NOZZE IN CITTÁ - N. 4

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GUIDA AL MATRIMONIO IN PROVINCIA DI TRAPANI

NOZZE IN CITTÀ “Nozze in Città” - Periodico semestrale - Anno II / N. 4 - euro

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UN MATRIMONIO PERFETTO

PASSIONE VINTAGE Sposa glamour con inserti colorati

AUSPÌCI DI MATRIMONIO Antiche usanze per il futuro delle nozze

MANUALITÁ E FANTASIA A tu per tu con Silvia dei Fiori e il suo “ Fatto & Fiorito”


LAZZARI FOTOGRAFIE

Via A. Manzoni, 86 - Trapani - www.pierolazzari.com


NOZZE IN CITTÁ UN MATRIMONIO PERFETTO

Periodico Semestrale ANNO 2 - N° 4 Maggio 2012 DIRETTORE RESPONSABILE Stefania Martinez COLLABORATORI Fabio Pace Rosi Orlando Silvia Ippaso Giacomo Di Girolamo Federica Cito Iolanda Frazzitta Catia Amantia Francesco Mione Antonello La Commare Anna Maria Inzerillo

CONSULENZA EDITORIALE Fabio Pace PHOTO EDITOR Piero Lazzari Archivio “Nozze in città” GRAFICA E IMPAGINAZIONE Carla Mineo PUBBLICITÀ In Progress di Carla Mineo & C. s.a.s. STAMPA Arti Grafiche Campo - Alcamo (TP) Redazione: Via Caserta, 5 - Casa Santa Erice (TP) Tel. 0923.593745 redazione@nozzeincitta.it Pubblicità: Silvia Ippaso Tel. 0923.593745 / 349.7377378 account@nozzeincitta.it pubblicita@nozzeincitta.it Proprietà di: In Progress di Carla Mineo & C. s.a.s Via Caserta, 5 - Casa Santa Erice (TP) Tribunale di Trapani Reg. n. 331 del 05/11/2010 Chiuso in redazione il 28/05/2012

EDITORIALE Un matrimonio non dipende dai fiori o dalle campanelle, o dalle candele, o dai cori, o dai pizzi. Non ha bisogno di una gran congregazione, o di un ampio padiglione. Bastano due persone che abbiano il coraggio di lasciare una vita per trovarne un’altra; che si fidino a vicenda, con vera pazienza e amore, e affrontino qualsiasi avversità il tempo possa loro portare. (Pam Brown 1928) La crisi economica che sta attraversando il nostro Paese, e la conseguente precarietà della vita, allontana sempre di più le coppie dal matrimonio: è uno dei motivi per cui ci si sposa meno. Tuttavia, chi decide di compiere il grande passo non intende rinunciare a tutte quelle caratteristiche che rendono unico il giorno delle nozze, per buona pace di chi opera in quello spicchio di mercato che ruota intorno al “grande evento”. Certo non tutti la pensano così, c’è anche chi decide di sposarsi in gran segreto, magari investendo il minimo indispensabile; chi invece organizza un bel matrimonio con sponsor e chi invece si risposa per la seconda volta riducendo però il numero degli invitati per moderare le spese del banchetto nuziale. Insomma è finito il tempo di “aggiungi un posto a tavola che c’è un amico in più”. Tuttavia, credo sia ancora possibile organizzare un bel matrimonio sobrio e, al tempo stesso, elegante e divertente, senza fare troppe rinunce e senza spendere troppo, evitando gli eccessi che in questo momento storico non sono sicuramente appropriati. Basta affidarsi a quanti hanno competenze adeguate e a coloro, professionisti, che in questo settore hanno investito tempo e denaro riuscendo a rimanere sempre competitivi in un mercato in continua evoluzione. Insieme alla scelta di buoni professionisti si può anche tentare la sorte e magari farsi donare, insieme ai regali tradizionali un bel biglietto della lotteria. Non è neppure una idea originalissima. Pensate che il Comune di Verona ha studiato degli speciali “incentivi al matrimonio” avvalendosi della collaborazione della Sisal. L’iniziativa si chiama ‘Win for life, win for love‘ e consiste nella consegna da parte del sindaco di una dote simbolica portafortuna: 6 schedine pre-convalidate dei nuovi giochi Win For Life. Le schedine danno la possibilità di vincere una rendita mensile: fino a 1.000 euro al mese per 10 anni con Viva l’Italia, fino a 4.000 euro al mese per 20 anni e 100.000 euro subito con Grattacieli e fino a 10.000 euro per 20 anni e 500.000 euro subito con Cassaforte. L’iniziativa vuole essere un augurio alle nuove coppie affinché possano realizzare i progetti di vita in comune. Non è tutto perché la Sisal ha deciso di devolvere un contributo solidale alle famiglie in difficoltà del Comune di Verona. Noi suggeriamo l’idea e chissà se qualche amministratore tra “vecchi e nuovi” aderirà a questa iniziativa. In fondo tentar non nuoce. Così tanti pensieri E tante attese; e invece, ora che il momento è giunto, com’è tutto così semplice … (Charlotte Gray 1937 Stefania Martinez 1


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UN MATRIMONIO PERFETTO

SOMMARIO I PREPARATIVI Fuori dagli schemi Le parole hanno senso Riti moderni. L’addio al nubilito Io c’ero Piccolo spazio pubblicità

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IO & TU Il matrimonio tra fave, carcucciuli e taccàgghi Un viaggio nel tempo L’eleganza nei dettagli Vip o non vip Tutte le materie del matrimonio Due volte sì

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REPORTAGE Cover: Foto | Piero Lazzari Abito | CbyC Hair Style e Make up | Mimma Chiappara Modella | Denise Roger

Passione vintage e glamour La ragazza di Bagdad I ragazzi ci guardano

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BELLEZZA & C. Saran belli gli occhi chiari, ma le mani… Fifties forever

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SALUTE & C. Contro l’acne anche la laser terapia

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LA CERIMONIA

www.nozzeincitta.it

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el nostro sito troverete spazio per soddisfare le vostre curiosità sul mondo del matrimonio. Sezioni speciali, rubriche, interviste a professionisti e tante novità per voi. Un portale attraverso il quale potrete interagire con la redazione, porre domande ai nostri esperti, chiedere chiarimenti ai nostri inserzionisti. Nella community, potrete confrontarvi con altre coppie che si apprestano alle nozze, e, dopo il grande evento, se vorrete, pubblicare le immagini più significative del vostro giorno più bello. Nell’area personale potrete, inoltre, stilare il calendario degli impegni per l’organizzazione del matrimonio.

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Il bacio, sapore di poesia Silvia dei Fiori Nuvole, farfalle e bolle di sapone Tradizione e sobrietà in poche righe Non disturbate il conducente Palazzo Torralta, scrigno di emozioni Il taglio della torta. Istruzioni per l’uso Dalle Bermuda a San Nicola per amore dell’Italia

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LA CASA DEI SOGNI ABC dell’arredare Gulotta Home Culture: l’arredamento nel DNA Abitare ecosostenibile Risparmio energetico? Questione d’esperienza

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LUNA DI MIELE Il richiamo della Penisola Iberica Viaggi di nozze. Nuove tendenze tra natura e avventura

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LE RUBRICHE Sfaccettature a cura di Catia Amantia

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La parola all’Avvocato a cura di Iolanda Frazzitta

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Felice…mente a cura di Anna Maria Inzerillo

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Stile & Stili a cura di Francesco Mione

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Personal Economist a cura di Antonello La Commare

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Arte nelle nozze Notizie curiose

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PREPARATIVI

UN MATRIMONIO PERFETTO

FUORI DAGLI SCHEMI Cerimonie nel mondo.

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i può scrivere di matrimoni e non pensare a quei film americani dove lui e lei, improvvisamente, decidono di sposarsi a Las Vegas, in piena notte, con tanto di originale accompagnamento musicale e testimoni improvvisati? Certo che no! Ma oggi di cerimonie speciali, bizzarre, eccentriche è pieno il mondo. Farsi sposare da un amico, ad esempio, non è più una fantasia da film, visto che in Italia una vecchia norma del 1939, che già consentiva a un comune cittadino di celebrare nozze civili, é stata rafforzata dal DPR n. 396 del 3 novembre 2000. In tal modo oltre al Sindaco o a un Ufficiale di Stato civile, chiunque abbia i requisiti per essere eletto consigliere comunale può celebrare un matrimonio. Per rendere effettive le nozze bisogna solo firmare alcuni documenti in Comune una settimana prima della cerimonia. Via libera quindi a matrimoni in cui é l’amico o il fratello (solo genitori, figli e nonni non possono) a pronunciare la fatidica frase “vi dichiaro marito e moglie”. Ma, andiamo a scoprire i riti matrimoniali più diffusi nel mondo. Per essere sposati dal Pope, quindi con rito cristiano ortodosso, i due nubendi devono consegnare il certificato di battesimo e praticare la confessione, senza corso prematrimoniale.

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Prima di presentarsi in Chiesa, il fidanzato, secondo un’antica tradizione, si reca a casa della futura sposa per “comprarla”. Adempiuto a questo precetto gli sposi arrivano insieme in Chiesa. Ci si sposa solo di sabato e la cerimonia é divisa in due momenti: l’ingresso, che simboleggia il fidanzamento, e l’arrivo all’altare. Durante la celebrazione, i testimoni sollevano sulla testa degli sposi due corone preziose che verranno poggiate sul capo solo a rito concluso. Parenti e amici rimangono in piedi per tutta la cerimonia. In oriente, invece, è diffuso il rito Tagiko, della terra di Samarcanda, composto da un matrimonio civile e da una cerimonia tradizionale celebrata solo con gli sposi, i genitori e i testimoni, con festa finale, attorno a un grande fuoco, per condividere la gioia con amici e parenti. Per la religione buddista il matrimonio non è necessario. La coppia, per stare insieme, può unirsi con rito civile, che tuttavia non è obbligatorio. La funzione inizia recitando il capitolo Hoben e il Jgage, poi qualche minuto di Daimoku e in seguito gli sposi e i testimoni bevono tre sorsi di sakè da tre tazze diverse, che significano le tre esistenze: passato, presente e futuro. Per i Musulmani la cerimonia nuziale è un contratto tanto che viene fissata una somma che lo sposo dovrà consegnare alla famiglia di lei in caso di divorzio. Questo per-


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Cerimonie nel mondo Afghanistan: il matrimonio, si festeggia con moglie e marito separati. Anche gli invitati sono divisi tra uomini e donne. I regali vengono fatti dagli sposi agli invitati. Cina: durante il giorno del matrimonio, la sposa non può né parlare né mangiare. Il suo vestito non sarà bianco, colore associato al lutto. Corea del Sud: i matrimoni si celebrano nei parchi, con il marito che arriva a cavallo e la sposa su una poltrona, coperta di veli per essere al riparo da sguardi indiscreti. Finlandia: è possibile sposarsi in una chiesa di ghiaccio, costruita ogni anno in Dicembre e destinata a sciogliersi in Aprile. Al matrimonio è possibile giungere in chiesa con slitte, cavalli o renne.

ché secondo la religione islamica l’uomo può contrarre matrimonio con più ragazze, fino ad un massimo di quattro mogli. La sposa, ornata di gioielli d’oro massiccio e agghindata con tatuaggi all’hennè su mani e braccia, si recherà al termine della cerimonia nella casa dello sposo dove insieme consumeranno latte e datteri. I festeggiamenti andranno avanti per molti giorni. Il matrimonio Musulmano è molto suggestivo, soprattutto per lo sfarzo delle vesti della sposa, in cui il colore predominante è il rosso. Molto particolare è il matrimonio in Giappone. Giunte all’età di 25 anni le ragazze preparano una scheda personale con studi, aspirazioni lavorative, hobbies che viene diffusa tramite parenti, amici e agenzie matrimoniali. In questo modo le ragazze potranno essere contattate da ragazzi in cerca di moglie. I due giovani inizieranno così a frequentarsi in base ad affinità e aspirazioni e solo in seguito decideranno se sposarsi. Il rituale matrimoniale shintoista è molto suggestivo: gli sposi, con indosso due kimoni particolarmente fastosi, bevono ciascuno tre volte da una ciotola con dentro riso e sakè. Tuttavia il fascino per la cultura occidentale è talmente forte in Giappone che molti giovani scelgono un matrimonio all’occidentale, con tanto di abito bianco e velo. Sull’argomento potremmo scrivere tantissimo perché le tradizioni legate al rito del matrimonio nel mondo, sono molteplici, influenzate non solo dalla religione ma anche dagli usi e costumi delle diverse popolazioni. S.M.

India: quasi tutti i matrimoni si svolgono in Ottobre, mese in cui secondo la religione Indù le forze del bene prevalgono su quelle del male. Gli sposi stanno seduti su un trono e vengono ricoperti, dagli invitati, da petali di fiori gialli. Iran: dopo la cerimonia gli sposi, seduti su un trono, vengono fatti specchiare per la prima volta insieme, in un grande specchio sollevato dagli invitati. Maldive: vige una curiosa legge secondo la quale una donna può divorziare e risposarsi con la stessa persona più volte. Dopo il terzo matrimonio con la stessa persona, però, la donna può risposarsi solo con un uomo diverso. Mongolia: la cerimonia avviene in giorni di luna crescente, ma solo se non piove. Lo sposo regala alla moglie un baule con del cibo, uno con biancheria e un ombrello, segno di protezione. Russia: la cerimonia, in sé, è molto simile alla nostra ma la tradizione prevede che la sposa vesta di blu e che, durante la celebrazione, sia lei che il marito tengano in mano delle candele. Il bouquet, poi, può essere lanciato alle amiche della sposa al momento del sì. Stati Uniti: i matrimoni negli USA possono essere di vario genere e rispecchiano usanze e tradizioni differenti. Las Vegas, per esempio, è nota per consentire di organizzare i matrimoni in poco tempo e con pochi soldi. A New Orleans, invece, le nozze si festeggiano con musiche, danze e due torte, una per gli invitati e l’altra che contiene 10 oggetti nascosti, che le amiche nubili dovranno estrarre alla cieca: chi troverà due anelli si sposerà al più presto mentre, chi trova un ditale rimarrà ‘zitella’.

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LE PAROLE HANNO SENSO Come è cambiata la formulazione del rito

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e avete deciso di celebrare il vostro matrimonio nella Chiesa Cattolica è bene tenere presente che, oltre agli adempimenti burocratici, civili e religiosi, e al corso prematrimoniale in parrocchia, ci sono scelte che vanno prese con certo anticipo e d’intesa con il celebrante. Scelte dense di significato etico e religioso e molto più che formali. Negli ultimi anni, infatti, la Chiesa Cattolica ha “modernizzato” (sia consentito il termine brutalmente esplicativo) la cerimonia e nel 2004 la Conferenza Episcopale Italiana ne ha sensibilmente modificato le diverse articolazioni (interrogazione prima del consenso; manifestazione del consenso; accoglienza del consenso; benedizione e consegna degli anelli), almeno dal punto di vista prettamente confessionale. La più importante: nella manifestazione del consenso da parte dei nubendi la tradizionale formula “io prendo te” è stata sostituita da un più pregnante “io accolgo te”. Più precisamente: “Io, accolgo te, come mia/o sposa/o. Con la grazia di Cristo, prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita”. Nella manifestazione del consenso, dunque, viene posta enfasi sul verbo accogliere e sul concetto di accettazione dell’altro come moto dell’anima e dei sentimenti propri dell’uomo. Non solo un cambio linguistico ma, anche e

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soprattutto per la dottrina della Chiesa, di contenuti che pone la coppia al centro di una scelta consapevole all’interno della quale (Con la grazia di Cristo…) v’è anche la presenza trascendente di Cristo. Non è tutto, perché la Chiesa propone anche due formulazioni di cerimonia, a seconda che gli sposi siano praticanti o no. Per i primi vi è la possibilità di una cerimonia più tradizionale e per i secondi una celebrazione più “leggera” (valga come prima una licenza di sintesi brutale) con più letture di testi sacri, senza comunione e con un linguaggio più semplice. Dopo la formula, il sacerdote procede con la benedizione degli anelli e degli sposi e dopo la fatidica frase “Vi dichiaro marito e moglie” dà lettura degli articoli 143,144,147 del codice civile, come previsto dal concordato tra Stato e Chiesa, per conferire al matrimonio valore civile. Nell’interrogazione prima del consenso gli sposi possono scegliere la formula di risposta: il classico Sì alle domande del celebrante oppure una più articolata dichiarazione densa di riferimenti confessionali a Cristo ed allo Spirito Santo, agli insegnamenti della Chiesa. L’accoglienza del consenso è, in definitiva, il riconoscimento dell’unione appena celebrata innanzi alla Chiesa ed alla comunità cristiana che si conclude con il classico monito: “L’uomo non osi separare ciò che Dio unisce”. Il sigillo definitivo su una unione che, nella morale cattolica, è per sempre. R.N.C.



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RITI MODERNI. L’ADDIO AL NUBILATO Un uso americano, sempre più diffuso anche in Italia.

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a vostra migliore amica si sposa. Toccherà proprio a voi organizzarle l’addio al nubilato. È una tradizione made in Usa che anche in Italia, grazie al potente veicolo cinematografico, televisivo e letterario, ha assunto una certa importanza. Utile per distrarre la sposa dai numerosi impegni che precedono il matrimonio segna, anche, un momento importante: una sorta di rito di passaggio dalla età giovanile alla età adulta, come era nei riti tribali, ma in chiave moderna e goliardica. Comunque un momento importante che resterà nei ricordi per tutta la vita. Quindi è bene organizzarsi al meglio. Ma come organizzare l’ultima serata da single? Come stupire la vostra amica con una festa indimenticabile? Prima di tutto occorre preparare un elenco di tutti i partecipanti, si dovranno includere le amiche più care ma anche la sorella e la futura cognata.

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Quindi niente mamma, suocera o, peggio ancora, ex fidanzate del futuro sposo. Analizzate i gusti e la personalità della futura sposa: se è timida o estroversa, pigra o sportiva, semplice o fashion. Meglio far coincidere la serata con quella dell’addio al celibato dell’uomo, così da evitare che la futura sposa stia in casa pensando alle ultime tentazioni del futuro marito. Assolutamente vietate inutili volgarità, quindi niente stripper o dolcetti dalla forma equivoca; deve essere un party all’insegna delle confidenze e del divertimento. A questo punto è necessario trovare l’idea giusta e metterla in pratica nel più assoluto riserbo. Eccovi alcuni suggerimenti. Noleggiare una limousine con a bordo tutte le invitate che, a sorpresa, andranno a prendere la sposa sotto casa per un allegro brindisi a bordo fino all'arrivo nel locale dove, insieme, hanno passato i momenti più intensi della loro amicizia e dove ad attendere la sposa ci sarà un american bar e il karaoke con le hit di quando era una ragazzina alla ricerca del grande amore. Per una sposa più sportiva ci vuole energia e quindi perché non organizzare un’uscita in barca a vela? Mentre per una sposa più glam la soluzione ideale è un’intera giornata in una beauty spa, coccolata da abili massaggiatrici ed estetiste a mangiare finger food e bere champagne. E che ne dite di una mini crociera? Se avete la possibilità di partire tutte insieme per tre o quattro giorni potrebbe essere l’ideale anche per conoscere posti nuovi. Se non volete uscire dall’Italia ci sono mete bellissime e classiche: Roma, Venezia, Firenze, Napoli, una fuga tra arte, storia e buona cucina e… se si vuole un pizzico di trasgressione by night. Per un emozione lunga un giorno potreste regalare alla futura sposa l’ebbrezza di un salto nel vuoto o di una passeggiata in mountain bike su percorsi davvero spettacolari. Se invece siete delle inguaribili buongustaie regalatevi una cena originale. Potrete optare per organizzare in casa una cena a tema o internazionale in cui ognuna prepara un piatto di una diversa tradizione italiana o straniera. Infine, potremmo sembrarvi banali ma il pigiama party è intramontabile. Occorre trovare una casa libera, munirsi di sacco a pelo, pantofole, pigiami comodi, dvd, buon cibo e tanti giochi. E che la festa abbia inizio! S.M.

