L'agricoltura in Puglia 2010

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L’agricoltura in Puglia 2010 REGIONE PUGLIA

Assessorato alle Risorse Agroalimentari

ISTITUTO NAZIONALE DI ECONOMIA AGRARIA Sede regionale Puglia

Istituto Agronomico Mediterraneo


Indice

ORGANIZZAZIONI PROFESSIONALI AGRICOLE Federazione Regionale Coldiretti Puglia www.puglia.coldiretti.it u puglia@coldiretti.it 2 080/5520598

Pubblicazione non in commercio finanziata nell’ambito del progetto “Creazione di un sistema della conoscenza a supporto dell’attuazione del Programma di Sviluppo Rurale della Puglia 2007-2013” realizzato da Regione Puglia, IAMB e INEA con le risorse della misura 511 Assistenza Tecnica del Programma di Sviluppo Rurale della Puglia 2007-2013

Comitato di redazione Roberto Capone, Tiziana Maraglino Redazione Generosa Calabrese Roberto Capone Gianluigi Cardone Donato Carone Domenico Casella Giacomo Casiello Rossella Chiarella Chiara Ciannamea Giulia Diglio Massimo Di Lonardo Abderaouf El Ferchichi Marinella Giannelli Gaetano Ladisa Laura La Ficara Anna Maria Lapesa Filippo Losacco Tiziana Maraglino Daniela Napolitano Pierpaolo Pallara Patrizia Pugliese Massimiliano Schiralli Piernicola Tondo Luigi Trotta Grazia Valentino

2

AGRICOLTURA, AMBIENTE E PESCA

2

Indicatori strutturali ed economici

3

La produzione agricola

4

L’agricoltura biologica

6

La zootecnia

7

L’industria alimentare

Finito di stampare nel mese di luglio 2010 presso Grafica&Stampa - Altamura

Federazione Regionale degli Agricoltori di Puglia www.confagricoltura.it u puglia@confagricoltura.it 2 080/5484569 Confederazione Produttori Agricoli (COPAGRI) u copagripuglia@libero.it 2 080/5211061

8

La distribuzione e i consumi alimentari

COMUNITÀ MONTANA

9

Gli scambi con l’estero

10

La Puglia a confronto

12

Campione RICA 2007 Struttura, caratteristiche e risultati economici delle 906 aziende rilevate in Puglia

Comunità Montana dei Monti Dauni Settentrionali www.montidaunisettentrionali.it u info@montidaunisettentrionali.it 2 0881/558314 – 0881/558280

14

Gli immigrati in agricoltura

16

L’agriturismo

17

Gli indicatori strutturali ed economici della pesca

18 18 20

L’ambiente Le aree protette I fattori di rischio

22

Glossario

23

LE POLITICHE E LE AZIONI REGIONALI

23

Il Trattato di Lisbona

24

Le politiche euro–mediterranee

26

Health Check della Politica Agricola Comunitaria (PAC)

28

Le politiche della pesca

30

La ricerca pubblica nel settore agroalimentare

32

INDIRIZZI UTILI

È consentita la riproduzione citando la fonte

Progetto grafico e impaginazione Nino Perrone Michele Colonna

Confederazione Italiana Agricoltori Puglia www.scianet.it/ciapuglia u info@scianet.it 2 080/5616025

CONSORZI DI DIFESA Associazione Regionale Consorzi di Difesa Puglia www.agrometeopuglia.it u direzione.codipu@agrometeopuglia.it 2 080/5429693 Consorzio di Difesa e Valorizzazione delle Produzioni Intensive dell’Ambiente e del Territorio Rurale della Provincia di Bari www.condifesabari.it u condifesa.bari@asnacodi.it 2 080/5744733 – 080/5744652

CONSORZI DI BONIFICA

COLLEGI PERITI AGRARI

Consorzio di Bonifica Montana del Gargano www.bonificadelgargano.it u info@bonificadelgargano.it 2 0881/633140 – 0881/633141

Collegio Provinciale dei Periti Agrari di Bari www.peritiagrari.bari.it u collegio.bari@peritiagrari.it 2 080/5428141 Collegio Provinciale Periti Agrari di Brindisi www.peritiagrari.it u collegio.brindisi@peritiagrari.it 2 0831/305566

Consorzio per la Bonifica della Capitanata www.consorzio.fg.it u consorzio@bonificacapitanata.it 2 0881/785111 – 0881/727991 – 0881/708035 Consorzio di Bonifica Terre d’Apulia www.cbtaweb.it u info@cbtaweb.it 2 080/5419111 Consorzio Speciale per la Bonifica di Arneo www.consorzioarneo.it u info@consorzioarneo.it 2 0833/571476 – 0833/876111

Collegio Provinciale Periti Agrari di Lecce www.peritiagrari.it u collegio.lecce@peritiagrari.it 2 0832/346996

EIPLI - Ente per lo Sviluppo dell’Irrigazione e la Trasformazione Fondiaria in Puglia - Lucania - Irpinia www.eipli.it 2 080/5537680

Consorzio di Bonifica Stornara e Tara u cbonif.stornaratara@tin.it 2 099/7357111 – 099/7378973

COLLEGI AGROTECNICI E AGROTECNICI LAUREATI

Ordine Dottori Agronomi e Dottori Forestali della provincia di Bari www.agronomiforestali.it u info@agronomiforestali.it 2 080/5614487

Consorzio di Difesa e Valorizzazione delle Produzioni Agricole dell’Ambiente e del Territorio Rurale di Brindisi www.demetra-codivabri.it u segreteria.a@codivabri.it 2 0831/517140

Ordine Dottori Agronomi e Dottori Forestali della provincia di Brindisi www.agronomibrindisi.it u ordafbrindisi@libero.it; u comunicazioni@agronomibrindisi.it 2 0831/520140

Consorzio di Difesa delle Produzioni Intensive della Provincia di Foggia www.codifo.it u info@codifo.it 2 0881/634143

Ordine Dottori Agronomi e Dottori Forestali della provincia di Foggia www.agronomi-fg.it u info@agronomi-fg.it 2 0881/772566

Consorzio di Difesa e Valorizzazione delle Produzioni Intensive dell’Ambiente e del Territorio Rurale della Provincia di Lecce www.codile.it u segreteria.codile@agrometeopuglia.it 2 0832/232134 – 0832/232135 Numero Verde: 800-660644

Ordine Dottori Agronomi e Dottori Forestali della provincia di Lecce u ordinelecce@conaf.it 2 0832/346996

Consorzio di Difesa delle Produzioni Intensive della Provincia di Taranto www.codita.it u sede@codita.it 2 099/4773430

ISMEA - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare www.ismea.it u urp@ismea.it 2 06/855681

Collegio Provinciale Periti Agrari di Taranto www.peritiagrari.it u collegio.taranto@peritiagrari.it 2 099/4527447

ORDINE DEI DOTTORI AGRONOMI E DEI DOTTORI FORESTALI

Ordine Dottori Agronomi e Dottori Forestali della provincia di Taranto www.ordaf.ta.it u ordaf.ta@tin.it 2 099/4532525

Innova Puglia S.p.A. www.innova.puglia.it u info@innova.puglia.it 2 080/4670418

Collegio Provinciale Periti Agrari di Foggia www.peritiagrari.manganofoggia.it u collegio.foggia@peritiagrari.it 2 0881/723401

Consorzio di Bonifica Ugento e Li Foggi www.bonificaugento.it 2 0833/959111

Unione Regionale delle Bonifiche delle Irrigazioni e dei Miglioramenti Fondiari per la Puglia www.unionebonifichepuglia.it u urbi@unionebonifichepuglia.it 2 080/5531551

ICE - Istituto Nazionale per il Commercio Estero Sede Regionale Puglia www.ice.it/sedi/puglia/index.htm u bari@ice.it 2 080/5699101

Collegio Provinciale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici Laureati di Bari www.agrotecnici.it u bari@agrotecnici.it 2 080/4675728 Collegio Provinciale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici Laureati di Foggia www.agrotecnici.it u foggia@agrotecnici.it 2 0881/984784 Collegio Provinciale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici Laureati di Taranto www.agrotecnici.it u taranto@agrotecnici.it 2 099/9713649 Collegio Interprovinciale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici Laureati di Lecce - Brindisi www.agrotecnici.it u lecce@agrotecnici.it 2 0833/564522 ENTI VARI ISTAT - Ufficio Regionale per la Puglia www.istat.it/istat/organizzazione/ sediregionali/puglia u urba@istat.it 2 080/5789311 ARTI - Agenzia Regionale per la Tecnologie e l’Innovazione www.arti.puglia.it u info@arti.puglia.it 2 080/4670576 ARPA Puglia - Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale www.arpa.puglia.it u dg@arpa.puglia.it 2 080/5460151

Osservatorio Regionale Banche – Imprese di Economia e Finanza www.bancheimprese.it u osservatorio@bancheimprese.it 2 080/5010600


L’agricoltura in Puglia 2010

La straordinarietà dell’attuale crisi ci obbliga ad una fotografia veritiera del nostro sistema agricolo, chiamandoci alla responsabilità di scandagliare accuratamente i mutamenti economici, sociali ed ambientali avvenuti, per comprenderne le cause e prevedere le possibili evoluzioni. Nel contempo, però, ci propone una sfida che abbiamo il dovere di cogliere per (ri)pensare lo sviluppo della nostra regione: l’agricoltura può, deve, tornare ad essere l’architrave del nostro sistema economico e sociale, deve continuare ad essere quella chiave di volta su cui sono stati costruiti millenni di rapporti economici, sociali e culturali; deve riappropriarsi della sua ancestrale capacità nel disegnare il paesaggio rurale e tutelare l’ambiente naturale, che mai come oggi necessita di sentinelle vigili ed attente. Per questo, proseguiremo il lavoro avviato nell’utilizzo dei fondi comunitari del nostro Programma di Sviluppo Rurale, che ci ha visto attivare ad oggi il 72% delle misure previste e mettere a bando il 65% delle risorse disponibili sino al 2015. L’impegno è quello di garantire che le risorse vengano spese nei tempi previsti, ma soprattutto nelle modalità migliori per garantirne la maggiore efficacia possibile. La bussola che ci guiderà sarà l’attuazione ancora più incisiva del PSR, ancorandola alla soluzione delle criticità del comparto agricolo. E quindi: ingresso di nuove generazioni, aggregazione delle imprese e realizzazione di filiere produttive in tutti i comparti, ma anche il definitivo decollo dei distretti produttivi di qualità, quale opportunità di aggregare gli obiettivi di innovazione e competitività delle imprese del comparto.

Dario Stefàno Assessore alle Risorse Agroalimentari Regione Puglia


AGRICOLTURA, AMBIENTE E PESCA Indicatori strutturali ed economici Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT

Secondo i dati elaborati annualmente dall’ISTAT, nel 2007 in Puglia si contano oltre 245 mila aziende agricole - pari a circa il 15% del totale nazionale - caratterizzate da una dimensione media aziendale piuttosto contenuta che resta ancora al di sotto dell’omologo valore di Mezzogiorno e Italia. La SAU regionale, nel complesso pari a poco meno di 1,2 milioni di ettari, è impiegata per il 53% nella coltivazione di seminativi, per il 41% di coltivazioni legnose e per il restante 6% in prati e pascoli. Nell’ultimo decennio si è assistito ad un trend decrescente generalizzato della SAU regionale che ha interessato in maniera considerevole le colture arboree e, tra queste, soprattutto la vite, le cui superfici dal 1995 al 2007 si sono ridotte del 18%. Anche i fruttiferi hanno visto ridurre in maniera importante le superfici investite mostrando una riduzione della SAU del 38% nello stesso arco temporale mentre per quel che riguarda l’olivo il calo è apparso meno consistente (-13%) risultando già dal 2005 pari a circa 300 mila ettari. Le superfici investite a seminativi, invece, hanno subito

nel complesso una flessione meno importante (-7%) rispetto a quella riscontrata per le colture arboree, sebbene nel dettaglio è necessario sottolineare il crollo nelle già contenute superfici di piante industriali (-89%) e in quelle delle colture ortive (-23%) e, in controtendenza, la buona tenuta dei cereali (+4%) e degli altri seminativi (+22%). In riferimento alle produzioni con certificazioni di qualità, nel 2007 le superfici dedicate alle coltivazioni DOP e IGP in Puglia risultano essere poco più di 6,8 mila ettari, con un’incidenza rispetto alla SAU regionale piuttosto bassa, seppure al di sopra dell’omologo dato del Mezzogiorno. Tuttavia, la SAU regionale investita per queste produzioni certificate, risulta ricoprire ben il 28% delle superfici per produzioni DOP e IGP del meridione e il 5% di quelle dell’intero territorio nazionale. Il numero di aziende di qualità ammonta ad appena 874 e, sebbene siano in numero piuttosto ridotto, hanno dimensioni medie (7,8 ettari) molto al di sopra di quelle registrate nel Mezzogiorno e in Italia. Gli indicatori economici relativi al

Indicatori strutturali ed economici (2007) Descrizione

Unità di misura

Puglia

Mezzogiorno

Italia

245.348

960.736

1.679.439

settore agricolo confermano il ruolo di primaria importanza che esso ricopre nel contesto regionale. Nel 2007, il valore aggiunto ai prezzi di base (VA) dell’agricoltura ammonta a circa 2 miliardi di euro a fronte di 1,1 miliardi di euro di investimenti fissi lordi effettuati nello stesso anno. Il numero complessivo degli occupati in agricoltura, espressi in unità di lavoro (UL), risulta in media pari a circa 132 mila unità, con retribuzioni lorde che ammontano a poco più

Evoluzioni della SAU per le principali coltivazioni praticate in Puglia (--) Valori in ettari

1.409.120 1995

1.197.379,6

5.775.153,3

12.744.196,2

seminativi

%

53,4

48,1

54,7

coltivazioni legnose

%

40,9

25,8

18,2

prati e pascoli

%

5,7

26,1

27,1

ettari

4,9

6,0

7,6

SAU ripartita in:

Dimensione media aziendale

ettari

Superficie irrigata/SAU

%

22,7

13,7

20,9

SAU/SAT

%

90,9

77,7

71,4

Aziende DOP e IGP

numero

Superfici DOP e IGP

ettari

Superfici DOP e IGP/SAU Indicatori economici

%

874

18.232

75.448

6.802,1

24.707,6

128.099,9

0,6

0,4

1,0

Valore aggiunto (V.A.)

milioni euro

2.038,3

10.324,9

26.771,6

Investimenti fissi lordi

milioni euro

1.100,3

3.720,2

12.111,8

Retribuzioni lorde

milioni euro

1.084,1

4.390,5

7.589,2

Unità di lavoro* di cui:

migliaia UL

132,7

605,2

1.318,4

lavoro dipendenti

%

54,2

49,0

37,6

lavoro indipendenti

%

45,8

51,0

62,4

*media annua

2

numero

1.216.924

1.197.380

2005

2007

431.233 482.178 446.395

Cereali

Altri seminativi

73.642 76.501 89.624

Piante industriali

26.387 12.106 7.847

Indicatori strutturali Aziende

di 1 miliardo di euro correnti. La struttura del lavoro agricolo regionale evidenzia una forte prevalenza di lavoratori dipendenti rispetto a quelli indipendenti il che rispecchia i tratti distintivi dell’occupazione agricola meridionale e nel contempo mostra una tendenza contraria al resto della nazione dove a prevalere è la componente di lavoratori indipendenti.

Ortive

54.360 38.620 42.126

Vite

156.885 118.288 128.180 365.708 317.518 318.413

Olivo

Altri fruttiferi

62.196 40.351 42.794

128.754 Prati permanenti 81.093 e pascoli 68.597


Valori correnti in migliaia di euro Totale Puglia = 3.476.875

La produzione agricola

Coltivazioni foraggere 33.313

Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT

Prodotti di colture erbacee 1.285.939

Servizi annessi 485.989

1%

Allevamenti zootecnici 308.384 Prodotti di colture arboree 1.363.250

9%

14%

39%

37%

Nel 2007 il valore della produzione agricola pugliese si è attestata a 3,4 miliardi di euro correnti, di cui il 39% è rappresentata dai prodotti della colture arboree, principalmente olivicoli e vitivinicoli. Le colture erbacee, invece, ne assicurano circa il 37% e, di queste, il gruppo di prodotti al quale è ascrivibile il valore più elevato è quello di patate e ortaggi. La rimanente porzione è rappresentata dai servizi annessi (14%), dagli allevamenti zootecnici (9%) e dalle coltivazioni foraggere (1%). La Puglia ricopre un ruolo importante nel panorama nazionale contribuendo in maniera significativa alla formazione del valore della produzione agricola italiana, soprattutto in riferimento ad alcune produzioni quali frumento duro, prodotti dell’olivicoltura e vitivinicoli. Dalla lettura dei dati in chiave quantitativa è possibile stabilire una

graduatoria di produzioni per le quali la Puglia risulta essere tra le regioni leader in Italia. Tra le più importanti produzioni, si posizionano ai primi posti per volumi prodotti il pomodoro da industria (circa 1,7 milioni di tonnellate prodotte) e le olive (circa 1,1 milioni di tonnellate) entrambi pari al 35% dell’intera produzione nazionale. Seguono l’uva da tavola, con circa 993 mila tonnellate e un’incidenza sulla produzione nazionale del 68% e il frumento duro, con 817 mila tonnellate e il 21% di incidenza sul totale. Anche in riferimento ad alcuni prodotti agricoli, caratterizzati da minori volumi di produzione ma quasi esclusivamente prodotti nel Mezzogiorno, alla Puglia va riconosciuta una consistente quota di produzione. È il caso di ortaggi (carciofi, finocchi, broccoletti, melanzane) e di frutticoli (arance, clementine, mandorle).

