Inverno 2012 - Supplemento a Broadcast&Production 6/2012
Editore: NewBay Media Italy Srl - Direttore Responsabile: Andrea Rivetta - Stampatore: Sady Francinetti s.n.c.
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RADIO E IPAD
Communication multimédia - Tél. +33 (0)5 57 262 264 TriCaster, TriCaster 455, TriCaster 855, TriCaster 8000 ed il logo TriCaster sono marchi della NewTek, Inc. Copyright © 2012 NewTek, Inc. e 3D Storm. Tutti i diritti riservati, le specifiche del prodotto possono essere soggette a modifiche senza preavviso. Immagine non contrattuale.
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TriCaster è una soluzione completa e integrata per la produzione dal vivo. Un sistema che permette di realizzare simultaneamente uno streaming sul web, un segnale video Broadcast, e registrare la vostra produzione in HD o SD. Un mixer video multi camera, set virtuali, titolazione, grafica multi livello e effeti multi canale. Per conoscere il rivenditore autorizzato NewTek a voi più vicino contattate 3D Storm: info@newtek-europe.com, +33557262262
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Quando la radio morde la Mela con gusto Crawford Broadcast trasforma gli iPad di Apple in strumenti utili per le emittenti di Todd Dixon Todd Dixon, di CBNT, è assistente tecnico di Crawford Broadcasting Co. a Birmingham, in Alabama - USA Solo sei mesi fa, non sarei stato in grado di scrivere questo articolo in modo compiuto. Dei prodotti Apple ho fatto sempre un uso minimo, se non nullo. Per darvi un’idea, mia figlia si è diplomata e voleva un iPad, ma non me l’ha detto. Non voleva sentirlo pronunciare da me. Un giorno, all’inizio dell’autunno scorso, stavo discutendo di computer con un mio collega di Crawford Broadcast Alabama, il Capo Tecnico Stephen Poole, mentre eravamo in viaggio per raggiungere una postazione di trasmissione, ed è saltato fuori l’argomento del tablet. Stavamo pensando agli ambienti desktop e a cosa Microsoft proponeva su questa linea (ad esempio, la sua interfaccia Metro), e anche che le distribuzioni Linux avevano qualche nuovo ambiente desktop in uscita (Unity e Gnome 3 di Ubuntu). L’iOS 5 di Apple e il sistema operativo Android di Google facevano già la parte del padrone in questo campo. Tutte queste innovazioni per il desktop sono tese ad integrarsi pienamente nella crescente tendenza verso gli schermi “touch” tipici dei tablet.
Il troppo storpia sempre
necessità. In particolare, avevo alcune perplessità sui tablet. Quanto durano gli iPad? Non avevamo nessuna delle stampanti raccomandate (circa 10), per le quali fosse garantito il funzionamento con iPad, e ovviamente la possibilità di stampare i documenti non era in discussione. Poi gli iPad hanno una capacità di memoria limitata (fino a 64 GB): ma se serve più memoria, come si può risolvere il problema? Ero anche preoccupato di come le applicazioni per l’ufficio sarebbero state rese disponibili per un impiego di tipo commerciale. Non volevo mettere un giocattolo davanti ai nostri impiegati, sebbene molti ne fossero letteralmente innamorati. Ma questo mi ha colpito: la scuola che frequentano i miei figli si sta dotando di laboratori completamente basati su iPad. Ho scritto un’e-mail al loro staff IT e ho chiesto che mi dedicassero un po’ di tempo per discutere di come i tablet funzionino nel loro caso. Mi hanno prontamente risposto e abbiamo passato circa un’ora e mezza al telefono. Quando il personale IT mi ha detto che avevano oltre 800 iPad in servizio nel distretto e che solo due di essi erano tornati indietro rotti (uno dei quali per evidente negligenza), mi sono convinto della loro robustezza. Mi hanno spiegato che impostare un server per la stampa e qualche memoria di massa in rete avrebbe alleviato le altre mie preoccupazioni. Mi hanno anche assicurato che la suite di produzione per ufficio era all’altezza del compito. Con i risultati della mia ricerca in mano, ho dato a Laura e al Responsabile Finanziario di Crawford Broadcasting, Mike Cary, una giu-
stificazione per comprare tre Apple iPad. Per soli 2.200 dollari o poco più, ho comprato tre iPad (Wi-Fi, 32 GB) ciascuno con la sua penna per digitazione, la sua tastiera Bluetooth, la sua custodia e un po’di software. Parecchie caratteristiche chiave hanno fatto di iPad una scelta raccomandata. La prima è il prezzo, paragonabile a quello dei computer portatili. È stato come prendere apparecchiature equivalenti, allo stesso prezzo o a meno. La seconda ragione è il prezzo del software. Durante la mia ricerca, ho trovato che ciascun iPad può essere collegato a fino cinque Apple ID. In pratica, avrei potuto comprare il software una sola volta e installarlo su ciascun iPad che la società acquista. Così, come parte dei 2.200 dollari, è stata aggiunta una carta iTunes da 50 dollari per potere comprare applicazioni che sarebbero state parte dello “standard” che avrei avuto su ciascun iPad intestato alla società nella sede di Birmingham (dove avrebbero dovuto essercene 33). Come ho potuto verificare, questo è sia legale, sia eticamente corretto. Pensateci un minuto: ho comprato una serie di applicazioni per ufficio a 35 dollari e posso metterle su tutti gli iPad che comprerò qui. Se avessi comprato MS Office per un computer portatile, avrei pagato 149 dollari. Per il successivo, altri 149. A mio modo di vedere, il gioco vale la candela, già solo per questo risparmio economico. Altre considerazioni: gli impiegati riescono a produrre di più quando non devono aspettare che il software si carichi o il loro computer si avvii. Le applicazioni si aprono pressoché all’istante e l’iPad è in modalità “sempre acceso”. Permette anche ai nostri impiegati di essere
Mentre stavamo considerando tutto questo, abbiamo convenuto che i più recenti laptop quad-core con 4 GB di RAM erano davvero enormi rispetto a quel che serve alla maggiore parte dei nostri impiegati. Abbiamo concluso che circa l’85% di loro avrebbe potuto cavarsela con la potenza di calcolo offerta da un moderno tablet. La maggior parte degli impiegati utilizza il proprio computer per l’email, la navigazione Web e l’elaborazione dei testi, senza alcun particolare software per svolgere questi lavori. Dato che i moderni tablet oggi hanno processori dual core da oltre 1 GHz, con 1 GB di RAM, sono più che adatti per quel tipo di utilizzo. Alla fine dell’autunno Laura Scotti, il General Manager, mi ha chiesto di verificare se e come avremmo potuto far funzionare i tablet nella struttura di Crawford a Birmingham. Così, ho accettato la sfida per decidere se gli iPad di Apple avessero le carte in regola per soddisfare le nostre I N V E R N O
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Le notizie le trovi anche in www.webcastandproduction.it più mobili. Le batterie al loro interno durano grosso modo tutto il giorno con una singola ricarica. Con oltre 500.000 applicazioni disponibili sull’App Store di iTunes, i tablet diventano davvero il “coltellino svizzero” nel mondo dei computer. Infine, nel caso qualcuno decida di cambiare azienda, l’iPad è semplice da riportare alle impostazioni di fabbrica e tutto il software fondamentale che ho comprato si può caricare in circa 15 minuti. Con i nostri attuali portatili standard, questo procedimento richiede circa due ore.
