DIRETTORE RESPONSABILE: Alberto Mesca CAPO REDATTORE: Gilberto Scalabrini IN REDAZIONE: Mariano Angioni, Guglielmo Castellano, Claudio Bianchini, Massimiliano Castellani, Mariolina Savino, Marco Degli Innocenti, Mauro Silvestri, Simone Mesca. HANNO COLLABORATO: Ufficio stampa comune di Foligno, Roberto Testa - Ufficio Stampa Ente Giostra Quintana, Giovanni Bosi. Casa Editrice: Nuova PromoEdit s.r.l. Via M. Acuto, 49, Foligno (PG) Tel. 0742/321011 - Fax 0742/321012 P.IVA 02987340540 www.nuovapromoedit.it info@nuovapromoedit.it www.ilcittadinoumbria.it - info@ilcittadinoumbria.it Autorizzazione: Reg. Tribunale di Perugia n. 35/1989 Reg. Tribunale di Terni n.07/ dall’82 all’1989 . Sped. in abb. post 45% legge 662/96 art 2 comma 20/b filiale di Perugia GRAFICA E IMPAGINAZIONE: Nuova PromoEdit - Marco Properzi Segretaria di Redazione: Cinzia Mancia Foto: Archivio Nuova PromoEdit, Foto Futura di Valeriana Sisti, Andrea Pomponi. PUBBLICITÀ: Nuova PromoEdit s.r.l. Tutto quello che viene pubblicato su “Il Cittadino” riflette unicamente il pensiero degli autori. Foto e testi, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Stampa: Grafiche CMF Foligno(Pg) Finito di stampare Maggio 2009 Foto di copertina: Andrea Pomponi - Dama di Quintana.
SOMMARIO Editoriale
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Una vera rivoluzione nei prossimi 4 anni
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di Alberto Mesca
di Gilberto Scalabrini
Il programma della Quintana e il palio della Sfida 9 La bellezza dell città e quello della Quintana di Nando Mismetti
di Claudio Bianchini
Gareggiare dei Convivi: sfida con il gallo d’india
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Evento di apertura: la Cena Grande
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Un meraviglioso viaggio tra i rioni di Mauro Silvestri
Provincia di Perugia
Comune di Foligno
da 24 a 39
Daniele e Scala Minore, l’arte dei campioni
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Matrimonio barocco
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Andrea Zoppi, un casserino d.o.c.
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La storia della statua della Quintana
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Il purosangue
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Il palio di san Rocco
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di Gilberto Scalabrini
di Gilberto Scalabrini
di Simone Mesca
di Mariano Angioni Regione Umbria
da 13 a 19
Piero Cruciani: giudizi del maestro
di Claudio Bianchini
Unione Europea
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Editoriale
C
i siamo. La festa ha preso il via e con essa l’entusiasmo e i frenetici preparativi per l’edizione della Sfida 2010, nel 64° anno della Giostra Della Quintana. Ogni angolo della città è uscito dal lungo letargo invernale (che quest’anno con l’incessante maltempo è durato fino a pochi giorni fa) e riscopre la voglia di divertimento, di emozione e partecipazione nelle menti e nelle braccia dei tanti volontari, perché anche questa Quintana dovrà essere unica e indimenticabile. Sul fronte della gara al campo, guardando i tempi delle prove ufficiali è difficile fare un pronostico, perchè ci sono almeno cinque cavalieri racchiusi in un pugno di centesimi. Nel corteo storico invece, stando alle informazioni raccolte da Mauro Silvestri, molte saranno le sorprese: venerdì 11giugno per le vie di Foligno sfileranno nuovi costumi, nuovi accessori e… chissà forse anche qualche
rappresentazione o allegorie inedite! Non mancheranno nel programma quintanaro le manifestazioni collaterali, la Cena Grande, il Palio di San Rocco, ecc., ma la novità più importante è sicuramente rappresentata dal “settembrino per eccellenza” Gareggiare dei Convivi. Ottima la scelta di suddividere la gara gastronomica in due momenti, 5 rioni a giugno e 5 a settembre, con una sfida tra i due finalisti; diventa per i rioni un’opportunità per presentare al meglio il piatto di gara e le scenografie ad esso legate, avendo anche più tempo da dedicare alla cura dei dettagli. Ma è il presidente Domenico Metelli che più di qualsiasi altro “mette molta carne al fuoco” dichiarando che dal prossimo anno, e per i prossimi 4 anni, la “rivoluzione” sia nel corteo che le scenografie al cerimoniale de il campo de li Giochi sarà radicale. Certamente, il corteo storico è sempre
uguale da troppi anni e quindi vanno trovate delle novità per rinvigorire la curiosità degli spettatori. Il clima che si respira, quindi, è quello di una Quintana che evolve, sia nella struttura che nelle apparenze, e questo non può che farci piacere perché darà nuovi impulsi ai tanti appassionati e alle nuove generazioni. Il nostro giornale è pronto, come sempre, a raccogliere e testimoniare le sensazioni, le idee e anche le preoccupazioni del popolo quintanaro, dando voce a vincitori e vinti, a successi e insuccessi con piena fiducia nella straordinaria “macchina organizzativa”. Lasciatemi ancora una volta ringraziare tutti gli sponsor che promuovono la loro azienda tramite il nostro giornale e che grazie al loro contributo permettono a “IL CITTADINO”, dopo 28 anni, di continuare ad essere indissolubilmente legato al nome Quintana. Alberto Mesca
Svolta quintanara:
UNA VERA “RIVOLUZIONE” NEI PROSSIMI 4 ANNI Intervista di GILBERTO SCALABRINI
Il Presidente dell’Ente Domenico Metelli parla dei programmi che cambieranno il “volto” della manifestazione dal 2011 al 2015 6
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l futuro inizierà dal 2011. Sarà la sintonia perfetta tra la storia della città, il 1600 e la nuova visione di interpretare la Quintana come spettacolo. Il superbo corteo storico sarà al centro del processo di “rivoluzione” che cancellerà la monotonia di una coreografia da processione. Nei prossimi quattro anni sarà avviato un restyling della grande festa di popolo per guardare in avanti, anzi in alto. Parola di Presidente!
Domenico Metelli, 52 anni, alla guida dell’Ente Giostra dal 2000, è uno concreto. Ha rianimato la kermesse barocca con un bocca a bocca, mettendosi a fianco una squadra di Magistrati e Priori dall’occhio fino. Per questo motivo il Consiglio dei Cento ha modificato, con un voto plebiscitario, lo statuto che impediva ai vertici dell’Ente di compiere un altro mandato dopo il secondo consecutivo. E, se è vero, com’è vero, che squadra che vince non
si cambia, i dieci Priori hanno chiesto a Domenico Metelli di continuare a gestire il futuro di palazzo Candiotti. «Ho accettato –commenta, mentre aspira con avidità una sigaretta- perché mi hanno garantito la loro massima collaborazione ai progetti che ci proietteranno nel futuro. Questa manifestazione è come un fiume, l’acqua dipende dalla rete dei suoi affluenti». Di lui i quintanari dicono che è l’uomo che unisce dove la rivalità divide, perché non è un tipo arcigno o astioso. Metelli è un industriale solare, di convinta cortesia, qualità che sovente caratterizza i più forti. E’ uno che ascolta sempre tutti con interesse, ma non fa patti con nessuno. Ogni progetto passa al setaccio del consiglio direttivo. Con noi parla a cuore aperto ed è come un tornado che travolge. Ci dice subito che la Quintana è gioia, dolore, follia, magia, notte, sudore, liti, fantasia e buona gastronomia dalla quale è difficile non lasciarsi coinvolgere. «Se non ci fosse stata la Quintana, forse Foligno sarebbe stata una città come tante altre nell’Umbria; ma sento anche che se non ci fosse stata Foligno, la Quintana non avrebbe trovato, forse, il suo giusto spazio». Presidente, ci parla della “rivoluzione” dei prossimi 4 anni? Ci fissa con cortese simpatia, fa una pausa poi riaccende la parola: «In questi dieci anni abbiamo fatto tante modifiche ma non abbiamo mai toccato il corteo e la gara storico-ippico, eccezion fatta per il diametro degli anelli. Pertanto, dovremo fare, insieme al Consiglio dei Cento, una grande riflessione per condurre in porto una modesta ma importante rivoluzione sulla dinamica della sfilata e sulla gara. L’idea è quella di ridurre il numero delle comparse (40 a contrada) per alzare la qualità dello spettacolo portando in scena carri allegorici e rappresentazioni itineranti. Ci piacerebbe anche allestire un anfiteatro in piazza Grande o in piazza san Domenico, dove sistemare i figuranti e dare vita a rievocazioni di scene seicentesche da far fruire a tutti gli spettatori. Il top
sarebbe stato il campo de li giochi, ma l’assenza di una pista di atletica ci penalizza, perché non possiamo calpestare la pista di gara. Cambieremo anche la logica dell’arruolamento dei cavalieri. Il comitato centrale, che da 64 anni apre il corteo, sfilerà per ultimo. Insomma, dobbiamo scrollarci di dosso il concetto del folclore, perché siamo una grande rievocazione storica, con un giro d’affari di oltre 3 milioni di Euro. Quest’anno, per la prima volta, abbiamo anche spot pubblicitari a livello nazionale su Canale 5.
