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GUIDA ALLA SCOPERTA DELLA 53A EDIZIONE A guide to the discovery of the 53rd edition

22 AGOSTO - 6 SETTEMBRE

ZAHI HAWASS PREMIO CORTONANTIQUARIA 2015 CORTONANTIQUARIA AWARD


TANTI MOTIVI PER VISITARE Cortona La leggenda narra che la fondazione di Cortona risalirebbe addirittura ai tempi di Noè, il quale, dopo il Diluvio Universale, risalendo il Tevere sarebbe arrivato in Valdichiana e qui si sarebbe stabilito per diversi anni. Sempre fonti leggendarie, in questo caso il grande poeta Virgilio, attribuiscono la nascita di Cortona al mitico eroe Dardano. Di certo c’è che Cortona è stata una delle dodici lucumonie Etrusche. Una città immersa nel verde delle colline toscane che ha da sempre affascinato viaggiatori e turisti di ogni epoca per la sua straordinaria bellezza e ricchezza artistica. Dai suoi 500 metri d'altezza la città domina l'intera Valdichiana e lo sguardo si perde all'orizzonte fino a scovare le cime del monte Amiata e il Lago Trasimeno. Questo misterioso popolo ha lasciato in questi luoghi testimonianze della lunga presenza, oggi tutte riunite tra il Parco Archeologico ed il museo del MAEC. Cortona, per quasi tutto il suo perimetro cittadino, è circondata da grandi Mura che conferiscono al centro urbano un fascino particolare, che mantiene intatte le caratteristiche di città medievale offrendo opportunità di visita spettacolari. Chiunque si trovi a passare da Cortona non può non entrare al Museo Diocesano. Qui è conservata una delle maggiori opere pittoriche della storia dell’arte figurativa rinascimentale: l'Annunciazione del Beato Angelico. Il MAEC, l’altro museo della città, è uno dei maggiori musei archeologici della Toscana, ed è senza dubbio una tappa fondamentale per comprendere ed amare la storia di Cortona. Qui è conservata la memoria della città, dal VII sec. a.C. fino al novecento. Si possono ammirare il famoso Lampadario Etrusco e la Tabula Cortonensis (terzo testo etrusco più lungo al mondo), ma anche immergersi nella magia della Cortona ottocentesca e futurista con le opere del “cortonese” Gino Severini. Cortona è anche una città dalla profonda tradizione religiosa e qui si trovano alcune delle chiese e basiliche più belle del Centro Italia: S.Maria delle Grazie del Calcinaio capolavoro assoluto e perfetto di Francesco di Giorgio Martini; il Duomo (XV sec), opera del Cristofanello e di Laparelli, che conserva varie tele di Pietro da Cortona, San Francesco, S.Niccolò, S.Cristoforo, S.Maria Nuova e la grande Basilica di S.Margherita, patrona della città, posta proprio in cima alla collina. Cortona, però, non finisce qui. Il terrirtorio comunale è ampio ben 342 kmq con decine di piccoli borghi, abbazie, castelli, percorsi di trekking archeologico su antiche vie etrusco/ romane, piste ciclabili lungo canali settecenteschi, viaggi enogastronomici tra grandi vini e ricette antiche....insomma conoscere questa parte di Toscana può rappresentare la svolta della vostra vacanza e la scoperta di un mondo straordinario che fa della propria storia la base del suo futuro. 2

Many reasons to visit Cortona

Cortona, Palazzo Comunale Still legendary sources, in this case the great poet Virgil, relate the birth of Cortona to the mythical hero Dardanus. One thing is certain: Cortona used to be one of the twelve Etruscan lucomonie (city-states). A city immersed in the greenery of the Tuscan hills that have always fascinated travelers and tourists of every era for its extraordinary beauty and artistic richness. From its 500 mt heitht the city dominates the whole of Valdichiana hills and the view gets lost on the horizon till it finds the top of Amiata Hill and Trasimeno Lake. This mysterious people left in these places several testimonials of their long presence - today they are all gathered either in the Archaeological Park and the MAEC Museum. The city of Cortona is surrounded for almost its whole perimeter by great Walls which invest the city center with particular charm that keeps the characteristics of the medieval city intact and offers spectacular tour opportunities. Anyone who visits Cortona must enter the Diocesan Museum. Here you can find preserved one of the major pictorial works of the history of Renaissance figurative art: the Annunciation of Beato Angelico. The MAEC Museum, the other museum of the city, is one of the biggest archaeological museums of Tuscany and without doubt a fundamental step to understand and to love the history of Cortona.

The memory of the city from 7th century B.C. until 900 is preserved here. You can admire the famous Etrurian Chandelier and the Tabula Cortonensis (the third longest Etrurian test in the world), and you can also become absorbed in the magic of nineteenth-century and futurist Cortona with the works of Gino Severini, native of Cortona. Cortona is also a characterized by a deep, religious tradition, in fact you can find some of the most beautiful churches and basilicas of Central Italy here: St. Mary of the Graces of Calcinaio, absolute and perfect masterpiece of Francesco di Giorgio Martini; the Cathedral (15th cent.), work of Cristofanello and of Laparelli, where you can find several paintings of Pietro da Cortona; St Francis, St Niccolò, St Christopher, New St Mary and the great Basilica of St Margaret, patron saint of the city, placed just on top of the hill. Cortona, however, does not end here. The local territory is over 342 km2 broad with dozens of small villages, abbeys, castles, archaeological trekking routes on ancient Etrurian/Roman paths, bicycle tracks along canals from the 18th century, eno-gastronomic tours among great viticultors and ancient recipes … to get to know this part of Tuscany could represent a turning point of your holidays and the discovery of an extraordinary world that creates the basis of its future from its own history.


INDICE INDEX Comitato Promotore:

π Tanti motivi per visitare Cortona / Many reasons to visit Cortona........................................................................................................p. 02 π Un “tour” in mostra… guida alla scoperta della 53a edizione di Cortonantiquaria / A “tour” into the exhibit A guide to the discovery of the 53rd edition of Cortonantiquaria..............p. 04 Special Event Palazzo Vagnotti π Le Forme dell'Eros nell'Arte attraverso i secoli The forms of Eros in Art through the centuries . ................................................................................p. 17

Main sponsor:

Special Event Palazzo Casali π Antiche tracce d’Egitto a Cortona Ancient Traces of Egypt at Cortona .................................................................................................p. 21

Con il contributo di:

Cortona Design π Cortona Design incontra l'Egitto Cortona Design meets Egypt................................................................................................................p. 23

Fondazione Nicodemo Settembrini

π Egizia: Message on a bottle ............................................................................................................p. 24 π Karim Rashid: lo scriba contemporaneo Karim Rashid: a contemporary scribe. ................................................................................................p. 27

Sponsor tecnico:

Il premio Cortonantiquaria 2015: Zahi Hawass Cortonantiquaria 2015 Award: Zahi Hawass.........................................................................................p. 30

Si ringraziano per la collaborazione:

Organizzazione: Direttore della mostra: Susanna Milani (De Plano Consulting)

Grafica: Catoni Associati

Ufficio stampa nazionale: Fabio Luciani Comunicazione d’Impresa Ufficio stampa locale: Andrea Laurenzi

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Tour in mostra

Guida alla scoperta della 53 edizione di Cortonantiquaria | a guide to the discovery of the 53rd edition of Cortonantiquaria a

L’ANTIQUARIATO A CORTONA È UN VIAGGIO NEL TEMPO DAI LEGGENDARI FARAONI EGIZI AI GENI DELLA PITTURA DEL NOVECENTO

At Cortona antique is a journey through time From the legendary Egyptian pharaohs to the geniuses of the painting of the twentieth century

Dal 22 agosto al 6 settembre 2015 ritorna Cortonantiquaria, che giunge così alla cinquantatreesima edizione. Cortona, antica polis etrusca e oggi uno dei borghi più affascinanti e trendy della Toscana, torna ad offrire per 15 giorni la passeggiata d’estate più bella e suggestiva fra mobili pregiati, dipinti, sculture e oggetti da collezione. Cortonantiquaria rappresenta un evento di grande valore per il mercato antiquario italiano, la cui longevità straordinaria, la qualità dell’offerta espositiva e la ricchezza delle proposte culturali che la costellano, la posizionano tra gli appuntamenti più prestigiosi d’Italia fra quelli legati al mondo dell'arte e dell'antiquariato. Il percorso espositivo globale della 53° edizione si svilupperà nelle due prestigiose location di Palazzo Vagnotti e Palazzo Casali, due gioielli dell’architettura cortonese ubicati nel cuore della cittadina medievale. Palazzo Vagnotti, chiuso al pubblico durante l’inverno, torna a vivere proprio nei giorni della mostra ospitando la tradizionale mostra antiquaria allestita in sale che racchiudono il fascino di storie, stili, gusti diversi in grado di esaltare le diverse personalità e professionalità degli espositori come in un “grand hotel” dell’antiquariato. Ogni stanza rappresenta un mondo a sé lungo un percorso unico, quest’anno reso quasi museale da una esposizione pittorica volta a raccontare le diverse rappresentazioni dell’eros nell’arte attraverso i secoli che si snoderà lungo i suggestivi corridoi del Palazzo e che culminerà in una sezione dedicata al tema dell’Eros nella pittura dei grandi maestri del ‘900. I 35 espositori presenti, che arriveranno a Cortona dalle maggiori regioni italiane, in primis la Toscana, ma con presenze d’eccellenza da ogni regione d’Italia dalla Lombardia alla Sicilia, comporranno un percorso antiquariale ricco e molto variegato fra dipinti d’alta epoca, quadrerie ottocentesche, arredi italiani ed europei di alto antiquariato, argenti e bronzi, mobili italiani, inglesi e francesi dal ‘600 all’800, pezzi orientali di magnifica fattura, straordinari gioielli, opere di arte moderna e una vastissima gamma di oggettistica da collezione. Le Mostre collaterali: evento nell'evento, le mostre 2015 di Cortonantinquaria ci portano a scoprire l'Egitto dalla storia antica alla contemporaneità. In Palazzo Casali, sede del MAEC, troveranno infatti ospitalità alcune importanti mostre, fra cui CortonaDesign, dedicate quest’anno all'affascinante mondo egizio per rendere omaggio ed allinearsi all’iniziativa voluta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali che individua il 2015 come l’anno della Cultura Egizia in Italia. In primis la mostra Antiche tracce d’Egitto a Cortona, curata dalla direzione scientifica del Maec e allestita nel suggestivo Salone Mediceo di Palazzo Casali è dedicata alle secolari ragioni di interesse verso l’Egitto antico e al modo in cui l’Egitto ha ispirato artisti e artigiani dei secoli passati. Le sale espositive a piano terra di Palazzo Casali, ospiteranno CortonaDesign. Ormai riconosciuto come evento parallelo alla tradizionale Cortonantiquaria, la 3° edizione di CortonaDesign quest’anno sarà dedicata ad alcuni significativi influssi dell’Egitto sul mondo del Design, avendo dato ispirazione ad una sorta di “linguaggio” produttivo di aziende come Egizia o i natali a personalità di rilievo del design e della progettazione, come Karim Rashid. From the 22nd of August to the 6th of September 2015 Cortonantiquaria is back and it is then its fifty-third edition. Cortona, and ancient Etruscan city-state and today one of the most charming and trendy villages in Tuscany, offers again for 15 days the most beautiful and attractive summer walk among valuable furniture, paintings, sculptures and items for collection. Cortonantiquaria represents a very valuable event for the Italian antiqua-

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Cortonantiquaria, uno stand della mostra rian market and, thanks to its extraordinary longevity, the quality of its displaying offer and the richness of its cultural offers covering it, it places itself among the most valuable meetings in Italy, among those related to the world of art and antique trade. The general exhibiting path of the 53rd edition will develop in two valuable locations, Palazzo Vagnotti and Palazzo Casali, two gems of Cortona architecture placed in the heart of this medieval town. Palazzo Vagnotti, closed to the public in winter, comes back to life actually during the exhibition days hosting the traditional antiquarian exhibition organized into rooms which contain the charm of different histories, styles, tastes able to emphasize the different personalities and professionalisms of exhibitors like into a “grand hotel” of antique trade. Each room represents a world apart along a unique path; this year it is almost a museum thanks to a painting exhibition aiming to tell the different representations of Eros in art through the centuries which will wind along attractive corridors of the Palace and it will culminate in a section dedicated to the theme of Eros in paintings by outstanding masters of the Twentieth century. 35 exhibitors will join coming from the main Italian regions, first of from Tuscany, to Cortona, but there will be excellent exhibitors from any Italian region, from Lombardy to Sicily; they will set up a very rich and varied antiquarian path among Great Epoch paintings, collection paintings dating back to the Nineteenth century, Italian and European furniture of top antique trade, silverwares and bronzes, Italian, English and French furniture from the Seventeenth century to the Nineteenth century, oriental items with a wonderful workmanship, extraordinary jewels, works of modern art and a very wide variety of objects for collection. The collateral Exhibitions: an event during the event, the 2015 exhibitions at Cortonantinquaria will allow us to discover Egypt from its ancient history to its contemporaneousness. At Palazzo Casali, site of MAEC, will be effectively hosted some important exhibitions, such as CortonaDesign, being this year dedicated to the appealing Egyptian world in order to pay tribute to and to be on line with the initiative decided by the Minister of Cultural Heritage and Activities who considers 2015 as the year of Egyptian culture in Italy. First and foremost the exhibition Antiche tracce d’Egitto a Cortona (Ancient traces of Egypt at Cortona), the scientific committee of MAEC was in charge of, and held into the picturesque Salone Mediceo of Palazzo Casali, site of MAEC, is dedicated to the secular interests for the Ancient Egypt and for the way Egypt inspired artists and craftsmen during the past centuries. The exhibition rooms on the ground floor of Palazzo Casali, will host CortonaDesign. By now, it is considered as a parallel event of the traditional Cortonantiquaria; this year the thord edition of Cortonadesign will be dedicated to some meaningful impacts of Egypt on the Design world, having inspired a kind of productive “language” for enterprises such as Egizia or being the birthplace of relevant personalities of design, Karim Rashid.


LA PITTURA paesaggistica del XVII-XVIII secolo landscape painting of the XVII and XVIII century Il Tour in mostra inizia con tre spettacolari dipinti rappresentativi della pittura paesaggistica: un genere di pittura che ha come soggetto ambienti all'aperto, ritratti dal vero (detti vedute) o ricostruiti idealmente. Questo genere di pittura acquistò autonomia iconografica nel XVI secolo grazie soprattutto all'arte fiamminga e tedesca nelle sue forme realistiche, ed in Italia nelle forme idealizzate di ispirazione classica. In mostra: Da ARS ANTIQUA (Milano): un’opera di Antonio Peruzzini, figura di primo piano nella pittura paesistica del XVII-XVIII secolo. Egli, partendo da un'espressione seicentesca su influssi di Salvator Rosa, approderà ad un'interpretazione libera del senso del movimento e del colore tipici del Rococò, utilizzando gamme cromatiche più chiare, luminose e squillanti, alleggerendo il tocco, inserendo una sorta di movimento e vitalità nei suoi dipinti e rendendo l'atmosfera più gaia e leggera. Da CASA D’ASTE SAMMARINESE (Rep. di San Marino): un dipinto del veneziano Francesco Guardi in cui l'artista, al contrario del Canaletto, non mira a risultati di nitida percezione, ma propone un'interpretazione del dato reale soggettiva ed evocativa, realizzando immagini di città evanescenti e irreali, Da AMBROSI (Monselice – PD): un’opera di Antonio Cicalese raffigurante «Architettura con figure», firmata e datata 1665. Quest'opera è presente negli archivi della Fondazione Zeri in quanto sottoposta nel 1973 allo studio del Professore Federico Zeri che affermò sia il valore artistico del dipinto che l'importanza storica, in quanto è l'unica opera che si conosca firmata e datata dal pittore. Dunque questo dipinto è da considerarsi pilastro per ogni e qualsiasi altra attribuzione, smentendo il Dizionario Bénézit che colloca impropriamente questo pittore attivo a Napoli intorno al 1700.

The Tour on show starts with three spectacular and representative paintings of the landscape painting: a genre of painting whose theme is outdoor places, true to life portrays (said views) or ideally rebuilt ones. On show: From ARS ANTIQUA (Milan): a work by Antonio Peruzzini , a first rank figure of the landscape painting in the 17th – 18th centuries. Starting from a Seventeenth century expression under the influence of Salvator Rosa, he will end up with a free interpretation of the sense of movement and of the colour, typical of Rococo, making use of clearer, more luminous and brighter chromatic ranges, making the touch be lighter, introducing a kind of movement and vitality in his paintings and making the atmosphere be gayer and lighter. From CASA D’ASTE SAMMARINESE (San Marino Rep.): a painting from the Venetian Francesco Guardi where the artist, unlike Canaletto, does not aim to achieve results of clear perception, but he offers a subjective and evocative interpretation of the real datum, carrying out images of evanescent and unreal cities. From AMBROSI (Monselice – PD): a work by Antonio Cicalese showing «Architettura con figure»,(Architecture with figures) signed and dated back to 1665. This work is present into the archives of the Zeri Foundation since in 1973 it was object of study for Professor Federico Zeri who stated both the artistic value of the painting and its historical importance, since it is the only work we know being signed and dated by the painter. Therefore this painting has to be considered as a pillar for any other attribution, denying the Bénézit Dictionary which incorrectly places this painter, working in Naples, approximately in the Eighteenth century.

Antonio Francesco Peruzzini (Ancona, 1643/6 – Milano, 1724), «Paesaggio con monaci», olio su tela / «Landscape with monks», oil on canvas – 95 x 120 cm – da/from ARS ANTIQUA

Francesco Guardi (Venezia, 1678- Venezia, 1716), «Casa rustica sulla riva della laguna» / «Rustic house on the shore of the lagoon» – 31 x 52 cm – da /from CASA D’ASTE SAMMARINESE

F. Antonio Cicalese, «Architettura con figure», olio su tela, firmato e datato 1665/ «Architecture with figures» , oil on canvas, signed and dated 1665 – 128 x 178 cm – da/from AMBROSI

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LA PITTURA D'ALTA EPOCA the painting of the XVI and XVII century tappeti finemente decorati. Gian Domenico Valentini nasce a Roma nel 1639, tranne un soggiorno svolto a Imola, la sua attività rimane legata all'Urbe fino al 1715, anno che registra la sua dipartita. Questo splendido dipinto viene ambientato in una modesta cucina dove, oltre alla figura, che spesso nelle sue opere anima il secondo piano, vengono sapientemente disposti secondo un andamento piramidale verdure, versatoi, stoviglie ed altri oggetti di uso quotidiano che diventano i veri protagonisti della rappresentazione. Gli stessi oggetti compaiono ripresi in angolazioni e posizioni differenti in molte altre opere del pittore come testimoni di un repertorio di modelli ritratti dal vero. I tizzoni fumanti ed il gatto che sembra osservare la coratella appesa sulla parete di sinistra, contribuiscono a fissare quell'attimo della calda quotidianità domestica tanto cara al pittore. L'Interno di cucina, databile verso l'ultimo ventennio del Seicento, è dotato di una cornice coeva in legno intagliato e dorata in foglia d'oro zecchino.

Giovanni Domenico Valentini (Roma 1639- Roma 1715), «Interno di cucina», olio su tela/ «Kitchen Interior», oil on canvas - 85 x 50 cm - da/from ANTICHITà SIGALINI ANDREA

SCENE DI VITA QUOTIDIANA/ scenes of daily life ANTICHITà SIGALINI ANDREA – Rezzato (Brescia) L'opera rappresenta un Interno di cucina del pittore romano Gian Domenico Valentini, interessante figura delineata solo negli ultimi anni, specialista sia nella rappresentazione di tematiche di vita quotidiana come dispense, spezierie, interni di cucina, ma anche nella realizzazione di ambienti fastosi connotati dalla presenza di oggetti preziosi o

This work represents the interiors of a kitchen (oil painting on canvass 85 cm x 50 cm) by the Roman painter Gian Domenico Valentini, an interesting figure defined during the latest years only, specialized not only in depicting themes of daily life such as sideboards, groceries, interiors of kitchens, but also in painting magnificent places characterized by the presence of precious items or elegantly decorated carpets.Gian Domenico Valentini was born in Rome in 1639, except for a staying at Imola, his activity is linked to the Urbe till 1715, when his death is reported. This wonderful painting is set into a humble kitchen where, together with the figure, who often animates the background in his paintings, vegetables, spouts, kitchenware and other objects of daily use are wisely placed following a pyramidal order and become the real protagonists of the representation. The same objects are depicted from different angles and positions in many other works by this painter, as evidences of an inventory of true life models. The burning embers and the cat, which seems to observe the pluck hang on the wall on the left hand side, contribute to fix that moment of the home warm daily life so dear to the painter. Inside the kitchen, dating back to the last two decades of the Seventeenth century, is equipped with a contemporary framework made of engraved wood goldplated with a leaf of pure gold.

