PERIODICO DELL’UNIONE DELLE FAMIGLIE TRENTINE ALL’ESTERO N. 34 • AGOSTO 2014
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ONLUS
Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 22 del 12.12.2012 Rivista quadrimestrale
SALUTO DEL PRESIDENTE
INTERVISTA ALLO STORICO LORENZO BARATTER
Avanti con rinnovato impegno nel segno della solidarietà
Cento anni fa il Trentino nella bufera della Guerra Il Trentino fu coinvolto nella guerra con un anno di anticipo rispetto al resto d’Italia – I trentini dimenticati (anzi puniti) dopo la fine del conflitto.
di Oliviero Vanzo - Presidente UFTE
Oliviero Vanzo
L’Unione delle famiglie trentine all’estero ha ripreso in pieno la sua attività ed i risultati non mancano. Il Consiglio di Amministrazione si è ringiovanito con una giusta “dose” di consiglieri la cui esperienza ci è preziosa. Sono stati rinsaldati i rapporti ed i vincoli con le Famiglie presenti all’estero, alcuni progetti stanno proseguendo bene, sono frequenti le visite di nostri amici provenienti dall’estero alla nostra sede di Trento, con il Servizio emigrazione della Provincia, dopo i recenti avvicendamenti interni, c’è un clima di proficua e leale collaborazione. Siamo convinti che sul tema dell’emigrazione e sulle politiche della Provincia sarebbe necessaria una riflessione ampia segue a pag. 19
Famiglie trentine sfollate in Boemia
Cento anni fa sul Trentino si abbatteva la bufera della Prima guerra mondiale. A luglio, dopo l’attentato di Sarajevo, l’Impero austro ungarico dichiarava guerra alla Serbia : era la miccia che nel giro di poche settimane coinvolse poi nel conflitto Germania, Russia, Francia e Germania. L’Italia sarebbe entrata in guerra l’anno dopo la il Trentino, che a quell’epoca faceva parte dell’impero austro ungarico, si trovò di fatto coinvolto nelle vicende belliche. Le prime conseguenze furono il trasferimento di gran parte della popolazione trentini delle zone di confine ( Rovereto, Riva, basso Trentino ) in Boemia. Poi l’anno
successivo sulla linea di confine tra Impero e Italia ( Vallarsa ecc. ) cominciarono a confrontarsi ed uccidersi migliaia di soldati italiani e austro-ungarici, tra i quali anche molti trentini. Di queste vicende e sul peso che ebbero nella storia del Trentino il nostro collaboratore Oskar Enrici ne ha parlato col consigliere provinciale Lorenzo Baratter nella sua veste di storico. Ecco il testo dell’interessante intervista. Dott. Baratter , allo scoppio della guerra, il 28 giugno 1914, l’Italia non è ancora in guerra. Vi entrerà il 24 maggio 1915. segue a pag. 19
Indice INTERVISTA AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA Creare nuove alleanze con i trentini all’estero
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DALLA SEDE Ricordata la storia dell’emigrazione trentina
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I giovani visitano la nostra sede
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Sede aperta alla festa del Rione di S. Martino
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Nel Consiglio di amministrazionetre nuovi componenti
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Esaminati i problemi degli emigrati trentini in Sudamerica
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Gli amici di Farroupilha in visita al Trentino
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DALL’ARGENTINA La Famiglia Trentina di Rafaela in festa
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Lettera di ringraziamento dalla “Famiglia Trentina de Rafaela” al Coro Genzianella
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Ricordati i 136 anni dell’emigrazione trentina
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DAL PARAGUAY Elisabetta Deavi presidente del Circolo culturale e sportivo italo paraguaiano
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DAL BRASILE Timbò Rio dos Cedros
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Caxias do Sul
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Rio do Sul
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Florianopolis
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FAMIGLIE TRENTINE ALL’ESTERO PERIODICO DELL’UNIONE DELLE FAMIGLIE TRENTINE ALL’ESTERO O.N.L.U.S. Via S. Martino 33 - 38122 Trento Tel. e fax 0461-237234 www.famiglietrentine.org info@famiglietrentine.org Direttore Responsabile Ettore Zampiccoli Redazione Giancarlo Filoso Oskar Enrici Ferruccio Bolognani Mario Pacher Luana Perotto Nicole Parigot Giorgia Pezzi Nara Deromedis
DALLA SVIZZERA Un pensiero di Loredana Cont dopo la sua trasferta a Solothurn
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INTERSCAMBI GIOVANILI Grande successo in Trentino per gli Interscambi Giovanili
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STORIE DI EMIGRAZIONE Remo Inama di Taio - Prima la guerra poi il Brasile
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Storia di Angela Campregher
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CUCINA TRENTINA Lo strudel di mele
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UN PO’ DI DIALETTO... El trentin torna’ dalla ‘Merica
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Grafica e stampa Tipografia Quaresima - Cles
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Come destinare alla nostra associazione il 5 per mille Come sapete, la Legge Finanziaria 2006 (Legge 23 dicembre 2005 n. 266) ha introdotto un nuovo stru-
mento di acquisizione di risorse economiche in favore delle organizzazioni e associazioni appartenenti alla categoria del mondo non profit, tra le quali le ONLUS e quindi anche l’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero. Considerando la diminuzione delle risorse pubbliche e spinti dalla volontà di aumentare la quota di autofinanziamento dell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero, abbiamo deciso di sfruttare anche noi questo strumento. Ognuno di noi quindi può decidere di destinare la quota obbligatoria del 5 per mille all’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero, semplicemente firmando in uno dei quattro riquadri presenti sui modelli di dichiarazione e scrivendo il codice fiscale numero 96008250225 della nostra Associazione. Per eventuali donazioni alla nostra Associazione, è possibile fare il versamento tramite bonifico bancario: su IBAN IT42M0830401 8070 0000 7772 897 inviando poi la ricevuta o tramite fax al numero 0461237234 o tramite email a: segreteria@famiglietrentine.org. Invitiamo tutti a sostenere l’Associazione anche attraverso questa opportunità e vi preghiamo di diffondere l’informazione anche tra i vostri parenti e amici. Grazie fin d’ora.
Intervista SULL’EMIGRAZIONE PARLA IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA UGO ROSSI
Creare nuove alleanze con i trentini all’estero Le nostre comunità estere sono una grande opportunità per sviluppare reti economiche, culturali e sociali. E’ tempo di pensare anche al “turismo di ritorno”. Il presidente della Provincia Autonoma di Trento, dott. Ugo Rossi, ha concesso al nostro giornale una intervista sulle tematiche dell’emigrazione, che qui riportiamo. L’intervista è stata realizzata dal collega giornalista Corrado Zanetti, che qui ringraziamo. Presidente Rossi, Lei gestisce anche la delega per l’emigrazione. Per la legislatura da poco avviata quali sono – in sintesi – le linee d’indirizzo che la Provincia intende seguire per questo importante settore? Oggi ben otto trentini su cento vivono all’estero, ma l’immagine tradizionale dell’emigrazione trentina non si rispecchia più nella realtà attuale, pur mantenendo una forte carica emozionale soprattutto nelle persone di una certa età. Ad esempio abbiamo un piccolo programma per emigrati trentini di prima generazione, ossia nati in Trentino, che rientrano per la prima volta a “casa”. Più in generale, abbiamo sviluppato negli anni diverse forme di sostegno per gli emigrati e i loro discendenti meno fortunati, che vivono in condizioni di indigenza. Ma siamo consapevoli che a conti fatti la diaspora ci ha dato e ci dà oggi molto di più di quanto ci ha chiesto e ci chiede. Così, oggi le comunità trentine all’estero sono, anche, una preziosa opportunità per un Trentino che cerca alleanze e che sviluppa “reti lunghe”. Questo riguarda soprattutto le giovani generazioni. I tempi impongono di incentivare, con la dovuta attenzione, la mobilità verso l’esterno dei nostri giovani. Il rapporto con i trentini che vivo-
