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Gli uomini che hanno fatto la storia della Marina

Gli uomini che hanno fatto la storia della Marina: Raffaele Rossetti

di Desirée Tommaselli

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Eroe di guerra e uomo dipace”, Rossetti fu l’ideatore, il fautore e l’artefice della conclusione solenne e “avveniristica”, sul piano della tecnologia e della strategia militare, della Grande Guerra sul mare. Insieme a Raffaele Paolucci, Tenente Medico della Marina, all’alba del 1° novembre 1918, affondando la corazzata Viribus Unitis nel porto fino ad allora inviolato di Pola, mise a segno l’ultimo colpo della guerriglia navale che portò la Forza Armata e l’Italia alla vittoria del conflitto. Auspice dell’impresa, il Capo di Stato Maggiore della Marina, Ammiraglio Thaon di Revel, che ordinò l’azione affinché

Il tenente colonnello Raffaele Rossetti.

Incrociatore Pisa: a bordo di questa unità, il Capitano del Genio Navale Rossetti prese parte alla guerra italo - turca (Foto Ufficio Storico Marina Militare - fondo Fraccaroli).

Regia da battaglia Regina Elena passa il Ponte girevole a Taranto il 24 agosto 1910. A quella data Raffaele Rossetti vi era imbarcato col grado di Capitano del Genio Navale (Foto Ufficio Storico Marina Militare - fondo Fraccaroli)

la Marina contribuisse al “definitivo crollo del nemico”, fugando le ultime riserve che, in qualche misura, ancora alcuni nutrivano sul nuovo mezzo d’assalto: uno strumento nuovo che, come disse il suo stesso inventore, “non s'inquadra in alcuna delle specialità di armi navali; non ha uno stile; non è un sommergibile, né un battello armato, né una torpedine; non è più un siluro”. L’apparecchio, prima definito siluro-uomo e, infine, torpedine semovente soprannominata “mignatta”, fu progettato da Rossetti a partire dal settembre 1915. Fu lo stesso ingegnere a raccontarlo nel volumetto da lui composto e dato alle stampe nel 1925 con il titolo di Contro la Viribus Unitis. Precedentemente a tale pubblicazione, Rossetti ebbe diverse occasioni per raccontare l’impresa; nell’ambito di una conferenza da lui tenuta il 5 maggio 1919, ad esempio, ed il cui manoscritto è custodito presso il Museo Tecnico

Navale di La Spezia, egli ricordò che “la costruzione dell’apparecchio fu autorizzata nel mese di aprile 1918, quando già stava iniziandosi la meravigliosa serie di tentativi di forzamento di Pola da parte del Comandante Pellegrini con uno speciale motoscafo armato di due siluri”, i barchini “saltatori” tipo Grillo. I lavori di costruzione, che si svolsero con grande attività nell’Arsenale di La Spezia, portarono in tre mesi all’approntamento del mezzo e, come racconta Rossetti “a Venezia poi proseguirono, coll’intervento del Dottor Paolucci, gli esercizi di allenamento al passaggio delle ostruzioni, che in meno di un mese ci portarono al perfetto affiatamento indispensabile per la buona riuscita dell’operazione finale”. Tutta la cronologia degli eventi è esposta nel libretto suddetto con dovizia di particolari, ad eccezione di quanto concerne il mezzo; infatti, pur fornendo alcune indicazioni, l’ingegnere di Marina descrisse sempre in modo vago il dispositivo di sua invenzione. Come disse egli stesso “non mi è lecito dare un cenno descrittivo dell’apparecchio; per la comprensione di quanto segue è sufficiente immaginare un siluro galleggiante, di proporzioni superiori a quelle dei siluri finora costruiti, che mediante motore meccanico è capace di navigare alla velocità massima di tre miglia all’ora”. Si trattava del primo mezzo d’assalto subacqueo della storia, prototipo e progenitore dei siluri a lenta corsa che tanta parte ebbero nelle vittoriose azioni italiane durante la seconda guerra mondiale e che rappresentano, ancora oggi, la Marina Militare italiana nei Musei navali del mondo. L’azione, che egli definì “straordinariamente avventurosa ed efficace”, condotta da “due sole persone, con un piccolo, e tardo, e rudimentale apparecchio” rappresentava per Rossetti “quasi una sintesi delle qualità di fantasia, d’iniziativa individuale, di cauto ardimento che caratterizzano a meraviglia il sottile spirito italiano”. Assurto al rango di eroe nazionale – tutta la stampa parlò dell’impresa- non si vantò mai di questo fatto di guerra e, come militare di

