“Nozze in Città” - Periodico semestrale - Anno I / N. 1 - Distribuzione gratuita
GUIDA AL MATRIMONIO IN PROVINCIA DI TRAPANI
NOZZE IN CITTÀ
UN MATRIMONIO PERFETTO
SORELLE NELLA MODA Dalla sartoria Spezia all’atelier Spada Cosa unisce e cosa divide due generazioni
Monsù Giuffrè In bilico tra modernità e tradizione Matrimoni, grandi ricevimenti e show cooking
L’emozione in un click Piero Lazzari si racconta
NOZZE IN CITTÁ UN MATRIMONIO PERFETTO
EDITORIALE icomincio da qui! Dopo anni di silenzio, durante i quali, per mia scelta, ho preferito dedicarmi ad altro, eccomi qui! Alle prese con un nuovo progetto editoriale. Quando Silvia Ippaso mi ha contattato, l’idea di assumere la direzione di una rivista semestrale non mi sfiorava minimamente ma illustrandomi il suo progetto mi ha convinta, con la sua professionalità, che si trattava di un impegno serio e, fatti i dovuti scongiuri, anche duraturo nel tempo. Perché si sa, si parte sempre con grandi idee e buoni propositi ma è necessario nel tempo riuscire a mantenere vivo l’entusiasmo e a non arrendersi se i risultati non arrivano subito. Ho accettato, quindi, di assumere la direzione nonostante i miei “anni sabatici” e benché non abbia mai avuto a che fare con il tema portante della rivista. Eccetto il mio matrimonio, di cui ricordo soprattutto la calura (44 gradi) e gli invitati che si scioglievano come ghiaccioli al sole, non ho mai approfondito l’argomento “Nozze” e mi sono avvicinata a questo tema molto cautamente. In questi mesi ho imparato tanto e spero riusciremo ad informarvi attraverso gli articoli, le interviste e le rubriche degli esperti. “Nozze in città” non è una rivista unica nel suo genere, altre simili ne vengono pubblicate nel resto del Paese, ma è certamente la prima in provincia di Trapani. Cercheremo di soddisfare le vostre curiosità, di aggiornarvi sulle novità e di dare consigli o suggerimenti ai futuri sposi, con umiltà e professionalità. Auspicando che questo progetto cresca e migliori nel tempo (anche se non dovessi esserne più il direttore responsabile), rivolgo un grazie all’editore per questa nuova esperienza, ed un grazie ai lettori per la fiducia che vorranno accordarci.
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ggi più che mai l’idea delle nozze spaventa i giovani fidanzati. Rispetto ad un ventennio fa la scelta del matrimonio è sicuramente più ponderata. Lo avvalorano le statistiche che vedono innalzarsi l’età dai 26 ai 34 anni. Lo dimostrano gli stessi futuri sposi che temporeggiano sempre più, un pò per oggettive ragioni economiche, un pò per soggettiva… paura! Timore, angoscia e, perché no, anche panico da cambiamento: lasciare la propria casa in cui ancora “la mamma” porta a letto la colazione, lava con cura i calzini e li appaia, rifà il letto lamentandosi con l’insopportabile frase: questa casa non è un albergo!!! ma che accoglie ogni sera a braccia aperte con supercalorici piatti preparati con le sue mani. Ma prima o poi il momento di lasciare il nido e spiccare il primo volo giunge per tutti. E così, finalmente, due fidanzati, decidono di scegliere una casa tutta loro, nella quale condividere ambienti e spazi, usare gli stessi oggetti… fare progetti per il futuro… insomma cambiare tutto! Prima non ci si pensava, si faceva e basta. Oggi, come detto, si temporeggia e si riflette a lungo ma infine… ci si sposa e anche di più!!! Soprattutto in Sicilia come dimostrano i dati Istat relativi allo scorso anno. È dunque da un Sì che il nostro progetto editoriale prende il via, intendendo fornire una vetrina ai futuri sposi “paladini dell’amore per tutta la vita”. Una rivista e un portale sul web, strumenti tra loro integrati ai quali potere accedere in qualsiasi momento, per confrontarsi con la realtà dell’organizzazione del matrimonio, fruendo dei consigli degli esperti che nelle loro rubriche svilupperanno, di volta in volta, temi sempre attualissimi.
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Stefania Martinez Silvia Ippaso
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NOZZE IN CITTÁ UN MATRIMONIO PERFETTO
Periodico Semestrale ANNO I - N° 1 NOVEMBRE 2010 Distribuzione gratuita
www.nozzeincitta.it
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el nostro sito troverete spazio per
soddisfare le vostre curiosità sul
DIRETTORE RESPONSABILE Stefania Martinez COLLABORATORI Fabio Pace Silvia Adamo Iolanda Frazzitta Catia Amantia Francesco Giambanco
mondo del matrimonio. Sezioni spe-
ciali, rubriche, interviste a professionisti e tante novità per voi. Un portale attraverso il quale potrete interagire con la redazione, porre domande ai nostri esperti, chiedere chiarimenti ai nostri inser-
CONSULENZA EDITORIALE Fabio Pace PHOTO EDITOR Piero Lazzari Archivio “Nozze in città” GRAFICA E IMPAGINAZIONE Carla Mineo
zionisti. Nella community, potrete confrontarvi con altre coppie che, si apprestano alle nozze, e dopo il grande evento, se vorrete, pubblicare le immagini più significative del vostro giorno più bello. Nell’area personale potrete, inoltre, stilare il calendario degli impegni per l’orga-
PUBBLICITÀ Impronta Grafica STAMPA Tipografia Teti s.r.l. - Napoli FOTO DI COPERTINA Piero Lazzari RINGRAZIAMENTI A quanti hanno contribuito alla realizzazione di “Nozze in Città” e in particolare: Lilli Genco, Andrea Vulpetti, Antonella Gandolfo, Giacomo Palermo, Peppe Gianni, Giuseppe Sciascia. Redazione: Via Caserta, 5 - Casa Santa Erice (TP) Tel. 0923.593745 redazione@nozzeincitta.it Pubblicità: Tel. 0923.593745 account@nozzeincitta.it Edito da: In Progress & C. di Silvia Ippaso s.a.s Via Caserta, 5 - Casa Santa Erice (TP) In attesa di registrazione. 2
nizzazione del matrimonio.
NOZZE IN CITTÁ
SOMMARIO
UN MATRIMONIO PERFETTO
SORELLE NELLA MODA Sui binari del destino
I PREPARATIVI In cammino verso una scelta consapevole Matrimonio civile. Cosa fare
IO & TU A tu per tu con la stilista
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Attore non protagonista Cose da… bimbi Al “compare” le fedi
BELLEZZA & C. Acconciate per la festa Agenda di bellezza
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SALUTE & C. Dalle terme all’ambulatorio I Consultori Familiari nell’ASP di Trapani
LA CERIMONIA Dall’antica Roma alla “confettata” Buon senso o bon ton? Il bouquet: un’opera d’arte
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La location. Questione di gusti Monsù Giuffrè L’emozione in un click
LA CASA DEI SOGNI Casa dolce casa
LUNA DI MIELE Il sapore del miele
The italian touch
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REPORTAGE SPOSA ITALIA LE RUBRICHE
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La parola all’ Avvocato a cura di Iolanda Frazzitta
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Le quattro C a cura di Catia Amantia
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Stile & Stili a cura di Francesco Giambanco
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L’ Arte nelle nozze
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Che matrimonio!
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I PREPARATIVI
UN MATRIMONIO PERFETTO
IN CAMMINO VERSO UNA SCELTA CONSAPEVOLE Padre Antonino Adragna racconta l’esperienza della comunità di San Lorenzo «Non avete letto come il Creatore da principio li fece maschio e femmina? E disse: Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà con la moglie, e i due saranno una sola carne» (Mt 19, 4-5). a citazione dalle scritture è d’obbligo se si vuol guardare al matrimonio dal punto di vista cristiano. Una unione che assume un valore, non solo in senso antropologico e sociologico, ma come “esigenza vera dell’essere umano: uomo e donna, chiamati, fin dalla loro origine, a vivere nella comunione di vita e di amore e nella complementarità”. Un tema complesso, carico di implicazioni etiche oltre che strettamente religiose. Il significato del matrimonio cristiano non è materia che si possa esaurire nelle poche righe di un articolo. Tuttavia alcune indicazioni generali possono essere utili, soprattutto se, da fidanzati si sta affrontando, come uso della stragrande maggioranza delle parrocchie, “la preparazione al matrimonio”, un cammino che dovrebbe preparare alla vita coniugale. Uso del condizionale d’obbligo perché sono per prime le gerarchie dalla Chiesa Cattolica a porre in primo piano la necessità che una scelta unica, irripetibile ed irrevocabile sia matura e profonda. Appare quindi giusto chiedersi, e chiedere alle coppie, una reale preparazione a questo passo che è insieme cambiamento della propria vita quotidiana e, più intimamente, un mutamento radicale della predisposizione della propria psiche e della propria anima. Per la Chiesa Cattolica (il rito maggiormente diffuso è certamente quello concordatario, ndr) la preparazione al Sacramento del matrimonio, e alla vita che ne segue, è una necessità innanzitutto per il bene degli sposi, per tutta la comunità cristiana e per la società. Per questa ragione sono cresciuti ovunque l'interesse e le iniziative per dare risposte adeguate alla preparazione al Sacramento del matrimonio. Anche Papa Giovanni Paolo II reputava «più che mai fondamentale la preparazione dei giovani al matrimonio e alla vita familiare intendendo promuovere migliori e più intensi programmi di preparazione, per eliminare, il più possibile, le difficoltà in cui si dibattono tante coppie e ancor più per favorire positivamente il sorgere e il maturare di matrimoni riusciti». Il Pontificio Consiglio per la Famiglia, in contatto permanente con le Conferenze Episcopali e i Vescovi, in occasione di vari incontri, ha elaborato un documento orientativo, uno strumento per la
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I PREPARATIVI preparazione dei fidanzati cristiani al matrimonio e alla vita che ne segue. Alla realizzazione di tale documento hanno contribuito movimenti, gruppi e associazioni che nelle diverse diocesi collaborano nella “pastorale familiare” offrendo il loro appoggio, i loro consigli e l’esperienza del rapporto con le coppie. La preparazione al matrimonio cristiano si può qualificare come un percorso di fede, che non termina con la celebrazione del matrimonio ma che continua in tutta la vita familiare; le sue tappe sono articolate, schematicamente e per semplificazione, in prepara-
zione remota, prossima e immediata. A Padre Adragna, parroco della Cattedrale di San Lorenzo, a Trapani, abbiamo posto alcune domande per comprendere più chiaramente questo percorso. Cosa si intende per preparazione remota, prossima e immediata? Non bisogna dare a questa “classificazione” un significato burocratico. È un discorso di fede, un cammino che va dal battesimo al matrimonio e che ha le sue tappe, giusto per rendere più chiaro il concetto, nei sacramenti della comunione e della cresima.Tante volte, parlando con le giovani coppie che arrivano in cattedrale scopriamo che alcune, poche per la verità, non hanno fatto neppure la prima comunione. Allora accanto alla preparazione al matrimonio, appunto la preparazione prossima, abbiamo la necessità di affiancare la lettura della Bibbia e accompagnare i nubendi ai sacramenti che non hanno completato. È un percorso lungo il quale conduciamo per mano i giovani verso l’iniziazione alla vita cristiana, recuperando la preparazione remota. Ci sono delle persone, degli ‘oratori’ che seguono queste coppie. La preparazione immediata invece riguarda la cerimonia vera e propria, la scelta dei passi della bibbia, le preghiere, il senso del rito. La parrocchia di San Lorenzo come si è attivata per i corsi di preparazione al matrimonio? È da anni che San Lorenzo è attiva in questo campo. Almeno dal 1974, da quando sono entrato in parrocchia, ci sono i corsi. All’inizio si trattava di un corso
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spirituale di una sola settimana, per altri aspetti della vita di coppia operava invece un consultorio attraverso personale specializzato. Poi, poco a poco, abbiamo immaginato una presenza sempre più strutturata. Almeno quanto deve essere profondo l’approccio al matrimonio. Già da alcuni anni organizziamo una serie di incontri, non si può più parlare di corso, che si sviluppano per diverse settimane. Quale è la risposta delle coppie alla proposta della parrocchia? Sono tantissime. E soprattutto molto motivate a scoprire la loro fede, a coltivarla. Se non c’è la fede il matrimonio cristiano non esiste. Noi usualmente facciamo un incontro generale con tutte le coppie. Sono già 70 o 80 le coppie che, nel 2011, si sposeranno in Cattedrale, a San Domenico o nella Chiesa del Collegio. Si possono preparare con noi o in altre parrocchie, come preferiscono. Il 25% delle coppie sono proprio della Cattedrale. Un altro 25% viene da altre parrochie, ma magari hanno un legame forte con San Lorenzo: vi si sono sposati i nonni, i genitori, oppure sono cresciuti al centro prima di lasciarlo. Il 10% sceglie la Cattedrale solo per l’aspetto architettonico, ma cerchiamo di scoraggiare queste scelte che nulla hanno di profondo e sono slegate dal senso vero ed intimo del matrimonio e della fede. C’è poi un 40% di coppie che vengono da fuori, che vivono in altre città o altri paesi ma i cui nonni o genitori sono legati alla nostra parrocchia. Ovviamente a questi ultimi non può essere richiesto di seguire i nostri corsi. Tutte le coppie vengono seguite da me e da coppie già sposate che possono trasmettere la loro esperienza, di matrimonio e di fede. Quale la prassi da seguire per l’iscrizione? Basta chiedere di essere inseriti nel nostro programma; o in quello della propria parrocchia. Quali sono i tempi di realizzazione di tali corsi? Più o meno il nostro ‘cammino’ impegna la coppia da ottobre fino a maggio, ovviamente non tutti i giorni. Molte coppie vengono da noi proprio perché riconoscono il valore di questo percorso, che è anche interiore. Una parte è dedicata anche all’aspetto più ‘burocratico’ del cosidetto processino matrimoniale, di fatto una istruttoria del matrimonio. Il cammino degli sposi non termina con la celebrazione del matrimonio. La chiesa come sostiene le coppie durante il cammino di vita? Attraverso la comunità, attraverso il gruppo famiglie e il gruppo coppie. Tutte attività che sono un proseguimento di quel percorso che si avvia con la preparazione al matrimonio ma, sia bene inteso, mentre in qualche modo la preparazione è richiesta e suggeriamo caldamente di seguirla, per il proseguio non imponiamo nulla. Posso assicurare però che quello di coppia nella comunità cristiana è un percorso forte ed esaltante, che molti proseguono proprio per la preparazione che hanno avuto. Abbiamo avuto anche risultati belli ed ho avuto la gioia di celebrare il cinquantesimo di molti matrimoni, o di celebrare le nozze dei figli di persone che ho spostato quando ero un giovane prete. R.N.C. 5
NOZZE IN CITTÁ UN MATRIMONIO PERFETTO
I PREPARATIVI
MATRIMONIO CIVILE, COSA FARE. Utili informazioni e prassi da seguire nel caso della celebrazione del matrimonio con rito civile.
cco il da farsi! Occorre che uno dei due fidanzati, circa due mesi prima del matrimonio, si rechi presso l'ufficio di Stato Civile del Comune di residenza, per firmare il documento (con i dati personali degli sposi) nel quale si chiede ufficialmente l’appuntamento per la promessa di matrimonio. Fissata la data sarà compito dell’Ufficio richiedere la documentazione necessaria, che dovrà pervenire per il giuramento entro il termine fissato. All’incontro formale devono intervenire un testimone e un genitore (entrambi muniti di un documento di identità valido). Effettuata la promessa, le pubblicazioni verranno affisse per otto giorni consecutivi alla porta nelle case comunali dei comuni di residenza di entrambi gli sposi. Nell’atto saranno indicate le generalità degli sposi ed il luogo ove intendono contrarre matrimonio. Con le pubblicazioni si porta a conoscenza di tutti l’intenzione dei futuri sposi di contrarre matrimonio affinché chiunque vi abbia interesse legittimo possa fare opposizione. Concluse le pubblicazioni, gli sposi dopo quattro
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giorni otterranno il “nulla osta” al matrimonio che, per essere valido, dovrà essere celebrato entro 180 giorni, pena la decadenza di validità dei certificati. Per quanto riguarda la celebrazione del rito possiamo dire che è breve ma essenziale: gli sposi affiancati dai testimoni si dispongono di fronte al sindaco o a un Ufficiale di Stato Civile incaricato: questi legge gli articoli 143-144-147 del Codice Civile e, finalmente, rivolge la fatidica e tradizionale domanda “Vuoi tu...?” sia a lui che a lei; porge gli anelli per lo scambio; firma e fa firmare agli sposi e ai testimoni il registro comunale. I testimoni secondo la legge, maggiorenni, devono essere almeno due, uno per la sposa e uno per lo sposo, ma nulla vieta che siano quattro o sei. Trattandosi di un ruolo non solo formale ma anche simbolico, questi vanno scelti tra le persone, amici o parenti, particolarmente vicine alla coppia. Tra i loro compiti, quello di consegnare le fedi nuziali al celebrante il giorno del matrimonio e quello di firmare l’atto di matrimonio, insieme agli sposi, alla fine della celebrazione.
