Il Cittadino Foligno Settembre 2010

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DIRETTORE RESPONSABILE: Alberto Mesca CAPO REDATTORE: Gilberto Scalabrini IN REDAZIONE: Mariano Angioni, Guglielmo Castellano, Claudio Bianchini, Massimiliano Castellani, Mariolina Savino, Marco Degli Innocenti, Mauro Silvestri, Simone Mesca, Emanuele Guerrini. HANNO COLLABORATO: Ufficio stampa comune di Foligno, Fabiola Gentili - Ufficio Stampa Ente Giostra Quintana, Giovanni Bosi, Marco Mariani. Casa Editrice: Nuova PromoEdit s.r.l. Via M. Acuto, 49, Foligno (PG) Tel. 0742/321011 - Fax 0742/321012 P.IVA 02987340540 www.nuovapromoedit.it - info@nuovapromoedit.it www.ilcittadinoumbria.it - info@ilcittadinoumbria.it Autorizzazione: Reg. Tribunale di Perugia n. 35/1989 Reg. Tribunale di Terni n.07/ dall’82 all’1989 . Sped. in abb. post 45% legge 662/96 art 2 comma 20/b filiale di Perugia GRAFICA E IMPAGINAZIONE: Nuova PromoEdit Segretaria di Redazione: Cinzia Mancia Foto: Archivio Nuova PromoEdit, Foto Futura di Valeriana Sisti, Andrea Pomponi, Marco Cardinali, Gianluca Foglietta e Foto Studio Stefano Sisti - Fabio Lupparelli. PUBBLICITÀ: Nuova PromoEdit s.r.l. Tutto quello che viene pubblicato su “Il Cittadino” riflette unicamente il pensiero degli autori. Foto e testi, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Stampa: Grafiche CMF Foligno(Pg) - Finito di stampare Maggio 2009 Foto di copertina: Andrea Pomponi - Cavaliere di Giostra.

SOMMARIO Editoriale

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“Foligno non rinuncerà mai alla sua Giostra”

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Onore al merito al popolo quintanaro

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È un onore indossare un abito barocco

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Collaborazione fra provincia e Ente Giostra

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Valorizzato il patrimonio dell’Ente Giostra

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Stretta di mano tra Il Cittadino e i dieci Rioni

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Il programma e il palio della rivincita

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Il Gareggiare dei Convivi

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Il mercato Barocco approda alle conce

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Il cavaliere, un mestiere a rischio estinzione

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di Massimiliano Castellani

di Nando Mismetti

di Guglielmo Castellano dalla redazione

dalla Redazione

di Marco Mariani di Alberto Mesca

di Emanuele Guerrini

di Mauro Silvestri

I cavalieri di Giostra Unione Europea

Regione Umbria

Provincia di Perugia

Comune di Foligno

di Mauro Silvestri

da 28 a39


Regolamento di gara

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Croce Bianca - Immagini di vittoria

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I rioni si presentano

Servizi dalla Redazione e di Claudio Bianchini

da 43 a 82

Una comparsa da record

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Segni barocchi

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Il Palio di S. Rocco

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Cavalli: le razze italiane

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Centro storico, quali proposte

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di Gilberto Scalabrini

di Mariano Angioni

di Alberto Mesca

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Immagini di Quintana

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EDITORIALE

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orrei che fosse sempre domenica, di Quintana. Vorrei che questa diventasse la città degli uomini che sussurrano ai cavalli che, insieme al cane (senza trascurare i gatti), “è il nostro migliore amico” e compagno di viaggio. Vorrei che i Rioni fossero davvero animati in ogni arco dell’anno e che un po’ di quella massa che affolla, tutti i giorni e a tutte le ore, gli utili, quanto anonimi mercifici, i centri commerciali periferici, ritornasse d’incanto a popolare le Conce, la Piazza, a far rivivere le botteghe di questo stupendo centro storico, e non lo abbandonasse più. Vorrei che da queste poche notti di settembre, questi attimi brevi di luna che si specchiano nel Topino, si prendesse coscienza, fuori e dentro le mura, che esiste, ed è fregio universale, un barocco leccese certo, napoletano e siciliano, ma anche quello folignate, con i suoi Segni inconfondibili ed altrettanto originali che ne fanno città d’arte, oltre che di mercato. Vorrei che ci fosse presto un progetto futuro saldo e un Campanile in piedi, sogni e ideali non più in pericolo di crollo, e una città che non conosca mai l’insano campanilismo: in cui un arabo, un romeno o un albanese, diventassero davvero, parte integrante del meraviglioso mondo dei Popolani.

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Vorrei che anche tra un secolo, potesse rinascere ancora all’Ammanniti, al Giotti, al Pugilli, al Croce Bianca al Badia o dove volete voi, un Ezio, che sotto le stelle accenda il braciere del convivio, e che il vino di filomè sia sincero e ispiri la verità, che non sia mai buia come certi vicoli, una volta spente le torce della festa. Vorrei che le giovani dame e i nobili rionali, si innamorassero della meglio gioventù, dello Spada o del Contrastanga fa lo stesso, ciò che conta è che cinquantasettemila cuori battano quotidianamente al ritmo dei tamburini e che diventino una cosa sola, un’unica bandiera da sventolare ed esporre in ogni altro luogo venga invitato a sfilare il nostro orgoglio. Vorrei che il ragazzo e la ragazza di taverna, trovino il modo di continuare a lavorare, divertirsi ed essere felici anche apparecchiando sparecchiando una tavola di banchetto, nella terra in cui sono nati e diventino domani padri e madri di una generazione che riesca ad accendere la passione per questa città e per questa Giostra che è metafora della vita: signori degli anelli, vestiti da Cavalieri, che tentano di infilare le traiettorie benevole del destino. Vorrei che la vita di questa Foligno pulsasse forte anche dopo la terza tornata e che la magnifica Rosa dell’Umbria non appassisca con la fine dell’estate, ma possa sbocciare puntuale ogni domenica, come se fosse sempre quella di Quintana.

Massimiliano Castellani (giornalista de L’Avvenire)


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«Foligno non rinuncerà

MAI ALLA SUA GIOSTRA!»

di Nando Mismetti - Sindaco di Foligno

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na realtà unica, che arricchisce il tessuto culturale cittadino, favorisce importanti forme di aggregazione sociale, promuove in maniera insostituibile l’immagine del territorio: tutto questo è la Quintana per Foligno, un patrimonio di cui sarebbe impossibile fare a meno. La manifestazione è straordinaria, grazie all’impegno e alla passione di tanti folignati. A cominciare dal Presidente dell’Ente Giostra, Domenico Metelli, che ringrazio pubblicamente per l’incrollabile dedizione alla Quintana e alla sua crescita. Un sentito ringraziamento anche ai Magistrati e ai Priori, che nel mondo della Giostra svolgono un’opera preziosa e instancabile. C’è poi il variopinto popolo quintanaro: centinaia di volontari che nei rioni, nelle taverne e nelle scuderie compiono un lavoro unico, senza il quale la Quintana stessa non esisterebbe. A tutti loro va il grazie più grande, per l’amore e l’energia che mettono nel rendere sempre più bella la Giostra e la 6

città. Sarebbe impossibile immaginare la Quintana senza la vivace fede quintanara, come sarebbe assurdo pensare Foligno senza il suo torneo cavalleresco. È doveroso commentare le parole del Ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla, sull’ipotesi di rinunciare a manifestazioni che prevedono l’impiego di animali, temendo maltrattamenti nei loro confronti. L’ho già detto replicando al Ministro e lo ribadisco pubblicamente: la Quintana non si tocca. Foligno non rinuncerà mai alla Giostra, al suo patrimonio, alle sue tradizioni e alla sua storia. Quanto suggerito dal Ministro del Turismo è fuori luogo per un evento come la Quintana, che da sempre mette al primo posto la salvaguardia dei cavalli, con strutture e norme severe in termini di sicurezza. Nonostante i pesanti tagli imposti dal Governo agli enti locali – a causa della nuova manovra finanziaria e di altre minori entrate già previste, il Comune di Foligno avrà 10 milioni di euro in

meno nel biennio 2011/2012 – l’amministrazione comunale continuerà a sostenere la più importante manifestazione cittadina. Nel 2010 investiremo circa 450mila euro, per la messa in sicurezza del Campo de li Giochi e di alcune taverne. Per quanto riguarda il Campo, realizzeremo una nuova tribuna spettatori sul lato palestra e un apposito spazio, nell’area della vecchia piscina comunale, per la gestione dei box per i cavalli. I lavori inizieranno dopo l’imminente Giostra, per essere completati prima della Sfida del prossimo anno. Tornando al presente, saluto con entusiasmo l’edizione settembrina della Quintana 2010. A tutti i quintanari un sincero in bocca al lupo e l’augurio di buon lavoro. A quanti da fuori giungeranno a Foligno, per assistere alla Giostra più bella d’Europa, un caloroso benvenuto nella nostra città. A cominciare dal Generale Giuseppe Valotto, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito – lo scorso 15 maggio gli abbiamo conferito la cittadinanza onoraria di Foligno, per lo stretto legame che da sempre esiste tra città e caserma “Gonzaga” – che ci onorerà della sua presenza. Per la prima volta, parteciperà alla Quintana anche la Presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini: sarà in abiti barocchi al corteo storico dell’11 settembre, insieme al Presidente della Provincia di Perugia, Marco Vinicio Guasticchi. La presenza di tanti ospiti illustri testimonia ancora una volta l’importanza della Giostra non solo in ambito locale, ma anche regionale e nazionale. Buona Quintana a tutti!



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«Onore al merito al

POPOLO QUINTANARO» di Guglielmo Castellano 8

iamo rimasti spiazzati. Ci aspettavamo, ed in tal senso ci eravamo preparati, ad una classica intervista di “fine mandato”, fatta di bilanci, cifre, obiettivi raggiunti e propositi per il futuro. Queste le “intenzioni”. Nella realtà, Domenico Metelli, presidente dell’Ente Giostra della Quintana, nel corso del tradizionale incontro pre quintanaro con il “Cittadino”, non ha voluto interpretare in modo canonico, così come accennato in apertura, la nostra rituale chiacchierata, ma ha voluto dare alla stessa (temporalmente collocata, lo ricordiamo, non solo a chiusura del mandato attuale, ma dell’intero decennio che lo ha visto protagonista tra le mura di Palazzo Candiotti e dintorni) un carattere particolare, evitando la solita “lista della spesa”, per concentrarsi sui grandi temi che nel corso di questo decennio sono stati al centro della sua azione di governo. «Non ritengo opportuno - esordisce Metelli in tal senso - produrmi in un elenco auto referenziale di obiettivi raggiunti e promesse mantenute. Lascio le valutazioni su ciò che è stato fatto in questo decennio ad altri. Ne occupare lo spazio che mi viene offerto per enunciare quello che faremo in questo settembre o nel prossimo futuro. Adesso, e colgo l’occasione offertami dal “Cittadino” per farlo, è mio desiderio ringraziare tutto il popolo dei quintanari che ha reso possibile, con la sua abnegazione ed il suo entusiasmo, il grande salto di qualità che la manifestazione ha posto in essere in questi ultimi anni. No, non si tratta di semplici e scontate parole di circostanza - prosegue il presidente - ma di un vero e proprio tributo che rendo a tutto il movimento quintanaro per ciò che è stato capace di fare. Il mio pensiero, oltre che hai miei più stretti collaboratori, va alle contrade, vere, uniche, protagoniste del cambiamento. I Rioni si sono aperti alla città, hanno dato concretezza ai programmi ed alle innovazioni che, sempre in modo condiviso, abbiamo pro-


posto per vivacizzare e rendere ancor più credibile la Giostra. Sono stati i Rioni il vero “volano” della crescita della Quintana. Uno sviluppo che non è passato inosservato. Oggi i folignati e le Istituzioni che ne rappresentano la volontà, sono pienamente consapevoli di vivere ed essere protagonisti di un evento di grande valenza e spessore». Non un semplice “grazie per tutto ciò che avete fatto”, quindi, ma, interpretando il pensiero di Domenico Metelli, siamo in presenza di un apprezzamento reale, che esalta la vera essenza della Giostra; quella delle centinaia di volontari che, anno dopo anno, rendono possibile il miracolo della Quintana. E, tra i volontari quintanari, ci sono i Priori. «Già, ringrazio per l’assist che mi è stato offerto. I priori hanno rappresentato, e continuano ad esserlo, il punto focale di tutto il nostro divenire. La massima carica rionale - incalza il presidente - è stata resa soggetto attivo di tutte le nostre scelte. La figura priorale, un tempo troppo relegata su posizione

subalterne rispetto alle magistrature dell’Ente, ha subito una trasformazione a 360 gradi. Il priore del 2000, infatti, non prende ordini ma compartecipa alle scelte; non si limita a fare mero atto di presenza ma propone; non è più una figura d’etichetta, ma rappresenta la leaderschip di una contrada, orientandone, grazie al suo carisma, le scelte e gli obiettivi». «Siamo ad un passo - continua Metelli - dalla cosiddetta quadratura del cerchio. I Rioni sono cresciuti, la città sta tornando ad apprezzare il nostro lavoro, così come le Istituzioni locali…Credo che se tutti questi elementi riusciranno ad amalgamarsi armonicamente, allora non avremo più bisogno di guardare ad altre esperienze, ma saremo noi, ed in determinati ambiti già è così, a fare scuola». Il Presidente ha affrontato il tema dei rapporti con l’Amministrazione Comunale. In passato, e non solo con Domenico Metelli, “croce e delizia” degli inquilini di Palazzo Candiotti. «Abbiamo finalmente ottenuto quello che volevamo», chiarisce il presidente.

«Quando un sindaco, e mi riferisco a Nando Mismetti, sottolinea pubblicamente, a nome di tutta l’Amministrazione comunale, che la Giostra della Quintana “è” la manifestazione della città e ne rappresenta la vera essenza, allora possiamo finalmente dire che il bersaglio è stato centrato. Questa frase, enunciata dal primo cittadino, vale per noi più di qualsiasi stanziamento economico. Ringrazio Nando Mismetti per questo inciso. La Quintana ha già fatto tesoro di questa grande attestazione di affetto e stima che le ha rivolto la massima carica amministrativa della città e, da par suo, saprà ripagare con l’impegno di sempre. Come non evidenziare poi, come la presenza nel nostro corteo storico della presidente della regione Katiuscia Marini e del presidente della provincia di Perugia Guasticchi, non faccia altro che fornire alla Giostra della Quintana, una ulteriore prova della grande valenza ed importanza che essa riveste per i massimi vertici regionali». Dopo il popolo e la torre civica, non I magistrati dell’Ente

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Giuseppe Metelli, presidente degli industraili di Foligno

poteva mancare il riferimento al “campanile”; al terzo elemento che ha contraddistinto la politica quintanara di queste decennio metelliano. «Il rapporto con la chiesa di Foligno - afferma Metelli - è stato per noi motivo di grande crescita. Il Vescovo della terza città dell’umbria, non poteva relazionarsi con la Quintana, solo ed unicamente nel fugace passaggio della benedizione dei cavalieri di Giostra. Non era possibile che una istituzione come quella ecclesiastica non venisse coinvolta nella macchina organizzativa della manifestazione. Questa nostra aspettativa, oltre ad essere stata recepita, prima da mons. Bertoldo, oggi da mons. Sigismondi, ha trovato una applicazione concreta in vari ambiti dell’evento. La presenza del primo pastore della chiesa folignate a tutte le nostre occasioni ufficiali è diventata una realtà consolidata. La diocesi ha messo a disposizione delle contrade alcuni oratori del centro storico, veri e propri gioielli di architettura, per iniziative di carattere spirituale e ludico e, già da questo settembre, è prevista nei rioni una visita pastorale da parte del vescovo Gualtiero Sigismondi». Bene…detto del “passato”, tentiamo di orientare il discorso sul futuro, sui pos10

Elisabetta Piccolotti, assessore alla cultura di Foligno

sibili scenari “elettorali” quintanari del prossimo autunno ma, anche in questo caso, non c’è nulla da fare. «Non voglio affrontare ipotesi, scenari e prospettive ancora futuribili. Intendo rimanere saldamente ancorato sul “presente”, confermando il grande ringraziamento a tutti coloro che mi hanno aiutato in questa grande esperienza. Per quanto mi riguarda – ed il discorso scende in valutazioni di carattere personale – posso solo dire di aver vissuto

una stagione straordinaria. Vivere la Quintana da presidente è stata una esperienza esaltante, impegnativa ma piena di soddisfazioni. La mia posizione è stata interpretata sì con l’autorevolezza che ne contraddistingue il ruolo, ma senza spirito autoritario; anzi. Ho sempre cercato la sintesi ed il dialogo, ed in ogni circostanza con grande, estrema, semplicità. La porta del mio ufficio di palazzo Candiotti è sempre aperta al contributo di tutti».

