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BREVI
LA BIOLOGIA IN BREVE
Novità e anticipazioni dal mondo scientifico
a cura di Rino Dazzo
RICERCA Il segreto di sonno e umore è nell'intestino
Una buona digestione aiuta l'umore. Sono diversi gli studi che attestano l'importanza del microbiota, l'insieme dei batteri che vivono simbioticamente con l'uomo all'interno dell'intestino, nel tenere sotto controllo disturbi come ansia, stress, depressione o insonnia. La Colorado University ha studiato come l'alterazione dell'equilibrio dei batteri di un fermento lattico, il Lactobacillus rhamnosus HN001, peggiori la qualità del sonno andando a intaccare il funzionamento del triptofano, l'aminoacido di cui è fatta la serotonina. Per comprendere a fondo l'importanza del microbiota e degli psicobiotici, integratori che hanno effetti benefici sulla psiche, è stato organizzato da Bromatech, col patrocinio della Società Italiana di Biologia sperimentale, un webinar di aggiornamento per il 22 settembre, parte di un ciclo che si completerà il 24 ottobre e rivolto al personale medico.
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SALUTE Malattie autoimmuni, speranze grazie ai centenari sardi
Dallo studio dei centenari dell'Ogliastra, la provincia della Sardegna centro-orientale, arrivano nuove chiavi per la lotta alle malattie autoimmuni. ProgeNIA/SardiNIA, la ricerca di Cnr e Università di Sassari guidata dal professor Francesco Cucca, ha individuato infatti nuovi bersagli terapeutici per queste particolari malattie. Lo studio, pubblicato su Nature Genetics e condotto su 4mila persone, ha consentito di far luce su 120 nuove associazione tra varianti genetiche e livelli di almeno uno dei 700 parametri immunologici esaminati, migliorando di cinque volte le conoscenze esistenti in materia. L'analisi sui centenari sardi coordinata da Cucca rappresenta solo l'ultimo degli importanti step di ProgeNIA, la ricerca tutta italiana che ha offerto, negli anni, numerose opportunità terapeutiche per le malattie provocate da un cattivo funzionamento delle cellule immunitarie.
GENETICA Alzheimer: l'IA fa luce sulle prime fasi della malattia
Quali sono i meccanismi alla base dello sviluppo iniziale dell'Alzheimer? A far luce sulle prime fasi della malattia ci ha pensato uno studio italiano condotto da Cnr-Istc, Università Campus Bio-Medico di Roma e Neuromed, in cui i ricercatori si sono avvalsi di un modello di Intelligenza Artificiale capace di simulare alcune funzioni del cervello umano. Lo studio ha consentito di comprendere meglio le conseguenze del malfunzionamento dell'area tegmentale ventrale, la VTA, situata in profondità nel cervello: dapprima sopraggiunge una fase di depressione, causata dallo sfasamento dei livelli di dopamina, quindi inizia l'accumulo di proteine neurotossiche che provoca la distruzione di neuroni nelle aree del cervello funzionali a memoria e altri processi cognitivi. La ricerca traccia la strada per diagnosi precoci efficaci e per lo sviluppo di terapie mirate per le prime fasi della malattia.
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INNOVAZIONE La pupilla strumento per misurare la coscienza
Gli occhi sono lo specchio dell'anima, ma possono fornire anche un metodo per misurare lo stato di coscienza e le sue alterazioni. Come? Attraverso la meditazione mindfulness. A rivelarlo è l'Università di Pisa, promotrice di uno studio in collaborazione con l'Università di Firenze in cui si indica la misura della pupilla come strumento per studiare la funzionalità del cervello. Come accertato dai ricercatori toscani, infatti, la grandezza della pupilla non è regolata soltanto dalla quantità di luce nell'ambiente, ma da una serie di altri fattori di natura cognitiva, percettiva e fisiologica. Attraverso la meditazione, in cui la mente è libera da influenze e disturbi esterni, è possibile registrare variazioni collegate alla plasticità del cervello, alle capacità di apprendimento e adattamento all'ambiente, aprendo la strada a una serie di molteplici ricerche e applicazioni sull'argomento.
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SALUTE Diabete, una puntura nel cervello per regolare gli zuccheri
La punturina? Nel cervello. In futuro si potrebbero ripristinare per settimane o mesi i normali livelli di zucchero nel sangue dei diabetici grazie all'iniezione chirurgica di una proteina da eseguire direttamente nel cervello. La proteina è la FGF23, nota come fattore di crescita dei fibroblasti 23, e iniettata nella testa nei topolini diabetici ha fornito risposte molto incoraggianti. Autori della scoperta i ricercatori delle università di Washington e Copenhagen, che hanno pubblicato i loro studi su Nature Communications e Nature Metabolism. La proteina in questione si è dimostrata in grado di riparare le reti perineuronali danneggiate dal diabete, favorendo anche la riposta dei taniciti, cellule gliali sensibili ai nutrienti che si trovano nell'ipotalamo. La possibilità di normalizzare a lungo termine i livelli di zucchero del sangue, ora, è un po' meno lontana.
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