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IO C’ERO Arriva la guida per sposi in crisi

di Silvia Ippaso

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arrivata la guida completa per lo sposo perfetto. Di cosa stiamo parlando? Mettetevi comodi cari futuri sposi e leggete bene questo articolo perché sono finiti i tempi in cui ad organizzare il matrimonio era la vostra fidanzata, nonché futura moglie, la quale si doveva occupare di tutto: dalla A alla Z. Oggi lo sposo ha un ruolo di responsabilità e lo sa bene Shandon Fowler sposo di comprovata esperienza, nonché autore di una guida molto utile: “Lo sposo, manuale d’istruzioni” dalla quale potrete prendere spunto e iniziative per aiutare la vostra futura sposa. Si tratta di un manuale per accostarsi al matrimonio con la dovuta preparazione, senza ansie e completamente padroni di un rinnovato galateo che fonde sentimento, buon senso e un pizzico di humour. “Lo sposo, manuale d’istruzioni” risponde alle domande più frequenti: come gestire gli invitati che si detestano, come scegliere il fotografo giusto, perché la fidanzata sembra sempre sull’orlo di una crisi di nervi e molto altro. Il libro di Fowler lo potrete acquistare in libreria ma noi intanto vi diamo alcuni suggerimenti. Lo sposo dovrebbe esprimere sempre la propria opinione sopratutto sugli aspetti più delicati come la scelta della location del ricevimento o delle letture del matrimonio. E se poi volete sollevare la vostra fidanzata da una parte dei preparativi potreste occuparvi

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dell’ingaggio dei musicisti per la festa che segue il ricevimento. Dunque parola d’ordine “impegno”, ovvero essere “attivi”. Altro aspetto di cui potreste occuparvi è quello dell’appoggio morale. Sì, proprio così avete capito bene. Perché la donna è sensibile e durante i preparativi ha bisogno di essere rassicurata e quindi è bene mostrare interesse per i suoi piccoli drammi e coccolarla nei momenti no. Ma si può fare di più. Stupire la vostra donna con qualcosa che sicuramente non si aspetta, come ad esempio l’organizzazione di una perfetta luna di miele. Prenotate un viaggio nella sua località preferita e il giorno prima del matrimonio le fate trovare un biglietto con una foto del luogo scelto per il viaggio di nozze. Così lei avrà qualcosa in meno da organizzare e voi farete un figurone. Infine, quando arriverà il gran giorno dimostrate fin da subito che sarete un buon marito standole vicino nel corso del ricevimento, senza estraniarvi con gli amici ma intrattenendo con lei i vostri ospiti. Ad ogni modo, al di là di libri, manuali e consigli, essere presenti nelle fasi preliminari di un matrimonio è importante per entrambi perché condividere tutto, gli aspetti più noiosi ma anche quelli più divertenti, può rendere più leggero il carico di responsabilità ed impegni che incombe su entrambi e poi ricorderete tutto con ironia e potrete dire con orgoglio “io c’ero”.


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RUBRICA

UN MATRIMONIO PERFETTO

Sfaccettature a cura di Catia Amantia Graduate gemologist

Eleganza da polso

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l giorno del matrimonio è sempre stato il giorno della sposa: tutti celebrano ed omaggiano la bellissima donna sotto il velo candido dimenticandosi che le nozze non sono esclusiva femminile. Anche gli uomini hanno la loro parte. In fine dei conti lo sposo è almeno il coprotagonista e lo si deve notare a colpo d'occhio! All’uomo, nel giorno del matrimonio, sono consentiti solo alcuni piccoli e discreti gioielli che ne valorizzino l'abito e ne illuminino l'aspetto senza appesantirne nel complesso la figura. È possibile fare una selezione degli accessori concessi e quelli che è meglio evitare. Sì, quindi, a: gemelli da polso, orologio, fermacravatta o spilla. No, a qualsiasi altro tipo di gioiello quali: bracciali, collane, anelli. Tra i gioielli permessi, il “must” è rappresentato dai gemelli, accessorio indispensabile per chiudere i polsini della camicia, capaci di rendere raffinato ed unico lo stile e conferire un tocco inimitabile: un vezzo con cui giocare con personalità . Essi sono divenuti un vero e proprio oggetto da studiare in modo dettagliato prima di essere abbinati al vestito: il colore, la forma, i riflessi e il tipo di chiusura devono essere valutati attentamente. È un errore acquistarli senza badare a questi dettagli; devono obbligatoriamente essere in armonia cromatica con cravatta ed orologio. I gemelli per le camicie si diffusero nel corso dell’800 quando la chiusura dei polsini, che allora si usavano fortemente inamidati, richiedeva un collegamento più solido di quello fornito da un piccolo bottone e un’asola. Nel 1600 i reali inglesi si facevano creare gemelli a testimonianza di eventi come matrimoni, nascite e incoronazioni. Dall’Inghilterra questa moda si estese alla Francia, dove per la prima volta nel 1788, si utilizzò il termine “gemello da polso”. L’oggetto rimaneva, comunque, appannaggio delle classi nobili o dell’alta borghesia, finché con la rivoluzione industriale, vi fu l’invenzione della macchina che produceva i bottoni e, quindi, anche i gemelli,

riducendo notevolmente il costo e rendendoli, pertanto, accessibili a tutti. Il prezzo per i gemelli, oggi, varia molto in base al materiale con cui sono fatti e il brand che li produce. Esistono gemelli per tutti i gusti, da quelli in oro a quelli in argento fino ad arrivare a quelli semplici in leghe più povere, ma ugualmente eleganti, o se potete permetterveli, ornati con diamanti. La forme sono delle più disparate, dai classici gemelli tondi a quelli quadrati, da quelli ovali a quelli esagonali, l’unico limite è la fantasia e, ovviamente, il budget a disposizione per questa chicca che in pochissimi noteranno, ma che può far la differenza in uno sposo. Le montature più in uso per gemelli sono: Gemelli a torpedo: i più comuni, composti da una parte decorativa sostenuta da una clip di facile utilizzo. Gemelli a catena: una scelta più elegante. Sono composti da due facce decorative collegate fra di loro da una catenina, non sono propriamente adatti all’abbigliamento di tutti i giorni e sono consigliati con lo smocking. Gemelli a barretta: sono i più semplici, normalmente sono due facce decorative di metallo collegate fra di loro da una barretta rigida. In questo tipo di gemelli non ci sono parti mobili, le due estremità sono fisse. Tradizione ormai consolidata vuole che i futuri sposi si scambino, prima delle nozze, un dono che simboleggi il proprio pegno d’amore. I gemelli potrebbero rappresentare un’ottima idea per il regalo da parte della sposa. La storia inglese ci ricorda che il Duca di Windsor nel 1936 avrebbe abdicato a favore del fratello per sposare Wallis Simpson, la donna più in vista del jet set del momento, sposata ed in procinto di divorziare. Si narra che a suggello del loro amore, ella avesse regalato al Duca un paio di gemelli in platino con pavè di diamanti e su cui spiccavano due baguette indicanti le loro iniziali E e W, ordinati da Madame Simpson alla Maison Cartier di Bond Street.

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PICCOLO SPAZIO PUBBLICITÀ! Come ti risparmio sulla spese con lo sponsor

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atrimonio con sponsor? E perché no? La proposta può certamente far inorridire i puristi, però bisogna sforzarsi di comprendere le ragioni di molte coppie per le quali sposarsi comporta sacrifici e costi insostenibili. I prezzi lievitano, gli stipendi si assottigliano e la crisi economica si fa sentire sempre più e così il giorno più bello diventa, inutile negarlo, anche il più caro. Abito da sposa, bomboniere, fotografo, parrucchiere, estetista, fiori e soprattutto una location suggestiva nella quale consumare il banchetto di nozze. La lista è parecchio lunga e i costi complessivi sono alti e variano dai 10mila ai 20mila euro e talvolta anche di più. Gli americani, popolo dal dubbio gusto estetico ma dotato di pragmatismo senza pari, hanno ovviato al problema. Come? Pronunciare il “si” sponsorizzati da una marca di champagne o da una linea di abbigliamento. L’idea non è nuovissima. Pare, anzi, che da più di 15 anni negli Stati Uniti adottino questo escamotage per ammortizzare le spese della festa nuziale. In Francia, Paese in cui la raffinatezza è palese quanto la supponenza, questo espediente è stato introdotto recentemente e si sta diffondendo sempre di più. In Italia l’escamotage fa il suo esordio solo ora, solleticando la nostra proverbiale arte d’arrangiarci che potrebbe essere arginata solo dall’altrettanto prevalente carattere nazionale: la mancanza di praticità e l’amore per la forma, spesso anche a scapito della sostanza. Il matrimonio sponsorizzato, comunque, non è facile da organizzare perché è necessario contattare diverse attività commerciali come parrucchieri, stilisti, fotografi, servizi di catering spiegando che vi aspettate uno sconto o la gratuità del servizio e il tipo di visibilità che sarete in grado di dare. Dopo avere deciso la data delle nozze è necessario aprire un blog in grado di offrire uno spazio non solo alle foto del vostro matrimonio ma anche ai marchi e agli sponsor pubblicitari.

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Il problema dei matrimoni sponsorizzati sta sia nella mentalità dei parenti e degli amici che pensano al matrimonio come qualcosa di intimo e privato e sia nel modo di pensare di molte aziende che non vedono il matrimonio come uno strumento pubblicitario a basso costo. Ad esempio si possono trovare aziende di grafica che possono pagare gli inviti e segnaposto al ristorante, oppure parrucchieri che, in cambio di visibilità sul blog dei futuri sposi, possono regalare l’acconciatura alla sposa. Dunque, escamotage, piccoli compromessi per risparmiare senza rinunciare al sogno di una vita. E allora datevi da fare! R.N.C. La prima coppia con sponsor della Sicilia Occidentale si è sposata il 30 Aprile del 2012. Si tratta di Dimitri Tosi 31 anni e Lucia Murabito 24 anni. I due fidanzatini, oggi sposi, hanno cercato sconti e promozioni tra le aziende di tutta la Sicilia in cambio di pubblicità attraverso il loro personale sito: www.nozzeconsponsorinsicilia.it. Bottiglie di vino, offerte da una cantina trapanese al posto delle ormai consuete bomboniere, il regalo delle damigelle un pacchetto benessere in una beauty farm di Catania, un risparmio sugli abiti grazie a particolari accordi con le due boutique dove sono stati acquistati. Nessun guadagno ma solo risparmio. Riducendo i costi in cambio di pubblicità è stato infatti possibile economizzare. Attraverso il loro sito e il loro blog che hanno costantemente aggiornato è stato possibile seguirli in tutte le loro scelte grazie al contributo delle “aziende sponsor” che hanno reso possibile il realizzarsi del loro sogno. Ormai il matrimonio con sponsor è diventato una vera moda. A Catania è già boom. R.N.C.


Via Conte Agostino Pepoli, 190 TRAPANI - Tel. 0923.536189


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IO & TU

UN MATRIMONIO PERFETTO

Il matrimonio tra fave, carcucciuli e taccàgghi Usanze popolari e antiche per conoscere il futuro delle nozze

di Fabio Pace

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aritati a to figghiu quannu voi, maritati a to figghia quannu poi (sposa tuo figlio quando vuoi, sposa tua figlia quando puoi). È solo uno dei numerosi detti e proverbi raccolti nel libro “Matrimonio. Usanze e costumi antichi e recenti in provincia di Trapani” di Salvatore Valenti. Un excursus tra le antiche usanze matrimoniali, in particolare dell’antica Monte San Giuliano, oggi Erice. Usanze che, proprio perché antiche, marcavano nettamente il differente ruolo sociale tra uomo e donna. «In ogni famiglia - spiega il professore Valenti sposare una figlia era la preoccupazione principale di una madre. Il matrimonio l’assistimava, cioè le dava una posizione. Il figlio maschio, invece, purtava ‘n casa, cioè era fonte di reddito e sostentamento per la famiglia». Una vera forma di discriminazione?

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“Sì, comunque legata al passato, alla strutturazione sociale della civiltà contadina. L’uomo guadagnava, comunque, qualcosa; contribuiva con il lavoro nei campi ed era, quindi, di sostentamento. In parte lo era anche la donna, ma non aveva lo stesso riconoscimento sociale”. Il passato remoto della Sicilia contadina? “Diciamo anche il passato prossimo. Ricordo da bambino a Favara, il mio paese… avevo undici o dodici anni, che la mia compagnetta di giochi veniva richiamata a casa dalla madre, perché c’era ‘u zito in visita. Capitava pure che nelle famiglie, dove c’erano più sorelle, dovesse andare per prima in sposa la più anziana perfino inibendo le nozze alle più giovani, magari già fidanzate. Le figlie, raggiunta una certa età, pur di maritarle, venivano fornite, anche a costo di duri sacrifici, di una dote quanto più ap-


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IO & TU petibile possibile”. Considerata l’ansia di arrivare allle nozze, c’erano tra le donne in età da matrimonio sistemi per conoscere il proprio destino? “I modi erano svariati, in tutta la Sicilia. Ad Erice nel giorno di San Giovanni Battista, il 24 Giugno, le ragazze gettavano per strada una mela per osservare poi, di nascosto chi l’avrebbe raccolta. L’indicazione sul proprio destino si traeva da chi per primo avesse raccolto la mela: se fosse stato un uomo sarebbe stato augurio di sicure e non lontane nozze; se fosse stata una donna a raccoglierla non avrebbe potuto sperare in alcun matrimonio; se la donna avesse solo guardato la mela la ragazza si sarebbe sposata, ma sarebbe rimasta presto vedova; se, infine, a passare fosse stato un prete non solo la ragazza non avrebbe preso marito, ma sarebbe morta nubile. Infine dalla persona che raccoglieva il frutto si sarebbero tratte indirettamente indicazioni sulle condizioni economiche del futuro sposo. A Mazara, sempre nel giorno di San Giovanni, le ragazze che andavano ad attingere acqua ne versavano un po' alle loro spalle, la prima persona che sarebbe passata sarebbe stata il probabile futuro sposo. Ancora a Mazara si sgusciava un chicco d'orzo e lo si buttava in acqua: se rimaneva a galla ci sarebbe stato un buon matrimonio; se andava a fondo, pessimo”. Mele, acqua, chicchi d’orzo… tutti elementi riconducibili alla natura, tipici del mondo contadino… “…ma anche fave, carciofi, e perfino il piombo fuso, che veniva letto come ancora oggi si leggono i fondi di caffè. Ad Erice la mattina del 24 Giugno ci si procurava un pezzo di piombo e, dopo averlo fuso lo si gettava in un secchio di acqua fredda. Solidificando il metallo prendeva diverse forme nelle quali, come si fa con le nuvole guardando il cielo, ciascuno, con tanta fantasia poteva vedervi il proprio futuro: una ruota, e allora il futuro sposo sarebbe stato un carrettiere o un vetturino; un trincetto, avrebbe indicato un calzolaio; una moneta un benestante; una zappa un contadino…”. E il carciofo? Si leggevano le foglie? “No… La notte precedente il giorno di San Giovanni si esponeva alla finestra, in un bicchiere con un po’ d’acqua

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una carcocciula spinusa. Se l'indomani, si fosse presentata con le foglie aperte sarebbe stato segno di sicuro e ricco matrimonio, se le foglie fossero rimaste chiuse se ne sarebbe tratto un auspicio negativo. Un altro espediente di natura “vegetale”, per così dire, era quello delle fave. All'insaputa della ragazza in età da matrimonio si nascondeva sotto il cuscino del letto tre fave secche: una “addintàta”, cioè con una piccola parte della scorza staccata con i denti; una seconda “vistuta” cioè integra, una terza “spugghiàta” cioè senza scorza. La fava che la ragazza avrebbe preso al buio, avrebbe dato il responso di matrimonio economicamente discretto, ottimo o misero. In altri paesi della provincia di Trapani le ragazze o le loro madri, sotterravano per strada “i taccàgghi'', legacci di stoffa o elastici per reggere le calze, ricavandone indicazioni, come sempre, sulle condizioni economiche dello sposo, a seconda di chi, per primo, vi posasse sopra il piede”. C’erano anche delle formule magiche da pronunciare? “Non parliamo di magia vera e propria, ma piuttosto di forme di preghiera popolari, intrise di una religiosità semplice e di un po’ di superstizione. Ad Erice la ragazza da marito invocava San Giovanni con questa giaculatoria: San Giuvannùzzu, simpàticu e beddu, / datimìllu un maritèddu, / e si bonu mi lu dati / campirògliu 'nsantitàti. / Iu lu vògliu manirùsu / chi nun fussi tantu gilùsu, / chi sapìssi travagghiari / e sapìssi a Diu priàri. (S. San Giovanni simpatico e bello / datemelo un marito / e se buono me lo date / vivrò in santità / io lo voglio cortese / che non sia tanto geloso / che sappia lavorare / e sappia pregare Dio)”. Il libro di Salvatore Valenti racconta inoltre le tradizioni in materia di doni, tempi e modi del matrimonio; ha una ricca documentazione sulla dote di nozze; sulle celebrazioni; le feste ed i viaggi di nozze. È un agile compendio di etnoantropologia che Valenti definisce “storia parallela a quella che abbiamo appreso dai libri di scuola… un concetto di cultura come principio democratico appartenente anche a chi, sconoscendo “i dialoghi sui massimi sistemi” conosceva e conosce minuziosamente ciò che sa fare e che altri non sanno fare”.

IL GIORNO DI SAN GIOVANNI Nelle tradizioni precristiane il 21 di giugno, solstizio d'estate, era un giorno sacro. Il 21 di giugno il sole raggiunge la massima inclinazione positiva rispetto all'equatore celeste, per poi riprendere il cammino inverso. Fino a poco tempo fa questo stesso giorno sacro, sia pure posposto di tre giorni, era celebrato dalla religiosità popolare con una festa che cade il 24 giugno, quando nel calendario liturgico della Chiesa latina si ricorda la natività di San Giovanni Battista. Sul 21 giugno, ma anche su 24 convergono i riti indoeuropei e celtici che esaltano i poteri della luce e del fuoco, delle acque e della terra feconda di erbe, di messi e di fiori. Tali riti antichi sono rimasti latenti nella memoria popolare, differenziandosi in varie forme, nell'arco di duemila anni, benché la Chiesa abbia tentato prima di sdradicarli e poi di assorbirli. Fino a pochi anni fa nelle zone rurali si mantenevano ancora i riti propri della società contadina e pastorale.

