neo-Eubios 62 / Dicembre 2017

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ISSN 1825-5515

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bene et commode vivens

62 Trimestrale N°62 - Anno XVIII - Dicembre 2017 - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano


Nel novembre del 2017 ci siamo presi 48 ore di svago “aziendale” e abbiamo chiuso gli uffici per visitare la splendida città di Bari. Abbiamo visitato il Castello svevo, la Cattedrale e il Museo nicolaiano. Abbiamo vagato nei vicoli della città vecchia alla ricerca delle antiche dimore e delle tradizionali pastaie, gustato la pizza, il riso con le cozze…le sgagliozze. Ma soprattutto, abbiamo passato del tempo insieme, un tempo diverso da quello che condividiamo in ufficio, tra PC, riunioni e file excel. Un tempo più lungo, più dilatato, scandito solo dalle chiacchere e dagli orari dei musei. Crediamo nell’importanza di vedersi in una veste più quotidiana nei panni di persone qualunque, che scattano foto, ammirano la magia di una reliquia in una cripta, gustano una pietanza e si emozionano per un decollo turbolento. Al di fuori delle mura quotidiane dello spazio lavorativo è stato prezioso poter passare due giorni insieme e speriamo di poter partire presto per un’altra avventura! Felice fine 2017 a tutti!

Foto di copertina: © Susanna Mammi, Castello svevo, Bari 2017


= letteralmente, buona vita.

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UNI 11673:2017 un po’ di chiarezza

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sulla posa in opera. Le semplificazioni del sistema edificio-impianto

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per gli edifici esistenti. Chiarimenti sulla nuova norma per il calcolo

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in regime dinamico UNI EN ISO 52016. Ecobonus 2018 cosa ci aspetta?

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Isolamento al calpestio nell’ambiente ricevente

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con le nuove UNI EN ISO 12354. Il lusso del comfort acustico

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negli edifici ristrutturati. Progettare con la simulazione dinamica.

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ANIT

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Strumenti per i Soci ANIT

Fondatore Sergio Mammi


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si può. Stampato su carta prodotta con cellulose senza cloro-gas nel rispetto delle normative ecologiche vigenti.

Vignetta di Sergio Mammi, Fondatore ANIT.

Hanno collaborato: Giovanni Tisi, consulente tecnico. Anna Maria Atzeri, Dottore di Ricerca in “Sustainable Energy and Technologies”. Alessandro Panzeri, R&S ANIT. Giorgio Galbusera, esperto ANIT. Stefano Benedetti, esperto ANIT. Matteo Borghi, esperto acustica ANIT. Daniela Petrone, Vice Presidente ANIT.

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Info e abbonamenti: press@anit.it

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Trimestrale N°60 - Anno XVIII - Settembre 2017 - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano

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EDITORIALE

potuto fornire al legislatore un punto di vista più pratico e realistico sull’applicazione di nor me e leggi. Nel 2017 ANIT ha partecipato a 51 riunioni di tavoli ministeriali e nor mativi ed elaborato almeno 5 studi per la revisione di nor me o leggi. Tra le novità legislative e nor mative sostanziali che impatteranno sul lavoro di professionisti e aziende anche nel 2018 sicuramente c’è l’applicazione del Decreto sui Criteri Ambientali Minimi, la revisione del decreto di efficienza energetica (DM 26 giugno 2015), la revisione dei criteri tecnici previsti per le detrazioni fiscali del 65% per la riqualificazione energetica e l’applicazione dei nuovi metodi di calcolo dei requisiti acustici passivi. Tutti questi temi sono monitorati dall’associazione che comunicherà tempestivamente sul loro andamento, fornendo ai tecnici tutti gli strumenti per conoscere e approfondire le novità con software, Guide, corsi ed eventi in tutta Italia.

Carissimi soci, anche quest’anno è giunto al ter mine tra alti e bassi. Il mercato dell’efficienza energetica ha avuto una leggera risalita nei primi mesi del 2017 affrontando poi però un calo nel periodo autunnale. Professionisti e aziende hanno subito un mercato ancora instabile che non ha per messo una programmazione accurata di interventi e una conseguente scelta delle opportunità. ANIT ha cercato di essere sempre presente con la massima serietà e competenza, aggiornando tecnici e produttori sulle novità legislative e del mercato con 45 convegni in tutta Italia e 70 corsi di approfondimento. Non sono mancati i nuovi strumenti sviluppati per i soci ANIT: 3 nuovi software, 7 nuove Guide tecniche, 4 documenti di approfondimento e chiarimento. Il servizio di consulenza telefonica e mail è stato poi uno strumento tra i più apprezzati dai soci, ma anche dallo Staff dell’associazione. Infatti grazie ai vostri contributi abbiamo

colonna sonora “Rockstar” - Post Malone • “Stars” - The Civilians “Evidence” - Thelonious Monk • “Over Everything” - Courtney Barnett & Kurt Vile “List of people” - Tame Impala • “Two stepping on the beach” - Beach Bod “Reflection” - Brian Eno • “Cal Massey” - Stanley Cowell Trio “Love slips through my fingers” - Ohio Players • “When you die” - MGMT

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ANIT ha cercato di essere sempre presente con la massima serietà e competenza, aggiornando tecnici e produttori sulle novità legislative e del mercato con 45 convegni in tutta Italia e 70 corsi di approfondimento.

la suite dei software ANIT con nuovi prodotti e aggiornamenti, in linea con le novità legislative, e realizzare nuove Guide di sintesi e approfondimento dedicate ai temi di maggiore attualità: in primis su CAM, detrazioni fiscali e scomputi volumetrici. Ricordiamo a tutti che potete già utilizzare il nuovo software ECHO 8.0 , per la progettazione e verifica dei requisiti acustici passivi degli edifici, aggiornato con le recenti UNI EN ISO 12354. Segnaliamo infine che saremo presenti a Bolzano per la manifestazione Klimahouse 2018 dal 24 al 27 gennaio 2018. Vi aspettiamo in fiera, o ai prossimi eventi ANIT 2018, per confrontarci su dubbi e interpretazioni nor mative e accogliere ogni vostro suggerimento per migliorare i servizi dedicati ai soci.

Per il 2018 infatti abbiamo già in programma 40 Convegni dal titolo “ANIT risponde. Chiarimenti nor mativi e soluzioni tecnologiche per l’efficienza energetica e l’acustica in edilizia”. L’applicazione di nor me e leggi, soprattutto nella ristrutturazione degli edifici, diventa ogni volta una casistica particolare e richiede quindi una necessaria interpretazione delle prescrizioni . Con questi eventi cercheremo di rispondere ai principali quesiti sorti negli ultimi anni. In un altro tour “Isolare e contabilizzare, analisi dell’edificio-impianto”, affronteremo il tema dell’efficienza energetica a 360 ° con un attenzione particolare alle soluzioni tecnologiche per valorizzare il rispar mio energetico degli edifici tenendo conto di una gestione accurata dell’impianto. Infine, in occasione dei 20 anni del DPCM 5-12-1997, realizzeremo anche eventi specifici sul tema dell’acustica edilizia, nei quali approfondiremo l’evoluzione legislativa e nor mativa, i nuovi modelli di calcolo previsionale e le soluzioni presenti sul mercato. Per gli associati si prevede di implementare

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Con l’occasione auguriamo a tutti un felice Natale 2017 e un nuovo anno 2018 proficuo e ricco di soddisfazioni professionali. Ing Valeria Erba Presidente ANIT

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UNI 11673:2017 UN PO’ DI CHIAREZZA SULLA POSA IN OPERA di * Giovanni Tisi

La norma di cui ci occupiamo va a colmare le lacune in merito al secondo punto; fissa in modo univoco e chiaro quali siano le prestazioni da assicurare, indica come queste possano essere previste a priori e verificate a posteriori. In questo senso, toglie ogni alibi alle figure coinvolte nel processo di posa in opera su quali siano le cose importanti e quali no. Con un notevole sforzo di raccordo tra le normative, la UNI 11673/1 indica quali prestazioni del giunto di posa hanno un risvolto sulla progettazione termotecnica, sulla resistenza meccanica delle facciate e dei componenti, sulla durabilità e manutenibilità delle soluzioni. Per coprire anche tutti quei casi dove non sono presenti tutte figure professionali che sarebbero necessarie, la norma racchiude anche in due appendici finali le più comuni criticità che si possono incontrare, fornendo anche agli operatori meno preparati un ‘vademecum’ di situazioni da evitare, uno ‘stupidario’ in forma di bigino che tutti possano mandarsi a memoria. Per coprire il terzo dei fattori indicati all’inizio, è in preparazione la seconda parte della norma, quella relativa alla formazione professionale degli operatori; di quegli operatori che materialmente andranno a realizzare quanto progettato, previsto e deciso. Infatti, se è vero che grossolani errori di impostazione non potranno mai essere corretti in sede di esecuzione, è altrettanto vero che il miglior progetto, se non realizzato correttamente, non avrà le prestazioni previste. Quindi, alla fine di questo processo, tutti gli aspetti saranno stati normati; per chiudere il cerchio, servirà infine un provvedimento legislativo che richiami le varie norme e renda tutto l’iter obbligatorio e vincolante.

FINALMENTE SARA’ CHIARO COSA DEVE GARANTIRE UN GIUNTO DI POSA .. E CHI LO DEVE ASSICURARE L’interfaccia di posa in opera dei serramenti esterni è spesso stata il punto debole delle costruzioni. Infiltrazioni di acqua e aria, passaggio di rumore, creazione di punti freddi con conseguente formazione di muffe sono stati problemi ricorrenti in costruzioni anche di un certo pregio. Da molti anni, però, per la sigillatura del vano murario sono a disposizione materiali in grado di garantire le massime garanzie: ciononostante, ancora troppo spesso, la posa in opera dei serramenti rappresenta un problema per le prestazioni complessive. Questo stato di cose si può fare ascrivere a tre fattori concomitanti: • la non chiara definizione dei ruoli • la mancanza di specifiche da rispettare • la mancata qualificazione degli operatori Sul primo punto esiste da anni una norma chiara, precisa e aggiornata che indica quali siano le responsabilità nel processo di posa in opera; la UNI 10818 è stata recentemente aggiornata, per includere nella definizione dei ruoli anche i casi sempre più frequenti di assenza di qualcuno degli operatori. Ad onta di tanto sforzo, rimane però sconosciuto ai più (progettisti, direttori dei lavori e serramentisti) che le principali responsabilità della corretta posa in opera NON SONO del posatore che ha eseguito il lavoro, ma di chi ha progettato come andasse fatto, di chi ha fissato le prestazioni che si dovessero raggiungere e di chi non ha controllato che quanto disposto dal progettista e concordato con il serramentista sia poi stato effettivamente realizzato in cantiere.

