Il cittadino - speciale agosto montefalchese 2011

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Sommario

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Editoriale di Donatella Tesei

Cultura e Rinascimento dal nostro inviato Gilberto Scalabrini

E’ festa! di Decio Barili

Dalla caccia alla fuga del bove di Antonio Barbi

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Viaggio nei quartieri

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Il programma dell’agosto montefachese

Sant’Agostino - Pronti per la difficile sfida di Paolo Menghini

San Bartolomeo - L’assalto delle furie rosse di Alessandro Filippucci

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San Fortunato - Vogliamo continuare a sognare di Stefano Falcinelli

San Francesco - Solo il cielo è più grande di noi di Ilaria e Annalisa Tobanelli

Giochi di bandiere di Paolo Valente

La magia dei suoni

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di Rita Scarponi

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La balestra e il bove di Giuliano Fraolini

Staffetta: l’orgoglio dei campioni di Giorgio De Pascalis

Emozioni e pentimenti di un ex priore di Francesco Surano

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Corsa dei tori: nel 2010 la furia Pamplona dal nostro inviato Gilberto Scalabrini

Un’emozione crescente di Paolo Spacchetti

La copertina, realizzata dal grafico pubblicitario Fabio Traverso, ritrae un bove con le quattro bandiere dei quartieri e la torre di Montefalco. L’immagine è anche il manifesto della rievocazione storica. Fabio Traverdo ha lavorato per molti anni nel campo pubblicitario milanese, realizzando decine di campagne pubblicitario a livello nazionale e mondiale. Vive ora a Montefalco dove continua la sua attività, collaborando in modo spassionato alla realizzazione di opere grafiche. Cultura, turismo, folclore manifestazioni in Umbria Anno 29 - n°3 - Luglio 2011 - Copia omaggio

DIRETTORE RESPONSABILE: Alberto Mesca CAPO REDATTORE E INVIATO: Gilberto Scalabrini IN REDAZIONE: Mauro Silvestri, Simone Mesca, Filomena Calcutto, Marco Degli Innocenti, Rita Scarponi, Mariolina Savino. HANNO COLLABORATO: Decio Barili, Antonio Barbi, Francesco Surano, Paolo Spacchetti, Andrea Locci, Angelo Santini, Alessandro Filippucci, Stefano Falcinelli, Ilaria e Annalisa Tobanelli, Paolo Valente, Giuliano

Fraolini, Giorgio De Pascalis, Tamburini Maria Augusta (detta Bruna), Fabio Marano, Leonardo Orsini, Enrico Locci, Agnese Gubbini. Casa Editrice: Nuova PromoEdit s.r.l. - Via M. Acuto, 49, Foligno (PG) Tel. 0742/321011 - Fax 0742/321012 - P.IVA 02987340540 www.nuovapromoedit.it - info@nuovapromoedit.it www.ilcittadinoumbria.it - info@ilcittadinoumbria.it Autorizzazione: Reg. Tribunale di Perugia n. 35/1989 Reg. Tribunale di Terni n.07/ dall’82 all’1989 Sped. in abb. post 45% legge 662/96 art 2 comma 20/b filiale di Perugia GRAFICA E IMPAGINAZIONE: Nuova PromoEdit Segretaria di Redazione: Cinzia Mancia Foto: si ringraziano per l a collaborazione offerta a questa edizione straordinaria de ”Il Cittadino”, speciale Montefalco 2011 PAOLO PONTI e lo studio “DREAM EYES SRL” PUBBLICITÀ: Nuova PromoEdit s.r.l. Stampa: Grafiche CMF Foligno(Pg) Finito di stampare Luglio 2011

Unione Europea

Ministero dei Beni Culturali

Regione Umbria

Provincia di Perugia

Camera di Commercio

Comune di Montefalco


EDITORIALE i rinnova anche quest’anno

S

l’appuntamento con una della

manifestazioni più attese dai cittadini e visitatori della città di Montefalco," L’Agosto Montefalchese" con il suo programma ricco di eventi legati alla storia e alla tradizione locale. Dal 6 al 21 Agosto, infatti, la Piazza del Comune si trasforma in “teatro a cielo aperto” per ospitare l’interessante palinsesto della manifestazione: concerti di musica leggera e classica, spettacoli teatrali ed esibizioni. Quest’anno l’Agosto Montefalchese si presenta al pubblico il 30 Luglio con un’anteprima d’eccellenza: si tratta del concerto “a cappella” della corale americana Umbrian Serenades diretta dal M° Joseph Flummerfelt; il programma di concerti musicali continua il 7 Agosto con l'atteso concerto del famoso cantautore italiano Luca Barbarossa ed il gruppo LMC del Cet di Mogol (8 Agosto), per poi proseguire il 9 Agosto con lo Swing e il Jazz di Pino Ciambella. La “Spoleto Blue Band” e il gruppo “From Paris With Love” allieteranno le serate del 11 e 15 Agosto con brani di musica jazz, pop e blues. Chiude l'intenso programma della manifestazione il concerto di Mannarino realizzato con la collaborazione della Pro Montefalco. In occasione del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, anche l’Agosto Montefalchese dedica due appuntamenti a questo importante evento : il primo il 10 Agosto per la serata“Calici di Stelle” con la degustazione dei nostri vini D.O.C. e D.O.C.G.ed il secondo il 20 Agosto con il concerto “..L’Italia Chiamò” della Filarmonica di Belfiore. Punto focale della manifestazione rimane la “Fuga del Bove”, suggestiva rievocazione storica che coinvolge i quattro quartieri della città: S. Agostino, S. Bartolomeo, S. Fortunato e S. Francesco, protagonisti di gare e spettacoli, che nelle serate del 12,13 e 14 Agosto animeranno la piazza del Certame di colori e atmosfere tipiche del primo Rinascimento. La rievocazione storica termina il 19 Agosto con “La Corsa dei Bovi” che ripropone in maniera non cruenta un’antichissima tradizione cittadina: il “Palio del Toro” sarà assegnato al quartiere più coraggioso. Dal 6 al 21 Agosto le taverne, allestite negli angoli più belli della città, offrono la possibilità di degustare piatti tipici della cucina locale accompagnati dal Montefalco Rosso e dal rinomato Sagrantino. Un sentito benvenuto ai visitatori italiani e stranieri che vorranno vivere con noi la nostra splendida città conosciuta nel mondo come “La ringhiera dell’Umbria”.

Donatella Tesei Sindaco di Montefalco

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VIAGGIO NEL BORGO

In questi notti d’agosto il suono del tamburo si alza e si spande nel cuore della valle, insieme al garrire delle bandiere.

