neo-Eubios 72 / Giugno 2020

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ISSN 1825-5515

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bene et commode vivens

72 Trimestrale N°72 - Anno XX1 - Giugno 2020 - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano


Il West Pier di Brighton, progettato dall’ingegnere Eugenius Birch e inaugurato nel 1866, è stato per più di un secolo e mezzo il molo più iconico della Gran Bretagna. Era una struttura semplice e funzionale, costruita usando dozzine di colonne filettate in ghisa avvitate sul fondo del mare e rinforzate da un reticolo di travi che fornivano la forza necessaria per sostenere il ponte della passeggiata, consentendo al tempo stesso di attraversare il mare in modo sicuro. Progettato per attirare e intrattenere i turisti, su di esso furono costruiti edifici ornamentali, chioschi, un teatro e una sala concerti: nella sua epoca d’oro, il molo riusciva a incarnare lo spirito e la frizzantezza del modo di vivere inglese. Il suo declino iniziò con il secondo dopoguerra che lo portò alla chiusura per ragioni di sicurezza nel 1975. Una serie di incendi dolosi sviluppatisi sul molo nei primi anni duemila danneggiarono la struttura al punto di dover abbandonare i piani di restauro. I resti delle strutture furono completamente rimossi nel 2010 lasciando solo lo scheletro del padiglione che diventò una struttura caratteristica del lungomare di Brighton. Nonostante il declino, grazie al rinomato stile architettonico visibile dai suoi resti strutturali che ne fanno una bellezza inquietante, il West Pier rimane tuttora l’edificio più fotografato di Brighton.

Foto di copertina: West Pier, Brighton, 2013, © Michela Rognoni.


= letteralmente, buona vita.

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Gli edifici NZEB consumano veramente

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Riqualificazione energetica con materiali naturali:

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Analisi estiva dinamica.

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La qualità acustica in ambienti scolastici

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ECHO 8.1, ecco le novità dell’ultima versione.

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Le detrazioni fiscali per l’acustica edilizia.

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Il ruolo dei professionisti nel

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Schermature solari, requisiti minimi ed eco bonus.

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“zero” energia non rinnovabile?.

soluzioni a confronto in un’esperienza didattica.

Risultati di una tesi di laurea.

secondo la UNI 11532-2:2020.

superbonus 110% energetico.

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ANIT

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Fondatore Sergio Mammi


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si può. Stampato su carta prodotta con cellulose senza cloro-gas nel rispetto delle normative ecologiche vigenti.

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Hanno collaborato:

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Isaac Scaramella, ingegnere presso greenLab. Alessandro Fracassi, ingegnere presso greenLab. Danilo Scaramella, ingegnere. Elena Montacchini, Dipartimento di Architettura e Design, Politecnico di Torino. Maria Cristina Azzolino, Dipartimento di Architettura e Design, Politecnico di Torino. Angela Lacirignola, Dipartimento di Architettura e Design, Politecnico di Torino, Marco Lunati. Dario D’Orazio, ingegnere elettronico, Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Bologna, gruppo di ricerca di acustica applicata. Neo-Eubios Stefano Benedetti, Esperto ANIT. abbonamento annuale Matteo Borghi, Esperto ANIT. 4 numeri: 24 e Alessandro Panzeri, Esperto ANIT. Daniela Petrone, Vice Presidente ANIT. Per abbonarsi con bonifico bancario, Valeria Erba, Presidente ANIT. effettuare versamento a:

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Trimestrale N°71 - Anno XX1 - Marzo 2020 - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano

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EDITORIALE

2020: L’ANNO DEI LAVORI GRATIS O QUASI

simali saranno toppo bassi il rischio grosso è proprio aiutare le aziende che propongono preventivi al ribasso. Tali imprese non riusciranno probabilmente a realizzare un intervento a regola d’arte. Non scordiamoci che interventi di efficienza energetica con i limiti prestazionali di legge attuali e con i requisiti minimi per l’accesso ai bonus non sono facili da realizzare. Ponti termici, problemi di distribuzione impiantistica, opere accessorie come i raccordi con coperture, finestre, scossaline o balconi sono elementi che aumentano il prezzo al m 2 in maniera sostanziale ma sono assolutamente necessari ai fini del risultato finale. Si sta discutendo in questo periodo proprio dei costi massimi ammissibili, che un’indicazione errata potrebbe rendere tutto una questione di prezzo a discapito del risultato. Un’altra grossa criticità che si è vista negli ultimi provvedimenti è una mancanza di competenze tecniche. Lasciare ai politici la facoltà di rivedere indicazioni tecniche o all’agenzia delle entrate di

Dal Bonus facciate con il 90% al superbonus con il 110%, nel 2020 il Governo sembra voler rilanciare l’edilizia con interventi gratuiti o quasi. Ma siamo certi che provvedimenti di questa natura siano davvero la soluzione ad un periodo di crisi che va avanti da tanto tempo e che si è sicuramente aggravato con il COVID 19? Siamo coscienti delle difficoltà del settore delle costruzioni e delle difficoltà ambientali del nostro Paese, ma da tecnici siamo altrettanto convinti che eventuali opere vadano realizzate a regola d’arte con difficoltà a volte non indifferenti e quindi costi indispensabili per garantire dei risultati efficaci. Nelle nuove opportunità 2020 si sono “buttati” tutti quelli che in qualche modo hanno visto un vantaggio economico, dalle aziende serie a quelle meno serie. E se da una parte il Governo sta cercando di ridurre la possibilità di frodi … inserendo dei massimali di spesa, dall’altra se questi mas-

colonna sonora “Crossing the Rubicon” – Enter Shikari • “Begin Again From The Beginning” – The Ataris “Action & Action” – The Get Up Kids • “Re-Arrange” – Biffy Clyro “Brave New World” - Weezer • “Love and Great Buildings” – Andrew McMahon in the Wilderness “Good Vibrations” – The Beach Boys • “Stay Home” – American Football “Neurotica” – King Crimson • “Cold War” – The Rocket Summer

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dare interpretazioni legate ad aspetti tecnici non fiscali, come nel caso del Bonus facciate, a nostro parere può creare delle incongruenze legislative e criticità applicative non indifferenti. Siamo inoltre passati dal Bonus facciate con detrazione al 90%, per il quale non erano richiesti requisiti particolari neanche di efficientamento energetico, al Superbonus con detrazione del 110% per il quale gli interventi hanno forti restrizioni. Ci vorrebbe un po di congruità o chiarezza negli obiettivi. Dal DL rilancio, DL 34/2020, visto il titolo ci si aspettava che i provvedimenti previsti potessero portare ad una ripresa del settore delle costruzioni. Sicuramente i testi degli articoli sono stati discussi e elaborati più volte ma, da associazione tecnica, la nostra lettura ci ha fatto soffermare sull’effettiva fattibilità degli interventi e, ahimè, abbiamo osservato che forse veramente ci si è persi per strada alcuni aspetti importanti. Per questo motivo riteniamo che presentare il provvedimento, come è oggi, come un sicuro rilancio delle ristrutturazioni e riqualificazioni degli edifici sia decisamente fuorviante. Parlare di efficienza energetica e sostenibilità non può prescindere dal garantire un risultato reale legato alla riduzione dei consumi e delle emissioni. Questo significa dover entrare nel merito di indicatori tecnici validi e normati, anche se a volte non di facile comprensione per tutti. Porre gli stessi obiettivi e requisiti per tutte le

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tipologie di intervento previste è sicuramente più semplice, ma spesso non corretto e sostenibile. Se uno degli obiettivi è il rilancio dell’edilizia, gli interventi sul fabbricato ad oggi sono quelli più penalizzati dai requisiti limite richiesti. Ci si chiede inoltre se è corretto puntare tutto sugli incentivi, non si potrebbero agevolare le imprese e i professionisti in maniera più consapevole? Non sono tanto esperta per rispondere a domande di tipo prettamente finanziario e fiscale, ma la mia opinione è che le opportunità preesistenti (Ecobonus, Conto termico e Bonus casa) siano già ottimi provvedimenti e che basterebbe una loro rimodulazione e revisione che li renda più stabili nel tempo e più applicabili grazie a una semplificazione burocratica. Siamo positivi e speriamo che il superbonus 110% possa comunque essere una grande opportunità se migliorato nella conversione in Legge. Ad oggi l’art. 119 manca di decreti e provvedimenti per l’attuazione, quindi ANIT proporrà al legislatore le modifiche che ritiene possano essere di aiuto alla corretta applicazione dal punto di vista tecnico, in un’ottica totalmente costruttiva e positiva per fornire al provvedimento risultati, sia per un rilancio del settore, sia per una riduzione effettiva di consumi energetici e emissioni inquinanti. Ing. Valeria Erba

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GLI EDIFICI NZEB CONSUMANO VERAMENTE “ZERO” ENERGIA NON RINNOVABILE? di * Isaac Scaramella, Alessandro Fracassi, Danilo Scaramella

L’obbligo NZEB è vicino Il momento da alcuni temuto e da molti atteso è vicino: dal 1 gennaio 2021 su tutto il territorio nazionale non potranno più essere realizzati nuovi edifici che non raggiungano il livello NZEB (Nearly Zero Energy Building).

Ricordiamo che in Regione Lombardia l’obbligo di NZEB è stato anticipato già al gennaio 2016 e pertanto esistono già in questa Regione edifici progettati per essere NZEB che sono in servizio da almeno un anno completo. Una piccola nota: sicuramente in Italia e nel mondo esistono edifici che risponderebbero al livello di NZEB abbondantemente, come edifici certificati PassiveHouse ad esempio.

Tale obbligo sarà inoltre esteso a tutte le ristrutturazioni importanti di primo livello, per intenderci quelle che comportano intervento su più del 50% della superficie disperdente e la contestuale ristrutturazione dell’impianto. Gli operatori del settore dovrebbero aver avuto tutto il tempo necessario per prepararsi a questo evento, dato che la scadenza è nota da oltre sei anni.

L’intento di questo studio non è però capire se è possibile realizzare un edificio a bilancio energetico neutro, ma piuttosto capire se seguendo i limiti della normativa tale obiettivo è effettivamente raggiunto. Il caso studio: BARCO NZEB Il monitoraggio è stato effettuato su un edificio monofamiliare residenziale di nuova costruzione realizzato in frazione Barco di Gussago (BS). L’edificio, realizzato su una area precedentemente industriale e riconvertita a residenza è stato progettato nella seconda metà del 2016 e la realizzazione è stata completata nell’ottobre 2018.

In questo articolo non vogliamo entrare nei dettagli di cosa sia un NZEB dal punto di vista normativo, per questo argomento sono già state realizzate abbondanti pubblicazioni e convegni, ma piuttosto rispondere ad una domanda: un edificio progettato per essere NZEB è “realmente” ad energia quasi zero? In altre parole, si realizza un bilancio “neutro” tra energia consumata ed energia prodotta in loco nell’arco dell’anno?

Il monitoraggio vero e proprio è iniziato nel gennaio 2019, con l’entrata in funzione dell’impianto fotovoltaico.

Come scoprire se alla definizione di NZEB corrispondono effettivamente consumi zero Per rispondere alla domanda fondamentale di questo articolo c’è un solo modo: il monitoraggio di un edificio NZEB esistente.

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L’approccio progettuale è stato basato su una massimizzazione dell’isolamento termico dell’involucro volto alla razionalizzazione dell’impianto.

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La casa è realizzata con tecnologia costruttiva di tipo “tradizionale” ovvero con pareti in laterizio portante, coibentazione esterna a cappotto dello spessore di 16cm (conducibilità 0.031 W/mK) e controparte isolante interna con spessore isolante 4 cm (conducibilità 0.035 W/mK). Il pavimento su terreno è isolato con 20cm di isolante ad alta densità e resistenza a compressione (conducibilità 0.035 W/mK). L’isolante della copertura lignea è dello spessore di 16cm (conducibilità 0.035 W/mK). I serramenti in PVC sono dotati di triplo vetro e le schermature sono tapparelle avvolgibili in alluminio con possibilità di schermatura parziale mediante parti traforate. Per quanto riguarda la dotazione impiantistica si è deciso di affidare la generazione del riscaldamento, dell’acqua refrigerata per raffrescamento e dell’acqua calda sanitaria ad una pompa di calore aria/ acqua. L’emissione è affidata a ventilconvettori nei locali principali e termoarredo nei bagni ed in lavanderia. È inoltre presente un impianto di ventilazione meccanica con recupero calore ad alta efficienza con scambiatore a flussi incrociati. Sulle falde della casa è presente un impianto fotovoltaico da 5 kWp collegato ad una batteria di accumulo della capacità di 3 kWh. Avendo un piano ad induzione per la cottura l’edificio è scollegato dalla rete del gas e si configura quindi come “all electric”.

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La superficie utile climatizzata dell’edificio è di 159m2 e la certificazione energetica dell’immobile lo inserisce in classe A4 con un Epgl di 42.89 kWh/m2.anno. Andamento annuale dei consumi elettrici Stante l’edificio di tipo “all electric” sono stati monitorati i kWh elettrici in ingresso e quelli in uscita. Non essendo presente un datalogger la raccolta è stata effettuata manualmente con scrittura settimanale dei risultati. In figura (grafico 1) sono riportati produzione, consumo e differenza tra i due nel periodo compreso tra il 18 gennaio 2019 ed il 17 gennaio 2020. L’andamento qualitativo delle curve è coerente con quanto ci si potrebbe aspettare: - i consumi massimi si riscontrano nel periodo invernale mentre il minimo è in primavera ed autunno. Si nota un leggero incremento rispetto alle stagioni intermedie durante l’estate dovuto all’uso, seppur contenuto, del raffrescamento; - la produzione di energia cresce man mano ci si avvicina all’estate. Si evidenzia però che nel 2019 il mese di maggio è stato particolarmente piovoso e si riscontra pertanto un marcato flesso nella produzione in tale periodo - la differenza tra produzione e consumo evidenzia come, salvo una eccezione puntuale, da marzo a ottobre la produzione sia maggiore del consumo.