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Un Viaggio nel Tempo “Matrimonio Vintage”. Assolutamente sì! di Stefania Martinez

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nni 20, 30, 40, 50, che confusione! Tante idee, la mente piena di immagini di epoche diverse ma una sola certezza, il desiderio e la voglia di organizzare un “Matrimonio Vintage”. Assolutamente sì! E allora mettiamoci a lavoro. Da dove partire? Prima di tutto occorre fare chiarezza e quindi iniziare a ragionare sulla scelta del periodo storico al quale ci si vuole ispirare. Perché un matrimonio anni 20 sarà diverso nello stile, nei colori e nell’umore

da un matrimonio anni 50. Regola essenziale: è vietato mescolare epoche e stili diversi. Scelto il periodo al quale ispirarsi occorre documentarsi (internet, riviste, film, libri di costume e di architettura) e trovare ciò che più si addice alla propria personalità. Il bello del vintage sta nella ricerca dei dettagli che renderanno il giorno delle nozze un evento indimenticabile. Dopo aver scelto l’epoca, e quindi la tendenza su cui orien17


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IO & TU che rischioso. Riteniamo dunque che organizzare un matrimonio retrò è bello e divertente ma sicuramente non facile. Importante è comunque non esagerare e quindi meglio non distaccarsi troppo dalla realtà cercando magari di creare un buon connubio tra passato e presente. Naturalmente sarebbe opportuno comunicare agli invitati che la cerimonia sarà anni 40 o 50… così avranno modo e tempo per scegliere il look giusto e tutto ciò anche a vantaggio del vostro book fotografico. Molti stilisti si sono ispirati alla moda degli anni 50 e nelle loro collezioni sono tantissime le proposte vintage per la sposa. Gonne voluminose il cui taglio permette di valorizzare qualsiasi donna sottolineando il busto ed il girovita, abiti senza maniche con bolero o scollo all’americana allacciato dietro il collo. Insomma una rivalutazione del passato e dunque una reinterpretazione della storia del costume degli anni 50 in chiave moderna. Non avrete dunque problemi a trovare il vestito adatto per le vostre nozze vintage. Abiti in grado di enfatizzare con eleganza e sensualità la bellezza del corpo della donna, da indossare con ironia e sentirsi una diva degli anni 50 come Marylin Monroe, Brigitte Bardot, Grace Kelly e Audrey Hepburn.

tarsi, dovrete essere certi che lo stile sia il “vostro” per essere sicuri che il giorno delle nozze sarete a vostro agio, belle e disinvolte. A questo punto è importante creare un filo conduttore cioè scegliere un tema che annodi i diversi momenti delle nozze. Ma soprattutto è necessario curare i dettagli perché anche una spilla o un bracciale possono fare la differenza e “mortificare” lo stile al quale ci si sta ispirando. La scelta degli abiti, in primo luogo, ma anche dei fiori, delle decorazioni, della Chiesa, la location, la musica, le fedi e perfino le bomboniere devono avere un unico filo conduttore in base all’epoca che avete preferito; quindi stile vintage a trecentosessanta gradi. Esempio: nel caso citato del matrimonio anni 20, sarà bene evitare di organizzare il ricevimento in una villa anni 60 la cui architettura, sicuramente, non si “sposa” con l’epoca da voi scelta. Meglio sarebbe optare per una location che rimandi ad un’epoca precedente se proprio non si riesce a trovare una casina liberty. Come dire: i particolari fanno la differenza per evitare una caduta di “stile”. Chi ama il vintage sa bene che non è facile allontanarsi dalla contemporaneità e farlo, dall’abbigliamento, ai complementi, all’arredo è an-

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L’ELEGANZA NEI DETTAGLI Camicia azzurra solo con abito blu.

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a cravatta è l’accessorio che si nota di più nella “mise” dello sposo. Dovrà essere in sintonia con il colore e il tessuto dell’abito. Può essere più o meno tradizionale ma l’importante è che sia sobria e raffinata. Meglio se in tessuto lucido, in modo da creare un punto luce che illumini il viso dello sposo. Gli accessori sono indispensabili perché, se bene abbinati, danno un tocco di glamour.

Scopriamo insieme quali sono gli abbinamenti cromatici più adeguati per uno sposo elegante e tradizionale: abito blu e camicia bianca o azzurra è indicata la cravatta blu; abito chiaro e camicia bianca è indicata la cravatta chiara; abito grigio e camicia bianca è indicata la cravatta grigia o chiara; abito nero e camicia bianca è indicata la cravatta grigia o chiara lucida La cravatta tradizionale è di colore grigio, in seta “jacquard”, con piccolissimi disegni ma le alternative sono tante; l’importante è non essere eccessivi. La scelta spesso cade sul “plastron”, una cravatta annodata con un solo passaggio all’esterno e fermata al centro con una spilla, che può essere semplice oppure più particolare diventando un vero e proprio gioiello. Se si opta per la classica cravatta è possi-

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bile indossare il fermacravatta che deve essere essenziale e ricercato. Un altro accessorio indispensabile è la cintura che dovrà essere abbinata alle scarpe. Possono essere dello scorso colore, di pelle liscia o lavorata, opaca o lucida. Se lo sposo preferisce indossare un abito bianco o avorio la scarpa può anche essere chiara. Da non trascurare le calze che devono essere scure se l’abito è scuro e chiare se l’abito è di tono chiaro. Per l’estate e la primavera devono essere di cotone o cotone-seta per l’inverno e l’autunno di lana o cachemire. Dettaglio da non trascurare è che, indipendentemente dalla stagione, devono essere rigorosamente lunghe. Pochi i gioielli da indossare: l’orologio, ma deve essere discreto ed elegante; gemelli da polso che vanno abbinati al modello della camicia indossata, preferibilmente non smaltati, devono essere dello stesso colore dell’orologio, piccoli e raffinati. il fermacravatta o la spilla per il plastron possono essere classici con la perla o anche più preziosi ma comunque sempre sobri e discreti. Vietati altri gioielli come bracciali, collane e anelli. Il giorno del matrimonio il gioiello che deve spiccare e arricchire lo sposo deve essere solo la fede nuziale.


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TUTTE LE “MATERIE” DEL MATRIMONIO Dal cotone al diamante: i simboli della vita di coppia

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erché festeggiare solo gli anniversari più importanti? Certamente i venticinque ed i cinquanta anni di matrimonio sono tappe importantissime ed è bene solennizzare tali ricorrenze che appaiono quasi “irraggiungibili” ma, oggi, sono sempre di più le coppie che amano festeggiare con cadenze che nel corso degli anni hanno assunto significato stratificandosi nella tradizione. La consuetudine di celebrare gli anniversari di matrimonio risale al medioevo, epoca nella quale si festeggiavano solo il venticinquesimo ed il cinquantesimo anno di nozze. Nel 1922 fu Emily Post, scrittrice americana il cui nome è tuttora sinonimo di galateo, ad inserire nel suo libro «Etichetta in società, negli affari, in politica e a casa», una serie di consigli per festeggiare gli anniversari di matrimonio. La prima edizione del libro prevedeva solo 1°, 5°, 10°, 15°, 20°, 25°, 50° e 75° anno ma, in seguito, l’elenco fu ampliato a tutti gli altri anniversari fino a comprendere quel percorso che è ormai considerato “tradizione consolidata”. Una diffusa tradizione anglosassone, poi, vuole che ad ogni anniversario sia associato un particolare materiale. Si parte così dal primo anniversario “di cotone”, procedendo poi per or-

Nozze di cotone Nozze di seta Nozze di stagno Nozze di porcellana Nozze di cristallo Nozze d’argento Nozze di perle

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1° anno di matrimonio 5° anno di matrimonio 10° anno di matrimonio 15° anno di matrimonio 20° anno di matrimonio 25° anno di matrimonio 30° anno di matrimonio

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dine crescente di importanza dell’elemento abbinato all’anno di anniversario, in relazione al maggior numero di anni vissuti insieme dalla coppia ed alla sempre maggiore importanza della ricorrenza da festeggiare. Ogni anno di matrimonio rappresenta un percorso della coppia ed è per questo che l’anniversario è un evento speciale, un momento per riflettere su cosa ha significato fino a quel momento la vita a due. Può essere divertente scegliere di volta in volta un regalo che coincida col materiale che simbolicamente rappresenta l’anniversario. La chiesa cattolica celebra ricorrenze e anniversari con cadenza di 5 anni. Quindi, se avete voglia di rinnovare le promesse che vi siete scambiati, non dovete fare altro che rivolgervi al parroco della chiesa nella quale vorreste celebrare l’anniversario e stabilirne le modalità. In molte parrocchie gli anniversari vengono celebrati in comunione ad altre coppie nelle cosiddette Feste degli Anniversari, nel corso delle quali vengono rinnovate le promesse di matrimonio con lo scambio delle fedi nuziali. Poi potreste organizzare un pranzo o una cena con i genitori e amici più intimi con tanto di foto e taglio della torta. Infine ricordatevi di regalarvi un bel viaggio. E auguri a tutti. R.N.C. Nozze di zaffiro Nozze di smeraldo Nozze di rubino Nozze d’oro Nozze d’avorio Nozze di diamante

35° anno di matrimonio 40° anno di matrimonio 45° anno di matrimonio 50° anno di matrimonio 55° anno di matrimonio 60° anno di matrimonio

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DUE VOLTE SÌ Calano i matrimoni, ma percentualmente aumentano le seconde nozze, soprattutto al Nord di Rosi Orlando

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l calo dei “sì” in Italia è generale, tanto per le prime nozze, che per le seconde. Ma sebbene la durata dei matrimoni si sia abbassata, la maggioranza della po-

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polazione crede ancora nell’istituzione-pilastro della società. È al Nord e al Centro, che pronunciare “due volte sì” è più in voga.


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IO & TU In Italia sono stati celebrati 246.613 matrimoni nel 2008, 230.613 nel 2009, e poco più di 217 mila nel 2010, secondo dati provvisori Istat del 2011. Quindi, in soli due anni si registrano quasi 30 mila matrimoni in meno: la riduzione delle nozze è in atto dal 1972, ma ha caratterizzato particolarmente il biennio 2009 -2010, nell’intera Penisola, e soprattutto le regioni: Lazio, Lombardia, Toscana, Piemonte e Campania. E il calo interessa anche i secondi matrimoni (34.137 nel 2008 e 32.873 nel 2009), però l’incidenza sul fenomeno generale “matrimonio” (prime e seconde nozze) è relativa e anzi, in aumento a partire dagli anni ‘90: nel 2009 la percentuale di matrimoni successivi al primo corrisponde al 14,3% del totale dei matrimoni e appunto in aumento rispetto al 2008, pari al 13,8%. È curioso osservare che le seconde nozze, sono più diffuse nelle aree italiane dove si registrano tassi di divorzio più elevati e cioè al Nord e al Centro dell’Italia. Dati questi, che rivelano quanto ancora si creda e s’investa, nell’istituzione matrimoniale. Il naufragio del primo matrimonio (eccezion fatta per i casi in cui uno dei coniugi sia venuto a mancare) non inficia la propensione a un secondo legame ufficializzato: ci si ricrede forse, sulla scelta del partner, ma si è pronti a rimettersi in gioco con un’altra persona. Chissà poi, se la primaria decisione di “compiere il grande passo” affondi le radici in motivazioni talvolta differenti, al Centro-Nord e al Sud. Altro dato curioso è che gli uomini si risposano in media a quarantotto anni se sono divorziati e a sessantuno se vedovi, le donne invece, a quarantatre anni se divorziate e a quarantotto se vedove (sarà che le donne metabolizzano prima il lutto?). Peculiarità più frequente dei matrimoni successivi al primo, è il caso in cui lo sposo è divorziato e la sposa è nubile, inferiori i casi in cui si verifichi il contrario, sposa divorziata e sposo celibe. La prima esperienza di coppia, talvolta, è fragile a causa di una defaillance della personale libertà psicologica e lo svincolo dalle famiglie d’origine è sempre più difficile e tardivo, per cui il “com’è che funziona a casa dei miei” è oggi un fantasma più reale tra le mura coniugali che talora è occasione d’attrito tra i coniugi. Inoltre spesso, gli squilibri dei giochi relazionali delle famiglie originarie attuali, gravano sui figli. Gli addetti ai lavori confermano che molte coppie si accostano al secondo matrimonio, con maggiore maturità e convinzione di quanto abbiano fatto nel primo. Qualunque sia la casistica e la tipologia delle coppie al “secondo sì”, le cerimonie che coronano il “nuovo sogno della condivisione”, interpretano appieno la gioia rinnovata dell’unione, e pertanto: sì alla festa, forse più semplice e no agli abiti nuziali sobri quasi da ripiego, al quale l’immaginario collettivo del passato era avvezzo, per esempio, il tailleur per la donna. Bando quindi al detto “il primo amore non si scorda mai”, perché il secondo può essere quello della maggiore consapevolezza.

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Chiara e Mikel, una fiaba morna Q

uando una giovane e bella ragazza in carriera, incontra l’amore, convola a nozze per la seconda volta e l’unione è presto coronata dall’arrivo della loro bambina, chi scrive può ben dire: “E vissero felici e contenti”. Questa è la favola di Chiara Almanza, trapanese, linguista, specialista in lingua francese andata in sposa a Mikel Iriso Ivchenko, oggi Console spagnolo ad Addis Abeba, ma al tempo del matrimonio, Console a Tallin. Cosa ha caratterizzato il secondo “sì” di Chiara? Sinceramente tanta emozione, positività e poca apprensione. Non ho mai avuto un dubbio, un’ansia. Vuoi raccontare qualcosa del giorno delle nozze? Com’era l’abito da sposa? Ero felicissima e serena, molto più della prima volta. Credo che la ragione di questa felicità sia dovuta al grande amore che nutro verso il mio attuale marito, quando ci sono sentimenti puri e profondi, tutto diventa semplice, almeno per me. Il contesto era particolare, direi magico. Ci siamo sposati in un’ambasciata a Riga e il Console che ci ha uniti in matrimonio, è uno dei migliori amici-colleghi di mio marito, per cui abbiamo anche avuto in discorso personalizzato, ricco di commozione e affetto. Indossavo un abito lungo, bianco e nero e tempestato di pietre Swarovski. Ci tenevo a portare il bianco, perché per me questo colore è il simbolo del “sì”. E adesso come trascorri il tempo? E la tua vita è cambiata? Per il momento non lavoro, perché le mogli dei diplomatici in Etiopia non possono lavorare. Prima ero insegnante di francese alla scuola internazionale di Tallin. Adesso, sono mamma a tempo pieno. R.O.

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LA PAROLA ALL’AVVOCATO a cura di Iolanda Frazzitta Avv. Civilista

Matrimonio bis

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ome nella preparazione dei migliori film non sempre è “buona la prima!” e così risulta oramai in crescente aumento anche nel nostro paese la celebrazione di seconde nozze. Solitamente il nuovo matrimonio è celebrato col solo rito civile, a meno che non si tratti di vedovi o non si sia ottenuto la pronuncia di annullamento del precedente matrimonio dalla Sacra Rota. Anche per la celebrazione delle seconde nozze è richiesto ai futuri coniugi di produrre dei documenti che servono per istruire la pratica matrimoniale e dare garanzia della mancanza di impedimenti all’esecuzione del rito. Naturalmente l’adempimento burocratico varia a seconda della situazione personale di ciascuno dei futuri sposi e del rito prescelto: tra le varie possibili combinazioni che possono portare a pronunciare nuovamente il fatidico “si” troviamo le situazioni di divorzio, vedovanza o annullamento del Tribunale ecclesiastico almeno per uno dei futuri sposi, con possibilità ovviamente di mescolare tali situazioni tra loro. Ebbene, per riassumere brevemente possiamo individuare le seguenti situazioni di massima che dovrebbero dare indicazioni generali: per i divorziati è richiesta la presentazione di copia integrale dell’atto di matrimonio precedente completa dell’annotazione della sentenza di scioglimento e la sentenza di divorzio, rilasciata dal Tribunale del comune ove è stato celebrato il matrimonio, previa autorizzazione rilasciata dalla Procura della Repubblica competente. Per i casi di vedovanza è invece richiesto al futuro sposo di produrre l’atto integrale di morte del coniuge con autorizzazione della Procura della Repubblica competente per territorio. Per chi si accinge a convolare a nuove nozze dopo aver ottenuto l’annullamento del primo matrimonio

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presso la Sacra Rota è richiesta copia integrale dell’atto del precedente matrimonio completa dell’annotazione a margine della sentenza del Tribunale ecclesiastico, a meno che non si celebrino le nuove nozze in Chiesa nel qual caso, oltre ai documenti richiesti dall’ufficio parrocchiale che istruisce la pratica è richiesta la semplice copia della sentenza della Sacra Rota, in quanto l’annotazione dello scioglimento del primo matrimonio risulta dal certificato di Battesimo. Neppure in caso di “ matrimonio bis” la legge italiana semplifica l’aspetto burocratico, rendendolo addirittura più complesso laddove ci si sofferma a pensare, per esempio, che la sentenza di divorzio acquista valore legale dopo che siano trascorsi trecento giorni dalla data dell’annotazione a margine dell’atto di matrimonio. Ciò perché lo Stato si pone nell’ottica di garantire il vincolo matrimoniale che si sta per formare cercando di prevenire che questo possa realizzarsi in presenza di vizi che ne privano di efficacia giuridica. Un accenno, infine, ritengo debba farsi altresì a quello che è l’aspetto patrimoniale che segue all’effettuazione delle seconde nozze. Anche nel nuovo matrimonio i futuri coniugi dovranno procedere alla scelta del regime patrimoniale di separazione, laddove non volessero optare per quello legale della comunione, che è il regime ex lege. Bisogna pure tener presente, sempre in tema di questioni patrimoniali, che il nuovo coniuge subentra nell’eredità del secondo consorte, anche in vigenza del regime legale della comunione, solo per la parte di patrimonio che non ricada nel patrimonio personale precedente alle nozze ai sensi dell’art.177 c.c. Ciò comporta che in presenza di figli nati dal primo matrimonio questi erediteranno in modo esclusivo quella parte di patrimonio che era del de cuius già prima delle seconde nozze.


ph. Piero Lazzari


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VINTAGE e Glamour

Bianco e colori tenui per esaltare fiocchi e dettagli sartoriali di Stefania Martinez

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posarsi in inverno ha sicuramente un fascino particolare, un mix di magia e romanticismo che, tuttavia, impone alcuni accorgimenti nella realizzazione degli abiti. La scelta del tessuto cade quasi sempre sul raso, tramato morbido, elegante, raffinato e sicuramente più caldo della seta che permette la creazione di modelli in grado di gestire bene le basse temperature. Lo stile non è un problema dato che la scelta è ampia, pur senza rinunciare alle scollature o alle spalline, poiché ci penseranno i copri spalla, i manicotti, gli scalda cuore in cachemire o eco-pelliccia a proteggere dal freddo. La tendenza per gli abiti da sposa per la prossima stagione punta sul bianco con accenti di colori tenui, come il lavanda, su fiocchi e dettagli sartoriali. Eleganza assoluta! Questo impone l’orientamento degli stilisti e da Vera Wang, con i suoi abiti principeschi, a Lorenzo Riva, con le sue creazioni chic e sofisticate, la moda vede l’uso di pizzi sulle maniche, come sull’abito dell’indimenticabile Grace Kelly, o in delicato chiffon come per quello di Jenny Lee, fino alla proposta quasi hippie di Yolan Cris. Gli abiti proposti dai maggiori sarti si ispirano soprattutto allo stile vintage,che continuerà la sua escalation per tutto il 2012, con tanti pizzi e chiffon, per una sposa molto glamour che vuole vivere una giornata d’altri tempi.