Piero Cruciani, maestro di campo



«È un onore indossare

UN ABITO BAROCCO» dalla Redazione

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n occasione del corteo storico di sabato 11 settembre potremmo ammirare la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini sfilare per le vie della città con l’abito di stile barocco confezionato appositamente per lei da Stefania Menghini. Conosceva, prima di quest'anno, la Quintana di Foligno? Aveva mai assistito al corteo o alla gara? «Sì, conosco e apprezzo la Quintana di Foligno da molti anni. Ho assistito al Corteo da giovanissima e poi ho sempre seguito la manifestazione con particolare interesse, da semplice cittadina, da studentessa, ma anche in tempi più recenti quando ho rivestito incarichi istituzionali, come Sindaco di Todi ed Europarlamentare. Certo, questo è il primo anno in cui sono presente alla Quintana sfilando nel Corteo e, devo dire, provo una certa emozione». Lei è il primo presidente della Regione a vestire gli abiti seicenteschi della giostra della Quintana. Come mai ha accettato di partecipare e cosa ne pensa dell'abito che è stato confezionato appositamente per Lei? «Ho accettato di partecipare perché lo considero un onore che l’Ente Giostra 12

della Quintana ha voluto farmi. Ritengo che questa manifestazione sia un evento storico e culturale di prestigio, non solo per Foligno ma per l’Umbria intera. Ho quindi considerato non solo un piacere, ma un dovere istituzionale accettare la proposta che mi è arrivata dagli organizzatori. Per quanto riguarda il vestito che dovrò indossare, sono rimasta incuriosita e affascinata dal lavoro delle sarte, che hanno fatto una vera e propria ricerca storica su tessuti, colori e materiali da riutilizzare per un abito femminile, indossato da una donna di potere. Gli incarichi pubblici, gli incarichi di potere, erano infatti nel ‘600 patrimonio esclusivo degli uomini. È stata fatta una ricerca attenta, certosina, che ha portato a un risultato a dir poco straordinario. Certo, se posso azzardare una battuta, gli abiti barocchi non dovevano essere il massimo della praticità e della funzionalità e le donne dovevano faticare abbastanza anche per compiere semplici movimenti». La Giostra della Quintana ha fatto degli sforzi enormi, negli ultimi anni, istituendo regole rigide per salvaguar-

dare i cavalli dal doping e dai maltrattamenti. Come giudica le recenti dichiarazioni del ministro Brambilla in merito alla proposta di bandire alcune manifestazioni, a suo giudizio, pericolose per gli animali? «Ritengo del tutto fuori luogo le affermazioni del ministro Brambilla. È infatti noto a tutti che le manifestazioni sportive, incluse quelle storiche dove vengono utilizzati animali, e in particolare cavalli, sono disciplinate da leggi rigorose che impongono misure specifiche a tutela della salute e della sicurezza degli animali. Anche gli enti organizzatori delle manifestazioni, così come avviene per la Giostra della Quintana di Foligno o per la Corsa all’Anello di Narni, si dotano di codici e di discipline autonome a salvaguardia degli animali. Penso, quindi, che le affermazioni del Ministro siano state del tutto estemporanee, che nulla hanno a che vedere con i temi legati al rispetto dei diritti degli animali, questione cara a tutti noi. Bandire quindi l’uso dei cavalli nelle rievocazioni storiche, come appunto la Quintana o il Palio di Siena, e mi chiedo allora perché no dall’agonismo sportivo, è per me un errore grave, tanto più se si considera che la proposta viene da un Ministro al Turismo che dovrebbe preoccuparsi dell’immagine e della storia della cultura italiana nel mondo».



Sancire la collaborazione TRA PROVINCIA ED ENTE GIOSTRA «Riconoscere dignità, spessore e valore alla manifestazione come patrimonio di una comunità»

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l presidente della Provincia di Perugia Marco Vinicio Guasticchi ha accettato di rispondere ad alcune nostre domande. Presidente, come si è trovato ad indossare i sontuosi abiti del 1600 durante il corteo storico della Quintana? «Perfettamente coinvolto nel fascino della storia della Quintana, nella levità simbolica e corposità di evento corale che trasfigura chi partecipa nei lontani antenati seicenteschi. La modernità ha avuto il merito di incanalare nella corretta formula culturale e turistica il fiume di sensazioni storiche che i “traduttori” della Giostra – da Ettore Tesorieri nel 1613 a Mons. Faloci Pulignani nel 1906 a Emilio De Pasquale nel 1946 – avevano intercettato, da cronisti, da storici, da eruditi». Conosceva la Giostra della Quintana prima di partecipare al corteo storico di giugno? «Ovviamente si, anche perché, da bambino a Foligno ho trascorso i momenti piu’ belli dai nonni materni che mi hanno sempre raffigurato la Quintana come “la giostra all’anello più avvincente e difficile che si svolga in Italia” ovvero “l’Olimpiade delle competizioni equestri”. E’ comunque la più evidente dimostrazione di come certi costumi, certi codici di comportamento possono anche restare in oblio per secoli, ma incontrano sempre un momento storico in cui tornano vivere e a splendere più incontaminati che mai. Vi è un potere dei simboli e dei modi d'essere di 14

Al centro, fra il presidente Domenico Metelli e il vice Marco Mariani, l’assessore Donatella Porzi e il presidente della Provincia Marco Vinicio Guasticchi

tutta una città che, per la loro immaterialità, più del patrimonio architettonico e monumentale possono restare silenti per centinaia di anni. Poi, però, quando una particolare atmosfera storica ne sente la necessità, quei simboli, quei costumi, quei codici si rianimano e soffiano letteralmente vento culturale propizio in direzione di quanti li hanno evocati”. Un’occasione, oggi, “di grande forza associativa, di esaltazione della storia patria nonché di veicolo turistico culturale». Che tipo di collaborazione ha instaurato la Provincia con il Comune e l’Ente Quintana? «La Provincia di Perugia si sente particolarmente vicina alla Quintana e non ha mancato di dare agli organizzatori, al presidente Domenico Metelli in testa, segni tangibili della propria presenza a Foligno. Questo interesse continua e si rafforza costantemente fino a diventare costante punto di riferimento partenariale per le nuove edizioni della Giostra. Sono molte le vie lungo le quali è possibile sancire la collaborazione tra la Provincia di Perugia e l'Ente Giostra, favorita altresì dal ruolo intelligente e propositivo dell'amministrazione comunale di Foligno, non ultima la

possibilità di mettere a disposizione per eventi particolari, gli spazi e i luoghi di Villa Fidelia a Spello». In che cosa potrebbe migliorare la manifestazione secondo lei? «È un dovere, da parte mia, riconoscere dignità, spessore e valore alla Quintana come patrimonio di una comunità che ha saputo interpretare col protagonismo di tutti i cittadini una celebrazione rituale che, fatta per alcuni ceti nobiliari, veniva poi estesa, nella sua natura seicentesca, al popolo. Questo grande scarto rispetto alla tradizione, mentre non ha tolto sacralità alla Festa, ne ha saputo esaltare i tratti ludici e cavallereschi, l'eleganza e lo “sfoggio di sé” che solo dalla partecipazione di tutto un popolo possono nascere. No, non cambierei nulla, la manifestazione a me sembra di grande livello e spessore, così come ce l’ha consegnata la storia e la tradizione». Sarà presente a settembre? «Certamente sì, tornerò con orgoglio ad indossare gli splendidi abiti del corteo storico accanto al sindaco Mismetti e al presidente Metelli. Un evento importante, un tuffo nella storia e nelle sue pieghe che non intendo assolutamente perdere».



Valorizzato il patrimonio

DELL’ENTE GIOSTRA di Marco Mariani Vice Presidente dell’Ente Giostra

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i è stato chiesto di tracciare un consuntivo della mia esperienza nella Giostra della Quintana nel corso di dieci anni ininterrotti nella carica di vice Presidente, alle soglie della scadenza dell’ultimo mandato che coincide con la giostra della rivincita di settembre. Effettivamente dieci anni sono un periodo più che adeguato per apprezzare gli effetti di un progetto: mi riferisco alla valutazione dei risultati concreti conseguiti e agli elementi in embrione sviluppati per il futuro. Un primo dato da sottolineare, credo positivamente, riguarda la compattezza e in un certo senso la solidità di questo gruppo dirigente che è rimasto pressoché immutato dal Presidente, ai Magistrati, ai Priori consentendo l’affermazione forte di nuove idee, la possibilità di un loro sviluppo e le successive corrispondenti applicazioni. In tempi come i nostri contrassegnati da forti instabilità, sia in ambiti politici che 16

sociali, questo dato forse rappresenta un’importante novità e di questo va sicuramente dato merito all’impegno eccezionale e alla lucidità del Presidente Metelli, colui che più di ognuno di noi, ha fortemente creduto, sentito ed esplicitato la potenzialità di questa grande manifestazione. Non voglio affermare certo che nel corso del decennio ancora precedente non ci fossero idee e progetti, ma semplicemente che sul solco di quell’esperienza anch’essa piena di importantissimi risultati e di proiezioni, la nostra quintana ha rappresentato sicuramente un punto di innovazione e rottura con il passato, che si può tradurre in alcuni passi fondamentali. In primo luogo il rinnovamento istituzionale dell’Ente che passa attraverso il nuovo statuto, il quale modifica profondamente il rapporto con i Rioni, accreditati come soci, accentuandone il grado di autonomia e di partecipazione verso la città. In secondo luogo la proiezione di un Ente sostanzialmente partecipato anche da soggetti diversi dalle Istituzioni pubbliche in grado di fornire un contributo diretto di idee e di rilevanti finanziamenti, senza i quali la Quintana non potrebbe esprimersi ai livelli attuali. I terzo luogo un Ente proiettato a ricopri-

re il ruolo di soggetto culturale diffuso e primario nella ricerca e nella valorizzazione delle tradizioni cittadine. Tale impalcato è servito poi a costruire delle concrete scelte, come, per citarne alcune, la edizione delle due quintane di giugno (in notturna) e di settembre quella della rivincita, che di conseguenza hanno allungato i tempi della festa, peraltro in linea con la tradizione di altre importanti manifestazioni similari. Oggi ritengo che quella scelta si stata lungimirante ed è confermata dai dati di partecipazione e di valore economico: le due Giostre registrano parità in presenza di pubblico e di incasso. In tale quadro non può non essere sottolineato un dato straordinario relativo alla valorizzazione del patrimonio dell’Ente: oggi ogni rione ha una sede e una taverna. Possimo proseguire nell’elenco di risultati raggiunti per fermarci immediatamente a valutare la vera rivoluzione copernicana che ha investito la giostra nell’elemento essenziale, il cosiddetto binomio cavallo e cavaliere. Gi sforzi e i risultati raggiunti in termini di prevenzione e sicurezza sono stati riconosciuti a livello nazionale. Questa è stata una vera giusta rivoluzione! Certo non abbiamo rinunciato alla spettacolarità


della giostra, quando, due o tre anni orsono, abbiamo ridotto sensibilmente il diametro degli anelli con una discussione che ricordo di maggiore passione e che un giorno spero qualcuno voglia trascrivere e pubblicare in un foglio di giornale per far capire quanto sia bella, ma anche irrazionale e a volte incomprensibile la quintana. Da qui si potrebbe passare a ricordare le grandi cene di popolo (la cena grande) o la fiera dei soprastanti che quest’anno torna nell’idea originaria di un percorso itinerante a riscoprire un nuovo luogo, appunto l’area delle Conce o la crescita esponenziale nel settore dei costumi e degli addobbi rionali. Tutto questo può rappresentare la sintesi giusta di questi ultimi dieci anni di quintana, senza omettere di riflettere sulle difficoltà e i limiti che pur ci sono stati, anzi senza mai perdere lo spirito critico di vedere le cose che non vanno e che vanno corrette, per non cadere nell’autoreferenzialità o nella sufficienza. Ma il valore più profondo che personalmente ricavo da questi dieci anni è quello del definitivo accreditamento della

Quintana nella città e nel rapporto con le Istituzioni cittadine, a compimento di un confronto che ricordo viene da lontano e che sono sicuro ci poterà lontano. E qui la seconda sottolineatura nei confronti del Sindaco della città Nando Mismetti che in prima persona si è adoperato per far affermare il valore indentitario della sintesi fra la Quintana e la città. Noi dobbiamo saper cogliere questo traguardo e avere nel futuro ancora il coraggio di vivere questa bellissima

esperienza di vita e di valori condivisi, aprendo i nostri rioni ad abbracciare tanti giovani e tante famiglie a sostegno della crescita e dello sviluppo della nostra città. Coloro che andranno a ricoprire nel prossimo quadriennio i diversi incarichi di dirigenti della quintana, avranno ancora il compito di far crescere e rinnovare questa grande e meravigliosa manifestazione che rappresenta a pieno titolo la nostra città in Italia e nel mondo.


Stretta di mano tra “IL CITTADINO” E I PRIORI di Alberto Mesca

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essantaquattro anni ben portati. Oltre 100 edizioni di Quintana disputate e iscritte sull’albo d’oro. Dal lontano 1946 supera severi esami di critica e di consensi. È la Quintana, la bella signora del 1600, che ogni anno si colloca all’apice delle rievocazioni similari storico -cavalleresche, quale ricorrente incontro per una olimpiade equestre. Il Comitato Centrale in questi anni, nel suo complesso, è stato apprezzato per la serenità e la sostanza, per ipotecare il futuro della manifestazione. Insomma, l’impressione è quella del ritorno di un giusto equilibrio fra la Quintana, i quintanari, la città e la festa di popolo. Il presidente Domenico Metelli e il suo Vice Marco Mariani, insieme a tutti i magistrati dell’Ente e ai Priori, lavorano con una forte dose di equilibrio e buonsenso. Questo significa la ricerca degli spazi giusti, l’accordo e il rispetto del lavoro comune, le sinergie protese verso la promozione turistica per la città di Foligno. Certamente, alcune iniziative vanno riviste e corrette. Mi riferisco, ad esempio, alla Fiera dei Soprastanti. La manifestazione ha riscosso e riscuote da molti anni ampi consensi, ma è assurdo pensare di esaurire la ricostruzione di un mercato seicentesco che coinvolge migliaia di folignati e tanti di turisti in un solo pomeriggio. Mi dicono che è impossibile programmare almeno due giorni di fiera, perché la gestione non troverebbe la disponibilità di personale da parte dei rioni, già impegnati sul fronte della riapertura delle taverne. Quest’anno con la nuova ubicazione delle “Conce” è stata un’ambientazione storica davvero strepitosa, peccato per i piccoli spazi. Eppure, sono convinto che questo “spettacolo” potrebbe dare l’avvio ad iniziative importanti da gestire 18

tutto l’anno. È successo per altre manifestazioni regionali. In futuro un particolare accorgimento deve essere rivolto al corteo storico. Un corteo un po’ monotono e smorzato, sicuramente da rilanciare con idee nuove . Nelle taverne meno pietanze e piu’ storia nella gastronomia . Bisogna ristrutturare il clima della festa barocca senza forzature fuori del tempo, ovvero cancellare dalla carta, menù e vini particolari che comportano alti prezzi. Non va dimenticato che la gestione della taverna è affidata in gran parte al volontariato. Le taverne vanno qualificate, devono esaltare l’arte culinaria del 1600, creare prestigio, ma al tempo stesso mantenere la loro caratteristica storica. La gente dice che i quintanari sono “caciaroni” e “rissosi”, ma dobbiamo ricordare che questo rappresenta il pepe e il sale della festa, le basi solide su cui poggia tutta la macchina e sul quale è ipotecato il futuro dell’evento. Inoltre vorrei sottolineare l‘intensità e la determinazione dei protagonisti della gara al “campo de li giochi” dove lo spettacolo è assicurato, il binomio cavallo e cavaliere si esprimono sempre ad altissimi livelli. Come Editore e Direttore di questo giornale, vorrei sottolineare la ritrovata armonia tra il nostro giornale e i dieci Priori dopo le incomprensioni dell’ultimo periodo. Un saluto particolare e un sentito ringraziamento a quei Priori e ai magistrati che per vari motivi lasciano l’incarico per fine mandato o per scelta personale. Mi auguro che le pagine de “Il CITTADINO” trovino ampio consenso fra i lettori, perché abbiamo sempre lavorato con serietà e passione fin dal 1982 (28 anni) svolgendo anche una importante funzione di supplenza nel divulgare la Giostra al di fuori dei confini nazionali.



IL PROGRAMMA DELLA QUINTANA Domenica 29 agosto Fiera dei Soprastanti Dalle ore 17.00 alle ore 24.00 Portico delle Conce e vie limitrofe Commedia di Vincenzo Jacobilli “L’Ostessa” - Rione La Mora Ore 22.00 Corte di Palazzo Trinci Dal 30 agosto al 12 Settembre Apertura delle taverne Martedì 31 agosto Palio di San Rocco Ore 22.00 Piazza San Domenico Giovedì 2 settembre “Parata Fairy Tales” Gruppo Teatrale Nouvelle Lune Ore 22.00 Vie del Centro Storico e Piazza della Repubblica Venerdì 3 settembre “La pluralità dei mondi” Video proiezione Ore 21.30 Piazza Matteotti

“Teatro Instabile Urga” “Arterego” Artisti del fuoco e giocolieri Ore 22.00 Vie del Centro Storico e Piazza della Repubblica Sabato 4 settembre La Bianca Notte Barocca In collaborazione con Segni Barocchi Festival dalle ore 21.30 Centro storico Domenica 5 settembre “Pony…amo la Quintana a cavallo” e Associazione Oasi Spettacolo di giocoleria per bambini Ore 17.00 Piazza Matteotti Quintanella di Scafali Ore 22.00 Piazza della Repubblica Mercoledì 8 settembre Gara dei Tamburini Ore 22.00 Piazza della Repubblica Giovedì 9 settembre La Staffetta del Popolano Ore 21.00 Piazza della Repubblica e vie del centro storico

Ore 22.00 Vie del Centro Storico e Piazza della Repubblica Palio della Filomé Ore 23.00 Piazzetta San Salvatore Venerdì 10 settembre Proclamazione vincitore Gareggiare dei Convivi ore 19.00 Palazzo Candiotti

“Buffoni di Corte” e “Associazione Culturale Guitti Teatro” Spettacoli itineranti artisti di strada

Giostra della Quintana “La Rivincita” Ore 15.00 Campo de li Giochi “Marcello Formica e Paolo Giusti”

“Il Draaago” Compagnia Teatro dei Venti Ore 22.00 Vie del Centro Storico e Piazza della Repubblica Sabato 11 settembre Lettura del Bando e Benedizione dei Cavalieri ore 21.00 Piazza della Repubblica Corteo delle rappresentanze rionali ore 22.00 Vie del centro storico Domenica 12 settembre Annullo speciale Poste Italiane Ore 11.00 – 17.00 Porta Romana – Servizio Turistico

Il palio della Rivinciata firmato Bobo Ivancich

Bobo Ivancich, marchese de la Torriente (Venezia, 4 gennaio 1963), è l’artista italo-cubano che per la Quintana di Foligno firmerà il Palio della Giostra della Rivincita. La scelta della Commissione coordinata dal critico d’arte Italo Tomassoni lo ha scelto anche in virtù di un sottile file rosso che lo lega a Foligno. Suo amico inseparabile è stato Gino De Dominicis (l’autore di “Calamita Cosmica”, la gigantesca scultura di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno) ed inoltre nel 20

2007, durante il XXII Congresso su Ezra Pound, all’isola di San Servolo a Venezia, ha presentato una sua personale sul noto poeta, curata da Italo Tomassoni. Ivancich non ha frequentato alcuna accademia d'arte, ma ha sviluppato il suo talento artistico come autodidatta. Ha cominciato la sua carriera a Venezia, negli anni Settanta e successivamente negli anni Ottanta frequentando alcuni dei più grandi artisti italiani del ‘900 tra cui appunto Gino De Dominicis e Mario Schifano. I lavori di Bobo Ivancich sono stati battuti alle aste di Christie’s e Sotheby’s. Attualmente è uno degli artisti italiani che stanno emergendo internazionalmente e la sua reputazione sembra essere in crescita. Le sue eclettiche opere vanno dalla scultura alla performance, dalla pittura astratta a quella iperrealista.