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Grafico 1: andamento annuale della produzione elettrica, del consumo e della loro differenza

Percentuale di copertura annuale dei consumi Il fatto che da marzo ad ottobre (quindi per 7 mesi su 12) il consumo sia inferiore alla produzione non deve fare immediatamente pensare che il bilancio complessivo sia positivo. Infatti nei periodi invernali, con minimo della produzione e massimo dei consumi la richiesta da rete elettrica è elevata e molto maggiore rispetto al surplus di un uguale periodo di tempo estivo. Facendo un bilancio annuale l’edificio ha consumato 5823 kWh elettrici a fronte di una produzione di 5356 kWh, portando la copertura complessiva al 92%.

duzione e consumo è di 467 kWh. Ipotizzando un costo dell’energia di 0.2 €/kWh questo si traduce in una spesa annua di 93€. Meno di 100€ annui per tutte le forniture energetiche di una casa di ampia metratura sono sicuramente un risultato ragguardevole. Copertura al netto di illuminazione e cottura Seppure molto elevata (92%) la copertura dei consumi non è totale e parrebbe quindi non raggiunto l’obiettivo di saldo energetico pari a zero dell’edificio. Va però evidenziato come nel computo dei consumi siano qui compresi oltre ai servizi di riscaldamento, raffrescamento, ventilazione e produzione di acqua calda sanitaria anche l’illuminazione e gli altri usi elettrici. In particolare è compresa la cottura che avviene mediante piano ad induzione.

È interessante, per tradurre i kWh in valori più comprensibili a tutti, capire in termini di spesa di gestione questo cosa comporti. La differenza tra pro-

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Tabella 1: valutazione del consumo annuo per illuminazione, cottura ed altri usi elettrici non considerati nel bilancio energetico secondo normativa

Per fare un confronto coerente con gli scopi della normativa sugli edifici NZEB è importante isolare solo quei consumi che entrano a far parte del bilancio energetico per riscaldamento, raffrescamento, ventilazione e produzione di acqua calda sanitaria (in seguito per sintesi indicati con HVAC).

partendo dal consumo nei periodi di assenza dei proprietari, dai periodi di presenza con impianto di riscaldamento e raffrescamento spento e stimando il consumo per la produzione di ACS (le stime sono riportate in tabella 1). Da queste stime risulta che il consumo per gli usi elettrici vari è di circa 2482 kWh all’anno, il che porta ad un consumo per HVAC di 3341 kWh a fronte di una produzione da rinnovabili in loco che ricordiamo era 5356 kWh (vedasi tabella di sintesi). Da queste valutazioni emerge che sul bilancio annuo la copertura dei consumi di HVAC è del 160%, con un ragguardevole surplus.

Ottenere questi dati in modo rigoroso comporterebbe la misurazione diretta dei consumi dei singoli apparati elettrici, cosa non fattibile nel caso specifico dato che non si tratta di un edificio sperimentale, ma di un immobile realmente abitato. Si è deciso dunque di procedere con delle stime,

Tabella 2: tabella di sintesi con i dati di produzione da rinnovabili e consumo per HVAC

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L’importanza del comportamento dell’utente Va sottolineato che l’edificio è abitato da persone ben consce di quanto sia importante il corretto utilizzo della casa e che sono state formate in merito. In particolare il ruolo dell’utente è fondamentale per massimizzare l’autoconsumo della produzione del fotovoltaico (vedasi paragrafo successivo), per gestire al meglio le schermature (soprattutto per il comportamento estivo) e nel settaggio dei termostati. Questo emerge in modo evidente nell’analizzare i dati riportati nel Grafico 2 dove, su tre settimane invernali con condizioni meteo analoghe il consumo energetico maggiore è durante una vacanza dei proprietari. La ragione è presto detta: le schermature sono rimaste abbassate per tutto il periodo e pertanto non è stato possibile approfittare degli apporti solari gratuiti che in una casa ad alta efficienza sono fondamentali.

quanto riguarda il fotovoltaico, in particolare: - La presenza della batteria di accumulo permette un miglior uso dell’energia prodotta sul ciclo giornaliero nel periodo primaverile ed estivo; - L’utente deve imparare ad utilizzare al meglio la casa in funzione della produzione dell’impianto, sistemi domotici (non presenti nell’edificio) possono aiutare in tal senso; - La potenza di picco installata era sovrabbondante rispetto a quanto richiesto dalla norma (5 kWp rispetto a 3.7 kWp), facendo una calibrazione proporzionale se fosse stato installato il minimo da normativa la produzione sarebbe stata di circa 3963 kWh, portando di fatto esattamente a compensare il consumo annuo per HVAC. Va evidenziato a tal proposito che la produzione risente negativamente dell’orientamento non ottimale dei pannelli (est/ovest) dovuto a vincoli urbanistici che comporta una riduzione della produzione soprattutto a inizio primavera e fine autunno. Conclusioni Da quanto sopra esposto è evidente che un edificio progettato per rispettare i requisiti NZEB riesce a coprire i fabbisogni energetici per HVAC e ad avere un buon surplus di produzione se si sovradimensiona l’impianto per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Tale surplus in un edificio residenziale va a coprire la quasi totalità degli altri usi elettrici. Per quanto emerge dal monitoraggio di questo caso studio sembrerebbe quindi che costruire un edificio secondo i requisiti di legge per l’NZEB porti realmente a consumi energetici quasi zero. Sarebbe interessante ampliare la platea dei casi studio anche ad altre tipologie di edificio, quali uffici, scuole o condomini. Una ulteriore riflessione andrebbe poi fatta per il funzionamento degli NZEB in un clima più tipicamente mediterraneo, dove il problema del consumo estivo per il raffrescamento sia più marcato.

Grafico 2: consumi in tre settimane invernali, a parità di condizioni al contorno il consumo maggiore è quando i proprietari erano assenti Bisogna anche evidenziare che il monitoraggio fa riferimento, soprattutto per il periodo gennaio/aprile ai primi mesi di utilizzo della casa, quindi è ragionevole aspettarsi un affinamento delle gestione da parte dei proprietari negli anni successivi e quindi una ulteriore riduzione dei consumi.

* Isaac Scaramella, ingegnere presso greenLab.

Il ruolo del fotovoltaico È evidente che per quanto si minimizzino i consumi energetici dell’edificio resterà sempre una quota parte che deve essere coperta mediante apporto esterno, sia esso da rete o da impianto fotovoltaico. Alcune importanti precisazioni vanno fatte per

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Alessandro Fracassi, ingegnere presso greenLab. Danilo Scaramella, ingegnere.

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RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA CON MATERIALI NATURALI: SOLUZIONI A CONFRONTO IN UN’ESPERIENZA DIDATTICA. di * Elena Montacchini, Maria Cristina Azzolino, Angela Lacirignola

Introduzione Il dibattito sul tema della riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente e delle soluzioni tecnologiche da adottare per migliorarne le prestazioni coinvolge da anni professionisti, imprese e università. Una delle ragioni è legata all’età e alle caratteristiche proprie di tale patrimonio che presenta ponti termici nei nodi strutturali e dispersioni dall’involucro e dai serramenti che comportano elevate perdite annue di energia per garantire condizioni di comfort interno. Gli interventi di riqualificazione si concentrano prevalentemente sull’involucro edilizio, attraverso il quale, con un incremento delle sole prestazioni di isolamento termico, è possibile abbattere il fabbisogno energetico del 30-50% [Gaspari, 2012]. Focalizzando quindi l’attenzione sull’isolamento termico, per la scelta della tipologia specifica di prodotto è necessario considerare le prestazioni energetiche e tecnologiche degli isolanti nell’intero ciclo di vita [Giordano, 2010]. Questo contributo, in particolare, vuole indagare le prestazioni offerte dagli isolanti naturali - che stanno riscontrando un crescente interesse da parte dei professionisti che vogliono orientare le loro scelte progettuali verso materiali ecocompatibili - attraverso la descrizione di una attività didattica indirizzata a valutarne l’applicabilità nell’ambito della riqualificazione edilizia. Innanzitutto cosa intendiamo per isolanti naturali? La letteratura scientifica propone diverse modalità di classificazione, a partire dall’o-

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rigine del materiale, dalla sua composizione e struttura, dal processo produttivo. Il termine naturale è in questo contesto utilizzato nell’accezione di “prodotto di origine naturale (animale, vegetale o minerale), ovvero, non di sintesi chimica, che derivi da materiali rinnovabili, che non emetta sostanze inquinanti per l’ambiente e dannose per l’uomo, che sia riciclabile o biodegradabile e che richieda un basso contenuto di energia per l’intero suo ciclo di vita” [Fassi et al., 2009]. Gli isolanti naturali tra tradizione e innovazione: un’esperienza didattica Il contributo riporta i risultati di un’esperienza didattica – il Workshop introduttivo Costruire con materiali naturali: tecniche tradizionali e soluzioni innovative - svolta nell’ambito delle lauree magistrali in architettura al Politecnico di Torino e finalizzata ad approfondire il tema dell’uso dei materiali naturali nelle costruzioni. I workshop introduttivi, destinati ciascuno ad un numero massimo di 25 studenti, vengono organizzati per gli iscritti alle tre lauree magistrali (Architettura per il Restauro e Valorizzazione del Patrimonio, Architettura per il progetto sostenibile, Architettura Costruzione Città), con l’obiettivo di coinvolgerli in attività didattiche innovative su temi che interessano aspetti diversi dell’architettura, dalla rappresentazione alla progettazione, dalla tecnologia alla fisica tecnica. Sono attività concentrate in una settimana, all’inizio dell’anno accademico e cercano di indirizzare gli studenti verso tematiche specifiche che possano suscitare il loro interesse e essere

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oggetto di approfondimenti successivi anche all’interno di una tesi di laurea o di un tirocinio. In particolare, in questo workshop, si è voluto focalizzare l’attenzione sui materiali isolanti naturali per offrire agli studenti l’opportunità di testare soluzioni, pacchetti tecnologici, talvolta già impiegati in passato, nell’ambito di quella che possiamo definire architettura spontanea, e che oggi possono trovare impieghi anche innovativi nella riqualificazione del patrimonio esistente. Attraverso attività seminariali, visite in cantiere, attività pratiche di laboratorio, sono state presentate e messe a confronto soluzioni tecniche che utilizzano materiali di origine naturale come la paglia, la canapa, la terra cruda; le modalità di posa in opera; le prestazioni dal punto di vista energetico e tecnologico. I seminari tecnici con le aziende hanno fornito il punto di vista di chi produce e deve inserirsi in un mercato dell’edilizia in continua evoluzione;

i progettisti hanno presentato le loro esperienze di lavoro in cui hanno adottato questi materiali mettendo in evidenza punti di forza e criticità; le visite in cantiere sono state utili per poter constatare in modo diretto le caratteristiche di posa in opera e le modalità di gestione dei materiali all’interno del cantiere stesso; le attività di learning by doing in laboratorio hanno consentito di effettuare esperienze pratiche di assemblaggio; in ultimo, le attività di simulazione termoigrometrica e l’analisi delle banche dati hanno permesso la valutazione delle prestazioni energetiche dei materiali. Il lavoro degli studenti: progetto e simulazione A conclusione del workshop è stata proposta una esercitazione in cui si chiedeva agli studenti di impiegare i materiali di origine naturale in un intervento di riqualificazione energetica dell’esistente e

Figura 1: Attività di tipo seminariale in azienda e in aula

Figura 2: Attività pratiche in cantiere e in laboratorio

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simularne le prestazioni fisico tecniche. Nella prima fase di lavoro hanno approfondito, attraverso lo studio della letteratura tematica e delle schede tecniche dei produttori, le prestazioni, i nodi tecnologici e le modalità di impiego di uno o più materiali a loro scelta. Successivamente hanno definito la stratigrafia dell’intervento e simulato il comportamento termoigrometrico utilizzando il software della Suite Anit PAN 7.1.

A partire dalla stratigrafia data gli studenti hanno proposto diverse soluzioni tecnologiche di isolamento termico impiegando paglia, canapa, sughero e terra, all’esterno, all’interno o in intercapedine, e per ognuna hanno calcolato la trasmittanza termica U [W/m 2K], la trasmittanza termica periodica Yie [W/m 2K], lo sfasamento [h] ed effettuata la verifica del rischio muffa e della condensa superficiale e interstiziale.

Nella fase finale di interpretazione dei risultati hanno confrontato i valori prestazionali calcolati e la fattibilità tecnica dell’intervento in relazione agli spessori necessari e alle modalità di cantiere e posa in opera. Non è stata richiesta la valutazione economica delle soluzioni progettuali proposte.

Nella fase di calcolo, con l’obiettivo di riuscire a valutare più soluzioni nel poco tempo a disposizione, sono state concesse alcune semplificazioni: l’intervento ha riguardato la sola parete perimetrale esposta a sud e non l’intero involucro edilizio; il calcolo della trasmittanza termica è stato eseguito senza includere l’effetto dei ponti termici. Per contro è stato chiesto il confronto con il valore di trasmittanza termica limite più restrittivo richiesto a partire dal 1° gennaio 2021 (DM 26/06/2015, appendice B, tabella 1), anche in considerazione del fatto che sarà il parametro che gli studenti dovranno rispettare nella loro professione futura.

Come oggetto di analisi è stato scelto un edificio ‘tipo’ realizzato nel nord Italia negli anni Sessanta-Settanta del Novecento, periodo in cui gli edifici venivano costruiti, per la maggior parte, con struttura portante in cemento armato e chiusure verticali di tamponamento in laterizi forati prive di isolamento termico. Nello specifico è stata fornita la stratigrafia di una parete perimetrale a cassavuota di un edificio residenziale monofamiliare in zona climatica E (DPR 412 26/8/1993).

Per i materiali non presenti nella banca dati del software, i valori di densità r [kg/m 3], conduttività termica l [W/mK], fattore di resistenza

Figura 3: Stratigrafia parete perimetrale esistente

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Figura 4: Software PAN 7.1: esempio di verifica del rischio muffa e della condensa superficiale e interstiziale

al vapore m [-], calore specifico c [J/kgK], sono stati desunti dalle schede tecniche o dalla letteratura ai fini dell’esercitazione.

