GUIDA AL MATRIMONIO IN PROVINCIA DI TRAPANI
NOZZE IN CITTÀ “Nozze in Città” - Periodico semestrale - Anno II / N. 3 - euro
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UN MATRIMONIO PERFETTO
SPOSA 2012 Scatti unici e nuove collezioni
La dote Retaggio del passato. Come è cambiata la tradizione
Il linguaggio dei fiori Significato, tendenze, emozioni
NOZZE IN CITTÁ UN MATRIMONIO PERFETTO
Periodico Semestrale ANNO 2 - N° 3 Novembre 2011 DIRETTORE RESPONSABILE Stefania Martinez COLLABORATORI Fabio Pace Rosi Orlando Silvia Ippaso Elide d’Atri Erika Nicastri Iolanda Frazzitta Catia Amantia Francesco Mione Antonello La Commare Anna Maria Inzerillo CONSULENZA EDITORIALE Fabio Pace PHOTO EDITOR Piero Lazzari Archivio “Nozze in città” GRAFICA E IMPAGINAZIONE Carla Mineo PUBBLICITÀ In Progress di Carla Mineo & C. s.a.s. STAMPA Arti Grafiche Campo - Alcamo (TP) Redazione: Via Caserta, 5 - Casa Santa Erice (TP) Tel. 0923.593745 redazione@nozzeincitta.it Pubblicità: Silvia Ippaso Tel. 0923.593745 account@nozzeincitta.it pubblicita@nozzeincitta.it Proprietà di: In Progress di Carla Mineo & C. s.a.s Via Caserta, 5 - Casa Santa Erice (TP) Tribunale di Trapani Reg. n. 331 del 05/11/2010 Chiuso in redazione giovedì 10 Novembre 2011 Ringraziamenti Antonella Favuzza Anna Maria Sala - Tenuta Gorghi Tondi Peppe Gianni, Ezio Pagano Angela Volo
EDITORIALE
“Tutte le cose sono nell’aria, conta solo chi le realizza” Non c’è due senza tre! E tre sono le novità di questo terzo numero. Dopo un anno dalla nostra prima uscita, abbiamo raddoppiato il numero delle pagine: questa la prima novità. Obiettivo che ci eravamo prefissi e che abbiamo raggiunto grazie al largo riscontro di lettori. La rivista si sta consolidando nella nostra provincia come “unica” nel suo genere in un settore, quello del “matrimonio”, inteso come moda, costume e tradizioni; questi gli argomenti che ci accompagnano come filo conduttore anche in questo numero. Crescere, rinnovarsi, per rendere la rivista ancora più ricca e specializzata grazie alle rubriche dei nostri esperti e grazie ai consigli delle migliori aziende: atelier, specialisti di arredamento, operatori del banqueting. Permettetemi dunque di ringraziare ancora una volta gli inserzionisti che in noi hanno riposto fiducia e i lettori che ci ricercano nelle edicole e che tanti suggerimenti ci hanno saputo dare. Seconda novità. Nei mesi scorsi, l’editore ha indetto una selezione, attraverso facebook, per scegliere il volto copertina. Dopo diversi incontri e valutazioni sono state scelte tre ragazze: Alessia Cusenza, Valeria Campo e Annalisa Tartamella. Sono loro le protagoniste degli “scatti” di questo numero. Trapanesi, giovanissime, hanno contribuito a dare un valore aggiunto alla rivista grazie alla loro “genuina professionalità”, espressa in maniera volitiva e dirompente. Il nostro photo editor, Piero Lazzari, con il consueto entusiasmo e con la sua comprovata esperienza, ha realizzato con le nostre “modelle per un giorno”, un ampio servizio fotografico. Un servizio che non avremmo potuto concretizzare senza gli atelier che hanno messo a nostra disposizione gli abiti da sposa più belli delle nuove collezioni Primavera - Estate 2012. Un ringraziamento, dunque, a questi operatori del settore e ai parrucchieri e truccatori il cui apporto è stato fondamentale. Un grazie anche alle ragazze per essersi “prestate” come modelle e un “in bocca al lupo” per il percorso di vita che intenderanno intraprendere. La terza ed ultima novità è che “Nozze in Città” sarà in vendita in tutte le edicole di Trapani e della Provincia al costo di € 1,80. Dopo i primi due numeri gratuiti abbiamo ritenuto opportuno dare un “valore” al nostro progetto. Tra gli argomenti trattati in questo numero: un excursus tra costume e storia sulla dote nuziale, alcuni consigli su come apparecchiare con eleganza la tavola e un ampio servizio sui fiori e sul loro significato. Infine una spiegazione del titolo dell’editoriale: ci siamo permessi di citare Andy Warhol perché crediamo che le idee non abbiano luogo, né consistenza concreta. Come i sogni sono impalpabili. A noi piace provare a stringere il pugno per afferrale e comunque, alla fine, sorridere come un bimbo che gioca con l’aria. Gli adulti non vedono nulla, ma lui sì. Noi la nostra idea l’abbiamo afferrata. Stefania Martinez
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NOZZE IN CITTÁ
UN MATRIMONIO PERFETTO
SOMMARIO I PREPARATIVI Testimoni d’amore L’iniziazione tra i fiori Eros e Agape Fiducia nel futuro
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Cover: Foto | Piero Lazzari Abito | Scuderi Spose Hair Style e Make up | Rosa Aleo Gioielli | Amantia Gioielli
I linzola di matapollo Tabulae nuptiales Minimal ma di qualità Folli proposte Non è vero ma ci credo Blu, le mille bolle blu Eleganza a misura di donna C’è chi dice si, c’è chi dice no I dettagli che fanno la differenza
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REPORTAGE Sposa 2012 Tra pizzi macramè e swarovski
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Modella | Valeria Campo
BELLEZZA & C. Capelli da diva Da Marsala a Miami, il total look di Magique
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SALUTE & C. Quattro mosse contro la cellulite
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LA CERIMONIA el nostro sito troverete spazio per soddisfare le vostre curiosità sul mondo del matrimonio. Sezioni speciali, rubriche, interviste a professionisti e tante novità per voi. Un portale attraverso il quale potrete interagire con la redazione, porre domande ai nostri esperti, chiedere chiarimenti ai nostri inserzionisti. Nella community, potrete confrontarvi con altre coppie che, si apprestano alle nozze, e dopo il grande evento, se vorrete, pubblicare le immagini più significative del vostro giorno più bello. Nell’area personale potrete, inoltre, stilare il calendario degli impegni per l’organizzazione del matrimonio.
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Matrimonio in dieci scatti E tu da che parte stai? Tra sacro e profano Zucchero e fiori Logiche disposizioni Andando per ville e bagli Banchetti da Re Amore di…vino Brindisi sulle colline segestane
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LA CASA DEI SOGNI Contrappunto d’ambiente Estetica e funzionalità dell’abitare Quando la forma diventa eleganza
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LUNA DI MIELE Cara vecchia Europa
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LE RUBRICHE La parola all’ Avvocato a cura di Iolanda Frazzitta Sfaccettature a cura di Catia Amantia Felice…mente a cura di Anna Maria Inzerillo Personal Economist a cura di Antonello La Commare Stile & Stili a cura di Francesco Mione Notizie curiose Arte nelle nozze
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I PREPARATIVI
TESTIMONI D’AMORE Michela e Antonio, guide nel cammino di preparazione verso le nozze ra le esperienze di una giovane coppia, che si appresta al matrimonio secondo il rito concordatario tra Stato e Chiesa Cattolica c’è il famoso “corso prematrimoniale” in parrocchia. Tra i vari incontri anche quelli con coppie sposate affinché i fidanzati possano ascoltare cosa è una esperienza di convivenza nel matrimonio. Michelina Alagna, 53 anni, impiegata in una pubblica amministrazione, e Antonio Lotta, 54 anni, bancario, da 10 anni sono operatori della pastorale familiare per le giovani coppie in preparazione al matrimonio, presso la parrocchia Cattedrale San Lorenzo di Trapani. Michela ed Antonio, sposati da 27 anni e genitori di due figli, Luciana di 26 anni e Giuseppe di 22, entrambi laureati, hanno accettato di rispondere alle nostre domande.
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Da cosa nasce la scelta di tenere corsi prematrimoniali per le giovani coppie? Diciamo, innanzitutto, che non si tratta di corsi, ma di un cammino in preparazione al matrimonio che dura otto mesi. Siamo stati chiamati a svolgere questo compito, o meglio ad esercitare questo ministero proprio dei laici, da Mons. Antonino Adragna. Veniamo entrambi da una lunga esperienza di fede, vissuta nella comunità San Lorenzo, nella quale operiamo da circa 37 anni e dove, tra l’altro, ci siamo conosciuti giovanissimi, ed abbiamo accettato volentieri. Cosa raccontate della vita di coppia? Anche le cose più semplici: condividere un buon caffè la mattina, raccontarsi ogni momento della giornata, collaborare nei lavori domestici, condividere o rispettare interessi e passioni, uguali o diverse. Inoltre, raccontiamo, soprattutto, lo sforzo quotidiano di essere cristiani dovunque ci si trovi e di vivere tutti gli accadimenti della vita alla luce del Vangelo, sottolineando che la forza per affrontare tutto ciò non può prescindere dalla partecipa-
I PREPARATIVI
zione assidua alla Santa Messa domenicale. In che misura ritenete di poter essere un esempio? Oppure ogni coppia deve ricercare una sua strada e un suo equilibrio? È chiaro che se parliamo di amore, fedeltà, e tutto ciò che ruota attorno al matrimonio, dobbiamo cercare di esserne noi stessi i primi testimoni. Dopo 27 anni di vita condivisa, compresi i 10 anni di fidanzamento, non possiamo che essere contenti di questa unione, con due figli sicuramente migliori di noi che il Signore ci ha donato. Ogni coppia, però, come implicitamente indicato nella domanda fa la sua strada e trova il suo equilibrio, al quale non è estranea l’azione di Dio. Il nostro compito consiste nel fare riprendere consapevolezza del proprio essere battezzati, quindi membra vive della chiesa. Non ritenete che talvolta la scelta del matrimonio sia più legata alla tradizione che alla volontà piena e manifesta dei fidanzati? Può capitare che la tradizione abbia il sopravvento sulla volontà dei fidanzati, che qualcuno non abbia piena consapevolezza, ma sono casi rari; la maggioranza sa bene quello che sta affrontando. Nel corso degli incontri, in ogni caso, ribadiamo sempre con forza la necessità di scelte serie e invitiamo le giovani coppie, in maniera provocatoria, a sposarsi civilmente e non in Chiesa. Cerchiamo di aiutare i giovani a scoprire come ciascuno è chiamato, alla luce della parola di Dio, a realizzare il suo progetto d’amore in maniera unica e irripetibile. Con il sacramento del matrimonio, per realizzare questo progetto d’amore, la coppia ha una marcia in più che è “Cristo”. I nostri incontri hanno lo scopo di fare chiarezza su questi aspetti: in pratica cerchiamo di fare riemergere la fede nascosta dentro ognuno di noi tenendo ben a
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mente che il nostro Dio è il Dio dell’incarnazione in Gesù Cristo nella sua umanità e nella sua divinità, ed è proprio sull’umanità che cerchiamo di coinvolgere le coppie cercando di far riscoprire la presenza di Dio nel proprio cuore. Insistiamo anche sull’importanza fondamentale di vivere il giorno del Signore“la Domenica”, segreto questo per alimentare e nutrire la vita di coppia. Cosa vi chiedono i giovani fidanzati, vi sono mai state poste domande curiose, o anche imbarazzanti sulla vostra vita di sposi? Vorremmo che i nostri incontri fossero sempre all’insegna delle domande, dei quesiti, delle richieste. Non sempre ciò avviene nei primi incontri; solo alla fine del cammino incontrando le coppie singolarmente, alla vigilia del matrimonio, esse si aprono. In tutta onestà, ogni tanto una bella litigata tra di voi l’avrete anche fatta? Ogni tanto abbiamo qualche divergenza, anche in considerazione che gli anni vanno avanti e la pazienza diminuisce, però, e lo possiamo testimoniare, il tutto dura ore e non certamente più di una giornata, anche perché sentiamo in noi la responsabilità di comportamenti corretti nei riguardi di Dio e di conseguenza nei riguardi di tutte le persone che ci stanno vicine, penso al mondo del lavoro, la famiglia, i figli. Non esiste una formula magica per un buon matrimonio ma se doveste indicare tre parole che ne definiscono uno, almeno equilibrato, quali sarebbero (escludiamo amore perché quello è alla base, altrimenti che ci si sposa a fare!)? Tre sono poche. Comunque diciamo: pazienza, rispetto, fedeltà. S.M.
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I PREPARATIVI
L’iniziazione tra i fiori Il matrimonio che piace tanto all’occidente di Silvia Ippaso envenuti in India, il paese definito “degli sguardi sereni”, luogo incantato dalle mille sfaccettature dove s’intrecciano un miscuglio di lingue, culture e tradizioni popolari. Benvenuti in India, dove il matrimonio ha un valore religioso ma anche sociale, dove l’unione non avviene solamente tra i due sposi ma tra le loro famiglie d’appartenenza. Il matrimonio induista è infatti un sacramento indissolubile che garantisce non solo la continuità familiare con la propria discendenza, ma anche il mezzo per ripagare il proprio debito agli antenati. L’uomo infatti, dopo aver affrontato la prima grande e fondamentale tappa della propria vita, quella dello studio, adesso è pronto per affrontare quella del matrimonio divenendo così padrone di casa: Grihastha. Il matrimonio induista celebrato al cospetto di un Guru, è insomma
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un’iniziazione che segna il passaggio dalla giovinezza alla vita di coppia. È importante che si svolga in un momento astrologicamente favorevole. Infatti, la data delle nozze è scelta dal guru che vaglia la posizione degli astri decidendo perfino il minuto in cui celebrare le nozze. I colori di questa festa sono prevalentemente il rosso e il giallo. Abbiamo provato ad immaginare quanto suggestivo possa essere partecipare ad una consuetudine molto sentita e partecipata, quella del Mehndi (tatuaggio rituale), alla quale vengono invitate le amiche più care della sposa e le donne più vicine alla famiglia. La sera prima del matrimonio, la futura sposa si fa decorare sulle mani e sui piedi dei tatuaggi con l’hennè (una mistura di erbe essiccate, polverizzate ed impastate), che hanno come
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tema principale quello del matrimonio. Gli ornamenti, dei veri e propri ricami, arrivano a ricoprire quasi tutto il corpo. Il giorno delle nozze, nella mattinata, il canto di mantra propiziatori accompagna i massaggi praticati ad entrambi gli sposi, nelle rispettive abitazioni; oli profumati hanno un effetto benefico sul loro corpo, aiutano a distendere i loro muscoli e a trasmettere un’atmosfera rilassante nella quale affrontare serenamente l’importante giorno. Compiuto tale rito, lo sposo arriva alla cerimonia insieme con i suoi familiari e ad amici intimi, accolti dai genitori della sposa. Il celebrante li accoglie su un altare sovrastato da un baldacchino adornato con fiori delle più svariate forme e colori. La sposa, dopo una serie di rituali di passaggio, viene avvolta in un lungo sari e circondata da
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ghirlande di fiori, che verranno scambiate come pegno d'amore e prorio in quel momento si formulano le promesse di rito. Al momento della dichiarazione, da parte del celebrante, è suggestivo l’ennesimo lancio di una pioggia di petali profumati che corona l’unione dei due giovani. Il rito, lungo e emozionante, non ha valore legale in Italia ma può essere scelto da chiunque come gesto simbolico durante un viaggio in India, anche per celebrare una seconda volta le nozze. Una pratica che era molto frequente negli anni ’70, quando i giovani degli opulenti Stati Uniti ed Europa, attraverso la cultura Hippy e la contestazione ai sistemi di produzione occidentali, scoprirono la spiritualità tutta indiana dell’unione tra uomo e donna.
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I PREPARATIVI
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EROS E AGAPE La Grecia classica insegna: tra sesso e sentimento l’equilibrio del rapporto di coppia
di Rosi Orlando he il matrimonio oggi sia in crisi è vox populi. L’attuale numero di divorzi, sembra attestarlo. A ciò si aggiunga la folla di single, che precisa il proprio dissenso a un eventuale secondo matrimonio, con asserzioni del tipo: “Io ho dato, eventualmente la convivenza, basta e avanza” oppure, “A quest’età è difficile innamorarsi, perché si diventa più esigenti e inoltre il fallimento del divorzio, ha lasciato i segni”. Insomma, un’epidemia che si manifesta con la demonizzazione del “giorno più bello”. Sorge il dubbio se sia il matrimonio a vivere un momento di crisi o non sia piuttosto l’adulto ad avere perso la disposizione ad amare. Posto che sia facoltà dell’essere umano, bloccare l’insorgenza del sentimento. Per le vie del dubbio ci si perde, e si potrebbe sospettare che simili asserzioni siano conclusioni di comodo, che celino più che la tanto menzionata dagli addetti ai lavori, “anaffettività”, l’opportunistica riluttanza verso l’impegno e l’attrazione, in un’ illusoria seconda giovinezza, di una vita spensierata. Ecco il nocciolo della questione: “Cogito ergo sum” (penso quindi sono), diceva Cartesio. La capacità di pensiero attesta l’esistenza dell’essere umano e in un gioco quasi di parole, un essere che è il suo stesso pensare, nella coscienza che ha di sé, come soggetto pensante. (Cogito con la g, perché se proviamo a omettere la g, i nostri cattivi pensieri e i dubbi, sulla natura della crisi matrimoniale aumentano: il piatto della bilancia, dove riposano i valori di un tempo, quelli morali, tanto additati come assenti negli adolescenti, spicca il volo, perché alleggerito, svuotato.) Quindi a proposito del pensiero: c’erano una volta, i pensatori Greci, ai quali lo speculare non aveva certo sottratto il piacere
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di godersi la vita, e sull’amore riflettevano un sacco e avevano colto tante sue sfaccettature, da non impoverirlo di alcun significato. Utilizzavano infatti, almeno quattro vocaboli per indicare diverse tipologie di amore: eros, denotato da passione e desiderio; agape, in sintesi, l’amore che deve essere manifestato, disinteressato e che si cura dell’altro. L’amore insomma, nel senso più alto del termine. E poi storghé, il sentimento condiviso da familiari e coniugi; infine philìa, affetto fraterno e di amicizia. Il verbo agapao, in greco, esprime l’accogliere con affetto, l’essere che ci sta a cuore (anche se non lo merita) e manifestargli l’amore. Nella fusione di eros e agape, o meglio nel superamento di eros in agape, potrebbe risiedere la chiave per comprendere perché oggi si verifichi l’antitesi tra eros e amore. L’espressione “fare l’amore”, oggi è stata soppiantata dall’altra “fare sesso”, da parte di chi prende le distanze dai rapporti catalogati e dai vincoli, visti come il confine della libertà personale. Nella sua “Lettera Enciclica, Deus Caritas Est” il Papa, Benedetto XVI, dice: “…Il modo di esaltare il corpo, a cui noi oggi assistiamo, è ingannevole. L’eros degradato a puro “sesso” diventa merce, una semplice cosa che si può comprare e vendere, anzi, l’uomo stesso diventa merce. In realtà, questo non è proprio il grande si dell’uomo al suo corpo. Al contrario, egli ora considera il corpo e la sessualità come la parte soltanto materiale di sé da adoperare e sfruttare con calcolo. Una parte che egli non vede come un ambito della sua libertà, bensì come qualcosa che a modo suo, tenta di rendere insieme piacevole e innocuo”. E ancora, spiega Benedetto XVI: “…eros e agape, non si lasciano mai separare completamente l’uno dall’altro. Quanto più ambedue, trovano la giusta unità nell’unica realtà dell’amore, tanto più si realizza la vera natura dell’amore in genere. Anche se l’eros inizialmente è soprattutto bramoso, ascendente –fascinazione per la grande promessa di felicità- nell’avvicinarsi poi all’altro si porrà sempre meno domande su di sé, cercherà sempre di più la felicità dell’altro, si preoccuperà sempre di più per lui, si donerà e desidererà “esserci per” l’altro. Così il momento dell’agape si inserisce in esso; altrimenti l’eros decade e perde anche la sua stessa natura”.
