Il cittadino speciale agosto montefalchese

Page 1


STORIA DELL’AZIENDA “SCACCIADIAVOLI” ’ una delle più antiche aziende del territorio “Montefalco”. Il nome Scacciadiavoli deriva dal nome di un antico borgo, che sorge in prossimità dell’azienda, in cui viveva un esorcista (Scacciadiavoli). La cantina costruita nella seconda metà dell’800 e recentemente restaurata, è razionale e dotata di moderni impianti. A metà del secolo XX, il nonno degli attuali proprietari Amilcare Pambuffetti, acquisiva la proprietà. La dimensione aziendale è di ha 130 di superficie di cui ha 35 investiti a vigneto ed una produzione attuale di circa 200.000 bottiglie che diventeranno circa 250.000 quando tutti i vigneti saranno in produzione. I vini prodotti sono quelli tipici della zona: “Montefalco Sagrantino D.O.C.G. nella versione secco e passito”, “Montefalco Rosso D.O.C.”, “Grechetto Umbria I.G.T. e Vino Spumante Brut Metodo Classico da uve Sagrantino”. La riconversione e lo sviluppo della superficie viticola, ormai completata, prevede la realizzazione dei vigneti con almeno 5.000 ceppi per ettaro, tesi ad ottenere il miglior livello qualitativo nella produzione del “Montefalco Sagrantino” , “Montefalco Rosso” e “Grechetto dell’Umbria”. I fratelli Pambuffetti sono certi che la potenzialità del terreno e del microclima dell’Azienda Scacciadiavoli consentirà di raggiungere, anche grazie alla collaborazione di agronomi ed enologi di provata esperienza, il risultato stabilito. Propulsore di tale convinzione è il motto “Sola Fides” (grande fiducia) impresso sullo stemma che si trova sul frontale della cantina e riportato in etichetta. “SOLA FIDES” E’ il sentimento che caratterizza la civiltà contadina. E’ la convinzione che la terra premierà il lavoro quotidiano con prodotti di grande personalità e qualità. E’ la fiducia che “Scacciadiavoli” ripone nel territorio di “Montefalco

E


Sommario

Cultura, turismo, folclore e manifestazioni in Umbria Anno 27 - n°3 - Agosto 2009 DIRETTORE RESPONSABILE: Alberto Mesca CAPO REDATTORE: Gilberto Scalabrini IN REDAZIONE: Gloria Parroni, Mauro Silvestri, Marco Degli Innocenti, Simone Mesca, Alice Fiordiponti, Mariolina Savino HANNO COLLABORATO: Donatella Tesei, Alessandro Broccatelli, Antonio Barbi, Leonardo Orsini, Marco Tabarrini, Pierluigi Curi, Enrico Locci, Stefano Falcinelli Ottavi, Annalisa Tobanelli, Alessandro Tabarrini, Daniele Morici, Stefano Proietti Befani, Tamburini Maria Augusta (detta Bruna) Casa Editrice: Nuova PromoEdit s.r.l. - Via M. Acuto, 49, Foligno (PG) Tel. 0742/321011 - Fax 0742/321012 - P.IVA 02987340540 www.nuovapromoedit.it - info@nuovapromoedit.it www.ilcittadinoumbria.it - info@ilcittadinoumbria.it Autorizzazione: Reg. Tribunale di Perugia n. 35/1989 Reg. Tribunale di Terni n.07/ dall’82 all’1989 Sped. in abb. post 45% legge 662/96 art 2 comma 20/b filiale di Perugia GRAFICA E IMPAGINAZIONE: Nuova PromoEdit - Marco Properzi Segretaria di Redazione: Cinzia Mancia Foto: si ringraziano per l a collaborazione offerta a questa edizione straordinaria de ”Il Cittadino”, speciale Montefalco 2009 ALBERTO ANGELI, PIERPAOLO METELLI e lo studio “FOTO OTTICA NADIA” PUBBLICITÀ: Nuova PromoEdit s.r.l. Stampa: Grafiche CMF Foligno(Pg) - Finito di stampare Luglio 2009

Unione Europea

Ministero dei Beni Culturali

Regione Umbria

Provincia di Perugia

Camera di Commercio

Comune di Montefalco

Tutto quello che viene pubblicato su “Il Cittadino” riflette unicamente il pensiero degli autori. Foto e testi, anche se non pubblicati, non si restituiscono. In copertina: il palio della Fuga del bove 2009, opera dell’artista Neil Moore. Rappresenta un giovane toro rampante con tanto di giogo al collo che sostiene con fierezza un arazzo con i simboli di questa bella città, santuario d’arte umbrotoscana. Sullo sfondo il “fungo”, una cisterna d'acqua che spadroneggia sull'abitato medievale e che Neil Moore ha dipinto per legare all’opera il moderno con l’antico «Non tutti lo sanno -dice sorridendo- che quello che è brutto nel mondo reale non lo è necessariamente nell'arte, e viceversa». Neil Moore è nato in Inghilterra 59 anni fa da genitori australiani. Dopo aver vissuto un periodo in Australia, a Melbourne e a Camberra, nel 1972 si laurea nella facoltà di Belle Arti all’università di Sidney. Intraprende la carriera universitaria per pochi anni, insegnando storia dell’arte. Lavora poi per i principali giornali australiani come illustratore. Nel 1980 riceve l’ambito premio giornalistico “Walkley Award”. Inizia a viaggiare per l’Europa come corrispondente di riviste inglesi e, per la prima volta, visita pure l’Italia. Resta affascinato dal nostro Paese e nel 1988 si trasferisce definitivamente in Umbria. Abita a Castel Ritaldi, dove inizia la sua carriera di pittore nella splendida cornice della sua casa medioevale. Neil, che ha tre figli, insieme alla moglie si occupa di attività turistica “Living Italy”.