Il Gareggiare dei Convivi

Foto di Marco Cardinali e Gianluca Foglietta

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l rione Morlupo del priore Marco Bosano è il primo classificato nella fase di giugno del 35° Gareggiare dei Convivi, il concorso enogastronomico organizzato dalla Giostra della Quintana di Foligno. E’ questo l’esito dell’apertura delle buste con i punteggi assegnati dalla giuria composta da Luciano Piermarini, Marco Servili ed Alex Revelli Sorini. La contrada del lupo dovrà quindi affrontare nella finale l’altro finalista che uscirà dalla seconda fase del concorso a settembre. A giugno hanno gareggiato il rione La Mora, il rione Giotti, il Badia, il Pugilli e il Morlupo. I due rioni vincitori si sfideranno poi in una ulteriore gara finale (al momento la data è da definire) presentando il solo piatto di gara con relativo vino e riproponendo un intrattenimento coreografico in un limite di tempo massimo di quindici minuti. La presentazione del piatto di gara avverrà nell'ambito di una serata di gala organizzata a cura dell'Ente Giostra. Programma della seconda fase: Lunedì 30 agosto : Ore 20.30 Rione Spada Martedì 31 agosto: Ore 20.30 Rione Croce Bianca Mercoledì 1 settembre: Ore 20.30 Rione Contrastanga Lunedì 6 settembre: Ore 20.30 Rione Cassero Martedì 7 settembre: Ore 20.30 Rione Ammanniti



Il mercato barocco

APPRODA ALLE “CONCE” di Emanuele Guerrini

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rimi giorni d’agosto. Squilla il telefono. E’ l’amico ed editore de “Il Cittadino” Alberto Mesca, il quale, nonostante in questo periodo la stragrande maggioranza della popolazione folignate sia in ferie, è al lavoro per curare l’edizione settembrina del Suo giornale dedicato esclusivamente alla Quintana. Raccolgo l’invito, non solo per il piacere sentito di scrivere sulle pagine di questa rivista ma anche per la passione che da sempre mi anima per la massima kermesse cittadina. Senza pensarci mi sono messo al lavoro e considerato che quest’anno la manifestazione presenta molte novità, le argomentazioni non mancano; particolarmente stimolante tra queste è la suggestiva location che farà da sfondo alla “Fiera dei Soprastanti” che domenica 29 agosto 2010, dalle ore 17:00 alle ore 24:00 apre gli appuntamenti della Giostra settembrina. Per saperne di più abbiamo chiesto all’Architetto Stefano Trabalza, Presidente della “Commissione Artistica” dell’Ente Giostra Quintana. 24

Presidente, la notizia è già stata battuta dalle testate locali, ma per chi ancora non la conoscesse, la ormai tradizionalissima Fiera dei Soprastanti cambierà allocazione: dove si svolgerà ? “Si dipanerà nei vicoli e nelle vie limitrofe nello storico quartiere delle Conce”. Può spiegarci il perché di questa scelta ? “Si vuole, con questa scelta valorizzare e dare visibilità all’intero complesso immobiliare della zona, di recente quasi interamente recuperato dopo il sisma del ’97, consentendo così a tutta la cittadinanza di scoprire e godere questo splendido scorcio di città. Del resto, la Fiera dei Soprastanti, già dal 1998, che potremmo definire anno zero in cui venne proposta quasi in via sperimentale nella corte di Palazzo Trinci, è stata concepita con l’idea di fondo di proporla in modo itinerante ovvero in quartieri ogni anno diversi. Mi piace ricordare che ad oggi la Fiera ci ha permesso di riscoprire luoghi del centro storico semiscono-

sciuti a gran parte della popolazione, come: Piazza San Domenico e l’antico collegio Sgariglia, la zona circostante Via San Niccolò Alunno con il monastero di Sant’Anna, la zona delle Puelle e da ultimo lo storico quartiere di Via Arti e Mestieri. C’è da dire che in alcuni anni questo processo purtroppo non è stato consentito a causa della presenza dei cantieri della ricostruzione post-sisma e della ripavimentazione. L’auspicio, comunque, è quello di favorire ogni anno un’ ambientazione diversa per la promozione e valorizzazione del territorio”. Quali luoghi e quali vie saranno interessate dalla Fiera ? “Via Santa Margherita, che prende nome dall’omonima chiesa che vi sorge, anche essa di recente ristrutturata e visibile al pubblico, Via Scarpellini e vie limitrofe che circoscrivono la zona. Nello storico quartiere sorgono altri edifici di certo pregio storico tra cui Palazzo Barnabò, edificio il cui ingresso principale si apre su Via Santa Margherita che si presenta con una pianta estremamente articolata, frutto di aggregazioni successive avvenute in secoli diversi. In occasione della fiera sarà visibile anche il giardino posto sul


retro dove si affaccia il corpo settecentesco dai grandi ambienti voltati ed i piccoli casalini dalle origini medievali; al giardino si accede sia dal retro, che dalla facciata principale attraversando un lungo androne voltato a botte ed una corte quadrata a cielo aperto sulla quale si aprono i finestroni del piano nobile”. Architetto, vista la dovizia di particolari con cui ci ha descritto uno degli edifici storici presenti nella zona in cui verrà ambientata la fiera, una menzione particolare va comunque fatta ai Portici delle Conce, indiscussa attrattiva dell’edizione di quest’anno: ci sa dare qualche notizia storica al riguardo? “Si consideri che le piccole botteghe artigianali e commerciali rappresentavano, già a partire dal XV secolo, le membra attive dell’economia folignate. Olio, grano, carta, canapa erano le merci più diffuse del tempo. Le piccole botteghe si concentravano lungo l’antico corso del fiume Topino, poi deviato a nord, fuori le mura. Sotto gli archi delle Conce, che ricordano appunto nel nome l’attività preminente della zona, vi erano mulini a grano, cererie, saponerie, pellerie, tintorie, mentre nei locali superiori si asciugavano pelli e tabacco in foglie”. Presidente, insomma, come sempre la manifestazione esige che tutto sia fedele all’epoca; dalle bancarelle ai prodotti venduti. Mi sembra che quest’anno banchi come quello delle cere, delle funi e corde nonché quello delle pelli trovino nei portici delle Conce la loro sede storico-economica naturale. “Sicuramente si, se si pensa che gli Orti delle Cere erano parti di terreno muniti di canali e di efficienti opifici per la lavorazione della cera. La presenza di corsi d’acqua e acquitrini , poi, era luogo fertile per la produzione della canapa: materia preziosa per la realizzazione di corde e funi. Addirittura si ha notizia che Cesare Borgia, intorno al 1500, obbligò il Comune di Foligno a produrre funi per le sue milizie”. E’ certo che la Fiera dei Soprastanti ha raggiunto un elevato livello rievocativo; ne è dimostrazione, alla luce della chiacchierata con l’architetto Stefano Trabalza, il fatto che non solo si va alla ricerca di luoghi con particolari caratteristiche architettoniche dove accogliere il mercato barocco, ma di fondo c’è un’attenta attività di ricerca anche sotto il profilo storico. Alla fine di questa conversazione bisogna senz’altro ringraziare il Presidente per le nozioni storiche, che sicuramente affascineranno i più curiosi e per lo spettacolo che ogni anno regala a tutti gli avventori e a noi quintanari. Buona Quintana a tutti! 25


Il cavaliere, un mestiere

A RISCHIO ESTINZIONE di Mauro Silvestri

Il futuro della Quintana tra scuderie e tratta, ma soprattutto impegno e sacrificio. Parla “il Signore degli Anelli” Paolo Margasini

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ono i protagonisti della Quintana. Sono quelli che ci fanno emozionare e che garantiscono sempre uno spettacolo di straordinaria qualità. I cavalieri di Giostra, raccontati nelle pagine che seguono, appartengono ad una razza unica che ha nel coraggio, nella velocità, nell’abilità, nella lealtà e nella passione il tratto caratteristico, quello che rende que-

sti ragazzi davvero speciali proprio come i cavalieri dei giochi di antico regime. Ma come ogni buona elite che si rispetti, quella dei cavalieri deve sfidare il rischio dell’estinzione. E vero che oggi ci sono molti giovani sulla cresta dell’onda ma, nello stesso tempo, non c’è stato l’adeguato avvicendamento ogni qual volta i grandi hanno deciso di lasciare l’attività.


Arruolamento e sorteggio dei cavalieri in piazza della Repubblica per l’ordine di partenza al Campo de li Giochi

E quando si parla di grandi non possiamo non ascoltare il parere di un grandissimo come Paolo Margasini, l’Uomo di Ghiaccio o il Signore degli Anelli se preferite, che con 22 vittorie (11 a Foligno, 9 ad Ascoli, 1 a Servigliano e 1 a Valfabbrica) ha segnato la storia della nostra Giostra. Abbiamo sollecitato Paolo sui temi di attualità quintanara come la mancanza di giovani cavalieri, il futuro della Giostra tra scuderie e tratta e, infine, non abbiamo resistito e lo abbiamo quasi costretto a sbilanciarsi anche con un pronostico sulla Rivincita del 12 settembre. Come mai i cavalieri sono in via di estinzione e sono davvero pochi i giovani che si affacciano sulla scena? «Quello della mancanza dei cavalieri è in prospettiva uno dei problemi più gravi della Giostra. Quando ho iniziato a giostrare, come i miei colleghi, desideravo imparare dai cavalieri più esperti. Anche se ho debuttato a 17 anni, da due anni montavo Veronica dallo zio Otello collaborando con Fabio Cruciani e, soprattutto, cercando di fare tesoro dei suoi consigli in attesa che arrivasse il mio turno. Ora, i giovani cavalieri sono meno propensi ad attendere e vogliono subito entrare in gara. I giovani, a mio parere, sono meno disposti a fare sacrifici e questo

“mestiere” forse non affascina più come una volta. Per quanto riguarda le nuove leve sono convinto che un vivaio sia importantissimo e la scuola dei cavalieri è l’unica soluzione. Basta guardare, infatti, il numero dei cavalieri che sono usciti dalle prime convenzioni con la Scuola Ippica Folignate. Molti di loro sono ancora i protagonisti, lo zoccolo duro della Quintana. L’Ente dovrebbe creare una scuola che permetta ai giovani di avvicinarsi all’equitazione e alla Giostra». Il futuro della Quintana passa attraverso le scuderie o la tratta? «E’ difficile dirlo perché l’attuale sistema delle scuderie rionali e quello tornato in voga in questi ultimi tempi della tratta dei binomi hanno pro e contro. Posso dire senza esitazione che vincere la Giostra con il cavallo di proprietà del Rione è più emozionante perché dal cavaliere al più giovane dei rionali tutti contribuiscono a vario titolo al successo. Per quanto riguarda la tratta dei binomi bisognerebbe provare prima di dare un giudizio». Vogliamo fare le carte alla Rivincita? «È sempre difficile fare pronostici sulla Giostra perché, come spesso accade, c’è il rischio di essere smentiti. Dalle prove si è visto molto poco e quindi dobbiamo attenerci a quanto è accaduto nella Sfida di giugno. Il ruolo di favorito spetta al campione in carica Daniele Scarponi su Scala Minore del Croce Bianca. Lucio Antici e Burika del Morlupo e Matteo Martelli su Catalifi per La Mora sembrano i più accreditati antagonisti e come sorpresa indico il binomio del Contrastanga con Gianluca Chicchini e Delphine Debree. Luca Innocenzi del Cassero, fresco campione di Ascoli, sarà in pista con un nuovo cavallo dopo la decisione di concedere a Naval War il meritato riposo alla fine di una strepitosa carriera. Ma le variabili, ripeto, sono tante, entrano in gioco diversi fattori che non escludono nessuno degli altri e questo conferma la straordinaria bellezza della Quintana».

Paolo Margasini in sella a Cà Granda

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Il Fedele DI CROCE BIANCA

Daniele SCARPONI

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na carriera lunga che all’inizio lo ha messo a dura prova. Poi, finalmente, un poker di vittorie che lo hanno fatto accomodare al tavolo dei grandi. E’ questa la sintesi della storia quintanara di Daniele Scarponi, Fedele di Croce Bianca. Proprio lui, 34 anni di Foligno con un’immensa passione per la Giostra, lo scorso anno si è preso la Rivincita, è proprio il caso di dirlo, riportando il Palio in via Butaroni dopo 13 anni di attesa. Daniele è uno dei primi prodotti della Scuola Cavalieri dell’Ente Giostra e, dopo un apprendistato alla corte di Re Paolo Margasini, debutta con il rione La Mora nel 1995 e rimane con il gelso fino al 1997. Poi la Giostra sembra essersi dimenticata di lui, ma Daniele non si abbatte e lavora sodo fino al 2002 anno in cui partecipa al Trofeo Quintana con il Rione Giotti. La performance è straordinaria e Scarponi è pronto per il ritorno al Campo de li Giochi dove in sella a Mon Valley è velocissimo e sfiora la vittoria. Ma l’appuntamento è rimandato di un anno e nel 2004 centra il suo primo alloro che ripeterà nel 2005 e nel 2006. Nel 2009 arriva la chiamata del Croce Bianca e Daniele inizia a lavorare con Scala Minore, la velocissima detentrice del record di pista con 54 e 36. La Sfida lo vede uscire di scena, ma la Rivincita è tutta sua con una Giostra da urlo dominata dall’inizio alla fine. Classe, coraggio e precisione fanno parte del suo ottimo bagaglio tecnico. Daniele dopo aver dominato la Sfida è pronto per il cappotto con la velocissima Scala.

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Il Baldo DEL MORLUPO

Lucio ANTICI

È

Lucio Antici, 39 anni di San Gemini ma ormai folignate di adozione, il Baldo del Rione Morlupo. La sua carriera è ricca di vittorie cominciando proprio dalla Giostra dell’Arme di San Gemini dove in 18 partecipazioni sono arrivate 9 vittorie. Lucio ha disputato per 16 volte la Giostra all’Anello di Narni con 7 allori e 5 volte la Giostra del Saracino di Arezzo con altrettanti secondi posti. A Foligno Antici ha debuttato nel 1999 con lo Spada per poi passare al Giotti vincendo la Sfida del 2000. Nel 2001 ritorna allo Spada e vi rimane fino al 2006 per poi difendere nel 2007 i colori del Croce Bianca stabilendo con Scala Minore il record della pista tutt’oggi imbattuto (54.36). Dallo scorso anno è approdato al rione Morlupo dove si è messo in mostra con il purosangue Burika sfiorando la vittoria. Lucio è un cavaliere estremamente veloce e preciso solo pochissime volte, infatti, ha fallito un bersaglio in gara. Cavaliere spettacolare e generosissimo riesce sempre ad emozionare il pubblico con delle carriere molto spesso al limite. Anche a settembre sarà tra i protagonisti della Rivincita 2010 sempre in sella al velocissimo Burika.

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Il Moro DEL PUGILLI

Lorenzo PACI

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’era una volta un giovane debuttante che vinse la Giostra nel 1993 a soli 15 anni. Quella di Lorenzo Paci, il Moro del Rione Pugilli, è un’altra delle straordinarie favole della Quintana. La sua incoscienza giovanile e un’ottima tecnica trasformarono quel debutto in una vittoria da veterano. Lorenzo ha mantenuto le promesse e si è ripetuto diventando uno dei campioni della Giostra e, insieme a Chicchini, quello che ha vinto il maggior numero di Palii. Dopo quell’inatteso trionfo per il Giotti, Paci si è ripetuto sempre per gli stessi colori nella prima Giostra in notturna. Al Contrastanga poi Lorenzo ha messo a segno ancora un’altra doppietta nel 1999 e nel 2001. Attratto da nuove sfide si è trasferito al Badia, ma la casacca dell’Ardito non gli ha regalato successi. In questi anni si mette in luce anche nella giostra di Ascoli anche se in terra marchigiana non riesce a lasciare il segno. Per il sigillo numero 5 a Foligno, Paci ha dovuto attendere la chiamata dell’Aquila Nera del Pugilli. Dopo due secondi posti che gli hanno fatto accarezzare la vittoria. Il trionfo è arrivato puntuale due anni fa in sella a Go Betty Go. L’ultima vittoria è stata una vera e propria dimostrazione di forza da campione maturo. Ma Lorenzo non è sazio e dopo la battuta a vuoto dello scorso anno vuole riallacciare il suo speciale rapporto con la vittoria sempre insieme alla piccola Betty oppure facendo debuttare Negritta.