LA PITTURA EMILIANA di alessandro Tiarini / the EMILIA- ROMAGNA PAINTING by alessandro Tiarini CASA D’ASTE SAMMARINESE – Repubblica di San Marino Casa d’Aste Sammarinese, storica galleria specializzata in quadri e cornici d’epoca, presenta in Cortonantiquaria un’opera del bolognese Alessandro Tiarini, rappresentativa della pittura emiliana del XVII secolo. Casa d’Aste Sammarinese, a historic gallery specialized in paintings and picture frames of the time, presents in Cortonantiquaria a work of Alessandro Tiarini, which is representative of the paintings of the Emilia region of the 17th century. ALESSANDRO TIARINI Allievo di P. Fontana e di B. Cesi, a Firenze (dal 1599) lavorò col Passignano; tornato a Bologna (1606), si accostò a L. Carracci, accogliendone le istanze naturalistiche e l'intensa drammaticità. L'accentuata ricerca luministica sottolinea la forte partecipazione emotiva delle sue opere che acquisirono monumentalità e ricchezza cromatica grazie anche allo studio del Correggio. P. Fontana and B. Cesi’s student in Florence (from 1599) he worked with Passignano; returned to Bologna in 1606, he approached to L. Carracci, appropriating his naturalistic need and intense dramatic power. His marked research on light underlines the strong, emotive participation of his works that acquired monumentality and chromatic richness thanks to the study of Correggio as well. 6

Alessandro Tiarini (Bologna 1577-1668), «Il giudizio di Salomone», olio su tela / «The judgment of Solomon», oil on canvas, 150 x 130 cm – da / from CASA D’ASTE SAMMARINESE


la guerra Nell'arte: il genere battaglistico war in art: the battle genre le battaglie nella pittura del settecento / battles in the eighteenth century painting GALLERIA ANTIQUARIA VANVITELLI – Caserta Il genere pittorico della Battaglia si sviluppa in Italia all’inizio del 1600, quando l’Italia gode di un periodo di stabile pace. Come sottolineava Federico Zeri, il tema del fatto d’armi, della mischia, del corpo a corpo, sia tra fanti che cavalieri, non era ovviamente ignoto alla pittura italiana precedente. Lungo il corso del Trecento e del Quattrocento il soggetto fu affrontato da molti autori con un’estesa varietà di intenti: allegorici, didattici. Solo da quando l’argomento bellico venne sviluppato fine a se stesso, senza cioè alcun preciso riferimento storico, iconografico o simbolico, e cominciò ad essere realizzato con una produzione di massa, è possibile per la prima volta parlare di un «genere battaglistico».A partire da quel momento la «Battaglia» dipinta è soltanto una «battaglia» e la sua funzione perde ogni valore illustrativo o di commento visivo a qualche fatto determinato, acquistando quello di pura e semplice potenzialità decorativa. In omaggio a questo genere pittorico, la galleria casertana presenta una coppia di dipinti di epoca settecentesca raffiguranti una scena di battaglia.

Coppia di battaglie, 1700 / couple of battles, 18th century– da/from GALLERIA ANTIQUARIA VANVITELLI In Italy the painting genre of Battle develops at the beginning of the Seventeenth century, when Italy enjoys a stable peaceful period. As Federico Zeri underlined, the theme of action of arms, of fight, of hand-to-hand both among foot soldiers and among mounted soldiers, was not obviously unknown to the previous Italian painting. Through the Fourteenth and the Fifteenth centuries several authors dealt with this subject with a wide variety of purposes: allegorical ones, teaching ones or simply decorative ones. Only since when this topic has been developed as an end in itself, in

other words without any precise historical, iconographical or symbolic reference, and since when we have started to manufacture it with a mass production, it has been possible to talk about “warlike genre” for the first time. Since then, the paint Battle is just a battle and its function loses any illustrative value or visual comment to any specific event, obtaining the value of mere and simple decorative potential. As a tribute to this genre of painting, the Caserta gallery shows two paintings dating back to the Eighteenth century time showing scenes of battle.

LA natura morta the still life La NATURA MORTA NAPOLETANA nel Settecento / the neapolitan still life in the 18th century MR ANTICHITà– Genova La natura morta napoletana, molto apprezzata e ricercata oggi sia dal mercato antiquariale che dalla critica, fu conosciuta in passato dai grandi collezionisti più che dal grande pubblico, riservata ai grandi committenti, ai ricchi signori proprietari dei più bei palazzi di Napoli e dintorni. Francesco Lavagna (Napoli 1684-1724), autore della coppia di dipinti presentati in mostra, è stato un pittore dalle ottime capacità artistiche. Specializzato nel genere pittorico delle nature morte ha decorato con nature morte di fiori e frutti di esuberante composizione palazzi e ville dell’aristocrazia napoletana. The Neapolitan still life, which is now very appreciated and sought after both by the antiquarian market and by the critics, in the past was known more by the important collectors than by the public, reserved to important customers, to rich lord proprietors of the most beautiful palaces in Naples and surroundings. Francesco Lavagna (Naples 1684-1724), author of the two paintings showed in the exhibition, was a

Francesco Lavagna (Napoli 1684-1724), «Coppia di nature morte di fiori all'interno di un giardino», olio su tela/ «Couple of still life of flowers in a garden», oil on canvas - 48x36 cm - da/from MR ANTICHITà painter with excellent artistic skills. Specialized in the painting genre of still life, he decorated with still life

of flowers and fruits, in lively compositions, palaces and villas of Neapolitan aristocracy. 7


LA PITTURA DEl Novecento the painting of the 20th century OMAGGIO A CORTONA: il cubismo e il futurismo di GINO SEVERINI / tribute to Cortona: Gino Severini’s cubism and futurism ANTIQUARIA LA ROSA – Catania Per la nuova edizione di Cortonantiquaria, Antiquaria La Rosa propone, fra le altre, un’opera del pittore cubista e futurista Gino Severini , nato a Cortona nel 1883. Si tratta de «L’adorazione dei magi», un carboncino su carta del periodo parigino che il pittore eseguì nel 1926 per donarlo al suo amico Fred Sulzer per il capodanno 1927. In basso la dedica, con cui il maestro auspica che i «buoni re» siano per l’amico portatori di salute e felicità per il nuovo anno. In realtà l’opera non venne donata perché alcuni amici avevano fatto rilevare a Severini che Sulzer (magnate americano dell’industria elettrica) non era cattolico e quindi non avrebbe goduto appieno di quel regalo. Così questo carboncino, insieme alle tante opere realizzate a Parigi, ritornò in Italia dopo la sua morte (1966). Il disegno appartiene al periodo parigino degli anni ‘20, quando l’artista rielaborò le teorie del «classico equilibrio»: un impianto scenico post-cubista, la presenza (ancora) della linea futurista (gli abiti dei Magi), una squisita ironia (il primo dei magi, genuflesso, sembra essere un re delle carte da gioco francesi). For the new edition of Cortonantiquaria, Antiquaria La Rosa offers, among the other things, a work by this cubic and futurist painter Gino Severini , born at Cortona in1883. It is «L’adorazione dei magi» (“Adoration of the Magi”), a charcoal on paper dating back to the Parisian period the painter made in 1926 to give it to his friend Fred Sulzer for the New Year’s Day in 1927. Below there is the master’s dedication wishing that the “good kings” will be for his friend carriers of health and happiness for the new year. As a matter of fact, this work was not given because some friends made Severini notice that Sulzer (an American magnate of the electrical industry) was not Catholic and therefore he would not fully appreciate this gift.Therefore this charco-

Gino Severini (Cortona 1883 – Parigi 1966), « L’adorazione dei Magi», carboncino su carta / «Adoration o the Three Kings», charcoal on paper, 1926 , 38 x 47 cm da/from ANTIQUARIA LA ROSA (Catania) al, together with the many works made in Paris, came back to Italy after his death (1966). The drawing dates back to the Parisian period in the 20s, when the artist worked upon some theories of the “classic balance”: a post-cubist stage installation, the presence (still) of the futurist line (Magi’s garments), an excellent irony (the first of the Magi, on his knees, seems to be a king of the French playing cards).

I GRANDI MAESTRI del ‘900 / the great masters of the twentieth century CHIFARI ART GALLERY - Torino La visita alla Chifari Art Gallery sarà un suggestivo viaggio tra opere dei grandi maestri del ‘900: De Chirico, Picasso, Sassu, Fiume, Guttuso, Cascella, De Pisis e tanti altri. Fra le tante opere proposte si segnala un olio su tela di Michele Cascella raffigurante Portofino. Le terre abruzzesi e Portofino sono fra i soggetti più amati e più ricorrenti nella produzione artistica del pittore insieme a fiori, campi di grano e di papaveri. Questi vennero costruiti dall’artista attraverso un tratto veloce e delicato, capace di dare vita a scenari coinvolgenti e dal sapore incantato

Michele Cascella (Ortona 1892 – Milano 1989), “Portofino”, olio su tela /oil on canvas, 50 x 70 cm – da/from Chifari Art Gallery

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The visit to Chifari Art Gallery will be a fascinating journey through the works of the great masters of the '900: De Chirico, Picasso, Sassu, Fiume, Guttuso, Cascella, De Pisis and many others. Among the many works proposed, we point an oil on canvas by Michele Cascella depicting Portofino. The lands of Abruzzo and Portofino are frequent subjects in the artistic production of the painter along with flowers, fields of wheat and poppies.


mobili e arredi furniture perché si chiama credenza? / WHY IS IT CALLED “SIDEBOARD”? La credenza, come oggetto di arredamento così come lo conosciamo oggi, nasce nel 1600 circa in Emilia-Romagna e in origine era un mobile basso e lungo collocato solitamente nella sala dei banchetti. Al di sopra di esso venivano sistemati in bella vista tutti i cibi nei loro piatti di portata durante i pranzi offerti dalle famiglie nobili ai loro convitati di particolare rango e importanza. Prima di cominciare il banchetto un servitore particolarmente fidato della famiglia, detto "Maestro Credenziere", dotato di una livrea particolare che lo distingueva dagli altri servitori, entrava nella sala del banchetto per «fare la credenza»: si disponeva a fianco del mobile dove erano stati collocati tutti i piatti con i cibi, che in seguito si chiamerà appunto credenza, e assaggiava tutte le portate prima che fossero servite ai commensali. Tale pratica era volta a tranquillizzare i convitati che i cibi loro offerti non fossero avvelenati e per questo il "Maestro Credenziere", dopo aver assaggiato tutti i cibi, rimaneva nella sala dei ricevimenti fino alla fine del banchetto, proprio per assicurare che egli stesso non fosse stato avvelenato, dando "credenza", creando cioè persuasione in tutti i commensali della bontà e purezza dei cibi offerti, ma soprattutto che non vi fosse nessuna cattiva intenzione da parte del proprio Signore, ovvero quella di avvelenare qualcuno dei commensali. Il termine passò in seguito ad indicare il procedimento della "credenza" e poi, verosimilmente, la stanza destinata a tale pratica ed infine il mobile delle stoviglie. Due bellissimi esemplari di credenza, entrambi del XVII secolo, sono presentati a Cortonantiquaria da ARS ANTIQUA (Milano) e BONANOMI ANTIQUARIATO (Moncalvo – ASTI) The sideboard (Credenza in Italian), the piece of furniture as we know it today, was created approximately in the Seventeenth century, in EmiliaRomagna region and originally it was a low and long piece of furniture placed into the banqueting-hall, only. All the food was arranged on it, into its dishes, during the dinners offered by noble families to their guests of special rank and relevance. Before starting the banquet, a very loyal servant of the family, named "Master Butler" ("Mastro Credenziere" in Italian since he was responsible for the Credenza), wearing a special livery which distinguishes him from the other servants, enters the banqueting-hall in order to “fare credenza" to be believed” (in Italian the word "credenza" has a double meaninig: belief, credere in Italian means to believe, and, from this practice, sideboard): he stays on one side of the furniture, which afterwards will be named actually sideboard, where all the dishes with food have been arranged, and tastes all the dishes before serving them to the fellow guests. This practice aims to reassure the guests that the food they are served is not poisoned and for this reason the "Master Butler", after having tasted all the food, stays into the reception room till the end of the banquet, just to ensure he is not poisoned either, giving “belief”(credenza in Italian) in other words creating the persuasion for all the fellow guests that the served food is good and pure, but in particular that his Lord has no bad intentions, that is to say he does not mean to poison one of his fellow guests. Afterwards, this word starts to mean the procedure of “credenza”, belief, to believe and then, most likely, the room reserved to this practice and at last the piece of furniture for kitchenware.

Credenza in noce, XVII secolo / sideboard in walnut, 17th century, 131 x 61x 110 cm – da/from ARS ANTIQUA

Credenza lombarda, prima metà del XVII secolo / sideboard, first half of the 17th century - da/from BONANOMI ANTIQUARIATO

Two very beautiful examples of sideboard, both dating back to the 17th century, are showed at Cortonantiquaria by ARS ANTIQUA (Milan) and BONANOMI ANTIQUARIATO (Moncalvo – ASTI)

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mobili e arredi furniture Come in ogni edizione, a Cortonantiquaria si possono trovare mobili e arredi di alta epoca di stile e gusto molto eterogenei. Da ANTICHITA’ CLAUDIO BUCALETTI (Cortona): una consolle Luigi XVI di straordinaria fattura appartenuta ad un’antica famiglia nobiliare cortonese. La famiglia, giunta in Italia con Federico Barbarossa, da cui ricevette il riconoscimento nobiliare di marchesato, vanta tuttora possedimenti in Cortona e in varie zone della Toscana. Da ANTICHITA’ VELONA (Firenze): un’importante specchiera veneziana di epoca Luigi XV Da ANGELO D’ORO (Parma): un inginocchiatoio seicentesco proveniente dall’Italia centrale

Each edition, at Cortonantiquaria you can find Great Epoch furniture and furnishing with very heterogeneous styles and tastes. From ANTICHITA’ CLAUDIO BUCALETTI (Cortona): a Louis XVI console with an extraordinary workmanship, which belonged to an ancient noble family from Cortona. This family, who came to Italy with Frederik Redbeard, it received the noble award of marquisate from, still today boasts many possessions at Cortona and in several areas in Tuscany. From ANTICHITA’ VELONA (Florence): an important Venetian large mirror dating back to Louis 15th epoch. From ANGELO D’ORO (Parma): a Seventeenth century kneeling stool coming from central Italy. Consolle finemente intagliata e dorata, di provenienza toscana, epoca Luigi XVI, con piano in marmo - Console finely carved and gilded, of Tuscan origin, age Louis XVI, with marble - da/from ANTICHITà CLAUDIO BUCALETTI

Inginocchiatoio laccato in due colori di verde. Lacca originale, epoca 1600, Italia centrale - Kneeler lacquered in two colors of green, 17th century, central Italy, 70 x 57 x 90 cm (h) – da/from ANGELO D’ORO

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Specchiera Veneziana in legno intagliato dorato ,epoca Luigi XV - Venetian large mirror dating back to Louis 15th epoch. 140 x 85 cm – da / from ANTICHITA VELONA


sculture e bronzi sculptures and bronzes La statua di legno policroma rappresenta la tipica espressione dell'immagine di culto a partire dal XIII secolo fino a quando, in epoca rinascimentale, tale materiale verrà discriminato e pian piano sostituito dal pregio del marmo e del bronzo. Nel viaggio tra le tante opere scultoree presentate in Palazzo Vagnotti, si segnalano: Da daniele trabalza (Foligno – PERUGIA): due importanti sculture lignee trecentesche Da TEILO JOHNSON ANTIQUARIATO (Lucca): un suggestivo busto in marmo Da GALLERIA ANTIQUARIA VANVITELLI (Caserta): un bronzo ottocentesco raffigurante Napoleone a cavallo.

This polychrome wooden statue represents the typical expression of the religious image since the 13th century till when, in the Renaissance, this material will be discriminated and slowly replaced with the prestigious marble and bronze. During this journey through the many sculptural works showed at Palazzo Vagnotti, we point out: From DANIELE TRABALZA (Foligno – PERUGIA): two important 14th century wooden sculptures From TEILO JOHNSON ANTIQUARIATO (Lucca): an important 15th century wooden sculpture From GALLERIA ANTIQUARIA VANVITELLI (Caserta): a 19th century bronze representing Napoleon on horseback.

Cristo Crocifisso, scultore di area Tedesca (Colonia) , XIV secolo, / Christ Crucified, German sculptor (Cologne), XIV century h. 72 cm – da/from DANIELE TRABALZA

San Bartolomeo, scultore Francese (Piccardia) , XIV secolo / French sculptor ( Picardy), XIV century, h.130 cm – da/from DANIELE TRABALZA

Scultura policroma, XV sec. / Polychrome sculpture, XV century – da/from TEILO JOHNSON Napoleone a cavallo, bronzo, XIX secolo / Napoleon on horseback, bronze, XIX century - da/ from GALLERIA ANTIQUARIA VANVITELLI

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sculture e bronzi sculptures and bronzes MORETTI VENEZIANI / venetian moore sculptures ANTICHITà MORELLO – Badia Polesine (Rovigo) Non è per nulla semplice selezionare opere per una mostra d’antiquariato di così ampio respiro. Quest’anno abbiamo scelto pezzi unici e pregiati e anche molto competitivi sul mercato tra i quali spicca questa splendida Coppia di Moretti Veneziani del primo quarto del secolo XVIII. Il nome e la foggia derivano dal termine «moro», che all'epoca denotava i musulmani o, per estensione, i pirati saraceni. Generalmente si usa questo termine per indicare i gioielli della tradizione orafa veneziana che rimandano all'epoca in cui i Saraceni compivano razzie sulle coste dalmate. Non mancano tuttavia in questo periodo sculture o ex voto che le popolazioni del litorale donavano alle chiese come rappresentazioni dei pirati turchi sottomessi.La fantasia degli artisti veneziani ha dato luogo ad infinite variazioni sul tema: busto e turbante sono diventati uno spazio scenico dove si rappresentano le migliori tecniche apprese dall'oreficeria locale con trafori, incisioni, filigrane, e spesso anche inserti di pietre preziose. Le nostre sculture sono in legno ebanizzato policromo e si presentano nella loro veste luminosissima incisa e dorata, non portano copricapo ma poggiano rispettivamente la mano destra e sinistra sui fitti capelli ricci e finemente intagliati, indossano calzari dorati. Lo stato di conservazione è ottimo e le due sculture si presentano integre in ogni loro parte. La policromia è originale e intatta. Questo tipo di oggetti continuano ad essere articoli prediletti di un collezionismo d’élite oltre ad essere amatissimi anche dal vasto pubblico di estimatori. It is not easy to select works for a such a wide-ranging exhibition of antiques. This year we have chosen unique and valuable items which are also very competitive on the market; among them this wonderful Couple of Venetian Black Boys stands out dating back to the first quarter of the 18th century.

Coppia di Moretti Veneziani, primo quarto del XVIII sec. / Couple of Venetian “Moretti”, first quarter of the 18th century., h. 54 cm - da/from ANTICHITA’ MORELLO

The name and the shape derive from the word “Moor “ which at that time indicates Muslims or, in a wider sense, the Saracen pirates. Generally we employ this word in order to indicate the jewels of the Venetian goldsmith’s tradition which refer to the time when Saracens made raids along the Dalmatian coast. However, during this period there are also sculptures or votive offerings the peoples living along the coast gave to churches as symbols of the subject Turkish pirates. Our sculptures are made of polychrome ebonized wood and show themselves in their extremely bright engraved and golden plated clothes, they do not wear hat but lean their right and left hands respectively on thick and elegantly engraved hair, they wear golden footwear. Their preservation is very good and the two sculptures are integral in all their parts. The original polychromy is intact.

