltatori, in caso di informazioni interdittive con conseguente estromissione dell’impresa.

E’ importante segnalare che su 266 immobili, non è stato possibile procedere alla demolizione di n. 58 immobili, per impossibilità di ordine tecnico, tenuto conto che alcuni immobili risultano: - parzialmente acquisiti – così detti immobili misti - ove il processo di delocalizzazione ha interessato solo una parte delle unità immobiliari presenti nell’immobile, non consentendone la totale acquisizione a proprietà pubblica, per mancanza di volontà dei proprietari di aderire ai bandi di delocalizzazione o in mancanza dei requisiti per la partecipazione agli stessi; - posti all’interno di centro storico, caratterizzati da evidente vetustà e non demolibili per problematiche strutturali e di incolumità pubblica, tenuto conto che la relativa demolizione avrebbe

Si tratta di un’esperienza positiva nella gestione di un appalto pubblico, in cui è risultata vincente la capacità delle diverse istituzioni – in primis Regione, Comuni e ALER - di lavorare in sinergia, nell’ottica del comune impegno verso la rigenerazione urbana e territoriale.

Comuni di: Ferno n° 57 unità, Lonate Pozzolo n. 303 e Somma Lombardo n° 176 n. 38 u.i. a Ferno; n. 169 u.i. a Lonate Pozzolo; n. 81 u.i. a Somma Lombardo 4 n. 19 u.i. a Ferno; n. 134 u.i. a Lonate Pozzolo; n. 95 u.i. a Somma Lombardo 2 3

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L’esperienza di Malpensa offre inoltre un interessante riflessione sui costi di demolizione per tipologie edilizie residenziali e sulle tecniche di riutilizzo dei materiali provenienti dalla demolizione, le c.d. materie prime seconde, che possono rappresentare un utile riferimento per le Amministrazioni comunali e per i professionisti che operano nell’ambito della rigenerazione. Tale esperienza ha consentito inoltre di verificare le effettive possibilità di recupero dei materiali, che per gli appalti suddetti hanno raggiunto una percentuale del 98%. Il tutto nell’ottica del contenimento del consumo di suolo e di rigenerazione urbana previsti dalla l.r. 31/2014 “Disposizioni per la riduzione del consumo di suolo e per la riqualificazione del suolo degradato”, e più in generale, rispetto ad un modello di sviluppo fondato sull’economia circolare. L’Accordo di Programma Quadro Malpensa si è chiuso il 31.12.2017, decisione assunta all’unanimità da tutti i sottoscrittori dell’AdPQ , considerato che si è raggiunto l’obiettivo di mitigare e compensare dal punto di vista ambientale, le aree limitrofe al sedime aeroportuale. Nonostante l’Accordo non prevedesse un atto formale di chiusura, il Comitato Malpensa ha ritenuto opportuno certificare, anche in termini di trasparenza amministrativa, le attività svolte dal 2000 ad oggi. Per questo motivo, nel mese di dicembre 2017, lo stesso Comitato ha proceduto ad approvare lo schema di “Accordo di chiusura dell’AdPQ Malpensa”, a cui sono allegate una relazione tecnica e una finanziaria che danno conto di tutte le attività realizzate e dei costi sostenuti in tutti questi anni.

in generale al miglioramento del comfort abitativo delle persone. Attività peraltro propedeutica al perseguimento dell’obiettivo di rigenerazione urbana e di riduzione del consumo di suolo previsto dalla suddetta l.r. n. 31/2014, che detta disposizioni affinché gli interventi edilizi siano prioritariamente rivolti verso aree già urbanizzate, degradate o dismesse. La selezione di materiali innovativi nel campo edile può infatti rappresentare una forte spinta nel risanamento e miglioramento energetico del patrimonio edilizio consolidato, spesso obsoleto ed energivoro e, al contempo, può costituire un volano per le imprese lombarde e nazionali del settore, per ampliare le proprie opportunità di mercato. L’attività di ricerca e sperimentazione ha previsto, in primo luogo, la pubblicazione di una manifestazione di interesse da parte di Regione Lombardia (dicembre 2015), manifestazione promossa a scala nazionale e rivolta ad individuare imprese produttrici di materiali di rivestimento innovativi e performanti. Con tale indagine sono stati selezionati tre diversi materiali innovativi, le cui performance sono state verificate prima in un laboratorio del ITC - CNR e conseguentemente sperimentate in loco, su un edificio delocalizzato nell’ambito dell’AdPQ Malpensa situato nel Comune di Somma Lombardo, in prossimità della pista del Terminal 1. L’esposizione al rumore a cui l’edificio è sottoposto, data la prossimità all’aeroporto, può verosimilmente essere ricondotta alle fonti di inquinamento acustico riscontrabili in contesti urbani densamente popolati e sottoposti a traffico veicolare intenso (es. urban canyon, tunnel metropolitani). I materiali selezionati si caratterizzano per l’elevato livello di innovatività e sostenibilità ambientale, tenuto conto che sono prodotti con materiali riciclati o naturali (utilizzo delle materie prime seconde), e con una bassa emissione di CO2. Il basso spessore degli strati isolanti garantisce versatilità e facilità di applicazione a diverse tipologie edilizie, e ben si adatta agli interventi di risanamento su edifici di valore-storico architettonico, che per il loro valore intrinseco, necessitano di interventi minuti, non invasivi, che spesso vanno al di là delle modalità di intervento di tipo tradizionale. Per un approfondimento sui risultati della sperimentazione si rimanda all’articolo successivo a firma F.Scamoni et.a.

Ricerca e sperimentazione di materiali edili innovativi A corollario degli interventi attuati nell’ambito delle attività dell’Accordo di Programma Quadro Malpensa, si inserisce la ricerca e sperimentazione di materiali isolanti innovativi, attivata nel 2015 nell’ambito dell’Accordo di collaborazione tra Regione Lombardia e CNR – Istituto per le tecnologie della costruzione. L’Accordo di collaborazione, conclusosi nel novembre 2017, si è posto l’obiettivo di ricercare e sperimentare materiali di rivestimento innovativi e sostenibili, con elevate caratteristiche di efficienza energetica e capaci di ridurre l’esposizione al rumore, funzionali quindi al risanamento degli edifici e

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Sulla base dei risultati ottenuti con la sperimentazione applicata in situ i produttori hanno avuto l’opportunità di testare i loro prodotti, di migliorare le loro prestazioni individuando i fattori ove risulta necessario intervenire per migliorare ulteriormente le performance, allo scopo di ottenere più elevati standard prestazionali.

delle tipologie del patrimonio residenziale in Italia), ha portato ad affermare che non si tratta di costi proibitivi, che potrebbero consentire la sostituzione completa degli immobili al fine di realizzare edifici con migliori prestazioni. Tuttavia, rimane da verificare quanto questa strada si praticabile con demolizioni puntuali di edifici localizzati anche in contesti di buona accessibilità e vicinanza al cuore metropolitano, dove il mercato immobiliare non ha subito eccessivi tracolli. Nel contempo ha fornito utili informazioni per intervenire in specifici centri urbani, con soluzioni adatte a migliorare l’efficienza energetica ed acustica degli edifici non demolibili.