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Fiducia nel futuro. Un carabiniere racconta. Il matrimonio per esorcizzare il ricordo della guerra. osovo, 2003-2004: erano anni in cui nonostante il clima post-bellico, la gente del posto era riuscita a serbare nell’animo l’allegria per festeggiare gli amici prossimi alle nozze. I matrimoni delle persone comuni non erano certo sfarzosi ma differenti quelli serbi da quelli albanesi, i primi caratterizzati dalla riservatezza e i secondi dall’estrosità. Questo è quanto si evince dal racconto del carabiniere trapanese Vito Cito, che proprio in quel periodo era responsabile del modulo operativo in Kosovo, in un reparto dove l’Arma dei Carabinieri perseguiva anche obiettivi umanitari. “Era un periodo difficile e accedere nelle enclave non era semplice - racconta Cito - nel mio lavoro avevo il supporto di due interpreti, uno kosovaro-serbo e l’altro kosovaro-albanese, con i quali s’instaurò un rapporto di stima e di amicizia reciproca. Così la cerchia di conoscenze si allargò. La povertà era il denominatore comune dei festeggiamenti nuziali, sebbene differivano perché i serbi limitavano gl’inviti a pochi intimi e gli albanesi, più inclini all’enfasi, legavano alle automobili, lenzuola bianche e facevano chiasso per le strade. La celebrazione del matrimonio serbo, è in relazione alla religione degli sposi, dato che, nel territorio kosovaro convivono diverse etnie e varie religioni, tra loro vi sono musulmani, cattolici e ortodossi. Negli anni in cui mi sono trovato tra loro, talvolta sono stato invitato alle feste prematrimoniali, organizzate nelle enclave. Fuori dalle abitazioni, razzolavano maiali e galline e ciò faceva immaginare ambienti interni simili, ma così non era. Prima di entrare, levavamo le scarpe per educazione e per igiene, perché le stradine di accesso erano infangate a causa della perenne pioggia e della neve. Una volta dentro, regnava la pulizia e per terra erano disposti
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numerosi tappeti, anche sovrapposti. Si sentiva il rumore dei gruppi elettrogeni fai da te, unici dispostivi elettrici di cui erano dotate le enclave serbe per servirsi della luce, che ovviamente, era fioca. Dalla penombra comparivano grandi e lunghe tavole a forma di “elle”, imbandite con diverse pietanze servite in piccole ciotole. Tutto il cibo era estremamente piccante. Io andavo in mimetica e tra gl’invitati c’erano i familiari e chi era riuscito a raggiungere la festa: perché per spostarsi da un villaggio all’altro, bisognava passare i controlli albanesi. Attorno alla tavola, stavano da una parte le donne e dall’altra gli uomini. Volevano che gustassi un po’ di tutto: l’ospite assaggia per primo, poi tocca agli uomini e quindi alle donne, che intanto aspettano. Perché tutti, comunque, attendevano che io, una volta sazio, dessi il via al loro pranzo. Poi, ciascun uomo brindava con me: s’incrociano le braccia, ci si guarda negli occhi e si manda giù un bicchierino di rakija (superalcolico simile al brandy e alla vodka) e si dice zivili, alla salute. Non si fa a tempo a sedere, che si presenta un altro commensale con il quale brindare. Parlare degli abiti indossati dai festeggiati in quel periodo, è fuori luogo, anche Max, il mio interprete, indossava i vestiti che noi avevamo portato dall’Italia. Con Monsignor Alberto Maria Careggio, vescovo di Chiavari, è stata organizzata un “Peacekeepers”, distribuzione umanitaria di un convoglio con abiti e giocattoli destinati agli abitanti del luogo. Ma nel Kosovo, non potevamo aspettarci eleganza, neanche nelle cerimonie matrimoniali. Abbiamo trovato comunque i loro sorrisi, più preziosi di qualsiasi abbellimento. E l’entusiasmo di mettere su famiglia, più forte della malinconia, che ancora aleggiava nell’aria”. R.O.
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i linzola matapoo Quando il corredo era un obbligo
di Fabio Pace illi bustini di tila di linu, chistu a so figlia so patri ci dà. Milledducentu tuvagli di filu, e re Pipinu cuntenti sarà…Milli linzola di matapolla, chistu a so figlia so patri ci dà. Breve estratto dal musical “Pipino il breve” (1978) di Tony Cucchiara, nel quale il coro canta meglio e più di un trattato sociologico la descrizione de ‘U Curredo’: la dote. Oggi non più in uso, la dote, in antichità accompagnava, quando la famiglia poteva, la nubenda verso il suo nuovo ruolo di sposa e padrona della casa. Già per i Greci la dote era una sorta di risarcimento economico per le donne che, prive di ogni ruolo sociale e di alcuni diritti come quello all’eredità, uscendo dal nucleo familiare paterno, in caso di divorzio o di vedovanza, avevano come unica garanzia di sopravvivenza solo i beni forniti loro prima del matrimonio. Anche in epoca romana, dal punto di vista giuridico, la dote era vincolata: né il padre, né i fratelli, né il marito e ovviamente neppure la stessa donna, potevano disporne. Proprio i romani, creatori del diritto che ancora oggi è alla base dei nostri codici, nelle diverse formule nuziali stabilivano principi e regole nelle “tabulae nuptiales”; una sorta di “contratto o accordo prematrimoniale” anche se la definizione è im-
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propria, che aveva, oltre alla funzione di trasmettere alcuni beni con il matrimonio, anche quello di contribuire alle spese delle nozze. La dote, nata come una liberalità, sia pure regolamentata, divenne con in secoli addirittura obbligatoria attraverso il codice giustinianeo (VI secolo d.C); un istituto, seppure modificato, che sopravvisse in Italia fino al 1975, quando, con la riforma del diritto di famiglia, uomo e donna furono messi sullo stesso piano con eguali diritti e doveri e, pertanto, fu vietato. Al di là dell’obbligo giuridico, la dote, venne considerata fino ad alcuni decenni fa, un onere morale e un obbligo da parte della famiglia della sposa ed un vincolo sociale da parte della famiglia dello sposo. Sottinteso, purtroppo, il secondario ruolo sociale ed economico della donna, oggi per fortuna superato. Nella nostra società contadina, ma anche tra le popolazioni urbane delle città siciliane, e forse nell’intero Paese, la dote era costituita da una cassapanca contenente il corredo che doveva consistere di un certo numero di lenzuola, tovaglie, piatti, bicchieri ed altre suppellettili per la casa. Più raramente la dote era accompagnata anche da poche gioie di famiglia e qualche pezzo di mobilio. Solo le famiglie più ricche,
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nobili e borghesi, potevano permettersi di più (ma non tanto di più come spiega più avanti lo storico e giornalista Enzo Tartamella). Oggi più che di dote si deve parlare di una condivisione delle spese, tra nubendi, per l’allestimento della nuova casa. Semmai le doti sono ‘residuali’ e legate a memorie affettive, cioè provenienti da patrimoni familiari che furono davvero dote delle mamme e delle nonne: tovaglie di lino ricamate, lenzuola di particolare pregio, anelli e bracciali dei nonni. Oggetti, molti di manifattura artigianali, oggi difficilmente acquistabili attraverso la distribuzione industriale.
Chi non lo sposerebbe? Ecco un buon partito. La dote, anche tra le classi meno abbienti, non fu prerogativa femminile, come dimostra la lettera che segue. È una vera e propria minuta, rilasciata al futuro consuocero, come fosse un vero e proprio “accordo prematrimoniale”. Un elenco che prova e certifica la solidità patrimoniale di un giovanotto che si apprestò alle nozze più di un secolo fa e che ebbe dal padre, benedizione di assoluta virilità, anche “2 femma mustazzo, quello che serve per farisi a barba e pi fumari a pipa” e perfino, con un po’ di macabra preveggenza, “2 fasci ppi luttu”. In questo caso si tratta di un contadino benestante, piccolissimo proprietario terriero, curatolo o colono, già affrancato dal lavoro in affitto, dall’enfiteusi e dalle forme di sfruttamento che caratterizzarono l’agricoltura siciliana fino agli anni ’50. La lettera, non modificata in nessuna sua parte, tranne per che alcune traduzioni tra parentesi per maggiore comprensibilità, è datata “Carlentini 9 marzo 1893”. Io Cammarata Peppe ca binirizione di Diu e di tutti i Santi dogno in dote a mio figghiu Turi chiddu ca scrivu: 4 tumini ri terra a Panculi una scecca e un puditru (puledro) un carrettu ccu tutti l'armiggi e li cosi ca servunu ppi lavurari uno pastrano, un paro di vettuli (bisacce) Una piritera a tubu una piritera a cannolu 4 funni a Napuliuna 4 a Sciurtinu 4 manghione di lana 4 di cotone durici quasetti accattati 4 fatti a manu 4 duzzini di fazzuletti diversi 1 cammisa fini 4 cammisi pisanti una pezza di robba ppi fari cucere cammisi 4 cause usate e 4 nove roba ppi cucere cause 2 bunache (giacche) 1 vestito di spusalizio cucito dal custureri (sarto) 2 paru di scappuna fatti fari a Vizzini 2 scappini ppi nesciri 2 legacci 2 fasci ppi luttu 2 femma mustazzo Quello che serve per farisi a barba e pi fumari a pipa. Cammarata Peppe
U corredu Tony Cucchiara originario di Agrigento, ma catanese d’adozione, è stato cantautore, interprete, ed è apprezzato autore teatrale e televisivo (è tra gli autori di Mattino in Famiglia insieme a Michele Guardì) altre informazioni su wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Tony_Cucchiara e su musical store http://www.musicalstore.it/artisti/tony.htm. Il testo integrale di U Curredu che potete leggere in basso è tratto dal musical “Pipino il Breve” del 1978. Il link per ascoltare il brano da youtube è il seguente http://www.youtube.com/watch?v=gV5QP5Z0IXI&feature=related. Sempre su Youtube è possibile vedere spezzoni dello spettacolo nell’adattamento televisivo per la RAI del 1983, produzione Teatro Stabile di Catania con Tuccio Musumeci nei panni di Pipino. U corredu Milli bustini di tila di linu chistu a so figlia so patri ci dà Milledducentu tuvagli di filu e re Pipinu cuntenti sarà. Milli suttani 'ntissuti d'argentu chistu a so figlia so patri ci dà Milledducentu fadali di pannu e re Pipinu cuntenti sarà. Milli furchetti cucchira e cutedda chistu a so figlia so patri ci da Milledducentu pignati e podedda e re Pipinu cuntenti sarà. Centu cuperti cusuti cu l'oru chistu a so figlia so patri ci dà Sei cuttunini p'u friddu 'i jnnaru e re Pipinu cuntenti sarà. Centu para cosetti 'i cuttuni chistu a so figlia so patri ci da Centu scarpini di peddi 'i muntuni e re Pipinu cuntenti sarà. Milli linzola di matapolla chistu a so figlia so patri ci dà Milli vistini pi pariri bella e re Pipinu cuntenti sarà. Milli e cchiù camicetti di sita chistu a so figlia so patri ci dà Milli mutanni ci duna ala zita e re Pipinu cuntenti sarà. Unnici scrigni chini 'i diamanti chistu a so figlia so patri ci dà centucinquanta tra aneddi e pinnenti e re Pipinu cuntenti sarà. Sciatu di l'arma pezzi di cori chistu a so figlia so patri ci dà ca vali cchiù di ducentu tesori e re Pipinu cuntenti sarà. 15
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TABULAE NUPTIALES La dote in Sicilia nel XVIII secolo abulae Nuptiales, come gli accordi prematrimoniali del diritto romano, è il titolo di un libro del giornalista, storico e scrittore trapanese Enzo Tartamella, pubblicato da Maroda Editore, piccola casa editrice specializzata in pubblicazioni di alto pregio grafico e tipografico. “Questo volume - spiega lo stesso l’autore nella presentazione - è uno spaccato, uno spicchio della grande arancia che è stato l’universo umano della Sicilia; una sola quinta del grande palcoscenico della vita quotidiana del Settecento… I vestiti della sposa, la sua biancheria, il mobilio, i numerosi dipinti presenti in quasi tutte le case, il pentolame di rame e di stagno, gli scaldini per il letto, le casse per conservare il formaggio, le ciocolattiere, i molinetti per macinare il caffè, le sorbetterie, i rari libri, i coltelli per capoliare la carne e ottenerne la salsiccia, i matrimoni clandestini emergono dalle ricerche svolte negli archivi dell'Isola. È la storia minima ricostruita recuperando nomi di potenti, ma anche di tantissimi artigiani, armatori, piccoli e grandi proprietari terrieri, contadini, mercanti e operai, dei loro guadagni e delle loro fatiche”. Tartamella, come nasce l’idea di costruire un libro sulle tabulae nuptiales? Nei tanti anni di mie ricerche attraverso Archivi di Stato, fondi delle Secrezie, archivi privati e atti delle Vicarie foranee, principalmente documenti del XVII e XVIII secolo, mi sono imbattuto, anche in atti nuziali ed in alcune doti. Mi sono chiesto: quanti matrimoni di ieri sono uguali a quelli di oggi e quanto questi ultimi sono figli di quelli di ieri? E così nel corso della ricerca si comprende che quello che si credeva molto spesso non è… la verità talvolta ha un altro sfondo. Perché ha scelto questo titolo?
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Un certo numero di lettori, e non sono pochi, predilige un certo garbo nell’esposizione e quindi la fedeltà delle fonti e poi io mi rifaccio, con molta umiltà, alla scuola francese degli annales che si riconduce la ricerca, passo dopo passo, alla documentazione fedele. Come era costituita la dote delle future spose? Sostanzialmente si componeva di raubae albae, cioè la biancheria, così denominata fino al ‘700; jocalia, cioè gioielli e poi la parte dell’arredo, qualche tavolo, qualche cassapanca, qualche utensile per la cucina. Il mobilio, nel senso moderno, non esisteva, anche la casa patrizia aveva tre casciabanchi e li dentro si conservava il corredo che era la biancheria della casa. Ed è stato così fino ai primi anni del ‘900. In che consistevano le raubae albae? Coperte, lenzuola, federe, camice da notte, tuvagghe di faccia, sottane, la cuffia da notte per la testa. Tutto moltiplicato in ‘addrizzi’ di tre, cioè tre paia di lenzuola, tre camice da notte e così via. Poi c’erano, doti più ricche, con gli addrizzi di sei. Il termine addrizzi, va spiegato, non è propriamente settecentesco ma compare più tardi, nel tardo 800 e nel ‘900. Così come nel ‘700 non c’erano nel corredo le mutande, ché non esistevano. Compaiono nell’800 quelle al polpaccio per coprire, e nel ‘900 cominciano le prime leziosità fascinose dell’intimo femminile: il merletto, il traforo. Cosa ha evinto dalle ricerche? La biancheria doveva essere abbondante perché doveva essere usata per tutto il tempo del matrimonio, a meno che le mogli non morissero prima; cosa per altro frequente per le morti da parto. Talché si trovano documenti relativi a uomini che in uno stesso notaio nell’arco di 10 anni si sposano due volte o tre volte. Nel caso di premorienza, se c’erano figli, d’accordo con i parenti della moglie defunta, la dote rimaneva nell’ambito familiare. Se l’uomo si fosse risposato in genere la dote veniva lasciata purché destinata ai figli e dovevano risponderne, sia lui che la nuova moglie. Se invece la donna non moriva la dote serviva per tutto il tempo maritale. F.P.
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Minimal ma di qualità Il corredo ricordo del passato. Prevale la scelta a complemento d’arredo osaria Mazzeo è la terza generazione di una famiglia di commercianti trapanesi specializzati in corredi e biancheria per la casa (prima di lei il padre Ignazio ed il nonno Giuseppe). Terminologia un po’ desueta, legata, oltre che alla tradizione, alle vecchie tabelle merceologiche ormai non più esistenti. Oggi, corredo e biancheria per la casa sono ben altro, in linea con le esigenze delle donne moderne e delle contemporanee esigenze dell’abitare, come la stessa Rosaria Mazzeo spiega. “Il corredo come lo si intendeva nel passato, eredità delle antiche doti, non esiste più. Fino a pochi decenni fa, quando gestiva il negozio mio padre, le ragazze venivano con le mamme a scegliere il lino, il tessuto più prezioso, che si comprava a metraggio e che poi veniva impreziosito con pizzi e ricami. Oggi ciò che si trova nei cassetti delle giovani donne, di ricamato a mano, sono pezzi tramandati da madre in figlia. Prevale tra le ragazze l’orientamento di un corredo minimal, che non chiamerei neppure più corredo. Pochi pezzi: lineari nello stile e estremamente funzionali ma che siano in grado di sposarsi con l’arredamento, anche il più moderno”. Il ricamo insomma è stato soppiantato dall’essenziale? “Sì; tessuti possibilmente di alta qualità, se non addirittura pregiati in taluni casi, ma nulla che ricordi il lenzuolo o la tovaglia ricamata. Anche perché una tovaglia ‘davvero’ ricamata a mano costa moltissimo. Le ricamatrici ci sono ancora, ma non sono più quelle di una volta e non possono certo lavorare per le remunerazioni del passato. È chiaro che il costo della manodopera rende il pezzo prezioso non solo dal punto di vista artigianale ma anche economico. E poi c’è da fare la differenza tra ricamo a mano, sfilato siciliano, applicazione del pizzo, il prezzo cambia a secondo del lavoro. A parte che non lo cercano più, lo stile delle abitazioni è cambiato e noi ci adeguiamo a ciò che prevale nell’uso quotidiano”. Nel passato c’era la termocoperta, erede industriale dell’antico “cutruni’’…
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“Soppiantata dal piumone, in piume d’oca o in acrilico. Ne vendiamo ancora qualcuna ma in quantità non rilevanti. E poi il piumone ha un alto valore di complemento d’arredo, non è la coperta che si nasconde sotto il copriletto. Ha una doppia funzionalità: talvolta per l’impatto cromatico che ha è il primo elemento di arredo per una camera da letto; è in grado di far risaltare l’insieme, segue i colori della moda, è facilmente lavabile e meglio gestibile di qualsiasi coperta”. Cosa vogliono le ragazze nel loro ‘corredo’? “Innanzi tutto non vogliono spendere tantissimo. A volte le madri sono più esigenti, forse legate a una tradizione che è loro appartenuta, quando i pezzi si facevano dodici per tipo (addrizzi di dudici, ndr). Le ragazze si limitano all’essenziale, ma che sia di alta qualità, pienamente funzionale e sfruttabile. La ricerca di qualità non è però legata, come nel passato, all’imperativo della durata per tutta la vita. Insomma lenzuola, vestaglie, tovaglie, asciugamani, teli da bagno, accappatoi che non rimangano riposti nei cassetti per anni, ma che siano di uso quotidiano, in linea con le proprie esigenze contemporanee, legate ai tempi del lavoro, alle abitazioni, agli arredi. Spesso ‘runner’ e tovaglie all’americana vengono preferite alle nostre tovaglie da tavola; le trapunte hanno soppiantato le coperte di medio peso, analogamente a quanto accaduto per termocoperte e piumoni. Ciascuno cerca di fare prevalere anche nelle scelte della biancheria per la casa il colore dominante della propria abitazione. Per questa ragione dobbiamo stare attenti ai colori guida. Per il momento prevalgono i grigi, i lilla, i viola, i glicine”. Un consiglio per il corredo delle giovani che si apprestano al matrimonio? “Non rinunciare alla qualità. Nella mia esperienza ho registrato che le scelte di qualità pagano e rispondono alle esigenze ed alle attese dei clienti” . F.P. 17
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LA PAROLA ALL’AVVOCATO a cura di Iolanda Frazzitta Avv. Civilista
Accordi prematrimoniali Normali negli States non previsti in Italia n passato di contratto prematrimoniale si sentiva parlare solo nelle cronache rosa d’oltreoceano, oggi è argomento attuale anche in ordinamenti come il nostro, ancorati ad una rigida concezione pubblicistica del matrimonio. L’uso di accordi di questo tipo (prenuptial aggreements) è tendenza diffusa negli Stati Uniti tra star del cinema e ricchi industriali per difendere il proprio patrimonio da compagni più innamorati del conto in banca che del futuro coniuge. L’accordo prematrimoniale regola, in via preventiva, l’aspetto economico ed altri oneri, specificatamente individuati in scritture private, assunti dai futuri coniugi per disciplinare la loro vita coniugale e l’eventuale fallimento della stessa. La loro applicazione permette, inoltre, di ridurre i tempi del processo di separazione e divorzio. Gli accordi prematrimoniali sono contemplati, seppur con sostanziali differenze di applicazione, negli ordinamenti giuridici di diversi stati: USA, Francia, Inghilterra, Irlanda, Spagna, Portogallo, Germania, Giappone ed Australia. Il titolo di “pioniere delle nozze personalizzate” va certamente attribuito al contratto del 1968 concluso tra Aristotele Onassis e Jacqueline Kennedy, che regolava dall’appannaggio annuale alla liquidazione in caso di rottura del matrimonio e perfino la frequenza degli incontri sessuali. Negli USA il ricorso a tali accordi è la regola per le coppie con una posizione sociale ed economica di prestigio. Ciò trova la sua ratio nel fatto che i Paesi di common law le leggi sono meno numerose che da noi, in quanto sono i giudici a farle con le loro sentenze: viene quindi riconosciuta alla sfera dell’autonomia privata, nell’ambito dei rapporti di natura familiare, un’ampiezza maggiore di quella prevista in Italia. L’ordinamento italiano, invece, parte da una concezione pubblicistica del matrimonio e dei procedimenti di separazione e divorzio e non prevede accordi di tal genere.Lo Stato tende quindi a tutelare i valori della solidarietà coniugale e dell’intangibilità degli interessi della prole. La legge italiana, ad oggi, non consente pattuizioni di tal genere che vengono pertanto considerate nulle, perché non è
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consentito disporre preventivamente di diritti che sorgono alla eventuale rottura. La stessa carta costituzionale prevede tra i principi irrinunciabili il divieto di formare intese valide preventive di divorzio, in quanto simili accordi compromettono il diritto inviolabile di difesa nell’eventuale procedimento di divorzio: il coniuge più debole economicamente potrebbe infatti rinunciare ai suoi legittimi diritti solo per poter contrarre il matrimonio. La corte di Cassazione più volte intervenuta al riguardo ha sempre ribadito che l’esistenza di un accordo preventivo in vista di una futura rottura potrebbe condizionare le scelte dell’individuo, come quella di divorziare, che per loro natura devono restare assolutamente libere. Il nostro diritto di famiglia è infatti legato alle condizioni di fatto del momento in cui si verifica la rottura del matrimonio: quindi finché non ci sono le condizioni di divorzio non si può decidere quali saranno le sue regole! Il contratto prematrimoniale come quello stipulato dal Principe William e da Kate Middelton non potrebbero mai trovare riconoscimento nel nostro ordinamento in quanto in contrasto con il rigido sistema garantistico dei diritti familiari previsto in Italia. La scelta di accordare tutela più forte ai diritti del coniuge e della prole, piuttosto che alla libertà dei futuri sposi di regolamentare discrezionalmente il matrimonio, è punto ancora oggi saldo dell’ordinamento giuridico italiano. Pur tuttavia è data facoltà ai futuri coniugi di poter stipulare un accordo che regoli la divisione dei compiti di cura ed educazione dei figli, o che stabilisca la divisione dei compiti organizzativi ed i contributi economici a carico di ciascuno, sempre che si appalesino come manifestazioni di volontà che individuino le responsabilità di ciascuno in base ad un progetto di vita matrimoniale, espresso in epoca non sospetta. Così come è lecito concludere accordi che prescrivano a carico del coniuge economicamente più forte l’impegno al pagamento di importi maggiori a titolo di mantenimento. Di questi potrà eventualmente tenere conto il giudice al momento della separazione o divorzio.
ph. Piero Lazzari
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iusi Coccellato rappresenta la terza generazione della Ditta Scuderi Spose. Dalla nonna ha ereditato la passione per i cappelli e dalla madre acquisisce, fin da bambina, l’esperienza nel settore. Da sempre a contatto con una clientela attenta ed esigente per il suo innato estro creativo, si fa apprezzare come modista dei nostri tempi, ma soprattutto è in grado di dare il giusto consiglio nella scelta molto importante dell’abito da sposa.
