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Scuola di Architettura Corso di Laurea ARCHITETTURA (B117)

RIQUALIFICAZIONE DI UN’AREA DI BORČA A BELGRADO Relatore Marcello Scalzo Candidato Ognjen Ocokoljić

Anno Accademico 2015/2016



INDICE

1. Capitolo – Storia di Belgrado .................................................................................................................................................2

2. Capitolo – Storia del Piano Urbanistico di Belgrado .......................................................................................................5

3. Capitolo – Introducendo il Co – housing in Serbia............................................................................................................11

4. Capitolo – Contributo personale ...................................................................................................................................16

4.1. L’obiettivo della presente tesi..........................................................................................................................16

4.2. Il sito del progetto.............................................................................................................................................18

4.3. Il progetto architettonico di Co-Housing........................................................................................................20

BIBLIOGRAFIA...........................................................................................................................................................................23

TAVOLE...........................................................................................................................................................24 1


1. Capitolo – Storia di Belgrado

1. Singidunum

Piccola città fortificata (Singidunum) fondata dai Celti verso il III secolo A.C., fu, in epoca romana, un punto strategico di grande importanza (fig. 1). All’epoca di Giustiniano venne cinta dalle mura e trasformata in piazzaforte per impedire alle tribù barbare il passaggio del Danubio. Occupata successivamente da Unni, Sarmati e Avari, nel IX secolo, quando è ricordata con il nome di Beograd (città bianca) essa apparteneva ai Bulgari. Nei secoli XII e XIII fu a lungo contesa tra Ungari e Bulgari; conquistata dai primi nella seconda metà del XIII secolo, passo poi varie volte dagli uni agli altri finché nel 1521, dopo aver resistito a numerosi e ripetuti attacchi, cadde in mano ai Turchi. Da quel momento fu spesso, e per breve tempo, conquistata dagli Austriaci finché nel 1867 la guarnigione turca lascio definitivamente anche la cittadella. Belgrado fu da quel momento la capitale politica, artistica, economica e culturale della Serbia. Occupata due volte dagli AustroTedeschi durante la Prima Guerra Mondiale, torno ai Serbi alla fine della stessa e divenne capitale del nuovo Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni (Jugoslavia). Durante la Seconda Guerra Mondiale fu occupata dal 1941 al 1944 dai Tedeschi e fu più volte pesantemente bombardata. La maggior parte della città rimase sotto il dominio dei tedeschi fino al 20 ottobre 1944, finché l’Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia e l’Armata Rossa la liberarono Il 29 novembre 1945 (fig. 2) e il Maresciallo Josip Broz Tito onorò Belgrado facendo di essa la capitale della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia.

2. Liberazione di Belgrado

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Tito (fig. 3) è stato uno dei membri fondatori del Cominform, ma ha resistito all’influenza sovietica ed è divenuto uno dei maggiori promotori del Movimento dei paesi non allineati. Per quanto avesse costituito uno stato autoritario, Tito è riuscito in vita a promuovere la propria immagine: sia in Jugoslavia, presentandosi come simbolo dell’unione tra le nazioni jugoslave, e instaurando il culto della personalità della sua figura; sia in Occidente avvalendosi, del peso esercitato sugli equilibri USA-URSS dalla sua politica di stato comunista ma non filo-sovietica.

3. Josip Broz Tito

Successivamente nel 1986 Milošević viene eletto presidente della Lega di comunisti serbi. Gli anni ottanta si caratterizzano per la rinascita del nazionalismo serbo e per il disconoscimento del modello della Jugoslavia titoista e della figura di Tito stesso.

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Negli anni ’90 la città di Belgrado fu il centro di proteste contro il governo socialista di Milošević (fig. 4).

4. proteste anni ‘90 (Belgrado è mondo)

Fino a che il momento più difficile, vissuto dalla città e dagli abitanti nella nostra epoca storica, fu il bombardamento da parte delle forze aeree della NATO durante la guerra nel 1999 (fing 5.), durante il quale vi furono danni considerevoli. I bombardamenti colpirono i ministeri della difesa, dell’interno e delle finanze, la residenza presidenziale, alcune stazioni radio-televisive, l’ospedale Dragiša Mišović, case private nella zona di Zvezdara, la sede del partito socialista, l’hotel Jugoslavija e l’ambasciata cinese. Ancora, dopo le elezioni del 2000, che sono state caratterizzate da numerosi brogli, Belgrado è stata teatro di numerose manifestazioni, che hanno causato le dimissioni ed il conseguente arresto di Milošević. Dopo lo scioglimento dell’Unione di Serbia e Montenegro, avvenuto nel 2006, la città è la capitale della Serbia.

