Istruttore Pilates con i piccoli attrezzi

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Istruttore di Pilates con i piccoli attrezzi

‘’Il vero maestro ti mostra la tua bravura non la sua’’

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Circle: è un cerchio di plastica o metallo del diametro di circa 40 cm dotato di impugnature laterali.

Punti salienti:

• Utilizzo in un programma di rinforzo isometrico

• Facilita l’esecuzione e la comprensione dei ruoli dinamici dei vari gruppi muscolari

• Aumenta la difficoltà di esecuzione e la percezione aiutando nell’allenamento, differenziando livelli e capacità.

• L’utilizzo coinvolge sia le gambe che le braccia, attraverso la pressione sia verso l’interno che verso l’esterno.

• Il beneficio è la tonificazione dei diversi gruppi muscolari

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Foam Roller: di forma cilindrica, lungo 90-100 cm e largo 10-15 cm.
Generalmente di materiale sintetico
di svariati polietileni.
E’ un attrezzo utile per esercizi di ginnastica correttiva e posturale.
Aiuta a rafforzare la muscolatura ed è un ottimo supporto per i lavori di equilibrio e stabilizzazione.
o
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Soft Ball :
È una palla soffice di materiale plastico, di 20 cm di diametro.
Generalmente viene posizionata sotto il bacino, tra le mani o tra le ginocchia per favorire la tonificazione di tutta la muscolatura.
Stimola la coordinazione e la destrezza rendendo più divertenti gli esercizi.
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• Fitball: è una palla di circa 60 cm di diametro di materiale plastico.

• Stimola la flessibilità, la mobilità articolare e stimola la propriocettività.

• Migliora la postura e i meccanismi di mantenimento dell’equilibrio.

• Durante gli esercizi, la palla restituisce alla persona una spinta che deriva dal peso corporeo mettendo in attività i muscoli, senza sovraccaricare le articolazioni.

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Elastico: da pochi anni impiegato nel metodo Pilates Grazie al suo utilizzo è possibile eseguire sul “mat” gli esercizi originariamente pensati per macchinari come Reformer e Cadillac.
Più si crea tensione nella banda elastica
più l’esercizio diviene impegnativo.
e
13 • Con ordine, il meccanismo di funzionamento del metodo pilates potrebbe essere sintetizzato come segue: – Individuazione del "problema" o dello scompenso, analizzando il baricentro del corpo – Acquisizione della tecnica di pilates, rispettando i principi di: concentrazione, controllo, fluidità, precisione e respirazione – Pratica regolare e sistematica degli esercizi di pilates, con regolare verifica del baricentro e della postura.

La versatilità della tecnica ha permesso il suo utilizzo in campo riabilitativo. Nel metodo, la posizione e il movimento di ogni parte sono estremamente importanti e il corpo si muove come un sistema integrato. Quanto più correttamente si usa il corpo nel corso degli esercizi, tanto più correttamente verrà usato in qualsiasi altra circostanza.

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15 • Nel suo libro "Return to Life through Contrology", Joseph Pilates presenta il suo metodo come "arte del controllo motorio", manifestandosi sotto forma di allenamento e non come una vera e propria terapia. Se praticato con continuità e sistematicità, infatti, il Pilates migliora: • Flessibilità • Forza e resistenza alla forza Isometrica • Controllo ed equilibrio.
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Le
L’insegnamento/apprendimento avviene attraverso
metodologia
è LA DIDATTICA.
Il compito dell’istruttore di Pilates è quello di riflettere, di impadronirsi delle metodologie e delle didattiche più opportune per realizzare un’educazione motoria.
abilità motorie cioè la capacità con cui si svolgono le azioni motorie possono e devono essere oggetto di apprendimento/insegnamento.
una
idonea che
17 Cosa vuol dire INSEGNARE? LA DIDATTICA E’LA TEORIA DELL’ISTRUZIONE, DEI METODI DI INSEGNAMENTO, DELL’INSEGNAMENTO /APPRENDIMENTO ha uno dei suoi campi di ricerca nella comunicazione tra insegnante ed allievo e l’oggetto di tale comunicazione è il curricolo disciplinare sviluppato all’interno di una organizzazione.
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Il
di aiutarlo
apprendere organizzando le CONDIZIONI PIU’ IDONEE ALL’APPRENDIMENTO.
Il momento più importante è l’apprendere e non l’insegnare in quanto cambia il rapporto docente allievo. La nostra attività didattica deve ruotare intorno all’allievo che deve essere posto al centro del processo di apprendimento.
nostro ruolo è quello
ad