NOZZE IN CITTÁ
RUBRICA
UN MATRIMONIO PERFETTO
LA PAROLA ALL’AVVOCATO a cura di Iolanda Frazzitta Avv. Civilista
Comunione o separazione dei beni? Avvocato, quale regime è possibile determinare all’atto del matrimonio.
«In seguito alla riforma del Diritto di famiglia, è data la possibilità ai coniugi di determinare il regime patrimoniale da applicare alla nuova famiglia. Il regime legale, che si applica cioè per legge in mancanza di diverso accordo tra i coniugi, è quello della comunione legale dei beni: i coniugi mettono in comune il loro patrimonio e ne sono proprietari in parti uguali. È però possibile che gli sposi deroghino a tale regime legale manifestando, al momento della celebrazione del matrimonio, la concorde volontà di optare per il regime di separazione. Va precisato che una simile scelta può essere fatta dai coniugi con atto pubblico redatto da un notaio anche dopo la celebrazione del matrimonio. In ogni caso, la scelta del regime di separazione patrimoniale dovrà essere annotato a margine dello stato civile dei coniugi. Sull’opportunità della scelta tra il regime legale ed il regime convenzionale, cioè di separazione patrimoniale, è consigliabile che i coniugi si consultino con un legale che darà tutte le spiegazioni sulle conseguenze di questi regimi ed un consiglio personalizzato». Quali beni fanno parte del patrimonio comune? «Fanno parte della comunione tutti i beni acquistati congiuntamente o separatamente dai coniugi dopo il matrimonio, compresi i risparmi dei coniugi. Marito e moglie sono proprietari dei beni che compongono il patrimonio familiare al 50%; entrambi possono agire separatamente per compiere gli atti di ordinaria amministrazione del patrimonio comune mentre devono porre in essere congiuntamente gli atti di straordinaria amministrazione (es. la vendita)».
Quali sono esclusi dalla comunione dei beni? «Sono esclusi dalla comunione secondo quanto previsto dall’art. 179 c.c. i beni di cui il coniuge era titolare prima del matrimonio; i beni acquistati da un coniuge per successione o donazione (salvo non sia espressamente dichiarato che sono attribuiti alla comunione); i beni di uso strettamente personale; i beni che servono all'esercizio della professione; i beni ottenuti a titolo di risarcimento danni; la pensione per la perdita totale o parziale della capacità lavorativa; ed i beni acquistati con il prezzo del trasferimento di altri beni personali o con il loro scambio, purché espressamente dichiarato». In quali casi si verifica lo scioglimento della comunione dei beni? «Lo scioglimento della comunione si verifica quando si realizza una delle ipotesi previste dalla legge; in particolare quando si verifica la morte di uno dei coniugi; per dichiarazione di morte o di assenza presunta; per intervenuta sentenza di divorzio o per sentenza o decreto di omologa della separazione personale; per fallimento di uno dei coniugi; per annullamento del matrimonio; per accordo convenzionale di abbandono del regime di comunione legale; per separazione giudiziale dei beni. Con il venir meno della comunione, si può procedere alla divisione giudiziale dei beni in comune. In ogni caso entrambi i coniugi sono obbligati a contribuire alle spese della famiglia, proporzionalmente alle loro possibilità».
Per qualsiasi chiarimento o domande su altri temi a carattere legale, potete contattare la redazione di “Nozze in città” citando la rubrica La parola all’avvocato. 7
NOZZE IN CITTÁ UN MATRIMONIO PERFETTO
SORELLE NELLA MODA
Sui binari del destino di Stefania Martinez raversatolo, nel comune di Parma, è una frazione non più grande di Borgo Annunziata, insediamento di piccolissima borghesia agraria alla periferia di Trapani. Probabilmente agli inizi del ‘900 non erano molto diverse le dinamiche sociali. I figli maschi venivano avviati ai lavori nei campi, nell’artigianato, nel commercio; le figlie femmine destinate a divenire casalinghe, mogli, madri tutto al più, maestre o sarte. Le sorelle Fontana, Micol, Zoe e Giovanna, erano originarie di Traversatolo. Le sorelle Spezia, Vita, Palma, Giacoma e Maria erano di Borgo Annunziata. La linea ferroviaria è stata, forse, la discriminante di due diversi destini. Le une, sarte, sarebbero divenute una grande Casa di Moda a Roma e poi una delle più grandi firme della moda italiana tra gli anni ‘50 e ’70; le altre, sarte e ricamatrici, avrebbero vissuto con la soddisfazione di aver raggiunto il massimo del riconoscimento possibile in una piccola città di provincia: Trapani. L’inizio della attività di Zoe Fontana, la più grande delle sorelle, viene consegnata alla mitologia della storia del costume italiano. È la stessa fondazione Fontana (www.micolfontana.it), che custodisce l’archivio di immagini, bozzetti, disegni e schizzi delle tre stiliste, a raccontarla in questa chiave leggendaria: “La più grande, Zoe, decise un giorno di lasciare il paese natale per una grande città; indecisa tra il nord e il sud lasciò al destino la scelta. Avrebbe preso il primo treno che transitava in stazione. Quel treno era diretto a Roma. Così come ogni fiaba che si rispetti iniziò l'avventura delle Sorelle Fontana”. Fato, destino, fiaba… una casualità che consegna perfino l’inizio carriera delle sorelle Fontana all’empireo dei grandi “predestinati” (è in lavorazione uno sceneggiato, o come si dice oggi, una fiction, sulla loro vita). E invece le nostre sorelle Spezia? Nessun soggettista scriverà un copione su di loro. Vi raccontiamo noi la loro storia, grazie alla testimonianza di Giacomo Pa-
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In alto: Le sorelle Spezia con le giovani lavoranti (Trapani, 1947) Sedute da sinistra: Giuseppina (1), Giacomina (3), Vitina (4), Ninetta (6), Mariuccia (8) Sotto: modello di abito da sera realizzato da Vitina Spezia. Sul retro del bozzetto la descrizione e l’appunto del costo di realizzazione
SORELLE NELLA MODA lermo, il figlio di Vitina Spezia. Una storia fatta di lavoro, duro, e anche di successi. Piccoli successi, ma comunque successi. Trapani, negli anni ‘30, quando tutte le sorelle erano adolescenti o poco più grandi, vive l’apice della sua crisi economica e sociale: con l’economia del porto, in passato affidata ai velieri, ormai travolta dall’avvento della navigazione a vapore; le industrie manifatturiere al colmo del collasso; l’economia agraria legata ai sistemi di produzione arcaica del latifondo e non remunerativa. In questa temperie economica anche la
famiglia di Giacomo Spezia, padre di 8 figli di cui 7 femmine, subisce l’avverso destino. A Trapani la ferrovia non passa! Termina. Non si può aspettare che il fato scelga per te: nord o sud; Milano o Roma. Dopo essere state tutte dalla “mastra”, come si usava una volta, le sorelle Spezia, si avviano alla attività di sarte e ricamatrici a livello “professionale”. Vitina, Palmina, Giuseppina, e Ninetta diventano sarte; Giacomina e Mariuccia, ricamatrici. Ciascuna seguendo la propria naturale inclinazione. Solo Vincenzina, la mag-
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UN MATRIMONIO PERFETTO
giore, diventa maestra. La guerra interrompe la loro ed ogni altra attività economica. Sfollate a San Giovannello e a Crocevie riprendono il lavoro in un Paese che si avvia al cambiamento. Una foto, scattata nel primo laboratorio sartoriale delle sorelle Spezia, in via Marconi, angolo via tenente Pollina, nell’immediato dopoguerra le vede circondate dalle loro “scolare”, scolareddre”, “apprendiste”, “lavoranti”. Donne lavoratrici cui la Repubblica riconosce finalmente anche il diritto al voto. Quello della sarta è un lavoro che, soprattutto Vitina e Palmina (saltuariamente collaborate da Giuseppina e Ninetta) decidono di tradurre in una attività economica solida negli anni che preludono al boom economico. Nel 1960 – ci racconta Giacomo Palermo – Vitina e Palmina Spezia fondano la casa di moda ‘Confezioni per donna Sorelle Spezia’ con sede in via Bastioni nel palazzo di Francesco Aula, negli stessi locali che ospiterà qualche anno più tardi il Consolato Norvegese. A Roma le sorelle Fontana vestono Linda Christian, Maria Pia di Savoia, Mirna Loy, Barbara Stanwyck, Ava Gardner, Liz Taylor, Audrey Hepburn, Grace di Monaco, Soraya, Maria Gabriella di Savoia, Jacqueline Kennedy. A Trapani le sorelle Spezia confezionano per tutte le signore e le signorine della solida alta borghesia cittadina: Aula, Adragna, d’Alì, Fontana, Platamone, Solina. Vitina e Palmina confezionano anche gli abiti da sposa, alcuni dei quali, vengono ricamati dalle sorelle Giacomina e Mariuccia, specializzate anche nella produzione di corredi di nozze. Le clienti – racconta ancora Giacomo Palermo sul filo della memoria – sceglievano gli abiti dai modelli e dai figurini che giungevano dai grandi atelier romani o milanesi. Poi gli abiti venivano tagliati su carta, fatti provare alle clienti, modificati nei
Terrazza della Sartoria di via Mercè (1972). Al centro Vitina e Palmina Spezia. 9
NOZZE IN CITTÁ UN MATRIMONIO PERFETTO
dettagli e negli accessori, se necessario. Quindi iniziava il taglio della stoffa, l’imbastitura, le successive prove e la realizzazione dell’abito. Mediamente un abito da sera erano due o tre settimane di lavoro con tre o quattro prove. Un abito da sposa anche un paio di mesi, di più se il ricamo doveva essere realizzato dalle altre sorelle, anziché applicato. I tessuti arrivavano dalle aziende manifatturiere della Lombardia, gli accessori da una casa di moda di Bologna. Ma a volte le clienti recavano con loro i figurini ed i modelli da realizzare. Conservo ancora – ricorda il signor Palermo – una piccola rubrica. Una semplice rubrica telefonica, nella quale mia madre segnava le misure delle clienti. Con una modernità sorprendente, oggi parleremmo di ‘wedding planner’, le sorelle Spezia spesso collaboravano con una modista (la signora
La Spena che aveva bottega in via Mercè) per le acconciature delle spose o da cerimonia, e con un calzolaio (il sig. Di Genova, che aveva bottega nel quartiere San Pietro) per le scarpe delle spose. L’ atelier è il massimo dell’essenzialità: due tavoli, uno grande, sul quale mia madre e mia zia disegnavano e tagliavano; uno più piccolo con le lavoranti intorno, ognuna con il suo banchetto di legno, intente a cucire, ognuna con un suo ruolo diverso. Non una catena di montaggio ma una gradualità legata alla esperienza. Ma prima di diventare sarte la strada era lunga. Un sistema antichissimo, tipico della scuola artigianale tradizionale, fatto del rapporto tra maestro e allievo, proprio come nelle botteghe medievali regolate dalle-
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SORELLE NELLA MODA norme delle corporazioni. Ma il talento da solo non basta. È importante almeno quanto la disciplina; almeno quanto la formazione caratteriale al culto del lavoro. Le “mastre”, a questo punto Vitina e Palmina lo sono, prima di iniziare le giovani lavoranti alla sartoria ne forgiano l’indole: come nei mantra delle discipline e delle arti marziali orientali, per svolgere l’attività è indispensabile essere ordinate e sistemare ogni cosa al proprio posto: rocchetti di fili disposti per colore e diverse consistenze; scampoli di stoffe di cotone, lino, seta (che possono tornare sempre utili); aghi di varia grandezza, tutto sempre meticolosamente sistemato al proprio posto. Quasi una concetto filosofico: è mettendo ordine nel caos che si trova l’energia per creare. Nel caso: abiti, e abiti da sposa in particolare. Il processo di “fidelizzazione” è ormai consolidato: nei primi anni ’70 Vitina e Palmina Spezia trasferiscono il loro atelier al 5° piano di un palazzo in via Mercè. Una attività rimasta molto attiva fino alla metà degli anni 80, anche se Palmina, più grande della sorella, ha nel frattempo lasciato il lavoro. Una attività però sempre più compressa dalle produzioni industriali, e che, comunque, ha saputo ritagliarsi anche spazi di eccellenza nelle boutique di alta moda e soprattutto negli atelier degli abiti da sposa. Una scuola sartoriale, ancora artigianale, che sopravvive e che sa ancora replicare le linee sobrie ed insieme fastose degli abiti del passato. Un abito è solo un abito se non lo si guarda con attenzione: pizzi e merletti realizzati interamente dalle esperte mani di sarte e ricamatrici locali, come le sorelle Spezia, con lavoro metodico e certosino, impreziosivano le stoffe rendendo ogni modello unico nel suo genere. È in questa unicità che l’artigianato si esalta fino a divenire una forma d’arte. Va detto, del resto, che anche le grandi firme del “continente” (dalle sorelle Fontana a Valentino) trovano l’esaltazione del loro estro di stilisti, oltre che nel disegno dei modelli e nella scelta dei tessuti, nelle capacità manuali di tagliatrici, sarte e ricamatrici. Maestranze senza le quali nessun grande stilista è in grado di piegare alla sua fantasia la materia prima delle stoffe. A questi artigiani, come furono le sorelle Spezia, che non presero mai un treno per Roma, capaci di esaltare le forme con la loro manualità, va la gratitudine delle donne trapanesi.