- Pannello isolante in sughero: lD=0.039 W/mK, r= 110 kg/m3, m=20, c=1900 J/kgK; fonte dei dati: marcature CE del prodotto

Si riportano di seguito alcune delle soluzioni proposte con i relativi valori di trasmittanza termica e sfasamento calcolati . I dati dei materiali isolanti utilizzati sono i seguenti:

- Sughero granulato tostato in intercapedine:

lD=0.041 W/mK, r= 70 kg/m3, m=3, c=1900 J/ kgK; fonte dei dati: marcature CE del prodotto

- Pannelli in fibra di canapa: lD=0.040 W/mK, r= 40 kg/m3, m=2, c=2300 J/kgK; fonte dei dati:

- Pannello isolante in canapa: lD=0.039 W/mK, r= 98 kg/m3, m=4, c=2300 J/kgK; fonte dei dati: marcature CE del prodotto

marcature CE del prodotto

- Lastra in terra cruda: l D =0.350 W/mK, r= 1600 kg/m3, m=7.5, c=1100 J/kgK; fonte dei dati: marcature CE del prodotto

- Isolante in calce canapa in intercapedine: lD=0.050 W/mK, r= 160 kg/m3, m=5, c=1700 J/ kgK; fonte dei dati: marcature CE del prodotto

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Conclusioni La discussione finale e collettiva dell’esperienza ha confermato la valenza formativa di questo tipo di workshop basati sul coinvolgimento diretto di aziende e professionisti e sulla conoscenza materica dei prodotti impiegati in edilizia in un’ottica di learning by doing. Dal punto di vista didattico gli studenti hanno potuto ampliare la casistica di materiali isolanti da impiegare nei progetti durante le lauree magistrali e nella loro professione futura, rafforzare le loro competenze imparando a leggere le schede tecniche e a selezionare i dati utili in relazione all’impiego, acquisire capacità tecniche di utilizzo di un software di simulazione e di interpretazione dei risultati. È stato così raggiunto l’obiettivo formativo di condurre gli studenti ad approcciarsi al progetto in maniera consapevole e a valutare l’efficacia di una soluzione tenendo in conto una pluralità di parametri. Dal punto di vista della ricerca l’implementazione delle soluzioni tecnologiche potrebbe essere la premessa per la costruzione di una banca dati

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che possa servire come strumento per indirizzare le scelte progettuali attraverso la comparazione di diverse opzioni valutate nelle loro prestazioni tecnologiche ed energetiche. * Elena Montacchini, Dipartimento di Architettura e Design, Politecnico di Torino. Maria Cristina Azzolino, Laboratorio di Analisi e Modellazione dei Sistemi Ambientali (LAMSA), Dipartimento di Architettura e Design, Politecnico di Torino. Angela Lacirignola Laboratorio Sistemi Tecnologici Innovativi (LaSTIn), Dipartimento di Architettura e Design, Politecnico di Torino, Studenti partecipanti Abi Khaled Federica, Alovisi Francesco, Beccari Cecilia, Benigno Alessandra, Calorio Federico,

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Cerutti Alessia, Crisumma Alice, Di Lisa Andrea, Gardellini Lorenzo, Giardino Sara, Guastalegname Chiara, Guttero Andrea, Manca Alessandra Andrea, Marotta Daniele Dominique, Marvelli Alessio, Masiero Gabriele, Massucco Chiara, Mele Antonio, Menegon Elena, Monaco Christian, Moscardo Gloria, Mussino Alessandro, Roselli Francesco, Soro Valentina, Uleri Francesca

Decreto Ministero dello Sviluppo Economico 26 giugno 2009 Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici UNI 10351:2015. Materiali da costruzione. Conduttività termica e permeabilità al vapore UNI/TR 11552:2014. Abaco delle strutture costituenti l’involucro opaco degli edifici - Parametri termofisici

Bibliografia Alessandro Fassi, Laura Maina, L’isolamento ecoefficiente: guida all’uso dei materiali naturali. Edizione Ambiente, Milano, 2009.

UNI EN ISO 13788:2013 Prestazione igrotermica dei componenti e degli elementi per edilizia - Temperatura superficiale interna per evitare l’umidità superficiale critica e la condensazione interstiziale - Metodi di calcolo

Jacopo Gaspari, Trasformare l’involucro: la strategia dell’addizione nel progetto di recupero. Monfalcone (GO), Edicom Edizioni, 2012. Roberto Giordano, I prodotti per l’edilizia sostenibile. Sistemi Editoriali, Napoli, 2010.

UNI EN ISO 10456:2008. Materiali e prodotti per edilizia - Proprietà igrometriche - Valori tabulati di progetto e procedimenti per la determinazione dei valori termici dichiarati e di progetto

Matteo Borghi, Valeria Erba, Rossella Esposti, Giorgio Galbusera, Alessandro Panzeri, Daniela Petrone, I materiali isolanti. Guida all’approccio prestazionale per la scelta dei materiali isolanti, Collana L’isolamento termico e acustico vol.1, TEP s.r.l., Milano, 2013

UNI EN ISO 6946:2008. Componenti edilizi ed elementi per l’edilizia. Resistenza termica e trasmittanza termica. Metodo di calcolo.

Riferimenti legislativi Decreto Interministeriale 26 giugno 2015 Applicazione delle metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche e definizione delle prescrizioni e dei requisiti minimi degli edifici.

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UNI EN ISO 13786:2008. Prestazione termica dei componenti per l’edilizia. Caratteristiche termiche dinamiche. Metodi di calcolo. Rielaborazioni grafiche Andrea Gruppo

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ANALISI ESTIVA DINAMICA. RISULTATI DI UNA TESI DI LAUREA di * Marco Lunati

In collaborazione con ANIT, è stato realizzato un lavoro di Tesi di Laurea Magistrale al Politecnico di Milano sui metodi di calcolo per la simulazione energetica degli edifici, in particolare quello dinamico orario presentato dallo standard UNI EN ISO 52016-1:2018. L’introduzione normativa di tale metodo punta a sostituire progressivamente quello semi-stazionario mensile presente nelle attuali norme tecniche UNI/TS 11300, che aveva preso a sua volta il posto del metodo stagionale, ormai abbondantemente superato. Tra i diversi vantaggi del dinamico, il passo orario è ideale sia per riprodurre con grande precisione i dati climatici (temperatura, umidità, radiazione solare, …), sia per descrivere gli apporti energetici interni all’edificio dati da persone e apparecchiature. Inoltre, si possono controllare gli impianti con tre modalità differenti: non considerandone l’attivazione, per studiare l’andamento della temperatura interna; impostando un limite massimo e costante di potenza fornita, per verificare i periodi di attivazione; oppure creando profili di potenza personalizzati. È importante imparare a leggere ed analizzare i risultati, dai fabbisogni e i carichi energetici all’andamento delle temperature interne, e sfruttare tali dati specialmente in fase di progettazione delle strategie da adottare per migliorare le performance energetiche dell’edificio, sia in caso di riqualificazione sia in caso di nuova costruzione. Il lavoro di ricerca è stato supportato da due casi studio reali: il primo consiste in una diagnosi energetica invernale, eseguita su un edi-

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ficio residenziale esistente; nel secondo, un palazzo di recente costruzione, con destinazione commerciale, diventa la base su cui sviluppare un lavoro di analisi delle diverse potenzialità offerte dal metodo dinamico, con approfondimento sul caso estivo. Di quest’ultimo sono di seguito riportati e commentati alcuni risultati. L’oggetto in questione è un edificio per uffici situato a Milano, che si sviluppa su nove piani fuori terra: di questi sono modellati e studiati il sesto, interpiano, ed il settimo, che si differenzia dal sottostante per avere una parte di soffitto a diretto contatto con l’esterno, fungendo da terrazza per il piano superiore. Il sistema di facciata continua presenta due tipi di modulo, che si distinguono per la geometria e il sistema schermante. Dopo aver creato un modello 3D dell’edificio, per ricavarne le caratteristiche geometriche e gli ombreggiamenti esterni, e aver raccolto informazioni sulle proprietà termiche dei componenti dell’involucro, si è passati alla costruzione dei modelli energetici con i software distribuiti da ANIT: in particolare LETO per le simulazioni in regime semi-stazionario ed ICARO per quelle dinamiche, sfruttando la possibilità di esportare dal primo al secondo programma le diverse zone termiche create, senza la necessità di ricostruirle nuovamente. Il lavoro consiste inizialmente nell’analisi di carichi e fabbisogni energetici sensibili, a cui segue uno studio sul comfort termico. Dopo l’iniziale confronto tra il modello semi-

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Figura 1: Esempio di profilo di carico personalizzato dovuto agli apporti interni [W], con distinzione tra giorni lavorativi e fine settimana (software: ICARO).

stazionario ed il corrispettivo dinamico, si è poi aumentato il livello di dettaglio di quest’ultimo lavorando sui parametri di ventilazione naturale ed apporti interni: per quanto riguarda la prima, sono stati ipotizzati specifici profili delle portate d’aria, distinguendo tra giorno e notte e tra le stagioni; per l’analisi dei carichi interni invece ci si è basati sulla BS ISO 18523-1:2016, che dedica una sezione agli edifici per uffici, includendo particolari profili di carico termico in termini di occupazione, illuminazione e apparecchiature.

Ma possiamo approfondire l’analisi dei risultati dinamici, studiando la correlazione tra carichi e fabbisogni energetici su scala giornaliera. Vediamo innanzitutto il legame tra il fabbisogno energetico di raffrescamento e gli apporti interni. Nel modello semi-stazionario i carichi termici gratuiti interni si basano sulle norme tecniche UNI/TS 11300 e sono riportati tali e quali nel corrispettivo modello dinamico di partenza. Da qui, si è valutato l’effetto generato da una variazione dei profili di occupazione, illuminazione e apparecchiature, secondo quanto proposto dallo standard BS ISO 18523-1:2016: l’andamento orario dettagliato, la distinzione tra giorni lavorativi e festivi e i diversi valori di carico modificano drasticamente la curva di fabbisogno energetico all’interno delle zone termiche, come possiamo notare dalla rielaborazione dei dati in figura (3). Questo discorso vale soprattutto in caso di edifici caratterizzati da alta occupazione e carico termico dovuto alle apparecchiature elettroniche, come nel caso di un ufficio con molti dispositivi.

Si parte quindi dall’analisi dei fabbisogni energetici di riscaldamento e raffrescamento, confrontando la potenza media mensile richiesta dal modello semi-stazionario con il trend orario del corrispettivo modello dinamico. Per comprendere meglio le evidenti differenze lungo il corso dell’anno, in figura (2) è riportato il focus su un periodo limitato, rappresentando in particolare il fabbisogno energetico stimato durante alcuni giorni a cavallo tra fine giugno e inizio luglio.

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Figura 2: Confronto tra le potenze medie mensili richieste agli impianti di riscaldamento e raffrescamento del modello semi-stazionario e la potenza oraria del modello dinamico, con uno zoom su un periodo limitato per apprezzarne le differenze

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Figura 3: Correlazione tra fabbisogno energetico di raffrescamento e apporti interni: all’aumentare del profilo di carico nei giorni lavorativi, la richiesta di energia aumenta notevolmente

Figura 4: Differenze di impatto degli apporti solari sul fabbisogno energetico giornaliero di due zone termiche di area paragonabile ma diversa esposizione

Si è potuto inoltre studiare e capire le differenze in termini di apporti solari tra zone termiche con diversa esposizione, identificando i picchi di carico giornaliero e il rispettivo impatto sul fabbisogno di raffrescamento.

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E ancora, il peso degli scambi energetici per ventilazione rispetto alla temperatura esterna: quando quest’ultima supera il valore di set-point fissato per l’attivazione dell’impianto di raffrescamento, la ventilazione naturale contribuisce

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Figura 5: Andamento della temperatura operante interna (asse Y) in funzione della temperatura esterna, nell’ipotesi di impianti spenti. Il numero di ore di comfort dipende dalla categoria di comfort selezionata (software: ICARO)

ad aumentare i fabbisogni energetici della zona termica. Si può ad esempio simulare un innalzamento della temperatura esterna, per valutare gli effetti dei cambiamenti climatici o delle differenze climatiche dovute alla distanza tra il sito dell’edificio e dove sono stati raccolti i dati. Ma non solo, un’analisi dinamica ci permette di studiare la correlazione tra guadagni e perdite di calore per trasmissione e le proprietà inerziali dei componenti dell’involucro. Questo argomento però non è trattato nel presente caso studio: è la conformazione stessa dell’involucro poco massivo, infatti, a non garantire grossi benefici energetici in termini, ad esempio, di attenuazione o sfasamento dell’onda termica.

Partendo quindi da una rappresentazione oraria dei risultati, potremmo già essere in grado di fare considerazioni preliminari sulle strategie di efficienza energetica da adottare, un altro interessante modo per sfruttare le potenzialità offerte dal metodo dinamico. In conclusione, affermiamo quindi che il metodo dinamico orario sia decisamente più efficace del metodo semi-stazionario mensile per questa tipologia di caso studio, non solo perché offre risultati più dettagliati ma anche perché ci aiuta a comprenderli ed individuare dove focalizzare maggiormente la nostra attenzione in fase progettuale. * Marco Lunati.

Per sottolineare ulteriormente le potenzialità dinamiche, la seconda parte di questo lavoro riguarda il comfort termico ed in particolare il comfort adattivo, con lo studio della temperatura operante in free running conditions. Gli utenti sono capaci di adattare il proprio range di comfort termico, entro certi limiti, secondo il proprio grado di accettabilità, rappresentato nella UNI EN 15251 dalle fasce di comfort. Questo ha un effetto positivo sul numero di ore di comfort lungo l’anno, specialmente d’estate, come si può dedurre dal tipico grafico del comfort adattivo figura (5).

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L’articolo si basa sulla tesi di laurea dell’autore dal titolo “Dynamic and semi-stationary calculation methods for building energy simulation: impacts on energy audit, loads and comfort analysis in two real case scenarius” (relatore Prof. Ing. Andrea Giovanni Mainini, Politecnico di Milano - correlatore Ing. Giorgio Galbusera, ANIT). Per la stesura della tesi è stato svolto un tirocinio presso ANIT finalizzato all’attività di ricerca sui metodi di calcolo per la simulazione energetica degli edifici, alla validazione dei software distribuiti dall’Associazione e allo studio di due casi studio reali.