Purtroppo, non possiamo chiedere la diretta, perché lo share d'ascolto non sarebbe alto. Non guardiamo Ascoli, perché non so se fanno bene o male, in quanto nel momento clou staccano il collegamento». Si parla anche di una cabina di regia. Chi vi farà parte? «Chiameremo, già da settembre prossimo, l’Amministrazione comunale, i presidenti della Cassa di Risparmio e della Fondazione, il presidente della Provincia e della Giunta Regionale. Queste cinque persone dovranno
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ragionare intorno a questo evento». Con il suo entusiasmo, la sua eleganza e la sua passione Domenico Metelli riesce a comunicare e a trasmettere le idee anche alle nuove generazioni. Soprattutto ha fatto presa sulla etrusca Perugia e si è guadagnato la fiducia incondizionata del presidente della provincia, Marco Vinicio Guasticchi. «E’ rimasto folgorato dalla bellezza della nostra Quintana –racconta orgoglioso- e, per la prima volta nella storia della Quintana, la Provincia di Perugia è diventata a tutti gli effetti un ente sostenitore, passando dai mille Euro ai 20.000. Il Presidente Guasticchi ha speso anche parole positive, affermando che “la Quintana è la vera festa popolare”, in quanto manifestazione ludica e non religiosa come accade nelle altre parti dell’Umbria, dove si onora sempre un santo. La Quintana ha solo il belli simulacrum. Tuttavia, 8
con la Chiesa c’è un rapporto di grande affetto». In ogni quintanaro c’è un credo rionale? «Assolutamente si. Ed è proprio dalle dieci contrade che devono partire le idee per la rivoluzione del futuro. La Quintana è cresciuta dal busto verso la testa, mentre le gambe sono ancora fragili. Pertanto, ben venga la bramosia rionale, la sana competizione per una festa che ha solo e soltanto come credo la fede rionale. Ecco, perché abbiamo investito anche sui giovanissimi. Sono circa 4.000 i bambini delle scuole elementari, un vero fiume in piena di entusiasmo, che sarà il futuro della manifestazione. Tutti i Priori, i Magistrati e Anna Maria Rodante sono entrati in classe per insegnare un’ora di Quintana. Hanno visitato le sedi rionali, palazzo Candiotti e le scuderie. Gli abbiamo anche fatto scegliere il fazzo-
letto con i colori della contrada del cuore e la prima domanda è stata: “Chi è adesso il mio rivale? Con chi devo litigare per difendere il rione?”. Ecco, queste sono le nuove leve. Qualsiasi realtà è equilibrata quando a un solido passato corrisponde un futuro rigoglioso. Compreso il mondo quintanaro». Si sente che c’è dentro Domenico Metelli la voglia di fare tutto e di più, come un sogno che nasce quando si ama qualcosa dal profondo. Presidente, ci sarà la rivoluzione anche sulla tratta dei cavalli? «Non possiamo e non dobbiamo prevaricare i ruoli. L’Ente Giostra attende con pazienza questa scelta demandata solo ed esclusivamente ai Rioni. Per alleggerire certe spese, bisognerebbe andare verso la tratta dei cavalli e dei cavalieri; ci rendiamo conto però che la passione per questi animali è così talmente forte che quasi tutte le contrade vivono in modo tenace la scuderia. La tratta, dunque, sarebbe una vera rivoluzione, ma potrebbe far perdere la passione e l’attrazione per questa festa. Pertanto, nessuna decisione può piovere dall’alto. Credo che andrebbe fatto un sondaggio. Forse, per salvare capra e cavoli, basterebbe dare un contributo adeguato alla manifestazione e il problema potrebbe essere risolto. Ecco, quindi, l’importanza della cabina di regia. Esattamente quello che accade a Siena». Quanto costa la manifestazione? «E’quasi vicino a un milione di Euro. Quest’anno abbiamo rastrellato anche la pubblicità per i manifesti e in città ci saranno una decina di totem». Quanto ricavate dall’incasso dei biglietti per la Giostra? «Intorno ai 200mila Euro». Quando usciamo dal palazzo, il rullio dei tamburi ci trasporta nel magico mondo di Ettore Tesorieri. Nella città agghindata a festa dalle bandiere multicolori l’orologio della storia ci riporta indietro nel tempo. Sei secoli infilzati in una lancia. C’è solo da decidere a quale contrada vorresti appartenere per vivere il sogno della vittoria.
Programma della Quintana di giugno Giovedì 27 maggio Notte di Bandiere Venerdì 28 maggio Cena Grande Ore 20.30 Corte di Palazzo Trinci Sabato 29 maggio Prove Ufficiali Ore 21.00 Campo de li Giochi ”Marcello Formica e Paolo Giusti” Da lunedì 31 maggio a venerdì 11 giugno Apertura delle taverne Martedì 1 giugno Palio di San Rocco Ore 22.00 Piazza San Domenico Venerdì 4 giugno “Il Baule dei Racconti” Associazione Culturale Guitti Teatro Ore 22.00 Piazza della Repubblica
Sabato 5 giugno Esibizione Gruppi Sbandieratori di Umbria, Marche e Toscana Ore 21.30 Parata degli Sbandieratori in centro Ore 22.00 Piazza della Repubblica Giochi di Bandiere Mercoledì 9 giugno “Follia e Stupore del Convivio” Relatore Giancarlo Malacarne Ore 17.30 Palazzo Candiotti “Antologia di Spoon River” Spettacolo teatrale Regia di Luciano Falcinelli Ore 21.30 Corte di Palazzo Candiotti
Venerdì 11 giugno Lettura del Bando e Benedizione dei Cavalieri ore 21.00 Piazza della Repubblica Corteo delle rappresentanze rionali ore 22.00 Vie del centro storico Sabato 12 giugno Annullo speciale Poste Italiane Ore 11.00 – 17.00 Porta Romana – Servizio Turistico Giostra della Quintana “La Sfida” Ore 21.00 Campo de li Giochi “Marcello Formica e Paolo Giusti”
Suoni di Tamburo Ore 22.30 Piazza della Repubblica Giovedì 10 giugno La Ridiculosa Historia de “Pulcinella Cornuto Immaginario” Compagnia teatrale “Scaramante Associazione” Ore 22.00 Piazza della Repubblica
Il Palio della Giostra della Sfida LO HA REALIZZATO GIANNI DESSÌ
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a sentire la forza, la materialità, il profumo della Giostra. E’ di sicuro tra i più forti nell’ordine della rappresentazione della Quintana di Foligno. Parole del critico d’arte Italo Tomassoni, che nella Sala d’onore di palazzo Candiotti ha presentato l’opera del maestro Gianni Dessì, artista di primo piano di quella che variamente viene definita Nuova Scuola Romana o Scuola di San Lorenzo, scelto per la realizzazione del Palio che andrà al vincitore della Sfida cavalleresca in calendario a Foligno per la serata di sabato 12 giugno. Davanti ad un folto pubblico di istituzioni, quintanari e giornalisti è stato tolto il drappo rosso che sino alla fine ha
celato agli occhi dei presenti il Palio che di sicuro è anche uno dei più grandi sinora mai realizzati. Domina il colore giallo, il preferito da Gianni Dessì, è visualizza un cavaliere a cavallo visto di spalle, dunque lanciato al galoppo verso il proprio bersaglio: l’anello appeso al simulacro ligneo appeso alla statua della Quintana. La particolarità sta nel fatto che si tratta di un’opera “tridimensionale”, nel senso che la coda del cavallo è realizzata in fibra naturale è applicata sulla tela dipinta, a sua volta applicata su un pannello ligneo. Ciò comporterà un diverso confezionamento del Palio rispetto alla tradizionale composizione. Un’opera d’arte quella di Gianni Dessì, che pur inserendosi a pieno titolo nelle caratteristiche peculiari dei Palii di giostra della Quintana di Foligno (firmati dai più grandi artisti contemporanei, da Domenico Purificato a Salvatore Fiume, da Pietro Annigoni a Remo Brindisi) è destinato quindi a rappresentare un’attrazione per la sua impostazione e per le sue dimensioni. 9
onoraria al ti consegna la cittadinanza Il sindaco Nando Mismet pe Valotto sep Giu le era gen o, ’Esercit Capo di Sta to Ma ggiore dell
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oi folignati siamo portati, talvolta, a sottovalutare la bellezza della nostra città, evidenziando, magari con enfasi, le piccole cose che andrebbero migliorate. Di questo ce ne rendiamo pienamente conto quando arriva a Foligno qualche autorevole personalità, come è avvenuto di recente con il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, gen. Giuseppe Valotto, al quale abbiamo conferito la cittadinanza onoraria, che ha avuto nei confronti della nostra città parole elogiative e di sincero apprezzamento, che non erano affatto di circostanza. Analogamente, c’è chi è portato a non valorizzare come merita la Giostra della Quintana, che considero la manifestazione storico cavalleresca più scenografica ed avvincente d’Europa. Pensare la Giostra senza il tessuto umano ed urbanistico di Foligno sarebbe impossibile. Immaginare la nostra città senza la Quintana sarebbe altrettanto impossibile. E’ per questo che le due realtà costituiscono i due volti belli di una stessa medaglia, altrettanto bella. La Giostra è sempre un appuntamento molto atteso, non solo per i
folignati che si apprestano a viverla in vario modo, ma anche per i numerosi appassionati di competizioni equestri e di rievocazioni storiche, richiamati a Foligno da ogni dove. Sarà così anche per questo 64° anniversario della nostra manifestazione, importante segmento di storia antica e moderna della città. Un doveroso ringraziamento intendo rivolgerlo al Presidente dell’Ente Giostra della Quintana, Domenico Metelli, per la sua incrollabile dedizione, finalizzata sempre alla migliore riuscita di questo nostro evento storico cavalleresco.Al tempo stesso ringrazio il Comitato centrale, i Magistrati, e i Priori che nei Rioni svolgono un’instancabile attività. Ma la Quintana, come sappiamo, è un serio impegno anche per molti cittadini. Mi riferisco ai tanti volontari, adolescenti, adulti e anziani, donne e uomini, che nei Rioni lavorano incessantemente su vari fronti, con l’obiettivo di far bella la Giostra e con essa la Città, valorizzandone storia e tradizioni. Da parte nostra, come Amministrazione comunale, continueremo a sostenere la Quintana, nonostante i pesanti tagli al bilancio comunale imposti dal Governo centrale, che vedono un’ulteriore riduzione di trasferimenti di circa 2 milioni di euro. L’impegno del Comune di Foligno, tuttavia, si sostanzia per questo 2010 in un investimento di circa 450 mila euro, finalizzato alla completa messa in sicurezza dell’impianto sportivo, alla realizzazione della nuova tribuna in grado di accogliere gli spettatori sul lato palestra e alla predisposizione dello spazio su cui insisteva l’ex piscina di via Fazi, per consentire la gestione dei nuovi box per i cavalli. Si tratta di lavori che prenderanno avvio, dopo la Quintana di settembre, in modo che l’intervento possa essere completato prima della Giostra estiva del prossimo anno. Ma il nostro impegno, come Amministrazione comunale, sta anche nel voler tenere animata la città da giugno fino a settembre; questo, nonostante le difficoltà derivanti dalle limitazioni economiche imposteci dalla legge finanziaria. E’ per questo che, oltre alla Quintana con le sue due edizioni, presentiamo anche un articolato programma culturale ricco di varie iniziative che, come Young Jazz e Canti e Discanti, ci accompagneranno da giugno ad agosto, fino a culminare poi nei tradizionali appuntamenti di settembre, legati agli spettacoli di “Segni Barocchi Festival” e agli incontri gastronomici del Festival “I Primi d’Italia”. Mentre ringrazio “Il Cittadino” e il suo direttore, Alberto Mesca, per la cortese ospitalità in queste pagine, voglio rivolgere un caloroso benvenuto a tutti coloro arriveranno a Foligno da diverse parti d’Italia o da altri Paesi per assistere alla Quintana, augurando loro, ne sono certo, di trovare quell’ospitale accoglienza, che costituisce uno dei patrimoni sociali della nostra città.