Frumento duro 199.683 Altri cereali 62.758

Prodotti vitivinicoli 617.327

Patate e ortaggi 859.289

Prodotti dell'olivicoltura 492.193

Frutta 118.675

Piante industriali 21.909 Fiori e piante 133.648 Altre colture erbacee 8.652

Agrumi 79.936 Altre colture arboree 55.119

Graduatoria per alcuni prodotti della Puglia nel contesto meridionale e nazionale

Incidenza del valore della produzione di Puglia e Mezzogiorno su Italia ()

Media - delle quantità Italia = 100 % Mezzogiorno % Puglia

Italia = 100 % Mezzogiorno % Puglia 35

tonnellate produzione Puglia

54 Pomodoro da industria

1.781.341 35

993.269 21 817.599

98 Uva da tavola Frumento duro

31

Cavoli 26

Avena 24

Lattuga 55

23 124.188 13 77.909 17 40.700

90 Finocchio

55.078

93 Clementine

32.859 20

Peperone 30

100 Mandorle

30 Asparago

6.758

2

Cocomero

10 Servizi annessi

70 Indivia 30

Ciliege

5 121.675

Cetriolo

13 54.077

73 Cavolfiore e cavolo broccolo

16 42.349

82 Melanzana

13 11.199

76 Fava da granella

62 62

4.898

1

7.021.927

22 Piante Industriali

655.807

9 49 Altre colture erbacee

48 25

67

33.761 20

18 70.479

3.462.342 58

8 34 Fiori e piante ornamentali

91 Broccoletto di rapa

75.303

94 Carciofo

3

63

41

1.193.815

12 Patate e ortaggi

78

83.656

14.034.940 66

2 9 Altri cereali

60

98.652

31

17 Frumento duro

68

101.610

146.171

9 42 Prodotti di colture erbacee

Olive 68

Uva da vino

migliaia di euro Italia

88

1.174.473

14 919.793

Agricoltura, ambiente e pesca

Valore della produzione pugliese per comparti ()

15 8.732

100 Arance

3

91.698

42 5.063.232

2 20 Allevamenti zootecnici

14.890.111

13 49 Prodotti di colture arboree

10.514.928

20 39 Prodotti dell'olivicoltura 26 Prodotti vitivinicoli 4

3.069.597 86 1.899.022

33 Frutta

3.071.832

7 Agrumi

100 1.147.043

49 Bietola da costa

1.609.350

4

15 Altre colture arboree

1.327.434

2 25 Coltivazioni foraggere

1.662.550

8 36 Produzione della branca agricoltura

46.165.761

3


L’agricoltura biologica

L’agricoltura biologica rappresenta Evoluzione dell’agricoltura biologica ormai da anni una componente in Puglia e in Italia (-) consolidata del settore agricolo pugliese, grazie all’impegno dei tanti 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 operatori privati e all’investimento SAU biologica + in conversione delle istituzioni. Le dimensioni strutturali e le poten- ettari zialità qualitative dell’agricoltura Puglia 146.350 biologica in Puglia costituiscono un 131.108 122.589 fenomeno di assoluto rilievo a livello 118.898 116.000 113.279 109.068 nazionale. 92.333 La Puglia, insieme con Sicilia, 86.610 Calabria e Basilicata, è tra le regioni italiane che maggiormente contri1.237.640 1.168.212 1.148.162 1.150.253 buiscono alla significativa capacità 1.067.102 1.052.002 1.040.377 Italia 1.002.414 produttiva del settore biologico 954.361 nazionale. Infatti, in Puglia sono presenti 5.371 operatori, l’11% del Operatori certificati numero totale di operatori biologici numero italiani, e si coltivano con metodo di 6.763 Puglia 6.741 produzione biologica circa 119.000 6.109 ettari, pari al 12% della SAU totale 5.757 5.639 complessivamente investita sul 5.371 5.357 territorio nazionale. 4.621 La maggior parte degli operatori biologici pugliesi nel 2008 sono pro3.373 duttori agricoli (87%). Gli operatori 60.509 della trasformazione rappresentano 55.902 Italia 54.004 l’altra categoria numericamente 51.065 50.276 49.859 49.654 48.473 significativa con l’8% delle unità 40.965 dedite all’attività di trasformazione in modo esclusivo e il 5% che la svol- Fonte: nostre elaborazioni su dati dell'Osservatorio Regionale sull'Agricoltura Biologica - Regione Puglia/IAMB e dati SINAB gono in modo complementare alla produzione agricola. Nell’insieme

Operatori in agricoltura biologica per tipologia () Solo produttori

Solo trasformatori

4.687

418

Altri operatori

Produttori trasformatori 2 253

9 Trasformatori importatori

Solo importatori

2

5.371

Totale operatori

5.371

1.903

Totale operatori

Operatori licenziatari Fonte: nostre elaborazioni su dati dell'Osservatorio Regionale sull'Agricoltura Biologica - Regione Puglia/IAMB

Forme distributive dei prodotti da agricoltura biologica ()

4

80

38

12

56

9

16

Aziende con vendita diretta

Agriturismi

Gas

Negozi specializzati

Ristoranti

Mense

Fonte: nostre elaborazioni su dati BioBank 2009


Totale Puglia = 118.898 ha

Agricoltura, ambiente e pesca

Orientamenti produttivi dell’agricoltura biologica in Puglia () Orticolo 3.062 ha

Colture industriali 772 ha

Foraggero 12.222 ha Frutticolo 8.622 ha

le diverse categorie di trasformatori di prodotti biologici costituiscono l’8% dei trasformatori italiani, un risultato, questo, che posiziona la regione al quinto posto in Italia dopo Veneto, Sicilia, Lombardia e Toscana. Poco rappresentate restano le altre categorie. L’importante contributo in termini di produzione non si associa ancora ad un altrettanto significativo sviluppo del mercato locale che, tuttavia, ha mostrato negli ultimi anni dei segnali di crescita incoraggianti, come testimoniato anche dal costante progresso di alcune forme di vendita (aziende con vendita diretta, aziende agrituristiche, gruppi di acquisto solidale, ristoranti bio). Un ruolo importante tra i canali commerciali è rappresentato dalle insegne della GDO con assortimento incluso di prodotti freschi e trasformati. Infine, diverse iniziative sono state avviate per l’organizzazione di mercatini bio, sostenute da finanziamenti pubblici. Nel 2008, l’8% dell’intera superficie agricola pugliese risulta coltivata con il metodo di produzione biologica. I più importanti orientamenti produttivi in termini di estensione di superficie sono, in ordine decrescente: cerealicolo, olivicolo, foraggero, frutticolo e viticolo. La lettura dei dati relativi ai diversi orientamenti colturali rivela, inoltre, che in Puglia si estende il 31% della superficie nazionale coltivata a fruttiferi (escl. agrumi, vite e olivo), il 30% delle superfici ad olivo, il 17% delle estensioni cerealicole, il 14% degli investimenti a vite e il 10% di quelli ad ortaggi. La zootecnia biologica pugliese nel 2008 continua a mantenere un ruolo marginale. Le aziende zootecniche sono solo 32, pari allo 0,6% degli operatori totali. In più della metà, l’attività di trasformazione aziendale è integrata con l’allevamento e la produzione agricola. Ovini (1.764 capi), bovini da latte (673) e da carne (469) e caprini (505) sono le principali specie allevate. La provincia con il maggior numero di aziende zootecniche biologiche è quella di Bari (37%) seguita da quella di Lecce (25%) e Taranto (22%). Significativa è anche l’apicoltura.

Viticolo 5.564 ha Cerealicolo 39.646 ha

Olivicolo 34.435 ha Altro 14.574 ha Fonte: nostre elaborazioni su dati dell'Osservatorio Regionale sull'Agricoltura Biologica - Regione Puglia/IAMB

Peso delle produzioni biologiche sul sistema agricolo della Regione Puglia () SAU

Cereali

Ortaggi freschi

22.944 77.589

779 13.347

785 2.501

1.485 24.890

265 17.515

10.123 275.090

Legumi Fruttiferi secchi

Olivo

Vite

4.831 38.230

11.181 129.600

2.049 40.586

85 710

542 8.248

4.681 63.600

491 17.204

1.466 43.838

1.278 4.180

1.103 5.189

6.542 55.000

1.211 43.813

1.815 37.425

257 4.194

104 225

180 1.184

7.621 90.526

446 14.259

3.278 31.125

294 8.005

284 720

1.966 11.030

4.410 38.100

1.366 41.282

39.645 446.119

3.062 86.899

2.536 8.336

8.622 63.881

34.435 376.826

5.564 157.144

Bari

Superficie biologica Superfice totale agricola

Brindisi

Foggia

Lecce

Taranto

Puglia

Fonte: nostre elaborazioni su dati dell'Osservatorio Regionale sull'Agricoltura Biologica - Regione Puglia/IAMB e dati ISTAT (dati provvisori)

5


La zootecnia Fonte: nostre eleaborazioni su dati ISTAT

Valore e quantità delle produzioni zootecniche () Totale Puglia= . migliaia di euro

Carni Valore 164.506 migliaia di euro

Quantità 73,1 migliaia di tonnellate

Latte 109.676 migliaia di euro

2.892,3 migliaia di tonnellate

Uova 33.011 migliaia di euro

384

La zootecnia pugliese è contraddistinta da una contenuta consistenza dei capi allevati che la rende pressoché marginale rispetto al patrimonio zootecnico nazionale. Le principali specie allevate, tradizionalmente legate al territorio regionale, sono Bovine gli ovini e i bovini che, secondo i dati 93.622 ISTAT nel 2007 rappresentano rispet38,7 tivamente il 33,8% e il 31,1% del totale complessivo dei capi allevati in Puglia. I caprini, invece, hanno un Equine peso ridotto nel contesto zootecnico 3.624 regionale (ne rappresentano infatti 1,8 il 7,8%) e ancora più modesto è il Suine numero di capi bufalini e di equini 14.676 che contano meno dell’1% delle 10,5 consistenze zootecniche regionali. Ovine La struttura produttiva del comparto e caprine zootecnico esprime la composizione 7.395 di queste consistenze, infatti essa 2,2 risulta composta in prevalenza da Pollame aziende bovine e ovicaprine, seguite 29.523 da quelle suinicole, equine e, in ulti12,5 mo, bufaline. Nel biennio 2005-2007, fatta eccezione per le aziende che Altre carni allevano ovini che sono aumentate del 18%, in regione si è assistito a 15.666 7,4 un calo considerevole del numero di aziende con allevamenti, soprattutto di bovini (-15%), bufalini (-71%) ed equini (-22%). Tali riduzioni hanno interessato anche le strutture zootecniche del Mezzogiorno, seppure Vacca in misura molto più contenuta e bufala rispetto a quanto evidenziato in 96.550 2.725,8 Puglia, mentre a livello nazionale si è al contrario registrato un incremento delle stesse, ad eccezione delle aziende con allevamenti suini. Nel 2007 il valore delle produzioni Pecora e capra zootecniche della Puglia è stato pari 13.126 a poco più di 307 milioni di euro 166,5 che, rapportato al valore nazionale, evidenzia il ridotto contributo che fornisce la Puglia nella composizione del valore nazionale (2%). Tale valore della produzione regionale

Tipologia di capi allevati ()

Bovini

31,1%

179.699

Bufalini

0,7%

4.130

Ovini

33,8%

195.468

Caprini

7,8%

45.268

Suini

25,7%

148.587

0,9%

Equini 5.154

è rappresentata per oltre il 60% da prodotti degli allevamenti di bovini - latte di vacca e bufala (31%) e carni bovine (30%) - e per il 21% da quelli avicoli – pollame (10%) e uova (11%). La rimanente porzione è rappresentata da carni equine, suine, ovicaprine, latte di pecora e capra e, infine, miele e prodotti zootecnici non alimentari.

milioni di pezzi

Miele 223

Aziende con allevamenti per specie di bestiame (2007)

migliaia di euro

0,1 migliaia di tonnellate

Prodotti zootecnici non alimentari 966 migliaia di euro

0,8

6

migliaia di tonnellate

Bovini Bufalini

Puglia 2007 Variazione % 2007/2005 3.010 -15,0

Mezzogiorno 2007 Variazione % 2007/2005 46.784 -2,3

Italia 2007 Variazione % 2007/2005 145.282 2,2

12

-70,7

1.440

4,9

2.685

24,0

1.918

18,0

46.234

-0,7

75.383

0,7

Caprini

826

-3,1

18.145

-0,4

33.420

7,9

Suini

759

-8,9

64.075

6,0

100.952

-1,8

Equini

691

-21,5

12.417

1,2

34.146

9,9

Ovini


Fonte: nostre eleaborazioni su dati ISTAT

L’industria alimentare pugliese può contare su una profonda varietà di prodotti e un elevato numero di produzioni tipiche che rendono questo comparto dell’industria manifatturiera una realtà importante e in continua evoluzione, nonostante le dinamiche congiunturali negative che stanno investendo

le attività produttive del paese. Dalle stime effettuate annualmente dall’ISTAT, nel 2007 il comparto dell’industria alimentare in Puglia ha registrato andamenti produttivi positivi. Il valore aggiunto ai prezzi di base (VA) prodotto dall’industria alimentare regionale è stato di 1,1 miliardi di euro correnti, pari a

circa il 5% del totale nazionale e al 21% del Mezzogiorno. Negli ultimi quattro anni considerati, il valore aggiunto ha mostrato un incremento dell’8,2%, dato molto al di sopra rispetto a quello nazionale (+2,2%) e meridionale (+1,2%). A questa crescita hanno influito sicuramente gli investimenti nel settore, sostenuti

Andamento dell’industria alimentare nel periodo 2003-2007 Valori in milioni di euro correnti

2003

2004

2005

2006

2007

var % 2007/2003

Valore Aggiunto ai prezzi di base Puglia

1.063,2

998,9

1.116,0

1.120,0

1.150,4

8,2

Mezzogiorno

5.479,8

5.357,6

5.252,2

5.313,2

5.546,8

1,2

23.874,2

24.567,0

23.486,2

23.658,7

24.393,3

2,2

Italia Investimenti fissi lordi*

305,2

350,8

n.d.

320,7

n.d.

5,1

Mezzogiorno

Puglia

1.628,3

1.777,8

n.d.

1.546,6

n.d.

-5,0

Italia Redditi da lavoro dipendente

5.876,9

6.734,5

n.d.

7.271,7

n.d.

23,7

Puglia Mezzogiorno Italia Retribuzioni lorde Puglia

408,9

461,1

511,9

492,3

501,4

22,6

2.213,4

2.390,1

2.562,9

2.555,9

2.600,2

17,5

10.195,9

11.125,3

11.544,0

11.784,4

11.956,5

17,3

293,8

327,3

364,9

352,4

359,9

22,5

Mezzogiorno

1.605,2

1.716,3

1.839,0

1.835,9

1.877,8

17,0

Italia Contribuiti sociali

7.164,7

7.818,1

8.125,0

8.336,9

8.488,8

18,5

Puglia

115,1

133,8

147,0

139,9

141,5

22,9

Mezzogiorno

608,2

673,8

723,9

720,0

722,4

18,8

3.031,2

3.307,2

3.419,0

3.447,5

3.467,7

14,4

Italia

anche da specifiche politiche strutturali regionali e comunitarie per la commercializzazione e la trasformazione dei prodotti agricoli, che nel quadriennio 2003-2007 hanno registrato un aumento di oltre il 5%. Tale crescita si discosta dall’andamento registrato complessivamente nelle regioni meridionali che mostrano, al contrario che in Puglia, un calo del 5% degli investimenti. In riferimento al lavoro impiegato nel settore della trasformazione dei prodotti agroalimentari, si è registrato un incremento dei redditi da lavoro dipendente (+23%) e delle retribuzioni lorde (+23%) in misura superiore rispetto a quanto non accada nel resto d’Italia. L’occupazione risulta piuttosto stabile nel tempo e caratterizzata da un prevalente impiego di personale dipendente. Negli anni dal 2002 al 2007 le unità di lavoro occupate non hanno evidenziato forti oscillazioni e nel complesso hanno mostrato una crescita per la componente di lavoro dipendente di circa il 9%, che risulta essere maggiore rispetto a quella di Mezzogiorno (+3%) e Italia (+5%). Nel periodo considerato, le unità indipendenti, invece, dopo il calo considerevole registrato nel 2005, hanno segnato una variazione complessiva quasi irrilevante (+1%) mentre nel resto della nazione hanno mostrato un incremento rispettivamente del 5% nel Mezzogiorno e del 4% in Italia.

Agricoltura, ambiente e pesca

L’industria alimentare

* Il dato relativo alla variazione % si riferisce agli anni 2006/2003

Evoluzione delle unità di lavoro di Puglia, Mezzogiorno e Italia (-) Media annua in migliaia

Unità lavoro dipendenti

Puglia

Unità lavoro indipendenti

2002

2003

16,1

15,8

2004

2005

2006

2007

17,4

17,7

17,6

17,5

87,1

Mezzogiorno

84,3

85,7

87,2

86,8

2002

2003

10,0

10,2

9,1

8,8

2006

2007

9,7

10,1

55,6

55,2 53,1

52,8

51,7 49,0

338,3

341,4

140,3

338,1 131,9

321,7

2005

83,4 339,2

Italia

2004

136,9

134,3 127,7

319,6

122,4

7


La distribuzione e i consumi alimentari

Strutture e indicatori della distribuzione organizzata alimentare nelle provincie pugliesi () Bari

Brindisi

Superficie (m2) Numero Addetti Superficie media (m2) Numero strutture

Foggia

Lecce

Taranto

Ipermercati 89.766

Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale del Commercio, nel 2008 le vendite della distribuzione alimentare organizzata in Puglia hanno generato un fatturato di circa 7.953 milioni di euro, alla cui formazione ha contribuito in maniera consistente la piccola e media distribuzione mentre la grande distribuzione, contrariamente al trend nazionale ma in linea con quello delle altre regioni del meridione, copre una quota ancora piuttosto bassa del valore delle vendite. Per effetto dell’espansione di rete e delle affiliazioni dei piccoli operatori presenti a livello locale, il quadro regionale delle strutture distributive moderne mostra una costante crescita. Gli incrementi maggiori si sono registrati a Foggia, che sta accelerando verso la modernizzazione, e Bari, in cui cresce il numero di ipermercati e supermercati mentre cala quello dei minimercati. In termini di densità distributiva, il

rapporto superfici/1.000 abitanti di ipermercati e supermercati risulta considerevolmente al di sotto della media nazionale mentre quello dei minimercati è di gran lunga al di sopra del dato nazionale, il che conferma l’importanza di questa tipologia distributiva in regione. Tuttavia, sebbene le strutture moderne di piccole dimensioni continuino a mantenere un peso considerevole nel panorama distributivo pugliese, le forme distributive di maggiori dimensioni sono in espansione e mostrano una dimensione media maggiore rispetto alle omologhe del resto della nazione. Per quel che concerne i consumi alimentari, secondo l’ISTAT nel 2006 la spesa media mensile delle famiglie pugliesi è stata di circa 494 euro, pari al 31% della spesa complessiva mensile. Assorbono le quote più elevate di consumi alimentari la spesa per carne (22%), ortofrutta (18%), pane e cereali (15%).