6

5 6 8 10 12 14 16 18 20 24 25 26 27 28 30

10

20

24

30

Editoriale - Un tuffo nel Rinascimento di Alessandro Broccatelli

Sogno e batticuore di Donatella Tesei

A passo d’uomo nel centro storico dall’inviata Gloria Parroni

Aspettando il falco d’oro “Viaggio” nei quartieri

Esperienza e classe di Stefano Proietti Befani

Il toro vede rosso di Alessandro Tabarrini

La fabbrica dei sogni di Stefano Falcinelli Ottavi

Sfida da brivido di Annalisa Tobanelli

La magica notte dei tori dall’inviato Gilberto Scalabrini

L’arte della bandiera di Simone Mesca

Le colonne sonore della festa di Alice Fiordiponti

Tanti Guglielmo Tell di Alberto Mesca

I principi della staffetta di Marco Degli Innocenti

Per... Bacco che vino! Omaggio ai grandi vini di Montefalco

Il re del Sagrantino dall’inviato Gilberto Scalabrini


L

a storia di Terre de' Trinci parte dal 1992, ma la cantina esiste dal 1950. Era il 1950, infatti, quando cominciammo a produrre vino, cercando in questo modo di conservare l'enorme patrimonio storico e culturale che in esso si racchiude. Fin da allora, in perfetta armonia con i caratteri del luogo, dove dolci colline coltivate a vigneto raccontano le fatiche e l'orgoglio dell'uomo, abbiamo cercato di mantenere intatto e forte il legame con il territorio e con il suo vitigno principe, il Sagrantino. All'inizio degli anni Settanta, ĂŠ dunque la prima azienda a vinificare e imbottigliare la "versione secca" di questo vino complesso ed incredibilmente elegante. In tutti questi anni abbiamo perseguito un unico grande obiettivo, quello della qualitĂ e della piena soddisfazione dei nostri clienti. La stessa qualitĂ che ci permette, oggi, attraverso impianti moderni e una nuova cantina, di lanciare un'ulteriore sfida al mercato. Che dalle nostre terre, nel cuore dell'Umbria, guarda al mondo con la fierezza di sempre.

Cantina Terre de' Trinci Via Fiamenga, 57 Foligno PG Tel 0742.320165 Fax 0742.20386 email: cantina@terredetrinci.com


EDITORIALE

Un tuffo nel Rinascimento di ALESSANDRO BROCCATELLI Presidente dell’Ente Fuga del Bove

T

orna puntuale anche quest’anno l’appuntamento a Montefalco con l’attesa manifestazione della “Fuga del Bove”. In qualità di Presidente dell’Ente, continuerò nella stessa strada tracciata già dallo scorso anno, con gli obiettivi primari di far crescere l’evento al fine di renderlo sempre più aderente ai canoni estetici e valoriali dell’epoca che rappresenta e, nel contempo, con l’obiettivo di supportare i Quartieri nel loro strutturarsi perché si rafforzino e possano costituire, ancor più, la vera forza e spina dorsale della manifestazione. Già lo scorso anno mi ero adoperato, con la costituzione anche di un Direttivo che mi affiancasse, nell’apportare molte novità, non solo nei regolamenti che erano stati rivisti e migliorati, ma anche in diversi nuovi modi di procedere: il diverso dislocamento della Giuria, resa più equanime; nuove regole più severe nell’allestimento del corteo e dello spettacolo per l’aderenza al contesto storico, pur mantenendo la piena libertà di espressione; maggiore attenzione e verifica nelle taverne affinché i menù e gli allestimenti siano coerenti con i prodotti tipici e la storia del territorio; la creazione ex novo di un sito internet dedicato; l’allestimento di tableau informativi in punti strategici della città. Nella stessa linea d’innovazione dello scorso anno, dunque, anche in questa edizione ci saranno alcune novità come la creazione di un Punto di Informazione dedicato esclusivamente alla manifestazione con uno spazio espositivo; un premio per le figure di Dama e Cavaliere che più siano rappresentativi; ed in ultimo, ma non per importanza, la destinazione di parte dei ricavi per scopi benefici, come già nel 2008 per la santa patrona Chiara, quest’anno offerti ai terremotati d’Abruzzo. Anche l’Edizione 2009 “Fuga del Bove” dunque ha tutte le carte in regola per presentarsi come un’edizione da ricordare, vi aspettiamo tutti a Montefalco a partire dal primo Agosto.


Sogno e batticuore di DONATELLA TESEI Sindaco della città di Montefalco

S

i rinnova ad agosto il rito che ci proietta nella festa rinascimentale e accende la fantasia dei contradaioli dei quartieri. Si ritorna indietro nel tempo, esattamente al 1400, e chi già all’epoca governava questo territorio doveva avere a cuore "massimamente la bellezza della città, per cagione di diletto e allegrezza ai forestieri, per onore, prosperità e accrescimento della città e dei cittadini". E che il bene della collettività dovesse necessaria-

mente passare dalla condivisione e dalla trasparenza e fosse al centro degli obiettivi del governo lo attestano gli antichi statuti. Ancora oggi la vita della città ruota attorno a questo Palazzo e a questa piazza, splendida cornice medievale, e la stessa festa vive e si sviluppa attorno ad essi. Questo luogo che per noi è carico già così di simboli e di sacralità in questi giorni vede un atto che per noi è la sublimazione di quella identità che quando è ben utilizzata è anche la forza suprema di Montefalco. E quindi è quasi un atto di consegna della nostra identità nella mani di coloro che ne saranno protagonisti e custodi: i quartieri di sant’Agostino, san Bartolomeo, san Fortunato e san Francesco che si contenderanno il Palio del maestro Neil

Moore. Essi avranno anche questa responsabilità e sanno che per bene esercitarla esiste una sola ricetta: quella che alla fine farà prevalere l'interesse supremo della città sopra ogni altro. Pertanto, il mio caloroso saluto a tutti i cittadini e ai graditi ospiti italiani e stranieri, sempre attenti e sensibili alle bellezze storico-artistiche custodite tra le nostre mura. Quest’anno i turisti avranno anche la possibilità di visitare lo splendido Museo di san Francesco aperto fino alle 20:30, associando la cultura e la storia di Montefalco alla tradizione del buon bere e del buon mangiare.