no fuori dal Trentino ci può aiutare anche sotto questo profilo, contribuendo a caratterizzare in maniera sempre più stretta questo rapporto come un rapporto biunivoco, in cui ciascuno dà e riceve qualcosa. Parliamo soprattutto dei giovani, ovvero dei discendenti delle prime ondate dell’emigrazione trentina. Ci sono opportunità particolari che la Provincia può riservare loro in termini di formazione scolastica e di prospettive di lavoro o professionale? Sì, la Provincia lavora con i giovani di origine trentina si può dire da sempre, perché si tratta di un lavoro che dà frutti nel tempo lungo. Faccio qualche esempio: tutti gli anni 22 famiglie trentine ospitano altrettanti giovani discendenti, provenienti da vari Paesi del mondo, in regime di reciprocità. Questa iniziativa, ormai alla sedicesima edizione, rappresenta un’occasione di confronto con valori, modelli di vita e aspettative dei giovani residenti in Trentino. Un’opportunità per sviluppare relazioni non solo culturali ma anche economiche e professionali. Un investimento in un futuro non necessariamente immediato, ma capace di farsi humus fertile e duraturo. Proponiamo corsi di italiano online, molto apprezzati, ai quali partecipano ogni anno una cinquantina di persone dai 15 anni in poi. La conoscenza dell’italiano è fondamentale per mantenere il legame con la terra di origine; essa rappresenta anche un prerequisito per accedere alle borse di studio che annualmente la Provincia offre ai
giovani trentini residenti all’estero. La possibilità di laurearsi presso la nostra Università rappresenta un valore aggiunto per la loro professionalità e fa dei giovani partecipanti dei potenziali ambasciatori della trentinità nel loro rispettivi Paesi di residenza. Fino ad oggi si sono laureati una cinquantina di giovani. Attraverso intensivi corsi di formazione residenziali in Argentina, Brasile e Messico inoltre, sono stati coinvolti più di un centinaio di giovani che hanno così avuto modo di conoscere il Trentino e le opportunità che esso offre. Non da ultimo, anche se è poco noto, aiutiamo molti giovani e giovanissimi trentini a conseguire un’educazione di qualità nei loro Paesi. Ogni anno vengono erogate circa 260 assegni di studio a ragazzi, appartenenti a famiglie povere o indigenti, perché riteniamo che solo una buona formazione scolastica darà a loro un futuro migliore. Il turismo è una risorsa fondamentale del Trentino. Lei ritiene sarebbe maturo un progetto per UNIONE FAMIGLIE TRENTINE ALL’ESTERO - 3
Intervista il cosiddetto “turismo di ritorno”, ovvero una serie di azioni mirate ad incentivare la vacanza delle nuove generazioni degli emigrati in Trentino, come stanno facendo da anni Sicilia, Calabria e altre Regioni italiane? L’attaccamento di cui ho parlato si manifesta in modo commovente in chi visita il Trentino. Questo accade sempre più frequentemente, ad esempio, per i trentini brasiliani, che negli ultimi decenni hanno aumentato la loro capacità di spesa. Le destinazioni, gli interessi, sono di natura emozionale, affettiva. Ad esempio, la prima santa brasiliana, Suor Paolina Visintainer, al secolo Amabile Lucia Wisinteiner, è di Vigolo Vattaro dove è nata nel 1865 ma ciò non è sufficientemente noto nemmeno fra le comunità del Sud del Brasile che parlano “talian”. Abbiamo in animo di promuovere l’altopiano della Vigolana proprio nel santuario a lei dedicato, che sorge a Nova Trento, nello stato di Santa Catarina ed è il secondo centro di turismo religioso in Brasile dopo il santuario mariano di Apare-
cida, nello stato di San Paolo. Il “turismo di ritorno”, con l’auspicabile coinvolgimento dei soggetti privati, offre prospettive veramente interessanti, perché – fra le altre cose – non è condizionato dalla stagionalità. La promozione turistica della nostra provincia è già fortemente orientata ai mercati esteri e sarà sicuramente dedicato spazio anche ad un rafforzamento dei cosiddetto “turismo di ritorno” anche perchè potremmo dire che i migliori stranieri sono quelli che parlano, o amano, o in qualche modo ricordano, il nostro idioma. Ci ha parlato della mobilità verso l’estero dei nostri giovani. E’ cosa sotto i nostri occhi. Ci sono degli elementi che la differenziano dal passato sia nelle modalità – la facilità nel muoversi, la possibilità di restare in contatto utilizzando gli strumenti del web, l’abbondanza e la disponibilità delle informazioni – sia nelle motivazioni, che spesso sono connesse alla globalizzazione del sapere e della formazione e al desiderio, felice prerogativa dei
Foto di Nadia Sosa Dorigoni - Baita Segantini - Lago Colbricon
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giovani, di conoscere e migliorarsi. Ciò nonostante, vi sono anche, a volte, motivazioni che sono insieme sintomo e conseguenza della crisi che stiamo vivendo, pur non avendo neanche lontanamente i caratteri drammatici che assumevano le migrazioni “storiche”. Queste motivazioni - un po’ la consapevolezza che andare all’estero migliora la propria preparazione anche in vista di un futuro “riposizionamento” a casa, un po’ forse le opportunità che a volte sembrano essere più a portata di mano all’estero che non in Italia - riguardano sì spesso i laureati ma si estendono a volte a specializzazioni e professionalità che in precedenza non avrebbero nemmeno preso in considerazione di allontanarsi dalla propria terra. In questo contesto, la presenza di una rete di persone - non solo virtuale - in Paesi spesso lontani, mantiene la validità di un tempo e può fare la differenza, per i nostri giovani e anche per le loro famiglie in patria. (C.Z.)
dalla Sede A REVÒ UNA BELLA INIZIATIVA
Ricordata la storia dell’emigrazione trentina Grande interesse e ottima partecipazione ha avuto il giorno 13 giugno 2014 a Revò (Val di Non), la serata organizzata dall’Associazione, per far conoscere la nostra Associazione ed il mondo dell’Emigrazione Trentina. L’inizio della serata è stato introdotto dalla nostra Vicepresidente Giorgia Pezzi, portando il saluto sentito del nostro Presidente Oliviero Vanzo, che per motivi di salute non ha potuto presenziare. Sono intervenuti, il sen. Franco Panizza, che ha avuto parole d’elogio sulla serata, lo storico sull’ emigrazione prof. Renzo Tommasi che ha relazionato sul tema e a Carla Nardelli, brasiliana d’origine Trentina che ha saputo raccontare a tutti la sua esperienza in Trentino e di chi della sua famiglia è emigrato. Ringraziamo, con l’occasione l’Amministrazione Comunale di Revò, tramite il suo sindaco Signora Yvette Maccani e il suo Assessore alla cultura signora Natalia Devigili, che ci ha dato questa opportunità per farci conoscere e far conoscere il mondo dell’Emigrazione Trentina, il bibliotecario dott. Fabrizio Chiarotti e il suo staff, per l’allestimento della mostra; il Coro Maddalene che ha arricchito la serata con i suoi bellissimi canti. Alla fine della serata ha preso la parola la dott.ssa Fraccalossi Lorenza, funzionaria dell’Ufficio Emigrazione che oltre a ringraziare il lavoro dell’Associazione e tutti gli intervenuti ha voluto spiegare le attività ed il lavoro svolto da questo Servizio a sostegno degli emigranti trentini all’estero. Non per ultima alla nostra segretaria Nara Deromedis sempre impeccabile nel coordinamento. A Paolo Raota, cugino degli artisti Rossanna e Josè, che da sempre collabora in modo attivo con l’Associazione, ed infine ad Osvaldo Tonina che si presta generosamente con il prorpio materiale sull’emigrazione. (G.P.)
I giovani visitano la nostra sede Mercoledì 9 luglio sono stati accolti tutti i 22 ragazzi degli interscambi giovanili accompagnati dalla responsabile ed organizzatrice del Servizio Emigrazione Antonella Giordani, nella nostra sede di Trento. Giancarlo Filoso il Vicepresidente ha portato il saluto del Presidente Oliviero Vanzo e ha rimarcato l’importanza di divulgare questo tipo di iniziative per mantenere questo legame con la terra d’origine.
Rina Bonvecchio, per anni alla vicepresidenza, ha raccontato ai ragazzi la sua storia di figlia di emigrati, nata in Argentina ma ritornata in Trentino per conoscere le sue origini ed i suoi fratelli rimasti qui. Non ha più fatto ritorno in Argentina se non per viaggi di lavoro perché qui ha formato la sua famiglia. UNIONE FAMIGLIE TRENTINE ALL’ESTERO - 5
dalla Sede... IL FIUME CHE NON C’È
Il sito internet è pronto!!!
Sede aperta alla festa del Rione di S. Martino “Il Fiume che non c’è” è il ti- zione continua di molti filmati sultolo della Festa di San Marti- l’emigrazione. no che ogni anno a maggio inonda le strade del quartiere di Trento. Anche l’Associazione (UFTE) - Unione delle Famiglie Trentine all’Estero, Onlus – ha aderito ed ha richiamato la visita di molte persone. Abbiamo denominato la nostra iniziativa: “STORIE DI EMIGRAZIONE TRENTINA” Con allestita all’interno della sede una piccola mostra e con la proie-
“In questi giorni è stato pubblicato il nuovo sito dell’Unione Famiglie Trentine all’estero. Uno dei problemi riscontrati durante la sua creazione è stato il fatto che già esisteva un gruppo di Fb ufficiale dell’associazione e fra l’altro molto attivo, e quindi non aveva senso che il sito fosse concorrenziale con il gruppo o che cercasse di sottrarre utenti dallo stesso. Pertanto la strada che abbiamo deciso di seguire è stata quella di integrare il sito con il gruppo di fb anzichè contrapporli. Il sito diventa per tanto un connettore delle informazioni prodotte sui Social Network usati dall’associazione, in primo luogo Facebook, ma anche YouTube e Flickr. La veste grafica è moderna e consente la visualizzazione su schermi e dispositivi diversi, dal computer di casa a smartphone e tablet. Ringrazio Giorgia, Giancarlo, Nara e Daiana per la loro preziosa collaborazione senza la quale non sarebbe stato possibile completare il lavoro.” (M.S.)