“PROGETTO FAMIGLIA” FINANZIAMENTO “SPECIALE SPOSI” Fino a euro 12.000 TAN 5% durata massima 72 mesi es.: 12.000 euro in 72 mesi T.A.E.G 6,40% RATA MEN. euro 196,77
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Sede: PACECO Via Amendola, 11/13 Tel. 0923 402011 segreteria@bccpaceco.it
Agenzie: TRAPANI Piazza XXI Aprile Tel. 0923 593074
NAPOLA (Erice) Via Milano, 208 Tel. 0923 861334
RILIEVO (Trapani) Via Marsala, 211 Tel. 0923 864225
TABACCARO (Marsala) C.da Ranna, 394 Tel. 0923 996238 11
Panarea
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NOZZE IN CITTÁ
IO & TU
UN MATRIMONIO PERFETTO
NO ATELIER, NO HAUTE COUTURE. Grazia e Cristina Spada
A TU PER TU CON LA STILISTA… di Silvia Adamo ianco, rosso, rosa e perché no, perfino nero. La moda detta le scelte ma, di sicuro, la valutazione e la preferenza per un abito da sposa piuttosto che per un altro sono sempre più scrupolose. Lasciamoci guidare da chi di abiti da sposa se ne intende perché ha ereditato dai genitori la passione di vestire le spose: Cristina Spada e la sorella Grazia. Insieme hanno intrapreso una nuova attività imprenditoriale legata al mondo degli abiti da sposa e … non solo. Cristina, giovanissima e con una grinta da vendere, ci racconta cosa l’ha spinta ad occuparsi di questo settore. “Sbirciare” dentro i camerini le prove d’abito delle future spose e poi l’avere dato una mano all’azienda di famiglia hanno accresciuto il desiderio di occuparsi in maniera autonoma di questo settore. In lei, con il passare degli anni, si è manifestato quell’estro creativo che la spinge a disegnare abiti da sposa, sperimentando nuovi stili, carichi del tratto
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personale, e adattandoli ad esigenze sempre nuove. Cristina decide, così, di trasferirsi nella capitale della moda. A Milano, intraprende un corso di studi, presso l’Istituto Marangoni, scuola di moda e design tra le più importanti d’Europa. Un’esperienza che si rivela indispensabile e utile per la sua crescita, perché le fornisce, insieme ad un solido know how, anche le giuste conoscenze. Il suo è un talento che emerge, tanto da essere notato da famose case sartoriali che, durante gli stage, hanno avuto la possibilità di osservare sul campo come opera Cristina e con le quali inizia la sua collaborazione imparando tutti i trucchi del mestiere. Cristina Spada, tuttavia, sente forte il richiamo della sua terra e così rientra a Trapani determinata a realizzare un grandissimo desiderio: creare una sua collezione di abiti da sposa. Nasce così la “CbyC” che non rappresenta solo un marchio ma anche una firma. L’idea viene concretizzata durante un suo viaggio in
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treno verso Bologna. Fuori dai finestrini il paesaggio scorre come in un film; dentro la testa di Cristina scorrono le immagini della sua vita e delle sue recenti esperienze professionali. E forse guardandosi dentro scopre che la vera forza che la spinge verso nuove mete sta nella consapevolezza di essere quel che è. “CbyC” è una firma non in senso classico ma nel senso più autentico del termine. Firma come identità, come imprinting di personalità. Quindi perché non scegliere il proprio nome? CristinabyCristina. L’affinità, la complicità e la grande intesa con la sorella Grazia, irrinunciabile consigliera di ogni scelta, sembrano costituire la formula vincente per un’attività commerciale degna della città di Trapani. Le “Sorelle Spada” sembrano, infatti, possedere le armi giuste per emergere nel settore degli abiti da sposa. Cristina e Grazia propongono non solo abiti da sposa ma anche abiti da sera e da cerimonia dalle linee pure ed essenziali. Nel suo biglietto da visita Cristina,
IO & TU con intento provocatorio, scrive “NO ATELIER, NO HAUTE COUTURE”, per distaccarsi dagli stereotipi della moda che vede l’eleganza solo nell’eccesso, nella esuberanza, nella vistosità della “pompa magna”. Cristina disegna gli abiti per quelle donne che credono in se stesse e vogliono indossare, prima che un vestito, il proprio stile, magari anche attraverso un particolare che le rende uniche. A questi abiti Cristina ha dato i nomi dei luoghi più suggestivi del nostro territorio traendo da ognuno di essi una ispirazione per le linee e le forme. Gli abiti delle sorelle Spada non passeranno inosservati. Noi ne siamo certi. Cristina e Grazia non svelano nulla della loro prima collezione ma, in via del tutto eccezionale per la redazione di Nozze in città, ecco qualche piccola anticipazione fotografica.
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Ischia
Corso Italia, 77/B Trapani Tel. 0923.24304 www.cbyc.it info@cbyc.it
Abiti: CbyC Foto: Piero Lazzari
Lipari
Acconciature e Make-up: Mimma Chiappara
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ATTORE NON PROTAGONISTA e il vestito della sposa è “primo attore” di ogni matrimonio l’abito dello sposo è sicuramente “coprotagonista”. Semplice o eccentrico, elegante e raffinato, ricco di accessori o sobrio, l’importante è sorprendere. L’abito nuziale maschile deve valorizzare il fisico ma deve anche rispecchiare la personalità di chi lo indossa, per essere all’altezza di quello della sposa. Fino agli anni 70 era rigorosamente grigio, con camicia bianca e cravatta nera ma, da quegli anni in avanti c’è stata una svolta ed oggi lo sposo è al centro dell’attenzione tanto quanto la sposa, con colori, tagli e forme inedite. Un abito, dunque, che si identifica con la contemporaneità di chi lo indossa. I grandi stilisti consigliano per la mattina il tight o, comunque, abiti dalle tonalità chiare; mentre per il pomeriggio e per la sera smoking o abiti rigorosamente scuri. Quando si sceglie un vestito è necessario stare attenti ai colori perché i giusti contrasti danno un’immagine fresca, dinamica e giovane, Dunque non deve essere necessariamente tutto dello stesso colore o dello stesso tessuto. Da non trascurare gli accessori che devono essere sempre presenti, a secondo del gusto dello sposo, in modo da arricchirne il look. Un tocco di classe è il fiore all’occhiello che denota semplicità e, al tempo stesso, CIÒ CHE CONTA regala un tono aristocratico; a È ESSERE SE STESSI differenza delle spille che, invece, rappresentano un accessorio stravagante capace di esaltare il tessuto o una particolarità dell’abito ma difficili da portare con disinvoltura. Insomma, se non lo avete ancora capito, un abito da cerimonia uomo deve infondere emozione per “mettersi al pari” con quello della sposa. Tuttavia i protocolli vanno rispettati. Per le cerimonie religiose e civili o per quelle più intime si consiglia l’etichetta Gentleman mentre per le cerimonie più moderne l’etichetta Fashion. Ciò che conta è, comunque, la coerenza con la propria personalità. Infatti, mentre per alcuni il classico è superato per altri è sinonimo di eleganza, per tanti il moderno è stravagante per taluni è fashion. Scegliere un abito nuziale da uomo non è comunque facile. Il tight, abito elegante e raffinato, ad esempio, deve essere ben cucito, perché lo spacco deve cadere alla perfezione mentre la vita deve risultare segnata
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ed i fianchi fasciati. La moda uomo segue sempre le stesse linee e, dunque, muoversi sul classico è sempre la scelta migliore per evitare di cadere nel ridicolo alla ricerca di eccentricità. Ultimi consigli: farsi aiutare da una sola persona di fiducia, non chiedere, dunque, consigli a più amici; tenere sempre ben presente il proprio stile e personalità; scegliere in armonia con lo stile della sposa e della location scelta.
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COSE… DA BIMBI!
Dai paesi anglosassoni la tradizione di affidare a damigelle e paggetti l’apertura del corteo nuziale.
icordate il film degli anni 50 “Il padre della sposa” con Spencer Tracy e Elisabeth Taylor?
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In una scena il padre procede con la figlia verso l’altare e inaspettatamente il pavimento della chiesa comincia a diventare impraticabile. Valichi altissimi separano i due dalla meta prefissata. Era un sogno del papà della sposa che, a qualche giorno dalle nozze della figlia, veniva colto dal panico. Dopotutto a qualche giorno dalla fatidica data delle nozze il dubbio assale tutti i protagonisti delle nozze: dagli sposi ai genitori. E se qualcosa non dovesse andare? E se le damigelle e i paggetti che dovrebbero aprire il corteo nuziale decidessero di non giungere all’altare, ordinati per come predisposto? Eppure anche un fuori programma può risultare carino! Abbiamo assistito ad una scena simile, ed è stato delizioso comunque!!! La damigella che apriva il corteo piuttosto che recarsi verso l’altare si è diretta verso le braccia della mamma che l’ha accolta con tanto amore. Nessuna rimostranza, anzi tanti sorrisi teneri e comprensivi da parte degli invitati, più divertiti che sorpresi dalla imprevedibilità dei bambini. La tradizione di affidare a damigelle e paggetti l’apertura del corteo nuziale non ci appartiene come cultura, anzi è tipicamente anglosassone e noi, importandola, l’abbiamo un pò modificata, adattandola alle nostre tradizioni. Mentre in Inghilterra il compito viene affidato alle amiche della sposa, donne adulte in età da matrimonio, da noi in Italia spesso sono bimbi, dai quattro ai 10 anni, parenti o figli di amici degli sposi, ai quali vengono affidati hanno ruoli ben precisi. Le damigelle, in numero pari e non più di quattro, 18
hanno il compito di lanciare petali di fiori lungo la navata fino all’altare, o di reggere il velo della sposa nel caso in cui questo sia lungo. I paggetti, invece, hanno il compito di reggere il cuscino porta fedi (in questo caso sarebbe opportuno che le fedi fossero finte per non incorrere nel rischio di smarrirle per strada). Ovviamente anche il loro abbigliamento deve essere consono all’occasione. Le bambine possono indossare dei vestitini che, per tessuto e colore, richiamino quello della sposa e i paggetti allo stesso modo dello sposo, utilizzando tessuti eleganti come il taffetà oppure l’organza, in estate, e il velluto, in inverno. Anche in questo caso però la scelta dipende dai gusti di ognuno: i vestitini possono essere meno formali ma comunque deliziosi. Sobri o spiritosi, tutto si può, soprattutto per quanto riguarda l’abbigliamento dei piccoli. Lo riTESSUTI ELEGANTI badiscono i grandi stilisti che tendono sempre di più a deconte- MA LINEE SOBRIE stualizzare l’abito dalla cerimonia e a renderlo spiritoso e riadattabile anche per altre occasioni. Fondamentale invece sarà la scelta della scarpina che, ovviamente, deve essere molto comoda! Infine, possono andar bene anche acconciature sofisticate, ma per le bimbe più “ribelli” meglio una semplice coroncina di fiorellini che richiami il tema floreale dell’evento e… che il corteo abbia inizio!!! Ci sentiamo di tranquillizzare tutti dicendo che non importa se i compiti delle damigelle e paggetti non vengono portati a termine alla perfezione, l’importante è non responsabilizzarli eccessivamente… dopotutto sono bambini!!!
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AL “COMPARE” LE FEDI ’anello è un simbolo che nei secoli ha rappresentato uno status. Ai tempi dei Romani, per esempio, gli uomini liberi portavano al dito uno scintillante anello d’oro; per gli schiavi quell’anello era di ferro; le matrone sfoggiavano anelli ove era applicata una piccola chiave, simbolo di autorità all’interno della famiglia. Quando l’anello ha cominciato a rappresentare lo stato civile di uomini e donne? Bisognerà attendere il XVI secolo prima che l’anello nuziale diventi di uso comune, una vera e propria consuetudine; mentre risale al XVIII secolo l’abitudine di far incidere i nomi degli sposi all’interno delle fedi. Ci siamo chiesti quali sono le tradizioni locali legate alla fede nuziale? Nulla di diverso rispetto al resto d’Italia, fatto eccezione che ancora oggi v’è l’usanza di ricevere le fedi dal “compare d’anello”. Anche in questo caso ogni regione conserva le proprie usanze. In alcune zone del sud Italia c’è la tradizione secondo la quale il compare offre in dono alla nubenda un anello, che non è la fede nuziale, e che deve essere indossato proprio il giorno delle nozze. La sposa si ritrova così nella situazione imbarazzante di dover portare non uno ma due anelli, entrambi importanti, nello stesso giorno. Paese che vai tradizione che trovi. In Sicilia all’inizio del secolo scorso, la sposa veniva accompagnata in chiesa dal padre e dal compare d'anello che per lo più era "u ‘mmasciaturi", colui il quale aveva presentato il futuro sposo alla famiglia di lei e col quale si manteneva un rapporto di rispetto reciproco tant'è che quando si passava davanti alla sua casa ci si toglieva il cappello, anche in sua assenza, in segno di rispetto e di saluto. Il compare d'anello provvedeva a comprare le fedi nuziali e a battezzare il primo figlio ed assumeva l'impegno morale di sostenere la famiglia ed il bambino in caso di necessità . Oggi nonostante nella nostra provincia ci sia ancora la consuetudine di scegliere il compare d’anello tra parenti o amici dello sposo, il suo ruolo è divenuto abbastanza marginale, limitandosi semplicemente all’acquisto delle fedi. Infatti la Chiesa non ha mai istituzionalizzato questo ruolo negando la possibilità al “compare” di apporre la propria firma sui registri, a meno che non sia anche un testimone.