PROGRAMMA AGOSTO MONTEFALCHESE Sabato 1 agosto ore 21.30 piazza del Comune 6° raduno della Bandiera “Sbandieratori e musici dall’Italia” a cura del Gruppo Sbandieratori e Musici di Montefalco Domenica 2 agosto ore 21.30 piazza del Comune Eugenio Finardi e la sua band in concerto Lunedì 3 agosto ore 21.30 piazza del Comune Franco Morone e Raffaella Luna Fingerstyle Martedì 4 agosto ore 21.30 Complesso mussale San Francesco Quintetto Ars Musica Concerto di musica classica ore 21.30 piazza Dante Giardino san Bartolomeo La Compagnia delle Spille presenta “La Lampada di Aladino”. I bambini sono tutti invitati Mercoledì 5 agosto ore 21.30 Complesso Museale San Francesco I Solisti di Perugia Concerto di Musica classica Apertura taverne Giovedì 6 agosto ore 21.30 Piazza del Comune Omaggio a Fabrizio De Andrè - Concerto Venerdi 7 agosto ore 21.30 Piazza del Comune Dunia Molina Rock nazionale ed internazionale anni ‘70/’80

Questa edizione sarà il preludio di una nuova stagione di promozione e marketing del territorio, attraverso la programmazione di un calendario di eventi diretti a rivalutare le numerose risorse della città. Nell’esibizione del tradizionale spettacolo del Gruppo Sbandieratori e Musici di Montefalco, campioni italiani in carica, quest’anno ci sarà il gruppo Sbandieratori città dell’Aquila. Lo spettacolo s’intitola “Bandiere solidali” e vuole contribuire alla ricostruzione dell’Aquila dopo il sisma. Nelle taverne aperte e allestite negli angoli più belli della città, si potranno degustare i piatti tipici della cucina umbra accompagnati dal Rosso di Montefalco e dal Sagrantino. Il 13 agosto, la piazza si animerà con lo spettacolo “I Redattori del Vangelo”, frutto dell’impegno dei quartieranti nel contempo registi ed attori di una coinvolgente rappresentazione. Infine, l’appuntamento del 19 agosto con la “Corsa dei bovi” che ripropone in chiave non cruenta un’antichissima tradizione cittadina assegnando il “Palio del Toro” al quartiere più coraggioso. Dal prossimo anno i quartieri saranno chiamati ad un riassetto organizzativo che partirà dalla imminente adozione del nuovo statuto dell’Ente Fuga. L’augurio, dunque, è che questa edizione dell’agosto montefalchese unitamente ai prossimi eventi che si stanno preparando anche in vista della Settimana Enologica contribuisca a dare visibilità alla nostra città e a rendere godibile il soggiorno nei nostri splendidi borghi a quanti faranno visita a Montefalco.

Sabato 8 agosto ore 21.30 Piazza del Comune Grazia di Michele e la sua Bandin concerto Domenica 9 agosto ore 21.30 Piazza del Comune Tarumba - Taranta Lunedì 10 agosto ore 21.30 Piazza del Comune Nella notte di san Lorenzo Sagrantino sotto le stelle Serata dedicata ai vini Montefalco D.O.C. e D.O.C.G. Nelson Machado e la sua band Musica popolare brasiliana Martedì 11 agosto ore 21.30 Piazza del Comune Gruppo Livido - Pop Rock italiano inedito Mercoledì 12 agosto ore 21.30 Piazza del Comune Giochi di Bandiere e Ritmi di Tamburi Giovedì 13 agosto ore 21.30 Piazza del Comune I Quartieri presentano I Quattro redattori dei Vangeli Matteo, Marco, Luca, Giovanni Venerdi 14 agosto ore 21.30 Piazza del Comune Tiro alla balestra – Corsa fra i quartieri Sabato 15 agosto ore 21.30 Piazza del Comune Ligapiù - Tributo a Ligabue Martedì 18 agosto ore 21.30 Piazza del Comune I Cantores - Canti folkloristici e cabaret Mercoledì 19 agosto ore 21.30 Campo Sportico “A.Franchi” Corsa dei Bovi 7


Cantine dei Frati - Complesso Museale san Francesco

Montefalco, la ringhiera dell’Umbria: una vista che spazia a 360 gradi

A passo d’uomo nel centro storico dal nostro invitato GLORIA PARRONI

M

entre sorseggio un caffè un architetto mi dice: «Serve a poco rendere i centri urbani più belli e attraenti dal punto di vista architettonico, se essi non sono già belli spiritualmente e culturalmente. Il futuro di città e borghi dipende molto più dal costume e dalla cultura dei cittadini che dalla bellezza dei suoi edifici e dal buon funzionamento delle istituzioni». Montefalco mi pare che lo sia. In questo mese di festa, le case in mattoni e pietra che si stagliano lungo le strade inerpicanti, danno l'impressione che qualcosa d’antico si affacci da un momento all’altro alle finestre e ci saluti. In questi giorni la città è tornata al 1400. Lo vivi soprattutto la sera, quando nelle taverne si respira a pieni polmoni l'umore festoso dell'essenzialità e il piacere ritrovato dell'autenticità. Salendo da porta del Verziere notiamo un grande orologio che scandisce il tempo dal 1543. Sul lato destro, incastrati sul muro esterno di una casa, frammenti di sculture romane, stemmi medioevali e anche simboli fallici che rappresentavano la fertilità. In corso 8

Mameli o lungo “lo stradone”, come lo chiamavano anticamente, c’è la chiesa di sant’Agostino del 1275. La facciata ha un bel portale ogivale e all’interno conserva affreschi di pittori di scuola umbro-senese. Sul soffitto, travature scoperte. Sono conservati entro urne di cristallo i corpi delle beate Illuminata e Chiaretta (discepole di s. Chiara), e quello, eccezionalmente conservato, di un pellegrino sconosciuto giunto a Montefalco e improvvisamente deceduto. Proseguendo lungo il salotto buono del borgo, si incontra piazza Mustafà, il quale era un celebre maestro di Cappella. Ed eccoci finalmente sulla piazza, nata e cresciuta insieme ai palazzi che ne disegnano emblematicamente la singolare forma rotonda. «Fino al 1750 -ci spiega Luigi Gambacurta, che è stato sindaco- questa piazza si chiamava del Certame o dei Cavalieri. Certame, perchè si svolgevano i mercati più importanti; dei cavalieri, perché fu teatro di giostre e tornei». Scendendo per via Ringhiera Umbra, si incontra subito la chiesa di san

Francesco, edificata nel XIV secolo e dal 1990 struttura museale. Ogni anno, registra una presenza di quasi 50.000 visitatori. In fondo c’è l’ex carcere mandamentale, completamente ristrutturato e in questo periodo taverna del quartiere di san Francesco. Oltre la porta, c’è una magnifica veduta della valle umbra. Un panorama a 360 gradi. «La chiamano, sbagliando, la Ringhiera dell’Umbria -osserva Antonio Barbi, maestro di musica- lasciando pensare che il bello stia fuori, verso le valli e le colline. Invece, Montefalco è bella dentro: nella tondeggiante piazza del comune, nella ricchezza delle chiese, nelle suggestive viuzze e vicoli, come quello di via Camiano, un angolo davvero incantato».