ELEMENTI DI INTERESSE Il complesso caso di Malpensa, per la natura dei suoi contenuti, racconta una strategia di adattamento all’impatto di una grande infrastruttura che non è “solo” consistita in una grande operazione di delocalizzazione, mitigazione e compensazione ambientale, ma che ha saputo abbinare anche un investimento in attività di ricerca del CNR e di ricerca & sviluppo di società private, tanto sul versante dei materiali isolanti (termici e acustici), quanto sul versante delle demolizioni con elevatissimo indice di recupero del materiale. Racconta di una strategia che si è dovuta adattare alle condizioni di contesto; la crisi economico-finanziaria che ha impedito l’iniziale ipotesi di alienazione degli immobili per usi terziario-commerciali. È, dunque, un caso in cui si è presa coscienza dell’impossibilità del mercato di assorbire ulteriori volumetrie, nonché dei costi sociali che si producono in contesti di abbandono; un’esperienza, dunque, che dovrebbe rappresentare un monito rispetto alle politiche locali e regionali di sviluppo del territorio. La conoscenza che ne è derivata sui costi di demolizione di immobili, soprattutto mono-bifamiliari (2/3

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* Arch. Maurizio Federici, Dirigente della DG Territorio e Protezione Civile di Regione Lombardia, è responsabile delle più importanti recenti attività in campo urbanistico: progetto dell’integrazione del Piano Territoriale regionale (PTR) sulla riduzione del consumo di suolo; piani territoriali regionali d’area: Navigli, Valtellina, Montichiari, Valli Alpine, Franciacorta; circa 100 progetti urbani in Accordi di Programma (tra i più noti: Milano Portello, Milano Porta Nuova, Legnano, Pioltello-Rodano, ecc…); gestione dell’Accordo di Programma Quadro “Delocalizzazione degli abitanti intorno all’aeroporto di Malpensa”. Sandra Zappella, Regione Lombardia, D.G. Territorio e Protezione Civile, U.O. Programmazione Territoriale e Urbanistica, Struttura Pianificazione Territoriale.

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OPPORTUNITÀ NEGLI INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE Regole generali per accedere alle detrazioni fiscali di * Valeria Erba, Alessandro Panzeri

Le detrazioni fiscali rappresentano un’iniziativa per promuovere gli interventi di riqualificazione e valorizzazione del patrimonio edilizio esistente. L’incentivo è nato come detrazione fiscale sull’IRPEF suddivisa in quote annuali per un totale pari ad una percentuale cambiata nel corso degli anni – 36%, 41%, 55%, 65, 70% ecc... - delle spese sostenute. Oggi la detrazione può essere fatta valere sia sull’IRPEF che sull’IRES ED è obbligatorio suddividere questa detrazione in 10 rate annuali di pari importo.(tranne alcuni casi particolari che riducono il numero di rate) Le modifiche principali apportate negli ultimi anni riguardano più che altro gli aspetti burocratici e fiscali

mentre gli aspetti tecnici legati ai limiti prestazionali sono fermi al 2008/2010 in attesa di verifica e aggiornamento. Il presente articolo ha l’obiettivo di sintetizzare le opportunità e le regole principali da seguire per poter ottenere tali incentivi. Segnaliamo quindi gli ultimi documenti di riferimento: La Legge 11 dicembre 2016 n. 232 (Legge di Bilancio 2017) (GU Serie Generale n.297 del 21-12-2016) - proroga delle detrazioni al 65% fino al 31 dicembre 2017 per gli interventi su singola unità immobiliare - estende l’accesso delle detrazioni per gli interventi sulle parti comuni degli edifici fino al 31 dicembre

Schema 1: percentuali e tempi per le detrazioni attualmente vigenti (Legge di Bilancio 2018):

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2021 con detrazioni dal 65%, 70% al 75% per le spese sostenute

quater, 2-quater.1) sono incentivati con percentuali maggiori del 65% anche : - interventi che interessino l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25 per cento della superficie disperdente lorda dell’edificio medesimo ( per il 70%); - interventi finalizzati a migliorare la prestazione energetica invernale ed estiva e che conseguano almeno la qualità media di cui al decreto del Ministro dello sviluppo economico del 26 giugno 2015 ( per il 75%); - interventi che mi permettono il passaggio di una o due classi di rischio per gli aspetti sismici ( per l’80-85%)

La Legge 27 dicembre 2017 n. 205 (Legge di Bilancio 2018) (GU Serie Generale n.302 del 29-12-2017) - proroga delle detrazioni al 65% fino al 31 dicembre 2018 per gli interventi su singola unità immobiliare - riduce la detrazione al 50% per gli interventi di sostituzione di infissi, schermature solari, sostituzione di generatori con caldaie a condensazione - comprende negli interventi incentivabili gli impianti di generazione ibridi e i micro-cogeneratori e a biomasse - aumenta la detrazione al 80% o 85% per gli interventi sulle parti comuni degli edifici per le spese sostenute per l’efficienza energetica e per la riduzione del rischio sismico fino al 31 dicembre 2021

In base alla Circolare Agenzia delle Entrate 31 Maggio 2007 la detrazione dell’imposta lorda riguarda solo gli interventi su unità immobiliari e su EDIFICI (O PARTI DI EDIFICI) ESISTENTI, di qualunque categoria catastale, anche se rurali, compresi quelli strumentali (per l’attività di impresa o professionale). La prova dell’esistenza è fornita da una delle seguenti 3 condizioni: iscrizione al catasto, richiesta di accatastamento o pagamento dell’ICI-IMU, se dovuta.