BENEDETTO DA MAIANO: STORIE DI BOTTEGA / BENEDETTO DA MAIANO: HISTORIES OF WORKSHOP ARS ANTIQUA - Milano L’opera, in terracotta policroma, realizzata nell'ultimo quarto del XV secolo, ripropone la celebre composizione in marmo di Benedetto più volte replicata dall'artista, il cui prototipo è probabilmente quello conservato alla National Gallery di Washington. Benedetto da Maiano, grazie ad uno stile morbido ed armonico divenne già negli anni '70 uno degli artisti più richiesti dalla committenza fiorentina, affascinata dallo stile del maestro così incline nel rispecchiare i valori sociali e spirituali diffusi all'interno della Signoria Medicea. Ciò determinò la formazione di una bottega strutturata, con allievi e collaboratori in grado di riprendere i più celebrati modelli plastici di Benedetto in diversi materiali. A tale contesto va perciò riferita l'opera in oggetto, probabilmente destinata alla devozione privata, come le dimensioni, ridotte rispetto ai modelli marmorei, ed il materiale utilizzato evidenziano. Notevole il livello qualitativo raggiunto che consente di ipotizzare come questa terracotta fosse stata licenziata nel più stretto entourage del grande artista rinascimentale; lo testimoniano l'equilibrio formale della composizione, la preziosità delle cromie, la persistenza di quei tratti psicologici di velata tristezza nel volto pensoso della Madre, che nelle versioni delle botteghe

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“terze” normalmente venivano meno, mancando il contatto diretto col maestro. This work, made of polychrome baked clay, manufactured during the last quarter of the 15th century, offers again the well-known composition made of marble by Benedetto, repeated by the artist several times, whose prototype is probably the one kept at the National Gallery in Washington. Benedetto da Maiano, thanks to a soft and harmonic style, in the 70s already becomes one of the artists the Florentine customers seek after the most since they are charmed by the master’s style who is so inclined to mirror the social and spiritual values spread within the Seigniory of Medicis. That entails the opening of an organized workshop, with apprentices and collaborators able to take up the most famous plastic models of Benedetto made of several materials. Therefore the examined work has to refer to this context, probably it is meant for a private devotion, as it is emphasized by its dimensions, smaller than the marble models, and the employed material. The achieved qualitative level is remarkable and let us suppose that this terracotta has been approved within the closest entourage of the great Renaissance artist.

Bottega di Benedetto da Maiano (Maiano 1442/ Firenze 1497), Madonna col Bambino, Terracotta, / Madonna and child, polycrome baked clay, 43 x 31 x 4 cm – da/from ARS ANTIQUA


collezionismo collecting STAMPE E CARTE GEOGRAFICHE ANTICHE / ANTIQUE PRINTS AND MAPS FURLANETTO STAMPE ANTICHE – Treviso Le stampe e carte geografiche antiche sono oggetto di studio e vendita della Furlanetto Stampe Antiche da più di trent’anni. All’interno del suo suggestivo stand, segnaliamo una ricca carta geografica antica della Sicilia inserita da Jean Baptiste Nolin nel suo non comune "Nouvelle edition du Theatre de la guerre en Jtalie". La forma della Sicilia è mutuata dal lavoro di Giacomo Cantelli della seconda metà del XVII secolo; l'isola è divisa, anche visivamente tramite l'uso dei colori, nelle sue tre valli; l'entroterra è delineato con ricchezza e con numerosi simboli che consentono addirittura di identificare il ruolo di ogni città in ambito religioso, politico e militare. Una lunga parte testuale occupa l'angolo di sinistra con il racconto in francese della storia della Sicilia e della sua divisione geografica. Nell'angolo opposto troviamo il cartiglio sormontato dalle armi del Regno di Sicilia e circondato dall'Etna in eruzione. Ancient prints and geographical maps have been a subject to be studied and sold by Furlanetto Stampe Antiche for more than three decades. Inside its attractive stand, we point out an ancient rich geographical map of Sicily put by Jean Baptiste Nolin in his uncommon "Nouvelle edition du Theatre de la guerre en Jtalie". The shape of Sicily has changed compared to the work by Giacomo Cantelli dating back to the second half of the 17th century.

Nolin, «L’isle et royaume de Sicile», 54,7 x 45,2 cm, 1741 – da/from FURLANETTO STAMPE ANTICHE

COLLEZIONARE VENTAGLI D’EPOCA / COLLECTING ANTIQUE FANS LE DE DOMINICIS ANTIQUARIATO – Milano Quella dell'antiquario è figura complessa: in essa l'inclinazione verso l'arte del passato è strettamente legata alla passione del collezionismo da cui ogni antiquario è, più o meno nascostamente, guidato. Linda e Paola De Dominicis incarnano l’animo dell’antiquario e quello del collezionista, conciliandone le diversità. Le motivazioni che le spingono alla ricerca di oggetti destinati alla vendita e di quelli che verranno conservati nella loro collezione sono molteplici: la curiosità intellettuale suscitata da manufatti inusuali e rari, la passione per la ricerca, il piacere della scoperta e della conoscenza, l'impagabile gratificazione che deriva dalla “conquista” di un esemplare unico a lungo desiderato e ricercato, il piacere estetico che nasce dalla sua contemplazione. L'istinto sicuro che permette di distinguere a colpo d'occhio l’opera d'arte da ciò che non lo è, il saperne comprendere e comunicare le qualità e l'intima essenza, l'intrattenere un rapporto privilegiato con i propri clienti e collezionisti intuendone e realizzandone le aspettative: sono queste le doti riconosciute a Le De Dominicis, antiquarie presenti a Cortona da oltre quaranta anni con i loro preziosi ventagli, gli accessori della moda, le porcellane, i vetri, gli argenti, le litofanie, le veilleuse, i porta bouquet, i carnet, i sigilli e altri oggetti inusuali, curiosi e rari che promettono singolari viaggi nel tempo.

The antique dealer is a complex figure: within it the inclination towards art of the past is tightly connected with the passion for collecting each antique dealer is, more or less secretly, driven by. Linda and Paola De Dominicis embody the attitude of the antique dealer as well as the one of the collector, combining their diversities. They are encouraged to look for objects to be sold and those to be kept in their collections for various reasons: their intellectual curiosity raised by unusual and rare products, their passion for research, their pleasure in discovering and in knowing, the inestimable satisfaction resulting from their “conquest” of a unique item they wanted and searched, their aesthetical pleasure resulting from the contemplation of it. The experienced intuition, which allows to distinguish at first sight the work of art from what is not, knowing to understand and to communicate its quality and its deep essence, setting up a privileged relationship with one’s customers and collectors by knowing intuitively and fulfilling their expectations: these are the talents we identify in De Dominicis women, antique dealers who have been present at Cortona for more than four decades with their precious fans, fashion accessories, china, glassware, silverware, litophanes, veilleuse (night lights), bouquet holders, books, seals and other unusual, curious and rare objects which ensure unique journeys through time.

«Rebecca al pozzo», ventaglio brisè in avorio traforato e dipinto a gouache, Europa, prima meta' del XVIII sec. / “Rebecca at the Well”, fan in ivory, pierced and painted gouache, Europe, first half' of the 18 th century – da/from LE DE DOMINICIS ANTIQUARIATO

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collezionismo collecting COLLEZIONARE SCATOLE... che passione! / the passion of collecting boxes NUMERO 7 ANTIQUARIATO – Montecatini Terme (Pistoia)

Fig.1- Cofanetto nuziale, Bottega degli Embriaci, Venezia, XV sec./ Wedding Box, Venice, XV century

Fig.2- Scatola in legno di faggio con lo stemma della famiglia nobile fiorentina degli Alfaruoli, XVII sec. / Beech wood box with the coat of arms of the Florentine noble family Alfaruoli, XVII century

Fig.3 – Scatolina per strumenti da ricamo, Toscana, XVIII sec. / Small rounded box used to contain the tools to embroider, Tuscany, XVIII century

Fig.4 - Scatolina in legno laccato nero con decori in ottone cesellato e madreperla contenente set per toilette, XIX sec. / Black lacquered wooden box containing toiletries, XIX century

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La scatola ha sempre esercitato un fascino particolare: suscita curiosità, incognite, mistero. Cosa contiene all’interno, cosa ha contenuto, a chi è appartenuta? L’enigma è ciò che nasconde. E la fantasia esplode: forse racchiudeva le lettere dell’innamorata o documenti da conservare con cura o piccoli ricordi di persone care. Una ciocca di capelli, un regalo dell’infanzia, una foto di un legame finito. Cosi la scatola diventa un oggetto misterioso che ci attira perché pieno di incognite. Forse questi sono i motivi per cui nasce un collezionismo radicato intorno a questo oggetto. La produzione di cassettine risale ad epoche remote e attraverso questa collezione vogliamo dare un flash sul suo legame con la società in cui è stata costruita e vissuta. La prima cassettina che presentiamo (fig.1), rivestita di placchette con figure in osso, aveva nel XV° secolo un ruolo sociale. E’ un cofanetto nuziale con il quale le famiglie dei promessi sposi suggellavano l’impegno reciproco. Qui la preziosità del contenitore rivela quella del contenuto: aveva infatti lo scopo di contenere gioielli. E’ il tipico manufatto pregiato della Bottega degli Embriaci nella Venezia del ‘400 e ci riporta in un’epoca dove i matrimoni dei nobili venivano combinati dai genitori senza il parere degli sposi. Osserviamo quest’altra scatola (fig.2) del ‘600 in legno di faggio con al centro lo stemma della famiglia nobile fiorentina degli Alfaruoli. E’ appartenuta, come si rileva dalla scritta, a Suor Giuditta Alfaruoli e faceva sicuramente parte del corredo quando è entrata in monastero. Le congetture sulla storia di questa scatola ci travolgono: era una giovane ragazza di famiglia nobile che si apprestava per vocazione ad entrare in convento o era stata costretta dalla famiglia per salvaguardare il patrimonio al primogenito? Subito ci torna alla mente il Manzoni con la Monaca di Monza o il Verga con Storia di una capinera e siamo trascinati dalla fantasia tra intrighi, costrizioni, sete di potere e di ricchezza di quel periodo. Anche questa scatolina tonda (fig.3) con al centro una stampa raffigurante la partenza di un giovane per la guerra e l’addio alla madre, aveva uno scopo ben preciso: contenere gli strumenti da ricamo. La scatola è del ‘700 toscano, non particolarmente importante né estremamente povera. Sicuramente apparteneva ad una famiglia del ceto medio di commercianti o artigiani, dove la moglie, oltre alle faccende domestiche, passava il suo tempo nel cucire e ricamare. L’ultima scatolina dell’800 (fig.4) in legno laccato nero ci trasporta in un palazzo nobiliare dove alla toilette la signora si prepara per un ricevimento. All’interno della scatolina uno specchio, due bottigliette porta profumo decorate in oro e un set in argento per la cura delle mani. Il tutto circondato da pizzi e ricami. E’ un altro piccolo frammento di storia e di costume. E’ quindi dalla semplice osservazione delle scatole antiche e da ciò che ci possono comunicare che riusciamo ad entrare per un attimo nella vita reale dei personaggi che le hanno possedute e ripercorrere virtualmente alcuni momenti della loro esistenza, dei loro modi di vivere, dei loro usi e costumi. Box has always had a special charm: it gives rise to curiosity, uncertainties, mystery. What does it contain inside, what did it contain, who did it belong to? Thus a box turns into a mysterious object which appeals us because it is full of uncertainties. Maybe these are the reasons why it results a collecting being rooted around this object. The production of small cases dates back to remote ages and by means of this collection we want to give you a flavour of its link with the society where it was built and employed. The first small case (fig.1) played a social role during the 15th century. It is a wedding case with which the families of the fiancés seal their mutual engagement. In this case the preciousness of this container shows the one of the content: effectively, it aims to contain jewels. It is the typical valuable handmade article by the Bottega degli Embriaci in the Fifteenth century Venice. And leads us to an epoch when weddings among noble people are arranged by the parents without the married couple’s consent. Let us observe this other box (fig.2) dating back to the Seventeenth century, made of beech wood, being lacquered and decorated with some volutes with the coat of arms, in the middle, of the Florentine noble family Alfaruoli. It belonged, as the writing shows, to Sister Giuditta Alfaruoli and, without any doubt, it was part of her belongings when she entered the convent. We are overwhelmed by the hypothesis concerning the history of this box: was she a young girl from a noble family and did she prepare herself to enter, by vocation, a convent or was she obliged by her family to do so in order to safeguard the family property for the firstborn? We immediately think of Manzoni and his Nun of Monza or of Verga with his “Storia di una capinera” (“Sparrow: Story of a Songbird”) and we are fascinated by imagination among plots, constraints, thirst for power and richness of that time. This small rounded box (fig.3) with in the middle a print showing the departure of a young man who goes to war and the goodbye to his mother, has also a specific aim: to contain the tools to embroider. This box dates back to the Tuscan Eighteenth century, it is not particularly important and very poor either. Certainly it belonged to a middle-class family of merchants or craftsmen, where the wife, in addition to housekeeping, spent her time sewing and embroidering. The last Nineteenth century box (fig.4) leads us to a noble palace where, at the toilet table, the lady prepares herself for a party. Inside the small box there are a mirror, two small bottles containing perfume and decorated with gold and a set made of silver for the manicure. Everything is surrounded with laces and embroideries. It is another fragment of history and custom. So it is from the simple observation of ancient boxes and of what they can communicate us that we succeed in entering for a second in the real lives of the characters who owned them and in virtually running through some moments of their lives, of their ways of living, of their usages and customs.


IL GIOIELLO ANTICO the antique jewel Per la gioia del gentil sesso a Palazzo Vagnotti non può certo mancare il gioiello d'epoca, “cuore” dell’attività di ANGELO D’ORO - (Parma) e ELISABETTA TOMEI GIOIELLI D’EPOCA (Repubblica di San Marino). To the delight of the fairer sex in Palazzo Vagnotti can not miss the antique jewel, the "heart" of the activity of ANGELO D’ORO - (Parma) and ELISABETTA TOMEI GIOIELLI D’EPOCA (Republic of San Marino). Fra le tante proposte si segnalano: Da ANGELO D’ORO: un paio di orecchini decò in platino e brillanti rappresentativi di un nuovo stile che trae ispirazione dalle correnti artistiche del Futurismo e del Cubismo e propone gioielli con motivi stilizzati e astratti dai colori astratti e trasparenti. Il platino, scoperto agli inizi del Novecento, sostituisce quasi completamente l'oro giallo e la malleabilità di questo metallo permette l' esecuzione di montature leggere e delicate che fanno risaltare la lucentezza delle pietre. Da ELISABETTA TOMEI: una spettacolare la collezione di monili in micromosaico: Romani, nati nel 1850, venivano dati, i più importanti, alle autorità che visitavano Roma e, quelli più comuni, ma sempre belli, a tutti i pellegrini che si recavano nella città santa. La preziosità di questi gioielli sta nei piccoli inserti di pietra che uniti formano preziosi disegni dei più bei monumenti romani. Vengono costruiti su pasta vitrea o pietra dura, sono policromi e sembrano addirittura minuscole pitture.

Orecchini in platino e brillanti, epoca decò / a pair of earrings of platinum and diamonds, (1940) – da/from ANGELO D’ORO Monili in micromosaico / Micro-mosaic jewelry – da/ from ELISABETTA TOMEI

- From ANGELO D’ORO: a pair of earrings decò made of platinum and diamons representative of a new style which is inspired by the artistic currents of Futurism and Cubism and offers jewels with stylized and abstract decorations with abstract and transparent colours. Platinum, which was discovered at the beginning of the Twentieth century, replaces almost completely the yellow gold and the malleability of this metal allows to manufacture light and delicate settings which emphasizes the brightness of stones. - From ELISABETTA TOMEI. The collection of necklaces in micro-mosaic is spectacular: Romans, from 1850, the most important ones were given, to the authorities that visited Rome, and the more common – but still beautiful – ones to all the pilgrims that went to the Holy City. The preciousness of this jewelry is in the small stone inserts, tessera, that put together form precious pictures of the most beautiful Roman monuments. They are constructed on glassy pastry or hard stone, they are polychrome and seem just like tiny painings.

argento silverware

Caffettiera in argento sbalzato e cesellato , Venezia, metà del XVIII secolo. Punzoni: bollo «Leone in Moleca» , contrassegno del pubblico Sazador Zuanne Premuda, Argentiere non identificato / Coffeepot made of embossed and engraved silver, Venice, dating to the middle of the 18th century – da/from paolo DEL PICCOLO

Possedere un oggetto in argento era nei secoli scorsi sinonimo di ricchezza, chi disponeva dei mezzi economici necessari acquistava gli argenti per abbellire la propria casa, per una forma di investimento, per donare a personaggi importanti.Grande è stata quindi la produzione in tutta Europa di oggetti preziosi destinati a molteplici usi. PAOLO DEL PICCOLO presenta a Cortonantiquaria una caffettiera in argento sbalzato e cesellato di provenienza veneziana della metà del XVIII secolo. Punzoni: bollo «Leone in Moleca» , contrassegno del pubblico Sazador Zuanne Premuda, Argentiere non identificato During the past centuries, owning a silverware was synonymous of richness, those who had the required means bought silverware in order to embellish their houses, as a form of investment, in order to give them to important people.Therefore all over Europe a lot of precious objects meant for multiple uses were produced. PAOLO DEL PICCOLO shows at Cortonantiquaria a coffeepot made of embossed and engraved silver of Venetian origins and dating back to the middle of the 18th century. Punches : seal «Leone in Moleca», mark of the public Sazador Zuanne Premuda, unidentified silversmith

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il caso guidoriccio the guidoriccio affair IL CASO GUIDORICCIO / the guidoriccio affair GIULIO TORTA ANTICHITà- Palermo

Fig. 1

Fig. 2

Fig. 3 Il famoso affresco del 'GUIDORICCIO DA FOGLIANO' viene letto da tempo non più come opera certa di Simone Martini, ed i disegni scoperti in Sicilia portano concrete ipotesi a supporto di una differente attribuzione . Premesso che su detti disegni su pergamena sono stati effettuati tutti i rilievi tecnico-scientifici comprovanti sia l'epoca quattrocentesca, che l'originalità del supporto, i pigmenti e le iscrizioni con motti, misurazioni, distanze, proporzioni, sigle, data e firme, sconvolgerebbero, se interpretate serenamente, un antico DOGMA dell'Arte italiana. Dopo tutte le logiche valutazioni per interpretare una diversa lettura dell'affresco del Guido Riccio da Fogliano, espresse negli anni dai due studiosi americani Gordon Moran e Michael Mellory (tra gli altri anche Zeri a Sgarbi), che hanno evidenziato oltre sessanta motivazioni di assoluta incongruenza dell'affresco del Guidoriccio alla datazione supposta del 1328 e quindi alla esimia attribuzione a Simone Martini, la scoperta di questi vibranti 'Bozzetti' pone una questione logica: i nomi dei due pittori che si firmano in una delle quattro pergamene sono 'Domenico e Francesco D'Andrea'. ('Domenico Francesco ope mano D'Andrea') (Fig. 1). Sappiamo che Francesco D'Andrea e Giovanni di Cristoforo Ghini sono stati gli esecutori dell'affresco raffigurante la 'Battaglia di Poggio Imperiale', nel grande dipinto ad affresco che si trova anch'esso nel Salone Mappamondo, di fronte il Guidoriccio da Fogliano. La Battaglia su detta, chiamata anche di 'Poggibonsi', avvenne nel settembre del 1479 . Oggi, la lettura dei bozzetti diviene 'scorrevole', interpretando la data apposta in uno dei Bozzetti (vedi fig. 2), non 1442, come si era ritenuto, ma ‘1479 09’ ovvero SETTEMBRE 1479, quindi la stessa data della Battaglia di Poggio Imperiale. Alla luce di ciò la logica porta a ritenere che il Guido Riccio possa essere stato commissionato dalla città di Siena, agli stessi Francesco e Domenico D'Andrea forse con Giovanni di Cristoforo Ghini, nella stessa occasione della stesura dell'affresco della battaglia di Poggio Imperiale. L'originario affresco di Simone era stato realmente dipinto nel 1328, ma per essere cancellato dai senesi con vernice azzurra, all'avvenuto tradimento del condottiero verso la città di Siena. Sopra l'affresco originario di Simone, divenuto illeggibile fu affrescato quindi il ‘nuovo’ Guidoriccio’ appunto il settembre 1479, poiché il mercenario bolognese Guidoriccio, era in seguito ritornato a Siena e con tripudio, perdonato generosamente dai senesi. Ancora altri tasselli si aggiungono a supporto di questa nostra tesi. La iscrizione che si legge sotto il bozzetto raffigurante il castello (fig. 3) recita : FAI PER UN ARRICCIO INCAUSTO, ovvero 'prepara l'encausto per eseguire la preparazione dell'affresco o ‘encausto’. Per ‘Arriccio’ si intende una malta composta da calce e sabbia da apporre come base. I bozzetti quindi sarebbero le stesure preparatorie per l’affresco del 'nuovo' Guidoriccio, firmato da Francesco e Domenico D'Andrea (settembre 1479). Tutto ciò dovrebbe bastare a far rivalutare con una seria discussione il 'caso Guidoriccio', sia per amore della ricerca della verità storica che in onore della giustizia che da sempre ha profondamente albergato nel cuore dei cittadini senesi . 16