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LA QUALITÀ ACUSTICA IN AMBIENTI SCOLASTICI SECONDO LA UNI 11532-2:2020

criteri generali e controllo della riverberazione in condizione di ambiente occupato a cura di * Dario D’Orazio

Introduzione Il presente contributo presenta un’introduzione alla nuova norma UNI 11532-2:2020 per qualità acustica in ambienti scolastici. Il tema della qualità acustica in ambiente scolastico è stato trattato nella normativa tecnica italiana fin dagli anni ’60 ed è con tutta probabilità ben radicato nelle esperienze di molti tecnici e progettisti. Proprio per questo motivo si è scelto di affrontare in questo scritto le due tematiche innovative proposte dalla norma rispetto alle precedenti: il controllo della riverberazione in ambiente occupato e la valutazione previsionale di intelligibilità del parlato mediante Speech Transmission Index. Questo secondo tema verrà analizzato in dettaglio in un secondo contributo successivo, nel quale si rimandano anche le conclusioni. Il primo tema viene invece qui riportato in modo sintetico e non esaustivo rispetto all’intero corpus della norma, ma presentando note di commento e un caso di studio prodotto ad hoc.

come raccolta di riferimenti di criteri per la qualità acustica tratti alla normativa tecnica internazionale e non solo. Come tale era stata pubblicata in una prima versione nel 2014, con una intenzionale ridondanza di indicazioni che aveva l’obiettivo di fornire al tecnico competente un ventaglio di valori cui fare riferimento in fase di progettazione. Il successivo inserimento della UNI 11532 all’interno dei criteri ambientali minimi (si veda l’art. 18 della L. 221/2015 e, successivamente, l’art. 34 recante “Criteri di sostenibilità energetica e ambientale” del D.lgs. 50/2016 “Codice degli appalti”, modificato dal D.lgs 56/2017) ha di fatto reso cogente la norma, rendendo necessaria una riscrittura. Da norma tecnica che raccoglieva riferimenti di letteratura tecnica e normativa, ha assunto quindi ha una finalità prescrittiva. La scrittura della norma ha tenuto conto dell’evoluzione dello spazio didattico e delle necessità presenti e dei potenziali sviluppi futuri della didattica, quali ad esempio l’incremento di studenti non madrelingua, insegnamenti in lingua inglese, videoconferenza, spazi di lavoro condivisi, etc…. Si è inoltre cercato di mantenere una continuità di metodi, dataset e approcci con normative europee sul tema, in particolare la norma inglese BB93 e la tedesca DIN 18041.

UNI 11532-2:2020 Il pacchetto di norme UNI 11532 riguarda la qualità acustica in spazi confinati e consta, ad oggi, di due parti. Nella parte 1, rilasciata nel 2018, sono presentati i criteri generali, i descrittori e i metodi previsionali di calcolo; la parte 2, rilasciata nel marzo 2020, riguarda gli ambienti scolastici. Sono in programma parti ulteriori che riguarderanno uffici, ristoranti, etc… Inizialmente, la norma era stata concepita

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La UNI 11532-2:2020 prevede quindi diverse categorie di ambienti scolastici: le aule per la

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musica, le sale conferenza, le aule per la didattica (con una variante nel caso di studenti con deficit uditivi), le aule per didattica condivisa (laboratori, ambienti videoconferenza). Un secondo blocco di ambienti riguarda le palestre e ambienti per specifiche funzioni (biblioteche, mense, etc…).

bilità si valuta e si collauda in condizioni non occupate). Per il secondo blocco di ambienti (palestre, biblioteche, etc…), per il quale non esiste ragionevolmente un’occupazione standard, la norma segue l’approccio più tradizionale (valutazione previsionale del tempo di riverberazione in condizioni non occupate).

Per il primo blocco di ambienti (aule per la musica, sale conferenza e aule per la didattica), per i quali è definito il numero di occupanti di progetto, la norma prevede due innovazioni sostanziali:

Controllo della riverberazione La norma UNI 11532-2 specifica, per ciascuna destinazione d’uso, un tempo di riverberazione ‘ottimale’, in secondi, che è funzione del volume dell’ambiente, in metri cubi. Per ciascuna destinazione d’uso il tempo di riverberazione ottimale, che è inteso in condizioni convenzionalmente occupate all’80% della capienza massima di progetto, segue le equazioni previsionali della tabella 1.

la valutazione previsionale del tempo di riverberazione in condizioni occupate la valutazione previsionale di un parametro di intelligibilità del parlato

Questo approccio permette di avere un controllo “dinamico” dell’ambiente di ascolto (ovvero in condizioni occupate), e allo stesso tempo di avere un’intelligibilità minima garantita in ogni condizione (il parametro di intelligi-

Sulla base delle equazioni sotto riportate, si possono quindi definire delle curve di tempo ottimale in funzione di V, riportate in figura 1.

Tabella 1: Categorie oggetto della UNI 11532 per gli ambienti scolastici, destinazioni d’uso, valori ottimali del tempo di riverberazione in funzione del volume e range di validita’

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Figura 2: Tempo di riverberazione ottimale, in secondi (asse y) in funzione del Volume, in metri cubi (asse x)

La corretta progettazione dell’ambiente deve quindi fare in modo che il tempo di riverberazione stimato previsionale si avvicini quanto più possibile al valore ottimale calcolato con le formule di cui alla tabella 1.

La normativa inoltre introduce un intervallo di conformità, e non più il solo valore massimo del tempo di riverberazione. Questo vuole evitare due situazioni di discomfort. Con i requisiti delle precedenti normative poteva infatti accadere che l’aula in condizioni occupate, e quindi ‘funzionali’, avesse un tempo di riverberazione inferiore a 0.5 s. Valori così bassi possono portare il docente a incrementare lo sforzo vocale per essere ascoltati e per ascoltarsi.

La UNI 11532, come già la precedente sulla classificazione degli edifici, non introduce valori target del tempo di riverberazione, ma valori ottimali che sono funzione del volume dell’ambiente. Si noti che già negli anni ’30 Petzold, Knudsen, Watson e altri pionieri dell’acustica architettonica avevano proposto soluzioni di tempo di riverberazione ottimale in funzione del volume, nella forma:

La letteratura attuale tende a definire range di riverberazione minimi perchè il docente non sia sottoposto a uno sforzo vocale continuo, in particolare nel caso di scuole primarie e secondarie, che può portare a patologie. Per approfondire questo punto, si vedano i lavori del gruppo di ricerca del Politecnico di Torino [2].

con k 1,k 2 variabili per destinazione d’uso e per tipo di segnale (musica, parlato, etc…) [1]. La dipendenza dalla radice cubica del volume resta anche nella proposta attuale di normativa, si noti ad es nella formula per la categoria A3 che:

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Intorno al valore ottimale, è definita una finestra di conformità, la cui ampiezza rispetto al valore ottimale varia in funzione della frequenza, aumentando il margine di tolleranza alle basse e alle alte frequenze.

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I NUOVI EVENTI IN STREAMING DI ANIT SONO ORA DISPONIBILI SUL CANALE YOUTUBE

Alcuni titoli: •ECHO 8.1 - Incontro di approfondimento per i Soci ANIT •BONUS 110% - Opportunità e criticità del DL Rilancio •Materiali isolanti: scelta dei dati di progetto •Comfort acustico degli ambienti chiusi •Diagnosi igrotermica degli edifici esistenti •Schermature solari e rispetto dei requisiti minimi •IRIS 5 Approfondimenti per i Soci ANIT •Ponti termici con il nuovo IRIS

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Figura 2: intervallo di conformita’ del tempo di riverberazione rispetto al Valore ottimale. (asse y: T/Tott, asse x: bade di ottava)

Si prenda un primo esempio per visualizzare un range tipico di intervallo di conformità: sala conferenze da V=1200 metri cubi e N=250 persone. Dalla fig.1, curva A2 (destinazione d’uso: sala conferenza) avrà un Tott =1s. Tale valore del tempo di riverberazione vale per un ambiente occupato all’80% rispetto al dato di progetto, e quindi tiene conto dell’assorbimento acustico dato dall’occupazione di 0.8*250=200 persone:

le per il parlato che fosse funzione del volume dall’ambiente, e poi aggiungeva “sul tempo di riverberazione infine ha grande influenza il numero delle persone componenti l’uditorio, dato il sensibile assorbimento da esse presentato, così che il calcolo va fatto per due condizioni almeno: di uditorio al completo o presente per i 3/4; e l’optimum dianzi detto dev’essere verificato per il caso intermedio, ovvero per il secondo” [3]

Questo approccio per l’acustica delle aule scolastiche ha una genesi antica nella storia dell’acustica architettonica italiana. Già negli anni 40 del secolo scorso D. Faggiani proponeva un tempo di riverberazione ottima-

Si prenda un secondo esempio per analizzare il procedimento progettuale degli interventi di correzione acustica previsto alla nuova UNI 11532-2. Si prenda ad esempio il caso di un’aula scolastica universitaria di grandi dimensioni

Tabella 2: intervallo di conformita’ di tempo di riverberazione in condizioni occupate di un’aula conferenze (categoria A2 in Tabella 1), V=1200 metri cubi.

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Figura 3: Aula universitaria. V = 1200 metri cubi, N = 260 persone (fig. 3), Volume di 1200 metri cubi, Occupazione N=260 persone. In questo caso la destinazione d’uso ricade nella categoria A3 della tabella 1. Il tempo di riverberazione ottimale sarà:

L’occupazione degli studenti (considerata all’80%) rappresenta quindi più di un terzo dell’area di assorbimento equivalente necessaria per raggiungere l’assorbimento acustico target (circa 94 m2 su 234 m2), mentre gli altri materiali presenti all’interno dell’ambiente sono stati volutamente trascurati ad eccezione delle sedute in legno, che tuttavia hanno un peso ridotto (circa 10 m2). Da cui si ricava il requisito di assorbimento per il materiale assorbente montato a soffitto

che corrisponde a un’area di assorbimento equivalente dell’ambiente in condizioni occupate di circa:

Si inizi l’analisi nella sola banda ottava dei 1000 Hz per poi estenderla. La committenza prevede sedute in legno (a 1000 Hz, A1sedia = 0.04 m2/seduta, da tabella dati inclusa in UNI 11532) e la possibilità di utilizzare materiale assorbente a soffitto (Sceiling = 270 m2). A questo punto il valore target di area di assorbimento acustico dovrà essere realizzato mediante la somma seguente:

Il calcolo presentato (che ricordiamo, è a titolo di esempio e riguarda le sole medie frequenze, banda di ottava dei 1000 Hz), restituisce un valore di coefficiente di assorbimento acustico del materiale fonoassorbente da installare a soffitto di circa 0.48. L’utilizzo di materiale sensibilmente più assorbente rischia di aumentare l’assorbimento acustico dell’ambiente e, di conseguenza, diminuire troppo il tempo di riverberazione. La figura 2 ci ricorda che il requisito del tempo di riverberazione deve essere valido in un range di frequenza esteso, dai 125 ai 4000 Hz. Questo aspetto può essere verificato estendendo il calcolo precedente, riferito alla banda dei 1000 Hz, a tutto il range di frequenze previsto dalla norma, 125-4000 Hz, riportato in Tabella 3.

Il valore ΔA1persona è l’incremento dell’assorbimento acustico dato dall’occupazione della seduta, che è tanto più elevato quanto la seduta è scarsamente assorbente. Nel caso di seduta in legno, ΔA1persona=0.45(m2) da tabella inclusa in UNI 11532. Tornando all’equazione precedente, si può riscrivere:

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Gli elementi di controllo acustico, che nell’esempio sono stati semplificati nel solo intervento a soffitto, richiedono caratteristiche di assorbimento a larga banda (si veda il coefficiente di assorbimento riportato nell’ultima riga di tab. 3).

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Tabella 3: Prospetto sintentico degli assorbimenti acustici equivalenti, e del coefficiente di assorbimento acustico target del soffitto per l’aula universitaria oggetto di analisi

La scelta dell’installazione di un materiale poroso (che ha, in genere, un assorbimento acustico che cresce con la frequenza) può non essere sufficiente ad assicurare il rispetto del requisito. Tale tipologia di materiali, in casi come quello in esame ,e non solo, implicherebbe uno scarso assorbimento (e quindi una eccessiva riverberazione) nella banda dei 250 Hz - che comprometterebbe l’intelligibilità del parlato - e allo stesso tempo ad un ambiente troppo asciutto alle frequenze medio-alte - aspetto che innescherebbe un eccessivo sforzo vocale del docente. Il requisito di assorbimento può essere raggiunto mediante la scelta di due interventi di correzione acustica. L’assorbimento alle basse frequenza può essere raggiunto tramite opportuna scelta degli elementi che si comportano da pannello vibrante (ad es. Pedane) e degli arredi, mentre l’assorbimento a larga banda (che, si noti, non cresce in frequenza) può essere realizzato nel caso in esame attraverso un cartongesso forato con adeguata intercapedine per avere un massimo di assorbimento alle frequenze mediobasse.

qui le suddette condizioni non sono verificate e ci si dovrebbe attenere alla prassi usuale e cautelativa di valutazione critica dei valori riportati nelle schede tecniche di misura (se sono misurati in condizioni di ideale diffusione e di rispetto dei requisiti del campo Sabiniano). Ringraziamenti Si ringraziano gli ingg. Domenico De Salvio e Giulia Fratoni (dottorandi Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Bologna), e l’ing. Laura Reggiani (libero professionista, Modena). Biblio [1] V. O. Knudsen, C. M. Harris, Acoustical designing in architecture, Wiley, 1950. [2] G. E. Puglisi, A. Astolfi, L. C. Cantor Cutiva, and A. Carullo, Four-day-follow-up study on the voice monitoring of primary school teachers: Relationships with conversational task and classroom acoustics, The Journal of the Acoustical Society of America 141, 441 (2017); https://doi. org/10.1121/1.4973805 [3] D. Faggiani: Lineamenti di acustica, Politecnica C. Tamburini, Milano, 1946. [4] L.L. Beranek, Analysis of Sabine and Eyring equations and their application to concert hall audience and chair absorption, The Journal of the Acoustical Society of America 120(3):1399-1410.

Qualche nota, inoltre, sulla tolleranza del metodo di calcolo. I valori riportati in tab. 3 sono calcolati a partire dal valore Tocc e non agli estremi dell’intervallo di conformità, che permettono, ad es nell’ottava dei 125 Hz, requisiti meno stringenti. Si ricorda, infine, che il valore dei coefficienti di assorbimento acustico (ad es. quelli presenti nelle schede tecniche) è tanto più ‘affidabile’ quanto più il campo sonoro risulti diffuso e quanto più l’assorbimento acustico dell’ambiente abbia un valore medio tendente allo zero [4]. In casi come quelli brevemente accennati

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* Dario D’Orazio, ingegnere elettronico, Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Bologna, gruppo di ricerca di acustica applicata.