Quartieranti: sale & pepe della festa

Aspettando il falco d’oro

S

ulle tribune i cuori dei contradaioli di sant’Agostino, san Bartolomeo, san Fortunato e san Francesco vibrano come tamburi impazziti. Il loro entusiasmo durante le gare delle proprie squadre è come una malattia che provoca una febbre altissima, una temperatura chiamata follia collettiva. In questa festa, il tifo è una carica di adrenalina necessaria, purchè non vada oltre i limiti del divertimento. Il tifo non è nato oggi. Gli antichi greci tifavano i campioni delle Olimpiadi e la folla entusiasta acclamava a gran voce i vincitori. I poeti scrivevano carmi e liriche per i vincitori.



Esperienza e classe

di STEFANO PROIETTI BEFANI

D

Quartiere Sant’Agostino Il simbolo del Quartiere è un cuore rosso in campo verde. I colori sono il verde e il rosa. Il priore Pierluigi Curi (nella foto) mena vanto per il Falco d’Oro 2008. Ogni anno i contradaioli accolgono la Fuga del bove con un indubbio senso di attesa, grande interesse, partecipazione e passione tumultuosa. Nella taverna, allestita presso il chiostro omonimo dell’ex convento, si possono gustare le migliori ricette della cucina umbra e montefalchese annaffiate dai vini DOC Rosso e Sagrantino. Per prenotazioni: 349 3785766 - 349 6484564 12

urante l’arco dell’anno quando si pronuncia la parola “Agosto”, inevitabilmente i nostri pensieri cominciano a naufragare in un mare di preziosissimi ricordi. Quello che significa per noi di sant’Agostino la “Fuga del Bove” è veramente difficile da spiegare a chi non vive la nostra realtà o a chi, come il caso dei nostri avventori culinari da Taverna, la sfiora solamente senza soffermarsi a ragionare su cosa c’è veramente dietro a quella folle, caciarona e travolgente ondata colorata di verde. sant’Agostino è ormai una sorta di stile di vita che ha gerarchie, crea tendenze, insegna valori e favorisce lo sviluppo dell’idea collettiva di “gruppo”, possiamo definirla una famiglia

all’interno della quale tutti siamo fratelli e tutti lavoriamo per un unico obiettivo. Abbiamo chiuso il 2008 con una vittoria epocale, abbiamo restituito il caldo e familiare nido per l’inverno all’aureo rapace che è simbolo della predominanza cittadina. Per questo ci ritroviamo quest’anno con motivazioni ancora maggiori che sono poi lo sviluppo di una progettualità che è stata studiata dal Priore Pierluigi Curi, dal direttivo e da tutti i quartieranti durante i mesi che precedono la manifestazione. Nulla viene lasciato al caso e mentre il nostro bove già scalpita all’interno della stalla di casa Ventotto e i preparativi fervono per l’allestimento della taverna e dei cortei; staffettisti, tamburini, balestrieri e sbandieratori si allenano


quotidianamente per riuscire a portare ai colori rosaverdi l’ambita vittoria. La umile e operosa laboriosità Agostiniana ha in più l’innegabile valore aggiunto della tolleranza e dell’accoglienza che la nostra città offre a tutti nella sua secolare tradizione.

Di certo non mancherà la pungente goliardìa che ci ha sempre contraddistinto, le folli e colorate coreografie sugli spalti, gli sfottò nei confronti dei rivali e le rituali serate in taverna. Sant’Agostino è questo; è pura passione, accecante passione, è fatica e

sudore, è coraggio e amore, è lacrime e gioia… questo è il nostro sano patrimonio! Venghino signori, si lascino trasportare nel cuore pulsante di Montefalco, inizia la “Fuga del bove”, benvenuti a sant’Agostino!

13


Il toro vede rosso

di ALESSANDRO TABARRINI

A Quartiere San Bartolomeo L’arme del Quartiere è un coltello in campo rosso che ricorda la cruenta morte riservata al martire. I colori sono il bianco e il rosso. Il rosso sta ad indicare la vivacità e l’intraprendenza dei quartieranti e pure un particolare legame con il toro, spesso di paura, ma in questo caso simbiosi per uno scopo comune: quello di vincere la corsa, di cui il quartiere di san Bartolomeo è fantastico attore con una grande tradizione di giostratori. Il priore è Marco Tabarrini (nella foto). La taverna trasmette al “forestiero” l'umore della festa. Per prenotazioni: 348 7781563 14

gosto 2009 una nuova edizione della “Fuga del bove” sta per cominciare, il quartiere di san Bartolomeo, vi da il benvenuto nella nostra splendida Montefalco dove in questi giorni tutto è cangiante; le vie si riempiono dei quattro colori: rosso, giallo, verde, blu; l’aria cambia sapore e si permea della vivacità dei quartieranti, i quali non aspettano altro che dare inizio alle danze, aprendo una finestra sul passato come ormai consuetudine nelle calde serate d’Agosto Montefalchese. L’obiettivo principale di quest’anno per il quartiere rosso è la riconquista del Falco d’Oro, la classifica che tiene conto di tutte le gare eccetto la corsa dei bovi, che manca dalla bacheca rionale da molti anni. Mai come que-

st’anno la lotta per la vittoria dell’ambito trofeo sembra essere serrata: la gara degli sbandieratori pare non avere più padroni, quella dei tamburini è sempre la più incerta, la gara della balestra si gioca ogni volta all’ultimo dardo, la staffetta promette sorprese; nell’ultima edizione la classifica finale è stata più che mai corta, con soli due punti che separavano il primo dal quarto classificato, non era mai successo nella storia di questa manifestazione. Tutti gli indizi ci inducono a pensare che anche quest’anno assisteremo ad una fantastica sfida per la conquista del Falco d’Oro. I nostri atleti si stanno allenando duramente ed è a loro che dedichiamo tutti gli sforzi giornalieri per la buona organizzazione della


taverna. L’altra gara non ha bisogno di presentazione: la corsa dei bovi. Il quartiere di san Bartolomeo ne è attore di primissimo piano, molte sono infatti le vittorie negli ultimi anni, grazie ad una tradizione di giostratori consolidata nel tempo. I quartieranti tutti vi invitano a venire a cena nella nostra taverna dove

potrete gustare piatti tipici del nostro territorio, dagli gnocchi agli strangozzi, dalla carne di maiale all’agnello, rigorosamente cotti alla brace in loco; in più a grande richiesta da quest’anno vi è il ritorno della polenta. Un’altra novità nel menù di quest’anno sono i piatti del Priore, che verranno presentati a giorni alterni: cinghia-

le spezzatino, lumache al sugo piccante, ravioli ripieni con ricotta e erba cipollina con fave e pancetta saltate in padella. Inoltre venire nella taverna del nostro rione significa anche fare del bene: parte dell’incasso sarà infatti devoluto in beneficenza in favore delle zone terremotate d’Abruzzo. 15