NOVITÀ NELL’UFTE
Nel Consiglio di amministrazione tre nuovi componenti Ci sono alcune novità nella vita interna dell’Unione Famiglie Trentina all’estero. Dopo le dimissioni del consigliere Lorenzo Baratter, di Enzo Libardi e Daiana Boller sono entrati nel consiglio di amministrazione Giorgia Pezzi, Ferruccio Bolognani e Massimo Rosini. Giorgia Pezzi,giovane della val di Non, è stata eletta vicepresidente.
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Ferruccio Bolognani
Giorgia Pezzi
Massimo Rosini
sono venuti a trovarci... IL SEN. ZIN VISITA LE FAMIGLIE TRENTINE ALL’ESTERO
Esaminati i problemi degli emigrati trentini in Sudamerica Il sen. Claudio Zin, parlamentare italo argentino eletto a Roma, ha incontrato venerdì scorso a Trento i dirigenti dell’Unione delle Famiglie trentine all’estero. Ricevuto dal sen. Franco Panizza, dal vicepresidente dell’Unione, Giancarlo Filoso, dal consigliere provinciale Lorenzo Baratter e dai componenti del direttivo, il sen. Zin ha voluto approfondire l’attività delle varie Famiglie trentine in Sudamerica e in particolare in Argentina e Brasile. In collegamento tele-
fonico il sen. Zin è stato salutato anche dal presidente dell’Unione Oliviero Vanzo. Il sen. Zin, che vive in Argentina ed è stato eletto alle ultime elezioni politiche con oltre 50 mila preferenze, conosce bene anche la realtà trentina, in quanto discendente da emigrati originari della valle di Sole. Il sen. Zin ha ricordato come tuttora in Sudamerica vivano fasce di emigrati e loro discendenti, che hanno problemi economici e sociali non indifferenti. Tra l’altro ha fatto presente come molti non possano ancora godere delle dovute coperture assistenziali. Il Veneto - ha detto a questo proposito – sta attuando interventi finalizzati proprio a garantire, attraverso una card, la possibilità per gli emigrati in Argentina di avere assistenza medico ospedaliera. Questa potrebbe essere una strada da analizzare anche per il Trentino. Si è detto poi assolutamente d’accordo con l’ipotesi di un progetto di “turismo di ritorno” per gli emigrati di recente avanzato dall’Unione delle Famiglie. Quanto ai progetti che l’UTFE sta realizzando in Argentina e Brasile ha garantito il proprio interessamento. Al termine dell’incontro il vicepresidente Filoso ha consegnato al sen. Zin una artistica stella alpina in argento, realizzata da Mastro 7.
VISITA DA PARTE DI UN GRUPPO DI BRASILIANI
Gli amici di Farroupilha in visita al Trentino In questi ultimi anni sono sempre più diffusi i viaggi di gruppi di emigrati trentini che vengono a conoscere la loro terra d’origine, infatti anche quest’anno si è ripetuto questo viaggio di ritorno da parte di un folto gruppo di brasiliani, della Regione del Rio Grande do Sul che sono venuti a conoscere la terra dei loro avi. Nel mese di marzo sono partiti da Rio de Janeiro, in nave, una comitiva di diciassette persone la maggior parte appartenenti alla nostra diramazione brasiliana, famiglia trentina di Farroupilha, accompagnati dal presidente della stessa, Eduardo Slomp, il cui bisnonno partì da Mattarello nel 1875. Durante la loro permanenza in Trentino sono stati ospitati dal nostro socio Enzo Libardi di Levico che si è reso disponibile a far loro da guida turistica. Doverosa è stata la loro visita nella nostra sede dove sono stati accolti calorosamente dal Presidente Oliviero Vanzo e da alcuni membri del Consiglio di Amministrazione. UNIONE FAMIGLIE TRENTINE ALL’ESTERO - 7
dall’estero... DA RAFAELA - ARGENTINA
La Famiglia Trentina di Rafaela ha festeggiato la Società Italiana “Vittorio Emanuele II” La Società Italiana è stata fondata il 16 giugno 1890, svolgendo attività di carattere sociale e culturale rivolta non solo ai soci ma all’intero comunità. La Società è la casa per le associazioni costituite a Rafaela che rappresentano diverse regioni d’Italia : veneziani, lombardi, marchigiani, toscani, piemontesi, abruzzesi e ovviamente anche la Famiglia trentina. La Famiglia Trentina Rafaela ha stabilito la propria sede lì, essendo il posto di svolgimento di riunioni del consiglio di amministrazione e assemblee. Anche il Coro San Vigilio e i musicisti della Carovanna delle fisarmoniche
fanno le prove in questo luogo storico e significativo per gli italiani di Rafaela e la regione. L’Aula Magna della Società Italiana e stata addobbata di ricevere nel novembre dello scorso anno, i nostri amici del Coro Genzianella, Roncogno, e magicamente ci hanno portato con i suoi a Trento rendendo un momento indimenticabile. Il 16 giugno, l’evento per il 124° anniversario dalla fondazione si è svolto con rappresentanti comunale e di diverse istituzioni coinvolte nella italianidad, presente anche il nostro Coro maschile “San Vigilio”
Lettera di ringraziamento dalla “Famiglia Trentina de Rafaela” al Coro Genzianella Rafaela, 22 Maggio 2014. Amici del CORO GENZIANELLARoncogno A nome del giovane MAURO BO e tutta la sua famiglia e anche a nome del Consiglio direttivo della Asociacion Civil Familia Trentina de Rafaela desideriamo ringraziare la generosa donazione al giovane musicista. La donazione del Genzianella Coro ha fornito un sostegno importante per la famiglia di Mauro Bo per potere comprare la fisarmonica che si
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merita così riccamente. Mauro è un giovane molto capace , e nonostante i suoi anni raggioune fare canzone molto difficili alla perfezione in diversi eventi , come l’Inno Nazionale Argentina o anche Libertango; e anche canzone del Trentino lógicamente! Ha inoltre partecipato giorni fa in una riunione di giovani fisarmonicisti nella città di San Jorge, provincia di Santa Fe. Grazie di cuore sia della nostra Asociazione come di Mauro Bo e dei suoi
genitori, chi hanno sintetizzato la sua gratitudine dicendo: “Mauro è e sarà per sempre trentino per adozione”. Affettuosi saluti!.
dall’estero... DA RESISTENCIA - CHACO - ARGENTINA
Ricordati i 136 anni dell’emigrazione trentina di Margarita Bussolon - Presidente Famiglia Trentina di Resistencia
“Sotto la luna di febbraio 2014” è stato il titolo della rappresentazione con la quale si è ricordato il 136 ° Anniversario dell’arrivo degli immigrati nella colonia Resistencia-Chaco –Argentina - 1878 (Friuli) e 1879 Trentinos/tirolese) A nome del Consiglio direttivo di Resistencia/Tirol desidero ringraziare tutti i partecipanti, dai precedenti giornate con una temperatura superiore a 40° nella città di Resistencia... per ringraziare i genitori dei bambini che hanno agito e che con grande entusiasmo hanno portato avanti ieri e oggi... BUON COMPLEANNO RESISTENZA.
Varato il programma della “famiglia” I responsabili dei vari gruppi che compongono l’Unione delle famiglie trentine Resistencia-Chaco si sono incontrati per mettere a punto il programma di lavoro del corrente anno. E’ un programma ricco di iniziative in campo sociale, educativo e culturale. Nella foto i responsabili al termine dell’incontro.