Profumo di vino, arte,

CULTURA E RINASCIMENTO dal nostro inviato GILBERTO SCALABRINI

olo negli 80 anni il mondo

S

s‘accorge dei sorprendenti tesori del

patrimonio artistico, della dolcezza del paesaggio, della solenne armonia di questo borgo forte e schietto, rustico e raffinato. Per Montefalco inizia così il boom turistico e il forestiero avverte in ogni particolare, ad ogni passo, il senso del tempo. Ogni cosa, anche nelle fertili colline, è plasmata e modellata da un colloquio secolare fra la natura e l’uomo. Un colloquio mai interrotto, quindi privo di drammatiche fratture. «Il miracolo Montefalco –mi dice un uomo colto che incontro sotto al torrione dai merli ghibellini di porta Federico II°- è l’equilibrio, il rispetto per il suo passato che è rimasto “dentro” la natura e la pietra. Tutto è degno di essere guardato, svelato e assaporato. Guai a visitare questo borgo in modo frettoloso!». Nonostante un certo esodo contadino, il dilatarsi del tessuto urbano fuori le mura urbiche e il diffondersi di qualche attività industriale, Montefalco è riuscita a mantenersi autentica, come un’oasi preziosa il cui richiamo si fa sempre più intenso. Sbirciando dentro le stalle delle vecchie case di campagna, puoi scorgere il vecchio e impolverato basto di legno del somaro. Se potesse parlare, chissà quante storie racconterebbe. Così pure il forno a legna ormai dismesso della cascina, dal quale sembra uscire il profumo 6


del pane appena sfornato. E quello delle cantine? A Montefalco i vini possono vantare un’espressività unica, perchè è una delle pochissime città d'Italia dove la coltivazione dell'uva era praticata all'interno delle mura urbiche sin dal periodo medioevale. E’ vero che il Sagrantino è un vino longevo? «Il Sagrantino –dice il suo Re, Antonio Proietti Rebeca, 83 anni- ha una longevità straordinaria ed esprime, sin dalla sua giovane età, tratti caratteriali inconfondibili che spesso l’accompagnano per tutto il corso della sua vita». Molti dicono che questo nobile rosso di Montefalco non è un vino per signore? «Forse hanno ragione, a meno che certe signore non amino ricercare profumi e sapori forti, autentici, maschi!». Ci parli della cura e dei segreti del vigneto. «Questi vitigni di Sagrantino e rosso Montefalco nascono e crescono sul nostro territorio, perchè questa terra ha un humus molto fertile. Giocano un ruolo importante anche l’aria e l’altezza del suolo. Montefalco, infatti, si trova a 472 metri sul livello del mare, mentre l’altitudine media dei vigneti è sui 350 metri. La fortuna enologica si deve alle colline che circondano la città come un anfiteatro. Si chiamano colline di monte Imperiale, mura Saracene e Belvedere. Il trionfo di tanto humus è dato dalle caratteristiche geologiche del terreno: argilla, breccia e terra scura, detta forcino. Condizioni ottimali per la vite, perchè è un suolo leggero, caldo e permeabile. Le giovani viti danno i loro primi frutti dopo tre anni, mentre a sei sono in pieno fruttato». In questo mese d’agosto la città è in festa per la 38^ edizione della “Fuga del bove”. In ogni dove si respira aria di sette secoli fa. C’è pure quel pizzico di mondanità che arricchisce la vita sociale e notturna. La sensazione improvvisa che mi cattura mentre cammino per strada e rimango confuso, è quella di odori leggendari della natura e suoni magici. Ogni odore diventa una stagione, un ricordo, una persona, un colore, un fatto, una situazione, una sconfitta secca, o una vittoria inattesa. Ogni suono un posto, una piccola o grande isola del cuore. Gli antichi poeti che vivevano quando ancora gli

dei camminavano sull’Olimpo e passeggiavano sulla Terra, dicevano che ogni notte ha sette odori diversi, e solo l’uomo saggio ha testa e cuore e tempo per arrivare a conoscerli tutti. Aggiungevano che se questi odori non si conoscono nella loro interezza, si sprecano le notti e i giorni, e di conseguenza l’intera vita. Noi uomini moderni, che abitiamo un mondo abbandonato dagli Dei sdegnati, godiamo di queste notti d’agosto, dove il suono del tamburo si alza e si spande nel cuore della valle e il garrire delle bandiere multicolori dei quartieri ti guidano nell’allegria delle taverne. Può sembrare strano, ma questi odori e questi suoni, che possono anche sembrare desueti e lontani, oppure inutili appendici di una stagione che fu, ci trasportano dentro un’atmosfera incantata. Per ascoltarli basta spostare la barra del tempo e, come per incanto rivedere i maestri affrescare chiese e palazzi. Se poi entri nel museo-pinacoteca di san Francesco, vero museo dell’arte umbra, rivedi all’opera Benozzo Gozzoli, Francesco Melanzio, Giovanni di Corraduccio e tanti altri maestri rimasti ignoti. Resti incantato dalla plasticità delle forme, dalla durezza delle linee e dalla chiarezza delle rappresentazioni, indescrivibili per gli occhi e per il cuore. Il Museo è in continua evoluzione: con grande impegno e cospicue energie sono stati recuperati e messi a disposizione di tutti i tesori di arte e di cultura e le testimonianze storiche. Bellissima la piazza, dove si affaccia il comune eretto nel 1270, il teatro del Clitunno, i palazzi Senili, De Cuppis e Tempestivi. Lungo corso Mameli il complesso di sant’Agostino con il chiostro del 1466. La chiesa a navata unica risale al 1279-1285. Ha il tetto a travature scoperte e abside maggiore poligonale (cinque lati di un ottagono). Nel 1237 fu aggiunta una navata laterale. E poi la chiesa di santa Chiara da Montefalco, morta nel 1308. Fu badessa del monastero agostiniano fondato da sua sorella Giovanna nel 1281. Le chiese di san Bartolomeo, santa Maria Maddalena, santa Illuminata. Nei dintorni quella di san Fortunato che divenne pieve nel Medioevo e a cui facevano capo 50 chiese. 7


È FESTA!

