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Il trapianti di microbiota contro gli effetti dei chemioterapici

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Uno studio dell'Università Cattolica di Roma testa la procedura su venti pazienti che assumono farmaci IL TRAPIANTO DI MICROBIOTA CONTRO GLI EFFETTI DEI CHEMIOTERAPICI

di Marco Modugno

Trapianto di batteri intestinali per curare la diarrea da farmaci, è ciò che hanno fatto gastroenterologi, microbiologi e oncologi del policlinico Gemelli e dell’Università cattolica di Roma. Lo studio, pubblicato su Nature Communications, sui primi 20 pazienti ha funzionato.

Questo è purtroppo un effetto collaterale delle terapie antitumorali, che può peggiorare la vita del paziente, e alcune volte costringe il medico a sospendere il trattamento o ridurre la dose del farmaco, complicando il percorso di cura. Il microbiota è l’insieme di tutti i microrganismi che abitano l’interno del nostro tubo digerente, che svolgono una serie di funzioni essenziali: di tipo metabolico, di sintesi di sostanze utili, di protezione e di stimolo del con una risoluzione completa della diarsistema immunitario e di eliminazione di rea (avvenuta già dopo una settimana dal sostanze tossiche. Gli autori della ricerca, trapianto) un effetto che invece non si è hanno infuso tramite colonscopia, il microriscontrato in nessuno del gruppo di conbiota di individui sani, in 20 pazienti, età trollo. Grazie al trapianto, 7 pazienti su media 65 anni, affetti da carcinoma a cel10 hanno evitato la riduzione del TKI, che lule renali in fase meinvece è stata necestastatica e in terapia saria in 3 dei pazienti con gli inibitori TKI. Il microbiota è l’insieme del gruppo di conI 20 pazienti, tutti vittime di una diarrea di tutti i microrganismi che trollo. La manipolaziosevera da TKI, sono abitano l’interno del nostro ne e trapianto del stati divisi casualmente in 2 gruppi: il tubo digerente microbiota intestina le, viene già effettua gruppo FMT (Fecal ta nelle coliti ricorMicrobiota Tranrenti da Clostridium splantation) a cui è stato infuso il microbiodifficile. Sono in fase di studio moltissime ta fecale da donatore, e il gruppo di conaltre applicazioni, in ambiti clinici molto trollo, che ha invece ricevuto un placebo. diversi. «Il nostro lavoro – dice GiovanNel gruppo FMT, 7 su 10 sono guariti: ni Cammarota, professore associato di nell’arco di 4 settimane dal trattamento, Gastroenterologia alla Cattolica di Roma,

ne della risposta clinica». «Il trattamento con i TKI – commenta Ernesto Rossi, oncologo presso il Comprehensive Cancer Center della Fondazione Gemelli IRCSS e primo autore dello studio con Gianluca Ianiro, gastroenterologo – rappresenta una pietra miliare del trattamento dei tumori renali metastatici. Spesso dà come effetto collaterale la diarrea, che ad oggi non ha un trattamento specifico, al di là della sospensione della terapia anti-neoplastica o della riduzione della posologia del farmaco. Il nostro è il primo studio in assoluto effet© sdecoret/www.shutterstock.com tuato con finalità terapeutiche sull’uomo e ha dimostrato l’efficacia e la sicurezza di responsabile Unità di Gastroenterologia questo approccio. e Trapianto di Microbiota del Policlinico Questa cooperazione tra oncologi, Universitario Gemelli IRCCS e coordinagastroenterologi e microbiologi, è uno tore dello studio, ha dimostrato che l’utistudio pilota che apre la strada a una nuolizzo di microbiota intestinale da donatore va via di trattamento della diarrea grave. rappresenta un’opzione terapeutica proLa tempistica delle infusioni andrà studiamettente anche per la ta, per capire quangestione della diarrea do eventualmente dovuta a TKI. Grazie Gli autori hanno infuso ripetere il trapianto all’analisi approfondita del microbiota il microbiota di individui fecale e con quali intervalli per avere un dei pazienti, condotsani, in 20 pazienti affetti effetto prolungato. ta da Nicola Sagata, del dipartimento di da carcinoma e in terapia Una volta che avremo caratterizzato Biologia cellulare approfonditamente i dell’Università di batteri responsabili Trento – aggiunge Cammarota - si è dimodella remissione, nulla vieta di mettere a strato che i batteri “buoni” attecchiscono punto preparati batterici da somministrabene nell’intestino di chi riceve il trapianre per altre vie, evitando così ai pazienti la to, che quindi acquisisce la microbiologia colonscopia, che è comunque una metodidel donatore. E l’attecchimento è la ragio- ca invasiva».

© Christoph Burgstedt/www.shutterstock.com

«La preparazione e la gestione del materiale fecale da trapiantare – spiega il Maurizio Sanguinetti, Direttore del Dipartimento Scienze di laboratorio e infettivologiche del Policlinico Gemelli IRCCS - è un’attività non banale che deve essere condotta seguendo precise procedure. Per questo motivo il Laboratorio di Microbiologia, in particolare Luca Masucci e Gianluca Quaranta, ha certificato tali procedure nell’ambito dapprima della Certificazione ISO9001:2015 e poi chiedendo e ottenendo l’accreditamento del laboratorio al Centro Nazionale Trapianti. Il rispetto di queste procedure garantisce una sicura e riproducibile preparazione delle popolazioni batteriche che saranno poi trapiantate nei pazienti, in questo caso oncologici».

«Il nostro studio apre per la prima volta un nuovo possibile scenario di trattamento delle diarree indotte dalle terapie oncologiche – prosegue Cammarota - sarà interessante valutare l’efficacia dell’FMT per il trattamento delle diarree indotte da tutti gli agenti terapeutici attualmente in uso in oncologia». Sulla possibilità di utilizzare il trapianto di microbiota non solo per controllare gli effetti tossici delle cure, ma per ottimizzare l’efficacia dei farmaci immunoncologici, Cammarota risponde così: «Il senso è quello di usare infusioni di microbiota per migliorare gli effetti dei farmaci immunoterapici utilizzati nei pazienti con forme metastatiche di melanoma, di tumori del polmone o del rene. Parliamo di un ambito di ricerca interessante e promettente, su cui si sta lavorando molto».

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