DAL PARAGUAY
Elisabetta Deavi presidente del Circolo culturale e sportivo italo paraguaiano Il 30 aprile scorso Elisabetta Deavi è stata eletta presidente del Circolo Italo-Paraguaiano E’ la prima donna ad occupare questo prestigioso incarico. Riportiamo di seguito una intervista ad Elisabetta Deavi associandoci ai complimenti e agli auguri per il suo nuovo incarico. 1) La comunità è avida di sapere più di lei e del suo lavoro, ce lo può raccontare? Nata a Trento, e vissuta in Inghilterra per più di 13 anni, sono finita in Paraguay per motivi di lavoro di mio marito. Dovevamo restare solo un anno, per noi rimanere un altro ed un
altro ancora e di anni ne sono passati 16. Mi ricordo che più passò il tempo, più mi mise in opera a cercare quanti trentini abitassero in Paraguay, con l’aiuto dell’ambasciata Italiana. In realtà, trentini come me c’erano pochi, dunque, nel anno 2000 invitai un gruppo di artisti trentini del gruppo “La Cerchia” per esporre dei loro quadri al istituto “Dante Alighieri” con l’aiuto del ex-direttore l’Istituto, Dott. Armando Ficorilli. Dopo questa iniziativa, iniziai la mia vera ricerca dei trentini tramite un comunicato del decreto 379/2000 della PAT (Provincia Autonoma di Trento) circa gli ex-Au-
Elisabetta Deavi
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dall’estero... stroungarici. Tutti i discendenti di trentini che avevano lasciato la loro terra durante l’impero Austroungarico avevano il diritto di chiedere la cittadinanza italiana, e questa fu una bella notizia per tutte quelle famiglie che conobbi e che riuscirono ad ottenere la cittadinanza. Di conseguenza ho fondato il primo Circolo Italiano in Paraguay chiamato “Circolo Trentino del Paraguay” che dal 2003, in associazione con L’Unione Famiglie Trentine del Paraguay, creò dei progetti come la scuola “Trento” nella città di Caacupe. Non solo, ma altri dei nostri progetti consistono in; • Interscambi giovanili (dal 2003 fino ad oggi). Giovani discendenti trentini sono ospitati da famiglie trentine e ricevono dei libri culturali per arricchire la loro nuova esperienza all’estero. • Borse di studio complete per giovani discendenti(triennale/magistrale/dottorato). Una volta conseguito il diploma di laurea resta a loro la scelta di restare o di tornare al paese di appartenenza. • Rimpatrio di famiglie con origini trentine, sofferenti di problemi economici. Esposizioni culturali circa gli usi e costumi trentini. • Seminari sulla storia del Trentino. • Incontri gastronomici, ecc. Altri lavori che realizzo, riguardano
il mio ruolo come disegnatrice grafica, e consistono nell’edizione della rivista “La voce degli italiani del Paraguay”, riviste circa esposizioni canine latinoamericane e internazionali, e di recente sto creando il giornale “La voce del Trentino-Tirol ed enti Italo-Paraguaiane”, che sarà un giornale online. 2) Quale altre mansioni svolgeva fuori o dentro il circolo o da qualche ente italiana, prima di essere stata eletta? Sono presidente del Circolo Trentino del Paraguay, il quale è associato con L’Unione Famiglie Trentine del Paraguay e sono madrina delle persone portatrici di handicap uditive concesso dal istituto Antonio Provolo. All’essere figlia di sordomuti, la mia prima lingua fu il LIS (Lingua dei segni). 3) Ha mai pensato di potere essere eletta presidente del Circolo? Sinceramente no. Non ho mai avuto ambizioni di occupare un incarico, ho sempre lavorato e collaborato ad honorem, oltre ogni aspettativa di occupare un incarico, e lo faccio ben volentieri. 4) Come si sente diventare la rappresentante ufficiale di questa istituzione? Ne vado orgogliosa e ringrazio a
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tutti quelli che mi hanno eletto, però sono anche consapevole della grande responsibilità che cade su di me. 5) Ha qualche futuro progetto in mente? Vorrei fare crescere questa istituzione, unire sempre di più agli italiani del Paraguay e accorciare l’immensa distanza che c’è tra la madre patria e il Paraguay. 6) Quale pensa sia la soluzione per integrare di più alle enti italiane? Continuare la strada del ex-Presidente del Circolo, Dott. Jose Zanotti Cavazoni, ovvero concentrarsi su tutte le attività e questioni che tende a unire di più la nostra comunità. 7) Per concludere, che messaggio vuole trasmettere ai nostri lettori? Il messaggio è quello di lavorare sempre congiuntamente per poter restare sempre uniti, godendo della lingua, culture e tradizioni come avrebbero voluto i nostri avi e antenati per noi, i loro discendenti.
Mostra sul Trentino nella settimana della lingua Italiana.
dall’estero... DAL BRASILE BRASILE – TIMBO’ RIO DOS CEDROS
Tradizionale festa tirolese La Famiglia Trentina di Timbò per condividere una giornata – Rio dos Cedros ogni anno all’insegna della cultura e delorganizzano una grande festa le tradizioni trentine. tirolese per mantenere le tradizioni legate alla terra natale dei propri avi ed anche quest’anno è stato un grande successo con la partecipazione di tante persone. Queste iniziative vengono trasmesse da generazioni e da sempre giovani e meno giovani s’incontrano
BRASILE – CAXIAS DO SUL
Il gruppo di danza folk ricorda le origini trentine Il Gruppo Folcloristico di Danze Famiglia Trentina è nato nel 2009 quando un gruppo di amici di Forks, quartiere di Caxias do Sul, aveva deciso di promuovere la cultura e le origini dei loro antenati: gli immigrati trentini. E’ stato grazie anche all’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero che il Gruppo è riuscito a svolgere una bella attività culturale. Attraverso un dvd di danze trentine dei gruppi del Tesino abbiamo imparato i passi, abbiamo riprodotto gli abiti tipici cuciti dalle nostre associate e così a poco a poco il Gruppo si è consolidato. Ogni domenica facciamo le nostre prove ed ora partecipiamo anche alle feste anche a livello nazionale come la FESTA NAZIONALE DELL’UVA, il Festival più grande della regione del Rio Grande do Sul. Ora siamo anche invitati a rappresentare tutti i gruppi di danze popolari e questo per noi è un grande onore! Speriamo un giorno di poter fare un gemellaggio con i gruppi della nostra terra d’origine in particolar modo con il gruppo Folk di Castello Tesino o
il gruppo di Predazzo, dai quali abbiamo appreso la passione per le danze popolari trentine e che anche da queste colonne vogliamo ringraziare. Aggiungiamo anche il ns. sito dove potete gustare tutti le ns. manifestazioni: famigliatrentinaforqueta.com.br Un caro saluto a tutti Presidente della Famiglia Trentina di Farroupilha e moglie Luis Eduardo Slomp e Tereshina Slomp
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dall’estero... BRASILE – RIO DO SUL
La festa anima italiana organizzata dai trentini Il 31 maggio scorso si è tenuta la festa “Anima Italiana”, organizzata dalla Famiglia Trentina di Rio do Sul. La festa è stata un successo, raggiungendo l’obiettivo di diffondere la cultura e la tradizione degli immigrati trentini. La gastronomia tipica e la danza sono state le principali attrazioni. La festa si tiene annualmente
e quest’anno, nella sua 9° edizione, hanno partecipato circa 500 persone.Due famiglie di origine trentina, Pisetta e Sborz, sono state onorate, oltre il Club Soroptimista di Rio do Sul. Il fondatore e primo presidente del Club Soroptimista di Rio do Sul, la signora Aclides Andreatta, è di origine trentina.
BRASILE – FLORIANAPOLIS
Incontri nella nuova sede della Famiglia Ci sono sempre occasioni per ritrovarsi nella nuova sede della Famiglia Trentina di Florianopolis, che non è aperta soltanto ai discendenti di trentini ma anche a tutti i discendenti degli italiani emigrati in Brasile. Sono diverse le attività che si svolgono, legate alla cultura italiana, tra cui, il corso di lingua italiana. Il suo consiglio direttivo si riunisce settimanalmente per discutere sui diversi temi come l’organizzazione di incontri piuttosto che le celebrazioni da realizzare durante l’anno, piuttosto che le cene a casa di uno o dell’altro socio, occasione per degustare degli ottimi vini trentini. Ci piace ricordare anche la visita di Chiara Simoni della Cantina Monfort di Lavis, che ha trovato nella Famiglia Trentina di Florianopolis le porte aperte ed una calorosa accoglienza.
Cena realizzata a casa del Socio Nelson Sandrini
Direttivo della Famiglia
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Chiara Simoni della Cantina Monfort di Lavis
dall’estero... BRASILE – FLORIANAPOLIS
Contribuendo con forza all’internazionalizzazione dei prodotti trentini in Brasile Da molto tempo la Famiglia Trentina di Florianopolis si sta impegnando nella promozione diretta dei prodotti trentini in terra brasiliana. Il giorno 14 maggio di quest’anno ha dato il benvenuto presso la sua bella sede in centro Florianopolis a una delegazione di imprenditori trentini operanti nel segmento dell’edilizia di qualità, delle componenti industriali, e dell’energia e ambiente. La missione e stata organizzata dalla Trentino Export, Trentino Sviluppo e
Distretto Tecnologico Habitech di Rovereto. Grazie al stancabile lavoro di Oscar Lenzi socio della Famiglia Trentina di Florianopolis ben oltre 15 aziende trentine stanno già esportando i propri prodotti in Brasile, facendo crescere l’economia trentina. Questo dimostra che l’emigrazione trentina all’estero è una grande risorsa per il Trentino. (O.L.)