Gli spettacoli di piazza dei quartieri hanno ormai raggiunto livelli degni di palcoscenici prestigiosi. Verso il quarantennale.

di DECIO BARILI

Presidente Ente Fuga del Bove

on estremo piacere si acco-

C

glie l'invito a fornire la propria testimonianza scritta nel

contesto divulgativo di una significativa “festa di popolo”. Ciò malgrado il rischio di scivolare nella più sciatta ovvietà e nella implacabile indifferenza del lettore... che è dietro l'angolo per chiunque di tale festa rivesta un ruolo rappresentativo ! Insomma, speriamo che a distanza di un solo anno dal mio insediamento quale presidente dell'Ente Fuga del Bove, sia in grado di scongiurare un simile sconveniente epilogo al presente intervento... Normalmente è la immancabile lunga sequela di ringraziamenti -più o meno sentiti e meritati- che avvia ogni discorso a quanto mi sono appena augurato di evitare: bene, allora mi limiterò al massimo sul punto. Fuor di celia, mi sento di dire che la edizione 2011 della Fuga del Bove potrà connotarsi per le numerose innovazioni che, maturate nel corso di un anno denso di confronti ed impegnata collaborazione fra 8


tutti i protagonisti della “festa”, vengono oggi finalmente sottoposte al giudizio popolare. Di novità si tratta, sia per quanto riguarda la organizzazione e la immagine dell'Ente, sia relativamente al programma delle manifestazioni cui i magnifici quartieri daranno vita. Il nuovo Direttivo dell'Ente ha infatti ritenuto essenziale dotarsi di una struttura “logistica” che gli consenta di svolgere al meglio il proprio compito, che -non va mai dimenticato!- è esclusivamente quello di promuovere e di coordinare la “festa di popolo”, che deve rimanere festa della città e dei suoi quartieri. Per questo, grazie alla onnipresente sensibilità della Amministrazione comunale, è stato possibile reperire una splendida sede per l'Ente, che da quest'anno avrà anche un prezioso gonfalone e potenzierà il proprio corteo, fra l'altro con due splendidi abiti nobiliari frutto della certosina opera delle principali aziende tessili locali, finalmente sensibilizzate alla ricerca filologica sul territorio. A proposito di corteo, si è condiviso con i quartieri la opportunità di “ottimizzare” le uscite dello stesso, limitandone le occasioni per impreziosirne modalità e contenuti: il 12 agosto sarà il giorno prescelto allo scopo. Il giorno successivo l'appuntamento sarà con gli spettacoli di piazza dei quartieri, che hanno ormai raggiunto livelli degni di palcoscenici

prestigiosi e che lo scorso anno ci hanno letteralmente “rapito” per condurci nella più coinvolgente delle rappresentazioni artistico-rievocative: anche qui una grande novità, visto che da quest'anno sarà presente il “pepe” della competizione fra i 4 quartieri, con tanto di gara valutata da una giuria di eccezione. Dopo l'adrenalina della serata dedicata alla precisione delle balestre ed al cuore degli staffettisti, il gran finale a “data fissa” sarà il 19 agosto, con la corsa dei tori che costituisce evento davvero unico nel panorama nazionale. Ecco, l'obiettivo che l'Ente e tutti i protagonisti della “festa” si prefiggono -e sul quale stanno lavorando- è quello di individuare il contesto più idoneo ad esaltare quegli imperdibili momenti: il Direttivo ha “cerchiato in rosso”, nella agenda relativa alla edizione 2012 -quella del quarantennale!-, tale impegno. Insomma, mi pare davvero tutto pronto a che si alzi il sipario sulla nostra entusiasmante manifestazione; che dunque la “festa di popolo” abbia inizio, mi auguro nel clima di aggregante condivisione ed appassionata partecipazione che nell'aria di mezza estate si respira, forte, in ogni angolo della nostra splendida città e si legge negli occhi del popolo dei quartieranti. BUONA FESTA A TUTTI !

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Dalla caccia alla FUGA DEL BOVE

di ANTONIO BARBI

riginariamente, questa

O

manifestazione rientrava in quegli antichi giochi o

divertimenti popolari che andavano sotto il nome di “cacce”, anche questa di Montefalco, agli inizi si chiamava infatti “Caccia del bove”. I documenti più antichi che la riguardano risalgono alla fine del 700, ma è lecito ipotizzare che la consuetudine della “Caccia del Bove” fosse antichissima in Montefalco, e si svolgesse sulla Piazza del Comune, detta allora del Certame. Le vie che portavano in piazza erano sbarrate da robuste cancellate di quercia, dietro le quali si assiepava il popolo mentre dalle finestre gremite i cittadini assistevano alla giostra. Il bove era lasciato sciolto in mezzo alla piazza, ed i giostratori, comandati da un Capocaccia, lo incitavano con grida e pezze scarlatte. Tra le zampe gli veniva lanciato un pupazzo di stracci, quasi uno spaventapasseri, contro il quale si accaniva a cornate fino a disfarlo completamente, con grande divertimento dei presenti. Inoltre, nella piazza erano collocate delle botti che servivano da rifugio ai giostratori nel momento in cui il bove tentava di

trasformarsi in cacciatore. Fra grida, pezze scarlatte, bamboccio e botti l’animale finiva con lo stancarsi, ed era questo il momento in cui gli venivano lanciati contro i cani, particolarmente addestrati, che cercavano di addentarlo per le orecchie fino a costringerlo a piegare la testa a terra: allora un colpo ben assestato sulla fronte poneva fine allo spettacolo e alle sofferenze della povera bestia. Le carni erano poi divise e mangiate per devozione il giorno di Natale. Intorno alla metà dell’800, la “caccia” si trasforma in “fuga”: spariscono steccati, cani e botti. Il bove, fornito dalla Società dei Macellai, era tenuto pronto all’imbocco di via Garibaldi, fuori dalla Porta dello stradone. Qui era fatto infuriare per mezzo del solito “Bamboccione”, poi assicurato a due lunghe funi tenute da esperti (circa una quindicina per lato), era fatto correre per la salita dello stradone fra grida ed incitamenti, abbeverato con una mistura di vino sale e pepe, saliva in piazza dove finalmente avveniva la mattanza. All’inizio del 900, la Fuga del bove finì, non solo per gli incidenti a volte anche gravi, ma per porre fine a una pratica barbara che infliggeva all’animale sofferenze incredibili. Oggi, la città è divisa in quattro quartieri. Nel 1973 si sono costituiti in associazione ed è stata rievocata l’antica “fuga del Bove” attra-

verso una sfida sportiva: la staffetta per le vie del centro storico. Dal 1978 l’organizzazione della “Fuga del Bove” è affidata ad un comitato allargato, dove è presente l’Amministrazione comunale insieme ai Quartieri; dall’edizione successiva fino al 1988 il coordinamento della manifestazione è gestito dalla Pro Montefalco. Dal 1988, consapevoli che la manifestazione stava ottenendo un crescente successo, è nato l’Ente Fuga del Bove. D’altronde, i quartieri stavano acquisendo, grazie alle taverne, una loro autonomia finanziaria e gestionale. Pertanto, era giocoforza arrivare ad un’organizzazione sempre più consona e con la collaborazione dell’Amministrazione Comunale. L’Ente ha lo scopo di organizzare la manifestazione e tutte le iniziative ad essa collegate; di dirimere le controversie fra i quartieri, di vigilare sull’operato degli stessi e coordinare la loro attività. Nel 2010 lo statuto è stato profondamente modificato e ammodernato, reso funzionale alla migliore organizzazione della manifestazione. La fuga del bove assume una propria fisionomia e caratteristiche tali da


destare interesse anche fuori dei ristretti limiti territoriali di Montefalco. La sfida tra balestrieri, sbandieratori, tamburini, il corteo storico e l’avvincente corsa dei bovi, costituiscono un irrinunciabile patrimonio folcloristico, artistico e culturale della cittĂ , che la cittadinanza ha il dovere di custodire. Non solo per il contesto storico, il 400, dove Montefalco ha consciuto il maggiore splendore, ma anche per il gusto e la raffinatezza dei costumi, ispirati a quel ciclo pittorico, nonchè per la leggiadria e la fierezza di dame e cavalieri che animavano le vie e le piazze.