By now the famous fresco of 'GUIDORICCIO DA FOGLIANO' is not considered anymore as a certain work by Simone Martini, and the drawings, which were discovered in Sicily, offer tangible hypothesis supporting a different attribution. Granted that all the technical and scientific remarks on the said drawings on parchment have been made proving both the Fifteenth century epoch and the originality of the support, the pigments and the inscription with sayings, the measurements, the distances, the proportions, the initials, the date and the signatures, if serenely interpreted, would upset an ancient DOGMA of the Italian Art. After all the logic evaluations in order to give a different interpretation of the fresco by Guido Riccio da Fogliano, expressed through the years by two American scholars Gordon Moran and Michael Mellory (among the others Zeri and Sgarbi too), that emphasized more than sixty reasons of total inconsistency of the fresco by Guidoriccio with the assumed date of 1328 and therefore with the excellent attribution to Simone Martini, the discovery of these quivering “Sketches” put a “logical” question: the names of the two painters who sign one of the four parchments are 'Domenico and Francesco D'Andrea'. ('Domenico Francesco by D'Andrea') (Foto 1). We know that Francesco D'Andrea and Giovanni di Cristoforo Ghini were the executors of the fresco showing the 'Battaglia di Poggio Imperiale', in the big fresco painting which is placed into the Salone Mappamondo, too, in front of Guidoriccio da Fogliano. The above said battle, also named “of Poggibonsi”, took place in September 1479 . Today, the interpretation of the “sketches” becomes “smooth” by interpreting the date indicated on one of the Sketches (see picture n° 2), not 1442, as we thought, but ‘1479 09’ that is to say SEPTEMBER 1479, therefore the same date of the Poggio Imperiale Battle. In the light of that, we logically tend to think that Guido Riccio may be ordered by the city of Siena, to Francesco and Domenico D'Andrea themselves, maybe with Giovanni di Cristoforo Ghini, on the same occasion of the spreading of the fresco of the battle Poggio Imperiale. The original fresco by Simone was really painted in 1328, but then Siena people deleted it using blue paint, when the condottiere betrayed the city of Siena. On the original fresco by Simone, which is by now illegible, the “new” “Guidoriccio” was frescoed, precisely in September 1479, since the mercenary from Bologna Guidoriccio came back to Siena afterwards and Siena people, with jubilation, nobly forgave him. Other elements are still added to support tour thesis. The inscription you may read below the sketch depicting the castle (photo 3) states FAI PER UN ARRICCIO INCAUSTO which means “prepare the encaustic in order to execute the preparation of the fresco or “encaustic””. By “Arriccio” we mean a mortar made of lime and sand to be placed as a basis. Consequently, the sketches would be the preliminary spreading for the fresco of the “new” Guidoriccio, signed by Francesco and Domenico D'Andrea (September 1479). All that should be enough to reassess the “case Guidoriccio” through a serious debate, both for the sake of search after historical truth and also for justice which has always harboured deeply Siena citizens’ hearts.


special event Palazzo Vagnotti

(secondo piano)

Le Forme dell'Eros nell'Arte attraverso i Secoli The forms of Eros in Art through the Centuries

Una delle novità della 53° edizione di Cortonantiquaria è rappresentata da una diversa valorizzazione di Palazzo Vagnotti. La conformazione antica del palazzo, con gli ampi corridoi e le stanze che si affacciano su di essi, si presta infatti ad un duplice e più sofisticato concetto espositivo: da sempre le stanze laterali sono il cuore della mostra antiquaria, ognuna dedicata all’offerta composita di ciascun antiquario. Esse sono quelle che nei più asettici padiglioni fieristici si è soliti chiamare “stand”. Da quest’anno i corridoi saranno utilizzati per una rappresentazione organica di opere d’arte, sulla base di un comune tema culturale, come se divenissero la sede di una esposizione di tipo “museale”. Il visitatore potrà quindi girare fra le diverse proposte antiquariali, potendo godere dapprima di un’esposizione quest’anno dedicata alle Forme dell’Eros nell’arte attraverso i secoli. Organica è anche la lettura che dell’Eros viene fatta in questa mostra, offrendone infatti una pluralità di chiavi di lettura. Eros è il dio greco dell’amore. Ma l’amore non è solo Eros: è quella emozione primaria, connaturata all’essere umano, nata da un processo di integrazione di istanze pulsionali ed emotive che conducono a stabilire e mantenere legami tra le persone. Può quindi assumere un’ampia varietà di forme, tonalità ed intensità, che vanno da un generale affetto ad un forte sentimento di attrazione e attaccamento, ad una dedizione o inclinazione profonda nei confronti di qualcuno: l’amore naturale verso i figli, l’amicizia, l’amore fra uomo e donna. Eros si riferisce essenzialmente a quest’ultima dimensione: egli era il messaggero che Zeus aveva inviato in terra affinché uomo e donna potessero ricostruire, attraverso l’attrazione sessuale, quella primitiva unità perduta dell’animo umano e che Zeus stesso aveva diviso appunto in uomo e donna. Eros simboleggia ciò che fa muovere l’uno verso l’altra o viceversa. Sebbene rappresenti una visione specifica dell’amore, non esiste una concezione univoca di Eros ed è comunque una concezione mutevole anche in conseguenza dei cambiamenti della società, dei suoi codici e del credo religioso. Ciò proprio perché coinvolge la complessità delle istanze che muovono l’animo umano, sia fisiche che mentali. E nel mutamento dei codici finisce per abbracciare anche l’amore omosessuale. Pertanto ad un’idea dell’Eros legata alla dimensione più corporale e istintuale dell’individuo, alla libido, all’eros come sessualità e carnalità, se ne può affiancare, se non contrapporre, un’altra legata alla dimensione più spirituale, ad un generale desiderio di bellezza, fino al desiderio di trascendenza e all’esaltazione della purezza dell’amore. La stessa bellezza è un costrutto assai complesso che coin-

volge tutti i sensi e per questo assai mutevole nei suoi canoni. Vi è poi una faccia oscura dell’Eros: se l’amore era per i filosofi greci la prima forza alla base del Cosmo, l’odio era l’altra forza: anche Eros deve confrontarsi con la forza opposta, quella che divide. Oppure semplicemente deve fare i conti con una non forza, ovvero l’attrazione non ricambiata. E infine vi è l’amore proibito, contrario cioè ai canoni socialmente accettati o ai principi religiosi. L’arte nei secoli si fa specchio di tutto questo. Nelle arti figurative Eros può essere rappresentato in molteplici forme: la bellezza femminile come simbolo per eccellenza dell’Eros; l’erotismo, ovvero la rappresentazione esplicita della sessualità fra i corpi; la seduzione come atto che aspira alla reciprocità di attrazione; le facce oscure dell’Eros, dall’amore proibito in quanto contrastante con la legge, il costume o il credo, all’amore non ricambiato che può degenerare nell’amore violento.

Sul tema dell’ARTE EROTICA / on the topic of EROTIC ART PAUWELS FRANCK (Anversa 1540 c.- Venezia 1596) “Scena di banchetto / Banquet scene” Olio su tela / oil on canvas, cm. 118,5x143 Nel rituale del banchetto i partecipanti si abbandonano ad un'atmosfera di ebbrezza, ad espressioni di sfrenatezza e baldoria, condite da disinibite e giocose manifestazioni di oscenità e allusività a sfondo sessuale In the ritual of the banquet the guests indulge in an atmosphere of drunkenness, debauchery and revelry and uninhibited and playful expressions of obscenity and sexual allusions Da / from Tornabuoni Arte, Firenze

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La mostra al secondo piano di Palazzo Vagnotti, Cortona, si articola quindi nei quattro temi dell’Eros individuati.

La bellezza ideale e la negazione della bellezza. La donna ha da sempre rappresentato tutto quanto veniva considerato bello, sublime, ma anche peccaminoso, sensuale, erotico... Nell’arte possiamo quindi distinguere le rappresentazioni sulla donna fra bellezza ideale e bellezza erotica, senza ignorare quelle correnti che viceversa, in epoca recente, sembrano negare la bellezza. Sono numerose le opere presenti al secondo piano di Palazzo Vagnotti, emblematiche della bellezza femminile erotica, che traspare inequivocabilmente, con tutta la sua passionalità, nei numerosi lavori di Renato Guttuso, di Pablo Picasso e di Salvatore Fiume. Quella della bellezza ideale è la rappresentazione della donna nell’arte per la bellezza che normalmente esprime, con la sua sensualità, certo, ma senza un riferimento diretto ad una situazione erotica. In mostra vi sono opere, soprattutto del XVII e XVIII secolo, improntate ai canoni della bellezza classica, ovvero di una donna dalle forme piuttosto abbondanti, assai diversa dall’ideale di bellezza moderno, che predilige una figura dalla corporatura sempre più sottile.

L'arte erotica. L'arte erotica. È la rappresentazione artistica esplicita dell’erotismo. Le opere ad essa riconducibili raffigurano inequivocabili scene di una sessualità disinibita fra due o più persone: i banchetti, l’atto consumato furtivamente, la camera da letto… Si pensi alle scene erotiche che decoravano certe ceramiche greche, talune pitture murali etrusche e soprattutto romane, i celebri bassorilievi del Tempio di Lakshman (del IX secolo a.C.) a Sirpur India e via via sino a certi disegni di Pablo Picasso, solo per elencare alcuni degli esempi più classici in questo senso. È quindi la rappresentazione dell’Eros nell’arte di più diffusa e antica tradizione, tanto da ritrovarne testimonianza in raffigurazioni risalenti al paleolitico, e in tracce artistiche di ogni parte del globo. Fra le opere presenti in mostra si evidenzia un importante olio su tela del cinquecento, ad opera di Pauwels Franck detto Paolo Fiammingo, raffigurante una scena di banchetto.

Scene di seduzione. Se da una parte l’Eros è ciò che “muove verso”, la seduzione è quel comportamento che aspira a far si che la propria attrazione vada a buon fine. Seduzione è derivazione latina di se-ducere, cioè condurre a sé, oppure di sed-ducere, ovvero condurre a parte, in disparte, sviare in modo ingannevole? Essa può infatti assumere molteplici significati, dal corteggiamento finalizzato alla realizzazione di un amore profondo, alla realizzazione di un rapporto sessuale, all’ingannevole e perverso, irretire amoroso, all’indurre in altri desideri funzionali a scopi esclusivamente egoistici. Nella concezione cristiana la seduzione rappresenta il peccato originale: i primi a sedurre e a essere sedotti furono Adamo ed Eva. Questo è anche uno dei temi più importanti della pittura fra il XV e il XVII secolo. In mostra è rappresentato da un olio su tavola del XVII secolo, raffigurante i corpi di Adamo ed Eva nella loro nudità primordiale. Anche le sirene hanno sempre avuto una connotazione negativa nella storia dell’arte, rappresentando il tranello mortale teso dalla donna, con la propria voce dolce e suadente e con il proprio corpo, nei confronti dell’uomo (in mostra è presente un dipinto di fine ottocento di Walter Crane, in cui compaiono delle splendide Sirene danzanti). Sebbene nell’opinione dominante il termine seduzione goda di cattiva fama, in realtà il corteggiamento è un approccio indispensabile che serve a stabilire un equilibrio tra due persone. Sedurre è, quindi, un gioco divertente e complicato che alcune volte inebria e altre volte delude, ma le cui forme sono diversissime. Alcune opere in mostra ripercorrono alcuni canoni tipici dell’arte del sedurre.

La faccia oscura dell’Eros.

Sul tema della BELLEZZA IDEALE / On the topic of IDEAL BEAUTY “Toilette di Venere” Olio su tela / oil on canvas, cm 47 x 35 - XVII secolo / century Vi troviamo raffigurata la dea della bellezza nella sensuale posa allo specchio, nei canoni della bellezza classica It represents the goddess of beauty in sensual pose to the mirror, in the canons of classical beauty Da / from Ars Antiqua, Milano

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Questa rappresenta il fallimento dell’amore e l’amore fallisce perché gli amanti sono costretti a perdersi contro il loro volere, perché non vi è una vera partecipazione emotiva dell’altro o perché nell’amore si insinua le violenza. È un tema che in mostra si articola in altri tre: “L’amore proibito”, ovvero l’amore contrario alle norme di legge, come può essere quello mercenario (in mostra è presente un olio su tela del XVI° secolo, attribuito a Leonello Spada) o quello mal digerito dal dogma religioso, come accade per l’amore di Maddalena verso il Cristo (rappresentato in mostra da un olio su tela seicentesco, realizzato dalla cerchia di Nicolas Régnier, avente a soggetto la Maddalena penitente); “L’amore non ricambiato”, come nel mito di Venere per Adone laddove lui se ne va, nonostante il corteggiamento appassionato di lei, perché più attratto dalla caccia (in mostra si può incontrare un olio su tela del seicento, di Pietro Liberi, raffigurante Venere e Adone); “L’amore violento”, simbolicamente rappresentato dal ratto di Proserpina (Plutone, Re degl'Inferi, rapisce brutalmente Proserpina mentre raccoglie fiori al lago di Pergusa presso Enna, mito a cui è dedicato in mostra un olio su tela fiammingo del XVIII secolo) o dalla violenza morale simbolicamente esercitata dai due vecchioni contro Susanna (si tratta di uno degli episodi dell’Antico Testamento più frequentemente rappresentati nell’arte del XVI e XVII secolo, secondo cui la vittima preferisce subire l’umiliazione di un’accusa falsa piuttosto che cedere alle voglie lussuriose dei ricattatori, in mostra rappresentato tre olii su tela del XVII secolo di cui uno di Jacob Van der Sluys e uno di Antonio Bellucci). Si

Torino per la preziosa collaborazione nella definizione ‘900 gentilmente prestate. Si ringraziano altresì Antiquaria La Rosa, Ars Antiqua, Galleria Antiquaria Vanvitelli, Giulio Torta Antichità, Le De Dominicis Antiquariato, MAEC - Museo dell'Accademia Etrusca e della Città di Cortona, Numero 7 Antiquariato, Tornabuoni Arte, Velona Antichità, per le opere delle loro collezioni messe a disposizione per l’iniziativa. ringrazia

Chifari Art Gallery

di

dell’idea di mostra, nonché per le opere del


to say with the not returned appeal. And last but not least there is the forbidden love, that is to say contrary to standards the society accepts or to religious principles. Art, through the centuries, mirrors all that. In figurative arts, Eros may be depicted in several ways: the feminine beauty as symbol par excellence of Eros; eroticism, in other words the explicit representation of sexuality between bodies; seduction as an act aspiring to mutual appeal; the dark sides of Eros, from the forbidden love because not compliant with law, customs or faith, to the unrequited love which may degenerate to violent love. The exhibition is held on the second floor of Palazzo Vagnotti, at Cortona, and it is organized on the four themes of Eros we singled out.

Woman’s beauty and the denial of beauty.

Sul tema della BELLEZZA EROTICA / on the topic of EROTIC BEAUTY Salvatore Fiume (Comiso - RG, 23 ottobre 1915 – Milano, 3 giugno 1997) Serigrafia su tessuto damascato / Silkscreen on damasked fabric, cm 50 x70 Da / from Chifari Art Gallery, Torino

One of the innovations of the 53rd edition of Cortonantiquaria is a different way to enhance Palazzo Vagnotti. The old structure of the palace, with large corridors and rooms overlooking on them, is effectively suitable for a double and more sophisticated idea of exhibition: the side rooms have always been the core of the exhibition of antiques, each of them being dedicated to the varied offer by each antique dealer. They are the ones that, in the most aseptic exhibition pavilions, are usually named “stands”. This year the corridors will be dedicated to an organized exhibition of works of art, based upon one common cultural theme, as if they were the venue of an exhibition of “museum” type. Therefore the visitor will have the chance to go round the different offers of antiques and, at the same time, to enjoy first of all an exhibition which, this year, is dedicated to the Forms of Eros in art through the centuries. Within this exhibition Eros is interpreted in a systematic way, providing effectively a great variety of interpretations for it. Eros is the Greek god of love. But love is not only Eros: it is that primary feeling, inborn in the human being, resulting from a process of integration of drive and emotional needs which lead to set up and to keep bonds among people. Therefore, it can take several forms, shades and intensities which go from a general affection to a strong feeling of appeal and of attachment, to a deep dedication or flair towards someone: the natural love for our children, friendship, the love between a man and a woman. Eros makes basically reference to this last dimension: he was the messenger that Zeus sent to the earth so that a man and a woman could rebuild, by means of their sexual appeal, that lost primitive unit of the human heart which Zeus himself just divided between a man and a woman. Eros is the symbol of what makes the one go towards the other or vice versa. Although it represents a specific vision of love, there is not an unambiguous conception of Eros and is however a changing idea also as a consequence of the changes of the society, of its codes and of the religious faith. It is exactly so since it implies the complexity of needs animating the human heart, both physical and mental ones. And at the end the change of codes includes the homosexual love, too. Therefore it is possible to combine the idea of Eros linked to more bodily and instinctual aspects of the individual, to libido, to Eros as sexuality and sensuality, with another idea linked to a more spiritual aspect, to a general wish for beauty, till the desire of transcendence and excitement of the purity of love, or it is even possible to oppose them. Beauty itself is a pretty complex meaning which involves all the senses and therefore it is rather changing as for its standards. In addition to that there is a dark side of Eros: if for Greek philosophers love was the first strength the Cosmos is based upon, hatred was the other strength: Eros has also to face the opposite strength, the one which divides. Or simply he has to come to terms with a non-strength that is

Woman has always represented everything is considered as beautiful, sublime, but also sinful, sensual, erotic ... Consequently in art the representations of woman can be divided into ideal beauty and erotic beauty, without overlooking those recent currents which, on the contrary, seem to deny beauty. On the second floor of Palazzo Vagnotti there are many works being emblematic of erotic feminine beauty which clearly appears with all its passion, in several works by Renato Guttuso, by Pablo Picasso and by Salvatore Fiume. In art, the representation of the ideal beauty depicts a woman for her beauty she usually expresses, with her sensuality, sure, but without a direct reference to an erotic situation. This exhibition in-

Sul tema dell’AMORE NON RICAMBIATO / on the topic of UNREQUITED LOVE Pietro Liberi (Padova 1605 -Venezia 1687) “Venere e Adone / Venus and Adonis" Olio su tela / Oil on canvas, cm. 96 x 73 Da / from Tornabuoni Arte, Firenze

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with joy some others disappoints you, but whose forms are very different indeed. Some of the works of this exhibition review some of the typical standards of the art of seduction.

The dark side of Eros.

Sul tema della SEDZIONE / On the topic of SEDUCTION “Il Paradiso Terrestre / Earthly paradise” Olio su tela / oil on canvas, cm 77,5 x 108 - XVII secolo / century Da / from Ars Antiqura, Milano

cludes works, dated mainly to the 17th and the 18th century, characterised by the standards of the classical beauty, that is to say a woman with a pretty abundant figure, very different from the modern ideal of beauty which prefers a person who is slighter and slighter in build.

It represents the failure of love and love fails because lovers are obliged to lose themselves against their wills, because the other does not really take part emotionally or because violence creeps into love. Within the exhibition this theme is dealt with in three ways: “The forbidden love”, that is to say the love not compliant with laws, like mercenary love (the exhibition includes an oil painting on a canvass dated 16th century, assigned to Leonello Spada) or the one which is not well accepted by the religious dogma as it is the case for Magdalena’s love for Jesus Christ (within the exhibition it is represented by a 17th century oil painting on canvass carried out by the circle of Nicolas Régnier, whose subject is repentant Magdalena); “The unrequited love”, like the myth of Venus for Adonis where he runs away despite her passionate courting, because he is more appealed by hunting ( within the exhibition you can find an oil painting on canvass of the 17th century by Pietro Liberi, showing Venus and Adonis); “The violent love”, symbolically represented by the rape of Proserpina (Pluto, the king of Netherworld, brutally kidnaps Proserpina while she is picking up flowers on the lake of Pergusa near Enna, the exhibition includes a Flemish oil painting on canvass of the 18th century dedicated to this myth) or by the moral violence exercised symbolically by two dirty old men against Susanna (it is one of the episodes of the Old Testament which are more frequently depicted in the 17th and 18th century art, according to which the victim prefers to suffer humiliation of an unfair charge rather than to give up to the blackmailers’ depraved desires; within the exhibition it is showed by three oils on canvas dated 18° century, of which one of Jacob Van der Sluys and another of Antonio Bellucci). Thanks

to

Chifari Art Gallery, Turin,

for its cooperation in the definition of the

idea of the exhibition, as well as for the works of the

'900 kindly loaned. Thanks Antiquaria La Rosa, Ars Antiqua, Galleria Antiquaria Vanvitelli, Giulio Torta Antichità, Le De Dominicis Antiquariato, MAEC - Museo dell'Accademia Etrusca e della Città di Cortona, Numero 7 Antiquariato, Tornabuoni Arte, Velona Antichità, for works of their collection given for the initiative. also to

Erotic Art. It is the clear artistic representation of eroticism. The works related to it represent unmistakable scenes of uninhibited sexuality among two or more people: banquets, committing furtively the act, the bedroom … Think about the erotic scenes decorating some Greek ceramics, some Etruscan and in particular Roman paintings on walls, the famous bas-reliefs of the Temple of Lakshman (9th century b. C,) at Sirpur India and so on and so forth to some drawings by Pablo Picasso, just to list some of the most classical examples with this regards. Therefore, in art this is the representation of Eros with the most widespread and the most ancient tradition and in fact we find witnesses of it in some depictions dating back to the Palaeolithic age and also in artistic signs all over the world. Among the works showed within this exhibition, we point out an important oil painting on a canvas dating back to the Sixteenth century by Pauwels Franck also known as Paolo the Flemish, showing a scene of a banquet.