BRASILE – FLORIANAPOLIS
Incontro con Suzana Ghisleni Nel mese di giugno abbiamo avuto la visita inaspettata di Suzana Ghisleni e di suo marito Paulo. Suzana fa parte attiva della Famiglia Trentina di Florianopolis è una psicologa ed anche scrittrice, ha due figlie con le quali nel 2008 ha fatto un viaggio di un anno girando l’Europa e quindi facendo anche tappa in Italia e per due mesi si è stabilita a Trento. Al ritorno di questo viaggio e vista la meravigliosa esperienza che ha fatto con la sua famiglia ha scritto un libro: “Le finestre per l’Europa” ed in occasione del viaggio di quest’anno ne ha fatto omaggio anche alla biblioteca comunale di Trento. Vista la bellissima esperienza fatta e soprattutto per l’accoglienza ricevuta sta preparando un altro libro che presenterà l’anno prossimo a Trento. Suzana ti aspettiamo nel 2015!!!!
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dall’estero... DALLA SVIZZERA
Un pensiero di Loredana Cont dopo la sua trasferta a Solothurn Cari amici dell’UFTE, a chiusura della mia esperienza a Solothurn invio alcune foto. La trasferta a Solothurn è stata per me una piacevole esperienza: alla festa di chiusura dell’anno accademico dell’UNITRE c’era molta gente che ha gradito lo spettacolo che ho proposto. Il pubblico, non era solo di origine trentina ma di molte regioni d’Italia, per cui ho usato un po’ l’Italiano e un po’ il dialetto. Alcuni spettatori hanno scoperto che sono ancora in grado di ridere (così mi hanno detto), alcuni mi hanno chiesto di ritornare perché hanno bisogno di ridere, tutti si sono divertiti molto. Per me è stata un’esperienza personalmente molto emozionante perché sono nata a Basilea e da piccolissima ero ad Aesch, per cui ricordare l’emigrazione dei
miei genitori mi ha provocato una certa (inaspettata) commozione che il pubblico ha peraltro percepito. Ho trovato persone cordiali e alla mano come di solito sono sempre i trentini emigrati all’estero, e tanta simpatia nei miei confronti. Un grazie particolare a Vito Agosti Presidente della Famiglia Trentina di Sholoturn, che si è preso carico di me e di mio marito Giorgio: entrambi abbiamo apprezzato la sua compagnia e il suo impegno. Oltre alla Famiglie Trentine l’evento è stato supportato anche dall’Unitre i cui rappresentanti mi hanno accolta in maniera molto gratificanti. Ringrazio, anche da parte di mio marito, tutti per la cordialità e la simpatia, e li saluto con “forza Svizzera” dal punto calcistico visto che la Svizzera ha passato il turno ai mondiali e noi no (che figura...). Loredana Cont
solidarietà
Raccolta fondi e generi alimentari e non, pro alluvione Bosnia e Serbia L’Associazione Unione delle Famiglie Trentine all’Estero ONLUS Trento, il Comune di Lavis, l’ Associazione Donatori sangue Lavis e l’Associazione Balcan United (Organizzazione umanitaria Lavis) nel mese di giugno hanno raccolto fondi, generi alimentari e vestiario per aiutare la gente bosniaca e serba, colpita violentemente da un alluvione che ha devastato il territorio. L’idea è stata avanzata dal nostro Consigliere Bruno Girardi che da anni si occupa di solidarietà ed è molto noto per questa iniziative. 14 - UNIONE FAMIGLIE TRENTINE ALL’ESTERO
interscambi giovanili
PROMOSSI DALL’UFFICIO EMIGRAZIONE DELLA PROVINCIA
Grande successo in Trentino per gli Interscambi giovanili Dal 1 al 21 luglio 2014 si è svolta in Trentino la XVIa edizione del Programma interscambi giovanili, iniziativa promossa ed organizzata dall’Ufficio Emigrazione della Provincia autonoma di Trento. E’ un intervento nato dal Primo Congresso Mondiale della Gioventù Trentina (1998) che vede ogni anno protagonisti e destinatari 22 giovani di origine trentina residenti all’estero e 22 giovani residenti in Trentino, in età compresa tra 18 e 35 anni. Per l’anno 2014 sono stati ammessi giovani oriundi trentini provenienti da Argentina (6), Brasile (5), Cile (1), Uruguay (1), Paraguay (2), Messico (3), Guatemala (1), Stati Uniti (1), Spagna (1), Bosnia Erzegovina (1) ospiti di altrettanti coetanei ammessi a partecipare al progetto, residenti in varie località del Trentino (Trento, Piana Rotaliana, Val di Non, Val di Sole, Val di Cembra, Val Rendena, Vallagarina, Valsugana.
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La formula del programma prevede l’ospitalità reciproca presso le famiglie dei partecipanti ed il periodo ha una durata di 3 settimane. Ciascun interscambio avviene in due distinte fasi temporali: prima fase: soggiorno in Trentino • dal 1 al 21 luglio 2014 - 3 settimane) • seconda fase: soggiorno estero-3 settimane, entro 2016 in un periodo concordato tra i due partner Per la fase di “SOGGIORNO IN TRENTINO” l’Ufficio Emigrazione organizza giornate di attività da convividere in gruppo, per favorire la scoperta o riscoperta delle comuni radici attraverso un calendario di appuntamenti guidati al territorio. Ciò consente di conoscere aspetti che caratterizzano gli ambiti storico-culturali e socio-economici sia nelle città principali che nelle vallate. In questa edizione, oltre al primo incontro di benvenu-
Accoglienza del 2 luglio 2014 nella Sala Belli
interscambi giovanili
Il gruppo
to presso la sede della Provincia autonoma di Trento ed alla successiva visita guidata al centro storico di Trento, sono state inserite specifiche visite alla Valle di Non (Lago di Tovel/Parco Adamello Brenta, Santuario di San Romedio), all’Università degli Studi di Trento, all’Alto Garda (Riva del Garda, Canale di Tenno/Ville del Monte), al Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina a San Michele all’Adige. Qui il gruppo ha peraltro anche ricevuto una speciale accoglienza presso la locale Caserma dei Vigili del Fuoco” dove sono state illustrate le peculiarità del sistema della Protezione civile trentina. La partecipazione alle giornate dedicate alla FESTA PROVINCIALE DELL’EMIGRAZIONE svolta in Primiero nel fine settimana 11-12-13 luglio 2014 ha fornito anche occasione per una bellissima escursione guidata in ambito dolomitico a cura dell’Ecomuseo del Vanoi. Il Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto e l’Altopiano di Brentonico hanno accolto il gruppo per una giornata di visita legata al tema del Centenario della Grande Guerra. La giornata conclusiva si è invece svolta a Grumes, in val di Cembra, grazie alla collabo-
La Vice Presidente Giorgia Pezzi con Mario Palmieri
Il Coro Genzianella
razione del locale Gruppo Alpini e con la presenza degli amici del Coro Genzianella di Roncogno, che hanno voluto dedicare ai giovani alcuni di quei canti tradizionali che da sempre conoscono, perchè fanno parte, di quel patrimonio culturale a lungo preservato nelle comunità trentine di appartenenza. Particolarmente apprezzata ed emozionante è risultata - come sempre - la visita al “proprio” luogo di origine. A tal fine l’Ufficio Emigrazione ha provveduto a coinvolgere le rispettive Amministrazioni comunali affinchè dedicassero un apposito e caloroso “saluto di benvenuto” ai propri giovani conterranei. L’accompagnamento da parte dei rispettivi partner locali ha dato un valore aggiunto all’esperienza condivisa con gli ospiti; la presenza a questi momenti ha fatto sì che anche i giovani residenti abbiano a loro volta conosciuto o riscoperto non solo il territorio ma anche la forza di quei valori legati alle storie familiari ed alle tradizioni che uniscono idealmente le singole esperienze di emigrazione e di chi è rimasto nella terra di origine, il Trentino. Antonella Giordani
Nadia Dorigoni con Antonella Giordani
UNIONE FAMIGLIE TRENTINE ALL’ESTERO - 17
storie di emigrazione REMO INAMA RACCONTA LA SUA VITA AVVENTUROSA E NON CERTO FACILE