5. Belgrado 1999

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2. Capitolo – Storia del Piano Urbanistico di Belgrado

6. Belgrado 1722

Belgrado è una delle città più vecchie d’Europa che è appartenuta a vari stati, ed è stata caratterizzata dall’avvicendarsi nel corso dei secoli di diverse etnie, religioni, governanti. Ogni popolo che vi ha abitato nei diversi momenti storici ha contribuito a costruire diverse parti della città lasciandovi il suo segno. Con il tempo zone così diverse e caratteristiche di ogni epoca hanno finito per amalgamarsi in un complesso urbano che rendono unica nel suo genere la città di Belgrado. Particolare è anche la sua posizione geografica, che la vede collocarsi alla confluenza di due fiumi, il Sava ed il Danubio. I fiumi nei secoli precedenti hanno avuto un importante ruolo difensivo contro gli attacchi da parte nemica. Infatti su tutte le tre rive dei fiumi furono edificate fortezze (fig 6.), delle quali oggi è conservata solo la famosa Fortezza di Belgrado, chiamata anche Kalemegdan (fig. 7.). Vista la travagliata storia della città, con l’avvicendarsi di numerose guerre, i fiumi che circondavano la zona urbana costituivano delle vere e proprie mura naturali, tant’è che sino a epoca moderna si è teso a non costruire numerosi ponti per non aprire la città all’esterno.

7. Kalemegdan

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Nel 1912 fu fatto il primo piano urbanistico sul modello di altre capitali europee moderne dall’architetto franco belga Alban Chambon (fig. 8.). La proposta più innovativa di Chambon fu la realizzazione di un viale di circonvallazione che separava la parte urbana della città da quella rurale. Alcune delle soluzioni del suo piano urbanistico si scoprirono essere negli anni d’ispirazione per molti urbanisti ed architetti fino ad i giorni nostri. Successivamente il primo Piano Urbanistico Generale (GUP) fu accettato nel 1923 ed incluse anche la parte del Belgrado Nuovo (Novi Beograd) al di là del fiume Sava. Tuttavia la mancanza di un sufficiente sistema di comunicazione fra le due sponde del fiume tramite dei ponti carrabili non permise l’espansione proposta.

8. Belgrado 1912

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Nel GUP del 1927 (fig. 9.) si iniziarono a progettare più ponti che attraversavano il fiume Sava e ad individuare una nuova strategica posizione per la realizzazione di un ponte sul Danubio. Solo nel 1934 fu costruito il primo ponte carrabile sul Sava, grazie a quale Belgrado adottò amministrativamente un paesino al di là del fiume denominato Zemun. Tuttavia, Zemun divenne un comune di Belgrado solo dopo la Seconda Guerra Mondiale, poiché, durante quest’ultima, fu occupato dall’esercito tedesco e fece parte dello stato Croato.

9. Belgrado 1927

Invece nel 1935 fu costruito il primo ponte ferroviario sul Danubio chiamato Pančevački, demolito successivamente nel 1941 da parte dell’esercito serbo durante i combattimenti della Seconda Guerra Mondiale per bloccare l’avanzata delle forze militari tedesche, fu poi ricostruito per uso ferroviario e carrabile nel 1946.

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10. Belgrado 1948

Il Piano Generale di ricostruzione dopo la Seconda Guerra Mondiale fu finito nel 1948 (fig. 10.)e nello stesso anno ebbe inizio la costruzione della nuova parte di Belgrado sulla riva sinistra del fiume Sava, dove nel 1952 fu fondato il nuovo comune di Novi Beograd. Novi Beograd era in questa epoca l’espressione d’idee urbanistiche di respiro internazionale e veniva conosciuto come “la città di luce, Sole e futuro”. Nel GUP del 1948 fu ideata una nuova rete di trasporto con 2 ponti in più sul Danubio di cui uno venne cancellato due anni più tardi. Dal 1950 (fig. 11.) in poi tutti i Piani Urbanistici Generali includevano solo un ponte in più a quello già costruito sul Danubio. Così l’espansione della città era concentrata solo dalla parte sinistra del fiume Sava e la terra al di là del Danubio rimaneva inesplorata.