Trovare le giuste cavie La parte difficile è iniziata quando li abbiamo messi nelle loro mani. Laura voleva che i tre iPad fossero dati a un redattore (Ashley Petty), a un venditore (Jennifer Paepcke) e a un membro del suo staff (Mark McCollister). In questo modo, lei avrebbe ottenuto un riscontro da loro, rispetto ai tre diversi tipi di lavoro, in base a come si fossero trovati, e avrebbe capito se fossero adatti ai nostri uffici. Il nostro pacchetto “standard” contiene le seguenti applicazioni: Keynote per le presentazioni, Numbers per i fogli elettronici, Pages per le pubblicazioni, iBooks come lettore di e-book, Dragon Dictation e l’audio editor Twisted-Wave. Il grande cambiamento, per noi utenti, è stato che l’Apple iOS richiede agli utenti Windows
di ragionare in un modo un po’ diverso per fare le varie cose. Lo definisco come una buca di sabbia: puoi giocarci con molti giochi tutto attorno, ma se il rastrello è troppo lontano della buca, devi comunque trovare un modo per prenderlo, o usare i giochi che hai a disposizione come un rastrello. Così, con l’iPad, quando un file viene creato con un’app, l’app “possiede” il file. Sebbene l’app sia programmata per “condividerlo” con le altre app (funzione detta “open in”), esso non è disponibile nelle altre app. La maggior parte del lavoro che ho fatto, è stato dedicato all’attivazione dei print server, dei file server di rete e all’installazione delle app, cosicché tutti gli utenti potessero lavorare in modo confortevole con iOS. Il software Colobos ha semplificato la parte del print server. Una volta che il software “Fingerprint” è stato installato su uno dei nostri computer, ha permesso a tutti gli iPad dell’edificio di vedere e utilizzare le nostre stampanti di rete. Ci è costato “ben” 10 dollari. Stiamo utilizzando un’app gratuita che si chiama WebDAV Navigator, per far sì che gli utenti iPad possano condividere e salvare i file e le cartelle in un modo a cui gli utenti Windows sono abituati. Ho assegnato a ciascuno dei nostri utenti iPad uno spazio su un Web server locale per salvare i file, il che permette loro di caricare o scaricare i loro documenti in sicurezza quando sono collegati a
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Internet con WebDAV. Dropbox e l’iCloud di Apple, entrambi basati su sistemi di salvataggio tipo “cloud”, sono stati utilizzati per spostare i file dove ce n’è bisogno. Dropbox permette ad ogni utente di immagazzinare 2GB di dati, gratuitamente. iCloud offre 5 GB di memoria di massa, gratuitamente, agli utenti Apple. Quello su ci sono dei limiti, come sempre, è la connettività. Abbiamo comprato le versioni Wi-Fi, ma la rete delle nostre apparecchiature non è accessibile da una rete Wi-Fi. Per avere questo tipo di collegamento, occorrerebbe accoppiare l’iPad ad un servizio dati prepagato di tipo cellulare, senza quindi avere dei reali benefici. Così, a malincuore, abbiamo deciso che siamo parte del 15% che dovrà continuare a usare una piattaforma di computer più convenzionale, sia con il Wi-Fi, sia con la connessione Ethernet, ovvero i nostri PC portatili! Con tutto ciò attorno a loro, le nostre tre “cavie” hanno abbandonato i loro vecchi PC portatili e hanno incominciato a utilizzare gli iPad a tempo pieno. Considerato che gli altri PC portatili stanno raggiungendo i 7 o 10 anni di servizio, credo che il lavoro fatto per testare questa nuova modalità di lavoro, ci porterà ad avere più iPad nella nostra sede di quanti ce ne siano già e davvero ci consentiranno di trarre vantaggio dalla loro natura di dispositivi portatili.
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REPORT EVENTI
IBC 2012
Le più belle novità per la produzione A/V Molte delle soluzioni presentate sono per i “fratelli maggiori” delle radio e tv online, tuttavia siamo certi che in molti stanno cominciare a pensare più in grande. Anzi… “da grandi”! Apriamo il capitolo delle news per la produzione audiovisiva radiotelevisiva. Le due stelle acclamate del NAB 2012, cioè la “Cinema Camera” di Blackmagic Design e il registratore KiPro Quad di AJA, per il 4k non compresso, sono ora disponibili per le consegne al pubblico. Simon Westland, responsabile vendite EMEA di Blackmagic Design, ammette senza difficoltà che le consegne hanno seguito un ritmo meno sostenuto rispetto agli ordini ricevuti, ma questo ha consentito di apportare ulteriori miglioramenti alla camera. Blackmagic sa bene che, con la propria mossa nel campo delle camere cinematografiche, si è attirata l'attenzione dell'intero settore e una iper-esposizione mediatica sulla stampa specializzata: per cui la Cinema Camera deve essere da subito un prodotto pienamente maturo, e non si può permettere il minimo passo falso. A conferma del grande interesse che anche il mercato ha riservato al nuovo prodotto Blackmagic, Simon ci mostra tre vetrine bene in vista allo stand Blackmagic. “Per quanto io mi ricordi, è la prima volta che al nostro stand esponiamo prodotti che non siano i nostri. Ma stavolta ci sembrava un giusto messaggio da dare ai nostri clienti”. Le tre vetrine accolgono diversi accessori di ripresa specifici per la Cinema Camera, e sono tutti prodotti di costruttori specializzati nel settore dell'accessoristica per le riprese, compresi i nomi eccellenti. Sono stativi, impugnature, staffe per illuminatori, kit di connessione, staffe per accessori esterni o per adattare accessori esistenti alla nuova camera Blackmagic. “Se anche nomi di questo calibro hanno rotto gli indugi e a pochi mesi dalla presentazione della Cinema Camera hanno già lanciato una tale quantità di accessori specificamente disegnati per il nostro prodotto, vuol dire che il mercato ci crede. Per noi è un grande successo, è fondamentale che i nostri clienti possano non solo acquistare una