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Per valutare se quel tipo di giunto è utilizzabile in una specifica realizzazione, basterà confrontare questo valore con il valore medio mensile delle temperature della località, che si possono ricavare da UNI 10349 Il secondo valore da dichiarare, speculare a questo ma di lettura meno immediata per i non addetti ai lavori, è il valore di Frsi, fattore superficiale di temperatura della superficie interna. Questo è il rapporto tra il salto termico a carico della parete (tipicamente 0-20°C) e il salto termico tra superficie interna ed ambiente esterno; rappresenta quindi percentualmente quanto ‘lavora’ il nodo di posa e quanto invece lo strato superficiale di aria interna; questo valore sarà tanto più vicino al 100% quanto più isolante è il nodo di posa. Poiché ogni singola situazione la temperatura assume valori diversi nei diversi punti della superficie interna, si indicherà il valore minore, il più critico, che corrisponde al punto della superficie interna a temperatura minore. Con questi due valori (Temperatura minima accettabile e Frsi minimo) si caratterizza il comportamento termo igrometrico del giunto. Il giunto non è però solo fonte di problemi di condensa; spesso rappresenta anche una zona con dispersione termica più elevata del dovuto. Di questo fatto si tiene conto con un calcolo agli elementi finiti del valore di ponte termico (Y) , che rappresenta la quota di calore che non esce dal serramento, non esce dal muro… ma esce. Esce in quanto il muro è esposto anche lateralmente (mazzetta interna ed esterna) o esce in quanto vi sono materiali differenti nella stratigrafia. Per fare questo calcolo, in appendice sono riportati degli esempi, che onestamente non rappresentano i casi migliori, ne la buona tecnica del costruire, presentando valori di ponte termico decisamente elevati (dell’ordine di 0,2-0,3 W/mK). E’ il caso di ricordare che l’obiettivo da perseguire, sia nelle nuove costruzioni che nel recupero dell’esistente, è quello di non avere ponti termici, o, al massimo, che questi si limitino a valori inferiori a 0,05 W/mK; per il sistema di misura adottato, per applicazioni particolarmente performanti, potrebbe anche verificarsi il caso di ottenere valori negativi. Il sistema di misura adottato è l’unico congruente con quello utilizzato dalla norma sul calcolo della trasmittanza dei serramenti; tutto il calore che passa dal serramento è valutato dalla UNI EN ISO

La norma 11673 in dettaglio Anzitutto la norma caratterizza i vari componenti del giunto di posa, indicando chiaramente che esistono generalmente DUE interfacce da gestire e TRE piani funzionali da verificare. Le interfacce sono relative al contatto tra opera edile e controtelaio, e tra controtelaio e serramento; troppo spesso infatti ci si dimentica della prima, sia in termini prestazionali che in termini esecutivi. Anche la definizione dei piani funzionali mette chiarezza sulla necessità di garantire una tenuta agli agenti meteorici più esterna possibile, una tenuta alle infiltrazioni più interna possibile e demandare allo sviluppo in profondità le prestazioni termiche, meccaniche ed acustiche. Poi, come indicazione di carattere generale è si auspica che il giunto di posa non penalizzi le prestazioni del serramento; di per se, questa indicazione è doverosa, anche se, nei fatti, il mantenimento di alcune prestazioni, segnatamente di quella termica, è spesso impossibile per ragioni geometriche. Di sicuro, il giunto di posa non deve essere meccanicamente più debole del serramento e non deve creare perdite di tenuta all’aria o all’acqua rispetto alla prestazione del serramento.

I criteri di valutazione Sono previsti 8 criteri di valutazione della qualità del nodo di posa, che rappresentano i parametri dell’installazione che si va a progettare: termica, acustica, infiltrazioni d’aria, tenuta all’acqua, resistenza meccanica, durabilità, emissioni nocive e traspirabilità. Maggior risalto è dato all’analisi del comportamento termico, legato all’isolamento che il giunto è in grado di garantire e, di riflesso, alla sua capacità di non presentare punti freddi in grado di provocare la formazione di muffe e condense. Per quanto attiene a questo secondo punto, il nodo deve essere caratterizzato da due valori, tra loro strettamente collegati, ma di impiego diverso. Il primo è la temperatura media mensile che quel tipo di giunto è in grado di sostenere, senza che si verifichino, all’interno, condizioni favorevoli alla formazione di muffe, con le condizioni standard fissate dalla norma UNI EN ISO 13788 Meglio il giunto è realizzato, più bassa sarà la temperatura sostenibile, più generalizzato sarà l’utilizzo di quello schema; un giunto termicamente debole potrà, al contrario essere utilizzato solo in zone geografiche più miti, sopportando solo una temperatura più alta.

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bilità, anche remota, che si vengano a creare situazioni di condensa interstiziale all’interno del giunto; per questo si raccomanda che il giunto in se non sia uno iato nella posa della eventuale barriera a vapore e che quindi sia opportunamente raccordato con essa; in più, si indica che i materiali utilizzati per la sigillatura dovrebbero possedere caratteristiche di impedimento al passaggio del vapore via via decrescenti verso l’esterno, cosi da smaltire verso l’esterno eventuale vapore che fosse penetrato nel giunto. Un’intera appendice è dedicata alla valutazione delle potenziali situazioni di rischio per una corretta posa quando si opera una sostituzione sull’esistente. Non lo dice la norma, ma lo dico io, che il problema principale, in questo caso, è che, invece che con un bravo progettista, il serramentista si deve confrontare con un apprensivo cliente finale al quale il concorrente non ha prospettato nessun problema. La norma elenca in quattro prospetti le potenziali situazioni critiche che potrebbero avere impatti notevoli sulle prestazioni termiche, su quelle meccaniche, sulla tenuta agli agenti atmosferici e che possono riguardare il serramento. Sono tutte le situazioni ad elevata criticità con le quali ci si confronta ad ogni installazione: trovarle ben descritte e raccolte in un’unica tabella potrà fornire finalmente un supporto ‘super partes’, oggettivo, alle considerazioni che saranno da fare con il cliente finale.

10077-1 da montante a montante, cioè con misure Esterno Telaio Maestro; di conseguenza, nell’analisi del ponte termico, questo spigolo esterno del serramento si assume come limite di calcolo per ricavare il valore del ponte termico. In sostanza quindi, l’analisi delle dispersioni dell’edificio va fatta adottando il sistema di misure interne, che, generalmente, differiscono da quelle esterne per la presenza di una battuta geometrica. Per quanto riguarda la prestazione acustica, la norma raccomanda l’utilizzo di materiali sigillanti che posseggano un buon potere fonoisolante; in particolare, viene data una correlazione tra il potere fonoisolante che deve avere il sigillante in funzione di quello del serramento; migliori serramenti meritano migliori sigillanti. Per il resto delle raccomandazioni ai fini del mantenimento delle prestazioni acustiche, la norma rimanda alla ben nota UNI 11296. Per quanto riguarda la prestazione di tenuta all’aria, invece, la norma è abbastanza oscura: raccomanda l’impiego di materiali che abbiano certe prestazioni, ma non specifica a quale pressione valutare il volume delle perdite e la stessa formula di calcolo non appare congruente allo scopo. Per quanto riguarda la tenuta all’acqua, si raccomanda l’utilizzo di materiali specificamente garantiti per impieghi all’acqua battente o stagnante; per i materiali da impiegarsi, vi è una specifica sezione che riporta tutte le caratteristiche che questi devono possedere per essere validamente impiegati nella sigillatura: questo elenco rappresenta un punto cardine della norma, in quanto, con queste specifiche, è automatico che certi sigillanti, certe schiume, certi nastri, non dovranno più essere utilizzati. Per quanto riguarda la tenuta meccanica, la norma da alcune indicazioni sommarie in merito agli interassi tra i punti di fissaggio, nonché al loro posizionamento rispetto ai punti esterni. E’ però evidente che queste sono solo indicazioni di massima e che un calcolo che tenga conto dei pesi propri e delle spinte del vento è da ritenersi necessario per garantire che il serramento possa trasferire tutti i carichi all’opera edile (e che questa sia in grado di sopportarli). La norma prende infine in considerazione gli aspetti legati alla durabilità nel tempo delle prestazioni, indicando potenziali situazioni pericolose, e richiama la necessità che i materiali utilizzati non rilascino composti dannosi; in particolare è richiesto che il valore di VOC dei materiali sia dichiarato. Da ultimo, viene presa in considerazione la possi-

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Conclusioni Al di là di qualche imperfezione facilmente correggibile, la norma rappresenta un vero punto basilare per inquadrare correttamente i problemi legati alla posa in opera. Inquadra, sviluppa e quantifica le prestazioni che qualificano una installazione corretta di serramenti in una costruzione. Laddove non è stato possibile individuare un valore di soglia si sono comunque indicati i principi guida da seguire, le best pratices da mettere in atto, le verifiche da effettuare preventivamente sui materiali e sulla loro compatibilità reciproca. Adesso non resta che pubblicizzarla, renderla efficace nell’uso quotidiano, renderne chiari gli scopi e i risultati. A breve ci aspettiamo di vedere, finalmente, riconosciuta anche la professionalità degli operatori di posa, con una norma chiara che valorizzi il loro impegno a migliorare e il loro tempo speso in corsi di aggiornamento. * Giovanni Tisi, consulente tecnico.

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LE SEMPLIFICAZIONI DEL SISTEMA EDIFICIO-IMPIANTO PER GLI EDIFICI ESISTENTI di * Alessandro Panzeri

applicabilità e il significato per evitare di compiere scelte facili ma sbagliate e incoerenti.

Introduzione Valutando edifici esistenti in accordo con i modelli di calcolo previsionali descritti nelle UNI TS 11300-1 e 2 è possibile compiere delle scelte che “semplificano” la valutazione del servizio di riscaldamento e produzione di acs. I coefficienti pre-calcolati sono frutto dell’esperienza riportata all’interno dei gruppi normativi e sono molto utili nei casi di certificazione energetica o di diagnosi di edifici esistenti. Ogni volta che si usa una semplificazione è buona prassi conoscerne le origini, i limiti di

Il presente articolo vuole mostrare in forma sintetica in quali punti del modello del sistema edificio-impianto è possibile compiere delle scelte semplificate per il calcolo del fabbisogno energetico del servizio di riscaldamento H e di produzione di acs W. Oltre al testo sono presenti figure che schematizzano i servizi e i sottosistemi dei servizi con tabelle di sintesi collegate per facilitare la consultazione e la visione di insieme.

Figura 1: schema di classificazione energetica degli edifici in accordo con il DM 26/06/2015

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Figura 2: l’analogia idraulica del bilancio energetico per il servizio di riscaldamento H con indicate le possibili semplificazione del modello di calcolo impiegabili per calcoli su edifici esistenti - APE

cienti di trasmissione di calore attraverso locali non riscaldati o attraverso il terreno. Non sono previste semplificazioni per i ponti termici e i guadagni solari.

Dalle richieste degli associati ANIT sull’uso del software LETO per la produzione di APE, diagnosi energetiche o ex-legge 10 emerge la necessità di chiarimento e semplificazione delle scelte. Lo spirito attuale alla base dell’uso del software è conoscere le norme e capire i risultati. Il presente articolo aiuta a “conoscere” le norme.

Si ricorda che l’equazione del bilancio in regime semistazionario semplificata, sulla base della quale si propone l’analogia idraulica, è:

Involucro – QH,nd Il fabbisogno di energia termica dell’edificio per la climatizzazione invernale Q H,nd (ed anche per quella estiva Q C,nd) è descritto dal bilancio che relaziona perdite per trasmissione e per ventilazione con guadagni solari e guadagni gratuiti unitamente alla capacità termica complessiva dell’edificio. La figura 2 mostra l’analogia idraulica dedicata al bilancio con evidenziate le possibilità di semplificazione. È possibile compiere scelte di semplificazioni macro per la capacità termica interna, per i coeffi-

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Dove: QH.tr è il fabbisogno energetico per trasmissione nel caso di riscaldamento QH.ve è il fabbisogno energetico per ventilazione nel caso di riscaldamento ηH.gn è il fattore di utilizzazione degli apporti di energia termica gratuita Qint sono gli apporti termici interni Qsol sono gli apporti termici solari incidenti su componenti vetrati

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Tabella 1: le possibili semplificazioni del modello di calcolo impiegabili per calcoli su edifici esistenti ai fini della valutazione del fabbisogno energetico utile ideale

La tabella 1, riferita alla figura 2, sintetizza per quali argomenti (colonna 1) è possibile effettuare delle scelte semplificate (colonna 3- edificio esistente) o è necessario valutare in modo “analitico” i vari contributi (colonna 2 – edificio di nuova costruzione).

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Servizio di riscaldamento H Il valore di fabbisogno di energia in ingresso dal generatore QH,gn,in [kWh] dipende dal fabbisogno ideale di energia termica utile della zona termica QH,nd e dalle perdite di ogni sottosistema presente.

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Figura 3: l’analogia idraulica delle perdite dei sottosistemi che costituiscono il servizio di riscaldamento H con indicate le possibili semplificazione del modello di calcolo impiegabili La figura 3 descrive i vari sottosistemi fino ad arrivare al generatore:

Si possono introdurre semplificazioni nella valutazione delle perdite per distribuzione e in quelle di generazione.

E è il sottosistema di emissione con perdite dovute alla non omogenea distribuzione della temperatura dell’aria od a flussi di calore diretti verso l’esterno

Dal fabbisogno di energia in ingresso dal generatore Q H,gn,in [kWh], associato al tipo di combustile/vettore energetico, è possibile stimare il fabbisogno di energia primaria rinnovabile (Q H,Pren), non rinnovabile (Q H,Pnren) e totale (Q H,tot) grazie all’impiego dei fattori di conversione di energia primaria.

R è il sottosistema di regolazione con perdite dovute alla regolazione imperfetta D è il sottosistema di distribuzione con perdite dovute alla rete di distribuzione

La suddivisione del sistema impiantistico in sottosistemi comporta la valutazione per il singolo sottosistema delle perdite.