LE TECNICHE PER REALIZZARE L’APPRENDIMENTO SONO: PREVISIONE (caratteristiche, formazione e esperienza dell’insegnante COMPETENZA ),

- PROCESSO ( MEZZI e i COMPORTAMENTI dell’insegnante e dell’allievo),

- PRODOTTO ( IL RISULTATO ciò che si e’ appreso, gli apprendimenti a breve e a lungo termine),

- PROGRAMMA ( OBIETTIVI le SEQUENZE DI ESERCIZI, contenuti delle attività e modalità di valutazione per proporre poi nuovi obiettivi)

- CONTESTO (AMBIENTE dove si svolge l’attività motoria, attrezzature, che favorisce il processo di apprendimento e le caratteristiche degli allievi e disponibilità

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Che cosa sia un buon insegnamento e come debba essere la prestazione di un insegnante efficace emerge da una pluralità di azioni, dal modo in cui un insegnante elabora gli obiettivi di apprendimento, da come considera gli allievi con bisogni speciali, da come organizza gli ambienti di insegnamento ed apprendimento, da come struttura le spiegazioni, da come fornisce feedback sulla prestazione degli allievi, da come riesce a motivare gli allievi verso le attività proposte.

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21 Le funzioni dell’insegnante efficace possono essere riassunte nei seguenti sette punti: 1. identifica chiaramente i risultati che si intendono ottenere; 2. pianifica le esperienze di apprendimento per raggiungere tali risultati; 3. presenta correttamente il compito ai discenti; 4. organizza e gestisce l’ambiente di apprendimento; 5. monitora l’ambiente in cui avviene l’apprendimento; 6. sviluppa i contenuti secondo progressioni logiche motorie 7. valuta sistematicamente l’efficacia del processo.

un aspetto fondamentale è la costruzione dell’immagine mentale del gesto da compiere. La costruzione di questa immagine risulta essere essenziale per guidare e perfezionare fin dall’inizio l’esecuzione del gesto motorio. L’immagine mentale o guida, permette inoltre di rilevare attraverso il confronto tra il movimento reale che si è eseguito e l’immagine appresa precedentemente un eventuale errore di esecuzione o di condizioni o di programmazione

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Compito dell’insegnante sarà dunque quello di fare in modo che l’allievo abbia la consapevolezza del gesto che deve compiere in tutte le sue particolarità e dettagli, attraverso la memorizzazione dell’immagine mentale, che funge da guida nel movimento.

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24 L’insegnante deve essere una guida e non un semplice impartitore di ordini o comandi. L’allievo dovrà sentirsi capito e confortato nei momenti di difficoltà ma anche incoraggiato se serve. La coerenza è l’esempio dell’insegnante rappresenta l’atto più importante dell’assistenza.

Le funzioni dell’insegnante durante la pratica sportiva, sono sostanzialmente di due tipi: 1. interventi che influenzano direttamente i comportamenti dell’allievo: a) mantenere un ambiente di apprendimento sicuro, pulito, caldo, accogliente; b) chiarire e rinforzare i compiti all’allievo ; c) osservare e analizzare le risposte degli allievi ; d) dare feedback, suggerimenti ; e) modificare l’esercizio individualmente o per piccoli gruppi ; f) mantenere un ambiente di apprendimento produttivo; sociale.

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26 2. Interventi che influenzano indirettamente i comportamenti dell’allievo: a) dare risposta alle necessità personali degli allievi; b) impegnarsi in discussioni “fuori tema” con alcuni allievi; d) seguire gli allievi infortunati.

FUNZIONI DELL’INSEGNANTE

La preparazione ed il mantenimento dell’ambiente di apprendimento è un aspetto importante per la sicurezza delle attività che vengono proposte.

Le disposizioni materiali per la pratica possono contribuire molto a questo aspetto.

Va posta quindi molta attenzione alla disposizione degli attrezzi, al tipo di attività rispetto all’ambiente che si ha a disposizioni.