Strutture e indicatori della distribuzione organizzata alimentare in Puglia, Mezzogiorno e Italia (200) Tipologia distributiva Ipermercati Numero

Puglia

Mezzogiorno

Italia

24

117

552

187.176

763.384

3.401.913

Addetti

3.519

15.683

83.998

Superficie media

7.799

6.525

6.163

45,9

36,6

56,7

Superficie

Superficie/1.000 ab Supermercati Numero Superficie

507

2.549

9.133

332.024

1.987.137

8.056.194

4.678

31.838

164.411

Addetti Superficie media

655

780

882

Superficie/1.000 ab Minimercati Numero

81,4

95,4

135,1

611

2.109

5.302

172.189

606.551

1.565.578

3.655

11.609

32.003

Superficie media

282

288

295

Superficie/1.000 ab

42,2

29,1

26,1

Superficie Addetti

34.502

1.853

5.833

11.501

distribuzione

8

distribuzione

18.690 9.345 519

3

11

3

5

2

Superficie (m²) ogni 1.000 abitanti 56,1

85,6

25,7

32,9

32,2

Supermercati 111.433 81.820

70.568 40.843

27.360

1.788

1.141 715

645

602

735

601

705

651

185

96

68

116

42

59,8

100,9

37,6%

62,4%

7.953

Mezzogiorno

40,5%

59,5%

37.663

Italia

62,7%

37,3%

126.873

389

Superficie (m²) ogni 1.000 abitanti

69,7

175,1

47,1

Minimercati 59.438 33.581

37.924

27.563

13.683

1.415

710

603

646

282

264

268

296

326 281

211

127

103

128

42

40,4

46,7

23,6

Superficie (m²) ogni 1.000 abitanti

37,1

83,4

Fonte: nostre elaborazioni su dati Osservatorio Nazionale del Commercio

Valore e composizione della spesa delle famiglie in Puglia () Spesa media mensile 2.110,65 euro 89,5 € Patate, frutta e ortaggi

34,3 € Zucchero caffè e drogheria

41,5 € Bevande 75,6 € Pane e cereali

16,85 € Oli e grassi 72,3 € Latte, formaggi e uova

55,12 € Pesce

109,4 € Carne

494,6 €

e Alimentari e bevand

1.616,0

€ Non alimentare

milioni di euro

Puglia

Fonte: nostre elaborazioni su dati Osservatorio Nazionale del Commercio

426

5.344 622

99

Fonte: nostre elaborazioni su dati Osservatorio Nazionale del Commercio

Valore delle vendite della distribuzione alimentare per forma distributiva in Puglia, Mezzogiorno e Italia () Grande Piccola e media Totale

26.718

17.500

8.161

Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT


Contabilità agroalimentare regionale (2004-2007) Valori in milioni di euro correnti

ANNI MEDIA 2004 2005 2006 2007 04/07 4.203,7 4.073,7 3.913,9 3.824,4 4.003,9

Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT

PLV agricoltura, silvicoltura pesca VA industria alimentare

993,0 1.116,0 1.120,0 1.150,4 1.094,9

Totale produzione agroalimentare

Indici del commercio agroalimentare con l'estero di Puglia, Mezzogiorno e Italia 97,0

Importazioni

(I)

970,2 1.015,1 1.022,1 1.105,3 1.028,2

(E)

795,7

908,9

855,4

927,2

871,8

Importazioni nette

(I-E)

174,5

106,2

166,7

178,2

156,4

Stima consumo interno Indici Grado di autoapprovv. (%)

99,0 94,4 90,5 84,8

73,6

33,1 29,6 17,2 17,7

17,1 16,8

18,4

Italia

Mezzogiorno

Puglia

19,6

Grado di Propensione autoapprov- ad importare vigionamento

Saldo normalizzato Propensione Grado medio ad esportare di apertura

Grado di copertura commerciale

-2,9 -8,3 -15,2

Composizione degli scambi con l’estero (2007) Prodotti

5.371,2 5.295,9 5.200,6 5.153,0 5.255,2 96,8

98,0

96,8

96,5

97,0

Propensione ad importare (%)

(I/C)

18,1

19,2

19,7

21,5

19,6

Propensione ad esportare (%)

(E/P)

15,3

17,5

17,0

18,6

17,1

Grado medio di apertura (%)

(I+E)/(C+P)

16,7

18,3

18,3

20,1

18,4

(E-I)/(E+I)

-9,9

-5,5

-8,9

-8,8

-8,3

(E/I)

82,0

89,5

83,7

83,9

84,8

Saldo normalizzato (%)

Il sistema agroalimentare pugliese, sebbene caratterizzato da un consistente valore della produzione (in media poco più di 5 miliardi di euro nel quadriennio 2004-2007), mostra da un lato un elevato grado di autoapprovvigionamento (97%) e, dall’altro, un livello di apertura commerciale al di sotto della media nazionale (18,4% della Puglia contro il 33,1% dell’Italia). La scarsa propensione ad importare accompagnata da un altrettanto bassa propensione ad esportare rispetto alla tendenza nazionale, inoltre, generano l’elevato grado di copertura commerciale (84,8%), sebbene sia utile eviden-

%

578,800

52,4

Variazione 2007/2006 % 24,8

454,535

41,1

32,3

29,6

6,6

38,2

61,8

Animali vivi e prodotti di origine animale

69,339

6,3

-9,1

39,0

3,7

92,9

7,1

Pesci ed altri prodotti della pesca

48,477

4,4

29,6

31,7

5,8

91,0

9,0

6,449

0,6

-2,7

12,3

1,2

57,1

42,9

Prod. dell'agricoltura e dell'orticoltura

Prod. della silvicoltura, tronchi tagliati

IMPORTAZIONI

1.765,9 1.924,1 1.877,5 2.032,5 1.900,0

Valore Milioni di euro

SETTORE PRIMARIO

INDUSTRIA ALIMENTARE

Puglia su Provenienza / Destinazione Mezzogiorno Italia UE 27 Resto del % % % Mondo % 30,1 5,7 49,4 50,6

526,539

47,6

-5,7

21,0

2,5

72,3

27,7

Oli grassi vegetali e animali

203,585

18,4

-13,6

48,3

7,2

54,8

45,2

Carne e prodotti a base di carne

102,629

9,3

-13,6

17,2

2,0

96,3

3,7

Pesci trasformati e conservati e prod. a base di pesce

68,288

6,2

-5,2

12,2

2,3

48,9

51,1

Prod. lattiero-caseari e gelati

67,391

6,1

-4,5

16,7

2,1

100,0

0,0

Altri prod. Alimentari

39,956

3,6

136,9

24,0

1,5

85,6

14,4

Prep. e conserve di frutta e di verdura

26,865

2,4

3,6

10,3

1,9

64,9

35,1

Bevande

12,773

1,1

15,8

20,5

0,9

99,9

0,1

Alimenti per animali

4,172

0,4

-24,9

25,4

0,7

99,5

0,5

Prod. della macinazione, amidi e fecole

0,880

0,1

-47,3

5,8

0,1

99,9

0,1

1.105,338 575,477

100,0 62,0

8,1 17,1

25,0 43,3

3,6 11,9

60,3 84,7

39,7 15,3

TOTALE AGROALIMENTARE SETTORE PRIMARIO Prod. dell'agricoltura e dell'orticoltura

ESPORTAZIONI

(I+E) (C=P+I-E)

(P/C)

Grado di cop. commerciale (%)

36,3

5.196,7 5.189,7 5.033,9 4.974,8 5.098,8

Esportazioni Volume di commercio

Medie -

(P)

566,424

61,1

17,2

45,1

12,8

85,0

15,0

Pesci ed altri prodotti della pesca

7,791

0,8

52,2

12,7

3,5

64,6

35,4

Animali vivi e prodotti di origine animale

1,001

0,1

-64,9

17,4

1,0

53,6

46,4

Prod. della silvicoltura, tronchi tagliati

0,261

0,0

13,5

5,0

0,2

82,4

17,6

351,708

38,0

-3,4

11,8

1,9

49,2

50,8

Altri prod. Alimentari

97,160

10,5

17,1

12,2

1,8

34,3

65,7

Oli grassi vegetali e animali

78,598

8,5

-30,7

36,2

5,7

35,6

64,4

Bevande

73,982

8,0

-1,2

21,1

1,6

60,8

39,2

Prep. e conserve di frutta e di verdura

54,886

5,9

12,1

4,6

2,4

67,9

32,1

Carne e prodotti a base di carne

19,477

2,1

-1,1

21,3

1,0

61,6

38,4

Pesci trasformati e conservati e prod. a base di pesce

13,828

1,5

-7,9

18,4

4,1

84,0

16,0

Prod. della macinazione, amidi e fecole

9,624

1,0

79,8

49,7

1,2

49,1

50,9

Prod. lattiero-caseari e gelati

3,272

0,4

0,4

1,4

0,2

17,6

82,4

Alimenti per animali

0,881

0,1

70,1

17,5

0,3

61,5

38,5

927,185

100,0

8,4

21,5

3,9

71,2

28,8

INDUSTRIA ALIMENTARE

TOTALE AGROALIMENTARE

ziare come risulti in media inferiore rispetto all’omologo valore del Mezzogiorno (94,4%). Queste dinamiche spiegano anche il valore piuttosto buono, rispetto a quello nazionale, del saldo commerciale, nonostante risulti comunque negativo (-8,3%) a causa del costante valore positivo delle importazioni nette. Analizzando la composizione degli scambi con l’estero della Puglia nel 2007, si evince come il saldo negativo del settore agroalimentare (poco più di 178 milioni di euro) sia frutto di un consistente deficit delle esportazioni dell’industria alimentare e del saldo passivo registrato dal settore primario. Le esportazioni relative al settore agricolo ricoprono il 62% del totale agroalimentare e riguardano quasi esclusivamente i prodotti agricoli ed orticoli, che vengono distribuiti in prevalenza verso i Paesi UE. Il comparto, che ha sempre contribuito agli attivi della bilancia commerciale, mostra anche un notevole incremento tra il 2006 e il 2007 (+17,1%), che si riscontra anche nelle corrispondenti importazioni che nel biennio considerato segnalano una variazione del +24,8%. In riferimento all’industria alimentare, i prodotti trasformati maggiormente scambiati risultano essere gli oli e i grassi, che ricoprono l’8,5% delle esportazioni e il 18,4% delle importazioni complessive del comparto. Analizzandone l’andamento nel biennio considerato, l’industria alimentare evidenzia un calo sia delle esportazioni (-3,4%) che delle importazioni (-5,7%). Per quel che riguarda i trasformati, la principale fonte di approvvigionamento per la Puglia si conferma l’UE, da cui provengono il 72% dei prodotti importati, mentre per le esportazioni non si rileva un’altrettanto forte prevalenza dei mercati comunitari, che rappresentano quasi la metà dei mercati di sbocco.

Agricoltura, ambiente e pesca

Gli scambi con l’estero

9


La Puglia a confronto Fonte: nostre elaborazioni su dati EUROSTAT

Il settore agricolo riveste un ruolo importante nell’economia regionale e nazionale, pur presentando caratteristiche strutturali notevolmente differenti rispetto alla maggioranza dei Paesi dell’Unione Europea. A conferma di ciò, si consideri che la superficie agricola pugliese utilizzata incide per ben il 62% sulla superficie territoriale complessiva e che tale valore nell’UE è raggiunto solo dal Regno Unito (66%) e dalla Danimarca (62%). Nel complesso l’incidenza percentuale della SAU si discosta notevolmente dalle medie rilevate nel Mezzogiorno (47%), in Italia (42%) e nella stessa UE (40%). Il peso economico del settore agricolo regionale è evidente sotto il profilo occupazionale laddove gli occupati agricoli rappresentano il 9,8% degli occupati totali, mentre nel resto del paese questo indicatore si attesta sul 4,4% e nell’UE sul 6,2%. Infine, una conferma dei caratteri di unicità dell’agricoltura pugliese nel panorama europeo emerge dall’analisi del valore aggiunto che testimonia come l’agricoltura continui ad incidere sul valore aggiunto dell’intera economia regionale con percentuali interessanti (4,1%) e più elevate rispetto a quelle rilevate nella gran parte dei Paesi dell’UE, fatta eccezione per Bulgaria, Romania (entrambe oltre l’8%), Lituania, Ungheria, Polonia e Grecia (circa il 4%). L’incidenza percentuale del valore aggiunto agricolo è, comunque, in linea con la realtà del Mezzogiorno (3,7%), pur discostandosi notevolmente dai valori medi rilevati in Italia (2,1%) e nell’UE (1,8%).

Irlanda 1,6 6,3

59,1

Regno Unito

Paesi Bassi

0,7 1,3

2,2 3,0

Belgio

65,9

0,8 2,0

Lussemburgo 45,0

Francia 2,1 3,8

Svizzera

50,0

Portogallo 2,8 12,1

Incidenza % valore aggiunto dell’agricoltura sul valore aggiunto totale ()

Spagna Corsica

37,7 49,3

xx xx

xx

Incidenza % degli occupati in agricoltura sugli occupati totali ()

Unione Europea

Media dei 27 stati membri 1,8 6,2

10

Incidenza % della SAU sulla superficie territoriale ()

0,4 2,0

50,6

2,9 5,5

100%

46,1

39,8


Finlandia

Agricoltura, ambiente e pesca

2,5 4,9 6,8

Svezia 1,4 2,5

Norvegia

6,9

Estonia 3,1 5,9 20,2

Lettonia Danimarca 3,5 13,2 1,6 3,3

Lituania

Russia

27,3

4,3

61,8

15,8

40,8

Polonia

Bielorussia

Germania 0,9 2,4

4,3 18,0

49,5

Repubblica Ceca

47,4

Ucraina Slovacchia

2,6 4,3

3,6 5,1

44,6

Austria

39,6

Ungheria

1,7 5,0

a

38,0

4,1 5,1

Slovenia 2,4 9,8

Moldavia

Romania

8,8 31,8

45,5

24,1 57,9

Bosnia

Croatia

Italia

Bulgaria

Serbia 2,1 4,4

8,5 9,7

Montenegro

27,3

Puglia

42,3

4,1 9,8

Macedonia Albania Turchia

61,9

Grecia

Mezzogiorno 4,1 12,6 3,7 7,5 30,9 46,9

Cipro Malta

2,4 5,1 15,8

2,8 2,2

32,7

Libano

11


Campione RICA 2007 Struttura, caratteristiche e risultati economici delle 906 aziende rilevate in Puglia Struttura del campione. Il campione Rica rilevato in Puglia nel 2007 comprende 906 aziende, di dimensione economica superiore o uguale a 4 Ude. Il campione è stato selezionato con la tecnica del campionamento casuale stratificato. Definiti gli strati, è stato stabilito il numero di aziende da campionare per singolo strato. La selezione delle aziende è stata del tipo equiprobabilistico, cioè l’estrazione delle singole aziende oggetto dell’indagine è stata effettuata, strato per strato, in maniera casuale dall’universo di riferimento (il censimento generale dell’agricoltura 2000). Pertanto, le 906 aziende del campione Rica rilevato in Puglia sono rappresentative dell’universo delle aziende agricole

regionali uguali o maggiori di 4 Ude, sia per collocazione territoriale che per tipo di indirizzo produttivo (OTE). Caratteristiche e struttura delle aziende. Le aziende rilevate sono diverse tra loro per maglia aziendale e per superficie irrigata, per intensità del lavoro e per struttura della manodopera impiegata, per grado di meccanizzazione e per entità dei capitali investiti, a seconda dell’indirizzo produttivo delle aziende stesse. Le aziende più intensive per superficie irrigata, per impiego di manodopera e per capitali investiti sono le aziende viticole da tavola che irrigano l’86% della superficie aziendale, impiegano 575 ore per ettaro e hanno investito circa 40 mila € ad ettaro di capitale macchine e capitale

fondiario. All’estremo opposto, si collocano le aziende cerealicole che risultano le più estensive. Rispetto al tipo di manodopera impiegata in azienda, le aziende cerealicole e zootecniche sono quelle a conduzione familiare prevalente (oltre 80%), mentre le aziende viticole e le olivicole ricorrono maggiormente alla manodopera salariata, quasi esclusivamente avventizia. Il comune denominatore di tutte le aziende, è l’invecchiamento della manodopera familiare impiegata. L’indice del ricambio generazionale della manodopera familiare che lavora in azienda, che è misurato dal rapporto tra addetti con meno di 30 anni su quelli over 65, si attesta mediamente sul 47%, ossia per ogni giovane ci

Il campione rilevato. Caratteristiche e struttura delle aziende raggruppate per indirizzo produttivo (OTE OTE

Aziende rilevate

Ampiezza media

Lavoro

Dimensione Superficie economica aziendale (SAU) Media

Cerealicolo

Grado di meccanizzazione

Valore dei capitali investiti

CV/ha CV/ULT

Capitale Capitale macchine fondiario

di cui Intensità di cui irrigata familiari

nr

nr UDE

ha

%

ore/ha

%

nr

nr

€/ha

€/ha

109

26,7

45,7

2

36

81

3,8

237

649

15.428

Viticolo vino

68

27,5

11,0

60

293

49

7,5

56

1.815

23.828

Viticolo tavola

69

81,9

14,3

86

575

28

7,7

30

3.789

36.403

Olivicolo Zootecnico bovino

219

29,6

18,3

31

136

46

4,6

74

1.096

17.509

66

48,4

31,8*

2

156

90

4,8

75

1.793

16.136 14.582

Altri OTE

375

43,3

31,1

23

139

56

4,5

74

1.211

Totale campione

906

40,1

27,0

22

141

54

4,6

74

1.250 16.530

* Per l’OTE Zoot. Bovino mediamente sono presenti 53 UBA per azienda

Manodopera familiare impiegata: età e lavoro fornito in azienda Lavoro fornito

(Nr. per OTE)

(ore per azienda)

≤ 30 da 31 a 51 da 52 a 65 >65

Fasce di età (%)

Età media

1.952

2.058

11 | 38 | 28 | 23

52

Cerealicolo

202

1.325

5 | 38 | 33 | 24

54

Viticoltura da vino

140

1.584

12 | 29 | 35 | 24

53

Viticoltura uva da tavola

154

2.275

8 | 38 | 27 | 27

54

Olivicoltura

445

1.141

10 | 34 | 28 | 28

54

Bovino misto

172

4.444

13 | 44 | 31 | 12

48

Totale campione

12

Totale addetti

sono due lavoratori con oltre 65 anni. L’età media della manodopera familiare è 52 anni. Risultati economici. I risultati economici di un’azienda agricola vengono influenzati da una molteplicità di fattori, interni ed esterni alla gestione aziendale, non sempre quantificabili e controllabili. Tra i fattori esterni le variabili indipendenti sono il clima e l’andamento dei prezzi dei fattori produttivi e dei prodotti agricoli. Tra i fattori intrinseci all’organizzazione dell’attività agricola quello che maggiormente determina i risultati produttivi dell’azienda agricola è l’indirizzo produttivo della stessa azienda. Pertanto, la lettura, l’interpretazione e la valutazione dei risultati delle aziende del campione va fatta per singolo OTE. Inoltre, per una giusta valutazione dei risultati economici delle aziende dell’esercizio oggetto di analisi, va detto che il 2007 è stato un anno eccezionale sia per l’andamento climatico che sotto il profilo dei prezzi dei prodotti agricoli, determinando una annata agraria estremamente positiva. In queste aziende così varie per caratteristiche, struttura e indirizzo produttivo, in un’annata agraria favorevole per andamento climatico e mercato dei prodotti agricoli il reddito da lavoro aziendale è stato di 17.169 €/ULT e il lavoro fornito dal conduttore e dai suoi familiari è stato remunerato 8,6 € per ora, due euro in più rispetto a quanto, nelle stesse aziende, è stata remunerata la manodopera salariata avventizia (6,4 € ora).