S è il sottosistema di accumulo (S sta per “storage” con perdite dovute alle dispersioni in ambiente del serbatoio di accumulo)

E’ in generale possibile impiegare i metodi tabellari con rendimenti medi mensili precalcolati se si rientra nelle condizioni al contorno specificate dalla norma.

G è il sottosistema di generazione (o produzione) con perdite dovute al funzionamento, allo stand-by, al controllo non ideale del sistema di generazione

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La tabella 2 è riferita alla figura 3 ed è impostata come la tabella 1.

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Tabella 2: le possibili semplificazione del modello di calcolo impiegabili per calcoli su edifici esistenti per la valutazione delle perdite dei sottosistemi impiantistici per il servizio H

Metodi semplificati sono quindi possibili per i generatori a combustione ma non per altri tipi di generatori, in particolare per le pompe di calore.

Si propone ad esempio la casistica dell’appartamento in condominio con impianto termo autonomo. Come si evince dall’immagine alcune casistiche non sono trattate. E’ necessario quindi conoscere e consultare la normativa (in questo caso UNI TS 11300-2).

Conoscere le ipotesi al contorno è estremamente rilevante ai fini della corretta applicazione della norma.

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A: impianto di riscaldamento autonomo a piano intermedio Caso non previsto, appartamento autonomo su pilotis o esterno

A: impianto di riscaldamento autonomo a piano intermedio B: impianto di riscaldamento autonomo a piano terreno su ambienti non riscaldati o su terreno

Note: le tubazioni corrono interamente all’interno della zona climatizzata

ER è il sottosistema di erogazione con perdite dovute all’erogazione iniziale di acqua fredda e alla permanenza di acqua calda nelle tubazioni terminali alla fine dell’erogazione D è il sottosistema di distribuzione con perdite dovute alla rete di distribuzione S è il sottosistema di accumulo (S sta per “storage”) con perdite dovute alle dispersioni in ambiente del serbatoio di accumulo G è il sottosistema di generazione (o produzione) con perdite dovute al funzionamento, allo stand-by, al controllo non ideale del sistema di generazione

Servizio di produzione di acqua calda sanitaria W Anche il servizio di produzione di acs è soggetto a semplificazioni come per il riscaldamento in relazione alla distribuzione e alla generazione. Il valore di fabbisogno di energia in ingresso dal generatore QW,gn,in [kWh] dipende dal fabbisogno ideale di energia termica utile per l’acqua calda sanitaria della zona termica QW,nd e dalle perdite di ogni sottosistema presente indicate in figura 4 dove:

Figura 4: l’analogia idraulica delle perdite dei sottosistemi che costituiscono il servizio di produzione di acqua calda sanitaria W con indicate le possibili semplificazione del modello di calcolo impiegabili per calcoli su edifici esistenti – APE

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Figura 5: il sottosistema di distribuzione D viene suddiviso in tre componenti: distribuzione alle utenze du, distribuzione ricircolo dr e distribuzione del primario dp (tra generazione e serbatoio accumulo). In alcune di queste casistiche sono previste semplificazioni La tabella 3 è riferita alle figure 4 e 5.

Tabella 3: tabella con indicate le possibili semplificazione per il servizio di acs W

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Le perdite di generazione infine sono articolate sulla base di diverse possibili configurazioni: 1 scalda acqua autonomi di tipo istantaneo o ad accumulo 2 impianto centralizzato per sola acqua calda sanitaria e generatore dedicato 3 impianto autonomo con generatore combinato per riscaldamento e produzione acs 4 impianto autonomo con generatore combinato per riscaldamento e produzione acs con accumulo

Conclusioni La scelta dell’uso di parametri semplificati è un aspetto legato alle possibilità normative, da conoscere, ma anche all’esperienza maturata nel campo della progettazione e realizzazione degli interventi. E’ estremamente rilevante conoscere le ipotesi che sono alla base dell’utilizzo dei metodi semplificati per evitare errori grossolani e incoerenze. Parallelamente alla conoscenza delle scelte semplificate è necessario conoscere anche la via denominata “analitica”. La via analitica infatti affronta la valutazione secondo un approccio legato a ragionamenti più o meno raffinati di fisica tecnica e trasmissione del calore. Se quindi si è a conoscenza dei modelli di calcolo alla base della via analitica, si ha maggiore sensibilità sui parametri del metodo semplificato. Le tabelle riportate nell’articolo sono pensate quindi come elemento di consultazione con veloci rimandi ai paragrafi delle UNI TS 11300 di modo che il lavoro intellettuale del professionista possa essere reso più agevole.

In alcune configurazioni è possibile utilizzare metodi semplificati:

* Alessandro Panzeri, R&S ANIT.

Tabella 4: le possibili semplificazioni per la generazione del servizio di acs W.

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CHIARIMENTI SULLA NUOVA NORMA PER IL CALCOLO IN REGIME DINAMICO UNI EN ISO 52016 di * Giorgio Galbusera

Negli ultimi mesi diversi operatori di settore (soprattutto legati al mondo delle software house) hanno iniziato a proporre soluzioni per il calcolo energetico degli edifici in regime dinamico in accordo con la norma EN ISO 52016. Di seguito proponiamo un breve articolo sottoforma di domande e risposte per capire quali sono le novità introdotte da questa norma europea e quali sono i tempi per l’applicazione in Italia. Perché una nuova norma sul calcolo energetico degli edifici? La norma EN ISO 52016 pubblicata a luglio 2017 fa parte di un pacchetto di norme denominate “EPBD” in fase di aggiornamento. Si tratta di uno dei circa 90 documenti che il CEN (ovvero al comitato di normazione europeo) sta revisionando su mandato della Commissione Europea. Quindi questa operazione è imposta dal legislatore e ha la finalità di migliorare le attuali norme per: - risolvere i problemi legati alla scarsa univocità di alcuni passaggi; - colmare le lacune emerse nel tempo; - creare modelli e procedure a prova di software; - rendere più flessibile l’applicazione rispetto a particolari esigenze nazionali.

Quando è prevista la pubblicazione della versione italiana UNI EN ISO 52016? E cosa cambierà? Secondo il CTI (Comitato Termotecnico Italiano) la versione UNI verrà pubblicata entro l’inizio del 2018. Si tratterà però di un mero atto formale che non modificherà il nostro quadro normativo. Il vero cambiamento avverrà invece nel 2019, con la pubblicazione di ulteriori allegati nazionali alla serie 52000. Infatti sia la norma di cui stiamo parlando (52016) che le altre del pacchetto EPBD diventeranno a tutti gli effetti operative solo con i relativi allegati tecnici nazionali. In altri termini: a breve conosceremo la versione UNI delle prime norme della serie 52000 (tra cui la UNI EN ISO 52016), ma continueremo ad utilizzare le UNI/TS 11300 finché non saranno pubblicati anche gli allegati nazionali. E probabilmente, tali allegati saranno accompagnati da un chiarimento legislativo che ne disciplinerà tempi e modi d’applicazione.

Il compito di revisione riguarda sia l’aggiornamento dei contenuti che l’aggiornamento dell’impianto normativo stesso. La presentazione e fruizione dei vari documenti è pensata in modo da agevolare la trasformazione in software di calcolo ed essere integrata facilmente da future modifiche di carattere nazionale.

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dimensionamento degli impianti; - la valutazione dell’efficacia dei sistemi di controllo solare e del comportamento inerziale dell’involucro.

Quale procedura di calcolo si deve utilizzare oggi? Quella tradizionale o quella dinamica oraria? Finché non verranno pubblicati gli allegati tecnici nazionali e il legislatore non si pronuncerà a loro favore, si continuerà ad utilizzare il metodo quasi stazionario medio mensile descritto nelle norme UNI/TS 11300. Questo vale per tutti gli ambiti di calcolo: redazione di un APE, di una Legge 10 o di una diagnosi energetica. La possibilità di utilizzare un metodo più raffinato basato su un modello dinamico orario è quindi (per ora) solo uno strumento facoltativo per approfondimenti di natura energetica.

Quale software utilizzare per i calcoli energetici? Ad oggi, e finché il legislatore non dirà il contrario, si continuano ad utilizzare i software validati dal CTI in accordo con le UNI/TS 11300. L’elenco di tali software è pubblicato alla pagina “Certificazione software” del sito www.cti2000.it. Tutti gli strumenti di analisi dinamica al momento disponibili, sia già legati ai modelli della norma EN ISO 52016 o basati su altri modelli (si pensi ad esempio al software gratuito EnergyPlus nato dall’esperienza normativa americana) restano un’alternativa percorribile per approfondire le valutazioni energetiche. Solo quando verranno indicati come obbligatori i metodi di calcolo dinamici degli allegati nazionali della UNI EN ISO 52016 (probabilmente nel 2019) sarà necessario usare software conformi a tale scopo.

Perché è interessante la pubblicazione della EN ISO 52016 di luglio 2017? La pubblicazione della norma mette in luce la linea di sviluppo che sta prendendo il comparto normativo, e questo fatto è interessante per due motivi. Il primo è di carattere culturale: è interessante sapere che da qui a qualche anno sarà richiesto un allineamento tecnico verso l’alto a tutti coloro che si occupano di efficienza energetica. L’uso di un metodo dinamico pone infatti nuovi temi e dubbi (ma anche nuovi spunti e soluzioni) per i progettisti, i termotecnici e i modellizzatori energetici. E questi soggetti per trovare una valorizzazione economica nel mercato dovranno approfondire le proprie conoscenze in ambito energetico. Il secondo motivo è di carattere operativo: per gli addetti ai lavori è interessante sapere che nell’arco di qualche anno il metodo di calcolo quasi stazionario medio mensile andrà in pensione a favore di metodi orari dinamici. Conoscere i contenuti della norma oggi, quindi vuol dire prepararsi al cambiamento di domani.

Come preparasi alle novità con i servizi ANIT? Per chi vuole approfondire segnaliamo 3 cose. La prima è il nuovo volume 5 della nostra collana (ripubblicato a novembre 2017) dal titolo “Prestazioni estive degli edifici”. All’interno del libro si affronta infatti il tema dell’analisi dinamica degli edifici con diversi esempi di calcolo, puntando l’attenzione sul calcolo del fabbisogno energetico in regime estivo, sulle prestazioni dell’involucro edilizio (strutture opache e trasparenti) e sul concetto di comfort termico. La seconda è la possibilità di seguire un corso completo sulla simulazione dinamica per imparare ad utilizzare il software gratuito EnergyPlus. Il corso ANIT è organizzato in 8 giornate e consente di prendere dimestichezza con uno degli strumenti di calcolo più diffusi al mondo (per approfondire rimandiamo alla pagina “Corsi” del sito www.anit.it). Infine segnaliamo che è allo studio un nuovo software (dal nome ICARO) per l’analisi dinamica in accordo con la norma UNI EN ISO 52016. Il software verrà pubblicato entro la fine del 2018 e sarà pensato per rispondere alle necessità operative del mondo progettuale.

Quali sono i vantaggi del nuovo metodo dinamico? I vantaggio sono molteplici e a più livelli. Infatti un modello dinamico orario consente una maggiore affidabilità dei risultati e nuove opzioni di controllo del progetto. Tra le tante possibilità segnaliamo ad esempio: - l’analisi del reale fabbisogno di riscaldamento e raffrescamento dell’edificio; - la verifica delle condizioni di comfort all’interno degli ambienti; - lo studio delle potenze richieste dai diversi servizi energetici e quindi un ottimizzazione del

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* Giorgio Galbusera, esperto ANIT.

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ECOBONUS 2018 COSA CI ASPETTA? di * Daniela Petrone

corposi sull’involucro, che mirino ad una riqualificazione energetica globale dell’immobile a fronte degli interventi occasionali e limitati alla sola sostituzione di componenti che di fatto non comportano un sostanziale e quantificabile risparmio energetico tra il pre e il post intervento.

Premessa Il 30 novembre scorso il Senato ha approvato il disegno di legge di Bilancio 2018, che passa dunque alla Camera e in caso di approvazione senza modifiche diventerà legge, altrimenti dovrà tornare nuovamente al Senato per l’approvazione del testo modificato. I contenuti essenziali della Legge di Bilancio riguardano la proroga (a singhiozzo) dei bonus fiscali sia per gli interventi di semplice ristrutturazione edilizia sia per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici, con alcune modifiche e alcune novità. Va subito chiarito che nella Manovra 2018 c’è la proroga del Bonus ristrutturazioni al 50% per tutto il 2018, uguale in tutte le sue parti, al contrario di quanto si era detto all’inizio e di quanto scritto nella legge di bilancio 2017, secondo cui dal 1° gennaio 2018 la detrazione doveva tornare alla misura ordinaria del 36% e con il limite di 48.000 euro per unità immobiliare.