La disposizione quindi degli attrezzi, la scelta delle forme organizzative più consone all’esercitazione, l’assistenza diretta da parte dell’insegnante, le varie forme di assistenza indiretta sono elementi importanti per mantenere un ambiente di apprendimento sicuro.

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Dott. Diego Campaci
28 Durante l’attività l’insegnante deve muoversi tra gli allievi per chiarire e rinforzare i compiti di apprendimento che erano stati proposti. L’insegnante può in questa fase eliminare le anomalie che ostacolano il mantenimento di un produttivo ambiente di apprendimento, sia aiutando gli allievi a rimanere sul compito, attraverso feedback adeguati, sia riorganizzando la pratica stessa.
Diego Campaci
Dott.
29 L’osservazione, l’analisi delle risposte degli allievi permette di comprendere e identificare gli errori che possono esserci all’interno dei compiti. Caratteristiche facilitanti per l’osservazione sono la posizione da cui l’insegnante osserva, la definizione in anticipo di che cosa dovrà essere osservato, l’uso di strategie per suddividere l’attenzione quando si osserva un gruppo numeroso. Dott. Diego Campaci

Il feedback è un elemento importante che viene rielaborato negli interventi pratica. L’insegnante può fornire feedback, descrittivi, feedback sul risultato o sulla prestazione, può definire sia feedback correttivi che valutativi, oltre a quelli negativi e positivi. Il cambiamento o la modifica di compiti per individui o piccoli gruppi è importante per ottimizzare i compiti che sono stati proposti e per indirizzare gli allievi verso l’obiettivo che ci si era proposti. In questo ambito diventa centrale l’individualizzazione degli interventi.

Diego Campaci

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Dott.
31 Le condizioni e le forme di organizzazione della pratica sono quelle che permettono di mantenere un produttivo ambiente di apprendimento. Ci sono alcuni interventi durante la pratica che non comportano interventi diretti da parte dell’insegnante, ma sono legati a scelte metodologiche ed organizzative che l’insegnante fa in relazione al tipo di abilità, e di competenza che sta sviluppando

E’ un insegnante colui il quale si mette in gioco con gli allievi ed oltre ad essere coinvolgente da un punto di vista motivazionale diventa spesso un modello da imitare.

Molto spesso durante la lezione di pilates, proprio grazie al “diverso ambiente di lezione” gli allievi i sono più propensi a parlare delle loro emozioni e tendono a vedere l’insegnante come un confidente .

Questo tipo di relazione non va sottovalutata, ma l’insegnante deve essere abile a trasferirla nei momenti morti della lezione o a fine lezione per non compromettere l’impegno della classe.

Può capitare che durante l’ora di pilates avvengano piccoli infortuni o malessere.

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Le scelte metodologiche ed organizzative dell’ l’insegnante sono in relazione al tipo di abilità, e di competenza che sta sviluppando.

scelte rientrano nel concetto di condizioni ed organizzazioni della pratica del pilaes, che comprende l’analisi:

scelta metodologica in funzione del compito, pratica intera o per parti;

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Queste
della variabilità della pratica;
della distribuzione della pratica;
della quantità di pratica;
della

.

La variabilità della pratica

La sequenza di esercizi in cui si esegue ripetutamente è solo una variante di un dato compito durante una sessione che viene definita pratica costante.

Se l’obiettivo dell’apprendimento è invece quello di eseguire numerose varianti appartenenti ad una stessa classe di movimenti durante una sessione: la pratica viene definita variabile.

Eseguire una attività in maniera costante significa non modificare l’ambiente e le condizioni regolatorie, d’altro canto una variazione della pratica significa invece agire proprio su questi aspetti.

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Nell’insegnamento del PILATES si possono scegliere modalità diverse, quali proporre una singola abilità in una lezione e richiedere molte ripetizioni, oppure proporre più abilità in successione nella stessa seduta o, infine, esercitare più abilità nella stessa lezione alternandole fra loro con una certa frequenza.

La pratica in forma casuale crea un effetto che in letteratura è conosciuto come “interferenza contestuale”, studiato per primo da Battig nel 1966, ripreso e sperimentato successivamente da Shea e Morgan nel 1979. L’interferenza contestuale è l’effetto che deriva dallo svolgimento di una abilità in un contesto diverso da quello abituale.