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Il Pertinace DEL CASSERO

Luca INNOCENZI

L

e tornate “didattiche” di questo binomio hanno segnato la Giostra. Lei è elegante, veloce ed esperta, Lui coraggioso, tecnico e freddo. Insieme hanno formato una coppia affiatata, un lampo giallo e nero veloce e preciso nell’otto di gara. Il popolo della Torre Merlata ha già capito che la coppia è proprio quella vincente del Cassero: Luca Innocenzi e Naval War. A settembre però, Naval non ci sarà. Luca ha deciso di concedere il meritato riposo alla cavalla che lo ha reso grande. Il binomio in questi anni ha consentito al rione di portarsi a casa due splendide vittorie e tante prestazioni da podio davvero ad un soffio dal gradino più alto. Una situazione idilliaca maturata, però, attraversando anche momenti difficili. Da una parte Luca che doveva dimostrare di essere un campione vero e sfilarsi finalmente di dosso l’abito dell’eterna promessa, dall’altra il rione che attendeva con ansia la vittoria. In questa fase sono stati determinanti la grinta di Luca e la lungimiranza del Priore Giorgio Recchioni che con saggezza ha creduto sempre nel giovane Pertinace. I risultati ora sono sotto gli occhi di tutti e sono il giusto premio per chi ha ideato questo progetto. Soprattutto Luca che ha vinto la sua scommessa entrando nel lotto dei top-driver della Quintana. Il Pertinace ha dovuto lavorare duro spinto da quella voglia di vincere che lo anima si da quando ha iniziato a mettersi in luce con i cavalli della Scuola di Equitazione. Ed il leit-motiv della vittoria inizia nel 2004 nella Giostra di Pistoia per proseguire poi nel 2007, davvero un anno d’oro, in cui Luca rivince a Pistoia e finalmente si consacra a Foligno nella Sfida di giugno. Per lui ci sarebbe anche la vittoria ad Ascoli in una Quintana che Luca aveva strameritato. L’anno seguente si vince ancora a Foligno e per la prima volta a Servigliano dove il Pertinace si è ripetuto anche lo scorso anno per i colori di Santo Spirito. Quest’anno la Quintana di Ascoli è stata entusiasmante con Luca che ha sbattuto in faccia la porta ai suo avversari vincendo sia a luglio che ad agosto. Una doppietta storica ad Ascoli e tris con la vittoria di Servigliano. Luca ha deciso di ritirare Naval War e giostrerà con Scintilla o Torta di Mele. 31


L’Animoso DEL GIOTTI

Massimo GUBBINI

È

Massimo Gubbini, 26 anni di Foligno, il nuovo Animoso del Rione Giotti. Massimo, giovane Istruttore Federale, è un cavaliere maturo, veloce, coraggioso. La sua storia inizia con l’equitazione di scuola che fa emergere le sue doti. Così tra un concorso ippico e l’altro, il giovane cavaliere si avvicina all’affascinante mondo della Giostra. Lo chiama il Rione Pugilli di Lucio Cacace che sta cercando l’erede di Paolo Margasini. Sarà proprio il plurivittorioso a svelargli le prime tecniche sui bersagli e sulle traiettorie dell’otto di gara. Il ragazzo fa subito vedere di che pasta è fatto ma per prendere il posto di Margasini bisogna attendere. Così nel 2004, viene ingaggiato dal rione Croce Bianca. Il suo approccio con la Giostra è strabiliante. In sella a Benito, cavallo difficile che aveva riservato figuracce a più di un cavaliere, Massimo coglie un convincente secondo posto impreziosito da coraggio, tecnica e numeri da grande equilibrista. Nella Sfida del 2005, Massimo alla prima tornata guida al limite la velocissima debuttante Scala Minore fino ad infrangere il record della pista fermando il cronometro a 54 secondi e 98 centesimi. Poi, nel 2007, anno in cui vince la Giostra d’Autunno di Valfabbrica per il rione Osteria, Massimo arriva alle Conce. La sua militanza in giallonero si esaurisce dopo 6 Giostre con il terzo posto nel 2008. Questo è l’anno del trionfo. Un trionfo che arriva fuori dalle mura nella Quintana di Ascoli. Porta Tufilla attende la vittoria da tempo immemorabile e ingaggia il giovane, taciturno cavaliere folignate. Le tre splendide carriere contro il Moro non bastano e Massimo è costretto a disputarne ancora una di spareggio con Luca Veneri prima di far esplodere l’incontenibile entusiasmo dei rossoneri. “Il Gladiatore”, come lo chiamano da queste parti, non è sazio e concede il bis nella Quintana tradizionale dedicata a Sant’Emidio. Nel 2009, sempre a settembre, Massimo vince per la terza volta ed il trionfo addolcisce il dispiacere dello Spada. Il resto è storia recente. Il Giotti lo vuole a tutti i costi e Massimo disputa un’ottima Giostra a giugno deciso a migliorarsi il 12 settembre sempre in sella a Baccani. 32




Il Generoso DE LA MORA

Matteo MARTELLI

È

una favola quella del Generoso del Rione La Mora. Matteo Martelli, folignate di 27 anni e nipote di Otello Margasini, titolare insieme a Roberto Valentini della Scuderia che ha fatto la storia della Giostra, dopo anni di tentativi e di lavoro duro nel 2009 ottiene finalmente la fiducia del Rione La Mora. Matteo, in sella a Catalifi, entra per la prima volta al Campo de li Giochi il 13 giugno. La gara si mette subito bene, lui è veloce e preciso e dopo l’errore di Paci si ritrova in terza tornata a partire per ultimo. Il ragazzo non batte ciglio, disegna traiettorie perfette infila i 3 anelli da 5 centimetri e accende tutte le stelle del Gelso che non vinceva da ben 19 anni. La sua freddezza è sbalorditiva, neanche un’esitazione, una sbavatura ed il successo è pieno e strameritato. Anche l’esultanza è contenuta, se vogliamo, sempre in linea con uno che ha fatto veramente la gavetta lavorando sodo. Matteo, infatti, ha gravitato nell’orbita quintanara fin dal 1999 quando ha iniziato a partecipare alla Giostra dell’Esordiente. Poi è approdato al Badia come secondo cavaliere e lo scorso anno ha partecipato ad alcune tappe del Trofeo Giostre Medievali vincendo quella di Recanati. Modestia, disponibilità e serietà sono tra le sue qualità migliori poi, la predisposizione per la Giostra gli è stata trasmessa da mamma Manuela che da bambina montava addirittura il velocissimo Ringo quando il grande Marcello Formica andava in vacanza. Matteo sarà in sella a Catalifi.

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L’Ardito DEL BADIA

Michelangelo FONDI

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’Ardito del Rione Badia è il più giovane tra i cavalieri di Giostra. Con i suoi 23 anni, infatti, Michelangelo Fondi ritorna in gara dopo il debutto del 2006 con il rione La Mora. L’anno dopo Miki è a piedi, ma non molla e continua a lavorare cercando di mettersi in luce per rientrare tra i magnifici dieci. Michelangelo e figlio d’arte. Suo padre, Mauro, il Nicchio Volante, ha raccolto due allori per Contrastanga e La Mora, e ci ha regalato tante emozioni. Il giovane Ardito non solo lo ricorda fisicamente, ma anche dal punto di vista tecnico monta proprio come il padre. Ed è proprio Mauro a seguirlo costantemente con i suoi preziosi consigli e ad incoraggiarlo con la sua grinta. Anche Michelangelo viene dalla Scuola di Equitazione dove ha imparato a gestire il suo talento che, per ora, gli ha permesso di rientrare al Campo de li Giochi, ma che entro breve deve collocarlo nell’albo d’oro della Quintana. Nel 2009 Michelangelo ha lavorato sodo mettendosi in luce prima al Torneo delle Giostre d’Italia di Narni dove si è classificato al secondo posto, stesso risultato che poi ha conquistato al Trofeo Quintana di Servigliano. Miki affronterà la Rivincita con un nuovo cavallo. L’Ardito è pronto con la sua carica per regalare grandi emozioni al Rione Badia che lo ha rilanciato. Michelangelo deve scegliere tra Guiglia e Sensuality Plum.

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L’Audace DELLO SPADA

Luca VENERI

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L’Audace del Rione Spada arriva da Arezzo. Luca Veneri, 39 anni, è uno dei cavalieri più esperti e più presenti nei Giochi di Antico Regime. Ha partecipato e vinto le giostre più importanti come il Saracino per 9 volte, la Quintana di Ascoli per 6 volte e ancora tante vittorie a Narni, Faenza, Pistoia e Bagno a Ripoli. Un palmares di tutto rispetto per il nuovo cavaliere nero intorno al quale il rione delle Conce ha disegnato un progetto vincente. Al bravo cavaliere aretino manca soltanto la vittoria nell’Olimpiade delle Giostre dove ha debuttato lo scorso anno in maniera assolutamente convincente. La scelta è caduta su Luca proprio in virtù delle grandi qualità tecniche e per l’elevato livello di competitività che gli deriva da anni di partecipazioni e vittorie nelle maggiori giostre italiane. Il debutto dello scorso anno, dopo una lunga attesa, è stato un sogno che si è realizzato, ma quello di riportare alla vittoria il rione Spada è ancora più grande. Le prime prove hanno detto che Luca ha iniziato nel migliore dei modi staccando tempi bassissimi in sella a Paradise Hours. Anche in questo caso il nome del purosangue è profetico: le ore del paradiso. Vittoria che significherebbe paradiso per gli spatari e paradiso dove, ne siamo certi, galoppa ancora ed emoziona l’indimenticabile Franco Ricci, straniero vincente proprio come Veneri.

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Il Gagliardo DELL’AMMANNITI

Emanuele CAPRIOTTI

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archigiano di Castignano, il Gagliardo del Rione Ammanniti è il 33enne Emanuele Capriotti. La sua passione per i cavalli, ereditata dal padre, parte da lontano. A soli 5 anni è già in sella ad un pony ed oggi, raggiunta la maturità, ha una scuderia con 6 cavalli con cui è impegnato in varie giostre italiane. Il feeling con le giostre inizia proprio nella sua Castignano in una gara con spade e anelli nel corso della manifestazione Templaria per esplodere poi nella Quintana ascolana. Emanuele è il Re di Ascoli con 6 successi, il primo addirittura al debutto nel 2003. L’esordio a Foligno arriva nel 2007. Il campione degli assalti al Moro, dopo una tornata incoraggiante, deve fare i conti con il primo anello della seconda. Il Gagliardo è deluso, ma fa ricorso al suo carattere e a tanto lavoro durante l’estate per non fallire l’appuntamento al corruscar del vespro settembrino. Così, in sella a Ripa Nera si ripresenta agguerrito e disputa la Quintana perfetta lasciando di stucco chi non lo riteneva adatto alla singolar tenzone. Nella Sfida del 2010 sarà ancora in sella a Ripa Nera pronto a vendere cara la pelle per bissare il suo unico successo al Campo de li Giochi. Le sue carriere velocissime saranno accompagnate anche quest’anno dalla passione, dalla tecnica e dal coraggio che già lo hanno fatto entrare tra i campioni della Giostra.

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Il Furente DI CONTRASTANGA

Gianluca CHICCHINI

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l Furente di Contrastanga è il decano dei cavalieri di Giostra e quello che con 5 allori, insieme a Lorenzo Paci, è il plurivittorioso in attività. Gianluca Chicchini, folignate, ha dedicato al sua vita alla Quintana e ai cavalli. La sua passione ha radici lontane. E’ il 1986 quando segue il grande Fabio Cruciani al Giotti ed inizia a cimentarsi sull’otto di gara con il suo Danubio. Il debutto è vicino ed arriva nel 1988 in sella a Caruso per il Cassero. L’appuntamento con la vittoria è per l’anno seguente, il 1989, quando con Gordon riporta il Palio all’ombra della Torre merlata dopo 17 anni. Il bis arriva nel 1994 in sella al velocissimo Pazosu de Zamaglia, lo storico anglo-arabosardo, l’ultimo ad ammainare bandiera nei confronti dei purosangue. E proprio un purosangue, Great Gallery, gli regala il terzo alloro nella Giostra del Cinquantennale del 1996 per i colori del Croce Bianca. Ritorna al Cassero per due anni e poi approda al Pugilli nel 2003. Il Tigre ritorna a trionfare con il Contrastanga dove trova Express Dissident con cui forma un binomio eccellente e arrivano due strepitose vittorie, una dietro l’altra, nel 2005 e 2006. Le sue tornate al limite incitando a gran voce il cavallo sono ormai patrimonio della Quintana. Straordinario conoscitore di cavalli, Gianluca lavora tutto l’anno con passione e maniacale precisione che, unite alla grinta e al carattere, sono gli ingredienti che lo hanno fatto entrare nel Gotha dei cavalieri di Giostra. A settembre sarà ancora Delphine Debree la sua compagna nella Rivincita contro il Dio Marte.

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Regolamento di gara Gli articoli più importanti - Ogni Rione farà gareggiare un cavaliere che dovrà percorrere al galoppo il tracciato a forma di “8”, delimitato a destra e a sinistra da 44 bandiere. - Il cavaliere deve compiere l’intero percorso al galoppo ed infilare con la lancia di prescrizione tre anelli che devono restare infilati alla lancia. Il cavaliere con la lancia e con gli anelli infilati sarà presentata alla giuria di gara per la convalida della tornata. - Gli anelli della prima tornata saranno del diametro interno di centimetri 8. Nella seconda tornata del diametro interno di centimetri 6. Nella terza tornata del diametro interno di centimetri 5. - Il tempo viene calcolato dal momento in cui il petto del cavallo supera i pali di partenza, fino a quello in cui attraversa i pali di arrivo. - La gara inizia nel momento in cui il maestro di Campo abbassa la bandierina, dopo che avrà ricevuto il benestare dai giudici di curva e dalla giuria di gara. Il cavaliere dovrà

superare la linea di partenza entro 120 secondi dal via. La giuria non deve convalidare la partenza se rileva irregolarità sul percorso di gara nei 120 secondi (es. abbattimento bandierine). La gara si considera conclusa nel momento in cui il binomio taglia il traguardo. Il punteggio viene assegnato alla consegna degli anelli dal cavaliere a cavallo di fronte al tavolo della Giuria. - La giuria di gara, nominata dal Comitato Centrale in composizione ristretta, è costituita da: un presidente, nove giudici ordinari. In caso di impedimento o di assenza di un giudice, il presidente della giuria nomina il sostituto fra i giudici supplenti. In caso di votazione, stante il risultato di parità, il voto del presidente vale doppio. Il Comitato centrale nomina altresì sette commissari di percorso (compreso il maestro di Campo), i quali collaborano con la giuria di gara. - Il servizio di cronometraggio è effettuato dalla FIC (Federazione italiana cronometristi), con rilevamento dei tempi al centesimo e al millesimo di secondo. - Penalità: a) cambiamento di andatura, arresto o difesa: Punti 15


b) abbattimento di bandiera che delimita la pista: Punti 10 c) errore di percorso rettificato: Punti 10 d) mancanza o perdita della coperta sottosella: Punti 10 e) perdita di qualsiasi oggetto di vestiario: Punti 5 f) ogni secondo impiegato in più del tempo massimo: Punti 5 g) uso da parte del cavaliere di vestito o parte di esso non approvati al momento della punzonatura: Punti 5 h) ingresso nelle diagonali nel giro d’onore: Centesimi 20 di secondo i) percorso contrario a quello del maestro di campo durante il giro d’onore: Centesimi 30 di secondo. Costituisce motivo di eliminazione: a) la caduta del cavallo o del cavaliere o di entrambi b) l’ arresto o difesa del cavallo, che non permette di superare la linea di partenza, entro 120 secondi dal via c) l’arresto o difesa del cavallo, superiore a 60 secondi, durante la gara d) l’errore di percorso non rettificato e) il tempo limite superiore f) gli aiuti al cavaliere o al cavallo durante la gara, come citato precedentemente

g) la perdita della lancia h) la lancia non presentata alla giuria, a fine di ogni prova, per il controllo degli anelli infilati i) la terza difesa del cavallo, arresto e cambiamento di andatura, terza bandiera abbattuta, terzo errore di percorso rettificato j) i gesti o le parole che offendono platealmente la giuria o gli spettatori k) la mancata partecipazione al giro d’onore con il cavallo di gara. Il Cerimoniale al Campo de li Giochi non può subire interruzioni per attendere un Rione ritardatario. - Il vincitore, in base alla classifica presentata dalla giuria di gara, viene proclamato tale e riceve il Palio dal presidente dell’Ente Giostra. La classifica può subire variazioni, solo e soltanto, dopo l’esito dei test anti-doping, effettuato come previsto dal Regolamento per il controllo e tutela dell’animale, depositato presso l’Ente Giostra della Quintana di Foligno. La giuria dovrà decidere su eventuali reclami, prima di dare il via alla tornata successiva. In caso di reclamo relativo alla terza tornata lo stesso dovrà essere presentato prima della consegna del palio.



I rioni si presentano Servizi a cura della Redazione e di Claudio Bianchini


Il priore Fabio Fiordiponti

«Puntiamo sulla qualità

E NON SULLA QUANTITÀ»

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Rione Ammanniti Taverna: Locanda della Rosa Via Gramsci, incrocio via Frezzi Prenotazioni 339 7229994 44

l nome Ammanniti deriva con ogni probabilità da "ad Mannum", letteralmente vicino a S. Manno, cioè all`attuale Ponte San Magno. Ed è forse proprio da questo che prende le mosse l`etimologia della contrada simboleggiata da due spade incrociate in campo rosa. L’attuale priore è Fabio Fiordiponti, al quale chiediamo se riproporrà la sua candidatura per il prossimo mandato? «Ho deciso di non ricandidarmi, anche se rimarrò all’interno del consiglio dove cercherò di dare il massimo appoggio. In questi anni ho avuto tante soddisfazioni, vincendo ben nove palii, ma ora ho bisogno di prendermi un periodo di pausa». Novità da segnalare nel corteo? «Abbiamo ampliato il gruppo dei tam-

burini - risponde Sabrina Mellone, addetta ai costumi - rinforzandolo con altri due costumi e sicuramente ci sarà il nuovo costume del priore. La nostra dama a giugno ha vinto il premio per la dama più bella e, pertanto, verrà sicuramente riconfermata». Il corteo di giugno non è stato particolarmente interessante, qual’è il vostro giudizio? «Il segreto è quello di creare una compattezza nel corteo, non farlo “sfilacciare” inserendo personaggi che sappiano valorizzare con presenza e portamento la bellezza e la ricchezza dei costumi. Secondo me - interviene Daniela D’Ilario - il corteo andrebbe curato di più riducendo il numero dei personaggi, puntando sulla qualità e non


sulla quantità. Infatti, il nostro rione non ha riconfermato a settembre dei personaggi che a giugno non ci sono piaciuti». Cosa “bolle in pentola” nella vostra taverna? «Qui c’è una grossa novità. A causa di problemi di salute quello che era il nostro cuoco da più di 15 anni ha dovuto lasciare il rione. Comunque abbiamo preso un cuoco professionista di Foligno, Stefano Marconi, che sicuramente apporterà dei cambiamenti al menù in base alle proprie caratteristiche. I piatti da lui consigliati sono gli strangozzi all’antica norcina e la coscia d’anatra al forno». Con Capriotti avete prospettive di vittoria o di partecipazione? «Attualmente ci sono dei binomi che sono sicuramente superiori a noi, come per esempio il Croce Bianca, ma come sempre cercheremo di dare il massimo». Sei favorevole alla tratta dei cavalieri? «No, la tratta appiattirebbe la manife45


stazione in maniera negativa. I costi delle scuderie sono elevati ma non per cattiva gestione, solamente perché esistono costi fissi che non si possono evitare. Oggi c’è scarsità di validi cavalieri: i giovani non sono disposti al sacrificio e nei prossimi anni questo sarà un vero problema. Ma la tratta non è una soluzione». Ha qualche proposta da fare alla scadenza del Suo mandato? «Sicuramente sono stati anni positivi anche se qualche errore nella gestione generale dell’ente c’è stato. Credo, però, che sia normale fare degli errori quando si è chiamati a dirigere una “macchina” così complessa. Avrei anche una proposta: dieci rioni sono troppi. La riduzione nel numero comporterebbe una maggiore disponibilità economica e un minor carico lavorativo. Anche la Signora Sabrina ha un suggerimento da dare: “Secondo me bisognerebbe ritornare a fare una sola Quintana a settembre che susciterebbe più attesa e diventerebbe meno impegnativa per tutti. Qualitativamente la Quintana è cresciuta ma per mantenere certi livelli occorrono maggiori forze lavorative. Forse ci siamo spinti troppo avanti per le possibilità effettive di ogni singolo rione».