A nulla sono valse le richieste di diversi stakeholders di rivedere la riduzione dal 65 al 50% della detrazione della spesa sostenuta per gli interventi sopra citati, adducendo diverse motivazioni: 1. innanzitutto, in questo modo si andrebbe ad equiparare l’ecobonus di serramenti, schermature solari e pompe di calore alle detrazioni fiscali per le semplici ristrutturazioni; 2. si andrebbero a penalizzare quei componenti che in 10 anni di vita dei bonus fiscali hanno rappresentato la quota più significativa di apporto al risparmio energetico degli edifici (nel solo 2016, sulle suddette 360.000 domande circa il 75% hanno riguardato infissi e schermature solari); 3. verrebbe meno il sostegno a quella filiera dell’industria italiana che ha visto ridursi del 40% il mercato fra il 2008 e il 2015. E’ infatti presumibile che una più completa certificazione delle prestazione dei serramenti possano porre un limite (qualitativo, non quantitativo) ai processi di importazione di prodotti low-cost. 4. si andrebbe ad arrestare un circolo virtuoso e fare un passo indietro rispetto all’affermazione di un’edilizia di qualità certificata.

Le detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici Sostanzialmente restano invariati i commi contenuti nelle precedenti leggi e prorogati di un ulteriore anno fino a dicembre 2018, ma per alcuni interventi quali: • acquisto e posa in opera di finestre comprensive di infissi, • acquisto e posa in opera di schermature solari • sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione e a biomassa la percentuale di detrazione della spesa scende dal 65 al 50%. L’obiettivo del legislatore probabilmente è quello di premiare e potenziare gli interventi più

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Punto 1. Sul primo punto occorre fare una riflessione, è infatti vero che sarebbero equiparati alla

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Dal confronto è evidente che la differenza tra il valore di trasmittanza degli infissi per le detrazioni fiscali e il minimo di legge, per le zone climatiche dalla D alla F (buona parte dei comuni italiani) è di 0,1 punto, quindi minima, la sostanziale differenza anche in termine di costo si avrebbe nelle zone B, che però riguardano pochissimi comuni d’Italia e in parte nelle zone C dove la differenza è di 0.3 punti. • Intervento di posa in opera di schermature solari, per usufruire della detrazione non è richiesto alcun valore minimo prestazionale a differenza del DM 26/06/2015 che come requisito minimo di legge obbligatorio impone un valore di fattore solare vetro + schermo indicato come ggl+sh (o gtot), pari a 0,35. E questo è fuori da ogni logica! Se guardiamo quanto scritto sopra, ad una analisi veloce, non sembra poi così strano che il legislatore abbia voluto declassare questi interventi, ma l’alternativa che potrebbe soddisfare tutti c’è, ed è ragionare su requisiti prestazionali più restrittivi. Guardiamo alle schermature solari, la possibilità di detrarre tale spesa è stata introdotta solo lo scorso anno, ma senza regolamentazione su prestazione e conseguente risparmio energetico ottenuto, almeno questo tipo di intervento va ancora incentivato perché ha un peso rilevante sul bilancio energetico estivo dell’edificio ma definendo un gtot minimo da garantire! Non si può consentire di detrarre le spese per tapparelle e persiane esposte anche a NORD o addirittura zanzariere e poi declassare l’intervento perché non utile ai fini del vero risparmio energetico.

stessa aliquota di detrazione quegli interventi di riqualificazione energetica che necessitano di certificazione prestazionale agli interventi di semplice ristrutturazione edilizia che possono essere attivati anche senza verifica dei requisiti prestazionali dei componenti consentendo, di fatto, l’installazione di componenti non in grado di assicurare un reale efficientamento energetico. Il rischio serio è che il consumatore finale preferirà scegliere una procedura significativamente semplificata come quella per le semplici ristrutturazioni, acquistando prodotti a prezzi inferiori dal momento che non sono richieste per quelle componenti prestazioni migliori rispetto allo standard di legge. L’unico motivo che potrebbe spingere l’utente a seguire la procedura della detrazione per l’ecobonus per gli interventi sopra citati, sarebbe il raggiungimento del tetto massimo di spesa, o i casi di esclusione dei soggetti e tipologia di immobili che possono usufruire delle detrazioni fiscali per la ristrutturazione edilizia. A titolo esemplificativo, se per dei lavori di ristrutturazione di una abitazione e/o delle parti comuni degli edifici residenziali, il proprietario ha già effettuato lavori per spese complessive di 96.000 euro può comunque detrarre tutti gli interventi di risparmio energetico facendo riferimento ad un ulteriore e diverso tetto di spesa previsto per l’ecobonus. Se poi il contribuente volesse fare tali interventi su immobili con diversa destinazione d’uso dal residenziale potrei usufruire delle sole detrazioni fiscali finalizzate al risparmio energetico e con tetti di spesa decisamente superiori. C’è poi l’aspetto tecnico-prestazionale da prendere in considerazione: • Intervento di sostituzione di infissi, per usufruire della detrazione occorre garantire determinate prestazioni termiche che nella tabella sottostante sono rapportate alle prestazioni minimi obbligatorie di legge:

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Punto 2. Il punto 2 è confermato dal RAEE (Rapporto Annuale Efficienza Energetica) dell’Enea dello scorso luglio, in cui l’Enea riporta le analisi e i risultati delle policy di efficienza energetica del nostro paese. In tale Rapporto, in merito allo strumento “detrazioni fiscali” è scritto: “Tra il 2007 e il 2016 sono stati incentivati, tramite le detrazioni fiscali per la riqualificazione energeti-

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di 5mila euro per unità immobiliare. Tra le spese detraibili sono incluse quelle per la progettazione e la manutenzione connesse all’esecuzione degli interventi. In condominio il limite di spesa sarà di 5mila euro per unità immobiliare. Inoltre, proprio per potenziare interventi più rilevanti e di riqualificazione globali degli edifici, la Legge di stabilità 2018 prevede, dal 1° gennaio 2018, l’estensione del meccanismo della cessione del credito anche a chi esegue i lavori di efficientamento sulla singola unità immobiliare non solo per gli interventi sulle parti comuni degli edifici condominiali. Inoltre, all’interno del Fondo nazionale per l’efficienza energetica, previsto dal D.lgs. 102/2014 e il cui testo del decreto è in fase di bozza e discussione , una sezione sarà dedicata al rilascio di garanzie a quanti intendano chiedere un prestito per pagare gli interventi di riqualificazione energetica del proprio immobile. Infine la legge conferma gli incentivi per gli interventi sulle parti comuni degli edifici condominiali partendo dalla aliquota del 65% per arrivare al 70% qualora i lavori interessino almeno il 25% dell’involucro e al 75% se con l’intervento di miglioramento della prestazione energetica invernale ed estiva si consegue almeno la qualità media di cui al DM 26 giugno 2015. Una ulteriore novità è che le detrazioni sono usufruibili anche dagli Istituti Autonomi Case Popolari per interventi di efficienza energetica realizzati su immobili, di loro proprietà ovvero gestiti per conto dei comuni, adibiti a edilizia residenziale pubblica.

ca degliedifici esistenti, circa 3 milioni di interventi, con quasi 32 miliardi di euro investiti da parte delle famiglie. Poiché fino a settembre 2017 è ancora possibile la modifica dei dati relativi ad interventi realizzati nel 2016, il risparmio energetico di 0,1 Mtep/anno di energia primaria e finale conseguito in quest’ultimo anno è un dato ancora non consolidato. Il risparmio complessivo di energia primaria e finale nel periodo 2007-2016 è di circa 1,08 Mtep/anno (Tabella 2). E’ evidente che agli interventi sulle singole componenti (serramenti, schermature e caldaie a condensazione) si deve il maggior risparmio di energia primaria proprio per la loro praticabilità e sostenibilità economica. Novità della Legge di stabilità Occorre riconoscere che la legge di stabilità se da una parte toglie dall’altra apre anche la possibilità di detrazione a nuovi interventi: 1. sono detraibili al 65% le spese sostenute per l’acquisto e la posa in opera di micro-cogeneratori in sostituzione di impianti esistenti fino a un valore massimo della detrazione di 100mila euro, la condizione per ottenere il bonus è che l’intervento porti ad un risparmio di energia primaria pari al 20%. 2. Gli interventi di sistemazione a verde delle aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze e recinzioni, nonché la realizzazione di impianti di irrigazione e pozzi saranno incentivati con una detrazione fiscale dall’Irpef del 36% delle spese sostenute nel 2018, fino ad un massimo

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* Daniela Petrone, Vice Presidente ANIT.

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ISOLAMENTO AL CALPESTIO NELL’AMBIENTE RICEVENTE CON LE NUOVE UNI EN ISO 12354 di * Stefano Benedetti

È necessario quindi mettere in campo una buona progettazione acustica per riuscire a raggiungere risultati significativi senza essere “ingannati” dalle trasmissioni di fiancheggiamento del rumore, che aggirando il controsoffitto, ne riducono drasticamente l’efficacia. Da ottobre 2017 oltre che sulla necessaria esperienza si può contare sul nuovo metodo progettuale della UNI EN ISO 12354 parte 2 che permette di valutare il peso di tutti i percorsi laterali, oltre a quello diretto, sui quali vanno ad incidere contropareti e controsoffitto. L’immagine 1 rappresenta il percorso diretto e 2 dei 4 percorsi di fiancheggiamento valutati nel nuovo metodo di calcolo. Di seguito l’esempio di applicazione a un caso reale.

Premessa Intervenire sull’esistente per ridurre i rumori di calpestio del piano di sopra è sempre un compromesso. È evidente che il modo più efficace di risolvere il problema è agire sotto i piedi di chi lo genera. Le soluzioni sarebbero diverse, massetti galleggianti, pavimenti a secco, materiali sotto rivestimento o rivestimenti resilienti. Tuttavia questa strada spesso risulta impraticabile.

Caso studio Il caso studio riguarda la progettazione di un intervento di riduzione del rumore da calpestio con soluzioni tecnologiche applicate al solo ambiente ricevente. In questo caso si è potuto contare anche su una diagnosi fonometrica nello stato di fatto utile a modellizzare correttamente gli elementi che trasmettono il rumore. È stato applicato il metodo di calcolo semplificato della UNI EN ISO 12354 parte 2, metodo che permette la valutazione di ogni percorso laterale con indice unico, ovvero prestazione media già pesata sulle frequenze. La diagnosi fonometrica iniziale in genere risulta molto utile in caso di incertezza sulle stratigrafie coinvolte e per escludere evidenti ponti acustici impossibili da modellizzare. L’immagine 2 mostra la pianta dell’ambiente ricevente.

Immagine 1 – metodo di calcolo aggiornato

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Immagine 2 – ambiente ricevente del metodo di calcolo, è necessario conoscere la prestazione di potere fonoisolante delle pareti laterali e la modalità di connessione con il solaio divisorio. L’immagine 4 mostra la schermata del software con le informazioni sugli elementi e sulle prestazioni di ognuno.

Stato di fatto e misure fonometriche L’ambiente misurato è una camera da letto, la sorgente sonora di calpestio è stata posta al piano soprastante. I due ambienti hanno dimensioni simili. Le pareti e il solaio sono descritti nella tabella 1. Non è presente nessun sistema anticalpestio.

La prestazione di calpestio del solaio nudo è stata calcolata con la formula normativa aggiornata Ln,eq,0,w=160-35Log(m’) che è correttamente applicabile ai solai in laterocemento con uno strato di cls alleggerito, situazione leggermente diversa dalla condizione specifica del caso studio, in cui vi è anche un massetto di finitura e un rivestimento in parquet. Si è quindi aggiustato il valore allo scopo di raggiungere la prestazione di L’nw misurata in opera.