Si ricordano a grandi linee quali sono le TIPOLOGIE DI INTERVENTO deducibili. - riqualificazione energetica globale (art. 1, comma 344, Legge 296/2006) - coibentazione di pareti, tetti, solai, coperture (art. 1, comma 344, Legge 296/2006) - sostituzione componenti finestrati (art. 1, comma 345b, Legge 296/2006) - schermature solari (art. 1, comma 345c, Legge 296/2006, Legge 190/14, art. 1, comma 47) - installazione pannelli solari per acs (art. 1, comma 346, Legge 296/2006, Legge 190/14, art. 1, comma 47) - sostituzione generatore di calore con caldaia a condensazione (art. 1, comma 347, Legge 296/2006, Legge 205/17) - Sostituzione di generatore di calore con generatore di calore a pompa di calore (art. 1, comma 347, Legge 296/2006, Legge 205/17) - Installazione di generatore di calore a biomassa in edifici esistenti (art. 1, comma 347, Legge 296/2006, Legge 205/17) - Sostituzione di generatore di calore con impianti dotati di apparecchi ibridi (art. 1, comma 347, Legge 296/2006, Legge 205/17) - Dispositivi per il controllo remoto degli impianti (art. 1, comma 88, Legge 208/15)

Gli edifici inoltre: - devono essere già dotati di impianto di riscaldamento (fatta eccezione dell’intervento di installazione di collettori solari e l’installazione di caldaie a biomassa sugli edifici esistenti – come richiamato dalla circolare dell’Agenzia delle entrate n. 7/E 2017); - devono essere dotati, dopo l’intervento, di un impianto termico centralizzato, se l’intervento prevede il frazionamento dell’unità immobiliare; - devono essere riqualificati rispettando una fedele ricostruzione dell’esistente, se l’intervento prevede una ristrutturazione con demolizione e ricostruzione. I SOGGETTI che richiedono la detrazione dell’imposta sul reddito possono essere: - le persone fisiche, compresi gli esercenti arti e professioni, tra cui: • i titolari di un diritto reale sull’immobile • i condomini, per gli interventi sulle parti comuni condominiali • gli inquilini

Nel caso di interventi di riqualificazione energetica di CONDOMINI (art. 14, comma 1, 2, 2-bis,2-

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• coloro che hanno l’immobile in comodato. - i contribuenti che conseguono reddito d’impresa (persone fisiche, società di persone, società di capitali) - le associazioni tra professionisti - gli enti privati che non svolgono attività commerciale.

c) inviare all’ENEA in via telematica la scheda informativa dell’intervento (Allegato E o Allegato F) d) conservare traccia dei pagamenti relativi alle spese sostenute (nel caso di privati i pagamenti devono essere fatti con bonifici bancari o postali)

La condizione necessaria per poter usufruire della detrazione è che il soggetto partecipi alle spese dell’intervento. Con la finanziaria del 2018, la possibilità di usufruire di tutte le tipologie di detrazioni relative all’efficienza energetica spetta anche agli Istituti autonomi per le case popolari, comunque denominati, nonché dagli enti aventi le stesse finalità sociali dei predetti istituti, per interventi realizzati su immobili di loro proprietà ovvero gestiti per conto dei comuni, adibiti a residenza pubblica.

Il soggetto richiedente dovrà conservare: - la relazione di asseverazione redatta da tecnico abilitato - ricevuta di invio tramite internet all’Enea - fatture e ricevute fiscali comprovanti spese effettivamente sostenute per la realizzazione degli interventi - per i contribuenti non titolare di reddito di impresa, la ricevuta del bonifico bancario o postale attraverso cui è stato effettuato il pagamento. La comunicazione all’agenzia delle entrate (prov. ade con protocollo n. 57639 /2009) non è più necessaria a partire dal 13 dicembre 2014.

Il soggetto richiedente deve: a) acquisire l’asseverazione di un tecnico abilitato che attesti la rispondenza tra intervento e requisiti richiesti per accedere alle detrazioni (in alcuni casi sostituita da altra documentazione necessaria per legge) (Vd tabella 1 dei limiti delle trasmittanze termiche) b) entro 90 giorni dalla fine lavori inviare all’ENEA in via telematica (Allegato A - attestato di qualificazione energetica o certificazione ove prevista)

Nel caso di privati i PAGAMENTI devono essere fatti con bonifici bancari o postali indicando la causale. I contribuenti titolari di reddito di impresa sono invece esonerati dall’obbligo di pagamento mediante bonifico bancario o postale (in tal caso, la prova delle spese può essere costituita da altra idonea documentazione). Nel modello di versamento con bonifico bancario o postale vanno indicati:

* Pavimenti verso locali non riscaldati o verso l’esterno. ** Conformemente a quanto previsto all’articolo 4, comma 4, lettera c), del DPR 59/09,che fissa il valore massimo della trasmittanza (U) delle chiusure apribili, quali porte, finestre e vetrine anche se non apribili, comprensive di infissi (nota del DM 26/01/2010).

Tabella 1: Trasmittanza termica delle strutture che compongono l’involucro - Limiti per accedere alle detrazioni

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- la causale del versamento; - il codice fiscale del beneficiario della detrazione; - il numero di partita Iva o il codice fiscale del soggetto a favore del quale è effettuato il bonifico (ditta o professionista che ha effettuato i lavori).

non a “parti” di edificio - tale somma costituisce anche il limite complessivo di detrazione e va ripartita tra i soggetti che hanno diritto al beneficio. Per gli interventi di riqualificazione energetica di edifici condominiali che danno diritto alle maggiori detrazioni del 70 e 75%, vanno calcolate su un ammontare complessivo delle spese non superiore a 40.000 euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio. Se sono stati realizzati più interventi di risparmio energetico agevolabili, il limite massimo di detrazione applicabile sarà costituito dalla somma degli importi previsti per ciascuno degli interventi realizzati.

Per quanto riguarda l’applicazione dell’IVA nella guida predisposta dall’Agenzia dell’Entrate sulle detrazioni del settembre 2017 è riportato che - per le prestazioni di servizi relativi a interventi di manutenzione - ordinaria e straordinaria - realizzati su immobili residenziali, è previsto un regime agevolato con applicazione dell’Iva ridotta al 10% - per le cessioni di beni l’aliquota ridotta si applica solo quando la relativa fornitura è posta in essere nell’ambito del contratto di appalto.

La DETRAZIONE FISCALE è l’importo che un contribuente può sottrarre dalla propria imposta lorda, cioè dal totale delle tasse sul reddito che deve allo Stato, per calcolare l’imposta netta, cioè ciò che deve effettivamente pagare. La detrazione fiscale è un’opportunità semplice, infatti una volta determinato il valore economico da pagare di imposte viene detratta direttamente la cifra derivante dalla detrazione. Per gli interventi riguardanti singole unità immobiliari è ovvio che il beneficiario che sostiene le spese e ha diritto alla detrazione sia consapevole delle imposte che dovrà sostenere e che quindi abbia “capienza fiscale”; avere capienza fiscale significa dover pagare delle imposte (poiché si hanno dei redditi e questi sono sufficientemente alti da generare imposte) e poter detrarre completamente la cifra spettante come detrazione. Negli interventi riguardanti le parti comuni frequentemente non tutti gli inquilini di un condominio hanno capienza fiscale. Potrebbero non avere reddito o non avere imposte sufficienti per coprire il valore della detrazione e quindi l’opportunità è inesistente. A questo problema, che rende la detrazione uno strumento inefficace, si affianca la possibilità che i soggetti che vogliano realizzare degli interventi di efficientamento energetico non dispongano del capitale necessario. Con la finanziaria 2017 e il successivo DL n. 50/2017 il legislatore ha quindi previsto lo strumento della “CESSIONE DEL CREDITO” a privati e a banche da parte di incapienti totali