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Rebecca Alessi del rione Ammanniti ha vinto il premio “la dama fra le dame� per l’edizioni di giugno 2010. Il premio viene assegnato alla dama che durante la sfilata si distingue per bellezza e portamento.


Un grosso rinnovamento

NELLA SCUDERIA

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Rione Badia Taverna “Hosteria del Centurione” via San Salvatore Piccolo, “Piazza Garibaldi” Per Prenotazioni 349 3200237

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l Badia ha come stemma un cavaliere romano a cavallo con elmo, cimiero e lancia, ed i suoi colori sono il bordeaux e il bianco. Il termine Badia deriva da "Abbadiae", ossia, fa riferimento alla Abbazia sita nei pressi dell'attuale Piazza G. Garibaldi dove sorgeva il Monastero di Frati Benedettini di San Salvatore che risale a metà del '500. Raoul Baldacchini, è il priore del rione Badia fin da lontano 1994. Anche lui, come molti altri priori, è giunto con il 2010 alla fine del suo mandato, pertanto la prima domanda che gli rivolgiamo è questa: “ Pensa di presentare la sua ricandidatura ?” «Non ho preso ancora una decisione: se ci saranno i presupposti e le condizioni ideali per farlo allora mi ricandiderò, altrimenti credo di lasciare. Non nego che mi piacerebbe continuare, ma per ora, alla vigilia della giostra non voglio parlare di questo e dei cambiamenti che

vorrei apportare. Penso soltanto a dirigere al meglio questa prossima edizione, poi si vedra!»


Quali novità presenta il Badia per la Rivincita 2010? «La novità più importante è costituita da fatto che il nostro rione giostrerà con due cavalli nuovi: Guiglia e Sensuality Plum, due cavalli che, abbinati al cavaliere Michelangelo Fondi, sono davvero competitivi. Quest’anno, poi, abbiamo terminato il parco costumi raggiungendo in quattro anni il numero di ben 55 nuovi costumi. La taverna è ormai consolidata grazie anche al responsabile Filippo Pepponi che la dirige egregiamente. In questa edizione Filippo ci consiglia di provare: il tortino di fave e pancetta croccante su fonduta di pecorino come antipasto, le pappardelle con ragù bianco di lepre e uva come primo ed infine la tagliata di vitello con salsa di pepe verde e timo. Il rione Badia gode quindi di un momento favorevole sotto tutti gli aspetti: taverna, scuderia, corteo, ecc..» Manca la vittoria però? «Si, è vero, manca la vittoria… La vittoria, però, non è qualcosa che si può programmare o scegliere, nonostante che il Badia ce l’abbia messa davvero tutta per ottenerla. Dopo giugno abbiamo deciso di dare una svolta decisiva alla scuderia prendendo due grandi preparatori: Emanuele Filippucci per la parte agoIl priore Raoul Baldaccini

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nistica e Gianluca Quondam Gregorio per l’assetto di Michelangelo Fondi, mettendo loro a disposizione i due fortissimi cavalli». Il corteo storico di giugno non è piaciuto a molti... cosa ne pensa? «Con il nuovo mandato, credo che ci saranno molte cose da rivedere anche nel corteo. Tuttavia credo che non si debba sempre cercare “il pelo nell’uovo”. Bisognerebbe evitare di sottolineare troppo questi sporadici aspetti negativi e, invece, esaltare le molteplici qualità della Giostra che è all’avanguardia rispetto ad altre manifestazioni storico- cavalleresche in Italia e nel mondo». Possono succedere incidenti, come quello della disgrazia del cavallo a giugno, ma nell’agonismo ci può essere sempre qualche imprevisto… Vuole aggiungere qualcosa? «Al di là delle varie problematiche che, inevitabilmente anche la giostra deve affrontare, credo che la Quintana in generale, sia una manifestazione stupenda sia dal punto di vista strettamente tecnico- scenografico che economico e vorrei che tutti potessero vederla e apprezzarla. Anzi, approfitto delle pagine de “Il Cittadino” per lanciare un appello a tutti i folignati: “stiamo vicini alla Giostra della Quintana” perché questo è l’unico modo per farla crescere».

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Una contrada

AI MASSIMI LIVELLI

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Rione Cassero Taverna “Del Leon d’oro” via Cortella Prenotazioni 349 6940589 -349 8609942 333 8596317 Il priore Giorgio Recchioni

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l nome Cassero deriva da una fortezza costruita dal cardinale Albonoz nella parte della città che attualmente occupa il rione. Il simbolo è una torre merlata in campo giallo. Giorgio Recchioni è il priore del rione Cassero da undici anni. Pensa di ricandidarsi? «Non ho avuto ancora il tempo e il modo di confrontarmi con il altri consiglieri per prendere decisioni. Appena terminata la giostra di settembre avremo modo di riunirci. Tuttavia, dopo 14 anni da vice priore e undici da priore, qualche dubbio sulla mia ricandidatura ce l’ho. Vedremo come sarà formata la squadra e poi deciderò». Quali iniziative per settembre al Cassero? «Sono riconfermate tutte le nostre manifestazioni collaterali: lunedì 30 ci sarà la Cena propiziatoria, il 31 il Palio di San Rocco, il 1° settembre presenteremo la rivista “Il pertinace”. Per “In Vino Veritas” l’etichetta personalizzata è stata realizzata quest’anno dal Maestro Paolo Rinaldi. Il 4 settembre ci sarà la Notte Barocca, domenica 5 la benedizione di cavallo, cavaliere e bandiera impartita da mons. Don Paolo Aquilini della Collegiata di San Domenico, e la manifestazione “Gusto e Gusti”, mentre il 6 settembre c’è il Gareggiare dei Convivi. Purtroppo, per delibera del consiglio d’istituto, quest’anno non avremo a disposizione il chiostro di San Domenico per la manifestazione eno gastronomica di “Gusto e Gusti”. Speriamo di trovare quanto prima un luogo altrettanto idoneo». Nel parco costumi ci saranno novità? «Nel parco costumi abbiamo esaurito i nostri investimenti nel giugno scorso introducendo il nuovo costume del priore e due nobili. Per ora siamo al completo. Abbiamo riconfermato la


nostra prima dama Elisa Proietti, che è un nostro portafortuna». Il corteo storico di giugno non è piaciuto molto. Cosa ne pensa? «Posso parlare per il mio rione. Come mia abitudine dopo ogni Quintana interpello il presidente della commissione artistica Stefano Trabalza chiedendogli un parere sul mio rione. Lui ogni volta solleva delle perplessità, mentre nella edizione di giugno scorso ci ha fatto i complimenti. Quindi sono pienamente soddisfatto per come è stato impostato il corteo e di tutto il lavoro della commissione artistica coordinata da Valentina Sciabordi». In taverna, invece, avete piatti nuovi da proporre? 53


«Oriano Broccatelli sarà, come sempre, il nostro cuoco. Il menù, in linea di massima, è stato deciso ma le novità e le caratteristiche particolari le potrete apprezzare nella nostra taverna. I piatti consigliati sono: antipasto del Priore, strangozzi alla contadina, nodini di vitello tartufato e patate al cartoccio sotto lu focu. Spostiamoci in scuderia…. «Luca Innocenzi quest’anno è stato plurivittorioso classificandosi al primo posto sia nelle giostre di Ascoli sia in quella di Servigliano. Questo ci fa immenso piacere perché questo dimostra la competenza e la bravura di questo cavaliere e del suo staff. Luca è 54

divenuto una macchina perfetta, se avrà la possibilità di fare la Quintana con un cavallo competitivo si piazzerà sempre ai primi posti». Durante la sfida di giugno, c’è stata la polemica sul presunto calcio del cavallo del Croce Bianca Scala Minore al Vostro Naval War… «No, nessuna polemica; quando cavalli del genere si trovano vicini può capitare qualche piccolo imprevisto!» Secondo lei questo vi ha danneggiato nella corsa alla vittoria? «Siamo stati danneggiati soprattutto sull’impostazione della gara perché il cavaliere ne risente dal punto di vista emotivo e di concentrazione e poi non

riesce ad esprimersi al meglio. A settembre giostreremo con un cavallo debuttante che sceglieremo dopo le prove ufficiali. La scelta dovrebbe ricadere su due purosangue inglesi sempre di proprietà della scuderia di Roberto Innocenzi : sono Torta di Mele e Scintilla». Alcune considerazioni finali? «Mi auguro che il nuovo gruppo di magistrati e il nuovo presidente dell’ente, che spero sarà ancora Metelli, insieme agli enti sostenitori, si mettano intorno ad un tavolo e realizzino una proposta che tenga conto anche di tutte le difficoltà economiche e sociali che stiamo attraversando».



«La città valorizzi LA GIOSTRA DELLA QUINTANA»

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Rione Contrastanga Taverna delle Sette Selle, via Piermarini 42, Prenotazioni: 339 5499779

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l rione Contrastanga deve il suo nome dal termine latino “contra stagnum”, perché situato di fronte a uno stagno. Il simbolo è costitutito da tre bande dorate in campo azzurro. Maurizio Metelli, da 15 anni priore del rione Contrastanga, decano dei priori, si ricandiderà per il prossimo mandato? «No, non è possibile - risponde - perché in base allo statuto non si possono fare più di due mandati consecutivi». Ne è dispiaciuto? «Avrei comunque lasciato, ma su questo punto dello statuto ho avuto sempre dei forti dubbi perché secondo me è una forzatura. In questo modo si aprono dei conflitti che non fanno bene alla Quintana. Può funzionare per l’Ente Giostra che ha ruoli più istituzionali, ma per quanto concerne il

priore il discorso è diverso, per via delle grandi responsabilità che si assume. Trovare un priore disposto a farsi carico di tali e tanti impegni non è affatto facile e tanto meno, è facile trovare un priore che goda dell’appoggio di una squadra coesa». Quali le novità del Contrastanga per la Quintana di settembre? «Le novità non sono molte: avremo due nuovi costumi da nobile, e per ora ancora non è stata scelta la prima dama. Io vorrei che fosse Manuela Castignani, la stessa che ha sfilato a giugno. Per quanto riguarda la gara invece riproporremmo Delphin Debrie che a giugno, nonostante il posizionamento, era in ottima forma». Cos’è che non ha funzionato allora? «Secondo me il cavaliere era troppo


sicuro di poter vincere, il suo è stato un approccio troppo irruento e non ha tenuto conto della bandierina, che statisticamente, è davvero difficile da urtare. Pazienza, ci rifaremo!» Sul fronte della taverna ci saranno novità? «Noi cerchiamo di proporre sempre nuovi piatti. A settembre introdurremo il guanciale di vitello, la trippa e tra i dolci la torta della nonna, il ciambellone con crema e frutti di bosco .I piatti più richiesti restano, però, il maialino in porchetta e gli gnocchi al Contrastanga». Sei favorevole al ritorno ad una Quintana unica a settembre? «La scelta di fare due Quintane è stata dettata essenzialmente dall’aspetto economico: la seconda Quintana a distanza di una settimana incassava pochissimo. Poi c’è la normativa sul doping per i cavalli che non potevano correre due giostre a distanza di una settimana. Ritornare ad una sola Quintana con i costi che abbiamo è difficile sia per l’Ente che per i singoli rioni». Crede che il corteo vada rivisto?

Il priore Maurizio Metelli

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«Tutto va ripensato perché col passare degli anni le aspettative sono diverse. Abbiamo ragionato tante volte su come migliorare il corteo, ma non è affatto facile accontentare tutti. Voglio dire – aggiunge Metelli - che oggi fare Quintana è davvero difficile: le continue normative che ci impongono di sborsare denaro per noi sono un vero problema, perché di soldi non ne abbiamo. E’ vero però che la manifestazione, per crescere, ha bisogno di investimenti. Mi chiedo se non abbiamo voluto fare troppo?! Devo dire anche che, rispetto ad altre manifestazioni simili come Ascoli, l’amministrazione comunale non è vicina alla Quintana abbastanza da valorizzarla e divulgarla a livello televisivo: presentandosi come ente autonomo, l’ente giostra non ottiene le sovvenzioni ministeriali. Sarebbe diverso se fosse il Comune di Foligno a richiedere spazi televisivi nazionali e sostegno economico, tanto è vero che per entrare nel circuito “patrimonio dell’Unesco” è intervenuto il Comune in collaborazione con Domenico Metelli. Quando c’è il sindaco al vertice è la città che è coinvolta e quello che serve alla Quintana è proprio il coinvolgimento cittadino». 58


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Il Croce Bianca

PUNTA DRITTO AL TRIS! D Rione Croce Bianca Taverna del Fedele via Butaroni (traversa via Garibaldi) Per Prenotazioni 349 2887831 338 4135237

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ue vittorie consecutive praticamente perfette, da incorniciare e mettere orgogliosamente in bacheca; uno dei costumi da prima dama più splendidi e preziosi che abbiano mai sfilato nel Corteo Storico; una taverna sempre piena e con un menù da palati sopraffini…nonché una “Ferrari di Giostra” pronta a sfrecciare al Campo de li Giochi per “nuove ed entusiasmanti avventure” come si direbbe dei super eroi. Così, messer Andrea Ponti, giovane e valente priore del rione Croce Bianca, si appresta a vivere da protagonista l’edizione settembrina della Giostra della Quintana. Con un rione tornato a rinverdire gli antichi splendori, e che si ripresenta – ancora una volta – come super favorito (con tutti gli scongiuri e le premesse del caso). Detto questo, appare

Il priore Andrea Ponti


pressoché scontata la riconferma di Andrea Ponti come numero uno di via Butaroni. Hai intenzione di ricandidarti per la tornata elettorale del prossimo autunno? «Posso dire con assoluta tranquillità e buona fede, che sarò pronto ad offrire la mia disponibilità a proseguire il mandato – anticipa Ponti – mi sembra che le credenziali e le potenzialità per una crescita del Croce Bianca ci siano tutte, e insieme ad una buona squadra possiamo aumentarle e trovare nuove sinergie. Ovviamente è necessario affrontare la questione con l’intero rione. Come ho già detto in altre occasioni – prosegue il priore croce bianchino – il merito di queste vittorie è del popolo biancorosso che ha lavorato duro, affrontando sacrifici e critiche. Adesso però i risultati stanno arrivando, ci stanno premiando, ma dobbiamo sempre dare il massimo ed il meglio di noi stessi». Avete in scuderia quella che non a caso viene considerata la “Ferrari di Giostra”, la già mitica Scala Minore che detiene il record di pista con 54 secondi e 36 cente-

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simi. In sella c’è il plurivittorioso ed affidabile cavaliere folignate Daniele Scarponi… avete messo insieme il cosidetto binomio perfetto. «Scala Minore è il cavallo rivelazione di queste ultime quintane, e non siamo solo noi a dirlo, è una constatazione sotto gli occhi di tutti – rileva Andrea Ponti – certo, non è facile da gestire ma con Daniele abbiamo trovato il cavaliere ideale. Dopo un particolare lavoro di preparazione, siamo riusciti a trovare il feeling giusto, ed ora è normale e doveroso affermare che siano proprio loro il binomio da battere». Mirate dritti dritti al Palio e alla terza vittoria consecutiva quindi… «Si punta sempre e comunque alla vittoria, inutile nascondere che abbiamo tutte le credenziali e qualche chance in più rispetto agli altri». Nella scuderia biancorossa si trovano a disposizione anche i purosangue Big More di 6 anni e Agresti di 5 anni. Novità in cantiere sul fronte artistico, cosa ci dobbiamo aspettare per il Corteo Storico? «Per la serata di sabato stiamo lavorando ad un sorpresa per tutta la città – fa sapere – un’allegoria davvero spettacolare che avrà come tema, ovviamente, la vittoria. Un grande carro trainato da cavalli che vedrà coinvolti almeno una decina di personaggi. Ma per il resto preferisco mantenere qualche segreto per non rovinare la sorpresa ed il lavoro di chi vi si sta dedicando. Riconfermiamo in pieno la nostra dama portafortuna Arianna Caprai, che indossa un abito realizzato da Daniele Gelsi, con inserti curati direttamente dalla ditta Caprai e che – sottolinea Ponti – lo rende uno dei broccati più preziosi che abbiano mai sfilato per Foligno, tanto che lo presenteremo nel dettaglio convocando un’apposita conferenza stampa». Passiamo a parlare della taverna e della proposta culinaria. «Abbiamo da sempre massima cura per l’allestimento della nostra taverna di via Butaroni. La capienza è stata portata a circa 230 posti interni ed una sessantina all’esterno, poi c’è anche la tavernetta a mo’ di punto ristoro per piadine, spiedini e un buon bicchiere di vino. Il menù è stato variato con l’aggiunta di portate un po’ più autunnali, ed il piatto forte resta sempre lo stinco di maiale in agrodolce». Cla.Bi. 62


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Doni lascia al Giotti QUATTRO PALII IN UNDICI ANNI

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Rione Giotti Taverna “Del Prete di Rostoviglio” piazza Foloci Pulignani Per Prenotazioni 337 651196 64

er Alfredo Doni, uno dei più attenti conoscitori della realtà cittadina e del mondo quintanaro, questa sarà l’ultima Giostra in veste di priore del suo Nobile Rione Giotti. «Ma non si tratterà certo di un addio, anzi – dichiara a ‘Il Cittadino’ – resterò sempre e comunque al servizio del popolo biancoceleste, al quale ho dedicato gran parte della mia vita, da quando avevo appena sedici anni». Una carriera coronata con il grande sogno e l’impegnativa responsabilità di guidare la contrada croce gigliata per ben 11 anni, durante i quali sono trionfalmente entrati nel quartier generale di Piazza Faloci Pulignani ben quattro palii, che hanno rimpinguato il medagliere giottino. Grandi riconoscimenti e vittorie anche per il

Gareggiare dei Convivi, la disfida culinaria che, nei cuori dei veri quintanari, è seconda solo all’alloro sul Campo de li Giochi. Un priorato ricco di soddisfazioni, durante il quale è stato completamente rinnovato anche il parco costumi. E se il priore può ritenersi ben felice, al settimo cielo sarà certamente Francesca Testasecca, dama giottina, passata direttamente dai “preziosi broccati” biancocelesti, alla fascia di Miss Umbria, e che ora - dopo aver sfilato tra le vie imbandierate di Foligno - si ritroverà a sfilare su palcoscenici ben più prestigiosi. Lo staff di Piazza Faloci è comunque riuscito a trovare una valida sostituta…ma per ora il nome resta rigorosamente top secret. Asso nella manica per il corteggio


Il priore Alfredo Doni

rionale, un’allegoria che vedrà protagonisti due grandi e spettacolari cavalli frisoni. Ma le novità non finiscono qui. «Finalmente ci presenteremo alla città ed ai visitatori con la taverna pienamente efficiente, con tutti i locali e gli impianti perfettamente a norma, secondo quanto previsto dalle più recenti normative – fa sapere Alfredo Doni – anche questo è stato un lavoro lungo ed impegnativo, proseguito pressoché ininterrottamente.