Seduction scenes. On one hand Eros is what “moves towards”, on the other hand seduction is that behaviour which aspires to make its own appeal be successful. Does Seduction derive from Latin se-ducere, which means taking towards oneself, or from sedducere, that is to say taking on one side, aide, in a misleading way? As a matter of fact it may have several meanings: from courting aiming to a deep love, to the achievement of a sexual relation, to the deceitful and perverted loving enticing, to the arising in others the functional desires for exclusively selfish aims. According to the Christian concept, seduction represents the original sin: the first ones to seduce and to be seduced were Adam and Eve. This is also one of the main themes of painting during the 15th and the 17th century. Within the exhibition it is represented by an oil painting on a wooden table dated 17th century depicting the bodies of Adam and Eve in their primitive nakedness. Also mermaids have always had a negative feature in the history of art, representing the deadly trap set up by a woman, with her soft and persuasive voice and with her body for a man (the exhibition also includes a painting dated back to the end of the Nineteenth century by Walter Crane, where we see the wonderful dancing Mermaids. Although most people think that the word seduction has a bad reputation, as a matter of fact courting is an absolutely necessary approach which is useful to set up a balance between two people. Therefore seduction is an amusing and complex game which sometimes fills you

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Sul tema dell’AMORE VIOLENTO / On the topic of VIOLENT LOVE JACOB VAN DER SLUYS (Leida 1660 c.-1732) “Susanna e i Vecchioni / Susan and the Elders” Olio su tela / oil on canvas, cm 130 x 164 Da / from Tornabuoni Arte, Firenze


special event Palazzo Casali Antiche tracce d’Egitto a Cortona Ancient Traces of Egypt at Cortona In concomitanza con la 53° edizione di Cortonantiquaria, nel suggestivo Salone Mediceo, al primo piano di Palazzo Casali, sede del MAEC, trova ospitalità la mostra “Antiche tracce d’Egitto a Cortona”, curata dalla direzione scientifica del Museo stesso, dedicata alle secolari ragioni di interesse verso l’Egitto antico e al modo in cui l’Egitto ha ispirato artisti e artigiani dei secoli passati. Orario della mostra: tutti i giorni dalle 10 alle 19. I visitatori di Cortonantiquaria avranno diritto ad una riduzione sul prezzo d’ingresso alla mostra, nonché al museo MAEC. Palazzo Casali, Piazza Signorelli, Cortona Da Alessandro Magno, che si fece riconoscere dai sacerdoti egizi figlio di Ammone, a Giulio Cesare, che si trattenne a lungo con Cleopatra, a Napoleone, l'Egitto è sempre stato capace di conquistare i suoi stessi conquistatori. La sua antica religione colpì gli antichi Romani e i Padri della Chiesa fecero propria l'immagine di una terra di antica sapienza, che aveva accolto Abramo, Giacobbe, Giuseppe, fino alla famiglia di Nazareth scampata alle persecuzioni di Erode. Ma nel Medioevo, le Crociate contribuirono ad un allontanamento tra le due sponde del Mediterraneo e a nulla valse il pur straordinario gesto di pace di san Francesco, che nel 1219, durante la Quinta crociata, si recò a Damietta, per incontrare il Sultano di Egitto Malik al Kamil. A quello storico colloquio non dovette essere estraneo frate Elia, che Francesco aveva inviato in Siria solo due anni prima, e che i Cortonesi da secoli annoverano, a torto o a ragione, tra i propri figli. Fu solo con il Settecento che ripresero in modo più organizzato le spedizioni in Egitto, mentre i rapporti commerciali ripresero vigore a metà Ottocento, soprattutto grazie all'apertura del Canale di Suez, ad opera del francese F.M. de Lesseps (1805-1894) su progetto dell'italiano L. Negrelli (1799-1858). Dell’inaugurazione del canale rimane un vivace resoconto nel Voyage en Egypte di Umberto Morra di Lavriano. Nonostante la carenza di collegamenti, fra il XV e il XVIl secolo a passione e l'interesse per l'Egitto cresce comunque e ciò anche grazie alla riscoperta di due antiche opere: i Hierogliphyca di Horapollo, che nel 1422 il fiorentino Cristoforo Buondelmonti porta in Italia dall'Isola di Andros, e il Corpus Hermeticum, arrivato dalla Macedonia a Firenze nel 1460. A Cortona i Geroglifici sono oggetto di attenzione di Tommaso Braccioli (+ 1589), nella sua raccolta di alfabeti antichi. Lo studio degli alfabeti antichi, passaggio fondamentale per iniziare, nel seicento, a riscrivere la storia antica, non è un processo semplice e coerente: la collocazione storica dei Faraoni egizi contrasta con l’Antico Testamento e risulta incoerente col mito del domenicano Annio da Viterbo sulla nascita di Cortona, utilizzato per scrivere la l’Historia di Cortona del 1634, pubblicata a Roma da Grignani. Nel settecento Bernard de Montfaucon, fondatore della paleografia, pubblicò splendide e ricchissime tavole dedicate ai geroglifici e Diderot e d'Alembert non trascurarono nell'Encyclopédie la scrittura egizia e i geroglifici. Sempre nel settecento, grazie alla ripresa degli scambi, prende campo una vera egittomania. Essa, insieme alla diffusione degli ideali massonici legati anch'essi al mondo e alla simbologia egizia, influenza letteratura, arte, musica e arti minori, come si rileva nelle decorazioni di ventagli a tema egizio (vedute di monumenti, Cleopatra, la fuga della sacra famiglia in Egitto), di cui uno ispirato ad un quadro di Pietro da Cortona, in alcuni pezzi della locale ceramica di Catrosse, nei battenti di portone conformati a “testa egizia”, fino ad alcune pitture di palazzi nobili locali. Nel 1783 il Museo dell'Accademia Etrusca conta già la presenza di 27 reperti egizi. Difficile dire se questi appartenessero alla collezione messa insieme tra la fine del Seicento e gli inizi del Settecento da Onofrio Baldelli, zio dei fratelli Venuti, che nel 1727 avevano fondato l'Accademia Etrusca; o se queste antichità

avessero provenienza diversa. Di certo una statuina di ushabti reca inscritto il nome di Filippo Venuti. Non va certo dimenticata la figura del cardinale Stefano Borgia, socio e presidente dell'Accademia dal 1750 al 1779 - il cui museo egizio costituisce oggi uno dei nuclei del Museo Archeologico Nazionale di Napoli - e dell'abate Jean Jacques Barthélemy, socio etrusco dal 1756, i cui studi sull'Egitto e i geroglifici sono degni di nota. La spedizione di Napoleone fra il 1798 e il 1800 dà avvio al secolo, l’ottocento, della nascita ufficiale dell'Egittologia e della formazione delle grandi collezioni egizie in Italia e in Europa. La spedizione napoleonica porta anche la scoperta della Stele di Rosetta, che scritta in greco ed egiziano, nelle due scritture geroglifica e demotica, permetterà a Jean François Champollion di decifrare i geroglifici e cambierà per sempre il modo di studiare l'antica civiltà dei faraoni. Nel 1826 il Granduca di Toscana assegna a Ippolito Rosellini l'incarico di insegnare Egittologia nell'ateneo di Pisa. Tra l 1828 e il 1829 Champollion e Rosellini organizzano e realizzano la spedizione letteraria francotoscana in Egitto e Nubia, riportando tesori di documentazione, disegni, copie e antichità. Sempre nel corso dell'Ottocento si intensificano le campagne di scavo, che portano rapidamente alla formazione delle grandi collezioni egizie, da Torino a Firenze, Parigi, Londra, Vienna e Berlino, mentre il francese Mariette, al fine di porre un freno alle razzie, lavora per la costituzione in Egitto di un organismo di tutela delle antichità egizie e per l'istituzione del Museo del Cairo. Cortona non rimane esente dal fascino dell'Egitto. Non minore è la seduzione esercitata dalle antichità egiziane sull'archeologo granducale Alessandro François, il quale, narrando la scoperta che aveva fatto di una tomba etrusca a Camucia, memore della tradizione di un antico legame tra Etruschi e Egizi, si sente come un nuovo Denon, Champollion e Belzoni, esploratore di un monumento funebre che ricordava quello dei Faraoni e nei cui arredi ritrovava ornamenti e iscrizioni geroglifiche. Sul finire del secolo la piccola collezione egizia del Museo dell'Accademia si arricchisce considerevolmente grazie alla donazione di mons. Guido Corbelli. Custode francescano in Terrasanta prima e Legato apostolico per l'Arabia e l'Egitto con sede ad Alessandria poi, il religioso cortonese tra il 1891 e il 1896, invia all'Accademia Etrusca di Cortona e all'Accademia Properziana del Subasio di Assisi alcuni lotti di antichità egizie. Cortona si arricchisce così di una collezione egizia pregevole. Costruita attraverso criteri scientifici, la sezione egizia del museo di Cortona si rivela preziosa nel fornire, come ebbe a dire il celebre egittologo Schiaparelli, una visione dei vari aspetti della civiltà egizia in tutte le epoche. Recenti sono poi le scoperte, dovute a saggi stratigrafici, di scarabei egizi (o imitanti oggetti egizi), rinvenuti in scavi etruschi dell'area di Cortona, e attestanti rapporti commerciali, sia pur mediati, con il mondo fenicio ed egizio. Barca sacra in legno. Secondo il credo, su di essa il defunto veniva trasportato nell'aldilà. Sacred wood boat. According to the belief, on it the deceased was transported to the afterlife.

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At the same time of the 53rd edition of Cortonantiquaria, the exhibition “Ancient traces of Egypt at Cortona” will be held into the picturesque Salone Mediceo, on the first floor of Palazzo Casali, site of MAEC, the scientific committee of the museum itself was in charge of, dedicated to the secular interests for the Ancient Egypt and for the way Egypt inspired artists and craftsmen during the past centuries. Exhibition opening hours: every day from 10 a.m. to 7 p.m. Visitors to Cortonantiquaria will be entitled to a reduction on the entrance fee to the exhibition and to the museum MAEC. Palazzo Casali, Piazza Signorelli, Cortona. From Alexander the Great, who makes Egyptian priests to recognize him as son of Ammon, to Julius Caesar, who stays with Cleopatra for a long time, to Napoleon, Egypt has always been able to win over its conquerors. Its ancient religion stroke the Ancient Romans and the Fathers of the Church accept the image of a land of ancient wisdom which welcomes Abraham, Jacob, Joseph and then the family from Nazareth who survived Herod’s persecutions. During the Middle Ages, however, the Crusades contribute to the separation between the two shores of the Mediterranean Sea and even the extraordinary peaceful gesture of St. Francis does not carry any weight: in 1219, during the Fifth Crusade, he goes to Damietta in order to meet the Sultan of Egypt, Malik al Kamil. Brother Elia is not completely outside that historical meeting, Francis sends him to Syria just two years earlier; Cortona people have been counting him for ages among their sons, rightly or wrongly. Expeditions to Egypt start again, in a more organized way, during the Eighteenth century only, while the trade relations recover their strength towards the mid of the Nineteenth century, in particular thanks to the opening of the Suez Canal by the French F.M. de Lesseps (18051894) following the plan by the Italian L. Negrelli (17991858). The book Voyage en Egypte by Umberto Morra di Lavriano gives a lively account of the opening of the canal. Despite the lack of links, between the 15th and the 17th century, the passion and the interest for Egypt grow however and that also thanks to the rediscovery of two ancient works: Hierogliphyca by Horapollo, the Florentine Cristoforo Buondelmonti brings to Italy from the Andros Island in 1422, and Corpus Hermeticum, brought from Macedonia to Florence in 1460. At Cortona Tommaso Braccioli (+ 1589), pays attention to the Hyeroglyphs in his collection of ancient alphabets. The study of ancient alphabets, which is, in the Seventeenth century, a key step to write again the ancient history, is not a simple and consistent process: the historical position of the Egyptian Pharaohs clashes with the Old Testament and is not consistent with the myth of the Black Friar Annio da Viterbo, concerning the origins of Cortona, he makes use of in order to write l’Historia di Cortona in 1634, published in Rome by Grignani. In the Eighteenth century Bernard de Montfaucon, founder of the palaeography, publishes some wonderful and very rich tables dedicated to hieroglyphs and Diderot and d'Alembert in the Encyclopédie do not overlook the Egyptian script and hieroglyphs. Still in the Eighteenth century, thanks to the renewal of exchanges, a real Egypt mania takes on. In addition to the dissemination of Masonic ideals, which are also connected to the Egyptian world and symbolism, it also has an impact on literature, art, music, and minor arts, as we notice in the decorations of fans with Egypt as a topic (views of monuments, Cleopatra, the flight of the holy family to Egypt), one of them being inspired by a picture by Pietro da Cortona, in some items of the local ceramics of Catrosse, in the wings of main door, with an “Egyptian head” shape, and also in some paintings in the local noble buildings. In 1783 the Museum of Etruscan Academy already counts 27 Egyptian finds. It is difficult to say whether they belong to a collection Onofrio Baldelli, the uncle of the Venuti brothers who in 1727 found the Etruscan

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(in alto / up) Cassetta per ushabti / Shawabti box (sotto / below) Due vasi Canopi, destinati ad accogliere gli organi interni del defunto, raffiguranti Amset, protettore del fegato e Duamutef, protettore dello stomaco / Two Canopi vessels, used to accommodate the internal organs of the deceased, depicting Amset, liver protector and Duamutef, protector of the stomach

Academy, puts together between the end of the Seventeenth century and the beginning of the Eigteeth century or whether these antiques have a different origin. For sure a statuette of ushabti bears an inscription with the name of Filippo Venuti. We have not to forget the figure of the cardinal Stefano Borgia, member and chairman of the Academy from 1750 to 1779 – today his Egyptian museum represents one of the cores of the National Archaeological Museum of Naples - and the one of abbot Jean Jacques Barthélemy, Etruscan member since 1756, whose studies on Egypt and hieroglyphs are noteworthy. Napoleon’s expeditions from 1798 to 1800 starts the century, the Nineteenth century, of the official birth of Egyptology as well as the creation of important Egyptian collections in Italy and in Europe. Napoleon’s expeditions also lead to the discovery of the Rosetta Stone which, being written in Greek and in Egyptian, in the two hieroglyphic and demotic scripts, will allow Jean François Champollion to decipher hieroglyphs and it will change forever the method to study the ancient civilization of Pharaohs. In 1826 the Gran duke of Tuscany assigns Ippolito Rosellini the task to teach Egyptology at Pisa Academy. From 1828 to 1829 Champollion and Rosellini organize and carry out the French-Tuscan literary expedition to Egypt and to Nubia, bringing back some treasures of documents, drawings, copies and antiques. Still during the Nineteenth century the campaigns of excavations become more frequent and they quickly lead to the creation of important Egyptian collections, from Turin to Florence, Paris, London, Vienna and Berlin while the French Mariette, in order to restrain raids, works in order to establish in Egypt a body for the protection of Egyptian antiques and for the institution of the Cairo Museum. Cortona is not immune from the charm of Egypt. Likewise the grand-ducal archaeologist Alessandro François is fascinated by the Egyptian antiques; telling his discovery of an Etruscan tomb at Camucia, mindful of the tradition of an ancient bond between Etruscans and Egyptians, he feels being like a new Denon, Champollion and Belzoni, an explorer of a funeral monument that reminds the one of Pharaohs and in its furniture he finds ornaments and hieroglyphic inscriptions. Towards the end of the century, the small Egyptian collection of the Museum of the Academy is remarkably enriched thanks to the donation by Mgr. Guido Corbelli. He is Franciscan guardian in the Holy Land first and then Papal Legate for Arabia and Egypt based in Alexandria; from 1891 to 1896, the religious from Cortona sends some lots of Egyptian antiques to the Etruscan Academy of Cortona and to the Properziana Academy of Subasio di Assisi. Consequently, Cortona is enriched with a valuable Egyptian collection. Set up following scientific criteria, the Egyptian section of the Cortona Museum shows itself to be valuable in providing, as the well-known Egyptologist Schiaparelli said, a vision of several aspects of the Egyptian civilization during all the ages. Recent discoveries result from some stratigraphic essays, of Egyptian scarabs (or copying Egyptian objects), found during Etruscan excavations in the area of Cortona, and witness trade relations, although indirect ones, with the Phoenician and the Egyptian world.


Daniele Calamandrei

CORTONA DESIGN incontra l'egitto / MEETS EGYPT

Il 2015 è l’anno della Cultura Egizia in Italia. CortonaDesign intende onorare questa celebrazione, dando rappresentazione ad alcuni significativi momenti di contatto fra il mondo del Design e il territorio, la cultura, l’immaginario del mondo egizio. Lo fa secondo un’abituale doppia chiave di lettura: la dimensione industriale e quella artistica. La prima è incentrata su una storia aziendale di successo, i cui fondatori dedicarono all’Egitto il principale elemento distintivo dell’impresa, ovvero il suo marchio. È la storia di Egizia, gloriosa azienda della Val d’Elsa senese, che nel tempo ha assunto una leadership a livello internazionale nelle tecnologie di serigrafia manuale diretta su vetro e che ha scritto una pagina importante nella storia dell’estetica decorativa. La dimensione artistica si incentra sulla personalità esuberante di Karim Rashid: egiziano di nascita, canadese di adozione, cosmopolita per professione, Karim Rashid è un designer sull’onda del successo, eclettico, capace di cimentarsi nei più svariati ambiti progettuali. Sebbene si sia distaccato molto giovane dal Paese di nascita, la cultura egiziana in qualche modo contribuisce a plasmare la sua impronta artistica, conducendolo ad esprimersi attraverso segni distintivi che altri, se non lui stesso, definiscono “geroglifici contemporanei”. Non è un caso se le strade di Egizia e di Karim Rashid, ad un certo punto del loro percorso, si siano incontrate. Ad Egizia e a Karim Rashid è dedicata una mostra ospitata nelle sale a piano terreno di Palazzo Casali, sede del MAEC, Museo dell'Accademia Etrusca e della Città di Cortona.

In Italy 2015 is the year of the Ancient Egyptian Culture. CortonaDesign wants to pay homage to this celebration, representing some of the meaningful moments when the world of Design comes in contact with the territory, the culture, the imagination of the Ancient Egyptian world. It does so providing two usual interpretations: the industrial aspect and the artistic one. The first one is focused on a successful history of a company whose founders devoted to Egypt the main distinguish mark of the company, that is its brand. This is the history of Egizia, the outstanding company located in Val d’Elsa near Siena, which over the time took the leadership, at international level, of the technologies of manual silk-screen printing directly on glass and which made a fine contribution to the history of the decorative aesthetics. The artistic aspect revolves around the lively personality of Karim Rashid: he is born Egyptian, Canadian by adoption, cosmopolitan for his profession, Karim Rashid is a designer who is having a great success, who is versatile, able to undertake the challenge of a large variety of projects. Although he went away from his country of birth when he was very young, the Egyptian culture contributes somehow to shape his artistic mark, leading him to express himself through distinguishing marks that others, perhaps himself, define “contemporary hieroglyphs”. It is not coincidence that the path of Egizia and the one of Karim Rashid met at a certain point of their ways. An exhibition is dedicated to Egizia and to Karim Rashid into the rooms on the ground floor of Palazzo Casali, site of MAEC, The Etruscan Academy Museum of the city of Cortona. CortonaDesign si svolgerà a Cortona, in Via Casali, dal 22 agosto al 6 settembre 2015, nelle sale a piano terra di Palazzo Casali. L’orario della mostra sarà dalle 10 alle 13 e dalle 15.30 alle 20 nei giorni feriali e dalle 10 alle 20 il sabato e la domenica. Alla mostra si accede dall’info point di Palazzo Casali, in Piazza Signorelli o da Via Casali. Ingresso gratuito. CortonaDesign will be held at Cortona, Via Casali, from the 22nd of August to the 6th of September 2015, into the rooms on the ground floor of Palazzo Casali. The exhibition will be open from 10.00 p.m. to 1.00 p.m. and from 3.30 p.m. to 8.00 p.m. on weekdays and from 10.00 a.m. to 8.00 p.m. on Saturdays and Sundays. You can have access to the exhibition from the info point of Palazzo Casali, Piazza Signorelli or from Via Casali. Free entrance.