Remo Inama di Taio Prima la guerra poi il Brasile Intervista di Ferruccio Bolognani Quando si incontra un italiano che vive in un altro Paese sorge naturale il desiderio di conoscere il perché ha fatto questa scelta, ma se questo italiano è un emigrante la domanda diventa superflua. Infatti, è facile intuire la risposta. Questa, per Remo Inama è stata data in tempi diversi e ricucita con una intervista nella pace bucolica del suo sitio di Itú vicino a San Paolo. E così racconta: “Approfittando di un momento di libertà sono tornato per la prima volta a visitare la mia valle nel Trentino insieme a Rina, mia moglie ed i miei figli. A loro ho fatto visitare la cantina dove ho vissuto nascosto alcuni giorni prima della fine della guerra. Sì perché anche se avevo poco più di 18 anni, essendo nato nel 1925, nel 1944 ero stato arruolato nel CST, corpo di sicurezza trentino per difendere i militari tedeschi da attacchi dei partigiani. Alla visita fatta a Cles mi hanno aggregato al 2° battaglione a Trento per l’addestramento. Dopo 4 settimane mi hanno mandato a Primolano al limite della Valsugana e per mesi ho studiato come fuggire. L’occasione si è realizzata quando al controllo si è presentato un camion carico di ceste contenente dei maiali da mandare al macello per i tedeschi a Trento. Io, armato ed in divisa perfetta, mi sono intrufolato tra le ceste ed a Borgo Valsugana sono sceso. Potevo sempre dire che andavo a casa in licenza e sono salito su ogni mezzo che andava in valle di Non. Ma una donna che faceva l’interprete al Comando tedesco ha fatto la spia e mi hanno dato la caccia. Mi hanno trovato facendomi inseguire dai mastini che ero già al Tonale. La mia fuga verso la Svizzera era stato un sogno di breve durata. Mi hanno condotto a Trento e dopo 15 giorni di carcere mi hanno processato. Purtroppo, oltre alla diserzione, hanno scoperto che mentre ero da guardia ad un deposito di munizioni era mancato del tritolo. Fin troppo facile incolparmi. Come potevo difendermi? L’avvocato della difesa era più cattivo di quello dell’accusa. Verso le due di notte la giuria militare era riunita per la sentenza. La condanna a morte mi era dovuta per diserzione e sabotaggio. I minuti passavano eterni, quando suonò l’allarme. Nel sottoscala della cantina, trasformata in rifugio, si siede una donna amica di un ufficiale. Al lume di candela il suo viso mi 18 - UNIONE FAMIGLIE TRENTINE ALL’ESTERO
sembra noto. Infatti lei è l’impiegata del negozio di drogheria di mio zio. Mi ha visto tante volte quando ero ragazzo e mi promette di intercedere per me. Essendo interprete sa bene che un giovane minore di 21 anni non può essere condannato a morte. Alle tre finisce l’allarme ed alle quattro del mattino i giudici commutano la pena capitale in ergastolo. Dopo poche ore insieme ad altri sfortunati sono sul treno diretto a Dachau, luogo non ideale per passare il Natale del 1944. Ma tant’è sono vivo e posso sperare. L’occasione si presenta quando Himmler per fare posto agli ebrei che arrivano da Danzica trasferisce alcune centinaia di militari italiani incarcerati per diserzione vicino a Norimberga, per dei lavori nel lager di Hersbruck. Non racconto le sofferenze che ho visto perché saprai che bestialità sono state commesse e non voglio pensarci. Ho superato quei momenti per una speranza e voglia di vivere. La fortuna è arrivata con il bombardamento del lager del 19 aprile 1945. Gli italiani che si sono salvati sono stati inquadrati in un gruppo e rivestito con divise militari dei soldati rumeni, un grigio verde sporco e berretti senza visiera. Mentre incolonnati stavamo marciando verso Praga il giorno 21 aprile dei caccia americani ci hanno mitragliato scambiandoci per dei soldati tedeschi. Il mio compagno Larentis di Mori non si è più alzato ed i feriti che non potevano camminare hanno ricevuto il colpo di grazia dalle pistole dei tedeschi che ci hanno sospinto in un boschetto per passare la notte. Io mi sono messo al margine del bivacco e nella notte, strisciando con i gomiti, sono scivolato
Remo Inama con la moglie e a sinistra Ferruccio Bolognani
storie di emigrazione fino al margine del bosco. Prima dell’alba ero in un prato e sempre strisciando sono arrivato in un fienile adiacente ad una casa di campagna. Mi sono quasi soffocato dentro il fieno dove per la stanchezza ho preso sonno. Ho vinto i morsi della fame e sono stato avvolto dalla notte. Ho sentito dei passi vicini della contadina, ma per fortuna non quelli dei militari. Forse non mi hanno cercato perché non hanno fatto la conta di quelli sopravvissuti al mitragliamento. Dopo due giorni mi sono presentato alla padrona. Una donna minuta di 30 anni, che non si è spaventata al mio apparire e mi ha dato del pane nero con un po’ di latte. Suo marito era nella marina dislocato nell’Adriatico. Da mesi non riceveva notizie e forse proteggendomi ha sperato che qualcuno lo facesse anche per il suo uomo. Mi ha dato dei suoi vestiti e mi sono incamminato verso Resensburg con la speranza di arrivare a Monaco ed a Innsbruck. Qualche carro di contadini mi ha nascosto tra i sacchi, tra la paglia ed il letame. Non so come ho fatto a superare i controlli. Non sapevo che oramai la disfatta per i tedeschi era vicina e pertanto avevano allentato la sorveglianza. La sorte comunque mi ha aiutato ed ho trascinato i miei 37 chili fino a Taio, dove sono giunto la notte del 29 aprile. Poiché c’erano due jeep tedesche davanti a casa mi sono nascosto in cantina. E quando è sceso mio padre per prendere una bottiglia quasi moriva dallo spavento. Mi ha avvisato della presenza del comando tedesco in casa mia ed io l’ho pregato di non dir nulla a mia madre, perché l’emozione non tradisse il segreto del mio nascondiglio. Me ne sono stato chiuso tre notti e tre giorni quando finalmente il 2 maggio il
suono delle campane ha annunciato che anche per Taio era terminato l’incubo della guerra. Insieme ai miei 37 chili ho portato a casa una malattia nervosa per tutti gli shock passati che mi ha debilitato a tal punto che il medico mi ha proibito per tre mesi di stare alla luce e mi ha curato con iniezioni di sulpiride, una cura per i degenti in manicomio. La guarigione è stata lenta, come lento è stato il recupero delle energie. Mi è sembrato incredibile prima anche se ero magro e morto di fame sapevo reagire e lottavo per vivere, poi quando il pericolo era cessato mi ero abbattuto ed ero incapace di sollevarmi e dimenticare i fantasmi dei lager. Comunque anche quella parentesi l’ho lasciata dietro alle spalle. Mi sono dedicato allo studio per avere maggior qualifiche nel futuro lavoro in campo agricolo a cui mi dedicavo nella campagna di mio padre. Però sognavo un lavoro più responsabile perché avevo 29 anni e pensavo ad un avvenire migliore.E così dopo aver scartato una proposta di lavoro in Canada, il 9 luglio del 1954 sbarcavo in Brasile dal piroscafo Anna Costa dopo 20 giorni di navigazione. La nave era sotto la tutela del CINEE, comitato internazionale emigrazione europea. L’incontro con mio zio e con il lavoro nelle proprietà del conte Matarasso mi hanno dato serenità e tranquillità economica. Io non capivo una parola di portoghese e non potevo certo avvicinare le ragazze. In una festa ho incontrato la timida Rina accompagnata dalla sua famiglia. È stato un fulmine a ciel sereno e me ne sono innamorato. Quando per le festività di Natale ci siamo rivisti ho capito che anche lei provava sentimenti sinceri nei miei confronti. Il 15 febbraio 1955 l’ho sposata.”
tavolo speciale, un momento di dibattito e di confronto. I continui attacchi al mondo dell’emigrazione non possono produrre che scollamenti e turbative deleterie per l’intero settore. Vi sono molti progetti che andranno nel breve attuati verso le nostre Famiglie ma anche per tutti gli emigranti anche recenti. I giovani in particolare. Noi capiamo che in questi momenti di difficoltà di molte nostre famiglie trentine, nel contesto italiano,
debbano porre particolare attenzione nelle spese da certificare sia per il mondo dell’emigrazione ma non possiamo esimerci da proseguire nemmeno nella solidarietà internazionale a sostegno delle popolazioni meno fortunate. E qui dobbiamo non dimenticare che ancora in alcune zone, in particolare del Sud America, delle generazioni anche nuove trovano difficoltà perché anziani e non con redditi adeguati al lavoro svolto. Dobbiamo sostenerli.
valutò tutte le opzioni possibili, compreso ovviamente anche l’interCosa accade in questo anno in Tren- vento a fianco degli alleati, tuttavia tino? alla fine si decise per la neutralità, Il Regno d’Italia nel 1914 era lega- come del resto fecero anche altre to da un vincolo di alleanza con la Nazioni europee che sarebbero enGermania e l’Austria Ungheria. trate nel conflitto in un momento Allo scoppio del conflitto l’Italia successivo.
Tra le ragioni che rinviarono l’ingresso italiano nel conflitto, indipendentemente dalla scelta di campo, vi era anche un’oggettiva impreparazione dell’esercito italiano, di cui i massimi vertici politici e militari erano pienamente e dichiaratamente consapevoli.