camera, ma soprattutto la possano impiegare all'interno del loro modo di operare già acquisito e con gli accessori che già conoscono e di cui si fidano.” Fra le altre novità, Blackmagic offre ora un sistema completo basato su interfaccia Thunderbolt per le riprese 4k. Sorprendente poi la versatilità di impiego del pannello Master Control per i conosciuti VideoHub, l’apprezzata linea di matrici del marchio. Il pannello Master Control è alto una sola unità rack, ed è spesso meno di tre centimetri. È dotato di trenta pulsanti retroilluminati, disposti su due file. Ogni tasto può essere personalizzato con scritte o etichette, anche a cura dell’utilizzatore. La retroilluminazione è a led, bianchi o RGB, per ottenere la specifica combinazione di colori desiderata. Un display LCD permette la visualizzazione in anteprima dell’ingresso o dell’uscita selezionati per il preview. Un numero a piacere di tasti può essere assegnato ad uno specifico ingresso o ad
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una specifica uscita. Gli altri, possono di volta in volta essere associati all’ingresso/uscita desiderati, scelti attraverso la comoda manopola di selezione e guidati in questo delle indicazioni riportate sul display del pannello. Uno dei tasti può essere configurato come “take”, rendendo possibile la commutazione fra tutti gli ingressi e tutte le uscite del router connesso alla medesima rete cui è collegato il pannello. Si, perché l’unica connessione del pannello al resto del mondo è un cavo Ethernet, e anche se l’ingresso o l’uscita che voglio commutare non sono assegnati permanentemente ad un tasto sul frontale posso semplicemente assegnare quello che mi serve ad un tasto qualsiasi, utilizzare quel tasto per fare il “take”, e dopo riassegnare il tasto all’ingresso/uscita che desidero. Oppure fare tutto con la manopola. Lo abbiamo ovviamente voluto mettere alla prova, la semplicità e la velocità d’uso lasciano senza parole.
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Motor (STM). In quanto parte del sistema EOS, EOS C100 è compatibile con oltre 60 obiettivi EF ed EF Cinema, compresa la nuova coppia di ottiche cinema zoom compatte e leggere: CN-E15,5-47 mm T2,8 L S e CN-E30-105 mm T2,8 L S.
Buona alimentazione
Le camere Canon Canon conferma la propria attenzione al mondo dei cineasti, e ha presentato all'IBC la nuova EOS C100, insieme a sempre nuove obiettivi per completare quella che, ad oggi, è una delle più ampie serie di ottiche disponibili per il cinema digitale. Basata sulla tecnologia della EOS C300, grazie al sensore CMOS Canon Super 35mm da 8,3 MP per una risoluzione video di 1920x1080 (Full HD), la EOS C100 combina un’eccezionale qualità d’immagine in un corpo macchina più piccolo di circa il 15% della sorella EOS C300. Progettata pensando ai cineasti che operano con troupe semplificata, ma anche in autonomia, la C100 non si fa mancare un avanzato motore di imaging basato su codec AVCHD 4:2:0 con registrazione su schede SD a 24 Mbps. A sottolineare le ambizioni della nuova nata, è possibile anche la registrazione non compressa– inclusi i dati timecode – su un registratore esterno, tramite una interfaccia HDMI, che in questo segmento di mercato rappresenta una soluzione diffusa, efficace ed economica. Versatilità: la C100 supporta frame rate di 24/25/30p e 50/60i, con una gamma ISO di 320–20.000, ma soprattutto la nuova funzione di Canon “Wide Dynamic Gamma” che consente una gamma dinamica fino all’800% senza la necessità di interventi in post-produzione. La funzione Canon Log Gamma, ereditata dai modelli superiori C500 e C300, permette inoltre la cattura di video di alta
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qualità perfetti per il color grading, garantendo al contempo filmati coerenti anche nel caso la C100 venga utilizzata assieme ad altre videocamere EOS Cinema in riprese multi-camera. La EOS C100 integra inoltre una serie di funzioni automatiche a supporto dei documentaristi o dei reporter di cronaca: il pulsante One Shot AF consente di controllare la messa a fuoco automaticamente sull’area centrale dell’immagine prima della registrazione, il Push Auto Iris valuta l’esposizione e apporta le modifiche necessarie prima delle riprese, e nel 2013 (tramite un aggiornamento firmware) sarà inoltre disponibile il funzionamento automatico continuo di messa a fuoco e diaframma in abbinamento agli specifici obiettivi Canon EF Stepper
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BHV Broadcast ci ha sorpreso con un sistema di alimentazione phantom per camcorder. Il prodotto si chiama Video Ghost, e nasce dalla constatazione che sempre più spesso i camcorder nati per impiego ENG hanno una ottica ed una qualità tali da poter essere utilizzati anche per riprese in studio. Un’eccellente soluzione per le aziende che sono impegnate su entrambi i fronti in modo non continuativo, in modo da poter limitare gli investimenti ed impiegare la stessa macchina indifferentemente per riprese in studio o in esterna. Unico limite: la durata della batteria. Il Video Ghost è un apparato estremamente compatto in grado di instradare anche l'energia elettrica necessaria al funzionamento del camcorder utilizzando il medesimo cavo coassiale che trasporta il segnale video. Può essere impiegato con camcorder alimentati a 12 o 24V, con un assorbimento massimo di 45W o, per la versione Plus, di 65W. La lunghezza complessiva del cavo può raggiungere i 90 metri per riprese HD, e addirittura 150 metri per riprese SD. Il ricevitore è disponibile anche con innesto Vlok. Da notare che il sistema è bidirezionale: può quindi essere utilizzato anche per alimentare un monitor remoto utilizzando il medesimo cavo che trasporta il relativo segnale video.