Nando Mismetti Sindaco di Foligno
La bellezza della CITTÀ e quella della QUINTANA 10
ABBIGLIAMENTO CALZATURE VIA XX SETTEMBRE 60/66 - FOLIGNO - TEL. 0742 349672
Piero Cruciani: I GIUDIZI DEL MAESTRO di CLAUDIO BIANCHINI
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n vista della Giostra della Quintana di sabato 12 giugno, la redazione de “Il Cittadino” ha scelto di affidare le valutazioni sui dieci binomi che scenderanno in pista per conquistare il Palio di Gianni Dessi, al Maestro di Campo Messer Piero Cruciani. Folignate verace, appassionato di cavalli, profondo conoscitore del mondo delle scuderie, e soprattutto amante della Quintana a 360°. Numerose le sue partecipazioni alla singolar tenzone folignate, e tra le sue performance vanno segnalate anche due vittorie, conseguite – tra l’altro – per due rioni eternamente rivali. Nel 1967 è stato infatti Piero Cruciani, vestendo i panni de “Il Moro” puellaro, a portare in via Mentana il secondo palio bianconero, uscen-
do vittorioso dall’otto di pista in sella a Diana. Dopo undici anni, ancora una vittoria, stavolta – come detto – per i colori gialloneri del rione Spada, quando consegna al popolo delle Conce il Palio del 1978 conquistato su Freccia. Ha dato un forte apporto alla formazione dei giovani cavalieri delle scuola folignate, che risultano indiscutibilmente tra i migliori a livello nazionale. Da circa 15 anni ha il delicato ruolo di Maestro di Campo, una sorta di “arbitro” quintanaro al quale spetta il compito di controllare la totale sicurezza e fruibilità del Campo de li Giochi, prima di dare ufficialmente l’ordine di partire ai binomi rionali in pista. «E’ particolarmente difficile azzardare pronostici per questa edizione – tiene a precisare come premessa fondamentale Piero Cruciani – in quanto a causa delle avverse condizioni meteorologiche abbiamo potuto vedere ben poco, sia per l’indisponibilità della pista di prove all’Aeroporto che per i continui rinvii al Campo de li Giochi dove il terreno è stato appesantito dai rovesci. Possiamo comunque dire con tranquillità – fa notare Cruciani – che i cavalli che danno maggiori garanzie sono quelli che abbiamo già avuto modo di conoscere ed apprezzare nella Rivincita dello scorso settembre. La rosa dei favoriti si restringe quindi su quattro / cinque binomi». 13
Rione Ammanniti
Rione Badia
Il Gagliardo Emanuele Capriotti
L’Ardito Michelangelo Fondi
Emanuele Capriotti, 32 di Ascoli Piceno, è dal giugno del 2007 il portacolori del rione Ammanniti. Stando alle valutazioni di Piero Cruciani, sarà lui la vera incognita della Sfida in notturna, non potendo essere inserito sin da subito nella cerchia dei favoriti alla conquista del Palio. Dovrebbe tornare in pista con la cavalla Ripa Nera, una purosangue inglese di otto anni di sua proprietà. Capriotti – fa notare il Maestro di Campo – è un autodidatta ed ha nettamente migliorato l’assetto sull’animale, anche se non è più stato in grado di confermare la performance che lo vide vincitore proprio al suo debutto in terra folignate. Una particolare menzione la merita Ripa Nera, che viene considerata in assoluto tra i migliori cavalli che giostreranno in questa edizione. 14
Riuscirà l’Ardito Miche langelo Fondi del rione Badia, il “cucciolo della Giostra” a riportare dopo 27 lunghi anni un palio in via Garibaldi? Secondo le valutazioni de “Il Cittadino” il giovane cavaliere folignate – figlio d’arte – non rientra nella cosiddetta prima fascia di contendenti al prezioso drappo, ma ha dalla sua parte il frutto di un lavoro fatto con tanto impegno ed altrettanta buona volontà. La tenacia e la determinazione saranno le sue armi e per essere ripagato, dovrà continuare su questa strada con entusiasmo e guardando avanti. A sua disposizione No Risk No Glory di sua proprietà e Dance Devil punta di diamante della scuderia badiola che ha già debuttato sul Campo de li Giochi ma che – almeno ad oggi – non ha dimostrato di essere nella rosa dei più accreditati.
Rione Cassero
Rione Contrastanga
Il Pertinace Luca Innocenzi
Il Furente Gianluca Chicchini
Sotto la torre merlata del rione Cassero sono pronti sia l’affidabilissima e già vittoriosa Naval War, che l’asso nella manica Scintilla una purosangue inglese di sei anni, anch’essa di proprietà della Scuderia Innocenzi. Il Pertinace Luca Innocenzi si è ben distinto anche fuori dalle mura cittadine, mietendo vittorie nelle giostre e nei tornei storico equestri del centro Italia. Ha al suo attivo due Palii conquistati e il fatto di aver portato a termine ben sei giostre senza commettere errori. La freddezza ed il perfetto affiatamento con i suoi cavalli costituiscono un binomio capace di essere protagonista e quindi di poter rientrare nella ristretta rosa dei favoriti per la Giostra di sabato 12 giugno.
Il veterano della Quintana, messere
Gianluca Chicchini portacolori del rione Contrastanga, con i suoi 22 anni di carriera sarà ancora in grado di dare del filo da torcere nella sfida sotto il cielo stellato di giugno. A 44 anni ha ancora una passione da invidiare e la sua esperienza potrebbe proprio giocare a suo favore trasformandolo in una delle sorprese della sfida 2010. Notevolmente affinata la preparazione di Delphin Debrie, segno che il lavoro invernale ha dato buoni frutti permettendo un maggiore affiatamento e più precisione nell’affrontare l’otto di gara. 15
Rione Croce Bianca
Rione Giotti
Il Fedele Daniele Scarponi
L’Animoso Massimo Gubbini
Il risultato della Giostra della Rivincita dello scorso settembre parla da solo: il rione Croce Bianca entra da vincitore, ed il binomio biancorosso si conferma in assoluto come quello da battere. Il Fedele di via Butaroni, il 33enne folignate Daniele Scarponi - che può già vantare quattro Palii nel suo palmares personale - gode quindi dei favori del pronostico. A sua disposizione la “Ferrari di Giostra” Scala Minore detentrice del record di pista con i suoi 54 secondi e 36 centesimi. Piero Cruciani, dall’alto della sua esperienza, non ha alcun dubbio: è lui quello che ha saputo interpretare meglio di tutti un animale così difficile, veloce e al tempo stesso delicato come Scala Minore ed i frutti sono arrivati. Se deve esserci un super favorito, questo è proprio lui.
Secondo Piero Cruciani potrebbe essere proprio questo l’anno buono di Massimo Gubbini, troppo spesso ad un soffio dal toccare il Palio per poi sfumare la conquista del primo gradino del podio. E’ entrato in un rione, il Giotti che ha una scuderia ben organizzata e capace di essere competitiva, che gli ha messo a disposizione un valido tecnico. Con il rione Spada ha vissuto una situazione di disagio che non gli ha permesso di esprimere sino in fondo tutte le sue reali capacità da campione. Adesso con Baccani ha disputato prove interessanti candidandosi a pieno titolo tra quelli che potrebbero giocarsela sino alla fine.
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Rione La Mora
Rione Morlupo
Il Generoso Matteo Martelli
Il Baldo Lucio Antici
Il giovane folignate Matteo Martelli, generoso del Rione La Mora è stato portato in trionfo proprio nella notte quintanara dello scorso anno ed anche su di lui sono puntati i riflettori del Campo de li Giochi. Ha già dimostrato in pista freddezza e competenza, ripagato – per l’appunto – con la vittoria al suo debutto contro il Dio Marte. Tornerà in sella a Catalifi, purosangue inglese di sei anni baio scuro, e possiamo annoverare il binomio del Gelso tra i componenti la prima fascia. Deve proseguire su questo lavoro e si affinerà sempre di più; l’unica difficoltà potrebbe essere quella di trovare un cavallo competitivo in grado di adattarsi al suo fisico. 18
Lucio Antici da San Gemini, Baldo del rione Morlupo, ha grande esperienza ed è riuscito a dar vita ad un binomio affiatato e competitivo, che ha ben impressionato gli addetti ai lavori. La contrada rosa nera è certamente tra le favorite nella sfida al Dio Marte e ha tutte le carte in regola per insidiare da vicino la stessa Scala Minore per un duello che potrebbe giocarsi sino alla fine. Probabilmente il 38enne Lucio Antici ha trovato con il Morlupo la sua giusta collocazione, con soddisfazioni per entrambi.
Rione Pugilli
Rione Spada
Il Moro Lorenzo Paci
L’Audace Luca Veneri
Nella rosa dei favoriti una casella spetta di diritto al rione Pugilli che scende di nuovo in pista con il plurivittorioso Lorenzo Paci. Il Moro di via Mentana resta sempre uno dei competitors più agguerriti e determinati, forte della sua professionalità ed esperienza. Il binomio bianconero entrerà al Campo de li Giochi per vincere, e Go Betty Go, purosangue inglese di nove anni di proprietà della scuderia puellara, è notevolmente migliorata.