I “geroglifici contemporanei” di Karim Rashid The“contemporary hieroglyphs” by Karim Rashid

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CORTONA DESIGN

EGIZIA: MESSAGE ON A BOTTLE

Egizia: Vasi / Vases “Bonnie” & “Clyde” Design: Ettore Sottsass, 1995

Era il 1949. Il Paese, in un grande sforzo collettivo, stava cercando di risorgere dalle proprie ceneri. Nel fermento della rinascita, alcuni giovani che vedono nell’iniziativa imprenditoriale la via, forse unica, per costruirsi un loro futuro, si lanciano all’inseguimento del sogno di lasciare un segno importante nella storia dell’estetica. Una decorazione che sia essa stessa segno e simbolo con una sua specifica valenza semantica. Un po’ come avevano fatto gli antichi egizi con i geroglifici. Un segno non inciso nella pietra o raffigurato su pergamena, ma su oggetti in vetro. Un messaggio che non sta “nella” ma “sulla” bottiglia (intendendo la bottiglia come simbolo del vetro in generale). Come se il mezzo fosse esso stesso il messaggio. Un messaggio in bella calligrafia: l’azienda infatti avvia da allora un percorso di ricerca dell’eccellenza, fondato sulla cura, la qualità artigianale, la raffinatezza di una serigrafia manuale, caratterizzata dalla stampa diretta su vetro o cristallo, utilizzando un telaio in seta, di uno o più colori, di oro o platino o argento o sabbie di cristallo trasparenti o opaline, bianche o colorate. Insomma una stampa fatta in guanti di seta per un concetto di Design “Artigianale” più che Industriale. Un messaggio sempre più sofisticato grazie a nuove collaborazioni, a partire dal 1995, con prestigiosi Designer della scena internazionale, primi su tutti Ettore Sottsass e il gruppo di giovani che a lui fanno capo. Altro importante momento di crescita per l’azienda è rappresentato dalla collaborazione, alcuni anni dopo, con Paola Navone, all’insegna di parole d’ordine come chic, lusso, sensualità, eleganza, design contemporaneo. All’idea originaria di comunicare con segni incisi sul vetro, si affianca quella di far comunicare gli oggetti fra loro, grazie ad una dinamica dei loro stessi segni che contribuisce a renderli coordinabili. Nel frattempo il corso evolutivo di Egizia compie un ciclo completo, riavvicinandosi al punto di partenza, quando l’azienda si rivolge a Karim Rashid: stavolta non incontra solo un designer di origini egiziane ma anche una dimensione emozionale in cui è significativa l’impronta lasciata dalla cultura degli antichi egizi. Karim Rashid, con la collezione “Karimago”, si fa interprete di quelli che altri chiameranno “geroglifici contemporanei” e che a lui stesso sono inconsapevolmente sollecitati dalla stessa azienda. Questo incontro ha un significato speciale e profondo: agli occhi esterni esso sembra rappresentare l’occasione per gli eredi di tornare all’idea originaria, di avvicinarsi all’anima dei padri fondatori. Allo stesso tempo Karim Rashid afferma: “Io sento che esiste una connessione splendida fra le mie origini egiziane ed Egizia, come un matrimonio simbolico del nostro amore.” Incontriamo Paolo Smorti, figlio di uno dei ragazzi del 49, che ha deciso di proseguire la via del babbo, in una mattina d’estate nella sala campionaria dell’azienda. Camminando lungo il perimetro appaiono

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evidenti le trasformazioni incontrate dall’azienda e i suoi passaggi esistenziali più importanti, come a testimoniare le diverse impronte che l’hanno resa viva. Vi è una sezione che non sta lungo il perimetro della sala, che si colloca in una posizione più interna, come se, inconsapevolmente, fosse più vicina al cuore. Si tratta delle collezioni disegnate da Karim Rashid. Non ci resta che andare ad approfondirne le ragioni… - Buongiorno Paolo, suo padre, insieme ad altri amici, decise di fondare un’azienda e darle il nome “Egizia”. Tutto ciò in forza dell’idea di decorare il vetro in modo fortemente simbolico. Lei ha ereditato questa idea. Cosa significa oggi Egizia per lei e in che modo ritiene di aver lasciato la sua impronta nell’evoluzione del suo linguaggio decorativo? Egizia per me, fin dall’inizio, ha rappresentato una grande passione ereditata da mio babbo. È senza dubbio un lavoro, ma credo che in questo genere di attività, la passione sia un elemento fondamentale. Un ingrediente indispensabile per riuscire (non senza errori) a fare in modo che il risultato dell’attività, “i prodotti”, siano più emozionali possibili. Con freddezza, difficilmente si genera emozione. Probabilmente è stato l’incontro con il design l’elemento di maggior valore aggiunto portato dentro l’azienda. Elemento, e questo mi piace sottolinearlo, che ha fatto crescere la mentalità di tutti i componenti. Design significa anche spostare la progettazione verso l’esterno facendo in modo che i valori di know how dell’azienda siano a completo sostegno della progettazione. Passaggi del genere, se non sposati con la mente e con il cuore, spesso non sono facili e possono portare anche alla rottura di equilibri interni che sembravano saldi. La nostra esperienza invece è stata veramente entusiasmante, divertente e ricca di spunti, stimoli, nozioni… che hanno contribuito in modo fondamentale alla crescita di tutti noi. - Il rapporto con grandi designer ha rappresentato sicuramente il più grande motivo di sviluppo dell’immagine aziendale. In cosa lei si sente personalmente arricchito da questo rapporto e quali sono stati i momenti per lei più importanti e significativi? Senza dubbio la collaborazione con i vari designer è stata fondamentale per lo sviluppo della nostra immagine e della nostra notorietà che da qualcuno è stata definita “connotata da prestigio”… uno dei più bei complimenti ricevuti. Ciò che credo di aver ricevuto da questa collaborazione è stato un mix… un insieme di conoscenze, di cultura, di approccio ai problemi, di metodologia, di sensibilità, di professionalità, ecc.. La cosa più sorprendente, ma allo stesso tempo la più normale, è che mai il mix delle componenti è stato uguale. Ecco perché è difficile se non impossibile dire quale è stato il momento più importante o quello più significativo.


Forse è più onesto dire che il primo incontro (con Sottsass e di tutto il suo gruppo), quello che ha aperto la nostra strada nel mondo del design contemporaneo, ci ha fatto innamorare di questa strada facendola diventare la bandiera dell’azienda. - L’incontro con Karim Rashid come è avvenuto? Direi per caso o forse per mia personale curiosità. Ricordo benissimo di essere rimasto molto colpito da una collezione di rivestimenti per divani disegnati da Karim per Edra. Osservando attentamente quelle geometrie tridimensionali e coloratissime, immaginai che potevano essere anche dei bellissimi decori per dei vasi in vetro. Quindi, e confesso anche di nascosto, realizzammo un prototipo riprendendo i disegni dalle foto dei divani pubblicati su un’autorevole rivista. Nonostante lo strano procedimento, il prototipo, oltre che particolare, mostrava un potenziale fantastico. Quindi, spedimmo questo vaso come fosse un nostro biglietto da visita allo studio di Karim… con una descrizione dell’idea che raccontava più o meno quello che ho raccontato adesso. Karim rimase molto colpito da quel prototipo. Non da meno il fatto di ricevere un vaso da un’azienda di nome Egizia. Per Karim fu la prima esperienza progettuale nel mondo della serigrafia manuale diretta su vetro; e questo fu un ulteriore elemento che contribuì a “scatenare” la produzione di idee da parte sua per noi

- Il 2015 è l’anno delle Cultura Egizia in Italia e questo è uno dei motivi della presenza della sua azienda a CortonaDesign. Al di là di tutto questo ha un legame particolare con Cortona? Le apparirà strano… ma tutto questo mi fa venire in mente che: si parla di Egizia e del suo inizio con mio babbo e con i primissimi decori (1950) che raffiguravano scene egizie, come lei ha visto nella nostra sala campionaria. Poi si parla di Karim Rashid che è egiziano e che ha disegnato per Egizia i sui geroglifici nell’epoca in cui io ero al posto di mio babbo. E si parla di tutto questo a Cortona per CortonaDesign… ma forse non le ho detto che Cortona è la città natale di mia nonna (la mamma di mio babbo) e dove io da bambino trascorrevo la parte iniziale dell’estate. Sarà davvero un caso? - Cosa vedremo in CortonaDesign? In CortonaDesign vedremo alcuni fra i pezzi simbolicamente più rappresentativi dell’evoluzione aziendale: quelli della prima fase, direi dei fondatori, basati su un’iconografia più tradizionale; altri emblematici del periodo di trasformazione avviato con la collaborazione con Sottsass e il suo staff di collaboratori; una selezione riconducibile all’ulteriore evoluzione a cui hanno impulso molteplici designer di rilievo, prima su tutti Paola Navone; la mostra si conclude con una selezione dei pezzi più emblematici della collaborazione con Karim Rashid.

Egizia: Serie di vasi / Series of vases “Kompositions”, Design: Karim Rashid, 2004 1949. The Country, through a huge collective effort, was trying to rise from the ashes. During the turmoil of this rebirth, some young people, who consider the entrepreneurial initiative the way, maybe the only one, to forge their owns paths, start to follow the dream to have an important impact on the history of the decorative aesthetics. A decoration that is itself a mark and symbol having its own specific semantic value. A little bit like ancient Egyptians did with hieroglyphs. A mark which is not engraved on stone or portrayed on a parchment, but on an item made of glass. A message which is not “in” but “on” a bottle (considering the bottle as a symbol for glass in general). As if the medium was itself the message. A message in a good handwriting: from then the company has effectively started a research of excellence based upon care, handcrafted quality, the refinement of a manual silk screen printing characterized by a printing directly on glass or on crystal, making use of a loom made of silk, with one or more colours, with gold or platinum or silver or transparent crystal sands or with white or coloured opaline glasses. In other words a printing executed using silk gloves for a concept of “Handcrafted” rather than Industrial Design. A more and more sophisticated message thanks to new collaborations, since 1995, with prestigious designers at international level, first among everyone, Ettore Sottsass and the team of young people referring to him. Some years later, the collaboration with Paola Navone represented another significant moment of the growth of this company, characterized by the watchwords like chic, luxury, sensuality, elegance, contemporary design. The original idea to communicate through marks engraved on

glass is supported by the one to make objects communicate together, thanks to a dynamics of their marks which contributes to make it be possible to coordinate them. Meanwhile the evolution of Egizia makes a full circle approaching again the starting point when the company turns to Karim Rashid: this time it is not just a meeting with a designer of Egyptian origins, but also with an emotional dimension with a meaningful mark left by the culture of ancient Egyptians. Karim Rashid, by means of the “Karimago” collection, interprets what the others will define “contemporary hieroglyphics” and the company itself unconsciously stimulates. This meeting has a special and deep meaning: to external eyes it may seem an opportunity for the heirs to go back to the original idea, to approach the founding members’ souls. At the same time, Karim Rashid says: “I feel that there is a wonderful link between my Egyptian origins and Egizia, like a symbolic marriage of our love.” One Summer morning, in the company’s showroom, we meet Paolo Smorti, the son of one of the boys of the year 1949, who decided to follow his dad’s path. Walking along the perimeter, we clearly see the transformations underwent by the company as well as the most important steps of its existence, like witnesses of different marks which made it be alive. There is a section which is not included into the perimeter of the room, which is located in a more inner position, as if unconsciously it was closer to the heart. It is the section for the collections drawn by Karim Rashid. All we can do is examine in depth the reasons for that…

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Egizia: Dettaglio di sottopiatto / detail of plate “Ikons”. Design: Karim Rashid, 2004

- Good morning Paolo, your father, together with some other friends, decided to establish a company and to name it “Egizia”. Everything based upon the idea to decorate glass in a strongly symbolic way. You inherited this idea. Today, what does Egizia mean for you and how do you think you left your mark in the evolution of its decorative language? From the beginning, Egizia to me represented a deep passion inherited from my dad. Without any doubt, it is a job, but I believe that in this kind of activity, passion is a key element. It is an absolutely necessary ingredient in order to succeed (not without mistakes) in making the result of the activity, the “products” be as more touching as possible. It is difficult to raise emotions coldly. Probably meeting design was the highest added value element brought to the company. An element, and I want to emphasize it, which allowed the mentality of all its members to grow. Design also means to direct planning towards the outside thus making the company’s know how fully support planning. Often this kind of steps are not easy to make unless you support them with your brain and your heart, and they can even cause the break of inside balances which seemed to be stable. Our experience, instead, was really exciting, funny and rich of hints, of incentives, of notions…. which gave an essential contribution to the growth of all of us. - The relationship with exceptional designers represented undoubtedly the main reason to develop the corporate image. How do you feel personally enriched by this relationship and what were the most important and most meaningful moments for you? Without any doubt the collaboration with several designers was essential for the development of our image and of our fame that someone defined “characterized by prestige”…one of the most beautiful compliments we received. I think I received from this collaboration a mix… a combination of knowledge, of culture, of approach to problems, of methods, of sensitivity, of professionalism, etc. The most striking thing, but at the same time the most normal one, is that such a mix of components has never been the same. This is why it is difficult rather impossible to say what was the most important or the most meaningful moment. Maybe it is more fair to say the first meeting (the one with Sottsass and with all his team), the one which paved the way for us to enter the contemporary design world, let us fall in love with this path making it become the company’s flag.

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- How did you meet Karim Rashid? I would say by chance or maybe because of my personal curiosity. I remember very well I was very struck by a collection of upholsteries for sofa designed by Karim for Edra. Observing carefully those three-dimensional and very colourful geometrical patterns, I envisaged they could be beautiful decorations for vases made of glass, too. Therefore, I admit even secretly, we produced a prototype taking the patterns from the pictures of sofas published on an eminent magazine. Despite the unusual procedure, the prototype was not only special, but it showed a fantastic potential. Consequently, we sent this vase to Karim’s studio as if it was our business card….together with a description of the idea telling more or less what I have just told you. That prototype stroke Karim a lot. As well as the fact he received a vase from a company named Egizia. For Karim that was the first design experience in the world of the manual silk screen printing directly on glass; and that was an additional element which contributed “to trigger” his production of ideas for us. - In Italy 2015 is the year of Ancient Egyptian Culture and this is one of the reasons for the presence of your company’s history at CortonaDesign. Regardless all that, do you have a special bond with Cortona? You may find it odd….. but it reminds me that: it is about Egizia and about its beginning with my dad and with the very first decorations (1950) representing Egyptian scenes, as you noticed in our showroom. Then we talk about Karim Rashid who is Egyptian and who drew for Egizia his hieroglyphics when I was in my dad’s position. And we talk about all that at Cortona for CortonaDesign…but probably I did not tell you that Cortona is the place of birth of my grandmother (my dad’s mother) and where I spend part of my Summertime when I was a child. Is it a real coincidence? - What will we see at CortonaDesign? At CortonaDesign we will see some of the most symbolic items for the evolution of the company: those of the first phase, I would say those of the founders, based upon a more traditional iconography; others being symbolic of the transformation period started with the collaboration with Sottsass and his team of collaborators; a selection that may be connected to a further evolution several important designers boosted , first among everyone Paola Navone; the exhibition ends with a selection of the most representative items of the collaboration with Karim Rashid.

Egizia - Luxury Design Handmade in Italy ha sede in / has its offices in Loc. Fosci, 22, 53036 Poggibonsi (SI), Italy T. +39 0577 988000 F +39 0577 988019 www.egizia.it – info@egizia.it


CORTONA DESIGN

KARIM RASHID: lo scriba contemporaneo / the contemporary scribe Per Karim Rashid ovunque è Design. A tale convinzione lo conduce la sua visione composita della società contemporanea, la cui forma dipende da una miscela complessa di esperienza umana, interazioni mentali e fisiche, comportamenti sociali, istanze economiche, politiche globali, istanze ecologiche. Un design che deve essere sensibile a sfumature suggerite da obiettivi di marketing, disponibilità di capitali da investire, competenze produttive, capacità distributive, ma anche a valori come qualità ed ecosostenibilità. È dalla miscela complessa di tutti questi ingredienti che prende forma il nostro spazio fisico, la nostra visione della vita e in definitiva anche gli oggetti che ne fanno parte. Uno spazio ispirato da una imprescindibile necessità di ricerca della bellezza e di cui il designer ne costituisce un importante interprete. Lui, il designer, dovrebbe offrire alla gente la possibilità di ''partecipare al mondo contemporaneo, liberandosi dalla nostalgia, dalle tradizioni antiquate, dai vecchi rituali, dal kitch e dall'insignificanza''. In questa cornice si collocano coerentemente i simboli e le decorazioni di Karim Rashid, che si propongono come geroglifici contemporanei capaci di contribuire a rendere contemporaneo il linguaggio, facilitando il dialogo e le interazioni nel mondo di oggi. Nell’antico Egitto lo scriba non si occupava solo della copiatura dei testi, ma era anche uno studioso, considerato un messaggero in terra. Karim Rashid, con il suo trasversalismo, l’attenzione al mondo digitale, i suoi simboli è, per certi versi, un messaggero del mondo di oggi. Una sorta di scriba contemporaneo. Nell’edizione del 2015 di CortonaDesign sarà presentata un’ampia selezione di opere improntate sui geroglifici contemporanei di Karim Rashid, realizzate da Egizia e da Bitossi.

For Karim Rashid Design is everywhere. This firm belief results from his composite vision of the contemporary society, whose form depends on a complex mix of human experience, mental and physical interaction, social behaviours, economic requests, global policies, ecological needs. A design which has to be susceptible to shades suggested by marketing goals, to availability of capitals to be invested, to distribution capacities, but also to values such as quality and ecosustainability. It is this complex mix of all these ingredients which shapes our physical space, our vision of life and ultimately the objects being part of it. A space inspired by an unavoidable need for a search of beauty and the designer is an important interpreter of it. The designer, him, should offer people the chance to “take part to the contemporary world, getting rid of nostalgia, of obsolete traditions, of old rituals, of kitsch and of what is insignificant.” Within this frame, the symbols and the decorations of Karim Rashid are placed in a consistent way and put forwards as contemporary hieroglyphs able to contribute to make the language be contemporary, helping the dialogue and the interaction in today’s world. In the ancient Egypt, the scribe was charged not only of copying tests, but he was also a scholar who was considered as a messenger on earth. Karim Rashid, because of his crosswise attitude, his attention to the digital world, his symbols is, somehow, a messenger in today’s world. A kind of contemporary scribe. During the 2015 edition of CortonaDesign a wide selection of works will be presented characterized by contemporary hieroglyphics by Karim Rashid, produced by Egizia and by Bitossi. Egizia: Serie di piatti / Series of plates “Kompositions”, Design: Karim Rashid, 2004

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Karim Rashid, nato a Il Cairo il 18 settembre 1960, da padre egiziano e madre inglese, è cresciuto in Canada. Laureato in design industriale in Canada, presso la Carleton University di Ottawa nel 1982, termina i suoi studi post-universitari in Italia, a Napoli sotto la guida di Ettore Sottsass. Matura le prime esperienze professionali nello studio di Industrial Design di Rodolfo Bonetto a Milano. Tornato in Canada inizia una lunga collaborazione con la società KAN Industrial Designers, sodalizio che durerà per sette anni. Nello stesso periodo diviene creatore e co-fondatore della Babel Fashion Collection Inc. and North Studio. Karim Rashid compie il grande passo nel 1993, quando decide di aprire il suo studio a New York dal quale avvia collaborazioni con importanti aziende dei settori più disparati: City Bank, Prada, Estèe Lauder, Miyake, Maybelline, Sony, Yahoo, Yves Saint Laurent, Giorgio Armani, Guzzini, Zanotta, Nambe, Umbra, Magis, Cappellini, Dakis Joaunau, Myhotel, Vitro Crystal, Artemide e molte altre. Ha creato oltre 2000 disegni e modelli nel campo degli interni, della moda, dell’arredamento, dell’illuminazione, dell’arte e della musica per installazioni. Molte sue creazioni fanno parte delle collezioni permanenti di quattordici musei in tutto il mondo. Rashid è stato professore associato di Disegno Industriale per 10 anni e collabora con diverse università e istituti. Sono numerosi i riconoscimenti da lui finora ricevuti. Le sue pubblicazioni più importanti sono: “I want to change the world”, 2001; l’International Design Yearbook, 2003; “Evolution”, 2005.