TRAPANI Scuderi Spose - Via Scontrino, 2 Show Room Scuderi - Piazza Vitt. Emanuele, 19 Tel. 0923.24572 - www.scuderispose.it - info@scuderispose.it
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FOLLI PROPOSTE Quando l’originalità strappa il SÌ
n giovane di Boston per chiedere alla sua fidanzata di sposarlo ha compilato, con l’aiuto degli esperti di un giornale della sua zona, un cruciverba molto originale. Al 111 orizzontale è comparsa la fatidica domanda “ Vuoi sposarmi”? Originale? Certamente oggi, si cerca il “come” più bizzarro per chiedere la mano alla propria fidanzata; il modo giusto, che rimarrà nei ricordi per tutta la vita. Siete capaci di disegnare, siete dei geni della caricatura? Preparate un fumetto con il racconto della vostra storia, portate poi il vostro partner in un luogo significativo per entrambi e regalategli la vostra “opera”. Se siete un “lui” vi conviene far seguire al fumetto un anello. Oppure po-
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treste avanzare la vostra richiesta ufficiale ad alta quota, come ha fatto il fidanzato di una hostess che durante un volo ha preso il microfono per le comunicazioni di servizio ed ha chiesto alla sua amata di sposarlo. Dunque, come proporsi in matrimonio? Eccovi alcune situazioni un po’ bizzarre… tutte già sperimentate con successo. Da una tipografia specializzata potreste farvi preparare un grande manifesto con una frase d’impatto, da affiggere come cartellone pubblicitario da personale qualificato. Oppure potreste acquistare uno spazio pubblicitario in una tv locale e preparate un breve Tg con tanto di proposta di matrimonio. E ancora… Avete mai pensato di travestire un autobus?
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Uno qualsiasi... L’idea è particolare, e consiste nel rivestire un intero mezzo pubblico di fiori, dove, invece della destinazione, ci sarà la vostra proposta di matrimonio. E perché non coinvolgere il più fedele tra gli amici? Se la vostra ragazza possiede un cane al quale è molto affezionata ecco l’occasione giusta per adorarlo ancora di più. Come? Semplice, attaccando la scatola con l'anello al collare del cagnolino.. e spingerlo ad andare verso la sua padroncina… chissà che effetto le farà… E perché non organizzare solo per lei una serata all'insegna dei fuochi d'artificio? La portate sul tetto di una casa (possibilmente in campagna, dove si dovrebbero vedere le stelle) e, all'orario stabilito, cominceranno i fuochi d'artificio, solo per lei. Un po’ costoso ma d’effetto. Se invece non avete molti soldi, ma non volete rinunciare alla originalità, avete bisogno solo di una vecchia maglietta bianca sulla quale scriverete la frase, e di una bella camicia da indossare sopra. Vi presentate da lei con non curanza (la camicia sarà aperta) e se la maglietta sarà notata… il gioco è fatto! La richiesta di matrimonio manda in tilt gli uomini che, colti da cali di creatività, si riversano nel web alla ricerca di espedienti e situazioni, per formularla nella maniera più appropriata ed originale. Dalla classica cena a lume di candela, alla proposta nel luogo del primo bacio; dall’anello nascosto nei luoghi più improbabili, all’apparizione della richiesta sullo specchio del bagno.
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L’originalità talvolta può sforare persino nel dubbio gusto. Un ginecologo ha conosciuto come paziente quella che sarebbe divenuta la moglie. Dopo un anno dal loro incontro, durante una visita di controllo, indovinate dove ha nascosto l’anello di fidanzamento? Immaginate bene… et voilà… una specie di gioco di prestigio. Signora sorpresa, ginecologo compiaciuto della sua trovata. In redazione è piaciuta molto l’idea di Sid, che fidanzato da ben 10 anni con Sara, da tempo pensava ad una proposta di matrimonio originale e alla fine ha avuto un idea proprio geniale. Sid ha creato un vero e proprio “trailer – proposta matrimonio” con protagonisti due pupazzi in stile Muppets ed è riuscito a convincere il titolare di una sala cinematografica, in cui sapeva che Sara si sarebbe recata, a trasmetterlo. Immaginate Sara quando al posto del film è partito il trailer ispirato alla loro storia d’amore con tanto di proposta “Sara will you merry me?”. Scoppiata in lacrime ha accettato tra l’incredulità di ignari spettatori. Che altro dire: “… e vissero felici e contenti”. The end. R.N.C.
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Sfaccettature a cura di Catia Amantia Graduate gemologist
Perle…di saggezza Qualcosa di nuovo per la sposa radizione vuole che la sposa indossi “qualcosa di nuovo” al momento del Sì: cosa può esserci di più bello e prezioso di una parure di perle? È uso antico, e credenza diffusa, che la suocera regali alla nuora delle perle come simbolo della sua accoglienza. Per gli antichi romani erano l’emblema dell’amore, delle nozze, della gioia e della purezza. Qualunque sia il suo significato, la perla è semplicemente unica e indescrivibile, creata per la donna moderna e femminile. Una volta era considerata un lusso per poche fortunate: regine, ricche attrici, nobildonne. Le perle hanno conosciuto maggiore diffusione ed accessibilità agli inizi del Novecento quando il geniale e tenace Kokichi Mikimoto introdusse i primi esemplari coltivati. Da allora non hanno mai conosciuto il tramonto. Le perle sono gemme organiche prodotte da organismi viventi, comunemente indicati come molluschi. I molluschi perliferi possono vivere in acqua dolce o in acqua salata; questi ultimi (ostriche) producono le perle più pregiate. Non è affatto scontato che un mollusco riesca a produrre una perla. Solitamente questo avviene perché il mollusco reagisce ad uno stimolo come forma di difesa verso un’intrusione. Questa intrusione può essere di origine naturale, come un piccolo organismo parassita, o indotta dall’uomo con l’introduzione di un elemento estraneo all’interno del corpo del mollusco. Nel primo caso la perla che si forma viene detta perla naturale, nel secondo caso perla coltivata o di coltura. Le perle coltivate “Akoya”, prodotte per la maggior parte in Giappone ed in Cina, sono state le prime perle “intere” ottenute dai processi di coltivazione. Per tradi-
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zione storica, esse sono diventate il tradizionale simbolo che identifica l’espressione “filo di perle”. A parità di tutti i fattori di valutazione (forma, lucentezza, colore, superficie, qualità del nacre) il valore delle perle coltivate aumenta, progressivamente, con l’aumentare delle dimensioni del loro diametro. Le “South Sea”, comunemente chiamate Australiane, sono prodotte da un’ostrica più grande dell’Akoya e possono raggiungere i 20 millimetri di diametro. Le colorazioni sono simili alle perle Akoya, ma con una maggiore presenza dell’argento come colore di fondo. Non è raro trovare perle australiane tendenti al giallo oro (quest’ultime definite “perle gold”). Sono, di fatto, le perle che raggiungono i prezzi più elevati. Le Thaitiane, prodotte dal mollusco “dalle labbra nere”, sono famose per la loro colorazione caratteristica che può andare dal grigio al nero ed assumere un fondo neutro oppure verde, melanzana o marrone. Le più economiche sono le perle coltivate in acqua dolce, dette anche di fiume, che presentano una gamma di colori e forme molto ampie. Il filo di perle, oltre che essere usato il giorno del matrimonio, accompagna una donna per tutta la vita e viene tramandato di madre in figlia. Per mantenere intatta la luce delle perle si consiglia di pulirle con un panno imbevuto di acqua distillata, evitare fonti di calore troppo forti, il profumo e la lacca. Regola d'oro: cambiare il filo almeno una volta l’anno. Una leggenda vuole che le perle siano nate dai raggi della luna, pertanto siano figlie di Artemide, protettrice del matrimonio, della fertilità e del parto. Auspicio migliore non può esserci il giorno delle nozze.
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NON È VERO, MA CI CREDO. Usi, tradizioni, e credenze popolari
di Stefania Martinez
n magazine che si occupa di “Nozze” poteva non trattare, sia pure ironicamente, le tradizioni popolari e le credenze (al limite della superstizione) che contraddistinguono il giorno del matrimonio? Per chi ci crede naturalmente! E per chi, inguaribile suddito della ragione, non ci crede ma preferisce non correre rischi. L’abito da sposa rappresenta, da sempre e in tutte le culture, l’elemento più importante della cerimonia, poiché indossato dalla protagonista assoluta della funzione solenne. Solennità conferita sia per gli aspetti religiosi che per l’intrinseco valore collettivo e pubblico. Nell’antica Grecia le spose indossavano tuniche bianche, ma per le popolazioni elleniche del tempo il bianco simboleggiava la gioia, non certo la verginità e la purezza, concetti che appartengono invece alle culture cristiane, ma solo di recente. Le spose romane erano invece avvolte da veli gialli e arancioni; quelle cinesi vestivano di rosso. Rosso è ancora oggi il colore nuziale delle spose indiane. Le spose longobarde vestivano solo di una tunica nera, mentre le fanciulle bizantine delle classi più ricche indossavano vesti di seta rossa con ricami in oro e pietre preziose. Nel Medio Evo e nel Rinascimento gli abiti nuziali erano molto colorati, perché sarebbero stati indossati anche in seguito, durante le feste. Il colore più usato era comunque
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il rosso in segno propiziatorio per le nascite. La tradizione dell’abito bianco risale all’Ottocento. Quando, nel 1854, la Chiesa Cattolica enunciò il dogma dell’Immacolata Concezione, ossia che Maria nacque senza peccato originale, dunque Vergine. Così, per invocare la protezione della Madonna, le giovani spose iniziarono a indossare abiti bianchi e il velo diventò simbolo della sottomissione a Dio e insieme, con una connotazione di ordine sociale, al marito. Nel giorno del matrimonio, per la sposa, è considerato di buon auspicio indossare: qualcosa di vecchio, immagine della tradizione; qualcosa di nuovo, rappresentazione della vita che si appresta ad un nuovo inizio; qualcosa di prestato, segno di complicità; qualcosa di blu, come augurio di serenità e qualcosa di regalato come simbolo di amore. Non è invece di buon auspicio che la sposa mostri l’abito al futuro ma-
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rito. Anche confezionarsi l’abito da sola, ammesso che si sia capaci di farlo, non è di altrettanto buon auspicio per la futura sposa: dunque meglio affidarsi alle sarte o, come usa, acquistarlo già confezionato. La sposa, inoltre, non deve guardarsi allo specchio interamente vestita; meglio omettere di indossare qualcosa: guanti, scarpe o qualsiasi altro accessorio che va a comporre la mise nuziale. La tradizione suggerisce di preferire un velo usato piuttosto che un velo nuovo. Meglio, in particolare, se questo è appartenuto ad una donna felicemente sposata. Tante le credenze: - non è di buon augurio per i futuri sposi vedersi prima della cerimonia. - non bisogna dormire nella nuova casa prima del matrimonio. - il bouquet della sposa va regalato. A proposito di usi e tradizioni: sapete perché lo sposo deve varcare la soglia della nuova casa con la sposa in braccio? Per evitare che quest’ultima inciampi, evitando così le avversità del fato. Anche per le bomboniere non manca la credenza popolare di inserire cinque confetti. Ciò deriva dal fatto che cinque sono gli ingredienti per un buon matrimonio: salute, ricchezza, gioia, longevità e fertilità. A questo punto non possiamo non parlare del letto nuziale e di come preparalo. La “cunzatina del letto” è l’usanza meridionale secondo la quale la sposa non deve prepararsi il letto da sola, segno di “mal’auspicio”, ma farselo "cunzare" da ragazze, 26
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preferibilmente nubili e vergini, in numero dispari: o tre o cinque... Dopo che il letto è pronto gli sposi non devono entrare in camera da letto fino alla prima notte di nozze. Questa tradizione veniva seguita con intransigenza e meticolosità ma oggi è un buon motivo per trascorrere con le amiche più care, non necessariamente illibate, una serata in allegria. Una sorta di addio al nubilato più intimo. I matrimoni più caratteristici e tradizionali, affermano gli studiosi del costume, sono quelli del Sud Italia ed in particolare quelli della nostra Sicilia. Oggi alcuni usi popolari, legati per lo più alla cultura contadina, sono andati persi ma ogni città o paese ha le sue tradizioni e quindi non è detto che non si possa trovare una sposa vestita di celeste come succedeva nei primi anni dell’800. In alcuni borghi siciliani era consuetudine spargere “vino” davanti la casa degli sposi, oppure gettare del frumento al posto del riso, usi che hanno tutt’oggi un valore. In Sicilia, inoltre, la celebrazione del matrimonio non durava solo lo spazio di alcune ore, come accade oggi, ma diversi giorni e il ricevimento era caratterizzato dal tavolo con i regali, mentre il letto nuziale veniva preparato con al centro il cuscino con le fedi. Dopo il ricevimento, amici e parenti scortavano gli sposi fino a casa, dove la madre della sposa, oltre a preparare il letto nuziale, aiutava la figlia a svestirsi e si dice che in alcuni casi, immaginiamo con crescente disappunto del novello marito, questa restasse in casa durante la prima notte di nozze nel caso la figlia avesse bisogno.
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blu le mille bolle blu Quando il colore segna le nozze
di Erika Nicastri ite quello che volete, ma il giorno delle nozze resta sempre il sogno di ogni donna. E come tale viene immaginato. Da sogno. Tutte noi, con le amiche, tra un discorso e l’altro davanti ad un aperitivo, abbiamo sciorinato dettagli scenografici e proposto idee immaginifiche per quel giorno che ci vede protagoniste di uno show a tutto tondo su noi stesse. E ognuna ha il suo particolare leitmotiv: «Voglio che il mio matrimonio sia tutto blu». Blu, dice lei. Tutto blu. La prima cosa che mi viene in mente sono i fiori; mirto, ortensie e anche la lavanda e i giacinti e tutto fila perfettamente in attinenza con la simbologia delle nozze visto che rispettivamente il significato di questi fiori è il matrimonio e la fedeltà. «Voglio 3 piani di torta tutta di cioccolato plastico color cobalto, e sarà magnifica visto che il mio abito da sposa raccoglie la stoffa in una grande peonia blu». Afferrato il concetto. I matrimoni a tema spesso ruotano tutti semplicemente attorno ad un colore di fondo, alla coordinazione di tutti i dettagli e all’ambientazione che crea le immagini volute dagli sposi. Il blu rende molto suggestiva la cerimonia, magari svolta in una location sul mare e non è difficile trovare il tovagliato della nuance oltremare che viene illuminato da coprimacchia, centritavola e candele bianche eteree per
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suggestivi colpi di luce. Così come i dettagli nei colori pastello, tendenza dell’anno passato, ma sempre vigile anche quest’anno, si prestano molto a location e abiti, che si ancorano con lo strascico a tendenza vintage, lasciando aperto il passaggio che permette a fiori retrò e forme da favola ed elementi tradizionali di rispolverarsi oggi. Non ultimo lo sa bene la “signora d’Inghilterra”, Kate Middleton con il suo bell’abito McQueen che come la nuova Grace Kelly sfoggia pizzi, merletti e un abito dal taglio romantico. L’ispirazione non si sa mai da dove viene; magari anche la “sposa blu”, come me, ha sognato davanti al prezioso ricamo interno nei toni del blu, della scenografica gonna di Christian Dior per l’Haute Couture 2009 -10, o agli abiti da gran galà della Collezione 2011-12 di Armani Privè. O Chissà. Fatto sta che quel giorno, loro, gli sposi, si sentiranno come sotto un cielo notturno stellato o come in mezzo al mare oceanico, brindando con due flute di Brut Incrocio Manzoni. E via con le mille bolle blu.
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Alle future spose dedichiamo questo servizio fotografico. A loro offriamo il frutto dell’incontro di diverse professionalità che operano nel settore moda e che, in sinergia, hanno collaborato per esprimere al meglio l’estro e la passione di sempre.
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Foto Piero Lazzari Abito Scuderi Spose Hair Stylist e Make up Rosa Aleo per Solaris Parrucchieri Gioielli Amantia Gioielli Bouquet Quartana Fiori Location Palazzo Torralta
Foto Piero Lazzari Abito Scuderi Spose Hair Stylist e Make up Rosa Aleo per Solaris Parrucchieri Gioielli Amantia Gioielli Location Palazzo Torralta
Foto Piero Lazzari Abito Pippo Giacalone Hair Stylist e Make up Mimma Chiappara Gioielli Amantia Gioielli Bouquet Quartana Fiori Location Palazzo Torralta
Foto Piero Lazzari Abito Pippo Giacalone Hair Stylist Bartolo Di Grazia per Vis a Vis
Make up Mimma Chiappara Gioielli Amantia Gioielli Location Palazzo Torralta
Foto Piero Lazzari Abito CbyC Hair Stylist e Make up Mimma Chiappara
Foto Piero Lazzari Abito CbyC Hair Stylist e Make up Mimma Chiappara Gioielli Amantia Gioielli Bouquet Bartolo Fiori
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TRA PIZZI, MACRAMÈ E SWAROVSKI Uomo o donna trionfa il made in Italy. Fatturato a + 2%
assione, emozione, tradizione ed eleganza. Sono gli ingredienti che hanno reso unico l’evento sposa più atteso dell’anno “SI - Sposa Italia” che si è tenuto a Milano nel mese di Giugno. Una vasta rassegna dedicata alle più prestigiose firme del Made in Italy che racchiude un modo di pensare la sposa, lo sposo e la cerimonia attraverso la sensibilità, l’estro e la creatività dei nostri migliori talenti che, in fine dei conti, rappresentano la tradizione sartoriale del nostro paese. I numeri. Seimila gli abiti in esposizione e 6430 i buyer, esattamente il 4% in più rispetto allo scorso anno con presenze da Austria, Germania, Finlandia, Norvegia e Svezia. Il bacino dei paesi dell’est s’è riconfermato come mercato di riferimento per gli abiti da sposa, mentre un decremento arriva da Spagna e Francia. La migliore soddisfazione viene dal Giappone con una buona presenza di buyer. In aumento i compratori cinesi, buona tenuta degli Usa e in arrivo nuovi mercati come Brasile e Australia. Export positivo, dunque, un dato che trova riscontro anche nell’ultimo rapporto SMI (Sistema Moda Italia) sul comparto, relativo al 2010, dal quale emerge un + 7,1% dopo un pesante ‐18% del 2009. Buono anche il fatturato complessivo del settore abiti da sposa che, sempre secondo SMI, si attesta su un +2% di crescita. Le tendenze. Le spose 2012 avranno quasi sempre le
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spalle scoperte e il punto vita sottolineato. Tramonta il taglio impero a favore di corpetti strutturati su maxi gonne ampie e leggere. Le linee scivolate e minimal sono le preferite dalle spose occidentali e giapponesi. Negli Stati Uniti, invece, vince l’abito particolarmente ricco e strutturato, anche se le spose americane destinano un budget inferiore (circa 35 mila euro) all’evento “matrimonio” rispetto alla spesa un po’ più alta delle italiane (40 mila) e delle inglesi (43 mila). In particolare, per l’abito, le italiane acquistano in un range fra i 2400 e i 6000 euro, un po’ meno della disponibilità inglese che parte da 3200 per raggiungere anche gli 8000 euro. Tutt’altro discorso per le collezioni maschili in Usa, perché oltre oceano la tendenza per lo sposo è quella di noleggiare l’abito per il giorno del sì, creando un buon indotto fra i distributori di abiti a noleggio. Carta e pizzo. Il matrimonio ecologico è ormai l’ultima moda e lo dimostra la stravagante proposta sartoriale di David Fieldono, stilista inglese che ha proposto un abito realizzato in carta. Un modello che non ha nulla da invidiare ai vestiti realizzati in tessuti ricercati e sofisticati come la sete o il macramè. Ma entriamo nei particolari. Fiocchi, dettagli colorati anche per la prossima stagione e così gli abiti per le nozze si allontanano dal tradizionale con qualche eccezione
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per le spose più classiche. Ma soprattutto dopo aver visto Kate raggiante nel suo abito nuziale esplode la “pizzo mania” e così molte sposine si sono innamorate del corpetto dell’abito di Sarah Burton per Alexander McQueen. Dunque torna di moda il pizzo. La collezione Acquachiara 2012 veste di modernità le linee couture, mescolando colori e materiali inconsueti, forme molto sexy o volutamente classiche, azzurri lievissimi o blu intensi. Garze, taffettà, organze, giocano con cotoni ricamatissimi , lini e tulle stropicciato. I pizzi si contrappongono ad un romanticismo denim e ruches e fiori muovono le forme con allegria. Per Antonio Riva l’abito non cela il corpo ma lo esalta, non deve essere esagerato ma sobrio senza lasciare nulla al caso. Tagli sartoriali artigianali con costruzioni geometriche. Molto risalto viene dato a ruches, fiocchi e volute. La collezione Quintaessentia di Danilo Fedrighi punta su un design innovativo, tessuti pregiati, piogge di Swarovski, piume e pizzi ricamati a mano. Grande protagonista il corto. I colori sono bianco e avorio con sfumature in argento e oro.