Dopo la bellissima prova in vista della Giostra del 12 giugno il binomio dello Spada ha dimostrato di voler disputare una Quintana da protagonista. Luca Veneri ha già dimostrato il suo valore conquistando la Corsa all’Anello di Narni anche se come impatto la tecnica è diversa dalla manifestazione folignate. Aver cambiato rione e vestire i panni dell’Audace del rione Spada, gli ha dato nuova energia e trova un buono staff per la preparazione dei cavalli, buono quindi il feeling con la scuderia spatara. Con Paradise Hours a sua disposizione, possono infastidire seriamente il gruppetto di testa. 19
Gareggiare dei Convivi SFIDA CON IL “GALLO D’INDIA”
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’ il “gallo d’India”, ovvero il tacchino, il tema fisso del “Gareggiare dei Convivi”, 35° concorso enogastronomico della Giostra della Quintana di Foligno che si svolgerà nei giorni 31 maggio, 1, 2, 7, 8 giugno 2010 e poi ancora nei giorni 30, 31 agosto, 1, 6, 7 settembre 2010. Un appuntamento tradizionale quanto qualificante perché vede i dieci Rioni della città impegnati nella preparazione di piatti con prodotti tipici dell’Umbria, con i vini di accompagnamento ai piatti e l’olio extravergine di oliva utilizzato per la loro esecuzione prodotti anch’essi nella regione. Il tutto ambientato nel Seicento, periodo storico di riferimento della Quintana folignate. In base alla nuova strutturazione, ciascun rione (uno per serata) avrà a sua disposizione un tempo che va dalle ore 21 alle 23.30. E ai fini della classifica finale da parte di un’apposita giuria di esperti (uno storico, un gastronomo, un sommelier), saranno oggetto di valutazione il secondo piatto quale “piatto di gara”, il vino e l’allestimento scenografico, coreografico e storico. Tutto dovrà essere presentato con ingredienti di base conosciuti nel Seicento. Il “piatto di gara” dovrà essere accompagnato da un menù completo, il quale però non sarà oggetto di valutazione a livello culinario, fatta salva una penalizzazione fino a tre punti nel caso in cui siano stati usati ingredienti di base non conosciuti nel Seicento. Nella serata di gara il menù proposto nella taverna rionale o nel diverso luogo prescelto (perché la cornice potrà essere uno dei palazzi storici che si trova nel territorio del rione) dovrà essere solo quello presentato alla giuria, compreso il “piatto di gara”. Il tema per l’allestimento storico, scenografico e coreografico è libero e dovrà interessare tutta la taverna o il luogo prescelto, in modo tale da rendere particolarmente suggestiva l’atmosfera e dare l’emozione del passato a tutti gli avventori, tutti in abiti barocchi. Oggetto di valutazione saranno l’attinenza storica, gli ingredienti, la presentazione e la riuscita del piatto, l’abbinamento e la qualità, l’allestimento e gli spettacoli proposti. La novità dell’edizione 2010 è che verrà proclamato un vincitore a giugno ed uno a settembre. I due rioni vincitori si sfideranno poi in una ulteriore gara finale (al momento la data è da definire) presentando il solo piatto di gara con relativo vino e riproponendo un intrattenimento coreografico in un limite di tempo massimo di quindici minuti.
Il programma del Gareggiare dei Convivi
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Lunedì 31 maggio Ore 20.30 Rione La Mora
Lunedì 7 giugno Ore 20.30 Rione Pugilli
Martedì 1 giugno Ore 20.30 Rione Giotti
Martedì 8 giugnoi Ore 20.30 Rione Morlupo
Mercoledì 2 giugno Ore 20.30 Rione Badia
Mercoledì 9 giugno Proclamazione vincitore Ore 19.00 Palazzo Candiotti
Evento di apertura
LA CENA GRANDE
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a Cena Grande, nella suggestiva Corte di palazzo Trinci, ha rappresentato l’evento di apertura della Giostra della Quintana edizione 2010. A firmare il menù della serata è stato ancora una volta lo chef Filippo Artioli, ormai un grande amico della Quintana di Foligno. Per lui che conosce vita, morte e miracoli di ogni pietanza in grado di appagare il palato, la scoperta del gusto della Giostra folignate è stata una sorta di colpo di fulmine. Da anni ormai il grande chef lega il proprio nome alla gastronomia d’eccellenza della manifestazione, in particolar modo alla Cena Grande, debutto dell’intenso cartellone quintanaro. E la “Cena Grande” di quest’anno, al di là del curatissimo aspetto enogastronomico, ha offerto anche grandi emozioni attraverso lo spettacolo che ha ruotato intorno ai cavalieri di giostra appositamente prodotto e curato dal magistrato Lucio Cacace d’intesa con la Commissione artistica dell’Ente e con la partecipazione di Manuela Marinangeli e Mauro Silvestri in qualità di conduttori. Lo chef Filippo Artioli è un nome particolarmente conosciuto nel mondo dell’alta cucina italiana: attualmente si trova presso la “Trattoria La Pulce” di San Lazzaro di Savena (Bologna) nella quale lavora con la sua famiglia. “La mia filosofia – spiega Artioli – è lavorare con passione per creare 22
una buona clientela che riesca a comprendere una cucina schietta e sincera, insomma comprensibile, ma allo stesso tempo creativa e di grande valore partendo da una tecnica perfetta affinata durante la mia vita, per arrivare alla base: le grandi materie prime. Tutto questo con rispetto, umiltà, ed amore”. I sogni di Filippo Artioli? “Avere successo negli Stati Uniti e nel mondo, trasmettendo ambiziosamente arte, sogni gastronomici e cultura culinaria che mi insegni là dove non si finisce mai di imparare e mi dia la fortuna e la forza di diventare ristoratore di qualità”. Ma in realtà la sua qualità è già eccellente. “Un grande nome ed un menù di grande efficacia, che abbiamo voluto come sempre sperimentare in anticipo – sottolinea il presidente Domenico Metelli – la Cena Grande di quest’anno è stato sicuramente un altro evento memorabile, come è giusto che sia l’appuntamento di apertura della Quintana”. Il menu della serata Budino di erbe campagnole con salsa appena piccante e cipolle di Cannara Millefoglie di salsiccia e carciofi, alla cacciatora Polentina di lenticchie al sugo di cinghiale Noci di vitellone bianco dell’Appennino centrale al latte, con millepunti di malanzane alla parmigiana Crostata di ricotta allo zafferano e coulis di frutti di bosco Bavarese d'ananas alle spezie
Un meraviglioso viaggio tra i rioni Servizi di MAURO SILVESTRI
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biti nuovi, allegorie, menù gustosi e di qualità, scene di vita secentesca, cene e riti propiziatori. C’è davvero un po’ di tutto in questa vigilia dell’edizione 2010 della Giostra della Quintana. Nelle pagine che seguono potrete leggere un assaggio di tutta la febbrile attività dei rioni consumata nei giorni che precedono la Giostra. E’ il miracolo dei quintanari che riescono sempre a creare appuntamenti straordinari grazie alla loro fantasia, alla voglia di giocare e, soprattutto, alla passione per questo Gioco di Antico Regime che quando ti prende non ti abbandona più per tutta la vita. Allora iniziamo il viaggio dall’Ammanniti fino allo Spada, un viaggio unico e, come sempre, emozionante.
Rione Ammanniti
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’ un’edizione 2010 all’insegna delle sorprese quella messa a punto dal rione Ammanniti. In via Brunetti, come al solito, si è lavorato tantissimo, ma andiamo con ordine. Le prime sorprese arriveranno dal corteggio rionale. Quello del rione Rosa è da sempre uno dei più belli sia per quanto riguarda i costumi sia per la scelta dei personaggi chiamati ad indossarli. Anche a giugno, quindi, vedremo alcuni abiti nuovi realizzati dalla sartoria rionale sotto la guida di Massimo Fiordiponti e con la consulenza del costumista Claudio Cordaro che ormai è un rionale a tutti gli effetti. Novità importanti arrivano anche dalla Locanda della Rosa. La già accogliente taverna può contare su una proposta gastronomica ormai collaudata e, proprio a giugno, sarà anche teatro di serate di intrattenimento e riserverà per gli avventori anche un angolo caratteristico dove degustare i prodotti tipici della nostra tradizione. Una serata a tema molto importante sarà quella di martedì 8 giugno che culminerà con il concerto della Filarmonica di Belfiore all’Auditorium San Domenico dedicato al grande Fabrizio De Andrè. Top secret, invece, sono altre iniziative che il Rione, guidato da Fabio Fiordiponti, sta mettendo a punto per le serate di giugno.
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Rione Badia
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’è grande attesa per questa edizione che si annuncia davvero accattivante grazie alle novità proposte dal Rione Badia di Raoul Baldaccini. Lavori importanti sono stati effettuati nella splendida Hostaria del Centurione. Quest’anno i visitatori potranno ammirare i lavori di ristrutturazione del secondo ingresso della taverna che si affaccia su via Gentile da Foligno. Si completa così il programma di questo quadriennio che consegna alla città una struttura di primissimo ordine dove, oltre al palato, si può soddisfare anche la vista delle suggestive e antichissime stanze della taverna. Sempre sul fronte gastronomico, il Badia punta forte anche quest’anno sul menù della taverna che è stato rivisitato aggiungendo sempre nuove proposte della nostra ricca tradizione. Nuovi piatti, frutto della ricerca della commissione taverna, sono stati inseriti nella lista pronti per deliziare i tanti avventori dell’Hostaria. Altri 3 abiti nuovi si aggiungono al ricco parco costumi del rione. Quest’anno nel Corteo di giugno vedremo il nuovo abito del vice Priore e di due nobili del gruppo consiliare. Anche nel settore costumi il rione ha completato il programma raggiungendo tutti gli obiettivi fissati ad inizio mandato.