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ECHO 8.1, ECCO LE NOVITÀ DELL’ULTIMA VERSIONE a cura di * Stefano Benedetti

Già dalla pubblicazione della UNI 11367 del 2010, dedicata alla classificazione acustica degli edifici, sono stati introdotti nella normativa di riferimento ulteriori descrittori rispetto ai più noti requisiti acustici passivi. Ad esempio vengono proposti valori di isolamento tra ambienti abitativi e spazi comuni, come soggiorni di unità immobiliari collegati ai rispettivi pianerottoli, si parla di intelligibilità del parlato per gli ambienti adibiti ad aule scolastiche, da valutare con l’indice STI, sono definiti indici dedicati all’isolamento tra ambienti della medesima unità immobiliare collegati tramite porte ad un corridoio comune, come accade tra aule scolastiche e camere d’ospedale. È però con il “recente” decreto CAM (criteri ambientali minimi) che la Norma UNI 11367 è stata richiamata ufficialmente in un testo legislativo, rendendone obbligatori parte dei contenuti.

per implementare questi metodi di calcolo nel nostro software ECHO, arrivato alla versione 8.1, in modo da offrire ai Soci ANIT uno strumento semplice e completo per rispondere alle attuali richieste legislative. Ecco nel dettaglio le principali novità dell’ultima versione. Indice di trasmissione del parlato STI e chiarezza C 50 Richiesti dai CAM, i modelli di calcolo sono contenuti nella UNI 11532-1 e i valori di riferimento per le scuole nella UNI 11532-2. Per la verifica dello STI e del C 50 è necessario definire la categoria dell’ambiente in base all’utilizzo prevalente, figura 1, procedere con il calcolo del tempo di riverberazione dell’ambiente, figura 2, o, se calcolati con altro software o foglio di calcolo, inserirne i valori direttamente nelle celle in alto della figura 3 (freccia rossa).

Per quanto riguarda le caratteristiche acustiche interne (tempo di riverberazione, chiarezza e intellegibilità del parlato) i CAM fanno riferimento a un’altra norma, la UNI 11532, la cui parte 1 è dedicata agli aspetti generali e la parte 2 in modo specifico agli ambienti scolastici. Quest’ultima pubblicata a marzo 2020. Con la pubblicazione della parte 2 della UNI 11532, il set normativo si è completato ed è oggi possibile rispondere compiutamente alle richieste dei CAM e più in generale alle esigenze di analizzare la qualità interna degli ambienti adibiti al parlato. Abbiamo quindi lavorato nelle ultime settimane

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Noto il tempo di riverbero, è possibile procedere con un calcolo semplificato, considerando trascurabile il contributo del suono diretto, oppure con un calcolo puntuale che tiene in considerazione la distanza tra sorgente e ricevitore, nella scelta ci può aiutare la distanza critica (figura 3 frecce blu). Impostate le caratteristiche della sorgente, compresa la sua direttività, e il rumore di fondo dell’ambiente (figura 3 frecce verdi), il software è in grado di calcolare il rapporto segnalerumore in bande di ottava da cui deriva l’indice STI (figura 3 freccia gialla).

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Figura 1 – schermata di impostazione dei limiti e/o valori di riferimento

Figura 2 – calcolo del tempo di riverberazione e confronto con i limiti/riferimenti

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Figura 3 – calcolo dell’indice STI e chiarezza La chiarezza invece è calcolata a partire dal tempo di riverberazione e distanza sorgente-ricevitore (figura 3 freccia azzurra).

anche privato adibito a sala conferenza o aula corsi. R w medio di strutture composte da più elementi I CAM, richiamando la norma di classificazione UNI 11367, chiedono che l’isolamento acustico tra ambienti di uso comune collegati mediante porte ad ambienti abitativi, rispetti almeno i valori caratterizzati come “prestazione buona” nell’Appendice B della UNI 11367 (figura 4).

Si può accedere a tutti i passaggi intermedi in bande di ottava cliccando sul pulsante “vedi dettagli”. In fondo il valore di STI e il C50 sono confrontati con i rispettivi valori di riferimento. In questo modo si risponde alla richiesta dei CAM o semplicemente si valuta la qualità acustica interna di un ambiente

Figura 4 – appendice B uni 11367, isolamento tra ambienti abitativi e comuni collegati con porte

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Figura 5 – calcolo del potere fonoisolante medio saggi. Nella schermata in figura 5 si compone la struttura partendo dalla parete principale ed aggiungendo tutti gli elementi che ne fanno parte, che nel caso più semplice si tratta di una sola porta. Calcolato l’Rw medio si salva l’elemento e lo si usa in un calcolo di R’ w.

Per rispondere a questa richiesta è necessario prima calcolare il potere fonoisolante medio della parete con all’interno la porta per poi proseguire con un “classico” calcolo di potere fonoisolante apparente R’ w e trasformare alla fine il descrittore in isolamento acustico normalizzato D ntw inserendo il volume dell’ambiente ricevente.

Infine nella figura 6 si “trasforma” l’R’ w in D nT,w noto il volume dell’ambiente ricevente, rispondendo così alla richiesta dei CAM.

In ECHO il procedimento rispetta questi pas-

Figura 6 - calcolo dell’isolamento acustico normalizzato

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Isolamento acustico normalizzato (D ntw) tra ambienti della medesima unità immobiliari collegati mediante porte ad un corridoio comune. Ulteriore richiesta dei CAM è di verificare l’isolamento tra aule scolastiche e camere d’ospedale. La criticità in questo caso è rappresentata dalla presenza di un corridoio comune al quale i due ambienti, opportunamente separati da una buona parete, accedono tramite porte (figura 7). Il valore di riferimento è riportato nell’appen-

dice A della UNI 11367 alla colonna “prestazione superiore”. Sarà necessario in questo caso aggiungere ai canonici percorsi laterali strutturali, un ulteriore percorso aereo che passa proprio dal corridoio. Nel software ECHO si procede quindi predisponendo un calcolo di R’ w considerando tutte le vie strutturali. Definite tutte le strutture e i nodi che le collegano, sarà possibile aggiungere una o più trasmissioni laterali aeree (figura 8) e soprattutto calcolarne la prestazione.

Figura 7 – ambienti collegati da un corridoio comune

Figura 8 – trasmissioni laterali aeree

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Figura 9 – calcolo dell’isolamento del percorso laterale aereo attraverso il corridoio

La figura 9 mostra il calcolo della prestazione di isolamento di questo percorso laterale aereo aggiuntivo, che dipenderà da: - Area in m2 di porte e pareti (figura 9 frecce rosse) - Rw di pareti e porte (figura 9 frecce gialle) - Area di assorbimento equivalente del corridoio comune in m2 (figura 9 freccia verde) - Disposizione reciproca delle porta (figura 9 freccia azzurra)

Il software ECHO ha per sua natura un approccio didattico coerente anche nei passaggi, con le norme tecniche di riferimento, utile quindi anche per scopi didattici. Infine questo strumento è sottoposto a un processo di miglioramento continuo anche grazie al contributo dei soci che lo utilizzano. ECHO 8.1 è scaricabile dal sito www.ANIT.it anche in versione prova 30 giorni per tutti gli interessati.

L’introduzione di queste funzioni aiuterà il professionista nella progettazione e verifica dell’isolamento acustico degli edifici e della qualità interna degli ambienti confinati.

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* Stefano Benedetti, Esperto ANIT.

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LE DETRAZIONI FISCALI PER L’ACUSTICA EDILIZIA a cura di * Matteo Borghi

Introduzione Nel corso del 2020 il tema delle detrazioni fiscali per interventi su edifici esistenti ha occupato più volte le prime pagine dei giornali. All’inizio dell’anno la Legge di Bilancio 2020 aveva modificato e aggiornato i provvedimenti in vigore, prorogando al 31 dicembre “Ecobonus” e “Bonus casa” e introducendo il nuovo “Bonus facciate”. Alla fine di maggio il Decreto Rilancio, pubblicato a seguito dell’emergenza epidemiologica causata dal virus COVID-19, ha introdotto il “Superbonus 110%”. Ogni “Bonus” prevede una detrazione d’imposta variabile in base al tipo di intervento eseguito e richiede il rispetto di specifiche prescrizioni. Tra le opere prese in considerazione vi sono ristrutturazioni (Bonus Casa), opere per l’adeguamento sismico (Sisma Bonus), lavori per la riqualificazione energetica (Ecobonus), ripristino delle facciate (Bonus facciate). In questo articolo si propongono alcune semplici considerazioni in merito agli incentivi fiscali dedicati all’isolamento acustico delle abitazioni.

La Figura 1 propone uno schema di sintesi dell’evoluzione dei bonus Il recente “Superbonus” proposto nel decreto Rilancio prevede una detrazione fiscale del 110% per varie attività, tra cui gli interventi di isolamento termico dell’involucro che determinino un salto di almeno due classi energetiche. Per approfondire le varie possibilità di incentivi i Soci ANIT possono scaricare specifiche Guide dal sito dell’associazione. Inoltre risultano di estrema utilità le sintesi pubblicate online periodicamente dall’Agenzia delle entrate. I bonus per l’acustica Il tema del miglioramento dell’isolamento ai rumori di un edificio è citato espressamente solo nel “Bonus Casa” che riporta, tra gli interventi incentivabili sulle singole unità abitative, anche quelli “finalizzati al contenimento dell’inquinamento acustico”. L’incentivo riguarda una detrazione d’imposta Irpef per lavori su edifici residenziali esistenti. La detrazione, disciplinata in origine dal DPR 917/86 (Testo unico delle imposte sui redditi), inizialmente risultava pari al 36% delle spese sostenute, fino a un ammontare complessivo delle stesse non superiore a 48.000 euro per unità immobiliare. Tuttavia il Decreto Legge n. 83/2012 ha elevato al 50% la misura della detrazione e a 96.000 euro l’importo massimo di spesa ammessa al beneficio. Questi maggiori benefici sono poi stati prorogati più volte da provvedimenti successivi. Da ultimo, la Legge di Bilancio 2020 ha prorogato al 31 dicembre 2020 la possibilità di usufruire della maggiore detrazione Irpef (50%), confermando il limite massimo di spesa di 96.000 euro per unità immobiliare per le spese sostenute fino a quella

I “Bonus” fiscali Come accennato nell’introduzione i bonus fiscali in estrema sintesi si possono distinguere in: - Bonus casa: interventi di ristrutturazione edilizia, nati inizialmente come detrazione del 36% ed oggi al 50%. - Ecobonus: detrazioni per la riqualificazione energetica degli edifici, nati nel 2007 al 55% e poi passati al 65%-70%-75% - Sismabonus: legati agli interventi di riqualificazione antisismica e validi fino al 2021 - Bonus Facciate: detrazione del 90% delle spese sostenute nel 2020 per interventi sulle facciate di edifici nelle zone A e B

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Figura 1: Evoluzione dei Bonus fiscali (Fonte Guida ANIT Detrazioni – Febbraio 2020) data. Salvo ulteriori proroghe dal 1° gennaio 2021 la detrazione tornerà alla misura ordinaria del 36% e con il limite di 48.000 euro per unità immobiliare. La detrazione deve essere ripartita in 10 quote annuali di pari importo. Come accennato tra i lavori sulle unità immobiliari residenziali sono compresi quelli finalizzati al contenimento dell’inquinamento acustico. Nella Guida predisposta dall’Agenzia delle Entrate, almeno fino alla versione 2019 attualmente disponibile online, è specificato che tali lavori sono detraibili “purché sia certificato il raggiungimento degli standard di legge”.

Non possono invece essere detratte le spese di trasloco e custodia dei mobili. L’incentivo può essere utilizzato dai proprietari degli immobili, dai parenti che sostengono le spese e dai titolari di diritti di godimento sugli immobili oggetto degli interventi. Se la proprietà dell’immobile passa ad altra persona, a seguito di vendita o eredità, il diritto passa a chi acquista, a meno di indicazioni specifiche. Quali interventi possono richiedere il bonus 50% Tra gli interventi che possono richiedere l’incentivo si possono considerare le opere per la riduzione del rumore degli impianti o del rumore da calpestio, e gli interventi per l’incremento dell’isolamento acustico di facciata o dell’isolamento ai rumori aerei tra differenti unità immobiliari. Rientrano quindi ad esempio: la sostituzione dei serramenti, la posa di sistemi anticalpestio, la realizzazione di contropareti e controsoffitti a secco per l’incremento dell’isolamento ai rumori, la sostituzione degli impianti con altri meno rumorosi. È necessario ribadire che tutte le opere appena citate possono essere considerate valide solo se la loro realizzazione consentirà di rispettare le prescrizioni in vigore (DPCM 5-12-1997). Prima di iniziare la ristrutturazione è quindi più che

Quest’ultima considerazione comporta una serie di conseguenze. Gli interventi realizzati dovranno determinare il rispetto delle prescrizioni definite nel ben noto DPCM 5-12-1997 ed in eventuali regolamenti locali (leggi regionali o regolamenti edilizi dei comuni). Inoltre, ad avviso di chi scrive, al termine dell’opera chi esegue i lavori dovrà necessariamente effettuare delle misurazioni fonometriche per certificare il raggiungimento degli obiettivi prefissati. È bene evidenziare che il Bonus Casa permette di detrarre le spese di esecuzione dei lavori e le spese di progettazione e prestazioni professionali connesse, comprese le relazioni di conformità a fine lavori.

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Conclusioni Come si è visto attualmente gli incentivi fiscali prendono in considerazione in modo molto marginale il tema dell’isolamento acustico, in quanto l’attenzione del legislatore si è rivolta principalmente agli interventi di efficientamento energetico. Cosa più che ragionevole, visto che questo settore determina due conseguenze di grande interesse a livello nazionale: la sensibile riduzione dei consumi e delle emissioni in atmosfera. È però più che auspicabile iniziare a ipotizzare detrazioni ad hoc anche per limitare il disturbo da rumore nelle abitazioni. Soprattutto se si considera che, in questi mesi di confinamento forzato, gran parte della popolazione ha sperimentato in prima persona il bisogno di dover disporre, anche in casa propria, di spazi acusticamente confortevoli. Con l’incremento esponenziale di smart-working e corsi on-line, è diventata ancor più necessaria la presenza di ambienti abitativi ad elevato isolamento acustico. In grado di garantire una adeguata privacy nei confronti dei vicini di casa e anche, verso le persone care che abitano nella medesima unità immobiliare.

opportuno far eseguire una valutazione da un esperto di acustica edilizia, per stimare se l’intervento permetterà di raggiungere o meno l’obiettivo prefissato nel contesto costruttivo in esame. È comunque opportuno ricordare che, a prescindere dalla presenza di incentivi, in svariati casi di ristrutturazione edilizia è comunque obbligatorio rispettare le prescrizioni in vigore. Un elenco di possibili soluzioni per migliorare le prestazioni acustiche degli edifici sono citate nella Guida ANIT Acustica e ristrutturazioni. Acustica edilizia ed altri incentivi fiscali Anche se il tema dell’isolamento ai rumori è citato espressamente solo nel “Bonus Casa”, non va trascurato che alcuni interventi di efficientamento energetico possono comportare anche un beneficio acustico. Pertanto, in un certo senso, possono essere utilizzate anche altre tipologie di incentivi per migliorare il comfort nella propria abitazione. Se si considera che le opere di isolamento termico riguardano l’involucro esterno e gli impianti, questi interventi potranno influire sull’isolamento acustico delle facciate e sul rumore degli impianti. Si considerino ad esempio la sostituzione di serramenti, l’isolamento delle pareti esterne e la sostituzione degli impianti di riscaldamento, citati in “Ecobonus” e “Superbonus 110%”.