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REPORT EVENTI
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Piccole alla grande Potrebbe sembrare un prodotto di nicchia, ma la sua versatilità è tale da consentire un deciso salto di qualità e di versatilità all'intera categoria di queste applicazioni. Le microcamere HD hanno prestazioni sempre migliori, in termini di qualità dell'immagine e resa cromatica; le loro dimensioni lillipuziane consentono però di effettuare riprese da punti di vista assolutamente inediti (provate a riprendere la partenza di un'automobile posizionando l'asse ottico a tre centimetri dal suolo, senza scavare buche, intendo) come pure di essere utilizzate in tutte le situazioni in cui si richiede una invasività del mezzo di ripresa pari a zero. Dopo un avvio durante il quale gli oggettivi limiti dei sensori di ripresa facevano passare in secondo piano le prestazioni e la versatilità dell'ottica utilizzabile, con le più recenti generazioni di sensori il mercato si è accorto che queste camere possono essere utilizzate in una miriade di situazioni di ripresa. A patto di avere l'ottica giusta. L’obiettivo zoom 10x motorizzato per microcamere Z10-HDCF di ResolveOptics lascia senza parole. È compatto, compattissimo: misura 45 x 45 x 98.3 mm, e montato sulle microcamere HD più diffuse per impieghi professionali (Toshiba IK-HD1 e IK-HR1S, IndieCam, Iconix, per citarne alcune) permette di conservare la distanza fra superficie di ingombro e asse ottico del sensore: cioè se guardate la camera da dietro, probabilmente non vi accorgerete che l'obiettivo è montato. La lunghezza complessiva dell'ottica è tale che potreste tenerlo fra pollice ed indice di una mano. Ma è uno zoom 10x motorizzato, completamente on-board. Grazie all’innesto intercambiabile questo obiettivo può essere adattato per lavorare con formati di sensore da 1/3 e fino a 2/3 di pollice, singolo e 3CCD. L'escursione focale può essere comandata con i classici comandi a manopola, o con un
telecomando dedicato, per riprese a distanza con camera non presidiata. L'estetica “rugged” è la classica ciliegina sulla torta per un prodotto che, anche dopo una presa di contatto sul campo, si conferma entusiasmante ed in grado di aprire nuove prospettive di ripresa.
Mi faccio lo stereo Nel campo delle produzioni stereoscopiche, la francese Binocle 3D propone una suite di strumenti per verificare e correggere prima (o dopo) la ripresa i parametri fondamentali della stereoscopia. Il TaggerLive è pensato per essere facilmente trasportabile, ed è disponibile anche in una versione completamente entrocontenuta in una valigia che include l'hardware di elaborazione (di fatto un Mac di buona potenza) e le periferiche di acquisizione ed uscita dei segnali HD-SDI. Una volta collegate ed attivate le camere di ripresa, il sistema valuta automaticamente una serie di
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parametri. Può restituire i risultati su due schermate separate, una per ogni camera, sovraimponendo una serie di poligoni, linee e simboli in grado di rendere immediatamente chiara la profondità reale di ciascun particolare, l'esposizione, il movimento, e altro ancora. L'immagine “unificata” mostra invece con il medesimo linguaggio grafico, facile, immediato ed intuitivo, il risultato in termini di profondità, distanza e coerenza di ogni particolare rispetto al piano principale della stereoscopia e rispetto agli oggetti adiacenti. Sono disponibili allarmi per evidenziare quando la maschera delle profondità apparenti esce dai valori limite impostati. Può effettuare automaticamente le correzioni richieste, in tempo reale: questo lo rende uno strumento perfetto per il broadcasting live. Spiegare il risultato a parole è piuttosto complesso, ma bastano due minuti davanti al video per comprendere in pieno l'utilità di questo sistema ed il risparmio di tempo e la confidenza nel risultato finale che permette di ottenere in fase di ripresa. Il TaggerMovie è una versione semplificata del TaggerLive: l’hardware è molto più compatto, e richiede unicamente una periferica di acquisizione ed un portatile Mac. Di contro perde la possibilità di effettuare correzioni live, e invia tutte le informazioni per effettuare le necessarie correzioni in postproduzione. A quel punto si può intervenire anche con il DisparityKiller, un software semplice ed intuitivo che regola con precisione il perfetto allineamento dei bordi delle immagini destra e sinistra (a livello del singolo pixel), eliminando una delle cause più subdole che comportano fatica di visione per lo spettatore.
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chiunque la possibilità di inserire la propria programmazione in questa app, pagando si intende. Ad Amsterdam è stato citato il caso di Fishing TV, un canale specializzato sulla pesca, diffuso unicamente via IP. Dopo l'approdo sulla piattaforma Miomni, questo canale, che evidentemente produce contenuti che gli appassionati del genere hanno apprezzato, ha moltiplicato per i propri contatti per un fattore iperbolico, con un analogo incremento delle entrate pubblicitarie. Con la piattaforma Miomni anche il più piccolo produttore video può riuscire ad arrivare nella prima fila dei contenuti delle smart tv, e giocarsela alla pari con i “grandi” unicamente in base all'appeal dei propri contenuti. Un risultato eccellente. I costi sono in base ai contatti, per cui il canale web può iniziare dal piccolo e, con l'aumentare dell'audience (e quindi dei ricavi pubblicitari) potrà crescere con la garanzia di poterselo permettere.
Tv online Una volta c'era la televisione, e anche il televisore poteva di fatto ricevere la totalità delle emissioni disponibili in aria. Con l'avvento delle connected TV stiamo invece assistendo ad un vorticoso proliferare di applicazioni dedicate che permettono di vedere questo o quel canale. E solo quello, o al limite i canali inseriti nei bouquet di chi ha realizzato quella applicazione. Dal nostro punto di vista è un controsenso tecnico ed economico: una moltitudine di soggetti sta spendendo soldi per realizzare, ciascuno, la “propria” app. Come dire, il proprio standard trasmissivo, che va benissimo per seguire i programmi di chi l'ha realizzata (leggi: pagata), ma è ovviamente bloccata sui programmi della concorrenza. Così lo spettatore, per “cambiare canale”, deve “uscire” da una app e avviarne una differente. A patto che la trovi sul menu del televisore. Già, perchè magari il televisore è usccito dalla fabbrica senza avere quella app fra quelle precaricate com standard. Oltre alla corsa a realizzare (pagare) le app, si è quindi scatenata la gara a convincere (pagare) ogni costruttore di primo piano ad includere le proprie app come standard: se è facile che una minoranza di appassionati navighi sul web alla ricerca della app che serve a visuaizzare i propri programmi preferiti, la maggior parte delle persone si limiterà a fare quello che sinora ha fatto: considerare il televisore come un elettrodomestico ed utilizzarlo “as is”, né più né meno di come gli è stato consegnato dal negoziante. I grandi operatori stanno investendo molte risoprse in questa attività, e stanno addirittura proliferando le app per i singoli eventi: non più la app (diciamo) “Rai”, ma la app Rai per le Olimpiadi. Terminate le I N V E R N O
quali rimarrà di fatto un ricordo. Potenza del marketing, e da questo punto di vista sembra tutto ineccepibile. Ma cosa può fare un piccolo produttore di contenuti, indipendente ma con ottime idee? Non avrà mai la disponibilità finanziaria per fare realizzare una app “engaging”, e soprattutto con i grandi produttori di televisori non riuscirà nemmeno a parlare. Quindi, in mancanza di una app “universale”, che permetta di scegliere e visualizzare tutti i contenuti disponibili sul web, diversi contenuti potenzialmente validi resteranno fuori dai televisori più evoluti. La britannica Miomni ha trovato una soluzione. Si è focalizzata esattamente su quanto i piccoli produttori non potrebbero permettersi di fare: hanno realizzato una loro app e hanno ottenuto che venga inclusa in fabbrica in diversi televisori connessi. Poi hanno offerto a
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JVC per tutto e per tutti Diverse le novità JVC, concentrate sui camcorder e sui monitor. La GY-HM600 è una videocamera per applicazioni ENG versatile e facile da usare. Ha tre sensori CMOS full-HD (1920 x 1080) da 1/3 di pollice, elaborazione colore a 12 bit, ottime prestazioni in condizioni di scarsa luminosità, e un’ottica zoom 23x autofocus. Registra filmati HD o SD in diversi formati, fra cui il nativo XDCAM EX, Final Cut Pr, AVCHD e H.264 su schede di memoria SDHC o SDXC. Il pre-record è di 20 secondi La GY-HM650 (foto sotto) è un passo avanti in termini di versatilità: dotata di doppio codec, permette di registrare file HD su una scheda di memoria e contemporaneamente di creare files a risoluzione ridotta (1/4 HD o SD) su una seconda scheda.