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Rione Cassero
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assero è sinonimo di iniziative di qualità. Il Rione di via Cortella, infatti, anche quest’anno propone un ricco calendario di momenti tutti da vivere a cominciare dal tradizionale Palio di San Rocco, la corsa dei somari è pronta a riempire ancora una volta piazza San Domenico. Si prosegue poi con In Vino Veritas, manifestazione seguita da Stefano Brunelli, la collezione di vini pregiati in nome dell’arte con l’etichetta dipinta ogni volta da grandi artisti. Anche in questo 2010 il Cassero propone il suo Pertinace, l’elegante pubblicazione curata da Moreno Chiacchiera, che ci guida ogni anno in un viaggio affascinante all’interno delle attività della Torre Merlata. E ancora il priore Giorgio Recchioni ha confermato nel programma la cena propiziatoria in piazzetta Saponara, e la Benedizione del Pertinace e del Cavallo di Giostra, impartita da don Paolo Aquilini, in programma il 6 giugno di fronte alla splendida Collegiata di Santa Maria Infraportas. Ma le sorprese non finiscono qui. Per il 10 giugno il Rione ha organizzato una serata di gala in onore della dama Elisa Proietti e, sempre sul versante delle bellezze femminili, il Cassero farà indossare uno dei suoi abiti a Martina Tinozzi, Miss Umbria 2009. Novità anche nei costumi con il nuovo abito del Priore e di altri 2 nobili. Le iniziative di giugno si chiuderanno con l’estrazione dei biglietti vincenti della Lotteria Rionale.
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Rione Contrastanga
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i chiude con successo e tante novità anche il quadriennio del Priore Maurizio Metelli del Contrastanga. Il rione delle Tre Barre Dorate, si sa, dispone di una delle taverne più antiche della storia della Quintana e fin dal 1975 ha sempre garantito qualità in un ambiente decisamente accattivante. Per il 2010 la speciale commissione che si occupa della taverna ha deciso di proporre un menù interamente rivisitato che addirittura potenzia l’offerta già ricca degli anni scorsi. E proprio per tendere sempre alla qualità sono stati completati alcuni lavori in cucina ed in taverna che permettono alla squadra gastronomica gialloblù di viziare, è proprio il caso di dirlo, ancora di più i tanti avventori della taverna delle 7 Selle di via Piermarini. Anche il corteggio rionale, sempre caratterizzato per eleganza e precisione nei dettagli, si presenta quest’anno rinnovato a conclusione di un programma di ricerca e qualità che ha caratterizzato sempre il rione. Anche quest’anno potremo sfogliare Il Furente, la curatissima pubblicazione che racconta con dovizia di particolari ed anche ironia tutto quello che avviene nel mondo gialloblù.
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Rione Croce Bianca
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l Rione Croce Bianca del priore Andrea Ponti si godono il primato dopo la vittoria numero 18 nella Rivincita del 2009. Il Palio ha portato nuova linfa ed ha fatto crescere l’entusiasmo in via Butaroni. Tante le novità per celebrare questo momento magico proprio come quelle che caratterizzano il corteggio rionale di venerdì 11 giugno. Dopo uno studio approfondito e coperto ancora dal segreto, la speciale commissione presenterà un carro per l’allegoria che si annuncia davvero senza precedenti. “Mai vista”, sostengono con orgoglio i rionali biancorossi. Un giugno all’insegna delle sorprese, quindi, che interessano anche il nuovo abito della dama del rione. Un abito particolare, esclusivo e confezionato con nuovi tessuti frutto della ricerca certosina sui testi storici. Novità anche per la Dama della Vittoria, nuova figura cucita addosso alla splendida Fotinì Giustozzi, che sfilerà accanto al Palio vinto a settembre. Saranno 3 gli abiti nuovi con due confezionati appositamente per le ancelle ed un altro che ormai potrebbe trovare spazio nel Museo della Giostra. Anche la Taverna del Fedele sarà permeata dalla vittoria appena conseguita. Nuovo menù pieno di proposte gustose sempre elaborate tenendo fede alla tradizione gastronomica folignate e tante iniziative a sorpresa collegate alla vittoria. 31
Rione Giotti
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nche il Nobile Rione Giotti del priore Alfredo Doni è pronto a stupire tutti con le tante iniziative proposte per questa edizione di giugno. Le novità importanti riguardano la sede e la Taverna del Prete di Rostoviglio. La sede è nuova di zecca ed è stata inaugurata solennemente nei giorni scorsi in via dell’Annunziata, una delle vie storiche del rione biancoceleste. Si tratta di una sede prestigiosa che ospita la sezione costumi, la sala del Consiglio e tanti altri spazi che favoriscono, oltre all’attività amministrativa del rione, anche l’aggregazione in tutti i giorni dell’anno. La nuova sede ha permesso al Giotti di ampliare la taverna grazie alla ristrutturazione di una sala al piano terra di Palazzo Marchetti e di altre due al piano nobile dove si potrà degustare il menù proposto dal rione. Tornando al parco costumi, quest’anno la commissione artistica rionale ha rinnovato gli abiti dei tamburini arricchendo così il corteggio ed ha completato, anche in questo caso, il programma di inizio mandato. A tutto questo deve aggiungersi l’attività editoriale e le sorprese che i giottini stanno preparando per le serate di taverna. 34
Rione La Mora
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randi cambiamenti interessano anche Le Cantine del Gelso, la taverna del rione La mora del priore Decio Barili. A causa dei lavori in alcuni edifici adiacenti, è stata cambiata la disposizione della parte della taverna che si dipana nei vicoli accanto a via Colomba Antonietti. Quest’anno è stato potenziato tutto il gruppo relativo alle carni alla brace, ormai un biglietto da visita e un punto di forza della gastronomia moraiola. Novità importanti arrivano dal parco costumi dove sono stati rinnovati gli abiti del gruppo dei tamburini in un corteo che verrà aperto all’insegna della “maraviglia” con l’Alfiere rionale ed i due Difensori della Bandiera in sella rispettivamente ad un elegante cavallo andaluso e a due possenti frisoni. Da quest’anno il rione dispone anche di una nuova sede proprio sopra alla taverna. Nel programma di giugno spicca la Messa Solenne di venerdì 11 alle ore 17 nella Chiesa della Misericordia con la partecipazione dei coristi del gruppo AD Cantus di Spello, diretti dal maestro Francesco Corrias. E ancora la tradizionale benedizione di cavallo e cavaliere e, infine sabato 12, la Giornata con La Mora, caratterizzata dalla sveglia al Priore, la caccia al tesoro ed il pranzo del rione prima di andare tutti insieme al Campo per la Giostra.
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Rione Morlupo
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ono tante le novità proposte anche quest’anno dal Rione Morlupo del priore Marco Bosano. La prima riguarda la gastronomia ed in particolare la cucina della taverna de Lu Lupu Moru che è stata ampliata grazie all’acquisto di 3 tavoli da lavoro in acciaio, due frigoriferi e mobili per conservare i piatti. Grazie a questo ulteriore investimento la cucina rosanero è diventata ancora più professionale ed in grado di sfornare piatti che sono veri e propri capolavori della gastronomia tradizionale folignate. Per quanto riguarda i costumi anche il Morlupo ha completato il programma del mandato con l’ultimo colpo che riguarda i tamburini, il cuore del rione. Il gruppo dei suoni del Morlupo esordirà la sera dell’11 giugno con i tamburi “storici” frutto della ricerca della commissione che ne ha curato sia la forma che il suono prodotto grazie ai materiali utilizzati. Davvero una chicca, questa dei tamburi che aumenta ancora di più la qualità del corteggio del Morlupo. Tra le tante iniziative vogliamo segnalarvi quella editoriale di Rosanero, l’elegante brochure del rione, che quest’anno ha aumentato lo spazio inserendo tra le rubriche quella riservata ad ospitare i programmi di tutti coloro che vogliono candidarsi alle prossime elezioni rionali. 36
Rione Pugilli
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l Rione Pugilli del priore Roberto Molari vuole davvero stupire. Tra le tante iniziative in cantiere, infatti, tanta cura e attenzione i bianconeri l’hanno riservata al Gareggiare dei Convivi. Ovviamente su questo argomento vige il più stretto riserbo, ma gli stessi rionali sono convinti che l’allestimento scenografico sarà un vero colpo di teatro unito alla qualità dei piatti proposti. “Farà discutere molto” hanno detto i responsabili della speciale commissione e quindi per saperne di più non resta altro che attendere la sera dei Convivii dedicata al Pugilli. Gastronomia sempre sugli scudi, dunque, così come quella che la taverna dell’Aquila Nera propone tutte le sere nella sua splendida corte in uno degli angoli più caratteristici e suggestivi delle Poelle. Per avvicinarsi gradualmente a questi appuntamenti si può partecipare alla cena a base di pesce che costituisce una sorta di apertura delle “ostilità gastronomiche”. Le novità che riguardano il corteggio rionale, come tradizione ormai, le conosceremo solo la sera del Corteo quando potremo ammirare gli abiti nuovi ed i personaggi scelti dalla vulcanica commissione artistica. 38
Rione Spada
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e Conce sono in fermento. Questo meraviglioso angolo di Foligno che ospita la taverna del Rione Spada del Priore Simone Capaldini diventa un serbatoio di iniziative in questo inizio di giugno. Infatti la taverna sarà teatro di scene di vita secentesca che verranno allestite nel primo fine settimana del periodo di apertura ed il giovedì della seconda settimana. Le scene, frutto della ricerca della commissione artistica, sono una vera sorpresa che aumenterà il fascino di un luogo davvero magico. Sul versante dei costumi le novità partono dal nuovo sfarzoso abito della dama del rione fino ad arrivare a quelli nuovi del gruppo consiliare del corteggio giallonero. Il 6 giugno ci sarà la serata dedicata al rione con una cena di gala nella stupenda corte di Palazzo Barnabò. Anche la Chiesa di Santa Margherita rivive grazie all’apertura serale con possibilità di visita grazie all’ausilio di una guida che illustrerà le tante bellezze di questo complesso artistico. Anche lo Spada ha organizzato il Cerimoniale della Benedizione dell’Audace che sarà accompagnata dal battesimo dei nuovi rionali. L’edizione 2010 della Quintana sarà caratterizzata sotto le Conce da fascino, gastronomia e ricerca storica che regaleranno ai folignati ed ai turisti momenti tutti da gustare.