11. Belgrado 1950

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“La città nel mare verde” fu il nome attribuito al nuovo GUP del 1972 (fig. 12.), ad esaltare l’importanza e l’espansione del suolo “verde” nel piano urbanistico della città. Finalmente nel 1984 si lavora con raziocinio a progettare le infrastrutture secondo le reali possibilità economiche della città. Nel GPU di questo anno si realizza il restringimento della organizzazione spaziale della città, si introduce il “new zoning” (la nuova zonizzazione), e si effettua la riduzione delle strade primarie rispetto al GPU del 1972. Infine in questi anni si individua l’attuale posizione per il secondo ponte sul Danubio. 12. Belgrado 1972

13. Belgrado 2003

I GUP dal 2003 (fig. 13.) al 2011 rappresentano la nuova e grande espansione della città di Belgrado con estrema flessibilità e dinamicità. Infatti nel 2011 è stata iniziata la costruzione del secondo ponte sul Danubio, finito ed aperto nel 2015 (fig 14-17.). Con la realizzazione di quest’ultimo Belgrado ha ampliato le sue possibilità di sviluppo urbano, anche se ancora regge poco il confronto con una città come Budapest che sullo stesso fiume presenta 9 ponti. Dal lontano piano urbanistico del 1912 molte idee avute già allora si stanno realizzando ai giorni d’oggi, e con l’attuazione del GUP del 2011 la città va nella direzione di essere all’altezza delle piante metropolitane delle più grandi città europee. Se si fosse continuata la tendenza ad espandere la città di Belgrado avuta nei primi 10 anni del nuovo secolo, il prossimo passo sarebbe dovuto essere la regolazione e costruzione del territorio rurale tra le due parti di città di Zemun e di Borča tramite un nuovo GUP.

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14. Belgrado 2011

15. Belgrado 2013

16. Belgrado 2014

17. Belgrado 2015

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3. Capitolo – Introducendo il Co – housing in Serbia

18. Belgrado, un progetto di social housing

In uno studio sulle abitazioni sociali pubblicato nel 2009 dal ufficio di urbanistica della città di Belgrado si evidenzia un aumento dello spostamento della popolazione dalle zone rurali e dai piccoli centri urbani di tutta la Serbia verso la capitale. Dall’analisi effettuata nello stesso studio si evince così la necessità di costruire nuovi palazzi residenziali che vadano a soddisfare le esigenze abitative di un numero sempre maggiore di abitanti. Infatti ultimamente sono in aumento i progetti di social housing (fig. 18-19.), destinati soprattutto alla popolazione meno abbiente. Tuttavia per migliorare ed aumentare l’accoglienza alla popolazione nel 2009 l’ufficio di urbanistica ha evidenziato come ancora la realizzazione di questi progetti di social housing incontri a Belgrado molte difficoltà, quali ad esempio: •la mancanza di disposizioni legislative e regolamentari; •la mancanza di luoghi per i nuovi complessi; •i problemi di accettazione di nuovi progetti da parte della popolazione stessa già residente; •la mancanza di normative e di standard per i progetti di social housing.

19. Belgrado, social housing realizzato

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Purtroppo la situazione attuale della città è tale che il GUP non riesce a ad avere regolamentare un corretto piano di realizzazione degli edifici e spesso si trova davanti a realtà di abusivismo edile. Inoltre sembra che non siano sfruttate a pieno le capacità del territorio e si sottovaluta che una delle soluzioni all’esigenza di più unità abitative possa essere a rigore di logica la costruzione di nuovi palazzi residenziali proprio nelle zone meno esplorate. Messe da parte le valutazioni socio-economiche della città che portano a evidenziare l’esigenza di social housing, da un punto di vista architettonico gli esempi di Co-Housing, come modalità di razionalizzazione del territorio, possono rappresentare una valida alternativa per affrontare le problematiche di Belgrado. Da una parte il territorio offre grandi spazi di costruzione e grandi risorse paesaggistiche, dall’atra il Co-Housing potrà portare una risposta all’aumento della popolazione metropolitana introducendo un nuovo stile di vita quotidiana.