Produttività della terra €/ha

Produttività della manodopera €/ora Cerealicolo

1.218

5.093

34

Viticolo vino

4.465

15

Viticolo tavola

12.189

17

Zootecnico bovino

4.115

5.188

21

Olivicolo

2.310

8.476

Agricoltura, ambiente e pesca

Produttività della terra e della manodopera

2.732

Altri OTE

2.908

Totale campione

26 20 21

Ripartizione % dei ricavi aziendali tra costi e redditi Valore della produzione =100 Reddito netto

% Costi variabili

% Remunerazione capitali conduttore

% Costi fissi

Totale campione

46

18

Produttività (euro/ha)

% Reddito da lavoro familiare

14

22

2.908

20

1.218

22

4.465

33

12.189

20

2.310

16

4.115

OTE Cerealicolo

35

18

Viticolo vino

26

42

Viticolo tavola

22

40

14

19

Olivicolo

45

8 18

17

57

Zootecnico bovino

16

11

Produttività, costi e redditività delle aziende rilevate in Puglia - Campione 2007 Aziende rilevate

Produzione lorda Totale

OTE Cerealicolo Viticolo vino Viticolo tavola Olivicolo

Costi per ettaro Variabili

di cui premi e sovvenzioni

Reddito netto

Reddito lavoro

Fissi Remunerazione capitali conduttore

Totale

Salari(1)

Familiare

Nr

€/ha

%

€/ha

€/ULF

€/ULT

€/ULF

€/ora

€/ora

109 68 69 219

1.218 4.465 12.189 2.310

31 4 1 36

432 1.854 4.902 1.048

223 1.019 2.317 420

322 612 1.008 385

563 1.592 4.970 842

43.302 24.523 71.211 29.827

18.163 14.022 25.383 15.275

18.506 15.087 56.772 16.207

8,3 6,8 25,0 7,4

7,7 6,0 6,3 6,6 5,8

66

4.115(2)

7

2.384

653

445

1.078

19.131

11.602 11.410

4,6

Altri OTE

375

2.732

13

1.278

497

364

957

28.642

16.244 17.761

7,6

6,5

Totale campione

906

2.908

14

1.327

531

399

1.050

31.997

17.169 19.856

8,6

6,4

Zootecnico bovino

(1)

Compresi oneri sociali;

(2)

Nelle stesse aziende la produzione per UBA è pari a 2.458 euro

Risultati economici delle principali attività produttive rilevate in Puglia - Campione 2007 Numero osservazioni

Ampiezza Superficie media

Attività produttive Grano duro Vite da vino Vite da tavola Olivo da olio

Prodotto principale

Superficie irrigata

Produzione

Risultati economici per ettaro (euro)

Prezzo

Produzione lorda Totale

Margine Lordo

Spese specifiche

di cui contributi

Totali

di cui di cui fertilizzanti antiparassitari

Nr

ha

%

ql/ha

€/ql

344 286 116 639

19,7 4,1 7,5 7,8

0,3 74 99 38

29 189 242 36

31,4 25,8 59,6 43(1)

1.021 4.925 14.442 1.551

97 56 8 74

260 674 1.756 246

86 184 346 102

37 291 702 67

761 4.251 12.686 1.305

Pomodoro p.c.

28

11,1

97

846

7,1

8.336

2.324

2.129

359

333

6.207

Ciliegio

64

3,3

56

30

142,6

4.420

90

505

173

133

3.915

Mandorlo

79

3,1

47

21

127,7

3.322

628

196

85

60

3.126

(1)

Prezzo olio 2007: 346 euro/quintale

13


Gli immigrati in agricoltura

In uno scenario nel quale gli occupati nelle imprese agricole rilevati dall’ISTAT dal 1995 al 2008 sono in forte diminuzione (in Puglia -52 mila persone, pari al -32,4%, a fronte del -41,2% del Mezzogiorno e del -39,9% dell’Italia), l’impiego degli immigrati nell’agricoltura nazionale è in costante aumento, in coerenza con il complessivo incremento delle presenze straniere in Italia.

Secondo i dati dell’indagine annuale svolta dall’INEA da oltre un ventennio su tutto il territorio nazionale attraverso la raccolta diretta di informazioni presso i cosiddetti “testimoni privilegiati” (organizzazione sindacali, organizzazione professionali agricole, questure, centri per l’impiego, organizzazioni di volontariato, liberi professionisti, ecc.) e l’incrocio di numerose ban-

che dati, infatti, in Puglia, dal 1995 al 2008 l’utilizzo di manodopera straniera è aumentato di circa due volte e mezzo. Si è così raggiunto il considerevole valore di 26.468 unità , con una incidenza sul totale dei lavoratori agricoli occupati in regione, passato dal 7% al 24%. Il fenomeno ha interessato tutto il Paese con incrementi significativi registrati anche nel Mezzogiorno, dal 4% al

Impiego degli stranieri nell'agricoltura e le unità di lavoro in Puglia, Mezzogiorno e Italia () Valori in migliaia

Puglia

Mezzogiorno

Italia

14

* da Forze Lavoro ISTAT

15%, e in Italia, dal 3% al 19%. Pur essendo di carattere prevalentemente stagionale l’utilizzo dei cittadini stranieri in agricoltura, si osserva comunque un aumento della durata del loro rapporto di lavoro. In Puglia nel periodo considerato, infatti, la percentuale di impiego rispetto a una Unità di Lavoro è passata dal 38% al 56%, mentre nel Mezzogiorno dal 65% al 95% e

Stranieri occupati

XX

Unità di Lavoro straniere impiegate

XX

Occupati agricoli*

XX

1995

2000

2008

11,0

8,3

4,2

4,7

14,8

161,0

140,0

108,9

30,1

50,7

66,0

19,4

43,1

62,8

739,0

552,5

434,3

51,9

102,8

174,1

29,8

83,0

167,1

1.489,0

1.119,9

895,2

26,5


Puglia

Zootecnia

Colture ortive

Colture arboree

Florovivaismo

Colture industriali

10,1% 2.680

30,4% 8.043

23,2% 6.145

3,0% 800

33,3% 8.800

in Italia dal 58% al 94%. I lavorati stranieri in Puglia prestano la loro 18,6% 25,0% 41,1% opera principalmente nelle colture Bari 643 865 1.425 industriali (33,3%), nelle colture ortive (30,4%) e nelle colture arboree (23,2%). Marginale è l’impiego in zootecnia (10,1%) e nelle attività florovivaistiche (3%). In termini territoriali, nella provincia 24,9% 19,5% 55,6% Brindisi di Foggia si evidenzia il maggior 320 250 715 impiego di lavoratori stranieri, con il 62% del valore totale della Puglia (16.405 unità, di cui ben 8.800 impiegate per la sola raccolta del 3,6% 27,8% 14,0% pomodoro). Seguono Lecce e Bari Foggia 595 4.560 2.300 con valori simili tra di loro (rispettivamente 3.490 e 3.463 unità), cui seguono - con numeri decisamente più contenuti - Taranto (1.825) e Brindisi (1.285). 10,6% 44,4% 41,6% Lecce Rispetto al totale occupati stranieri 370 1.550 1.450 per comparto in Puglia e coerentemente con la distribuzione delle attività agricole, Bari detiene il primato di occupati nella zootecnia (32,3%) e nel florovivaismo (66,3%). Per gli 32,9% 31,5% 35,6% Taranto altri comparti, il primato è detenuto 600 575 650 da Foggia con il 56,7% delle colture ortive, il 37,4% delle colture arboree e il 100% di quelle industriali. Da una lettura dei dati a livello provinciale, invece, emerge nel barese la prevalenza dell’impiego nelle coltivazioni arboree (41,1%), nel brindisino nelle ortive (55,6%), nella Immigrati in agricoltura: alcuni indicatori () provincia di Foggia nelle industriali (53,7%), in quella di Lecce nelle ortive (44,4%), nel tarantino nelle Periodo d’impiego coltivazioni arboree (35,6%). Le attività svolte dagli stranieri sono generalmente quelle che non richie10,4% dono alcuna esperienza e che, molto Fisso spesso, i lavoratori autoctoni non vogliono svolgere: al primo posto la raccolta (64,4%) seguita dalle opera- Attività svolte zioni colturali varie (18%), dalle altre attività (10,2%) e dalla cura degli allevamenti (7,4%). 7,4% 10,2 18,0% Governo Altre attività Operazioni Come detto, vi è una forte predella stalla, colturali varie valenza della stagionalità del mungitura periodo d’impiego (89,6%). Il tipo di contratto è per il 74,0% informale, per il 18,3% parzialmente regolare, Tipo di contratto cioè un contratto nel quale viene dichiarato solo in parte il lavoro effettivamente svolto, e per il 7,7% 7,7% 18,3% Totalmente Parzialmente totalmente regolare. Le retribuzioni regolare regolare per il 94,9% dei casi rilevati non rispecchiano le tariffe sindacali.

Retribuzioni

15,3% 530

0,9% 150

Agricoltura, ambiente e pesca

Impiego degli stranieri nell'agricoltura pugliese per comparto produttivo ()

53,7% 8.800

3,4% 120

89,6% Stagionale

64,4% Raccolta

74,0% Informale

€€€€€€€€€€

5,1% Tariffa sindacale

94,9% Tariffa non sindacale

15


L’agriturismo Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT

Il settore agrituristico manifesta, ormai da anni, interessanti livelli di crescita su tutto il territorio nazionale, giungendo alla significativa consistenza di 17.720 aziende autorizzate all’esercizio di attività agrituristiche nel 2007. La Puglia, a dire il vero, sembra avere ancora un ruolo marginale nello scenario italiano, con appena 257 aziende autorizzate che concorrono alla formazione del totale nazionale per appena l’1,45%. Appare migliore

la situazione media delle regioni del Mezzogiorno, con una incidenza sul valore italiano di quasi un quinto (19.9%). I numeri ricordati - considerando la grande opportunità offerta dall’agriturismo alla valorizzazione del territorio, alla diversificazione delle attività e al sostegno ai redditi – evidenziano l’esigenza di proseguire nel sostegno e nella promozione del settore. L’obiettivo – proseguibile con facilità per le ottime possibilità

Aziende agrituristiche in Puglia per genere del conduttore () Femmine

Bari

26,3%

Maschi

Ripartizione %

73,7%

29,57%

Brindisi

35,6%

64,4%

17,51%

Foggia

47,4%

52,6%

14,79%

Aziende agrituristiche autorizzate per tipo, provincia e regione (2007) Province e Regione Foggia

Alloggio Ristorazione Degustazione 38 19 5

Altre attività 28

Bari

74

63

1

50

Taranto

20

10

-

15

Brindisi

45

28

4

32

Lecce

78

56

2

49

Puglia

255

176

12

174

2.971

2.691

487

2.036

14.822

8.516

3.224

9.715

Mezzogiorno Italia

di sviluppo dell’agriturismo in Puglia - è anche quello di colmare il divario attuale con le regioni del centronord, partite molti anni prima al Mezzogiorno. Passando alla lettura delle attività realizzate in Puglia, si osserva che quella dell’alloggio è esercitata da quasi la totalità delle aziende agrituristiche (99%) mentre la degustazione appare quasi per nulla diffusa (5%). Due aziende su tre offrono la ristorazione ai clienti, esercitando un ruolo importante in quanto attività che più delle altre può contribuire ad aumentare il reddito dell’impresa agricola e perché in grado di valorizzare adeguatamente le peculiarità delle produzioni aziendali e del territorio. Non bisogna dimenticare che la motivazione enogastronomica è tra le più incidenti nella scelta delle vacanze in agriturismo, sostenuta dall’aspettativa di consumare pasti più genuini e tipici. Molto interessante è anche la diffusione di altre attività (escursionismo, equitazione, osservazioni naturalistiche, ecc.)

che interessano il 68% delle aziende agrituristiche pugliesi. La presenza femminile nella conduzione delle aziende agrituristiche è rilevante anche se non rappresenta la quota maggioritaria ed è perfettamente in linea con l’incidenza delle conduttrici nel settore agricolo. Sia in Italia che in Puglia circa il 35% delle aziende agrituristiche è condotto da donne, mentre nel Mezzogiorno il valore supera il 40%. La distribuzione territoriale delle aziende vede una maggiore concentrazione nelle province di Bari e di Lecce e una bassa concentrazione nella provincia di Taranto. Il settore del turismo in generale riveste un ruolo rilevante in Puglia e nella fattispecie l’agriturismo può significare un modo diverso di trascorrere una vacanza dove le risorse del territorio come il patrimonio paesaggistico, storico e artistico si coniugano con l’attività agricola dell’azienda, che può più facilmente promuovere e valorizzare i prodotti tipici alimentari ed artigianali locali.

Aziende agrituristiche per genere del conduttore in Puglia, Mezzogiorno e Italia ()

Lecce

Taranto

16

38,5%

61,5%

40,0% 60,0%

30,35%

7,78%

Puglia

Mezzogiorno

Italia

1,45% 257

19,90% 3.526

100% 17.720

Maschi

64,2% 165

59,2% 2.087

65,1% 11.538

Femmine

35,8% 92

40,8% 1.439

34,9% 6.182

Numero


Ricavi per specie di pescato in Puglia () Totale Puglia= 173.812 Migliaia di euro

%

Fonte: nostre elaborazioni su dati MIPAAF-IREPA

Il comparto della pesca pugliese riveste nel panorama nazionale un ruolo di primo piano sia sotto il profilo della consistenza della flotta peschereccia sia dal punto di vista dei risultati economici e produttivi

raggiunti. In un contesto caratterizzato dal processo di ridimensionamento della flotta peschereccia italiana e dalla polverizzazione della stessa lungo le coste nazionali, la flotta pugliese continua ad essere la

Andamento della capacità di pesca (-) 2003

Puglia GT kw

25.896

173.111

2004

24.390

162.451

2005

23.963

2006

2007

2008

23.621

22.449

22.573

159.010

156.913

151.223

151.970

198.997

192.397

183.967

182.909

Italia GT

199.648 172.302

kw

1.253.825 1.212.532 1.184.130 1.152.625 1.113.174 1.101.967

Andamento delle catture e dei ricavi (-) Catture in tonnellate. Ricavi in milioni di euro

2003

Puglia Catture

2004

2005

2006

2007

2008

57.469 50.473 42.394

47.862 39.117

35.474

237,70

Ricavi Italia Catture

202,18

312.169

201,03

288.284

196,99

268.368

188,71

285.831

173,81

267.368 216.567

Ricavi

1.466

1.380

1.388

1.495 1.338 1.082

Caratteristiche tecniche della flotta peschereccia in Puglia e Italia (200) Indicatori di capacità e di attività Battelli (n.) Tonnellaggio (GT)

Puglia 1.691

Pesci 55,8% 96.954

Molluschi 22,1% 38.330

Naselli

10,0

Acciughe

3,9

Triglie di scoglio

3,3

Triglie di fango

2,4

Rane pescatrici

1,5

Gallinelli o capponi

1,5

Pesci spada

1,4

Sardine

13,2

Altro

8,3

Seppie

3,3

Polpi

2,6

Vongole

2,4

Calamari

1,9

Moscardino bianco

1,9

Moscardino muschiato

1,5

Totani

0,2

Crostacei 22,1% 38.527

Altro

9,9

Scampi

5,0

Gamberi bianchi

2,8

Pannocchie

1,9

Gamberi viola

1,2

Gamberi rossi

1,3

Altro

Consistenza della flotta peschereccia e giorni di attività per sistemi di pesca in Puglia (200) Italia 13.374

22.573

182.909

Potenza motore (kW)

151.970

1.101.967

Giorni di pesca (gg)

257.045

1.588.502

Tonnellaggio medio (GT/battelli)

13,35

13,68

Potenza media (kW/battelli)

89,87

82,40

152

118,8

Giorni medi di pesca (gg/battelli)

seconda flotta in Italia, superata solo dalla Sicilia, grazie ai 1.691 battelli (12,6% della flotta nazionale), ad un tonnellaggio di 22.573 GT (12,3%) e ad una potenza motore pari a 151.970 kW (13,8%). I sistemi di pesca prevalenti a livello regionale continuano ad essere lo strascico e la piccola pesca, sia che si consideri il numero dei battelli sia sotto il profilo del tonnellaggio e dei giorni di pesca. In particolare, la piccola pesca rappresenta il 52,7% del numero totale dei battelli contro il 35,8% dello strascico, mentre quest’ultimo domina tutti i sistemi di pesca in termini di tonnellaggio (68,4%). Infine, in termini di giorni di pesca risalta il peso della piccola pesca che da sola assorbe il 56,8% del valore totale. Il comparto ittico regionale, come del resto avvenuto a livello nazionale ed europeo, ha sofferto negli ultimi anni di una situazione di crisi senza precedenti, caratterizzata da bassi livelli di fatturato e, conseguentemente, di profitto determinati dalla contrazione della produzione, dalla riduzione dei prezzi alla produzione e dalla stagnazione della domanda interna. Ciò nonostante, la flotta pugliese contribuisce alla produzione nazionale con catture pari a quasi 35.500 tonnellate (16,4%), seconda regione in ordine di importanza. Anche sotto il profilo dei conti economici la Puglia occupa una posizione importante, grazie ai circa 174 milioni di euro di ricavi prodotti nel 2008 (16,1% del valore nazionale), attribuibili, in particolare, al pescato di naselli (18,6%), acciughe (10%), scampi (9,9%) e seppie (8,3%). Il profitto lordo del comparto in Puglia è stato pari a 47,4 milioni di euro nel 2008.