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ACCONCIATE PER LA FESTA capelli, lo dimostrano la storia del costume e la storia dell’arte, sono uno dei punti di forza della bellezza muliebre. In talune civiltà, ed in determinati periodi storici, hanno rappresentato il canone estetico principale e, perfino, lo status sociale o lo stato civile (se donne in età da matrimonio, se già sposate, se vedove e così via). La moda contemporanea fa prevalere i principi di praticità e non assegna più ai capelli una indicazione di status, in ossequio alla piena emancipazione femminile. Tuttavia, nel giorno del matrimonio la donna, inutile negarlo, torna a ricercare i parametri estetici del passato, quando i capelli venivano riordinati e composti in trecce, ciocche, ciuffi e volute, adornati con gioie, veli e fermagli; in una sola parola: acconciati. Acconciatura viene sinteticamente definito, ancora oggi, l’attento lavoro di sistemazione dei capelli sotto il velo. Predisporre i capelli per l’acconciatura necessita di cure particolari che dovrebbero iniziare almeno sei mesi prima. Quante donne, in prossimità del matrimonio, decidono di fare allungare i propri capelli nell’eventualità di un’acconciatura che necessiti una certa lunghezza? Il rischio a cui si va incontro, in questi casi, è di avere, sì, una folta chioma, ma senza alcuna forma. Fissare degli appuntamenti dal parrucchiere eviterà l’effetto “donna primitiva”. La cura dei capelli comincia dall’aiuto riparatore di una buona maschera, da effettuarsi periodicamente nei tre mesi che precedono le nozze. Il colore dei propri capelli, è fondamentale, soprattutto per chi decidesse all’ultimo momento di cambiarlo. Noi consigliamo di non stravolgere radicalmente
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l’aspetto e la capigliatura con colori mai avuti prima, credendo che possano essere adatti al nostro viso, ma di avvicinarsi il più possibile a quelli che sono l’incarnato e il colore naturale dei capelli: proprio per non sentirsi totalmente diverse proprio quel giorno. Per quanto riguarda invece la scelta dell’acconciatura un buon parrucchiere saprà dare i giusti consigli tenendo in considerazione la forma del viso, l’abito da indossare, l’elaborazione del velo. Quando mancano appena sette giorni al matrimonio, bisogna ritoccare il taglio e ravvivare il colore. Si può ricorrere ai colpi di luce o di sole, per illuminare il viso, magari ciocche bionde su un castano chiaro; riflessi mogano per rafforzare il castano scuro o blu corvino per rinvigorire il nero. Ogni soluzione, presa nella giusta misura, può andar bene per rendersi e vedersi più belle. Il giorno prima del matrimonio, dobbiamo lavare molto bene i capelli, accompagnando magari il lavaggio, ad un massaggio rilassante, applicando anche qualche prodotto rigenerante. Asciugandoli, si deve dare la piega per sostenere l’acconciatura. Ed ecco il gran giorno; il parrucchiere sarà pronto a realizzare l’acconciatura ma, a lavoro finito non bisogna dimenticare di recare con sé un beauty. Affidatelo, se possibile, ad una amica di fiducia e metteteci le cose strettamente necessarie che possono servire dopo la cerimonia e durante il ricevimento. Non devono assolutamente mancare: lacca, pettine a coda e qualche mollettina da utilizzare se, nel togliere velo, si scioglie qualche ciocca. Siete cosi pronte a vivere il giorno più bello perfettamente impeccabili!
Mimma Chiappara. Come descriverla con un solo aggettivo? Mimma è curiosa: nel corso della sua vita gira in lungo e in largo il mondo per scoprire nuove culture, stili e mode che appartengono ai luoghi più diversi. Ne ricerca le peculiarità, le fa proprie, le rende uniche. Mimma è creativa: è una dote naturale, spiega, realizzo acconciature per le modelle e per loro creo abiti da sposa andando alla ricerca di materiali sempre nuovi e inusuali. Mimma è infaticabile: gli incarichi professionali la portano a viaggiare in Italia per partecipare alle sfilate di famosi stilisti, come Giorgio Armani, che l’ha scelta per pettinare le modelle in occasione della Kore. La Wella le ha affidato il compito di insegnare tecniche e proposte moda nel settore matrimoni. È stata scelta da Class Salon education style, come uno dei trenta acconciatori che entreranno nel backstage delle passerelle realizzando le acconciature e il make-up delle modelle per la sfilata Polimoda a Firenze e alla Mostra del Cinema di Venezia, entrambi eventi del 2011. Mimma è apprezzata: dalle sue clienti e da personaggi dello spettacolo da lei pettinati come Lavinia Biagiotti, Silvana Giacobini e tanti altri volti noti dello spettacolo. In un’intervista Ornella Vanoni ha dichiarato di assegnare l’oscar della pettinatura “a Mimma Chiappara, che mi ha lasciato esterrefatta per come mi ha saputo consigliare e trattare i capelli; abilissima perché non lavora solo in superficie”. In una battuta Mimma Chiappara è poliedrica perché in lei, come in un caleidoscopio, ogni sfaccettatura del suo carattere ne la rende una professionista originale e dallo stile inimitabile.
Corso Armando Diaz, 61 Mazara del Vallo (TP) Tel. 0923.942800 mimmachiappara.it info@mimmachiappara.it
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AGENDA DI BELLEZZA Guida pratica per la corsa contro il tempo. Cosa fare, e quando, prima della cerimonia
efinita la data del fatidico “sì” è fondamentale stilare nella agenda personale della futura sposa una lista di priorità: in termini di tempo e di importanza. Sicuramente l’argomento bellezza e la cura della persona non passeranno in secondo piano, perché il giorno del matrimonio sarà la sposa al centro dell’attenzione, ammirata dal futuro sposo e dai tutti gli invitati. La parola d’ordine, dunque, è benessere; inteso non solo in PAROLA D’ORDINE: termini estetici ma, soprattutto, BENESSERE come condizione psicologica di serenità. Quella condizione dalla quale nasce, prima di ogni considerazione sui canoni estetici, la bellezza di ogni donna. Tutte le nostre lettrici saranno consapevoli del fatto che per i preparativi occorre fare i conti con il tempo che, in questi casi, sembra non essere mai sufficiente. Occorrerà, perciò, fissare degli incontri con un centro benessere ed affidarsi a mani esperte che riusciranno a risolvere ogni problema in un lasso di tempo ragionevole.
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Tracciamo in sintesi i punti di realizzazione di un programma ma, è chiaro, non esiste una tempistica
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uguale per tutte: ciò dipende dalle esigenze di ogni donna. Occorre mettersi all’opera iniziando dalla cura del corpo: eventuali piccoli inestetismi, legati ad una certa sedentarietà, vanno curati intraprendendo non solo un percorso di attività fisica leggera che rimodelli il corpo ma, anche, una dieta disintossicante che agisca da formidabile agente di bellezza per la pelle. È fondamentale privilegiare l’alimentazione sana, scegliendo meglio gli ingredienti e abbinandoli in modo corretto tra loro. Eventualmente si potrà ricorrere a trattamenti specifici che agiscano localmente andando a sciogliere gli eccessi di grasso sottocutaneo. Tre mesi prima. Mani Le mani sono un dettaglio fondamentale, assolutamente da non trascurare per il giorno del matrimonio: saranno fotografate nel momento dello scambio degli anelli e quindi meritano cura particolare. Anche per esse inizia un percorso di bellezza che prevede esfoliazione e idratazione quotidiana, con semplici tecniche da praticare anche a casa propria, e una manicure almeno ogni quindici giorni. Bisognerà concordare con il centro benessere il taglio delle unghie: squadrate, a filo o a mandorla, dipenderà dalla
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forma della mano o anche dal tipo di abito e accessori indossati. In questo modo si avrà il tempo di valutare e di cambiare qualora il taglio scelto non fosse ritenuto adeguato. Quando è bene pensarci? Tre mesi prima, per evitare che qualsiasi ripensamento legato al tipo di taglio possa risultare impossibile. Un mese prima. Il trucco Manca soltanto un mese alla data del matrimonio e la preparazione cominciata sei mesi prima, in termini di sana alimentazione e di esercizio fisico, avrà dato i suoi risultati. Gli effetti sono ben visibili anche sul viso: la pelle, più distesa e con un colorito roseo, non avrà bisogno di grandi cure e soprattutto di eccessive trasformazioni. Ricordiamo infatti alle nostre lettrici che il trucco è bello quando non si vede, cioè non sia eccessivo. Semplice e naturale, deve esaltare lo splendore del volto, anche senza abbronzatura. Assolutamente vietati i colori forti e i segni marcati. L’estetista saprà consigliare le future spose su come valorizzare i tratti particolari che ha ciascun viso e che, in un giorno speciale come quello del matrimonio, ne metteranno ancora più in risalto la bellezza. È necessaria una prova trucco da effettuare alla stessa ora del giorno della cerimonia. Alla sposa il compito di giudicare in modo critico ciò che le piace e cosa no. In questo modo si potrà aggiustare il tiro sino alla “perfezione”. La scelta più appropriata dei prodotti cosmetici, delle luci, delle ombre e dei colori permetteranno alla sposa di sentirsi a suo agio per tutta la durata di un giorno così speciale e di presentarsi al meglio al suo sposo, agli invitati.
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larmente curata a gambe, inguine e ascelle sono d’obbligo, ma alcune donne preferiscono depilare anche le braccia. La pedicure e la manicure seguiranno la stessa regola. Un trattamento alla paraffina, se le mani e i piedi ne hanno bisogno regaleranno loro nuova vita. Via le macchie con una buona esfoliazione, via le ruvidità e le pellicine, poi una mano di base trasparente. Lo smalto sarà posato poche ore prima della cerimonia, durante il trucco, per non rovinarne l’effetto.
Dieci giorni prima. Esfoliazione del corpo Sale marino, olio di mandorle e qualche goccia di olio aromatico, ad esempio alla rosa, alla lavanda o rosmarino… Ecco gli ingredienti adatti per un bel trattamento esfoliante domestico per liberarsi dalle cellule morte con un peeling delicato che potrà essere applicato su tutto il corpo, e dopo… un piacevole bagno senza relax. La pelle liscia è assicurata. E anche il relax! Due giorni prima. Ultimi ritocchi con l’estetista Depilazione, un ritocco alle sopracciglia, l’ultima manicure, una tinta di smalto trasparente, propedeutico per il grande giorno, alle unghia di mani e piedi e tutto è quasi pronto. Una depilazione a cera partico-
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DALLE TERME ALL’AMBULATORIO Tra bellezza e salute scopriamo la carbossiterapia nestetismo: sostantivo che, moderatamente, attenua i più schietti termini di cellulite e adiposità. Inutile negarlo, però, quale che sia la scelta del nome l’obiettivo di ogni donna è eliminare, o almeno arrestare, l’insorgere degli inestetismi. Dalla tradizione termale e dei trattamenti terapeutici per le malattie del sistema venoso giunge in soccorso la carbossiterapia, oggi praticabile in ambulatorio. Saltiamo a piè pari tutte le applicazioni in campo prettamente terapeutico e concentriamo la nostra attenzione sull’aspetto del trattamento di medicina estetica. Attenzione! “Medicina estetica”, senza mai disgiungere i due termini, poiché pur sempre di un trattamento medico si tratta. Per l’approfondimento di questa pratica ambulatoriale, in passato eslusiva degli stabilimenti termali perché possibile solo nelle vasche, ci siamo rivolti al dottore Rosario Trippiedi, specializzato nella carbossiterapia:“cellulite e adiposità localizzata vengono trattate, mediante la somministrazione per via sottocutanea di anidride carbonica medicale (CO2) allo stato gassoso”.
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Come avviene concretamente la somministrazione sottocutanea? “Il trattamento avviene in ambulatorio e senza ricoveri, mediante microiniezioni in dosi variabili, effettuate solitamente alla radice degli arti e nelle zone in cui vi è la cellulite, utilizzando aghi monouso molto sottili. La frequenza delle sedute è solitamente una alla settimana ed il numero di sedute di solito comprende un ciclo di trattamenti di 12 – 15 sedute. La durata del trattamento è in media di 15 – 20 minuti e il ritorno alle normali attività è immediato. Il trattamento di carbossiterapia può essere associato, per ottenere un risultato finale ottimale, anche alla mesoterapia”. Ma iniettare del gas sottopelle è sicuro? “La carbossiterapia è assolutamente sicura per la paziente poiché l’anidride carbonica è atossica e non provoca embolia, è compatibile con l’organismo umano che la produce costantemente e la elimina tramite il sistema venoso per via polmonare”. Come agisce la CO2 e per quali inestetismi o forme patologiche è suggerita? “L’anidride carbonica iniettata localmente provoca vasodilatazione facendo scorrere nuovamente e più
velocemente il sangue nei capillari chiusi. Aumenta anche il drenaggio venoso linfatico e favorisce la rottura delle cellule adipose ed il conseguente smaltimento del grasso in eccesso. Il sangue scorre così più velocemente, i tessuti ricevono più ossigeno, le tossine vengono smaltite e il grasso si riduce. Vasodilatazione e riattivazione del microcircolo, migliorano il flusso sanguigno e il metabolismo cutaneo, aumentando l’ossigenazione. Con la carbossiterapia possono essere trattati la cellulite; la stasi del microcircolo e delle arteriopatie con conseguenti ulcere; si possono trattare i tessuti atonici di collo, braccia, viso. Sulla cellulite, in particolare, agisce levigando la cosiddetta buccia d’arancia e la riduzione del volume dell’adiposità localizzata. La carbossiterapia è anche indicata per ringiovanire il volto, soprattutto il doppio mento e il decollété. L’anidride carbonica, iniettata in queste aree svolge una funzione antiaging, rivitalizzando i tessuti e rendendo la pelle più tonica e compatta”. Cosa avverte il paziente durante il trattamento? “Durante la terapia è possibile avvertire un leggero bruciore o dolenzia nel punto di iniezione o a distanza da esso; inoltre alla fine di ciascuna seduta può verificarsi una senso di peso agli arti inferiori cha ha una durata di pochi minuti. Nulla comunque di traumatico”. Aspetto economico: è costosa la terapia? “Il costo di una seduta varia da 80 a 100 euro”.
Dott. Rosario Trippiedi Dermatologo via degli Stabilimenti, 13 - Trapani Tel. 0923 871367 trippiedi@live.it 26
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I Consultori Familiari sono strutture socio-sanitarie dell’Azienda Sanitaria Provinciale, o private convenzionate con la stessa, nate per rispondere ai bisogni della famiglia, della donna, della coppia, dell’infanzia e dell’adolescenza. Le attività ed i servizi, all’interno dei Consultori Familiari, sono organizzati secondo il lavoro di équipe, professionisti specializzati in vari settori che collaborano, ciascuno in funzione delle proprie competenze, al fine di aiutare i cittadini a far fronte ai loro bisogni ed a garantire la tutela della salute. Nel Consultorio Familiare, dunque, lavorano in sinergia varie figure professionali: il ginecologo, l’ostetrico, l’infermiere o l’assistente sanitario, lo psicologo e l’assistente sociale. I servizi erogati riguardano l’assistenza psicologica e sociale per la preparazione alla maternità ed alla paternità responsabile e per i problemi della coppia e della famiglia, la consulenza e la prescrizione di mezzi contraccettivi per prevenire le gravidanze indesiderate, la tutela della salute della donna mediante visite ginecologiche e pap-test, la tutela della donna e del bambino durante la gravidanza, consulenze sanitarie, sociali e psicologiche. I motivi per recarsi presso un Consultorio Familiare sono dunque diversi. Se si è deciso di avere un bambino, ad esempio, in Consultorio Familiare è possibile ricevere delle consulenze preconcezionali, volte ad accertare eventuali incompatibilità genetiche che possono influire negativamente sulla gravidanza. Durante il periodo della gravidanza, invece, gli operatori del Consultorio Familiare accompagnano i futuri genitori nei cambiamenti e processi particolari che si verificano nel corpo della donna e nella relazione di coppia. Oltre ad una puntuale assistenza medica per la gravidanza fisiologica, al Consultorio Familiare è possibile partecipare a momenti di incontro con professionisti e con altre coppie che aspettano un bambino. Ciò avviene all’interno dei corsi di preparazione alla nascita. Vengono inoltre insegnate alcune tecniche di rilassamento utili ad affrontare la paura ed il dolore del parto. Il Consultorio Familiare infine vuole essere un importante punto di riferimento per gli adolescenti, un luogo in cui poter esprimere, da soli, in coppia o in gruppo dubbi o paure riguardo alla sessualità, alle malattie sessualmente trasmesse ed alla contraccezione. Nella massima riservatezza (Spazio Giovani), gli operatori dei Consultori Familiari accolgono i ragazzi sostenendoli ed aiutandoli anche nei problemi legati ai rapporti con i coetanei, la scuola e la famiglia. Tutti i servizi del Consultorio Familiare sono gratuiti e vi si accede tramite prenotazione telefonica e senza ricetta medica.