* Matteo Borghi, esperto ANIT.

Figura 2: Guida ANIT Acustica e ristrutturazioni

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IL RUOLO DEI PROFESSIONISTI NEL SUPERBONUS 110% ENERGETICO di * Daniela Petrone

Premessa Il Superbonus 110% sta suscitando molto interesse da parte di tutti gli attori coinvolti, dal cittadino al professionista, dalle aziende produttrici alle imprese edili, sono tante e grandi le aspettative per il rilancio dell’economia dopo la pausa forzata dettata dall’emergenza covid-19. Che l’edilizia sia il settore più importante dal punto di vista economico in Italia è risaputo, se poi, gli interventi di ristrutturazione e riqualificazione costituiscono un passo in più verso il raggiungimento degli obiettivi energetici e ambientali che l’Italia si è data impegnandosi con l’Europa allora il superbonus può essere davvero una grande opportunità. Ci sono però ancora diversi nodi da sciogliere di carattere tecnico e finanziario per fare in modo che il superbonus trovi la più ampia applicazione auspicata.

• delle modalità di trasmissione dell’asseverazione rilasciata dal professionista attestante il rispetto dei requisiti e la congruità delle spese sostenute in relazione agli interventi agevolati. Tali modalità attuative saranno definite con decreto del Ministro dello sviluppo economico da emanare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto. Dal quadro legislativo sopra riportato è evidente che il tema è ancora tutto in fase di definizione, finchè non viene pubblicato la legge di conversione si può prendere atto solo di quegli che sono gli intenti e gli obiettivi a cui mira lo Stato a fronte di una pubblicità di lavori a costo zero. Gli intenti chiari sono almeno due: • promuovere le riqualificazioni profonde energetiche volte a migliorare il patrimonio edilizio esistente in linea con gli obiettivi dell’ultima direttiva europea sulla prestazione energetica degli edifici la 844/2018/UE. Infatti i veri destinatari di questa manovra sono i condomini che intendono migliorare significativamente le prestazioni energetiche dell’intero immobile; • “responsabilizzare” il professionista, o meglio caricarlo di responsabilità dal momento che è il primo attore coinvolto, asseverando praticamente il rispetto dei requisiti, la congruità della voce di spesa, il salto di due classi e chi ne ha più ne metta…

Il Decreto Legge “Rilancio” n. 34/2020 Ad oggi, è stato pubblicato un Decreto Legge, il DL 34/2020, di definizione degli interventi ammessi alla super detrazione, che quindi, per avere la sua applicazione, deve innanzitutto essere convertito entro 60 giorni in Legge e può subire delle modifiche. Inoltre il DL.34 demanda ad ulteriori decreti, (a cui i ministeri, l’agenzia delle Entrate ed Enea stanno già lavorando) la definizione: • dei requisiti prestazionali da garantire per l’ottenimento del bonus e massimali di spesa per gli interventi; • delle modalità attuative della cessione del credito da adottare, emanate entro 30 gg dalla pubblicazione del Decreto stesso, ossia il 19 giugno, dall’Agenzia delle Entrate;

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Nulla da eccepire sul primo punto, anche se occorrerebbe placare gli entusiasmi suscitati dallo slogan “lo Stato paga i lavori di casa per tutti” e fare un po’ di ragionamenti sensati non da guastafeste.

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Sul secondo punto è fondamentale un’analisi più approfondita ricercando nel testo del decreto e non solo le responsabilità del “tecnico abilitato”. Inoltre proprio nella lettura congiunta dei due punti si può subito rintracciare la prima importante responsabilità del professionista. Infatti, intervenire sui condomini vuol dire attuare interventi importanti o che incideranno sugli involucri, sui prospetti esterni, su sagome e volumetrie, quindi sulle parti rilevanti degli edifici in termini urbanistici (tralasciano le strutture e tutto ciò che riguarda il sismabonus). Nel momento in cui un tecnico vuole attuare le procedure per questi interventi, dovrà presentare un titolo abilitativo appropriato, che, indipendentemente dal livello e grado, dalle pratiche per la ristrutturazione edilizia fino a quelle di manutenzione straordinaria e ordinaria, richiede una verifica di conformità iniziale. Ed ecco che con molta probabilità, salteranno fuori problemi di difformità, di illeciti e di abusi edilizi difficili da sanare o regolarizzare. Tali irregolarità potrebbero trovare giustificazione ricorrendo alle due parole di aiuto “Ante 67”, ma quanti sono gli immobili che dal 67 ad oggi non hanno mai subito un minimo di lavori per cui non è mai stato presentata una pratica? Inoltre la presenza di vincoli può costituire un altro grosso ostacolo in cui il povero tecnico deve districarsi si pensi agli immobili di pregio storico architettonico, e sopratutto per quelli situati nei centri storici. Per questo tipo di immobili diventa fondamentale effettuare indagini e verifiche di fattibilità, per togliere subito il dubbio e non alimentare false aspettative. Quindi prima ancora di una diagnosi energetica e di uno studio di fattibilità tecnico-economica degli interventi finalizzati al superbonus converrebbe che i condomini diano incarico al professionista di verificare gli aspetti e la regolarità urbanistica dell’immobile. Ed ecco qui la prima responsabilità del progettista che si troverà pressato dal condominio che, se non correttamente informato, vorrà a tutti i costi usufruire dei lavori di ristrutturazione “gratis”…e allora ci sarà il professionista più coscienzioso che indagherà, spiegherà e in certe situazioni negherà l’accesso all’incentivo e di contro il collega che potrà decidere di fare il minimo indispensabile e guardare solo “il suo” (ambito energetico) con tanto di paraocchi verso tutto il resto. Una cosa è certa entrambi assevereranno! Agli aspetti urbanistici si sommano poi gli aspetti tecnici di dettaglio del DL Rilancio, partiamo dagli interventi ammessi:

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a) Coibentazione e isolamento termico dell’involucro: interventi di isolamento termico delle superfici opache verticali e orizzontali che interessano l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25 per cento della superficie disperdente lorda dell’edificio medesimo. La detrazione di cui alla presente lettera è calcolata su un ammontare complessivo delle spese non superiore a euro 60.000 moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio. I materiali isolanti utilizzati devono rispettare i criteri ambientali minimi di cui al decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare 11 ottobre 2017, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 6 novembre 2017. b) Sostituzione impianti climatizzazione (termici) esistenti con impianti centralizzati: interventi sulle parti comuni degli edifici per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti centralizzati per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria a condensazione, con efficienza almeno pari alla classe A di prodotto prevista dal regolamento delegato (UE) n. 811/2013 della Commissione del 18 febbraio 2013, a pompa di calore, ivi inclusi gli impianti ibridi o geotermici, anche abbinati all’installazione di impianti fotovoltaici di cui al comma 5 e relativi sistemi di accumulo di cui al comma 6, ovvero con impianti di microcogenerazione. La detrazione di cui alla presente lettera è calcolata su un ammontare complessivo delle spese non superiore a euro 30.000 moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio ed è riconosciuta anche per le spese relative allo smaltimento e alla bonifica dell’impianto sostituito; c) Sostituzione impianti climatizzazione (termici) con sistemi efficienti negli edifici unifamiliari: interventi sugli edifici unifamiliari per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria a pompa di calore, ivi inclusi gli impianti ibridi o geotermici, anche abbinati all’installazione di impianti fotovoltaici di cui al comma 5 e relativi sistemi di accumulo di cui al comma 6, ovvero con impianti di microcogenerazione. La detrazione di cui alla presente lettera è calcolata su un ammontare complessivo delle spese non superiore a euro 30.000

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una polizza di assicurazione della responsabilita’ civile, con massimale adeguato al numero delle attestazioni o asseverazioni rilasciate e agli importi degli interventi oggetto delle predette attestazioni o asseverazioni e, comunque, non inferiore a 500 mila euro, al fine di garantire ai propri clienti e al bilancio dello Stato il risarcimento dei danni eventualmente provocati dall’attivita’ prestata. La non veridicita’ delle attestazioni o asseverazioni comporta la decadenza dal beneficio.

ed è riconosciuta anche per le spese relative allo smaltimento e alla bonifica dell’impianto sostituito. Sono ammessi al beneficio del super-Ecobonus anche gli altri interventi di efficientamento energetico ex art. 14 D.L. 63/2013 se compiuti contestualmente ai precedenti interventi (Es. sostituzione infissi o installazione di schermature solari). Nell’ambito di questi interventi quali sono i compiti del professionista? Eccoli evidenziati nei commi degli art. 119 e 121 del DL. 34/2020:

Dunque, spetta al professionista documentare e asseverare il doppio salto di classe dell’intero immobile tramite l’APE pre e post intervento. Ma l’APE è un documento che va redatto per singola unità immobiliare non per l’intero edificio. Inoltre se esistono già gli APE delle unità immobiliari dell’edificio redatti da un altro tecnico in precedenza, cosa fa il professionista? Rifà i calcoli e attesta i suoi risultati e se fossero parecchio diversi dai precedenti? E come si giustificherebbe questo ulteriore costo per il condominio a fronte di uno già sostenuto in precedenza? Ah già tanto anche queste spese sono “gratis” perché incluse nel superbonus… Il professionista dovrà asseverare anche la rispondenza dei materiali isolanti ai CAM ma se si vogliono utilizzare materiali isolanti che non rientrano tra quelli previsti nel capitolo 2.4.2.9 possono essere comunque utilizzati, non avendo requisiti da rispettare in questo specifico capitolo dei CAM? La risposta logica sensata sarebbe sì ma è importante che venga scritto o chiarito, troppi dubbi tecnici non agevolano il lavoro del professionista. Sulla congruità dei prezzi gira voce che il riferimento sarà costituito dai prezzari nazionali e regionali, ma spesso proprio in questi prezzari mancano le voci specifiche per i lavori di isolamento termico quindi il professionista come dovrà muoversi? Con il metodo dell’analisi dei prezzi proprio come nei lavori pubblici? Inoltre proprio questa attività lo erge al ruolo di controllore dell’equità del prezzo, ma se la specifica voce fosse assente dal prezzario e il prezzo alto lo fanno le aziende facendo cartello? In sostanza, siamo disposti ad assumerci tutte le responsabilità previste dalla nostra amata professione ( mi ci metto anche io dal momento che lavoro come libero professionista) e lo facciamo ancora con passione ma che ci mettano nella situazione di poter operare correttamente, con serenità e senza tanti dubbi interpretativi! * Daniela Petrone, Vice Presidente ANIT.

3. Ai fini dell’accesso alla detrazione, gli interventi di cui ai commi 1 e 2 rispettano i requisiti minimi previsti dai decreti di cui al comma 3-ter dell’articolo 14 del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2013, n. 90, e, nel loro complesso, devono assicurare, anche congiuntamente agli interventi di cui ai commi 5 e 6, il miglioramento di almeno due classi energetiche dell’edificio, ovvero, se non possibile, il conseguimento della classe energetica piu’ alta, da dimostrare mediante l’attestato di prestazione energetica (A.P.E), di cui all’articolo 6 del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, ante e post intervento, rilasciato da tecnico abilitato nella forma della dichiarazione asseverata. 13. Ai fini dell’opzione per la cessione o per lo sconto di cui all’articolo 121: a) per gli interventi di cui ai commi 1, 2 e 3 del presente articolo, i tecnici abilitati asseverano il rispetto dei requisiti previsti dai decreti di cui al comma 3-ter dell’articolo 14 del decreto-legge n. 63 del 2013 e la corrispondente congruita’ delle spese sostenute in relazione agli interventi agevolati. Una copia dell’asseverazione viene trasmessa esclusivamente per via telematica all’ Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA). Con decreto del Ministro dello sviluppo economico da emanare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono stabilite le modalita’ di trasmissione della suddetta asseverazione e le relative modalita’ attuative; 14. Ferma l’applicazione delle sanzioni penali ove il fatto costituisca reato, ai soggetti che rilasciano attestazioni e asseverazioni infedeli si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 2.000 a euro 15.000 per ciascuna attestazione o asseverazione infedele resa. I soggetti stipulano

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SCHERMATURE SOLARI, REQUISITI MINIMI ED ECO BONUS di * Alessandro Panzeri

Premessa Il tema del comportamento delle parti vetrate con abbinate schermature mobili ha assunto un’importanza rilevante dopo il 2015 con l’introduzione dei requisiti minimi e i parametri di EPC,nd e Asol,est e con la possibilità di accedere a forme incentivanti legate alle schermature solari. Le caratteristiche dei componenti vetrati e dei sistemi oscuranti sono parametrizzabili grazie alle normative dedicate ai prodotti. Queste caratteristiche vengono poi inserite ed elaborate nei modelli di calcolo di fabbisogno (UNI TS 11300 e UNI EN 52016). Non sempre norme sui componenti, norme sul fabbisogno e leggi parlano lo stesso linguaggio. L’articolo riprende i principali contenuti delle norme per poter rendere più chiaro cosa si intende e quando e si conclude raccogliendo i principali dubbi con risposte emersi durante il seminario in streaming realizzato da ANIT il 27 aprile 2020 a cui hanno partecipato più di 800 professionisti. Il punto di partenza sono le definizioni dei parametri e il loro significato nelle diverse normative. Nelle definizioni dei parametri sono indicati i pedici che aiutano nella comprensione del significato del parametro ma che sono sempre da contestualizzare.