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Tessuti ricercati e scultorei, linee morbide e volumi ampi sono le linee guida di Domo Adami Bridal Couture Made in Italy. La silhouette è sottolineata da giochi di drappeggi e preziose lavorazioni tradizionali come il pizzo. Bustier leggeri fasciano la figura mentre pizzi ricamati da cristalli regalano luce alle scollature. Lo sposo. La nuova collezione uomo di Gai Mattiolo propone un look decisamente contemporaneo , originale e studiato nei minimi particolari. Raso lucido accostato al pizzo. Il nero cede il passo al bianco, al grigio perla e al blu. Doppi revers e applicazioni di cristalli caratterizzano giacche dalla linea asciutta su pantaloni a vita bassa. Renato Balestra pensa ad un uomo ricercato ed attento allo stile. I colori chiari si alternano al blu mentre il nero regala sfumature fino a creare effetti degradè. Per chi desidera tessuti più luminosi l’ideale è un completo in shantung di seta. Il tight viene riproposto in forme nuove trasformandosi anche in semitight. Le giacche sono lunghe o normali in colori scuri abbinate a pantaloni a righe e gilet a tre bottoni in raso grigio perla. Alcuni modelli reinventano lo smoking con bande laterali a contrasto e cintura in raso. S.M.
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ELEGANZA A MISURA DI DONNA La sposa metropolitana di CbyC ’atelier è luminoso, rilassante. Le pareti, i mobili, gli arredi, creano una atmosfera in cui la luce è protagonista insieme agli abiti da sposa e da cerimonia, mai nascosti, esibiti, presentati, quasi ostentati. Mostrati nelle loro forme, nelle linee, nel gioco di ombre e di barlumi, di riverberi che i diversi tessuti offrono alle mille gradazioni del bianco: un colore che non è colore. Una atmosfera quasi eterea e che però contrasta armoniosamente, in una ricercata antitesi stilistica, con la donna “metropolitana” immaginata da Cristina Spada nella sua linea CbyC: elegante, dinamica, dalla forte personalità che rifugge gli stereotipi. L’atelier Spada consente di scegliere l’abito da sposa tra i modelli disegnati da Cristina o tra altre linee di grandi stilisti. Ogni creatore di moda è certamente influenzato dalle tendenze del momento ma prende spunto, in primo
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luogo, dalla propria ispirazione, da ciò ha dentro di sé. “Quando disegno i miei abiti – spiega Cristina Spada – c’è molto di me, colori, umori, fanno parte dell’ambiente in cui vivo e delle mie esperienze. Quest’anno la collezione si rivolge sopratutto ad una “donna attuale”. È finita secondo me l’epoca del principe azzurro e quindi di una sposa esageratamente romantica. Bisogna essere più realiste, non c’è il principe azzurro, semmai c’è un principe nero Per questa ragione nella mia collezione prevale un gusto più metropolitano, rivolto ad una donna vera, una donna che lavora. Una donna ambiziosa, che sogna ma senza perdere di vista la realtà. Ho immaginato linee dal gusto minimal, pulito, con fibre sempre naturali, soprattutto la seta che poi si traduce nelle diverse lavorazioni di trama ed ordito in raso, micado, organza, georgette. Colori ap-
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pena accennati, tinte pastello, verde menta molto londinese o rosa cipria molto francese”. Va di moda l’abito corto, di che colore? “Si. Ho avuto grande richiesta per l’abito corto, soprattutto da utilizzare in un secondo momento della cerimonia. Ad esempio al momento del taglio della torta. Qualche sposa lo utilizza anche come abito di prima scelta perché magari ci si sposa in un età un po’ più matura rispetto a qualche anno fa. L’abito corto è molto di tendenza principalmente in “bianco seta” C’è a Trapani l’orientamento a cambiare l’abito nel corso del ricevimento? O dopo la cerimonia? “Sto cercando di promuovere la scelta del secondo abito perché penso che il matrimonio sia anche un momento di gran festa. Ci si spoglia degli abiti eleganti, lunghi e l’abito corto aiuta a liberarsi della parte più paludata e a divertirsi e godersi al meglio il matrimonio”. Velo si, o velo no? Non c’è sposa senza velo. Tuttavia molte spose non lo richiedono più. Io lo consiglio sempre: è molto più suggestiva una sposa con il velo. C’è chi preferisce il velo corto, molto simpatico ma certamente dipende dal tipo di abito, dalla coda o strascico. Però se prima era scontato adesso si chiede… perché non tutte lo preferiscono. Un alternativa al velo?
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Grazie ai matrimoni regali degli ultimi mesi c’è stato un risveglio nell’uso dei cappellini, a cerchietto o con veletta. Però prevale ancora lo stereotipo che il cappellino sia demodé. Anzi nei matrimoni di alto rango è d’obbligo ma a Trapani è difficile da proporre. Abito intero o spezzato con corpetto? Intero: il boom dei corpetti è finito. C’è sempre l’abito “corpetto e gonna” ma è comunque strutturato come un abito intero. La tendenza oggi è abito intero, abito pulito. Chi rimane legato al vecchio stile è una donna poco curiosa che ha in mente il vestito da sposa della sorella o dell’amica. Non bisogna mai copiare nessuno e scegliere in base al proprio carattere. Parlo degli abiti come se fossero delle persone come se avessero un anima, anzi per me ce l’hanno, perché si costruiscono pezzo dopo pezzo ed ha senso qualsiasi cosa si faccia. Dopo il matrimonio di Kate e William è vero che è tornato di gran moda il pizzo? Si. Il pizzo ritorna di moda. Esistono diversi tipi di pizzo, come quello francese. Però molte ragazze pensano che sia superato, invece ritengo che anche qualcosa di classico può essere interpretato in chiave moderna. Ho vestito diverse ragazze che avevano un abito assolutamente moderno ma con un velo classico: connubio perfetto. Avere un pizzo in un abito è sicuramente un valore aggiunto.
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Parliamo di accessori… Scarpe moderne con strass e in tessuto. Per la primavera estate si portano moltissimo i sandali, quindi scarpe aperte. Non c’è più l’obbligo di indossare le calze. Le nuove tendenze cambiano le tradizioni. L’accessorio che va molto sono le coroncine; posizionate come copri chignon e non indossate come se si fosse delle principessine. I fiori? Mazzi sciolti di calle e orchidee con tonalità di bianco e verde. Non più fiori colorati gialli o rossi. Sui vestiti applicazioni con fiori grandi dai colori tenui e sfumati. Un bilancio di questo primo anno si attività? Contentissima. Abbiamo avuto un buon riscontro nonostante il clima economico complessivo non sia dei migliori. CbyC ha portato una ventata di aria fresca. Vendere abiti da sposa non è come vendere abbigliamento. La qualità fa la differenza: nella scelta dei tessuti, nelle rifiniture, nella cura dei dettagli. Un abito sartoriale parla da solo. Io vendo il mio stile e chi viene da me ha la curiosità di affacciarsi
su un mondo diverso. Adatti gli abiti sul corpo delle ragazze o disegni su carta? Bisogna interpretare le esigenze e dare i giusti consigli; seguire le future spose fino al grande giorno. Lo schizzo su carta lo faccio sempre, ma per ragioni tecniche e per mie esigenze professionali, ma mi piace molto giocare con i tessuti e far vedere alle ragazze come prende forma un abito sul loro corpo, anche a secondo dell’uso di tessuti diversi. Perché scegliere CbyC? Perché è una novità. Perché un abito sartoriale, scelto attraverso un percorso di confronto, tagliato su misura e cucito con metodo ed applicazione in ogni dettaglio, esalta di più e meglio il corpo e la bellezza di ogni sposa. Perché ogni sposa sceglie di essere se stessa indossando un abito che la renda unica, particolare, e soprattutto autentica.
CbyC cristinabycristina Corso Italia, 77/B - Trapani - Tel. 0923.24304 - www.cbyc.it - info@cbyc.it
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ph. Piero Lazzari - Hair Stylist e Make up: Mimma Chiappara
CbyC cristinabycristina
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C’è chi dice sì, c’è chi dice no! I consigli di Vasco? Abbiamo giocato intenzionalmente con una delle canzoni più note del rocker nazionale per eccellenza. In realtà Vasco Rossi non c’entra nulla sebbene, dimessa ormai l’aria da ragazzone anticonformista nessuno si stupirebbe che fosse il Blasco a darci questi tradizionalissimi consigli. Reperiti per sintesi da alcuni tra i più importanti siti nazionali ecco cosa va bene e cosa no nella cerimonia di nozze.
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Sì. La sposa entrerà in chiesa insieme al padre che le darà il braccio sinistro. Sì. All’abito molto curato che, con sobrietà, lasci scoperta anche la schiena; Sì. All’abito lungo anche al matrimonio celebrato in municipio purché di gusto semplice e raffinato; Sì. Ai tessuti lavorati e ricamati e alle delicatissime sfumature di colore; Sì. Ad una piccola e funzionale borsetta, purché ci si sposi in municipio; Sì. Agli orecchini che illuminano il viso, piccoli, possibilmente a bottoncino o, al massimo pendenti, ma mai a cerchio; Sì. All’anello di famiglia da portare però, rigorosamente solo al ricevimento e non in chiesa, dove le dita della sposa dovranno essere fregiate solo dall’anello nuziale; Sì. Ad un make-up molto naturale: smalto trasparente, leggermente rosato o madreperlato; trucco appena accennato e, soprattutto, molto naturale (evitate, il più possibile, il trucco lucido che rischierebbe, soprattutto con il caldo, di farvi assumere l’aspetto di una foca!); Sì. Ad un velo di abbronzatura dorata in estate; Sì. Ai guanti,al velo, alla stola, ad un morbido scialle, da tenere anche in chiesa durante la celebrazione del rito; Sì. Alle calze sempre (tranne che con i sandali aperti), anche in estate, perché simbolo di grande eleganza e sinonimo di stile impeccabile (niente paura, esistono in commercio modelli in fibre naturali e traspiranti, specifiche per la stagione estiva!); No. Alla scelta dell’abito confezionato in casa, perché il risultato finale potrebbe risultare una delusione (meglio affidarsi ad un rinomato atelier); No. Al velo per la cerimonia in municipio o al secondo matrimonio; No. Ai bouquet a cascata se la sposa è di aspetto minuto; No. Ai guanti indossati durante il rito nuziale; meglio adagiarli, accanto al bouquet sull’inginocchiatoio (in chiesa), sulla sedia (in municipio); No. Al lancio della giarrettiera a fine cerimonia! No. Ai tacchi molto alti No. Ad un vestito con uno strascico molto lungo se non ci sono damigelle. La sposa può far attendere in chiesa il futuro marito e gli invitati per un massimo di 5-10 minuti.
Sì. Al Tight, da indossare sempre rigorosamente abbottonato (con un fiore bianco all’occhiello), d’obbligo anche per i testimoni, per il padre dello sposo e della sposa; di rigore poi se la sposa indossa l’abito lungo e la cerimonia si svolge al mattina o non oltre le ore 18; Sì. Al collo della camicia rigido e ripiegato se la camicia è a plastron; Sì. All’abito di lana, in qualunque stagione (in estate, si consiglia, naturalmente, il fresco-lana) Sì. Al fermacravatta a spillone con perla per il plastron; Sì. Al fiore all’occhiello del Tight, preferibilmente, un garofano dal colore pastello o, magari, una gardenia; Sì. Al mezzo-tight se la cerimonia ha un tono più sobrio e meno sfarzoso o, piuttosto, all’abito tre pezzi, per un matrimonio giovanile e frizzante! Sì. Alla cravatta in seta; Sì. All’orologio da polso, purché “nascosto” dal polsino della camicia. No. Allo smoking, che rimane pur sempre un abito da indossare la sera; No. Ai guanti e cappello (Tight) indossati durante la cerimonia: questi, vanno tolti all’ingresso in chiesa e tenuti in mano; No. A guanti e cilindro se si sceglie il mezzo tight; No. Al risvolto dei pantaloni per il tight; No. Alla scelta del tight se la cerimonia si svolge dopo le 18: in questo caso, meglio optare per il frac; No. All’abito doppio petto, non adatto tipo di cerimonia; No. Al cappotto indossato (anche se è inverno e fa molto freddo!!), durante la celebrazione del rito; No. Ai calzini bianchi! No. Ai calzini corti! No. Alla pochette nel medesimo tessuto della cravatta: è preferibile sceglierla in tessuto e colore neutro, magari,in lino bianco; No. A qualsiasi tipo di gioiello; uniche eccezioni concesse sono l’anello del casato (per matrimoni dei rampolli delle famiglie più in vista!), la spilla fermacravatta, i gemelli doppi al polsino doppio della camicia e, come accennato, l’orologio da polso; No. All’orologio con catena da appendere al gilet dell’abito; No. L’obsoleto e di dubbio gusto, “taglio della cravatta” nonché, ad ogni altro tipo di eccesso durante la cerimonia di nozze. R.N.C.
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’acconciatura ed il trucco per le spose sono l’espressione più evidente di una grande emozione, ciò che rimarrà indelebile nei ricordi e nelle istantanee delle persone care. Per questo Rosa Aleo mette a disposizione la propria arte affinchè l’acconciatura per ogni sposa sia un capolavoro da non dimenticare. Grazie ad una ricerca continua e alla voglia di rinnovarsi, Rosa è sempre attenta alle evoluzioni e cambiamenti di tutto ciò che fa moda e tendenza. La passione per il lavoro e la voglia di crescere professionalmente, la portano a frequentare master all’estero, a partecipare a show moda, sfilate e servizi fotografici delle proprie proposte su riviste nazionali ed internazionali.
Solaris parrucchieri di Rosa Aleo
Strada Marcanzotta, 79 - Rilievo (TP) Tel. 0923.865183 solaris-team@hotmail.it www.solaris-parrucchieri.it - www.solarisparrucchieri.com Facebook - Solaris art design team
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I DETTAGLI CHE FANNO LA DIFFERENZA
Breve guida, dalle scarpe all’intimo di Silvia Ippaso a scelta dell’abito nuziale è impegnativa ma non si devono trascurare alcuni dettagli, che in realtà tali non sono; anzi, proprio questi ultimi fanno la differenza tra una sposa curata nei minimi particolari e una sposa che si affida al caso. Ecco qualche piccolo suggerimento. Dopo avere scelto l’abito nuziale, la prima cosa da fare è comprare le scarpe. Assicuratevi che siano comode e, ovviamente, dello stesso colore dell’abito. A meno che non decidiate di puntare sul contrasto cromatico (tipo vestito da sposa bianco e scarpe rosse in pendant con il bouquet). Importante, anche se molti sottovalutano questo aspetto, è il colore della suola che deve essere chiara. Portate le scarpe con voi alla prima prova dell’abito di nozze, in modo da consentire all’atelier di correggerne e rifinirne l’orlo in modo perfetto. Anche l’intimo, che pure non si vede, ha la sua importanza: dovrà essere comodo e, soprattutto, liscio, senza pizzi e senza cuciture per evitare che si creino sulla superficie dell’abito,
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e per giunta in punti sconvenienti, increspature e pieghe non volute. Sarebbe certamente un brutto effetto. Provate sempre gli accessori, anche quelli esclusi da una prima scelta. È fondamentale per decidere con consapevolezza. Ad esempio se non vi piace il velo, provatelo lo stesso, magari l’emozione vi farà’ cambiare idea. Fate lo stesso con i guanti, diadema, coprispalle e giacchini vari. Se vi sposate in autunno o inverno procuratevi per tempo un ombrello in pendant con i colori che avete scelto per il vostro matrimonio. Meglio non essere scaramantici e prevedere tutti gli aspetti, anche quelli che fin troppo semplicemente vengono definiti imprevisti. Quando farete l’ultima prova del vestito cercate di considerarla una vera e propria prova generale. Quindi con l’acconciatura e il trucco che avete scelto per il giorno del matrimonio così da avere un’idea complessiva e non avere sorprese sgradite il giorno delle nozze.
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CAPELLI DA DIVA Come rubare un’idea al cinema
a pettinatura dipende da diversi fattori: tipo di capelli, statura, l’abito che indosserete, e se questo prevede il velo o qualche altro accessorio. È meglio rivolgersi ad un professionista che potrà dare il consiglio giusto, in base anche alla vostra personalità, ma c’è anche la possibilità di ispirasi ai film e “rubare” qualche idea alle protagoniste del grande schermo. Prima una bella indagine su qualche motore di ricerca con parole tipo “film, cinema, matrimonio, sposa” e poi di corsa a noleggiare qualche dvd per verificare. Ne La mia migliore nemica Anne Hathaway porta i capelli raccolti in un elegante chignon da cui parte il lungo velo. Io e Marley con Jennifer Aniston: capelli sciolti al naturale, niente velo. Se scappi ti sposo: tre differenti look per Julia Robert ai quali potersi ispirare. Mamma Mia: lunghi ondulati raccolti solo sui lati da una coroncina di fiori, Amanda Seyfried come una moderna dea greca. Infine un cult movie tra le serie TV: in Sex and the city, Carrie Bradshaw indossa una delle acconciature più originali mai viste sul grande schermo. Sono solo alcuni dei film dai quali prendere qualche spunto: pop-corn, telecomando e buona visione! La pettinatura è sicuramente importante ma anche le
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mani della sposa sono un “dettaglio” da non trascurare, perché sono una di quelle parti del corpo che sarà al centro dell’attenzione: dovranno essere impeccabili. E qui la scelta si fa ardua. Lunghe o corte, quadrate o tonde, bianco latte o rosse? Durante lo scambio delle fedi al cospetto dell’officiante, durante le foto nelle quali gli sposi alzeranno le mani per far vedere l’anello che li accompagnerà per il resto della vita, la mano e le unghie, saranno oggetto di sguardi e commenti. È allora opportuno far si che la sposa ricorra ad una buona estetista che saprà rendere la sua mano elegante e raffinata. No a colori troppo accesi e vistosi; no a brillantini e Swarovski; no a disegni e sfumature. Come per la scelta dell’abito anche per il colore delle unghie bisogna mantenere una linea sobria e candida; ecco allora che un ottimo bianco latte o addirittura trasparente possono completare la purezza dell’immagine della sposa. Un’applicazione semi-permanente fatta “a mestiere” è anche un’ottima soluzione onde evitare di rovinarsi le unghie proprio nel momento meno opportuno; usare una limetta in chiesa o durante il ricevimento non sarebbe proprio l’ideale! Anche in questo caso la scelta del centro estetico di fiducia è importante. R.N.C.
oda o cura medica? Non è ancora chiaro, certo è che negli Stati uniti c’è chi ricorre al chirurgo estetico per schiarirsi la parte bianca degli occhi. Avete capito bene, il bulbo bianco dove guizza la pupilla! Si chiama I-Brite ed è l’intervento di eye-whitening messo a punto dal chirurgo oftalmico Boxer Wachler a Beverly Hills che assicura di poter cancellare rossori e macchie dagli occhi esaltandone la luminosità. Col tempo – sostiene lo specialista – gli occhi possono macchiarsi, ingiallirsi o comunque perdere brillantezza. Lo sguardo appare dunque spento, senza tono. Ecco allora la necessità di una schiaritina, rapida e indolore. Il costo è di circa tremila euro e bastano poco più di venti minuti in sala operatoria. L’effetto è visibile entro due, quattro settimane. L’alternativa? Un buon collirio antinfiammatorio per cancellare almeno il rossore temporaneo di una giornata al mare o al vento. Meno invasivo e decisamente più economico.
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ph. Piero Lazzari
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cconciature costruite e haute couture ritrovano la contemporaneitĂ attraverso la contrapposizione di tecniche “ad hocâ€?. Mimma Chiappara vede, immagina, crea passioni che si concentrano sulla sposa attraverso volumi enfatici ingentiliti da dettagli inaspettatamente casuali in uno stile curato e coinvolgente, sospeso tra perfetto e imperfetto.
Corso Armando Diaz, 61 - Mazara del Vallo (TP) - Tel. 0923.942800 - www.mimmachiappara.it - info@mimmachiappara.it
ph. Piero Lazzari
Dietro un taglio di capelli, un colore, una pettinatura per molte donne c’è una scelta importante non solo a livello estetico. Infatti piacere a sé stessi vuol dire sapersi porre in maniera positiva in relazione con gli altri. Questo Bartolo lo sa benissimo, perche da vent’anni opera nella sua parrucchieria unisex Vis a Vis e negli anni ha acquisito sempre più innovative tecniche che lo hanno portato a raggiungere risultati apprezzabili. La definisce diagnosi tecnica quella che lui effettua prima di mettersi all’opera e consiste in uno studio appropriato della personalità del cliente. Coadiuvato dal prezioso aiuto dei suoi figli, Francesca e Giuseppe, che dal padre hanno ereditato il talento e l’estro creativo, Bartolo conosce bene i vari cambiamenti delle mode, ma consiglia sempre di non lasciarsi troppo condizionare da queste, perché prima di tutto è essenziale che ognuno appaia a proprio agio rimanendo se stesso. Nella scelta dell’acconciatura per il giorno del matrimonio, non si tralascia alcun dettaglio. Dalle caratteristiche fisiche della futura sposa alla sua personalità; dalla linea dell’abito da indossare al velo. Ogni particolare diventa uno spunto di creatività.
Via Vespri, 151 - Valderice (TP) - Tel. 0923.836655 - peppedigrazia@live.it 57
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BELLEZZA & C.
