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L’illuminazione dell’acqua
from LivingWater 002
by Oase Italia
L’illuminazione di piscine o di fontane genera sempre degli effetti visivi molto suggestivi. Tuttavia, nel caso in cui questa operazione fosse effettuata dall’esterno (opzione sicuramente possibile ma poco indicata), il risultato scenografico complessivo, a confronto, avrà meno impatto. Per ottenere il massimo effetto sarà dunque opportuno l’utilizzo, nel rispetto della normativa elettrica sulla sicurezza CEI 64.8 sez.703, dei proiettori subacquei.
Nel caso di specchi d’acqua lisci, quali laghetti o piscine, al fine di consentire una agevole manutenzione dal bordo vasca, i proiettori dovranno essere orientati orizzontalmente e sommersi sotto il pelo d’acqua ad una profondità non superiore ai 50/60 cm. Se non dovessero sussistere problematiche manutentive, e le suddette operazioni venissero svolte svuotando la vasca, la profondità di sommersione dovrà essere stabilita in relazione alla profondità totale. Per ottenere una buona riflessione da parte del fondo, il faro dovrebbe stare tra i 40/50 cm dalla quota inferiore della vasca e comunque non oltre 1.2 m dalla stessa. È quindi chiaro che, quanto maggiore sarà la profondità del bacino tanto più difficile sarà illuminarlo in modo efficiente, rendendo così necessario l’utilizzo di un numero maggiore di proiettori. Normalmente, escludendo la ricerca di effetti particolari, è meglio disporre di fasci luminosi diffusi. In ogni caso, più particolare sarà l’effetto e più, a nostro avviso, bisognerà porre attenzione per evitare il rischio di pervenire a risultati pacchiani e scarsamente armonici. A titolo di esempio citiamo l’uso delle luci colorate che, pur incontrando il gusto di molti, risultano potenzialmente pericolose per la possibile creazione di effetti in stile “luna park”. Da parte nostra, riteniamo che nulla possa essere più gradevole dell’utilizzo della luce bianca di pieno spettro.
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Piscine E Vasche Riflettenti
In base alla dottrina prevalente, per illuminare in modo adeguato un fondo vasca, si può ipotizzare l’applicazione di 2.000/2.500 lumen di flusso luminoso ogni 30 m2 di superficie d’acqua: da questo dato è facilmente ricavabile il numero dei fari necessari. Nel caso di una piscina i corpi illuminanti andranno disposti lungo i lati più lunghi, per non abbagliare chi nuota generalmente nel senso della lunghezza. Poiché l’illuminazione dello specchio d’acqua che ne deriverà sarà determinata dalla riflessione diffusa del fondo e delle pareti della vasca, il colore di queste superfici influenzerà in modo decisivo l’effetto illuminante. In ogni caso, occorrerà prestare sempre molta attenzione alla disposizione degli apparecchi per evitare il fenomeno dell’abbagliamento. L’acqua è un mezzo trasparente e i proiettori che dovessimo incrociare davanti agli occhi, anche se installati sott’acqua, ci potrebbero abbagliare. Dovremmo quindi disporli orientandoli in direzione dello sguardo dell’osservatore e non, al contrario, rivolti verso quest’ultimo.Considerando che l’acqua è un mezzo più denso dell’aria con indice di rifrazione n=1.334, utilizzando la legge di Snell sulla rifrazione, è possibile stabilire che se r ≥ 49° la riflessione sarà totale, cioè il raggio di luce emesso dalla nostra sorgente luminosa verrà riflesso totalmente e non riuscirà ad emergere dall’acqua.
Questo però, varrà a condizione che lo specchio d’acqua sia perfettamente liscio e che il faro emetta un fascio di luce abbastanza stretto. Nel caso in cui lo specchio d’acqua risulti increspato dal vento, ed il proiettore emetta la luce in modo diffuso, avremo comunque una quota di flusso luminoso emergente e quindi potenzialmente abbagliante. Quando possibile, è perciò opportuno disporre il fascio luminoso non solo in modo pressoché orizzontale rispetto alla superficie, ma anche evitando di rivolgerlo contro l’osservatore affinché quest’ultimo possa veder lo specchio d’acqua illuminato in modo “magico” senza essere abbagliato o disturbato dalle sorgenti luminose.