Non mancano, inoltre, gli abiti da sposa corti, indicati per le più giovani e amanti dello stile minimal ma chic. Molti modelli delle collezioni 2012 si ispirano allo stile delle dive anni '50, come Marylin Monroe, Audrey Hepburn e Grace Kelly: abiti corti, tagliati sotto il ginocchio, con gonne ampie e corpetto stretto che valorizza la silhouette, si adattano a qualsiasi corporatura e garantiscono un’eleganza senza tempo La collezione Rosa Clarà è dedicata alle donne che amano l’eleganza semplice, ma sono attente ai dettagli e al taglio sartoriale. Abiti sobri, ma nello stesso tempo raffinati con gonne ad ampio movimento abbinate a semplici bustini con scollature asimmetriche che lasciano la schiena nuda. Due in particolare le proposte della maison spagnola: Soft by Rosa Clarà è la nuova idea di abiti cadenti, realizzati in tulle e voilè di seta drappeggiata di color bianco e nudo. Vestiti che si conformano perfettamente al corpo, evidenziando la femminilità ed esaltando la silhouette. E poi la seconda proposta è Two by Rosa Clarà: una collezione più abbordabile, ma che non perde un briciolo di magia e di carattere che da sempre contraddistinguono le creazioni della prestigiosa casa di moda. Elisabetta Polignano propone gli esclusivi e sofisticati abiti da sposa della collezione Africa e della linea Vision. 29


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La collezione Africa trae solarità dall’intreccio di tonalità e sfumature. Morbide onde, arricciature fiorite e composizioni dalle trame geometriche, mai squadrate, danno forma a scollature originali e ampie gonne. La linea Vision rielabora la concezione tradizionale in chiave contemporanea, proponendo un’alternativa originale, ideale per chi sceglie di celebrare il matrimonio con rito civile. Modelli corti rievocanti atmosfere da dive anni ’50; gonne arricciate a palloncino; vestiti fluenti che valorizzano le sinuosità della sposa. Tra i must della prossima stagione: un fiocco o la cinta, a sottolineare il punto vita o a marcare il corpetto dell’abito; possono essere bianchi, dello stesso colore dell’abito o di un tono leggermente contrastante. Per le spose che non amano un look “total white”, ma che non vogliono osare con un abito colorato, il 2012 è l’anno dei compromessi: abiti bianchi ricchi di dettagli colorati trionferanno nelle collezioni venture. Gli abbinamenti favoriti? Abiti bianchi con dettagli viola, abiti bianchi e blu e, per le più originali, un tocco di eleganza ricercata con abiti da sposa con un tocco di nero. E per chi vuole sedurre, naturalmente, il rosso. Infine, viva la praticità: abiti da sposa con tasche. Un trend molto moderno quello dell'inserzione di tasche nelle gonne degli abiti da sposa. L’aggiunta di due tagli nel vestito, spesso confusi tra le pieghe e le balze della gonna, per far posto a piccoli oggetti come fazzoletto, rossetto e cellulare, non toglie eleganza all'abito, ma aggiunge praticità oltre ad un tocco appena percettibile di modernità, nei modelli in stile principessa. Per restare in tema di comodità: non sono molto numerosi i modelli di abiti da sposa con pantaloni ma la loro diffusione aumenta, soprattutto tra le spose che non amano le gonne. Se preferite questa soluzione, potete optare per un classico tailleur, quindi pantalone e giacca abbinati, completi di ricami, nastri e dettagli per impreziosire lo stile. Oppure potete scegliere un completo unito, solitamente dal taglio più morbido, con top, decorato da una cintura che spezza la figura. 31


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LA RAGAZZA DI BAGDAD Michelle Noùri si racconta

di Giacomo Di Girolamo

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ichelle Noùri, giornalista e scrittrice, è nata a Praga, nel 1973. Poi con la sua famiglia si è trasferita in Iraq. Vive in Italia da sedici anni. Le sue autobiografie “Il cammino delle foglie di tè”, e “La ragazza di Badgad” pubblicate da Rizzoli sono racconti di una famiglia “ceco - irachena”. In alcune pagine emergono le difficoltà di un matrimonio tra un uomo ed una donna di religioni e culture profondamente diverse, i genitori di Michelle. Michelle Nouri ha raccontato sé stessa e la sua famiglia nel corso di un incontro culturale tenutosi a Valderice… Non ci sono molte famiglie come la sua… Mio padre era iracheno, musulmano; mia madre cattolica e di Praga. Una storia d’amore lunga 17 anni. Si sono conosciuti in aeroporto. Lei era assistente di terra, lui lavora per una compagnia aerea. I miei genitori dovettero lottare contro tutti. La mia nonna materna, ad esempio, fu sempre contraria a questa unione. Ripeteva che la storia sarebbe finita presto: persone diverse, culture diverse, ceti diversi. E soprattutto due religioni diverse. Si, mia nonna - con il senno di poi - aveva ragione. È molto difficile convivere quando si appartiene a due mondi totalmente diversi. Com’era il vostro vissuto quotidiano? La famiglia di mio padre, come tutte le famiglie irachene, era di tipo matriarcale. Mia nonna comandava in casa e decideva tutto, cosa dovevamo mangiare, dove si andava in gita. Si andava da lei per avere il permesso su qualsiasi cosa… pure per combinare un matrimonio. In poche parole: mia nonna ha reso la vita di mia madre un inferno. Inoltre le sorelle di mio padre non erano carine con lei… fino alla fine le sono stati ostili. Le nostre case erano tutte vicine. Anzi, possiamo dire che in pratica si viveva tutti insieme. Solo che mia madre, essendo l’ultima arrivata, era costretta a fare i lavori di casa più umili. Poi il fatto che non parlasse arabo, non l’aiutava. Le cose migliorarono quando mio padre prese una casa tutta per noi. Ma l’ostilità verso questa donna bionda venuta dall’Europa sono durate fino alla fine. Tant’è che le mie zie sono riuscite poi a convincere mio padre, finita la storia

con mamma, a sposarsi finalmente con un’irachena. A 13 anni il primo fidanzato di Michelle Nouri era suo cugino.... Era anche un bel ragazzo. Mi piaceva tanto. Era il figlio di una mia zia. In famiglia eravamo tutti in qualche modo predestinati a fidanzarci tra di noi. Si usa ancora oggi nei Paesi arabi, non c’è nulla di strano. Come finì questa sua prima storia d’amore… Le cose nella mia famiglia precipitarono quando i miei non ce la fecero più e decisero di divorziare. Mio padre si creò un’altra famiglia. Non c’era più nessuno a prendersi cura di noi. Mia madre non lavorava, i parenti di mio padre non ci diedero alcun aiuto. Siamo stati costretti ad andare via. E siete finiti in un paesino vicino Praga, dai nonni materni. Conoscevamo già quei posti, perché ogni anno passavamo un mese di vacanza dai nonni, ma è stato comunque un brutto impatto. Perché? Mia nonna litigava continuamente con mia madre… è stato un periodo difficile. Dopo tre anni sono andata via. Sono finita in Italia per caso. Ho conosciuto un ragazzo di Roma, e l’idea di vedere l’Italia, che non avevo mai visitato, mi affascinava. Da Roma a Milano. Modella e poi giornalista. Sono una persona curiosa, mi piace raccontare storie, mi piace anche ascoltarle. È per questo che ho scelto di fare questo lavoro. È stato difficile, ma alla fine sono riuscita ad emergere. Cosa significa per lei essere “italiana”? Io vengo da due culture completamente diverse tra di loro. E in Italia mi sono trovata da subito bene, perché è un Paese che viene incontro alla mia cultura, al mio stile di vita anche se nel mio inconscio rimane sempre un senso di “non appartenenza”. Mi chiedo continuamente dove sono le mie radici. Ero un’irachena a Praga, una straniera in Iraq… E dove sono le sue radici? Dove riesco a stare bene, dove incontro persone che hanno storie da raccontare e valori da condividere.

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NOZZE IN CITTÁ UN MATRIMONIO PERFETTO

REPORTAGE

I ragazzi ci guardano Matrimonio e divorzio. Tra aspirazioni e giudizi l’opinione dei alcuni giovani. di Federica Cito

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atrimonio e divorzio, binomio dalla fisionomia mutevole attraverso i secoli e, ancora oggi, oggetto di discussione. Sapere cosa ne pensino i ragazzi, spesso passivi protagonisti della storia coniugale dei loro genitori, è significativo per comprendere come sia cambiato, o stia cambiando, il comune sentire sull’argomento. Gli adulti tendono a sottovalutare, o addirittura a non tenere in alcun conto, l’opinione dei ragazzi che, invece, è spesso saggia e matura ed espressione di una profondità di pensiero che sono proprio gli adulti a non sapere leggere. Abbiamo condotto una piccola inchiesta su un campione di adolescenti. Dalle loro risposte emerge quanto carico di significato sia il vocabolo “matrimonio”, e come immaginano, il loro “grande passo” tra disincanto e romanticismo.

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NOZZE IN CITTÁ

REPORTAGE

UN MATRIMONIO PERFETTO

irai “il rimonio? p t m a o m c l u e t d i cui Cosa pens iorno in g l i i n i ag Come imm ivorzio? d l e d ”? o o d s r s ua grande pa ione a rig n i p o a u t a E qual’è l

“Parola dal peso importante. Il matrimonio richiede preparazione psicologica poiché è una scelta i, nn Greta, 18 a che influenza e cambia la a ia: m o studentess n vita. Il divorzio crea un ro st a nata di g vuoto difficile da colmare, e appassio anche se gli sbagli dei genitori possono servire come spunto per crescere. Il mio matrimonio lo immagino emozionante, semplice e tradizionale. E vorrei che quel giorno durasse più a lungo possibile”. “È un’istituzione il cui fine non è rendere più solido un rapporto, anche se adesso ha assunto un valore maggiore, perni, ché credo che chi Mari, 18 an si sposi oggi, lo a: s s studente faccia per amore e non più per interesse, come accadeva più spesso in passato. Ed è meglio separarsi, se i sentimenti non sono più gli stessi che avevano sostanziato l’unione. Un divorzio non implica alcuna ripercussione negativa sul rapporto con i figli. Io non assegno molta importanza al matrimonio religioso e se dovessi sposarmi, lo farei in Comune”. “La nostra generazione sta modificando le proprie riflessioni sul peso del matrimonio nella propria vita. Questo momento è affrontato con troppa leggerezza, dovuta forse al modo di vivere moderno. Il divorzio è un’opzione: se un rapporto non è soddisfacente dal punto di vista sentimentale, perchè non potersi dare un’altra possibilità, una seconda unione?”.

anni, Enrico, 18 giocatore studente e : di pallavolo

“Attualmente il valore del matrimonio ha assunto delle sfumature differenti rispetto al passato, costituisce per i giovani un momento fondamentale ma non per questo privo di dubbi e perplessità. Il divor8 anni, argherita, 1 M te zio è ormai divena e cantan studentess tato una costante, rock: sempre più per-

sone scelgono di separarsi dal proprio partner. Penso che sia giusto divorziare nel caso in cui la convivenza familiare non sia più serena come una volta. Vorrei sposarmi all’estero, sebbene non immagino come potrebbe essere la mia cerimonia matrimoniale”. “Gli usi e i costumi hanno profondamente , Francesco influenzato le dente: tu s i, n n a 18 tradizioni del matrimonio nel corso del tempo e in maniera negativa. La considerazione di questo sacramento, non è più quella di una volta. La decisione di sposarsi è presa in fretta e con eccessiva leggerezza, motivo per cui i divorzi sono in continuo aumento. Spero di affrontare questa scelta con consapevolezza”.

“L’esperienza del divorzio dei miei genitori ha segnato la mia vita e ha mutato il mio pensiero sui rapporti coniugali: adesso ho una visione più concreta e credo che il matrimonio sia un’istituzione davvero anni, Matilde, 12 importante e che prima di a con la s studentes intraprendere questa : er la danza p e scelta bisogna avere la passion certezza di amare il proprio partner. Il divorzio non dovrebbe esistere e in me ha causato rabbia. Per fortuna i momenti più difficili spesso si superano”.

“Per coronare l’amore e sentirsi più uniti non c’è nulla di più fantastico del matrimonio. Anche se il numero dei divorzi mi spaventa un po’, ho voglia di fare il ni, n a 5 1 grande passo , a is Lu ae s s con la persona te n e d tu s tti ata di fume che amo. Se i appassion : e s e n o p p ia sentimenti che g ra e cultu ispirano la coppia sono profondi, perché non immaginare il domani come condivisibile insieme? Il mio matrimonio spero sia come un film, ricco di dolcezza e sentimenti puri e genuini”.

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BELLEZZA & C.

Saran belli gli occhi chiari, ma le mani… A mandorla o quadrate, con i glitter o colorate, domina la nail art di Silvia Ippaso

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atrimonio: un rendez-vous al quale è d’obbligo arrivare impeccabili. Il viso non si può trascurare ma anche le mani sono protagoniste. Proprio sull’anulare sinistro verrà inanellato il simbolo nuziale per eccellenza. Quindi le mani devono essere belle ed eleganti. Con la “ricostruzione unghie”, potranno essere addirittura perfette. Decorazioni raffinate che dovranno rispecchiare abito, trucco e carattere. Se le unghie sono già lunghe e curate, potranno essere rinforzate con il gel fino a raggiungere la lunghezza desiderata e poi decorate. Se invece sono corte e rovinate si possono applicare delle

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tips, per allungarle, e poi realizzare il tanto amato french. Fino a qualche anno fa ci si limitava o a lasciarle nude ma ben curate, oppure si preferiva il bianco perlato che si intonava con il vestito. Con la diffusione della french manicure oggi per le spose è quasi irrinunciabile avere le mani adornate di lunetta bianca, magari posta in evidenza da una striscia di glitter o da piccoli cristalli. Per non farsi trovare impreparate sarebbe opportuno cominciare la manicure un paio di mesi prima delle nozze e, se è il caso, pensare alla ricostruzione unghie. Esistono in commercio smalti che servono per preparare le unghie, se ad esempio si ha la cattiva abitudine di "ro-


BELLEZZA & C.

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sicchiarle" se ne può acquistare uno trasparente da applicare come base, dal sapore amaro, creato proprio per chi ha questo tipo di problema. Chi, invece, ha unghie fragili o sfaldate, può applicare una base fortificante. Noterete già in poco tempo buoni risultati. Se pensate di voler utilizzare smalti chiari evitate i colori forti nei giorni precedenti il matrimonio, oppure utilizzate una base protettiva, così da essere sicure che le vostre unghie non assorbano il colore e non tendano ad ingiallirsi. Utilizzate quotidianamente una crema nutriente per le screpolature sulle mani, aiuta ulteriormente ad avere una pelle perfetta. Un secondo passo è la scelta della forma: quadrata, ovale, a mandorla. Tutto dipende dai gusti personali, anche se, in genere, la forma arrotondata addolcisce la mano, si spezza meno facilmente e si adatta meglio a chi desidera, essere una “sposa romantica”. Infine, la parte più importante: la scelta del colore per le vostre decorazioni. Nonostante i colori protagonisti siano il bianco, il panna o l'avorio, si tende a preferire le tonalità pastello ai colori eccessivamente accesi. Per quanto riguarda, invece, le decorazioni, non c'è che l'imbarazzo della scelta: tutte le tecniche di nail art posso essere adattate per l'occorrenza. Un’idea originale, ma adatta a chi comunque predilige uno stile soft, senza essere eccessivo, può essere una manicure di pizzo bianco, che dona un tocco molto fine e mai fuori luogo. Con gli acrilici e magari con l'aiuto di pennelli si possono creare sfumature di colore molto tenui, dal bianco al rosa candido, fino al celeste nuvola. In alcuni casi, invece, quando il vestito non contiene tonalità differenti dal bianco, è un’idea carina ispirarsi, per la decorazione, ai colori dei fiori del bouquet. Si possono applicare, inoltre, microscopici fiorellini per rendere effetti davvero favolosi che lasciano spazio alla creatività di chi realizza il lavoro, oppure si può optare per una nail art fatta di perline. Molto di moda sono, inoltre, i decori dorati o, perché no, l'incisione delle iniziali dello sposo, naturalmente il tutto meticolosamente organizzato giorni prima del grande evento. C’è poi da considerare i casi, se pur più rari, di spose anticonformiste, che abbandonano l’abito canonico e scelgono abiti corti e super colorati, oppure coloro che decidono di “spezzare” indossando scarpe e accessori di colori vivaci ed eccentrici, in tal caso per la manicure l’unica regola è: sbizzarrirsi!

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ph. Piero Lazzari

Via Vespri, 151 - Valderice (TP) Tel. 0923.836655 peppedigrazia@live.it


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BELLEZZA & C.

UN MATRIMONIO PERFETTO

Fifties forever Torna la moda delle acconciature anni ‘50

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apelli perfettamente scolpiti. Raccolti o sciolti, unico comune denominatore, è l’eleganza. Stiamo parlando delle acconciature anni 50, un cult che torna di moda. Messe in piega molto elaborate e curate nei minimi dettagli. Un ritorno al vintage, dunque, non solo per l’abbigliamento ma anche per le pettinature, perfette per le spose del 2012. Il look retrò è stato un vero tormentone lo scorso anno ma lo resterà anche per tutto il 2012. Del resto una sposa elegante può anche indossare qualcosa di antico ispirandosi ad una moda che ha fatto storia. Negli anni ‘50 dominava il codino, sullo stile sobrio di Houdrey Hepburn, con la frangetta sulla fronte, per una sposa semplice e sbarazzina; oppure l’elegante chignon classicheggiante di Ava Gardner in “il Bacio di Venere” o ancora l’arditissima “cofana”, da realizzarsi con una gran massa di capelli, come recentemente hanno portato al successo l’indimenticabile ed indimenticata Amy Winehouse, o l’attrice Jennifer Lopez. Ma anche i capelli lunghi e ondulati, con gran lavoro di spazzola della femme fatale per eccellenza: Lauren Bacall ne “il Grande sonno”. Per chi ama il taglio semiraccolto appena sotto la nuca, c’è lo stile “Niagara” portato sullo schermo nel film omonimo da Marilyn Monroe o da Kim Basinger in “L.A. Confidential”. I capelli hanno un’importanza non indifferente nella vita di

tutti i giorni, figuriamoci il giorno del matrimonio ed è per questo che sarebbe opportuno, quando si va a scegliere l’abito, pensare da subito al tipo di acconciatura, perché ogni pettinatura dà un effetto diverso rispetto ad un'altra. È bene valutare tutto nell’insieme. Il consiglio è di fare, anche a casa, un piccolo accenno dell’acconciatura che preferite e poi andare a provare gli abiti. Sicuramente i capelli raccolti valorizzano moltissimo la sposa ma se non vi piacciono potreste optare per una pettinatura semi raccolta che dona quasi a tutte ed è un buon compromesso tra tenerli completamente sciolti o tutti raccolti. Ma quali sono le acconciature da sposa più gettonate nel 2012? Sicuramente quelle alte o basse, le trecce e quelle semi-raccolte possibilmente ondulate. L’importante è comunque sentirsi a proprio agio ed essere il più possibile naturali. Tra gli anni 40 e 60 le messe in piega erano arricchite da accessori come fiori, fermagli, cappellini e coroncine, e quindi se si tiene conto del vintage questi accessori sarebbero il giusto connubio per rinnovare l’eleganza della sposa con un tocco d’epoca. Sempre ben gradito il velo come da tradizione, ma non quello che copre il volto. Perfetto il velo lungo appuntato sull’acconciatura che scende lungo il corpo fino a toccare terra. S.M. 41


ph. Piero Lazzari

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’acconciatura ed il trucco per le spose sono l’espressione più evidente di una grande emozione, ciò che rimarrà indelebile nei ricordi e nelle istantanee delle persone care. Per questo Rosa mette a disposizione la propria arte affinchè l’acconciatura per ogni sposa sia un capolavoro da non dimenticare. Il suo obiettivo è quello di rendere ogni sposa protagonista del giorno più bello della sua vita, ascoltando le sue esigenze, guardando i suoi tratti somatici e interpretando la sua personalità, così da creare un giusto equilibrio tra la sua essenza e il suo essere, valorizzando i lineamenti del suo volto con stile, eleganza, armonia e unicità. Grazie ad una ricerca continua e alla voglia di rinnovarsi, Rosa è sempre attenta alle evoluzioni e cambiamenti di tutto ciò che fa moda e tendenza. La passione per il lavoro e la voglia di crescere professionalmente, la portano a frequentare master all'estero, a partecipare a show moda, sfilate, servizi fotografici delle proprie proposte che vengono pubblicate su riviste nazionali e internazionali.