20. Censimento, Serbia 2011

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21. Copenhagen Co-housing, Danimarka

Un Co-Housing (coabitazione solidale), è una specie di quartiere costituito da un gruppo di persone che partecipa ad un progetto di vita in comune. Per la prima volta di termine Co-Housing si parla nei paesi Scandinavi almeno 50 anni fa, poi l’esperienza si diffonde in tutto il Nord Europa, USA, Australia e Giappone sino a prendere campo negli ultimi anni anche in Spagna, Francia ed Italia. Ogni famiglia che abita in un Co-Housing ha la propria abitazione ma tutte condividono tra di loro spazi, valori, tempi e servizi (fig. 21-22.). Un Co-Housing è organizzato in tante abitazioni private, complete di tutti i servizi, alle quali si aggiungono spazi comuni esterni e interni che solitamente vengono utilizzati come ad esempio: salone per mangiare insieme, laboratori fai da te, lavanderie comuni, orti comunitari, angoli per bambini, asili, scuole.

22. Copenhagen Co-housing, Danimarka

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23. LILAC affordable ecological co-housing, Regno Unito

Come si può immaginare la sua possibilità di realizzazione prevede che la popolazione abbracci il concetto di comunità e condivisione. Indipendentemente dalle diverse culture dei vari stati dove uno può pensare di progettare una realtà di Co-Housing il rischio è di scontrarsi con l’individualismo dei nostri tempi. Dall’altro lato oggi andiamo sempre più incontro a difficoltà di gestione della vita quotidiana per la mancanza di aiuti familiari. È diventato sempre più difficile mantenere nel tempo le relazioni soddisfacenti con i familiari, ma anche colleghi, partner, vicini di casa. In questa prospettiva il Co-Housing offre un contesto sociale privilegiato, simile a quello diffusissimo nel mondo del “villaggio”, dove le persone si conoscono bene, si comprendono e si aiutano. Non sarà mai tutto idilliaco, ma il villaggio ed il Go-Housing si accordano bene con uno stile di vita più armonico di quello attualmente prevalente.

24. LILAC affordable ecological co-housing, Regno Unito

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26. Hasselt Cohousing, Belgio

La famiglia odierna e l’attuale rigida divisione degli spazi abitativi mostrano sempre più i loro limiti, basta osservare il grande numero di bambini che affronta la solitudine rimanendo per ore in casa, la difficile conciliazione dei tempi della famiglia e del lavoro, la mancanza di luoghi di incontro e di sana socializzazione per bambini, adulti ed anziani. Anche senza arrivare alle situazioni “difficili”, il bambino urbano e l’anziano sono gli anelli deboli dell’attuale organizzazione sociale, quelli che in contesto di Co-Housing ritrovano il loro spazio, riscoprono le cose vere e importanti, beneficiano della protezione di una comunità. È proprio quest’ultimo aspetto del CoHousing che suscita l’attenzione delle Amministrazioni locali, che manifestano grande interesse verso le risorse e prestazioni non professionali, tra cui anche le relazioni di buon vicinato, al fine di provvedere con risorse sempre minori a necessità crescenti.

26. Troy Gardens Cohousing, USA

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4. Capitolo – Contributo personale 4.1. L’obiettivo della presente tesi L’obiettivo della presente tesi è dimostrare la possibilità di trasportare il progetto di Co-Housing a Belgrado come soluzione per risolvere la necessità di un aumento di unità abitative, promuovere un nuovo stile di vita che integri la popolazione e combatta la solitudine dei nostri tempi ed infine riqualificare alcune aree urbane della città. La modalità di progettazione dei nuovi quartieri abitativi non si limita a copiare le soluzioni già presenti negli altri paesi, ma si pone lo scopo di integrare il Co-Housing nel substrato di una città unica nella grande variabilità architettonica che la caratterizzata nel corso della storia.