Tuttavia, se l’appaltatore fornisce “beni di valore significativo”, l’aliquota ridotta si applica a tali beni solo fino a concorrenza del valore della prestazione (considerato al netto del valore dei beni stessi). I beni di valore significativo sono quelli individuati dal decreto del Ministro delle Finanze del 29 dicembre 1999 (tra questi, per esempio, gli infissi e le caldaie). Per ogni intervento è previsto un IMPORTO MASSIMO DETRAIBILE. Il limite massimo di risparmio ottenibile con la detrazione (100.000, 60.000 e 30.000 euro, a seconda del tipo di intervento) va riferito all’unità immobiliare oggetto dell’intervento stesso. Pertanto, va suddiviso tra i soggetti detentori o possessori dell’immobile che partecipano alla spesa, in ragione dell’onere effettivamente sostenuto da ciascuno. Anche per gli interventi condominiali l’ammontare massimo di detrazione deve essere riferito a ciascuna delle unità immobiliari che compongono l’edificio. Tuttavia, quando si tratta di un intervento di riqualificazione energetica globale, per il quale è prevista la detrazione di 100.000 euro - e lo stesso intervento si riferisce all’intero edificio e

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o solo a privati da parte dei restanti beneficiari per agevolare il successo delle detrazioni fiscali nei casi degli interventi dei condomini. Le imprese di costruzioni e gli intermediari finanziari e altri soggetti possono quindi fare squadra e proporre ai condomini formule che consentano ai condomini di non sostenere le spese e di godere dei benefici di comfort subito successivamente all’intervento e di quelli energetici ed economici dopo un periodo contrattuale programmato. La novità principale su questo tema è presente nella Legge di Bilancio 2018 che riporta all’art.1 comma 3 modifiche alla Legge 90/2013, tra cui sostituire l’ambito di applicazione della cessione del credito, cita:

Questo significa l’estensione della cessione del credito: - a tutti i soggetti beneficiari della detrazione (a prescindere dallo stato di capienza) - e a tutti gli interventi agevolati (quindi non solo a quelli condominiali). Queste ultime modifiche fiscali hanno sicuramente agevolato la fattibilità delle riqualificazioni e reso interventi sicuramente efficienti anche realizzabili. Ricordiamoci che l’isolamento termico porta dei vantaggi economici e ambientali sia a breve che a lungo termine e fortunatamente lo Stato se ne sta accorgendo attuando provvedimenti di aiuto alle famiglie. L’ultimo step che stiamo attendendo e di cui vi terremo aggiornati saranno i nuovi limiti tecnici , un nuovo decreto infatti modificherà i limiti prestazionali di isolamento rendendoli un po più restrittivi. Per essere sempre aggiornati sullo stato dell’arte e sulle novità è possibile scaricare la Guida detrazioni fiscali dal sito www.anit.it e iscriversi alle newsletter legislative.

“5) al comma 2 -ter , le parole: « Per le spese sostenute dal 1º gennaio 2017 al 31 dicembre 2021 per interventi di riqualificazione energetica di parti comuni degli edifici condominiali, ivi compresi quelli di cui al comma 2 -quater » sono sostituite dalle seguenti: « Per le spese sostenute per interventi di riqualificazione energetica di cui al presente articolo »;

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* Ing. Valeria Erba, Presidente ANIT. Ing. Alessandro Panzeri, R&S ANIT.

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CORREZIONE ACUSTICA DELLA SALA CORSI ANIT di * Matteo Borghi, Stefano Benedetti, Ilaria Quarantelli, Emanuele Siciliano, Renzo Sonzogni, Nicoletta Bagossi, Mattia Motta

Introduzione Una corretta percezione del parlato è di fondamentale importanza nelle aule scolastiche e, più in generale, per gli ambienti dedicati a corsi o incontri pubblici. Se tali ambienti non sono acusticamente confortevoli, il docente dovrà sforzarsi di più per farsi comprendere e i discenti dovranno necessariamente dedicare maggiori energie per ascoltare. Diventa quindi fondamentale valutare e misurare l’acustica interna di questi spazi per realizzare, se necessario, opportuni interventi correttivi. Questo articolo descrive ciò che è stato fatto nella sala corsi di ANIT, Associazione Nazionale per l’isolamento Termico e Acustico, situata presso gli uffici dell’Associazione.

La sala corsi ANIT La sala corsi ANIT ospita ogni anno decine di eventi. Corsi per l’efficienza energetica e il comfort acustico, riunioni del Consiglio Direttivo, incontri di approfondimento tecnico. L’ambiente ha una dimensione in pianta di circa 37 m2 (6,9 x 5,3 m), un’altezza di 3,15 m e un volume netto, escludendo un piccolo ribassamento all’ingresso, pari a circa 114 m3. Nella stanza sono posizionati 6 tavoli con 3 sedie ciascuno, per un totale di 18 posti a sedere, ed il tavolo del relatore (Fig. 1). Le pareti sono in laterizi intonacati, ad eccezione di quella alle spalle del docente realizzata con doppia lastra in cartongesso.

Figura 1: Pianta della sala corsi ANIT

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Il soffitto è anch’esso intonacato e il pavimento è in parquet. L’acustica della sala era accettabile, ma non del tutto adeguata alle esigenze dei docenti e dei corsisti. Per questo si è deciso di analizzarla con alcune misurazioni fonometriche.

Per valutare il risultato si è deciso di fare riferimento alle prescrizioni valide per le aule scolastiche del DPCM 5-12-1997, e alle relazioni matematiche proposte nell’Appendice C della norma UNI 11367 (Classificazione acustica delle unità immobiliari). Il decreto individua che il tempo di riverberazione medio tra 250 e 2000 Hz non deve superare 1,2 secondi. La norma invece propone una relazione matematica (1) che, in base al volume del locale, determina il tempo di riverbero ottimale tra 500 e 1000 Hz di ambienti adibiti al parlato.

