Manhattan, 12
ottobre
2006.
Signor Waller, permette?
Sentite
stronzi…
io non sono affatto
Signor Waller,
allegro.
stiamo facendo
E
mio nonno…
…
non ne
so nulla …
un servizio su suo nonno.
Che
ne so io
di mio nonno.
…
nulla di nulla .
Mai
Suo
sentito
parlare di lui.
nonno
rallegrò l'America,
Mr. Waller
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Non
Era Fats Waller, Mr. Waller, gli
lasciatemi in pace .
di nessuno.
piacevano cioccolato e
me ne frega un
cazzo di essere il nipote
Whiskey.
Signor Waller…
… Beh,
E
era un genio.
lei è suo nipote .
Si,
Signor
una
Va
merda!
senz'altro.
bene .
Grazie . io non sono un
signore .
Non
mai stato.
Avete
qualche
spicciolo?
Già
già .
M'avevano parlato di quel tale . Insomma, C'è
la
disturbiamo più.
mio nonno.
da ridere, mio nonno.
noi non abbiamo nonni.
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LATO A
LA
VOCE
N O R D DEL PA
E
Manhattan, 13 giugno 1937.
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L’America del New Deal ha una cornice sonora: il jazz. Sono gli anni dell’ Apollo e del Cotton Club. La musica di Duke Ellington, Count Basie, Benny Goodman e Louis Armstrong risuona ovunque. La gente balla e impazzisce.
In quelli anni crescono le big band, simbolo dell’America. E da queste emergono i grandi solisti, simbolo dell’americano ideale. I dischi di solisti, non si ballano e si vendono meno…
Ma i solisti sono la sintesi del jazz. Solo, o col suo complessino di cinque musicisti, Fats è ammirato dai colleghi e amato dal pubblico, che canta le sue canzoni. Fats registra da solo quando vuole.
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Oggi Thomas Fats Waller incide in solitario.
“I Ain’t Got Nobody”, take one .
Quando suona crede di essere Chopin…
…
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neppure una battuta di spirito…
Troppa
attesa per cosĂŹ pochi risultati.
Ho finito, dolcezza . Cinque canzoni!
GiĂ ! pianoforte mi ha mangiato le dita . Il
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Te
le dedico, mia piccola Honeysukle !
Sì,
grazie .
Mi
Senti, THOMAS. lasceresti mille dollari per la mia mamma?
Certo,
cuoricino, ti lascio i 500 che mi hanno pagato, ma prima andiamo in…
Ah,
Fats Waller, “Hot Chocolates".
quello è
l'autore di
…
un posticino intimo. Che ne dici, eh?
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Adesso non posso.
Ciao FATS, ti telefono uno di questi giorni.
Questa non è la solita storia dello sprovveduto travolto dalla passione per una donna perfida e insincera.
Mai
stato tanto felice come con “Hot C hocolates”.
É di più, anche se sembra eccessivo: è il confronto tra due mondi contrapposti: quello dell’ arte, della sensibilità, e quello degli affari.
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