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I Consultori Familiari nell’ASP di Trapani
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C.F. Trapani 1 - Via Marino Torre, 216 Tel. 0923.20962 - Fax 0923.24874 Orari di ricevimento al pubblico: tutti i giorni: ore 9.00/13.00 - martedì e giovedì: ore 16.00/18.00 C.F. Trapani 2 - Via Saraceni, 2 Tel. 0923.22723 Fax 0923.24204 Orari di ricevimento al pubblico: tutti i giorni: ore 9.00/13.00 - martedì e giovedì: ore 15.30/17.30 C.F. Erice - Viale della Provincia,1 (Cittadella della Salute) - Palazzo Ulivo Tel.0923.472386/388 - Fax 0923.472388 Orari di ricevimento al pubblico: tutti i giorni: ore 9.00/13.00 - martedì e giovedì:ore 15.30/17.30 C.F. Valderice - Contrada Cavalieri Tel. 0923.891386 - Fax 0923.836388 Orari di ricevimento al pubblico: tutti i giorni: ore 8.40/13.00 - martedì e giovedì: ore 15.00/17.00 C.F. ”Crescere Insieme” Trapani (consultorio privato convenzionato) Via Tenente Alberti, 21 Tel. 0923.536411 - Fax 0923.536411 Orari di ricevimento al pubblico: tutti i giorni: ore 8.30/13.30 - lun., merc., ven.: ore 15.30/19.30 C.F. Pantelleria - Via Piazzale Almanza - Tel.0923.910263 Orari di ricevimento al pubblico: tutti i giorni: ore 9.00/12.00 - martedì e giovedì: ore 16.00/18.00 C.F. Marsala/Bosco - Via Trapani, 346 Tel. 0923.968200 - Fax 0923.995777 Orari di ricevimento al pubblico: tutti i giorni: ore 9.00/12.30 - martedì e giovedì: ore 15.30/17.30 C.F. Marsala/Centro - Piazza Marconi, 4 Tel. 0923.712230 - Fax 0923.712230 Orari di ricevimento al pubblico: tutti i giorni: ore 8.30/13.00 - martedì e giovedì: ore 15.00/17.00 C.F. Marsala/Petrosino - Via F. Cafiso, 80 Tel. 0923.986437 - Fax 0923.985629 Orari di ricevimento al pubblico: tutti i giorni: ore 8.30/13.00 - martedì e giovedì: ore 15.30/17.00 C.F. Mazara del Vallo - Via Castelvetrano, 28 Tel. 0923/901617 Orari di ricevimento al pubblico: tutti i giorni:ore 8.30/12.30 - martedì e giovedì: ore 15.30/17.00 C.F. Salemi - c/o Ospedale Vittorio Emanuele III Contrada Gibli - Tel. 0924.982166 - Fax 0924.983383 Orari di ricevimento al pubblico: tutti i giorni: ore 9.00/12.30 - martedì e giovedì: ore 15.30/17.30 C.F. Castelvetrano - Via Brandimarte,9 Tel. 0924.930269 - Fax 0924.906076 Orari di ricevimento al pubblico: tutti i giorni: ore 9.00/12.00 - martedì e giovedì: ore 16.00/17.30 C.F. Santa Ninfa - Piazza Fleming, 3 Tel. 0924.62022 - Fax 0924.62022 Orari di ricevimento al pubblico: tutti i giorni: ore 9.00/12.30 - martedì e giovedì: ore 15.30/ 17.00 C.F. Alcamo - Via Madonna del Riposo,151/B Tel. 0924.28793 - Fax 0924.509566 Orari di ricevimento al pubblico: tutti i giorni: ore 8.30/12.00 - martedì e giovedì: ore 15.30/17.30 C.F. Castellammare del Golfo - Via Donizetti, 1 Tel. 0924.30130 Fax 0924.35000 Orari di ricevimento al pubblico: tutti i giorni: ore 9.00/12.00 - martedì e giovedì: ore 15.00/17.30
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REPORTAGE SPOSA ITALIA
THE ITALIAN TOUCH La tradizione sartoriale italiana protagonista delle passerelle milanesi
L’Universo Sposa attraverso gli occhi, la maestria e la creatività dei nostri migliori talenti. È stato definito “Italian touch”, letteralmente tocco italiano, e ci si riferisce espressamente al tocco di classe che caratterizza da sempre gli stilisti italiani alle prese con le loro creazioni che anche quest’anno, nel mese di Giugno, sono scesi sulle passerelle di Sì Sposa Italia
Collezioni con i loro abiti, freschi di sartoria, anticipando le tendenze relative all’anno 2011. Stiamo parlando della rassegna di riferimento a livello internazionale nel mondo delle collezioni dedicate agli sposi e non solo. Grandi numeri per un settore che è in continua crescita: 125 case di moda con i loro 159 marchi, per un totale di seimila abiti da sposa per lei e mille per lui. Grande classe degli stilisti italiani che coniugano gusto, estro, infinita creatività e soprattutto tradizione sartoriale. Il grande rilievo dato ai nomi italiani non ha tuttavia escluso gli espositori stranieri a cui è stato dato ampio spazio. Ma vediamo quali saranno le tendenze relativamente alla prossima stagione 2011. Il colore innanzitutto! Non più solamente il bianco o il crema ma tanti colori pastello, tutte tinte molto vivaci e allegre fino ad arrivare al blu, ideale per una sposa giovane che nel suo anticonformismo sceglie di indossare un colore molto intenso senza però optare per il passionale “rosso”. Colore quindi indossato dalle future spose sempre con grande eleganza e spensieratezza. Per quanto riguarda le forme ad ogni sposa il suo abito: per le tradizionaliste ci sono tagli lunghi, linee morbide, pizzi e ricami che richiamano un eleganza un pò retrò. Al contrario c’è chi al lungo strascico ed alle ampie balze preferisce il corto sopra il ginocchio, uno stile sbarazzino per una donna giovanissima e
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dinamica. Il velo rimane anche quest’anno il grande protagonista: lungo, corto, di pizzo o tulle è comunque un “must” per le spose 2011. Ma c’è tuttavia chi preferisce uscire fuori dagli schemi optando per acconciature più eccentriche come quella realizzata su capelli crespati e adornati interamente con piume d’oca e fermagli di strass. Si nota anche una tendenza verso uno stile metropolitano attento al risparmio, largo quindi ad abiti da sposa che, eliminando la coda, si trasformano in abitini da sera. Non possiamo non farvi notare che c’è chi invece, a dispetto della crisi, propone un meraviglioso abito da sposa dal valore di ventimila euro, impreziosito da centinaia di piume di struzzo e brillanti. A proposito di crisi, una cosa è certa: non ha minimamente intaccato i dati relativi alla partecipazione
ad un evento così atteso nel settore matrimoni. Sposa Italia oltre ad avere incrementato del 5% il numero delle aziende espositrici, ha registrato un +12% di visitatori. Sempre maggiore il numero dei buyer stranieri che sono venuti da ogni parte del mondo dagli Stati Uniti alla Russia e al Giappone, per visionare ed acquistare il meglio del Made in Italy, osannato ed acclamato in tutto il mondo. Il prossimo appuntamento per quanto riguarda la moda si terrà a Roma dal 13 al 17 gennaio con un’altrettanta rinomata rassegna Roma Sposi 2011, dedicata agli sposi della prossima stagione.
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RUBRICA
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Le Quattro C
Carat, Color, Clarity, Cut. a cura di Catia Amantia Gemmologa
Un diamante per amico iamonds are a girl’s best friend. I diamanti sono il migliore amico di una ragazza cantava l’esplosiva Marilyn Monroe nel film “Gli uomini preferiscono le bionde”. Da questo assunto, reso immortale dalla altrettanto immortale Marilyn, prende spunto la mia rubrica. In questa pagina, da donna e, soprattutto, in qualità di gemmologo, cerchèrò di consigliarvi sull’acquisto di quel gioiello o gemma che contribuirà a ricordare nel tempo una delle emozioni più belle della vostra vita. “Diamante” deriva dal greco “adamas “ che significa l’inconquistabile e richiama alla mente il trionfo e l’eternità dell’amore. Spesso il futuro sposo regala un anello di famiglia, che quindi avrà anche un valore affettivo. Nel caso in cui il gioiello debba essere comprato, meglio seguire alcune regole, indispensabili per far un buon acquisto. Prima regola: fissare un budget. È bello parlar di sentimenti, ma nella scelta di un anello di fidanzamento il fattore economico conta molto. Oggi, comunque, le possibilità di scelta sono vastissime, e possono adattarsi a tutte le tasche. Seconda regola: recatevi dal vostro gioielliere di “fiducia”. Che sia in grado, cioè, di essere più di un bravo commerciante e che sia, in primo luogo, un vero gemmologo. Il gemmologo è un professionista che ha conseguito un diploma di gemmologia. Il mio consiglio è di acquistare la pietra senza montatura, che sceglierete successivamente, personalizzando e rendendo ancora più unico il vostro regalo. Risparmierete e avrete la possibilità di apprezzare la pietra nuda con tutti gli strumenti di precisione, oltre a poter sceglierne il taglio. Ma cos’è un diamante? È un minerale costituito quasi interamente da carbonio puro (composizione chimica) e cristallizzatosi nel sistema isometrico (struttura cristallina). Molte persone mi chiedono “ma che differenza c’è tra diamante e brillante?”. Questa è la prova che c’è ancora moltissima confusione… Per diamante si intende la gemma. Brillante, invece, è il taglio (57/58 faccette) che essa assume, poiché la maggior parte dei diamanti vengono tagliati con ta-
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glio brillante; è diventato di uso commerciale indicare con il termine “brillante” il diamante, ma non dimentichiamo che brillante può essere qualsiasi altra pietra che assuma questo taglio, naturale o sintetica che sia. Cosa chiedere, dunque, al gioielliere al momento della scelta di un diamante? Le caratteristiche fondamentali che determinano il valore di un diamante sono le cosiddette “4C” : il peso (Carat) espresso in Carati (1 carato = 0,200 grammi), il colore (Colour), il taglio (Cut) e la purezza (Clarity). CARAT. Indica quanto è grande la pietra ed incide considerevolmente sul prezzo. Si potrebbe erroneamente pensare che un diamante di un carato costi esattamente il doppio di un diamante di mezzo carato. Poiché i diamanti grossi sono più rari in natura, fattore che li colloca al vertice della piramide della qualità dei diamanti, un diamante da un carato costerà molto più del doppio di uno da mezzo carato a parità di colore, purezza e taglio. COLOR. I diamanti sono classificati in base ad una scala di colore stabilita dal Gemological Institute of America (GIA). La scala varia da D (il “colore” più bello per eccellenza o se preferite il massimo dell’incolore) a Z. Un consiglio è quello di non scendere al di sotto di H, colore montato da gran parte delle aziende. CUT. Riguarda le proporzioni e la finitura di un diamante pulito. Il taglio più conosciuto e diffuso è quello rotondo, il più adatto al diamante in quanto permette di sfruttare al meglio la forma ottaedrica del minerale grezzo. CLARITY. Si riferisce alla collocazione della pietra in una scala composta da 11 gradi che va dal “puro all’incluso”. competenza e della conoscenza della materia. Superato questo ostacolo non rimane che scegliere la montatura. Optate per l’oro bianco, il platino alzerebbe il prezzo e non risulterebbe molto conveniente. Terza regola: non dimenticate di chiedere il certificato di autenticità del vostro acquisto. Il certificato gemmologico, nel caso di acquisto di una pietra, non ne aumenta il valore, ma ne conferma l’autenticità e le caratteristiche specifiche, tutelando il consumatore. Interessante è l'uso al fine assicurativo, infatti questo documento è indispensabile per un corretto calcolo del premio o per una richiesta di rimborso.
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DALL’ANTICA ROMA ALLA “CONFETTATA” imbolo di prosperità, felicità, abbondanza, i confetti nell’antica Roma venivano utilizzati come dono propiziatorio e di buon auspicio verso gli sposi. Dopo la scoperta delle americhe, da queste nuove terre si cominciò ad importare lo zucchero e i farmacisti di corte, elaborandolo, cominciarono a rivestire mandorle e frutta secca di piccole dimensioni, ribaltando radicalmente la consuetudine: da quel momento furono gli sposi a offrire i confetti in dono agli invitati servendoli su grandi coppe. Indiscutibili nella versione classica, oggi sono in commercio varianti più gustose e sfiziose: dal pistacchio di Bronte a essenze fruttate come pera, pesca, arancia, fragola, limone, cocco… insomma ce n’è per tutti i palati.
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La vera novità dell’anno è la “confettata”: una degustazione di confetti, tra loro diversissimi, disposti in modo scenografico su un tavolo a cui affiancare le bomboniere. In ogni ciotola andrà aggiunto un cartoncino su cui sarà indicato il gusto dei confetti. La confettata sarà allestita per accompagnare il taglio della torta, da sola o insieme a una degustazione di dolci o cioccolatini. Un’idea originale per creare un angolo di atmosfera e gusto che renderà la vostra festa ancora più unica e indimenticabile per voi e i vostri ospiti. Un consiglio però!!! La scelta dei confetti destinati alle bomboniere o ai sacchettini da regalare agli invitati deve essere rigorosamente classica.
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BUON SENSO O BON-TON? Inizialmente avversata la lista nozze toglie l’imbarazzo della scelta del regalo
iffusa in Italia a partire dagli anni settanta la lista nozze è diventata una consuetudine, rivelandosi soluzione pratica, sia per gli sposi, sia per chi deve affrontare il problema del regalo. Ha fatto storcere il naso alle signore alto-borghesi poiché non rientrava esattamente nelle regole canoniche del bon-ton ma, oggi, non se ne può fare a meno. I futuri sposi danno ai loro invitati la possibilità di risparmiare tempo e anche denaro, evitando inutili doppioni e, molto spesso, risolvendo l’imbarazzo della scelta ai più indecisi. Benvenuti quindi nel favoloso mondo della lista nozze: una super lista nella quale inserire ciò che più serve, ciò che più piace, ciò che più “sfizia” praticamente tutto o quasi! La scelta su cosa inserire dipende dunque dalle esigenze degli sposi: servizi di piatti e cristalleria, qualche pezzo in argento, elettrodomestici e, perché no, anche ninnoli e gingilli. Sarà, comunque, cura degli sposi inserire regali di diverso valore, facendo in modo che i prezzi siano accessibili a tutti. Ma quali sono i tempi tecnici per organizzare e stilare la lista nozze? Almeno tre mesi prima del matrimonio e mai allegare alla partecipazione il cartoncino con indicato il nome e l’indirizzo del negozio dove è stata depositata la lista! Sarà un discreto passaparola tra amici e parenti a dare l’indicazione giusta. Gli ospiti più franchi ve lo chiederanno direttamente, soprattutto se consegnerete loro personalmente l’invito. Sarà infine compito del negoziante l’aggiornamento dei regali ricevuti e l’eventuale integrazione di nuovi regali. Per la consegna invece potrete scegliere: se avere l’intera lista prima della data del matrimonio oppure al ritorno dal viaggio di nozze. Suggeriamo quest’ultima soluzione. La casa dei neo sposi sarà disabitata per la durata del viaggio e potrebbe essere un azzardo lasciare i regali in balia di ospiti indesiderati. Oggi, il termine lista nozze abbraccia diversi settori rispetto a un decennio fa. Suggeriamo ai futuri sposi, di attenersi, più che al bon ton, al buon senso a meno che non vogliate esibire in salotto un elmo chiodato.