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IBC 2012 Con un FTP e la connettività Wi-Fi integrati, la GY-HM650 può inviare direttamente il girato su rete IP pubblica o privata, senza richiedere quindi la disponibilità collegamenti in ponte radio o via satellite. La GY-HM650 supporta le codifiche MPEG-2, AVCHD, H.264 e il nuovo formato AS-10. Il web server integrato permette la piena gestione della camera da remoto, inclusi messa a fuoco, zoom, iris e modifica dei metadati, tramite un qualsiasi browser e anche da tablet o smartphone, senza richiedere software aggiuntivi. Ricordiamo anche la GY-HMQ10, la prima videocamera palmare 2K/4K al mondo. Fra i monitor, il DT-V17G15 è un nuovo 17 pollici con pannello full HD con tecnologia di retroilluminazione RGB: è una soluzione che avvicina le prestazioni dei “grado 1” ma rimanendo decisamente più economica. Sony ha ampliato la propria gamma di prodotti XDCAM HD422 con il camcorder portatile PMW-150 50mbps HD422 munito di 3 sensori CMOS Full HD da 1/3 pollici ExmorTM e ottica zoom 20x con lunghezza focale di 29,5-590 mm. L’ottica dispone di tre ghiere indipendenti per messa a fuoco, zoom e regolazione del diaframma, con controllo completamente manuale, più una funzione di stabilizzazione dell’immagine. Il PMW-150 va ad aggiungersi alla famiglia di camcorder HD422 SxS che includono il PMW-100, il PMW-200 e la versione a spalla PMW-500, ciascuno dei quali può essere impiegato con il Field Gear PMW-50 SxS, con slot doppio SxS e un pannello LCD da 3.5” per la massima flessibilità operativa. I prodotti Sony per produzione live includono ora la serie di telecamere HD a doppio formato HDC1700, le unità di controllo per telecamere HDCU-1700 e lo switcher multiformato MVS-6530/6520. Con un fattore di forma molto compatto garantiscono facilità d’uso e un’elevata produttività per eventi live, produzione multicamera e green screen compositing. Sarà invece disponibile sul mercato a partire da gennaio 2013 il nuovo sistema di produzione live NXL-IP55: un vero salto in avanti, in grado di semplificare radicalmente l'integrazione utilizzando un'infrastruttura IP, garantendo la consueta qualità broadcast ma con un colpo d’ali all’efficienza operativa. Pensato per l'uso in produzioni live con configurazioni multicamera, NXL-IP55 utilizza un collegamento IP standard su una rete LAN e permette agli utenti di trasmettere fino a quattro flussi video HD-SDI (tre in downstream e uno in upstream, o due in downstream e due in upstream). Il sistema supporta inoltre fino a 10 canali audio, tra cui intercom, segnali di controllo, Tally, GPIO e genlock. Produrre
con l’NXL-IP55 significa ridurre radicalmente il numero di cavi necessari e di semplificare notevolmente il funzionamento rispetto ai sistemi tradizionali con cavi coassiali. Combinato con le telecamere BRC di Sony (BRC-H900, Z330 e Z700), il sistema NXLIP55 costituisce un sistema di produzione live HD IP che potrà trasmettere video, audio e dati di qualità broadcast con valori di latenza bassissima, inferiore a un campo (1/2 frame), su una connessione LAN singola. Un altro esempio di come il sistema NXL-IP55 può migliorare la produzione live è nel settore dello sport. Un set-up con tre telecamere HD posizionate in diversi punti dello stadio e connesse a NXL-IP55 può essere configurato in modo efficiente riducendo al minimo il cablaggio. In questo modo, il team di produzione può acquisire diverse scene in qualità HD utilizzando più telecamere. Oltre ai vantaggi esclusivi nella semplificazione del cablaggio necessario per la produzione di eventi live, NXL-IP55 può aiutare le aziende specializzate in Outside Broadcast a contenere i costi del controllo delle operazioni da remoto. Il costo inferiore dei collegamenti GbE LAN, insieme a un accesso più sicuro a un maggior numero di collegamenti in fibra dedicati in tutto il mondo, permetteranno ai broadcaster di utilizzare le reti IP insieme al sistema NXL-IP55 per generare una bassa latenza, fondamentale nel mercato broadcast.