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L’interferenza contestuale

E’ l’effetto che deriva dallo svolgimento di una abilità in un contesto diverso da quello abituale.

L’interferenza contestuale si differenza dalla variabilità in quanto, mentre quest’ultima fa riferimento ai contenuti dei parametri e dei programmi motori, l’interferenza contestuale riguarda l’organizzazione dei contenuti.

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Pertanto, dopo che è stata compresa la tecnica globale del movimento negli esercizi di pilates vanno proposte esperienze variate anche all’interno di uno stesso programma motorio ( lezione), tempi esecutivi, inserimento degli attrezzi, numero dei partecipanti, numero degli stimoli, complessità delle richieste.

Es: La simmetrizzazione dei movimenti è un tipo particolare di variabilità che si manifesta con miglioramenti della prestazione in un gesto a seguito di esercitazioni con la parte corporea non dominante. È consigliabile, tuttavia, richiedere la simmetrizzazione dei movimenti solo quando il gesto è svolto con una certa efficienza.

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Pertanto, dopo che è stata compresa la tecnica globale del movimento negli esercizi di pilates vanno proposte esperienze variate anche all’interno di uno stesso programma motorio ( lezione), tempi esecutivi, inserimento degli attrezzi, numero dei partecipanti, numero degli stimoli, complessità delle richieste.

La simmetrizzazione dei movimenti è un tipo particolare di variabilità che si manifesta con miglioramenti della prestazione in un gesto a seguito di esercitazioni con la parte corporea non dominante. È consigliabile, tuttavia, richiedere la simmetrizzazione dei movimenti solo quando il gesto è svolto con una certa efficienza.

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“per acquisire una abilità motoria è meglio una pratica ammassata (meno sessioni pratiche con più tempo di esercizio per ognuna) o distribuita (stessa quantità di pratica distribuita in più sessioni con meno tempo di lavoro all’interno di ogni sessione)?”

Questa domanda vale sia rispetto al tempo complessivo di attività, che al tempo di attività rispetto ad ogni sessione di pratica. Nella singola sessione di attività, sembra che nelle abilità continue sia preferibile la pratica distribuita; Nelle abilità discrete (battuta nella pallavolo, tuffo, …) pare sia invece preferibile la pratica ammassata.

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Una variabile determinante per l’apprendimento motorio è la quantità di esercitazioni sul compito. Considerata l’importanza della quantità, vanno accuratamente predisposte condizioni di esercitazione che massimizzino i tempi di attività senza perdere tempo utile alla pratica.

CONDIZIONI DI ESERCITAZIONI

limitazione dei tempi di spiegazione;

precisazione nei comandi di esecuzione

richiami verbali in modo che gli allievi mantengano l’attenzione sul compito;

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41 Nella lezione si attua determinate condizioni: • adattando le lezioni alle caratteristiche degli allievi tenendo conto, di età, esperienza, capacità, motivazioni; • assegnando difficoltà crescenti; • con prestazioni differenziate; • incoraggiando al lavoro autonomo del movimento, richiedendo una esecuzione sempre più precisa , controllata e fluida • SINTETTIZZANDO • NON E’ TANTO IMPORTANTE ESEGUIRE TANTE RIPETIZIONI DI UN MOVIMENTO MA QUANTE DI QUESTE RIESCONO CORRETTE

Esercitazioni su un’abilità già appresa possono creare sovrapprendimento ed il sovrapprendimento crea NOIA. Questo è uno dei pericoli del far svolgere esercitazioni agli allievi su abilità che hanno già ben strutturato pensando di procedere così all’automatizzazione del gesto, si deve mettere in atto piuttosto la pratica variata modificando le condizioni regolatorie. Quando una persona si esercita su un’abilità motoria può raggiungere un punto in cui i benefici che derivano dall’esercizio non sono più proporzionali alla quantità di tempo speso su quel compito.

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Metodo globale e per parti

Il compito motorio ( esercizio ) può essere proposto in maniera intera o per parti, utilizzando un metodo analitico o globale nella strutturazione della lezione.

La scelta del tipo di metodo sarà fatta rispetto alla complessità del compito e al tipo di organizzazione che ci è dati. L’organizzazione è riferita alle relazioni tra le parti che compongono l’abilità, mentre la complessità è data dal numero di parti o di componenti dell’abilità stessa.