Misure pre operam Sono state realizzate rilevazioni per determinare il tempo di riverbero (T) e lo Speech Transmission Index (STI) dell’ambiente. Il parametro T rappresenta, in estrema sintesi, il tempo necessario affinché un evento sonoro generato nell’aula decada di 60 dB. Individua quindi quanto “rimbomba” la stanza e dipende dal volume dell’ambiente e dalle prestazioni fonoassorbenti delle superfici e dell’arredo. Lo STI invece indica quanto gli ascoltatori riescono a percepire correttamente il parlato dell’oratore. Si determina in sostanza valutando se il segnale emesso in corrispondenza della “sorgente” è simile al segnale rilevato nelle postazioni di ascolto. Più i due segnali sono simili, meglio è. Il parametro quindi dipende, oltre che dalle prestazioni fonoassorbenti della sala, anche dal livello di rumore di fondo e dalle caratteristiche dell’eventuale impianto di diffusione sonora.

(1)

La UNI 11367 suggerisce inoltre che i risultati ottenuti da misure, per le bande comprese tra 250 e 4000 Hz, possono essere considerati accettabili se non superano per più del 20% il tempo di riverbero ottimale. Considerando quindi un volume pari a 114 m3 si ottiene un tempo di riverbero ottimale pari a 0,69 secondi e un tempo di riverbero “accettabile” di 0,83 secondi. Analizzando i dati della misura in opera si ricava che il tempo di riverbero medio dalla sala (250 – 2000 Hz) è pari a 1,25 secondi, di poco superiore al limite di legge.

Per il tempo di riverbero sono stati ricavati valori tra 1,81 e 0,83 secondi, indicati in Figura 2.

Figura 2: Tempo di riverbero pre-operam

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Il confronto con i valori ottimali proposti da UNI 11367, individua invece una evidente distanza dalla situazione di confort (Fig. 3), e conferma quindi le considerazioni espresse dai docenti.

Le misure di STI sono state realizzate seguendo lo schema in Figura 4. La Tabella 1 riporta i risultati della rilevazione.

Figura 3: confronto tra misure e T ottimale UNI 11367

Figura 4: Misure STI posizione sorgente e posizioni ricevitori

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Tabella 1: risultati STI pre-operam

Tabella 2: Relazione tra STI e qualità della comprensione del parlato (UNI 11532-1:2018) Confrontando i valori misurati con le indicazioni di UN 11532-1 e EN 60268-16 (Tabella 2) si osserva che la qualità della percezione del parlato si attesta in prossimità del limite inferiore della categoria “Buono”.

re a densità variabile studiata dall’azienda, che consente di ottenere elevate performance fonoassorbenti in spessori contenuti e che può essere personalizzata graficamente tramite stampa di immagini.

Intervento di correzione acustica Per migliorare l’acustica interna sono stati posati nell’ambiente pannelli fonoassorbenti forniti da Isolmant – Tecnasfalti. Si tratta di elementi del tipo Style realizzati in fibra ISOLFIBTEC STL; una fibra di polieste-

In particolare sono stati utilizzati: 5 pannelli rettangolari a parete (dimensione 100 cm x 140 cm, spessore 4,5 cm) e 6 pannelli circolari sospesi a soffitto (diametro 85 cm, spessore 4,5 cm). Gli elementi a parete, di colore nero e decorati con immagini tratte dalle copertine della rivista

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Neo-Eubios, sono stati posizionati a contatto diretto con le partizioni utilizzando del velcro (Foto 1). I pannelli a soffitto invece, di colore bianco, sono stati distanziati di 20 cm dal solaio mediante

pendini e posti in modo “sfalsato� rispetto alla linea delle pareti (Foto 2). I coefficienti di assorbimento acustico dei pannelli sono indicati in Tabella 3

Foto 1: Pannelli a parete e soffitto

Foto 2: Pannelli a soffitto

Tabella 3: Coefficienti di assorbimento acustico (Îą) Isolmant Style

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Figura 5: confronto tra misure T pre-post e T ottimale UNI 11367 La tipologia e quantità di pannelli e la loro posizione sono state definite sia in base a calcoli previsionali, sia sulla base di altre considerazioni, non strettamente “acustiche”, quali lo spazio a disposizione e aspetti di carattere estetico.

Si osserva che il tempo di riverberazione si è drasticamente abbassato a tutte le frequenze e il parametro STI ora raggiunge, in molte posizioni, il limite inferiore della qualità “Eccellente”. Infine il tempo di riverbero medio (250 – 2000 Hz) ora è pari a 0,67 secondi, ben al di sotto del limite di 1,2 secondi indicato per le aule scolastiche dal DPCM 5-12-1997.

Misure post operam Le misurazioni eseguite dopo l’intervento hanno evidenziato un netto miglioramento della qualità acustica dell’ambiente. La Figura 5 e la Tabella 4 riportano rispettivamente i confronti pre e post operam per T e STI.

Conclusioni L’intervento di correzione acustica realizzato nella sala corsi ANIT ha permesso di migliorare sensibilmente la qualità acustica interna dell’ambiente. Tale miglioramento è stato attestato, oltre che dalle misurazioni eseguite, anche dagli utilizzatori della sala. Si ritiene importante evidenziare che si è trattato di un intervento di facile realizzazione e poco invasivo, la posa dei pannelli ha richiesto solo mezza giornata, che ha anche ridefinito positivamente l’estetica dell’ambiente. In conclusione auspichiamo che questo semplice caso studio possa contribuire a divulgare la cultura della qualità acustica interna, e a incentivare la realizzazione di interventi di correzione negli ambienti dedicati all’ascolto del parlato. * Ing. Matteo Borghi – Staff ANIT. Ing. Stefano Benedetti – Staff ANIT. Ing. Ilaria Quarantelli – Isolmant/Tecnasfalti. Ing. Emanuele Siciliano, Ing. Renzo Sonzogni, Ing. Nicoletta Bagossi, Ing. Mattia Motta.

Tabella 4: Confronti misure STI pre e post operam

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CALCOLO DEL POTERE FONOISOLANTE APPARENTE R’W UNI EN ISO 12354:2017 PARTE 1 di * Stefano Benedetti

INTRODUZIONE Nel numero precedente della rivista Neo Eubios sono state descritte le principali novità introdotte dalle recenti norme UNI EN ISO 12354 del 2017 che hanno sostituito le UNI EN 12354 del 2002. Si ricordi che tale aggiornamento ha coinvolto solo le prime 3 parti: la Parte 1 per la valutazione dell’isolamento ai rumori aerei tra ambienti, la Parte 2 per la determinazione del livello di rumore da calpestio, la parte 3 per il calcolo dell’isolamento acustico delle facciate rispetto ai rumori esterni. In questo articolo si approfondirà il modello di calcolo del potere fonoisolante apparente R’w nella versione semplificata, che utilizza come variabili di ingresso direttamente gli indici di potere fonoisolante Rw dei diversi elementi, senza passare dal potere fonoisolante in terzi d’ottava R(f), come spiegato in figura 1. L’approccio semplificato, in accordo con l’attuale rapporto tecnico UNITR 11175:2005, è il più diffuso in Italia, perché rappresenta un buon compromesso tra facilità di utilizzo, reperibilità dei dati e accuratezza del modello. È fondamentale, per una buona affidabilità dei risultati, che i dati di ingresso provengano

da prove di laboratorio, tenendo inoltre in considerazione, come spiega la norma, che nel caso in cui gli elementi coinvolti abbiano dimensioni differenti dai provini di laboratorio, la precisione potrebbe essere minore del previsto. Per l’approfondimento del modello di calcolo dettagliato (in frequenza), si rimanda ai prossimi numeri della rivista.