DA MARSALA A MIAMI IL TOTAL LOOK DI MAGIQUE Parrucchiere per signora “con valigia”. Peppe Cudia tra vecchio e nuovo continente.
air stilyst, image consultant, beauty trainer. Definizioni che decifrano il percorso professionale di un gruppo di giovani professionisti in costante crescita coordinato, all’interno dei saloni Vertical Color, da Peppe Cudia; per i puristi della lingua italiana: parrucchiere per signora, consulente di immagine e di trattamenti di bellezza. L’uso dell’inglese, però, non è ricercatezza stilistica ma necessità operativa. I saloni Vertical Color sono attivi in Sicilia e Sardegna, ma il progetto coinvolge il resto d'Italia, e all'estero sopratutto negli USA, dalla Florida alla California dove amano e ricercano il Made in Italy. Tutti i saloni sono collegati al progetto inter-
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nazionale il “Club”, che coinvolge altri professionisti del mondo, legato alla distribuzione e all’uso della linea di prodotti per i capelli e per la bellezza “Vertical Color Professional”. Se proprio si vuol definire Peppe Cudia un parrucchiere per signora bisogna aggiungere “con valigia”, perché sempre pronto a spostarsi in Italia, in Europa e in giro per il mondo. Miami, Marsala, Oristano; States, Sicilia e Sardegna, cosa c’è nello stile Vertical Color delle une e delle altre? “Direi, la possibilità di acquisire ed esportare, anche
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adattandole alla diversità di gusto, nuove mode, tendenze, applicazioni pratiche, modelli e stili. È un confronto costante, continuo, ricerchiamo con entusiasmo stimoli sempre nuovi e proposte stuzzicanti per le nostre clienti”. Comode poltroncine, caschi per capelli, phon, spazzole e bigodini non sono i soli strumenti professionali del gruppo che punta a introdurre nella quotidiana attività nei saloni di parruccheria, la propria linea di trattamento e colorazione per i capelli: “Vertical Color Professional”. “Stiamo dando una connotazione total look alla nostra attività cominciando proprio dalla nostra linea Vertical Color – spiega Cudia –. L’80% delle donne colora i capelli. Siamo partiti da questa evidenza per soddisfare le attese e le esigenze delle clienti. Dietro al brand Magique ed al marchio dei prodotti Vertical Color c’è un gruppo di professionisti, che non è limitato a me ed ai miei colleghi, ma va dagli esperti di marketing e comunicazione agli specialisti nell’applicazione. Offriamo quindi un servizio completo, tanto alle nostre clienti, quanto ai nostri colleghi che utilizzeranno i prodotti Vertical Color”. In che senso “servizio completo”? “Con l’assistenza anche sui temi professionali della fase applicativa dei colori e sul risultato sui diversi tipi di capelli; seguiamo con la stessa attenzione anche le singole
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clienti, finché non abbiamo la certezza della soddisfazione piena e del cento per cento del risultato”. Da cosa partite per decidere l’acconciatura delle future spose? “Dall’ascolto. Non è banale affermare che parlando ed ascoltando le donne che si approssimano al matrimonio emergono quei tratti di personalità che ci aiutano a definire, insieme, il tipo di pettinatura, il taglio, l’acconciatura e gli altri dettagli. Non è solo in funzione dell’abito che si sceglie. Ci sono altri aspetti: la cura della pelle, delle mani, il make-up. Spesso avviamo le nostre prove ben oltre gli orari di lavoro nei saloni, oppure direttamente in atelier”. Offrite un servizio di consulenza di immagine globale, insomma? “Certamente. Nel nostro staff ci sono professionisti in grado di coprire ogni esigenza che riguarda la cura del corpo e dei capelli. Abbiamo a nostra disposizione perfino degli artigiani che preparano acconciature personalizzate con materiali che sono tipici della nostra terra. Li abbiamo utilizzati per riprendere motivi e ricami degli abiti da riproporre tra i capelli. È un modo per proporre nel look di una sposa elementi distintivi e personalizzati legati ai nostri paesaggi e alle nostre origini. Il più delle volte sono i dettagli, non banali, che determinano l’eleganza”. Quanto tempo prima ci si prepara? “Ritengo che la preparazione, dei capelli e del proprio corpo, sia avveduta cominciando almeno quattro o sei mesi prima”. I saloni Magique sono a Marsala ma se una sposa ve lo chiede necessario vi spostate? “Si, la mia valigia è davvero sempre pronta, che siano pochi chilometri o mille miglia”.
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SALUTE & C.
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QUATTRO MOSSE CONTRO LA CELLULITE Mesoterapia, carbossiterapia, creme, laserlipolisi
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a cellulite è una malattia che colpisce l’80 - 90% della popolazione femminile. È un’alterazione cutanea che determina un elevato coinvolgimento emotivo delle donne colpite, le quali erroneamente la considerano solo un importante inestetismo che compromette il loro aspetto esteriore. In realtà la cellulite è una vera e propria malattia (la definizione medica è “panniculopatia edematofibrosclerotica) dove la sede alterata è rappresentata dal pannicolo adiposo cutaneo e sottocutaneo con stasi veno linfatica ed edema interstiziale che determina una reazione connettivale con successiva sclerosi. Dal punto di vista evolutivo e clinico la cellulite può essere distinta in 4 stadi ed una visita medica è opportuna per individuare lo stadio in cui una paziente si trova: Stadio 1 - cellulite edematosa: è presente stasi veno linfatica e conseguente edema (gonfiore), si può riconoscere un’iniziale ipertrofia (aumento di volume) – iperplasia (aumento del numero) delle cellule adipose; Stadio 2 - Cellulite fibrosa pastosa: lo stato di ipossia (carenza di ossigenazione) ed edema racchiude le cellule adipose (adipociti) formando micro noduli; Stadio 3 - Cellulite sclerotica flaccida: Il tessuto connettivo si ispessisce ancora e si instaura un blocco quasi totale della eliminazione dei cataboliti (scarti liquidi prodotti dal corpo che normalmente si eliminano con le urine). I micro noduli diventano sempre più grandi fino a diventare macronoduli. Stadio 4 - Cellulite sclerotica fibrosa: il tessuto sottocutaneo è privo di organizzazione con ristagno di liquidi e cataboliti. A livello del derma si rilevano infossamenti e la cute assume l’aspetto “a materasso”. Quindi a livello clinico quello che si vede sono l’aspetto a materasso
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della pelle per la presenza di aree rilevate alternate a zone depresse e l’aspetto a buccia d’arancia dovuto alla tumefazione dell’epidermide e alla dilatazione dei pori dei follicoli. Le zone corporee più colpite dalla cellulite sono la parte inferiore dei glutei e la parte superiore delle cosce, l’addome e l’area del ginocchio. La cellulite colpisce soprattutto le donne dopo la pubertà e gli estrogeni giocano un ruolo primario tanto che si osserva un peggioramento nella fase follicolare del ciclo mestruale, durante la gravidanza, in corso di assunzione della pillola contraccettiva. Altri fattori sono importanti: l’ereditarietà, gli ormoni (prolattina, insulina), il sovrappeso, lo stile di vita (fumo, sedentarietà, alcol, alimentazione). Per il trattamento della cellulite si può ricorrere ai massaggi, alla pressoterapia, alla carbossiterapia. I tanto utilizzati massaggi possono avere un risultato solo se la paziente ne può beneficiare per almeno due sedute settimanali e per periodi lunghissimi. La mesoterapia, una metodica da sempre valida, consiste nell’iniettare un cocktail di farmaci con un piccolo ago nelle zone cellulitiche (si tratta di una seduta settimanale per un minimo di dieci sedute). La carbossiterapia consiste nell’iniettare con un piccolo ago anidride carbonica nelle sedi di adiposità localizzata e cellulite. Si tratta di un trattamento molto efficace e poco doloroso. Le creme anticellulite, purtroppo poco efficaci, tendono a migliorare il microcircolo e il drenaggio linfatico, promuovono la lipolisi (scioglimento del grasso), riparano la normale struttura del derma e sottocutaneo. Nei casi gravi non risolvibili con la terapia medica si può pensare alla laserlipolisi in anestesia locale con piccoli trattamenti chirurgici ripetibili.
Dott. Rosario Trippiedi - Dermatologo via degli Stabilimenti, 13 - Trapani - Tel. 0923 871367 - trippiedi@live.it
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RUBRICA
UN MATRIMONIO PERFETTO
FELICE…MENTE a cura di Anna Maria Inzerillo Psicologa-Psicoterapeuta Specialista in Psicoterapia Sistematica Relazionale Familiare
Sessolamente… fossimo in due!!! L’intelligenza sessuale Un uomo ed una donna possono considerarsi coppia quando condividono i tre “sottosistemi” che la costituiscono e la caratterizzano: quello sessuale quello emotivo e quello sociale. Questi tre aspetti stanno in un rapporto di causalità circolare: il buon funzionamento dell’uno si riflette sugli altri, così come il cattivo funzionamento di uno influenza negativamente gli altri due. La disfunzionalità di un sottosistema può essere compensata momentaneamente dalle altre due componenti, ma la funzione vicaria è solo momentanea: con il perdurare di tale situazione nascerà un malessere relazionale. Una coppia può inizialmente avere un aspetto sessuale molto più pregnante e significativo di quello emotivo e di quello sociale. Ma questo meccanismo compensatorio funziona solo in modo limitato nel tempo. Funziona nei momenti di passaggio, di stress; non può costituire una compensazione stabilizzante in eterno. Il rapporto di coppia, così come quello sessuale, dipende da entrambe le figure coinvolte che sono in rapporto circolare. Oggi la nostra cultura, fondata sull’autocontrollo, sul perfezionismo e sull’individualità, reprime le emozioni e i contatti fisici sono limitati al sesso. Questa assenza di fisicità, al di fuori del territorio sessuale, limita i contatti riducendo la sensibilità fisica degli individui. Da qui l’importanza di riscoprire la propria intimità, emotività ed autostima. Il sesso è spesso avvertito come prestazione invece è la modalità per raggiungere e dare piacere nel rispetto di se stessi e dell’altro in rapporto circolare. È importante la capacità di conoscere se stessi e di capire quale effetto emotivo il nostro comportamento determina nel partner, se abbiamo la capacità di produrre fantasie sessuali e di stabilire quale sia il comportamento più adeguato nelle varie situazioni del rapporto di coppia.
Per vivere serenamente la sessualità è necessario liberarsi da falsi miti, tabù e concezioni errate.Uno dei miti da sfatare, per dare serenità a tutti gli uomini, riguarda le dimensioni dell’organo sessuale maschile. Per essere bravi amatori non bisogna essere superdotati. È necessario padroneggiare con sentimento e passione le cose semplici che danno piacere alle donne e sapersi sintonizzare con le emozioni della partner. Un aspetto che assilla l’uomo è la prestazione, ritenendola più importante del piacere. Così si perde di vista l’obiettivo della sessualità che è quello di dare e ricevere piacere nel rispetto reciproco (relazione circolare). Le donne hanno bisogno di essere coccolate e preparate al rapporto sessuale. Per le donne è più importante la dimostrazione di affetto che la prestazione. Un’altra concezione errata è che l’uomo deve essere sempre attivo e guidare il rapporto sessuale. Tale preconcetto fa sì che l’atto sessuale diventi qualcosa di meccanico che limita il rapporto alla rigida sequenza: avances - rapporto - orgasmo. Anche la donna vuole essere soggetto attivo nel rapporto. Oppure, ancora, che tutti i contatti fisici devono essere finalizzati al sesso. In realtà, il rapporto sessuale ed il piacere che ne deriva devono essere esenti da schemi e devono essere guidati dal desiderio e dalla passione. La componente fisica nel rapporto di coppia non è determinante, ma di sicuro è un aspetto che lega la coppia; permette di comunicare cose che la parola e il gesto non comunicano.
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Piero Lazzari racconta
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Con la trepidazione nel cuore. Farsi belli per amore. Ultimi ritocchi. L’abito è il mio. Il velo avvolge l’emozione.
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All’ altare con papà. Un anello per sempre. Riso di gioia.
Comunione d’amore. È fatta, in vettura!
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Amici, felicitĂ condivisa. Mano nella mano, non siamo soli. Libiam nei lieti calici. Con lo sguardo nel futuro.
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NOZZE IN CITTÁ
CERIMONIA
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E TU DA CHE PARTE STAI? Come disporsi ordinatamente durante la cerimonia a cerimonia di nozze, come ogni altra occasione formale, pur non dovendo mai divenire pomposa ed eccessivamente solenne, ha alcune sue elementari regole formali. Rispettarle, infine, consente anche di avere un po’ d’ordine, soprattutto il taluni casi, quando i luoghi di culto scelti dagli sposi non fossero spaziosi. L’emozione talvolta tradisce per primi gli sposi ed i loro genitori e, se non c’è un maestro di cerimonia o più semplicemnte un wedding planner, qualche esitazione su come e dove disporsi all’interno della chiesa potrebbe emergere, anche tra gli invitati. Qualche indicazione può essere utile a tutti. Lo sposo entrerà in chiesa qualche minuto prima dell’inizio della cerimonia, accompagnato dalla madre alla quale porge il braccio destro e, giunto all’altare, attenderà l’arrivo della sposa. Nel frattempo i parenti e gli amici dello sposo si saranno sistemati a destra guardando l’altare; quelli della
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sposa a sinistra. In linea del tutto teorica più il banco è prossimo all’altare più forte dovrebbe essere il legame di parentela e di amicizia con gli sposi. Quando tutti gli invitati avranno preso posto, si auspica in pochi minuti e non troppo rumorosamente, arriverà la sposa accompagnata dal padre che le porgerà il braccio sinistro. Giunti all'altare, il padre affiderà la figlia al futuro genero, stringendogli la mano quindi si andrà a sedere nel primo banco sulla sinistra dell'altare. I testimoni dovrebbero disporsi vicino agli sposi: solitamente vengono preparati i banchi o le poltroncine direttamente da chi addobba la chiesa. In questo modo a sinistra della navata centrale della chiesa, nelle prime file, andranno i parenti della sposa ed ovviamente a destra quelli dello sposo, poi così predisposti prenderanno posto parenti ed amici e conoscenti degli sposi. S.I.
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TRA SACRO E PROFANO La musica nel matrimonio attraverso i secoli di Elide d’Atri hiudete gli occhi e provate a immaginare il giorno del vostro matrimonio: che sia religioso o civile, visualizzerete subito il partner, l’abito dei sogni, l’acconciatura, i fiori, le persone più care a farvi corona, un bravo fotografo che immortali tutto e da ultimo, ma non meno importante, tanta buona musica che sottolinei, accompagnandoli, ogni vostra parola, gesto, sguardo. Se avete pensato a tutto nei minimi particolari, dunque, non potete sottovalutare proprio quest’ultimo elemento perché “lei”, la Musica, accompagna quotidianamente ogni aspetto della vita e lo fa dal primo apparire dell’uomo sulla Terra per alleggerirne le fatiche, esaltare l’importanza di un particolare momento della giornata, della vita familiare e di quella dell’intera collettività. Il matrimonio fu, da subito, uno degli eventi sociali di maggiore rilievo per l’importanza attribuita alla nascita dei figli e tale funzione ha acquisito una valenza via via maggiore tanto che, in epoca rinascimentale, le unioni matrimoniali erano allietate da composizioni scritte per l’occasione ed eseguite durante i festeggiamenti che, talvolta – quando si trattava di nozze che vedevano sugellare le unioni dei rampolli delle famiglie più in vista – duravano anche dei giorni. Non a caso, tra le prime testimonianze di opere a stampa vi sono le musiche composte per le nozze di Cosimo I de’ Medici con Eleonora di Toledo, celebrate nell’estate del 1539. Certo, l’occasione musicale del XVI e XVII secolo assai si discosta dall’odierna concezione di “musica per matrimonio”: forma perlopiù teatrale ed eseguita successivamente alla cerimonia religiosa, la prima; genere pretta-
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mente sacro ed eseguito durante la celebrazione del rito matrimoniale, la seconda. La Riforma protestante e la Controriforma cattolica, desiderando riportare le funzioni liturgiche a un piano spirituale maggiore, consolidarono una più netta distinzione teorica tra musica sacra e profana, ma la ripetuta contaminazione dei due generi è sempre avvenuta, poi, nella pratica. Quali sono oggi i brani must, i brani più desiderati e ascoltati durante i matrimoni? Si possono citare la marcia nuziale di Richard Wagner, l’Allegro della Primavera de “Le Stagioni” di Antonio Vivaldi o, ancora, il Preludio in Mib di Johann Sebastian Bach che per il suo carattere elegante e gioioso e per l’incedere del “ritmo puntato”, rende solenne e briosa insieme l’entrata della sposa. Celeberrime poi le svariate versioni dell’Ave Maria di Franz Schubert e di Charles Gounod o dell’Aria sulla IV corda, ancora di Bach. Da questo breve elenco si evince che il tentativo di distinguere nettamente tra sacro e profano abbia ceduto largamente il passo alla volontà di mescolarli ed è probabile che questa soluzione – se ha superato i secoli non solo sopravvivendo ma, addirittura, affermandosi – sia quella che più abbia incontrato il gusto e l’emotività della gente di ogni epoca. Esistono tuttavia svariate possibilità di scelta tra i brani che arricchiscono la tradizione della musica occidentale colta e ogni bravo musicista saprà consigliarvi, dopo aver saggiato il vostro gusto musicale, per personalizzare il più possibile il commento musicale del “vostro” giorno.
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Zucchero e Fiori Bouquet a borsetta e Swarovski le tendenze per il 2012
di Stefania Martinez n un matrimonio che si rispetti non possono mancare i fiori. Non è necessario che vi sia continuità (di varietà o cromatica) tra i fiori scelti per la chiesa e quelli per il ricevimento poiché i due ambienti possono essere di due stili completamente diversi. Le composizioni floreali della location devono integrarsi con l’ambiente circostante: se rustico, meglio prevedere centrotavola con fiori semplici e colorati; se elegante, composizioni più raffinate con prevalenza dei colori tenui. Molto importante nella scelta dei fiori è la loro stagionalità. Ecco i consigli dei migliori wedding flower per decorare in maniera perfetta il grande giorno: 1) Affidatevi ad un unico grande fiorista che si occuperà di tutto, dagli addobbi in chiesa al bouquet, dagli allestimenti per i tavoli, ai fiori per le damigelle; 2) In chiesa è meglio collocare le composizioni più grandi sull’altare e all’entrata predisporre un piccolo bouquet ad ogni fila di posti; 3) Scegliete un fiore, il vostro preferito, che sia di un colore che vada in contrasto cromatico con gli altri fiori (una rosa rossa tra margherite bianche, iris blu tra i bucaneve) e riproponetelo un po’ ovunque, sarà il fiore simbolo e il trait d’union in tutti gli addobbi; 4) Evitate composizioni mono - fiore o monocromatiche, fuori tendenza per il prossimo anno;
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5) Preferite l’originalità: centrotavola particolari ma non troppo ingombranti, utilizzate anche frutta per rendere tutto più estivo e più divertente; 6) Spesso gli invitati amano portare via un piccolo souvenir e allora predisponete dei piccolissimi bouquet che le donne potranno prendere a ricordo della serata; 7) Ultimo consiglio, ma molto importante: non perdete di vista il vostro budget, eccedere troppo nelle decorazioni floreali potrebbe essere molto oneroso, concentratevi su pochi dettagli ed evitate gli eccessi, fiori ovunque sì, ma senza esagerare. Elemento assolutamente non trascurabile è il bouquet che accompagnerà la sposa. Tradizione vuole che sia la suocera a regalarlo alla nuora, quindi meglio se i gusti combaciano, così la scelta del fiore, del colore e della sua lunghezza sarà gradito ad entrambe. Nel 2012 fanno il loro ingresso i “fiori Swarovski” e i “fiori con significato” . Dunque la futura sposa dovrà impegnarsi se vuole prendere la decisione giusta ed in linea con l’abito, con gli addobbi, con la propria personalità e con le tendenze del momento. Proprio così, perché la scelta del bouquet racchiude tutte queste caratteristiche. Se si vuole seguire l’ultima moda e scegliere un bouquet fatto con i fiori Swarovski ciò comporterà un ridimensionamento nella scelta dell’abito e dei gioielli da indossare per non contrastare con il bouquet già di per se luccicante. Altra novità è il “bouquet a borsetta” e cioè una struttura metallica che funge da contenitore completamente rivestita da fiori. Il bouquet diventa comodo perché all’interno è possibile inserire un rossetto, un fazzoletto o qualsiasi altro oggetto utile alla sposa. Le diverse versioni prevedono anche i manici. Sempre in tema di fiori, un’altra trovata originale, giunge, come sempre, dagli Stati Uniti dove è diventato un cult allestire le tavole degli ospiti con fiori belli e… buoni! I fiori non sono più semplice elemento decorativo ma sono diventati anche parte del menu. Sono sempre più numerosi e specializzati, infatti, i pasticceri che si cimentano nella creazione di fiori in pasta di zucchero, torte di fiori, decorazioni floreali di pietanze e piccoli bouquet totalmente commestibili per la gioia della vista e del palato. Ma come si realizzano queste meravigliose creazioni? Per molti la risposta è semplice: basta realizzare la famosa pasta di zucchero o in gergo tecnico fondant! Per molti altri, che di cucina e dolci non se intendono abbastanza, basti sapere che si tratta di una pasta modellabile, molto simile alla comune plastilina, che si ottiene impastando zucchero a velo, acqua e colla di pesce. I grandi chef, ed i provetti cuochi, utilizzano la pasta di zucchero per decorare torte e dolcetti. Per il vostro matrimonio, dunque, oltre ad affidarvi ad un buon fioraio che sappia capire e soddisfare le vostre esigenze, cercate anche un buon pasticcere che darà vita a fiori colorati e … di buon gusto!
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Il Bouquet I
l bouquet deve esprimere lo stile della sposa ed essere in armonia con il suo fisico. Il colore dei fiori dovrà essere in sintonia con la stagione: rosso a dicembre; toni caldi dell’arancio in autunno; rosa, verde, bianco e lilla in primavera. Ecco alcune idee:
Il bouquet bianco. E’ l’abbinamento perfetto con l’abito da sposa. Scegliendo il bianco potrete anche esagerare un pochino sia con la taglia del bouquet che con la combinazione dei fiori. Il bouquet piccolo. Dal punto di vista pratico è certamente il più facile da gestire. Può essere di diversi colori, bellissimo per esempio è l’abbinamento del bianco e del giallo. Può assumere forme insolite come piccoli coni, cestini o a cascata. È il bouquet più consigliato per le donne piccole di statura. Il bouquet di fiori di campo. È uno dei più originali poiché consente molteplici personalizzazioni. Osate nuance di colori abbinandoli in modo apparentemente casuale per dare un tocco country. Perfetto per un matrimonio in campagna. Il bouquet romantico. Composto da peonie bianche e rosa o da orchidee, che oltre ad essere belle hanno il vantaggio di essere reperibili tutto l’anno. Il bouquet portafortuna. Quello con un tocco di blu. Non essendoci in natura molti fiori con le sfumature del blu, la scelta si restringe a poche specie tra cui: le ortensie, i giacinti, gli iris.