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Intervista di GILBERTO SCALABRINI
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iavolo di un Daniele. Tutti parlano di lui e della sua Ferrari purosangue. Una grande macchina da corsa dalle prestazioni elevatissime, chiamata Scala Minore. Alle redini un grande cavaliere, Daniele Scarponi, che ha già scritto per quattro volte il suo nome nella storia. Un binomio perfetto e per il rione Croce Bianca è già brivido da Palio. Andiamo a scoprire l’anima e la mente del big, stringendolo all’angolo con un’intervista che lo mette a nudo. Daniele, con la faccia da ragazzino in cui riesce a nascondere i suoi 33 anni, non è mai tagliente. La sua schiettezza è notoria, così come la sua bravura. A settembre 2009 ha trionfato facendo fermare il cronometro nelle tre tornate rispettivamente a 54”85, 53”39 e 55”43. C’è qualcosa di magico in questo campione che compie grandi sacrifici tutto l’anno, come del resto i suoi colleghi. Scarponi fa l’operaio in un’azienda della nostra città che ha dimensione internazionale, l’Umbra Cuscinetti, fornitrice unica dei pezzi di alta tecnologia per la Boeing, il colosso americano nella produzione di aerei civili e militari. «Succede spesso -racconta- che quando faccio i turni di notte ed esco dalla fabbrica alle sei del mattino, corro subito in scuderia per allenare i cavalli. Quando il giorno volge al termine, sono molto stanco e alle nove vado a dormire. Comunque, sono felice,perché vivo a pieni polmoni l’aria quintanara e al Croce Bianca mi coccolano tutti, hanno sempre mille attenzioni». La carriera di Daniele in Quintana inizia nel 1992, subito dopo la giostra
Daniele e Scala Minore
L’ARTE DEI CAMPIONI 42
degli esordienti. Il ragazzino, che frequenta tutti i giorni la scuola ippica di Foligno ed ha come istruttore Umberto Colavita, dimostra di avere stoffa e grinta. Il rione Pugilli lo chiama così a ricoprire il ruolo di secondo cavaliere. Per due anni, il campione riceve preziosi consigli dall’ex plurivittorioso Paolo Margasini e si fa le ossa partecipando a diverse giostre di antico regime, fra cui Servigliano, dove un anno sostituisce Emanuele Filippucci. Il debutto nella nostra “olimpiade” avviene nel 1994. E’ un cucciolo di 17 anni e indossa la casacca verde del rione la Mora. Resta incardinato nella contrada fino al 1997, quando divorzia con un po’ di baccano. Tra vincoli e svincoli non concessi, ingaggi e sgaggi, resta fuori dai giochi per quattro anni. Tuttavia, nel 1998, approda allo Spada ma, per una brutta caduta da cavallo durante le prove, è costretto a mettersi da parte. L’anno dopo lo chiama il rione Giotti ma, a pochi giorni dalla giostra, è clamorosamente sostituito da Alfiero Capiani. Il Giotti lo richiama in servizio nel 2003 e, nella giostra della Sfida del 2004, fa registrare il record di pista in sella a Mon Vally: 55”08. A settembre, nella Rivincita, il campione si porta a casa il primo palio e bissa la vittoria nella Sfida nel 2005. E’ come un fiume in piena, tanto che fa il tris nella Sfida del 2006. Infine, anche col popolo di piazza Faloci il matrimonio si rompe e Daniele approda nel 2009 al Croce Bianca, la contrada nemica storica dei bianco-celesti. «A giugno il debutto è stato sottotono –racconta- perché non c’era ancora molto affiatamento con Scala Minore, mentre a settembre è stato un trionfo. Non è arrivato certamente da solo, perché ho lavorato sodo per interpretare la cavalla e, grazie anche all’aiuto di Umberto Colavita, è uscito il binomio». Altri cavalieri hanno provato Scala Minore e tutti hanno dichiarato che è una cavalla difficile. Perchè? «Significa che nella giostra il cavallo è costretto a effettuare molti cambi di galoppo, ed essendo un cavallo molto
veloce il gioco non è per nulla facile. Tira in bocca per correre ma nel momento in cui mi rilevo col busto e agisco sulle redini, capisce subito che è giunto il momento in cui devo infilare l’anello, quindi rallenta. Praticamente, eseguo lo stesso movimento che fa in gara un motociclista. Diversa invece è la posizione in curva. Per arrivare a fare questo, però, occorre molto allenamento, anche se agli occhi di chi osserva sembra tutto facile. Invece è come guidare una Ferrari su una strada stretta, piena di curve e di bandierine laterali». Come correggi i difetti? «Si correggono con un buon istruttore e rivedendo alla moviola gli allenamenti. Io mi trovo molto bene con Umberto Colavita. A settembre scorso, dopo un ottimo lavoro, Umberto mi è rimasto accanto anche durante la gara e la sua presenza mi ha dato tranquillità e sicurezza. Esattamente, come avveniva quando da ragazzino partecipavo ai concorsi. Dopo ogni tornata mi ha dato consigli preziosi, facendomi correggere l’impostazione della gamba o
del braccio. Gli sono molto grato e in lui ho piena fiducia. Certo, la Quintana è un gioco perfetto, quindi può capitare l’errore o la giornata grigia». Cosa ti aspetti dalla Sfida 2010? «Di fare la doppietta, perchè Scala Minore è la cavalla più veloce della giostra. Ha 10 anni e fin quando avrà voglia di correre regalerà a me, alla contrada e alla Quintana giornate da albo d’oro. Lo dico incrociando le dita, perché siamo in dieci e tutti vogliamo vincere, La vittoria, si sa, è un mix di tanti fattori, non c’è mai il favorito, ma noi abbiamo le carte in regola». Quando sei sulla diagonale e drizzi la lancia verso il bersaglio, dove miri? «Miro solo all’anello e lo seguo fino alla fine. Braccio e lancia in quel momento diventano un unico corpo». Come affronti le curve? «Nel primo anello rasento la bandierina del lato sinistro, in modo che la forza centrifuga mi porti in linea con la statua. Se invece si esce larghi avviene il contrario e si resta sbilanciati sul bersaglio. Nell’andare incontro al secondo anello resto al centro della curva, poi
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chiudo piano piano, in modo che la bandierina di destra resti in linea col tracciato. Infine, galoppo verso la statua, infilo l’anello e subito dopo faccio attenzione a non commettere errori sulla curva del lato figuranti. E’ proprio qui che un cavallo esperto potrebbe finire contro la bandierina, quindi occorre lavorare di gambe e mantenerlo al centro della curva stessa». C’è un avversario che temi più degli altri? «I dieci binomi sono tutti bravi, quindi tutti temibili. Su tutti ammiro molto, anche perché è un amico, Lorenzo Paci. E’ molto bravo e pure molto tecnico. Dal canto mio lo considero il cavaliere più forte della giostra». In questo periodo Scala Minore è curata anche nell’alimentazione? «Durante l’inverno ha un’alimentazione di mantenimento a base di fieno e mangime, mentre in questo periodo riceve meno fieno e la sua dose razionale d‘avena». Anche tu segui una dieta sotto Quintana? Sorride Daniele: «Peso 58 chili e a tavola sono una buona forchetta. Inizio dal primo e termino con il dolce. In questo periodo di forte lavoro, assumo integratori di origine naturale.
Sono necessari, perché in fabbrica faccio i turni anche di notte e tutti i giorni ci sono tre cavalli da montare. La sera della giostra, invece, ceno intorno alle 18. Mangio un bel piatto di spaghetti in bianco, uno spicchio di crostata e bevo un caffè fatto con la moka». Da due anni, gli anelli hanno un diametro più piccolo. E’ servita la riduzione? «Assolutamente no e lo dimostra l’ultima giostra dove tutti hanno fatto registrare tempi eccezionali arrivando in finale. Questo dimostra che i cavalieri sono tutti all’altezza di questo difficile torneo, così pure i cavalli purosangue. Insomma, non è più la Quintana di molti anni fa!». Se dipendesse da te, che cosa cambieresti nelle maglie del regolamento? «Abrogherei l’obbligo di partecipazione dei cavalieri alla sfilata. E’ una gran-
de fatica, almeno per me. Pertanto, vincolerei la presenza del cavaliere solo all’arruolamento e alla lettura del bando, poi lascerei a tutti la facoltà di decidere se andare in corteo o delegare il padrino». Che cosa chiederesti a Daniele Scarponi, se fossi giornalista? «Sai che non lo so…».
In scuderia, Daniele Scarponi si avvale di giovani, fedeli e capaci collaboratori. Da una mano anche nonno Benito, 70 anni. Ecco i loro nomi: Gianluca Mancinelli, Emanuele Nacca, Fabio Casini, Silvio Remoli e Flavio Mattei.
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Matrimonio barocco
di GILBERTO SCALABRINI
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ella splendida cornice della sala consiliare del comune di Foligno, due giovani quintanari del rione Morlupo, Federica Ugolini e Andrea Di Cicco Pucci, detto “topolone”, hanno pronunciato oggi pomeriggio il loro fatidico “si” davanti ad un ufficiale civile d’eccezione: il priore della contrada Marco Bosano. Il nobile messere ha indossato tanto di fascia tricolore ed ha ricevuto la delega concessa dal sindaco Nando Mismetti. Ha letto agli sposi i loro doveri, poi fra gli applausi dei contradaioli, li ha “dichiarati marito e moglie”. Fra i tanti invitati, il presidente dell’Entre Giostra, Domenico Metelli, e la madrina della Quintana, la splendida Federica Moro. Tutti rigorosamente inguainati negli splendidi abiti seicenteschi. In costumi da popolani i genitori di Federica e Andrea che si sono seduti sulle “bollenti” poltrone degli assessori comunali, disponendosi rispettivamente a destra e a sinistra di Metelli (sulla poltrona del primo citta50
dino) e della Moro( su quella del vice). Federica è giunta da Milano per presiedere alla cerimonia, preparata da molti mesi in casa Morlupo. “Ragazzi –ha detto al termine della cerimonia nuziale il presidente Metelli, rivolgendosi con il suo sorriso agli sposi- vi ricordo
che siamo tutti in costume ma il matrimonio è vero. Siete adesso marito e moglie”. Non è la prima volta che due folignati celebrano il loro matrimonio in abiti barocchi. Accadde molti anni fa, esattamente nel 1981, nella chiesa cattedrale di san Feliciano. Il connubio fu celebrato all’insegna dei colori del rione Giotti. Oggi, invece, con le bandiere, i tamburi, le trombe e le cornamuse del rione Morlupo. “La Quintana sa fare miracoli –tuona Bosano nel suo discorso ufficiale- e questa è la dimostrazione”.