27. Belgrado

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28. Quartiere residenziale Aerodrom, Kragujevac

L’idea è stata quella di riprendere dei progetti di quartieri residenziali già esistenti dagli anni 80 in alcune città Serbe, trasformarle in un contesto architettonico di CoHousing aggiungendovi le aree e gli spazi di condivisione della popolazione, e trasportarle sul suolo di Belgrado a riqualificare una zona rurale della città. In particolare oggetto della presente tesi è il quartiere residenziale di Aerodrom a Kragujevac (fig. 28-29.) che è stato trasformato a riqualificare la zona di Borča a Belgrado. Infine è stato previsto che gli appartamenti sarebbero stati dati esclusivamente in affitto e tutti coloro che decidessero di abitare nel quartiere rispettando le regole definite da parte del fondatore del progetto abitativo. Progetto che può essere finanziato sia dalla pubblica amministrazione che da enti privati, ma che deve essere per statuto non profit.

29. Quartiere residenziale Aerodrom, Kragujevac

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4.2. Il sito del progetto Palilula Palilula (fig. 31.) è il comune più a nord-est della città di Belgrado, ed estendendosi da entrambi i lati del Danubio, viene da questo ad essere suddivisa nella regione di Sumadija e nella regione di Banat. Il comune di Palilula rappresenta la municipalità di Belgrado con maggiore estensione territoriale che si estende da un nucleo fortemente abitato vicino al centro della città, sino ad un’area sulla riva sinistra del Danubio scarsamente abitata. La zona pianeggiante con terreno per lo più paludoso, agli ultimi anni del diciannovesimo Palilula subisce un forte processo di costruzione. Per la maggior parte vengono costruiti dei palazzi residenziali affiancati da alcuni fondi commerciali. Borča

31. Comune di Palilula, Belgrado

Borča è un’area situata a nord di Belgrado, nel comune di Palilula. La zona dal 1918 entra a far parte del Regno di Jugoslavia, prima, dal 1918 al 1922 all’interno del confine della regione di Banat, dopo, dal 1922 al 1941 entrando ufficialmente a far parte di Belgrado. Durante la Seconda Guerra Mondiale la zona fu occupata dai militari tedeschi e reinserita nella regione di Banat con una amministrazione autonoma tedesca. Successivamente nel 1949 fu liberata e dal 1965 entrò a far parte del comune di Palilula. Dagli anni ‘60 Borča ha visto una accelerazione del suo sviluppo sino da avere oggi circa 46 000 abitanti, ed essere considerata la più grande periferia della città di Belgrado. 18


L’area di Borča sottoposta a riqualificazione nella presente tesi si trova nella zona di Nord-Ovest di Belgrado, all’altezza del comune di Zemun (fig. 30.), al di là del Danubio e vicino al nuovo ponte sul Danubio Mihajlo Pupin costruito nel 2015. La zona attualmente è completamente disabitata. La scelta di questa area mira a sfruttare il potenziale urbano che ci dà il nuovo ponte Mihajlo Pupin di sviluppare la riva sinistra del Danubio. In accordo con quelli che erano gli intenti nei vari GUP dal 1948 ad oggi. L’intento è stato quello di espandere la componente urbana lungo la nuova tangente verso la parte di Borča sino al argine, con l’idea che in un futuro la parte paludosa (Kubici di Danubio), che si estende al di là del argine fino al fiume, possa essere destinata alla realizzazione di un parco nazionale. Così come nel 1948 la realizzazione del comune di Novi Beograd sulla riva sinistra del Sava fu la riflessione architettonica di una intera epoca oggi la riva sinistra del Danubio potrebbe offrire l’opportunità di costruire una Belgrado attuale, che racchiuda nel suo piano urbanistico le influenze socio-culturale del nostro tempo. 30. Borča nel comune di Palilula

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4.3. Il progetto architettonico di Co-Housing L’Intero quartiere è pensato come un’unica zona pedonale rettangolare delimitata da una strada carrabile che lo circumnaviga. I numerosi posti auto sono stati disposti in modo che siano meno possibile notabili dalle aree verdi comuni. Nel progetto si possono individuare 4 tipologie edilizie destinate a diverso uso: palazzi residenziali, edifici scolastici, edifici per uso sociale e fondi.