La fabbrica dei sogni

di STEFANO FALCINELLI OTTAVI

P

Quartiere San Fortunato L’icona del Quartiere è un albero di color marrone in campo giallo, simile a quello che nacque da un ramo secco piantato dal religioso. Il colore è il giallo. Il priore è Leonardo Orsini (nella foto). Parlare di san Fortunato vuol dire entrare nel cuore di Montefalco, conoscere uomini e ambiente, ma anche arditezza, coraggio e passione. E questo dimostra che la festa, prima ancora di essere rievocazione e competizione fra i quartieri, è soprattutto uno splendido esempio di aggregazione. La taverna si trova a pochi passi dal comune. Per prenotazioni: 347 4280560 - 327 3327146 16

ronti…via…e come sempre noi ragazzi del quartiere ci rimbocchiamo le maniche e iniziamo i preparativi; c’è chi non vede l’ora di usare lo scavatore per preparare la taverna, chi usa il martello per distruggere qualcosa. Tutto ciò fa parte di noi e con noi ogni anno tantissima gente si diverte, a tavola con il palato e sulle tribune con le gare e le imprese dei nostri atleti e giostratori. Per il terzo anno nell’organizzare questo gruppo c’è un direttivo di giovani che negli ultimi anni ha fatto di questo quartiere uno dei più importanti e più forti di Montefalco. A tavola non possiamo dire niente in quanto la nostra fama sono prezzi bassi e sapori unici con il miglior vino della nostra città. Questo anno noi ragazzi siamo convinti che possiamo vincere tutte le gare

che la manifestazione ci presenta, perché la preparazione delle gare non si è mai interrotta. Lo scorso anno Fortunato ha vinto sul campo 3 delle cinque gare (staffetta, balestra, toro) quest’anno le ambizioni sono cresciute. Ci fa il punto sulla situazione il nostro responsabile gare: “Quest’anno i nostri corridori scatteranno verso il traguardo partendo da favoriti in quanto sono i campioni in carica. La squadra si è fortificata, abbiamo nove atleti che stanno preparando la gara con il massimo impegno per mettersi in gioco e prendersi un posto da titolare per la gara del 14 agosto dove in 650 metri di salite e discese mostreranno il loro valore. Altra gara molto attesa da tutti è quella degli sbandieratori dove i nostri vessilliferi cercheranno di can-


cellare il brutto ricordo dello scorso anno dove il fato ci ha messo lo zampino soffiando sulla piazza con un vento che rendeva i giochi impraticabili. Tuttavia i nostri campioni non si sono scoraggiati: dopo aver vinto un campionato italiano il 12 a sera si ripresenteranno con un nuovo “pezzo” che promette scintille. Arriviamo ai tam-

burini che dallo scorso anno sono cresciuti, non solo fisicamente ma anche tecnicamente. Dopo il primo anno di prova, ora non vogliono più scherzare, anzi vogliono vincere! Questi ragazzi hanno la fiducia di tutto il quartiere compreso il nostro nuovo priore Leonardo Orsini che crede possibile la loro ambizione di vincere. Intanto, se

in questi giorni passeggiate per le strade di Montefalco state attenti a quei due: mi riferisco ai nostri balestrieri che come ogni hanno fanno centro sul bersaglio. Il giovane direttivo di san Fortunato avverte: “Se vi piace mangiare bene, se vi piace il divertimento e vi piace il nostro spirito allora veniteci a trovare e sarete anche voi dei nostri”.

17


Sfida da brivido di ANNALISA TOBANELLI

È

Quartiere San Francesco Il colore del Quartiere è l’azzurro, lo stemma una croce rossa su sfondo bianco. Ogni anno, per il corteo storico in cui rivivono le atmosfere dell'epoca rinascimentale, le sue luci, le sue ombre e i fervori di quel momento storico che toccò i vertici del suo fulgore artistico e culturale, un manipolo di intellettuali, studiosi e appassionati organizza minuziosamente e con generosità munifica i segmenti distintivi della rievocazione. Il Priore è Enrico Locci (nella foto). La taverna si trova nel giardino della rocca. Per prenotazioni: 340 4160307 - 348 0881638 18

già passato un anno, ed è tornato agosto. A Montefalco si torna a respirare aria di palio e tutto è in fermento come al solito, ma quest’anno a san Francesco qualcosa è cambiato. Il nuovo priore Enrico Locci, ha creato un gruppo di giovani che già da un mese si ritrova tutti i giorni in taverna per collaborare con i veterani del quartiere e migliorare la festa . È una bella soddisfazione per noi quartieranti aver ritrovato tale atmosfera. Per quanto riguarda la gastronomia sono state introdotte alcune novità, ad esempio proporremo il cinghiale e gli gnocchi al sagrantino, ma tranquilli, sul menù “le Delizie del Gabelliere” ci sono e ci saranno sempre. Quest’anno la gara dei tamburini sarà

eseguita da quattro nuovi ragazzi, giovani di età ma bravi e pieni di volontà, che si stanno impegnando da più di due mesi, seguiti dai nostri “vecchi” magici tamburini. Nei nostri fantastici sbandieratori ci sarà una piccola ma grande novità: rientra il mitico Michele Napolini. Da non dimenticare, inoltre, che il nostro super priore è pure uno dei balestrieri! Pertanto, in tutte le gare ci impegneremo a tenere alto l’onore del quartiere e conquistare l’ambito “Falco d’Oro”. Tutti noi francescani poniamo molta fiducia negli atleti ed apprezziamo molto il loro impegno e vorremmo vincere, come tutti, ma nella vita c’è il dolce e l’amaro,


e un vero quartierante deve saper fare i conti con entrambi; comunque vada, infatti, il rullo dei tamburi farà battere i nostri cuori e le nostre bandiere coloreranno piazza del Certame e innalzeranno la nostra voce fino al cielo. Anche quest’anno,esporremo in piazza il nostro capolavoro, lo

spettacolo del corteo, insuperabile per bellezza e fantasia, grazie alla maestria del manipolo di esperti. L’amore e la passione che ci lega tutti e che ci fa venire i brividi, cresce ogni anno di più. Ogni agosto quando Montefalco si tinge dei colori dei quartieri, i nostri cuori s’incendiano

e la nostra anima è istantaneamente venduta ad un diavolo blù… Ore ed ore passate all’interno delle nostre quattro mura con migliaia di emozioni, faticate, risate, lotte, vittorie, sconfitte, amicizie, emozioni, sacrifici e tutto questo per amore… Ad majora!