Agosto Montefalchese 6-21 Agosto 2011

Sabato 6 Agosto ore 21.30 Piazza del Comune - CONCERTO SOTTO LE STELLE. Concerto a cura delle Bande Musicali di Costano e Pietrafitta - APERTURA TAVERNE Le Taverne della Città di Montefalco rimarranno aperte dal 6 al 21 Agosto

Giovedì 11 Agosto ore 21.30 Piazza del Comune - SPOLETO BLUE BAND in concerto

Domenica 7 Agosto ore 21.30 Piazza del Comune - LUCA BARBAROSSA IN CONCERTO

Sabato 13 Agosto ore 21.30 Pizza del Comune - ROSSO COME L’IRA…GIALLO COME LA GELOSIA…VERDE COME LA FOLLIA…BLU COME… Spettacolo a cura dei quartieri della Città di Montefalco

Lunedì 8 Agosto ore 21.30 Piazza del Comune - LMC LIBERA MUSICA DA CONCERTO Martedì 9 Agosto ore 21.30 Piazza del Comune - THE PINO CIAMBELLA JAZZ SYNDACATE ore 21.30 - Piazza Dante Giardini di S. Bartolomeo - LA FAVOLA DI RAPERONZOLO Mercoledì 10 Agosto ore 21.30 Piazza del Comune - SAGRANTINO SOTTO LE STELLE Serata dedicata ai Vini Montefalco D.o.c. e D.o.c.g. “UN BRINDISI ALL’ITALIA” Concerto del Coro Polifonico “Mons. Tommaso Frescura” di Marcellano – Montecchio. A cura del Consorzio Tutela Vini Montefalco

Venerdì 12 Agosto ore 21.30 Piazza del Comune - GIOCHI DI BANDIERE E RITMI DI TAMBURI

Mercoledì 17 Agosto ore 21.00 Piazza del Comune - Concerto della Banda di Spello - Spettacolo Pirotecnico. A cura del Comitato Festeggiamenti S. Chiara Giovedì 18 Agosto dalle ore 9.00 Per le vie di Montefalco - FIERA DI S. CHIARA ore 21.30 - Museo di S. Francesco “Amor Sacro e amor profano” Venerdì 19 Agosto ore 21.30 Campo Sportivo “A. Franchi” CORSA DEI BOVI

Domenica 14 Agosto ore 21.30 Piazza del Comune - TIRO ALLA BALESTRA E CORSA FRA I QUARTIERI

Sabato 20 Agosto ore 21.30 Piazza del Comune - L’ITALIA CHIAMO’ - Concerto in commemorazione del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia

Lunedì 15 Agosto ore 21.30 Piazza del Comune - FROM PARIS WITH LOVE - Concerto

Sabato 21 Agosto ore 21.30 Parcheggio - Rock Doc Live presenta: MANNARINO in conecrto-. A cura della Pro Montefalco

Martedì 16 Agosto ore 21.30 Piazza del Comune - PROCESSIONE DELLE LAMPADE Mercoledì 17 Agosto ore 11.00 Chiesa di S. Chiara - S. Messa Solenne

7 Luglio – 31 Agosto Spazi espositivi del Museo di S. Francesco. Personale di LUCIANO VENTRONE Lunedi/Domenica 10.30-13.00/15.0019.30



QUARTIERE SANT’AGOSTINO

Pronti per la DIFFICILE SFIDA

«C

anta e cammina.

Non deviare, non volgerti indietro non fer-

marti». Questa celebre frase di S. Agostino riassume in pieno il vero spirito di un gruppo di giovani e (non) che grazie al loro entusiasmo e alla loro amicizia danno anima e colore al quartiere di S. Agostino. Un motto dunque che è una sorta di giuramento per ogni quartierante il quale si contraddistingue per allegria, per un’infinita forza di volontà e anche per un forte spirito goliardico: caratteristiche queste del maniacale legame al quartiere verde e rosa. Allora è grazie a questi elementi distintivi che nei giorni della manifestazione il quartier generale, sito nello splendido chiostro attiguo alla chiesa di S. Agostino, diventa per ogni quartierante la propria casa. L’edizione 2011, che sta per avere ini-

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di PAOLO MENGHINI


zio, sarà sicuramente molto importante per il nostro amato quartiere. Sotto la sapiente guida del priore Fabio Marano e del suo direttivo, al secondo anno di mandato, si cercherà di migliorare i risultati ottenuti nelle precedenti edizioni affinché l’ambita conquista del Falco d’oro non resti un sogno ma diventi realtà. E proprio per questo sotto il profilo agonistico i ragazzi ce la stanno mettendo davvero tutta per riscattare i risultati poco soddisfacenti dello scorso anno e la sete di vittoria aumenta di minuto in minuto. Nonostante il livello delle gare diventi ogni anno più esigente nessuno si lascia scoraggiare e si punta dritti alla conquista dei quattro punti in ogni competizione con la consapevolezza che, grazie alla nostra forza di volontà, si possa raggiungere qualsiasi obiettivo prefissato. In tutte le sfide, eccezion fatta per il tiro con la balestra, sono stati inseriti dei nuovi elementi che si sono gettati a capofitto per riuscire nell’impresa e con grandissimo entusiasmo hanno accettato la difficile sfida di difendere i colori del quartiere. È naturale che a tutti loro facciamo un grandissimo in bocca al lupo e ci auguriamo che quest’anno sia la volta buona perché il Falco possa ritornare svolazzando nel suo naturale nido, sopra quel piccolo arco all’interno dell’antico chiostro e dove ognuno lo possa ammirare. E..“dulcis in fundo” invitiamo naturalmente chiunque passi lungo Corso Mameli, ad affacciarsi all’interno della nostra splendida taverna, per deliziarsi con le prelibate pietanze tipiche della nostra cucina innaffiate da ottimo vino, e a lasciarsi trasportare dal magnifico travolgente e coinvolgente spirito che solo un agostiniano può avere, che ci permette di affrontare ogni situazione con il sorriso sulle labbra e di trasformare tutto in un’interminabile festa che mai nessuno riuscirà ad interrompere.