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Regali “alternativi” Cercando su Internet “ matrimoni bizzarri” si trova di tutto di più, perché oggi, gli sposi amano stupire celebrando il proprio matrimonio in modo bizzarro: sott’acqua, con le bombole, col paracadute, in vetta alle montagne, sui pattini a rotelle, dentro una piscina. Tuttavia a nessuno è venuto in mente, finora, di organizzare la propria lista di nozze in un’armeria antiquaria. Il difficile sarà trovare una sposina disposta a ricevere da parenti e amici, al posto di un set di pentole a pressione, un Pickelhaube (elmo chiodato) della guardia personale del Kaiser, oppure, invece del solito, tv ultrapiatto, un ritratto a olio di Sua Maestà Umberto I. Eppure l’idea è venuta al proprietario di un armeria che 40 anni fa mise in piedi la sua galleria antiquaria grazie a un colpo di genio. Acquistava telefoni antichi, li faceva restaurare - a volte dorare - per creare fascinosi oggetti d’arredamento. La trovata sortì l’effetto, tanto che i più famosi divi del cinema, da Ingrid Bergman, a Steeve McQueen, facevano a gara ad accaparrarseli.
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QUARTANA FIORI ADDOBBI FLOREALI
Il Bouquet: un’opera d’arte di Silvia Adamo
l nostro appuntamento, fissato una settimana prima, dopo vari contatti telefonici, mi accoglie il padre del titolare del negozio “Quartana Fiori”. È un uomo molto interessante al quale chiedo subito di raccontarmi come nasce l’attività commerciale di famiglia. Mi sorride, lui non è il signor Quartana ma spesso tutti lo chiamano così. Racconta che suo suocero, anni addietro, dovendo lasciare in eredità la sua attività decise di dargli un’opportunità e lui, il signor Francesco Barbiera, con passione e determinazione, mostra non solo di possedere i requisiti per raccogliere gli insegnamenti di una vita ma riesce ad accrescere il giro d’affari, specializzandosi nel settore “addobbi per matrimoni”, facendosi apprezzare in tutta la provincia. Così, dopo avermi
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raccontato come nasce la “Quartana Fiori”, mi fa accomodare nel laboratorio dove opera il figlio Salvatore. Mi sono resa conto che quando hai davanti un artista te ne accorgi immediatamente. Si scusa subito di dover continuare a lavorare mentre lo intervisto. Oggi è il 7 luglio e si sa, questo è un periodo ricco di impegni da rispettare improrogabilmente. Le sue abili mani sembrano essere completamente scisse dal resto del corpo. Ma mi accorgo che è il suo grande estro a determinare la scelta dei fiori che uno alla volta vengono disposti uno affianco all’altro in maniera certosina, assolutamente non casuale studiata per rendere il bouquet della sposa un’opera d’arte, sicuramente diverso dagli altri. Con cura poi sceglie il fogliame per adornare il tutto e lo assembla creando sfumature mai viste prima. Ogni fiore è al posto giusto, ogni foglia ne delinea un fluido contorno. Infine un ultimo tocco finale: un fiocco realizzato con del nastro di organza di seta. Ed eccolo: il bouquet! Il sogno di una sposa, realizzato da un artista. Salvatore Barbiera, di fiori se ne intende, ma a dirla tutta la sua arma vincente è quella di saper cogliere quelle sfumature nel carattere della futura sposa essenziali per una scelta floreale adeguata. Così gli chiedo quanto sia importante per lui il primo approccio
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con i futuri sposi per la scelta del bouquet e dell’addobbo. Mi risponde che reputa indispensabile che fin dall’inizio si instauri con la coppia un vicendevole rapporto di fiducia e stima reciproca. Infatti è fondamentale che i clienti si lascino guidare nelle loro scelte e che si fidino della competenza di chi questo lavoro lo esercita con passione da tempo. Ho ancora tanto da chiedergli ma… dopotutto la mia curiosità di veder in opera un artista è stata abbondantemente soddisfatta. Prima di andare mi racconta delle sue figlie, dei loro studi, della moglie e la sua passione per l’abbigliamento...
QUARTANA FIORI Via Mario Rapisardi, 5 Marsala (TP) Tel. 0923.951314 Cell. 348.3119572 www.quartanafiori.com quartana2@hotmail.com
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LA LOCATION QUESTIONE DI GUSTI al mondo giungono le notizie più stravaganti circa la scelta della location nel giorno del sì. C’è chi ha organizzato il proprio matrimonio sul London Eye (la famosa ruota panoramica) per scambiarsi le fedi dominando dall’alto il Tamigi. Per i sognatori esiste un castello, in Scozia, Skibo Castle, immerso in più di 850 acri di terreno, con i suoi verdi prati, dove tutto è estremamente in stile British… Ma
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la nostra terra, non ha nulla da invidiare ad altre realtà a livello europeo. Come scegliere la location ideale è solo questione di gusti; non esiste un metodo uguale per tutti se non quello di lasciarsi guidare dalla propria personalità. Sicuramente una coppia romantica potrebbe scegliere una villa antica. Chi invece ha una personalità semplice potrebbe preferire un ricevimento più informale,
LA CERIMONIA scegliendo un casale rustico, o ancora una hall minimalista di un albergo. Sicuramente a qualcuno di voi sarà capitato, almeno una volta nella vita, di dover percorrere parecchi chilometri per raggiungere la Chiesa in cui si celebrano le nozze e poi molti altri per arrivare nel luogo scelto dagli sposi per il rinfresco. È consigliabile, tenere conto della distanza che intercorre tra il luogo della cerimonia e quello del ricevimento; sarebbe quindi opportuno non allontanarsi troppo anche per non sottoporre gli invitati ad estenuanti tour. Valutate bene le condizioni meteo prima di scegliere terrazze o giardini e, se avete stabilito la data del matrimonio in una stagione intermedia in cui non si ha la certezza del tempo, scegliete accuratamente un locale ove ci sia la possibilità di allestire sia al chiuso che all’aperto. Decidere che il ricevimento di nozze sia un buffet, un pranzo o una cena dipende dall'orario in cui si svolge la cerimonia. Ma per questi aspetti lasciatevi consigliare da chi opera nel settore. Da parte nostra alcuni suggerimenti. Una sintetica selezione tra le numerose opportunità offerte dalla provincia di Trapani. È solo una traccia indicativa e non una graduatoria di merito.
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viali alberati, bambù, siepi di bosso, palme secolari, ampi prati. Il parco botanico… del Disio Resort se, omen nomen, volete cedere al desiderio di una ristorazione raffinata in una cornice suggestiva come la splendida terrazza con piscina che domina su tutto il paesaggio circostante. Un resort moderno, nelle campagne di Marsala, che offre camere e appartamenti a misura di ogni esigenza dotato anche di un campo di pratica golf, ed aree pensate per il divertimento ed il relax. Gli archi a sesto acuto… in tufo dorato di Villa Favorita, a Marsala, raccontano il lavoro dell’uomo. Gli ampi spazi ed i magazzini della villa che videro l’operosità di intere generazioni al servizio della vinicoltura oggi ospitano i saloni da ricevimento. Una sapiente ristorazione, la possibilità di spazi diversi, una saletta liberty, il parco, il giardino, il bordo piscina rendono Villa Favorita una location estremamente flessibile.
Un’oasi tra vigneti e uliveti… se volete affidarvi alla raffinatezza di un hotel 5 stelle lusso come il Kempinsky di Mazara del Vallo. Adagiato in una valle lussureggiante e immerso nella quiete di uliveti e vigneti, il Kempinski Hotel Giardino di Costanza è un edificio suggestivo, nel quale la replica delle architetture arabe e normanne si combinano per creare un’atmosfera incomparabile e in cui il personale, con la sua squisita cortesia, contribuirà a rendere indimenticabile il vostro soggiorno. L’incanto delle torri medievali… del castello Pepoli a Erice. Luogo suggestivo per festeggiare come in una fiaba il momento più bello della vostra vita. L’intera struttura può essere riservata in esclusiva per il ricevimento di nozze. La costante presenza dei proprietari dell’antico maniero è garanzia di attenzione ad ogni dettaglio: dall’allestimento alla ristorazione, all’accompagnamento musicale. Le Torri medievali, nei giardini a ridosso dell’antico borgo, sono un luogo magico per un inizio di luna miele indimenticabile.. L’anello incantato… di Villa Pilati, a Valderice, è una location perfetta per l’organizzazione di eventi. Un colonnato dal sapore antico, in un luogo in cui la natura domina e pervade l’atmosfera. Quasi una radura magica in cui gli ospiti e degli sposi saranno circondati da agrumi e ulivi,
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MONSÙ GIUFFRÈ Dalla salicornia allo show cooking di Fabio Pace ospeso tra modernità e tradizione; tra rappresentazione di sé e autenticità; attratto dalla cultura internazionale, eppure intimamente legato alla sua sicilianità. Di più: alla sua trapanesità. Peppe Giuffrè è poliedrico: chef, organizzatore di eventi, wedding planner, show cooker, narratore dei piatti che cucina. Sapiente affabulatore, è capace di costruire un racconto attorno alla preparazione di una pietanza. Ha cucinato davanti alle te-
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lecamere della Rai; ha organizzato banchetti per capi di stato e reali; apparecchiato per pochi intimi e con la stessa cura ed eleganza per centinaia di persone. Memorabile, nel 2005, la cena in occasione dei Trapani Louis Vuitton Act 8 & 9, quando con le sue pietanze ha incantanto il bel mondo della vela internazionale. È uno sperimentatore ardito della cucina contemporanea e insieme un cuoco tradizionalista. Per chi lo conosce, a Trapani, è solo Peppe: quello che “fa i matrimoni”.
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iuffrè, nella sua esperienza cos’è che non deve assolutamente mancare in un ricevimento di nozze, dal punto di vista gastronomico? Il termine gastronomico va legato alle esigenze di chi si sposa. Diciamo che i matrimoni è come se fossero contenitori. Tanti contenitori in base al tipo di ospite. Se c’è un ospite per il quale il cerimoniale deve essere curato, un po’ come a casa, allora devi cercare di non fare mancare tutto ciò che ricordi l’atmosfera che sia“casa”. Se invece si ospitano persone che hanno l’esigenza di vivere un matrimonio che sia schioppettante, eclatante, che cercano innovazioni a dismisura, bisogna organizzare un contenitore che sia un po’ “fusion”. Se diversamente hai il tradizionalista, che immagina che si sia fermato il tempo, allora, almeno nel mio caso, percorri tre generazioni impegnate ad allestire matrimoni e ti ricordi come erano i matrimoni negli anni ‘70, ‘80, ‘90 e li organizzi. Però c’è sempre un cerimoniale scritto. Si può chiamarlo galateo, si può chiamarlo protocollo… ma è fondamentale. Quando in una cerimonia la forma diventa sostanza? Quasi sempre. Perché il primo impatto in un ricevimento è determinante: come si dispone la tavola, come si gestisce l’arrivo degli ospiti, come sono allestiti gli addobbi floreali, il momento musicale… Il cibo gioca un ruolo incisivo, però posso assicurare che viene dopo. Prima vedi, poi magari senti qualche odore… Quindi, non solo si mangia con gli occhi ma si riceve, anche, con gli occhi… Se una persona arriva e non viene accolta, non avrà la sensazione che starà bene. Si potranno anche fare mirabilie ma l’ospite, senza un adeguato impatto iniziale, rimarrà sempre dell’idea che è ad un ricevimento mediocre. Se arriva e trova già una prima accoglienza elegante ed accorta, è portato a pensare che starà bene. Oggi Peppe Giuffrè è più chef o wedding planner? Io non amo definirmi. Ho una grande forza: aver pulito bicchieri, aver lavato per terra, aver fatto tutto quello che si fa in questo mestiere, prima di mettersi ai fornelli. Soprattutto mi sono sempre “allenato”. Una palestra fondamentale è avere l’umiltà di non sentirsi mai arrivati… Ti assicuro che ancora credo di non aver fatto mai un “grande ricevimento”. Lei ha allestito ricevimenti anche al Quirinale non è molto credibile che debba ancora maturare esperienza… Una delle più grandi gioie della mia vita è di avere collaboratori in grado di sostenere anche la complessa articolazione di un protocollo di Stato. Ricevimenti che ho affrontato con al seguito ragazzi di 20, di 30 anni che si sono ritrovati a servire Reali o Capi di Stato senza che ci sia stato bisogno del breefing con il “cerimoniale”. Se, invece, non si è raggiunto questo livello organizza tutto “il cerimoniale” e a te ti fanno solo cucinare.