Gamma audio e video Sono molte le novità in casa ARET per questo IBC 2012, che rendono sempre più attrattivo e completo il bouquet di apparati distribuito, permettendo di offrire ai propri clienti soluzioni di elevata affidabilità e sempre equilibrate nel prezzo. Inoltre, sono proprio degli inizi di Settembre alcuni annunci che riguardano l’introduzione di importanti novità tecnologiche nel mercato italiano. Primo fra tutti riguarda Telerecord, una delle principali aziende italiane di produzione ed outside broadcasting, conosciuta dal mercato per la capacità di innovare ed
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adottare per primi le ultimissime tecnologie (la ricordiamo tra le prime ad adottare tecnologie digitali, tra i primissimi in HD ed in 3D). L’unità 18 di Telerecord in HD ha adottato Calrec Artemis Beam come mixer audio che ha iniziato ad operare proprio nei giorni precedenti all’ IBC. Calrec Artemis è la console più diffusa negli HD OB Van nel mondo anglosassone e si distingue per la sua incredibile potenza (370DSP… e se non bastano se ne possono avere 640! 128 program busses, 64 IFB/track outputs e 32 ausiliarie), matrice audio integrata 8000x8000. Compattezza: la massima densità di fader nella categoria. Affidabilità: la console è al 100% ridondata a caldo. Infine flessibilità ed intuitività d’uso. Secondo, ma non meno importante, è l’annuncio della prima azienda italiana in grado di fornire servizi di riprese in Hyper Motion. Cinevideo, azienda di Pescara che offre servizi di OBvan e SNG, ha acquisito da ARET un sistema I-Movix Sprintcam Vs HD completo di tutti gli accessori ed in grado di effettuare riprese ad altissima velocità in HD. La camera raggiunge i 5.600 fps in 720p ed i 2.600 in 1080i, è integrata con RCP e CCU come una camera broadcast ed è equipaggiata con l’opzionale doppio buffer da 16G per permettere un replay workflow semplice ed istantaneo occupando un solo canale di video server. Per completare l’offerta, denominata Ultra EMotion, Cinevideo ha commissionato ad ARET il primo Hyper Motion OB Van italiano, capace di ospitare fino a 4 camere ad alta velocità. I-Movix, nella stessa IBC, ha presentato X10: sistema sviluppato in collaborazione con EVS, capace di operare a
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versioni consentono ai clienti di migliorare ulteriormente la loro creatività e la produttività. Fra i miglioramenti più significativi introdotti da Media Composer 6.5, Symphony 6.5 e NewsCutter 10,5 ricordiamo Avid Media Authoring, che permette di gestire e archiviare i progetti in modo più efficiente soprattutto a chi opera in strutture che gestiscono una grande varietà di formati di input e con la necessità di fornire più formati di output. Completano le novità l'aggiunta del supporto nativo del codec JPEG 2000 e dell’Active Format Description (AFD).
Video server dop
10x che vengono ingestati in tempo reale rendendo il flusso identico ad un tradizionale replay. Vinten ha esposto Blue5, il cavalletto ideale per l’ultima generazione di camere digitali. La testa Blue5 ha una base da 75mm, offre+/-90° di tilt, ed un range di controbilanciamento continuo da 5,5 a 12Kg che è una delle prerogative del marchio insieme alla grande affidabilità. Kroma Telecom ha lanciato la nuova serie di monitor 7000, completi di ingressi 3G, IMD, audio meters, WFM e Vectorscope. Cobham Broadcast ha esposto il suo sistema di radio camera H.264 eccellente sotto tutti i punti di vista, dal delay di 80ms, con un ‘low delay’ di appena 15ms, alla qualità e robustezza del segnale, al minor peso e minori consumi rispetto alla concorrenza ma, soprattutto, presenta il futuro delle coperture di radio camere: la novità consiste nella presentazione di una radio camera in tecnologia IP, bidirezionale, che utilizza la tecnologia ‘MESH’come ‘nodo di rete’ wireless IP. È proprio in questa caratteristica che si fonda la valenza della soluzione: l’estensione della copertura si ottiene aggiungendo un nodo di rete wireless che ne veda ‘almeno un altro’, con la stessa modalità con cui si estende una rete IP fissa. Non solo, in ogni rete possiamo avere fino a 12 radiocamere sulla stessa frequenza. Multidyne presenta il proprio Silverback II, sistema da installare sul retro di una telecamera per remotarla via fibra ottica trasportando 3G HDSDI, Audio/AES, MIC, IFB/PGM, SYNC, RCP CTRL, Tally, 232/422, Time Code. L’interfaccia può avere alimentazione locale a batteria oppure remota utilizzando i cavi SMPTE. Inoltre, Multidyne presenta gli HUT ed i Fiber Saver, due componenti che permettono di utilizzare una sola fibra ottica I N V E R N O
per il trasporto dei segnali di ‘cluster di camere’ in applicazioni sportive come lo sci.
Editing in promozione Avid ha annunciato la nuova release dei propri strumenti di editing video, Media Composer 6.5, Symphony 6.5, e NewsCutter 10.5, che integrano sistemi di workflow aperti in grado di assicurare una efficienza ancora migliore. Le nuove versioni di Media Composer e NewsCutter, sul modello di collaborazione di Avid Interplay Sphere supportano la connettività universale e di produzione collaborativa, dando ai collaboratori la libertà di lavorare in un ambiente distribuito che si estende su più sedi e fusi orari. Con il supporto per i nuovi standard che aiutano a snellire la gestione dei media e l'archiviazione, oltre a nuove funzionalità audio, queste ultime
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BLT è sport ed emozioni. Reduce dai successi olimpici di Casa Italia, che vi abbiamo raccontato nello scorso numero di B&P, la storica azienda di Lido di Camaiore ha presentato all’IBC la più recente evoluzione dei propri video server della serie SMS: il SMS-4U consente ora la registrazione simultanea e la riproduzione di dieci canali full HD, la registrazione con loop infinito, funzioni slow motion e super slow motion e tutte le funzionalità e l'affidabilità di fascia alta per uso professionale in occasione di eventi sportivi live, dove l’audience è massima e non vi è la possibilità di commettere errori. Il sistema BLT consente poi di annullare virtualmente le distanze fra diversi video server della serie SMS connessi fra loro mediante connessione IP: i diversi operatori si trovano ad operare come se fossero seduti presso tavoli affiancati. In occasione delle ultime Olimpiadi è stata sfruttata appieno una prestazione di eccezione di queste macchine: la produzione e condivisione remota dei contenuti tra due postazioni distanti svariati chilometri e collegate tra loro tramite “leased
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IBC 2012 line” in VPN. Oltre che per la realizzazione dei servizi giornalistici, questo sistema è stato intensivamente sfruttato per effettuare tutta la contribuzione "live" di RAI durante le dirette da Casa Italia. Il sistema BLT TECA presenta una architettura scalabile e potenti capacità di creazione e gestione dei metadati, permettendo di memorizzare centinaia di migliaia di clip: una autentica miniera d'oro, che può essere facilmente consultata e che è sempre disponibile in tempo reale e con pochi click.
Grandeur belga
una realtà nelle produzioni sportive live di più elevato livello, e all’IBC hanno debuttato gli ultimi aggiornamenti, come ad esempio la possibilità di riprodurre filmati a velocità variabili e importare le statistiche di terze parti. I server di ingest OpenCube presentano ora un supporto migliorato il supporto per il formato MXF JPEG2000 AS02, il formato IMF per il mastering di produzione e la archiviazione a lungo termine, e una completa generazione di proxies H.264. Una news non tecnologica ma da segnalare è l’arrivo in azienda del nuovo CEO: si tratta di Joop Jannsen (foto a sinistra, preveniente dal gruppo Vitec) che subentra a Pierre L'Hoest, co-fondatore dell’azienda.