Per prenotazioni 340 9044705

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QUARTIERE SAN BARTOLOMEO

L’assalto delle FURIE ROSSE

l Rosso è il primo colore

I

dell’arcobaleno,

provoca

entusiasmo, simboleggia forza

e sicurezza, ma anche aggressività e ira ed è il colore del cuore e dell’amore. Il Rosso per l’agosto montefalchese significa Quartiere san Bartolomeo, vuol dire passione con la quale dopo lunghi mesi di letargo invernale ci si ritrova per una nuova avventura, sempre più difficile e al tempo stesso più affascinante. Rosso come le bandiere che lanceranno in alto i nostri sbandieratori, sempre più sorprendenti. Rosso come la passione del nostro gruppo storico di tamburini che a distanza di anni ha ancora voglia di mettersi in

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di ALESSANDRO FILIPPUCCI


gioco e di conquistare la coppa in memoria di “Giuseppe Milei”, che tutto il quartiere di san Bartolomeo ricorda con affetto e profondo dolore per la sua prematura scomparsa. Rosso come l’ira che dovranno interpretare come tema dello spettacolo i nostri “Scenografi”, dimostratisi sempre più fenomenali. Rosso come la rabbia del nostro amico giostratore Andrea, che a causa di un infortunio durante un allenamento, dopo tantissimi anni di attività dovrà rinunciare (per quest’anno..s’intende!) alla bellissima corsa dei bovi: gli altri giostratori avranno una responsabilità in più, fare anche la sua parte. Rosso come le nostre due “frecce rosse”: la freccia d’oro dell’anno passato affiancata da un valido esordiente al quale tutti noi siamo molto affezionati. Rosso come il braccialetto dei nuovi staffettisti, giovanissimi alla loro prima esperienza, che sfrecceranno per le vie di Montefalco. Rosso come la nostra taverna, dove il nostro fidato cuoco e le sue instancabili aiutanti prepareranno i nostri ormai storici e inimitabili piatti, accompagnati da deliziose novità tutte da scoprire. Ed infine…Rosso come il nostro sogno, quello di vedere piazza del Certame sempre più popolata dai nostri quartieranti animati dalla gioia e dalla voglia di stare insieme.. e Rosso come i nastri che prima o poi avvolgeranno il falco d’oro in maniera indelebile e non lo abbandoneranno mai più, per sempre..! Sempre e per sempre dalla stessa parte si troverà!

Per prenotazioni 339 3241529

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QUARTIERE SAN FORTUNATO

Vogliamo continuare

A SOGNARE

ronti, via… come in

P

una corsa podistica siamo partiti per trascorrere un

emozionante agosto montefalchese con l’entusiasmo e la determinazione che negli ultimi anni ha contraddistinto il popolo di San Fortunato. E’ stato un mese caldo quello di luglio e non per i 40 gradi sfiorati più volte ma per la corsa contro il tempo che il direttivo e tutti i quartieranti hanno fatto per arrivare pronti con l’apertura della taverna e preparati come non mai alle gare. Il testimone è passato di giorno in giorno ai diversi responsabili che, capeggiati dal priore Leonardo Orsini, hanno svolto tutti i molteplici compiti che una organizzazione come la nostra

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di STEFANO FALCINELLI


deve affrontare, così da garantire a tutti i turisti e paesani la migliore ospitalità nella nostra taverna e le più forti emozioni date dallo spettacolo delle gare e del corteo storico. L’anno passato ci ha visto per la seconda volta consecutiva vincitori del Falco D’oro premio che viene assegnato per i risultati di cinque gare: si parte il 12 agosto con tamburini e sbandieratori per poi passare al giorno 14 con la gara del tiro con la balestra e la corsa a staffetta e per terminar con la corsa dei tori il 19 sera. Lo score è stato eccezionale: tre primi posti conquistati nelle gare della staffetta, toro, e tamburini, e due secondi posti ottenuti dai giocolieri delle bandiere e dai tiratori della balestra. Nonostante si possa dire di aver ottenuto il massimo, noi vogliamo migliorarci sempre di più. Intanto che gli allenamenti dei nostri gareggianti continuano nella ricerca della perfezione, le nostre bellissime ragazze vanno per campi e boschi, ma non pensate male; stanno cercando fiori e piante per abbellire la taverna e allestire lo spettacolo del corteo che quest’anno avrà il tema dei colori legati alle emozioni e che dopo molti anni tornerà ad essere una ulteriore gara, cioè avrà una premiazione a se. Dal 6 al 21 agosto saremo onorati di accogliervi nella nostra taverna dove verrete accolti dai grandi e dai piccoli quartieranti, che saranno entusiasti e onorati di farvi degustare i nostri piatti tipici quali i famosissimi gnocchi san Fortunato, porcaccia, stinco, e non vi dico di più per riservarvi il fattore sorpresa, ma vi garantisco che rimarrete a bocca aperta, anzi chiusa, perché sarà impegnata nel gustare i nostri pregiati piatti accompagnati dai vini delle migliori cantine e annate di Montefalco.

Per prenotazioni 327 3327146

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QUARTIERE SAN FRANCESCO

Solo il cielo è più GRANDE DI NOI DI ILARIA E

S

iamo veramente stanchi di... vedere attori che ci danno

false

emozioni...

esauriti da spettacoli pirotecnici ed effetti speciali, anche se il mondo in cui si muove è in effetti per certi versi fittizio e simulato... non troverete nulla a san Francesco che non sia veritiero... Non c'è copione, non esistono copie... è la sua vita... Come è rituale ad Agosto, siamo di nuovo qui in fibrillazione per l'attesa... un'attesa il cui fine è sfiorare con il cuore e con l'anima tutto ciò che significa san Francesco, che è san Francesco... Le persone parlano con se stesse e vedono se stesse come vorrebbero essere, non hanno il

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ANNALISA TOBANELLI


coraggio che abbiamo noi di lasciarsi trasportare nelle mille emozioni che hanno come sfondo il colore del mare, dell'oceano e del cielo; quest'ultimo è l'unica cosa più grande di noi... Quest'anno sono molte le novità: una new entry per i balestrieri, sperando che con le loro frecce trafiggano uno scalino verso il falco d'oro... I nostri gareggianti mettono l'anima nel loro lavoro e comunque vada per noi sarà sempre una vittoria! Il corteo che da anni non ha eguali sarà minuziosamente curato e arricchito di nuovi e preziosi costumi, che innalzano fino all'infinito il nostro colore. Inoltre abbiamo investito nella tecnologia per facilitarci il lavoro nelle serate di “pienone”, e perfezionato e sistemato ogni angolo della nostra meravigliosa taverna. Il nostro gruppo di quartieranti è tenuto bene saldo dalla “sola fede” che ci lega, il nostro amore è materialmente celebrato da continui incontri. Quest'anno è l'ultimo anno di mandato dell'attuale direttivo, speriamo in una “bonfinita”! Tuttavia niente e nessuno potrà mai abbatterci, perché ciò che ai rulli di tamburi e al lancio delle bandiere ci fa tremare ha la stessa forza di un uragano. Abbiamo affrontato molte difficoltà, ma sempre con il cuore leggero... Per aspera ad astra (dalle difficoltà alle stelle). Saremo sempre al tuo fianco, noi di te non ci stanchiamo, sei la cosa più bella che c'è!