Le misure fonometriche hanno restituito un livello di calpestio L’nw=74 dB, valore presumibilmente raggiunto grazie alla presenza di un rivestimento in parquet poco rigido. Nell’immagine 3 è riportato il report di misura. Le misure sono state eseguite in accordo con la norma UNI EN ISO 16283 parte 2 aggiornata a gennaio 2016. Modello dello stato di fatto I due ambienti sovrapposti, le stratigrafie e le prestazioni di isolamento sono stati implementati nel software Echo 8, aggiornato con le nuove norme UNI EN ISO 12354 parti 1, 2 e 3. Per la valutazione delle trasmissioni laterali, in questa versione aggiornata

L’immagine 5 mostra la connessione di ogni elemento con il solaio e i relativi indici di riduzione delle vibrazioni Kij. L’immagine 6 i risultati finali. Le misure di diagnosi infine hanno potuto escludere la presenza di ponti acustici rilevanti.

Tabella 1

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Immagine 3 – report di misura di calpestio – stato di fatto

Immagine 4 – Elementi, masse superficiali, poteri fonoisolanti, livello di calpestio del solaio nudo

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Immagine 5 – connessione delle pareti con il solaio e riduzione delle vibrazioni di ogni giunto.

Immagine 6 – livelli di calpestio dovuti a ognuno dei percorsi evidenziati, e risultato finale Gli strato addizionali di progetto sono stati: controsoffitto pendinato con lastra da 15 kg/m2 e intercapedine da 7 cm riempita da materiale fonoassorbente, contropareti autoportanti con lastra da 10 kg/m2 e intercapedine da 5 cm riempita da materiale fonoassorbente. L’immagine 7 mostra la riduzione di livello di calpestio sul percorso diretto ∆Lw e

Stato di progetto Costruito il modello e validato con le misure di diagnosi è stato possibile progettare l’intervento di isolamento intervenendo solo nell’ambiente ricevente. Nel caso specifico, per via delle elevate trasmissioni laterali su tutte le pareti, è stato necessario prevedere sia un controsoffitto che quattro contropareti.

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ANIT Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico

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24-27 Gennaio 2018 BOLZANO

LE TECNOLOGIE PER L’ISOLAMENTO TERMICO E ACUSTICO

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ANIT Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico

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Siamo convinti che in Italia un progetto di qualità non può prescindere dal controllo del fabbisogno di raffrescamento e del comfort estivo. Quello che avete tra le mani, più che un libro da leggere dall’inizio alla fine, vuole essere una guida tecnica da tenere a portata di mano per imparare a governare le “prestazioni estive” degli edifici. Speriamo di essere riusciti in questo intento sia per chi affronta per la prima volta l’argomento sia per i progettisti più esigenti.

Guida pratica per capire e progettare il comfort e il fabbisogno estivo degli edifici

Buona lettura!

TEMI E CONTENUTI

PARTE 1: “Il tema estivo e il rispetto dei requisiti minimi” a cura di Giorgio Galbusera e Rossella Esposti PARTE 2: “Prestazioni estive dei materiali e delle strutture opache” a cura di Alessandro Panzeri e Claudia Salani

Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico

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PARTE 3: “Prestazioni estive delle strutture trasparenti” a cura di Alessandro Panzeri PARTE 4: “Comfort, temperatura e fabbisogno di raffrescamento” a cura di Giorgio Galbusera PARTE 5: “Appendici” Appendice A: Studio estivo ANIT Appendice B: L’influenza del colore


ANIT Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico

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Immagine 7 – riduzione di calpestio e incremento di potere fonoisolante

Immagine 8 – trasmissioni laterali e risultato finale dello stato di progetto Il caso specifico ha richiesto l’intervento su tutte le pareti oltre che sul controsoffitto ma non è sicuramente un risultato generalizzabile. L’approccio invece è generale, il modello implementato in echo 8, grazie alle nuove norme UNI EN ISO 12354, è risultato uno strumento flessibile in mano al progettista acustico, che ha potuto ottimizzare il progetto in funzione dell’obiettivo da raggiungere, scegliendo materiali, dimensioni e tecnologie. Nella tabella 2 è riportato il confronto tra i livelli sonori dei diversi percorsi nello stato di fatto e nello stato di progetto. Il miglioramento è stato di 10-15 dB su tutti i percorsi. Il risultato finale ha anche tenuto conto dell’incertezza di calcolo, stimata intorno a 2.6 dB in accordo con la norma stessa. Infine i risultati di progetto possono essere ritenuti ottenibili in opera solo se la posa in opera dei sistemi sarà effettuata a regola d’arte.

l’incremento di potere fonoisolante ∆Rw sui percorso laterali. La parete con prestazione più bassa è quella che migliora maggiormente dopo che è stata contro placcata. I giunti non vengono modificati con questo tipo di intervento. Il risultato finale è nell’immagine 8 che mostra percorsi laterali ridottissimi (livelli inferiori a 50 dB) e una persistenza del percorso diretto che tuttavia risulta inferiore al limite di 63 dB previsto dalla legislazione vigente. Lo strumento progettuale, così implementato, è stato necessario per valutare su quali elementi intervenire, con quale spessore di intercapedine e con quale tipologia di lastra di chiusura, avendo il chiaro obiettivo di rientrare nei limiti di legge. Conclusioni La diagnosi acustica ha permesso di validare il modello che si discostava leggermente dallo standard normativo. Le misure hanno anche escluso la presenza di specifici ponti acustici su cui concentrare l’intervento.

* Stefano Benedetti, esperto ANIT.

Tabella 2 – miglioramento dell’isolamento previsto dal progetto – valori arrotondati

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IL LUSSO DEL COMFORT ACUSTICO NEGLI EDIFICI RISTRUTTURATI di * Matteo Borghi

quali tecnologie si possono utilizzare e i limiti di legge in vigore. Di seguito si riportano alcune considerazioni sul tema estratte dalla nuova Guida ANIT.

INTRODUZIONE A volte si dimentica che un intervento di ristrutturazione può diventare una ottima occasione per migliorare le prestazioni di isolamento dai rumori dell’immobile. Se si scelgono in fase di progetto soluzioni tecnologiche adeguate è possibile ottenere il lusso di un ottimo comfort acustico a fine lavori. ANIT, Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico, ha realizzato per i propri soci la guida “Acustica e ristrutturazioni” che sintetizza

LA LEGISLAZIONE DI RIFERIMENTO Gli edifici di nuova costruzione devono rispettare i limiti di isolamento ai rumori indicati nel DPCM 5/12/1997 “Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici”. Le prescrizioni riguardano: • Isolamento dai rumori aerei tra differenti unità immobiliari

Tabella 1 – Descrittori del DPCM 5-12-1997

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Tabella 2 – Limiti del DPCM 5-12-1997

sono essere scaricati dal sito www.anit.it nella sezione “Leggi e norme – Acustica edilizia”.

• Isolamento dai rumori provenienti dall’esterno (isolamento di facciata) • Isolamento dai rumori da calpestio • Isolamento dai rumori degli impianti a funzionamento continuo e discontinuo • Tempo di riverberazione di aule scolastiche e palestre

A prescindere però da quanto indicato nella legislazione di settore, si suggerisce comunque di prendere sempre in considerazione nelle ristrutturazioni il tema dei requisiti acustici passivi. Infatti, se si considera che gli interventi di ristrutturazione vengono effettuati raramente sugli immobili, è più che opportuno “cogliere l’occasione” per migliorare le prestazioni acustiche dell’edificio, incrementandone il comfort abitativo e il valore commerciale.

Le Tabelle 1 e 2 definiscono i descrittori e i limiti da rispettare. Il Decreto non specifica se è obbligatorio rispettare le prescrizioni in caso di ristrutturazione o di cambio di destinazione d’uso di un edificio esistente. Su questo tema sono state pubblicate in questi anni varie indicazioni su circolari ministeriali, leggi regionali, regolamenti edilizi comunali e altri decreti. Ad esempio una circolare del Ministero dell’Ambiente del settembre 1998 indica che il DPCM 5-121997 è da applicare in caso di ristrutturazione. Dove per ristrutturazione si intende il rifacimento anche parziale di impianti tecnologici, delle partizioni orizzontali e verticali degli edifici, ed il rifacimento delle facciate esterne, verniciatura esclusa. Oppure la legge regionale numero 13 del 2001 della regione Lombardia, all’articolo 7 riporta che i progetti relativi ad interventi sul patrimonio edilizio esistente, che ne modifichino le caratteristiche acustiche, devono essere corredati da dichiarazione del progettista che attesti il rispetto dei requisiti acustici stabiliti dal DPCM 5/12/1997 e dai regolamenti comunali. Altri documenti riportano considerazioni differenti. Si segnala che i testi completi di leggi e circolari pos-

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Gli obiettivi in fase di progetto devono essere quelli di: • garantire un adeguato comfort acustico a coloro che abiteranno l’edificio riqualificato, migliorando i requisiti acustici passivi, in particolare se già non soddisfano il DPCM 5.12.1997 • limitare il disturbo che gli abitanti dall’unità ri qualificata potranno arrecare verso le unità vicine. È importante prendere in considerazione anche quest’ultimo aspetto in quanto alcuni interventi di ristrutturazione possono anche causare il peggioramento delle prestazioni acustiche preesistenti e comportare la nascita di contenziosi con i vicini di casa. Ad esempio: • L’asportazione della pavimentazione e del relativo strato di supporto e la sostituzione con piastrelle posate su un nuovo massetto, può comportare il peggioramento del livello di rumore

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da calpestio nell’appartamento sottostante. • Se si ristruttura un bagno in un condominio e si installano nuovi impianti (ad es. una nuova vasca idromassaggio), è concretamente possibile che verrà aumentato il livello di rumore da impianto nelle vicine unità immobiliari. • Alcune tipologie di contropareti possono peggiorare la prestazione fonoisolante delle partizioni su cui vengono applicate SOLUZIONI TECNOLOGICHE Se vogliamo migliorare i requisiti acustici passivi di un edificio esistente dobbiamo adottare adeguate soluzioni tecnologiche. La scelta di uno specifico prodotto o sistema costruttivo dipende da molti fattori ed è importante ricordare che una soluzione può determinare risultati differenti in base al contesto costruttivo in cui viene utilizzata. È quindi sempre opportuno far realizzare, prima dell’inizio dei lavori, una “diagnosi acustica” da un progettista qualificato. Sia per scegliere la soluzione più adeguata per il proprio intervento, sia per determinare l’entità del miglioramento delle prestazioni acustiche dell’edificio.

Figura 2: Isolamento in facciata. Il serramento può essere un ponte acustico • L’eventuale presenza di elementi acusticamente deboli (ponti acustici) può ridurre drasticamente l’efficacia di alcuni interventi. Si consideri ad esempio la necessità di dover incrementare l’isolamento acustico rispetto ai rumori esterni. Se si interviene solo sulle pareti e si trascurano eventuali serramenti caratterizzati da prestazioni molto scadenti, l’intervento può risultare poco efficace o nullo dal punto di vista acustico per l’intera facciata finestrata (Fig. 2). Al contempo si evidenzia però che se l’intervento di riqualificazione viene eseguito proprio sull’elemento debole, si possono ottenere elevati incrementi della prestazione fonoisolante complessiva.

Come considerazioni di carattere generale si evidenzia che: • I rumori si trasmettono dall’ambiente “emittente” all’ambiente “ricevente” attraverso vari percorsi. A volte pertanto non basta incrementare l’isolamento acustico di un unico elemento costruttivo per eliminare il disturbo (Fig. 1).

• La prestazione acustica in opera di un sistema costruttivo dipende in modo considerevole dalla sua corretta posa. Si raccomanda pertanto di curare sempre la posa dei materiali seguendo le prescrizioni fornite dal produttore, dal progettista acustico e le indicazioni riportate in specifiche norme tecniche. Di seguito si riportano alcune schede di soluzioni che possono migliorare i requisiti acustici di edifici esistenti. Per ognuna vengono riportati una breve descrizione e considerazioni sull’utilizzo e la corretta posa in opera. CONTROPARETI A SECCO L’intervento consiste nel rivestire una partizione esistente con una controparete a secco, costituita da lastre e materiale fonoassorbente in intercapedine, su orditura.

Figura 1: Trasmissione di rumore attraverso percorsi laterali

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A COSA SERVONO Le contropareti realizzate con sistemi a secco possono essere utilizzate per: • incrementare la prestazione fonoisolante delle pareti interne • incrementare la prestazione fonoisolante delle pareti di facciata • Ridurre le “trasmissioni strutturali” dei rumori (ad es. rumori da calpestio, rumori da impianti, trasmissioni laterali di rumori aerei) Le contropareti possono essere di tipo:

Su struttura autoportante

Collegate alla parete esistente

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L’incremento di potere fonoisolante (ΔRw) della partizione rivestita dipende da: • Tipologia di lastre utilizzate • Spessore del materiale fonoassorbente in intercapedine • Spessore dell’intercapedine • Presenza di connessioni rigide con la parete esistente e le strutture laterali (generalmente contropareti completamente desolidarizzate determinano prestazioni migliori rispetto a contropareti collegate alla parete esistente). • Presenza di scassi impiantistici nella controparete • Prestazione fonoisolante e massa della parete esistente CONTROPLACCAGGI L’intervento consiste nel controplaccare una partizione esistente con un sistema a secco, costituito da lastre preaccoppiate a materiale fonoassorbente o materiale resiliente.