SEGUE DA PAG. 1 SALUTO DEL PRESIDENTE:
e partecipata per capire in che modo e con quali canali o incentivi sarebbe utile rapportarsi con le nuove generazioni di trentini all’estero, al fine di favorire non solo la doverosa solidarietà, laddove sia necessaria, ma anche la crescita professionale ed economica dei figli dei trentini che ormai lavorano da anni su mercati diversi dal nostro. La nostra proposta è che in autunno la Provincia dedichi a questi temi un SEGUE DA PAG. 1 INTERVISTA ALLO STORICO BARATTER:
UNIONE FAMIGLIE TRENTINE ALL’ESTERO - 19
storie di emigrazione
Storia di mia prozia Angela Campregher (1852-1941) di Marta Bernabè - pronipote di Angela Prima di inoltrarmi nel raccondei famigliari. to della vita di mia prozia, cioè Lei giovane sposa di appena 21 anni, la sorella di mio nonno Giovanni, sposata ad un fidato e maturo uomo giovane sposa emigrata in Brasile, di 41, si fece coraggio e salutando pensavo di scrivere qualcosa sulcon la discrezione delle donne di l’emigrazione dal Trentino verso le quell’epoca le vie, le case, il paesagAmeriche anche per capire un po’ gio, si strinse con timorato amore al di più le motivazioni che hanno suo sposo. spinto questa mia ava ad affrontaSi erano sposati nel 1873, forse in re l’ignoto. abito nero come si usava allora, il 29 Come lei partirono, nella seconda ottobre, l’aria era fresca e qua e là si parte del 1800, diverse decine di scorgevano i primi accenni d’inverno, migliaia di persone da una terra a ma il cuore era contento. tradizione rurale, molto sacrificata Il marito era un bell’uomo di 41 anni dalla nostra struttura territoriale, di nome Pietro Simone Raizer, nato con una capacità di produzione di a Besenello il 3 novembre del 1834 appena 6500 kmq in maggioranza da Pietro e Maddalena Martinelli. Lei, montani. La popolazione era molto la sposa, era Angela Orsola nata il 6 concentrata su ristrette aree colti- Angela Campregher in Raizer novembre del 1852 ai Campregheri da vabili favorendo piccole proprietà Giovanni Campregher e Maria. Chissà in fondovalle, piccoli arativi, vigneti e gelseti, però se hanno pensato di essere ambedue dello Scorpione, con grandi pascoli e boschi comunitari in montagna, combattivi, ambiziosi e tenaci, ma si sa allora queste e ciò per lungo tempo era bastato al sostentamento sciocchezze non li sfioravano nemmeno. della popolazione del Tirolo italiano. Circa due anni dopo partirono per l’America, non so Più tardi, in seguito a crisi, crescita demografica an- nulla del loro viaggio, ma possiamo immaginare la meche se minima, queste risorse cominciarono ad essere raviglia, il terrore, la speranza e la fede che li accominadeguate e a nulla servirono i tentativi di moderare pagnò nella traversata. La destinazione fu Rodeio nello lo squilibrio che si risolse solamente con l’esodo mi- stato di Santa Catarina. Fecero i contadini ed ebbero gratorio. sei figli: Le uniche risorse potevano essere quelle della gelsiba- Palmide (che poi sposò Pio Sandri), chicoltura e dei setifici, ma la crisi dell’industria serica Ernesto (che sposò Eufrasia Adami), rese queste risorse non più vantaggiose. Eleonora (che sposò Luiz Campregher), Il popolo Trentino per far fronte al bisogno di lavoro Beniamino (che sposò Amalia Woriller), migrò per molto tempo anche in Europa, ma stagional- Maria (che sposò Pedro Monteiro de Souza) mente. Fu nel 1875 che ben 4660 persone partirono ed Erminio (che sposò Gertrudes Adami). per l’oltreoceano, già nei 25 anni prima ne erano par- Da costoro derivarono numerosi discendenti, molti dei titi dall’intero Tirolo ben 4061. quali vivono nello Stato di Santa Catarina, sia a RoLa valsugana contribuì in maniera massiccia. Un croni- deio che nella località di Rio dos Cedros e nella città sta dell’ epoca scriveva: di Jaraguà do Sul e di Blumenau. Alcuni pronipoti di “Con il passare del tempo le persone tornarono a mi- Angela (nipoti di Erminio Raizer) li abbiamo conosciuti grare verso le regioni interne della Monarchia asbur- in occasione di una loro visita in Italia. gica, occupandosi in industrie tessili e cotoniere nel Torno ora a quella coppia così disperatamente coragVorarlberg” ma questa è un’altra storia. giosa e me la immagino lottare con la foresta, gli inChissà cosa pensava Angela quando vide sparire dalla setti, la precarietà. vista la casa dei genitori con ancora sulle guance il In alcune lettere del 1926 spedite a mio nonno Giosapore delle lacrime mescolate a quelle della mamma e vanni Campregher da un figlio di Angela si legge che 20 - UNIONE FAMIGLIE TRENTINE ALL’ESTERO
storie di emigrazione l’otto novembre celebravano il cinquantesimo anniversario del primo arrivo degli italiani a Rodeio con grandi feste, mortaretti, balli, con la presenza di oltre 5000 migranti da tutta Europa. Inoltre parla del tempo piovoso, della raccolta del riso, del “milho” e del tabacco, però si lamenta che i prezzi erano diminuiti. Le lettere erano l’unico legame con cui ogni parte informava l’altra di cosa succedesse, lutti, nascite e matrimoni, e c’era molta condivisione delle gioie e disgrazie lontane. Il 3 febbraio 1930 Angela scrive una lettera al fratello Giovanni raccontando le proprie vicissitudini: la morte di un figlio dopo lunga malattia, ma anche che stanno bene “sono grasa, rosa e forte”, che lavorano nelle piantagioni e che il figlio fa due viaggi al giorno con il velocipede a prendere la posta lontana “7000 metri”, poi scrive che a Rodeio sono tutti tirolesi e vivono di coltivazione del riso, che nel loro distretto raggiunge i 65000 sacchi all’anno. Parla inoltre di un distretto di Ascura con 4000 abitanti che si unisce al loro e i due distretti prendono il nome di Arosal dal nome brasiliano del riso arois. E’ straordinario entrare nella loro storia e nel loro tempo attraverso le lettere scritte sul posto, contenenti esperienze veritiere non alterate dalla stampa. Scene di vita reale descritte da una persona nata nel cuore dell’ottocento in un piccolissimo paese di 100 persone dove non esisteva l’analfabetismo. Ecco uno stralcio della lettera: “Caro fratello io ti torno a dire che quando sono arivata qui in Rodeio la prima volta immezo ai boschi e alle belve feroce le tighere e Indiani gridavano e circondavano la nostra picola caseta fata di pali e coperta coi linzuoli, ma grazie al buon Dio fame non o mai pasato perche carne selvatica venera di darla ai cani. I porchi selvatici pasavano a file di quaranta cinquanta avanti alla mia caseta, ma adeso caro fratello si e cambiato come il giorno e la note Automobili camignoni velocipedi ferovia che pasa tutte le ore uno fila laltro, abbiamo anche una grande e bella Chiesa abbiamo anche un
Famiglia di Ernesto Raizer - figlio di Angela
grandisimo Convento di padri francescani che conta 60 religiosi abbiamo le monache abiamo le catechiste un ordine formato qui in Rodeio conta gia 100 religiose, grande ospitale gia e cominciato e per aiutarlo ogni famiglia di qui paga 100 fiorini e abbiamo un medico che e poco tempo che venuto da Napoli abbiamo la stazione telegrafica abbiamo in tutte le case la luce eletrica, anche la istruzione militare viene fatta qui in Rodeio sono 50 soldati tutti di Rodeio la istruzione viene fata tre volte alla setimana, mangiano dormono tutti a sua casa e tutti anno il velocipede per andare alla istruzione.” Ultima traccia che ho è una lettera del 1935 del figlio Erminio. L’arrivo di notizie era un evento. Per prima cosa rassicurava che stavano bene e ringraziava di una rara e preziosa fotografia con la promessa di restituire il piacere. Dice che la mamma, la nostra Angela 83enne, sta bene, è sana e forte, passeggia, è sempre più giovane, partecipa alle feste matrimoniali dove “ella va e beve i suoi goti e poi ella viene in casa con le orechie rose”. Inoltre racconta che il riso è ancora la loro risorsa, ma che è un lavoro durissimo e di “poca salute”, lavorano per 8 mesi nella palude e 4 mesi d’inverno non bastano “a sugarse”, e racconta il duro procedimento per avere due raccolti di riso, naturalmente tutto “a braccio”. Si parla anche del conflitto italo-abissino e tutti i “radi” (le radio) a Rodeio “sono aperti giorno e notte” e tutti hanno paura della guerra perché chi è rimasto in patria deve lasciare soli i genitori per combattere in Africa. Cari amici per un po’ siamo tornati indietro nel tempo, abbiamo sofferto e gioito con Angela e i suoi figli. E’ stato come aprire l’album di una storia scritta con il coraggio, la fede, la forza e le speranze di una coppia che tanti anni fa partì per non tornare mai più, ma... “adeso sono dietro a inventare un aeroplano che in un giorno si può fare il viaggio dall’Europa al Brasile e alora io vengo a trovarvi tutti”. Così scrive quella giovane sposa 55 anni dopo che era partita!