UNI EN 410 La norma che tratta dei componenti vetrati e delle caratteristiche luminose e solari è la UNI EN 410 (determinazione delle caratteristiche luminose e solari delle vetrate). Per la parte energetica sono indicati due parametri - g: trasmittanza di energia solare totale (grandezza) valutata per incidenza normale - SC: coefficiente di ombreggiamento (indica come si comporta la vetrata oggetto di studio in riferimento al vetro singolo di 3-4 mm SC=g/0,87) UNI EN ISO 52022-1 La norma tratta del metodo di calcolo semplificato delle caratteristiche luminose e solari per dispositivi di protezione solare in combinazione con vetrate in sostituzione della UNI EN 13363-1. Non appaiono tra le due norme differenze significative. L’ipotesi di fondo della valutazione semplificata è che la protezione solare sia parallela alla vetrata e l’incidenza della radiazione sia normale alla vetrata. Nella norma sono presenti i seguenti parametri - g: trasmittanza di energia solare totale (grandezza) della parte vetrata

Trasmittanza di energia solare totale della parte vetrata

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Trasmittanza di energia solare totale della parte vetrata in combinazione con la schermatura UNI TS 11300-1 Le norme UNI TS 11300 sono necessarie alle valutazioni per il rispetto dei requisiti minimi e in particolare per il calcolo dei seguenti requisiti: EPH,nd EPC,nd, EPgl,tot, Asol,est, ggl+sh

- gtot: trasmittanza di energia solare totale (grandezza) della parte vetrata in combinazione con la protezione solare UNI EN 14501 La norma è dedicata ai produttori di tende e chiusure oscuranti e descrive le caratteristiche prestazionali per il benessere termico e visivo. La norma si applica all’intera gamma di chiusure oscuranti, tendoni e tende definite nella EN 12216 definiti come “dispositivi di protezione solare”. I prodotti valutati con questa norma sono paralleli alle vetrature. I parametri presenti sono - g: della sola vetratura (trasmittanza di energia solare totale) - gtot: fattore della combinazione di vetratura e di dispositivo di protezione solare - FC: fattore di schermatura FC=gtot/g Per poter esprimere il valore di gtot i produttori di sistemi schermanti devono riferirsi a vetrate standard riportate nella norma. In assenza di indicazioni specifiche la vetrata standard di riferimento è un doppio vetro con rivestimento basso emissivo indicato in tabella.

Nella norma sono definite le seguenti grandezze e pedici - g: trasmittanza di energia solare totale (grandezza) - F: fattore di riduzione del flusso solare (grandezza) - gl: vetro (pedice) - n: incidenza normale (pedice) - ob: ostacoli esterni (pedice) - sh: ombreggiatura, schermatura (pedice) - shut: chiusura oscurante (pedice) - with: presenza di schermatura (pedice) Unendo grandezze e pedici si trovano impiegati i seguenti parametri: - ggl,n: trasmittanza di energia solare della parte trasparente del componente per incidenza normale - ggl: trasmittanza di energia solare della parte trasparente del componente - ggl+sh: trasmittanza di energia solare della parte

Tabella UNI EN 14501 – Allegato A – vetrate di riferimento per valutazione gtot

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trasparente del componente quando la schermatura è utilizzata - fsh,with: frazione di tempo in cui la schermatura solare è utilizzata, - Fsh,gl: fattore di riduzione degli apporti solari relativo alle schermature mobili - Fsh,ob: fattore di riduzione per ombreggiatura relativo a ostruzioni esterne, aggetti orizzontali e verticali (fissi) - Uw+shut: trasmittanza termica del componente trasparente e della chiusura oscurante insieme

parallele alla parte vetrata e mobili, come schermature mobili esterne ed è possibile impiegare il metodo semplificato della UNI EN ISO 52022-1 (che sostituisce UNI EN 13363-1) per valutare il gtot che corrisponde al ggl+sh (in relazione alle definizioni descritte.) 2. Schede dei produttori di vetri, quale parametro indicano? Il parametro indicato nelle schede dei produttori di vetri/serramenti in accordo alla UNI EN 410 è “g”; il parametro corrisponde al “ggl,n“ della norma UNI TS 11300-1. Il riferimento per le valutazioni energetiche sul territorio nazionale è la UNI EN 410 richiamata nell’elenco delle norme presente nella UNI TS 113001. Nel caso siano presenti anche informazioni in accordo con altra norma internazionale ISO 9050, si privilegia l’uso delle informazioni della UNI EN 410.

Nelle valutazioni di progetto A1 e standard A2 si prende in considerazione solo l’effetto delle schermature mobili applicate in modo solidale all’involucro edilizio e non liberamente smontabili e montabili dall’utente.

3. FAQ. 2.36 del MISE – è necessario valutare il ggl+sh per sostituzioni di serramenti con oscuranti? La FAQ chiarisce che non è necessario produrre la relazione tecnica nei casi di riqualificazione energetica per sola sostituzione di serramenti. In questi casi, se presenti delle chiusure oscuranti, la relazione può non essere prodotta poiché è scontato che la chiusura oscurante usata in funzione di schermatura solare porti a un valore di ggl+sh inferiore a 0,35 (limite di legge).

Dubbi, domande e risposte Sulla base dell’inquadramento normativo proposto, si riportano i principali dubbi emersi durante il seminario del 27 aprile e le possibili risposte. 1. Tapparelle e scuri sono solo chiusure oscuranti? Tapparelle e scuri sono inquadrabili per le UNI TS 11300-1 come chiusure oscuranti. Per la valutazione standard A1 e A2 sono anche inquadrabili, poiché rientrano nelle caratteristiche di essere schermature solari,

UNI TS 11300-1: valutazione dell’energia solare entrante mensile attraverso una superficie trasparente

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Valutazione del gtot o g gl+sh con software APOLLO distribuito ai soci ANIT

4. Riflessioni sulla definizione di “liberamente smontabili dall’utente” Nel caso di impiego della UNI TS 11300-1 e per le sole valutazioni di progetto A1 e standard A2 “si prende in considerazione solo l’effetto delle schermature mobili applicate in modo solidale all’involucro edilizio e non liberamente smontabili e montabili dall’utente.” Questa indicazione non è di carattere oggettivo e quindi è di difficile interpretazione.

7. Se aumento il fattore oscurante delle schermature peggiora la performance invernale (per APE o Legge 10)? La modellazione è valida per l’inverno e l’estate? I fattori di ombreggiamento sono conteggiati in inverno e in estate. La scelta di introdurre schermature mobili molto efficaci comporta una riduzione dell’energia solare entrante nella zona termica in estate ma anche durante il periodo di riscaldamento con quindi una maggiore necessità di impiegare energia per riscaldare l’ambiente e un conseguente peggioramento della performance invernale.

5. Se ho un frangisole esterno parallelo alla vetrata (e collegato al telaio) non posso valutarlo come schermatura mobile? Se il frangisole è fisso, non può essere considerato come “schermatura mobile” poiché definendolo “mobile” si attribuisce all’utente la possibilità di avere la parte vetrata con il suo valore di ggl o con il suo valore di ggl+sh. Il beneficio della presenza di un frangisole fisso è comunque valutabile in quanto è a tutti gli effetti come un’ostruzione esterna fissa. Può essere valutato in modo mensile o in modo orario a seconda dei metodi di calcolo.

8. È valutata, ai fini della schermatura fissa, la posizione del serramento all’interno del vano architettonico (serramento filo interno o esterno)? L’obiettivo dei calcoli è valutare l’energia solare entrante. Il modo più coerente di affrontare quindi l’analisi del serramento è di studiare correttamente la superficie esterna del serramento investita dall’irraggiamento solare (filo esterno). Ciò comporta allineare anche le informazioni del fattore telaio e della parte disperdente dei ponti termici.

6. Dove sono indicati i dati per l’utilizzo standardizzato delle schermature, ossia il valore ponderato in funzione del tempo in cui sono applicate le schermature? La norma UNI TS 11300-1 ha delle tabelle dedicate alla valutazione dell’uso standardizzato delle schermature mobili in relazione all’esposizione e mese. La norma UNI EN ISO 52016 prevede un valore di irraggiamento delle superficie trasparente di soglia per applicare o meno la schermatura mobile.

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9. Se non ci sono schermature mobili nel progetto, l’edificio di riferimento ha sempre g gl+sh = 0.35? L’edificio di riferimento ha il valore di g gl+sh = 0.35. Ciò comporta che, in assenza di vetrate molto selettive, sia improbabile che si riesca a rispettare la legge senza progettare schermature mobili per le vetrate dell’edificio di progetto.

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10. Quali valori di riflettanza e trasmittanza per tapparelle e persiane? Nella presentazione sono indicati alcuni dati di riferimento presenti nella normativa UNI EN 52022-1.

Il valore di Htr,adj è valutato sulla base di HD che si valuta sulla base della trasmittanza dei componenti opachi e trasparenti. La sezione dedicata alla valutazione del componente trasparente delle UNI TS 11300-1 indica che l’effetto delle chiusure oscuranti “deve essere tenuto in conto” e non vengono date ulteriori indicazioni in relazione alle varie tipologie di metodo di valutazione A1, A2 o A3. Nelle FAQ 1, 2 e 3 non sono presenti indicazioni in merito. Appare quindi ragionevole applicare le chiusure oscuranti dei serramenti per la valutazione del H’T di progetto.

11. La resistenza termica aggiuntiva di uno scuro/ elemento oscurante che riduce la trasmittanza di una finestra può essere considerata ai fini della verifica dell’H’T? La verifica del valore di H’T è definita all’interno del DM requisiti minimi. Dall’Appendice A del DM:

Le successive domande riguardano l’Eco Bonus. Si premette che le risposte alle domande sull’Eco Bonus richiedono un approfondimento successivo a cura del lettore per mezzo della GUIDA ANIT Detrazioni, dei Vademecum ENEA e della Guida dell’Agenzia delle Entrate;

Il vademecum ENEA specifica tra i requisiti l’orientamento delle schermature: da EST a OVEST passando per SUD; sono pertanto esclusi gli orientamenti NORD, NORD-EST e NORD-OVEST. È una limitazione corretta visto che l’Eco Bonus prevede una riduzione di fabbisogno. Diverso è il caso di tapparelle e avvolgibili che sono considerate “chiusure oscuranti” ai fini della riduzione delle perdite per trasmissione e per le quali è ammesso ogni orientamento.

12. Se installo una schermatura solare in contemporanea alla sostituzione dei serramenti posso mettere in detrazione la schermatura qualora scelga di usufruire del Bonus Casa, invece dell’Eco Bonus? L’installazione di sole schermature solare è un intervento che può essere inquadrato nell’Eco Bonus. Tra gli interventi che possono accedere al Bonus Casa sono previsti quelli relativi a “opere di risparmio energetico”. Se la schermatura solare genera del risparmio energetico (si dovrà impiegare meno l’impianto di raffrescamento se presente) è sensato accedere al Bonus Casa per questa casistica.

14. Le zanzariere, se dotate di certificato CE e con gt dichiarato, vengono considerate schermature solari in quanto normate dalla EN 13561? La norma UNI EN 13561 tratta delle “tende e tendoni esterne” e dei requisiti prestazionali compresa la sicurezza. La parte dedicata al gtot è molto breve e rimanda alla UNI EN 14501 e alla UNI EN 133611. È presente anche una parte dedicata alla valutazione della correzione della trasmittanza del serramento per effetto di “chiusura oscurante” della tenda da valutare in accordo con UNI EN ISO 10077-1. La norma individua le caratteristiche di marcatura CE ed esempi di DoP. La zanzariera è citata tra gli elementi della norma. Se la zanzariera ha delle ca-

13. È possibile che ENEA permetta di ottenere detrazioni per le schermature poste nelle pareti nord?

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ratteristiche di assorbimento solare e di trasmissione solare che possono essere tali da rispettare il limite di accesso alle detrazioni e non sono liberamente smontabili dall’utente (per esempio le zanzariere solidali al serramento) si configurano come schermature mobili (poiché rimovibili dall’utente) ed è possibile valutarle per mezzo delle norme citate.

18. L’installazione di alberi/ piante o altri sistemi di schermatura naturale può essere incentivata? Pur avendo un’efficacia indiscussa, le piante e gli alberi non appaiono perfettamente coerenti con le definizioni e i riferimenti citati e quindi non sono incentivabili.

15. Nel caso di riqualificazione energetica l’ENEA ammette le tapparelle come “sistemi oscuranti”? L’Eco Bonus è previsto per le schermature solari e per le chiusure oscuranti. Le tapparelle sono sicuramenti inquadrabili come “chiusure oscuranti” e quindi, in caso di installazione, ricadono nell’Eco Bonus. Per approfondimenti fare riferimento al Vademecum ENEA.

Conclusioni Il tema delle parti vetrate e delle schermature solari, mobili o fisse, è centrale per il governo dei carichi termici estivi. Negli ultimi anni grazie alla combinazione di tre fattori - requisiti di legge, disponibilità di modelli di calcolo normati e potenziamento dei motori di calcolo dei calcolatori – è diventato possibile realizzare calcoli in regime dinamico orario che affrontano l’ombreggiamento ora per ora delle parti vetrate in modo molto rappresentativo. Questa possibilità apre scenari di progetto molto ampi per il controllo del comfort degli ambienti interni e anche del dimensionamento degli impianti. Da tempo l’associazione approfondisce i temi normativi con uno sguardo incentrato al rispetto della legislazione e della regola dell’arte che sono però solo strumenti per raggiungere l’obiettivo di case confortevoli. Lo spirito dell’articolo è proprio di progettare bene gli edifici conoscendo in dettaglio i limiti legislativi e normativi. Tra le ultime iniziative realizzate, vi sono lo sviluppo del software ICARO che implementa il motore di calcolo delle UNI EN ISO 52016, calcolo dinamico orario, e che realizza per singolo serramento la valutazione dell’ombreggiamento orario delle schermature fisse unitamente a quello delle schermature mobili in utilizzo.

16. La classica “tenda da sole posta non parallela alla vetrata” rientra nell’Eco Bonus? La tenda da sole ricade nell’Eco Bonus come sistema schermante. La valutazione del gtot e del risparmio energetico conseguibile non può essere realizzata con la norma UNI EN 52022-1 (che sostituisce la UNI EN 133363-1) poiché il metodo di calcolo tratta solo schermature parallele o parallele e con lamelle orientabili. Nell’Appendice D della norma UNI 14500 sono presenti indicazioni per valutare tende non parallele alla vetrata. L’applicativo ENEA indicato nel sito è predisposto per la valutazione di tende non parallele alla vetrata. Attualmente il software APOLLO non ospita il modello di calcolo per le tende inclinate. 17. Il valore di gtot rilasciato dal produttore è utilizzabile per l’Eco Bonus e nel portale ENEA o va calcolato con APOLLO? In accordo con le richieste presenti sul portale ENEA il valore di gtot della schermatura in combinazione con la parte vetrata può essere valutato: - In relazione alla dichiarazione del fornitore - Calcolato con applicativo ENEA (che appare in accordo con UNI EN 13336-1 e UNI EN 14500) - “Calcolato” secondo UNI EN 14500 Se la schermatura è parallela alla vetrata e sono stimabili i valori di assorbimento solare e di trasmissione solare, può essere utilizzato il software APOLLO con vetrate standard indicate dalla UNI EN 14501. In assenza di dati della vetrata, il produttore della schermatura deve indicare il gtot per mezzo della norma UNI EN 14501.