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Considerato i suoi numerosi impegni, riesce a seguire nel dettaglio i ricevimenti di matrimonio a Trapani o in Sicilia. Insomma lei c’è sempre o delega? Non faccio trecento ricevimenti l’anno. Il mio plafond è di 80 / 100 ricevimenti l’anno. Considerate che lo “stress matrimoniale” è nel fine settimana. Oggi ho la fortuna di poter scegliere. Ma non nel senso che dico sì a qualcuno e no ad altri. Il primo che viene da me per un sabato, se sono libero, mi avrà per il ricevimento. Al secondo dovrò dire no. Oggi, grazie all’organigramma aziendale, ho una ristorazione da sistema… ho il piacere di essere partner Rinascente, ma in Rinascente c’è la cucina da sistema “Peppe Giuffrè”, non certamente Peppe Giuffrè che cucina ai fornelli. Posso assicurare che in un ricevimento di nozze sta tutto nella mia testa, nella creatività che ho messo a servizio degli sposi. Io comunque seguo sempre tutto, dall’inizio alla fine. Un ricevimento che deve risultare gradevole è solo una questione di soldi o anche di metodo? Certo è importante avere dei budget che ti consentano di fare determinate cose. Però un ricevimento può essere estremamente simpatico, carino, divertente, può essere gradevolissimo anche con poco. Oggi c’è un termine molto in voga, utilizzato un po’ da tutti: minimal. L’essenzialità, se praticata con buon gusto, funziona bene. Peppe Giuffrè adesso è un nome tra gli chef italiani ma la ricerca di nuovi sapori, nuovi piatti è ancora parte del suo lavoro? Sì… appena ieri (16 settembre 2010, ndr) sono andato in salina a raccogliermi la salicornia (erba aromatica,
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ndr). Sono stato in cucina con i miei collaboratori a pulirla, a sbollentarla, a provarla sulla pasta, oppure nel condimento. È un apporto di innovazione o, se vogliamo, di tradizione rivisitata: la salicornia la mangiavano i salinai. Oggi c’è sete di sapere… per esempio come si mangiava a Trapani ai primi del ‘900 Lo show-cooking (cucinare davanti ad un pubblico descrivendo l’uso e l’origine degli ingredienti e degli alimenti, ndr) è ormai una tendenza internazionale, tutti gli chef si sperimentano nella cucina all’istante, spesso davanti le telecamere. Fino a che punto è spettacolo e fino a che punto è alta gastronomia? Ci sono due parametri. Ci sono show-cooking che sono fatti per professionisti, ed allora è un momento di confronto, di crescita, di scambio di know-how. C’è poi lo show-cooking fatto per il pubblico che ha sete di informazioni: quindi devi dare quelle pillole di storia, di sapienza, di curiosità che circondano il piatto. A quel punto diventa una forma di “edonismo gastronomico” che è indirizzato ad assaggiare il cibo e a dare anche gratificazione a chi lo prepara. Il pubblico in qualche modo legittima la tua capacità. Se oggi dovesse essere appellato con un titolo, preferirebbe quello di chef o di monsù, come venivano chimati i cuochi delle famiglie nobiliari siciliane nell’800 e nei primi anni del ‘900, insomma quelle famiglie immortalate ne “Il Gattopardo”? Entrambi pari sono, ma il titolo monsù mi fa accapponare la pelle. Ho avuto rapporti con l’antica nobiltà siciliana. Non c’è dimora storica in Sicilia dove non sia entrato. Parliamo di contesse, principesse, marchesi… e del fascino di quel cerimoniale che è scritto nel galateo e nella tradizione e che in quelle case ha ancora patria. Ha poi fatto, indirettamente, una citazione di un luogo che mi sta molto a cuore: Palazzo Ganci (la dimora nei cui saloni sono stsate girate le scene de “Il Gattopardo” di Luchino Visconti, ndr). Tenga conto che sono il ristoratore ufficiale di casa. La principessa Karen Calvello di San Vincenzo si avvale di noi per i ricevimenti. Lei fa una ospitality un pò internazionale, non fa ricevimenti di nozze naturalmente, ma apre ai suoi amici il palazzo, che è stato catalogato tra le dimore più importanti al mondo. È una grande emozione mettersi ai fornelli lì dentro. Ci sono punti di contatto tra la cucina nobiliare e quella popolare, anche da strada? Camminano di pari passo. La cucina povera emula, per quanto possibile, la cucina patrizia. Oggi la cucina si è stratificata e globalizzata, non ci sono più le tre linee di cucina. Io ho una visione abbastanza chiara, un display che per altro cedo ed interpreto per un grande marchio internazionale. Faccio uno show cooking per conto di una multinazionale in cui parlo dei tre modi di fare cucina in Sicilia: “la cucina dei buffettieri” che sarebbe la cucina di strada, quella poverissima; la “cucina povera” delle case popolari come della piccola borghesia;“la cucina del Gattopardo”, patrizia, nobiliare. Alla fine dello show cooking, dopo questi tre interventi e tre piatti, scopri che queste cucine, in definitiva, di differente non hanno niente se non il costo degli ingredienti che all’epoca era la discriminante tra un piatto e l’altro ma che oggi si sono fusi. Al termine dell’intervista, emerge un ennesimo aspetto della poliedrica personalità di Peppe Giuffrè. Alla richiesta di qualche foto della sua attività apre un ipertecnologico I-PAD sul cui touch-screen fa scorrere centinaia di foto di splendide tavole imbandite; ambienti sosfisticati e sapientemente illuminati; pietanze allestite come fossero sculture; composizioni floreali in tono con i cibi. Foto dal taglio decisamente professionale. Queste le ho scattate io – ci spiega – ditemi quali volete, ve le comprimo e ve le invio. Monsù Giuffrè, l’uomo della salicornia e delle foto da 15 megapixel, ci lascia con un palmo di naso.
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NOZZE IN CITTÁ UN MATRIMONIO PERFETTO
LA CERIMONIA
L’emozione in un click uovo locale, scelta delle luci accurata, pannelli fotografici sospesi da cavi in acciaio, ritratti di matrimoni, paesaggi e volti noti del mondo del cinema visti e fotografati da Piero Lazzari che traspaiono dall’ampia vetrata che dà sulla centralissima Via Manzoni. Ci fa accomodare, e subito ci mette a nostro agio raccontandoci qualche aneddoto accadutogli durante i suoi servizi fotografici. Tra la redazione e Piero Lazzari intercorrono rapporti di amicizia e stima reciproca e il tono della conversazione è informale. Dopo qualche battuta gli chiediamo di raccontarci un pò di sé. Quando si parla di lavoro assume un tono decisamente più serio, da professionista. Uno che di scatti ne ha realizzati tanti e anche per committenti esigenti ed esperti di fotografia. Piero ci racconta dei suoi esordi nel 1982 e di come, nel tempo, si sia specializzato nei servizi matrimoniali, approfondendo le sue conoscenze nel mondo della fotografia occupandosi anche di fotografia per uso editoriale, pubblicitario e cinematografico. Nel suo percorso professionale ha tenuto stage, rivolti ad altri fotografi, per Kodak, Canon e Nikon. Piero Lazzari è fiero di essere “figlio d’arte” con una tradizione radicata in due generazioni. Suo padre e ancor prima suo nonno hanno esercitato l’attività di fotografo per anni e hanno colto dettagli della nostra città che sono rimasti immortalati nel tempo. La famiglia Lazzari ha vissuto l’evoluzione di uno strumento, la macchina fotografica, ed insieme di un linguaggio, quello fatto dalle immagini, che, come la scrittura, ha le sue regole di grammatica e di sintassi. Un linguaggio che, nella famiglia Lazzari, era, è stato, ed è di uso quotidiano e che, pure sfugge ad una definizione. “La fotografia – dice – ha questa magia. È qualcosa che non si può spiegare con le parole. Una immagine, in particolare una immagine fissa, è un momento congelato nel tempo. Ogni scatto è diverso da quello che avrei potuto scattare un attimo prima, oppure un
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attimo dopo del momento in cui ho premuto”. Cosa consente di cogliere l’attimo? L’istinto o l’esperienza? Cos’è che fa inquadrare e decidere il momento del click? Una sensazione a pelle o un freddo razionale ragionamento? “Ci sono diverse componenti: l’istinto, l’esperienza, la capacità di trovare il giusto mix tra luci e colori. E poi, credo, l’emozione. La sfida, con me stesso, prima che con gli altri, è quella di catturare un’emozione e, ancor di più di riuscire, in ogni singolo fotogramma a trasmetterla” Alla ricerca di questa emozione non si corre il rischio che il protagonista venga a trovarsi in realtà dietro l’obiettivo e non davanti?
LA CERIMONIA “No! Soprattutto se la passione per il lavoro si sposa con la discrezione e il rispetto. Durante una cerimonia di nozze cerco di cogliere i momenti importanti, di creare un racconto per immagini, ma senza invadere troppo ‘il territorio’ degli sposi. Mi riferisco al territorio emotivo, a quella particolare atmosfera che è solo della coppia. Tutto qui”. Le sue foto riflettono molto di questa filosofia di approccio minimalista dalla quale emerge, anche, una spiccata propensione per il ritratto fotografico e per l’uso essenziale della luce e delle ombre. Anche senza essere degli esperti le immagini possono essere lette da chiunque e, soprattutto, non mentono: eleganza formale e semplicità, sobrietà e naturalezza in ogni foto, senza effetti speciali, né rielaborazioni di scatti, sono il suo tratto distintivo. Chiaro e scuro nelle sue foto si rincorrono! Scatto dopo scatto si alternano, si sostituiscono l’uno all’altro, dialogano. Questa capacità, che gli viene riconosciuta anche da molti suoi colleghi, si esalta nel bianco e nero, foto nella quale i territori del grigio diventano infiniti tra luci ed ombre. Inevitabilmente rispetto all’inizio della sua carriera di fotografo si sono evolute le tecnologie. Su tutte l’uso della foto digitale e dei programmi di elaborazione fotografica. Sono strumenti che semplificano il lavoro? “Che lo rendano più semplice è certo. Ma attenzione: ‘semplice’ non è, e non può essere, sinonimo di ‘facile’. Diffido molto della elaborazione digitale perché, il più delle volte il risultato è innaturale, senza anima. E se non c’è anima, non c’è emozione. Credo invece che bisogna sforzarsi di lavorare molto con l’obiettivo che, ancora, bisogna utilizzare la stessa sapienza che iscrive i fotografi alla categoria degli artigiani”. In base a quali elementi una coppia dovrebbe scegliere il fotografo? “Gli elementi sono diversi. Il primo è senza dubbio il ‘riconoscersi’ nei suoi scatti. Domandarsi se davanti ad una sua foto il nostro senso estetico è appagato, se si riesce a leggere emozione in quello scatto. Certamente la discriminante principale non può essere il ‘prezzo concorrenziale’ o l’appetibilità di offerte e pacchetti. Il giorno del matrimonio è speciale; riguardando le foto per le coppie è fondamentale ‘ritrovarsi’ nelle immagini”. Un aspetto, meno noto, di Piero Lazzari è la sua attività nelle produzioni cinematografiche. Gli chiediamo come ha iniziato il suo percorso: “Ho ricevuto la telefonata di un responsabile della produzione di un film che, dovendo effettuare a Trapani le riprese, ha cercato su internet un fotografo locale. Da quella fortuita coincidenza è nata la collaborazione”.
NOZZE IN CITTÁ
UN MATRIMONIO PERFETTO
Recentemente è stato chiamato in Tunisia per le riprese di un’altra produzione: che ci dice di questa nuova esperienza? “È una bellissima esperienza, carica di emozioni che mi arricchisce professionalmente e umanamente. Ma il mondo dei matrimoni rimane la mia vera passione.” R.N.C.
FOTOGRAFIE LAZZARI Via Manzoni, 86 Casa Santa - Erice (TP) Tel. 0923.552062 www.pierolazzari.com fotografo@pierolazzari.com 43
LA CASA DEI SOGNI
NOZZE IN CITTÁ
UN MATRIMONIO PERFETTO
CASA DOLCE CASA Home sweet home” è la scritta posta davanti l’uscio di molte case italiane. Chi vi abita auspica di vivere in una casa dove regni la serenità, l’amore, l’unione, la gioia, l’allegria. Tutti concetti legati alla casa intesa non dal punto di vista strutturale ma sociologico: per questo motivo gli inglesi linguisticamente (dunque anche concettualmente) distinguono i termini house e home, dove per house si intende fisicamente l’edificio, mentre per home coloro che unitamente abitano in quel luogo (tant’è che home ha anche il significato di patria). Prima di parlare di arredamento vorremmo quindi discutere di casa e di chi vi abita partendo dal significato della parola abitare: “Essere riparati, ma anche vivere ed esistere, rappresentare cioè un modo di intendere la famiglia”. Così i grandi dell’architettura come Le Corbusier, Loos, Wright non tralasciano l’idea primordiale dell’abitare e ne fanno esplicito riferimento nei loro scritti accennando al concetto di “prima casa” riferendosi a quella di “Adamo in paradiso”(Rychwert) o alle capanne degli uomini primitivi per avviare un vero e proprio progetto sull’abitazione. Quindi capanna, grotta, caverna, tutti concetti ai quali anche i bambini si ispirano istintivamente nelle loro rappresentazioni figurative. Spesso il bambino che disegna la propria casa la fa simile ad una grotta tutta chiusa collegata al mondo esterno solo attraverso un piccolo
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foro. Così come gli uomini primitivi usavano le grotte come riparo dagli attacchi dal mondo esterno anche il bimbo fa esplicito riferimento ad una struttura entro la quale si sente protetto dal mondo che vi è fuori. Quindi se parliamo di casa è ovvio che il concetto non esula dal valore inestimabile della famiglia che la abita e dobbiamo constatare che oggi più che mai anche l’assetto architettonico e l’arredamento sono studiati apposta per favorire il benessere abitativo. Le giovani coppie sono sempre più alla ricerca di quei det- ABITARE: tagli che rendano la loro casa VIVERE ED ESISTERE un vero e proprio luogo in cui vivere in armonia. Parlando di arredamento, dunque, cercheremo di dare consigli su come scegliere il mobile più adatto, quale la pavimentazione più adeguata, come scegliere gli infissi, che tipo di illuminazione… senza mai trascurare il principio secondo cui qualsiasi arredamento deve essere consono alle abitudini di vita. All’interno della rivista ospiteremo la rubrica “Stile e stili”, curata dall’architetto Francesco Gianbanco, nella quale affronteremo diverse tematiche legate al mondo dell’arredamento.
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NOZZE IN CITTÁ
LA CASA DEI SOGNI
UN MATRIMONIO PERFETTO
Stili & Stile a cura di Francesco Giambanco Architetto
A piedi nudi sul “parquet” l parquet, entrando in un’abitazione, è senz’altro uno degli elementi più importanti che coinvolge i nostri sensi. Percepiamo subito l’atmosfera quasi rarefatta conferita da un caldo parquet, diventa irresistibile la voglia di toccarlo, di camminare a piedi nudi per carpirne la matericità, ci lasciamo avvolgere dalla gradevolezza cromatica. Nient’altro, come il parquet, dona fascino ad ogni ambiente conferendo un’indiscutibile pregio e valore alla casa. Già nelle culture più antiche troviamo il pavimento in legno negli spazi domestici e ancora oggi, grazie alla sua flessibilità, è utilizzato sia negli ambienti in stile che contemporanei. La sua lunghissima durata, la facile rinnovabilità, le sue indiscutibile proprietà termiche ed ecologiche lo classificano come il prodotto per eccellenza da introdurre nelle nostre abitazioni. Il mercato offre un’infinità di prodotti tra i quali non è certamente facile effettuare la scelta più adatta e corretta in relazione sia al tipo di utilizzo ed alle caratteristiche ambientali che all’aspetto da conferire agli ambienti. Tra tutte le caratteristiche che definiscono il parquet proviamo brevemente ad elencarne le principali. Il primo importante distinguo è tra gli elementi in legno massello e quelli prefiniti multistrato. I primi formati da tavolette di un’unica essenza devono essere levigati e verniciati in opera non garantendo sempre corrispondenza tra le aspettative e il risultato finale; i secondi (prefiniti), presentano invece l’essenza prescelta soltanto nella parte superiore dello spessore non inferiore ai 3,5 mm (spessore al di sotto del quale non è più considerato parquet prefinito) con superficie già levigata e verniciata con diversi strati resistenti ai raggi UV in modo da garantire una maggior resistenza e con un aspetto simile al prodotto visto al momento dell’acquisto. Un’altra importante classificazione dipende dal sistema di posa: i più diffusi sono gli elementi ad incollare e quelli flottanti. Quelli ad incollare, generalmente di dimensioni più modeste, necessitano di un piano di posa “perfetto”, coeso e asciutto. Il sistema di posa flottante necessita soltanto di un piano di posa planare. Gli elementi flottanti, possono essere applicati anche con condizioni ambientali e di
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piano non ottimali, grazie al tappetino fonoassorbente e alla barriera al vapore costituita da un semplice foglio di polietilene. Generalmente di formato più grande rispetto ai primi e a fronte di un prezzo di acquisto leggermente più alto, riducono il loro costo finale grazie ad un prezzo di collocazione più basso rispetto agli elementi ad incollare, levigare e lucidare in opera. Inoltre gli elementi flottanti appena collocati sono immediatamente calpestabili e rendono eventuali futuri interventi edilizi agli impianti sottostanti (idrici, di riscaldamento ecc.) più facili ed economici. Un ulteriore sistema di posa è “la chiodatura” oggi poco diffusa anche per la necessaria predisposizione che prevede l’inserimento nel massetto di “megatelli” sui quali inchiodare il parquet. Indispensabile, a prescindere dalla tipologia di parquet e del sistema di posa, è far valutare a un tecnico di fiducia le condizioni ambientali presenti nell’unità residenziale e qualora necessiti una verifica dell’umidità del piano di posa accertandosi che questa venga effettuata esclusivamente con un igrometro al carburo, quelli elettrici o digitali risentono di troppe interferenze non garantendo letture reali. Per una scelta estetica al passo con le più attuali tendenze segnalo l’uso di parquet con finitura opaca e spazzolata, ormai fornita da tutti i produttori, sulla quale anche i graffi più profondi non inficiano la bellezza della superficie. Diffidate assolutamente del rivenditore che propone “occasioni” per poco credibili forniture di fine serie o vendite dirette dal produttore. Dietro tali offerte, si celano sempre forniture non certificate, di provenienza discutibile, formate spesso da una miscellanea di prodotti non rispondenti alle richieste e quasi certamente di qualità scadente. Il costo complessivo per un pavimento in legno è generalmente paragonabile e spesso inferiore ad una buona ceramica con il vantaggio della sua facile rinnovabilità e con la consapevolezza che non passerà mai di moda. Un ultimo consiglio: non acquistate un gres porcellanato che riproduce la finitura di un parquet, non appena il vostro occhio si sarà allenato lo riconoscerà come un’imitazione, producendo una fastidiosa sensazione di falso. 47
CHE MATRIMONIO!