Avendo a disposizione uno stabile molto antico, questo necessità inevitabilmente di continui accorgimenti. Ora però, tutti i tasselli sono a posto e possiamo godercela e farla godere in pieno». Tanto per restare in tema, parliamo di menù: una lista di pietanze che, a fianco di raffinate prelibatezze, offre una selezione di piatti tipici della tradizione locale. Riconfermato a pieni voti lo chef Francesco Sarti. Fiore all’occhiello della Locanda del Prete 65


di Rostiviglio, la cantinetta dove si può trovare una ricca proposta di ottimi vini. Passiamo ora al settore tecnico. «In scuderia sono a disposizione Oca Selvaggia, purosangue inglese di 5 anni – fa sapere Alfredo Doni – e Macho Vernacolo che purtroppo non potremo più utilizzare per la Giostra, ma che comunque – ci tiene a sottolineare – gode di ottima salute ed è tornato in perfetta forma dopo l’incidente subito alle prove del giugno scorso. Torniamo ovviamente in pista con Massimo Gubbini su Baccani – anticipa il priore giottino – questa estate abbiamo fatto un grande lavoro di cura e preparazione sul cavallo, e sono convinto che lo vedremo affidabile e competitivo come non mai». Non per piaggeria ma si può tranquillamente affermare che la “gestione Doni” per il rione Giotti sia stata eccellente. «Arrivo pienamente soddisfatto alla conclusione del mio mandato, ma abbiamo stabilito di non modificare la statuto rionale e pertanto mi appresto a lasciare la guida dopo questi undici anni – conferma Doni -. Ho dato tutto me stesso, credo sinceramente che di più non potrei fare, ma ho anche ricevuto tantissimo, sono stato ripagato in pieno». Qual è la priorità per la prossima “amministrazione quintanara”? «Bisogna affrontare tutti insieme e con decisione la questione relativa alla gestione tecnica. Appare sempre più necessario dotarsi di strutture comuni, capaci da un lato di produrre risparmi per la casse rionali, e dall’altro di garantire al meglio gli aspetti della sicurezza e della tutela dell’animale che le nuove normative ci impongono. Adeguarsi è inevitabile altrimenti c’è sempre l’alternativa di ricorrere alla tratta, ma lì si aprirebbero altri ragionamenti». Cla.Bi. 66



Lo “spirito moraiolo” È LA MARCIA IN PIÙ DEL GELSO

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Rione La Mora Taverna “Le Cantine del Gelso” via Colomba Antonietti Per Prenotazioni 328 8145270 347 3497825

l prossimo 12 settembre sarà senz’altro una di quelle giornate destinate a restare impresse per sempre nella vita del priore Decio Barili: è il giorno della Giostra della Quintana (e già questo contribuirà … e non poco) e per l’ultima volta – dopo 10 lunghi anni - la vivrà nei panni di numero uno di via Colomba Antonietti. Non basta, perché cadrà proprio nel giorno del suo compleanno … ed rionali hanno in serbo qualcosa di veramente sorprendente. Un riconoscimento più che meritato per Barili, che è riuscito a fare in modo che nascesse quel famoso “modello Mora” al quale ormai tutti gli altri rioni cercano di ispirarsi, e che viene portato ad esempio non soltanto dagli osservatori quintanari più attenti, ma persino

Il priore Decio Barili

da Palazzo Candiotti. Un modo di respirare, sentire, vivere lo “spirito quintanaro” come ai famosi “vecchi tempi” . La voglia del popolo de La Mora di stare insieme per fare festa (per essere la festa) senza guardare troppo ai libri contabili e non considerando come unico ed assoluto obbiettivo quello della conquista del Palio, quanto piuttosto quello di godere del clima quintanaro per costruire e sviluppare rapporti di socializzazione. Decio Barili – come egli stesso sostiene – lascia quindi un rione che scoppia di salute, e al quale tra l’altro – cosa non certo di secondaria importanza – può vantarsi di aver portato una vittoria attesa da tanto, troppo, tempo. Il Palio vinto da Matteo Martelli, giovane cavaliere folignate, che ha così ripagato l’investimento di fiducia del popolo del Gelso. Riconfermato quindi il già vittorioso binomio Martelli e Baccani, con la speranza in più di ripetere una giostra come quella del giugno scorso 68


(che li ha visti sfiorare il prezioso drappo) evitando errori e sbavature. Ai box c’è anche Irish Mad, asso nella manica della scuderia del Gelso: purosangue irlandese di 4 anni e che, a detta del priore, promette molto bene… Ricco di eventi il calendario moraiolo: il sipario si è alzato sabato 28 in occasione delle Prove Ufficiali, con la tradizionale cena propiziatoria e l’inaugurazione della nuova sede. Altro traguardo raggiunto dopo anni di sacrifici e sistemazioni provvisorie. E si rinnova anche la dislocazione della Taverna, con l’apertura dell’Osteria della Cuccagna, una sorta di “tavernetta” prospiciente l’ingresso principale, capace di accogliere pochi e selezionati avventori, ai quali

proporre (dal lunedì al giovedì) appetitosi menù monotematici: vegetariano, pesce, cena romana ecc… (ce n’è per tutti i gusti). Per il Corteo Storico di sabato sera, taverna rigorosamente chiusa, per permettere a tutti di godere il fascino suggestivo della sfilata, e poter applaudire l’intero Consiglio Rionale. Una scelta questa, fortemente voluta da Barili per chiudere alla grande il suo mandato: per l’occasione infatti le consigliere indosseranno abiti da dama meno elaborati, in quanto rappresentanti politiche… una rivisitazione delle Pari Opportunità in chiave seicentesca. La vigilia è una giornata impegnativa: ci si alza di buon mattino per dare “la sveglia al Priore”, quest’anno, trasferta a 69


Montefalco, con abbondante colazione a carico dello stesso. Poi l’ostensione del Gelso in piazza della Repubblica, la grande cena per i rionali doc, e ancora, nel pomeriggio, solenne Benedizione di cavallo, cavaliere e lancia nel barocco Oratorio della Misericordia. E per il futuro? Decio Barili è già nella veste di Presidente della Fuga del Bove di Montefalco, ma, assicura, resterà sempre all’ombra del Gelso. Portando in quell’esperienza proprio lo “spirito moraiolo”: la capacità e la voglia di crescere insieme agli altri. Per il futuro della Quintana di Foligno invece auspica l’apertura di un ampio e approfondito dibattito sulla riproposizione del Corteo Storico e del Gareggiare dei Convivi, per un rinnovato feeling con la “cittade tutta”. Cla.Bi.

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Nel corteo storico SOLO RIONALI DEL MORLUPO

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Rione Morlupo Taverna “La Tana del Lupo Nero” via del Campanile Per prenotazioni 340 4881072

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olpo di scena – nel vero senso della parola – per il Corteo Storico del rione Morlupo! Ma non pensiate di trovare “dame Vip”, volti noti (o meno noti) dello spettacolo, personaggi pubblici né tantomeno autorità di vario genere… Eh già, perché stavolta la sorpresa che ha in mente il priore Marco Bosano è proprio questa: «i personaggi che indosseranno i nostri costumi – fa sapere a Il Cittadino - saranno tutti, esclusivamente e rigorosamente morlupiani doc. Uomini e donne, ragazzi e ragazze che tutto l’anno lavorano con spirito di servizio e volontariato per il nostro rione, nella sartoria, nella scuderia e in taverna – spiega Bosano – e che alla fine si sono più che meritati questo ruolo, l’orgoglio di sfilare per le strade imbandierate di Foligno in rappresentan-

Il priore Marco Bosano


za del Morlupo». Un riconoscimento che senz’altro verrà apprezzato dalle parti di piazzetta Beata Angela, e che – ogni tanto – potrebbero e dovrebbero riprendere anche gli altri nove rioni. «E’ un omaggio al popolo rosa-nero che vorrei considerare come una sorta di ‘ben finita’ – tiene a precisare Marco Bosano – per festeggiare tutti insieme la scadenza del mio mandato priorale». Riconfermatissima anche la prima dama, ovviamente – manco a dirlo – “morlupiana doc” pure lei, Madonna Marica Gasparrini. Di sicuro impatto anche l’allegoria che verrà proposta all’interno del corteggio rionale. La ricostruzione di un “matrimonio barocco” con tanto di novelli sposi, parenti ed invitati al seguito, in abiti da ricchi borghesi, curati nei minimi dettagli sotto l’attenta supervisione degli stessi figuranti che li indosseranno. Buongustai e buone forchette potranno deliziare il palato con una cena alla Taverna del Lupo Moro, a due passi dal centralissimo Corso Cavour, e trovare un ricco e saporito menù, ispirato alla

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tradizione culinaria locale, dove spiccano zuppe, carni alla brace e alcune portate particolarmente elaborate ed originali che danno un tocco di classe alla proposta gastronomica morlupiana. Un consiglio del priore? Il crostone con pecorino e prosciutto, un antipasto che stuzzicherà come non mai il vostro appetito… Da segnalare inoltre la vittoria del Morlupo nell’edizione di giugno del Gareggiare dei Convivi. Una medaglia in più che spicca nel palmares della cucina rosa-nera. Diamo ora uno sguardo al settore tecnico: il Baldo Lucio Antici su Burika, si è piazzato per due volte consecutive sul secondo gradino del podio, ad un soffio dai campioni del rione Croce Bianca.

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«Logicamente – commenta sarcastico il priore Bosano – entriamo al Campo de li Giochi per puntare al primo posto, dopo due secondi piazzamenti pensiamo di avere tutte le carte in regola per considerarci i principali sfidanti di Scala Minore e Daniele Scarponi». In effetti è un ragionamento che non si può non condividere. In scuderia restano a disposizione Estrada e Cadillac, entrambi purosangue inglese di 5 anni, con quest’ultimo che debuttò nel 2009 in sostituzione della stessa Burika. E, dulcis in fundo, siamo al capitolo elezioni quintanare, in vista della tornata elettorale autunnale. Fatidica domanda anche al priore Marco Bosano: “si ricandiderà alla

guida del rione Morlupo”? «Io ho espresso più volte ed in più occasioni ai miei rionali ed ai vertici dell’Ente Giostra, la ferma intenzione di non ripresentarmi per un ulteriore mandato – dichiara senza mezzi termini – nonostante la stragrande maggioranza dei miei contradaioli insista per una riconferma, rinnovandomi stima ed apprezzamento. Al momento sono al lavoro per trovare una soluzione che possa farmi uscire di scena con la massima tranquillità, una sostituzione che possa riscuotere la quasi unanimità dei consensi». Questa la posizione ufficiale, ma ci permettiamo di pensare che, in caso di estrema necessità, Marco Bosano, magari come “scelta obbligata” per il bene del suo rione e dei sui rionali, possa pur sempre mettersi nuovamente a disposizione. Ancora una domanda: “quali dovranno essere i punti qualificanti dei nuovi amministratori quintanari”? «In primis il completamento dell’assetto patrimoniale e quindi la sistemazione definitiva degli immobili de La Mora, Cassero e Morlupo e poi – rileva Bosano la realizzazione del Centro Ippico Comune. Una struttura che ormai, anche in considerazioni delle nuove normative in materia del settore, è diventata necessaria ed irrinunciabile. Non soltanto per un contenimento delle spese, ma anche e soprattutto per coordinare la gestione delle scuderie ed assicurare il massimo controllo medico veterinario per la tutela della salute degli animali». Cla.Bi.



Una grande squadra per un

FUTURO DI SUCCESSI

R Rione Pugilli Taverna “de L’Aquila Nera”, via Mentana Prenotazioni: 392 8956271 338 1039676

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oberto Molari è una di quelle persone che le cose non manda certamente a dire, schietto, diretto ma al tempo stesso con un grande cuore…un cuore che batte amore sincero ed incondizionato per il “suo” rione: il Pugilli dove ha cominciato la sua lunga carriera da quintanaro nel ruolo di tamburino, sino a coronarla con due legislature al vertice della contrada bianconera. Anche il numero uno di via Mentana annuncia ufficialmente l’intenzione di lasciare il mandato e quindi, di non ripresentarsi alla tornata elettorale autunnale. «Non ho nemmeno proposto al mio consiglio la facoltà di eliminare il vincolo dei due mandati – fa sapere orgogliosamente Molari – in quanto era già mia intenzione tenere fede all’impegno preso. Altro discorso è quello dei vertici dell’Ente Giostra, dove è necessario mantenere una struttura gia consolidata e che ha dato buoni risultati. La mia più

grande soddisfazione qui al Pugilli, oltre ovviamente alla conquista del Palio – tiene a sottolineare – è proprio quella di aver visto crescere intorno a me un


gruppo, una comunità di persone, capaci di proseguire sulla strada giusta con rinnovata energia e nuovi stimoli. Ormai – si toglie qualche sassolino dalla scarpa – fare il priore è diventato un impegno che ti occupa per dodici mesi all’anno, e arriva ad essere snervante, per certi versi ti porta all’esasperazione. Ben venga quindi altra linfa vitale». E per rendere meglio l’idea, Molari ricorre ad un esempio più che chiaro. «Se a uno sportivo piace giocare a tennis a livello amatoriale, magari nel tempo libero, lo fa con la massima passione ed impegno, ma se viene “costretto” a doverlo fare sempre e comunque, allora viene progressivamente a perdere quello slancio, pur continuando ad amare quello che fa. Ecco, per me è ora di passare la mano – spiega il priore dell’Aquila Nera –. Per quanto mi riguarda tornerò in taverna a fare quello che sarà necessario, penso anzi di riprende il mio posto tra i fuochisti, al braciere». E a proposto di cucina, cosa “bolle in pentola” alle Puelle? «La nostra taverna è la più grande ed è anche sempre la più piena – fa notare Molari – a dimostrazione che le nostre proposte culinarie incontrano i gusti della clientela, che aumenta di anno in anno. Ci sarà una rivisitazione del menù, con l’aggiunta di proposte un po’ più “autunnali”, per il resto la formula resta confermata a pieni voti». Avviso ai gourmet: assolutamente da non perdere l’ormai mitica “Porcona” diventata celebre ben oltre i confini cittadini, ed i classici “Gnocchi alla Puellara”. Le speranze dei puellari sono di nuovo riposte sul plurivittorioso Lorenzo Paci, ma resta ancora un mistero la scelta del cavallo. «Valuteremo negli ultimi giorni chi affidargli – anticipa Molari – se Go Betty Go, che già è uscita vincitrice dal Campo de li Giochi, o la novità Nigretta. Un ottimo purosangue inglese di sei anni, che è pronta per esordire da Il priore Roberto Molari

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Il gruppo del rione Pugilli che ha partecipato all’Internationaal Fokloristisch Dansfestival di Zelhem, in Olanda

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protagonista». Nella scuderia bianconera, l’altro asso nella manica è Reve d’Ete, purosangue inglese di 4 anni che saprà certamente dare soddisfazioni al nuovo priore puellaro. «Siamo gli unici ad avere una scuderia di proprietà, e possiamo vantare una lunga tradizione in questo senso una scelta lungimirante che ci ha ripagato, e adesso non vedo perché si debba ridiscutere tutto. Per quanto mi riguarda poi, sono assolutamente contrario alla tratta». Altro fiore all’occhiello del rione Pugilli, il gruppo dei tamburini e degli sbandieratori, che quest’estate hanno partecipato all’Internationaal Fokloristisch Dansfestival di Zelhem, in Olanda, in rappresentanza dell’Italia, esibendosi a tutte le esibizioni che si sono svolte in 4 giorni, oltre che alla sfilata per le vie della città. Il gruppo folignate ha proposto quattro spettacoli differenti, ed era formato da sette tamburini - capeggiati da Marco Properzi - dieci sbandieratori, e nove personaggi in abiti seicenteschi. Il gruppo dei tamburini inoltre – lo ricordiamo - è partito dall’Italia subito dopo aver incassato la bella vittoria della gara regionale a Valtopina. E, tanto per restare in tema: tradizione vuole che il priore del Pugilli provenga dalle fila dei tamburini, e chissà che anche stavolta la tradizione non venga rispettata… Cla.Bi.



Alla Quintana serve

UNA SVOLTA RADICALE!

