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Smerex 2014

La Marina si esercita nella ricerca e soccorso di sommergibili sinistrati

di Carlo Disma

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Operare con i sommergibili comporta il rischio intrinseco di dover affrontare e risolvere le eventuali emergenze che avvenissero a bordo dei battelli. Per la caratteristica navigazione che lo contraddistingue, il sommergibile che, a causa di un malfunzionamento, perdesse la propulsione restando adagiato sul fondale, richiederebbe una pronta assistenza da parte di mezzi e specialisti in grado di intervenire nel luogo dell’incidente, sopra e sotto la superficie del mare. Le complesse procedure d’intervento e soccorso, definite in gergo SUBSAR, sono state oggetto dell’esercitazione SMEREX 14, svolta dalla Marina Militare tra l’8 e il 20 settembre scorsi nelle acque tarantine di Marina di Ginosa. Ben dodici giorni di attività, durante i quali le componenti specialistiche dedicate a tali compiti – in primis la nave da soccorso sommergibili Anteo, i subacquei paracadutisti del Nucleo SPAG (Submarine Parachute Assistance Group) di pronto intervento aviolanciato ed i palombari del Gruppo Operativo Subacquei del COMSUBIN – si sono potuti addestrare nei rispettivi compiti di ricerca, soccorso ed assistenza. Quando il segnale di soccorso lanciato dal sommergibile tramite la boa SEPIRB viene ricevuto dalla centrale COSPAS-SARSAT di Bari, infatti, si attiva la catena d’allarme sotto il controllo operativo di CINCNAV. Da questo momento, nel caso in cui l’equipaggio sia fuoriuscito autonomamente dal sommergibile e sia in attesa di essere soccorso, interverranno i paracadutisti dello SPAG: nella simulazione gli specialisti si sono lanciati da un C-130J dell’Aeronautica Militare ed hanno allestito il villaggio galleg-

giante di tende autogonfiabili destinate alle operazioni di primo soccorso. Se invece è necessario riportare in superficie l’equipaggio, opereranno i palombari del GOS, supportati dalla nave Anteo, con la campana McCann ed il minisommergibile SRV-300, in grado di intervenire direttamente sullo scafo del sommergibile, in modo da favorire il ricambio d’aria e portare l’equipaggio in salvo. Come questa capacità rappresenti una risorsa interessante per ogni marina moderna, lo dimostra la consueta partecipazione di esperti provenienti dalle diverse marine estere che conferma l’indiscussa preparazione della Marina Militare in questo settore dedicato alla tutela della vita umana in mare. n

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Taranto, 9 settembre 2014. Nave Anteo con bene in vista l’argano per il deposito fuoribordo ed il recupero del minisommergibile SRV-300 e, alla sua sinistra, il sommergibile Scirè. A sinistra: prova in superficie di impiego della campana McCann.

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