18,6

Agricoltura, ambiente e pesca

Gli indicatori strutturali ed economici della pesca

Sistemi di pesca

Battelli

GT Giorni di pesca

numero

tonnellate

numero

Strascico

605

15.435

90.888

Volante

34

2.839

4.835

Circuizione

15

874

2.045

Draghe idrauliche

75

810

4.898

891

1.638

146.123

Polivalenti passivi

18

229

2.570

Palangari

53

748

5.686

1.691

22.573

257.045

Piccola pesca

Totale Puglia

17


L’ambiente Le aree protette

Aree Protette Parco Nazionale Parco Naturale Regionale Riserva Naturale Statale Riserva Naturale Orientata Regionale

Incidenza sulla superficie totale regionale delle superfici della rete Natura  - ()

18

Abruzzo*

Valle d'Aosta*

Campania

Trento

Liguria

Molise*

Lazio*

Puglia

Veneto

Sicilia

Sardegna

Italia

Calabria

Bolzano/Bozen

Friuli Venezia Giulia

Basilicata

Piemonte*

Lombardia

Toscana

Umbria

Marche*

Emilia Romagna

* Il calcolo delle superfici è stato effettuato attribuendo a ciascuna regione la parte di sito effettivamente ricadente nel proprio territorio.

39,2

30,3

29,1

27,9

27,2

26,6

25,0

24,5

22,5

22,0

22,0

20,8

20,2

19,3

16,7

15,6

15,6

15,6

14,2

14,1

11,6

20,6

Fonte ISTAT, 2008. Il numero e l'estensione dei siti Natura 2000 per regione è stato calcolato escludendo le sovrapposizioni fra i Sic e le Zps.


che fanno parte della Rete Natura 2000. La Rete Natura 2000 è uno dei più importanti progetti europei di tutela della biodiversità e di conservazione della natura. Si tratta di una rete ecologica diffusa su tutto il territorio dell’Unione Europea per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e di fauna minacciate o rare a livello comunitario. La base normativa del progetto europeo risiede sia nella Direttiva 94/43/ CEE (Direttiva Habitat) che nella Direttiva 79/409/CEE (Direttiva Uccelli). L’applicazione delle due Direttive ha portato alla individuazione e creazione di una serie di siti che costituiscono appunto la Rete Natura 2000, quali le Zone a Protezione Speciale (ZPS) previste dalla Direttiva Uccelli e le Zone Speciali di Conservazione (ZSC) previste dalla Direttiva Habitat. Le ZPS entrano a far parte della Rete Natura 2000 dal momento della loro identificazione, invece la designazione delle ZSC segue un iter diverso e parte dalla identificazione a livello regionale di alcuni Siti di

Importanza Comunitaria (SIC) che divengono ZSC solo dopo un iter di approvazione da parte della Comunità Europea. Attualmente in Puglia, come nelle altre Regioni italiane, non ci sono ancora ZSC, ma, oltre a varie ZPS, sono stati identificati molti SIC, marini e non. Le aree Natura 2000 in Puglia coprono complessivamente una superficie a terra pari al 20% della superficie regionale (fonte: Assessorato all’Ecologia Regione Puglia, Ufficio Parchi www.ecologia.puglia.it). Tali aree non sono riserve rigidamente protette in quanto la Direttiva Habitat si pone l’obiettivo di conciliare l’urgenza di proteggere la biodiversità, con le esigenze economiche, sociali, culturali, e con le particolarità regionali e locali (art. 2). Il presupposto di partenza della Direttiva è il riconoscimento del valore di tutte quelle aree nelle quali la secolare presenza dell’uomo e delle sue attività tradizionali ha permesso il mantenimento di un equilibrio tra attività umane e natura. Questo è il caso di molte aree agricole a cui sono legate numerose specie animali e vegetali ormai rare e minacciate, per la sopravvivenza delle quali è necessaria la prosecuzione e la valorizzazione delle attività tradizionali, come ad esempio il pascolo e l’agricoltura non intensiva.

Fonte: Assessorato all’ecologia - Regione Puglia

Agricoltura, ambiente e pesca

La Regione Puglia presenta un’elevata parte della sua superficie Rete Natura 2000 dedicata alle Aree Protette. Parte di esse sono state istituite sulla base Zone di Protezione Speciale (ZPS) di legislazione nazionale o regionale, si tratta dei Parchi Nazionali, Siti di Interesse Comunitario (SIC) dei Parchi Naturali Regionali, delle Riserve Naturali Orientate Siti marini di Interesse Comunitario e delle Riserve Naturali Statali, che nel complesso ammontano a (SIC mare) 262.827,081 ettari (fonte: Assessorato all’Ecologia Regione Puglia, Ufficio Parchi). I Parchi Nazionali sono la tipologia di aree protette a cui è destinata la superficie maggiore con il Parco del Gargano ed il Parco dell’Alta Murgia. Tale estensione aumenterà di circa 3.570 ettari per l’inserimento a breve della superficie del Parco del Medio Fortore. Oltre a questa tipologia di aree protette ci sono anche quelle

19


L’ambiente I fattori di rischio

Valori medi decennali delle temperature, delle precipitazioni e del deficit idrico in Puglia -390

-415

-443

-507

-475

-538

Deficit idrico millimetri annui 15,9

15,9

703

15,5 647

617

584

Temperature °C annui

17,1

16,1

15,7

668

602

Precipitazioni millimetri annui

1950 1959

1960 1969

1970 1979

1980 1989

1990 1999

2000 2003

Fonte: noste elaborazioni su dati Ufficio Idrografico e Mareografico - Regione Puglia (i dati delle precipitazioni sono pubblicati ad ottobre 2007 ma sono aggiornati al 2003).

Superfici boscate colpite da incendi (1998 - 2008)

931

1.559

2003

649

927

2002

2004

2005

1999

30.273

992

Puglia 1998

4.212

16.422

9.955

21.470

20.866

44.064

20.218

38.186

771

2.424

5.164

Italia

3.927

39.362

58.234

73.017

115.242

Valori in ettari

2000

2001

2006

2007

2008

Fonte: nostre elaborazioni su dati del Corpo Forestale dello Stato

Rete Agrometeo Assocodipuglia (Stazioni fisse)

Rete Agrometeo Assocodipuglia (Stazioni mobili)

Rete Servizio Meteo Aereonautica Militare

Rete Agrometeo Nazionale

Foggia Bari

Ambiente I fattori di rischio Il settore agricolo in Puglia risente, come in altre regioni del nostro Paese, di una serie di criticità che possono essere così sintetizzate: a) condizioni climatiche a carattere semi-arido, con periodi siccitosi prolungati ed improvvisi eventi piovosi di forte intensità; b) degrado della copertura vegetale causato, nelle aree più fertili, dall’intensivizzazione delle produzioni agricole a più alto reddito e dall’abbandono, nelle aree marginali, dei terreni agricoli che risultano così maggiormente vulnerabili agli incendi boschivi; c) suoli tendenzialmente poveri di sostanza organica con marcata tendenza all’erosione idrica.

menti, poiché tutte le componenti dell’agro-ecosistema sono altamente dipendenti dalle variabili ambientali (temperature, precipitazioni, concentrazione di CO2 atmosferica) che influenzano direttamente l’ecofisiologia delle piante coltivate e la loro produttività. Per quanto riguarda le precipitazioni si osserva che il 92% delle stazioni pluviometriche pugliesi, presentano una diminuzione delle piogge medie annue. In particolare nell’anno 2000 si è registrato il più basso valore di pioggia (439 mm) tra quelli del periodo dal 2000 al 2003, il secondo più basso in assoluto nei 53 anni d’osservazione. Le aree della regione in cui si osserva una marcata contrazione delle precipitazioni medie annue, sono localizzate sul promontorio del Gargano, all’interno del Sub-AppenClima nino Dauno, sulle Murge Alte e lungo Il clima ricopre un ruolo fondamenla Penisola Salentina. tale nei processi di modellamento Per quanto riguarda le temperature, e di degrado di un territorio sia dal si osserva che la quasi totalità delle punto di vista fisico-biologico che stazioni termometriche considerate socio-economico. presenta, tra il 1950 e il 2003, un È ormai evidente che il clima del marcato trend positivo (con un nostro pianeta sta mutando con aumento di 1,2°C). Gli anni dal 2000 una velocità paragonabile alla scala al 2003 presentano le temperature temporale dell’uomo. L’aumento medie più elevate sia con riferimento sempre costante delle emissioni all’ultima decade, sia in relazione dei gas clima-alteranti (o gas serra), sembra essere il principale candidato all’intero periodo d’osservazione. L’aumento del valore medio annuale di questo cambiamento. denota la tendenza ad un generale Gli scenari che si prospettano per surriscaldamento della regione, con l’Europa meridionale, mostrano particolare rilevanza per la provincia un aumento generalizzato delle di Foggia, il Nord Barese e, nel periotemperature in tutta l’area con una progressiva riduzione della frequen- do tra il 1974 ed il 2003, soprattutto il promontorio del Gargano. za di inverni freddi e aumento della probabilità di estati molto calde. Alla Il deficit idrico climatico (ottenuto per differenza tra l’apporto delle generale contrazione degli apporti precipitazioni e la quantità d’acqua idrometeorici si accompagna un ritornata nell’atmosfera per effetto aumento della frequenza di piogge dell’evapo-traspirazione), per la sua ad alta intensità. Aumenterà anche stretta correlazione con l’andamento l’incidenza di eventi meteorologici delle temperature medie, segue il estremi (ondate di calore, siccità medesimo trend di queste, è aumenestive, rischio di inondazioni, ecc.). tato di quasi 150 mm nei 53 anni L’agricoltura è particolarmente considerati. sensibile agli effetti di tali cambiaL’Associazione Regionale dei Consorzi di Difesa della Puglia, nell’ambito della gestione del Servizio Agrometeorologico Regionale affidato dalla Regione Puglia, tra i servizi offerti, svolge il Monitoraggio dei parametri agrometeorologici, effettuato attraverso l’interrogazione automatica su base oraria delle 94 Stazioni rilevamento dati, installate con i criteri OMM su tutto il territorio regionale. Brindisi Lecce

Taranto

Stazioni di rilevamento Agrometeo in Puglia () 20

Fonte: Regione Puglia

I parametri rilevati sono: Precipitazione (mm); Temperatura 2 m (°C); Temperatura terreno 5 cm, -10 cm, -50 cm (°C); Umidità relativa 2 m, -50 cm (%); Bagnatura fogliare (ore); Pressione atmosferica (hPa); Velocità e direzione Vento 2 - 10 m (m/s) - (°); Radiazione globale (W/m2); Eliofania (ore: 1/10ore) Tali dati, acquisiti ogni ora tramite modem GSM, subiscono un processo di validazione automatica e archiviazione in un database, funzionale all’elaborazione di statistiche giornaliere, decadali, mensili, annuali, ecc., di mappe e grafici fruibili sul sito web www.agrometeopuglia.it


forestale italiana). Negli ultimi anni, si è assistito ad una diminuzione progressiva del numero degli incendi boschivi. Questo andamento si è interrotto nel 2007, quando la superficie colpita da incendi ha superato i 227.000 ettari (il valore più elevato degli ultimi 20 anni) con oltre 115.000 ettari di superficie boscata interessata dal fuoco. La Puglia è quindi tra le regioni italiane a più alta pericolosità d’incendio. In particolare, ben 60.880 ettari sono classificati dalla Legge quadro regionale n. 353/2000 come ad alto e medio rischio di incendio.

Foggia

Erosione dei suoli e desertificazione Com’è noto, il contenuto di sostanza organica nei suoli è influenzato dalle tecniche di lavorazione e dall’andamento climatico. La sostanza organica nei suoli pugliesi, a causa delle particolari condizioni pedoclimatiche, tende ad assestarsi naturalmente su valori relativamente bassi, senza però che vi siano significative conseguenze sulla loro funzionalità. Inoltre, proprio in relazione alle particolari condizioni climatiche, il territorio regionale è esposto a fenomeni di rapida mineralizzazione che portano ad ulteriori abbassamenti del contenuto della sostanza organica. La distribuzione

Bari

Brindisi

Distribuzione della sostanza organica Bassa

Alta

Media

Molto alta

Lecce Taranto

Foggia Bari

Brindisi

Vulnerabilità all’erosione Bassa

Alta

Media

Molto alta

Lecce Taranto

Foggia Bari

Vulnerabilità alla desertificazione Bassa

Alta

Media

Molto alta

Fonte: rielaborazione CNR-IRSA su dati Regione Puglia – Assessorato all’Ecologia, 2008 Progetto Pilota “Attuazione sperimentale della nuova Direttiva per la protezione del suolo finalizzata alla lotta alla desertificazione in Puglia”

Brindisi

Taranto

Lecce

della sostanza organica evidenzia come un contenuto relativamente elevato di sostanza organica (>3,5%) si osservi solo in aree limitate del territorio (Sub-Appennino Dauno, Murgia Sud-Orientale, basso Salento), mentre prevalgono le classi di medio (1-2%) e basso (<1%) contenuto, che interessano la zona del Tavoliere, gran parte delle province di Bari, Brindisi e Taranto, e la parte settentrionale della Penisola Salentina. Maggiormente interessati dal fenomeno di impoverimento del contenuto di sostanza organica sono quei territori caratterizzati da produzioni di tipo intensivo, dove più frequenti e incisive sono le lavorazioni del terreno e dove si impiegano ammendanti e concimi chimici, che assicurano produzioni maggiori in tempi brevi, invece di fertilizzanti e ammendanti organici (compost di qualità, letame, ecc.). Il preoccupante decremento della sostanza organica nei suoli è, in gran parte, responsabile della vulnerabilità degli stessi all’erosione (erodibilità). Le aree con vulnerabilità all’erosione molto alta sono per lo più localizzate in prossimità del Sub-Appenino Dauno e della Fossa Bradanica, caratterizzate da un’elevata pendenza, nonché nelle aree interne delle Murge, su suoli di modesta profondità. La gran parte del territorio, di contro, è caratterizzato da una media vulnerabilità all’erosione. Ai fattori citati che contribuiscono a caratterizzare la “qualità” dei suoli pugliesi si aggiungono caratteristiche “strutturali” quali la natura della roccia madre, la tessitura, la pietrosità, la profondità, la capacità di drenaggio, la salinità. Tali caratteri, unitamente al contenuto in sostanza organica, sono considerati nella definizione di un indice qualitativo di vulnerabilità al rischio di desertificazione. La cartografia evidenzia una situazione di notevole criticità, che interessa l’intero territorio regionale. Dall’Alto Tavoliere al basso Salento si osserva, in maniera continua, una situazione di elevata vulnerabilità, con valori pressoché ovunque elevati. Il generale avanzamento del processo di desertificazione risulta attenuato nella zona del Gargano ed in parte del Sub-Appennino Dauno. Ciò è dovuto, molto probabilmente, al contributo positivo della copertura vegetale e al maggior contenuto di sostanza organica dei suoli, fattori di fondamentale importanza, di cui tenere conto nell’elaborazione di una strategia di contenimento del fenomeno. L’adozione di pratiche agronomiche sostenibili, la razionalizzazione dell’irrigazione, il ripristino della sostanza organica nei suoli sono alcuni dei più immediati interventi di mitigazione dei processi desertificativi in atto nella nostra regione.

Agricoltura, ambiente e pesca

Incendi boschivi Un fenomeno strettamente correlato agli eventi climatici (in particolare alla piovosità) è rappresentato dagli incendi che alterano fortemente il patrimonio di biodiversità e riducono la capacità di fissazione dei gas clima-alteranti da parte delle già esigue formazioni forestali della nostra regione (1,7% della superficie

21


Glossario

Glossario

Capacità di pesca Individua la struttura produttiva della pesca di un’area territoriale attraverso l’analisi di tre variabili fondamentali, quali il numero dei battelli, il tonnellaggio complessivo e la relativa potenza motore in un determinato istante di tempo. Costi fissi Includono gli oneri sostenuti per l’impiego dei fattori che esplicano la loro funzione in più anni (fattori a logorio parziale). Sono i costi da sostenere nel corso dell’esercizio indipendentemente dall’esercizio dell’attività: quote di ammortamento, interessi, affitto terreni, compensi per lavoratori dipendenti, imposte. Costi variabili Sono i costi sostenuti per l’acquisto dei fattori a logorio totale (fertilizzanti, antiparassitari, sementi, mangimi, carburanti, noleggi, ecc.) e il costo relativo alle remunerazioni dei lavoratori avventizi. FEASR Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale Fondo subentrato al Feoga insieme al Feaga (fondo europeo agricolo di garanzia). Il Feasr nasce dall’incrocio tra la sezione orientamento e la sezione garanzia del vecchio Feoga e finanzia i nuovi Programmi di Sviluppo Rurale (Psr) per la fase di programmazione 2007-2013. GD Grande distribuzione Imprese che possiedono punti di vendita operanti nella forma di supermercato, ipermercato, hard discount, grande magazzino, altra grande superficie specializzata. GT Gross tonnage A partire dal 2004, costituisce la misura della capacità di tutti i pescherecci appartenenti alle flotte comunitarie. Il tonnellaggio lordo (Gt), così come fissato dalla Convenzione di Londra (1969), è definito come funzione del volume totale di tutti gli spazi interni della nave.

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Investimenti fissi lordi Sono costituti dalle acquisizioni (al netto delle cessioni) di capitale fisso effettuate dai produttori residenti, a cui si aggiungono gli incrementi di valore dei beni materiali non prodotti. Il capitale fisso consiste in beni materiali e immateriali prodotti destinati ad essere utilizzati nei processi produttivi per un periodo superiore ad un anno.

(tipo di coltura o allevamento) che deriva dalla differenza tra le medie triennali della produzione vendibile di queste e le medie triennali dei rispettivi costi specifici. È funzionale alla classificazione tipologica delle aziende agricole (Ote, Ude) secondo regole stabilite a livello comunitario.

