4 minute read
La Manif Pour Tous non demorde mai
Blandine Fiore
Abbiamo avuto il piacere e l’onore di intervistare Ludovine de La Rochère, che ha fondato e presiede La Manif Pour Tous, il grande movimento popolare che in Francia è sceso in piazza a favore della famiglia e del diritto dei bambini ad avere una mamma e un papà.
Advertisement
Ludovine de La Rochère
Nel settembre 2012 il presidente della repubblica ha annunciato la presentazione di un progetto di legge sul matrimonio e l'adozione per le coppie dello stesso sesso: nell’ottobre dello stesso anno, per tutta risposta, è nata la Manif Pour Tous.
La Manif Pour Tous è nata nel 2012 (come ProVita!), dalla fusione di diverse associazioni. Com’è andata? Quali battaglie ha combattuto? «In effetti, La Manif Pour Tous è stata creata ex nihilo nell’ottobre 2012. Siamo stati tre semplici cittadini francesi che hanno voluto dare una pronta risposta al fatto che, nel settembre 2012, il presidente della repubblica ha annunciato la presentazione di un progetto di legge sul matrimonio e l’adozione per le coppie dello stesso sesso. È stato quindi necessario scendere in piazza subito per dimostrare che molti francesi erano contrari a certe idee. E mentre le associazioni che già esistevano esitavano, noi iniziammo. Siamo stati rapidamente aiutati da molti volontari e poi tante altre associazioni si sono unite a noi, a poco a poco».
Su Wikipedia c’è scritto che vi si può definire omofobi. Ma cosa significa? «Wikipedia si basa soprattutto su quello che scrive la stampa. I maggiori media progressisti hanno spesso definito La Manif Pour Tous un’associazione omofoba, cercando chiaramente di denigrarci e di zittirci. In realtà, La Manif Pour Tous ha sempre condannato esplicitamente tutte le forme di omofobia: tutte le persone devono essere rispettate, non possono essere insultate, per alcun motivo. La Manif Pour Tous non ha
mai insultato nessuno, né nei suoi slogan, né sui social network, né durante i suoi eventi! Va anche detto che le associazioni di attivisti Lgbt non ci sopportano perché non siamo d’accordo con loro. In effetti contestiamo le loro affermazioni, e questo a loro non piace. Usano quindi l’accusa di omofobia. Ma noi continuiamo, qualunque cosa accada, a difendere il rispetto per la diversità sessuale, il significato del matrimonio, la realtà della procreazione e della filiazione umana. Non ci interessa l’omosessualità, sulla qualcosa non abbiamo mai fatto commenti». Ci sono persone omosessuali nella vostra associazione? «Sì, abbiamo persino un portavoce nazionale
che non smette mai di spiegare dappertutto e in ogni occasione che non è perché è omosessuale che non capisce il significato del matrimonio e che per fondare una famiglia c’è bisogno di un uomo e una donna. Insiste anche molto sulla difesa e il rispetto per il bisogno fondamentale del bambino di avere un padre e una madre. Certamente, ci sono bambini che non vivono con i loro due genitori. Ma questi sono gli alti e bassi della vita. È cosa molto diversa dall’attuale progetto del governo francese, che è quello di legalizzare la fecondazione artificiale per single e per coppie di donne. Ciò significa privare volontariamente i figli del padre. È terribilmente ingiusto e scandaloso: un padre è ovviamente molto importante nella vita!».
600.000 persone sono scese in piazza il 6 ottobre; 40.000 il 19 gennaio. Perché? «No! In verità c’erano 600.000 persone sia il 6 ottobre, sia il 19 gennaio! 40.000 è la stima della prefettura di polizia di Parigi, che ha dato la stessa cifra il 6 ottobre. È una stima ridicola: è sufficiente vedere le foto di questi eventi per capirlo immediatamente. Ma, almeno, la Prefettura riconosce che eravamo tanto numerosi il 19 gennaio, quanto il 6 ottobre! E 600.000 era la nostra stima per il 6 ottobre. Per il 19 gennaio, non abbiamo fornito cifre precise per evitare le sterili controversie su questo argomento e per non distrarci dal punto della questione: il diritto dei bambini ad avere un padre. Questo è importante! Quindi abbiamo semplicemente detto “diverse
centinaia di migliaia”. Basta visitare il nostro sito, www.lamanifpourtous.fr, per vedere le foto: eravamo una folla sterminata».
L’establishment può continuare a ignorare il sentimento comune delle persone? «La Manif Pour Tous è molto nota e generalmente abbiamo molta risonanza sulla stampa. Anche interviste televisive. D’altra parte è vero che il presidente della repubblica francese non dice nulla sul disegno di legge cui ci opponiamo e che, per il momento, non ha fatto commenti sulla nostra opposizione. Preferisce ignorarci, piuttosto che discutere: sa che le nostre argomentazioni sono fondate e ponderate molto bene. In generale, negli ultimi anni, abbiamo visto che alcuni Paesi non rispettano le regole della democrazia. La Francia è uno di questi. È tanto più facile, qui da noi, perché al presidente della repubblica la Costituzione francese conferisce poteri particolarmente importanti. Tuttavia, la posta in gioco è essenziale - per gli esseri umani, per l’etica, per la società - perciò continuiamo a combattere intensamente. Stiamo preparando altri eventi molto importanti. La Manif Pour Tous non demorde mai!».