Qualità e prezzo, ma davvero!
Un menu veramente ricco di novità attendeva il visitatore allo stand EVS. Denominatore comune, le produzioni dal vivo, per le quali la tecnologia EVS offre caratteristiche uniche che consentono di velocizzare e semplificare il processo di raccolta di notizie e filmati, rendendoli disponibili su più piattaforme in modo rapido ed efficiente. Iniziamo con i server della serie XT3/XS. A partire dal 2013, ogni contenuto acquisito dai server XT3/XS sarà immediatamente disponibile in tre diversi formati: I-frame codec per l'editing in tempo reale, long-GOP codifica con Sony XDCAM HD422 a 50 Mbps e proxy file generati applicazioni connesse e per scopi di controllo durante le operazioni di produzione (comprese le produzioni bidirezionali). EVS assicura che i propri server saranno i primi ad offrire questa triplice codifica contemporanea. Il sistema di “second screen” C-Cast è ormai
Newtek ha presentato il Tricaster 40, ultimo nato nella famiglia dei sistemi di produzione live. Tricaster 40 è il nuovo entrypoint per le emittenti ed i produttori che vogliono affrontare la sfida delle produzioni live multicamera Full HD e che cercano funzionalità di streaming ad un prezzo irresistibile. Tricaster 40 è un sistema di produzione video “chiavi in mano” che integra in un'unica soluzione compatta e professionale tutto quanto serve per effettuare la commutazione fra gli ingressi video, la grafica, i titoli, gli effetti, la riproduzione multimediale, virtual set, keying e registrazione, eliminando inoltre la necessità di effettuare complesse configurazioni e, non da ultimo, il cablaggio tra i diversi apparati “verticali” normalmente necessari per realizzare una produzione di questo livello. Tricaster 40 nella produzione video live HD e SD permette di utilizzare più telecamere, ingressi video, clip archiviate, grafica, computer portatili, dispositivi iOS e altri ancora per creare e distribuire programmi
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televisivi alla risoluzione nativa delle sorgenti video, senza compromettere la qualità. Le dimensioni del Tricaster 40 sono particolarmente ridotte, e consentono di produrre una trasmissione di qualità professionale virtualmente da qualsiasi posizione, aggiungendo una grande facilità di spostamento da uno studio all’altro. Nessun componente esterno da collegare, il Tricaster 40 richiede di collegare solo le camere, l’audio, e le uscite: tutto è integrato a bordo, compreso il sistema di Live Streaming, per raggiungere istantaneamente un pubblico globale su qualsiasi schermo e con distribuzione in tutto il mondo attraverso la CDN di vostra scelta. La funzionalità integrata di Virtual Set consente poi di trasformare qualsiasi luogo in un elegante studio virtuale di trasmissione.
Ogni set virtuale include più angolazioni, posizioni set distinti, sfondi in movimento, monitor video attivi, e svariati effetti grafici.
Volando alto Broadcast, ma non solo per il system integrator Professional Show. Le tecnologie video d’avanguardia, campo nel quale l’azienda con sede centrale a limena (PD) occupa da oltre 30 anni un posto in prima fila, unite all’esperienza maturata nel corso delle proprie attività, hanno permesso a Professional Show di creare innovazione ed efficienza anche in un ambito solo in apparenza completamente diverso: la simulazione avanzata di volo. All’IBC, il Flight Simulator Center era presente anche quest'anno. Le sfide che il mondo del video professionale pone riguardo all'affidabilità ed efficienza dei sistemi di gestione dei contenuti multimediali infatti hanno permesso a Professional Show di accumulare negli anni una competenza di altissimo livello, che ora viene trasferita nei sistemi di Flight Simulator
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Center. Professional Show crede che le proprie soluzioni siano la miglior dimostrazione di come una passione per un mondo così vasto come quello della simulazione di volo, unita alla solidità, all'organizzazione e alle conoscenze di un'azienda leader in un campo altrettanto complesso come quello del Broadcast possano portare a grandi risultati.
Facciamo luce Dall'EBU un importante strumento per operare al meglio con le illuminazioni led. Questo nuovo tipo di illuminatori presenta una vasta gamma di vantaggi, ma dal punto di vista della temperatura colore può dare più di un mal di pancia agli operatori di ripresa e di post, soprattutto con gli illuminatori meno avanzati tecnologicamente. L'EBU ha saputo integrare tecnologie ormai mature (destinate ad altri settori) e disponibili a basso costo per ottenere uno strumento preziosissimo per valutare la resa cromatica effettiva di una sorgente luminosa. Il componente “nuovo” è uno spettrometro ottico: di fatto un analizzatore di spettro che lavora sulle frequenze delle luce visibile e su quelle adiacenti (in sostanza, sulle frequenze a cui è sensibile un elemento di ripresa. Dieci anni fa questo tipo di sensori erano ingombranti, pesanti e costavano come una automobile di buon livello. Ora siamo a livello delle centinaia di euro, e il sensore può essere collegato via porta USB. Il cuore del sistema è
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invece un software che analizza il tipo di luce captata dal sensore (basta avvicinargli l'illuminatore di cui si vuole conoscere la caratteristica di emissione) e per ogni frequenza (o range di frequenza, corrispondente ad uno specifico colore della palette) restituisce la differenza rispetto alla resa cromatica che sulle stesse frequenze sarebbe consentita dall'illuminazione di riferimento. Ma non si limita a restituire una tabella o un grafico: oltre a questi dati e alla canonica schermata relativa alla risposta in frequenza, sullo schermo viene mostrata la palette colori desiderata dall'utente, sotto forma di un array di quadrati colorati, ognuno corrispondente alla specifica tonalità che si otterrebbe con l'illuminazione di riferimento. Al centro di ogni quadrato viene invece visualizzato in sovraimpressione un quadrato più piccolo, il cui colore corrisponde alla resa della medesima tonalità che si otterrà utilizzando l'illuminazione testata. Diventa quindi immediato ed estremamente intuitivo rendersi conto del risultato che si potrà ottenere e delle correzioni da effettuare in post. E' anche possibile confrontare fra loro più illuminatori, per poter scegliere quello che si adatta meglio a quella specifica scena e al mood che si vuole ottenere. Come sviluppo futuro, ma giunti a questo punto è davvero un passo quasi immediato, si prevede di interfacciare questo software con le suites di colour correction: in base al tipo di luce che impiego per la specifica scena, posso memorizzare il profilo di correzione che serve ad ottenere il risultato desiderato: pari all'illuminazione di riferimento o a scelta del regista. In base ai metadati del girato il software di correzione colore saprà già automaticamente (e senza intervento utente, se non per validare la preview del risultato) come intervenire su quella specifica scena per ottenere il risultato desiderato. L'abbiamo vista all'opera, e dobbiamo dire che la facilità d'uso è impressionante, il risultato arriva in tempo reale e la visualizzazione del risultato, soprattutto con la palette di quadrati concentrici è di una efficacia sorprendente. 2 0 1 2