ML Margine lordo dell’attività produttiva Corrisponde alla differenza tra il valore della produzione lorda dell’attività produttiva e le rispettive spese specifiche. Ore di lavoro Sommatoria delle ore di lavoro prestate in azienda dalla manodopera familiare e salariata. Comprende le ore prestate per le specifiche attività colturali o di allevamento e quelle svolte per attività non specifiche (manutenzione, commercializzazione, amministrazione, ecc.). OTE Orientamento tecnico economico Classificazione delle aziende agricole basata sulla determinazione del peso economico delle varie attività produttive e sulla loro combinazione. A tal fine, utilizzando il RLS della zona in cui ricade l’azienda, si moltiplicano gli ettari coltivati o il numero dei capi allevati per il corrispondente RLS. PL Produzione lorda dell’azienda e dell’attività produttiva Azienda: è il valore della produzione complessiva dell’azienda, realizzato nell’arco di un esercizio contabile. Comprende il valore dei prodotti venduti, di quelli utilizzati per l’autoconsumo o per prestazioni in natura, di quelli reimpiegati in azienda e la variazione delle giacenze di prodotti in magazzino. La produzione aziendale comprende anche le entrate lorde derivanti da attività agrituristiche collegate all’azienda e dal noleggio di macchine aziendali (se occasionali), nonché i contributi pubblici percepiti. Attività produttiva: è il valore della produzione complessiva dell’attività produttiva (venduta, riutilizzata come mezzo di produzione e utilizzata per l’autoconsumo familiare). Comprende anche i premi accoppiati. RLF Reddito da lavoro familiare Rappresenta la remunerazione del lavoro familiare impiegato in azienda e comprende anche il profitto dell’impresa. Si ottiene sottraendo dal Reddito Netto la remunerazione del capitale proprio dell’imprenditore (2% del valore per quello fondiario e 5% per quello di esercizio). In alternativa si può ottenere come differenza tra il Reddito da Lavoro Totale e i salari pagati. RLS Reddito lordo standard È un indicatore di redditività di una specifica attività produttiva agricola

RLT Reddito da lavoro totale Rappresenta la remunerazione di tutto il lavoro impegnato in azienda. Risulta dalla differenza tra il prodotto netto e la remunerazione del capitale aziendale, sia effettiva (interessi pagati ed affitti) e sia del capitale proprio dell’imprenditore (2% del valore per quello fondiario e 5% per quello di esercizio). RN Reddito netto Rappresenta la remunerazione ai capitali di proprietà e al lavoro forniti dall’imprenditore e dalla sua famiglia. È quanto resta del valore della produzione aziendale dopo aver detratto tutti i costi variabili e fissi. SAT Superficie agricola totale Per le indagini strutturali sulle aziende agricole, si intende l’insieme della Sau, delle colture boschive (boschi e pioppete), della superficie agraria non utilizzata e dell’altra superficie rientrante nel perimetro dei terreni aziendali. Essa, pertanto, differisce da quella adottata dalle statistiche agricole correnti in quanto quest’ultima comprende anche gli altri terreni abbandonati, non facenti parte di aziende agricole. SAU Superficie agricola utilizzata Insieme dei terreni investiti a seminativi, orti familiari, prati permanenti e pascoli, coltivazioni legnose agrarie e castagneti da frutto. Essa costituisce la superficie investita ed effettivamente utilizzata in coltivazioni propriamente agricole, non comprende la superficie investita a funghi in grotte, sotterranei od appositi edifici.

Spese specifiche dell’attività produttiva Comprendono gli oneri sostenuti per l’acquisto di mezzi tecnici e servizi (sementi, fertilizzanti, antiparassitari, mangimi, foraggi, acqua, noleggi passivi) impiegati nell’attività produttiva. E’ compreso il valore dei prodotti della stessa azienda reimpiegati nell’attività produttiva. Sono esclusi i costi della meccanizzazione aziendale e quelli della manodopera. UDE Unità di dimensione economica Rappresenta l’unità di base per il calcolo della dimensione economica aziendale. Una Ude corrisponde ad un reddito lordo standard (RLS) aziendale di 1.200 euro l’anno. UL Unità di lavoro Rappresenta la quantità di lavoro prestato nell’anno da un occupato a tempo pieno, oppure la quantità di lavoro equivalente prestata da lavoratori a tempo parziale o da lavoratori che svolgono un doppio lavoro. La misura non è legata alla singola persona fisica ma risulta ragguagliata a un numero di ore annue corrispondenti a un’occupazione esercitata a tempo pieno, numero che può diversificarsi in funzione della differente attività lavorativa. ULF Unità di lavoro familiare Persone che lavorano in azienda e che non ricevono salario o stipendio ma sono remunerate attraverso il reddito che rimane alla famiglia derivante dallo svolgimento dell’attività agricola. E’ dato dalla sommatoria delle ore di lavoro di ogni addetto familiare diviso 2.200. Un addetto che supera 2.200 ore risulta essere comunque una unità di lavoro.

VA Valore aggiunto È l’aggregato risultante dalla differenza tra il valore dei beni e servizi conseguiti dalle singole branche produttive e il valore dei beni e servizi intermedi consumati nel periodo conServizi annessi siderato. Corrisponde alla somma delle Esercizio per conto terzi e noleggio retribuzioni e degli ammortamenti di di macchine agricole con personale; ciascun settore. Con il Sec95 le stime operazioni di preparazione dei campi, del Va e della produzione non sono trattamenti antiparassitari, irrigazione più presentate secondo la valutazione delle colture, mietitura, raccolta e al costo dei fattori, essendo stato introprima preparazione dei prodotti per dotto il concetto di prezzo base. i mercati, esclusa la trasformazione; Esso comprende l’ammontare dei consistemazione di parchi, giardini e tributi commisurati al valore dei beni aiuole; attività di servizi connessi prodotti – escludendo ad esempio gli all’allevamento del bestiame, esclusi i aiuti compensativi non direttamente servizi veterinari. legati alle quantità prodotte – ed esclude le imposte specifiche sugli SN stessi. Saldo normalizzato Pertanto, a differenza di quanto È dato dal rapporto percentuale tra avveniva con la valutazione al costo il saldo semplice (esportazioni – imdei fattori, sono incluse nel prezzo portazioni) ed il volume di commercio base le altre imposte sulla produzio(esportazioni + importazioni); varia tra ne ed esclusi gli altri contributi alla -100 (assenza di esportazione) e +100 produzione. La produzione al netto dei (assenza di importazioni) e consente di consumi intermedi costituisce il Va al confrontare la performance commerprezzo base. ciale di aggregati di prodotti diversi e di diverso valore assoluto.


Il Trattato di Lisbona Il 1° dicembre 2009 il trattato di Lisbona è entrato in vigore a conclusione di un lungo periodo di negoziati sulla riforma istituzionale. Si modificano il Trattato sull’Unione europea e il Trattato istitutivo della Comunità, senza tuttavia sostituirli. Il nuovo trattato dota l’Unione del quadro giuridico e degli strumenti

necessari per far fronte alle sfide del futuro e rispondere alle aspettative dei cittadini. Per un’Unione più democratica e trasparente si rafforza il ruolo del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali e si offre ai cittadini possibilità di intervenire nella vita politica europea. In particolare, i

parlamenti nazionali fungono da custodi del principio di sussidiarietà, secondo cui ogni decisione va presa al livello più vicino ai cittadini. L’Unione diventa più efficiente attraverso la semplificazione dei suoi metodi di lavoro, si dota di istituzioni più moderne e adeguate ad un’Unione a 27 e dispone di una maggiore capacità di intervenire nei settori di massima priorità. La Carta dei diritti fondamentali nel diritto primario europeo, prevede nuovi meccanismi di solidarietà e garantisce una migliore protezione dei cittadini europei. Il Trattato di Lisbona permette all’Europa di esprimere una posizione chiara nelle relazioni con i partner a livello mondiale. Mette la potenza economica, umanitaria, politica e diplomatica

DEMOCRAZIA E TRASPARENZA

Si rafforza il ruolo del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali: • il Parlamento europeo è dotato di nuovi importanti poteri per quanto riguarda la legislazione, il bilancio dell’UE e gli accordi internazionali. La procedura di co-decisione garantisce al Parlamento europeo una posizione di parità rispetto al Consiglio; • i Parlamenti nazionali sono più coinvolti nell’attività dell’UE. Si introduce un nuovo meccanismo per verificare che l’Unione intervenga solo quando l’azione a livello europeo risulti più efficace (principio di sussidiarietà). • L’iniziativa popolare: un milione di cittadini può invitare la Commissione a presentare nuove proposte.

EFFICIENZA

Si introducono nuovi metodi di lavoro e norme di voto: • il voto a maggioranza qualificata in seno al Consiglio viene esteso a nuovi ambiti politici; • è istituita la figura del presidente del Consiglio europeo; • migliora la capacità di azione dell’UE in diversi settori prioritari per l’Unione e i suoi cittadini.

dell’Europa al servizio dei suoi interessi e valori in tutto il mondo, pur rispettando gli interessi particolari degli Stati membri in politica estera. Il Trattato non altera la natura fondamentale dell’UE, ma introduce delle innovazioni istituzionali e procedurali. Un esempio sono gli articoli inerenti la PAC che, riguardo agli obbiettivi della politica comune agricola e della pesca, restano immutati, mentre per le procedure per l’attuazione delle politiche prevedono lo strumento della codecisione del Parlamento, divenuta la procedura legislativa ordinaria. Questo comporterà un maggiore coinvolgimento del Parlamento nelle decisione, ma anche un maggiore ambito di operatività della Commissione.

Le politiche e le azioni regionali

LE POLITICHE E LE AZIONI REGIONALI

POLITICA AGRICOLA COMUNE Articolo 39 (ex articolo 33) Lascia immutate le finalità della PAC Articolo 43 (ex articolo 37)

DIRITTI E VALORI DI LIBERTÀ, SOLIDARIETÀ E SICUREZZA

PROTAGONISMO SULLA SCENA INTERNAZIONALE

Si promuovono: • I diritti dei cittadini e la Carta dei diritti fondamentali; • Libertà dei cittadini europei; • Solidarietà tra gli Stati membri; • Maggiore sicurezza per tutti.

Introduce una modifica sulle procedure, prevedendo che le decisione in materia di agricoltura e pesca sono prese dal Consiglio con la procedura legislativa ordinaria (co-decisione del Parlamento)

Il trattato di Lisbona permette all'Europa di esprimere una posizione chiara nelle relazioni con i partner a livello mondiale. Mette la potenza economica, umanitaria, politica e diplomatica dell’Europa al servizio dei suoi interessi e valori in tutto il mondo.

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Le politiche euro-mediterranee

Paesi partner mediterranei Paesi dell’Unione Europea

Paesi partner mediterranei

Altri Paesi Unione per il Mediterraneo

Fonte: nostre elaborazioni su dati EUROSTAT

Svezia Finlandia Norvegia

Lettonia

Danimarca Irlanda

Gran Bretagna

Lituania

Olanda

Bileorussia Germania

Polonia

Belgio Rep. Ceca Austria Svizzera Francia

Slovenia Monaco

Italia

2003

Lancio del Partenariato Euro-Mediterraneo Chiamato anche “Processo di Barcellona” diventa il quadro di riferimento per le relazioni tra Unione Europea e dieci Paesi della sponda sud del Mediterraneo. È suddiviso in tre aree di cooperazione: politica, economica e socio-culturale

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Moldavia

Ungheria Romania

Croazia

Bosnia Serbia Montenegro Bulgaria Macedonia Albania

Spagna

Portogallo

Ucraina

Slovacchia

Georgia Armenia

Grecia Turchia

Cipro Tunisia

Morocco

Siria

Libano Autorità Palestinese Israele

Giordania

Algeria Libia osservatore

Egitto

Mauritania

Accordo siglato

In fase di negoziazione

Nessun accordo

ge Eg ria itt Gi o or d Isr ani ae a Lib le an M o ar o Pa cco * les Sir tina ia Tu ni Tu sia rch ia

Grado di cooperazione

Paternariato Euro Mediterraneo (1995) Unione per il Mediterraneo (2008) Accordo di Associazione Accordo commercio prodotti agricoli Abbattimento dazi reciproco Unione doganale

Evoluzione delle politiche e degli accordi di cooperazione Euro-mediterranea 1995

Russia

Estonia

Al

Le relazioni dell’UE con i Paesi del Mediterraneo si sono evolute negli ultimi quindici anni in un processo mirato ad instaurare rapporti privilegiati tra le due sponde del Mediterraneo grazie alla creazione di un’area di stabilità politica e prosperità economica. La prima tappa di questo processo è stata la nascita, nel 1995, del Partenariato Euro-Mediterraneo, che comprendeva gli Stati membri dell’UE e dieci Paesi mediterranei. Al Partenariato si è affiancata, nel 2004, la più ampia Politica Europea di Vicinato, la quale ha previsto un nuovo strumento finanziario per portare avanti la cooperazione con tutti i Paesi vicini e prossimi dell’UE. Nel 2008, il Partenariato è stato rilanciato su iniziativa della Francia attraverso l’Unione per il Mediterraneo, che ha incluso anche alcuni Paesi dei Balcani. Questo ambizioso processo di cooperazione è articolato in tre aree principali: - politica - economica - socio-culturale. Per quanto concerne l’area economica, l’obiettivo del Partenariato prima, e dell’Unione per il Mediterraneo oggi, è rappresentato dalla creazione di un’Area di Libero Scambio (EuroMed Free Trade Area, EMFTA). Gli “strumenti” su cui si basano le relazioni privilegiate tra l’Unione Europea (UE) ed i Paesi Partner Mediterranei (PPM) sono gli Accordi di Associazione, sottoscritti a livello bilaterale ed attualmente in vigore con tutti i Paesi Partner Mediterranei ad eccezione della Siria.

2004

Prima Conferenza Euro-Mediterranea dei Ministri dell’Agricoltura Si tiene a Venezia ed è interamente dedicata alla cooperazione euro-mediterranea in materia agricola ed ha individuato le sfide comuni da affrontare e individuato le tematiche su cui incentrare la cooperazione: sviluppo rurale, promozione qualità prodotti agricoli e agricoltura biologica

Lancio della Politica Europea di Vicinato L’UE elabora una nuova politica e nuove priorità per disciplinare le sue relazioni con i Paesi vicini e prossimi, inclusi quelli facenti parte del Partenariato Euro-Mediterraneo. Viene creato un nuovo strumento finanziario, l’ENPI

2005

2008

Road Map di Rabat Il vertice Euro-Mediterraneo del commercio di Rabat definisce un programma in vista della nascita di una zona di libero scambio, a partire dal 2010. Per i prodotti agricoli si decide di lanciare nuovi negoziati per la liberalizzazione degli scambi commerciali, con la possibilità di eccezioni per i prodotti “sensibili”

* I negoziati per l'Accordo sul commercio di prodotti agricoli si sono conclusi a dicembre 2009, l'accordo è ora in attesa di essere ratificato dalle autorità competenti.

2010

Lancio dell’Unione per il Mediterraneo Su iniziativa del presidente francese Sarkozy, il Partenariato Euro-Mediterraneo viene rilanciato con il nome di Unione per il Mediterraneo, che si allarga fino ad includere alcuni Paesi dei Balcani

Avvio dell’area di libero scambio (EMFTA) A partire da gennaio 2010 si procede ad un ulteriore abbattimento delle restrizioni commerciali fino ad una loro completa e reciproca abolizione, con eccezioni per i prodotti “sensibili”


Incidenza % dei Paesi partner mediterranei sulle importazioni/esportazioni dell’Unione Europea 2004 Esportazioni

2005

2006

2007

5,8

5,7

5,4

5,3

4,7 4,5 Importazioni

4,3

Le politiche e le azioni regionali

Per quanto riguarda la cooperazione in materia agroalimentare e sviluppo rurale, di grande importanza per il processo di integrazione Euromediterraneo, sono stati i lavori della Conferenza ministeriale di Venezia del 2003, che ha riunito per la prima volta 37 ministri dell’agricoltura di tutti i Paesi del Partenariato EuroMediterraneo (15 per l’UE, 10 per gli allora Paesi Candidati all’ingresso nell’UE e 12 Paesi Partner Mediterranei). I ministri partecipanti concordarono sulle sfide da affrontare e le tematiche su cui rafforzare la cooperazione: - sviluppo di una strategia di sviluppo rurale, con particolare riguardo ai temi dell’agricoltura e dell’ambiente; - promozione della qualità dei prodotti agricoli - sviluppo dell’agricoltura biologica. In relazione alla cooperazione economica ed alla liberalizzazione degli scambi commerciali, gli Accordi di Associazione contengono disposizioni sul progressivo abbattimento dei dazi doganali nel commercio di beni industriali e, in misura più limitata, nel commercio di prodotti agricoli e della pesca. In base alle misure contenute negli accordi l’UE offre libero accesso a tutti i prodotti industriali provenienti dai Paesi partner mediterranei e garantisce un trattamento preferenziale per il prodotti agricoli: l’80% di questi ultimi è infatti importato senza dazi. Anche i partner mediterranei stanno progressivamente eliminando le tariffe sulle importazioni di beni industriali provenienti dall’UE e introducendo misure preferenziali per i prodotti agricoli. La liberalizzazione negli scambi di prodotti agricoli e della pesca avviene quindi in maniera più graduale, data la particolare sensibilità di questi settori. Per facilitare il processo di abbattimento dei dazi la Commissione europea ha elaborato nel 2005 una Roadmap che prevedeva l’avvio di un nuovo ciclo di negoziati. Il concetto guida era quello di aumentare il numero delle concessioni in materia agricola, delimitare il numero di “prodotti sensibili” (ed in quanto tali esclusi dalla liberalizzazione) e diversificare la produzione. Sulla base della Roadmap sono stati conclusi accordi bilaterali sul commercio di prodotti agricoli con Giordania, Egitto, Israele e Marocco e sono in corso negoziati con la Tunisia. Tuttavia, nonostante gli impegni assunti, la creazione dell’Area di Libero Scambio è solo all’inizio e, anche se l’UE è il primo partner commerciale dei Paesi mediterranei, questi ultimi incidono poco nelle relazioni commerciali totali dell’UE. A questo proposito, in occasione dell’ultima

4,2

Incidenza % dell’Unione Europea sulle importazioni/esportazioni dei Paesi partner mediterranei 2004 Importazioni

2006

2008

8,6 8,1 7,7

Esportazioni

6,9

6,9

6,7

Asimmetria nelle relazioni commerciali tra UE e Paesi terzi mediterranei Incidenza dei Paesi terzi mediterranei sulle importazioni ed esportazioni UE (2008)

Incidenza dell'UE sulle esportazioni ed importazioni dei Paesi terzi mediterranei (2008)

Esportazioni Importazioni

5,9

4,5

39,9

44,2

Relazioni commerciali totali

conferenza dei ministri dell’economia dell’Unione per il Mediterraneo tenutasi a dicembre 2009, è stata riconosciuta la necessità di lanciare ulteriori negoziati e procedere con la liberalizzazione degli scambi di prodotti agricoli. Inoltre è stata discussa una nuova Roadmap per il post-2010, che identifica azioni concrete per aumentare l’integrazione economica, favorire il commercio e gli investimenti e far sì che gli Accordi di Associazione si possano trasformare in accordi di libero scambio.

I PRODOTTI “SENSIBILI” Sono prodotti ritenuti di particolare importanza per il loro ruolo nel sistema economico del paese importatore e che sono sottoposti ad un regime di liberalizzazione limitato. Per i prodotti “sensibili” rimangono quindi in piedi delle restrizioni alle importazioni. Nelle relazioni commerciali tra UE e Paesi partner mediterranei i prodotti sensibili per l’UE sono prevalentemente prodotti ortofrutticoli come uva da tavola, albicocche, pesche, pomodoro fresco, carciofi, zucchine, arance, aglio, fragole, peperoni, cetrioli, cavoli, patate, olive.