A COSA SERVONO Come le contropareti a secco i controplaccaggi possono essere utilizzati per: • incrementare la prestazione fonoisolante delle pareti interne • incrementare la prestazione fonoisolante delle pareti di facciata • Ridurre le “trasmissioni strutturali” dei rumori (ad es. rumori da calpestio, rumori da impianti, trasmissioni laterali di rumori aerei)

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I controplaccaggi possono essere di tipo:

A COSA SERVONO Come per le contropareti a secco le contropareti “pesanti” possono essere utilizzate per: • incrementare la prestazione fonoisolante delle pareti interne • incrementare la prestazione fonoisolante delle pareti di facciata • Ridurre le “trasmissioni strutturali” dei rumori (ad es. rumori da calpestio, rumori da impianti, trasmissioni laterali di rumori aerei)

Incollati alla parete esistente

Incollati e tassellati alla parete esistente L’incremento di potere fonoisolante dipende in sostanza dai medesimi fattori delle controparti a secco. Se si vuole ottenere un miglioramento del potere fonoisolante della parete è necessario utilizzare materiali con elevate caratteristiche elastiche e adeguata rigidità dinamica. Materiali non elasticizzati generalmente non forniscono alcun beneficio e anzi, se comportano l’innescarsi di fenomeni di risonanza a determinate frequenze, comportano un decremento della prestazione fonoisolante della parete. CONTROPARETI PESANTI L’intervento consiste nel rivestire una partizione esistente con una controparete costituita da elementi “pesanti”, quali ad esempio blocchi in calcestruzzo cellulare o laterizi, e materiale fonoassorbente o resiliente in intercapedine.

L’incremento di potere fonoisolante della parete esistente dipende da: • tipologia di materiali utilizzati (laterizi, intonaco, materiale isolante, ecc.) • potere fonoisolante e massa della parete rivestita

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Per il resto valgono in sostanza le medesime considerazioni espresse per le contropareti a secco. Si evidenzia in aggiunta l’importanza di verificare che il peso della controparete non gravi in modo eccessivo sul solaio esistente.

l’innescarsi di fenomeni di risonanza a determinate frequenze, possono determinare un decremento della prestazione fonoisolante della parete. Per la corretta posa dei sistemi ETICS si rimanda alle indicazioni dei produttori.

ISOLAMENTO CON SISTEMI ETICS I sistemi ETICS (External Thermal Insulation Composite Systems) permettono di isolare dall’esterno le pareti di facciata. L’intervento consiste, in estrema sintesi, nel realizzare un controplaccagio con materiale isolante e intonaco sulla partizione.

ISOLAMENTO CON INTONACO ISOLANTE Anche gli intonaci isolanti, come i sistemi ETICS, possono contribuire a incrementare la prestazione fonoisolante della parete opaca. L’intervento consiste, in sostanza, nell’applicare uno strato di intonaco isolante sulla parete esistente e l’eventuale incremento di potere fonoisolante è determinato dall’aumento di massa della partizione. Dipende quindi dalle caratteristiche della parete di base e dalla tipologia e dallo spessore dell’intonaco applicato.

Realizzare un isolamento con sistemi ETICS su una parete di facciata può contribuire a incrementare la prestazione fonoisolante della parete opaca. In merito all’efficacia dell’intervento valgono in sostanza le medesime considerazioni espresse per i sistemi ETICS. L’eventuale incremento di prestazione della parete opaca può essere valutato con calcoli ad hoc Per la corretta posa dei sistemi si rimanda alle indicazioni dei produttori. CONTROSOFFITTI CONTINUI L’intervento consiste nel realizzare un controsoffitto continuo a secco, costituito da lastre e materiale fonoassorbente in intercapedine.

La prestazione acustica ottenuta dipende dal tipo di ETICS utilizzato, dalle tecniche di posa, dalle caratteristiche della parete esistente. Si raccomanda pertanto, se necessario, di verificare tali aspetti con calcoli specifici. Anche la tipologia di materiale isolante incide sulla prestazione finale. Se si vuole ottenere un miglioramento del potere fonoisolante della parete è necessario utilizzare materiali con caratteristiche elastiche (EPS elasticizzato, fibra di legno, lana di legno, lane minerali, ecc.). Materiali non elasticizzati generalmente non forniscono alcun beneficio e anzi, nel caso comportino

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A COSA SERVONO I controsoffitti realizzati con sistemi a secco possono essere utilizzati per: 1. Incrementare la prestazione fonoisolante dei solai 2. Ridurre i rumori da calpestio 3. Incrementare l’isolamento delle falde del tetto

I controsoffitti possono essere di tipo:

1 Ribassati (collegamento tramite pendini)

In aderenza (collegamento con distanziatore)

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Autoportanti (collegamento a parete) 3 Inoltre il controsoffitto, se accoppiato a contropareti, può contribuire a incrementare la prestazione fonoisolante delle pareti riducendo un percorso laterale.

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L’incremento di potere fonoisolante determinato da un controsoffitto dipende in sostanza dai medesimi fattori delle controparti a secco.

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Si evidenzia che per i controsoffitti ribassati, esistono in commercio pendini “antivibranti” che possono contribuire a ridurre ulteriormente la trasmissione di vibrazioni tra controsoffitto e solaio.

Questi, se caratterizzati da bassa prestazione fonoisolante rispetto alle pareti opache, sono i principali responsabili dell’isolamento di facciata. Come già indicato in precedenza un corretto intervento su questi elementi può quindi determinare un sensibile miglioramento dell’isolamento ai rumori esterni.

Inoltre l’utilizzo di più strati lastre, o di lastre accoppiate a specifici materiali fonoisolanti, può migliorare ulteriormente le prestazioni del sistema.

Per individuare quali sono gli elementi acusticamente deboli della facciata può risultare particolarmente utile eseguire una misurazione fonometrica anteoperam. La sostituzione degli elementi esistenti con altri più performanti è in genere la soluzione più efficace. Per i cassonetti si segnala che esistono in commercio sistemi fonoisolanti e fonoassorbenti da inserire all’interno dell’elemento, se vi è lo spazio necessario, per incrementare le prestazioni termiche e acustiche. Per le bocchette di aerazione invece sono presenti sul mercato ingressi aria di tipo silenziato che, grazie a una struttura interna a labirinto, riducono sensibilmente l’ingresso dei rumori esterni.

INTERVENTI SU SERRAMENTI, CASSONETTI E BOCCHETTE DI AERAZIONE Generalmente gli elementi “acusticamente deboli” sulle facciate sono i serramenti, i cassonetti e le bocchette di aerazione.

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In tutti i casi è di fondamentale importanza la corretta posa in opera degli elementi. La norma UNI 11296 fornisce alcune indicazioni in merito.

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Immagini tratte da UNI 11296 Un ulteriore intervento, che può determinare un sensibile incremento della prestazione fonoisolante della facciata, è la posa di un secondo serramento esterno.

Questo, oltre a schermare il serramento esistente, può contribuire a eliminare il ponte acustico determinato dalla presenza del cassonetto. CONTROLLO DELL’ACUSTICA INTERNA: PANNELLI, CONTROSOFFITTI, INTONACI La correzione acustica di un ambiente deve essere progettata in funzione della destinazione d’uso dell’ambiente stesso e dipende dalle sue caratteristiche geometriche. Può essere eseguita posizionando a parete o a soffitto specifici materiali o sistemi fonoassorbenti, in grado di ridurre le riflessioni delle onde sonore. Tra le soluzioni vi sono:

Posa di pannelli fonoassorbenti

Realizzazione di controsoffitti o contropareti fonoassorbenti

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Applicazione di intonaci fonoassorbenti

In sostituzione a elementi di controsoffitti modulari

Ogni soluzione è caratterizzata da specifiche prestazioni che variano in base alla tipologia di materiale utilizzato e al suo posizionamento nell’ambiente.

Altri elementi che possono contribuire a correggere l’acustica interna sono: • Elementi di arredo con caratteristiche fonoassorbenti (ad es. tendaggi, sedie, ecc.) • Rivestimenti a pavimento fonoassorbenti (ad es. moquette, tappeti, ecc.)

Tra le possibili tecniche di posa dei pannelli fonoassorbenti vi sono:

CONCLUSIONI In questo articolo si è cercato di evidenziare che anche in caso di ristrutturazione è possibile concedersi il “lusso” di ottenere un buon comfort acustico al termine dei lavori. Esistono specifiche soluzioni tecnologiche che, se correttamente posate in opera, consentono di ridurre la percezione dei rumori e limitare il disturbo verso le altre abitazioni. Una diagnosi acustica preventiva può aiutare a individuare quali interventi è opportuno realizzare. L’articolo ha riportato considerazioni inerenti alcune possibili soluzioni tecnologiche. Ulteriori informazioni sono riportate nella nuova Guida ANIT “Acustica e ristrutturazioni”.

In aderenza alla partizione (parete o soffitto)

* Matteo Borghi, Esperto Acustica ANIT

Sospesi a isola (in orizzontale) Per approfondimenti, scarica la Guida Acustica e ristrutturazioni da www.anit.it

Sospesi a baffles (in verticale)

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PROGETTARE CON LA SIMULAZIONE DINAMICA. UN ESEMPIO DI APPLICAZIONE PRATICA : la nuova sede della DURST Group a Bressanone di * Anna Maria Atzeri * Articolo apparso ad Ottobre 2017 sul n. 3 di Casaclima DueGradi. di comfort termico. Come caso studio per la simulazione sarà utilizzata una porzione di un edificio per uffici in corso di realizzazione nell’area industriale di Bressanone. L’edificio in oggetto ospiterà la sede di rappresentanza della DURST Group, produttore leader mondiale di sistemi di stampa inkjet per applicazioni industriali.

La simulazione dinamica degli edifici rappresenta, in alcuni casi specifici, uno strumento di valutazione indispensabile per determinare se le scelte progettuali effettuate saranno in grado di garantire la prestazione energetica richiesta dalla committenza e idonee condizioni di comfort indoor per gli occupanti. Questo, sempre tenendo ben presente che la simulazione dinamica costituisce una possibile rappresentazione della realtà, e non deve essere interpretata come una sua fedele riproduzione. Ma cosa significa, realmente, progettare un edificio utilizzando i risultati di una simulazione dinamica? Per rispondere a questa domanda, in questo articolo, saranno riportati alcuni degli output utilizzabili per analizzare la prestazione di due ambienti tipo del terziario, in termini sia di prestazione energetica che

Il caso studio: considerazioni generali L’edificio si articola su 5 piani fuori terra e la sua estensione e distribuzione planimetrica variano a seconda del piano considerato. All’interno si trovano ambienti tipici del terziario, ma con caratteristiche e richieste funzionali diverse tra di loro. Il progetto relativo alla nuova sede della Durst (Figura 1) riassume alcune delle caratteristiche che giustificano il ricorso

Figura 1: visualizzazione dell’intervento - Foto: Studio di architettura Monovolume - architecture+design

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Figura 2: prospetto sud-ovest - Foto: Studio di architettura Monovolume - architecture+design alla simulazione dinamica, sia da un punto di vista progettuale che economico. La preponderanza di elementi di involucro trasparenti rispetto alle strutture opache, anche se caratterizzati da bassi valori di trasmissione solare, può infatti determinare un eccessivo incremento della temperatura dell’aria interna, con implicazioni potenzialmente negative sia sui consumi energetici per raffrescamento che sul comfort termico. Come già sottolineato nel precedente articolo, utilizzare un dato mensile per rappresentare la variabilità della radiazione solare in ingresso potrebbe non essere sufficiente. In particolar modo se si considera che i carichi termici ad essa dovuti, si sommano a quelli legati alla presenza di persone, apparecchiature elettriche e luminose. Componenti queste particolarmente gravose quando si considerano edifici del terziario, anche per la loro contemporaneità rispetto alla presenza del sole. Inoltre, ambienti caratterizzati da grandi superfici vetrate dovrebbero essere analizzati attentamente anche dal punto di vista visivo, per evitare condizioni di discomfort da abbagliamento dovuto ad una non ottimale gestione della presenza di luce naturale.

