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Memoria e futuro del vuoto Void, remembrance and future
from OFFICINA* 32
by OFFICINA*
memoria collettiva, vengono riproposti questi ele - menti; modelli per la ricostruzione dei servizi primari replicati in un unico sistema, una rete di luoghi del welfare , diffuso nella città, che rispetti e serva gli as setti proprietari esistenti delle aree residenziali. Questi punti nevralgici generano tra loro una ten sione destinata a saturarsi nel tempo in base alle ne - cessità della città, occupando e ridisegnando la sede stradale nel suo tradizionale ruolo di spazio del com mercio, di socializzazione e democrazia. Fungendo da diaframma lungo la strada, la rete si snoda tra il costruito e il vuoto, senza negare quest’ultimo, ma permettendo, secondo necessità o memoria, la formazione di spazi a differenti densità (Trombetta, 2002); un’alternanza di aree aperte ed al - tre più riparate e ombreggiate che permetta di fluire tra spazi a diversi gradi di saturazione, regolando allo stesso tempo gli accessi alle strade semi-private e configurando un bordo di attesa per i nuovi edifici re sidenziali. In questo modo, partendo dai vuoti, rileggendone e restaurandone il significato, si aiutano le ferite urba - ne a ricucirsi progressivamente, consolidando la città nella sua ricostruzione. *
NOTE , ampia regione, estesa dal Marocco 1 – Middle East and North Africa all'Iran, teatro sin dalla fine della Seconda Guerra Mondiale di guerre, conflitti civili e terrorismo che hanno ostacolato lo sviluppo politico ed economico creando terreno fertile per ulteriori violenze, spesso fomentate dalla contesa delle notevoli riserve di petrolio e gas naturale della regione.. 2 – Per Bogdan Bogdanović l'urbicidio è “una opposizione manifesta e violenta ai più alti valori della civiltà”. Esso indica il deliberato e atroce attacco bellico mosso alle città comprendente la distruzio ne fisica e simbolica della cultura, dello spirito e della comunità urbana. BIBLIOGRAFIA – Albrecht, B., Galli, J. (2019). Urbicide Mosul. Triggers for reconstruc - tion. Reconstruct, sensitive employment creation through bottom-up cellular strategy . Conegliano: Anteferma. – Hakim, B. S. (1986). Arabic-Islamic cities. Building and planning . London: Kegan P. International. principles – Herdeg, K. (1990). Formal structure in islamic architecture of Iran . New York: Rizzoli international. and Turkistan – Trombetta, C. (2002). L’attualità del pensiero di Hassan Fathy nella cultura tecnologica contemporanea . Soveria Mannelli: Rubettino editore.
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Quale atteggiamento adottare nei confronti del vuoto? Come intervenire di fronte a esso quando ge - nerato da una sistematica distruzione? La risposta è contenuta nel vuoto stesso; seppur distrutte, le ma cerie ci raccontano molto, sono ricche di tracce, testi - monianze e ricordi di ciò che esisteva prima e da cui ripartire reinterpretandoli. In Iraq, a Mosul, uno dei numerosi centri facenti par 1 , la guerra si è consumata tra i te della MENA Region quartieri residenziali. La città è stata bombardata du - rante la lunga battaglia contro l’ISIS e numerosi fattori, come la distruzione di edifici istituzionali, di quelli le - gati alle attività economiche, la mancanza di alloggi e di acqua hanno alimentato il conflitto dall'interno. Gli edifici più colpiti da tale “urbicidio”
2 , quelli con funzioni collettive come ospedali, scuole, edifici di culto, della produzione e del commercio, si trovavano lungo le maggiori arterie viarie, dove i loro resti ora formano una successione di grandi vuoti, fratturan - do la trama urbana. La ricostruzione deve partire da queste cicatrici, luoghi pubblici e di socializzazione, fondamentali per rinsaldare una comunità segnata da eventi traumatici. Dopo i conflitti mondiali del Novecento il tema del - la ricostruzione dei centri storici è stato ampiamente affrontato trovando risposta nel restauro urbano. A Mosul però, la maggior parte dei quartieri, di matrice formale o informale (Herdeg, 1990), si sono sviluppa - ti attorno al nucleo antico in periodo post-industriale, abbandonando quei caratteri tradizionali della città e dell’architettura arabo-islamica, espressione di una maturata conoscenza di fattori culturali, ambientali e sociali. La ricostruzione pone dunque l’occasione per ripensare questi quartieri e operare in essi uno svilup po tecnologico e sociale. Il centro storico della città arabo-islamica, e di Mo - sul stessa, viene riconosciuto come modello da ag giornare, integrare, e tornare ad applicare (Albrecht, Galli, 2019). L’insieme dei suoi caratteri, la ricchezza di spazi gerarchizzati, l’articolato alternarsi di pieni e vuoti, assieme alle differenti spazialità degli edifici tra dizionali e la loro collocazione funzionale all’interno della città, disegnano successioni di spazi in dialogo tra loro (Hakim, 1986). Sulle ferite dell’agglomerato urbano, rileggendone e mantenendone funzioni originarie, collocazione e
Memoria e futuro del vuoto
Void, remembrance and future
Sabrina Righi Architetto, si occupa di restauro e digitalizzazione BIM. sabrinarighi94@gmail.com
Andrea Russo Architetto, si occupa di progettazione e ristrutturazione edilizia. bpld@live.it
Un quartiere a sud del centro storico di Mosul: a sinistra i vuoti rimasti tra le abitazioni, a destra il nuovo sistema pubblico di servizi e i blocchi residenziali sorti attorno a esso. Neighborhood south of historical centre of Mosul. Destructions-caused voids inbetween buildings (left) the new public services’ system and residential blocks around it (right). Sabrina Righi, Andrea Russo