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Health Check della Politica Agricola Comunitaria (PAC)

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La Commissione Europea, nel maggio 2006, chiudendo l’accordo interistituzionale che ha consentito, il varo delle prospettive finanziarie 2007/2013, ha preso l’impegno di predisporne, tra il 2008 ed il 2009, una revisione “ampia e completa” che interessasse tutti gli aspetti del bilancio comunitario, dalle principali voci di spesa alle fondamentali fonti di entrate finanziarie. Nel quadro di questa revisione si è inserita una nuova riflessione sulla PAC, in particolare sulle proposte di modulazione obbligatoria e sul conseguente rafforzamento, soprattutto sotto il profilo finanziario, del secondo pilastro. Questo obiettivo ha imposto quindi una revisione della stessa, nell’ambito della quale, il rafforzamento delle politiche di sviluppo rurale si è tradotto, non più nel semplice perseguimento degli obiettivi già elencati dal Regolamento (CE) n. 1698/2005, bensì anche in quelli che sono stati definiti le nuove sfide dell’agricoltura europea, ossia: 1. cambiamenti climatici e il rispetto del protocollo di Kyoto, 2. energie rinnovabili, 3. gestione delle risorse idriche, 4. declino della biodiversità, 5. misure di accompagnamento della ristrutturazione del settore lattiero-caseario, 6. innovazione connessa alle priorità precedenti. Il perseguimento di queste nuove sfide da parte delle politiche di sviluppo rurale ha significativi effetti su due questioni di carattere operativo, che si riflettono nelle modifiche del regolamento (CE) n.1698/2005 delineate dalla proposta della Commissione. Esse sono le seguenti: - l’utilizzazione delle risorse finanziarie aggiuntive che provengono dalla modulazione, che vanno indirizzate solo ed esclusivamente alla realizzazione di operazioni compatibili con le sfide elencate; - la necessità di rivedere la programmazione dello sviluppo rurale 20072013 e, in particolare, il contenuto dei PSR approvati con decisione comunitaria. Anche il PSR Puglia è stato interessato da tale processo producendo in particolare l’introduzione di misure nuove nell’ambito dell’Asse II, tese per l’appunto ad accogliere le nuove sfide.

HEALTH CHECK DELLA POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA (PAC) COSA È STATO? È stato un processo di valutazione della Politica Agricola Comunitaria (PAC). Il suo obiettivo non è stato reinventare o riformare in senso stretto la PAC, quanto piuttosto produrre uno sforzo in termini di riorganizzazione e ammodernamento della stessa, nonché di adattare gli strumenti della PAC per meglio rispondere a nuove emergenze, in primis quelle ambientali. REGOLAMENTO DI RIFERIMENTO Emerge l’esigenza di rafforzare la strategia per lo sviluppo rurale con nuovi obiettivi per l’agricoltura europea: il Regolamento CE 74/2009 (che modifica il Regolamento (CE) n. 1698/2005) ha imposto agli Stati membri di adeguare i Programmi di Sviluppo Rurale (PSR) in funzione di specifiche priorità, individuate come “sfide dell’HC” per l’agricoltura europea. LE NUOVE SFIDE Cambiamenti climatici Tale sfida è collegata agli obiettivi assunti nel protocollo di Kyoto in merito alla riduzione di emissioni di CO2 in atmosfera Energie rinnovabili Tale sfida impone di promuovere interventi tesi alla sostituzione dei combustibili fossili con quelli rinvenienti da fonti alternative e rinnovabili Gestione delle risorse idriche Una gestione razionale delle risorse idriche è essenziale per l’agricoltura europea sia nella logica del risparmio e del riutilizzo sia allo scopo di preservare la qualità dell’acqua. Biodiversità La tutela della biodiversità è una sfida importante nell’ambito della quale l’agricoltura europea dovrà giocare un ruolo fondamentale Misure di accompagnamento della ristrutturazione del settore lattiero-caseario L’obiettivo è sostenere i produttori di latte nel processo di adattamento ai cambiamenti determinati dall’estinzione del regime delle quote latte nel 2015. Innovazione connessa con le prime 4 priorità È tesa a sviluppare tecnologie, processi e prodotti nuovi in materia di cambiamenti climatici, energie rinnovabili, gestione delle risorse idriche e biodiversità.

UNIONE UROPEA Regolamento (CE) n.74/2009 (che modifica il Reg. (CE) n. 1698/2005); Regolamento (CE) n. 363/2009 (che modifica il Reg. (CE) n. 1974/2005); Piano di Rilancio Economico (COM (2008) 800 final); Decisione 2009/61/CE che modifica gli Orientamenti Strategici Comunitari; Libro Bianco della CE sull’adattamento ai cambiamenti climatici (COM (2009) 147 final).


Le politiche e le azioni regionali

PROCESSO DI RIVISITAZIONE DEI DOCUMENTI PROGRAMMATICI

ITALIA Il PSN ha accolto tutte le sfide, con l’aggiunta della Diffusione della banda larga in risposta alla problematica del digital divide, sulla base del Piano di Rilancio Economico dell’Unione Europea.

REGIONE PUGLIA PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2007-2013 Nuove sfide Health Check Cambiamenti climatici

Misura/ Asse Azione Descrizione II

II

214/2 [Introduzione nuova azione] Subazione b) Interramento stoppie con concimazione inorganica

214/5 [Introduzione nuova azione] Inerbimento superfi ci arboree

Risorse FEASR aggiuntive (€) HC/RP

Altre

6.319.000

18.302.000

risorse da utilizzare anche per l’azione 214/5*

totale risorse aggiuntive da distribuire su tutta la misura 214

*

Energie rinnovabili

IV

413

[Potenziamento azione esistente] Realizzazione di nuovi impianti e acquisto di attrezzature per la produzione e la vendita di energia, limitati ad una potenza di 1 MW

4.388.250

4.575.000

Gestione delle risorse idriche

I

125

[Introduzione nuova azione] Realizzazione interventi sulla rete di distribuzione degli impianti di affi namento delle acque refl ue

4.388.250

4.575.000

Biodiversità

II

II

214/4 [Introduzione nuova azione] Subazione b) creazione della Rete sulla biodiversità

214/6 [Introduzione nuova azione] Conversione di seminativi in pascoli

11.234.000 risorse da utilizzare anche per l’azione 214/6** **

II

216

[Potenziamento azione esistente] Realizzazione fasce di vegetazione naturale erbacea-arbustiva integrata con fossi, stagni, canali inerbiti

2.194.125

2.287.000

Misure di accompagnamento della ristrutturazione del settore lattiero -caseario

I

121

[Potenziamento azione esistente] Adeguamento strutturale degli allevamenti bovini da latte funzionale all’abbattimento dei costi di produzione, al miglioramento della qualità delle produzioni in opportuno collegamento con la fase della trasformazione, utilizzando prevalentemente alimenti di produzione aziendale

6.582.375

6.864.000

Obiettivo del Piano di Rilancio Economico dell’Unione Europea Diffusione della banda larga

III

321

[Introduzione nuova azione] Realizzazione di infrastrutture di proprietà pubblica, in aree bianche C e D in digital divide dove non vi è alcuna previsione di connessione a banda larga Realizzazione di un servizio wireless ad alta capacità per il collegamento delle aree rurali non connesse alle dorsali a banda larga

10.548.000

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Le politiche della pesca

FONDO EUROPEO PESCA 2007-2013 OBIETTIVO GENERALE • Garantire la sostenibilità economica, ambientale e sociale del settore pesca e acquacoltura • Ridurre lo sforzo di pesca • Proteggere l’ambiente marino

OBIETTIVI PRINCIPALI • Facilitare l’attuazione della Politica Comune della Pesca promuovendo un equilibrio sostenibile tra le risorse e la capacità di pesca della flotta • Aiutare le comunità dei pescatori a diversificare la loro economia e compensare i soggetti per la fuoriuscita dal settore • Accrescere la sussidiarietà attraverso una gestione concorrente efficiente e condivisa

PROGRAMMA OPERATIVO FONDO EUROPEO PESCA (FEP) Regolamento del Consiglio (CE) n. 1198/2006 per il settore pesca in Italia Assi prioritari FEP

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Asse Prioritario 1 Misure per l’adeguamento della flotta da pesca comunitaria

• • • • •

Arresto definitivo Arresto temporaneo Investimenti bordo Piccola pesca costiera Misure socioeconomiche

Asse Prioritario 2 Acquacoltura, pesca nelle acque interne, trasformazione e commercializzazione dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura

• • • • •

Investimenti produttivi Misure idroambientali Misure sanitarie Pesca acque interne Trasformazione e commercializzazione

Asse Prioritario 3 Misure di interesse comune

• • • •

Asse prioritario 4 Sviluppo sostenibile delle zone di pesca

• Gruppi di azione Costieri • Piano di Sviluppo Locale (PSL): Competitività, gestione dell’ambiente/ territorio, qualità della vita/diversificazione, cooperazione interregionale e transnazionale tra gruppi

Asse Prioritario 5 Assistenza tecnica

• Assistenza alla: · gestione e attuazione del programma · monitoraggio e valutazione del programma · controllo e gestione della flotta · raccolta ed elaborazione di informazioni

Azioni collettive Protezione e sviluppo fauna e flora acquatiche Porti, luoghi di sbarco e ripari di pesca Sviluppo di nuovi mercati e campagne promozionali • Progetti pilota • Modifica pescherecci per altre attività

Il Fondo europeo per la pesca (FEP) che finanzia interventi strutturali nel settore della pesca marittima e dell’acquacoltura è disciplinato dal Regolamento CE n. 1198/2006 del Consiglio del 27 luglio 2006 e dal Regolamento CE n. 498/2007 della Commissione del 26 marzo 2007, che ne stabilisce le modalità attuative. Il FEP è lo strumento finanziario comunitario che contribuisce alla promozione dello sviluppo sostenibile nel settore della pesca, delle zone di pesca e della pesca nelle acque interne. Accompagna e integra, ove necessario, le altre politiche e strumenti comunitari, in particolare il FEASR. Esso sostituisce il vecchio Strumento Finanziario di Orientamento della Pesca (SFOP). A livello nazionale è stato adottato il Programma Strategico Nazionale (PSN) che descrive gli aspetti della politica comune della pesca ed individua le priorità, gli obiettivi e le risorse finanziarie pubbliche ritenute necessarie per l’attuazione del programma stesso, nonché i termini di attuazione. Con Decisione della Commissione Europea C(2007) 6792 del 19 dicembre 2007 è stato approvato il Programma operativo nazionale dell’Italia per il periodo di programmazione 2007-2013. Il PO Pesca Italia è articolato in 5 assi prioritari di intervento e prevede finanziamenti complessivi per 849 milioni di euro di cui 424 milioni a carico del FEP. In particolare gli interventi finanziabili sono finalizzati al raggiungimento di obiettivi economici, ambientali e sociali, quali: • garantire la stabilità delle attività di pesca e lo sfruttamento sostenibile delle risorse alieutiche; • ridurre la pressione sugli stock equilibrando le capacità della flotta comunitaria rispetto alle risorse marine disponibili; • promuovere lo sviluppo sostenibile della pesca nelle acque interne; • potenziare lo sviluppo di imprese economicamente redditizie nel settore ittico e la competitività delle strutture destinate a garantire lo sfruttamento delle risorse; • favorire la conservazione e la tutela dell’ambiente e delle risorse marine; • incentivare lo sviluppo sostenibile e migliorare le condizioni di vita


Dotazione finanziaria Fondo Europeo Pesca (FEP)

424.342.854 € Italia

318.281.864 € Regioni Obiettivo convergenza Calabria Campania Puglia Sicilia Basilicata

106.060.990 €

120.315.000 €

Regioni Obiettivo non convergenza

Puglia

Commissione Europea

IGRUE

Autorità di Gestione Italia

Autorità di Certificazione Italia

Le politiche e le azioni regionali

nelle zone in cui vengono praticate attività nel settore della pesca; • promuovere la parità di genere tra gli addetti del settore della pesca. Nell’ambito dell’asse IV del PO si prevedono interventi tesi allo sviluppo sostenibile delle zone di pesca, mediante il finanziamento delle strategie di sviluppo locale, elaborate ed attuate dai Gruppi di Azione Costiera (GAC). Basandosi sull’esperienza delle iniziative LEADER e adottando un approccio dal basso verso l’alto, i finanziamenti nel quadro del FEP favoriranno lo sviluppo di misure finalizzate a rispondere alle specifiche esigenze di sviluppo delle zone di pesca interessate. Saranno messi a disposizione aiuti a favore delle persone occupate nel settore della pesca o in settori ad essa collegati. Rispetto al programma precedente, la proposta relativa all’istituzione del FEP attribuisce un’importanza molto maggiore alla dimensione socioeconomica dell’intervento della Comunità. Tutti coloro che lavorano nel settore della pesca, che sia a bordo dei pescherecci, nell’acquacoltura o nelle unità di trasformazione, nei porti di pesca o nei luoghi di sbarco, potranno beneficiare di aiuti destinati ad accrescere le competenze professionali nonché a migliorare le condizioni di lavoro e la sicurezza. Il necessario adeguamento della flotta da pesca sarà accompagnato da una serie di misure di carattere socioeconomico, come compensazioni per l’arresto definitivo o temporaneo delle attività, aiuti alla diversificazione delle attività dei pescatori, al prepensionamento o al riorientamento verso altre attività. Anche le strategie locali per lo sviluppo sostenibile delle zone di pesca avranno come obiettivo quello di migliorare la qualità della vita e di mantenere la prosperità economica e sociale delle zone interessate. Alcune azioni finanziabili con il FEP hanno una dimensione transnazionale. Si tratta ad esempio delle azioni come l’istituzione di reti transnazionali tra soggetti operanti nel campo dello sviluppo locale, al fine di promuovere scambi di esperienze, migliori pratiche tra le regioni europee dipendenti dalla pesca e l’istituzione di collegamenti in rete e migliori pratiche. Oltre al FEP continuerà ad essere utilizzato il secondo strumento (il FEAGA) della Politica Comune della Pesca (PCP), comprendente i finanziamenti delle misure comuni di sostegno del mercato, mentre la ricerca nel settore della pesca rientra nel 7° programma quadro. Non sono possibili trasferimenti tra il FEP ed il secondo strumento.

Organismi intermedi Puglia

GAC Gruppi di Azione Costiera 29


La ricerca pubblica nel settore agroalimentare La ricerca, lo sviluppo di innovazioni e la diffusione delle conoscenze sul territorio rappresentano alcune tra le più importanti variabili in grado di favorire lo sviluppo sostenibile del sistema agroalimentare e, in particolare, di incidere positivamente sulla crescita economica, sulla competitività, sulla qualità della vita e dell’ambiente. Nel corso dell’ultimo decennio, pur non possedendo proprie strutture sperimentali, la Regione Puglia ha promosso e finanziato numerosi progetti di ricerca nel

settore agricolo utilizzando diverse fonti finanziarie di provenienza regionale, nazionale e comunitaria. In particolare, la spesa pubblica della Regione nel settore della ricerca ha avuto nell’intervallo 1998-2007 un andamento altalenante, con livelli di spesa che hanno oscillato tra 0,2 e 1,2 milioni di euro, raggiunti rispettivamente nel 1998 e nel 2006. Le azioni della Regione a sostegno del settore nel prossimo triennio sono state rafforzate con l’approvazione delle Linee guida per la ricerca e

LINEE GUIDA PER LA RICERCA E LA SPERIMENTAZIONE IN AGRICOLTURA 2009-2011 Indirizzi strategici

• avvicinare la ricerca ai fabbisogni di innovazione; • soddisfare la domanda di conoscenza e di innovazione; • consolidare le risorse finanziarie investite in ricerca e rafforzarne la massa critica; • rafforzare le relazioni tra enti di ricerca e operatori economici; • favorire lo sviluppo di economie di scala e accrescere la competitività del sistema produttivo agricolo; • sviluppare le sinergie e la crescita professionale dei • • •

soggetti che operano nella ricerca, sostenendo la interdisciplinarietà ed evitando le duplicazioni delle ricerche; agevolare l’acquisizione e l’accesso all’innovazione tecnologica; promuovere la cantierabilità dell’innovazione prodotta; implementare processi di validazione da parte degli utilizzatori; integrare produzione, trasferimento e diffusione dei risultati delle ricerche; condividere le conoscenze; promuovere sistemi di valutazione delle innovazioni prodotte.

I temi delle ricerche

• • • • • • • • 30

prodotti e tecniche delle coltivazioni arboree, delle filiere vitivinicola e olivicolo-olearia; prodotti e tecniche delle coltivazioni cerealicole, industriali, officinali foraggere e no food e loro tecnologie. Produzioni e valorizzazione tecnologica nel settore orticolo, floricolo e del vivaismo ornamentale e delle colture officinali. zootecnia e trasformazione dei prodotti della filiera. Benessere animale. Allevamenti faunistici. Zoocolture, apicoltura. selvicoltura, piante a rapido accrescimento, tartuficoltura, prodotti del bosco e faunistico venatorio; agricoltura e ambiente, agricoltura sostenibile e biologica, biodiversità animale e vegetale; multifunzionalità in agricoltura; biotecnologie animali e vegetali; strategie politiche economiche e sociali.

sperimentazione in agricoltura 200911 e con la previsione di un impegno di spesa complessivo pari a quasi 8,8 milioni di euro. Le Linee guida individuano gli obiettivi per la promozione della ricerca, della sperimentazione e per il trasferimento delle innovazioni in campo agricolo e forestale, gli indirizzi strategici, i temi e le tipologie di attività di ricerca, le modalità di finanziamento, i meccanismi di selezione e le modalità di monitoraggio e di valutazione dei progetti di ricerca. Gli indirizzi strategici dell’azione regionale si propongono di avvicinare le attività di ricerca ai fabbisogni di innovazione del territorio e di consolidare l’impegno regionale in termini di spesa, favorendo nel contempo la crescita di un sistema di relazioni e lo sviluppo di sinergie e professionalità tra gli attori che operano a vario titolo nel sistema della conoscenza in agricoltura, la condivisione delle conoscenze e l’integrazione tra produzione, trasferimento e diffusione dei risultati delle ricerche. L’azione si inserisce all’interno di un territorio caratterizzato dalla presen-

za di numerose istituzioni qualificate che, tuttavia, si presentano come un mosaico di soggetti e di azioni poco integrate a livello territoriale. Secondo recenti indagini condotte dall’INEA, sono 58 gli enti pubblici impegnati in attività di ricerca su tematiche attinenti il settore agroalimentare, in prevalenza costituiti da dipartimenti dell’Università (40%) e istituti del CNR (24%). Le tematiche su cui si sono incentrati negli ultimi anni i progetti di ricerca coprono un ampio spettro che va da quelli più strettamente legati ai cicli produttivi aziendali a materie trasversali, con una prevalenza di progetti incentrati su temi attinenti la produzione agricola (22%), la qualità (15%) e la trasformazione (14%). I progetti insistono su più filiere produttive, tra le quali primeggiano la zootecnia (36%) e la filiera ortofrutticola (24%). Infine, gli enti di ricerca si caratterizzano per aver attivato una fitta rete di collaborazioni internazionali con Paesi distribuiti in tutti i continenti e, in particolare, con l’Unione Europea e con gli USA.