Fig. 1 – modello di calcolo semplificato

Fig. 2 – contributi alla potenza irradiata nell’ambiente ricevente

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PRINCIPI GENERALI I principi generali seguenti sono validi sia per il modello semplificato che per quello dettagliato in frequenza. La figura 2 mostra come la potenza sonora che raggiunge l’ambiente ricevente sia dovuta a diversi contributi: - la potenza sonora irradiata dall’elemento strutturale di separazione, d - la potenza sonora irradiata dagli elementi strutturali laterali, f - la potenza sonora irradiata per via aerea diretta, e - la potenza sonora irradiata per via aerea indiretta, s I contributi degli elementi strutturali nell’ambiente ricevente, d e f, sono a loro volta influenzati da due

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trasmissioni ognuno, che coinvolgono gli elementi strutturali dell’ambiente ricevete, come mostrato nella figura 3. Associando ad ogni contributo, il rispettivo fattore di trasmissione, ovvero il rapporto tra la potenza sonora che arriva nell’ambiente ricevente attraverso il passaggio dalle strutture i e j (d o s nel caso di percorsi aerei diretti o indiretti) e la potenza sonora emittente, Fig. 3 – trasmissioni strutturali che coinvolgono l’elemento d e gli elementi f è possibile esprimere il fattore di trasmissione totale, τ’, comprensivo di tutti i contributi strutturali, aerei diretti e aerei indiretti, con la seguente equazione:

Infine il potere fonoisolante apparente R’ è definito come l’inverso del fattore di trasmissione totale, in scala logaritmica:

Fig. 4 – Percorsi strutturali tra ambiente emittente e ricevente esprimendo ogni membro in funzione dell’indice di potere fonoisolante Rw dei percorsi strutturali ij, e dell’indice di isolamento acustico Dnw dei percorsi aerei diretti d e indiretti s, si può ricavare la nota formula semplificata per il calcolo dell’indice di potere fonoisolante apparente R’w. Con tale formula si può tenere in considerazione anche la correzione dei coefficienti di adattamento spettrale C e Ctr, è sufficiente utilizzare come dati di ingresso, le prestazioni già corrette con il coefficiente di interesse per ottenere il rispettivo indice di valutazione R’A=R’w+C. I membri riportati nella formula di calcolo sempli-

Da quest’ultima equazione derivano i modelli di calcolo dettagliato e semplificato per la valutazione previsionale del potere fonoisolante apparente a partire dalle caratteristiche degli elementi coinvolti. MODELLO SEMPLIFICATO Nel modello semplificato, l’indice di valutazione approssima il comportamento del sistema nel range di frequenze da 100 Hz a 3150 Hz, fuori da questo range è opportuno riferirsi al metodo dettagliato. Nell’equazione del fattore di trasmissione totale, τ’,

Rij,w : indice di potere fonoisolante del percorso ij [dB] A0: Area di assorbimento acustico di riferimento = 10 m2 Ss: Superficie della partizione divisoria [m2] Dn,j,w: indice di isolamento acustico normalizzato attraverso un piccolo elemento (Dn,e) o un percorso di trasmissione di rumore aereo (Dn,s) n: numero di elementi laterali, tipicamente n=4 m: numero dei passaggi aerei diretti e indiretti, se presenti Calcolo del potere fonoisolante apparente R’w

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Fig. 6 – Elementi che influenzano la trasmissione attraverso il corridoio – Dn,s,w Fig. 5 – Esempio di percorso aereo indiretto (Dns,w) ficato dell’indice di potere fonoisolante apparente, sono rappresentati in maniera sostanziale nelle figure 4 e 5. Le prestazioni di fonoisolamento del percorso strutturale diretto (RDd), dei percorsi strutturali di fiancheggiamento (RFf, RDf, RFd), e del percorso aereo indiretto (Dns), sono calcolabili a partire dalla prestazione di isolamento degli elementi coinvolti (Rw di pareti, solai, porte e corridoi), dalle rispettive masse superficiali (m’), dal modo in cui sono connessi tra loro e dalla presenza di strati addizionali quali contropareti interne, controsoffitti e sistemi anticalpestio (ΔRw). Nella tabella 1 sono riportate le equazioni per il calcolo dei diversi percorsi strutturali. Per il calcolo dell’isolamento del percorso aereo indiretto, illustrato nella figura 5 nel suo caso tipico di pas-

saggio da un corridoio comune, saranno significative le prestazioni isolanti delle porte, oltre che la loro posizione reciproca, e le caratteristiche fonoassorbenti del corridoio stesso. Infatti un corridoio (o pianerottolo) molto riflettente, permetterà all’onda sonora, sfuggita dalla porta dell’ambiente emittente, di raggiungere la porta dell’ambiente ricevente con pochissime attenuazioni, viceversa si avrà un contributo di riduzione dell’energia sonora importante da parte dell’ambiente di passaggio. La figura 6 mostra gli elementi coinvolti nell’equazione per il calcolo del Dn,s,w (tabella 2). Nel caso in cui, questa trasmissione indiretta sia rappresentata da un tratto del sistema di ventilazione dell’edificio, è possibile stimare il relativo Dn,s,w in accordo con la parte 5 delle UNI EN 12354

Tabella 1 – equazioni per il calcolo del potere fonoisolante dei percorsi strutturali

Tabella 2 – equazioni per il calcolo del percorso laterale indiretto

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(ancora in vigore). Infine il percorso aereo diretto, nel caso della presenza di elementi, quali bocchette d’aria, che collegano direttamente gli ambienti emittente e ricevente, è rappresentato dall’isolamento acustico normalizzato dell’elemento stesso Dn,e,w, misurato in laboratorio. Nonostante l’approccio analizzato sopra, sia semplificato, resta comunque flessibile, permettendo di implementare nei calcoli, situazioni particolari con la presenza di n elementi laterali, ambienti contigui di dimensioni diverse, che condividono anche solo una porzione della parete divisoria, presenza contemporanea di passaggi di rumore da corridoi e sistemi di areazione. Nell’equazione per il calcolo del potere fonoisolante del generico percorso strutturale Rwij, compare il termine Kij che descrive il modo in cui le vibrazioni vengono trasmesse dall’elemento i all’elemento j, attraverso il giunto. I giunti sono trattati nell’appendice E della norma UNI EN ISO 12354-1:2017 e meritano un approfondimento dedicato che si rimanda a successivi articoli sulla rivista Neo Eubios.