Museo Tecnico Navale di La Spezia: il museo venne istituito nel 1924 con lo scopo di raccogliere le memorie della Marina, in particolar modo relative al primo conflitto mondiale. La foto mostra come l’allestimento dell’epoca dedicasse uno spazio all’impresa della Viribus Unitis, con l’esposizione delle foto dei protagonisti, dei cimeli della corazzata e di un esemplare della “mignatta”, l’unico costruito oltre a quello impiegato e andato distrutto nell’azione. Nella foto, la “mignatta” è divisa in due parti, oggi unite. La torpedine Rossetti è conservata nel Museo della Forza Armata a La Spezia, affianco al suo diretto discendente, il siluro a lenta corsa. Si tratta dell’unico esemplare esistente al Mondo.

Carta nautica recante lo schema degli sbarramenti del porto di Pola e la disposizione delle navi austroungariche al suo interno la notte del 1° novembre 1918.

antica tradizione, seppe riconoscere il valore e la generosa umanità del comandante della Viribus Unitis, cui dedicò il suo libro. n

Napoleone Martinuzzi, Vittoria, bronzo dorato, La Spezia, Museo Tecnico Navale: la scultura venne dedicata dal Corpo del Genio Navale a Raffaele Rossetti; della statuetta esiste un’altra redazione, in bronzo a patina bruna, commissionata dal Vate al Martinuzzi, suo scultore di fiducia, e conservata al Vittoriale dal 1922.

Autografo di Gabriele d’Annunzio, La Spezia, Museo Tecnico Navale: il Vate fu l’autore della dedica posta alla base della scultura della Vittoria in bronzo dorato. Il testo è manoscritto sulla carta intestata di Gabriele d’Annunzio, Comandante della Prima Squadriglia Navale.

Nato a Genova il 12 luglio 1881, laureatosi in Ingegneria Industriale presso la Regia Scuola di applicazione per gli Ingegneri di Torino il 1° settembre 1904, nel novembre dello stesso anno, a seguito di concorso, entrò nell'Accademia Navale di Livorno con il grado di Tenente del corpo del Genio Navale. Al fine di completare gli studi professionali, dal gennaio 1905 frequentò la Regia Scuola Superiore Navale di Genova, presso la quale conseguì la laurea in Ingegneria Navale e Meccanica il 1° dicembre 1906. Destinato quello stesso mese alla Direzione delle Costruzioni Navali presso il Regio Arsenale di Taranto, vi rimase fino al 1° maggio 1909. Promosso Capitano del Genio Navale nell’agosto 1908, fu imbarcato sul Regina Elena dal maggio 1909 al novembre 1910 e, subito dopo, sull’incrociatore Pisa, a bordo del quale prese parte alle operazioni navali nella acque libiche e dell'Egeo, nell'ambito della guerra italo-turca. Conclusa l’esperienza sul Pisa nel marzo 1912, fu trasferito sulla nave officina Vulcano, su cui svolse l'incarico di ufficiale tecnico dirigente fino al mese di luglio 1912. Insignito della Medaglia Commemorativa della Guerra italo-turca, ricevette un encomio per “distinti servizi in dipendenza della guerra italo-turca” nel marzo 1913. Destinato all'Ufficio Tecnico della Regia Marina di Genova dall'aprile 1915 al maggio 1917, fu trasferito alla Direzione delle Costruzioni Navali e Commissione Permanente del Regio Arsenale di La Spezia. Nominato Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia nel maggio 1917, fu promosso Maggiore del Genio Navale nel giugno 1917. A seguito dell'azione contro la Viribus Unitis, fu avanzato al grado di Tenente Colonnello del Genio Navale per merito di guerra il 3 novembre 1918 e, pochi giorni dopo, venne insignito della Medaglia d'Oro al Valor Militare. Decorato della Medaglia Commemorativa della guerra italo-austriaca e nominato Cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, nel novembre 1919, dietro sua domanda, fu iscritto nel ruolo degli ufficiali del Genio Navale di complemento, rinunciando volontariamente al grado il 1° settembre 1920. Dichiarato antifascista, fu esule in diversi paesi europei. Rientrato forzatamente in Italia nel 1939, in quanto riconosciuto eroe della Grande Guerra, non fu sottoposto a particolari misure restrittive della sua libertà personale da parte del regime. Morì a Milano il 24 dicembre 1951. n

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