19


San Fortunato, vincitore della corsa dei tori 2008

Il 19 agosto l’epilogo della 33^ edizione dell’agosto montefalchese

Dal nostro inviato GILBERTO SCALABRINI

D

a 33 anni la festa della “Fuga del bove” arriva sempre in agosto e coinvolge, in questa calda atmosfera, tutti gli abitanti di Montefalco. In questo mese la gente appare diversa, i ritmi convulsi di questa città operosa sembrano allentarsi magicamente per fare spazio ai festeggiamenti. E ci sono molte storie da raccontare, molti aneddoti, ma è difficile parlare della vera storia che abita dentro i contradaioli di ogni quartiere, della passione e della allegria che si vive nelle taverne. Difficile è organizzare la memoria, soprattutto quando a custodirla non ci sono pagine fitte di annotazioni, ma solo ricordi vivi, parole semplici e vere pronunciate da chi ama la rievocazione storica e parla delle vittorie del proprio quartiere. Ma, a pensarci bene, è proprio vero che sia la vittoria il primo motore della Fuga del bove? La molla che unisce la pagana voglia di vincere e la sacralità delle gare è la stessa che spinge giovani e meno giovani dentro quest’avventura con sempre immutata passione. 20

Girando per Montefalco, abbiamo ascoltato il racconto di protagonisti e comprimari, gente che parla delle gare, dei progetti, soprattutto delle speranze riposte nel Falco d’oro, l’ambito premio per il quartiere vincitore. Il lungo periodo di attesa si esaurirà la sera del 19 agosto. Sarà l’epilogo, il momento clou della corsa dei bovi, l’avvenimento che farà calare il sipario sulla festa. Lo scorso anno ha vinto il bellissimo Palio di Gigi Frappi il quartiere di San Fortunato con il toro di nome Ughetto. Un possente animale di razza marchigiana che, nella prima tornata, ha coperto i 210 metri di percorso con il tempo di 37”254 centesimi e nella finalissima di 37”946. Al secondo posto il toro di sant’Agostino, Zeus, un fiero animale di razza chianina che ha fatto fermare il cronometro rispettivamente a 38”768 e 39”472. Al terzo posto Summer, il pigro bovino di San Bartolomeo. Ecco i suoi tempi: 49”598 e 48”082. Al quarto posto Tranquillo di san Francesco che, a dispetto del nome, tranquillo non lo è stato affatto.


Sant’Agostino, secondo classificato

San Bartolomeo, terzo classificato

Ha subito dimostrato forti segni di irrequietezza, tentando piĂš volte di rompere con la sua travolgente forza la grossa fune a cui era stato assicurato. Il

veterinario di servizio allora ha consigliato di non farlo scendere in campo e di riportarlo subito in stalla, perchĂŠ si stava infuriando davvero. Sono stati

momenti duri per i giostratori di san Francesco, i quali hanno dovuto sostituire Tranquillo con un altro giovane toro di riserva che, nei giorni delle 21


San Francesco, quarto classificato

prove, era stato scartato perché non aveva quella marcia in più che invece aveva dimostrato Tranquillo. Ogni anno gli animali sono allenati in modo segreto. Nemmeno i nomi degli “atleti” a quattro zampe si possono sapere. Dicono di non snocciolarli per scaramanzia e tutti incrociano le dita. Li scelgono appena nati e difficilmente li lasciano allo stato brado, perché fanno notare- potrebbero diventare ingestibili. Pertanto, sono sempre tenuti a corda, abituati a passeggiare come cani al guinzaglio, per fargli riconoscere la voce e l’odore dei giostratori. Attraverso l’olfatto, il toro riconosce i ragazzi pure da lontano, perché ha memoria di sensi e memoria visiva. I giostratori lo accarezzano spesso, gli danno pacche sulle natiche per tranquillizzarlo ma anche per fargli sentire il proprio affetto, affinché l’animale possa obbedire ai comandi più facilmente. Insomma, lo coccolano per mesi, fino a quando arriva il giorno di provare a farlo trotterellare con loro a fianco negli spazi antistanti la stalla dove ogni quartiere si costruisce recinti simili alla pista del campo de li gio22

chi. Gli allenamenti iniziano verso febbraio o marzo. Ognuno usa tecniche diverse e a dare suggerimenti e dritte ci sono gli anziani contadini, quelli che hanno già partecipato alla competizione e insegnano ai più giovani come mettere una “tigre” nel motore del toro. Ogni quartiere, comunque, ha la sua tecnica di allenamento, frutto di anni di esperienza e tramandata di generazione in generazione. Addirittura c’è chi insegna all’animale come cambiare falcata prima di affrontare le curve per evitare di entrare in sbandata. Lo abituano perfino alle luci dell’evento, ai suoni, alla caciara, ai tamburi, affinché la corsa non diventi per lui un trauma. Vede grande ogni oggetto ed è per questo che può spaventarsi ad ogni cosa che può turbarlo se non l’ha mai vista prima. Il toro ha pure un udito acutissimo e la mobilità delle grandi orecchie gli consente di captare ogni rumore sospetto. I giostratori hanno per loro mille attenzioni, perché se sudano troppo possono ammalarsi. Allora evitano di esporli alle correnti e, terminato l’allenamento, lo asciugano e lo massaggiano.