Karim Rashid, was born in Cairo, on the 18th of September 1960, his father was Egyptian and his mother was English; he grew up in Canada. In 1982, he took his degree in Industrial Design in Canada, at the Carleton University in Ottawa, he ended his post-degree studies in Italy, in Naples under the guidance of Ettore Sottsass. He made his first professional experiences at the Industrial Design studio of Rodolfo Bonetto in Milano. He went back to Canada and started a long collaboration with the company KAN Industrial Designers, a partnership which lasted seven years. During the same period, he became creator and co-founder of Babel Fashion Collection Inc. and North Studio. In 1993 Karim Rashid took the plunge when he decided to open his own studio in New York where he started collaborations with important companies in very different sectors: City Bank, Prada, Estèe Lauder, Miyake, Maybelline, Sony, Yahoo, Yves Saint Laurent, Giorgio Armani, Guzzini, Zanotta, Nambe, Umbra, Magis, Cappellini, Dakis Joaunau, Myhotel, Vitro Crystal, Artemide and many more. He created more than 2000 drawings and patterns in the fields of interiors, fashion, furniture, lighting, art and music for installations. Many of his creations are part of permanent collections in fourteen museums all over the world. For 10 years Rashid was an associated professor of Industrial Design and he works with several universities and institutes. Up to now he has received several awards. His most important publications are: “I want to change the world”, 2001; the International Design Yearbook, 2003; “Evolution”, 2005.

- Fra i suoi simboli, a quali si sente più legato o quali hanno un significato per lei più importante e perché? Predominano i simboli di Globalove. Il mio sogno è che si diventi sempre più un singolo pianeta progressista! Speriamo che un giorno si viva in un luogo di pace, un mondo di individualità più ricche dentro, una religione (la religione del rispetto e dell’amore per l'altro) e un futuro intellettuale positivo e creativo. Un’utopia costruita su Globalove! Dedicato a Cortona / Dedicated to Cortona Il geroglifico contemporaneo / the contemporary hieroglyph of “Community”, Realizzato in ceramica da / Made of ceramic by Bitossi Ceraniche - Buongiorno Karim, il 2015 è l’anno della Cultura Egizia in Italia. Quanto essere nato in Egitto ha contribuito a plasmare la sua concezione del Design? Non posso dire se la mia eredità culturale egiziana ha consapevolmente modellato il mio concetto di design, ma tutti noi siamo formati secondo un proprio DNA che viene fuori inconsciamente. Per esempio solo circa 10 anni fa ho capito che i miei simboli erano simili a geroglifici egiziani. Non l’ho mai pensato prima di allora e mi chiedo perché abbia sviluppato questo linguaggio. L’ho elaborato nell’arco di un periodo di 30 anni. Tutto è cominciato quando stavo progettando utensili elettrici per Black & Decker USA a metà degli anni ottanta. Black & Decker si rifiutava di attribuire riconoscimenti ai designer per il loro lavoro. Così creai un simbolo che venisse incorporato nello stampaggio della plastica. Era il mio modo di segnare il lavoro, di evidenziare il mio contributo creativo. Poi ho continuato a creare simboli, ognuno con un certo significato. Sono tornato in Egitto 44 anni dopo che la mia famiglia lo aveva lasciato nel 1962. Quando sono tornato a Il Cairo ho sentito l'esuberanza della città scorrere nel mio flusso sanguigno. Un luogo esotico fenomenale, dove le origini della civiltà umana sono onnipresenti. Ma allo stesso tempo mi era estraneo e non faceva più parte della mia cultura. Ero troppo giovane quando l’ho lasciato. Mia madre era inglese e mio padre non aveva l’abitudine a raccontarmi della sua cultura o a parlarmi nella sua lingua. Così non ho mai imparato l'arabo. - Le decorazioni da lei disegnate per aziende come Egizia e Bitossi sembrano reinterpretazioni digitali di simboli arcaici. Una sorta di “geroglifici contemporanei”. Esiste una qualche relazione fra il linguaggio degli antichi egizi e la sua arte? Egizia e Bitossi sono aziende incredibili e mi piace molto lavorare con entrambe. Le icone sono simboli che ho iniziato a creare da solo come una sorta di linguaggio personale e che ho esplorato col mio lavoro per queste imprese. Alcune persone hanno fatto riferimento a loro come a geroglifici contemporanei. Ognuno ha un significato. Con essi riesco a scrivere in prosa. Ho continuato a lavorare e sviluppare questi simboli in questi ultimi 30 anni ed essi hanno iniziato a diventare parte integrante della mia vita, fino al punto di tatuarmi addosso una volta l'anno, ogni differente simbolo, fatto in una diversa città, come per continuare la mia ricerca e la fede in una unità globale. Chiamo l'alfabeto “Globalove”. Ho creato una serie di quadri per il mio primo spettacolo a Il Cairo, fatto quando avevo 47 anni. È stata una astrazione contemporanea su antichi dipinti egizi. - Gran parte dei geroglifici hanno un significato religioso, protettivo o propiziatorio, come Horus, il Djed, l’Ankh e così via. I suoi simboli che tipo di significato hanno? I simboli non sono linguistici e quindi non definiti e chiunque può interpretarli come meglio crede. La bellezza dell’astrazione è che sarà sempre auto-interpretazione e di più alto significato spirituale. Le parole sono precise e le forme sono vaghe. Effettivamente alcuni dei miei simboli vengono fuori dal patrimonio di simboli del passato, ad esempio come mutazione astratta dell’Ankh (ndr Croce della vita). Il mio intento è rappresentare l’unità globale e l'universalità.

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- Lei ha un rapporto particolare con la musica. Può parlarci di Karim DJ? Quando ero un bambino ho provato molti strumenti ma avevo poco talento per suonare. Poi ho iniziato a lavorare in negozi musicali e a collezionare dischi. Casualmente, a 16 anni, trovai lavoro come Deejay in una discoteca. Fu un modo per abbracciare il mio amore per la musica usando quella di altri musicisti. A quel tempo i deejay non erano celebrità. Erano come i lavapiatti nei ristoranti. Ci veniva detto di andare nel retro e lavorare assicurandosi che nessuno lasciasse la pista da ballo! Poi ho continuato a fare il deejay nel periodo dell'università divenendo la mia fonte di reddito fino a quando ho iniziato a lavorare come designer. Ho continuato a farlo anche dopo in eventi speciali per i musei, nelle conferenze ecc e lo faccio ancora circa una volta al mese in tutto il mondo da Tel Aviv, a Milano, a Mosca. Metto in pista quello che io chiamo Elektrodiskonnectivism. In passato ho utilizzato 12.000 dischi. Adesso ho tutto in digitale e faccio il deejay con un software e un computer portatile. È più semplice e liberatorio. Non sono un buon deejay, ma amo la musica, in particolare la musica elettronica contemporanea. - E se si immaginasse compositore, chi sarebbero i suoi punti di riferimento? Beh io amo Peter Visti, Moullinex, Odesza, Oliver Koletzki, Computer Magic, Desire, Chromatics, Bag Raiders, Mike Simonetti, Metronomy, Lindstrom, Rayko, 40 Thieves, Aeroplane, Gui Boratto, GusGus, e la lista potrebbe continuare all'infinito. Ma oggi il miglior compositore di musica elettronica è Johnny Jewel. Compositori del passato che ho sempre amato sono Giorgio Moroder, Cerrone, Space, Tangerine Dream, Vangelis, Kraftwerk, Patrick Cowley, Bowie, ... Ma ci sono designer e filosofi che mi ispirano: amo Luigi Colani, Ettore Sottsass, Joe Colombo, George Nelson, Charles Eames, Isamo Noguchi, Bruno Munari, Carlo Mollino, Gaetano Pesce, Victor Papanek, David Carson, Frederick Keisler, Shiro Kuramata, Buckminster Fuller, Zaha Hadid, Toyo Ito, artisti contemporanei come Dalek, Dutchman, Gober, Charles Ray, Jeff Koons, Peter Hailey, Andy Warhol, Gerold Miller, l'elenco potrebbe continuare ... e filosofi come Jean Baudrillard, Guy Bachlard, Jean Francois Lyotard, Tufen Orel, e altri. - Qual è il suo rapporto con l’Italia in generale e la Toscana in particolare? «Amo Italia». Negli ultimi 25 anni la maggior parte dei miei clienti sono italiani, con sede in Lombardia, Emilia Romagna e Toscana e in altre regioni. L'Italia è un guazzabuglio perpetuo di idee, concetti, luoghi comuni, di progettazione vera del prodotto e di produzione progressista. L’Italia capì che il Design era un tema collettivo 50 anni fa, molto prima che il mondo lo accettasse. Senza il design italiano esso non sarebbe mai diventato così diffuso, onnipresente e sperimentale. L'Italia ha un occhio per la bellezza, un odore per il piacere, un gusto per la vita, un suono per la collettività. - Quest’anno i suoi “geroglifici contemporanei” saranno protagonisti della prossima edizione di CortonaDesign. Pensando a Cortona, con quale colore la rappresenterebbe? Vedo un oasi di terracotta avvolgente che si arrampica, più bruciata della terra di Siena, con sfumature di cadmio arancio e ocra, un luogo di smarrimento medievale, un respiro profondo di storica bellezza estatica, un luogo dove la storia incontra il presente, e ispira il futuro. Non vedo l'ora di visitarla. - Potrebbe dedicare un suo geroglifico contemporaneo a questa città? Vorrei dedicare a Cortona il geroglifico della "Community".


- Good morning Karim, in Italy 2015 is the year of Egyptian Culture. To what extent, being born in Egypt did it contribute to shape your knowledge of Design? I can’t say my Egyptian heritage has consciously shaped my concept of design but we all have are shaped our DNA that come out subconsciously. For example I only realized about 10 years ago that my symbols are similar to Egyptian hieroglyphics. I never thought about it before then and wondered why I developed the language. I developed this language over a period of 30 years. It started when I was designing power tools for Black and Decker, USA in the mid-eighties. Black & Decker refused to give designers credit for work so I created a symbol which I embedded into the plastic molding. It was a way of marking my work, of denoting my creative input. Then I continued to create more symbols, each with a certain meaning. It took me 44 years to return to Egypt after my family and I left in 1962 for England. When I arrived back in Cairo I immediately felt the city’s exuberance run through my blood stream. It is a phenomenal exotic place where origins of our human civilizations are omnipresent. But at the same time it was foreign and not part of my culture anymore. I was too young when I left and my mother being English as well as my father never returning or talking much about the culture so I never learned arabic. - The decorations you designed for companies such as Egizia and Bitossi seem to be digital reinterpretations of ancient symbols. A kind of “contemporary hieroglyphics”. Is there any link between the language of Ancient Egyptians and your art? I must say that Egizia and Bitossi are amazing companies and I loved working with both of them from many years. The ikons are symbols I started creating on my own as a kind of personal language that I explored with my work for these companies. Some people has referred to them as contemporary hieroglyphics. Each has meaning. I can write prose with them. I continue to work and develop these symbols over these last 30 years and they started to become an integrated part of my life, even to the point of tattooing myself once a year with them, each different symbol done in a different city to continue my quest and belief for a global oneness. I call the alphabet Globalove. I created a series of paintings for my first show in Cairo when I was 47. It was a contemporary abstraction on ancient Egyptian flattened paintings. - Most of hieroglyphics have a religious meaning, protective or propitiatory, such as Horus, Djed, Ankh and so on and so forth. What do your symbols mean? The symbols are non-lingual therefore non-biased and anyone and everyone can interpret them as they see fit. The beauty of abstraction will always be self-interpretation and higher spiritual meaning. Words are precise and forms are vague. A few of my symbols actually play off some of the heritage of past symbols, such as a changed abstracted Ankh. But my intent is global oneness and universality.

- And if you think about you being a composer, what would your reference points be? Well I love Peter Visti, Moullinex, Odesza, Oliver Koletzki, Computer Magic, Desire, Chromatics, Bag Raiders, Mike Simonetti, Metronomy, Lindstrom, Rayko, 40 Thieves, Aeroplane, Gui Boratto, GusGus, and list goes on and on. But the best composer today in electronic music is Johnny Jewel. Past composers that I always loved are Giorgio Moroder, Cerrone, Space, Tangerine Dream, Vangelis, Kraftwerk, Patrick Cowley, Bowie, … But designers and philosophers inspire me :I love Luigi Colani, Ettore Sottsass, Joe Colombo, George Nelson, Charles Eames, Isamo Noguchi, Bruno Munari, Carlo Mollino, Gaetano Pesce, Victor Papanek, David Carson, Frederick Keisler, Shiro Kuramata, Buckminster Fuller, Zaha Hadid, Toyo Ito, contemporary artists such as Dalek, Dutchman, Gober, Charles Ray, Jeff Koons, Peter Hailey, Andy Warhol, Gerold Miller, the list goes on…and philosophers such as Jean baudrillard, Guy Bachlard, Jean Francois Lyotard, Tufen Orel, and others. - What is your relationship with Italy in general, and with Tuscany in particular, like? Amo Italia. A majority of my clients are Italian for the last 25 years, based out of Lombardy, Emilia Romagna and Tuscany and other regions. Italy is a perpetual farrago of ideas, concepts, truisms, real product design and progressive manufacturing. Italy understood that Design is a public subject 50 years ago, long before the world accepted it. Without the Italians design would have never become more ubiquitous, omnipresent, and experimental. Italy has an eye for beauty, a smell for pleasure, a taste for life, a sound for community. - This year your “contemporary hieroglyphics” will be the protagonists of next edition of CortonaDesign. Thinking about Cortona, what color would you represent it with? I see an oasis of sweeping climbing terra-cotta, more burnt than siena, shades of cadium orange and ochra, a place of medieval bewilderment, a deep breath of historic enraptured beauty, a place where history meets exists in the present, and inspires the future. I can’t wait to visit. - Would you dedicate a contemporary hieroglyphics of yours to this town? I would dedicate the hieroglyph of “Community" to Cortona.

- Among your symbols, which ones are you most attached to or which ones are more meaningful to you and why? The symbol for globalove would dominate. It is my dream that we become an ever-vast progressive single planet! Hopefully one day we will have one peaceful place, a world of empowered individuality, one religion (the religion of respect and love for each other), and a positive creative intellectual future. An utopia built on globalove! - You have a special bond with music. Can you tell us something about Karim DJ? When I was a child I tried many instruments but I had little talent for playing music. So I started working in record shops and began collecting music. Eventually I got a job in a disco deejaying when I was 16. I found a way for embracing my love for music by playing other musicians music. At that time deejays were not celebrities. They were like dishwashers in restaurants. We were told to go to the back room and play and make sure no one leaves the dance floor! I then kept playing throughout university and it became my income until I started working as a designer. I kept playing special events for museums, design conferences etc. and now I still deejay about once a month all over the world from Tel Aviv to Milano to Moscow. I play what I call Elektrodiskonnectivism. I used to own 12,000 records. Now I have everything digitally uncompressed and I just play with one laptop and software. It is liberating and simple now. I am not a good deejay, but I love music,especially contemporary electronic music. Karim Rashid

Bitossi Ceramiche nasce agli inizi del ‘900 col nome “Manifattura Maioliche Artistiche” in uno dei più importanti distretti di ceramica artistica d’italia: Montelupo Fiorentino. Dopo il secondo conflitto mondiale, sotto la direzione artistica di Aldo Londi, la produzione inizierà a rinnovarsi profondamente, distaccandosi dai canoni tradizionali. Sarà determinante l’incontro con l’architetto Ettore Sottsass, che, insieme a Londi, daranno vita a molte collezioni di successo. Nel 1976 la manifattura cambia denominazione assumendo quella di "Ceramiche Flavia". Sotto la direzione artistica di Giovanni Masoni inizia a collaborare con progettisti legati al gruppo "Menphis" di Ettore Sottsass, quali Michele de Lucchi, Marco Zanini, Nathalie Du Pasquier, Massimo Giacon e Matteo Thun. L’azienda, che oggi porta il nome di Bitossi Ceramiche, prosegue il suo costante impegno nella ricerca e nell’innovazione delle forme e del decoro della ceramica, affidandosi alle intuizioni di nuovi designer come Karim Rashid. Bitossi Ceramiche è un esempio di eccellenza italiana, punto di riferimento per tanti designer. Dal 2 dicembre 2014 é iscritta nel Registro delle Imprese Storiche Italiane istituito da Unioncamere.

Bitossi Ceramiche was established at the beginning of the 20th century with the name Manifattura Maioliche Artistiche” within one of the most important districts of artistic ceramics in Italy: Montelupo Fiorentino. After the Second World War, under the guidance of the art director Aldo Londi, the production started to innovate deeply, standing out from the traditional standards. The meeting with the architect Ettore Sottsass was decisive, him and Londi, they created many successful collections. In 1976 the factory changed its name with the new one "Ceramiche Flavia". With Giovanni Masoni as art director, it started to collaborate with designers belonging to the team "Menphis" of Ettore Sottsass, such as Michele de Lucchi, Marco Zanini, Nathalie Du Pasquier, Massimo Giacon and Matteo Thun. The company, whose today’s name is Bitossi Ceramiche, is still constantly committed in research and innovation of forms and decorations for ceramics, following the intuitions of new designers such as Karim Rashid. BITOSSI CERAMICHE SRL Via A. Gramsci 16 - 50056 Montelupo Fiorentino - FIRENZE - ITALIA tel. +39 0571 51403 - fax +39 0571 519281 http://www.bitossiceramiche.it, info@bitossiceramiche.it

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il

Premio 2015

CORTONANTIQUARIA

Cortonantiquaria Award 2015

Zahi Hawass mondo della cultura e dei tesori dell’antico Egitto. Il Comitato organizzatore del Premio Cortonantiquaria ringrazia l’Associazione Atrapos di Montevarchi, da tempo impegnata nella promozione della storia e della cultura dell’Egitto, per aver attivamente collaborato a rendere possibile lo svolgimento dell’iniziativa.