Il Personaggio
Andrea Zoppi
UN CASSERINO D.O.C.
di SIMONE MESCA
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ndrea Zoppi è il vice priore del rione Cassero ed ha la Quintana nel suo cuore da sempre. «Sono nato nel territorio del Cassero, - esordisce - ho abitato in via del Campo, che è la via parallela a via del Cassero, quindi sono un casserino doc. Dai 14 fino ai 22 anni sono stato popolano, cameriere, tutto fare…mentre dall’età di 23 anni sono stato eletto vice priore, ruolo che svolgo ancora oggi». Il Cassero è un rione molto “atti52
vo”…ci parli delle varie iniziative. Il Cassero, senza ombra di dubbio, è il rione che fa più iniziative collaterali all’interno della Giostra: il Palio di San Rocco - che tutti conoscono, In Vino Veritas - la personalizzazione da parte di un famoso artista delle etichette del vino servito in taverna , Gusto e Gusti incentrata sull’unione fra cibo e vini, il Battesimo del Cavaliere in piazza San Domenico inoltre verrà presentata la rivista ‘il Pertinace’ curata da Moreno Chiacchiera. Quest’anno saranno “battezzati” anche tutti i bambini nati nel territorio del rione Cassero. Io stesso sono coinvolto in tutte quante queste
iniziative. Per non parlare della Cena propiziatoria, in occasione dell’apertura della taverna e la cena in onore della prima Dama». Ci sono novità nel Cassero per questa Quintana? «Per quanto riguarda il menù presenteremo dei piatti nuovi tra i quali un antipasto caldo con polentine di differenti tipologie. Grazie al rinnovo dello Statuto del rione il nostro priore potrà essere rieletto per altri 4 anni, sempre se vincerà le elezioni di questo fine anno. La fiducia nel nostro cavaliere è sempre viva: su di lui abbiamo puntato forte fin da subito; devo dire che il tempo ci ha dato ragione perché ci ha regalato due Quintane in tre anni, rimanendo sempre super competitivo. E’ l’unico cavalierie che nelle ultime sei quintane non ha mai sbagliato gli anelli. Secondo me è il più bravo dei cavalieri attuali, ci crediamo molto. Anche la prima dama è riconfermata, e sceglieremo altre nuove belle ragazze per indossare i nostri sontuosi abiti; abbiamo apportato qualche modifica ai costumi, specie quelli degli armati e presenteremo il nuovo costume del priore». So che lei ama molto la Giostra della Quintana, ma c’è qualcosa che invece cambierebbe? «Essendo praticamente nato quintanaro devo dire che mi piace tutto, ma una cosa mi dispiace: la scarsa partecipazione delle nuove generazioni. Grazie al progetto scuola-Quintana, ci rendiamo conto che i bambini sotto i dieci anni sono davvero entusiasti della Quintana, scarsa invece è la partecipazione dei ragazzi fino ai 30 anni che prediligono discoteche e locali alla
moda. Questo penalizza la manifestazione perché i quintanari della mia generazione hanno impegni lavorativi e familiari e non possono dedicare troppo tempo alla Quintana, mentre i giovani apporterebbero energie positive. Sono un po’ rammaricato anche per il fatto che i lavori di ripavimentazione non sono ancora conclusi e questo crea dei disagi nella via d’ingresso della nostra taverna. L’anno prossimo, poi, faremo dei lavori all’interno della taverna stessa, pertanto per un paio d’anni avremo a che fare con qualche problema organizzativo. Vorrei inoltre lanciare un appello, chiudere al traffico nelle sere di Quintana, in particolare la via che da piazza San Domenico porta a Piazza della Repubblica. In molti, soprattutto chi viene da fuori, hanno l’impressione che la festa abbia inizio solo nelle vie centralissime di Corso Cavour, Quadrivio ecc, oltre il nostro territorio. Questo, secondo me ci penalizza un po’ e mi piacerebbe che via Mazzini e le vie adiacenti fossero chiuse al traffico, anche per ragioni di sicurezza». ... e la Cena Grande? «E’ una bella iniziativa, ma non è una festa popolare, visto il costo del biglietto. Mi rendo conto, però, che tutte le persone che vorrebbero non possono partecipare, perchè Palazzo Trinci è un luogo sicuramente suggestivo, ma non può rendere partecipi tutti quanti vorrebbero…. Un’idea sarebbe quella di lasciare comunque la Cena Grande come cena “d’elite” e organizzare, in altra data, cene propiziatorie in tutti i rioni dove l’intera città può partecipare ad un costo inferiore».
di CLAUDIO BIANCHINI
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a storia che vogliamo raccontarvi, è la storia di un legame speciale, un legame forte più del tempo! Quello che lega, indissolubilmente, la Nobile Famiglia De Gregori alla statua della Quintana. Per loro, quel fantoccio di legno che ha le sembianze del Dio Marte, è sempre stato considerato come uno di famiglia. Una sorta di parente mitologico ed immortale, che sotto il suo sguardo imperturbabile ed enigmatico, ha visto passare – indenne - intere generazioni, che ogni volta ha saputo affascinare e far sognare. Quello che per i quintanari è “il simbolo” per eccellenza della Quintana, per Albaugusto Piccini - ultimo erede ufficiale del simulacro ligneo – viene percepito come un personale “angelo custode”. I legami di questa lunga storia ed i fili della memoria, si riallacciano la mattina di martedì 25 maggio 2010, quando lo sguardo di Albaugusto Piccini - oggi settantunenne torna ad incrociare gli “occhi magnetici” della “sua” statua. L’occhio di legno certo, resta imperturbabile, ma gli occhi di Albaugusto Piccini – Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana, ex Capo della Mobile di Terni – si riempiono di commozione e diventano lucidi. L’emozione di ritrovare un caro vecchio amico, anzi … un “eterno parente” è qualcosa che colpisce direttamente al cuore. Ed ecco allora, che da quella stanza affrescata di Palazzo Trinci come se le lancette del tempo tornassero rapidamente all’indietro - rivede se stesso bambino, e si ritrova nel suo palazzo, Palazzo Gregori, in via Umberto I. Riappare, nitido, il ricordo, l’immagine di quei primi incontri con questa “compagna di vita”: “quando ero piccolo mi metteva tanta paura – ricorda con immutata tensione -. Era posizionata in cima allo scalone principale del palazzo, tutta scura, con una mole che mi appariva gigantesca. Tra l’altro – aggiunge – si trovava praticamente difronte alla Cappella del Palazzo e accanto ad un portone scuro che immetteva
Ecco la storia sconosciuta della
STATUA DELLA QUINTANA 56
al Salone del piano nobile. La sera, le luci evanescenti della candele si rispecchiavano sul grande portone e si riflettevano sul Dio Marte creando un’atmosfera impressionante. A volte – fa sapere con il sorriso sulle labbra, quasi a voler sdrammatizzare ancor’oggi quel clima – passavo lì davanti di corsa e con il palmo della mano a coprirmi il viso, per non guardare. Tanto che, quando volevamo farmi stare buono, per incutermi timore come si fa con i bambini, cercavano di spaventarmi dicendomi che mi avrebbero fatto venire a prendere dalla Quintana…” Oggi però, quell’antica statua non mette più paura! Anzi, è rassicurante, come una “divinità protettrice”. Come un parente lontano che si torna a trovare volentieri, e dal quale – se solo fosse possibile – si vorrebbe pure un abbraccio. Per dirla tutta, il signor Piccini quasi la rivorrebbe più austera, e non fa mistero di essere rimasto un po’ deluso nell’averla ritrovata così, piena di colori sfavillanti e tirati a lucido. “Mi sembra quasi che abbia perso autorevolezza, che non abbia più quell’aspetto da virile ed oscuro guerriero”. Usciti da Palazzo Trinci, all’ingresso di Palazzo Candiotti sede dell’Ente Giostra dove proseguirà l’intervista,
Albaugusto Piccini, erede della famiglia De Gregori, con la statua della Quintana
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La richiesta del prestisto della statua e il ringraziamento che l’Ente Giostra ha inviato alla famiglia De Gragori-Piccini
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confesserà alla nipote che ci stava aspettando: “ho rivisto la statua a colori, mi ha dato l’impressione di quelle anziane signore che tutto ad un tratto cambiano look per sembrare più giovani”. Ripercorriamo tutte la varie vicissitudini del Simulacrum Bellii, scartabellando tra vecchi documenti originali, ed ecco riapparire dall’archivio del passato una documentazione unica e sotto certi aspetti di inestimabile valore. Troviamo le richieste – dal 1946 al 1959 – che l’Ente Giostra della Quintana inviava alla Baronessa Amalia De Gregori per avere in prestito la statua, e le conseguenti lettere di ringraziamento per la collaborazione. Poi il documento con il quale - il 7 ottobre del 1959 - l’allora Vicepresidente Alfredo Bucci chiede alla nobildonna di lasciargli in consegna il simulacro presso la nuova sede di Corso Cavour, al fine di poterlo utilizzare per l’edizione speciale in occasione delle Olimpiadi di Roma. Da quel momento non tornerà mai più a Palazzo Gregori, che – tra l’altro – sarà venduto a metà degli anni ’60 alla ditta folignate Cicioni e demolito per realizzare l’attuale edificio “ex Standa”. Il 30 novembre del ’59 Bione Piccini, figlio della Baronessa residente ad Orvieto - presso il quale ha trascorso gli ultimi anni di vita –comunica il nulla osta della madre. Nel 1961 l’avvocato Senatore Giuseppe Salari, presidente dell’Ente Giostra, chiede a Brandolice Piccini – erede in quanto primo figlio maschio della famiglia – di poter acquistare la statua. Ma l’offerta cade nel vuoto. Poi il 24 agosto del 1961 muore la Baronessa Amalia De Gregori – vedova di Albaugusto Piccini – e l’Ente Giostra invia un telegramma di condoglianze citandola – per l’appunto – come “ultima discendente diretta del primo vincitore della Quintana e possessore della Statua”. Dal 1963 verrà riconosciuta alla famiglia Piccini una somma simbolica di 550 lire quale “canone” per l’utilizzo e custodia del Dio Marte. Somma che verrà regolarmente stanziata tutti gli