Fiore all’occhiello La boutonnière è il “fiore all’occhiello che lo sposo indossa il giorno delle nozze. Si tratta di una piccola composizione di fiori e bacche che si appunta al bavero della giacca, sul risvolto sinistro, vicino al cuore. La boutonnière è simbolo di raffinatezza; originariamente, infatti, era indossato dagli esponenti più importanti dei casati reali. Il galateo prevede che lo sposo porti il fiore all’occhiello in tono con l’abito della sposa e il bouquet. Potrebbe risultare cosa gradita procurare agli invitati gli stessi fiori. Per gli uomini (padre degli sposi, testimoni, parenti stretti e amici più cari) si consiglia una rosa bianca, una gardenia o qualunque altro fiore che riprenda i colori del bouquet. Per le signore (madri degli sposi,testimoni, amiche più care) si potranno scegliere mazzolini di fiori, compatti e leggeri simili ma in contrasto nei colori e nelle tonalità con il bouquet della sposa.
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I fiori esprimono emozioni, stati d’animo, sentimenti e sono fondamentali per colorare con eleganza il giorno del vostro matrimonio. Ogni fiore esprime personalità ed ha un significato particolare.
Acacia: in antichità veniva regalata in occasione dei fidanzamenti. la specie a fiori bianchi è simbolo di “amore platonico”, “speranza d’amore”, quella, più famosa, la mimosa, significa “pudore”. Altea rosa: fecondità Anemone: leggerezza e rivelazione Arancio: il fiore che per eccellenza indica il matrimonio, rappresenta la verginità, la fecondità e la purezza Biancospino: speranza e buona fortuna Calla: rappresenta la bellezza,la raffinatezza,la perseveranza Camelia: costanza, stima, ammirazione Caprifoglio: fedeltà e legame d’amore Ciclamino: amore senza pretese Ciliegio: purezza e augurio di felicità Dalia: abbondanza Edera: fedeltà e amore esclusivo Gelsomino: grazia, eleganza e amore coniugale Giglio: purezza e adorazione Girasole: rappresenta l’amore adorante Lavanda: buona fortuna Margherita: freschezza, semplicità e candore di una donna Melograno: amore passionale, felicità, ma anche augurio di ricchezza Mirto: ha origini molto antiche e in grecia era considerato una pianta sacra a venere, per cui è diventato simbolo di amore e matrimonio Orchidea: considerato da secoli il fiore afrodisiaco per eccellenza, elisir d’amore, pozioni magiche e ricette contro la sterilità venivano preparate con le radice o gli steli di orchidea. Simboleggia, dunque, sensualità, ma anche raffinatezza ed eleganza Primula: è il primo fiore della stagione e per questo è simbolo di gioventù e di spensieratezza Quadrifoglio: mi appartieni Rosa arancio: fascino Rosa bianca: amore puro e spirituale Rosa color corallo: desiderio Rosa gialla: gelosia, infedeltà, declino dell’amore Rosa muschiata: bellezza capricciosa Rosa rosa: amicizia, affetto Rosa color pesca: amore segreto Rosa rossa: passione d’amore Stella alpina: segno di coraggio Stella di natale: buon auspicio, giovinezza, rinnovamento Tiglio: amore coniugale Tulipano: rosso indica la dichiarazione d’amore, giallo simboleggia l’amore disperato Viola del pensiero: ti penso sempre 74
“Il linguaggio segreto dei fiori” di Vanessa Diffenbaugh è un libro che è divenuto un fenomeno editoriale ancor prima della sua pubblicazione. Acquistato per più di un milione di dollari negli Stati Uniti, il romanzo è stato successivamente conteso tra tutti gli editori italiani e, contemporaneamente,
acquistato in altri 30 paesi. È la storia, molto commovente, di una giovane donna, Victoria, che ha come sfondo proprio il magico e misterioso linguaggio dei fiori. Un romanzo di coraggio e di speranza, di sofferenza e di amore. La voce di Victoria sono i fiori ed è con questi che comunica e cerca di relazionarsi con il mondo esterno perché segnata dal dolore dell’abbandono materno si rifugia nella solitudine cercando di fuggire dal passato. Victoria ha paura del contatto fisico. Ha paura delle parole, le sue e quelle degli altri. Soprattutto, ha paura di amare e lasciarsi amare. C'è solo un posto in cui tutte le sue paure sfumano nel silenzio e nella pace: è il suo giardino segreto nel parco pubblico di Portero Hill, a San Francisco. I fiori sono il suo rifugio e attraverso loro comunica le sue emozioni più profonde. “I muschi crescono senza radici e sono fiori anch’essi”. La frase sicuramente più toccante ed emozionante di tutto il libro perché ci fa capire che anche chi non ha radici, come nel caso di Victoria, può amare ed essere amato, perché chiunque di noi ha diritto ad un angolo di paradiso e a un po’ di felicità ma per averle è necessario superare le proprie paure ed avere il coraggio di andare fino in fondo. Un romanzo che vi consiglio perché fa capire un po’ meglio chi è cresciuto solo e senza affetti. Una novità che caratterizza questo libro è che ogni lettore potrà scegliere la copertina con il fiore che più si addice al proprio carattere, o al carattere di colui o colei al quale andrà in dono. Le rose per la grazia e l’eleganza; la camomilla per emergere dalle difficoltà; la gerbera come l’allegria di un’inattesa speranza e i bouganville per la passione. Io ho scelto il tulipano senza conoscerne il senso; poi ho scoperto il suo significato: “dichiarazione d’amore”. Buona lettura. S.M.
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Logiche disposizioni Tra etichetta e psicologia la capacità di far accomodare i vostri ospiti di Silvia Ippaso ome disporre gli invitati a tavola? È uno dei compiti più ardui per una giovane coppia che si appresta alle nozze. Potremmo raccontare tante storie di madornali errori di valutazione nella scelta della disposizione dei posti a tavola. C’è chi è stato protagonista di situazioni imbarazzanti, come quella di trovarsi in difficoltà in quanto single incallito costretto a condividere il banchetto nuziale a tavola con sole coppie. O ancora chi si è annoiato con discorsi di malanni ed acciacchi, protesi dentarie, e patologie varie in quanto unico under 30 attorniato da ultrasettantenni. E allora ecco alcuni preziosi suggerimenti per disporre i vostri invitati a tavola cercando di contemperare le diverse esigenze. Il primo consiglio è di fare mente locale di tutti quegli ospiti tra i quali non corrono buoni rapporti: chi ha litigato con chi, quelli che non si conoscono, quelli che fingono di non conoscersi. Valutate sempre bene gli status dei vostri invitati: single, fidanzati, sposati. Non rivelate ai vostri invitati i posti che avete scelto per loro. Qualcuno si lamenterebbe di sicuro chiedendovi di sedere in altro tavolo. Attenzione, è un gioco ad incastri, se spostate una pedina, è la fine! Dividere i familiari dagli amici; non è detto che abbiano qualcosa in comune e rischierebbero, gli uni e gli altri, di
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annoiarsi. Se ci sono bambini, sarebbe indicato disporli in un tavolo a parte, se sono abbastanza grandi da stare da soli. Se la location che avete scelto ve ne dà la possibilità entusiasmateli con un gruppo di animatori che provvederà a farli giocare e a supportarli durante il convivio. Usare sempre i tableau de mariage, cioè le piantine con la disposizione dei tavoli e dei singoli ospiti in ciascun tavolo, favoriranno logisticamente i vostri invitati al momento di prendere posto a tavola. Mettere coppie allo stesso tavolo, anche se non si conoscono, potrebbe essere una scelta strategica per farle conoscere e socializzare. Questa decisione però dovrebbe essere frutto di un sottile intuito e di una profonda conoscenza delle varie coppie. Insomma dovrete essere anche un pò psicologi. Infine, per quanto riguarda la scelta di far preparare un tavolo a parte per gli sposi vorremmo darvi degli spunti di riflessione. Valutate attentamente se l’idea di stare seduti su un tavolo a parte, messi come su un piedistallo, potrebbe causare degli imbarazzi. Quel giorno gli occhi saranno comunque puntati su di voi, sta a voi decidere se rimanere in primissimo piano o confondervi e condividere il banchetto nuziale con i familiari più intimi. Dopotutto avete tutta la vita per stare vicini, uno accanto all’altro.
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Andando per ville e bagli Proposte di location per il banchetto di nozze a gran parte dei luoghi che oggi ospitano le feste nuziali altro non sono che antiche strutture una volta dedite alle attività agricole, pre industriali, e di trasformazione agroalimentare. Resi inefficaci ed obsoleti dai nuovi processi di trasformazione industriale e dalla evoluzione di macchine e apparati di produzione, questi immobili oggi ritrovano nuova vita nella attività economica del banqueting e della ristorazione collettiva, pur mantenendo, quasi tutti, la struttura architettonica originaria attraverso la quale si può leggere la storia dell’edificio. Villa Pilati. Ha la sua matrice originaria nella struttura del Baglio della Gran Torre. Riportato all’antico splendore all’inizio del 2003 sorge sulla strada per Valderice, in contrada Sant’Andrea, nella Via Linciasella. La sua posizione domina lo splendido Golfo di Monte Cofano. È circondata da un parco ricco di agrumi e ulivi, viali alberati, bambù, siepi di bosso, palme secolari, ampi prati. Suggestivo l’antico colonnato che racchiude un ampio spazio particolarmente adatto ai banchetti nuziali. Completano la struttura due spazi chiusi: il “Salone degli archi” e la “Sala delle capriate” ideali per servire cocktail anche d'inverno.
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Baglio Borgesati. Anche se la sua struttura è prevalentemente ottocentesca l’origine del baglio e molto più antica. Già nel 1500 se ne trovano le prime testimonianze come baglio fortificato; era infatti un vero e proprio "castrum”, in cui era prevalente però la funzione agricola e produttiva anziché quella bellica, che riuniva in un unico edificio le abitazioni padronali, quelle della servitù e i magazzini per la raccolta del grano. Baglio Borgesati, è stato attentamente recuperato e restaurato, ed oggi con i suoi ampi spazi è a disposizione per eleganti ricevimenti. Villa Zina è un hotel 4 stelle nel territorio dell’agro ericino, a Custonaci, tra Valderice, Erice, Scopello, San Vito Lo Capo. Dell’originario baglio non rimane quasi nulla se non il corpo centrale e parte di una corte. È invece ancora quello originario l’impianto dell’uliveto e dell’aranceto. Il parco è completato dalla classica macchia mediterranea.Villa Zina per gli sposi che la scelgono offre un trattamento speciale con ingresso nel Centro Benessere ed un Week-end per prolungare il viaggio di nozze. Villa Immacolatella. Le origini del Baglio risalgono alla fine del '600 come testimoniano i portali in pietra di tufo
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locale. Nella seconda metà dell’800 il Barone Melchiorre Curatolo Saura Duca di Castelmonte volle trasformarlo in una delle sue residenze di campagna. Interamente restaurato il baglio prende il nome dall’antica chiesetta rurale dedicata alla Madonna dell’Immacolata, le cui origini risalgono ai primi del settecento. Villa Immacolatella consente inoltre di gustare le specialità della cucina baronale siciliana e soprattutto di trascorrere la prima notte di nozze nella camera da letto della baronessa (tutti i mobili sono autentici e sono stati attentamente restaurati). La Tonnara di Bonagia. Albergo della FH Hotels & Resorts ricavato in un vero impianto di tonnara del 1600. Oggi la corte può accogliere una elegante cena. L’area attorno alla piscina, con vista mozzafiato sul golfo di Cofano, rappresenta una location ideale per una cena seduti o anche per un bouffet di antipasti. La sala “muciara” e quella “marfaraggio” rappresentano sicuro rifugio in caso di condizioni climatiche non favorevoli. L’una e l’altra ricavate nei locali che in tonnara avevano destinazioni d’uso legate alla produzione. Infine il gioiello di famiglia che insieme alla torre di avvistamento del 1626 (ricostruzione della torre medievale distrutta dai pirati barbareschi nel 1200) rappresenta la chiave distintiva della Tonnara: la chiesetta del 1749 destinata alle funzioni propiziatorie della pesca del tonno ed oggi, occasionalmente aperta a cerimonie di nozze con misurato numero di ospiti. Baglio Oneto. Antica magione settecentesca, attorno al cui impianto originario è oggi, accortamente e con eleganza, strutturato un moderno resort con piscina. Il resort, aperto tutto l’anno, offre il banqueting per le nozze. Splendido il panorama che si gode dalla terrazza
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CERIMONIA della sala. Domina tutta la costa dallo Stagnone a Monte Cofano con vista sulle isole Egadi. Nel passato tra gli ospiti illustri accolse il Re d’Italia Vittorio Emanuele III, che vi soggiornò in occasione della sua visita a Marsala il 2 giugno del 1943. Disìo Resort. Pur non avendo un nucleo centrale antico il resort interpreta un riuso originale di una tenuta agricola. Il Disìo Resort offre diverse opportunità: dal classico ricevimento di nozze nella suggestiva cornice della terrazza con piscina che domina il paesaggio circostante, all’aperitivo sul prato inglese. Immerso in un parco botanico è la prima struttura in Sicilia occidentale attrezzato con un piccolo campo da golf integrato alla perfezione nell’ambiente naturale e nello splendido scenario del luogo. C’è anche un campo di pratica golf con venti postazioni dove ciascuno può esercitarsi e per chi non volesse cimentarsi con bastoni, ferri, legni, putter, tee, palline c’è sempre la possibilità della piscina e del centro benessere e massaggi. Palazzo Torralta. Il fascino di Palazzo Torralta ferma il tempo e ti lascia sognare. Così sul sito internet (www.palazzotorralta.it) viene descritta l’atmosfera di questa antica dimora nobiliare costruita tra il XVI e il XVII secolo sull’acropoli della città. È noto che tra le sue mura dal 13 al 15 maggio 1860, il Marchese Gaetano Emanuele di Torralta vi ospitò Giuseppe Garibaldi e il suo Stato Maggiore. In quelle sale Garibaldi preparò i piani strategici e riorganizzò le squadre dei volontari, in vista del primo e determinante scontro con l’esercito borbonico sulle balze di Pianto Romano. Oggi il Palazzo è un ambiente nel quale trascorrere le occasioni più importanti, è luogo d’incontro accogliente ed elegante capace di trasformare un aperitivo o una cena in momenti indimenticabili.
ph. Nino Lombardo
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illa Pilati è la location perfetta
per l’organizzazione di ricevimenti ed eventi privati. Il meraviglioso parco che la circonda, ricco di agrumi e ulivi, viali alberati, bambù, siepi di bosso, palme secolari, ampi prati, un antico colonnato, offrono ai propri Ospiti gli adeguati spazi per la realizzazione di ricevimenti, cene e feste private, in una cornice suggestiva ed indimenticabile.
Location per Eventi - B&B Via M. Linciasella, 1 - Sant’Andrea di Bonagia - Valderice (TP) tel/fax 0923.21270 - 340.3623610 - 333.3225801 www.aula.it -info@aula.it
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Banchetti da Re
Cinque secoli di storia nella masseria fortificata di Regia Corte egia Corte, o Corte Regia, è un toponimo diffuso in tutta Italia e persino in tutta l’Europa. Con il latino “curte regia” era d’uso indicare, infatti, le sedi presso cui re o imperatori solevano sostare con il proprio seguito, anche solo temporaneamente, in transito o per battute di caccia, o per assolvere agli affari del re-
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gno. V’è dunque qualche probabilità che in epoca remota, un corteo regale abbia fatto sosta dalle parti del fondo agricolo, ricco di uliveti e colture pregiate, che circonda “Regia Corte”, antica masseria fortificata del XVI secolo, dalle parti di Alcamo e Partinico, che su oltre ventimila metri quadrati ospita, oggi, un complesso destinato a
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struttura ricettiva, sala per banchetti, centro congressi, con piscina e giardino. Oltre trecento i posti a sedere nel salone principale. Le architetture, che si sviluppano per più di 1.600 metri quadrati, sono quelle nobili ed eleganti di una struttura vocata alla produzione ed al lavoro nei campi e nell’agricoltura. Il corpo centrale che, tra gli altri ambienti, ospitava i magazzini è stato completamente ristrutturato e riadattato alla nuova destinazione d’uso mantenendo però intatto tutto il fascino del passato. Più che una ristrutturazione è stato un vero e proprio restauro conservativo con grande attenzione a preservare non solo gli ambienti ma anche i materiali edilizi originali: le antiche travature in legno, i tufi che sono stati tutti ripuliti, impermeabilizzati e riportati al loro antico splendore cromatico. Testimonianza di tanta cura ed attenzione per il dettaglio storico è il ritrovamento, durante i lavori di rifacimento di un pavimento nel locale che oggi ospita il bar, di una serie di giare antiche, probabilmente destinate a conservare le riserve di magazzino. Le giare sono state tutte recuperate e distribuite nei locali; alcune di esse, come si fa per i ritrovamenti archeologici, lasciate ‘in situ’ coperte da una lastra trasparente, così che ciascuno possa ammirarle e camminare sulla storia e sui secoli di lavoro che si avvertono stratificati in tutti gli ambienti del baglio.
NOZZE IN CITTÁ UN MATRIMONIO PERFETTO
Il rigore tenuto nella ristrutturazione dell’immobile, curata dall’architetto alcamese Vito Garbo, si sposa con la fantasia e la ricercatezza messa in campo per realizzare gli esterni. Un pregevole parco, ricco di essenze, fiori, piante decorative, statue di marmo travertino, richiama lo stile del ‘giardino all’italiana’; un’alternanza di siepi ed aiuole si sviluppa attorno alla scintillante piscina che, sapientemente illuminata, in estate o nelle serate miti della nostra primavera, sapientemente illuminata può ospitare eleganti banchetti e frizzanti riunioni all’aperto. Arredi raffinati e sobri, tovagliati eleganti e dei migliori tessuti completano non solo l’immagine ma anche la “sostanza” di Regia Corte. Al sapore del passato fa da contrappunto, altrettanto efficace, una gestione giovane ma nella stessa misura solida quanto le mura del baglio coordinata da Vincenzo Artale, manager chiamato dalla società proprietaria dell’immobile a gestire l’attività economica. Il più giovane dello staff ha 23 anni, il più anziano 39. Energia, duttilità, capacità di confronto con le giovani coppie che si apprestano alle nozze, il plus che offre questo team di professionisti che a dispetto dell’età ha esperienza e maturità. La cucina si basa sulle materie prime del nostro territorio, sui gusti mediterranei, su pietanze che si sposano con la solida eleganza di Regia Corte.
Baglio Regia Corte ss113 Km 318 - Partinico - tel. 333.7899997 - info@baglioregiacorte.it - www.baglioregiacorte.it 87
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CERIMONIA
UN MATRIMONIO PERFETTO
AMORE DI…VINO
foto concesse da Anna Maria Sala, Tenuta Gorghi Tondi
ph. Piero Lazzari
Proposta per un matrimonio ad alto tasso alcolico
er tutte le coppie di amanti del vino, che non solo amano gustarlo ma nel tempo hanno approfondito le loro conoscenze frequentando corsi per sommelier, o ancora per tutti i futuri sposi che prediligono, ad una qualunque gita, un vero percorso enogastronomico visitando le cantine sparse nel proprio territorio, ecco una bella iniziativa proveniente dalla regione Umbria e dall’Associazione Italiana Sommeliers alla quale ispirarsi per l’organizzazione del vostro matrimonio a tema.
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CERIMONIA Dall’unione tra il magico mondo delle nozze e quello suggestivo del vino, è nata infatti un’idea a dir poco inebriante per realizzare in tutta Italia i sogni di molti futuri sposi: un bouquet di servizi per tutto ciò ruota intorno al matrimonio, a tema vino, grazie ad uno staff di professionisti attivi sia nel mondo wedding che in quello enologico da più di quindici anni. Dalla cerimonia e ricevimento in suggestive cantine con grandi vini e le migliori attrezzature enologiche, alla lista nozze. Ma c’è anche la luna di miele nelle affascinanti terre del vino, addii al nubilato e celibato tra trattamenti spa e barriques: tutto il lieto evento potrà essere realizzato ispirandosi al mondo enologico e gastronomico ad esso collegato. L’iniziativa prende il nome di Matrimonio diVino. Ma entriamo nello specifico. Per chi davvero volesse realizzare un matrimonio a tema ecco qualche consiglio pratico. Affidarsi ad un’agenzia di wedding planner potrebbe essere un’arma vincente per l’organizzazione del vostro matrimonio a tema. In questo modo questi sapienti esperti nel settore potrebbero consigliarvi di realizzare inviti in carte particolari all'aroma di vino o utilizzando una grafica particolare attingendo a temi e fantasie legate al mondo dei vini. Per quanto riguarda invece la scelta della location potrete optare per una cerimonia ed un ricevimento in cui le cantine e la vigna diventino sfondo ideale di momenti indimenticabili nel quale poter offrire ai vostri ospiti il vino delle migliori cantine italiane e francesi, grandi vini naturali, vini rari provenienti esclusivamente da vitigni autoctoni, preziosi liquori selezionati da tutto il mondo, champagne artigianali o blasonati, accompagnati da alta gastronomia del territorio con menu studiati intorno ai
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grandi vini in mescita durante l'evento. E, perchè no, anche le bomboniere possono ispirarsi al mondo enologico e l’abito potrà essere realizzato in tessuti naturali e preziosi legati ai territori del vino. Ma non finisce qua, anche dopo, volendo scegliere una meta attinente al tema, potrete realizzare il viaggio di nozze in affascinanti terre del vino con programmi personalizzati che spaziano da itinerari tra cantine storiche o innovative passando per degustazioni esclusive accompagnate dal sommelier e ristoranti con carta dei vini a 5 stelle, incontri con personaggi storici noti e meno noti dell'enologia italiana, coccole con trattamenti a base di uva, passeggiate tra castelli immersi in vigneti secolari e borghi simbolo del vino italiano nel mondo, scoprendo vigneti a strapiombo sul mare o immersi in foreste ad alta quota. Per chi ama l’esotismo dei Caraibi, non mancano proposte affascinanti come il tour alla scoperta del vero rum tra spiagge bianche e antiche distillerie. E non è finita: è possibile organizzare gli addii ai nubilato e celibato presso meravigliose cantine, gestire l’ospitalità degli invitati in dimore a tema e tanto altro per sensazioni indimenticabili. Per ulteriori informazioni e per entrare nel mondo di Matrimonio diVino è possibile consultare il sito internet ufficiale dell’iniziativa www.matrimoniodivino.it. S.I.