Anche la loro alimentazione è curata nei minimi dettagli, perché il regolamento ammette alla corsa solo bovini che pesano tra i 4 e i 5 quintali. Ovviamente, nessuna cura dimagrante, perché ai tori si può chiedere tutto, tranne di diventare anoressici. A dedicarsi all’arte di maestro di corda sono tutti ragazzi giovanissimi, robusti, spesso anche studenti che non hanno mai avuto a che fare con il mondo contadino. Eppure sacrificano il loro tempo libero sull’altare del quartiere. Lo fanno con una vocazione particolare. Arrivano perfino a tolettare il toro con spazzole di grande marca, acquistate in farmacia, a fargli le coccole che forse nemmeno riservano alle proprie fidanzate. Insomma, con pazienza e amore si mobilitano per parecchi mesi dell’anno, fino ad aspettare il giorno fatidico con grande ansia. Addirittura alla vigilia della corsa i ragazzi restano con il toro tutta la notte. Lo vegliano solennemente. Per i giostratori è un animale generoso, un gregario che collabora, anche se alla fine il toro non saprà mai cosa significa vincere questa corsa.



D

ovunque ci sono gli sbandieratori c’è l'entusiasmo della folla che vede in questi atleti il perpetuarsi di una tradizione di grande civiltà. Fin dalla sua remota origine, la bandiera ha sempre avuto un preciso significato, sia nei colori che nei simboli. Nel rinascimento gli sbandieratori erano utilizzati per intrattenere gli ospiti nelle feste di corte con figure singole, coppia, squadra e coreografie plastiche che riguardavano le battaglie. Lo scorso anno la gara degli sbandieratori è stata vinta dal quartiere di san Francesco che ha ottenuto pure i due trofei biennali messi in palio della Confcommercio di Foligno, in quanto sono arrivati primi anche i tamburini. La giuria di gara è chiamata a giudicare la tecnica, l’eleganza, l’armonia, il sincronismo dei lanci, i giuochi, le figure coreografiche, il tempismo, l’estrosità degli esercizi, la precisione e l’allineamento del gruppo nel maneggio della bandiera. Ogni quartiere ha a disposizione 8 minuti per eseguire le sue figure.

L’arte della bandiera di SIMONE MESCA

24


Le colonne sonore della festa di ALICE FIORDIPONTI

I

n queste notti magiche d’agosto, il tamburo fa miracoli: segna con decisione il ritmo, le azioni ed i sentimenti delle persone. Nessuno è in grado di sottrarsi alla potenza delle percussioni ed al loro messaggio. Anche quest’anno la gara dei tamburini ci riporterà nel clima della vita rinascimentale montefalchese ed i suoni, alternandosi e sovrapponendosi, creeranno sonorità suggestive del-

l'epoca. Nelle esibizioni, i quartieri proporranno diverse coreografie. Lo scorso anno la gara è stata vinta dal quartiere di san Francesco, mentre al secondo posto si è classificato sant’Agostino. Un tempo il tamburo scandiva il tempo di marcia ed era connesso alla preparazione e allo svolgimento delle battaglie militari, tanto da essere un compagno fedele del signore delle armi. I suo segnale era anche fonte di orientamen-

to durante la notte cruenta, comandava l'assalto dei combattenti o annunciava la loro ritirata. Oggi come allora, i tamburi sono affiancati da chiarine e da sbandieratori. A differenza di quanto accadeva in passato, oggi i gruppi dei tamburini hanno il compito di accompagnare il corteo del proprio Quartiere durante la rievocazione storica ed esibirsi insieme agli sbandieratori e alle chiarine negli spettacoli. 25


L

’elemento originale e caratteristico della balestra montefalchese è il bersaglio: i moderni Guglielmo Tell devono centrare una testa di toro che reca sullo sfondo i colori dei quartieri. Nel 2008, per il secondo anno consecutivo, la gara è stata appannaggio del quartiere di san Fortunato: i balestrieri Fausto Bisogni e Luca Grisanti hanno totalizzato 19 punti; al secondo posto, dopo lo spareggio con sant’Agostino, il quartiere di san Bartolomeo. Terzo posto per sant’Agostino e quarto per san Francesco. La balestra è stata introdotta nei giochi fra quartieri nel 1984. «La manifestazione della Fuga del bove - spiega il dottor Giuliano Fraolini, montefalchese d’adozione, appassionato tiratore e cultore di armi d’epoca accusava un po’ di stanchezza, allora proposi all’ente di introdurre il gioco della balestra per risollevare le sorti

Tanti Guglielmo Tell di ALBERTO MESCA

della manifestazione. Da allora la manifestazione si è molto evoluta, fino a raggiungere gli attuali ottimi livelli, anche grazie all’impegno ed alla passione che i bravi balestrieri incardinati nei quartieri continuano a profondere nella competizione. La balestra usata per questa gara, appartiene al tipo tradizionale o antico. E’ uno strumento di buona potenza. Il suo caricamento, a differenza delle balestre usate a Gubbio o ad Assisi, che vengono caricate con un martinetto ad ingranaggi, avviene per mezzo di una leva detta forchettone». Dal 2007 nella gara della balestra è assegnata anche la Freccia d’oro al balestriere che realizza il miglior centro. Lo scorso anno il premio è andato a Leonardo Lezi del quartiere di san Francesco. 26


I principi della staffetta di MARCO DEGLI INNOCENTI

L

o scorso anno la gara della staffetta è stata vinta dal quartiere di san Fortunato con il tempo di 6.64.10; al secondo posto sant’Agostino con il tempo di 7.00.10; terzo classificato san Bartolomeo con il tempo di 7.28.13 e quarto san Francesco con 7.55.58. Dato il carattere di corsa cittadina, che non si svolge in una pista delimitato da corsie, i giudici di gara tengono conto solo di scorrettezze volontarie che potrebbero danneggiare in qualche modo gli avversari. Subito dopo la gara, dal loggiato del palazzo comunale, sarĂ consegnato il trofeo alla squadra vincitrice, intitolato alla memoria di Marco Gambucarta. La gara della staffetta si svolge su un percorso di 640 metri . 27


molto particolare perché, pur essendo un vino dolce, rimane asciutto grazie al suo patrimonio tannico. Gastronomia: vino da meditazione, si accompagna a formaggi stagionati o dolci secchi. Temperatura di servizio: 12° C.

MONTEFALCO ROSSO - DOC

Per... Bacco che vino! noli e di tannini, questo vino ha una longevità straordinaria. Necessita quindi di un lungo periodo di affinamento nel legno prima, nella bottiglia poi. Gastronomia: carni alla griglia, con salse brune, cacciagione. Temperatura di servizio: 18° C.