Solaris parrucchieri di Rosa Aleo

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RUBRICA

UN MATRIMONIO PERFETTO

FELICE…MENTE a cura di Anna Maria Inzerillo Psicologa-Psicoterapeuta Specialista in Psicoterapia Sistematica Relazionale Familiare

Conflittual…mente

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a coppia costruisce una sua identità che si aggiunge a quella dei singoli membri (Kernberg, 1994). Così si afferma che la relazione tra due soggetti membri di una coppia è qualcosa di diverso della somma delle caratteristiche di ciascun individuo. L’incontro tra due persone è un'alchimia che coinvolge non solo aspetti emotivi, fisiologici, cognitivi, ma ha anche a che fare con la storia individuale e famigliare di ciascun individuo e influenza, anche se in modo inconsapevole, la scelta del partner. È un incastro tra bisogni, speranze, aspettative, valori, ideali, ma anche timori che le persone portano nella coppia. La coppia nasce con l'innamoramento ed attraverso esso si vivono la passione e l’illusione. Ciascuno dei partner mostrerà all’altro la parte migliore di sé in un gioco di attrazione e di completa fusionalità. In questa prima fase ognuno vede nell’altro la possibilità di realizzare i propri desideri, i propri bisogni e allo stesso tempo si pone all’altro come colui che potrà soddisfare bisogni e colmare vuoti. È un momento importante per la conoscenza reciproca e per porre le basi della costruzione di un rapporto di fiducia. L’idealizzazione della persona amata, nella prima fase dell’innamoramento, sta ad indicare la proiezione sull’altro del propri ideale di sé, nel senso che la persona amata rappresenta il prendere vita nella realtà esterna di un ideale profondamente desiderato e accresce l’autostima. Bisogna stare attenti all’illusione di diventare un tutt’uno con la persona amata, di conoscere le fantasie, i pensieri e le reazioni perché questo può essere mantenuto per un certo periodo di tempo; nella fase fusionale dell’innamoramento iniziale in cui si sviluppa un’intimità in cui c’è una perdita dei confini individuali. Poi, nel corso del tempo, tale spazio emotivo inizia a diventare stretto e i partner devono riconoscere che quella non è la persona reale, ma è il frutto della propria immaginazione. È a questo punto che alcune coppie entrano in conflitto. Il momento iniziale dell’idealizzazione del partner ha una funzione molto positiva per il reciproco processo di attaccamento, ma prima o poi emergono conflitti che devono trovare momenti di condivisione e di accettazione attraverso nuove regole del rapporto di coppia. Anche le differenze legate a diversi contesti culturali e a differenti

sistemi di valori possono essere messe tra parentesi nella fase dell’idealizzazione. Nel tempo queste differenze riemergono prepotentemente, spesso in corrispondenza di fasi del ciclo di vita importanti come la nascita dei figli e possono influire sulla qualità del legame di coppia. Nella vita di coppia si stabiliscono una serie di accordi condivisi, per lo più, mai verbalizzati e discussi, sui diversi settori della vita comune. Nel conflitto tra i partner ciò che lo rende non superabile non è tanto il disaccordo sulle regole quanto il tentativo di imporre regole incompatibili tra loro. I meccanismi conflittuali si evidenziano a livello di comunicazione-litigio, ma la capacità di superare il conflitto ha origine nelle caratteristiche individuali e di personalità dei singoli partner. Il più grande pericolo nella relazione conflittuale è quello di mantenere questa modalità relazionale in modo rigido, allargandosi fino ad agire attacchi all’identità personale dell’altro; toccando, più o meno consapevolmente, aree particolari di vulnerabilità, come per esempio problematiche non risolte con le proprie figure genitoriali. Quella che sembra una crisi irrisolvibile è in realtà un passaggio fondamentale per ogni coppia, che permette di rinegoziare un accordo iniziale e, attraverso il confronto tra le differenze di ognuno, crescere e ri-definirsi. L’altro non verrà più percepito solo come colui che soddisfa i bisogni del partner, ma come una persona diversa da sé, da conoscere, da ascoltare e da accettare. Il superamento del conflitto avviene quando i membri della coppia riescono a produrre uno spazio emotivo nuovo, originale, diverso da quello “ereditato” dalle proprie famiglie d’origine, in cui ognuno sia libero di portare emozioni che nella famiglia di provenienza non era autorizzato ad esprimere. Non bisogna avere paura del nuovo. Quando la diversità è vissuta in modo dirompente, può creare grande preoccupazione per gli equilibri familiari e dunque viene negata. Il superamento della ‘disillusione’ è la prima vera crisi che mette la coppia alla prova tenendo compresenti al suo interno due identità diverse, che desiderano sulla base proprio della ricchezza di queste diversità, costruire un NOI basato sulla reciprocità e sulla fiducia. È qui che l’innamoramento si trasforma in amore.

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NOZZE IN CITTÁ

SALUTE & C.

UN MATRIMONIO PERFETTO

CONTRO L’ACNE ANCHE LA LASER TERAPIA

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’acne è una patologia clinica infiammatoria che interessa approssimativamente il 90% della popolazione di età compresa tra i 14 e i 16 anni. Le manifestazioni croniche dell’acne tendono a regredire intorno ai 23 - 24 anni. In alcuni casi, però, possono persistere anche durante l’età adulta. Dott. Trippiedi, sono molti gli adulti affetti da acne? In circa il 5% dei casi si osservano forme molto gravi di acne tendenti a lasciare esiti cicatriziali permanenti che spesso rappresentano un grave problema sociale per i pazienti. Questa forma così aggressiva si può curare? Le terapie disponibili per il trattamento di cicatrici, una volta praticamente inesistenti, ora sono molteplici. Ogni tipo di cicatrice può essere potenzialmente trattata in modo efficace a condizione di selezionare la procedura più adeguata. Quali sono i trattamenti più comuni? Tra i trattamenti meno invasivi per le cicatrici acneiche si può utilizzare il peeling con acido salicilico. Con il peeling si induce una esfoliazione epidermica mediante l’uso di agenti chimici. Con questa tecnica si possono ottenere buoni risultati nel trattamento di cicatrici superficiali. Sulle cicatrici depresse possono essere utilizzati i fillers a base di acido ialuronico che viene iniettato all’interno delle cicatrici depresse per elevare la parte inferiore. Sono indicati per il trattamento di lesioni delicate e poco profonde. Ottimi risultati si ottengono con applicazioni di laser CO2 frazionale. Il laser

CO2 frazionale può essere considerato un ottimo compromesso tra efficacia di risultato e comfort per il paziente. Il laser è ormai un trattamento diffuso, si impiega anche per altri disturbi? Oltre che per le cicatrici acneiche può essere utilizzato per cicatrici di altra natura, per il resurfacing (ringiovanimento), per le rughe sottili e per alcuni limitati casi di melasma. Questo laser, frazionando la potenza in tanti piccoli punti sulla parte da trattare, oltre ad agire sulle cicatrici ripristina il turgore cutaneo ottenuto grazie alla formazione di nuovo collagene indotto dall’insulto termico dei tessuti. Quindi la pelle danneggiata dall’età, dalle macchie solari, lentiggini e piccole rughe superficiali, la pelle seborroica con pori dilatati e le cicatrici post-acneiche, rappresentano le indicazioni più importanti per il trattamento con laser CO2 frazionale. Le sedute laser sono impegnative per i pazienti? La seduta laser dura pochi minuti e normalmente, dopo il trattamento compaiono edema ed eritema di intensità variabile. Nel giro di 2 o 3 giorni la pelle assume un colorito bronzeo, dopodiché iniziala fase di esfoliazione che continua per altri 3 o 4 giorni. Il più delle volte, dopo 7 - 8 giorni dal trattamento la pelle appare normale. Nel periodo post-trattamento sono necessarie un’idratazione generosa ed una foto protezione attenta. È possibile ripetere ogni due mesi a seconda dei risultati che si vogliono ottenere o a seconda della gravità delle cicatrici.

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PER UN SORRISO… WHITE Denti bianchi e splendenti… tutti li vorrebbero avere… ma pochi li hanno. Alimenti come il caffè, tè, vino rosso, tabacco e medicine con il passare degli anni inevitabilmente fanno cambiare il colore naturale dei denti rendendoli gialli e spenti. Per garantire risultati di elevata qualità, all’altezza delle vostre aspettative, serve un sistema sbiancante professionale che solo il vostro dentista è in grado di garantirvi. Le moderne procedure di sbiancamento dei denti permettono non solo di far tornare i denti al colore naturale, ma anche di renderli notevolmente più bianchi rispetto al colore originale, tutto questo naturalmente con la massima sicurezza, riconosciuta dal mondo scientifico.

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IL BACIO SAPORE DI POESIA… Il bacio è sintesi della storia d’amore tra due persone. Ne è la punteggiatura. I baci sono essenziali per il procedere e l'incalzare del racconto, sono l'inchiostro ineliminabile con cui tingere di rosa le pergamene delle nostre esistenze. Le arti, lo hanno celebrato. Nella pittura e nella scultura: dal celeberrimo bacio di Klimt a quello di Haynz, da Roden a Munch; il bacio, in foto, del marinaio ad una anonima ragazza che celebra la fine della seconda guerra mondiale in Times Square a New York. I baci nella poesia, quella di Prevert: «I ragazzi che si amano si baciano in piedi / contro le porte della notte». O ancora l’ode di Catullo a Lesbia: «Tu dammi mille baci, e quindi cento,/ poi dammene altri mille, e quindi cento».

Nozze in Città celebra con una selezione di immagini la magia di un momento. la magia del bacio, primo contatto fisico ed intimo tra due amanti, ph Piero Lazzari

tra marito e moglie 47


Nell'abbagliante splendore del tramonto Retrogusto di un bacio

Piano dopo piano, un bacio Io e te nell’arco della vita

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Un abbraccio e una bocca Sulle labbra cibo per l’anima

Uno sguardo innocente sull’amore Come acqua salata, il bacio aumenta la sete 49


NOZZE IN CITTÁ

CERIMONIA

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SILVIA DEI FIORI Manualità, fantasia e interiorità

di Stefania Martinez

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i crea uno spazio interiore; le cose si vedono più chiaramente all’apparenza senza pensarci». L’atto della cura dei fiori, la loro composizione, l’allestimento, l’indispensabile manualità hanno anche «una dimensione dell’anima che ci mette in contatto con livelli profondi molto diversi». Sposata, madre di due figli, Silvia Lora Ronco, è nota al grande pubblico televisivo come Silvia dei Fiori: conduce sulla piattaforma Sky, per Wedding TV, il programma “Fiori colori, decori”; gestisce anche il sito personale www.silviadeifiori.com ed è appena uscito per Rizzoli il suo libro. Nonostante la dimensione multimediale del personaggio, è attraverso i fiori e parlando di fiori che emerge la sua personalità solare, allegra, distesa e disponibile. Capace, appunto, di trasmettere indicazioni più intime che Silvia Lora Ronco spiritosamente liquida con «il mio lato filosofico».

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Quale definizione preferisce per se stessa? «Se devo proprio scegliere una definizione, legata al mondo dei matrimoni, è wedding designer, perché mi occupo dei fiori ma anche della parte scenografica, dell’allestimento. Il mondo wedding è però solo una parte della mia attività. Mi occupo di allestimenti e decorazioni in generale per eventi. E ancora: dalla tavola di pasqua, alla tavola e all’albero di natale… insomma tutto quello che è legato al life style» Come nasce questa passione? «Esattamente come racconto nel mio sito. Da bambina, invece di giocare alla mamma con le bambole, le invitavo per un tè o per una festa in grande stile e addobbavo la mia camera. Per le feste di famiglia avevo l’incarico di apparecchiare e decorare la tavola. Per me era l’entusiasmante gioco di dar forma e vita alla gioia di quel giorno»


CERIMONIA

Una passione divenuta professione. Lei ha fatto una scuola per gli allestimenti floreali? «Sì, il Siaf, Scuola Italiana Arte Floreale di Camilla Malvasia. Molto legata alla tradizione, un po’ meno al lavoro da fiorista, da negozio. Ho preso i due diplomi di primo e secondo livello per insegnare» È necessario avere più tecnica o più talento? «Diciamo che la tecnica è fondamentale, come in tutti i mestieri. Poi emerge chi ha talento, che è innato. Certo con il solo talento, se lasciato allo sbaraglio, si conclude poco. Se invece il talento viene interpretato attraverso una tecnica accurata allora si trova la formula vincente» Il linguaggio dei fiori è tornato di moda? Cosa comunicano? È uno stato d’animo o un modo di essere? «Al di là del loro significato, legato al linguaggio dei fiori dell’epoca vittoriana (risale a quell’epoca l’uso dei fiori per comunicare qualche cosa) in realtà i fiori hanno un loro livello naturale di comunicazione attraverso i colori, le sfumature, le forme. Per esempio un fiore arancione trasmette allegria, vitalità; il fiore rosso trasmette il concetto dell’amore passionale; il fiore bianco è purezza. Si può dire che c’è un linguaggio convenzionale, l’interpretazione vittoriana ad esempio, ed uno naturale legato ai colori o alla forma del fiore» Esistono linguaggi floreali prettamente femminili ed altri maschili? «È solo una convenzione culturale, non c’è una vera distinzione di genere. Nella pratica, poi, ci sono i fiori considerati più adatti ad un pubblico maschile e fiori che invece si avvicinano di più al mondo femminile» Chi segue i suoi corsi? «Ho un pubblico molto vario. Semplici appassionati, ma anche professionisti del settore e di un certo calibro. Mi son chiesta anche il perché, visto che inizialmente mi rivolgevo agli appassionati, non pretendevo di andare ad insegnare nulla ad alcuno, specie se professionista. La domanda l’ho rivolta a loro. Mi hanno risposto che dò loro spunti creativi ed originali, nuovi. Gli appassionati vengono per imparare le tecniche di base; chi conosce già il mestiere per acquisire nuovi punti di vista e spunti di creatività» Come deve essere il bouquet della sposa? «Tradizionalmente l’ultimo dono che l’uomo fa alla sposa in ve-

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ste di fidanzato. È scelto da lui o dalla sua famiglia. In certi luoghi è la suocera che se ne occupa. Attraverso la descrizione dello sposo il fiorista deve tradurre ed interpretare la personalità della sposa, il suo carattere, il suo modo di essere, che la rappresentino.Va da sé che va anche legato alla linea dell’abito ed alla corporatura della sposa, ma per questo ci sono dettami tecnici da seguire. Ma a livello emotivo il bouquet dovrebbe rappresentare la personalità della sposa, accompagnandola in quel giorno così importante. Non è minimamente legato all’allestimento di tutto il resto. Il bouquet è legato alla sposa». Invece l’allestimento ai tavoli può essere a tema, non legato al bouquet? «Meglio che non si usino gli stessi fiori, se no sembra che la sposa abbia un centrotavola in mano, lo dico sempre: cercate di differenziare. Detto ciò: l’allestimento in chiesta ed in sala vanno in linea con lo stile o il tema scelto per il matrimonio e lo stile della location che si è scelta» Lei conduce una trasmissione seguitissima su Sky. Cosa cerca la gente attraverso la tv, quale è il quid? «Il punto vincente è un grande ritorno della voglia di muovere le mani. Da me vengono anche manager, avvocati, professionisti. Donne, che fanno un lavoro molto impegnativo a livello intellettuale ed hanno voglia di concentrarsi nella manualità che è veramente terapeutica. “Fiori colori, decori" è un programma dove insegno, con poche mosse semplici e veloci, a realizzare qualcosa di bello di grazioso. Il mio pubblico è vastissimo: dalla professionista, alla casalinga che vuole dilettarsi, all’esperto di wedding che cerca ispirazione, che carpisce dei trucchetti che non riusciva ad immaginarsi prima». Sull’onda del successo del programma nasce un libro… «“Fatto & Fiorito” edito da Rizzoli, nelle librerie dal 16 maggio, nel quale propongo 27 progetti nuovi, con le foto tutorial delle composizioni floreali. Lavorare con i fiori è molto vicino al concetto di cucina: le persone hanno voglia di fare qualcosa, di coniugare manualità e fantasia. Una sezione è dedicata a un dizionario tecnico emotivo floreale di cui sono molto orgogliosa: all’interno vi ho raggruppato una sessantina dei fiori più utilizzati nelle composizioni. Sono elencati per nome comune e non con il nome latino come si usa nei manuali di botanica e per ciascuno le caratteristiche di stagionalità, metodo di conservazione del fiore reciso (un conto è il giardinaggio, un conto è il fior reciso), significato del fiore, e poi il mio tocco con suggerimenti per utilizzare questi fiori, divisi anche per colori. Oltre alle sezioni con le basi tecniche nel libro c’è anche una storia dell’arte floreale attraverso l’iconografia pittorica e la storia dell’arte» Il libro “Il linguaggio segreto dei fiori” Vanessa Diffenbaugh ha lanciato una moda, o ha intercettato il bisogno di un modo diverso di comunicare? «Sono nel settore dei fiori da più di 15 anni, a livello professionale, e secondo me è qualcosa che bolliva in pentola e che ancora non è esploso completamente e che esploderà nei prossimi due anni. Lo vedo con il mio lavoro. Quando dico quello che faccio al mio interlocutore si illumina il viso e partono le domande ed i commenti: “che bel lavoro che fai!”. Quindi incuriosisco! C’è bisogno di comunicare in maniera diversa, e davvero l’arte floreale è terapeutica, rilassante e mette in comunione con se stessi e con il nostro mondo interiore». 51


ph. Piero Lazzari

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Nuvole, farfalle e bolle di sapone! E il riso va in soffitta.

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hi, da bambino, non ha mai giocato con le bolle di sapone? Ebbene, se vi siete persi la magia delle bolle o se siete nostalgici dei tempi che furono, siete in tempo per rimediare. Avete capito bene. Perché le bolle di sapone tornano di moda, non solo per far divertire i bambini, ma anche per salutare in modo allegro e divertente gli sposi al termine della cerimonia nuziale. Direttamente dagli Stati Uniti arrivano in Italia le Wedding Bubbles, ovvero bottigliette di bolle di sapone dalle forme più originali. Sono disponibili in piccoli tubetti dal design ispirato al magico evento: torta nuziale, flute di champagne, farfalle e cuori arricchiti da decorazioni e simboli connessi all’amore. Le confezioni vanno distribuite agli invitati, preferibilmente nel momento in cui questi arrivano in Chiesa, e al termine della funzione, potranno aprire ciascuno il loro cilindretto e soffiarvi dentro, così da creare colorate bolle di sapone con cui “travolgere” i neo sposi all’uscita dalla Chiesa.

I contenitori delle bolle di sapone, proprio per la loro particolare forma, potrebbero essere ideali anche come segnaposto al ristorante e rallegrare così il vostro ricevimento. Inoltre si possono anche personalizzare, ad esempio con un nastro che riprenda i colori della vostra cerimonia, oppure potreste acquistare quelli a tema se il matrimonio si ispira a qualcosa in particolare, ad esempio le farfalle. Su internet troverete maggiori informazioni con possibilità di acquistare anche on line, su: www.piccoleperle.it, www.matrimoniefeste.it, www.regalissimi.biz, solo per citarne alcuni. Insomma addio caro-vecchio riso, le bolle di sapone rappresentano un alternativa originale e hanno il vantaggio di non macchiare soprattutto lo sposo in abito scuro e regalano all’evento un’atmosfera originale. Dunque, una piccola wedding cake ad ogni invitato e vi ritroverete all’uscita della chiesa avvolti da una suggestiva nuvola, di sapone naturalmente! R.N.C. 53


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CERIMONIA

Tradizione e sobrietà in poche righe Partecipazioni ed inviti, prevale ancora lo stile classico di Silvia Ippaso

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arliamo di partecipazioni. Eh si! Perché dopo avere stabilito il giorno del matrimonio, il luogo della cerimonia e del ricevimento, arriva il momento di comunicarlo con le partecipazioni che andrebbero fatte stampare contestualmente agli inviti al ricevimento (e ai bigliettini da inserire nelle bomboniere, ndr), per poi essere spedite almeno due mesi prima delle nozze. La partecipazione sarà destinata a quelle persone a cui si vuole dare la notizia delle nozze; l’invito, insieme alla partecipazione, alle persone ammesse al ricevimento. La scelta dello stile, del materiale e dell'enunciato, per le partecipazioni, è solitamente classico, anche se in quest’ambito vi sono parecchi modelli a cui attenersi. A meno che non si voglia essere particolarmente originali e fantasiosi. Potrete quindi decidere di aggiungere al cartoncino delle partecipazioni un'immagine, un disegno,

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un decoro o addirittura una vostra foto o un fumetto. Per gli sposi che vogliono stupire non possiamo non menzionare le “Video Partecipazioni”: ultima frontiera del web che permette di annunciare le proprie nozze on line. Basta una telecamera, fantasia e la voglia di divertirsi. Ci sono anche i nuovissimi mezzi di comunicazione: dai social network, come facebook, agli sms, alle mail. La scelta dello stile, comunque, anticiperà la tendenza e la forma che avrà l'intera cerimonia, sarà il biglietto da visita del vostro matrimonio. Come per tutta l'organizzazione delle nozze, dovranno essere sempre il vostro carattere e il buon gusto a guidarvi nelle scelte. Per rimanere sul classico: secondo il galateo costi di stampa e spedizione delle partecipazioni sono a carico della famiglia di lei. Sarà responsabilità della famiglia della futura sposa anche la stesura della lista degli invitati, che andrà comun-



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que predisposta con l'aiuto della famiglia di lui. Tuttavia, oggi, sono i futuri sposi che decidono il numero degli invitati e si occupano delle partecipazioni. Come anticipato all’inizio per andare sul sicuro suggeriamo quelle classiche e più semplici: cartoncino pesante bianco o avorio. Può essere liscio, vergato o leggermente lavorato, eventualmente impreziosito nel taglio. La stampa preferibilmente in “corsivo inglese”, comunque in un carattere molto classico; il colore dell'inchiostro grigio, seppia o oro. Il testo deve essere chiaro ed essenziale e concordato da entrambe le parti. Nel passato, quando il ruolo delle famiglie era centrale, erano i genitori degli sposi ad annunciare il matrimonio dei propri figli: sulla facciata di sinistra l’annuncio dei genitori di lei, a destra quelli di lui, al centro l’ora e il luogo della cerimonia.