Per prenotazioni 340 4160307

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Giochi di

BANDIERE

a bandiera, sin dalla sua remota origine, ha sempre avuto un preciso significato, sia nei colori che nei simboli. Oggi la figura dello sbandieratore ha perso la sua connotazione militare. Nel Rinascimento gli sbandieratori erano utilizzati per intrattenere gli ospiti nelle feste di corte e lo facevano con figure singole, a coppia, a squadra. Le coreografie plastiche riguardavano le battaglie. Non è facile essere sbandieratore, perché oltre a richiedere destrezza, forza, sentimento, leggiadria ed un fisico armonicamente sportivo (si raggiunge soltanto attraverso intensi allenamenti), pretende un movimento libero, sciolto, festoso, composto, attenendosi, con la maggiore aderenza possibile, a quello che nel passato era realtà. Oggi lo spettacolo degli sbandieratori dei quartieri di Montefalco si articola in diversi esercizi, variabili per difficoltà e coreografia. Lo scorso anno la gara degli sbandieratori è stata vinta per il terzo anno consecutivo dalla compagine di San Francesco.

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di PAOLO VALENTE



di RITA SCARPONI

Le colonne sonore

Montefalco, da quasi 40 anni, le percussioni annunciano la festa del 1400. Al loro ritmo la città si racconta attraverso i costumi, le antiche tradizioni e le sfide appassionate tra i quartieri. E come se si aprisse un libro e dalle sue pagine ingiallite uscisse la storia. I Tamburini dei quartieri sono la colonna sonora del Falco d’oro. Per loro c’è anche una gara che determina il punteggio in base alla tecnica e competenza di ciascun tamburino, eleganza e correttezza nella presa delle bacchette, tocco e sfumatura dell’esecuzione del gruppo, estrosità ed effetto

A

La magia

DEI SUONI

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del brano, precisione ed allineamento del gruppo. Un'occasione per vedere e ascoltare da vicino ricerca sonora e innovazione timbrica, ma anche per scoprire un grande fascino, perchè hanno il potere di riportare l'ascoltatore nel pieno clima della vita rinascimentale montefalchese. Ci sono poi l’amore di questi ragazzi per il tamburo che è il protagonista indiscusso dei loro pezzi. I ritmi incalzanti e fluidi, le tonalità dinamiche sfruttano con forza non solo le pelli ma anche i cerchi e il fusto del tamburo, dando animatamente forma al sentimento dell’amore. Lo scorso anno, la vittoria ha arriso alla compagine di san Fortunato, formata da Samantha Croci, Federico Mastrofabi, Riccardo Lubricchio e Luca Falcinelli Ottavi. Oltre al bellissimo trofeo, memorial Giuseppe Milei, la famiglia del giovane scomparso di recente ha voluto consegnare anche quattro tamburi in miniatura, realizzati dai maestri vetrai di Murano. Al 2° posto si è classificato san Bartolomeo, al 3° sant’Agostino e al 4° san Francesco.



I cecchini dei quartieri

LA BALESTRA

e il bove

di GIULIANO FRAOLINI

a “Gara della Balestra “ a Montefalco quest’anno compie il suo 27° anno di età. E’giovane e nel pieno delle forze! Dalla sua nascita, nel 1984, è venuta progressivamente crescendo, e parallelamente al suo incremento qualitativo(ottime attualmente le armi e molto bravi i tiratori), è anche aumentato l’interesse ed il consenso del pubblico verso tale spettacolo. La balestra impiegata è del tipo “tradizionale” ma, diversamente dalle varie consorelle usate in altre città, deve essere caricata solo per mezzo di una leva, non con martinetti o arganelli, ed è di norma munita di mire idonee al tiro notturno. Ma ciò che rende unica tale gara è il bersaglio raffigurante la testa del “Bove” la creatura ormai mitica intorno a cui ruota gran parte della manifestazione. La testa del bove è inserita in un campo del colore del quartiere che, in quel momento, scocca il dardo ed è munita di una serie di cerchi concentrici numerati, il che permette un rapido computo del punteggio realizzato, consentendo agli spettatori di seguire “passo passo” la gara, appassionandosi e lasciandosi coinvolgere dal gioco. Anche chi scrive queste righe, ogni anno si emoziona e si entusiasma a tale spettacolo, sia perché quasi 30 anni fa fu lui l’ideatore della gara, e sia perché la bravura e l’impegno dei balestrieri rendono lo spettacolo veramente bello ed appagante. E’ a questi giovani che va il plauso ed il ringraziamento non solo mio, ma di tutti i cittadini e gli spettatori per l’appassionante spettacolo che ogni anno ci offrono.

L

Nel 2010 ha vinto la gara della balestra il Quartiere di sant’Agostino con Fortini Giordano e Diego Cevabovio e al secondo posto il quartiere di san Francesco, al terzo san Bartolomeo che con Marco Tabarrini ha vinto la freccia d’oro e al quarto posto san Fortunato. 26



STAFFETTA: l’orgoglio

DEI CAMPIONI

di GIORGIO DE PASCALIS

a gara della staffetta è un appuntamento atteso un intero anno. Iniziò così, 39 anni fa, la Fuga del Bove. Servì a dare la scossa alla città che andava alla ricerca del suo palcoscenico per esaltare i vitigni e gli oliveti, ma anche per aggregare con un evento sportivo i giovani. Quattro sono le frazioni della staffetta e quattro gli atleti di ogni quartiere, tutti aventi residenza anagrafica da almeno un anno nel comune di Montefalco. Può partecipare alla staffetta anche l’atleta che, pur non avendo la residenza in città, sia stato qui residente per almeno 10 anni. Il percorso, fra sali e scendi, è di 640 metri. Dato il carattere di corsa cittadina, che non si svolge in una pista delimitata da corsie, i giudici di gara tengono conto solo di scorrettezze volontarie che possono danneggiare in qualsiasi modo gli avversari. Lo scorso anno e per la terza volta consecutiva la gara è stata vinta dagli atleti di san Fortunato, Andrea Mattioli, Marco Mattioli, Giuseppe Cesare Toja e Ottavi Stefano Falcinelli, che hanno ricoperto i faticosi 640 metri del percorso nel tempo di 6’58” e 52 centesimi. Al secondo posto sant’Agostino, al terzo san Francesco, al quarto san Bartolomeo. Subito dopo la gara, dal loggiato del palazzo comunale, è consegnato il trofeo alla squadra vincitrice, intitolato alla memoria di Marco Gambucarta. Sono sempre presenti i genitori Luigi e Giulia Gambacurta.