Dn,f,ij,w: indice di isolamento acustico normalizzato per il percorso ij [dB] lunghezza del giunto di laboratorio. llab: Per i soffitti generalmente è 4,5 m, per gli elementi verticali 2,5 m lunghezza del giunto [m] lij: Area di assorbimento acustico di A0: riferimento = 10 m2 Ss: Superficie della partizione divisoria [m2]

MODELLO SEMPLIFICATO PER EDIFICI LEGGERI Nella previsione dell’isolamento acustico degli edifici leggeri, con telaio portante in acciaio o in legno e pareti con tecnologia a secco, l’equazione per il calcolo del potere fonoisolante dei percorsi laterali, assume una forma diversa. In questo caso il potere fonoisolante dipende direttamente dall’isolamento acustico normalizzato del percorso ij, corretto con le caratteristiche geometriche del divisorio e del giunto attraversato perpendicolarmente dal percorso. Per gli edifici in CLT (X-LAM) si applica il metodo al paragrafo precedente.

Fig. 7 – misura in laboratorio della trasmissione laterale in edifici leggeri L’isolamento acustico normalizzato può essere anche direttamente misurato in laboratorio, come mostrato in figura 7, ne risulterebbe un calcolo previsionale molto affidabile, visto che l’operazione restante sarebbe solo quella di comporre i diversi percorsi in un potere fonoisolante complessivo. Non essendo tuttavia semplice reperire gli isolamenti normalizzati misurati in laboratorio, la norma stessa propone un’alternativa per determinarli, a partire dalla prestazione degli elementi che compongono il percorso, appendice G.

[dB]

Tabella 3 – trasmissioni laterali per edifici leggeri

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Uno di questi elementi è il giunto, e il suo comportamento è descritto dalla differenza di livelli di velocità di vibrazioni, mediata sulle due direzioni, normalizzata sulla lunghezza del giunto e l’area di misura, tabella 3. Tale grandezza descrive il modo in cui il giunto trasmette vibrazioni quando una delle due pareti laterali è eccitata. La figura 8 mostra la misura in laboratorio di un La norma propone anche in questo caso delle relazioni empiriche per il calcolo dei in funzione del tipo di connessione e delle masse superficiali degli elementi coinvolti (appendice F). Tali valori verranno approfonditi in un prossimo articolo assieme ai Kij . Nel software ECHO 8, strumento ANIT dedicato ai soci, è lasciata la possibilità di inserire manualmente i parametri sopra, in caso si disponga dei relativi certificati di laboratorio (figura 9). In alternativa vengono proposte le relazioni empiriche per il calcolo dei Kij e dei come previsto dalle appendici E ed F della norma aggiornata. Si precisa che è tuttora oggetto di discussione, nel gruppo di lavoro UNI dedicato alla prossima UNI TR 11175, la possibilità di applicare le equazioni della tabella 3 (appendice G e F) espresse per il metodo dettagliato in frequenza, anche al metodo semplificato, con l’utilizzo di indici unici al posto dei valori in frequenza. Si considera un’approssimazione ragionevole che richiederà delle opportune verifiche.

so, la rappresentatività del caso reale con il modello, la fase di realizzazione dell’opera. Non è possibile quindi, ad oggi, esprimere una precisione del metodo di calcolo per tutte le situazioni reali. Tuttavia in edifici con elementi di base omogenei e realizzazione a regola d’arte, i risultati del modello semplificato sono caratterizzati da una deviazione standard di circa 2 dB rispetto ai risultati in opera. La norma UNI EN ISO 12354-1, con l’appendice K, propone un metodo per stimare l’incertezza di calcolo, ovvero l’incertezza che tiene in considerazione come fattori influenti, solo, la precisione dei dati di ingresso e l’adeguatezza del modello matematico, combinando tra loro le incertezze relative a ogni variabile. L’incertezza dei dati di ingresso è proposta dalla norma stessa: Anche l’incertezza del modello matematico è proposta dalla norma: Ad ogni variabile è associato un coefficiente di sensibilità che esprime il peso che essa ha all’interno del sistema. Un peso maggiore significa che la sua incertezza conterà molto rispetto all’incertezza totale. Il coefficiente di sensibilità è calcolabile come derivata parziale del risultato rispetto a una delle variabili, ovvero come cambia il risultato ad una variazione di una delle variabili. La tabella 4 riporta un esempio di coefficiente di sensibilità. Note le incertezze delle variabili, l’incertezza del modello e la sensibilità di ogni variabile, è possibile calcolare l’incertezza combinata con la seguente equazione:

INCERTEZZA DI CALCOLO DEL MODELLO SEMPLIFICATO La differenza tra i risultati di calcolo e le prestazioni raggiunte effettivamente in opera, dipende principalmente da fattori quali l’attendibilità dei dati di ingres-

Fig. 8 – misura in laboratorio del comportamento del giunto in termini di trasmissione di vibrazioni

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Figura 9 – inserimento manuale dei dati di laboratorio per il comportamento dei giunti

Tabella 4 Tale approccio suggerisce al progettista di considerare dei margini di sicurezza che tengano conto di questa incertezza ancora prima di tenere in considerazione la corretta posa dei materiali. Echo 8.0 stima l’incertezza di calcolo e sfrutta le equazioni sopra, per proporre all’utilizzatore, un’interessante analisi di sensibilità, che gli permetterà di essere ancora più efficace nella progettazione dell’isolamento acustico di un edificio.

soffitti, tipi di collegamento tra gli elementi. La terza parte spiega il metodo di calcolo semplificato applicato agli edifici leggeri, che utilizza delle grandezze dedicate, che meglio si adattano alla trasmissione delle vibrazioni strutturali in pareti leggere e telai portanti in acciaio o in legno. L’ultima parte è dedicata all’incertezza di calcolo, che in condizioni di realizzazione dell’opera a regola d’arte, esprime quanto si può discostare la previsione analitica dalla prestazione in opera. Nei prossimi articoli della rivista Neo Eubios verranno approfonditi altri aspetti relativi al calcolo del potere fonoisolante, quali il comportamento dei nodi e il metodo dettagliato, oltre che il calcolo dell’incremento di potere fonoisolante ΔRw. Per chi vuole iniziare a far pratica con le nuove norme, ricordiamo che ANIT, Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico, ha sviluppato per i propri soci il software Echo 8.0, aggiornato con le ISO 12354:2017. Il programma può essere scaricato dal sito www.anit.it ed utilizzato in versione demo per 30 giorni. * Ing. Stefano Benedetti, Staff ANIT.