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Nel momento in cui si suddivide per parti il compito, dobbiamo ricordare che le modalità di suddivisione sono:

- il frazionamento (metodo di suddivisione delle attività che richiedono ad esempio l’azione degli arti superiori ed inferiori in combinazione);

- la segmentazione (suddivisione dell’abilità in costituenti più piccoli che successivamente vengono rimessi insieme, come scomporre e ricomporre una costruzione con il Lego);

- la semplificazione (riduzione della difficoltà del compito).

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L’organizzazione della pratica

L’organizzazione della pratica riguarda la distribuzione della classe nello spazio di lavoro (schieramento) e le modalità di organizzazione dell’attività stessa, scansione dei tempi nella lezione, disposizione delle attrezzature, sequenza degli esercizi e delle situazioni proposte.

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Il feedback fornito dall’insegnante

L’uso di uno specifico feedback agli allievi è raccomandato da molti esperti di didattica.

Questo è dovuto al fatto che si pensa che un feedback specifico in una situazione di insegnamento fornisca agli allievi qualcosa di più che una semplice informazione di ritorno sull’esecuzione.

Le informazioni per la correzione dell’errore servono per migliorare la prestazione e l’apprendimento, riguardano la modifica dell’azione e l’esecuzione del gesto corretto. E’ opportuno identificare gli errori principali e le loro cause, per poi iniziare la correzione partendo dagli errori più rilevanti .

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La ricerca in classe ha esplorato gli effetti di diversi tipi di feedback su allievi con diverse caratteristiche, facendo emergere una vasta gamma di reazioni dell’insegnante al comportamento dell’allievo, legate non solo agli aspetti tecnici dell’esecuzione, ma anche ad aspetti affettivi, che vengono rimarcati attraverso critiche e lodi.

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La critica e la lode condizionano direttamente l’apprendimento, la critica dell’insegnante all’allievo, in particolare, può creare barriere, blocchi e paure nei confronti di particolari attività.

Per un allievo di scarse capacità o insicuro, il feedback può essere rassicurante e motivante.

Per un allievo che invece è molto dotato e molto sicuro di se, un eccesso di feedback può risultare dannoso per l’apprendimento. Il feedback estrinseco dell’insegnante può non essere necessario se l’allievo è in grado di interpretare il proprio feedback intrinseco avendo un’idea chiara di come eseguire l’esercizio

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49 Ci sono poi situazioni in cui il feedback può ostacolare l’apprendimento, per esempio quando si crea dipendenza dell’allievo al feedback estrinseco. Per facilitare l’indipendenza, il feedback va gradualmente ridotto al procedere delle acquisizioni limitandolo al rilievo degli errori gravi, in particolare quando il movimento non rispetta la struttura temporale del programma motorio di riferimento.

Affinché un feedback competente possa cambiare in modo appropriato le risposte motorie di un allievo, l’insegnante dovrebbe osservare molte prove di movimento di un singolo allievo per identificare gli errori ricorrenti; inoltre dovrebbe stare con quello studente abbastanza a lungo per assicurarsi che abbia capito il feedback e che sia in grado di apportare le modifiche necessarie, ma questo compito risulta molo difficile quando si lavora con gruppi numerosi.

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situazioni rendono necessario che l’insegnante cerchi dei metodi alternativi per fornire alla classe l’informazione sull’esecuzione.
di perfezionamento un feedback collettivo alla totalità della classe è solo una delle alternative, una seconda possibilità è quella di guardare ad altre strategie didattiche. Aiutare gli allievi a perfezionare il proprio feedback intrinseco rappresenta una finalità importante per l’insegnante.
Queste
L’esercizio

Un’ultima annotazione riguarda la frequenza del feedback, che è un elemento determinante per un suo corretto utilizzo. Un feedback troppo frequente, pur determinando miglioramenti rapidi, non è vantaggioso a lungo termine, in quanto il soggetto tende a sviluppare dipendenza dalla guida esterna piuttosto che far riferimento ad elaborazioni autonome, un feedback relativamente frequente è comunque utile nelle prime fasi dell’apprendimento finché il compito non è globalmente compreso.

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