Per il 2015, il Comitato Promotore ha deciso di conferire il Premio ad una personalità che ha legato il suo nome alla comprensione e alla valorizzazione del più importante bacino archeologico dell’umanità: l’Egitto. Tre sono le principali motivazioni della scelta. In primo luogo l’importanza che l’archeologia ha per la città di Cortona, dalla quale discende una delle sue più importanti istituzioni culturali: il MAEC Museo dell'Accademia Etrusca e della Città di Cortona. In secondo luogo il governo italiano ha individuato il 2015 come l’anno della cultura egizia in Italia, fatto che assume un’importanza straordinaria per la criticità che ha il tema della salvaguardia di un’eredità culturale così importante, in un momento storico delicato come questo, in un contesto geo-politico assai “caldo” come quello islamico e di cui l’Egitto fa parte. Proprio per questo il MAEC organizza ed ospita una collaterale a Cortonantiquaria dedicata all’Egitto (ndr: di questa mostra si parla nell’articolo “Antiche tracce d'Egitto a Cortona”). La terza e non certo meno importante ragione risiede nella levatura culturale e internazionale del personaggio: laureato in archeologia greca e romana all’Università di Alessandria (1967), è poi ispettore delle antichità del Medio Egitto a Tuna El Gebel e Mallawi (dal 1969) nonché ispettore di altri siti egizi, fra cui le Piramidi di Giza, Embaba, e l'Oasi di Bahariya, e di numerose spedizioni archeologiche internazionali; consegue la specializzazione in egittologia all’Università del Cairo (1980), ottiene il Master in archeologia egizia e siro-palestinese all’Università della Pennsylvania, Filadelfia, Usa (1983), dove poi assume la docenza in egittologia (1987); diviene ispettore capo (dal 1980) e poi Direttore generale (dal 1987) per le Piramidi di Giza, Saqqara e dell'Oasi di Bahariya; viene nominato (1998) sottosegretario di stato per i monumenti di Giza e poi (segretario generale del Consiglio supremo delle antichità egizie (2002) e infine Ministro delle Antichità (2011); personaggio televisivo internazionale da decenni ha contribuito molto alla diffusione della conoscenza nel

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Quelle che seguono sono le parole rilasciate dal premiato. - Buongiorno Zahi, a breve le verrà conferito il Premio Cortonantiquaria per l’anno 2015 e vorremmo avere la sua opinione in proposito. Prima di entrare nel merito dell’intervista non possiamo non esprimerle la nostra ammirazione per la rilevanza e per l’articolazione del suo curriculum. Come preferisce essere appellato: professore, archeologo, onorevole, anchorman…? Può chiamarmi famoso archeologo ed ex ministro della Antichità. - Il premio Cortonantiquaria è un riconoscimento a cui la città di Cortona tiene particolarmente ed è un grande onore poterlo consegnare ad un personaggio come lei. Ci racconta qual è la prima cosa che le viene in mente se pensa a Cortona, luogo di origini etrusche, e al riconoscimento che la città le tributa? Sono molto felice di ricevere questo premio dalla città di Cortona. È nel mio cuore e lo considero come il miglior premio che ho ricevuto nella mia vita perché venuto dalla bellissima città di Cortona. - Lei si è molto battuto per la comprensione e soprattutto per la salvaguardia dell’eredità culturale dell’Egitto. Fra l’altro nel 2011 è stato Ministro e la sua carriera governativa si è prematuramente conclusa per una sua scelta che immaginiamo carica di una certa dose di amarezza. Oltre a conferirle il premio, questa città, tramite il MAEC, organizza una mostra con una collezione Egizia. Si sente un po' a casa? La prima cosa che mi viene in mente quando penso a Cortona è quella di una città con un’eredità culturale e di cultura e di come si preoccupa per la cultura di altri paesi, come a dimostrare che la cultura dell'antico Egitto appartiene alle persone di tutto il mondo. Anche la gente di Cortona è bella e gentile. La grande decisione del sindaco, meravigliosa signora e del popolo di Cortona di darmi questo riconoscimento, cattura il mio cuore. Certamente, essere a Cortona mi fa sentire a casa. Ho visitato molte città in tutto il mondo, ma Cortona è l'unica che mi fa sentire il calore e l'amore della gente. - Vivere è un po’ essere se stessi ed esprimersi nel contesto esterno. Questo vale anche per un popolo ed uno Stato. Le tracce archeologiche dell’antico Egitto sono anche testimonianza di una delle principali radici culturali di tutto il mondo. Alla luce della sua lunga e sfaccettata esperienza, le testimonianze antiche del suo Paese natale


diffuse per il mondo rappresentano, secondo lei, una risorsa per il futuro del suo Paese o un depauperamento del suo Paese? Credo che i manufatti egizi nei musei di tutto il mondo siano buoni ambasciatori per l'Egitto e ciò educa le persone di ogni città e cattura i loro cuori perché l'Egitto ha la magia delle piramidi e il mistero della Sfinge e delle mummie, nonché il sarcofago dorato di Tutankhamon. Vorrei soltanto fossero restituiti all’Egitto i reperti rubati e i cinque oggetti unici, come il busto di Nefertiti a Berlino, lo Zodiaco al Louvre, la statua del costruttore della grande piramide a Hildesheim, la statua dell'architetto della seconda piramide a Boston e la stele di Rosetta al British Museum. - Quali sono a suo avviso le prospettive per la sicurezza dei beni culturali egizi alla luce dell'inquietante scenario internazionale? Manufatti e siti egizi soffrivano di saccheggi e attacchi dopo la rivoluzione, ma ora l'Egitto è tornato ad essere sicuro e forte e posso dire che il governo egiziano sta prestando un sacco di attenzioni alle antichità. Ma noi abbiamo anche bisogno della collaborazione di persone in tutto il mondo per svolgere maggiori attività di restauro e di esplorazione. Sono orgoglioso di dire che ci sono 240 spedizioni straniere in corso in Egitto. Ci sono importanti squadre italiane che lavorano a Tebe e Farouk e sono felice di annunciare che il governo italiano ha donato al ministero delle Antichità 10.000.000 euro per costruire il museo greco e romano di Alessandria. Questo museo ci permette di vivere la grande storia d'Italia. - Nell’ambito delle manifestazioni collaterali a Cortonantiquaria, saranno presentate alcune mostre dedicate all’Egitto. Una di queste, CortonaDesign, riguarda alcuni fra i più significativi momenti di contatto fra il mondo del Design e il territorio, la cultura e l’immaginario del mondo egizio Quale impatto ritiene che l'arte dell'antico Egitto abbia nella tradizione artistica e nel design occidentale? L’arte egizia è all'origine dell’arte moderna, perché è la più antica e perché la gente ancora oggi si chiede come fu costruita la grande piramide di Cheope e di come è stata fatta la maschera d'oro di Tutankhamon. Credo che l'arte egizia abbia ispirato l'arte e gli artisti di tutto il mondo. For the year 2015, the Organizing Committee decided to award this Award to a personality who linked his/her name with the understanding and the enhancing of the most important archeological site for mankind: Egypt. This choice is based upon three reasons. First of all the important role archeology plays for the town of Cortona, resulting in one of its main cultural institutions: MAEC the Etruscan Academy Museum of the town of Cortona. Secondly, the Italian government has determined 2015 as the year of the Egyptian culture in Italy; this fact is particularly relevant for the critical theme of the protection of such an important cultural heritage, during a complex historical moment like the present one, within a geographical and political framework which is very “hot” as it is the case for the Islamic setting Egypt is part of. For this very reason MAEC is organizing and hosting an exhibition collateral to Cortonantiquaria and dedicated to Egypt (editor’s note: the article “Ancient Traces of Egypt at Cortona” deals with this exhibition). The third and not less relevant reason consists in the cultural and international stature of the personality: he takes a decree in Greek and Roman archeology at the Alexandria University (1967), then he becomes the surveyor of antiques in the Middle Egypt at Tuna El Gebel and Mallawi (since 1969) as well as inspector of other Egyptian sites, such as the Pyramids of Giza, Embaba, and the oasis of Bahariya, and of several international archeological missions; he specializes in Egyptology at the Cairo University (1980), he takes the Master in Egyptian and SyrianPalestinian archeology at the Pennsylvania University, Philadelphia, Usa (1983), where he qualifies as university teacher in Egyptology (1987); he becomes inspector in chief (since 1980) and then General Manager (since 1987) for the Pyramids of Giza, Saqqara and the Oasis of Bahariya; he is appointed (1998) deputy-minister for the monuments of Giza and then general secretary of the Supreme Council of the Egyptian Antiques (2002) and finally Minister for Antiques (2011); he has been an international TV personality for decades and he has been contributing a lot to the spreading of knowledge of old Egypt culture and treasures all over the world. The Organizing Committee of the Cortonantiquaria Award thanks the Association of Atrapos at Montevarchi, which has been committed in promoting Egyptian history and culture, for having actively contributed to make this initiative be possible.

view, we absolutely want to express our admiration for the relevance and the structure of your CV. How do you prefer to be called: professor, archaeologist, honourable, anchor-man…? You can call me famous archaeologist and former minister of Antiquties. - The town of Cortona attaches a great importance to the Cortonantiquaria Award and it is a great honour to award it to a personality like you. Can you tell us what is the first thing that comes to your mind when you think about Cortona, a place with Etruscan origins, and about the award this town bestows to you? I am very happy to receive this award from the city of Cortona. This award is in my heart and I consider it as the best award that I got in my life because it came from the beautiful town Cortona. - You fought a lot for the understanding and in particular for the safeguard of the cultural heritage of Egypt. In addition to that, in 2011 you were minister and your governmental career ended prematurely for your own choice and we guess it was rather sad. This town not only bestows you an award, but, by means of MAEC, it also organizes an exhibition with an Egyptian collection. Do you feel like being at home a little bit? The first thing that came to mind when I think about Cortona: I really think of Cortona as a city of culture and heritage and how they care about the culture of other countries' to show that the culture of ancient Egypt belong to the people all over the world. The people also of Cortona are nice and kind. The great decision of the wonderful lady mayor and the people of Cortona to give me this award, it capture my heart. Of course being in Cortona I do feel at home I visited many cities all over the world but Cortona is the only city that I feel warm and the love of the people. - Living is like being oneself, on one hand, and expressing oneself within the external context, on the other. This is also true for a people and a State. The archaeological signs of the ancient Egypt also represent a witness of one of the main cultural roots all over the world. In the light of your long and multifaceted experience, do you think that the ancient witnesses of your home country, which are scattered all over the world, represent a resource for the future of your country or rather an impoverishment for your country? I do believe that the Egyptian artifacts in museums all over the world are good ambassadors for Egypt and it educate the people in every city and capture their hearts because Egypt has the magic of the pyramids and the mystery of the Sphinx and mummies as well as the golden bot Tutankhamen. I only like to return stolen artifacts and also to have the unique five objects in Egypt such as the bust of Nefertiti, in Berlin, the zodiac at the louvre, the statue of the builder of the great pyramid in Hildesheim, the statue of the architect of the second pyramid in Boston and Rosetta Stone at the British museum. - In your opinion, what are the prospects for the safety of the Egyptian archaeological sites given the worrying international scenario? Egyptian artifacts and sites suffered from looting and attack after the revolution but now Egypt is back to be safe and strong and I can say that the Egyptian government is giving a lot of care to Antiquities but also we need the cooperation of people all over the world to do more restoration and discoveries and I am proud to say that there are 240 foreign expeditions working now in Egypt we do have important Italian teams working in Thebes and Farouk and I am happy to announce that the Italian government gave the ministry of Antiquities 10 million euros to build the Greek and roman museum in Alexandria because this museum is feel us the great story of Italy. - During the collateral events within Cortonantiquaria, some exhibitions dedicated to Egypt will be open. One of them, CortonaDesign, concerns some of the most meaningful moments when the world of Design comes in contact with the territory, the culture and the imagination of the Egyptian world. In your opinion, what is the impact of the art of ancient Egypt on Western artistic tradition and design ? Egyptian art is the origin of modern art because it is the oldest also people still wonder to day how the great pyramid of Khufu was built and how the golden mask of Tutankhamen was made I do believe that Egyptian art inspired art all over the world as well as artists.

The following is the interview with the awarded. - Good morning Zahi, shortly you will be awarded with the Cortonantiquaria Award for the year 2015 and we would like to know your opinion in this regard. Before entering into the merits of this inter-

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EVENTI

DA NON PERDERE

CORTONA on the move

EVENTS NOT to MISS Il festival internazione di fotografia in viaggio Cortona On The Move (mostre aperte fino al 27 settembre 2015) è giunto alla sua quarta edizione ed è ormai consacrato come uno degli eventi più importanti della scena fotografica mondiale. Da luglio a settembre Cortona è il centro di storie, viaggi ed avventure, un centro nel quale convergeranno i migliori fotografi della scena internazionale, photo editor di riviste italiane e straniere, esperti di fotografia, talenti ed appassionati, rendendo la città toscana tappa imperdibile della cultura fotografica e incrocio internazionale di idee e creatività. Arianna Rinaldo è per il quarto anno consecutivo il direttore artistico del festival organizzato dall’Associazione Culturale ONTHEMOVE. Le sue scelte per l’edizione 2015 riprendono il percorso di innovazione, sperimentazione e altissima qualità tracciato fin dal 2012. Tra i lavori di quest’anno segnaliamo Maybe di Phillip Toledano, Japan di James Whitlow Delano, il controverso lavoro La Ville Noire di Giovanni Troilo e una straordinaria retrospettiva di Mario Giacomelli. Al festival anche Focus sulla Russia a cura di Andrei Polikanov.

The international festival Cortona On The Move - photography in travel (exhibits open until September 27th, 2014) is now in its fifth edition and is already established as one of the most important events in the global photographic scene. From July to September Cortona is the center of stories, journeys and adventures, a center in which converge the best photographers of the international scene, photo editors of Italian and foreign magazines, photography experts, talents and enthusiasts, making the Tuscan city an unmissable stage of the photographic culture

www.cortonaonthemove.com and an international crossroad of ideas and creativity. Arianna Rinaldo is for the fouth consecutive year the artistic director of the festival organized by the Cultural Association ONTHEMOVE. Her choices for the 2015edition take up the path of innovation, experimentation and high quality tracked since 2012. Among the great photographers this year Rob Hornstra, Jacob Aue Sobol, and William Albert Allard, but also an unmissable show on smart photography curated by Kathy Ryan and Scott Thode.

«Otsuchi Future Memories», foto di Alejandro Chaskielberg

dal 1881 in Valdichiana

Natura morta, Gino Severini, 1928. MAEC Cortona.

MAIN SPONSOR OF CORTONANTIQUARIA


Cortonantiquaria presents:

LOUNGE Area Wine Bar

In occasione di Cortonantiquaria, all’interno di Palazzo Vagnotti e nel cortile adiacente, è allestita un’Area Lounge –Wine Bar Lodovichi Ricevimenti dove sarà possibile degustare salumi e formaggi locali abbinati ai migliori vini del territorio. Lodovichi Ricevimenti da anni è azienda leader nell’organizzazione di eventi e ricevimenti. Oggi specializzata anche nella gestione di “aree hospitality” ai margini di manifestazioni sportive, eventi e mostre. L’azienda fonda la propria filosofia di ristorazione sull’offerta di servizi dinamici, curati nei dettagli e sulla grande attenzione nella selezione dei prodotti. Proprio grazie alla selezione e all’offerta delle più rappresentative tipicità, Lodovichi Ricevimenti è diventata negli anni azienda simbolo della promozione enogastronomica Toscana, in Italia e nel Mondo. Nei Menù non mancano mai prodotti come: salumi di maiale brado, formaggi a latte crudo e ricotta del pastore, olio extravergine di oliva toscano, carne Chianina, legumi tipici come cece piccolo e fagioli zolfini. Il tutto abbinato ai migliori vini locali e Super Tuscan. L’elaborazione dei prodotti, affidata al proprio Staff di cucina, tende ad esaltarne i profumi ed i sapori senza stravolgerli.

Per “assaporare” fino in fondo la visita alla mostra

At Cortonantiquaria there will be a Lounge Area-Wine Bar by Lodovichi Ricevimenti where you can taste local cured meats and cheeses combined with the best wines of the area. Lodovichi Ricevimenti for years has been a leader in organizing events and receptions. Today the company is also specialized in the management of “hospitality areas" for sports public performances, events and exhibitions. Lodovichi Ricevimenti bases its business philosophy on offering dynamic services, attention to details and the selection of products. Thanks to the selection and to the offer of the most typical traditional food, over the years Lodovichi Ricevimenti has become a classic example of promoter of Tuscan wine and food, in Italy and all over the World. In the menu you can always find products such as wild pork sausages, raw milk cheeses and the shepherd’s ricotta, extra virgin olive oil from Tuscany, Chianina beef meat, typical legumes just like small chickpeas and zolfini beans. All this with the best local and Super Tuscan wines. The cooking of the products is put into the hands of its own kitchen staff, that work to exalt flavours and taste without altering the food.

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CORTONANTIQUARIA & CORTONADESIGN Le sedi / The locations

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1 - Palazzo Vagnotti Cortonantiquaria 2 - Palazzo Casali CortonaDesign

QUANDO / WHEN

INFORMAZIONI / INFORMATION

22 agosto – 6 settembre / August 22°th to September 6th

Segreteria mostra / Secretariat: Tel. +39 0575 630610 (attivo dal 22 ago / active from Aug 22nd) Ufficio Informazioni Turistiche / Tourist Information Office: Tel. +39 0575 637223 – info@cortonantiquaria.it

DOVE / WHERE CORTONANTIQUARIA Palazzo Vagnotti (piazza Franciolini) CORTONADESIGN Palazzo Casali (piazza Signorelli)

ORARI / HOURS Feriali / Working days: 10/13 – 15.30/20 Festivi / Public holidays: 10/20 orario continuato / all day

COSTO BIGLIETTI /TICKET PRICE CORTONANTIQUARIA Intero / Whole: 8 € Ridotto / Reduced: 5 € Gratuito per ragazzi sotto i 15 anni / Free for children under 15 years Cortonantiquaria + MAEC: 12 € CORTONADESIGN Ingresso libero / Free entrance

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www.cortonantiquaria.it

Organizzazione /organization De Plano Consulting – Firenze / Florence info@deplano.it

UFFICIO STAMPA/PRESS OFFICE Ufficio stampa nazionale: Fabio Luciani Comunicazione di Impresa Ref. Maria Chiara Bocciolini mobile +39 3383972813 @mail: chiara.bocciolini@fabioluciani.it Ufficio stampa locale: Andrea Laurenzi + 39 3488714051 @mail: ufficio-stampa@comune.cortona.ar.it


ESPOSITORI 2015

π Ambrosi via Galileo Galilei 10 35043 Monselice (PD) Tel e Fax: 0429 781513 Cell: 335/5212522 ambrosiantichita@hotmail.com π Andreini Marco via Ligure 2 51100 Pistoia Cell: 347 2271602 π Angelo d’Oro - Gioielli e Antiquariato via XXII Luglio 18 43121 Parma Fax: 0521 289433 Cell: 337 704967 (Annamaria De Marchi) π Antica Maison Lambertucci Circonvallazione U. Nobile, angolo via Polidori 56031 Bientina (PI) Tel e Fax: 050 798036 Cell: 335 222055 maison.lambertucci@tiscali.it www.anticamaison.it π Antichità Claudio Bucaletti via Casali, 8 52044 Cortona (AR) Tel: 0575 601262 Cell: 338 2879219 (Claudio Bucaletti) π Antichità Messeri Niccolò via Volterrana, 7 50023 Impruneta (FI) Tel e Fax: 055 2047495 Cell: 347 3333273 (Franca Lombardini) sanpancrazioantichita@yahoo.it www.antichitasanpancrazio.com π Antichità Morello via Cigno 234 45021 Badia Polesine (RO) Tel e Fax: 0425 51009 Cell: 335 7066953 morelloantichita@gmail.com antichitamorello@libero.it π Antichità Sigalini Andrea vicolo Quadra 17 25086 Rezzato (BS) Tel: 030 2590605 Cell: 349 3730966 andreasigalini@virgilio.it π Antiguedades Carretero Paseo de Goya, 22 - 28005 Madrid Cell: 328 9588717 E-mail: antiguedadescarretero@hotmail.com

π Antiquaria La Rosa viale XX Settembre, 45/f 95127 Catania Tel: 095 7169129 Cell: 338 3441598 antiquaria@hotmail.com

π Galleria Antiquaria “Vanvitelli” via Gasparri 96 81100 Caserta Fax: 0823 362037 Cell: 333 2924910 (Domenico D’Alessio)

π Antiquae Res via Carlo Poerio 49 80121 Napoli Cell: 393 9232180 antiquaeres@libero.it

π Giovanni Rebechi via Carmignano 161 56020 Staffoli (PI) Tel: 0571 37025 Cell: 335 360015 info@rebechisrl.it

π Ars Antiqua srl via Pisacane 55 20129 Milano Tel. 02 29529057 Cell: 347 9735757 / 347 8218229 Mail: info@arsantiquasrl.com Sito: www.arsantiquasrl.com

π Giulio Torta Antichità via Isidoro Carini, 34 90139 Palermo Tel e Fax: 091 323461 Cell: 348 3501711 (Giulio Torta) info@tortaantiques.com; www.tortaantiques.com

π Arte Leone Via Schiavonia 1 35043 Monselice (PD) Cell: 377 6955009; 338 6127171 mariano.goldin@yahoo.it

π Le De Dominicis Antiquariato via Contardo Ferrini, 11 20135 Milano Tel e Fax: 02 55182327 Cell: 339 1425301 claudioh@libero.it π Bonanomi Antiquariato piazza Garibaldi, 3 π MR Antichità 14036 Moncalvo (AT) via Palestro 37 R Tel: 0141 921177 16122 Genova Cell: 347 8272478 Cell: 335 5316419 bonanomi.marco@gmail.com mr.antichita@yahoo.it π Casa d’Aste Sammarinese π Numero 7 Antiquariato Via 3 Settembre - Repubblica di San Marino via Ugo Foscolo, 7 Cell: 335 415721 51016 Montecatini Terme (PT) casadastesammarinese@gmail.com Tel e Fax: 0572 766643 Cell: 335 6383921 π Centro Arte info@n7antiquariato.it Salerno Cell: 338 9859855 π Paolo Del Piccolo centroantichita@virgilio.it Consulenza d’Arte via Ippolito Nievo 11/1 π Chifari Art Gallery 31020 Villorba (TV) via Del Carmine 4 Cell: 331 4600660 10122 Torino paolodaimler@libero.it Cell: 348 8516536 (Lia Chifari) liachifari@libero.it π Daniele Trabalza via Damiano Chiesa 2/a 06034 Foligno (PG) Cell: 392 6587032 antiquares@gmail.com π Elisabetta Tomei Gioielli d’Epoca via III settembre, 99 - Palazzo Admiral Dogana - Repubblica di San Marino Cell: 333 4691440 π Furlanetto Stampe Antiche vicolo delle Risorgive 8/1 31030 Carbonera (TV) Cell: 348 7320601 info@furlanettostampeantiche.com

π Teilo Johnson Antiquariato via del Battistero, 9 55100 Lucca Fax: 0583 080666 Cell: 338 8774608 teilojohnson@gmail.com π Velona Antichità di Furio Filippo Velona via dei Fossi, 31/r 50123 Firenze Tel e Fax: 055 287069 Cell: 368 450417 (Furio Velona) furiovelona@hotmail.it

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