re il dimensionamento dell’impianto HVAC nella sua interezza, ma piuttosto per la stima delle potenze necessarie a mantenere le temperature di set-point desiderate. Attraverso gli output della simulazione si potrà rispondere, in prima battuta, alle seguenti domande: sarà in grado un impianto radiante di coprire i fabbisogni degli ambienti analizzati? In caso positivo, quale dovrà essere la taglia del generatore? Una volta determinata la potenza che l’impianto, qualunque esso sia, dovrà essere in grado di erogare al sistema edificio per la climatizzazione estiva ed invernale, considerando in maniera dinamica il contributo che l’involucro, i carichi termici e la forzante esterna, ossia il clima, possono dare, i progettisti potranno usare questo dato per

Progettazione impiantistica e simulazione dinamica. Chi fa cosa? Una delle soluzioni valutate dal team di progettazione per il riscaldamento e il raffrescamento degli ambienti, prevedeva l’utilizzo di un impianto radiante installato a soffitto coadiuvato dalla Ventilazione Meccanica Controllata (VMC) con batteria di pre-riscaldamento e pre-raffrescamento. L’analisi portata avanti in questo articolo si basa su questa ipotesi progettuale. Si ritiene opportuno sottolineare che, come spesso capita, la simulazione dinamica non è stata utilizzata per effettua-

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Figura 3: vista assonometrica sud-ovest/sud-est Foto: Studio di architettura Monovolume - architecture+design

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valutare se le scelte fatte collimano con le potenzialità dell’impianto di climatizzazione scelto. Partendo da questi presupposti di analisi, l’impianto HVAC è stato modellato come un’unità ideale a tutta aria, senza tener conto, ad esempio, di diametri e lunghezze degli elementi di distribuzione. L’impianto, in altre parole, è trattato come un’unità in grado di miscelare l’aria esausta della zona termica con una specifica quantità di aria esterna e quindi di aggiungere o rimuovere la corretta quantità di calore e umidità con un’efficienza pari al 100% in modo tale da produrre un flusso d’aria in immissione alle condizioni specifiche di temperatura proprie della zona termica considerata. Inoltre, non dovendo neppure procedere al dimensionamento dell’impianto VMC, esso è stato considerato semplicemente come un ulteriore carico termico, ossia una potenza negativa sottratta al sistema edificio durante i momenti di raffrescamento, e una potenza positiva, quindi somministrata al sistema, durante i momenti di riscaldamento.

Come rappresentare il clima e quali dati utilizzare L’analisi è stata effettuata utilizzando un file climatico su base oraria genera- to partendo dai dati medi mensili della città di Bolzano riportati all’interno della norma UNI 10349-1:2016. Attraverso un generatore di file climatici si è passati dai valori mensili a quelli orari di temperatura e umidità dell’aria e radiazione solare. Ai profili orari cosi generati di temperatura dell’aria esterna e umidità relativa, è stata apportata una correzione in modo tale da tener conto della differenza di quota tra il capoluogo di Provincia e Bressanone. I dati climatici utilizzati derivano da rilevazioni meteo risalenti agli anni compresi tra il 2005 e il 2015, in grado quindi di tenere conto degli effetti sul clima della zona dovuti al cambiamento climatico avvenuto negli ultimi anni (Figura 4 e Figura 5).

Figura 4: Confronto profilo orario temperatura aria esterna UNI 10349:1994 e UNI 10349:2016

Figura 5: Confronto relazione solare globale sul piano orizzontale UNI 10349:1994 e UNI 10349:2016

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gli ambienti è stato considerato un profilo di occupazione, espresso come frazione del tasso di occupazione, diverso a seconda dell’ambiente considerato. Anche il profilo di funzionamento delle apparecchiature elettriche e delle luci è espresso come frazione in funzione dello specifico ambiente, in questo caso rispetto alla potenza a metro quadro installata. Nelle immagini successive, saranno riportati solo i dati legati ai due ambienti principali, la sala conferenze e la sala d’attesa, sia perché le richieste in termini di temperatura dell’aria interna da soddisfare sono coincidenti, sia perché sono ovviamente quegli ambienti dove le aspettative di comfort mantenuto da parte degli utenti risultano essere più stringenti.

Le zone termiche analizzate: caratteristiche termo-fisiche e profili di regolazione Come ambiente tipo è stato scelto l’intero quinto piano dell’edificio (Figura 2), di forma quadrangolare ed articolato in due ambienti principali caratterizzati da un uso continuativo, una sala conferenze di circa 70mq ed una sala di attesa di circa 40mq, ed un blocco servizi che contiene gli elementi di connessione verticale, scala e ascensore. Le facciate orientate a NO e NE sono completamente vetrate, mentre quelle orientate a SO e SE presentano un rapporto tra superfici opache e trasparenti di circa il 16%. Ogni ambiente (sala conferenze, sala d’attesa e vano scala) è stato trattato come una zona termica a sé stante. In parte, perché diverse erano le temperature di set-point inverno-estate richieste, 20-26 °C per la sala conferenze e la sala d’attesa e 18-28 °C per il vano scala, in parte perché ogni ambiente risultava essere caratterizzato da carichi termici interni profondamente diversi. Il solaio inferiore verso il piano quarto è stato supposto adiabatico, in quanto le condizioni di temperatura dovrebbero essere coincidenti, mentre il solaio superiore, sul quale troverà posto una terrazza, è stato considerato confinante con l’ambiente esterno. Le caratteristiche termofisiche degli elementi di involucro sono riportate nelle seguenti tabelle (Tabella 1 e Tabella 2). Per tutti

Leggere e interpretare i risultati della simulazione. Quali informazioni utili per il team di progettazione? La Figura 7 rappresenta il fabbisogno di riscaldamento dei due ambienti principali. I periodi più critici, sono rappresentati dai mesi invernali centrali. In questo periodo, il contributo dell’impianto di riscaldamento appare indispensabile per mantenere le condizioni di temperatura dell’aria interna richieste. Al contrario, nei restanti mesi che fanno parte della stagione di riscaldamento, la temperatura

Tabella 1: caratteristiche termo-fisiche degli elementi di involucro opachi

Tabella 2: caratteristiche termo-fisiche degli elementi di involucro trasparenti

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Figura 6: Planimetria quinto piano dell’edificio - Foto: Studio di architettura Monovolume - architecture+design

di setpoint è garantita grazie alle caratteristiche dell’involucro e al contributo dei carichi interni ed esterni (persone, apparecchiature elettriche, VMC e guadagni solari). Anche il mese di aprile risulta essere un periodo critico, presumibilmente per il persistere di condizioni climatiche da considerare ancora come invernali nonostante le ipotesi fatte lo collochino al di fuori della stagione di riscaldamento. Una situazione completamente diversa è quella descritta nella Figura 8, che evidenzia la presenza di

carichi per raffrescamento praticamente durante tutto l’anno. È da premettere che nella simulazione effettuata, non è stato considerato alcun sistema di schermatura, ipotizzando di affidarsi totalmente alle caratteristiche dei vetri, che rispettano pienamente le richieste della normativa vigente in termini di fattore solare g. Osservando il profilo riportato nella Figura 8, si può ipotizzare la necessità di utilizzare comunque sistemi di schermatura su tutte le superfici vetrate, a prescindere dal loro orientamento, in modo tale

Figura 7: Fabbisogno di riscaldamento quota sensibile

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Figura 8: Fabbisogno di raffrescamento quota sensibile

Figura 9: Temperatura aria interna 5° piano – settimana tipo luglio

Figura 10: Temperatura operativa 5° piano – settimana tipo luglio

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Figura 11: Temperatura aria interna 5° piano – settimana tipo gennaio

Figura 12: Temperatura operativa 5° piano – settimana tipo gennaio

da scongiurare un eccessivo carico termico dovuto alla radiazione solare, come sottolineato dal grafico, e l’insorgere di condizioni di discomfort termico e visivo. La Figura 9 e la Figura 10 riportano l’andamento della temperatura dell’aria e della temperatura operativa per una settimana tipo del mese di luglio. Così come indicato nella EN ISO 7726:2001 (CEN 2001), la temperatura operativa può essere definita come la temperatura uniforme di un ambiente fittizio in cui un soggetto scambierebbe per irraggiamento e convezione la stessa energia che scambia nell’ambiente reale, generalmente non uniforme. Essa è data dalla combinazione tra la temperatu-

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ra dell’aria e la temperatura media radiante. In definitiva, la temperatura operativa rappresenta la reale temperatura percepita dagli occupanti, in quanto tiene conto anche dell’effetto dovuto alle temperature delle superfici che delimitano l’ambiente e che potrebbero causare fenomeni di discomfort locale. Si pensi ad esempio alla sgradevole sensazione che si percepisce in inverno quando ci si siede vicino ad una finestra con valori scadenti di isolamento. I grafici sottolineano ancora più chiaramente come l’impianto ipotizzato gestisca con difficoltà la variabilità della temperatura interna, il cui andamento la porta al di fuori dei range di comfort imposti dalla norma, pari a 23-26 °C in

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Figura 13: Temperatura dell’aria interna sala conferenze orario di occupazione

Figura 14: Temperature dell’aria interna sala d’aspetto orario di occupazione

punto di vista impiantistico, è necessario valutare attentamente l’influenza dei diversi carichi ipotizzati, distinguendo tra i vari contributi. Questo per capire se le condizioni ipotizzate in termini di guadagni interni rappresentino dei casi limite o lo standard, o se magari influisca maggiormente il comportamento passivo dell’involucro. La sala d’attesa, ad esempio, pur caratterizzandosi per un minor peso dei carichi interni dovuti a persone o apparecchiature, ha una maggiore percentuale di superficie trasparente, specialmente la parete Nord-Ovest che risulta essere totalmente vetrata.

raffrescamento, per edifici ad uso ufficio di Categoria II. Categoria che dovrebbe rappresentare lo standard per le nuove costruzioni (UNI EN 15251:2008 - CEN 2007, Tabella 3). Ambiente Sala conferenze Sala d’attesa

PPD < 10% 531 960

Tabella 3: Percentuale Prevista di Insoddisfatti (PPD) Ovviamente, prima di pensare di dover ricorrere ad una soluzione diversa rispetto a quella proposta dal

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notturno considerando le caratteristiche climatiche della zona, oppure utilizzare un altro sistema di distribuzione. Il progettista architettonico, eventualmente coadiuvato dal consulente energetico, avrà la possibilità di valutare in maniera più approfondita le scelte fatte in termini di involucro trasparente introducendo presumibilmente, dei dispositivi di schermatura, magari calibrati in funzione delle specifiche condizioni ambientali. È bene ricordare che i software di simulazione dinamica non possono essere utilizzati come delle black box. Il progettista deve valutare con molta attenzione sia il valore dei dati di input che il modello di calcolo implementato. Nel primo caso, come con i software che utilizzano il metodo semistazionario, la normativa può venirci in aiuto, indicandoci dei valori di riferimento, ma “limitandoci” nel tarare la nostra simulazione rispetto al caso reale che si sta analizzando. Nel secondo caso è il progettista che deve possedere le competenze necessarie per fare le dovute valutazioni. Fatte queste precisazioni, i risultati mostrati in questo articolo ci permettono sicuramente di affermare che la simulazione dinamica rappresenta un utile, e particolarmente potente, strumento di analisi, in grado di supportare l’intero team di progettazione durante l’intero iter progettuale, possibilmente già dalle prime fasi di esso. E se la stessa analisi fosse stata portata avanti con un software che utilizza il metodo semi-stazionario? In quel caso non avremmo potuto adattare i profili di occupazione, né l’entità dei carichi interni da apparecchiature elettriche o luminose, al nostro specifico caso studio. Né saremmo stati in grado di analizzare come la temperatura interna o i fabbisogni cambino ora per ora, allo scopo di individuare quali elementi influiscono maggiormente sul loro valore.

