La pnl nello studio delle interferenze aliene

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La PNL nello studio delle interferenze aliene di Luciano Scognamiglio, aprile 2010

Cosa sono realmente le interferenze aliene? E' opinione comune, nell'ambito dell'ufologia ma anche tra tutti coloro che credono all'esistenza di forme di vita extraterrestre, che le apparizioni degli UFO siano eventi non comuni, e che i contatti con gli esseri a bordo di essi siano eccezionalmente rari al punto da costituire pochi eclatanti casi studiati nella storia contenenti elementi inspiegabili e quasi irreali, destinati a morire insieme alle persone che li hanno vissuti. Purtroppo la realtà è tutt'altra, ma prima di arrivare alle cifre è opportuno capire quali sono le interferenze aliene, e per farlo prenderò in prestito la famosa classificazione di Josef Allen Hynek, astronomo, astrofisico ed ufologo statunitense. Questo ricercatore riconosceva quattro tipi di contatti possibili con forme di intelligenza aliena secondo quanto riportato da numerosi testimoni: l'incontro ravvicinato del primo tipo, ovvero l'avvistamento di uno o più UFO; l'incontro ravvicinato del secondo tipo, cioè l'osservazione di effetti fisici prodotti da un'attività ufologica; l'incontro ravvicinato del terzo tipo, ossia il contatto visivo con esseri viventi non terrestri in associazione con un avvistamento di UFO; ed infine l'incontro ravvicinato del quarto tipo, rappresentato dal rapimento di un soggetto ad opera di un UFO o dei suoi occupanti. Per lungo tempo si è creduto che queste manifestazioni aliene fossero più presenti seguendo in ordine inverso la scala di Hynek, ma i dati raccolti nelle ultime decine di anni ci mostrano che è esattamente il contrario, ovvero che l'attività aliena sul pianeta terra si verifica maggiormente man mano che si prosegue nell'ordine ascendente di quella classificazione. Non sapendo ciò, gli ufologi si sono sempre concentrati, e purtroppo quasi tutti continuano ancora a concentrarsi, sui meri avvistamenti, con foto e video, fiondandosi in massa sui luoghi dove pare si siano verificate interferenze ufologiche come segni, bruciature e cerchi nel grano, e facendosi brillare gli occhi ogni volta che è possibile tempestare di domande il protagonista di un qualche famoso episodio di abduction, ovvero di incontro ravvicinato del quarto tipo. E' invece proprio quest'ultima casistica che si rivela tutt'altro che rara, e che ci ha consentito, indagandola con gli opportuni mezzi, di capire cosa stava realmente succedendo e dove sbagliavamo per non rendercene conto. Grazie alle giuste tecniche utilizzate, il fenomeno dei rapimenti alieni si è scoperto essere qualcosa di più reale, diffuso, complesso e terribile di quanto inizialmente immaginato. Molti degli aspetti di questo genere di avvenimento sono stati investigati, sviscerati e capiti ad un livello profondo solo in Italia dal dottor Corrado Malanga, docente e ricercatore di chimica organica presso l'università di Pisa, mentre all'estero vengono a malapena menzionati dagli addotti e da ricercatori del calibro di Budd Hopkins, David Jacobs e Derrel Sims, che usano l'ipnosi per recuperare i ricordi bloccati delle abduction. Il problema risiede appunto non solo nel fatto che gli sfortunati protagonisti dei rapimenti alieni ricordano poco o nulla di questi eventi, ma anche nelle caratteristiche interferenze aliene in essi presenti che fanno di tutto per ostacolare il processo di recupero ricordi, di acquisizione di coscienza del problema, e di azione volta a conoscere queste interferenze e ad eliminarle da sé e dalla propria vita. Il procedimento, per quanto possa essere agevolato da qualcun altro che possibilmente conosca nel dettaglio la materia e l'ipnosi, è in realtà personale, inizia e continua solo per propria volontà, e se questa volontà non si traduce in potere e quindi in azione, il procedimento stesso non viene portato a termine e l'addotto viene “perso”. Le interferenze aliene avvengono infatti a diversi livelli ed influenzano la vita degli addotti fino alla loro morte, e anche oltre. Grazie alle ricerche approfondite che si sono potute fare in Italia nelle ultime decine di anni, è risultato che il fenomeno delle abduction non solo è uguale in tutto il mondo e non varia a seconda delle persone, ma anche che ci sono molti più addotti di quanto inizialmente si pensava: la percentuale media stimata, infatti, è dell'1% circa, ovvero poco più di 600mila persone in Italia, e in totale quasi 70 milioni di persone in tutto il mondo. Numeri che sembrano essere verificati ogni giorno e che portano a riconsiderare più seriamente il problema.


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