Collaborazioni internazionali degli enti pubblici di ricerca ()

28

3

Graduatoria e classi di numerosità delle collaborazioni

 da 26 a 50 collaborazioni 1 2 3 4 5

Spagna Francia USA Gran Bretagna Germania

49

 da 11 a 25 collaborazioni 6 7 8 9 10 11 12 13 14

Marocco Grecia Tunisia Albania Egitto Turchia Libano Siria Algeria

 da 5 a 10 collaborazioni 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31

Portogallo Belgio Irlanda Giordania Argentina Malta Polonia Olanda Norvegia Serbia Danimarca Svizzera Croazia Canada Palestina Austria Ungheria

 da 1 a 4 collaborazioni 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56

Cipro Repubblica Ceca Bosnia Herzegovina Cina Israele Romania Georgia Finlandia Australia Bulgaria Svezia Macedonia Slovenia Montenegro Iran Lituania Russia Venezuela Repubblica del Sud Africa Armenia Slovacchia Brasile Montecarlo Madagascar Estonia

53

19


Impegno di spesa della Regione Puglia per la ricerca in agricoltura 2009-2011 2007

Valori in migliaia di euro 1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

224,6

248,4

842,0

603,0

261,8

476,7

424,1

484,4

1.189,6

Le politiche e le azioni regionali

Spesa pubblica regionale per ricerca e sperimentazione nel settore agroalimentare (-)

867,6

8.785,6

Fonte: nostre elaborazioni su dati della Regione Puglia

Distribuzione territoriale dei centri di ricerca in Puglia () Provincie CNR1

CRA2

Politecnico di Bari

Università

7

16

5

4

1

Bari

10

3

Foggia

1

3

Lecce

2

Taranto

1

1

128

86

Produzione agricola

Agricoltura sostenibile

Produzione zootecnica

Qualità

Altri Enti

81

62

46

Trasformazione

44

Sicurezza alimentare

Commercializzazione

Acquacoltura 32

31

Economia e politica agraria

21 Produzione vivaistica

21

Ambiente e territorio 10

Cooperazione internazionale

ITC 2

6

2

1

Bioinformatica

Biotecnologie

Numero di progetti di ricerca per filiere di interesse (2008)

3 1 1

Brindisi 2

Numero di progetti di ricerca per aree tematiche ()

Filiera zootecnica

Filiera ortofrutticola

Filiera vitivinicola

Filiera sementiero cerealicolo pastaria

Filiera ittica

Più filiere

Filiera olivicolo olearia

Filiera foresta

Filiera floricola

Filiera tabacco

173

116

47

47

43

24

22

5

1

1

Consiglio Nazionale delle Ricerche; Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura

Fonte: dati INEA

Fonte: dati INEA

42 23

39 56

25 17

22

4

5

16 2

26 54

15

48

47

1

21 33 52 30 31 44 37 27 34 24 45 43 41 9 7

38

20

32 12

8

6

51

11

35

13 46

36 29 18 14

10

55

40 50

Fonte: dati INEA

31


INDIRIZZI UTILI

Facoltà di Agraria - Università di Foggia www.agraria.unifg.it u servizioweb@unifg.it.it 2 0881/589226 Istituto Nazionale di Economia Agraria Sede Regionale per la Puglia www.inea.it/oea/puglia u oeapuglia@inea.tno.it 2 080/4670466 - 456

REGIONE PUGLIA www.regione.puglia.it Presidenza della Giunta Regionale u segreteria.presidente@regione.puglia.it 2 080/5522021 – 080/5522029 Assessorato Risorse Agroalimentari u segreteria.agricoltura@regione.puglia.it 2 080/5559553 Area Politiche per lo Sviluppo Rurale u g.ferro@regione.puglia.it 2 080/5405106 Servizio Agricoltura u servizio.agricoltura@regione.puglia.it 2 080/5405106

Brindisi u e.urso@regione.puglia.it 2 0831/544337 Foggia u fs.guerra@regione.puglia.it 2 0881/706520 Lecce u s.leuzzi@regione.puglia.it 2 0832/373521 Taranto u r.raguso@regione.puglia.it 2 099/7307506 PROVINCIE

Servizio Alimentazione u servizio.alimentazione@regione.puglia.it 2 080/5405134 Servizio Foreste u servizio.foreste@regione.puglia.it 2 080/5405470 Servizio Caccia e Pesca u cacciapesca@regione.puglia.it 2 080/5403016 Servizio Riforma Fondiaria ex ERSAP u riforma.fondiaria@regione.puglia.it 2 080/5405990 - 080/5405925 Servizio Coordinamento Commissione Politiche Agricole u r.fiore@regione.puglia.it 2 080/5405199 Uffici Provinciali Agricoltura Bari u g.marti@regione.puglia.it 2 080/5405130 Brindisi u f.coluccia@regione.puglia.it 2 0831/544321 Foggia u a.ursitti@regione.puglia.it 2 0881/706549 Lecce u a.ferriero@regione.puglia.it 2 0832/373432 Taranto u a.svelto@regione.puglia.it 2 099/7307507 Uffici Provinciali Alimentazione

32

Bari u a.daddabbo@regione.puglia.it 2 080/5405146

Provincia di Bari www.provincia.ba.it u segretariogenerale@provincia.ba.it 2 080/5412225 Provincia di Brindisi www.provincia.brindisi.it u provincia@pec.provincia.brindisi.it 2 0831/565111 Provincia di Foggia www.provincia.foggia.it u provincia@provincia.foggia.it 2 0881/7911 Provincia di Lecce www.provincia.le.it u urp@provincia.le.it 2 0832/6831 - 0832/683111 Provincia di Taranto www.provincia.taranto.it u info@provincia.ta.it 2 099/4587111 UNIONE EUROPEA Commissione Europea http://ec.europa.eu/agriculture/index_it.htm 2 +32 2-2991111 5 +32 (0) 2-2950130 MINISTERI Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali www.politicheagricole.it u urp@pec.politicheagricole.gov.it 2 06/46651 UNIVERSITÀ ED ENTI DI RICERCA Facoltà di Agraria – Università di Bari www.agr.uniba.it/home.php u info@agr.uniba.it 2 080/5443074

Istituto Nazionale di Economia Agraria www.inea.it u inea@inea.it 2 06/478561 Istituto Pugliese di Ricerche Economiche e Sociali www.ipres.it u ipres@ipres.it 2 080/5228411 CRA - Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura www.entecra.it u cra@entecra.it 2 06/478361 CRA - Centro di Ricerca per la Cerealicoltura Sezione Operativa di Foggia www.entecra.it u cer@entecra.it 2 0881/742972 – 0881/714911 CRA - Unità di Ricerca per i Sistemi Colturali degli Ambienti Caldo-Aridi (ex ISA) www.entecra.it u sca@entecra.it 2 080/5475011 CRA - Unità di Ricerca per l’Uva da Tavola e la Vitivinicoltura in Ambiente Mediterraneo Sede Centrale di Turi www.entecra.it u utv@entecra.it 2 080/8915711 CRA - Unità di Ricerca per l’Uva da Tavola e la Vitivinicoltura in Ambiente Mediterraneo Sede Distaccata di Barletta www.entecra.it u utv.ba@entecra.it 2 0883/521346 CRA - Unità di Ricerca per l’individuazione e lo studio di colture ad alto reddito in ambienti caldo-aridi www.entecra.it u car@entecra.it 2 0832/306882

CNR - Sezione di Bari Istituto Ricerca sulle Acque www.irsa.cnr.it/index.php?idp=5&lang=it u resp.bari@irsa.cnr.it 2 080/5820511 CNR - Unità Organizzativa di Supporto Sede di Bari -Istituto di Virologia Vegetale www.ivv.cnr.it/new/index.htm u martelli@agr.uniba.it 2 080/5442914 CRSA - Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia” www.crsa.it u postmaster@crsa.it 2 080/4313071 – 080/4311254 Centro Ricerche Bonomo Centro Provinciale Bonomo per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura www.centroricerchebonomo.it u info@centroricerchebonomo.it 2 0883/569844 Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata www.izsfg.it u dirsan@izsfg.it 2 0881/786111 Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari (CIHEAM - IAMB) www.iamb.it u iamdir@iamb.it 2 080/4606111 – 080/4606204 – 080/4606281 CAMERE DI COMMERCIO, INDUSTRIA, AGRICOLTURA E ARTIGIANATO Bari www.ba.camcom.it u segreteria.generale@ba.camcom.it 2 080/2174111 – 080/2174220 – 080/2174219 Brindisi www.br.camcom.it u segreteria.generale@br.camcom.it 2 0831/228111 Foggia www.fg.camcom.it u ccia@fg.legalmail.camcom.it 2 0881/797111 Lecce www.le.camcom.it u cameradicommercio@le.camcom.it 2 0832/684111

CNR - Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari www.ispa.cnr.it u segreteria@ispa.cnr.it 2 080/5929359 – 080/5929365

Taranto www.camcomtaranto.com u cciaa.taranto@ta.legalmail.camcom.it 2 099/7783111

CNR - Istituto di Genetica Vegetale www.igv.cnr.it u segreteria.igv@igv.cnr.it 2 080/5583400

UNIONCAMERE www.unioncamere.it u unioncamere@cert.legalmail.it 2 06/47041

CNR - Sezione di Bari Istituto per la Protezione delle Piante www.ba.ipp.cnr.it u f.elia@ba.ipp.cnr.it 2 080/5929220 – 080/5929221


Indice

ORGANIZZAZIONI PROFESSIONALI AGRICOLE Federazione Regionale Coldiretti Puglia www.puglia.coldiretti.it u puglia@coldiretti.it 2 080/5520598

Pubblicazione non in commercio finanziata nell’ambito del progetto “Creazione di un sistema della conoscenza a supporto dell’attuazione del Programma di Sviluppo Rurale della Puglia 2007-2013” realizzato da Regione Puglia, IAMB e INEA con le risorse della misura 511 Assistenza Tecnica del Programma di Sviluppo Rurale della Puglia 2007-2013

Comitato di redazione Roberto Capone, Tiziana Maraglino Redazione Generosa Calabrese Roberto Capone Gianluigi Cardone Donato Carone Domenico Casella Giacomo Casiello Rossella Chiarella Chiara Ciannamea Giulia Diglio Massimo Di Lonardo Abderaouf El Ferchichi Marinella Giannelli Gaetano Ladisa Laura La Ficara Anna Maria Lapesa Filippo Losacco Tiziana Maraglino Daniela Napolitano Pierpaolo Pallara Patrizia Pugliese Massimiliano Schiralli Piernicola Tondo Luigi Trotta Grazia Valentino

2

AGRICOLTURA, AMBIENTE E PESCA

2

Indicatori strutturali ed economici

3

La produzione agricola

4

L’agricoltura biologica

6

La zootecnia

7

L’industria alimentare

Finito di stampare nel mese di luglio 2010 presso Grafica&Stampa - Altamura

Federazione Regionale degli Agricoltori di Puglia www.confagricoltura.it u puglia@confagricoltura.it 2 080/5484569 Confederazione Produttori Agricoli (COPAGRI) u copagripuglia@libero.it 2 080/5211061

8

La distribuzione e i consumi alimentari

COMUNITÀ MONTANA

9

Gli scambi con l’estero

10

La Puglia a confronto

12

Campione RICA 2007 Struttura, caratteristiche e risultati economici delle 906 aziende rilevate in Puglia

Comunità Montana dei Monti Dauni Settentrionali www.montidaunisettentrionali.it u info@montidaunisettentrionali.it 2 0881/558314 – 0881/558280

14

Gli immigrati in agricoltura

16

L’agriturismo

17

Gli indicatori strutturali ed economici della pesca

18 18 20

L’ambiente Le aree protette I fattori di rischio

22

Glossario

23

LE POLITICHE E LE AZIONI REGIONALI

23

Il Trattato di Lisbona

24

Le politiche euro–mediterranee

26

Health Check della Politica Agricola Comunitaria (PAC)

28

Le politiche della pesca

30

La ricerca pubblica nel settore agroalimentare

32

INDIRIZZI UTILI

È consentita la riproduzione citando la fonte

Progetto grafico e impaginazione Nino Perrone Michele Colonna

Confederazione Italiana Agricoltori Puglia www.scianet.it/ciapuglia u info@scianet.it 2 080/5616025

CONSORZI DI DIFESA Associazione Regionale Consorzi di Difesa Puglia www.agrometeopuglia.it u direzione.codipu@agrometeopuglia.it 2 080/5429693 Consorzio di Difesa e Valorizzazione delle Produzioni Intensive dell’Ambiente e del Territorio Rurale della Provincia di Bari www.condifesabari.it u condifesa.bari@asnacodi.it 2 080/5744733 – 080/5744652

CONSORZI DI BONIFICA

COLLEGI PERITI AGRARI

Consorzio di Bonifica Montana del Gargano www.bonificadelgargano.it u info@bonificadelgargano.it 2 0881/633140 – 0881/633141

Collegio Provinciale dei Periti Agrari di Bari www.peritiagrari.bari.it u collegio.bari@peritiagrari.it 2 080/5428141 Collegio Provinciale Periti Agrari di Brindisi www.peritiagrari.it u collegio.brindisi@peritiagrari.it 2 0831/305566

Consorzio per la Bonifica della Capitanata www.consorzio.fg.it u consorzio@bonificacapitanata.it 2 0881/785111 – 0881/727991 – 0881/708035 Consorzio di Bonifica Terre d’Apulia www.cbtaweb.it u info@cbtaweb.it 2 080/5419111 Consorzio Speciale per la Bonifica di Arneo www.consorzioarneo.it u info@consorzioarneo.it 2 0833/571476 – 0833/876111

Collegio Provinciale Periti Agrari di Lecce www.peritiagrari.it u collegio.lecce@peritiagrari.it 2 0832/346996

EIPLI - Ente per lo Sviluppo dell’Irrigazione e la Trasformazione Fondiaria in Puglia - Lucania - Irpinia www.eipli.it 2 080/5537680

Consorzio di Bonifica Stornara e Tara u cbonif.stornaratara@tin.it 2 099/7357111 – 099/7378973

COLLEGI AGROTECNICI E AGROTECNICI LAUREATI

Ordine Dottori Agronomi e Dottori Forestali della provincia di Bari www.agronomiforestali.it u info@agronomiforestali.it 2 080/5614487

Consorzio di Difesa e Valorizzazione delle Produzioni Agricole dell’Ambiente e del Territorio Rurale di Brindisi www.demetra-codivabri.it u segreteria.a@codivabri.it 2 0831/517140

Ordine Dottori Agronomi e Dottori Forestali della provincia di Brindisi www.agronomibrindisi.it u ordafbrindisi@libero.it; u comunicazioni@agronomibrindisi.it 2 0831/520140

Consorzio di Difesa delle Produzioni Intensive della Provincia di Foggia www.codifo.it u info@codifo.it 2 0881/634143

Ordine Dottori Agronomi e Dottori Forestali della provincia di Foggia www.agronomi-fg.it u info@agronomi-fg.it 2 0881/772566

Consorzio di Difesa e Valorizzazione delle Produzioni Intensive dell’Ambiente e del Territorio Rurale della Provincia di Lecce www.codile.it u segreteria.codile@agrometeopuglia.it 2 0832/232134 – 0832/232135 Numero Verde: 800-660644

Ordine Dottori Agronomi e Dottori Forestali della provincia di Lecce u ordinelecce@conaf.it 2 0832/346996

Consorzio di Difesa delle Produzioni Intensive della Provincia di Taranto www.codita.it u sede@codita.it 2 099/4773430

ISMEA - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare www.ismea.it u urp@ismea.it 2 06/855681

Collegio Provinciale Periti Agrari di Taranto www.peritiagrari.it u collegio.taranto@peritiagrari.it 2 099/4527447

ORDINE DEI DOTTORI AGRONOMI E DEI DOTTORI FORESTALI

Ordine Dottori Agronomi e Dottori Forestali della provincia di Taranto www.ordaf.ta.it u ordaf.ta@tin.it 2 099/4532525

Innova Puglia S.p.A. www.innova.puglia.it u info@innova.puglia.it 2 080/4670418

Collegio Provinciale Periti Agrari di Foggia www.peritiagrari.manganofoggia.it u collegio.foggia@peritiagrari.it 2 0881/723401

Consorzio di Bonifica Ugento e Li Foggi www.bonificaugento.it 2 0833/959111

Unione Regionale delle Bonifiche delle Irrigazioni e dei Miglioramenti Fondiari per la Puglia www.unionebonifichepuglia.it u urbi@unionebonifichepuglia.it 2 080/5531551

ICE - Istituto Nazionale per il Commercio Estero Sede Regionale Puglia www.ice.it/sedi/puglia/index.htm u bari@ice.it 2 080/5699101

Collegio Provinciale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici Laureati di Bari www.agrotecnici.it u bari@agrotecnici.it 2 080/4675728 Collegio Provinciale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici Laureati di Foggia www.agrotecnici.it u foggia@agrotecnici.it 2 0881/984784 Collegio Provinciale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici Laureati di Taranto www.agrotecnici.it u taranto@agrotecnici.it 2 099/9713649 Collegio Interprovinciale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici Laureati di Lecce - Brindisi www.agrotecnici.it u lecce@agrotecnici.it 2 0833/564522 ENTI VARI ISTAT - Ufficio Regionale per la Puglia www.istat.it/istat/organizzazione/ sediregionali/puglia u urba@istat.it 2 080/5789311 ARTI - Agenzia Regionale per la Tecnologie e l’Innovazione www.arti.puglia.it u info@arti.puglia.it 2 080/4670576 ARPA Puglia - Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale www.arpa.puglia.it u dg@arpa.puglia.it 2 080/5460151

Osservatorio Regionale Banche – Imprese di Economia e Finanza www.bancheimprese.it u osservatorio@bancheimprese.it 2 080/5010600


L’agricoltura in Puglia 2010 REGIONE PUGLIA

Assessorato alle Risorse Agroalimentari

ISTITUTO NAZIONALE DI ECONOMIA AGRARIA Sede regionale Puglia

Istituto Agronomico Mediterraneo


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