CONCLUSIONI Questo articolo descrive il metodo di calcolo semplificato del potere fonoisolante apparente R’w aggiornato con le norme UNI EN ISO 12354 del 2017. La prima parte dedicata ai principi generali, validi anche per il metodo dettagliato, spiega qual è il modello matematico condiviso a livello internazionale per il calcolo di tale requisito, partendo dall’analisi di quello che avviene quando in un ambiente confinato è generata potenza sonora che si propaga e si trasmette agli ambienti confinanti. La seconda parte, dedicata al metodo semplificato, entra nel dettaglio del calcolo di tutte le vie di trasmissione dirette e indirette, a partire dalla prestazione degli elementi coinvolti, pareti, solai, porte e corridoi, sistemi anticalpestio, contropareti e contro-

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A N I T Strumenti ANIT di supporto alla professione.

SOFTWARE ANIT PER I SOCI ANIT sviluppa e distribuisce strumenti di supporto alla professione legati all’analisi energetica, igrotermica e acustica dell’edificio. I Soci ANIT hanno la possibilità di scaricare la SUITE ANIT, una raccolta di software per la professione comprendente: ECHO, PAN, IRIS e LETO. La SUITE ANIT è attiva durante l’anno di Associazione e si riattiva con il rinnovo. Sono compresi gli aggiornamenti dei singoli software elaborati durante l’anno.

Software ECHO 8 - Progettazione e verifica delle caratteristiche acustiche degli edifici, secondo il DPCM 5.12.97. - I calcoli sono eseguiti per indici di valutazione. - Determinazione della classe acustica dell’unità immobiliare. Software aggiornato con le UNI EN ISO 12354 (del 2017).

Software PAN 7 Software ANIT

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Analisi termica, igrometrica e dinamica dell’involucro opaco.

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Calcolo dei parametri estivi ed invernali delle strutture opache Trasmittanza EN ISO 6946; Attenuazione e sfasamento la UNI EN ISO 13786; Verifica termo-igrometrica secondo UNI EN ISO 13788;

L’uso del presente software e dei relativi risultati sono di esclusiva competenza e responsabilità dell’utente. Tutti i diritti riservati. Qualsiasi riproduzione non autorizzata è vietata.

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Software IRIS 4 Software ANIT

Sviluppato da TEP s.r.l.

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- Calcolo dei Ponti Termici agli elementi finiti - Calcolo del rischio di condensa e muffa

Simulazione dei ponti termici agli elementi finiti secondo UNI EN ISO 10211. L’uso del presente software e dei relativi risultati sono di esclusiva competenza e responsabilità dell’utente. Tutti i diritti riservati. Qualsiasi riproduzione non autorizzata è vietata.

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Software LETO 4 Sofware per il calcolo del fabbisogno energetico degli edifici secondo UNI/TS 11300 (aggiornato al DM 26/6/15) La versione di Leto è stata protocollata al CTI e quindi impiegabile ai fini della certificazione energetica e della compilazione delle Legge 10/91.

Software APOLLO 1 Software ANIT

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I Soci ANIT ricevono 4 numeri della rivista Neo-Eubios. Neo-Eubios è «La rivista» per l’isolamento termico e acustico. Si rivolge ai professionisti con un taglio scientifico e approfondito e prevede 4 uscite ogni anno.

I SOCI possono accedere a tutti gli strumenti effettuando il LOGIN al sito www.anit.it con le proprie credenziali. Nella pagina “Il mio account” sono riportate le informazioni per ottenere software, chiarimenti tecnici e Guide ANIT. Tutti i servizi sono attivi durante i 12 mesi di associazione.

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Chi è ANIT ANIT è l’Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e Acustico. Fondata nel 1984, essa fornisce i seguenti servizi:

- stabilisce un centro comune di relazione tra gli associati; - promuove e diffonde la normativa legislativa e tecnica; - assicura i collegamenti con le personalità e gli organismi italiani ed esteri interessati alle problematiche di energetica e acustica in edilizia; - effettua e promuove ricerche e studi di carattere tecnico, normativo, economico e di mercato; - fornisce informazioni, consulenze, servizi riguardanti l’isolamento termico ed acustico ed argomenti affini; - organizza gruppi di lavoro all’interno dei quali i soci hanno la possibilità di confrontare le proprie idee sui temi dell’isolamento termico e acustico; - diffonde la corretta informazione sull’isolamento termico e acustico; - realizza e sviluppa strumenti di lavoro per il mondo professionale quali software applicativi e manuali. I SOCI Sono soci ANIT individuali: professionisti, studi di progettazione e tecnici del settore. Ogni Socio può, a titolo gratuito, promuovere localmente la presenza e le attività dell’Associazione. Sono Soci Onorari: Enti pubblici e privati, Università, Ordini professionali, ecc. Sono Soci Azienda: produttori di materiali e sistemi del settore dell’isolamento termico e/o acustico. Tutti i soci ricevono comunicazione delle novità delle normative legislative e tecniche, delle attività dell’Associazione - in tema di risparmio energetico, acustica, e protezione dal fuoco - oltre che gli strumenti e i servizi forniti quali volumi, software, e sconti. LE PUBBLICAZIONI ANIT mette a disposizione volumi di approfondimento e di supporto alla professione, manuali divulgativi, sintesi di chiarimento della legislazione vigente per i requisiti acustici passivi degli edifici e per l’efficienza energetica degli edifici, scaricabili dal sito internet (per i soli Soci) e distribuite gratuitamente in occasione degli incontri e dei convegni ANIT. I CONVEGNI ANIT organizza convegni e incontri tecnici di aggiornamento GRATUITI per gli addetti del settore. Gli incontri vengono organizzati in tutta Italia presso gli Ordini professionali, le Provincie e i Comuni sensibili alle tematiche del risparmio energetico e dell’acustica in edilizia. Ad ogni incontro viene fornita documentazione tecnica e divulgativa fornita dalle Aziende associate ANIT.

Maggiori info su

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´ neo-EUBIOS Periodico trimestrale anno XIX - n. 64 Giugno 2018 Direttore Responsabile Susanna Mammi Redazione TEP s.r.l. via Lanzone 31 20123 Milano tel 02/89415126

Grafica e impaginazione Claudio Grazioli Distribuzione in abbonamento postale Associato A.N.E.S. - Associazione Nazionale Editoriale Periodica Specializzata Stampa INGRAPH srl - via Bologna 104/106 - 20038 Seregno (MB)

Registrazione Tribunale di Milano n. 524 del 24/7/1999 Tutti i diritti sono riservati. Nessuna sezione della rivista può essere riprodotta in qualsiasi forma senza l’autorizzazione dell’Editore.


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