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gastronomia ALLA SCOPERTA DELLA CUCINA TRENTINA Con questo numero apriamo una rubrica dedicata alla gastronomia o meglio alle tradizioni ed all’attualità della cucina trentina. La nostra collaboratrice Luana Perotto ci farà conoscere personaggi e proposte di vari protagonisti dell’arte culinaria trentina. In questo numero Luana ci presenta Francesca Berlanda. “Sono Francesca Berlanda, da poco superati i 30 anni e da poco responsabile di cucina del “Moki”, piccolo bar-bistrot nel cuore di Trento. Negli ultimi 10 anni ho girato l’Europa, con qualche tappa anche nelle Americhe, spinta dall’insaziabile curiosità per le diverse culture e guidata dall’amore per la cucina. Poi, dopo questi anni, l’affetto verso i cari e una serie di coincidenze (la vita è imprevedibile...) mi hanno riportato a Trento. La ricetta che vi propongo è quella dello STRUDEL DI MELE, dolce tipico di queste terre trentine e sudtirolesi, molto semplice, ma buono ed adattabile a molti tipi di frutta, in base a quella disponibile nella vostra regione, ovunque essa sia. Francesca Berlanda
Lo strudel di mele INGREDIENTI Pasta “Matta”: Farina - 250gr. Burro - 100gr. Uova - 1 Tuorli - 1 Sale - un pizzico Acqua tiepida quanto basta Ripieno: Mele – 750 gr. Zucchero – 60 gr. Cannella - 1 cucchiaino Pinoli – 25 gr. Uvetta ammollata in 2 cucchiai di grappa Scorza 1 limone grattugiata Pane grattato - 75 gr., dorato in padella con 100 gr. di burro (per asciugare l’umidità della frutta - se si usasse frutta ricca di acqua, aumentare la quantità) PROCEDIMENTO Per la pasta: Lavorare il burro freddo a pezzi con la farina fino ad ottenere una consistenza sabbiosa. Unire il sale. Unire l’uovo e il tuorlo e lavorare. Aggiungere poco a poco l’acqua fino ad ottenere una pasta liscia. Avvolgere nella pellicola trasparente e far riposare in frigorifero per almeno mezz’ora. Nel frattempo preriscaldare il forno a 180°C. Per il ripieno: Sbucciare le mele e tagliarle a pezzi di circa 1/2cm. Aggiungere il pesto degli ingredienti e mescolare. Ritirare la pasta dal frigo. Infarinare il piano di lavoro. Stendere la pasta molto fina e darle una forma rettangolare. Collocare il ripieno nel centro del rettangolo ed arrotolare. Sigillare le estremità con un po’ di acqua fredda e spennellare con dell’uovo sbattuto. Spolverare con zucchero a velo. Informare a 180°C per circa 40 minuti, finché prenda un aspetto dorato. PS. La stessa pasta “Matta” può essere utilizzata anche con ripieni salati.
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dialetto UN PO’ DI DIALETTO MALE NON FA
El trentin torna’ dalla ‘Merica A cura di Cornelio Galas
(Giani, all’amico Bepi): Tei Bepi, endovina chi è ‘rivà en paès... “El papa? Oscia no i ha dit gnent per televisiommm” -Ma valà mona, è ‘rivà el Giònni, el fiol del Dolfo, sat quel che sarà zamai pù de quarant’ani me digo che l’è en Merica? “El fiol del por Dolfo? Quel che gaveva a so temp i ruganti su ai piani?” -Ma sì, quel lì te digo, te vedessi che machinaza....ah la sarà longa da chi a lazò... “Eh oscia, vara che el sarà vegnù co la coriera...” -Ma no te digo, toh vardel lazò...quel col capel da cauboi...dai che nem a saludarlo... (l’incontro): “Oscia, ma set ti Gionni? Propri ti? Te ricordit de noi? El Giani, el Bepi...cioè mi saria el Giani, lu el Bepi....te ricordit?” (Gionni li guarda, li riguarda, poi...): Uell...ai remember...iu Gianui end iù... Giosueppe... (Bepi): “Ma come parlit, diaolporco, ne par de esser en den cine de Stalio
e Olio...no t’avrai miga desmentegà el dialet trentin....va bem che te sei nà ‘n Merica da bocia...ma (Giani): Scolta Bepi l’è come se ti te fussi stà quarant’ani a Dro...adès te diressi vegno gio giobia col gerlo delle ciarese con giò el giolet...te ciapi da dove te laori, dove te magni, dove i parla tuti cosita no... (Bepi): Sì ma sto chi nol capìs pu gnent...bisogna parlarghe taliàm en ponta me sa... (Giani): Meio saria el merican me digo... (Gionni): Mai frend...mai old frends... veri veri guud...remember porks mai fader... (Bepi): sto chi el se ricorda sol dei porzei... (qualcuno richiama l’attenzione del gruppo): Oh, oh ela vossa quela machina longa parchegiada de travers? Ocio che el vigile l’ha fat zamai la multa e me sa che ades i la fa portar via? Ela vossa? (Bepi): Gionni, tua ... grossa mascin? Ah, correr se no raus...su car attrez-
zts...capiren? (Giani): Vara che no l’è miga todesch...meio che ghe spiega mi a gesti valà (fa capire in qualche modo che l’auto sta per essere rimossa...) (Gionni, per nulla preoccupato): Limusin? Limusin? No problem, its ir mai uoman...Concetta...mai uoman...uell? (Bepi): vara che te poi anca ofrirghe na botiglia, na cassa de limonzin ai vigili de chi, la multa i te la fa istess...e se no te vai lì....no ghè conceti mericani che tegna... (arriva Concetta, giovane moglie di Gionni): Ahò, ammore, chisti vulevano dollars per nun rubare ‘a limusinne... che chiameresti Papà Ciccio gli dissi.... e dela pisctola il segno feci ah....iti sono iti sono da ‘a pppaura... (Gionni): Eh brava, bravva uoman... uell (rivolto a Giani e Bepi): Chista ‘na femmina speciale fu, u granne ammore....piccirilla di Ciccio à Bestia... che tiene grande pizzeria a Niu iork.... e lì conobbi Concetta....subito ci sposammo...bacio le mani quagliò....se ite in Americca casa mia vostra fu....
ci hanno lasciato Emilio Sommadossi ci ha lasciato nello scorso mese di febbraio. un grande amico, ricco di sensibilità, sentimento e altruismo. Una grande persona Emilio Sommadossi, marito della nostra instancabile ex vice presidente Rina Bonvecchio. Emilio Sommadossi era una persona ricca di valori umani di tempi passati, esempio di impegno civile e di passione per il mondo dell’emigrazione. Il rito funebre si è svolto nella chiesa S. Antonio di Trento ed è stato accompagnato all’organo dal maestro Andrea Fluoli del Coro Genzianella che ha intonato alla fine, come era desiderio di Emilio, la famosa canzona alpina “Il signore delle Cime”. Anche dalle colonne di questo giornale un pensiero di vicinanza a Rina e alla figlia Paola.
Mariella Fossati era nata il 30 gennaio 1933 a Tonadico, Primiero, in provincia di Trento dai coniugi Maddalena de Paoli e Antonio Jagher. Era la prima figlia di 4 fratelli e sorelle. Sua madre morì quando Maria aveva 12 anni. Suo padre si risposò con Tomia de Paoli, che è stata come una madre per i figli. Frequentò la scuola dell’obbligo nel paese, poi trovò lavoro nel ramo alberghiero, facendole stagioni tra l’altro ad Alassio, San Martino di Castrozza e Milano. All’inizio degli anni ‘60 emigrò in Svizzera e si stabilì a Solothurn, dove si sposò ed ebbe 4 figli. Mariella era una socia molto attiva all’interno della Famiglia Trentina di Solothurn e la sua mancanza, il 7 febbraio 2014, ha lasciato un grande vuoto. UNIONE FAMIGLIE TRENTINE ALL’ESTERO - 23
le nostre prossime partenze 18 ottobre 2014
dal 16 al 19 novembre
29 novembre 2014
MODENA per il Re di Torte
ROMA
RATTENBERG
Evento dedicato all’affascinante mondo della pasticceria e del cioccolato
visita alla città e udienza da Papa Francesco
6 dicembre 2014
dal 12 al 20 dicembre
SCHWAZ e MAYRHOFEN Mercatini di Natale
DUBAI EMIRATI ARABI-OMAN Crociera “Mille e una notte” con Costa Serena
Mercatini di Natale
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