L’infezione con Plasmopara viticola influenza la distribuzione e l’allocazione degli elementi minerali nelle foglie di vite Stefano Cesco1, Anna Tolotti1, Stefano Nadalini2, Stefano Rizzi2, Fabio Valentinuzzi1, Tanja Mimmo1,3, Carlo Porfido4, Ignazio Allegretta4, Oscar Giovannini5, Michele Perazzolli5,6, Guido Cipriani2, Roberto Terzano4, Ilaria Pertot5,6, Youry Pii1 1
Facolà di Scienze e Tecnologie, Libera Università di Bolzano, Italia Dipartimento di Scienze Agroalimentari, Ambientali e Animali, Università di Udine, Italia. 3 Competence Centre of Plant Health, Libera Università di Bolzano, Italia 4 Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti, Università di Bari “Aldo Moro’’, Italia 5 Dipartimento Agroecosistemi Sostenibili e Biorisorse, Centro Ricerca e Innovazione, Fondazione Edmund Mach, Italia. 6 Centro Agricoltura Alimenti Ambiente (C3A), Università di Trento, Italia. 2
Plamopara viticola è uno dei patogeni fungini della vite piu’ temuti le cui perdite produttive possono avere forti ripercussioni economiche sull’intero comparto viti-vinicolo. A livello di vigneto, il controllo delle infezioni viene assicurato grazie all’applicazione di fungicidi, tra cui anche formulati a base di rame (Cu). Cio’ nonostante, l’accumulo dei loro residui nel suolo rappresenta una crescente preoccupazione per la sostenibilità ambientale della difesa fitosanitaria della vite. Per questo motivo, l’implementazione di pratiche agronomiche alternative all’utilizzo di agrofarmaci è fortemente incoraggiata. In tal senso, una valida opportunità è rappresentata dall’utilizzo di varietà resistenti di vite. Tali varietà presentano i geni Rpv (Resistance to Plamopara viticola) nel proprio genoma, i quali, mediante meccanismi diversificati, conferiscono alla pianta di vite una certa resistenza ai patogeni fungini. Benchè tali varietà resistenti e la loro interazione con P. viticola siano state caratterizzate in dettaglio a livello molecolare, il possibile coinvolgimento dei nutrienti minerali nella risposta ai patogeni non è ancora stato investigato, anche se dati sperimentali ottenuti in lattuga e olivo hanno dimostrato come il profilo ionomico possa giocare un ruolo fondamentale nel livello di espressione della resistenza alle infezioni.Sulla base di queste considerazioni, due varietà resitenti di vite (Sauvignon Kretos e Cabernet Volos) e le rispettive controparti suscettibili (Sauvignon Blanc e Cabernet Sauvignon) sono state allevate in condizioni controllate e inoculate con P. viticola. I tessuti fogliari sono stati campionati e sottoposti ad analisi chimica, per la quantificazione (ICP-OES) e distribuzione (µXRF) degli elementi minerali, e analisi molecolare, per l’espressione genica dei trasportatori coinvolti nella mobilizzazione/allocazione degli elementi. Nelle varietà suscettibili, i nutrienti minerali hanno subito una sensibile redistribuzione a livello della foglia, suggerendo pertanto un loro possibile ruolo nella risposta al patogeno. Al contrario, le varietà resistenti non hanno mostrato alcuna variazione sostanziale nella distribuzione degli elementi, ad eccezione di manganese e ferro. Questi dati sembrano suggerire che le varieta’ resistenti qui studiate, pur esprimendo i geni Rpv, sfruttino anche dei meccanismi di resistenza al patogeno basati sull’incremento della concentrazione locale di elementi coinvolti nella sintesi di metaboliti secondari e di specie reattive dell’ossigeno. Questi risultati evidenziano quindi l’esistenza di un legame tra nutrizione minerale delle piante e meccanismi di difesa sottolineando la rilevanza di una appropriata strategia di fertilizzazione del vigneto per assicurare la miglior espressione dei meccanismi di difesa contro i patogeni.
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