Come in molte zone vinicole del Centro Italia, a Montefalco il Sangiovese vanta una notevole tradizione e diffusione. Da qui la nascita del Montefalco Rosso dove il Sangiovese si sposa con il Sagrantino che apporta tipicità e struttura a questo vino da tutto pasto. Gastronomia: primi piatti, carni arrosto e alla griglia, pollame nobile. Temperatura di servizio: 16° C.

MONTEFALCO BIANCO - DOC Vino bianco a base di Grechetto, l'altra uva tipica di questa zona, e Trebbiano. Agli aromi ed ai sapori conferiti dal Grechetto, si accompagna la nota di freschezza tipica del trebbiano. Gastronomia: antipasti magri, minestre in brodo e asciutte, pesce e carni bianche. Temperatura di servizio: 10° C.

SAGRANTINO DI MONTEFALCO PASSITO - DOCG

L

a coltivazione della vite nel territorio di Montefalco risale ai tempi dei romani; Plinio il Vecchio racconta di un vino di particolare pregio ricavato dall'uva "Itriola". Questa, comunque, non sembra possa essere identificata con l'uva "Sagrantino" che sarebbe stata portata da frati francescani dall'Asia Minore. E' proprio a questa uva, coltivata solo in queste colline, che si deve la fortuna enologica di Montefalco.

SAGRANTINO DI MONTEFALCO SECCO - DOCG E' un vino di grande struttura ottenuto esclusivamente da uva Sagrantino. Grazie al ricchissimo corredo di polife28

Dall'omonima uva si ottiene anche il tradizionale passito. I grappoli vengono scelti accuratamente e messi a passire su graticci per almeno 2 mesi. Quindi si vinifica fermentando il mosto con le bucce. Si ottiene cosi un vino passito

Piazza del Comune Montefalco (PG) Tel./Fax 0742 379590 www.consorziomontefalco.it/ info@consorziomontefalco.it



INCONTRI/Nella terra del grande vino

Il Re del Sagrantino Stakanovista a 82 anni Dal nostro inviato GILBERTO SCALABRINI

S

toria e natura abbracciano Montefalco e la sua generosa terra, da sempre, un incastro perfetto e quasi magico. Sono luoghi in cui si può ritrovare il cuore della semplicità, basta lasciarsi sorprendere dai colori forti della natura e dagli scorci di uno dei borghi più belli dell’Umbria che si conserva nei secoli. Con Antonio Proietti Rebeca, classe 1927, si ritorna ai tempi in cui la vita si svolgeva intorno ai poderi e alle case isolate nelle campagne che erano abitate da intere famiglie dedite alla lavorazione dei campi. Incontriamo Antonio nella sua casa a Pietrauta. E’ lui il Re del Sagrantino. Ha una faccia quasi biblica, che sembra uscire da un quadro di Sepp Hilz, il pittore dei contadini. 30

I suoi occhi ancora s’incantano di fronte ai cicli delle stagioni, in particolare al vitigno sagrantino che considera quasi sacro. La viticoltura come l’olivicoltura sono parte integrante della sua cultura. Da 70 anni, Antonio ripete le azioni del suo duro lavoro sui campi e produce un rosso equilibrato, pieno e carnoso, delicatamente speziato. Anche il suo olio extravergine d’oliva è una delizia per il palato. «L’olio buono –dice Antonio- è come una medicina naturale per cuore e arterie, perché rallenta l'invecchiamento celebrale, previene l'arteriosclerosi e abbassa il livello del colesterolo del sangue». E’ questo l’elisir della sua dinamicità? «Se non fosse per qualche doloretto alle gambe, dovuto all’artrite, sarei ancora un leone».


Per il Sagrantino, Antonio si vanta di aver insegnato la tecnica di preparazione a molte generazioni, comprese pure piccole (all’epoca) aziende vinicole che oggi sono diventate veri colossi dell’export. Rebeca è stato anche uno dei primi fondatori della mostra enologica. Da 41 anni partecipa alla festa della vendemmia e lo fa con grande entusiasmo «perché -osserva- credo in questa generosa terra e amo troppo il lavoro sui campi. Ho iniziato quando avevo 12 anni, andando ad aiutare mio padre e mio nonno con i calzoni corti. Da allora non mi sono mai allontanato un giorno, né ho mai pensato di smettere». Nella vecchia e caratteristica cantina di Pietrauta ci sono tanti attestati di merito che testimoniano il suo dinamismo, fra cui la targa che gli ha consegnato di recente e pubblicamente il neo sindaco Donatella Tesei. La vita d’Antonio Rebeca è stata piena di sacrifici e costellata pure da momenti di gran dolore, come quello per la perdita di una figlia in giovanissima età. Da sette anni, tutti i giorni, prima di andare in campagna accudisce amorevolmente, insieme alla figlia Stefania, la moglie ammalata. Quando parla della famiglia italiana scuote la testa e commenta: «Oggi molti anziani come me hanno le badanti. Credo che sia la più grande vergogna di questo Paese, perché la mia generazione e pure quelle precedenti non hanno mai abbando-

nato o lasciato in custodia ad estranei i loro vecchi. Sono all’antica, lo so, ma questo mondo non mi piace più!». Infine, va a frugare nei ricordi e a proposito dell'abbandono della campagna commenta: «Mi auguro che presto ci sia un ritorno dei giovani sui campi, perchè l’agricoltura ha bisogno di braccia forti. Di fronte all’abbandono di molte terre mi piange il cuore». Che cosa bisognerebbe fare per convincere i giovani a fare i contadini? «Devono essere i governi a dare un segnale attraverso un aiuto concreto all’agricoltura. Da molti anni invece tutti hanno dimenticato che esistiamo. Se i giovani avranno delle risorse sono convinto che si avvicineranno ai campi.

Se continueremo invece a mandare alle stelle i costi dei concimi e quelli dei carburanti sarà un fallimento per tutti». Lavora ancora molte ore sui campi? «Si, lavoro ancora diverse ore, perché ho oltre tre ettari di terreno coltivati ad olivi e vigneti. Faccio quasi tutto da solo. Solo in particolari occasioni chiedo l’aiuto a qualche operaio». Cosa significa fare il contadino a 82 anni? «Significa anzitutto essere in salute, avere ancora la testa che funziona e forza nelle braccia. Certo, non sono più il contadino di una volta ma questo lavoro m’impegna cuore e cervello. Insomma, non mi fa invecchiare».



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.