Questo determina picchi di temperatura che raggiungono i 30 °C durante i giorni lavorativi per poi aumentare ancora durante il fine settimana. La sala conferenze, pur superando anch’essa i limiti di riferimento, essendo caratterizzata da un rapporto percentuale inferiore tra vuoti e pieni, non supera mai i 29 °C. Nel mese di gennaio l’andamento delle temperature appare in linea con le richieste, garantendo il rispetto del range 20 – 24 °C durante il periodo di occupazione. La caduta repentina della temperatura durante il fine settimana, quando l’impianto lavora su temperature di set-point inferiori, sottolinea la sua importanza nel mantenere idonee condizioni indoor. Ciò nonostante, se si analizza la temperatura dell’aria durante le ore di occupazione nel corso dell’intero anno si nota come le problematiche maggiori, in entrambi gli ambienti, siano legate ad una temperatura dell’aria generalmente troppo elevata, sia durante la stagione estiva che in quella invernale. Per analizzare la performance degli ambienti simulati dal punto di vista del comfort termico si fa riferimento ad uno degli indicatori suggeriti dalla norma europea EN ISO 7730:2005 (CEN 2005), ossia il PPD, che esprime la percentuale prevista di insoddisfatti. I valori che ne scaturiscono sono quelli riportati nella Tabella 3: L’indicatore proposto tiene conto della temperatura operativa (media tra la temperatura dell’aria e quella media radiante delle pareti), dell’umidità relativa e della velocità dell’aria negli ambienti; dell’abbigliamento degli occupanti e dell’attività da essi svolta. Considerando che mediamente in un anno le ore totali di lavoro sono circa 2860, con un periodo di occupazione dalle 8:00 alle 18:00, gli ambienti presi in esame sono in grado di garantire le condizioni di comfort indicate dalla normativa UNI EN 15251:2008 (CEN 2007) per il 18% del tempo nel caso della sala conferenze e per il 33,5% nel caso della sala d’aspetto.

* Anna Maria Atzeri, Dottore di Ricerca in “Sustainable Energy and Technologies”, M. Sc. CasaClima, è attualmente Assegnista di Ricerca e docente a contratto per il corso di “Progettazione dei sistemi di illuminazione artificiale e naturale” del Master in Ingegneria Energetica presso la LUB. Si occupa di consulenze finalizzate alla progettazione di edifici ad alta efficienza, sia per quanto riguarda la prestazione energetica che le condizioni di comfort indoor.

Conclusioni Quali sono, quindi, le conclusioni che possiamo trarre dall’analisi? Un ingegnere termotecnico esperto sarà sicuramente in grado, partendo dai valori delle potenze forniti, di valutare se un impianto radiante sia la scelta ideale. Se sarà necessario integrare l’impianto, magari ricorrendo al free cooling

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A N I T Strumenti ANIT di supporto alla professione.

SOFTWARE ANIT PER I SOCI ANIT sviluppa e distribuisce strumenti di supporto alla professione legati all’analisi energetica, igrotermica e acustica dell’edificio. I Soci ANIT hanno la possibilità di scaricare la SUITE ANIT, una raccolta di software per la professione comprendente: ECHO, PAN, IRIS e LETO. La SUITE ANIT è attiva durante l’anno di Associazione e si riattiva con il rinnovo. Sono compresi gli aggiornamenti dei singoli software elaborati durante l’anno.

Software ECHO 8 - Progettazione e verifica delle caratteristiche acustiche degli edifici, secondo il DPCM 5.12.97. - I calcoli sono eseguiti per indici di valutazione. - Determinazione della classe acustica dell’unità immobiliare. Software aggiornato con le UNI EN ISO 12354 (del 2017).

Software PAN 7 Software ANIT

Sviluppato da TEP s.r.l.

PAN 7

Analisi termica, igrometrica e dinamica dell’involucro opaco.

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Calcolo dei parametri estivi ed invernali delle strutture opache Trasmittanza EN ISO 6946; Attenuazione e sfasamento la UNI EN ISO 13786; Verifica termo-igrometrica secondo UNI EN ISO 13788;

L’uso del presente software e dei relativi risultati sono di esclusiva competenza e responsabilità dell’utente. Tutti i diritti riservati. Qualsiasi riproduzione non autorizzata è vietata.

Maggiori informazioni e contatti: www.anit.it - software@anit.it

Software IRIS 4 Software ANIT

Sviluppato da TEP s.r.l.

IRIS 4.1

- Calcolo dei Ponti Termici agli elementi finiti - Calcolo del rischio di condensa e muffa

Simulazione dei ponti termici agli elementi finiti secondo UNI EN ISO 10211. L’uso del presente software e dei relativi risultati sono di esclusiva competenza e responsabilità dell’utente. Tutti i diritti riservati. Qualsiasi riproduzione non autorizzata è vietata.

Maggiori informazioni e contatti: www.anit.it - software@anit.it

Software LETO 4 Sofware per il calcolo del fabbisogno energetico degli edifici secondo UNI/TS 11300 (aggiornato al DM 26/6/15) La versione di Leto è stata protocollata al CTI e quindi impiegabile ai fini della certificazione energetica e della compilazione delle Legge 10/91.

Software APOLLO 1 Software ANIT

Sviluppato da TEP s.r.l.

APOLLO 1.0 Analisi dell’involucro trasparente e controllo delle schermature.

- Calcolo del valore di trasmittanza termica del serramento Uw in accordo con norma di calcolo UNI EN 10077-1 - Calcolo del valore di coefficiente di trasmissione solare totale ggl+sh secondo UNI EN 133363-1

L’uso del presente software e dei relativi risultati sono di esclusiva competenza e responsabilità dell’utente. Tutti i diritti riservati. Qualsiasi riproduzione non autorizzata è vietata.

Maggiori informazioni e contatti: www.anit.it - software@anit.it

Scarica le versioni DEMO 30 GIORNI da www.anit.it - Per ricevere i software diventa SOCIO ANIT. neo-Eubios 62

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A N I T Strumenti ANIT di supporto alla professione.

Volume 1 - I materiali isolanti

A 10 anni dall’emanazione del Dlgs 192/05, il mondo dell’efficienza energetica applicata all’edilizia cambia nuovamente le regola del gioco.

- I meccanismi di trasmissione del calore - Gli isolanti - La reazione al fuoco 27 schede di materiali isolanti con le relative caratteristiche principali.

270 pp., Ed. TEP srl 2015 ISBN: 978-88-905300-9-8 25 euro (IVA incl.)

196 pp., Ed. TEP srl, 2016 ISBN: 978-88-941536-0-6 25 euro (IVA incl.)

Nuova edizione 2018, pubblicata a breve.

ISBN: 978-88-905300-9-8

Volume 3 - Manuale di acustica edilizia Il manuale è stato sviluppato con l’intento di fornire informazioni specifiche, in maniera semplice e chiara, ai tecnici che decidono di approfondire il tema ell’acustica edilizia.

Volume 4 - Muffa, condensa e ponti termici La Guida completa all’analisi igrotermica degli edifici. Completamente rinnovato nei contenuti per offrire ai professionisti un valido strumento sull’importanza del controllo delle prestazioni igrotermiche delle strutture.

Volume 3 Manuale di acustica edilizia Guida pratica per capire e rispettare le regole sull’efficienza energetica degli edifici e degli impianti.

176 pp. Ed. TEP srl, 2016 ISBN: 978-88-941536-2-0 25 euro (IVA incl.)

Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico

Volume 5 - Prestazioni estive degli edifici - Efficienza estiva: l’inquadramento legislativo - Prestazioni estive delle strutture opache - Prestazioni estive delle strutture trasparenti - Il bilancio energetico della zona termica 153 pp., Ed. TEP s.r.l. 2017 ISBN: 978-8894153613 25 euro (IVA incl.)

Volume 2 - Guida alla nuova Legge 10

Volume 6 - La classificazione acustica delle unità immobiliari Vengono spiegati i contenuti della norma UNI 11367/2010 che definisce per la prima volta in Italia le procedure per classificare acusticamente le unita’ immobiliari sulla base di misurazioni fonometriche eseguite sull’immobile.

Volume 5 Prestazioni estive degli edifici Guida pratica per capire e progettare il comfort e il fabbisogno estivo degli edifici

160 pp., Ed. TEP srl, 2013 ISBN: 978-88-905300-4-3 25 euro (IVA incl.)

Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico

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Strumenti per i SOCI ANIT I soci ANIT ricevono: LA SUITE DEI SOFTWARE ANIT

I programmi ANIT permettono di affrontare tutti gli aspetti della progettazione termica e acustica in edilizia. La SUITE è utilizzabile durante i 12 mesi di associazione e può essere installata su 3 computer.

TUTTE LE GUIDE ANIT

Le GUIDE ANIT spiegano in modo semplice e chiaro la normativa del settore e sono costantemente aggiornate con le ultime novità legislative. I Soci possono scaricare tutte le GUIDE dal sito www.anit.it

SERVIZIO DI CHIARIMENTO TECNICO I SOCI possono contattare lo Staff ANIT, via mail o per telefono, per avere chiarimenti sull’applicazione della normativa di settore.

LA RIVISTA NEO-EUBIOS

I Soci ANIT ricevono 4 numeri della rivista Neo-Eubios. Neo-Eubios è «La rivista» per l’isolamento termico e acustico. Si rivolge ai professionisti con un taglio scientifico e approfondito e prevede 4 uscite ogni anno.

I SOCI possono accedere a tutti gli strumenti effettuando il LOGIN al sito www.anit.it con le proprie credenziali. Nella pagina “Il mio account” sono riportate le informazioni per ottenere software, chiarimenti tecnici e Guide ANIT. Tutti i servizi sono attivi durante i 12 mesi di associazione.

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Chi è ANIT ANIT è l’Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e Acustico. Fondata nel 1984, essa fornisce i seguenti servizi:

- stabilisce un centro comune di relazione tra gli associati; - promuove e diffonde la normativa legislativa e tecnica; - assicura i collegamenti con le personalità e gli organismi italiani ed esteri interessati alle problematiche di energetica e acustica in edilizia; - effettua e promuove ricerche e studi di carattere tecnico, normativo, economico e di mercato; - fornisce informazioni, consulenze, servizi riguardanti l’isolamento termico ed acustico ed argomenti affini; - organizza gruppi di lavoro all’interno dei quali i soci hanno la possibilità di confrontare le proprie idee sui temi dell’isolamento termico e acustico; - diffonde la corretta informazione sull’isolamento termico e acustico; - realizza e sviluppa strumenti di lavoro per il mondo professionale quali software applicativi e manuali. I SOCI Sono soci ANIT individuali: professionisti, studi di progettazione e tecnici del settore. Ogni Socio può, a titolo gratuito, promuovere localmente la presenza e le attività dell’Associazione. Sono Soci Onorari: Enti pubblici e privati, Università, Ordini professionali, ecc. Sono Soci Azienda: produttori di materiali e sistemi del settore dell’isolamento termico e/o acustico. Tutti i soci ricevono comunicazione delle novità delle normative legislative e tecniche, delle attività dell’Associazione - in tema di risparmio energetico, acustica, e protezione dal fuoco - oltre che gli strumenti e i servizi forniti quali volumi, software, e sconti. LE PUBBLICAZIONI ANIT mette a disposizione volumi di approfondimento e di supporto alla professione, manuali divulgativi, sintesi di chiarimento della legislazione vigente per i requisiti acustici passivi degli edifici e per l’efficienza energetica degli edifici, scaricabili dal sito internet (per i soli Soci) e distribuite gratuitamente in occasione degli incontri e dei convegni ANIT. I CONVEGNI ANIT organizza convegni e incontri tecnici di aggiornamento GRATUITI per gli addetti del settore. Gli incontri vengono organizzati in tutta Italia presso gli Ordini professionali, le Provincie e i Comuni sensibili alle tematiche del risparmio energetico e dell’acustica in edilizia. Ad ogni incontro viene fornita documentazione tecnica e divulgativa fornita dalle Aziende associate ANIT.

Maggiori info su

www.anit.it


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´ neo-EUBIOS Periodico trimestrale anno XVIII - n. 62 Dicembre 2017 Direttore Responsabile Susanna Mammi Redazione TEP s.r.l. via Lanzone 31 20123 Milano tel 02/89415126

Grafica e impaginazione Claudio Grazioli Distribuzione in abbonamento postale Associato A.N.E.S. - Associazione Nazionale Editoriale Periodica Specializzata Stampa INGRAPH srl - via Bologna 104/106 - 20038 Seregno (MB)

Registrazione Tribunale di Milano n. 524 del 24/7/1999 Tutti i diritti sono riservati. Nessuna sezione della rivista può essere riprodotta in qualsiasi forma senza l’autorizzazione dell’Editore.


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