DIMMI CHI SEI TI DIRÒ DOVE SIEDI Indispensabile e funzionale: la mappa degli invitati

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e “Tableau de Mariage”, ovvero la “lavagna del matrimonio”, ha un ruolo importante perché, al ricevimento di nozze, serve a disporre gli invitati nei rispettivi posti a tavola. Evita la confusione fra i commensali che, in questo modo, si sentiranno a proprio agio e potranno godersi a pieno il pranzo o la cena. Indicare l’esatta disposizione non è facile. Deve essere decisa dagli sposi con largo anticipo e ci vuole anche un’estrema cura per non scontentare nessuno. Il tableau di solito viene allestito dagli addetti al banqueting ma, molto spesso, sono gli sposi che preferiscono renderlo unico e personalizzarlo con originalità. Per evitare il semplice elenco di nomi, si usa un tabellone scritto con caratteri eleganti nel quale vengono rappresentati graficamente i tavoli ai quali gli invitati possono sedersi. Per realizzarlo occorre molta pazienza e seguire delle semplici regole, in modo che il tableau possa essere cambiato anche un giorno prima del matrimonio, magari a causa di imprevisti e disdette im-

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Più in basso, sempre in centro, il nuovo indirizzo degli sposi, mentre, sempre sulla stessa linea a sinistra e a destra gli indirizzi delle due famiglie degli sposi. Oggi ci si può discostare da questa regola e possono essere gli sposi stessi ad annunciare il proprio matrimonio. Il formato del biglietto sarà più piccolo, sparisce la comunicazione formale dei genitori ma si manterrà il lato sinistro per apporre il nome di lei e quello destro per quello di lui; al centro invece si daranno le indicazioni dell’ora e del luogo della cerimonia. Sotto ai lati i vecchi indirizzi degli sposi, mentre in basso al centro l’indirizzo dove la coppia andrà ad abitare. Alla partecipazione si acclude l’invito: un cartoncino dal formato decisamente più piccolo, stampato con lo stesso carattere.

Tableau de Mariage Tav. 01 provvise. Inizialmente si prepara la base, cioè lo sfondo del tableau dove successivamente andranno attaccati i posti ai tavoli e ogni altro elemento che aiuterà ad impreziosirlo. La misura della base dipende da quanti tavoli vanno inseriti, fate una media e cercate poi di avere spazio a disposizione per eventuali variazioni, mentre eventuali vuoti si potranno riempire successivamente con disegni o frasi. Informatevi sempre della misura del cavalletto che avete a disposizione prima di iniziare la realizzazione. Per i posti da segnare sul tableau, è opportuno non scrivere direttamente sulla base ma prepararsi dei cartoncini che andranno applicati con il nastro biadesivo. Ad ogni tavolo andrà assegnato un nominativo che sarà poi riportato nel tableau; per la scelta dei nomi ci si può divertire. Anche sul materiale da utilizzare vi potete sbizzarrire: carta, legno, tessuto, organza, pizzi ma sempre senza esagerare, ricordatevi che è pur sempre il vostro biglietto da visita e che la leggibilità e la comprensione vengono al primo posto. R.N.C.



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Non disturbate il conducente! A tu per tu… con chi di auto se ne intende.

di Fabio Pace

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azienza, passione e professionalità. Questi i fattori che hanno contribuito alla crescita e al consolidamento dell’azienda di Lorenzo Campo, ovvero dell’autonoleggio che a Trapani è tra i più prestigiosi e al passo con i tempi. Da quanti anni fa questo mestiere? Ho iniziato nel 1977, quasi per caso, grazie ad un mio cugino che mi chiese di fargli da autista per la sua sala da ricevimenti. Da quel momento è iniziata la mia carriera, lunga 34 anni. Per circa 8 anni ho lavorato alle sue dipendenze, poi quando nacque il Panorama, Evangelista mi spinse a mettermi in proprio. Il suo fu uno stimolo morale che mi aiutò a superare ogni reticenza. La sua prima auto? Fu una Lancia Thema. Poi ho comprato una Jaguar di

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colore bordeaux e quella fu la prima vera auto di prestigio. Seguì una Peugeot 207 del 1933 e anche una RollsRoyce. Da lì inizio la mia ascesa fino ad arrivare ad avere 7-8 macchine. Quanti matrimoni ha fatto come autista nell’arco della sua carriera? Può azzardare un numero? Più di qualche migliaio sicuramente. Tanti da popolare un paesino. Calcolando anche due matrimoni al giorno soprattutto quando iniziai. Non dimenticherò l’ottobre del 1992 quando feci 60 matrimoni in un mese. Quali caratteristiche deve avere un buon autonoleggio e un buon autista? Passione, tanta passione e poi la meticolosità nel tenere bene le macchine nei minimi dettagli. Solo così, può uscire dall’autosalone un auto senza neppure un alone


CERIMONIA sui vetri. Passione per le auto ma anche per il lavoro. Fatto anche di comunicazione per capire le esigenze dello sposo e della sposa. Più tempo passa e più pazienza ci vuole, perché i tempi dei matrimoni si sono allungati ed occorre aspettare prima lo sposo, poi la sposa che decidono di fare le foto in casa e poi la fine della cerimonia e tutto il susseguirsi di fermate prima di giungere nel luogo del ricevimento. In tutti questi anni le saranno capitati degli episodi curiosi? Anni fa una damigella perse una fede. Erano le 15.30/16.00 e le gioiellerie erano chiuse. Panico in Chiesa fino a quando qualcuno riuscì a fare aprire una gioielleria e a ricomprare la fede. Poi ricordo che in una occasione mi toccò girare per la città per diversi minuti perché la sposa giunse in Chiesa prima dello sposo il quale doveva arrivare con un’altra macchina e anche lì ci furono attimi di panico. Poi ancora… ad Erice, nel corso di una cerimonia lo sposo cadde per terra perché si ruppe la poltroncina. Per fortuna solo tante risate. Non mi è mai capitato di riportare a casa spose o sposi poco convinti. Perché ahimè capita anche questo. Piuttosto mi succede di incontrare qualcuno che nel frattempo si è separato e allora mi chiedono di fare il secondo matrimonio. Ricordo però un episodio singolare. Mi trovavo in trasferta, un matrimonio fuori Trapani e ho conosciuto una sposa bellissima, abito bianco lungo con fiore e scarpe rosse, questa donna mi guidò per le vie del suo paese per andare nei luoghi più belli a fare le foto e solo dopo capii che era cieca. Rimasi stupito dalla facilità e dalla sicurezza con cui mi fece da guida. Qualche richiesta particolare da parte degli sposi?

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Si, andare a fare le foto in posti sperduti. Campagne isolate e bagli abbandonati. Il perché non l’ho mai capito. Come sono cambiati i matrimoni dalla fine degli anni 70 ad oggi? Prima i matrimoni erano più semplici e anche più brevi. Si andava a casa dello sposo e dopo 10 - 15 minuti era già pronto nonostante il tempo per fare le foto e poi si andava dalla sposa e anche lì non si perdeva molto tempo. Oggi tutto è cambiato i tempi si sono allungati perché ci sono aspettative diverse e tra foto e cerimonia si arriva in sala anche alle 21. Anche se a dire il vero prima c’era l’usanza di accompagnare gli sposi in casa a cambiarsi per indossare gli abiti da viaggio e quindi anche in quel caso i tempi si allungavano dato che era necessario aspettare. Cambiando le mode è necessario sapersi adattare. C’è una macchina che ha desiderato comprare? Si, la limousine. Ma quando ero sul punto di acquistarla mi spaventavo della sua lunghezza. I miei figli mi hanno incoraggiato, fino a quando ho compiuto anche questo passo ed oggi non mi sono pentito, anzi, è molto richiesta non solo per i matrimoni ma anche per compleanni e addio al celibato. Siamo andati oltre le aspettative. Per esempio, avremo un matrimonio all’americana nei prossimi mesi. Gli sposi andranno con una macchina e le damigelle tutte in limousine. Posso dire che ho realizzato anche il sogno della limousine. Qual è stato il suo obiettivo? Guadagnare poco ma correre. Questo è stato il segreto del mio successo. Tutto quello che ho realizzato è il futuro per i miei figli.

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Foto: Nino Lombardo

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Palazzo Torralta, scrigno di emozioni!

Storia, mito e bellezza nel centro di Salemi.

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on solo luogo fisico ma, principalmente, scrigno di emozioni: è Palazzo Torralta di Salemi. Uno spazio che sfugge ad ogni definizione, per espressa intenzione di chi l’ha voluto com’è oggi. È insieme museo, caffè letterario, spazio espositivo, salone di ricevimenti, residenza storica, sito per eventi culturali, sede della Fondazione Sgarbi. 61


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ph. Piero Lazzari

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Costruito tra il XVI e il XVII secolo, Palazzo Torralta è nel “Quartiere della Maggiore Chiesa”, com’era denominata nel Medio Evo quest’area. Nonostante le radici storiche ed architettoniche lo datino antico di 500 anni, le sue odierne funzioni ce lo fanno immaginare come un luogo che può essere definito con un aggettivo che è proprio della contemporaneità: multi tasking. Di questa provocatoria e stimolante incoerenza si alimenta il fascino di Palazzo Torralta che rispecchia, per alcuni versi, la multiforme e vulcanica personalità della proprietaria, Antonella Favuzza. «L’ho desiderato, sognato e ideato» ne scrive la stessa Favuzza, nel sito www.palazzotorralta.it. «Ho realizzato un sogno che concentra memoria e presente – afferma – . Architettura, colori, arredi, opere d’arte, ogni dettaglio è studiato per creare un ambiente nel quale i miei ospiti si sentano i padroni di casa e ne respirino la storia e il fascino». Nel festeggiare un matrimonio nei saloni di Palazzo Torralta, ci si può compiacere per la sua eleganza, per il suo charme, ma 62


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non si può fare a meno di considerare come gli stessi ambienti siano stati testimoni della storia: «tra le sue mura dal 13 al 15 maggio 1860, il Marchese Gaetano Emanuele di Torralta vi ospitò per due notti Garibaldi». Le sale, divennero il quartier generale dei Mille, e Garibaldi vi preparò i piani strategici della battaglia di Pianto Romano. «L’incontro con la storia emoziona – spiega Favuzza – così come ogni narrazione». Alle mura del Palazzo è legata la leggenda di Donna Francesca Bruno, che lo abitò nel XVII secolo. Obbligata a maritarsi con un nobile palermitano, si narra che giunse quasi alla follia prima che il matrimonio fosse annullato e le fosse consentito di ritirarsi nel Monastero di S. Caterina a Palermo, dove è sepolta. Mito o verità storica? «Si racconta! Le leggende vanno coltivate – dice Antonella Favuzza –. Piace ascoltarle, come le fiabe e poi è la storia di una donna che si ribella ad un legame imposto, che non è amore, come invece

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dovrebbe essere ogni legame autentico». L’emozione e la passione sono il “fil rouge” di ogni iniziativa perché «Palazzo Torralta non è un semplice luogo di accoglienza ma vive di vita propria, al di là dell’evento. È un palazzo che ha una bella identità, dove è bello anche sposarsi; c’è una cappella dove è possibile celebrare il rito religioso, retaggio dell’autorizzazione che aveva la famiglia nobile di far celebrare messa». A dimostrazione della versatilità del luogo per il 29 settembre è in fase di organizzazione il ballo delle debuttanti: «ma non è un evento snob, piuttosto un inno alla gioventù, al sentimento, alle passioni; vogliamo coppie giovani che sappiano approcciare alle cose belle; il primo premio è un viaggio culturale». In programma anche una mostra di quadri di Monet. Volete mettere l’emozione di sposarsi e godere di un capolavoro assoluto della pittura europea?

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Taglio della torta. Istruzioni per l’uso Il “discorso” da rivalutare

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l taglio della torta è uno dei momenti più attesi del ricevimento. Al pari della cerimonia immortalato nelle foto. Ma come si svolge questo tempo cruciale? Non vi sono delle regole ma, piuttosto un procedimento consolidato ed in uso da decenni. Innanzitutto vi sarà un sottofondo musicale che creerà un’adeguata atmosfera: potrà essere la vostra canzone preferita oppure una semplice melodia romantica affidata alla sensibilità del gruppo musicale in sala. La torta deve essere portata intera davanti agli sposi ed il taglio secondo tradizione, viene fatto da entrambi per simboleggiare il percorso insieme verso il futuro. A tenere il coltello sarà l’uomo, mentre la sposa poggerà la sua mano sopra quella del marito. La prima fetta viene offerta al neo sposo poi alla suocera, alla madre dello sposo, ai due padri e ai testimoni. Il taglio avviene con un coltello in argento. In passato era solo un utensile di alcuna importanza oggi, invece, sta diventando un’occasione di regalo di nozze. Qualche tempo fa questa tendenza era diffusa solo negli USA, oggi si sta diffondendo anche in Italia. È un’idea carina per ricordare uno dei momenti essenziali del matrimonio. Chi fa

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questo regalo può far incidere il nome degli sposi e la data di nozze sulla lama. Il materiale del coltello per il taglio della torta spazia dall’argento, all’acciaio, sino ai più preziosi rivestimenti in oro e platino. Una volta divise le prime fette i camerieri porteranno via la torta e la serviranno al resto degli invitati. Dopo il taglio della torta c’è il brindisi, e poi ci sarebbe il discorso che ormai non fa più nessuno, ma che però potrebbe essere un’idea carina, sempre che gli sposi non siano timidi! Una tradizione da rivalutare ed un momento di condivisione ed intimità con amici, ospiti e genitori, forse più adatto a nozze con pochi invitati che conoscono bene gli sposi. Un’alternativa al classico taglio della torta alla fine del ricevimento, quando si è più stanchi, è di anticipare questo momento all’inizio quando ancora si è belli e pimpanti e quindi impeccabili per le foto di rito. Ci si potrà così rilassare per tutta la durata del ricevimento senza l’ansia di essere perfetti. E poi così facendo si libera anche il fotografo che, dopo gli scatti più importanti, non ha motivo di rimanere con gli sposi per tutto il tempo. S.I.



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ph. Piero Lazzari

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Dalle Bermuda a San Nicola per amore… dell’Italia Ad Erice una storia d’eccellenza

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sperienza internazionale. Per Antonino Amato ed Elena Parisi non è una frase fatta ma, al contrario, la sintesi di una vita professionale e di un esercizio di lavoro vissuto negli ultimi 15 anni tra Londra, Miami e Isole Bermuda. Nino, originario di Calatafimi, ed Elena, toscana di Firenze, sono tra i numerosi nostri connazionali che hanno lasciato il Paese per costruire il loro futuro, esportando nel mondo il meglio del nostro essere Italiani. Insieme alla profonda conoscenza della nostra ricca gastronomia regionale hanno coniugato la fantasia, l‘affabilità, la capacità di socializzare. Soprattutto, sfatando il luogo comune dell’italica approssimazione, hanno esaltato la capacità di organizzazione. Prima a Londra, poi negli States dove le loro vite ed i loro destini si sono incrociati tra uno scalo internazionale e l’altro. Dopo, hanno vissuto nelle isole Bermuda, per un anno, dove hanno riorganizzato un ristorante trasformandolo: da una sorta di “fast food” in stile caraibico in un vero luogo di culto, capace di reinventare il modo di vivere la convivialità; da rigoroso e formale in smart casual. “Poi – raccontando davanti ad una tazza di caffè – siamo rimasti un altro anno, poi un altro ancora”. Ed il ristorante crebbe fino al punto da fare 1.400 coperti a settimana. “Senza mai perdere in qualità”, ci tiene a precisare Nino che dell’eccellenza della materia prima da utilizzare in cucina ha fatto la sua cifra personale (fino al punto da fare arrivare la mozzarella di bufala dalla Campania alle Bermuda attraverso due scali internazionali). Ogni anno doveva essere l’ultimo. Un pacifico rinvio, sino al decimo anno; fino a quando non è prevalso imperioso il desiderio di tornare in Italia. C’è “questa” storia personale dietro il Belvedere San Nicola di Erice, complesso ricettivo

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d’eccellenza di turismo rurale posto a margine dell’omonimo pianoro San Nicola che, in vetta all’antico Monte San Giuliano, si apre sull’orizzonte delle isole Egadi e sulla città di Trapani. Una struttura, trasformata e ammodernata; un sito da cui si gode un panorama di intensa bellezza, soprattutto quando è illuminato dal sole al tramonto. Poche camere, silenzio interrotto solo dallo stormire degli alberi, una splendida piscina, una sala ristorante da 300 comodi posti con vista sull’orizzonte e sull’infinito. La sala, la piscina, il giardino: spazi che sembrano pensati per banchetti di nozze, per momenti di gioiosa convivialità. Se è vero che ogni luogo ha qualcosa di magico da “sentire” oltre i nostri sensi, Nino ed Elena rappresentano il “genius loci” di San Nicola. Se ne accorgeranno le coppie che li incontreranno per preparare il loro banchetto di nozze. Basta scambiare con loro poche battute, leggere il loro modo di porgersi: hanno scelto di non incrociare le attività di San Nicola. Se ci sono matrimoni non ospitano turisti nelle stanze; se ci sono le stanze impegnate non prenotano matrimoni. Scelte nette e distinte; scelte di qualità, che garantiscono a ciascuno di essere accolto al meglio in funzione della propria esigenza. “In questo modo ai nostri sposi possiamo offrire anche la possibilità di rimanere nella struttura la sera del ricevimento – affermano – o, magari, organizzare la loro permaneza con gli amici più cari”. Il cibo? “Quello che offre il territorio, il meglio della nostra cucina regionale – spiega Antonino Amato –. Il tutto affidato ad uno chef di grande esperienza, con il quale, ci confrontiamo sempre”. Anche l’allestimento della sala, l’organizzazione del personale è seguito rigorosamente, tanto da Elena che dal marito. “Gran parte del personale che lavora


CERIMONIA con noi, in sala, – spiega – lo conosco da una vita: eravamo compagni di corso all’istituto alberghiero, proprio qui ad Erice, prima che i nostri percorsi professionali ci portassero a maturare esperienza diverse”. La competenza manageriale di Antonino Amato e l’attenzione al particolare di Elena Parisi vanno ben oltre la consulenza sul banqueting, trasformandosi agevolmente in piena empatia con le coppie di fidanzati. Anche la scelta della posateria, dei piatti e dei bicchieri, del tovagliato, dei centrotavola denuncia la costante ricerca di qualità e di eleganza sobria. “Ci piace molto realizzare con un tocco di fantasia i centrotavola, magari per i matrimoni a tema, come si usa oggi: una boccia di vetro con sabbia e conchiglie per ricordare il mare; o con i fiori a galleggiare sull’acqua per il matimonio a tema floreale; o ancora pezzi di pellicole per celebrare il cinema. Senza mai esagerare – aggiunge Elena –, perché, in fin dei conti in una tavola ben apparecchiata è comunque il cibo il protagonista; così come gli sposi sono al centro dell’intera organizzazione del banchetto di nozze”. Disponibilità, cortesia, ricerca della qualità, fantasia sono la cifra del Belevedere San Nicola, qualità che sono riflesso della personalità di Antonino Amato ed Elena Parisi.