I Rione Spada Taverna de Le Conce via delle Conce Prenotazioni 333 7365603 347 5047762

Il priore Simone Capaldini

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l rione Spada viene chiamato così, a ricordo delle popolazioni che nei tempi antichi, occuparono questa contrada. Lo Stemma (Arme) del rione è rappresentato da una “spada di argento luccicante”, simbolo di fierezza e di forza, in campo nero. A Simone Capaldini, priore del rione Spada, chiediamo se pensa di ricandidarsi per il prossimo mandato? «No, non lo farò perché per me è stato un impegno davvero gravoso che mi ha portato a sacrificare la famiglia, il lavoro, ecc. Resterò all’interno del consiglio, ma di comune accordo con tutti i rionali stiamo decidendo su chi possa ricoprire al meglio il ruolo di priore. Potrei farlo per altri quattro anni, ma per una mia scelta personale, preferisco non ricandidarmi». Ci sono novità per questa edizione di settembre? «Già a giugno siamo usciti in corteo con i nuovi costumi da nobili; a settembre ne usciranno degli altri inserendo anche due vestiti da damigelle. Quest’anno la fiera dei Soprastanti, il 29 agosto, verrà allestita alle Conce. Spero che questa scelta sia motivo di valorizzazione di questo suggestivo angolo del centro storico. A giugno abbiamo proposto delle scene di vita barocca in taverna che hanno avuto molto successo e quindi anche a settembre vorremmo riproporle nello spazio delle Conce. Per il Gareggiare dei Convivi, il giorno 30 agosto, useremo il cortile di palazzo Barnabò. In generale il nostro intento è sempre stato quello di evitare che la nostra taverna sembri una sagra. Facciamo in modo che in taverna l’aspetto storico venga sempre ricreato». Quali piatti consiglia il vostro cuoco? «In taverna, come sempre, il menù sarà differente rispetto a quello di giugno


per offrire sempre delle novità. Come primo consigliamo i tagliolini fave e pancetta, come secondo il filetto al sagrantino, mentre i nostri dolci sono proposti in “giallo-nero”, con l’uso di crema e cioccolata, i nostri colori rionali». Parliamo della scuderia. «Da quest’anno abbiamo fatto la scelta di un cavaliere “forestiero”: Luca Veneri. La scelta è ricaduta su di lui sia perché lo scorso anno con il rione Giotti si è comportato molto bene, sia perché vanta una ottima esperienza. Lui sta lavorando con cavalli di sua proprietà ma anche con il nostro cavallo con il quale ha corso a giugno e probabilmente ripro81


porremo anche a settembre: Paradaise Hourse». Quindi avete chiuso definitivamente la scuderia? «Si, è stata una scelta dettata sicuramente dai costi, ma anche perché, per gestire una scuderia, ci vogliono persone qualificate che in questo momento al rione mancano. Con Luca Veneri, tuttavia, siamo sempre coinvolti nelle scelte e per ora ci troviamo bene così». Sei a favore della tratta dei cavalieri? «Alla giostra si deve dare una grossa svolta, ma non la legherei esclusivamente alla tratta. Ad esempio a me non piace come oggi viene concepita la taverna, che è diventata una gestione prettamente imprenditoriale aperta 15 giorni l’anno ad esclusivo sostegno economico della giostra. Farei un centro di aggregazione dove giovani, anziani, bambini si ritrovino per tutto l’anno e abbiano un punto d’incontro: potrebbe essere un bar, un piccolo ristorante, ecc. In questo modo i giovani non vedrebbero più taverna e rione come luogo di lavoro, due volite l’anno ma come un punto di ritrovo dove maturare idee rinnovate». Perché il corteo storico di giugno non ha entusiasmato i visitatori? «Non ho sentito particolari lamentele, ma delle lungaggini del corteo se ne parlerà sempre. Quando la piazza sarà totalmente sgombra, l’ipotesi di avere delle tribune sarà sicuramente da valutare. Il corteo deve essere una passeggiata all’interno del centro storico senza troppe fermate, più veloce e quindi meno pesante, facendo in modo che tutti i rioni rispettino le regole. Abbiamo rinsaldato il rapporto con l’associazione commercianti per far si che i negozi restino aperti durante la quintana e speriamo che l’associazione o il comune si facciano carico di illuminare meglio alcune vie». Vuole aggiungere qualcosa? «In questo mandato si è cercato di rinsaldare il rapporto tra le varie generazioni di rionali allo Spada e di ricreare un clima favorevole. Spero che su questa linea, il rione Spada cresca sempre di più per poter rivincere il Palio che manca dal lontano 1985». 82



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Una comparsa

DA RECORD Intervista di GILBERTO SCALABRINI

Sergio Cimichella racconta la sua Quintana dal 1955 al 1992: 38 anni in costume senza interruzione di continuità 84

n record assoluto nella Giostra della Quintina. Sergio Cimichella è stato la comparsa di più lunga carriera del secolo scorso: 38 anni di partecipazione al corteo storico senza interruzione di continuità. Una figura di spicco, perché sfilava con grande portamento e alterigia, calandosi nel ruolo del personaggio seicentesco. «Un tempo -esordisce- si attendeva Settembre con grande emozione, perché la Quintana arrivava puntuale una volta l’anno, come il Natale». Poi torna indietro di 60 anni, riferendosi all’immediato periodo del dopoguerra, e sottolinea che «era un’occasione per fare festa, per ritrovarsi insieme, perché tamburi, lance, alabarde, costumi e cavalli entravano nel cuore di tutti. La prima volta che ho partecipato all’evento è stato nel 1955. Avevo 12 anni. Ero già molto alto, così ricoprii il ruolo di alabardiere nel rione Croce Bianca. Tutti i personaggi di sfilata avevano parrucca con i boccoli, baffi e pizzo posticcio. Nel mio caso non furono certo sufficienti a camuffare la faccia da adolescente, così mi fecero sfilare in mezzo al drappello di nove alabardieri che procedevano in gruppi da tre. Negli anni 1960, però, sono stato il primo personaggio a partecipare con barba e baffi veri. Nel 1971, per un diverbio con i vertici rionali e il mio amico priore Leo Damiani, passai nel rione La Mora, poi dal 1972 al 1987 sono stato con il rione Spada, rivestendo i ruoli di comparsa da nobile e capitano di contrada. Infine, per un altro diverbio con il priore Italo Luna, sono ritornato alla Mora dove sono rimasto fino alla Quintana di settembre 1992». In pratica, quasi otto lustri riassunti in pochi minuti e pari a 52 quintane partecipate a Foligno e tre straordinarie: la giostra olimpica di Roma nel 1960, quella in notturna a piazza di Siena nel 1974 per i campionati europei di atletica leggera e la Quintana della lotteria nazionale. Come erano le Quintane fino agli anni 1970? «In tanti rispondevamo al richiamo del dio Marte. Era un mondo eterogeneo per presenze sociali, per età e per occupazioni. Un esercito di volontari tumultuoso e passionale, ma anche generoso e pieno di sacrifici. Tutti davano un contributo, perché non c’erano ancora le taver-

Nella foto, Sergio Cimichella con il mitico cavaliere nero, Gianfranco Ricci (1981)


ne e quindi bisognava rimboccarsi le maniche per ogni piccolo lavoro. Nei primi 30 anni di storia della Quintana moderna, gli organizzatori tenevano molto al numero dei personaggi in costume, tanto che eravamo circa mille. I tamburini e i trombettieri erano al massimo sei. I costumi erano seicenteschi ma in stile Luigi XIV. Dopo il 1970 furono ricondotti da studiosi ed esperti di storia come la professoressa Anna Maria Rodante alla moda autentica del tardo Rinascimento e primo Seicento». La Giostra al campo come si svolgeva? «Come quella attuale, ma i cavalli erano poco più che ronzini presi a noleggio e il tempo impiegato superava anche i due minuti». Tu sei stato anche capo alabardiere? «Nella Quintana olimpica del 1960, svoltasi alle terme di Caracalla, io ero alabardiere. Al ritorno, il capo alabardiere si dimise ed io occupai il suo posto, perché ero il più anziano. Dal 1961 ho iniziato a sfilare da solo, usando occhi e orecchi per evitare sfilacciamenti nel corteo rionale. Gli occhi servivano a tenere una distanza di almeno 10 metri da chi ci precedeva e gli orecchi a misurare il suono dei tamburi. Se il suono si allontanava, significava che eravamo troppo distanti e allora bisogna rallentare il passo o fermarsi. Poi ho ricoperto il ruolo di capitano di contrada nel rione Spada». Alabarde e corazze erano noleggiate? «C’erano vere e proprie fucine rionali, ma collaboravano anche gli artigiani della città». Si ricorda il percorso del corteo storico, quando a sfilare eravate in mille personaggi? «Come si può dimenticare quell’immane faticata! Partivamo da piazza del Grano, imboccavamo un tratto di via Teatro Ferroni, entravamo in palazzo Trinci dall’ingresso secondario, attraversavamo il cortile poi da piazza della Repubblica scendevamo in via XX Settembre, piazza san Giacomo, via Franco Ciri, via san Giovanni dell’Acqua, via Palestro, via Gramsci, piazza san Domenico, via Mazzini, via Garibaldi fino a porta Ancona, porta san Felicianetto, stazione ferroviaria, viale Mezzetti, porta Romana, corso Cavour e scioglimento in piazza della Repubblica. Ricordo che il corteo si muoveva alle 21,30 e a mezzanotte il serpentone era ancora alla stazione ferroviaria». E’ vero che le ragazze di Foligno non si vestivano volentieri, perché c’erano tanti sfottò lungo il percorso? «Gli sfottò ci sono sempre stati e le bordate non erano solo per le donne, ma anche per gli uomini. C’era sempre un gruppetto pronto all’attacco che scimmiottava tutti». Adesso Sergio Cimichella è sulla sedia a rotelle e quando gli chiediamo quali emozioni prova quando assiste da spettatore al corteo, i suoi occhi diventano lucidi, spegne la parola e si commuove. C’è la nostalgia per un tempo che non ritornerà più.

Sergio Cimichella durante l’intervista; (sopra) con Anna Maria Rodante e Luciano Mattioli nel 1988

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Segni Barocchi

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a XXXI edizione di Segni Barocchi Festival si apre il 28 agosto con la mostra sulla fiaba barocca - a Palazzo Trinci - dedicata ai racconti fiabeschi di Giambattista Basile, illustrati da Mariella Carbone. Nello stesso giorno il Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “Belli” presenta, in prima assoluta all’Auditorium San Domenico, lo spettacolo multimediale, tra musica, poesia, documenti dal Barocco e oltre, “Dove elce verdeggia” con musiche di Fabrizio De Rossi Re, David Lang, Goffredo Petrassi e con testi di Claudio Monteverdi, Giovan Battista Marino, Carlo Emilio Gadda e Alberto Arbasino: un evento neobarocco da non perdere. Dal primo al 18 settembre le librerie di Foligno del circuito “Antiquarian Bookshops of Umbria” metteranno in mostra la cultura barocca. Il 3 settembre, l’associazione “Commedia Harmonica” presenta all’Auditorium San Domenico “Barca di Venetia per Padova” (1623) di Adriano Banchieri: uno spettacolo creato e realizzato per Segni Barocchi. Dal 3 al 12 settembre continua il suo percorso “Barocco e neobarocco in vetrina”: la migliore vetrina verrà premiata il 16 settembre. La “Notte Barocca”, ideata e progettata da Segni Barocchi, viene realizzata a Foligno, in collaborazione con l’Ente Giostra della Quintana, il 4 settembre. Il programma della V edizione prevede, tra l’altro, la conferenza spettacolo, proposta da Raffaello Riccio, con degustazione “Immaginario fantastico e mondo gastronomico della Napoli Barocca: ‘Lo cunto de li cunti’ di Giambattista Basile”. In serata, all’Auditorium San Domenico, l’orchestra da camera Notte Barocca Veneziana propone, in costume del settecento, le musiche di Antonio Vivaldi, Tommaso Albinoni, Giuseppe Tartini, Alessandro Marcello. In collaborazione con il Laboratorio di Scienze Sperimentali e con l’Associazione Astronomica Antares, sono previsti proiezioni e incontri. La Compagnie des Quidams presenta lo spettacolo itinerante con finale fisso in piazza della Repubblica “Rêve d’Herbert”: come in un sogno, la “luna” salirà infine di nuovo in cielo mentre l’Ensemble Terra d’Otranto propone le tarantelle della Puglia e della Spagna dal XVI al XVIII secolo: musica e parole da ascoltare, ma anche per ballare. Il 10 settembre Gabriele Metelli illustra la conferenza “IIl vino nella società folignate tra Cinque e Seicento” mentre il 16 settembre al Supercinema viene proiettato il film “Amore nello specchio” di Salvatore Maira. Il calendario del festival comprende due appuntamenti sul neobarocco a Montefalco il 17 settembre, con la conferenza di Omar Calabrese e la rappresentazione teatrale della Società dello Spettacolo. L’Auditorium San Domenico ospita il 18 settembre un omaggio al regista russo, Andrej Tarkovskij, con la performance multimediale “Sonorità visive”. La XXXI edizione di Segni Barocchi si conclude, in collaborazione con “Isole” della Provincia di Perugia, nella chiesa di Santa Maria Assunta di Verchiano, il 19 settembre. Si esibisce l’ensemble, con strumenti originali, “Musica Perduta”, che ricorda Giovanni Battista Pergolesi eseguendo composizioni inedite del musicista contenute nell’archivio musicale del Sacro Convento di Assisi. 86

Istituto Internazionale Andrej Tarkovskij 'Sonorita visive'

Ensemble Terra d'Otranto 'Tarata ̀ntara' Il tarantismo in Puglia e Spagna tra XVI e XVIII secolo

Compagnie des Quidams 'Kendama'



Il palio di

SAN ROCCO Il palio di San Rocco dedicato alla corsa dei dei somari è ormai parte integrante del calendario delle iniziative collaterali dell’Ente Giostra. E’ un evento molto importante perchè coinvolge tutti i 10 rioni. L’appuntamento è per martedi 31 agosto ore 22 piazza san Domenico.

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Cavalli: le razze italiane di Mariano Angioni

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opo aver letto l’ultimo articolo, a mia firma, apparso sul Cittadino nell’edizione di giugno 2010, molti amici, tanti dei quali anche piuttosto competenti di cavalli, sono rimasti stupiti del fatto che il famoso purosangue inglese altro non sia che l’incrocio fra stalloni di sangue arabo e fattrici, in gran parte italiane, anch’esse con sangue arabo nelle vene. Rimarranno ancor più stupiti nel sapere che in Arabia il cavallo non esisteva e quando vi fu introdotto, dagli sceicchi, unici ad avere il privilegio di montare il cavallo, il povero animale si dovette adattare ad un clima torrido ma asciutto, e ad un terreno arido con scarsità di cibo. Fu il deserto a rendere l’unghia del cavallo arabo forte e piccola e di conseguenza la zampa sottile, agile e svelta. Obbligato a percorrere lunghi percorsi al galoppo per raggiungere l’acqua l’animale acquistò anche profondità di torace e fiato (fondo). Costretto altresì a scatti rapidissimi quando fu utilizzato dai razziatori arabi, divenne uno strepitoso velocista rafforzando il treno posteriore, che rimane però leggero, e sviluppando il ventre sottile e sfuggente come quello di un levriero. Divenuto strumento di vita e di conquista viene citato spesso nel Corano che ordina di amare il cavallo come ”una parte del proprio cuore” e asserisce che Allah avrebbe creato il cavallo per far felice l’uomo. Il cavallo arabo ha popolato coi suoi discendenti tutti i continenti ed è alla base delle razze più pregiate, tuttavia non è riconducibile ad un unico capostipite, gli arabi stessi ne distinguono circa quindici varietà. In Italia sin dalla più remota antichità sono presenti ottime razze di cavalli che ormai possiamo considerare a buon titolo “autoctone”. La Puglia, la Pianura Padana, il Napoletano, la Maremma Toscana e Laziale erano luoghi ideali come clima e terreno per la produzione di animali di buona taglia e qualità. Con l’avvento dei barbari le razze decaddero e agli orientali, importati sin dai tempi di Antonio (83-30 a.c.) allo scopo di migliorare gli indigeni, si sostituirono o i veloci e scarni cavalli mongoli o i pesanti destrieri delle pianure della Germania. Solo col Rinascimento le Signorie fondarono, per necessità, sfarzo e diletto, allevamenti speciali che insanguavano con l’apporto di stalloni e fattrici arabi, così che da ottenere splendide razze come quelle mantovane, ferraresi, napoletane e piemontesi cui si ispirarono pittori e scultori e alle quali attinsero ampiamente i re inglesi e francesi per migliorare i propri allevamenti. Nel 1409, Enrico IV d’Inghilterra (1367-1413) comperò in Lombardia ben ottocento stalloni, mentre Enrico VIII (1491-1547) importò numerosissime cavalle baie scegliendo tra queste quelle allevate da Francesco Gonzaga (1466-1519) signore di Mantova e pagando gli stalloni dello stesso allevamento tanto argento quanto era il loro peso. Questa ricchezza però a poco a poco svanì e delle famose razze italiane alla metà del Settecento non restava che il

ricordo negli scritti accademici. Con l’unificazione d’Italia, lo Stato cercò di riproporre alcune razze: la sarda, la maremmana, quella di Persano, la friulana ed altre, ma con scarsi risultati, soprattutto non si capì che il cavallo era una ricchezza e non un lusso. Tuttavia, il patrimonio equino, nonostante le poco favorevoli condizioni dì sviluppo, aumentò dai 432.000 capi del 1861 fino alla punta massima di 1.050.000 esemplari del 1926, per poi attestarsi, fra alti e bassi, ai 796.000 nell’immediato secondo dopoguerra. Dopo il 1950, un nuovo regresso ha portato l’allevamento italiano ad una diminuzione costante dovuta anche al sempre minore impiego del cavallo nell’agricoltura, non compensato da un adeguato incremento nel settore sportivo come, invece, è avvenuto in Francia, in Inghilterra, in Svizzera e in Germania, ciò a causa della scarsa inclinazione verso l’allevamento ed alla obiettiva difficoltà di servirsi del cavallo per le attività di campagna in un paese per due terzi montagnoso, sovrappopolato, e dove le pianure vengono lottizzate e devastate dall’incalzare della speculazione edilizia. Diamo uno sguardo alle razze italiane: Norico - precoce, frugale, forte, docilissimo, appartiene alle razze da tiro pesante lento. Viene allevato in Trentino-Alto Adige: Val Pusteria, Val Badia, Valle Inarco (peso 7 quintali, statura 1,50/1,62 m, torace 1,80/2,15 m). Deriva da un’antica razza autoctona allevata nella provincia romana del Noricum (attuale Austria centrale, ad ovest di Vienna) da cui il nome, decaduta durante le invasioni barbariche e di nuovo efficiente ai tempi di Carlo Magno.

Norico

Avelignese - tipico cavallo da montagna, energico, sobrio, allevato con passione in Val Venosta e nel massiccio del Sarentino, è un soggetto mesomorfo (peso 4,5 quintali, statura 1,40 m, circonferenza toracica 1,75 m). Particolarmente diffuso in Alto Adige, e oggi anche nel resto della Penisola, se ne contano oltre tremila capi, è ottimo anche per la sella e trae le sue origini da un gruppo dì cavalli lasciati vicino a Merano dall’esercito dell’Imperatore Lodovico IV di Baviera (1282-1347) al suo rientro in Austria nel 1343, e quindi saliti sui pascoli di Avelengo dove in breve hanno sviluppato alcuni particolari caratteri che oggi li distinguono da anima89


Avelignese

li similari: mantello sauro molto chiaro, liste in fronte, coda e criniera abbondanti e tendenti al bianco. I pedìgrees odierni fanno risalire la razza ad un capostipite, El Behavi (1837) e al più celebre Folie nato da una figlia di Behavi e da uno stallone arabo. Cremonese - completamente sostituito dal cavallo belga, importato per migliorare la razza come tipico cavallo da tiro pesante a grossa intelaiatura scheletrica, dotato di solide articolazioni e di grandi masse muscolari. Pur essendo calmo, flemmatico, piuttosto linfatico, risulta potente (peso 8 quintali, statura 1,58 m, torace 2,20 m, circonferenza stinco 28 cm), oggi gli è preferito un animale da tiro pesante rapido di derivazione bretone, più piccolo e apprezzato per le magnifiche prestazioni ad andatura anche rapida diffuso nel Veneto, nel Ferrarese, nel Bresciano, e in molte province dell’Emilia. Maremmano - quasi totalmente scomparso nelle sue caratteristiche originali di rusticità e solidità, tutt’altro che bello, lo si può riconoscere in molti quadri di Giovanni FATTORI (pittore ed incisore italiano 1825-1908). Delle grandi mandrie, che un tempo si vedevano dal treno sulla tratta Livorno - Roma, oggi non restano che pochi soggetti incrociati tanto che si tende ad indicare una nuova razza: il Maremmano migliorato, riferendosi in pratica ad animali più ingentiliti nelle forme attraverso incroci con persanesi e stalloni arabi.