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CERIMONIA
BRINDISI SULLE COLLINE SEGESTANE L’Agorà di Segesta, il privilegio di uno scenario sul tempio greco l suggestivo scenario che avvolge l’Agorà di Segesta non teme paragoni. La collina che la ospita è situata proprio a pochi metri dal parco archeologico di Segesta, che preserva impeccabilmente il teatro e il tempio greci, gioielli della tradizione sopravvissuti all’azione del tempo. L’ Agorà così offre, tra i suoi tanti vantaggi, un paesaggio unico. Ne sono protagonisti indiscussi proprio il tempio e il teatro, che contraddistinguono la notorietà di cui l’Agorà gode già da tempo. Quando i bagliori della luna illuminano le colonne del tempio, lo spettatore verrà rapito e riportato all’epoca in cui i greci popolavano ancora queste colline. Ciò che non è ancora cambiato è proprio il silenzio di cui godono questi posti: lontano dalla città, la struttura offre un contatto con la natura che non lascia di certo indifferenti. Uno splendido panorama che unisce memoria storica e profumi mediterranei in un’unica soluzione, da qui la sua
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carica attrattiva che seduce e incanta. La sala ricevimenti organizza indimenticabili feste e offre i suoi servizi per matrimoni, meetings, lauree e banchetti. A disposizione dei suoi ospiti si accinge ad accogliere circa 350 persone. Calda e accogliente, la sala regala ai suoi clienti la giusta intimità in un ambiente consono al paesaggio circostante. Vale la pena menzionare il tetto imponente, interamente rifinito a mano da noti artigiani del posto, che funge da cornice e ornamento alla struttura. Gli interni raffinati seguono forme ricercate ed esclusive, che sembrano rievocare lo stile di antichi casolari medievali. Il prestigio dell’Agorà viene svelato fin dal suo ingresso. L’ampio giardino che la decora è impreziosito dalla presenza di numerose piante autoctone curate minuziosamente. Questa splendida oasi è adibita ad aperitivi e buffet di antipasti, per deliziare gli ospiti fin dal loro arrivo. L’obiettivo è sempre stato quello di coniugare qualità e professionalità, nel tentativo di un effettivo riscontro tra tradizione
CERIMONIA
e innovazione, nel quadro di una logica di mercato ormai sempre più ricercata e competitiva. Così, adiacente alla sala, è stato creato recentemente un nuovo spazio di ritrovo, esso si estende su un vasto e rigoglioso giardino, ricco di piante locali e aiuole fiorite che, nelle giornate estive, diventa la scenografia ideale per degustare ricchi aperitivi di benvenuto e deliziosi buffet di dolci. La tradizione mediterranea è sicuramente alla base dei piatti più pregiati dell’Agorà. Questa, abbinata a una cultura gastronomica all’avanguardia, vi garantirà un menu altamente rinomato che il cliente stesso potrà concordare insieme agli chef, la cui fama è oggi per l’Agorà motivo
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di orgoglio. L’orientamento al cliente e l’attenzione focalizzata su quest’ultimo trovano un’importante corrispondenza presso un’equipe più che qualificata che, da questo punto di vista, si pone come obiettivo un’interazione diretta e concreta con i desideri del cliente, promuovendo un’innovazione continua in ragione delle sue attese. L’Agorá di Segesta C/da Barbaro - 91013 Calatafimi Segesta (TP) Tel 0924.954483 - Fax 0924.954701 - Cell. 340.7806505 www.agoradisegesta.it - info@agoradisegesta.it
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excellent wine of sicily Via G. Adragna, 74 - Trapani - Info: 338.6434947 www.abatevini.it - info@abatevini.it
ph. Piero Lazzari
NOZZE IN CITTÁ
CASA
UN MATRIMONIO PERFETTO
Contrappunto d’ambiente La porta tra “limes” e trait d’union perta o chiusa la porta rappresenta un “limes”, un confine, ed insieme un trait d’union tra vari ambienti, della casa in primo luogo. Ha, in parte, funzione di identificazione di un ambiente ed è dal punto di vista dell'arredamento una finitura capace, con il suo design, di essere un vero e proprio complemento indispensabile a rendere personale l’abitazione. Ricordate, infatti, che la porta è comunque la prima cosa visibile di ogni casa e di ogni suo ambiente e sono presenti in numero elevato anche perché isolano intere stanze da corridoi e passaggi. Il loro montaggio, dunque, rivela scelte che possono determinare lo stile di una casa. Le porte a battente tradizionale possono essere sdoppiate in due battenti separati, comodissimi qualora si desideri stabilire un collegamento più elastico tra due ambienti. La massima apertura dei battenti potrebbe corrispondere alla fusione di due spazi, altrimenti separabili con il battente singolo. A fianco del sistema più consolidato oggi esistono alternative interessanti, soprattutto per chi desidera guadagnare spazio, eliminando il problema del retro porta, un angolo quasi sempre perduto da ogni possibile utilizzo. Le porte a scorrimento, note come porte “a scrigno” evitano di impegnare metri quadrati e possono essere mimetizzate con la parete. Molto importante è il materiale con cui sono costituite o rivestite: legno o vetro, metallo o carta, tessuti o pelle. Di materiali naturali o artificiali altamente tecnologici, arricchite con maniglie, chiudiporta
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CASA
e cerniere classiche decoratissime o minimali di ultima generazione, le porte offrono ai disegnatori una gamma infinita di possibilità stilistiche. Chi acquista casa tende a non sostituire le porte esistenti, dato il loro alto costo, ma un po’ di fantasia e il ricorso a un artigiano o a un decoratore sono le vie consigliabili. Ricordate anche che sostituendo la maniglia e le componenti metalliche di una porta si ottiene un effetto di straordinaria novità con una spesa decisamente minore, rispetto a ciò che vi costerebbe acquistare una porta nuova. Alcuni ambienti possono essere solo delineati dal telaio e rimanere senza porta (pensate a saloni, soggiori e linving room). Altro argomento fondamentale per chi si appresta a comprare o ristrutturare casa è quello del pavimento. Importante nella scelta è che la loro bellezza duri nel tempo e sopravviva ad un uso talvolta intensivo,
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come accade in ambienti particolarmente frequentati come cucina e bagno. La scelta può districarsi in una varietà davvero ricca di possibilità: cotto, cemento, ardesia, moquette, gomma, legno, piastrelle, gres, ecc. I pavimenti in fibre naturali, tuttavia, sono quelli più versatili: raffinati e adattabili ai vari stili, sono anche praticabili da un punto di vista economico, essendo assai riciclabili e poveri nei costi, anche ambientali, di realizzazione e posa in opera. Il legno ha il pregio di poter essere rinnovato nel tempo attraverso la levigatura e la lucidatura, mentre la pietra non assorbe il calore come invece accade col legno ed è resistente a urti accidentali, che a volte feriscono il legno in modo irreparabile. Un consiglio? Non fate scelte che nel tempo possono “stancare” solo per seguire la moda del momento; cambiare il pavimento di casa non è certo semplice. R.N.C.
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NOZZE IN CITTÁ
RUBRICA
UN MATRIMONIO PERFETTO
PERSONAL ECONOMIST a cura di Antonello La Commare
Il miraggio del mutuo Soluzioni atipiche per lavoratori atipici
I lavoratori atipici sono intorno al 13 per cento della forza lavoro totale, più della metà sono giovani fra i 15 e i 34 anni. Questi contratti di lavoro hanno sull’economia delle famiglie un impatto rilevante. La precarietà del lavoro rende la vita difficile anche nella programmazione dei propri obiettivi personali o familiari e nel perseguimento dei propri progetti di vita. Capita spesso che le coppie in procinto di sposarsi vivano la condizione in cui almeno uno abbia un contratto di lavoro atipico, se non addirittura entrambi, e l’acquisto della casa diventa per loro un problema di difficile soluzione. Negli ultimi anni le banche avevano individuato in questo segmento di mercato interessanti opportunità commerciali e avevano cercato di superare la loro proverbiale prudenza nell’assumere rischi in assenza di determinate garanzie, confezionando prodotti di mutuo che potessero essere proposti ai lavoratori atipici. Le caratteristiche per ottenere un mutuo dovevano prevedere la presenza di uno o più garanti con un lavoro a tempo determinato o l’ipoteca sulla casa degli stessi garanti. Inoltre lo “spread”, cioè la percentuale da aggiungere al tasso di interesse di riferimento (normalmente Euribor e I.R.S.) sarebbe stato mediamente più alto. Lo spread infatti rappresenta il costo del mutuo (comprensivo della quota di guadagno dell’istituto di credito sull’operazione), e tende a crescere quando la banca ritiene di erogarne uno più rischioso, vuoi per una durata molto lunga o, appunto, per la minore forza reddituale o patrimoniale del cliente. La crisi finanziaria mondiale, ed europea in particolare, ha però rimesso in discussione tutto, consigliando alle già prudenti banche italiane di stringere sull’assunzione dei rischi. L’erogazione dei mutui è stata notevolmente ridotta anche per le categorie di lavoratori dal reddito certo e ha penalizzato inevitabilmente ancora di più i la-
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voratori atipici. Un recente studio statistico effettuato da un importante portale di comparazione di mutui on-line ha fatto emergere un dato preoccupante: solo il 5 per cento dei mutui richiesti da coppie giovani ha trovato accoglimento da parte delle banche. Il Ministero della Gioventù, quest’anno, ha però posto attenzione al problema, attuando un’iniziativa che, seppur ancora all’inizio e in assenza di statistiche che ne attestino l’adeguatezza, cerca di aiutare i lavoratori atipici nell’ottenimento del mutuo fondiario. È stato istituito, infatti, un Fondo per l’accesso al credito, con una dotazione finanziaria iniziale di 50 milioni di euro. I requisiti per accedervi sono: mutuo non superiore a 200.000 euro; immobile da acquistare con superficie massima di 90 metri quadrati; età dei richiedenti inferiore ai 35 anni; nucleo familiare con reddito ISEE non superiore a 35 mila euro e che almeno la metà di questo reddito derivi da contratti di lavoro atipico o a tempo determinato. Il fondo consente alle banche aderenti all’iniziativa (elenco degli istituti di credito: http://www.diamoglifuturo.it/fondocasa/Soggetti%20Finanziatori; regolamento: http://www.diamoglifuturo.it/$DFDisk/Documents/pdf/circolare%20presidenza%20del%20consiglio%205.4.2011.pdf; schema di domanda: http://www.diamoglifuturo.it/$DFDisk/Documents/pdf/domanda-casa.pdf) di avere la garanzia del 50 per cento del capitale da parte dello Stato e quindi non comporta per la famiglia la produzione di altre garanzie reali, oltre alla consueta ipoteca sull’immobile. In tempi di “credit crunch”, in cui le banche stringono l’accesso al credito, sembra un’iniziativa che va nella direzione di dare risposte istituzionali a un problema che, riguardando un numero così consistente di cittadini, non può più essere considerato privato ma di rilevanza pubblica e sociale.
gruppo
Del Tongo
AGS
arredamenti
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RUBRICA
Stili & Stile a cura di Francesco Mione Architetto
La casa Bioecologica Risparmiare energia e vivere meglio Volete o dovete ristrutturare la vostra casa? Fatelo con la “Bioarchitettura”. Il termine tedesco Baubiologia, che alla lettera sta per “biologia edile” è stato tradotto in italiano con i termini “bioarchitettura” e “architettura biologica”. Negli ultimi anni l’interesse per l’architettura bioecologica è cresciuto. Anche in Italia ci si è resi conto che l’ambiente chiede una tregua alle violenze che ha dovuto subire, a partire dalla rivoluzione industriale. L’architettura Bioecologica rappresenta la strada per arginare il degrado dell’ambiente, dell’edilizia e del vivere dell’umanità. Suggerisce un modo nuovo di costruire in cui primo interesse è l’UOMO: tutto deve essere progettato per la sua salute, il suo ben-stare in armonia con gli altri, con l’ambiente terrestre, e con il cosmo. Le regole per una corretta ristrutturazione eco-sostenibile si basano, principalmente, sulla scelta di materiali e finiture, il più possibile naturali, che, in armonia con l’ambiente circostante, consentano di risparmiare energia, ridurre i consumi idrici, difendersi dall’inquinamento elettromagnetico, garantire una corretta ventilazione, sfruttare la luce naturale e distribuire al meglio quella artificiale. In particolare analizziamo cosa bisogna considerare: MATERIALI E FINITURE Per agire beneficamente sul clima interno di un’abitazione e sull’uomo un materiale deve avere caratteristiche di porosità, igroscopicità e traspirabilità. I materiali porosi, in un’abitazione, sono essenzialmente gli intonaci a calce, il legno non trattato, i tessuti naturali; l’igroscopicità e la traspirabilità sono legati entrambe alla porosità dei materiali impiegati. In sintesi si deve fare in modo che la regolarizzazione dell’umidità interna avvenga in modo naturale. RISPARMIARE ENERGIA Per un apprezzabile risparmio energetico è opportuno realizzare un buon isolamento, sia delle pareti esterne, sia delle coperture, attraverso il quale si ottiene un consumo ridotto: dal 20% al 30% in meno. S’impone, anche in questo caso, l’utilizzo di prodotti naturali: lana o canapa, fibra di legno mineralizzata, sughero. RIDURRE I CONSUMI IDRICI L’acqua è un bene prezioso, sempre più scarso, e come tale bisogna consumarla consapevolmente. La progettazione dell’impianto idrico dovrebbe tendere, oltre che a ridurne il consumo utilizzando opportuni miscelatori, anche al recupero delle acque piovane attraverso l’installazione di conte-
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nitori di raccolta da collocare in prossimità delle grondaie. Inoltre è importante una giusta e costante manutenzione dell’impianto idrico. INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO La progettazione di un impianto elettrico, secondo le indicazione dell’architettura bioecologica, sono ormai sperimentate. Dopo aver distribuito accuratamente gli spazi interni dell’abitazione e definito la collocazione dei mobili principali, si dovrà stabilire il percorso dell’impianto, facendo particolare attenzione ad evitare concentrazione di linee elettriche nei luoghi di riposo e di soggiorno; cioè nei luoghi dove si avrà una più prolungata permanenza da parte degli abitanti della casa. Tv, computer, forni a microonde, apparecchi elettrici, elettrodomestici ed altro, generano campi magnetici che, a lungo andare, possono causare disturbi. Per difendersi da questi effetti in camera da letto si suggerisce, ad esempio, di non collocarvi tv, sveglie, computer. Soprattutto è consigliabile non appoggiare il letto contro pareti attraversate da cavi elettrici o dietro le quali vi siano collocati elettrodomestici. CORRETTA VENTILAZIONE Per garantire una buona qualità dell’aria in termini di purezza, temperatura e umidità, in linea con le nuove norme sul risparmio energetico è possibile installare nell’abitazione impianti di ventilazione, che hanno la funzione di prelevare aria dall’esterno, purificarla attraverso filtri e veicolarla all’interno. Una scarsa ventilazione dell’ambiente, provoca la formazione di muffe e di condensa sulle murature interne. LUCE NATURALE Se possibile è importante la realizzazione di abbaini, o di particolari condotti che consentano di catturare la luce naturale e diffonderla nelle stanze. Da valutare con attenzione anche la giusta disposizione dei punti luci artificiale, con preferenza di apparecchiature a basso consumo energetico. Infine è importante sapere che per gli interventi di ristrutturazione che aumentano l’efficienza e il risparmio energetico di un immobile, si può usufruire di uno sconto Irpef pari al 55% delle spese sostenute fino al 31 Dicembre 2011. La scelta di una ristrutturazione eco-sostenibile richiede un piccolo sforzo in più ma, con un’attenta analisi potete vivere la vostra casa con maggiore serenità e con un pizzico di orgoglio in più che può dare la consapevolezza di contribuire alla salvaguardia dell’ambiente.
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CASA
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ESTETICA E FUNZIONALITÀ DELL’ABITARE Valenti Group: il plus del progettista d’interni
n una casa che sia rifugio, luogo del riposo, territorio del vivere quotidiano a proprio agio e di equilibrata condivisione di spazi comuni, estetica e funzionalità devono intrecciarsi indissolubilmente. Valenti Group offre strumenti per raggiungere questi obiettivi: mobili di pregio, tendaggi raffinati, complementi d’arredo eleganti, sistemi di illuminazione appositamente studiati e, soprattutto, la consulenza di un interior designer: un architetto a disposizione per chi non ha tempo o voglia per spendersi nella ideazione del proprio alloggio. Valenti Group è operativo dal 1985 non solo nel settore dell’arredamento per abitazioni private ma anche in quello del “contract” cioè della
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realizzazione ‘chiavi in mano’ di interni per alberghi, studi professionali, centri direzionali, parchi, arredo urbano. L’esperienza tanto nel settore pubblico quanto in quello privato rende Valenti Group il partner di fiducia per realizzare, secondo i criteri di estetica e funzionalità, ogni ambiente. L’arredamento di una casa comporta talvolta difficoltà che vengono sottovalutate: utilizzare spazi marginali, ambienti poco illuminati, esposizioni disagiate, ingombri inaspettati. Formule o sistemi che puntano solo all’aspetto commerciale ed economico del problema non saranno in grado di affrontare ogni singolo aspetto particolare, limitandosi a soluzioni generiche di arredo. Chi
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CASA
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sceglie Valenti Group cerca l’arredamento per la propria casa ma, soprattutto, cerca proposte personalizzate. È fondamentale pertanto la figura del progettista di interni che accompagna, sostiene ed indirizza il “cliente - committente” verso le soluzioni più adatte in funzione dell’ambiente da realizzare e dello stile più adatto alla sua personalità. Prima di ogni scelta sul campo l’orientamento del progettista di interni diventa valutabile ed apprezzabile nella elaborazione progettuale in 3D, al computer. Il cliente può così rendersi conto della resa spaziale ed estetica dei nuovi ambienti elaborati appositamente per lui: in cucina riuscirò a lavorare? La camera da letto è abbastanza grande? I colori del soggiorno staranno bene insieme? Gli arredi avranno l’impatto che desideravo? Il 3D risponde, in maniera virtuale, a queste e altre do-
mande che invece una semplice piantina in scala non potrà mai soddisfare. Nella consulenza di Valenti Group il progetto in 3D riproduce un’idea molto simile alla realtà e aiuta a individuare la soluzione ideale per le proprie esigenze, scartando quelle meno efficaci. Inoltre Valenti Group non solo propone mobili e complementi di arredo delle migliori marche ma li realizza anche su misura ed in funzione degli spazi e del progetto condiviso con il cliente e, su richiesta offre talvolta anche consulenze e soluzioni architettoniche per gli ambienti. Arredare casa è un investimento; essere sicuri di quello che si fa è fondamentale. Valenti Group e la sua squadra di professionisti possono condurre nella giusta direzione: estetica e funzionalità come base del benessere nell’abitare.