32. Il quartiere, vista dall’alto

I palazzi residenziali sono di due diverse tipologie per venire in contro ai bisogni di varie tipologie di nuclei familiari. Vi sono palazzi di 4 e 5 piani con 4 appartamenti per ogni piano, e con ogni appartamento per famiglie di 4 membri; oppure palazzi di 6 e 7 piani con 8 appartamenti su ogni piano, e con appartamenti per copie o famiglie di 3 membri. Tutti gli appartamenti hanno una cucina – soggiorno, le camere da letto in numero necessario al nucleo familiare, i servizi e, quasi tutti hanno un balcone proprio. Inoltre i palazzi residenziali sono collegati tra loro da giardini pensili ad uso dei condomini che possono anche essere coltivati come orti condominiali.

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33. Scuola per l’infanzia

Gli edifici scolastici sono costituiti da una scuola per l’infanzia per bambini dai 3 ai 6 anni (fig. 33.) e da una scuola elementare/media (scuola obbligatoria) per bambini dai 7 ai 15anni (fig. 34). L’asilo è costituito da le piccole aule, la mensa, cortile esterno recintato con attrezzature per attività ludiche e una parte dedicata agli uffici amministrativi. La scuola è dotata di aule didattiche in numero sufficiente agli alunni, un auditorium, diversi laboratori, una palestra, un’area verde esterna con campi sportivi (campo da calcetto, pallavolo, tennis e basket), una mensa, una biblioteca ed una parte dedicata agli uffici amministrativi. La scuola a differenza dell’asilo ha la parte esterna non recintata come normalmente si ritrova negli esempi di edifici scolastici in Serbia a differenza che in Italia.

34. Scuola elementare/media

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35. Vista A

Gli edifici per uso sociale sono distribuiti nell’area del quartiere a seconda della loro destinazione d’uso: locali come la lavanderia sono presenti al piano terra di ogni palazzo residenziale, mentre i locali che non sono strettamente legati alla vita domestica delle famiglie come per esempio la ludoteca o lo spazio per gli hobby sono raggruppati tutti in un edificio facilmente raggiungibile da ogni palazzo del quartiere. Quest’ultimo infatti è composto da un unico piano terra con un salone da pranzo con cucina, una ludoteca, uno spazio per gli hobby, delle sale riunioni. Inoltre alcuni palazzi residenziali sono dotati al pian terreno di una foresteria con alloggi per gli ospiti degli abitanti del quartiere. Infine la quarta tipologia edilizia è costituita dal dei fondi siti al pian terreno di altri palazzi residenziali. Intorno agli edifici descritti per tutta la superfice del quartiere si estende un’area pedonale costituita prevalentemente da spazi pubblici verdi non recintati e delimitati da strade pedonali pavimentate. Gli spazi verdi della scuola sono contigui agli spazi pubblici e i campi sportivi annessi alla scuola sono in realtà ad uso della comunità quando non utilizzati dagli alunni. Tutte le strutture descritte si snodano con i loro spazi verdi intorno ad una piazza centrale vista come il punto d’incontro principale della comunità.

36. Vista B

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BIBLIOGRAFIA

BELGRADE: MAPS AND PLANS FROM THE 18TH – 21ST CENTURY

Brošura - Urbanistički zavod Beograda juče, danas. sutra

Kosta Nikolić, Nikola Žutić, Momčilo Pavlović, Zorica Špadijer: Историја за трећи разред гимназије, Belgrado, 2002

Levinsohn Florence Hamlish, Belgrade: among the Serbs. Ivan R. Dee, Chicago, 1995

Neven Andjelic, Bosnia-Herzegovina: The End of a Legacy, Frank Cass, 2003

Pavić Milorad. A Short History of Belgrade. Belgrado, 2000.

Studija socijalnog stanovanja RS - Marija Lalošević, architetto e mr Zaklina Gligorijevic, architetto.

The growth of cohousing in Europeby Matthieu Lietaert, Researcher, European University Institute in Florence, Italy

The Swedish National Association Cohousing NOW - Puzzling patterns of co-housing in Scandinavia - Bertil Egeröv 23




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