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D OR RC A AM

E OTT E L I GA N O I S FES N O C

EMOZIONI E PENTIMENTI DI UN EX PRIORE

di FRANCESCO SURANO

norato di essere stato Priore del

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Quartiere di sant’Agostino dal 1986 al 2003, salvo pochi interregni. Iniziai convin-

to che il Quartiere dovesse reggersi su un gruppo compatto e per renderlo granitico insegnai ai quartieranti che bisognava avere sempre e comunque un avversario da battere. Scelsi san Francesco e di questo mi pento, perchè insegnai a scaricare la rabbia e la frustrazione su dei manichini appesi in taverna con la divisa azzurra francescana. Poi insegnai al gruppo che il fine ultimo di tutte le nostre fatiche era vincere, non partecipare, in barba a tutti i principi degubertiani. Insegnai che il secondo posto non aveva alcun valore e di questo mi pento. Insegnai a vincere e a far pesare la vittoria pur sapendo che un avversario vinto e deriso prima o poi vince e ti ripaga, assediando la taverna con gli idranti o peggio entrando in taverna da vincitore con le moto da cross. So di aver sottratto un campione europeo, già inserito nella staffetta di altri, pagandolo un pugno (??) di dollari e costringendo un quartiere a gareggiare con una staffetta rimediata. E mi pento anche se il ricordo di quella vittoria è ancora capace di suscitare grandi emozioni. Ho insegnato a due generazioni di ragazzi a lavorare nel quartiere senza risparmiarsi e, dopo, a divertirsi senza risparmiarsi. Per questo ho tradito Titta il Grande, ho aspettato che crollasse sotto i colpi della fatica e del sonno, qualche volta

l'ho accompagnato persino a casa per poi rientrare in taverna ed iniziare i bagordi aprendo al Quartiere la cucina e la cantina. Scusa Luigi. Mi pento di aver condotto spedizioni al ponte di Bevagna per abbeverare di guttalax i tori degli avversari, mi pento di aver insegnato ai quartieranti a dare punti di saldatura sui portoni delle taverne altrui. Orgoglioso di aver capito in tempo il valore di san Fortunato. Mi pento di aver cercato in tutti i modi di trattenere Andrea Mattioli a sant’Agostino. Ci riuscii un anno, vincemmo tutto, ma quel ragazzo di sani principi ritornò alle sue origini gialle per dare inizio al periodo di san Fortunato lasciando a me l'amaro di un altro capolavoro, stavolta incompiuto. E mentre la penna si prende il compito di chiedere scusa, mi accorgo che il mio sentimento montante è quello di chi pensa tutto sommato di aver dato qualcosa di importante, tutto sommato di aver inculcato lo spirito di appartenenza e di gruppo, tutto sommato di aver insegnato il valore del lavoro. Forse rifarei tutto nello stesso modo. Forse anche peggio e di questo mi pento.

In primo piano Luigi Titta, attuale vice sindaco della città con l’assessore Andrea Locci

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l 19 agosto è la notte più

I

lunga per Montefalco. Vuol

dire corsa dei tori. Un appuntamento scolpito nel cuore di tutta la gente, perché provoca da 23 anni emozione e follia, liberazione e dannazione. Sentimenti forti, come i possenti muscoli degli atleti a quattro zampe. Muscoli d’acciaio che, dallo scorso anno, sono ancora più robusti, perchè chi vince la gara porta anche punti preziosi alla sommatoria delle altre competizioni e quindi condiziona l’assegnazione del Falco d’oro. Nel 2010, con una falcata lunga, grintosa e goffa, fu Pamplona a vincere la corsa, regalando al quartiere di san Fortunato il palio di Alison Ryde e ai giostratori Marco Mattioli, Emanuele Lubricchio, Alessandro Bonacci, Angelo Beddini, Andrea Mattioli, 30

Nel 2010 vince la corsa

TEMPO RECORD PER

dal nostro inviato GILBERTO SCALABRINI


dei tori san Fortunato

LA FURIA PAMPLONA

Federico Mastrofabi e Lorenzo Polveri di appena 16 anni la soddisfazione più grande dopo un anno di lavoro. In finalissima, appena il capo caccia Antonio Barbi ha dato il via, Pamplona (il nome era femminile ma il toro ha dimostrato di avere due grossi attributi) è partito a testa bassa, come se caricasse, e i giostratori hanno stretto i denti, lasciandolo correre sulla pista a corda sciolta. L’hanno solo richiamato all’altezza della rotoballa, per fargli abbordare meglio la curva di ritorno verso il traguardo. Ha fatto fermare il cronometro a 30.56. Ed è stato così che ha surclassando nella finalissima il suo avversario Santiago, un altro bellissimo esemplare di razza chianina di 4 quintali e 68 chili di san Bartolomeo, che ha impiegato 2 secondi e 67 centesimi in più. Una vera “Ferrari” a quat31


tro zampe che ha dato filo da torcere a tutti gli altri campioni, come Surprise di san Francesco classificatosi terzo e Lorian di sant’Agostino arrivato ultimo. Questa corsa è una gara a eliminazione diretta. Le difficoltà da superare in pista non sono molte, ma far trotterellare un giovane toro di 5 quintali intorno ad un ovale non è certo cosa facile. Occorrono abilità e prudenza. Molta prudenza, anche se c’è l’esigenza del tempo per arrivare primi. I giostratori sono tutti ragazzi molto giovani, ma la loro perizia tecnica è diventata ormai proverbiale. Scelgono il vitellino quando la bovina è incinta, tenendo conto della razza e della morfologia dei neuroni dei genitori. La decisione non è facile, per questo girano fra le stalle del contado e si consultano con gente esperta. Spesso sono anche gli stessi allevatori che segnalano al quartiere amico la nascita di un vitellino di razza. Il toro è ricercato anche nei pascoli dell’Umbria, dove si trovano allo stato brado. Alcuni dicono che sia più forte, ma spesso è solo un’illusione, perché questi animali nascono già con un Dna molto vigoroso. Una volta scelto, intorno al campione si stringono i giostratori e lo fanno con una fede che non è facile comprendere. Ogni quartiere ha la sua tecnica di allenamento e la sfoggia durante la corsa che dura un battito di ciglia, giusto il tempo di percorrere i 210 metri della pista, accidentata da un dosso. Un percorso irrisorio di fronte alla vita, ma una lunghezza infinita per una catarsi dei Quartieri. E il toro? Questo mammifero, così robusto ed anche molto scontroso per carattere, arriva nel campo de li giochi tutto inghirlandato, infiocchettato e circondato dalle mille attenzioni dei suoi giostratori. I tori scelti per la competizione hanno tanto di certificazione veterinaria che attesta la loro razza. E bisogna sentirli come muggiscono per far sentire la loro voce e quindi confermare la loro presenza e predisposizione alla gara. Dicono che hanno il senso della rasse32