anni sino al 1970. Nel 1974 muore l’avvocato Brandolice Piccini e l’eredità passa – sempre per linea maschile – ad Albaugusto Piccini, che il 13 marzo del 1985 riceverà 8.800 lire per sanare tutti gli arretrati. Questo sarà l’ultimo versamento, perché poi, nell’agosto del 1991 con una cerimonia ufficiale organizzata nel cortile del palazzo dell’ex Caffè Sassovivo, Albaugusto Piccini riceverà una copia in vetroresina dell’originale. Si tratta – e forse non lo sanno in molti – della “sorella gemella” di quella che attualmente viene posizionata al centro dell’otto di gara del Campo de li Giochi dal 1988, in sostituzione dell’autentico Dio Marte, che in quell’anno riportò danni a seguito di una caduta durante le operazioni di trasporto. Anche nel terzo millennio in casa Piccini – in via delle Ghiande, a Ponte Rio di Perugia – c’è quindi, come tradizione secolare vuole, un simulacro del Dio Marte per vegliare sulla famiglia. E non potrebbe essere in mani migliori…quelle che scelte dalla storia e dal destino! A portare avanti la tradizione di famiglia ci penserà la piccola Laura, nipote di Albaugusto che – ad appena due anni e mezzo – dimostra già di essere innamorata del vecchio guerriero. Passione certamente ereditata dalla bisnonna Amalia, la quale – ricorda l’ultimo erede – nutriva un amore viscerale, come per un figlio. “Quando venivano a prenderla, e la vedeva scendere per lo scalone gli diceva ‘Ciao, torna presto’ e raccomandava agli addetti del Comune di riportarla senza un graffio come lei l’aveva conservata. Poi si commuoveva e la salutava con il fazzoletto bianco, e quel giorno non si sedeva a tavola per mangiare, aveva sempre paura che potessero danneggiargliela. Pensate – aggiunge Albaugusto Piccini – che la faceva spolverare due volte al giorno, e tornava a controllarla prima di andare a dormire”. Adesso che ne conosciamo la “storia personale” quel guerriero di legno è come se avesse un cuore ed un volto umano. 60
La donazione dell’Ente Giostra al signor Piccini di una copia in vetroresina del simulacro
IL PUROSANGUE di MARIANO ANGIONI
D
a qualche tempo ormai, nella Giostra della Quintana di Foligno, ma anche in molti altri tornei che si svolgono nel territorio nazionale, si vedono correre esclusivamente cavalli purosangue. Anni addietro ebbi modo, in uno dei miei scritti, di evidenziare le differenze fra i cavalli purosangue e i mezzosangue, individuando in questi ultimi ed in particolare negli A.A.S. (acronimo di anglo arabo 62
sardo), per le loro particolari caratteristiche fisiche e psichiche, gli animali più indicati per correre la nostra Giostra. Alla luce dei risultati degli ultimi anni, favoriti da una particolare attenzione da parte della Commissione Tecnica al terreno di gara, o meglio dire alla pista realizzata al Campo de li Giochi e dedicata solo a correre la Quintana, mi sono dovuto ricredere, o meglio ho dovuto modificare le mie valutazioni sul cavallo
migliore per la Giostra che, oggi, sembra senza alcun dubbio essere il purosangue. Ed è proprio per parlare di loro, di questi splendidi animali che tante soddisfazioni ed emozioni riescono a darci durante le tornate di giostra che ho approfondito qualche nozione storica sulle loro origini. Siamo in Europa, alla fine del periodo storico che tutti ormai individuiamo come Rinascimento. Mentre i Principi italiani, a capo di dinastie in cui si era evoluto il sistema di governo che caratterizzò l’Italia post medievale (Comuni e poi Signorie), cercavano di realizzare razze equine pregiate che restavano però chiuse nell’ambito dei ducati o in aree comunque ristrette, i Re inglesi ebbero la possibilità di agire in un ambito assai più vasto e con mezzi economici di gran lunga superiori a quelli italiani ottenendo comunque risultati discutibili e poco soddisfacenti fino a quando la Regina Elisabetta I^, su suggerimento del Duca di Leicester, fece venire da Napoli l’uomo ritenuto allora più competente in materia di allevamento, Don Prospero d’Osma, il quale scrisse, in italiano, nel 1576, la sua relazione sull’allevamento reale inglese. Il resoconto di Don Prospero può considerarsi a buon titolo il primo documento sul purosangue inglese. Tra le fattrici che egli cita, in primo piano, vi sono quelle col nome italiano: Brilladoro, Savoia, eccetera; nomi che ne identificavano chiaramente l’origine appunto italiana. E qui serve citare una nota asserzione di Prospero d’Osma: “Non è consigliabile mischiare assieme due razze diverse di cavalli, perché il risultato sarebbe la produzione di bastardi!”. Questa esternazione risulta assai importante se si considera che le pregiate fattrici degli allevamenti inglesi vennero sempre coperte da stalloni orientali il che presuppone che anch’esse dovessero avere sangue orientale nelle vene. È proprio da questi indizi che Federico Tesio (1869-1954, considerato ancora oggi il più grande allevatore di cavalli purosangue mai vissuto), nel suo prezioso volume Purosangue, animale da esperimento, deduce che: “il cavallo che vince le grandi classiche in qualun-
que parte del mondo è probabilmente quasi per intero discendente da sangue orientale”. Tesio aggiunge anche numerose altre notizie fra cui: l’acquisto, nel 1655 a Napoli e in Oriente, da parte di Sir Oliver Cromwell (1599-1658), condottiero e politico inglese, di ben 6 cavalli orientali, pagati nella valuta dell’epoca il corrispondente di duemilatrecentottantadue dollari di fine ‘800, nonché come nei primi libri genealogici pubblicati nel 1756 e poi con regolarità dal 1790 si tentasse di risalire alle origini degli animali scoprendo che la stragrande maggioranza erano di sangue orientale. Questi libri (lo Stud Book, e il Racing Calender, che riporta i risultati delle corse e viene regolarmente pubblicato sin dal 1727) permettono di controllare milioni di cavalli descritti morfologicamente, nel carattere e nel curriculum di corridori e riproduttori. Tuttavia resta sempre un mistero biologico la creazione di un cavallo che divora il chilometro in meno di un minuto e che può tenere quella velocità per circa tre chilometri mentre il cavallo arabo, velocissimo, non riesce a svilupparla che per soli 800 metri. D’altra parte, stando ai tempi registrati (pur senza l’odierna precisione, eravamo subito dopo la
metà del 1700) in corsa dal famoso Eclipse sulla allora classica distanza dei seimilaquattrocento metri (6’ e 42” all’esordio, 6’ in una corsa successiva), dovremmo considerare quel campione un mostro i cui discendenti solo pallidamente posseggono doti similari; del resto di lui disse il suo fantino: “Per tutta la sua vita Eclipse non ha conosciuto gli speroni, lo scudiscio e le sconfitte”, in effetti 11 Coppe del Re, vittorie riservate ai migliori destrieri della Gran Bretagna è stato un primato mai uguagliato. Che fosse un fenomeno poi lo si evince dalle cronache che raccontano come distanziasse gli avversari, pur selezionati, di oltre quattrocento metri. Tuttavia i tempi registrati ufficialmente dal 1846 ci garantiscono il progresso, almeno in velocità, dei purosangue, pur restando un mistero biologico la nascita di cavalli come Eclipse e quella dei suoi colleghi, capostipiti, Herod e Matchem. Viene da chiedersi se questi stalloni sarebbero nati ugualmente e se la razza sarebbe divenuta altrettanto prestigiosa e rapida, se non fossero stati importati in Inghilterra, per caso, i tre capostipiti arabi, Byerley Turk, Darley Arabian e Godophin Barb, e si fosse continuato a fare selezione
sui discendenti di precedenti ottantadue stalloni arabi, quarantasei berberi e trentotto turchi che appaiono registrati nello Stud Book e nei vari pedigrees. All’Inghilterra quindi va il vanto di aver costruito artificialmente un capolavoro che attraverso la selezione della pista ha battuto la selezione naturale e persino le difficoltà ambientali come il deserto. La prova di ciò è che il Jockey Club, stabilita la razza, diciamo in purezza, anche se è inesatto, chiuse definitivamente il Ghota del purosangue. Solo all’inizio del 1800 venne riaperto questo almanacco, in Francia, in seguito all’idea che se l’arabo aveva creato il purosangue inglese, immettendo nuovo sangue arabo su fattrici già selezionate si poteva ottenere ancora un miglioramento. Purtroppo l’esperimento risultò un grosso fiasco, i prodotti non solo persero fondo ma anche velocità scomparendo autonomamente dalla storia della creazione. A questo punto ci resta solo da rispondere ad una domanda: Che cosa è allora il Purosangue? Un gran bastardo, come sosteneva Don Prospero e come affermò in seguito Tesio, grandemente selezionato non sui caratteri mendeliani ma sulla perfezione e resistenza materiale. E allora! In bocca al lupo a tutti cavalieri e cavalli, purosangue e non, che corrono la Quintana! Che vinca come sempre il migliore! 63
Il Palio di San Rocco Il palio di San Rocco è una manifestazione che è diventata nel tempo parte integrante del programma delle iniziative collaterali della Quintana. La corsa è seguita da un numerosissimo pubblico, soprattutto bambini, che assiepati dietro le transenne non si lasciano sfuggire l’occasione di vedere quessti simpatici animali correre in piazza San Domenico.
L’appuntamento è per martedì 1 giugno
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