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BELVEDERE SAN NICOLA C.da San Nicola - ERICE (TP) - Tel. 0923.869359 www.belvederesannicola.it - info@belvederesannicola.it

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CASA

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ABC dell’arredare Poche ma importanti regole da seguire per una casa comoda e funzionale.

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nergia e fantasia sono la combinazione giusta per vivere al meglio il momento più divertente della progettazione della vostra casa: l’arredo. I mobili hanno un ruolo importante perché l’effetto visivo regala grandi suggestioni. Giochi di luce e impatto cromatico che i mobili creano con i tessuti ma anche con il colore delle pareti, sapranno emozionarvi e renderanno unica la vostra casa. Non sottovalutate la funzione dei mobili come letti, tavolo da pranzo e divani e testateli personalmente, prima di ogni acquisto, evitando di comprarli via Internet o per posta.


CASA Prestate attenzione agli spazi e alle misure di ogni singolo mobile. Spesso, infatti, presi dall’euforia e dalla frenesia di comprare, non si tiene conto dello spazio necessario per muoversi all’interno di una stanza. Particolare potrebbe risultare la combinazione tra mobilio nuovo e pezzi che appartenevano a vostra nonna e a cui magari siete legati. Tutto può essere utile e bello occorre solo un pò di fantasia. Ma quali sono le regole da seguire? Intanto, occorre tenere presente che in molti ambienti della casa sono sufficienti pochi elementi di arredo sui quali concentrarsi, mentre i dettagli si possono definire, con comodità, anche perché le esigenze di una casa si svelano poco a poco. Poi ci sono ambienti molto importanti, come la cucina e il bagno, che data l’alta funzionalità dei loro componenti impongono scelte obbligate: solo lo stile delle linee prescelte, dunque una mera opzione di gusto, rappresenta la bussola capace di guidarvi nell’infinita selva di possibilità. La camera da letto, invece, richiede pochi sforzi anche perché basta scegliere l’elemento dominante cioè il letto e poi il resto dell’arredo. Molto importante è, senza dubbio, l’illuminazione; mai

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come per la luce è necessario attendere di aver maturato una profonda conoscenza della casa, non solo dei suoi spazi ma anche delle sue aree o microaree funzionali, dove a volte è indispensabile portare o sottrarre luce, tanto naturale quanto artificiale. Grandi passi sono stati fatti in materia di illuminazione. Sono molto lontani i tempi in cui alla luce si assegnava semplicemente la funzione di illuminare un ambiente. Oggi non basta più posizionare un lampadario al centro della stanza, si preferisce piuttosto avere più punti luce che sottolineano l’ambiente nei posti in cui serve. I tessuti, che sono gli ultimi ad entrare in scena, sono in realtà i veri e propri protagonisti nell’arredo da cui poi partono altri dettagli.Consigliamo di individuare una gamma di colori, più che puntare su uno in particolare. È l’effetto cromatico nel suo insieme la carta vincente. Per i tendaggi, meglio orientarsi su tonalità che non impediscano alla luce di entrare nella stanza. Per l’arredo delle finestre, in verità, si può pensare ai pannelli oltre che alle tende: i primi sono più adatti a finestre dalla forma particolare e possono essere sia in tessuto che in rattan o carta. R.N.C.

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CASA

Gulotta Home Culture: l’arredamento nel DNA

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ezzi unici, eleganti, ricercati, disposti sapientemente e con gusto. L’ampia vetrata illuminata a giorno si offre come uno scorcio di arredamento sul quale posare lo sguardo. Un allestimento curato che racconta della passione di Giuseppe Gulotta per l’arredamento e per i complementi d’arredo, che mostra, sia pure in minima parte, la personalità di questo giovane imprenditore pronto per avviare la sua nuova attività: Gulotta Home Culture. Incontrarlo, parlargli ci è sembrato il modo migliore per condividere lo spirito di questa iniziativa commerciale che non è solo impresa. Così gli rivolgiamo alcune domande. Giuseppe, come nasce il progetto di Gulotta Home Culture? Nasce dalla convinzione che design e qualità possano convivere. Troppo spesso infatti, dal punto di vista qualitativo, alcuni grossi marchi “deludono”, come se non riuscissero a coniugare griffe e qualità; come dire: bello ma carente nella robustezza. Ne consegue l’esigenza di far conoscere alla città, marchi e prodotti, che solo chi “ha vissuto” il legno può conoscere, selezionare, capire e consigliare. Da piccolo “ho mangiato pane e mobili”, sono cresciuto - racconta Giuseppe Gulotta - respirando in famiglia la cultura del mobile. Fin da ragazzo ho affiancato mio padre, Claudio, nel suo lavoro imparando a svolgere e conoscere tutte le man-

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sioni che ruotano attorno ad esso: dal montaggio, alla consegna, al rapporto con i clienti e quindi alla progettazione. “Vivendo” tra i mobili, ho avuto modo di innamorami di essi, di subirne il fascino, di accettarne i cambiamenti sia nelle mode che nel costume, volgendo la mia attenzione sia all’estetica che alla funzionalità, al comfort, ma soprattutto, scusate “il chiodo fisso” alla qualità. Nonno Peppe i mobili li costruiva, a mano, in una piccola bottega, proprio come lo vediamo “in azione” nella foto a fianco; aveva grosso modo la mia età quando ha realizzato questa scrivania, la cui presenza nello show-room non è affatto casuale, essa racconta molto più di quanto si possa dire a parole… È datata 1943 ed è stata da lui ideata e realizzata. È un pezzo costruito con estrema cura, utilizzando i materiali d’un tempo: pregiati e resistenti. Se chiudo gli occhi immagino le sue mani sapienti all’opera… i suoi utensili, gli attrezzi di un


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CASA

UN MATRIMONIO PERFETTO

tempo… la tecnica utilizzata, sicuramente una preziosa testimonianza di una tradizione familiare che prende avvio ancor prima dal mio bisnonno (anch’egli Giuseppe Gulotta), “mastro d’ascia”. Nonno, non poteva immaginare certo che suo nipote un giorno avrebbe considerato questa scrivania un “emblema”. Ecco, da questa affascinante storia, nasce il progetto Gulotta Home Culture! A chi si rivolge Gulotta Home Culture? Sicuramente a quanti vogliono per la propria casa un arredamento che risponda perfettamente ai propri gusti, comportamenti e stili di vita, diversi ma personali. Si rivolge ad una fascia di mercato per la quale l’oggetto non è solo arredo, ma ne rispecchia l’identità ed i modi di essere e di concepire lo spazio-casa. Si rivolge, insomma, a chi ha maturato una cultura dell’abitare la casa; da qui nasce il nome “Gulotta Home Culture”. La scelta di finiture e la loro durata nel tempo, la cura del particolare, lo studio del dettaglio, la funzionalità e l’adattabilità dei contenuti progettuali volti a soddisfare diversi livelli di esigenze, accontentando le richieste di “alto design”

e di grande impatto qualitativo. Come consigliate il cliente nelle sue scelte? Innanzitutto occorre individuare le reali esigenze del cliente, perchè nel tempo sono cambiate le mode ed i gusti, e la ricerca del design e della qualità è sempre più alta. La nostra consulenza, la nostra professionalità, trasformano in spazi abitativi, nella fase “progettazione”, le scelte operate e consigliate. Si prosegue con una meticolosa spiegazione di ciò che stiamo proponendo assicurandoci che il cliente abbia ben compreso quel che si accinge ad acquistare, posizionando correttamente il cosiddetto “brand comparativo”. Quali sono le proposte d’arredamento? Grazie all’esperienza maturata seguendo mio padre, conosco i mobili e so da quali materiali sono fatti; riconosco e seleziono solo aziende che scelgono le essenze più pregiate, per offrire un prodotto che arricchisce la casa rendendola unica. Credo al valore autentico della qualità e della tradizione, rimanendo allo stesso modo attento alle novità e alle esigenze del cliente, offrendogli sempre diverse soluzioni abitative tra le quali orientarsi.

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RUBRICA

Stili & Stile a cura di Francesco Mione Architetto

Vivi con il Feng Shui

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uanto tempo nell’arco della nostra esistenza viene trascorso all’aria aperta? La risposta è scontata… poco! La maggior parte della nostra vita viene svolta all’interno della propria casa o nel proprio posto di lavoro. Allora facciamo in modo che l’ambiente che ci circonda soddisfi il più possibile le nostre esigenze fisiche, biologiche e spirituali. Pertanto vi parlerò del Feng Shui che, negli ultimi anni, si sta diffondendo anche in Italia. Solo brevi e basilari nozioni data la vastità e complessità dell’argomento. Il Feng Shui è una disciplina di origine cinese che nasce all’incirca quattromila anni fa; è un’arte geomantica, taoista ausiliaria dell’architettura, affine alla geomanzia occidentale, ma che studia alcuni aspetti della psiche e dell’astrologia e descrive il rapporto fra uomo e natura, insegna a rendere più vivibili i luoghi in cui si dimora, siano essi luoghi abitativi quali la propria casa o luoghi di lavoro. Induce a creare un ambiente armonioso e confortevole attraverso lo studio delle forme, delle direzioni, del rapporto con gli elementi naturali quali il vento e l’acqua, nella convinzione che ogni elemento naturale o artificiale influenzi il nostro stato psicofisico. Feng Shui significa letteralmente “Vento e Acqua”, in onore dei due elementi che plasmano la terra e che con la loro energia determinano le caratteristiche più o meno salubri di un particolare luogo, in fondo acqua e vento sono indispensabili per la vita. L’acqua, simboleggia la quiete, mentre il Vento il movimento, secondo la disciplina del feng shui è proprio la condizione di questo equilibrio che determina la serenità dell’individuo. Secondo tale pensiero una dimora per essere ben costruita dovrebbe essere a forma quadrata o rettangolare senza la presenza di angoli, inoltre non sono armoniose e dunque da evitare le forme irregolari, perché creano punti morti all’interno dei quali l’energia positiva ristagna; il feng shui ritiene che anche gli oggetti inanimati hanno una loro energia che deve essere incanalata correttamente e che tale energia dipende dal materiale con il

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quale l’oggetto stesso è stato realizzato. Fondamentale per la disciplina del Feng Shui è la disposizione dell’arredamento che deve essere inserito secondo una logica precisa; per essa il flusso energetico prodotto dagli elementi scorre secondo un percorso sinuoso e libero da ostacoli, senza alcune dispersione di energia positiva. Particolare attenzione si pone all’arredo della camera da letto, questa dovrebbe essere disposta lontano dalla porta d’ingresso, la testata del letto deve essere disposta verso Est e appoggiata al muro, sia la testa che i piedi di chi vi dorme non dovrebbero mai puntare verso l’entrata della stanza, secondo il feng shui se il letto è disposto in modo sbagliato, si può diventare vittime del nervosismo. I soffitti delle proprie case devono essere preferibilmente piani senza spigoli ed altro, in presenza di travi passanti al di sotto di essi non devono essere collocati letti o sedie. Fondamentale è anche l’uso del colore, ad ogni colore viene dato un significato specifico: il ROSSO è il colore del buon auspicio, simbolo della forza, della fortuna e del successo; il GIALLO è il colore della terra, simbolo dell’autorità e dell’allegria; il BLU rappresenta la benedizione celeste e la profondità, l’utilizzo eccessivo di questo colore crea il rischio di navigare troppo nel proprio mondo interiore creando fenomeni di malinconia; il BIANCO rappresenta la purezza. In Cina chiunque intenda costruire casa si rivolge ad un tecnico esperto di FENG SHUI, il quale, secondo le tradizioni culturali ne determina la scelta del terreno, il giusto orientamento oltre ad una corretta valutazione energetica; ne decide i rimedi da adottare al fine di armonizzare l’energia all’interno della casa, in modo da portare alla famiglia che la va ad abitare, il massimo di serenità e prosperità. Mi auguro di aver “solleticato” la vostra curiosità verso un argomento da pochi conosciuto, ma che rispecchia la nostra voglia, oggi, di vivere lo spazio abitativo in maniera più consapevole e attenta alle esigenze di serenità interiore.


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CASA

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Tutela ambientale e risparmio economico, binomio del futuro

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oniugare le scelte etiche di tutela ambientale e di risparmio energetico, con le proprie personali economie oggi è possibile ed alla portata di tutti. La casa ecosostenibile non è più il futuro, è già il presente. Le norme europee, i continui aumenti dei costi energetici, l’attenzione legata ai cambiamenti climatici obbligano a confrontarci concretamente con il concetto di casa ecologica. Il geometra Francesco Morello ha una consolidata esperienza nel settore edilizio, ed ha rivolto un’attenzione particolare al tema della eco sostenibilità delle abitazioni. Quali sono i criteri utilizzati dalla sua impresa nelle sue costruzioni edilizie? È fondamentale iniziare da una buona progettazione che ci consenta di realizzare edifici con un elevato comfort e

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ridotto impatto ambientale ottenendo risultati sorprendenti. Gli edifici realizzati con criteri ecologici, infatti, perseguono il duplice obiettivo di salvaguardare l’ambiente e garantire notevole risparmio energetico, minimizzando il consumo dell’energia necessaria per il riscaldamento invernale e per il raffreddamento durante l’estate. Nella nostra impresa realizziamo un efficace isolamento del tetto, delle pareti e di tutte le superfici, ed inoltre curiamo la corretta esposizione dell’edificio ai raggi solari; accorgimenti che fanno la differenza nel consumo energetico. Anche l’utilizzo dei materiali rientra in un progetto di casa ecosostenibile? Fino a qualche tempo fa la maggior parte dei materiali da costruzione e d’arredo rappresentavano un elevato


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CASA

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rischio per la salute di chi ci abitava. Oggi la nostra impresa, attenta sempre più al rispetto per l’uomo e per l’ambiente in cui vive, impiega materiali ecologici forniti dalla natura stessa quali il legno, sughero, fibra di legno e fibre naturali, vernici naturali, tutti prodotti che presentano caratteristiche di traspirabilità, permeabilità al vapore e di regolazione dell’umidità ambientale, assicurando al contempo isolamento termoacustico. Particolare attenzione viene rivolta perciò anche agli infissi, in quanto sappiamo bene che in una casa tanta energia può essere dispersa attraverso le finestre. Per questa ragione, attraverso la progettazione, disponendo correttamente le superfici a finestra, con le superfici grandi rivolte a sud, è possibile incidere fortemente sul bilancio energetico dell’edificio e ridurre le spese di riscaldamento. Quanto incide sui costi? Nella fase progettuale è fondamentale una valutazione

di tutti gli aspetti dei lavori in modo da ipotizzare i costi. Costruire applicando i criteri necessari ad ottenere un edificio efficiente, ben isolato termicamente non implica spese eccessive. I risultati saranno: comfort abitativo ed un notevole risparmio nella gestione, sia per quanto riguarda il riscaldamento che per la manutenzione. Le spese iniziali sostenute per realizzare fabbricati che rispondono a tali esigenze saranno un investimento per chi abiterà quelle case, che si rivaluteranno nel tempo ad ogni aumento dei costi energetici e verso le quali non occorrono interventi di ristrutturazione nel corso degli anni. Come venite incontro alle esigenze economiche di chi vuole acquistare una casa? La nostra impresa di costruzioni prevede l’opportunità di attuare forme di finanziamenti con tassi d’interesse a misura del cliente.

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RUBRICA

UN MATRIMONIO PERFETTO

PERSONAL ECONOMIST a cura di Antonello La Commare

Consapevoli impegni futuri Sì al mutuo assicurato, ma non necessariamente dalla stessa banca

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el precedente numero avevamo tracciato alcuni aspetti legati all’erogazione dei mutui per la casa. Tralasciando, per brevità, che legati all’erogazione del mutuo ci sono i servizi accessori assicurativi. Le banche rendono obbligatoria la polizza contro il rischio di incendio dell’abitazione oggetto del finanziamento. Ultimamente, però, s’è consolidata la prassi secondo la quale la banca “invita” il mutuatario a stipulare altre polizze: contro il rischio morte, invalidità permanente, malattie o perdita del lavoro. Vale la pena avanzare qualche riflessione: assicurare chi stipula il mutuo contro l’evenienza di cambiamenti traumatici nella capacità del nucleo familiare di produrre reddito, è ampiamente condivisibile. Queste polizze dovrebbero essere consigliate a tutti, per porre rimedio concreto a circostanze, spesso sottovalutate, in cui la famiglia non sia più in grado di far fronte ai propri impegni. Ed è fuorviante pensare che sia lo Stato a garantire sicurezza al verificarsi di questi eventi. Molti non sanno, infatti, che l’Inps, e molti altri istituti di previdenza, prescrivono un’anzianità contributiva da cinque a dieci anni affinché siano garantite le pensioni indirette (che spetta all’erede della persona deceduta quando ancora in attività lavorativa), di invalidità e di inabilità. Quando poi questi diritti maturano, le prestazioni sono ampiamente insufficienti, perché legate ai soli contributi versati. Le garanzie assicurative private, al contrario, garantiscono alla famiglia in difficoltà di superare il momento critico senza rischiare l’insolvenza e alla banca di re-

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cuperare la propria esposizione finanziaria. È giusto, però, che siano i clienti a scegliere le soluzioni assicurative più aderenti al proprio profilo; non può essere la banca a proporre prodotti generici utili solo per ulteriori profitti (e ulteriori costi per il cliente). Una polizza a rischio morte deve infatti essere stipulata solo dopo che sia stata certificata la propria condizione fisica; certificazione che consente all’assicurato di avere garanzia incontestabile che la compagnia di assicurazioni non opporrà alcun rifiuto all’indennizzo poiché ha preventivamente accertato le sue condizioni di salute. A volte, invece, i clienti vengono indotti a stipulare tali polizze all’oscuro e, soprattutto, vincolandole come condizione necessaria alla stipula del mutuo. Pratica censurata dall’Isvap, l’istituto di vigilanza sulle assicurazioni, che ha contestato: la mancata trasparenza delle operazioni proposte; i premi elevati fatti pagare in unica soluzione (molti sottoscrittori si sono visti addebitare sul mutuo importi fino a 5.000 euro senza neanche saperlo); il conflitto di interessi che si pone in essere nel momento in cui la banca emittente la polizza ne è anche beneficiaria. Con il decreto sulle liberalizzazioni, e con l’entrata in vigore di una disposizione dell’Isvap, sono state introdotte alcune novità; la più importante delle quali è che il cliente non è obbligato a scegliere il prodotto della banca, ma può scegliere prodotti più convenienti tra quelli presenti sul mercato. D’altronde consapevolezza e autonomia nelle scelte finanziarie di una famiglia assumono importanza fondamentale per districarsi con successo nella complessità della società in cui viviamo.