gnazione all’ozio e perfino il fatalismo classico di essere stati scelti per una corsa che da anni assurge agli onori della cronaca. Della festa che lo circonda, però, questo toro non sa niente, ma si sforza ugualmente di correre, di superare il dosso, di obbedire ai comandi e alle incitazioni dei giostratori, evitando (almeno si spera ogni volta) di fare le bizze. Da mesi i campioni sono a biada e a spazzola, circondati non sono dai giostratori ma anche dalle allegre brigate dei ragazzi del quartiere, che gli sussurrano parole incomprensibili nei grandi orecchi. Trascinano per circa un anno il loro destino di atleti e protagonisti. Lo trascinano con saggezza prudente, fra l’ammirazione di chi li conduce in questa corsa non violenta e quella del pubblico delle grandi occasioni, che sugli spalti applaude e fa caciara. Bestie mute e solenni, tenute prudentemente a bada da grosse funi. Con i loro occhioni, simili a lanterne, scrutano il campo de li giochi e tutto ciò che gli sta intorno. Con i loro orecchi aguzzi e mobili, captano il brusio della folla, i suoni e i rumori. Tutto gli penetra dentro come un rombo di tuono, “sommergendo –direbbe il poeta- la placida eco del lento franger le biade”. Più che protagonisti, ogni 19 agosto questi tori sono gli eroi della festa rina-

scimentale, di una corsa fatta solo da loro e della quale, certamente, non riusciranno mai a comprenderne il significato. Perché tutta la morale della storia di questa corsa dei bovi è in questa assolutamente involontaria partecipazione, in questa corsa dei quartieri che si sfidano per la conquista del Falco d’oro. Non potrà mai capirlo un bovino, anche se di razza pregiata e selezionata. Per noi invece è un’altra cosa.



Amicizia, solidarietà e impegno

UN’EMOZIONE CRESCENTE

di PAOLO SPACCHETTI

on piacere e slancio ho

C

accettato l’invito dell’ami-

co Gilberto Scalabrini (con il quale abbiamo iniziato e condiviso questa avventura montefalchese) di scrivere alcune righe sulla “fuga del bove”, a poche ore dal suo avvio di agosto. Era il lontano 1991 quando il medesimo invito mi fu rivolto dopo appena due anni dall’insediamento quale presidente del neo costituito ENTE, voluto dall’amministrazione comunale del tempo e dagli stessi quartieri, tutti consapevoli che la manifestazione necessitava di un’organizzazione e stabilità tali da assicurare una migliore crescita in termini di contenuti e coinvolgimento popolare. Questo compito venne svolto nel migliore dei modi per quelle che allora erano idee e risorse: i quartieri formarono le varie commissioni sui temi intorno ai quali ruotava la manifestazione; sindaco e amministratori, così come funzionari ed operai del Comune, attenti e disponibili alle 34

richieste e necessità che la manifestazione richiedeva. Era il tempo in cui furono discussi (e che discussioni!) ed approvati i regolamenti per le gare dei tamburini, degli sbandieratori, del tiro con la balestra e del corteo storico, modulato l’ingresso dello “straniero” nella corsa del 14 agosto e soprattutto venne introdotto il vero protagonista della festa: il bove, anzi quattro, con i colori dei rispettivi quartieri, orgoglio di altrettanti allevamenti ed allenatori locali. Era il periodo delle sedute fiume che animavano le notti estive di Montefalco; discussioni accese e rivalità mai sopite tra i vari priori, decisioni sofferte e poi rinnegate, minacce di ritiro dalla manifestazione per spuntare quella condizione che sembrava più favorevole, segrete elucubrazioni per allestire un corteo storico che avesse stupito pur rimanendo nei rigidi canoni imposti dall’ENTE. Ma poi la festa iniziava e tutto filava liscio, con sana competitività ed impegno, voglia di divertirsi e di far bene; dove ai figuranti e corridori si affianca-

va gran parte della popolazione del centro e delle frazioni che popolano e rendono vivo l’agosto montefalchese. Inizia così un periodo fulgido per la “Fuga del Bove”. Il corteo storico si arricchisce di contenuti e viene apprezzato anche fuori dai contorni locali tanto che la manifestazione viene inserita tra quelle delle Città sede di Giochi Storici, i tamburini e sbandieratori danno vita ad un gruppo invitato a competere in ogni parte d’Italia; il “bove” torna a correre e muoversi facendo riecheggiare la sua presenza all’interno delle mura cittadine come tantissimi anni fa per Natale; le “taverne”, cuore dei singoli quartieri, non solo riaccendono anfratti del paese talvolta troppo in disparte ma si impongono per la loro gastronomia e atmosfera invitante anche per il turista. Lo spirito dell’ENTE era quello, da sempre ribadito, di far crescere la manifestazione e con essa la città di Montefalco, la sua offerta turistica e culturale possibile ed apprezzabile anche con il contributo della gente locale, vecchi e giovani, impegnati appunto nella “Fuga del Bove”. Ho cercato di trasferire tale spirito agli altri presidenti che mi hanno succeduto e vedo con soddisfazione che, con nuove idee e proposte, la manifestazione continua sempre a crescere e ad emozionare, segno che il lavoro fatto e che si sta facendo va nella giusta direzione. Riprendendo un editoriale di Mesca dell’edizione 1991 de Il Cittadino, in cui si affermava che Montefalco si sarebbe giocato il futuro del turismo con questa iniziativa (a quel tempo ancora in fieri), rispondo con orgoglio, anche per il neo presidente dell’ente, Decio Barili al quale invio complimenti ed auguri di buon lavoro, che non solo abbiamo visto lungo e vinto alla grande su questo terreno ma tanti altri incoraggianti risultati sono stati conseguiti in termini di amicizia, solidarietà, impegno e coinvolgimento di grandi e piccoli… insomma un gran bel esempio che in futuro saprà essere ancor più valorizzato ed attuato.




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