Persanese - di particolare interesse è l’allevamento di Persano (SA), creato dai Borboni, dopo l’unità d’Italia era gestito dallo Stato che istituì i depositi di Santa Maria Capua Vetere (CE) e di Battipaglia (SA), oggi chiusi. Presso Persano, nei paddocks dei fratelli Morese, sono nati saltatori fuoriclasse come Merano e Posillipo due dei cavalli che negli anni ‘50/’60 portarono l’equitazione italiana ai massimi fasti. La razza di Persano venne istituita da Carlo III di Borbone nel 1763 con cavalle brade della pianura salernitana e della valle dell’Ofanto alle quali vennero assegnati riproduttori originari dell’Oriente e della Spagna. La razza si sviluppò in poco tempo fino al periodo di maggiore fioritura a cavallo fra ‘700 e ‘800, quando esercitò, grazie proprio alla bellezza delle forme e alla solidità fisica, una grande influenza su tutto il Mezzogiorno. Soppressa nel 1874 e ricostituita nel 1900 con una ottantina di fattrici, oggi ne restano poco più di cinquanta per la maggior parte derivate da purosangue inglesi e idonee a produrre solo soggetti molto brillanti. Murgese - la Lucania e la parte ionica della Calabria sono regioni ideali per la produzione di un cavallo forte e ricco di sangue. I salernitani, gli anglo-normanni e i maremmani erano riusciti a formare una forte razza da sella e da tiro attraverso un’attenta opera di selezione, ciò che ne rimane è concentrato oggi nelle Murge (altopiano carsico fra Puglia e Basilicata), dove ancora si produce un cavallo particolarmente idoneo sia alla sella che al tiro leggero e ai lavori agricoli.

Maremmano Murgese

Siciliano/San Fratellano - la Sicilia secondo l’anagrafe equina è abbastanza popolata, alla base l’importazione di stalloni arabi e berberi. Le caratteristiche del cavallo siciliano infatti sono vicine a quelle dell’orientale per la vivacità, la nevrilità, la piccolezza della testa, l’eleganza del collo (un po’ corto), la linea dorsale dritta ma con groppa obliqua. Fra i cavalli siculi particolare menzione merita la razza di San Fratello, in provincia di Messina, che cresce in zona boschiva, allo stato completamente brado, e si accontenta di un pascolo assai ristretto sia in inverno che durante la torrida 90


estate. I vari tentativi di migliorarlo con incroci sono completamente falliti fatta eccezione per quello col maremmano con cui ha qualche affinità. Sardo - in Sardegna il cavallo è presente da sempre e comunque è risultata impossibile la datazione. Indispensabile strumento delle popolazioni autoctone per assalire i mori, padroni della costa, la razza isolana è, all’origine, un incrocio di cavalli nordafricani e arabi. Ma la razza sarda per antonomasia si stabilisce con l’istituzione della regia Tanca di Paulilàtino, un allevamento nella parte meridionale dell’altopiano basaltico di Abbasanta (Oristano), dove Ferdinando il Cattolico (1452-1516), Re di Sicilia e di Sardegna, fece arrivare stalloni andalusi per migliorare la

Sardo

razza locale concedendo agli allevatori numerosi privilegi. Sorsero così gli allevamenti di Padromannu, Mores e Monte Minerva che davano cavalli degni di competere con gli spagnoli. Col passaggio dell’Isola a casa Savoia, nel 1720, nonostante la predilezione della corte per i cavalli sardi, l’allevamento fu lasciato decadere. Solo nel 1908 i depositi vennero rinsanguati con stalloni arabi per ridare al cavallo sardo le caratteristiche estetiche e di carattere più apprezzate dagli isolani. Ma dai sessantamila capi del 1918, ai trentatremila del 1940, siamo scesi a ventimilaquattrocento nel 1961. Oggi le fattrici selezionate sono circa quattrocento e gli stalloni poco più di 70 con una leggera tendenza all’incremento. Per lumeggiare le caratteristiche di questa splendida razza basta ricordare che una cavalla, Leda, ha percorso 1100 chilometri da Bergamo a Napoli in dieci giorni e che la gara di resistenza Sassari-Cagliari, di 250 chilometri, veniva percorsa in 30 ore.

La razza Lipizzana fu creata dal Duca Carlo di Stiria (15431608), che diverrà l’Imperatore Carlo III di Lorena, nel 1580, su un terreno appartenente alla mensa vescovile di Trento, con l’importazione dalla Spagna di una trentina di cavalle andaluse e di sei stalloni. In seguito vennero portati dal Napoletano alcuni soggetti pregiati che dettero particolare struttura alla razza. Nel 1717 l’importazione di stalloni dalla Spagna cessò del tutto e vennero presi alcuni elementi da varie regioni: dalla Danimarca (Pluto - bianco, nato nel 1765, nell’allevamento Reale Danese di Frederiksborg), dalla Campania (Conversano - morello, nato nel 1767 e Napolitano - baio, nato nel 1790), dalla Boemia (Favory - sauro, nato nel 1779 e Maestoso bianco, nato nel 1773, entrambi nell’allevamento di Corte di Kladrub) dall’Arabia (Siglavy - bianco, nato nel 1810). Un secolo dopo vennero inseriti altri stalloni arabi che resero ancora più elegante la razza da cui la corte austroungarica traeva sia cavalli da tiro per le berline imperiali che magnifici cavalli da sella grigi per la scuola imperiale di equitazione di Vienna. Allo scoppio del primo conflitto europeo, l’Imperatore Francesco Giuseppe (1830-1916) ordinò che tutto l’allevamento lasciasse Lipizza e fosse trasferito in località più sicure, a Laxenburg (Austria) e a Kladrub (Boemia), dove già esistevano prodotti selezionati e impianti importanti. Dopo la vittoria, il governo italiano trattò con quello austriaco la restituzione dei lipizzani riuscendo ad ottenere quaranta fattrici, tre stalloni e un certo numero di puledri con gli antichi libri genealogici. Il lipizzano conserva le linee del cavallo andaluso e di quello napoletano, eleganza, testa piccola, collo arcuato, petto ampio, garrese poco pronunciato, linea dorsale buona, groppa rotonda terminante in una coda piuttosto rilevata, insomma un’armonia antica e stupenda allo stesso tempo. Si tratta di un animale dalle estremità robuste e ben muscolate con tendini rilevati, molto longevo, non particolarmente veloce, di carattere buono e molto intelligente tanto da apprendere, grazie alle doti di concentrazione, le difficili lezioni dell’Alta Scuola di Vienna. Lipizzano

Infine una nota particolare va dedicata al Lipizzano: Lipizzano - Lipizza (terra dei tigli) è una località a dodici chilometri da Trieste che apparteneva perciò alla corona austroungarica prima della guerra 1915-1918, poi divenuta italiana e poi passata alla Jugoslavia ora è territorio Sloveno.

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Centro storico, QUALI PROPOSTE? Rispondono: Aldo Amoni, Cristiana Mariani e Francesca Cascelli

CONFCOMMERCIO - AMONI:

ALTRI

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ANNI PER COMPLETARE I PROGETTI

Incontriamo Aldo Amoni presidente della Confcommercio territoriale di Foligno, il quale esordisce parlando della sua associazione. «La confcommercio è una organizzazione deputata principalmente a dare servizi alle imprese del terziario: commercio/servizi e turismo. In questi ultimi 10 anni si è proposta anche per organizzare eventi sul territorio e, in modo più particolare, nella città di Foligno e nel suo centro storico. Nessuno può disconoscere quello che abbiamo proposto e poi realizzato, nella maggior parte dei casi, senza chiedere contributi agli associati. Tanto per citarne alcuni, ricordo i

“Primi d’Italia” arrivati alla dodicesima edizione, la programmazione e la realizzazione di tutti gli eventi del Natale, i mercatini, Festa a Palazzo, Musica in Piazza, Notte dei Saldi, la danza ed altro ancora». Secondo alcuni, lei sarebbe stato iperattivo, in questo periodo, a causa della scadenza del suo mandato? «Sono, anzi siamo sempre stati molto attivi: da due anni organizziamo Miss Italia a Foligno a scapito di altre città più blasonate della nostra; per dieci anni abbiamo gestito la danza che abbiamo abbandonato solo quest’anno; l’organizzazione degli eventi natalizi è sempre stata di nostra competenza. Non abbiamo bisogno di accentuare la nostra visibilità, la confcommercio è la più grande associazione d’Italia e a Foligno ha una penetrazione associativa del 70%; il rimanente 30% ci risulta non associato o scarsamente inserito in altre associazioni di categoria». Quindi cosa ci sarà da qui alla fine dell’anno? «Dopo i Primi d’Italia a fine settembre,

Luisa Corna, Aldo Amoni e il sindaco Nando Mismetti in occasione della premiazione di Miss Umbria 2010 (Francesca Testasecca)

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ci saranno da organizzare le manifestazioni per il Natale, come del resto abbiamo sempre fatto. Ci stiamo già lavorando». Pensa di essere rieletto per il prossimo quadriennio? «Chiedo di essere riconfermato per poter portare a termine i progetti già iniziati: il progetto RE:STA che mette insieme 61 imprese, di cui 30 di Foligno e altre dei borghi limitrofi, finalizzato alla rivitalizzazione e riqualificazione delle imprese. Abbiamo proposto un progetto nel PUC2, la VIA DEL GUSTO alle Conce, che non solo è stato approvato, ma è risultato primo tra i 278 progetti presentati. Ci sono già accordi con due istituti di credito locali per il miglioramento della parte finanziaria del settore da noi rappresentato. Il consiglio sarà allargato a tutte le categorie e rinnovato per il 30%. Stiamo lavorando perché il settore non subisca divisioni, per evitare indebolimenti e facili strumentalizzazioni; siamo aperti a tutte le collaborazioni». Nel nuovo mandato ci sarà la volontà di collaborare anche con le altre associazioni? «La collaborazione con le altre associazioni in questi anni è stata eccellente sia con artigiani, industriali, sindacati e associazioni similari alla nostra; l’unico neo è stato quello di non aver potuto collaborare con l’associazione

Primi D’italia, 2009


“Innamorati del centro”, forse per incomprensioni reciproche tra le due presidenze. Alla nuova presidente abbiamo subito offerto collaborazione, ma a tutt’oggi non abbiamo ricevuto risposta, ma solo una polemica sugli eventi estivi. Le polemiche non producono niente, quindi ribadisco ancora una volta che siamo disponibili ad incontrare tutti coloro che hanno a cuore i problemi di Foligno e della categoria».

NUOVA ERA ALLA CONFESERCENTI

Cristiana Mariani è la nuova presidente della Confesercenti territoriale di Foligno. Dopo anni di immobilismo, cosa propone la Confesercenti, con la nuova gestione? «I cambiamenti sono molteplici a cominciare dalla sede che prima si trovava alla Paciana. Per una come me “innamorata” del centro storico non sarebbe potuta esistere una sede alla Paciana. Abbiamo riportato la sede in un palazzo nobile del centro, in via Mazzini 119, palazzo Benedetti Roncalli. I progetti sono molti: la confesercenti, sotto la mia guida, ha preso il modo di operar dell’associazione “Innamorati del centro” che è stata la mia prima esperienza associativa. Naturalmente facciamo anche cose diverse. Non si tratta soltanto di organizzare eventi, ma si fa sindacato, si seguono i commercianti, gli artigiani e i liberi professionisti sotto

tutti gli aspetti dell’attività. I nostri associati sono anche avvocati, commercialisti, non solo commercianti e questa è una grande risorsa per l’associazione. Stiamo facendo in modo che ogni settore sia seguito da persone appartenenti al settore stesso, perché secondo me un commerciante deve essere guidato da un commerciante, un commercialista da un commercialista ecc. Abbiamo diviso la giunta proprio in modo che siano rappresentati tutte le categorie merceologiche che rappresentiamo. Questa cosa sarà fatta anche con i territori, allargando la giunta e inserendo un rappresentante per ogni comune proprio per lo stesso motivo. Le problematiche devono essere affrontate quotidianamente e non soltanto con gli incontri programmatici mensili. La giunta si riunisce ogni 7/10 giorni e questo è per la nostra associazione motivo di vanto». Qual è in questo momento il punto di forza della Vostra attività? «Ora il punto di forza è il credito, il plafond che il nostro consorzio mette a disposizione delle aziende. E’ stato istituito un punto di ascolto a largo Carducci per stare vicino alle aziende nel punto più debole che in questo momento è proprio la reperibilità del credito. Questo è un grande lavoro “silenzioso” che stiamo facendo. Mentre un'altra parte di lavoro, quella sotto gli occhi di tutti, è quella di farci conoscere: siamo partiti quasi da niente, cominciando a riallacciare i rapporti con la gente e facendo patronato. Per quanto riguarda gli eventi stiamo lavorando per organizzare cose che facciano fare anche “cassetto” agli associati. La programmazione per la fine del 2010 e inizio 2011 è già scritta». Cosa è previsto per il fine 2010? «Ovviamente noi facciamo programmazioni biennali per non improvvisare niente. Da qui alla fine dell’anno il programma più vicino è il Natale. Già in questi giorni abbiamo presentato il progetto a qualche sindaco; noi abbiamo preparato un programma che riguardi il territorio di tutti i comuni limitrofi, e non solo quello folignate, per evitare spiacevoli sovrapposizioni nelle date.

Il programma sarà pubblicizzato a livello regionale e interregionale. L’obiettivo è avere un calendario unico che riguardi gli eventi di tutte le città. Per quanto concerne Foligno non ci sono ancora stati gli incontri programmatici, ma il programma è molto ampio e speriamo di poter trovare accoglienza presso il Comune per realizzarlo. In un modo o nell’altro, indipendentemente da cosa sceglierà il Comune, noi saremo presenti». C’è possibilità di collaborazione con le altre associazioni di categoria? «Noi siamo sempre aperti e collaborativi, io stessa ho incontri quotidiani con tantissime associazioni come la Confartigianato». Qual è secondo lei la ricetta per il rilancio del centro storico? «La ricetta è una sola: amare il centro e lavorarci, non a parole ma con i fatti, vivendolo dall’interno. Io stessa ho scelto di riportare qui la sede e questo è un segnale. Stiamo proponendo spazi del nostro palazzo ai liberi professionisti per farli rientrare in centro. Sicuramente per salvare il centro c’è bisogno di tempi lunghi, non è qualcosa che si può realizzare in un anno».

INNAMORATI DEL CENTRO GLI EVENTI AUTUNNALI

Francesca Cascelli è la nuova la presidente dell’associazione “Innamorati del centro” Lei stessa è titolare di una attivi93


tà in via Umberto I da 10 anni. Signora Cascelli, lei è diventata presidente da pochi mesi, qual è stata l’eredità che le ha lasciato la ex presidente? «L’eredità di Cristiana Mariani è stata una eredità meravigliosa perché in tre anni lei è riuscita a creare un’associazione dal nulla, un’associazione mirata, dedicata esclusivamente al centro storico. Questo è ciò che ci differenzia da Confesercenti e da Confcommercio. Al nostro interno abbiamo iscritti di entrambe queste associazioni. Cristiana in questi anni ha fatto un lavoro eccezionale. Con la sua personalità è riuscita ad istaurare ottimi rapporti sia con il Comune sia con gli iscritti. Spero di essere alla sua altezza e continuare sulla strada da lei tracciata. In questi sei mesi penso di aver fatto bene: sono partita dalla Notte Rosa che è stato per me un banco di prova che mi ha fatto capire che potevo fare la presidente». Lo scopo principale della Vostra associazione qual è? «E’ il rilancio del centro storico ma soprattutto è quello di dargli un’anima, un’identità. In tanti si sono appropriati del centro storico ma l’hanno stravolto facendo cose che con gli appartenevano. E’ importante che i commercianti si sentano al centro degli eventi e “Innamorati del centro” da loro questa possibilità di essere partecipi di quello che succede in città. E’ questa la cosa più importante che ha fatto fino ad ora la nostra associazione: coinvolgere i commercianti alla vita cittadina». Quali sono gli eventi di prossima realizzazione? «A settembre dal 3 al 12 partiremo con BAROCCO E NON BAROCCO IN VETRINA. I negozi su questo progetto hanno dato un’ottima risposta, perché c’è unità d’intenti “far rivivere il centro”. Poi stiamo preparando, per ottobre, due eventi molto importanti: le VIE DELLA POESIA per il quale siamo già stati inseriti nel sito del Ministero, un evento culturale dove per un giorno i vicoli del centro vivranno solamente di poesia, 94

con attori, musica e mostre fotografiche itineranti. Poi c’è l’evento SPOSA NEL CUORE, sempre ad ottobre, che lo scorso anno ha avuto un enorme successo sia di pubblico che di espositori. Quest’anno verranno coinvolti più palazzi e non solo Palazzo Trinci. E’ uno dei pochi eventi regionali fatti nella nostra città, in centro, che coniuga storia, cultura, moda, ecc. Le Vie della Poesia ci saranno il secondo sabato di ottobre, mentre la Sposa nel cuore è da definire, forse il primo sabato di ottobre».

C’è possibilità di collaborazione con le altre associazioni? «Noi abbiamo sempre collaborato con le altre associazioni, non per niente facciamo il mercatino tutti i secondi sabati del mese insieme a Confesercenti che va avanti già da tempo. C’è sempre un dialogo aperto con la Confartigianato». Perché non ha nominato la Confcommercio? «Loro fino ad ora non hanno chiesto la nostra collaborazione. La collaborazione deve essere bilaterale, non ci può essere solo da una parte!».






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