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La difficile convivenza tra uomo e orso
Non c’è pace per Yoghi. Dall’Italia alla Siberia, un anno complicato per i rapporti tra popolazione e specie animale
Nel 2020 la popolazione di orsi in Italia è cresciuta e si è rafforzata, portando anche un aumento degli episodi di predazione a danni di fattorie e allevamenti
Ribelli, fragili, buoni, cattivi, astuti, video postati sui social) e aumentano, o per lo pericolosi. Li descriviamo e li chiameno si ripetono, anche episodi di predaziomiamo con nomi umani, da Yoghi ne a danni di fattorie e allevamenti. a Papillon, affidiamo loro semplici Accade così, in una sola estate, di vivere lettere e numeri per riconoscerli, ci meraviuna alternanza continua di sentimenti che angliamo per la forza e bellezza che hanno, ci cora non ci aiuta a decifrare le linee sottili del spaventiamo e infuriano quando predano i rapporto di convivenza. nostri animali. Prima, la commozione per il rarissimo
Sono passati secoli dalle “venatio” roavvistamento di una madre orsa in Abruzzo mane, quando gli orsi e altri animali selvatici con ben quattro cuccioli. Poi, il tifo da stadio, erano cacciati e uccisi quello divisivo, per chi per spettacolo e sono chiedeva la cattura e serviti lustri per camNel 1996 il progetto europeo l’uccisione oppure la biare le nostre opinio ni e vederli “ricresce “Life Ursus” tutelava gli orsi libertà dell’orso bruno M49, l’esemplare chiare” nelle nostre terre: bruni delle montagne mato Papillon più volli abbiamo “predati” per anni, eppure andel Brenta e del Trentino te preso e fuggito (ora è di nuovo nel recinto cora oggi, in tempi di del Casteller) facendoconservazione degli si beffa delle autorità. animali, il rapporto uomo-orso appare comInfine, la paura per un giovane aggredito. plicatissimo. Questa estate, appena trascorsa, Sentimenti che in fondo nascono da un ne è stata l’ennesima dimostrazione. percorso iniziato nel 1996 quando scattò il
Lo scrittore Ernest Hemingway, parprogetto europeo “Life Ursus” per tutelare la lando dell’orso, diceva che “c’è qualcosa di popolazione di orsi bruni delle montagne del nobile in questa grossa bestia, qualcosa che Brenta e del Trentino. Verso la fine degli anni fa pensare ad un barlume di sentimento umaNovanta furono liberati infatti due esemplano, sparare ad un orso ri, Masun e Kirja, e poi è come sparare ad un altri otto orsi dalla Slofratello”. Quel sentimento umano, però, a volte sembra scivolarci Oggi, in quelle stesse zone, si stima vivano circa 90 orsi, venia pochi anni dopo, e attraverso riproduzione, spostamenti e via dai pensieri. Nell’estate scorsa infatti, coloratissima ben 30 in più di quelli di appena cinque anni fa politiche di conservazione vent’anni dopo ci ritroviamo con un di episodi con orsi ripopolamento imporprotagonisti, il dibattitante: oggi in Trentino to sulla convivenza fra plantigradi e umani è si stima vivano circa 90 orsi, ben trenta in più tornato ad essere centrale. di quelli di appena cinque anni fa.
Il problema, se così lo si vuol definire, è A questi, in Italia, vanno aggiunte le fache nel 2020 la popolazione di orsi in Italia miglie di orsi del Friuli e quelle dei marsicani, - soprattutto nella zona alpina - è cresciuta circa una cinquantina, che vivono nel Parco e si è rafforzata: di conseguenza aumentano nazionale di Abruzzo Lazio e Molise. gli incontri con l’uomo (più frequenti e più In Trentino, con l’aumento dei plantigracredibili grazie alle riprese con i telefonini e i di, in luoghi dove non esistono confini fisici, con l’aumento degli animali accade in certe aree che escono dai boschi per predare avvicinandosi a case e fattorie, ad animali da allevamento o scantinati in cerca di cibo.
Negli ultimi anni, uno dei grandi protagonisti delle predazioni è stato proprio M49: si stima che il 40% dei danni, per un totale di 45mila euro di indennizzi (nel 2019), sia stata colpa sua. Pecore uccise, fattorie messe a soqquadro in cerca di cibo. Così il Trentino, e poi l’Italia, si è diviso sul suo conto: chi ne chiedeva l’uccisione, chi la libertà. ll temperamento dell’orso, giudicato aggressivo, aveva portato a definire M49 come pericoloso, tanto che come già avvenuto per altri animali in passato, i presidenti delle province autonome di Trento e di Bolzano avevano autorizzato la possibilità di abbatterlo.
Un altro episodio, che ha visto protagonista l’orso M57, ha poi accresciuto le polemiche: ad Andalo un carabiniere di 24 anni è stato ferito dopo un incontro ravvicinato con l’orso. Complici altri avvistamenti e incontri non sempre graditi, l’Italia si è ritrovata così a farsi delle domande. Possiamo, a fronte di alcune sporadiche predazioni (con tanto di indennizzi per gli allevatori), convivere con gli orsi senza dover ricorrere a trappole e fucili?
Possiamo lasciarli liberi (e molte volte dotati di radiocollare) anche se sono stati protagonisti di sfortunati incontri con l’uomo? Può l’uomo convivere con sempre più orsi? Domande che restano ancora aperte. Per molti biologi ed etologi oggi sarebbe importante ricostruire la cultura che ci lega agli animali selvatici. Insegnare ai bambini (e anche ai grandi) come si comportano i plantigradi e come comportarsi in caso di avvistamento, imparare a conoscere quando si corre un rischio reale. Imparare per esempio a non lasciare cibo incustodito che potrebbe attirarli, a non avvicinarsi a loro e ai cuccioli, a ricordarsi che probabilmente gli orsi hanno più paura di noi. Per creare questa cultura, senza mai pensare di dover arrivare agli abbattimenti, serve una costruzione «giorno per giorno con informazione capillare, prevenzione e comportamenti corretti. E ricordandosi sempre che il rischio zero non esiste, ma che tutelare l’orso significa tutelare l’intero ecosistema» ci ricorda il Wwf.
È una strada lunga, ma come ha spiegato Enrico Alleva, etologo e accademico dei Lincei, «un tempo esisteva un’alfabetizzazione di massa su quello che bisogna e non bisogna fare con l’orso. Queste sono regole che facevano parte del patrimonio dell’Italia rurale che si sono perse». È tempo di ripristinarle. (G. T.).