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Luci, ah…
Da quasi tre anni Lupo Light ha focalizzato le proprie energie e le proprie competenze sullo studio e sulla progettazione di pannelli a led che offrissero prestazioni ottimali sia nelle riprese con telecamere che con le nuove fotocamere DSLR, impiegate sempre più spesso sia per riprese fotografiche che per riprese video. Proprio i grandi sviluppi messi a segno dai dispositivi di ripresa, sempre più compatti, leggeri e facili da impiegare anche in movimento, hanno reso sempre più pressante per gli operatori video la necessità di disporre di illuminatori a luce continua capaci di seguire in movimento il soggetto da riprendere: servivano dei pannelli molto leggeri, autonomi (alimentati cioè a batteria), e in grado di emettere luce diurna (5600° K) o artificiale (3200° K) a seconda delle necessità, gestibili inoltre anche a mano. Dopo approfondite ricerche in particolare sulle curve spettrometriche più opportune per l' ottenimento di led esenti da dominanti di colore (soprattutto il verde, particolarmente sgradito), i pannelli Lupo Light presentano un bilanciamento di colore pressoché assoluto. È un aspetto fondamentale: se in una ripresa in esterni il viso di una persona è illuminato da un lato dalla luce solare e dall’altro, invece, dalla luce di un pannello a led, impiegando un pannello a basso CRI (con dominante verde) la camera non riesce ad effettuare il bilanciamento del bianco. Ma se il pannello è ad alto CRI (senza dominanti) la macchina riesce a settarsi facilmente. Per la parte meccanica si è scelto un corpo realizzato in fibra di carbonio, leggera e molto resistente anche agli urti. La parte elettronica è costruita con gli ultimi componenti miniaturizzati, compresi i condensatori non più elettrolitici, ma solidi, che hanno una durata molto superiore. I led Lupo Light, oltre ad avere un CRI> 94 ed essere a 5600° K o a 3200° K, hanno una durata di oltre 50.000 ore e un ridottissimo consumo: appena 38W con una resa luminosa pari a 650W per il Lupolight 560.
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IBC 2012
Blueshape e Bubblepack Innovativo il Bubblepack di Blueshape: avete mai utilizzato una batteria ad alta potenza per la piccole videocamere digitali, con in più 4 uscite per alimentazione esterna? Bubblepack lo rende possibile. La batteria è dotata di 4 uscite con differenti tensioni: 14.8 V (tensione nominale della batteria), e 8.4 V
commutabile a 11V. Vari cablaggi con diversi connettori sono disponibili, compatibili per le numerose videocamere digitali come Canon,
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www.blueshape.net p
Bubblepack
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Blackmagic, Sony, Panasonic. La grande versatilità è completata dalle varie possibilità di montaggio: sul tripod, in uno slider elettronico, su un sistema di stabilizzazione, sotto il corpo della camera e sul retro della camera (con i sistemi a spalla). Con Bubblepack si possono fare tante tipologie di lavorazioni con un solo ed unico prodotto, estremamente potente (65W) considerando la sua compattezza e completo di caricatore in dotazione. Powerstation è un altro prodotto eccellente nel settore della soluzione power per il cinema. Blueshape sta completando la realizzazione di una Powerstation portatile, con un equipaggiamento speciale in grado di effettuare una conversione di tensione sino a 28V ma allo stesso tempo contenuto nelle dimensioni (170 x 150 x 280mm), è possibile ottenere una fonte di energia utilizzando da una a 4 batterie VLOCK. Per esempio utilizzando 4 batterie Blueshape BV190HD (190W) si ottiene una stazione di energia pari a 760W . Può essere utilizzata per alimentare equipaggiamenti da 14.8V e anche una uscita per alimentare 28V . Ideale quindi per alimentare camere da settore cinematografico così come luci LED da set televisivo e cinematografico con rating di utilizzo 14.8V o 28V.
Universal battery designed for medium, small and handheld camera applications. Provides 4 simultaneous output: - 2 x nominal 14.8V through a standard D-TAP connector - 2 x regulated 8.4V or 11.1V switchable through a dedicated connector. "LUESHAPE¹PRODUCTS¹ARE¹DISTRIBUTED¹BY ¹¹.EW¹#ELL¹4OP¹SRL ¹6IA¹,IGURIA¹ ¹ ¹2EGGIO¹%MILIA ¹)TALY¹¹s¹¹Email:
B BUBBLEPACK Universal Univ ersal battery batter y designed designed for for medium, small s and handheld camera applications. applications. Provides 4 simultaneous output: Provides 144.8V through through a standard standard D-TAP D-TAP connector connector - 2 x nominal 14.8V regulated 8.4V or 11.1V switchable switchable through through a dedicated dedicated connector. connector. - 2 x regulated "LUESHAPE¹PRODUCTS¹ARE¹DISTRIBUTED¹BY ¹¹.EW¹#ELL¹4OP¹SRL ¹6IA¹,IGURIA¹ ¹ ¹2EGGIO¹%MILIA ¹)TALY¹¹s¹¹Email: "LUESHAPE¹PRODU ¹ CTS¹ARE¹DISTRIBUTED¹BY ¹¹.EW¹#ELL¹4OP¹SRL ¹6IA¹,IGURIA¹ ¹ ¹2E ¹ ¹ ¹ ¹¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ ¹ EGGIO¹%MILIA ¹)TALY¹¹s¹¹Email: ¹ ¹ ¹¹ ¹¹
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video and audio engineering
Perfect balance, without compromise La Vinten Vector 75 è il partner perfetto per le produzioni di oggi, dove la velocità è importante quanto l’attenzione ai costi. Il massimo carico di 75Kg a ±52⁰ supporta una grandissima varietà di camere e di combinazioni di accessori, mentre il suo meccanismo di controbilanciamento permette regolazioni continue semplici, veloci ed efficaci.
Vinten, tutto il supporto che ti aspetti.
ARET website: www.aret-engineering.com ARET e Mail: info@aret-engineering.com ARET Tel: +39 0292 270 873
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