NOZZE IN CITTÁ
UN MATRIMONIO PERFETTO
Il giorno del matrimonio è, per antonomasia, il giorno più bello, ma può anche divenire il giorno più strano della vita. In questa rubrica raccontiamo di eventi particolari o situazioni paradossali accadute in ogni parte del mondo.
Matrimonio da record Immaginate un fondale marino dagli scenari inconfondibili e poi pensate a un matrimonio. Ebbene,c’è chi ha scelto le profondità dell’ isola d’Elba per il fatidico sì. Giampiero e Viola, proprietari di un diving center, con bombole al seguito, hanno voluto scambiarsi le loro promesse proprio sott’acqua, loro, che quei fondali li conoscono bene, hanno voluto coniugare la passione per il mare all’originalità di un matrimonio fuori dal comune. Una cerimonia officiata dal sindaco del comune di Capoliveri, alla quale hanno partecipato 261 invitati, ovviamente con tanto di bombole! Proprio per il numero dei partecipanti, l’evento eccezionale è entrato a pieno titolo nel Guinness dei primati. Ma ciò che ha emozionato di più, secondo quanto raccontato da coloro che hanno assistito alla cerimonia è stato il modo in cui si sono svolte le nozze. Gli inviatati attendevano gli sposi attorno all’altare, per primo si è immerso Giampiero, con una muta nera e bianca, effetto smoking, e dopo Viola con una muta bianca e con il velo (come da consuetudine). Ospiti d’eccezione Antonella Elia e Gianluca Genoni, primatista mondiale di Apnea. Da sottolineare che il Sì non è stato pronunciato ma scritto sullo schermo del computer subacqueo. Testimoni a Alla fine della cerimonia si sono librati in aria… pardon in quattro zampe acqua, centinaia di palloncini e mille bollicine al posto del tradizionale lancio di riso. Sabato 7 Agosto 2010 nella sua villa di Beverly Hills Robbie Williams è convolato a nozze con Ayda Field. Il matrimonio, però, si è rivelato tutto meno che convenzionale. A sfilare come testimoni d’eccezione sono stati gli otto cani della coppia che, al posto delle tradizionali damigelle e testimoni, hanno fatto bella mostra di sé con tanto di collari a fiori ed hanno accompagnato gli sposi all’altare. I sessanta invitati sono ovviamente rimasti piuttosto confusi di fronte alla scena. La pop star ha dichiarato che spesso gli animali Nozze senza… sposi! sono più affidabili delle persone. Dobbiamo crederci??? E accaduto a Pontecchio (Rovigo) in una domenica di Giugno. Alle ore 11 in punto (da orologio svizzero) il parroco della Chiesa Sant’Andrea Apostolo ha fatto suonare la marcia nuziale: nulla di strano se non fosse che all’altare non c’era nessuno. Sì perche lo sposo era fuori dalla chiesa ad aspettare l’arrivo della sposa e, al suono della marcia, si è affrettato a raggiungere l’altare e ad assistere alla funzione religiosa fino a quando, circa sette minuti più tardi, non è sopraggiunta la sposa. Solo dopo la liturgia della parola, il prete ha annunciato alla comunità religiosa la presenza degli sposi ed ha officiato il rito del matrimonio. Grande rammarico da parte degli sposi di non essere stati abbastanza puntuali proprio il giorno del loro matrimonio. Il parroco ha dichiarato che la fiscalità dell’orario era dovuta al fatto che la messa fosse domenicale e che avrebbe avuto più tolleranza se il rito si fosse svolto in giornate feriali.
Raccontate i vostri episodi curiosi alla redazione. Le storie più simpatiche verranno pubblicate nel prossimo numero.
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Kanapè Mobili e sistemi di riposo
ell’arredare la vostra casa occorre non trascurare un aspetto fondamentale per la salute di ognuno: il vostro riposo. Kanapè a Trapani è pioniera nell’avere diffuso la cultura del dormire bene, facendone una vera e propria filosofia aziendale. Diverse ricerche universitarie hanno dimostrato come per affrontare la vita quotidiana è fondamentale adottare corretti stili di vita. Partendo dal presupposto che trascorriamo un terzo della nostra vita a dormire, diventa indispensabile farlo utilizzando un sistema di riposo adeguato.
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ella vasta esposizione di Kanapè è possibile scegliere fra 50 modelli tra reti e materassi, guanciali e accessori necessari per il buon riposo. I materassi in lattice, realizzati con fibre di origine naturale, sono tutti anatomici, traspiranti ed antiacaro. Un diversificato sistema di fodere ne consente la scelta fra 7 modelli, tutti realizzati con cerniere apribili ai 4 lati per consentire il lavaggio ad alte temperature in lavatrice. Nel caso in cui si prediliga un sistema a molle invece sarà possibile scegliere fra il materasso ortopedico con molle tradizionale e il materasso di nuova generazione, con molle indipendenti tra loro che rispondono autonomamente alle pressioni del corpo assicurando un sostegno differenziato. Ed ancora la nuova linea Myform per garantire un riposo ad alta densità. Costruito con un materiale ad alta generazione dalle proprietà e peculiarità esclusive: la sua termovariabilità gli consente di conformarsi in funzione del calore del corpo. Le reti sono disponibili nei modelli ortopedici o in metallo nelle versioni fisse o con alzata manuale o elettrica. La vasta gamma di guanciali altamente tecnici dalla forma auto modellante a quella auto cervicale assicurano un ottimo sistema di riposo integrato con gli altri accessori.
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NOZZE IN CITTÁ
L’ARTE NELLE NOZZE
UN MATRIMONIO PERFETTO
Per chi volesse saperne di più sul matrimonio nelle diverse espressioni artistiche, da quelle classiche alle più moderne (compresa la settima arte) proponiamo questa nostra rubrica. Nella letteratura come in pittura, in poesia o nel cinema il matrimonio, in quanto espressione sociale ed umana, è al centro dell’interesse degli artisti.
LO SPOSALIZIO DELLA VERGINE.
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ollocato nella pinacoteca di Brera, restaurato nel 2009, è un dipinto di Raffaello Sanzio (olio su tavola 174 x 121 cm), realizzato nel 1504 e commissionato dalla famiglia Albizzini di Città di Castello. Fu la prima opera datata e firmata dall’autore. In primo piano il sacerdote e i due sposi, la Madonna, affiancata da alcune donne, e San Giuseppe con a lato gli uomini. Davanti è compreso per metà nella raffigurazione un uomo che spezza con il ginocchio un bastone; secondo un'usanza locale di allora si tratta di un pretendente della sposa che, nel momento del suo matrimonio con un altro, dimostra pubblicamente, con questo gesto, di non avanzare più alcuna pretesa nei confronti della donna. Oltre a recare la scena del matrimonio il dipinto ha una grande importanza per l’uso di linee, colori e di altre figure in secondo piano, alcune in controluce, che determinano una perfetta ed equilibrata prospettiva e per l’architettura, tipicamente rinascimentale del tempio alle spalle della scena nuziale.
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“LO SPOSO. MANUALE D’ISTRUZIONI”
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cco una bellissima poesia della poetessa greca Saffo, vissuta tra il VII e il VI secolo a.C. che, ispirata dall’amore, così scrive:
egnaliamo questo libro che stravolge le opinioni comuni sul ruolo dell’uomo nell’organizzazione del matrimonio. Scritto da Shandon Fowler e edito da Kowalski, è una simpatica guida che aiuterà l’uomo a sopravvivere, anzi ad essere parte attiva ai preparativi del matrimonio. Spesso, infatti, sono le donne ad occuparsi dell’organizzazione del matrimonio e loro, gli uomini, le lasciano fare asserendo che queste “sono cose da donne”. Svegliatevi dunque uomini e cominciate a pensare che a loro faccia comodo così!!!
“Sposo beato, le nozze dei tuoi sogni sono compiute. È tua la fanciulla che ami. O sposa, tu sei tutta grazia: i tuoi occhi son dolci, il bel viso è tutto amore... O sposo, felice sposo, noi fanciulle canteremo questa notte, il tuo amore e la tua sposa profumata di viola, canteremo questa notte”...
MATRIMONIO ALL'ITALIANA.
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ilm del 1964 tratto dalla commedia di Eduardo De Filippo “Filumena Marturano” vincitore di un Golden Globe come miglior film straniero. Diretto da Vittorio De Sica con Sofia Loren che interpreta Filumena Marturano e Marcello Mastroianni nel ruolo di Domenico Soriano. È la storia di Filumena, giovane e bella, che fa la prostituta per vivere. Finché non incontra Domenico Soriano, pasticcere benestante, che la toglie dalla strada e ne fa la sua amante e cameriera. La donna, che vuole diventare la signora Soriano, escogita allora uno stratagemma per farsi sposare dall’amante: fingendosi moribonda chiede a Domenico, come ultimo desiderio, di prenderla in moglie e di farla morire in pace con Dio. Scoperto l'inganno, Domenico ottiene l'annullamento. Filumena a quel punto gioca il suo asso nella manica: tre figli cresciuti lontano dalle malelingue, uno dei quali è l’erede di Domenico. Un film grottesco che racconta di un’Italia in cui ancora molte donne ambivano al matrimonio come unica prospettiva di un futuro sereno. 53
NOZZE IN CITTÁ
LUNA DI MIELE
UN MATRIMONIO PERFETTO
IL SAPORE DEL “MIELE” Temperature tropicali, avventura, città d’arte, paesi freddi… quale che sia la vostra preferenza l’importante è non rinunciare mai al piacere di concedersi il viaggio di nozze.
a cosa deriva l’espressione “Luna di miele”? Ha origini antiche e si trovano tracce di questa “consuetudine” nel passato remoto della civiltà mediterranea che al cibo, in questo caso il miele, attribuiva un valore che andava ben oltre quello nutrizionale. Gli sposini dell’antica Roma dopo il matrimonio erano soliti mangiare del miele per tutta la durata di “una luna” chissà, forse per riprendere le forze dopo le intense giornate d’amore. Un’altra teoria, addirittura, fa risalire l’espressione ai tempi del regno babilonese. In quel periodo sembra fosse uso comune regalare alle coppie di sposi una certa quantità di idromele (liquore al miele) sufficiente per un mese. Allora si pensava che tale bevanda garantisse la fertilità. Nonostante l’origine babilonese non sia certa, l’abitudine di regalare agli sposi idromele, o bevande simili, era comunque in uso nell’antica Roma e nei secoli successivi fino al Medioevo. In quel periodo, quando una famiglia concedeva in matrimonio una donna all’uomo, la sposa portava con sé il miele, considerato costoso e simbolo di ricchezza. Qualunque sia l’origine dell’espressione una cosa è
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certa: è il periodo più romantico e più bello che vive una coppia. Un periodo di sogni, di grandi aspettative, ricco di passione, di incanto e di magia. Come scegliere un viaggio di nozze? Trattandosi di un viaggio fortemente simbolico, carico di valenze e ricco di aspettative reciproche deve soddisfare i gusti di entrambi. Ecco perché è fondamentale che si decida insieme la destinazione, esaminando alcuni aspetti fondamentali. Innanzitutto il budget da destinare al viaggio. È il caso di ricordare che da qualche anno è di gran moda – se così possiamo dire – inserire il viaggio nella “lista nozze” con tanto di quote di partecipazione. Solitamente sono gli amici stessi degli sposi a proporsi nell’acquisto del viaggio. Relativamente alla spesa da destinare, sarà possibile scegliere le più belle e suggestive mete a seconda dei gusti di ognuno. C’è chi predilige una località al mare, magari una spiaggia ai tropici con tanto di paesaggi mozzafiato: spiagge bianchissime, pesci dai mille colori e sfumature, relax nei migliori villaggi. C’è chi preferisce cogliere l’occasione per realizzare il viaggio da sempre desiderato, condito magari con un pizzico d’avventura;
LUNA DI MIELE c’è ancora chi opta per una vacanza culturale in città d’arte. Insomma ognuno ha a disposizione un ventaglio di destinazioni tale da dover rivolgersi inevitabilmente ad un’agenzia viaggi che sia in grado di consigliare le soluzioni migliori, per la scelta del luogo in relazione al tipo di stagione, ottimizzando il rapporto qualità – prezzo. A tal proposito, dopo avere visionato insieme all’operatore turistico le location ideali per il viaggio, è opportuno che non siano le foto a influenzare la scelta ma è indispensabile chiedere più informazioni per vivere serenamente la vacanza. È importante sapere usi e costumi delle località scelte, conoscere quali le precauzioni per scongiurare il rischio di possibili contagi. Da non sottovalutare nella scelta del viaggio i giorni a disposizione per i vari spostamenti, i fusi orari, le attese agli imbarchi e agli aeroporti. Se il tempo a disposizione è “stringato”, non sarà possibile di certo scegliere una crociera che, per tipologia di viaggio, prevede tempi di spostamento molto lenti. In ogni caso, non rinunciate mai al piacere di concedervi la luna di miele.
NOZZE IN CITTÁ
UN MATRIMONIO PERFETTO
• Partite informati sul luogo che visiterete, sulle abitudini, sulle possibili escursioni, magari chiedendo anche a persone che ci sono già state. • Consultate le condizioni meteo per verificare che in quel periodo dell’anno il clima sia favorevole. • Informatevi se la destinazione richiede particolari accorgimenti epidemiologici e prevenzione di malattie infettive. • Adottate alcuni semplici e basilari accorgimenti alimentari: evitate di bere acqua dal rubinetto e utilizzate solo quella imbottigliata; mangiate cibi freschi o appena cotti. • Per il viaggio vi consigliamo alcuni farmaci per un primo soccorso in caso di semplici malesseri: antipiretici, antistaminici per reazioni allergiche, per le disidratazioni integratori vitaminici, collirio. • Ricordatevi di fare una copia di tutti i documenti, potrebbe esservi utile in caso di smarrimento degli originali.
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