Queste indicazioni, da adottare per l’illuminazione di una piscina, si contrappongono a quelle previste nel caso in cui si intenda ottenere il massimo risultato scenografico in presenza di fontane con giochi d’acqua o zampilli. Per questa tipologia di realizzazione, come esposto in seguito, si dovranno infatti disporre i proiettori, in genere con fascio più stretto, con orientamento verticale e posizionati sotto il getto, onde illuminarlo dal basso verso l’alto. Ovviamente, come già esposto nell’ introduzione, nulla ci vieta di illuminare una fontana dall’esterno, anzi questo ci eviterebbe tutti i problemi impiantistici legati alle installazioni subacquee. È tuttavia indubbio che gli effetti che otterremmo così, sarebbero assai meno coreografici e suggestivi. A questo punto vale la pena di affrontare il caso in cui a dover essere illuminata dall’esterno sia una “reflecting pool”. Poiché questa per definizione è uno specchio d’acqua che riflette, occorrerà la massima cura affinché l’immagine della sorgente luminosa non venga riflessa dall’acqua negli occhi dell’osservatore. In questo caso dovremo perciò guardarci da ben due forme di abbagliamento ugualmente pericolose, quello “diretto” e quello “riflesso”. Riuscire in questo intento è sempre molto difficile e pertanto l’illuminazione dall’esterno di qualsiasi specchio d’acqua dovrà essere valutata con grande attenzione. Nel caso in cui il nostro intendimento fosse invece quello di ottenere sulla superficie del nostro bacino la riflessione degli elementi architettonici inseriti nell’ambiente circostante, va da sé che quelli che dovranno essere illuminati saranno esclusivamente gli elementi esterni che intendiamo specchiare, e non il bacino riflettente che dovrebbe invece essere privo di illuminazione per potenziare l’effetto desiderato (fatta salva l’eventuale creazione di un alone di luce perimetrale di sicurezza per evitare l’ingresso involontario in acqua di qualche passante distratto).
LAGHETTI NATURALI
In presenza di un laghetto con fondo fangoso e molto scuro, dotato pertanto di scarsissima capacità di riflessione, l’effetto finale sarà molto modesto riducendosi ad una zona debolmente luminosa in diretta prossimità dei faretti subacquei. Se però saranno presenti, come spesso accade, gruppi di piante acquatiche a fare da sfondo e da elemento riflettente, le cose miglioreranno alquanto e l’illuminazione assumerà subito un aspetto più vivo e scenografico. I ragionamenti sono sempre i medesimi. Natura e colore degli oggetti illuminati, attraverso le loro modalità di riflessione della luce, determinano il fenomeno della visione e quindi l’effetto risultante.
FONTANE
Nel caso di getti d’acqua o zampilli, l’oggetto illuminato è rappresentato dall’insieme delle innumerevoli goccioline in cui il getto stesso si frantuma. Le goccioline rifletteranno la luce proiettata su di esse dalla sorgente di luce e appariranno quindi ben visibili all’osservatore. Oltre a ciò, essendo l’acqua un mezzo trasparente, di densità diversa rispetto all’aria, ci troveremo in presenza oltre al fenomeno della riflessione anche di quello della trasmissione e della rifrazione della luce. Le figure che seguono illustrano modi tipici, corretti e non corretti, utilizzati per illuminare zampilli e cascate; modi che appaiono semplici e intuitivi, che rispondono ai principi dell’ottica geometrica e all’assunto secondo il quale la luce viaggia sempre in linea retta. Trascuriamo quindi consapevolmente la reale complessità della natura discontinua della luce, ondulatoria e corpuscolare, perché ininfluente ai fini pratici del nostro utilizzo.
PROIEZIONE SU SCHERMI D’ACQUA Anche le immagini proiettate su di uno schermo cinematografico, come su qualunque altro oggetto, risultano visibili all’osservatore in quanto riflesse in modo diffuso verso il suo occhio: ciò vale anche qualora lo schermo sia realizzato con acqua.In questo caso è facile comprendere come, data la trasparenza del mezzo, la quantità di luce riflessa (nel caso di proiezione frontale) sarà di gran lunga inferiore rispetto a quella che invece lo attraverserà, andando direttamente ad interessare la visione dell’osservatore che si trova sul lato opposto dello schermo rispetto alla sorgente della proiezione. Ovviamente una piccola parte di luce sarà anche interessata dalla riflessione, ma la visione legata a questo fenomeno risulterà di gran lunga inferiore a quella che si sarebbe potuto ottenere con una retroproiezione.
La regola fondamentale per la buona illuminazione è sempre la medesima e si applica indistintamente a tutti gli oggetti e a tutte le superfici illuminate. Un oggetto risulta visibile solo ed in quanto riflette luce in modo diffuso verso l’occhio dell’osservatore.
Occorre quindi tenere sempre a mente la triangolazione fondamentale e verificare che l’incidenza della luce sull’oggetto e la sua riflessione in relazione alla posizione dell’osservatore siano corrette. L’applicazione di questa semplice regola pratica, associata ad una minima conoscenza dell’indice di riflessione dei vari materiali, varrà più di cento formule e di qualsiasi calcolo.