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CASA
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QUANDO LA “FORMA DIVENTA
Eleganza
uando lo stress del matrimonio sarà divenuto ormai un ricordo, addolcito dalla “luna di miele”, sarete pronti per iniziare una nuova vita. La casa rappresenterà una incombenza inconsueta, perché sarete voi a gestirla e ad occuparvi di tutto: dalle umili pulizie quotidiane agli stimolanti inviti a cena. Del resto inizialmente tutto è un piacere, anche invitare parenti e amici, ai quali mostrare la nuova sistemazione e ringraziarli di esservi stati vicini nel giorno del matrimonio. Per il primo invito a cena far bella figura è importante ed anche i particolari contano. È, dunque, fondamentale conoscere gli accorgimenti per la preparazione di una perfetta tavola. La tovaglia, i piatti, le posate al posto giusto, il centrotavola, tutto deve essere preparato con estrema cura ed anche i colori e le forme rendono la dimensione della festa. Negli ultimi anni sono stati riscoperti rituali e gesti che
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credevamo essere relegati al passato. Il galateo, l'arte dell'accoglienza, le regole del saper ricevere sono tornati d'attualità, come espressioni di gentilezza e benevolenza e senza, però, l’opprimente angoscia della rigida etichetta fatta di quel formalismo frutto del distorto riflesso “di qualificazione sociale” che esso aveva. La tavola apparecchiata è la presentazione del pasto; l’introduzione ai piatti non deve trasformarsi in un addobbo invadente. Non incorrete mai nell’errore di far diventare la tavola protagonista del banchetto: è un virtuosismo che non ha altro significato che l’esaltazione eccessiva della padrona di casa. L’apparecchiatura, come dice la parola stessa, è “preparazione” a un evento e la tavola apparecchiata è lo spazio scenico pronto ad accogliere i veri protagonisti dell’evento, cioè il cibo e i commensali. La prima regola per una buona riuscita della vostra cena è lo stile, sinonimo di 103
NOZZE IN CITTÁ UN MATRIMONIO PERFETTO
eleganza e di semplicità. La scelta dell’occorrente deve sempre essere in funzione del tipo di invito che si intende estendere: i servizi, il tovagliato, il centrotavola saranno adeguati all’occasione. Dunque, la tavola deve essere apparecchiata con cura, rispettando un allineamento perfetto per bicchieri, piatti e posate e tutto ciò che sta a tavola deve essere chiaro e brillante per non danneggiare il colpo d’occhio della mensa da parte dei commensali. Secondo il galateo gli inviti dovrebbero giungere agli ospiti almeno una settimana prima, mai per telefono o a voce perché si rischia di essere imprecisi. Sarebbe preferibile un invito scritto, inviato per posta o consegnato a mano. Utilizziamo il condizionale perché l’invito scritto risulterebbe davvero molto formale, meglio ed anche più aderente ai tempi, l’uso della posta elettronica. In ogni caso se l’invito viene rifiutato, meglio non insistere troppo. La padrona di casa accoglie tutti gli ospiti con il sorriso, come se ciascuno fosse il più atteso, e deve intrattenersi anche per una breve conversazione. Deve controllare il proprio atteggiamento e minimizzare possibili incidenti, sapendo allontanare argomenti imbarazzanti. Il padrone di casa deve aiutare la consorte nell’accoglienza ed occuparsi dell’aperitivo, vini, e liquori. È di tutta evidenza che tale schema riflette rigidamente una conformazione sociale di tipo maschilista, individuando, l’uomo come fulcro della coppia e la donna come domina della casa. Suggeriamo di aderire quindi a questo schema come fosse un “gioco di ruolo” al quale, però, non dare autentico rilievo. Oppure a stravolgere completamente tale prassi ribaltando i ruoli ma conservandone le forme di eleganza. Passiamo adesso ai posti a tavola, che possono essere assegnati con un cartellino solo se si è in numero superiore ad otto. I padroni di casa si siedono a capotavola uno di fronte all’altro, mentre i commensali alternati uomo-donna. Alla destra dei padroni di casa gli ospiti più importanti. Nei pranzi familiari, in presenza dei quattro suoceri, il padrone di casa ha alla destra la suocera e alla sinistra la madre, stesso sistema per la padrona di casa. Tuttavia nella disposizione degli ospiti si deve tenere conto, a nostro avviso principlamente, degli interessi comuni che favoriscano la conversazione. S.M. 104
CASA
I piatti Oggi è sempre più frequente trovare sulle tavole il sottopiatto che non va mai rimosso. Sopra vanno messi i piatti con la pietanza di turno. La scelta del sottopiatto, che può avere forme diverse, deve essere dello stesso stile del servizio e abbinato alle posate. Un consiglio: non usate i sottopiatti se il numero degli ospiti è elevato, perché la grandezza non renderebbe agevole la consumazione del pasto. In questo caso sarà il piatto piano a sostituirlo degnamente. Il piatto fondo invece si usa soltanto per le pietanze liquide, mentre il piattino va utilizzato per il dessert e per la frutta e portato a tavola solo al momento di servire le pietanze. I bicchieri Non devono mai essere meno di due (uno per l’acqua e uno per il vino), fino ad un numero di quattro (quando ci sono i due tipi di vino, quello da dessert o lo spumante). Si allineano cominciando da quello per l’acqua che verrà sistemato davanti al piatto, procedendo verso destra con i due da vino (prima quello rosso e poi quello bianco). L’ultimo da usare sarà quello da dessert che sarà leggermente più spostato indietro rispetto agli altri. Se le dimensioni della tavola non lo consentono è consigliabile aggiungere successivamente il bicchiere da spumante, con il dessert. Ricordate: i bicchieri non vanno mai tolti da tavola. Una soluzione per guadagnare spazio sarebbe quella di raggruppare i bicchieri piuttosto che allinearli ma sempre partendo da destra con quello dell’acqua. Le posate Vanno poste a fianco del piatto seguendo le regole dettate dalla logica e dall’opportunità: si dispone a destra il coltello con la lama rivolta verso l’interno e poi il cucchiaio (perché si usa la mano destra per utilizzarli). A sinistra invece si dispone la forchetta (perché è la mano sinistra che usiamo per adoperarla quando tagliamo con il coltello). L’unica eccezione è la forchettina da ostriche che va messa all’estrema destra e quella da dessert che va posizionata davanti al piatto con i rebbi rivolti verso destra. La disposizione avviene dun-
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CASA
UN MATRIMONIO PERFETTO
que secondo la regola che all’esterno vanno posizionate le posate che si usano per prime: quindi è quasi impossibile sbagliarsi!!! Sale e pepe, olio e aceto devono comparire a tavola solo su richiesta dei commensali.
Centrotavola o candelabri Per abbellire la tavola si possono utilizzare i centrotavola, ma soltanto se c’è spazio a sufficienza. Oltretutto non deve nemmeno essere troppo alto per dare la possibilità a tutti i commensali di poter conversare senza fare… ginnastica. Possono essere utilizzati i fiori freschi a patto che non siano eccessivamente profumati (coprirebbero i profumi delle pietanze!). I colori usati devono essere in tono con quelli predominanti del servizio di piatti. Per quanto riguarda i candelabri è sempre meglio utilizzarli nelle occasioni più particolari (per una cena a lume di candela con il vostro Lui) e ricordandovi sempre di non eccedere con l’altezza perché rischierebbero di intralciare la visuale. Come servire a tavola I piatti di portata vanno ricevuti da sinistra, cominciando dall’ospite di riguardo, si prosegue con le signore e successivamente con i signori. Il vino va servito dopo il primo antipasto. I piatti vanno sostituiti ad ogni cambio di portata attendendo però che tutti abbiano terminato e vanno tolti rigorosamente da destra. Prima del dessert è importante levare i bicchieri superflui. Le pietanze vanno servite due volte, evitando di abbondare la prima volta per riprenderne una seconda in modo che non ci sia una sola persona a tavola a farlo. Il pane sistemato nel piattino va rimpiazzato prelevandolo dal cestino con una pinza o cucchiaio e va tolto prima del dessert possibilmente levando anche le briciole dalla tovaglia. Caffè, liquori, e cioccolatini vanno serviti in salotto.
Un altro modo di accogliere A
derire alle regole del galateo, se non si hanno amici che apprezzano anche un minimo di formalità, può rendere la cena poco “conviviale”. Per questa ragione suggeriamo anche alcuni accorgimenti che possono rendere “diverso” l’invito e il ritrovarsi attorno al cibo. Un modo possibile per rivivere alcune atmosfere, magari con le stesse persone con le quali avete festeggiato l’addio al celibato ed al nubilato, è quello di organizzare un piccolo buffet. Una cena in piedi, come si dice, nel corso della quale ciascuno si serve le pietanze dal tavolo precedentemente preparato dalla padrona di casa. È bene in questo caso utilizzare piatti freddi, o che si gustano tiepidi, oppure avvalersi di vassoi scaldavivande. Per le padrone di casa più “pigre” può andar bene anche l’opzione del catering o, meglio ancora, del sostegno in cucina di un cuoco professionista (il confezionamento a domicilio delle pietanze è un servizio che molti chef ormai rendono). Divertente può essere immaginare di servire una cena a tema, legata magari ai luoghi del viaggio di nozze, riproponendo cibi, bevande ed atmosfere del vostro viaggio. Un modo per viaggiare, con la fantasia, e per qualche ora insieme ai vostri amici che, in tal modo, saranno più partecipi nella visione delle foto e dei filmati. A proposito di foto e filmati. Nella stragrande maggioranza dei casi i più attenti sono i parenti, sempre alla ricerca di sé nelle immagini; talvolta gli amici sono più distratti. Un consiglio: non propinate un dopocena a base di filmini di matrimonio di due ore e album fotografico composto da due tomi. Suggeriamo di far predisporre a fotografi e centri di produzione video le sintesi delle nozze. Un album con non più di 20 pose ed un filmato che non superi i 15 massimo 20 minuti. È più piacevole commentare dopo una breve visione piuttosto che dopo una proiezione tipo Ben Hur o I 10 comandamenti, in cui compare tutta la genealogia degli sposi. R .N.C.
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NOZZE IN CITTÁ
NOTIZIE CURIOSE
UN MATRIMONIO PERFETTO
Un “Sì” telematico Il matrimonio è una macchina infernale che è quasi impossibile fermare una volta che è avviata. Per cui è comprensibile la preoccupazione di due sposini californiani, Samuel ed Helen, quando alcuni giorni prima della cerimonia, lo sposo si è ammalato ed è stato necessario il ricovero in isolamento in ospedale, a causa di una sospetta infezione ai polmoni. Peraltro, aggravata dal fatto che Samuel non l’ha curata subito, per paura di dire alla sposa che non stava bene a pochi giorni dal matrimonio. Come fare? La chiesa ed il ristorante erano prenotati. Annullare tutto e poi riorganizzare? I due hanno preferito un’altra strada e, così, hanno deciso di celebrare uno dei primi matrimoni… via Skype. Già, perché se non si può essere entrambi presenti nello stesso posto, allora si può ricorrere alla tecnologia.
Non era meglio una sola amante? Cosa succede se vostra moglie scopre che, in realtà, non siete poi così fedeli come volete far credere? Lo sa bene un ingegnere indiano 40enne, arrestato nel suo Paese per aver sposato ben 14 donne, una all'insaputa dell'altra. L'indiano cercava le sue future spose sui siti internet dedicati agli annunci matrimoniali ed ogni volta si presentava come un uomo divorziato, o talvolta vedovo. Per oltre due anni, l'uomo traditore e bugiardo è riuscito a nascondere le sue molteplici vite parallele, senza destare alcun sospetto presso le ragazze o le loro famiglie. Neppure i lunghi e misteriosi viaggi di lavoro, sempre più frequenti, son riusciti a far dubitare di lui. Qualcosa però pare non abbia più funzionato e cinque delle sue mogli, scoperto l'inganno, lo hanno denunciato e fatto arrestare.
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na donna aveva tre figlie, il giorno del loro matrimonio chiese ad ognuna di loro di scrivere a casa per raccontarle come andava la loro vita sessuale. La prima scrisse due giorni dopo il matrimonio. La lettera arrivò con un solo messaggio: "Nescafè". La mamma, inizialmente confusa, notò una pubblicità del Nescafè su un giornale. La pubblicità diceva: "Soddisfazione fino all'ultima goccia". E così la madre fu felice. Poi si sposò la seconda figlia e dopo una settimana scrisse una lettera a casa. C'era un solo messaggio, questo diceva: "Benson & Hedges". La madre cercò la pubblicità delle sigarette Benson & Hedges, e trovò: "Extra long, King size". E di nuovo la madre fu felice. Dopo che la terza figlia si sposò, la mamma era ansiosa di ricevere un messaggio dalla sua figliola. Ci vollero quattro settimane prima che il messaggio arrivasse. Il messaggio diceva semplicemente: "British Airways". La madre si preoccupò. Guardò freneticamente il giornale cercando la pubblicità della linea aerea. Finalmente la trovò e svenne. Diceva: "Tre volte al giorno, sette giorni la settimana, in tutte le direzioni!".
MATRIMONI DA RIDERE
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na casalinga confida all’amica incontrata al mercato le proprie frustrazioni: - Sai, con mio marito non è che poi vada così male, ma lui è sempre svogliato e soprattutto ormai non mi guarda quasi più. Figurati che quando torna a casa la sera, tutto quello che sa dirmi è: “Aò! Che se magna stasera?”. - Sai, Piera, gli uomini sono tutti un pò uguali, così infantili e prevedibili. Anch’io avevo il tuo problema, ma sono riuscita a risolverlo in un modo semplicissimo... Davvero, Fausta? Ma come? Dimmi tutto, che ci voglio provare anch’io! - Guarda, comprati un completino nero un pò “aggressivo” e soprattutto una mascherina nera! Gli apri la porta vestita così e... l’effetto è assicurato! - Non mi dire! Basta così poco? Beh, provo... tanto per quello che mi costa... Dopo una settimana, si rivedono al mercato: - Allora, Piera, come è andata? - Vuoi proprio saperlo? Beh, è tornato... gli ho aperto la porta e lui mi fa: “A Zorro... che se magna stasera?”
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n tizio muore e va in Paradiso. Dopo pochi secondi incontra un altro signore, anch'esso appena arrivato nell'aldilà, e gli chiede: - Scusi, posso sapere come è morto?- e il signore risponde: - Non ci crederà mai, ma sono morto congelato. - Congelato? Ma è terribile! - E lei invece, com'è morto? - Beh, io sono morto di felicità... - Hum, anche la sua non è una morte tanto comune, sa... Lo so...e vuole sapere com'è successo? - Avanti, racconti pure! - Ecco, mi trovavo nel mio ufficio, quando mi arriva una telefonata di un mio amico che mi avverte che mia moglie è con un altro uomo... Mi precipito sulla macchina e corro a casa. Apro la porta e trovo mia moglie tutta sola, intenta a pulire il pavimento...Sono morto di felicità... L'altro lo guarda sbigottito ed esclama: - Che stupido sei stato! Potevi aprire il frigorifero, che ci salvavamo entrambi!!!!! 107
NOZZE IN CITTÁ
ARTE NELLE NOZZE
UN MATRIMONIO PERFETTO
Marc Chagall, Le Nozze
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n quest’opera, Chagall, manifesta la gioia di vivere nell’affettuosa tenerezza, nel sentimento profondo che lega due persone, proiettandole nel luminoso e caldo futuro non solo personale ma della società intera. Gli sposi danzano il loro amore. Lo sposo si rivolge alla bianca sposa con tenerezza infinita, mano nella mano, in volo, quasi adagiati sul gallo, che simbolicamente, col suo canto, annuncia il giorno, ciò che verrà. La loro unione è quindi presagio di vita (il bambino accanto), concretizzandosi nella quotidianità (il villaggio), sullo sfondo di un impegno assunto nel vivere reciprocamente insieme (la capanna), sotto un sole fiammeggiante foriero di speranza e calore, che allontana ogni inevitabile oscurità (sulla destra), mentre un violino esprime la sinfonia della vita, vissuta nella fedeltà e nel dono reciproco (la capra). Le Nozze è un dipinto ad olio su tela realizzato dal pittore Marc Chagall conservato al Centre Pompidou di Parigi.
Il “Matrimonio nell’arte” di M.Paola Maccallini
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uesto libro tratta uno dei temi chiave della cultura cristiana: il rapporto tra uomo e donna solennizzato e consacrato col sacramento
del matrimonio. Riflettendo sulle immagini d'arte che illustrano la cerimonia, i cortei e banchetti di nozze, la vita insieme, l’autrice
invita a scoprire il 'grande mistero' dell’amore sponsale". In 17 tavole a colori si ammirano, fra le altre, opere di Raffaello, Giotto, Van Eyck, Gherardo delle Notti, Bruegel, Lorenzo Lotto. A ogni raffigurazione segue un commento dell’autrice, che inquadra la coppia e l’istituto matrimoniale nel particolare periodo storico, quindi l’opera d’arte e l’evoluzione della rappresentazione del matrimonio nell’arte.
Pablo Neruda (1904 - 1973) poeta cileno considerato una delle più importanti figure della letteratura mondiale contemporanea. Premio Nobel nel 1971.
Non t’amo come se fossi rosa di sale, topazio o freccia di garofani che propagano il fuoco: t’amo come si amano certe cose oscure, segretamente, entro l’ombra e l’anima. T'amo come la pianta che non fiorisce e reca dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori; grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo il concentrato aroma che ascese dalla terra. T’amo senza sapere come, né quando né da dove, t'amo direttamente senza problemi né orgoglio: così ti amo perché non so amare altrimenti che così, in questo modo in cui non sono e non sei, così vicino che la tua mano sul mio petto è mia, così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.
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NOZZE IN CITTÁ UN MATRIMONIO PERFETTO
LUNA DI MIELE
CARA VECCHIA EUROPA Il fascino delle capitali
di Fabio Pace uogo comune vuole che il viaggio di nozze porti i novelli sposi in paesi esotici, lontani, che magari mai più visiteranno nel corso della vita. È una possibilità ma non va trascurata neppure la nostra vecchia, cara Europa. Le sue capitali, le sue città d’arte, le grandi regioni dalle caratteristiche peculiari non hanno nulla di meno delle mete più gettonate e più alla moda. Vi daremo alcune sommarie indicazioni consapevoli che un breve articolo non può essere esaustivo come lo sono le guide che potete trovare in tutte le librerie (meglio le pagine ragionate degli esperti che la confusa babele di informazioni di internet) ed alle quali vi suggeriamo di fare riferimento per gli approfondimenti. Le grandi capitali europee offrono un mix di cultura, arte, gastronomia, divertimento. Parigi è certamente tra i luoghi da inserire per un viaggio di nozze. È stata definita la città degli innamorati. Per visitarla occorre almeno una settimana. Prevalgono gli itinerari culturali, dal museo del Louvre (ma per visitarlo davvero tutto ed approfonditamente non basterebbero 15 giorni) alla Gare d’Orsey, riadattata dalla nostra Gae Aulenti, ed alla sua collezione di pittori impressionisti. Obbligatoria la passeggiata sugli Champs-Elysées e lungo la rive gauche
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della Senna. Di grande fascino l’atmosfera magica che si respira nei café di St-Germain-des-Prés, e negli angoli meno affollati di Montmartre. Da assaggiare il cibo di strada dei parigini, il croque-monsieur, sostanzioso sandwich che viene gratinato e servito caldo in quasi tutti i cafè. Facilmente raggiungibili dal centro città sono i palazzi di Versaiiles e di Fontainebleau. Visitandoli si comprendono le ragioni della grandeur d’oltralpe. Capitolo a parte, almeno un’altra settimana di permanenza, La Valle della Loira. Suggeriamo gli spostamenti in auto tra i celebri castelli che ospitarono lo nobiltà francese: Chambord, il più grande e il più affascinante, inserito in un contesto naturale meraviglioso; poi Chenonceau, il più elegante; Cheverny, probabilmente il più autentico; Ussé, il più romantico; Villandry, i cui giardini sono tra i più spettacolari. E ancora: Amboise, Chateaudun, Chinon... Vienna, Praga, Budapest. Ovvero un viaggio di nozze nella Mitteleuropa, nelle città che più di altre hanno fuso culture, etnie, costumi con uno sguardo rivolto ad oriente ed uno all’occidente; il Novecento ha per gran parte i suoi natali in questa città: qui ha vissuto Sigmund Freud, qui sono conservati alcuni quadri di Klimt, tra cui il celebre “Bacio”.
LUNA DI MIELE
Vienna fu la capitale dell’Impero Austrougarico, è romantica, monumentale ma mai retorica ed eccessiva, elegante ma non conformista. Lo Stephansdom, il quartiere della omonima cattedrale conserva alcuni angoli nascosti. Per immergervi nell'epoca di Sissi e di Francesco Giuseppe si deve giungere alla sfarzosa residenza dell'Hofburg. Da assaggiare la Saker Torte. Praga. Da visitare rigorosamente a piedi. La Città Vecchia è un dedalo di strade. Percorrendole è come viaggiare nel tempo. Da vedere assolutamente Il Castello e la Cattedrale, la Chiesa di San Nicola, il palazzo Wallenstein. Irrinunciabile in viaggio di nozze il Ponte Carlo, il quartiere di Mala Strana con la sua atmosfera misteriosa e romantica (suggeriamo la lettura delle avventure di Dampyr a Praga, fumetto della Bonelli) ed il lungofiume della Moldava. Anche Praga, come Parigi ha una teoria di castelli attorno alla città, però raggiungibili e visitabili in giornata: Karlstein, Konopiste, Krivoklat e Veltrusy. Budapest. La più “orientale” (insieme a Sofia a dire il vero) delle capitali della Mittleeuropa, considerato che fu anche dominata dagli ottomani. Il Parlamento, il Teatro dell'Opera, la Chiesa di Matyas e il celebre Ponte delle Catene sono
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tra i simboli di questa città divisa dal Danubio. Crociera sul fiume obbligatoria. Amsterdam. Contrariamente ai luoghi comuni Amsterdam non è una città fredda e distaccata. È la Venezia del nord per la sua strutturazione urbanistica, ma preferiamo immaginarla come la Napoli del nord per la passione dei suoi abitanti inclini ad una vociante e coinvolgente socialità nei caffè e nei pub lungo i canali (dopo le 18 orario di chiusura di uffici e attività economiche). È la più “meridionale” delle capitali nordiche. Da assaggiare: birra e aringhe affumicate. Obbligatorio: Rijksmuseum (vi sono conservati i quadri di Rembrandt, tra i quali la celeberrima “Ronda di notte”, e della immensa scuola fiamminga, da Veermer a Steen); il Van Gogh Museum (non va spiegato di che si tratta); la casa di Anna Frank (commovente fino alle lacrime). Battello e giro per i canali divertente e romantico. Puntate rapide nelle città vicine: Delft per le ceramiche, Rotterdam per l’arte contemporanea, Edam per i formaggi. Nel viaggio in pulmann nei dintorni vi capiterà che vi faranno vedere la montagna più alta dell’Olanda: una collina che non arriva neppure a 200 metri. Benvenuti nei Paesi Bassi. (Continua…)
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un viaggio dedicato a voi
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gni matrimonio è un viaggio. Con Med.i Viaggi inizierà nel migliori dei modi. Per gli sposi e gli innamorati di ogni età nei nostri pacchetti offriamo le destinazioni più esclusive. Vacanze di totale relax, per chi vuole dedicarsi al dolce far niente. Viaggi più dinamici, per chi neanche in luna di miele vuole rinunciare al fascino della scoperta. E ancora, viaggi combinati che alternano momenti di pigra tranquillità a escursioni emozionanti. Sarete accolti in alberghi e scenografie da sogno, con un servizio attento ma sempre discreto: per rendere unica e indimenticabile la vostra fuga romantica… in perfetto stile Med.i Viaggi.
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