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Grafici di progettazione delle schermature con software ICARO: calcolo dinamico orario distribuito agli associati ANIT e sviluppato in accordo con UNI EN ISO 52016 * Alessandro Panzeri, Esperto ANIT.

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A N I T

Strumenti ANIT di supporto alla professione.

SOFTWARE ANIT PER I SOCI

I software ANIT permettono di calcolare tutti i parametri energetici, igrotermici e acustici degli edifici. I software sono utilizzabili in base alla tipologia di associazione (Socio Individuale o Socio Individuale Più) per 12 mesi e su 3 computer. I software sono sviluppati per ambiente Windows (da Windows 7 in poi).

Software ANIT

Sviluppato da TEP s.r.l.

PAN 7.1

Analisi termica, igrometrica e dinamica dell’involucro opaco. L’uso del presente software e dei relativi risultati sono di esclusiva competenza e responsabilità dell’utente. Tutti i diritti riservati. Qualsiasi riproduzione non autorizzata è vietata.

Maggiori informazioni e contatti: www.anit.it - software@anit.it

Software ECHO 8.1

Software PAN 7.1

- Requisiti acustici passivi edifici (UNI EN ISO 12354) - Classificazione acustica unità immobiliari (UNI 11367) - Caratteristiche acustiche interne (UNI 11532) Verifica DPCM 5-12-97 e Decreto CAM. Calcoli per indici di valutazione.

- Calcolo dei parametri estivi ed invernali delle strutture opache - Trasmittanza EN ISO 6946; - Attenuazione e sfasamento la UNI EN ISO 13786; - Verifica termo-igrometrica secondo UNI EN ISO 13788;

Software ANIT

Sviluppato da TEP s.r.l.

LETO 4.1

Analisi del fabbisogno energetico degli edifici secondo UNI/TS 11300 parte 1, 2, 3, 4, 5 e 6 L’uso del presente software e dei relativi risultati sono di esclusiva competenza e responsabilità dell’utente. Tutti i diritti riservati. Qualsiasi riproduzione non autorizzata è vietata.

Maggiori informazioni e contatti: www.anit.it - software@anit.it

Software IRIS 5.0

Software LETO 4.1

Sofware per il calcolo del fabbisogno energetico degli edifici secondo UNI/TS 11300 (aggiornato al DM 26/6/15) La versione di Leto è stata protocollata al CTI e quindi impiegabile ai fini della certificazione energetica e della compilazione delle Legge 10/91.

- Calcolo dei Ponti Termici agli elementi finiti - Calcolo del rischio di condensa e muffa

+

Software ANIT

Sviluppato da TEP s.r.l.

Software ANIT

APOLLO 1.0

Sviluppato da TEP s.r.l.

ICARO 1.0

Analisi dell’involucro trasparente e controllo delle schermature.

Socio PIÙ

Simulazione dinamica oraria degli edifici secondo UNI EN ISO 52016-1:2018

L’uso del presente software e dei relativi risultati sono di esclusiva competenza e responsabilità dell’utente. Tutti i diritti riservati. Qualsiasi riproduzione non autorizzata è vietata.

L’uso del presente software e dei relativi risultati sono di esclusiva competenza e responsabilità dell’utente. Tutti i diritti riservati. Qualsiasi riproduzione non autorizzata è vietata.

Maggiori informazioni e contatti: www.anit.it - software@anit.it

Maggiori informazioni e contatti: www.anit.it - software@anit.it

Software APOLLO 1.0

Software ICARO 1.0

- Calcolo del valore di trasmittanza termica del serramento Uw in accordo con norma di calcolo UNI EN 10077-1 - Calcolo del valore di coefficiente di trasmissione solare totale ggl+sh secondo UNI EN 133363-1

Simulazione dinamica oraria degli edifici secondo UNI EN ISO 52016-1:2018. ICARO è il software della suite ANIT per la simulazione dinamica oraria degli edifici in accordo con UNI EN ISO 520161:2018. I dati climatici utilizzati per la simulazione sono presi in accordo con UNI 10349:2016 oppure possono essere caricati dall’utente in formato .xls.

Scarica le versioni DEMO 30 GIORNI da www.anit.it - Per ricevere i software diventa SOCIO ANIT. neo-Eubios 72

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A N I T

Strumenti ANIT di supporto alla professione.

Volume 2 - Guida alla nuova Legge 10

Volume 1 - I materiali isolanti ANIT

- I meccanismi di trasmissione del calore - Gli isolanti - La reazione al fuoco 27 schede di materiali isolanti con le relative caratteristiche principali.

I materiali isolanti

Guida all’approccio prestazionale per la scelta dei materiali

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Volume 1 I materiali isolanti

270 pp., Ed. TEP srl, 2015 ISBN: 978-88-905300-9-8 25 euro (IVA incl.) 20 euro (per i soci ANIT)

Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico

Volume 3 - Manuale di acustica edilizia Guida completa all’analisi dei requisiti acustici passivi

Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico

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Volume 6 - La classificazione acustica delle unità immobiliari

Volume 5 Prestazioni estive degli edifici

Volume 6 Classificazione acustica delle unità immobiliari

Guida pratica per capire e progettare il comfort e il fabbisogno estivo degli edifici

Guida pratica alla norma UNI 11367 - 2010

Prestazioni estive degli edifici

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Guida pratica per capire e rispettare le regole sull’efficienza energetica degli edifici e degli impianti

Muffa, condensa e ponti termici Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico

Volume 5 - Prestazioni estive degli edifici

- Efficienza estiva: l’inquadramento legislativo - Prestazioni estive delle strutture opache - Prestazioni estive delle strutture trasparenti - Il bilancio energetico della zona termica

Volume 4 Muffa, condensa e ponti termici

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256 pp., Ed. TEP s.r.l., 2018 ISBN: 9788894153644 25 euro (IVA incl.) 20 euro (per i soci ANIT)

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Volume 3 Manuale di acustica edilizia

Manuale di acustica edilizia

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Il manuale è stato sviluppato con l’intento di fornire informazioni specifiche, in maniera semplice e chiara, ai tecnici che decidono di approfondire il tema dell’acustica edilizia.

Volume 4 - Muffa, condensa e ponti termici

Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico

Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico

Vengono spiegati i contenuti della norma UNI 11367/2010 che definisce per la prima volta in Italia le procedure per classificare acusticamente le unita’ immobiliari sulla base di misurazioni fonometriche eseguite sull’immobile. 176 pp., Ed. TEP s.r.l., 2018 ISBN: 9788894153637 25 euro (IVA incl.) 20 euro (per i soci ANIT)

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La SUITE è utilizzabile durante i i 12 associazione La SUITE è utilizzabile durante 12 mesi mesi indi di associazione e e può può essere essere installata installata su su 3 3 e acustica edilizia. della progettazione termica computer. computer. La SUITE è utilizzabile durante i 12 mesi di associazione TUTTE LE GUIDE ANIT essere installata su 3 computer. e può TUTTE LE GUIDE NIT ANIT spiegano in modo semplice e chiaro la normativa del settore e sono Le A GUIDE Le A GUIDE modo semplice e legislative. chiaro la normativa del settore e sono TUTTE NIT costantemente ggiornate in con le ultime novità TUTTE LLE E G GUIDE UIDE A NIT ANIT aspiegano costantemente a ggiornate c on l e u ltime n ovità l egislative. 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I Soci possono scaricare tutte le GUIDE dal sito www.anit.it SERVIZIO DI CHIARIMENTO TECNICO SERVIZIO DI CHIARIMENTO TECNICO I SOCI possono contattare lo Staff ANIT, via mail o per telefono, per avere chiarimenti I SOCI possono contattare lo Staff ANIT, via mail o per telefono, per avere chiarimenti SERVIZIO D ECNICO sull’applicazione dT normativa di settore. SERVIZIO DI I C CHIARIMENTO HIARIMENTO Tella ECNICO SERVIZIO DI CHIARIMENTO sull’applicazione d ella normativa di settore. TECNICO I SOCI possono contattare lo Staff ANIT, via mail o per telefono, per avere chiarimenti I SOCI possono contattare lo Staff ANIT, via mail o per telefono, per avere chiarimenti sull’applicazione I SOCI possono contattare lo Staff ANIT, via mail o per telefono, sull’applicazione d della ella n normativa ormativa d di i ssettore. ettore. per avere chiarimenti sull’applicazione della normativa di settore. LA RIVISTA N EO-­‐EUBIOS RIVISTA NEO-­‐EUBIOS LA NEO-EUBIOS I LA Soci RIVISTA ANIT ricevono 4 numeri della rivista Neo-­‐Eubios. I Neo-­‐Eubios SSoci oci AANIT NIT ricevono 4 n4umeri ella rivista Ntermico eo-­‐Eubios. LA IVISTA N EO-­‐EUBIOS LA R I ricevono numeri della rivista Neo-Eubios. per ld'isolamento e acustico. RIVISTA NEO-­‐EUBIOS è «La rivista» Neo-­‐Eubios è « La r ivista» p er l 'isolamento t ermico e e acustico. I I Neo-Eubios SSroci A NIT r icevono 4 n umeri d ella r ivista N eo-­‐Eubios. Si ivolge a i professionisti c on un taglio scientifico e prevede 4 uscite è «La rivista» per l’isolamento termico eapprofondito acustico. oci ANIT ricevono 4 numeri della rivista Neo-­‐Eubios. Si r ivolge a i professionisti c on un taglio scientifico e approfondito e prevede 4 uscite Neo-­‐Eubios è « La r ivista» p er l 'isolamento t ermico e a custico. ogni a nno. Si rivolge aiè professionisti con un taglio tscientifico e approfondito Neo-­‐Eubios «La rivista» per l'isolamento ermico e acustico. ogni anno. Si rrivolge ccon ivolge aai i 4professionisti professionisti on un un taglio taglio scientifico scientifico e e approfondito approfondito e e prevede prevede 4 4 uscite uscite e prevede uscite ogni anno. Si ogni a nno. ogni anno. I SOCI possono accedere a tutti gli strumenti effettuando il LOGIN al sito www.anit.it con le proprie I credenziali. Nella pagina “Il mio account” sono riportate le informazioni per ottenere SOCI possono accedere a tutti gli strumenti effettuando il LOGIN al sito www.anit.it con le proprie software, chiarimenti credenziali. Nella pagina “Il mio account” sono riportate le informazioni per ottenere s oftware, chiarimenti I I I SOCI accedere a il al con SOCI possono accedere tutti glieffettuando strumenti effettuando il LOGIN tecnici epossono Guide ANIT. SOCI possono accedere a tutti tutti gli gli astrumenti strumenti effettuando il LOGIN LOGIN al sito sito www.anit.it www.anit.it con le le proprie proprie tecnici eervizi Guide ANIT. credenziali. Nella pagina “Il mio account” sono riportate le informazioni per ottenere s oftware, chiarimenti Tutti i s s ono a ttivi d urante i 1 2 m esi d i a ssociazione. credenziali. Nella pagina “Il mio account” sono riportate le informazioni per ottenere software, chiarimenti al sito www.anit.it con le proprie credenziali. Tutti i servizi sono attivi durante i 12 mesi di associazione. tecnici tecnici ee G Guide uide A ANIT. NIT. Tutti Tutti ii sservizi ervizi ssono ono aattivi ttivi d durante urante ii 1 12 2 m mesi esi d di i aassociazione. ssociazione.

Nella pagina “Il mio account” sono riportate le informazioni per ottenere software, chiarimenti tecnici e Guide ANIT. Tutti i servizi sono attivi durante i 12 mesi di associazione.

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Chi è ANIT ANIT è l’Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e Acustico. Fondata nel 1984, essa fornisce i seguenti servizi:

- stabilisce un centro comune di relazione tra gli associati; - promuove e diffonde la normativa legislativa e tecnica; - assicura i collegamenti con le personalità e gli organismi italiani ed esteri interessati alle problematiche di energetica e acustica in edilizia; - effettua e promuove ricerche e studi di carattere tecnico, normativo, economico e di mercato; - fornisce informazioni, consulenze, servizi riguardanti l’isolamento termico ed acustico ed argomenti affini; - organizza gruppi di lavoro all’interno dei quali i soci hanno la possibilità di confrontare le proprie idee sui temi dell’isolamento termico e acustico; - diffonde la corretta informazione sull’isolamento termico e acustico; - realizza e sviluppa strumenti di lavoro per il mondo professionale quali software applicativi e manuali. I SOCI Sono soci ANIT individuali: professionisti, studi di progettazione e tecnici del settore. Ogni Socio può, a titolo gratuito, promuovere localmente la presenza e le attività dell’Associazione. Sono Soci Onorari: Enti pubblici e privati, Università, Ordini professionali, ecc. Sono Soci Azienda: produttori di materiali e sistemi del settore dell’isolamento termico e/o acustico. Tutti i soci ricevono comunicazione delle novità delle normative legislative e tecniche, delle attività dell’Associazione - in tema di risparmio energetico, acustica, e protezione dal fuoco - oltre che gli strumenti e i servizi forniti quali volumi, software, e sconti. LE PUBBLICAZIONI ANIT mette a disposizione volumi di approfondimento e di supporto alla professione, manuali divulgativi, sintesi di chiarimento della legislazione vigente per i requisiti acustici passivi degli edifici e per l’efficienza energetica degli edifici, scaricabili dal sito internet (per i soli Soci) e distribuite gratuitamente in occasione degli incontri e dei convegni ANIT. I CONVEGNI ANIT organizza convegni e incontri tecnici di aggiornamento GRATUITI per gli addetti del settore. Gli incontri vengono organizzati in tutta Italia presso gli Ordini professionali, le Provincie e i Comuni sensibili alle tematiche del risparmio energetico e dell’acustica in edilizia. Ad ogni incontro viene fornita documentazione tecnica e divulgativa fornita dalle Aziende associate ANIT.

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´ neo-EUBIOS Periodico trimestrale anno XX1 - n. 72 Giugno 2020 Direttore Responsabile Susanna Mammi Redazione TEP s.r.l. via Lanzone 31 20123 Milano tel 02/89415126

Grafica e impaginazione Claudio Grazioli Distribuzione in abbonamento postale Associato A.N.E.S. - Associazione Nazionale Editoriale Periodica Specializzata Stampa INGRAPH srl - via Bologna 104/106 - 20038 Seregno (MB)

Registrazione Tribunale di Milano n. 524 del 24/7/1999 Tutti i diritti sono riservati. Nessuna sezione della rivista può essere riprodotta in qualsiasi forma senza l’autorizzazione dell’Editore.


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