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CASA

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RISPARMIO ENERGETICO? QUESTIONE D’ESPERIENZA Da professionisti del settore le soluzioni appropriate

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otovoltaico, pannelli solari, caldaie a condensazione, canne fumarie, termoregolazione, sistemi idronici per il risparmio energetico, pompe di calore, impianto a radiatori, impianto a pannelli radianti, impianto a ventilconvettori. Non si può più fare a meno di tenere conto degli aspetti energetici di una casa. Districarsi in questo settore non è facile. Salvatore Giacalone è un “Energy Manager”, che opera da oltre venti anni. È la persona più appropriata a dare suggerimenti ed indicare le soluzioni che emergono, dopo analisi accurate, dagli studi della sua azienda in via dell’Arancio 6, a Trapani. Nella realizzazione di un’abitazione, seguendo i principi basilari legati all’edilizia, è necessario tenere conto del concetto di “benessere climatico e risparmio energetico”. Cioè l’integrazione tra edificio e impianti. L’edificio deve avere pareti coibentate e porte e finestre devono essere scelti tra quelli con minore dispersione termica. L’obiettivo è far rientrare

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l’immobile nelle classi energetiche A e B, le migliori. In materia impiantistica, come nella fase di costruzione dell’immobile, le scelte devono essere mirate all’efficienza energetica. Le soluzioni sono tante, dalle caldaie a condensazione alle pompe di calore; dalle termo stufe e termocamini a biomassa al pavimento radiante, ai classici termosifoni ma con le moderne valvole termostatiche; ed ancora, da non tralasciare, il fotovoltaico per la produzione di energia elettrica e soprattutto l’impianto solare termico per la produzione di acqua calda sanitaria ed integrazione sul riscaldamento, il tutto gestito da una termoregolazione per poter utilizzare al meglio tutti gli apparecchi installati. Individuare l’una o l’altra soluzione non è indifferente. Prodotti e sistemi vanno scelti a seconda dell’edificio: di nuova costruzione o da ristrutturare, singola unità abitativa o facente parte di un complesso abitativo a piani. Scelte che vanno condivise con l’Energy Manager, capace di analizzare


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CASA

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le esigenze sia di comfort che economiche dell’utente. Le coppie che devono comprare casa devono informarsi, in primo luogo, su come è fatta la struttura edilizia. Se si tratta di nuova costruzione, con impianto ancora da definire, è consigliabile collocare pannelli radianti con caldaia a condensazione per il riscaldamento, e impianto a ventilconvettori per il condizionamento con una pompa di calore, che può alimentare, oltre al condizionamento, anche il riscaldamento. Se invece ci si ritrova con impianti già esistenti bisogna apportare modifiche compatibili con l’immobile affinché si possa risparmiare il massimo. Nel centro storico di Trapani la ditta di Salvatore Giacalone ha operato su Palazzo San Lorenzo, dove sono stati installati impianti radianti

SISTEMI EVOLUTI PER IL COMFORT CLIMATICO

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TERMO CAMINI E TERMO STUFE A PELLET E LEGNA

a pavimento per il riscaldamento, con una gestione temperatura ambiente per ambiente, alimentati con una caldaia a condensazione con produzione acqua calda sanitaria. Per la climatizzazione estiva sono stati installati ventilconvettori (condizionatori) con gestione della temperatura, ambiente per ambiente, alimentati da un gruppo a pompa di calore. Per il tipo di struttura è stato installato il top degli impianti, anche se l’ideale sarebbe stato affiancare l’impianto solare termico e l’impianto fotovoltaico, impossibile da realizzare per mancanza degli spazi adatti. Su ogni ristrutturazione, comunque, Salvatore Giacalone è in grado di trovare soluzioni sia di comfort che di risparmio energetico.

SISTEMI IDRONICI PER IL RISPARMIO ENERGETICO

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NOZZE IN CITTÁ

ARTE NELLE NOZZE

UN MATRIMONIO PERFETTO

The Proposal La Proposta di Matrimonio, di Frank Stone

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l quadro è molto metaforico e rappresenta la vita reale che si combina con i valori dell’epoca. La ragazza, cioè colei che riceve la proposta, è minuta e pallida, tranquilla, non caratterizzata da colori vivi come capelli rossi o abiti vistosi, impersona la modestia e la finestra che le illumina le spalle è allegoria del fatto che non ci sono ombre nel suo passato, cioè scandali. L’uomo si protende verso l’amata, simbolo del suo desiderio di accoglierla nel suo mondo e di darle tutto ciò che può, questo è accentuato dal fatto che non ci troviamo esattamente nel momento della proposta, bensì qualche attimo prima, infatti l’uomo si sta inginocchiando e non è ancora ai piedi della giovane, come vuole la tradizione. Il cane, rappresenta la fedeltà della futura coppia. I bambini e la madre, rappresentano il passato e il futuro, la continuazione di quel matrimonio sarà una nuova vita, mentre la madre è la famiglia dalla quale lei si staccherà. L’acqua nella caraffa, che giunge attraverso la madre, è da sempre simbolo di purezza e purificazione, naturalmente è metafora del fatto che lei sia illibata, ma anche che la famiglia di lei garantisca la verginità. The proposal (olio su tela) - Frank Stone 1800/1859. Pittore inglese, autodidatta

“Un matrimonio incantato” di Heidi Busetti.

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eidi Busetti, oltre ad essere giornalista e mamma, è la prima wedding reporter in Italia. Una donna che ha fatto della propria passione un mestiere e racconta di matrimoni realmente vissuti, in tutti i suoi dettagli, partendo dalla storia d’amore dei due fidanzati. “Un matrimonio incantato” parla di Federico e Viola, due ragazzi che hanno affrontato un viaggio in Europa di tre mesi ed hanno organizzato un matrimonio che ha per tema il bosco. Tra stilisti, flower designer e parenti variopinti più dei Barbapapà, Federico e Viola daranno vita ad una festa suggestiva dall'atmosfera fatata, grazie a violinisti di musica irlandese, un cielo stellato ed un menu su misura.

“Sogno d'amo” di Alda Merini (1931/2009) Se dovessi inventarmi il sogno del mio amore per te penserei a un saluto di baci focosi alla veduta di un orizzonte spaccato e a un cane che si lecca le ferite sotto il tavolo. Non vedo niente però nel nostro amore che sia l'assoluto di un abbraccio gioioso.

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NOTIZIE CURIOSE

UN MATRIMONIO PERFETTO

In viaggio con mammà

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he le suocere siano causa di litigi tra le coppie, non è una novità. Il 30% delle separazioni sarebbe causata da eccessiva invadenza dei suoceri. Ma che riescano a causare il divorzio già durante il viaggio di nozze, è cosa più rara. Sfortunatamente, è stato il caso di una coppia italiana. I neo-sposi erano in aeroporto, a Roma, in partenza per il viaggio di nozze programmato in Francia quando, con grande sorpresa della sposa, è apparsa anche la madre di lui, che si è messa in coda per l’imbarco. A nulla sono servite le proteste della ragazza: il neo-marito infatti si è rifiutato di convincere la madre a tornare a casa, giustificando la decisione con il fatto che la donna era malata e bisognosa di cure e pertanto doveva assolutamente accompagnarli nel viaggio di nozze. Il marito, e forse la madre di lui, probabilmente sono gli unici ad essere sorpresi che questo viaggio abbia portato direttamente ad una richiesta di divorzio.

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n uomo di Taipei (Taiwan) ha chiesto ed ottenuto il divorzio, perché la moglie era talmente “timida” da rifiutarsi di fare sesso anche dopo un anno di matrimonio. I due, entrambi insegnanti, si sono conosciuti attraverso un’agenzia di incontri matrimoniali, e si sono sposati dopo tre mesi di fidanzamento. I problemi, però, erano iniziati già la prima notte di nozze, quando lei ha dormito vestita e avvolta in una coperta; quando lui si è avvicinato nella speranza di un contatto intimo, lei lo ha respinto e il giorno dopo è tornata dalla madre. Solo grazie alla mediazione dell’agenzia la donna ha alla fine firmato un contratto in cui accettava di fare sesso con il marito, ma solo a scopo di procreazione, e pretendeva letti separati. Dopo un anno “in bianco”, l’uomo alla fine ha deciso di chiedere il divorzio

Sesso? No grazie!

Foto ricordo

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a vendetta, si dice, è un piatto che va mangiato freddo. Lo sa bene un novello sposo di Cassino (Frosinone) che, insieme alle classiche bomboniere, al termine del banchetto nuziale, ha consegnato ai partecipanti le foto compromettenti di sua moglie sorpresa in intimità con il suo migliore amico, nonché testimone di nozze. Il marito aveva scoperto le immagini del tradimento solo tre giorni prima delle nozze. Il neo sposo ha poi presentato richiesta di annullamento del matrimonio alla Sacra Rota.

U

na coppia di sposi, dopo un anno di matrimonio, non riuscendo ad avere bambini, si reca dal ginecologo. Questi chiede loro: “Ma la sera cosa fate?”. E il marito: “Ceniamo, vediamo la TV, ci diamo un bacetto e poi andiamo a letto”. “E la mattina ?”. “Facciamo colazione, ci diamo un bacetto e poi io vado a lavorare”. E il dottore: “E il pomeriggio ?”. “Mangiamo, ci diamo un bacetto e andiamo a fare un riposino”. Allora il ginecologo, rivolgendosi alla signora: “Si spogli e si sdrai sul lettino!”. Il ginecologo si mette su di lei e fanno l’amore alla presenza del marito che non batte ciglio. Alla fine il dottore dice al marito: “Hai visto come si fa ad avere bambini? E questo si deve fare tutti i giorni!”. Il marito, contento, risponde: “Ho capito dottore”. I due ringraziano ed escono. Appena chiusa la porta dell’ambulatorio al marito sorge un dubbio, torna indietro, riapre la porta e chiede: “Scusi, dottore, ho dimenticato di chiederle. Viene lei a casa o veniamo noi in ambulatorio ?”.

MATRIMONI DA RIDERE

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ignor dottore come mai io e mia moglie abbiamo avuto un figlio coi capelli rossi, mentre nessuno di noi li ha cosi?”. “Ma voi quante volte fate all'amore?”. “Una volta all’anno”. “È chiaro: è la ruggine!”.

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l marito torna a casa dal lavoro e trova la moglie nullafacente che gli dice: “Caro, oggi non ti ho preparato da mangiare. Manca la luce”. E il marito: “Ma cara, noi abbiamo la cucina a gas!”. E la moglie: “Si, ma l’apriscatole è elettrico”.

arito e moglie, accaniti giocatori di poker, anche nella vita intima si divertono ad usare il frasario del gioco. “Apro!” - fa la mogliettina. “Chiudo!” - risponde il marito. E questo per ogni notte, sempre, tutte le settimane, tutti i mesi, tutti gli anni. Dopo diverso tempo il rapporto comincia ad affievolirsi e quando la moglie incomincia con “apro”, lui risponde con “passo!”. Una notte la moglie, che non ha messo da parte tutte le velleità, dice: “Apro!” “Passo!” - risponde il marito. A questo punto la moglie scopre le lenzuola e guardando il marito esclama: “Ma come, passi in queste condizioni?” E il marito: “Basta, basta, non vale! Non gioco più... m’hai guardato le carte!”

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o che hai litigato con tua moglie. Com’è finita?”. “Sapessi, è venuta da me in ginocchio”. “Ah, si? E che cosa ha detto?”. “Vieni fuori da sotto il letto, vigliacco!”.


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LUNA DI MIELE

UN MATRIMONIO PERFETTO

IL RICHIAMO DELLA PENISOLA IBERICA Madrid e Lisbona, capitali imperiali

di Fabio Pace

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el nostro viaggio nelle capitali europee non poteva mancare la penisola Iberica. Lisbona e Madrid capitali di imperi oltremare. «Il poeta è un fingitore. Finge così completamente che arriva a fingere che è dolore il dolore che davvero sente». Impossibile recarsi a Lisbona e non immaginare che tra le sue vie, nelle sue piazze, nei vicoli dei quartieri di Alfama, del Bairro Alto, scorrano le parole delle poesie di Fernando Pessoa, tra i massimi poeti del ‘900 europeo e vera icona della cultura lusitana. Lisbona la città di

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Amalia Rodriguez, Teresa Salguero, Dulce Puentes, dei Madredeus le cui note è possibile ritrovare nei tanti locali in cui risuonano le musiche del fado, autentiche perché espressione dell’anima più profonda della città. Capitale imperiale ricca di architetture e opere d’arte, ma anche moderna capitale europea capace di creare una scuola di architettura contemporanea tra le più affermate nel mondo, già capitale della cultura europea nel 1994 (quest’anno è ancora una città portoghese, Guimarães a nord del paese). Obbligatorio il tour sul famoso “elec-


LUNA DI MIELE

trico 28”, un tram che attraversa la città con un percorso suggestivo tra le strette vie dei vecchi quartieri popolari, dove la vettura transita a pochi centimetri dalle case e costringe i passanti a stringersi contro i muri al suo passaggio. Consigliato anche il percorso sul tram “electrico 15” da piazza Figueira sino oltre il quartiere periferico di Belém, lungo la riva del fiume Tago. Da visitare anche il quartiere Chiado e la zona del Carmo (qui da visitare il Convento e la Chiesa del Carmo, che mantengono l´eleganza e l’imponenza di un tempo ed il Museo Archeologico). Il Carmo è collegato alla Baixa attraverso un altro monumento fondamentale della città: l’Elevador da Santa Justa, un ascensore progettato da un allievo di Gustave Eiffel, con uno stile architettonico particolare. Infine una passeggiata sul “Passeio Público”. Altrettanto fascino esprimono i dintorni della capitale: la cittadina di Sintra, i castelli dei cavalieri templari, la costa dell’Estoril con le sue spiagge e le scogliere su cui si infrange l’Oceano Atlantico. Dall’impero portoghese a quello spagnolo. Madrid capitale della Spagna dal 1561 (quando Filippo II volle farne la prima città del suo regno), sorge nel cuore dell’altipiano castigliano della Meseta ed è la più alta delle capitali d’Europa (650 metri sopra il livello del mare). Cosmopolita, ricca di storia e di cultura ha un patrimonio artistico e architettonico tra i più preziosi al mondo. Il Museo del Prado, conserva alcuni dei massimi capolavori pittorici europei della scuola spagnola (Francisco Goya, Diego Velasquez, El Greco) e della scuola italiana (Botticelli, Caravaggio, Parmigianiano, Raffaello, Tiziano) e della scuola fiam-

NOZZE IN CITTÁ

UN MATRIMONIO PERFETTO

minga (Rembrandt, Rubens). Guernica, il capolavoro assoluto di Pablo Picasso, icona e memoria del momento più tragico della storia del Paese, la guerra civile, è invece conservato presso Centro di arte della regina Sofía. La Plaza Mayor è il centro della città, a pochi metri dalla piazza della Puerta del Sol e dalla Plaza de la Villa insieme alla calle Mayor. Sulla Plaza si apre l'antico arco Cuchilleros. Tutta la zona è ricca di bar e ristoranti tipici. Tra essi il Sobrino de Botín, nel guinness dei primati per essere il ristorante più antico del mondo (fondato nel 1725). Da tenere a mente gli orari del pasto: sono spostati in avanti rispetto alla media continentale; non ci si ferma a pranzo prima delle due del pomeriggio mentre gli appuntamenti per cena si danno in genere intorno alle dieci di sera. Prima e dopo i pasti principali i madrileni consumano il rito antichissimo delle "tapas"; si tratta di gustosi assaggi serviti insieme a robusti bicchieri di vino o a pinte di birra. I turisti si sono adattati a "tapear", a girare cioè per i bar alla ricerca di bocadillos (panini), tortillas (di patate o alla francese), croquetas e mariscos (frutti di mare). Il rito delle tapas comincia presto e finisce tardi, quando inizia la movida vera e propria, che porta con sé la notte più intensa d'Europa. Da visitare: il Barrio de Oriente ed il Quartiere Letterario; passeggiata sulla Gran Via e al Parque del Retiro.

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NOZZE IN CITTÁ UN MATRIMONIO PERFETTO

LUNA DI MIELE

VIAGGI DI NOZZE nuove tendenze: tra natura ed avventura Dal Coast to Coast, alla Polinesia, al Sudafrica

di Federica Cito

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n momento indimenticabile, il sogno di una vita: la luna di miele. Desiderio che si concretizza nella natura di posti mai visti, nell’esoticità di culture diverse, in odori e paesaggi immaginati. La destinazione per il viaggio di nozze è fondamentale e, senza prescindere da gusti e preferenze personali, conoscere tendenze e mete più gettonate può essere un indizio utile. Ambienti incontaminati, barriere coralline, fiori esotici, spiagge bianche e acque cristalline: bellezza della natura

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e piacere del relax. Le destinazioni preferite dai trapanesi secondo quanto afferma Antonio Brigiano, direttore tecnico dell’agenzia “Panfalone Viaggi”, sono Sud Africa e Polinesia. Paesi entrati nella top ten da pochi anni e destinazioni più classiche come Thailandia e Stati Uniti. L'arcipelago della Polinesia Francese offre 118 isole, diverse fra loro e uniche, con lagune turchesi popolate da coralli e pesci colorati. Per chi ama la natura e gli animali, il Sud Africa rappre-


LUNA DI MIELE senta un’ottima scelta: savane alternate a boscaglie e affioramenti rocciosi che improvvisi svettano nelle praterie. All'elenco si aggiungono le crociere, soprattutto per le rotte che interessano il Mediterraneo, il Nord Europa e i Caraibi. Le capitali europee, grazie alla facilità dei collegamenti aerei low cost, non sono più tra le favorite, ma sono scelte, invece, per brevi gite del fine settimana. Tendenze e mode sono influenzate dalle condizioni socio-politiche di ogni paese. L’Egitto, a causa del fenomeno “attentati” che negli ultimi anni ha afflitto il Paese, è considerata zona a rischio e, per questo, le agenzie preferiscono non proporlo. Altre mete, come Kenia e Tanzania, sono associate erroneamente a paesi politicamente instabili e poco sicuri, tanto da non essere più scelte. Zanzibar, nonostante faccia parte della Repubblica Unita della Tanzania, è una meta molto pubblicizzata e rimane fra le destinazione preferite. Giorgio Montanti, di “Charme Viaggi”, ricorda quanto le

NOZZE IN CITTÁ

UN MATRIMONIO PERFETTO

crociere siano preferite (nonostante non rassicuranti notizie di cronaca), soprattutto per il rapporto qualità-prezzo e per l’efficiente organizzazione che consente di trascorrere una vacanza all’insegna del relax con spettacoli e visite guidate. Anche per Giovanni Fogliana, “Med.i Viaggi”, le crociere sono molto richieste: budget contenuti offrono confort e servizi a “cinque stelle”. La scelta meno convenzionale e che riserva un’esperienza dalle suggestioni memorabili, è quella del viaggio Coast to Coast negli USA. Tante sono le città emblematiche, nel viaggio dall'Atlantico al Pacifico per capire i mille volti degli States: Philadelphia, Washington DC, Cleveland, Indianapolis, Chicago. Le attrazioni culturali delle città degli Stati Uniti e gli spettacoli naturali come le Cascate del Niagara, il Gran Canyon, l’asprezza vitale della Death Valley e le riserve indiane, affascinano particolarmente gli sposi che scelgono il viaggio avventuroso.

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un viaggio dedicato a voi

O

gni matrimonio è un viaggio. Con Med.i Viaggi inizierà nel migliori dei modi. Per gli sposi e gli innamorati di ogni età nei nostri pacchetti offriamo le destinazioni più esclusive. Vacanze di totale relax, per chi vuole dedicarsi al dolce far niente. Viaggi più dinamici, per chi neanche in luna di miele vuole rinunciare al fascino della scoperta. E ancora, viaggi combinati che alternano momenti di pigra tranquillità a escursioni emozionanti. Sarete accolti in alberghi e scenografie da sogno, con un servizio attento ma sempre discreto: per rendere unica e indimenticabile la vostra fuga romantica… in perfetto stile Med.i Viaggi.

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